Il turco in Italia

Sovrintendente e Direttore Artistico Stéphane Lissner Direttore Generale Emmanuela Spedaliere Direttore Musicale Juraj Valcˇuha Soci Sostenitori

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Sponsor del Teatro di San Carlo 2020/2021 Soci Fondatori Pubblici Consiglio di Indirizzo

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Città Metropolitana di Napoli Collegio dei Revisori dei Conti Sindaco Luigi de Magistris Carlo Greco Presidente in rappresentanza della Corte dei Conti Michela Guarino Componente in rappresentanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze Roberto Cappabianca Componente in rappresentanza del Ministero della Cultura Manuela Simonetti Componente in rappresentanza del Ministero della Cultura Coordinatore Area Artistica e Casting Direzione Generale con delega agli Affari Director Istituzionali, Marketing e Educational Ilias Tzempetonidis Emmanuela Spedaliere del Coro Responsabile Scientifico Dipartimento di Gea Garatti Ansini Ricerca, Editoria, Comunicazione, Archivio Storico e MeMus Direttore della Scuola di Ballo Dinko Fabris Stéphane Fournial Responsabile della Comunicazione Creativa Direttore del Coro di Voci Bianche e Strategica e Relazioni con la Stampa Stefania Rinaldi Rossana Russo Direttore Organizzazione Produzione Direttore Amministrativo Francesco Andolfi Francesco Apicella Responsabile di Produzione Direttore Risorse Umane Maya Dobromirova Dimova Mariapia Gaeta Direttore degli Allestimenti Scenici Direttore Immobili e Sicurezza Pasqualino Marino e Salute sui Luoghi di Lavoro Responsabile della Sartoria Ciro Tammaro Giusi Giustino Pietro Bettelli, Ritratto di Gioachino Rossini, 1818. Olio su cartone (Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna) Sommario / 09 l Sergio Ragni Un’ispirazione milanese di Rossini: Napoli e Il turco in Italia 19 l Dinko Fabris Guida all’ascolto del Turco in Italia 29 l Argomento 31 l Synopsis 33 l 62 l I protagonisti in streaming / stagione d’opera e danza 2020 / 2021 Regione Lirica 2021 Evento programmato e finanziato Registrato dal vivo il 27 febbraio 2021 dalla Regione Campania Disponibile online dal 19.03.2021 alle 20h00 CET Disponibile fino al 31.03.2021 alle 23h59 CET

Gioachino Rossini Il turco in Italia Dramma buffo per musica in due atti

Libretto di

Edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro a cura di Margaret Bent

Versione streaming in forma di concerto con riduzione dei recitativi

Direttore Carlo Montanaro* Selim Marko Mimica

Maestro del Coro Gea Garatti Ansini Donna Fiorilla Julie Fuchs*

Orchestra e Coro Don Narciso Ruzil Gatin* del Teatro di San Carlo Don Geronio Paolo Bordogna

Prosdocimo Alessandro Luongo

Zaida Gaia Petrone

Albazar Filippo Adami

*per la prima volta al Teatro di San Carlo Frontespizio ed elenco interpreti della prima edizione del libretto de Il turco in Italia di Gioachino Rossini, Milano, Teatro alla Scala, 14 agosto 1814 (Collezione Ragni-Cuoco) Sergio Ragni

Un’ispirazione milanese di Rossini: Napoli e Il turco in Italia

Se dobbiamo credere a Zeffirelli, uno degli connubi, consacrare al mito della Milano, di lì abiti della Callas come Fiorilla nel Turco in a poco indiscussa capitale teatrale d’Italia, Italia sarebbe stato confezionato con la stessa l’opera più milanese di Rossini. stoffa delle cortine del Teatro alla Scala. Esigentissimo, non foss’altro per l’ascendenza Il turco in Italia è ambientato a Napoli, e viscontiana delle sue messinscene, il sulla scena, con tratti felicissimi, i fondali, regista-scenografo, dopo infruttuose ricerche ingenui, la riproducono. L’ispirazione questa nelle sartorie scaligere e meneghine, avrebbe volta è venuta al regista passeggiando tra le di colpo trovato la sua ispirazione, gettando lo raccolte del Museo di San Martino, dando sguardo su quel che rimaneva della rifazione un’occhiata ai quadri e affacciandosi di tanto postbellica delle tappezzerie degli scranni e in tanto dalle terrazze. dei tendaggi del teatro. L’ambientazione partenopea, per un’opera Se così fosse per davvero, bisognerebbe, a comica, è un’autentica fortuna ed è un distanza, tributargli rinfrescati allori per la primato, questo, che nessun milanese potrà felice intuizione di aver voluto, per impercorsi mai contestare: la mole del Duomo per

Teatro di San Carlo I 9 antonomasia, da dove la giri giri, in palcoscenico non entra, neanche nell’. Si faceva una faticosissima eccezione per I promessi sposi di Petrella, quando Manzoni era presente in sala.

Per illuminare le scene di questa Napoli ottocentesca non occorrono molti kilowatt. Il sole prorompe dal Vesuvio e invade naturalmente una strada, pulitissima e sgombra, cui fanno da quinte laterali due filari di palazzi che sembrano una rigenerazione antica di quelli di via Toledo o di via Santa Brigida. È proprio qui che passeggia la Callas, avvistando tra i primi, pur essendo molto miope, il vascello che di lì a poco approderà al vagheggiato lido, meta obbligata di tanti viaggiatori, europei ed extra, in cerca di memoirs da tramandare ai posteri. “Bella Italia, alfin ti miro, vi saluto amiche sponde” canta Selim, turco in Italia, musulmano in viaggio, per scopi esclusivamente turistici.

Napoli, ex-capitale del Regno delle Due Sicilie, cerca di continuare a essere un polo d’attrazione culturale. E il Teatro di San Carlo, consegnandosi nelle mani del Sovrintendente Commendator Pasquale Di Costanzo, continua a verificare l’acustica della sala istallandovi voci perentorie e incrollabili, a salvaguardia e tutela di una tradizione che qualcuno vorrebbe, forse più giudiziosamente, revisionare.

Ghiringhelli alla Scala, rimessa in piedi la sala e rinnovate le tappezzerie, decide finalmente di intervenire. Un po’ di tentennamenti ma poi via libera: al riammodernamento del repertorio e dello stile di canto, col quale Ritratto di Rossini giovanissimo rileggere i soliti spartiti, strapparne altri alla (Collezione Ragni-Cuoco) polvere delle biblioteche, e procedere alla riproposta di opere troppo a lungo neglette, perché nessuno è più in grado di cantarle.

A proposito del virtuosistico Rossini, e del Turco, il precedente di quattro recite dell’opera al Teatro Eliseo di Roma nel 1950, con la Maria non ancora divina, le scene argute del vignettista Mino Maccari, la direzione di Gavazzeni, costituisce di per sé una garanzia della bontà della scelta. La Callas, nel frattempo, è dimagrita e si diverte a ostentare, sulla scena e nei salotti, un fisico da mannequin. Zeffirelli la può costringere in uno stringatissimo corsetto damascato, della stessa stoffa che gli spettatori possono accarezzare mentre ascoltano l’opera. Il 15 aprile 1955 l’opera ritorna finalmente sul palcoscenico dov’era stata creata il 14 agosto 1814.

Rossini a Milano è al settimo cielo: «Io sono l’Idolo di Milano» scrive ai genitori già nell’ottobre del 1813. Due teatri, e il Teatro Re, inaugurano contemporaneamente le rispettive stagioni con due sue opere: e . Il ventunenne Gioachino comincia a guadagnare in maniera adeguata al talento che ritiene di possedere: «compreremo un casino di campagna» comunica esaltato alla madre. Ma c’è di più: di lì a poco deve raggiungere un altro traguardo, forse ancor più lusinghiero per il suo amor proprio: «la mia morosa è la più amabile signora del paese».

Rossini, consacrato a Milano primo compositore d’Italia, ha uno stuolo di ammiratrici, alle quali non lesina attenzioni. Una, più di tutte, ne merita di particolari, per rango e censo, ragioni che agli occhi di Rossini accrescono di molto la leggiadria muliebre, e l’intraprendenza mascolina. Amalia Canziani di Belgiojoso, vedova del Ritratto di Amalia Canziani di Belgiojoso conte di Lugo Francesco Ludovico Barbiano (Collezione Ragni-Cuoco) Belgiojoso d’Este, madre di tre figli adolescenti, si è perdutamente innamorata del giovane maestrino. Gli spalanca le porte della sua dimora milanese, e della villa di Merate in Brianza, attorno alla quale gravita la più eletta aristocrazia milanese, quando è in villeggiatura.

Al principe Rinaldo Belgiojoso, cognato di Amalia, attribuisce il merito di aver ispirato al Parini la figura del “Giovin Signore” del Mattino. Rinaldo, per estrema, nobilissima, generosità, farà dono del suo titolo di principe al nipote Emilio, primogenito di Amalia, destinato a sposare Cristina Trivulzio, titolare di benemerenze risorgimentali. Questo l’entourage milanese di Gioachino, dal blasone sfolgorante di solo genio, che nella villa di Merate si trova come se fosse a casa sua. Vi si trattiene per mesi e mesi e vi ritorna non appena gli impegni di lavoro glielo permettono. Quando proprio non può, è la nobildonna che raggiunge il suo “Pzighein”, il suo “Pizzichino”, nomignolo col quale Amalia, nei momenti di maggiore intimità, si rivolge al suo amante, più giovane di lei di otto anni. Meno propenso al sentimentalismo, Rossini gratifica la sua amata di un’impareggiabile, che fa stampare sul frontespizio di una cantata a lei dedicata. Alla madre, alla quale Gioachino non risparmia neanche i più imbarazzanti particolari delle sue più private vicende, scrive spudoratamente: «Io dormo tutte le notti con la Belgiojoso e son felice».

