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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO Dipartimento di Lettere e Filosofia XXVII ciclo di Dottorato in Studi Umanistici Tra pace e guerra. Il Ministero della Cultura Popolare dalla «non belligeranza» alla disfatta in Grecia Relatore Dottorando Chiar. mo Prof. Fabrizio Novellino Gustavo Corni Matr. 156616 Correlatore Chiar.ma Prof. Sara Lorenzini Anno accademico 2014/2015 1 Tra guerra e pace. Il Ministero della Cultura Popolare dalla «non belligeranza» alla disfatta in Grecia 2 INDICE Tabella delle abbreviazioni…………………………………………………… ..... 5 Introduzione…………………………………………………………………... ..... 6 I. Le Direttive alla Stampa. La costruzione dell’immagine dell’Italia, del nemico e della guerra attraverso i giornali…………………………………….. ........ 16 1.1 Dalla «non belligeranza» alla svolta del Brennero……………………………………. ........ 20 1.2 “Gli italiani devono abituarsi a vivere in un Impero”………………………………… ........ 26 1.3 La cura dello stile dei quotidiani……………………………………………………… ........ 29 1.4 La battaglia autarchica e le realizzazioni del regime…………………………………. ......... 35 1.5 Il controllo della lingua: la battaglia per l’uso del “voi”……………………………… ........ 45 1.6 I disfattisti come “naturalmente antifascisti”………………………………………….......... 46 1.7 L’ingresso in guerra e le aspettative tradite di un conflitto breve…………………….. ........ 50 1.8 Gli Stati Uniti e il timore dell’intervento……………………………………………............ 59 1.9 L’immagine della Russia dopo la firma del patto Ribbentrop-Molotov……………… ........ 63 1.10 I nemici dell’Italia: l’attacco della stampa a Francia e Regno Unito………………... ........ 67 1.11 Un nuovo alleato all’orizzonte: il Giappone………………………………………… ........ 80 1.12 Le aspirazioni di grandezza nei Balcani……………………………………………... ........ 84 II. L’espansione amministrativa e la penetrazione nelle province……….. ........ 89 2.1 «Andare verso il popolo»: i primi passi per l’infiltrazione nelle province…………… ......... 90 2.2 NUPIE e INCF: tentativi di collaborazione…………………………………………... ......... 92 2.3 Le acquisizioni dell’Ente Stampa e dell’Ente Radio Rurale………………………… .......... 101 2.4 I finanziamenti ministeriali come forma di controllo………………………………... .......... 106 2.5 La cinematografia e l’impatto con la guerra………………………………………… ........... 111 2.6 L’evoluzione delle funzioni dell’EIAR……………………………………………… .......... 123 2.7 Note sull’apparato censorio del Ministero………………………………………….............. 129 3 III. La guerra e la Germania: limiti della proiezione all’estero della propaganda e i rapporti con l’alleato…………………………………………... .......... 137 3.1 L’Istituto per le Relazioni Culturali con l’Estero……………………………………. .......... 137 3.2 L’espansione amministrativa dell’IRCE…………………………………………….. .......... 146 3.3 Diffusione e limiti all’estero dell’azione ministeriale……………………………….. .......... 151 3.4 Il ruolo della Svizzera e le falle nel sistema di contropropaganda…………………... .......... 154 3.5 L’impatto della belligeranza sulle attività del Ministero: il caso spagnolo………….. .......... 164 3.6 Il MinCulPop e le Forze Armate: ritardi nell’organizzazione e mancanza di coordinamento………………………………………………………………………… .............. 166 3.7 L’immagine della Germania e dell’Asse nelle direttive del Ministero della Cultura Popolare………………………………………………………………………………….. .......... 177 3.8 Germania e Italia: tentativi di collaborazione all’interno dell’Asse…………………. .......... 183 3.9 Germania: alleato o concorrente? Le prime frizioni con l’apparato fascista di propaganda………………………………………………………………………………. .......... 187 Conclusioni……………………………………………………………………………. ........... 200 Appendice fotografica……………………………………………………………….. .......... 208 Fonti archivistiche e Bibliografia………………………………………………….. .......... 214 4 Tabella delle abbreviazioni: ACS: Archivio Centrale di Stato AUSSME: Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito CSD: Commissione Suprema di Difesa DGP: Direzione Generale per i servizi di Propaganda DGFP: Documents on German Foreign Policy EIAR: Ente Italiano Audizioni Radiofoniche ENAIPE: Ente Nazionale Acquisizione e Importazione Pellicole Estere GIL: Gioventù Italiana del Littorio INCOM: Industria Cinematografica Milanese LUCE: L’Unione Cinematografica Educativa MAE: Ministero degli Affari Esteri MCP: Ministero della Cultura Popolare NUPIE: Nuclei per la Propaganda in Italia e all’Estero OND: Opera Nazionale Dopolavoro PCM: Presidenza del Consiglio dei Ministri PNF: Partito Nazional Fascista RDL: Regio Decreto Legge SIM: Servizio Informazioni Militari SPD: Segreteria Particolare del Duce (C.O. Carteggio Ordinario) 5 Introduzione L’obiettivo di questa ricerca è provare ad analizzare l’evoluzione dell’apparato del Ministero della Cultura Popolare sia nei suoi aspetti amministrativi e sia nei suoi compiti propri della propaganda