A Milano Rossini compone Il turco in Italia e deve immaginarsi una Napoli, anche per lui agognata meta, che nel giro di un anno potrà finalmente raggiungere. Punta verso la bella Partenope il suo iperbolico cannocchiale per , il primo Selim, e Francesca Festa, la scorgere i panorami che faranno da sfondo ai Fiorilla (Collezione Ragni-Cuoco) suoi personaggi. Scrive una partitura solare e leggerissima nella quale lascia intravedere il mare: lo stesso mare, elegante e incontaminabile, sul quale Mozart fa navigare gli amanti interscambiabili di due dame ferraresi trapiantate a Napoli, all’epoca del Così fan tutte. È una Napoli ideale nella quale il ritmo inarrestabile e scettico della musica trova la sua più naturale ragion d’essere.

“Non si dà follia maggiore dell’amare un solo oggetto” canta, appena entra in scena, Fiorilla, moglie di un attempato Don Geronio, e al momento amante di un alquanto svenevole Don Narciso. È una premessa la sua, che trova consenziente Rossini e che spiega in anticipo la buona propensione della fanciulla all’arrivo delle novità dall’estero: “Che bel turco! avviciniamoci...”. Due parole scambiate con lui, uno sguardo d’intesa e il gioco è fatto: “Anche i turchi non mi spiacciono”, e detto fatto, invita lo straniero a casa sua per prendere un caffè: un’emancipazione e un’inversione di ruoli che sembrerebbero irriproducibili sulle scene di qualsiasi teatro ottocentesco e che furono di volta in volta, a seconda del luogo dove si rappresentava l’opera, camuffati o almeno sbiaditi dalla censura. In alcuni casi per rappresentare l’opera le si dovette assegnare un titolo che garantisse sin dal frontespizio del libretto, sin dal manifesto che annunciava l’opera, il rispetto di una morale irrinunciabile. Il caso più emblematico è quello della censura pontificia che ribattezzò l’opera La capricciosa corretta.

Nelle scene di reciproco corteggiamento, tra Selim e Fiorilla, fatto di frasi di elegante premura, Rossini si presta di gusto a questo Luigi Pacini, il primo Don Geronio, e , gioco e porta avanti quello che si potrebbe il primo Don Narciso (Collezione Ragni-Cuoco) Frontespizio ed elenco interpreti del libretto de La capricciosa corretta, Roma, Teatro Valle, 1818 (Collezione Ragni-Cuoco) definire uno stile di conversazione in musica barbiere di Siviglia, tanto per citare un’opera che non compare altrove nella sua celebratissima e rimanere in ambito produzione, o almeno non in misura così rossiniano. Anche l’elemento esotico della spiccata. Fiorilla conversa amabilmente col turcheria, moda questa che era dilagata sui suo ospite passando dalle domande più palcoscenici melodrammatici, quasi a rivalsa innocue, di servizio, come “Il zucchero è («un’allegra vendetta», la definì Massimo bastante?”, mentre gli offre il caffè, ad altre Mila), dell’antico pericolo costituito molto più indiscrete: “quante donne amaste? dall’Impero Ottomano per l’Europa, anche Quante vorreste averne?” né abbandona l’elemento turco perde la sua connotazione questo tono di formale cortesia o di spiritosa esotica finendo per essere omologato alle investigazione conoscitiva, allorché arriva vicende dei personaggi europei. sulla scena quel rompib... di suo marito. Rossini si diverte ancora di più. Mentre Ma si va ancora oltre. In quest’opera c’è Selim, allarmatissimo, tenta di prendere il qualcuno che osserva la vicenda standosene largo, Fiorilla non perde il suo sangue freddo anche lui in palcoscenico, e non perché ce e addirittura costringe il coniuge ad l’ha collocato un regista nostro ossequiare il turco, sempre più meravigliato contemporaneo. Prosdocimo, poeta, prende di tanta cortesia maritale. È un momento di appunti e a volte fomenta egli stesso gli sublime ironia perché Fiorilla alterna alle avvenimenti, nel tentativo di ricavarne un espressioni galanti indirizzate a Selim, le sue soggetto per un’opera, che sia meno banale riflessioni piccate e gli insulti riservati al dei soliti. Del suo proposito informa marito: “(Oh che scena!) dite bene / (Vecchio direttamente il pubblico: “Ho da fare un stolido) i mariti / (Me la godo) son compiti dramma buffo e non trovo l’argomento”. sono pieni di bontà”. I mariti italiani non sono affatto gelosi, proclama Fiorilla, Si è tentato di sminuire la portata del prendendosi gioco di Geronio che si “pirandello ante litteram” costantemente tormenta,incapace di fronteggiare la presente nell’opera e minimizzare l’opera del situazione. librettista: Felice Romani copiò a piene mani dall’omonimo libretto che Caterino Mazzolà Riallacciandosi a quanto asserisce il scrisse per Franz Seydelmann, a Dresda nel Radiciotti, primo importante biografo di 1788. Rossini, qualcuno ha visto nel Turco in Italia E allora? Buon per noi se il libretto “sic et simpliciter” un ribaltamento delle rielaborato da Romani finì nelle mani di situazioni dell’Italiana in Algeri, che è invece Rossini. tutt’altra cosa. Spetta a quest’opera - l’unica di quelle a In effetti mentre le vicende farsesche portata d’ascolto - di reggere le sorti del dell’Italiana possono felicemente fenomeno metateatro in ambito sintetizzarsi in quella mirabile definizione melodrammatico. Anche quest’oggi se la cava stendhaliana di «follia organizzata e assai bene, e verrebbe quasi la voglia di completa», nella seconda ci troviamo di integrare il testo di Romani, specificando, fronte a una commedia dai tratti più così come si legge negli antichi spartiti, e si realistici. È uno spaccato di un ambiente cantava nelle versioni tedesche dell’epoca, borghese che anticipa commedie come Il che la musica del libretto che si sta scrivendo

Teatro di San Carlo I 15 sulla scena dovrà essere poi composta dal Maestro Rossini! “Stoff such ich zu einer Oper; Die Rossini componirt“. Una firma in musica per un’opera dal risultato assolutamente originale, in barba a Mazzolà e Seydelmann, e in tempi ormai troppo distanti dal loro, per temere di generare querelle di qualsiasi genere.

Neanche tra femmine rivali in amore, dal momento che la Belgiojoso, vistasi negare un’esclusiva, e preoccupata per le malattie “nei paesi bassi” comunicate dall’intemperante Gioachino a un’imperturbata genitrice (ma si potrà scriverlo in un programma di sala?), preferirà sottrarsi alle premure del compositore. Né varranno le insistenze di Gioachino, sempre tramite madre: «ditele che sono perfettamente guarito». La nobildonna, inflessibile, si concederà di rimirare le fattezze del compositore solo in un quadro che commissionerà al Molteni, ritrattista ufficiale dell’aristocrazia milanese. Niente zuffe quindi, se non quella, da vicoli partenopei, prevista dal finale del primo atto tra la napoletana Fiorilla e la turca Zaida. Una foto ritrae la Fiorilla della Callas che si è tolta una scarpa e sta per lanciarla all’antagonista. Ma con quanta classe...

L’opera non può concludersi senza un rientro nei ranghi e un ritorno dei personaggi alle primitive postazioni, proprio come accadeva a Guglielmo e Fiordiligi e a Ferrando e Dorabella. Un matrimonio destinato a protrarsi a dispetto delle intemperanze passate, presenti e future di Fiorilla, che a fianco del marito continuerà ad annoiarsi. e Nicola Rossi Lemeni nel Turco in Idem per l’altra coppia, Selim e Zaida, che Italia nell’allestimento scaligero del 1955 pure si riconcilia, ma fino a quando non è (Collezione Ragni-Cuoco) dato sapere, vista la buona propensione di Selim all’avventura e la sua estrema Perché nonostante tutto, “questo è il migliore indecisione, per tutto il corso dell’opera, nel dei mondi possibili”, come insegna a Candide dover scegliere tra la moglie miracolosamente il suo precettore Pangloss, “filosofo” ritrovata e l’ebbrezza, il fascino dell’avventura prediletto da Rossini. con la straniera. “Tout pour le mieux”, “Tutto va per il meglio” Due riconciliazioni dunque un po’ amare asserisce Pangloss chiosando gli avvenimenti com’erano state già quelle delle coppie più tragici e disastrosi. Anche nel Turco, interscambiabili del Così fan tutte, e forse anche se il male non è certamente dei ancora più amare di quelle. peggiori, la ricomposizione è l’unica scelta Il rispetto di una morale è un principio possibile, ma “il lieto fine” resta tutto da irrinunciabile per questo teatro, o almeno per dimostrare. i censori che debbono vistare i libretti. Puntando da Milano il suo mirabolante cannocchiale Rossini, ventiduenne straniero, Ma anche per Rossini questa è l’unica non scopriva soltanto l’amenità della città di soluzione possibile perché la meno Napoli ma anche il fatalismo del popolo che traumatizzante e tutto sommato la più sicura. la abita.

Maria Callas nel Turco in Italia, regia e scene di , Teatro alla Scala, 15 aprile 1955 (Collezione Ragni-Cuoco) Frontespizio ed elenco interpreti del libretto de Il turco in Italia di Gioachino Rossini, Napoli, , 1820 (Collezione Ragni-Cuoco) Dinko Fabris

Guida all’ascolto del Turco in Italia

Nonostante l’abbondanza di studi recenti su dalla curiosità del musicologo Boris Rossini, derivati anche dalla Rossini Goldovsky. Ma si trattava di edizioni tradotte Renaissance dell’ultimo mezzo secolo, sono in lingua inglese, come si usava a quel tempo, molto pochi gli scritti disponibili in italiano e non ebbero quell’impatto che la sul Turco in Italia. Eppure si tratta di una delle ventisettenne Callas aveva potuto imprimere opere che avviò proprio la riscoperta per inserire Il turco in Italia nel repertorio rossiniana del Novecento, con la ripresa del corrente. Solo gli specialisti probabilmente 1950 a Roma diretta da Gianandrea Gavazzeni sanno che uno dei primi studi monografici con la giovane Maria Callas. Gina Guandalini italiani su questo capolavoro comico ha documentato in un recente articolo su rossiniano, dopo l’articolo di Massimo Mila del “L’ape musicale” che quella che era sempre 1968, si deve a Paolo Isotta che nel 1985 stata considerata la prima ripresa moderna del tornava ad occuparsi del compositore pesarese Turco dopo gli anni Trenta dell’Ottocento, era dopo il libro dedicato al Rossini “napoletano” stata anticipata di due anni da una serie di nel 1974, scritto a ventiquattro anni. Nel rappresentazioni negli Stati Uniti, sollecitate saggio sul Turco in Italia, Isotta conduce una

Teatro di San Carlo I 019 profonda analisi della partitura musicale e accolta con freddezza e, dopo la prima del 14 della versificazione del testo, comprovando la agosto 1814, Il turco in Italia fu considerato tesi di Philip Gossett, il massimo studioso un mezzo insuccesso, con le sue sole 13 riprese rossiniano scomparso nel 2017, che aveva ( ne aveva avute 53 di definito questa una tipica «opera di seguito) e le critiche nei giornali segnalarono ensembles» che denotava il - al che una parte del pubblico della prima aveva tempo di Bellini e Rossini - dal dramma abbandonato la sala dopo il primo atto. In un fondato sulle “arie” (che esprimono la primo tempo si registrarono soprattutto psicologia dei singoli personaggi) alle opere in reazioni moralistiche, probabilmente accese cui i personaggi si caratterizzano nel loro dalla figura spregiudicata della protagonista agire in gruppo, negli insiemi. In questo senso femminile Fiorilla, una donna sposata e Il turco è davvero un meccanismo corale “italiana” che fa la civetta e cerca una storia perfetto in cui sono le relazioni interne tra galante con un turco. In seguito, anche per tutti i protagonisti a denotarne il carattere, influenza del giudizio di Stendhal, si radicò tra debolezze e punti di forza. nella critica l’idea che Rossini avesse compiuto Ma il clou della fortuna critica del Turco in l’errore di valutazione di ripetersi dopo breve Italia fu rappresentato dalla pubblicazione tempo, presentando una sorta di copia dell’edizione critica, nella serie della dell’Italiana in Algeri, come una variazione sul Fondazione Rossini di Pesaro, nel 1988. Su tema. Oggi sappiamo che si tratta di due invito di Philip Gossett era stata incaricata capolavori completamente diversi e condotti della cura dell’opera, compresa una su registri separati. dettagliata Introduzione e un volume a parte Forse è semplicemente avvenuto per Il turco per l’apparato critico, la musicologa quel che dice Isotta nella conclusione del suo britannica trasferita negli Stati Uniti studio: «Il turco è una partitura magnifica. I Margaret Bent, filologa raffinatissima suoi problemi cominciano solo per il fatto, specialista di musica più antica, tra medioevo sommamente infausto per essa quanto e rinascimento, ma che creò per l’opera sommamente fausto per noi, che Rossini ne rossiniana una analisi filologica così abbia scritto altre». approfondita da renderla essa stessa una sorta di storia appassionante della creazione Il soggetto dell’opera non era certo una dell’opera. Riassumeremo di seguito gli esiti novità: turchi a teatro e turcherie costellano di quella ricerca. la storia dello spettacolo europeo fin dal Borghese gentiluomo di Molière-Lully (1670, Dopo il successo strepitoso della sua prima con l’esilarante “Cerimonia e Marcia dei opera data alla Scala nel 1812, La pietra del Turchi”), arrivando al vertice con Mozart paragone, Gioachino Rossini tornò a Milano (Entführung aus dem Serail / Ratto dal dall’autunno del 1813, restandovi fino a tutto serraglio del 1782). E infatti il librettista l’anno successivo, con l’intenzione di Romani aveva utilizzato in maniera molto completare la sua conquista, anche grazie alla vistosa un libretto d’opera della fine del collaborazione del venticinquenne Felice Settecento, di cui conservò perfino il titolo, Romani, che sarebbe diventato il più oltre a quasi tutti i nomi dei personaggi e importante librettista di quella generazione. parte dei versi originali: Il turco in Italia Ma l’opera seria Aureliano in Palmira fu presentato nel teatro di Dresda nel 1788 dal

20 I Teatro di San Carlo poeta di corte Caterino Mazzolà con le musiche di Franz Seydelmann e poi nel 1794 a Praga rimusicato da Franz Xaver Süssmayr, oggi ricordato solo per aver completato il Requiem lasciato incompiuto dal suo maestro Mozart. In quel libretto settecentesco troviamo già l’ambientazione a Napoli e solo poche differenze nei personaggi: il marito di Donna Fiorilla, che per Rossini è Don Geronio, era chiamato Don Bacalare; invece del personaggio muto Almanzor, Romani introduce il cicisbeo Don Narciso e Don Prosdocimo era chiamato soltanto Il Poeta. Pian piano però si notano le differenze operate da Romani in accordo con Rossini: gli spazi individuali che il libretto del Settecento assegnava ancora alle arie a solo, furono come si è detto trasformati in interventi di più personaggi insieme (ensembles) creando una narrazione scenica molto più efficace e “moderna” che non arresta continuamente l’azione con i pezzi chiusi. Un’altra caratteristica che si può osservare nella nascita della partitura è l’apparente contraddizione del lungo intervallo di tempo preso da Rossini per musicare il libretto preparato da Romani: nonostante negli anni precedenti avesse potuto produrre così tante opere in pochi mesi, questa volta non bastarono i cinque mesi tra aprile e agosto per completare la partitura, tanto che dovette far ricorso a collaboratori specializzati che scrissero tutti i recitativi secchi (questa era tuttavia una abitudine diffusa nell’epoca) e almeno tre punti piuttosto importanti della partitura: l’ “di sorbetto” di Albazar nel I atto, la di Don Geronio e soprattutto il Finale II dell’opera. Si era parlato del pugliese-napoletano Gaetano Latilla (maestro di Verdi a Milano) per queste parti di completamento ma Philip Gossett ha potuto escludere l’autografia di Latilla per quelle parti non di Rossini. Felice Romani (Collezione Ragni-Cuoco) Duetto “D’un bell'uso di Turchia”, Nel Turco in Italia Del Sigr Maestro Rossini, manoscritto della copisteria Ricordi (Collezione Ragni-Cuoco) Guardiamo rapidamente alla struttura incuriosisce col suo esotismo, eccitandone il musicale del Turco in Italia, evidenziando le lato frivolo. Il loro approccio è identico: parti più significative nello sviluppo narrativo anche Selim a prima vista desidera dei due atti. conoscerla più intimamente, perché la vede La Sinfonia introduttiva, in re maggiore, è come una tipica italiana. Entrambi sono bipartita (Adagio poi Allegro) con in evidenza sorpresi di quanto sembri facile conquistare dall’inizio la coppia di corni ed uso del l’altro, il diverso, e la musica ne sottolinea crescendo strumentale. Si entra così tutte queste sfumature. nell’atmosfera più tipica dell’opera comica 3bis. Aria Un vago sembiante (Narciso). Il rossiniana. Siamo nell’Atto Primo. cicisbeo, cavalier servente di Fiorilla, si 1. Introduzione Nostra patria è il mondo presenta in scena in tempo per vedere la sua intero (Zaida, Albazar, Prosdocimo, Coro). Nel innamorata allontanarsi con lo straniero e la gruppo di zingari incontrati dal poeta sua aria esprime la gelosia dell’amante, che Prosdocimo, alla caccia di idee per scrivere il neppure il marito prova. suo Dramma, l’affascinante Zaida 4. Terzetto Un marito scimunito! (Prosdocimo, (mezzosoprano: nel libretto del 1788 era Geronio, Narciso). Il poeta è naturalmente ben definita “Giorgiana”) racconta la sua triste lieto di quel che gli viene raccontato da storia che l’ha portata, da favorita del Geronio e da Narciso: il suo dramma ha già un sultano Selim, alla condanna e alla fuga colpo di scena. Infatti tutti si spostano verso grazie al fido Albazar (tenore), nascosta tra la casa di Geronio dove Fiorilla sta prendendo gli zingari e ora in esilio a Napoli. La figura un caffè in intimità col turco, tipica del poeta in scena è insieme un classico situazione napoletana. dell’ del Settecento ed una 5. Quartetto Siete Turchi, non vi credo innovazione, proponendo un esempio di (Fiorilla, Selim, Geronio, Narciso). Il continuo teatro nel teatro, anzi qui il poeta cerca negli formarsi di gruppi ha un significato preciso avvenimenti, che vediamo insieme a lui, nella struttura musicale, che evita quando l’ispirazione per scrivere la stessa opera buffa possibile le arie solistiche per dedicarsi agli che intanto si sta svolgendo in diretta sotto i ensembles, come questo quartetto e subito nostri occhi. dopo il duetto famigliare. 2. Cavatina Vado in traccia d’una zingara 6. Duetto Per piacere alla signora (Geronio, (Geronio). Il livello musicale nell’esordio del Fiorilla). Dopo l’apparente chiarimento tra marito pusillanime, è degno di Mozart: si moglie e marito, quest’ultimo sempre nel ascolti il coro che contrappunta con “ah ah” torto, si prepara il primo Finale con tutti i le strane parole confuse dello sciocco Don protagonisti in scena, al porto di Napoli. Geronio. 7. FINALE I Gran meraviglie (Coro, Zaida, 3. Cavatina Non si dà follia maggiore Selim, Prosdocimo, Narciso, Fiorilla, Geronio, (Fiorilla), Coro Voga, voga, a terra, a terra, Albazar). Il lunghissimo finale, in tutto “Cavatinetta” Bella Italia alfin ti miro (Selim) rossiniano, presenta il colpo di scena con e Duetto “Serva!” - “Servo” (Fiorilla-Selim). Fiorilla che interrompe l’idillio tra Zaida e In questo blocco coerente si svolge in Selim ritrovatisi ancora innamorati. Il Coro maniera rapidissima l’incontro della dama scatena una scena irreale, sempre basata sui “leggera, ma onesta” Donna Fiorilla, con il monosillabi cari al Rossini dell’Italiana in misterioso turco arrivato a Napoli e che la Algeri.