all’interno di un arco temporale compreso tra la dichiarazione di «non belligeranza» fino all’insuccesso dell’invasione greca. In questa tesi vengono presi in considerazioni molteplici aspetti che hanno influito sulla politica propagandistica del MinCulPop: l’immaginario costruito artificiosamente per gli italiani, gli aspetti burocratici, il peso della guerra sulle attività e sulle risorse del dicastero per dare un quadro di questi diciannove mesi della propaganda fascista. Questioni chiave come i mutamenti nella struttura del Ministero, i contrasti amministrativi con autorità civili e militari, l’accentramento di competenze differenti e l’assorbimento di Enti e Istituti sono trattati in maniera complementare ad altre tematiche come i mezzi e le tematiche affrontate dalla propaganda fascista in Italia e all’estero, tutti aspetti che possono fornire una chiave di lettura dell’evoluzione dell’opera del Ministero della Cultura Popolare. L’analisi non vuole soffermarsi quindi all’elencazione delle veline o degli ordini alla stampa, opera per di più egregiamente svolta in passato da Nicola Tranfaglia, ma dare una visione di insieme della macchina propagandistica italiana nel tempestoso periodo che ha preceduto l’ingresso nel secondo conflitto mondiale dell’Italia e il primo impatto con la guerra, guerra divenuta reale e non più solamente giornalistica. A causa del breve arco temporale da me trattato una suddivisione in aree tematiche piuttosto che cronologica appare più adatta per mettere in rilievo i risultati della ricerca. Nonostante l’esame dell’indice possa dare già ad un primo sguardo l’idea generale dei contenuti dell’opera, alcuni macro-temi meritano un’introduzione più approfondita. Il primo capitolo prova ad analizzare alcune caratteristiche sulle disposizioni provenienti dal ministro e dal suo Gabinetto per dirigere il lavoro della stampa finalizzato a costruire un quadro fittizio delle politiche del Regime come quella autarchica, per descrivere il conflitto europeo e soprattutto per creare un’immagine dei contendenti che potesse influenzare l’opinione pubblica secondo la convenienza del momento. Quindi la distinzione di tre momenti che hanno visto la mutazione delle disposizioni secondo uno schema di reazione a stimoli esterni e di un continuo adattamento ai mutamenti politici e militari in atto. Un accenno a questa suddivisione era già stato fatto da Arnold Vincent in “The Illusion of Victory: Fascist Propaganda and the Second World War”, in queste pagine si proverà a contestualizzare questa scansione temporale soffermandosi sugli argomenti chiave che 6 individuano nella «non belligeranza, nella preparazione all’ingresso in guerra e nel periodo di belligeranza i tre momenti evolutivi della propaganda. Nel secondo capitolo ci si concentrerà sulla struttura del Ministero della Cultura Popolare e il processo che prova ad integrare fasce sempre più ampie di popolazione all’interno delle sue attività e di accentrare nella sua amministrazione il maggiori numero di organi che possano coadiuvare questo lavoro. Sono riportati i tentativi per coinvolgere i centri rurali e le inevitabili frizioni scaturite con altri centri di potere da questa operazione, inoltre non verrà trascurata l’analisi dei mezzi più moderni che la propaganda dell’epoca aveva a disposizione quali la radio e il cinema. Nell’ultima parte della tesi invece il focus sarà indirizzato sull’espansione all’estero delle attività del MinCulPop e sull’impatto che la guerra e l’alleanza con la Germania hanno determinato nei successi e negli insuccessi del dicastero di Pavolini. All’interno di queste considerazioni si prova a far luce sullo stato dei rapporti con le Forze Armate e sulle eventuali esperienze di collaborazione senza tralasciare i limiti dell’azione propagandistica del fascismo oltre i confini nazionali. Infine delle necessarie riflessioni saranno portate avanti sul peso dell’apparato propagandistico di Berlino all’interno della vita dell’Asse, in bilico tra un potente alleato e un concorrente scomodo. Per quanto riguarda il contesto bibliografico, la storiografia sembra essersi occupata poco del Ministero della Cultura Popolare e di Pavolini. Un primo filone di ricerca si è concentrato tra i primi anni settanta e l’inizio del 1980, con “La Fabbrica del consenso. Fascismo e Mass Media” Philip Cannistraro ha pubblicato una prima opera organica sulla politica propagandistica del fascismo fungendo da precursore ad altre opere più specifiche come quella di Lorenzo Hendel “L’organizzazione del consenso nel regime fascista: l’EIAR come istituzione di controllo sociale” del 1983, la censura fascista di Maurizio Cesari e lo studio di Rambaudi sulle tecniche del consenso nella società di massa del 19791. La storiografia ha poi quasi un vuoto dalla fine degli anni ottanta e lungo