Teatro di San Carlo I 23 Il Secondo Atto è meno raffinato del Primo, 16. FINALE II Son la vite sul campo appassita soprattutto per il ritmo ormai preso dalla (Fiorilla, Geronio, Prosdocimo, Coro, Selim, storia in quello che Isotta ha definito Zaida, Narciso). Tutte le risorse tecniche che «accumulo buffonesco». il giovane Rossini ha già ampiamente 8. Duetto D’un bell’uso di Turchia (Selim, sperimentato nella sua carriera di Geronio). Forse contaminato dalla presenza compositore fondamentalmente comico fino dello sciocco Geronio, qui per la prima volta il a quel momento, sono impiegate nel compassato principe Selim canta da basso turbinoso caleidoscopio di questo Finale. Un buffo e la scena è di grande comicità. tema viene esposto e lavorato dall’orchestra Ovviamente assurdo il pretesto: la richiesta e dalle voci, con ampio ricorso al del turco di comprare la moglie per il suo contrappunto, ma con effetto dinamico Serraglio. mozzafiato per la sua lunghezza, quasi da 9. Coro e Cavatina Non v’è piacer perfetto - canone infinito. Dopo la stretta, il discorso Se il zefiro si posa (Fiorilla); 10. Duetto musicale viene sminuzzato in particelle Credete alle femmine (Selim, Fiorilla); 11. sempre più piccole, accelerate dal crescendo Recitativo accompagnato e Aria Intesi, ah! che sembra non finire mai e che invece, a Tutto intesi - Tu secondo il mio disegno sorpresa, si trasforma in una danza collettiva (Narciso); 11bis. Aria Se ho da dirla, avrei in cui tutti sono travolti, interpreti e molto piacere (Geronio); 12. Aria Ah, sarebbe pubblico. troppo dolce (Albazar); 13. Coro Amor mova. Tutti questi numeri possono Il turco in Italia è stata considerata una sorta essere considerati insieme, anche perché non di presagio per il giovane Rossini alla vigilia hanno una forza espressiva individuale e in di un cambiamento epocale nella sua carriera, alcuni momenti sembrano semplici riempitivi con la scelta di trasferirsi nell’Italia formali (per esempio le ripetizioni delle meridionale, forse anche per la delusione strofette da parte del Coro). Ancora una delle reazioni recenti del pubblico milanese. volta è negli insiemi che Rossini predispone La vicenda era infatti ambientata proprio a subito dopo la maggiore efficacia di questa Napoli, la città dove pochi mesi più tardi seconda parte. Rossini si trasferisce accettando l’invito del 14. Quintetto Oh, guardate che accidente! geniale impresario Domenico Barbaja (a sua (Geronio, Narciso, Zaida, Selim, Fiorilla, Coro). volta milanese) di dirigere il Teatro di San Il Quintetto, riunendo tutti i protagonisti Carlo. Da Napoli, peraltro, Rossini preparerà le nella confusione del travestimento con opere divenute immortali destinate a Roma maschere che ne confondono i tratti, (Barbiere e Cenerentola) e tante altre per i complice l’oscurità della notte, anticipa già il teatri italiani ed europei, fino al suo finale dell’opera e riporta ai vertici definitivo trasferimento a Parigi dal 1823. l’ispirazione musicale di Rossini. Mentre Rossini allestiva come carta di 15. Recitativo accompagnato e Aria I vostri presentazione a Napoli l’Elisabetta regina cenci vi rimando - Squallida veste e bruna d’Inghilterra al San Carlo e ai Fiorentini le (Fiorilla, Coro). Questa inserzione ha funzione riprese di Inganno felice e Italiana in Algeri, narrativa paratattica, ma musicalmente vale a proprio a Roma presenta la prima ripresa prendere fiato prima della pirotecnica italiana del Turco in Italia nel novembre 1815 conclusione. «con tanto applauso». Da quel momento

24 I Teatro di San Carlo l’opera fu ripresa sempre con grande successo modificati: a Parigi ne fu approntata una in molte città italiane e perfino a Parigi nel edizione in un solo atto. Questo dovrebbe far maggio 1820. Ma nonostante il ruolo riflettere chi pensa oggi alle opere in musica direttivo di Rossini nel sistema teatrale dei grandi compositori come “monumenti” napoletano, nella capitale meridionale Il intoccabili da considerare in una forma turco fu riallestito dopo il 1817 soltanto in “integrale” che però quasi mai rispetta ciò teatrini minori specializzati nelle farse parlate che accadeva realmente in passato. con musica. Nel libretto stampato nel 1820 (il Se non direttamente collegabile all’opera di primo a Napoli) per l’allestimento al Teatro Rossini, lentamente dimenticata a Napoli Nuovo, troviamo infatti diverse parti non più dopo la metà dell’Ottocento, alla permanenza cantate ma in forma di dialoghi parlati in della figura del turco sulle scene buffe deve lingua napoletana (Don Geronio peraltro la sua ispirazione la farsa di Eduardo viene degradato da “marito” di Donna Fiorilla Scarpetta, Nu turco napulitano, presentata a a suo “istitutore”). Napoli nel 1888 (in realtà traduzione in Negli anni successivi l’opera restò nei napoletano di una pièce francese di Alfred cartelloni dei teatri di tutta Italia e delle Hennequin), e divenuta dopo oltre principali città europee, ma spesso sessant’anni il celebre film di Mario Mattoli impietosamente modificata e adattata a Un turco napoletano, del 1953, con la esigenze diverse, perfino con titoli molto maschera immortale di Totò.

Nota bibliografica La breve rassegna di saggi italiani dedicati al Turco in Italia si apre con un saggio pionieristico di Massimo Mila, “Il turco in Italia”, manifesto di dolce vita, in “Nuova Rivista Musicale Italiana”, XI/1 (1968), seguito da Paolo Isotta, Per una lettura de “Il turco in Italia”, in “Nuova Rivista Musicale Italiana”, XXVIII/2 (1985), pp. 227-253. Il punto di riferimento obbligato che riassume tutti i dati reperiti sulla genesi e la fortuna del Turco in Italia, compresa la descrizione e analisi delle fonti, è la Introduzione di Margaret Bent alla sua edizione critica Il turco in Italia, Pesaro, Fondazione Rossini di Pesaro, 1988 (compreso un volume di Commento critico). Sulle prime rappresentazioni novecentesche del Turco si veda: Gina Guandalini, Agli albori della Rossini Renaissance. Il primo Turco in Italia del ’900, in “L’Ape Musicale” dell’8 agosto 2018, leggibile online all’indirizzo www.apemusicale.it/joomla/terza-pagina/6448-agli-albori-della-rossini-renaissance.

Teatro di San Carlo I 25 Frontespizio de Il Turco in Italia. Opera buffa in due Atti, Musica del Sigr Maestro Rossini, ridotto per il Cembalo solo da M.I. Leidesdorf, Vienna, Leidesdorf (Collezione Ragni-Cuoco). Nella pagina accanto: frontespizio de Il turco in Italia. Opera Buffa in due atti, Composta e Ridotta per il Cembalo da G. Rossini, Parigi, Schlesinger (Collezione Ragni-Cuoco)

Figurini di Giacomo Pregliasco per la prima rappresentazione assoluta de Il turco in Italia di Gioachino Rossini, Milano, Teatro alla Scala, 14 agosto 1814 (Collezione Ragni-Cuoco) Argomento

Atto primo e dalla bella e capricciosa Fiorilla. Venuto a conoscenza del passato di Zaida, Prosdocimo la Luogo solitario fuori di Napoli. Spiaggia di informa dell’arrivo a Napoli di un principe mare. turco che potrebbe esserle d’aiuto nel Ingiustamente accusata di infedeltà, la bella riconquistare l’amato. Preceduto da un ingente Zaida è fuggita dal serraglio del suo promesso stuolo di servitori, il principe turco sbarca sulla sposo, il principe turco Selim. La giovane si è spiaggia e incontra Fiorilla. Egli rimane colpito stabilita con un gruppo di zingari nei pressi di dalla bellezza della giovane, la quale di buon Napoli e, nonostante il conforto del fido grado ne accetta il corteggiamento. Nel Albazar, rimpiange continuamente il perduto frattempo, Prosdocimo - che ha scoperto che il amore. All’accampamento sopraggiungono principe turco giunto a Napoli altri non è che dapprima il poeta Prosdocimo, alla ricerca di Selim, l’amato di Zaida - si compiace per lo nuovi soggetti per le sue opere teatrali, seguito sviluppo della vicenda, suscitando il dall’anziano Don Geronio - preoccupato dal disappunto di Don Geronio e di Narciso, carattere bizzarro e indomabile di sua moglie - cavalier servente di Fiorilla.

Teatro di San Carlo I 29 Appartamenti in casa di Don Geronio. Fiorilla. Alla vista di due turchi e due Fiorille, Dopo averlo condotto nella propria casa, Don Geronio, disperato, reclama a gran voce Fiorilla si fa corteggiare da Selim sotto gli sua moglie. occhi imbarazzati del marito e del geloso cavalier servente. Prosdocimo consiglia allora Camera in una locanda. a Don Geronio di usare con la moglie le Prosdocimo rivela a Don Geronio che anche maniere forti. Ma di fronte alla determinata Narciso è amante di Fiorilla. Per tentare di sfrontatezza di Fiorilla anche questo redimere la moglie infedele, non resta altro tentativo si rivela vano. che divorziare da lei.

Spiaggia di mare. Piazza con casino di Don Geronio. Sul punto di partire con Fiorilla per la Turchia, Scacciata dal marito e abbandonata da Selim, Selim riconosce nella zingara Zaida l’antica e ormai risoluto a tornare in Turchia con Zaida, fedele promessa sposa. A complicare la Fiorilla comprende la gravità della sua situazione sopraggiungono dapprima Narciso, condotta. poi Don Geronio e Fiorilla, la quale si scontra con Zaida. A nulla valgono i rimproveri dei Spiaggia di mare. presenti: la gelosia delle due donne - rivali in Constatato il reale pentimento di Fiorilla, Don amore - esplode fragorosamente. Geronio la riaccoglie nella propria casa, mentre Zaida e Selim, finalmente Atto secondo riappacificati, partono felici alla volta della Turchia. Prosdocimo ha terminato la sua Camera in una locanda. nuova opera teatrale. Dopo avere vanamente proposto a Don Geronio di acquistare Fiorilla secondo una consuetudine assai diffusa in Turchia, Selim decide di rapirla nel corso di una festa mascherata, dimentico dell’antico amore per Zaida. Informato del piano di fuga, Prosdocimo consiglia a Don Geronio di mascherarsi da turco per ingannare Fiorilla e sottrarla a Selim. A sua volta, Zaida, aiutata da Albazar, si travestirà con lo stesso costume di Fiorilla per ingannare Selim. Anche Narciso interverrà alla festa travestito da turco con la speranza di condurre con sé l’amata Fiorilla.

Sala da ballo. Nel corso della festa mascherata, Fiorilla si allontana con Narciso, convinta di passeggiare con Selim, mentre Selim si allontana con Zaida, certo di passeggiare con

30 I Teatro di San Carlo Synopsis

Act one capricious Fiorilla. Having heard about Zaida’s past, Prosdocimo informs her that a Turkish A solitary place outside . A beach. prince has arrived in Naples, who might be of Unjustly accused of infidelity, the lovely assistance in reconquering her beloved. Zaida has escaped from the seraglio of the Preceded by a vast retinue of servants, the Turkish prince Selim, to whom she is Turkish prince disembarks on the beach, betrothed. Zaida has settled with a group of where he encounters Fiorilla. He is struck by gypsies near Naples but, despite consolation the beauty of this young woman, who from her trusty Albazar, she deeply misses her willingly accepts his courtship. Meanwhile lost love. A poet, named Prosdocimo, arrives Prosdocimo, who has found out that the at the encampment in search of fresh Turkish prince is none other than Zaida’s material for the plays he is writing. Next beloved, Selim in person, relishes the appears the elderly Don Geronio, who is developments of the situation, much to the worried about the bizarre and untamable disapproval of Don Geronio and of Narciso, character of his wife, the beautiful and Fiorilla’s escort.

Teatro di San Carlo I 31 Apartments in Don Geronio’s house. whom he believes to be Fiorilla. On seeing Having brought Selim to her house, Fiorilla two Turks and two Fiorillas, Don Geronio, in lets herself be wooed by him before the despair, cries out loudly for his wife. embarrassed eyes of her husband and of her jealous escort. Prosdocimo then advises Don A room at an inn. Geronio to adopt a tougher line with his Prosdocimo reveals to Don Geronio that wife. But in the face of Fiorilla’s effrontery, Narciso, too, is Fiorilla’s lover. If he is to this attempt, too, proves unsuccessful. redeem his unfaithful wife, the only thing he can do is divorce her. A beach. Selim is about to set sail for Turkey with A square with Don Geronio’s casino. Fiorilla, when he recognizes his former and Driven out by her husband and abandoned by faithful betrothed in Zaida the gypsy. This Selim, who has decided to return to Turkey situation is complicated by the arrival, first with Zaida, Fiorilla comprehends the gravity of Narciso, and then of Don Geronio and of her conduct. Fiorilla, who clashes with Zaida. The reproaches of all present produce no effect, A beach. and the jealousy of the two rivals in love Having ascertained Fiorilla’s genuine explodes loudly. repentance, Don Geronio takes her back into his house. Zaida and Selim at last make their Act two peace and set off blissfully for Turkey. Prosdocimo has finished his latest play. A room at an inn. Having offered in vain to purchase Fiorilla from Don Geronio, in accordance with a custom widespread in Turkey, Selim resolves to abduct her during a masked ball, having by now forgotten his former love for Zaida. Informed of this scheme to elope, Prosdocimo counsels Don Geronio to disguise himself as a Turk in order to deceive Fiorilla and prevent her getting away with Selim. In her turn Zaida, aided by Albazar, will wear a costume identical to that of Fiorilla, so as to trick Selim. Narciso, too, will be joining the party disguised as a Turk, in the hope of carrying off Fiorilla whom he loves.

A ballroom. During the masked ball, Fiorilla walks away with Narciso, convinced that she is actually with Selim; while Selim goes off with Zaida

32 I Teatro di San Carlo Gioachino Rossini

Il turco in Italia Dramma buffo per musica in due atti

Libretto di Felice Romani

Prima rappresentazione Milano, Teatro alla Scala, 14 agosto 1814

Personaggi Selim, Principe Turco che viaggia, un tempo amante di Zaida, e poi invaghito di Fiorilla | basso Donna Fiorilla, donna capricciosa, ma onesta, moglie di Don Geronio | Don Geronio, uomo debole, e pauroso | buffo Don Narciso, cavaliere servente di Donna Fiorilla, uomo geloso, e sentimentale | tenore Prosdocimo, Poeta, e conoscente di Don Geronio | basso Zaida, un tempo Schiava, e promessa sposa di Selim, poi Zingara; donna di cuor tenero ed amante | mezzosoprano Albazar, prima confidente di Selim, poi Zingaro seguace ed amico di Zaida | tenore Coro: Amici di Fiorilla, Zingari e Zingare, Turchi, Maschere Comparse: Zingari e Zingare, Turchi, e Maschere La Scena è nelle vicinanze di Napoli in un luogo di villeggiatura, e in casa di Don Geronio.

Nota: Il libretto è esemplato sull’edizione critica di Margaret Bent per la Fondazione Rossini (Pesaro, 1998). Variazione e Cadenze di Philip Gossett.

Teatro di San Carlo I 33 [Sinfonia] ZAIDA, ALBAZAR, poi ZINGARI Nostra patria è il mondo intero ecc. ATTO PRIMO POETA [1. Introduzione] Bravi! bene! Oh! che bella introduzione ecc. Luogo solitario fuori di Napoli. Spiaggia di mare. (Partono tutti, tranne il Poeta.) Colle da un lato, sparso di casini di campagna che si vedono in lontananza, e di tende custodite da Zingari. Una truppa di Zingari è sul colle, un’al- [Recitativo secco] tra al piano, tutti occupati a differenti uffici. Scena II Scena I Il Poeta solo. Zaida, Albazar, indi il Poeta [Prosdocimo]. POETA ZINGARI Ah! se di questi Zingari l’arrivo Nostra patria è il mondo intero, potesse preparar qualche accidente, ed in sen dell’abbondanza che intrigo sufficiente l’altrui credula ignoranza mi presentasse per un dramma intero! ci fa vivere e sguazzar. un bel quadro farei tratto dal vero. Abbandonar bisogna ZAIDA il pensier sopra i capricci Hanno tutti il cor contento; della bella Fiorilla: sol la misera son io! Ho perduto l’amor mio, hanno già messo in scena e nol posso più trovar. dei Poeti d’ogni razza sciocco marito, ed una moglie pazza. ALBAZAR Ecco appunto Geronio Consolatevi una volta; che ha la pazzia di farsi astrologare: divertitevi con noi. corro i Zingari presto ad avvisare. Su... coraggio! tocca a voi (Il Poeta sale il colle e si vede accennare ai Zingari la canzone a cominciar. Geronio il quale esce da parte opposta meditando.)

POETA [2. Cavatina] Ho da far un dramma buffo, e non trovo l’argomento! Scena III Questo ha troppo sentimento, quello insipido mi par. Don Geronio, indi Zaida, Zingari, e Zingare. ZINGARI Nostra patria è il mondo intero ecc. GERONIO Vado in traccia d’una Zingara POETA che mi sappia astrologar: Come! Zingari! per bacco... che mi dica in confidenza, gioia, canti, colazione! se, col tempo e la pazienza, Oh! che bella introduzione il cervello di mia moglie vi sarebbe da cavar! potrò giungere a sanar.

34 I Teatro di San Carlo Ma la Zingara ch’io bramo ZAIDA è impossibile trovar. Qua la fronte. Maritato. Il cervello di mia moglie è formato di tal pasta, GERONIO che un astrologo non basta Quando... come vi accorgete? come è fatto ad indagar. (Intanto scendono i Zingari, e le Zingare con Zai- ZAIDA da, che giunti al piano circondano Geronio ecc.) Sotto il segno dell’Ariete. ZAIDA, poi ZINGARE ZAIDA, ZINGARE Chi vuol farsi astrologar! Infelice! GERONIO Ecco appunto a me vicino GERONIO uno stuol di Zingarelle. Cosa è stato?

ZAIDA ZAIDA, ZINGARE Noi leggiamo nel destino, Poveretto! noi leggiamo nelle stelle: GERONIO ZAIDA, poi ZINGARE Cosa è nato? Chi vuol farsi astrologar! ZAIDA, ZINGARE GERONIO Che fatal costellazione! Zingarelle!... GERONIO ZAIDA, ZINGARE Qual è? Qua la mano. ZAIDA, ZINGARE GERONIO Aspettate... Il segno del montone!

ZAIDA, ZINGARE GERONIO Presto, presto... Eh! levatevi d’attorno, eh! toglietevi di qua! GERONIO Ah! mia moglie, san chi sono Piano, piano. fino i Zingari di piazza; se tu segui a far la pazza, ZAIDA tutto il mondo lo saprà. Siete nato...

GERONIO ZAIDA, ZINGARE Sì... in che giorno? Che fatal costellazione!

ZAIDA GERONIO Era il sole in Capricorno. Eh! lasciatemi, buffone!

GERONIO ZAIDA, ZINGARE Son garzone od ammogliato? Il montone! ah! ah! ah!

Teatro di San Carlo I 35 GERONIO POETA Eh! toglietevi di qua! Cosa v’avvenne? Eh! lasciatemi, buffone ecc. ZAIDA ZAIDA, ZINGARE Udite: egli mi amava, Che fatal costellazione! e sposarmi volea: le mie rivali Ah! ah! ah! mi fanno agli occhi suoi (Geronio fugge via seguitato dalla truppa de’ Zin- infida comparir: cieco e furente gari. Mentre Zaida con Albazar vogliono allonta- lo rende gelosia, narsi, avanza il Poeta che li trattiene.) ed impone a colui che morta io sia. Albazar mi salvò. Lungo sarebbe [Recitativo secco] il dir quanto soffersi, in quanti modi crudo destin m’offese, Scena IV come qui, con tal gente, in questo arnese.

Il Poeta, Zaida ed Albazar. POETA Un bel pensier mi viene, POETA che può farvi felice. Brava! intesi ogni cosa: voi siete, Zingarella, spiritosa. ZAIDA Qual è la vostra patria? In qual maniera? POETA ZAIDA Debbe arrivar stasera Ebbi la vita certo Principe Turco, il qual viaggia del Caucaso alle falde. per visitar l’Italia, ed osservar i costumi Europei. POETA Se a Selim ritornarvene bramate, E qual ventura lasciate fare a me. da sì lontane terre qui vi tragge raminga? ZAIDA Sì: non ho pace ALBAZAR lunge da lui: benché con me crudele, I casi nostri l’amo, l’amai: sempre gli fui fedele. sono un romanzo. (Partono per il colle.)

POETA [3/1. Cavatina] (Buono!) Sarete stata certo in qualche serraglio. Scena V

ZAIDA Fiorilla accompagnata da varie sue amiche, come Un dì felice chi ritorna da una passeggiata ecc. schiava in Erzerum vissi di Selim Damelec. FIORILLA Non si dà follia maggiore ALBAZAR dell’amare un solo oggetto: E i mali suoi noia arreca, e non diletto han principiato di là. il piacere d’ogni dì.

36 I Teatro di San Carlo Sempre un sol fior non amano FIORILLA l’ape, l’auretta, il rio; (Che bel Turco! avviciniamoci.) di genio e cor volubile amar così vogl’io, SELIM voglio cangiar/cambiar così. (Quante amabili donzelle!) Non si dà follia maggiore ecc. FIORILLA [3/2. Coro, Cavatina e Duettino] (Anche i Turchi non mi spiacciono.)

(Intanto si vedrà passare una nave, la quale, git- SELIM tato in mare un battello, si fermerà sull’àncora. (L’Italiane son pur belle.) Il battello si avvicina a terra recando Selim ac- compagnato da molti Turchi.) FIORILLA TURCHI (Vo’ parlargli.) Voga, voga, a terra, a terra. SELIM FIORILLA (Vo’ accostarmi.) Un naviglio! Turco pare. FIORILLA, SELIM TURCHI (E mi voglio divertir.) Dal travaglio avuto in mare riposar potremo qua. FIORILLA Serva... FIORILLA In disparte ad osservare SELIM noi starem chi approderà. Servo... (Fiorilla si ritira. Intanto approda il battello, e sbar- ca Selim.) FIORILLA TURCHI (È assai garbato.) E scordare il ciel d’Italia ogni pena ci farà. SELIM (Escono.) (Oh! che amabile visetto!) Son davvero fortunato Scena VI d’incontrare sì vago oggetto.

Selim, indi Fiorilla. FIORILLA Anzi è mio tutto il favore SELIM d’incontrare un gran signore Bella Italia, alfin ti miro, così pien di civiltà. vi saluto, amiche sponde; l’aria, il suolo, i fiori, e l’onde, tutto ride e parla al cor. SELIM Ah! del cielo, e della terra, (Son sorpreso.) cara Italia, sei l’amor. (Intanto Fiorilla si sarà fatta vedere colla sua com- FIORILLA pagnia.) (È già ferito.)

Teatro di San Carlo I 37 SELIM FIORILLA (Che avvenenza!) Voi pure.

FIORILLA SELIM (È nella rete.) Anch’io.

SELIM FIORILLA, SELIM Voi, signora, mi piacete. Perché?

FIORILLA SELIM Non mi burli... Perché una fiamma insolita sento che avvampa in me. SELIM (Fiorilla gli porge la mano, che Selim stringe te- In verità. neramente, allora Fiorilla corrisponde alla tene- rezza di Selim.) FIORILLA (Con un poco di modestia FIORILLA, SELIM io so ben quel che si fa.) Cara mano, al sen ti premo; non ti voglio più lasciar. SELIM (Non è poi così difficile (Quell’amabil modestino questi Turchi/l’Italiane a conquistar.) più gentil sembrar la fa.) (Partono dandosi il braccio.)

FIORILLA [Recitativo secco] Addio, signore... Scena VII SELIM Partite? Narciso, e il Poeta.

FIORILLA NARCISO Vo’ passeggiando un poco. Poeta!

SELIM POETA Che venga anch’io gradite? Don Narciso! Come! siete qui solo? Io vi credea FIORILLA della Fiorilla in compagnia. È troppo onor. NARCISO SELIM Venne meco; ma poi prese altra via. (Che foco!) Ditemi: la vedeste?

FIORILLA POETA Ah! Io, no.

SELIM NARCISO Carina!... voi sospirate? (Colei Ah! ha qualche intrigo che mi tien nascoso.)

38 I Teatro di San Carlo POETA POETA (Pensa il servente cavalier geloso. (saltando per allegrezza) Scopriam terreno: mi potrebbe offrire Che? Selim... Davvero? qualche bell’episodio.) L’amante della Zingara!... per bacco! Questo arrivo improvviso NARCISO è un bel colpo di scena... il dramma è fatto. (All’incostante son venuto in odio.) Apollo, ti ringrazio.

Scena VIII NARCISO, GERONIO È matto, è matto. Don Geronio, e detti. [4. Terzetto] GERONIO Amici... soccorretemi... POETA consigliatemi... io son fuori di me! Un marito scimunito! una sposa capricciosa! NARCISO No: di meglio non si dà. Perché? che avvenne mai? GERONIO POETA (adirato) Che cosa c’è? Mio signor, che burla è questa? Mi rispetti, o che la testa qualchedun le romperà. GERONIO In questo punto io vidi POETA mia moglie con un Turco. Un galante supplantato da un bel Turco innamorato! POETA Oh! che intreccio che si fa! Un Turco! Ah! ah! ah!...

NARCISO NARCISO (Infida!) (sdegnato) Per chi intende di parlare? GERONIO Non ci venga ad insultare In casa mia lo guida o con me da far l’avrà. a prendere il caffè. Sian maledetti tutti i Turchi del mondo. POETA (ora all’uno, ora all’altro) POETA Ma, signor, perché si scalda?... (allegro) Lei, signor, perché s’infiamma? Un punto è questo Sceglier voglio per un dramma da farsi molto onore. l’argomento che mi par.

GERONIO GERONIO Io non mi curo Scelga pure un argomento, d’aver in casa mia che a’ miei pari non s’adatti, il gemmato turbante e i mariti non maltratti, di Selim Damelec. che san farsi rispettar.

Teatro di San Carlo I 39 POETA SELIM Sceglier voglio per un dramma ecc. (Che maniera elegante! che begli occhi, e che foco in lor scintilla!) NARCISO Lasci vivere i galanti, FIORILLA e non badi al loro stato; A che pensate mai? o un poeta bastonato io farò nel dramma entrar. SELIM Penso a Fiorilla. POETA Atto primo, FIORILLA il marito coll’amico... (Il Turco è preso.) Quante donne amaste? Scena prima, Quante vorreste averne? moglie... Turco... grida... intrico... No: di meglio non si dà. SELIM Una ne amai, GERONIO, NARCISO né voleva amar più: ma presso a voi Atto primo, scena prima, sento ch’è forza ancor arder d’amore. il poeta per l’intrico, Deh! se gradir l’affetto mio volete, dal marito e dall’amico l’unica del mio cor fiamma sarete. bastonate prenderà. [5. Quartetto] POETA Atto primo ecc. FIORILLA (Escono.) Siete Turchi: non vi credo: cento donne intorno avete, [Recitativo secco] le comprate, le vendete quando spento è in voi l’ardor. Appartamenti elegantemente mobigliati in casa di Don Geronio: sofà, tavolino, sedie ecc. SELIM Ah! mia cara, anche in Turchia Scena IX se un tesoro si possiede, non si cambia, non si cede, Fiorilla accompagnata da Selim. sente un Turco anch’ei l’amor.

(È recato il caffè.) Scena X

FIORILLA Don Geronio, e detti. Ecco il caffè. (versando, e porgendo) GERONIO Prendete. (sulla porta) Ecco qui... da soli a soli... SELIM Che mi tocca a sopportare? (Che mano delicata!) È permesso? (entrando) FIORILLA Si può entrare? Il zucchero è bastante? Sperar posso un tal favor?

40 I Teatro di San Carlo SELIM GERONIO Che pretende quell’ardito? Di baciarvi, sì, signore, la zimarra, sì, signore: FIORILLA presto, presto, presto qua. Vi calmate: è mio marito. SELIM Io stupisco, mi sorprende, SELIM son gli italici mariti (balzando in piedi, e snudando un pugnale) più de’ Turchi assai compiti, Il marito!... indietro... presto... sono pieni di bontà.

GERONIO FIORILLA Come? ahimè! che tratto è questo? (Oh! che scena!) Dite bene: (Vecchio stolido!) i mariti (Me la godo!) son compiti, SELIM sono pieni di bontà. Il marito! indietro... indietro... GERONIO GERONIO (Maledetto!) Dice bene: Aiuto! (Ah! pettegola!) i mariti (Crepo, schiatto!) son compiti, FIORILLA sono pieni di bontà. Compatite: è qui venuto, poverino, a farvi onore. NARCISO (Ah! lo vedo: i torti miei, sventurato, son compiti. SELIM Giusto amor! deh! sian puniti Non mi fido. tanti oltraggi che mi fa.)

GERONIO SELIM Sì, signore. Io stupisco, mi sorprende ecc. (Narciso si avanza, e dirige il discorso a Geronio: Scena XI allora tutti si pongono intorno a Geronio, tiran- dolo in disparte a vicenda.) Don Narciso in disparte, e detti. NARCISO Come! sì grave torto NARCISO soffrir potete in pace? (Ciel, che vedo! l’incostante già del Turco è fatta amante.) SELIM Che vuol da voi l’audace? SELIM Non mi fido. GERONIO Nulla, nulla.

FIORILLA FIORILLA E domàndavi il favore Che mai pretende? di baciarvi... la zimarra... Poverino! GERONIO (Costringe il marito a baciare la veste del Turco.) Niente, niente.

Teatro di San Carlo I 41 FIORILLA NARCISO Che dire intende? (a Geronio) Dovreste mostrarvi SELIM men debole almeno: Nol voglio in mia presenza. mirate: son pieno per voi di rossor. GERONIO (Mi straziano l’alma Politica... prudenza!... lo sdegno e l’amor.) NARCISO Sentite. GERONIO (a Narciso) SELIM Non posso spiegarvi Qua. la rabbia che ho in seno: son tutto veleno, NARCISO son tutto furor. Sentite. (Ma pure mi calma del Turco il timor.) FIORILLA Via su. SELIM (per partire e ritornando indietro; a Fiorilla) GERONIO Ma pria di lasciarvi Ma son stufo omai, volgetemi almeno che non ne posso più. il ciglio sereno, un guardo d’amor. NARCISO Sentite. (Quei due seccatori l’assediano ognor.) SELIM (Partono Selim, Fiorilla, Narciso da parte opposta: re- Qua. sta in scena Geronio che passeggia a lunghi passi.)

FIORILLA [Recitativo secco] Via su. Scena XII SELIM (appressandosi a Fiorilla, e parlandole in disparte) Don Geronio, ed il Poeta. Teco parlar vorrei, t’attendo in riva al mar. GERONIO (Costor mi fan dispetto, (Un vecchio far non può maggior follia è meglio uscir di qua.) che una moglie pigliar che giovin sia.) Poeta! non ti sembra FIORILLA (a Selim) ch’io meriti pietà? Qui l’ho sorpresa Ma pria di lasciarmi vagheggiata dal Turco, ed il bestion volgetemi almeno ammazzar mi volea. il ciglio sereno, un guardo d’amor. POETA (Quei due seccatori Or che pensate si rodano il cor.) di dire a vostra moglie?

42 I Teatro di San Carlo GERONIO GERONIO Oh! s’ella fosse Io! docil com’era la mia prima sposa! le mie ragioni far valer potrei, FIORILLA ma il rovescio è costei della medaglia. Ve lo provo. Amabil, come un dì, più non vi trovo. POETA È tal perché in voi trova un uom di paglia. [6. Duetto] (Parte.) GERONIO Scena XIII (con ironia) Per piacere alla signora, Don Geronio, indi Fiorilla. che ho da far vorrei sapere.

GERONIO FIORILLA Il Poeta ha ragione. È la pazienza (placidamente) la virtù de’ somari. Alfin son io Voi dovete ognor tacere, che devo comandare in casa mia. mai di nulla sospettar. O quel Turco, o mia moglie vada via. GERONIO FIORILLA Ma se ascolto... (È Geronio ancor qui! cattivo incontro! sarò costretta per un quarto d’ora FIORILLA ad ascoltar precetti di morale.) Si fa il sordo. GERONIO GERONIO (Eccola: gravità!) Ma se vedo... FIORILLA (Predichi quanto vuol; tacer dovrà!) FIORILLA Si fa il cieco. GERONIO Quanti bocconi amari GERONIO mi si fanno inghiottir! No, signora, non l’accordo, vo’ vedere, e vo’ parlar. FIORILLA Con chi l’avete? FIORILLA (Fiorilla in questa scena è sempre indifferente, e Passerete per balordo, tranquilla: Geronio di tanto in tanto alza la voce, vi farete corbellar. e sempre burbero.) GERONIO GERONIO (in collera) Con una donna pazza, Alle corte: in casa mia bizzarra, capricciosa, non vo’ Turchi, né Italiani; che per disgrazia a Don Geronio è sposa. o mi scappa...

FIORILLA FIORILLA Di voi mi dolgo anch’io per la ragione (con ironia) che vi siete cambiato! Che pazzia!

Teatro di San Carlo I 43 GERONIO GERONIO ...qualche cosa dalle mani. (correndole dietro) Fiorilletta!... FIORILLA Voi dovete... FIORILLA Vo’ vendetta! GERONIO GERONIO Alle corte: non vo’ Turchi ecc. Fiorillina!...

FIORILLA FIORILLA (con finta tenerezza) Via di qua. Via: carino, vi calmate. Per punirvi aver vogl’io mille amanti ognor d’intorno, GERONIO far la pazza notte e giorno, Come! ancora mi burlate? divertirmi in libertà! (Con marito di tal fatta, FIORILLA ecco qui come si fa.) No, mia vita, mio tesoro, se vi adoro ognun lo sa. GERONIO Voi, crudel, mi fate oltraggio?... (Me meschino!) Ah! no, ben mio... mi offendete?... (Cosa ho fatto!) In pace io torno. (Or sto fresco!) Notte e giorno! GERONIO questa è troppa crudeltà. (Addio, coraggio.) FIORILLA Non v’ascolto... Via di qua. FIORILLA (Con marito di tal fatta, (fingendo dolore) ecco qui come si fa.) Voi vedete il pianto mio senza aver di me pietà! GERONIO Fiorilletta!... Fiorillina!... GERONIO (Ah! l’ho detto; nacque matta, (commosso) e più matta morirà.) No, Fiorilla, t’amo anch’io, (Partono.) egualmente ognun lo sa. [Recitativo secco] FIORILLA (offesa) Scena XIV Ed osate minacciarmi! maltrattarmi! spaventarmi!... Il Poeta solo. POETA GERONIO Ho quasi del mio dramma Perdonate... finito l’orditura. Intanto della Zingara FIORILLA si vada in traccia: a lei Selim si scopra, (sdegnata) e tutto, onde sia suo, pongasi in opra. Mi lasciate! (Parte.)

44 I Teatro di San Carlo [7. Finale I] SELIM Zingarella, vieni avanti: È notte. Spiaggia di mare ecc., come nella scena I. che ti dicono i pianeti? Nave di Selim ancorata. Campo zingaresco illu- minato. ZAIDA Ah! qual voce!... qual sembiante! Scena XV Non ho forza di parlar.

Zingari, e Zingare occupati a diversi uffici ecc. - POETA Zaida, ed Albazar. (Or si fa lo scoprimento; vi sarà uno svenimento, ZINGARI vo un sedile a preparar.) Gran meraviglie ignote al sole, SELIM udir chi vuole, Che t’annunzia la mia sorte chi vuol mirar? di funesto, e duro tanto, che sugl’occhi quasi il pianto ZAIDA io ti veggo tremolar? Il passato, ed il futuro chi desia di penetrar? ZAIDA Non v’è arcano tanto oscuro, Per ingiusta gelosia ch’io non possa disvelar. veggo Zaida tratta a morte; però t’ama, e sol desia ZINGARI di poter con te tornar. Gran meraviglie ecc. SELIM Scena XVI Dove vive l’infelice?... Ma... non erro... Zaida bella! Selim, indi il Poeta, e detti. ZAIDA SELIM Si, signor, io sono quella!... Per la fuga è tutto lesto, buono il vento, cheto il mar: SELIM impaziente io qui m’arresto Vieni a me, mio caro bene! la mia bella ad aspettar. ZAIDA, poi SELIM POETA Ecco il fin delle mie pene, (Qui è Selim! senza conoscerlo sola mia felicità. Zaida ad esso s’avvicina.) POETA ZAIDA (V’è il sedile, e non si sviene; Dalla Zingara indovina colle regole non va.) chi vuol farsi astrologar? (Si allontanano uniti, indi ritornano.)

Teatro di San Carlo I 45 Scena XVII NARCISO (Par Fiorilla.) Don Narciso, e detti, indi Fiorilla travestita, e colla faccia coperta da un velo, in ultimo Don Geronio. GERONIO (Sembra lei.) NARCISO Perché mai, se son tradito, POETA crudo amor, il cor m’accendi? (Qui Geronio, qui l’amante!) O l’amante alfin mi rendi, o mi dona libertà. SELIM (Don Narciso si perde tra la folla: entra allora Fio- Deh! scoprite il bel sembiante! rilla seguìta da un Coro dei suoi amici.) ZAIDA AMICI DI FIORILLA (Siam da capo: è già cambiato.) Evviva d’amore il foco vitale, SELIM delizia del core, Vi scoprite! del mondo piacer. FIORILLA Evviva, evviva. Infido! ingrato! Così m’ami? guardami! FIORILLA (Si toglie il velo, e tutti coloro ch’erano accorsi a Chi servir non brama amor, vedere gridano:) s’allontani: io l’ho con me. Per domar superbo core, TUTTI arco e face Amor mi diè. Ah!

SELIM FIORILLA, poi ZAIDA, NARCISO, GERONIO Che ! che presenza! Ah! che il cor non m’ingannava, certi sono i torti miei. GERONIO Io mi sento in faccia a lei (entrando) dallo sdegno lacerar. Qui mia moglie ha da venire, voglio fare... voglio dire... SELIM se la trovo, sentirà. Ah! che il cor non m’ingannava, osservava i passi miei. FIORILLA Io non oso in faccia a lei Vago e amabile straniero! per vergogna il ciglio alzar.

SELIM POETA Bella ninfa! Questa scena ci mancava per compire i versi miei. GERONIO Vi è sorpresa a cinque e a sei, (Chi s’appressa?) gran finale si può far.

46 I Teatro di San Carlo ZAIDA FIORILLA (volgendosi dispettosa a Fiorilla, che dispettosa Cospetto! a me civetta! egualmente le risponde) Vada via: si guardi bene ZAIDA di cercar l’amante mio. Sei tu sola la pettegola!

FIORILLA FIORILLA Quel signor non le appartiene, Sei tu sola la civetta! qui con lui restar vogl’io.

SELIM ZAIDA, FIORILLA Ma sentite... vi calmate. Frasca, sciocca, impertinente... Che maniera di parlar! NARCISO (a Geronio) SELIM Voi che dite? Non parlate? (dividendole) Cosa fate? Olà... placatevi. GERONIO Presto a casa, a casa presto... GERONIO Quale sdegno?... qual rumore? ALBAZAR Che disordine è mai questo? NARCISO Ma Fiorilla... vergognatevi... POETA Zaida, oibò! non hai rossore. Oh, che scena singolar! Deh, parlate colle buone, ZAIDA non vi state a cimentar. Lo vedremo, lo vedremo... POETA FIORILLA (godendo dello spettacolo) A vederci sarem due. Seguitate... via... bravissime! Qua... là... bene; in questo modo ZAIDA azzuffatevi, stringetevi, Mia signora, non la temo... graffi... morsi... me la godo. Che final! che finalone! FIORILLA Oh, che chiasso avrà da far. Le civette pari sue... [Stretta del Finale I] ZAIDA Le pettegole sue pari... TUTTI FIORILLA, ZAIDA Quando il vento improvviso sbuffando ...saprò bene castigar. scuote i boschi, e gli spoglia di fronde; quando il mare in tempesta mugghiando ZAIDA spuma, bolle, flagella le sponde: (quasi azzuffandosi) meno strepito fan di due femmine Come! come! a me pettegola! quando sono rivali in amor.

Teatro di San Carlo I 47 ATTO SECONDO GERONIO Fra poco saran sei. (Calma, Geronio.) [Recitativo secco] SELIM Camera in una locanda. Tavolini con lumi ecc. Amor che passa un lustro deve stancare assai. Scene I-II GERONIO Don Geronio, ed il Poeta seduti, e bevendo; poi Di fatti sono Selim. stanco, ma stanco molto.

SELIM SELIM A proposito, amico, E il matrimonio senza molto cercarti io qua ti trovo. è un gran peso fra voi. Gran cose debbo dirti. GERONIO POETA Lo sa ciascuno (Intrigo nuovo!) che lo sente sul dosso.

GERONIO SELIM E grandi cose anch’io (Va bene: a meraviglia.) bramava dirvi appunto. GERONIO POETA (Qual discorso!) (Io mi ritiro per schivare ogni impegno e notar tutto.) SELIM (Si ritira, e di tanto in tanto si fa vedere esplorando.) Quando si trova poi una donna bizzarra, e capricciosa SELIM come la vostra sposa, Io t’ascolto. il povero marito...

GERONIO GERONIO Parlate. È rovinato.

SELIM SELIM Dunque possiam seder. (Seguitiam polito.) Or dunque del tuo stato GERONIO trovar ti devi malcontento assai. Come bramate. GERONIO SELIM L’avete indovinato. Or principia, se vuoi. SELIM GERONIO Io vengo, amico, No: principiate voi. ad offrirti un rimedio, a cavarti d’impaccio; e non dovrai SELIM per il riposo tuo faticar molto. Ebben, principierò: quant’anni sono che con Donna Fiorilla GERONIO vi unisce il matrimonio? Ma... come!... Vi spiegate.

48 I Teatro di San Carlo SELIM GERONIO Odi. Signor Turco, l’ho detto, e il ripeto: io non vendo mia moglie a persona, GERONIO e perciò sia cattiva o sia buona, V’ascolto. io... mia moglie la tengo per me.

[8. Duetto] SELIM (Maledetto!) Ma pensi... SELIM D’un bell’uso di Turchia GERONIO forse avrai novella intesa: (forte, ed alzandosi) della moglie che gli pesa Ho pensato. il marito è venditor. SELIM GERONIO Lei si scalda... Sarà l’uso molto buono, ma in Italia è più bell’uso: GERONIO il marito rompe il muso Mi scaldo, sicuro... quasi sempre al comprator. SELIM, poi GERONIO SELIM (Un cervello più strano, e più duro Anche questo sarà buono, io scommetto che al mondo non c’è.) ma fra noi non deve entrare. SELIM GERONIO (arrabbiato) Anzi questo più di quello mi conviene d’abbracciare. Non volete?

SELIM GERONIO Ma perché? No, cospetto.

GERONIO SELIM Le nostre usanze Ricusate? piace a me serbar ancor. GERONIO SELIM Sì, ricuso. (Non è poi cotanto sciocco come vogliono ch’ei sia.) SELIM Voglio averla a tuo dispetto. GERONIO, poi SELIM (Su, giudizio, testa mia, GERONIO qui ci vuol prudenza e cor.) Non l’avrà...

SELIM SELIM Se Fiorilla di vender bramate, Conosco altr’uso... senza fare più lungo discorso, io la compro, e denaro vi sborso GERONIO da comprarne al bisogno anche tre. E sarebbe?...

Teatro di San Carlo I 49 SELIM [9. Coro e Cavatina] D’involarla! Ed invece di pagarla, Scena IV il buffone che s’oppone, per far presto, d’ammazzar! Fiorilla con sèguito.

GERONIO AMICI DI FIORILLA Ma dovrebbe paventare, Non v’è piacer perfetto ch’ella, invece d’ammazzare, a amor. succedesse che dovesse se nol procur ammazzato qui restar. De’ giochi, e del diletto, amore è genitor. SELIM (minacciando, e ritirandosi a vicenda) FIORILLA Alle prove... venga avanti... Se il zefiro si posa a carezzar un fior, GERONIO se va da giglio a rosa Presto... via... si provi un poco... vaga farfalla ognor, farfalla, e zefiretto SELIM move il poter d’amor. Temerario! in pochi istanti... AMICI DI FIORILLA GERONIO, SELIM De’ giochi, e del diletto, ...ci vedremo in altro loco; amore è genitor. e saranno coltellate, e saranno schioppettate, e saranno moschettate, FIORILLA e vedrà che non mi lascio Quando di primavera da minaccie spaventar. ride il primiero albor, (Via da parte opposta.) quando natura intera riveste il primo onor, [Recitativo secco] è l’aura del diletto che sparge in terra amor. Scena III AMICI DI FIORILLA Il Poeta solo. De’ giochi, e del diletto, amore è genitor. POETA (Il Coro si pone a giocare.) Credeva che questa scena dovesse accelerar la conclusione; ma l’affare va in lungo, e qui fa d’uopo [Recitativo secco] che venga presto lo sviluppo, e che venga naturale; FIORILLA poi finir con un poco di morale. Che Turca impertinente! osa a Fiorilla O mio cervello, ti affatica e suda, l’amante disputar! Saprò ben io inventa il dramma mio come si chiuda. vendicarmi di lei: voglio che sia (Parte.) presente al mio trionfo.

50 I Teatro di San Carlo Scena V FIORILLA Questa locanda ornai Zaida, e detta. di sua bella presenza, per veder se a me date, ZAIDA o a lei la preferenza. Decidete. (sulla porta, indecisa) Scusate... errai... ZAIDA Parlate. FIORILLA Entrate, entrate pure: io v’invitai. SELIM In gran cimento mi mettete. ZAIDA (entrando) ZAIDA Voi! Perfido! intendo: de’ miei torti io stessa qui venni spettatrice. FIORILLA Sì: fra pochi istanti SELIM qui vedrete Selim. Sul cor di lui Ah! no... non voglio che la vostra lontananza m’apporti alcun vantaggio. Ora dovremo FIORILLA disputarcelo in pace: Partite sceglierà di noi due chi più gli piace. dunque con lei. Scena VI SELIM Neppure. Selim, e dette.

SELIM ZAIDA Trovarvi sola Ebben: venite. finalmente io credea, bella Fiorilla, ma non potete star sola un momento. SELIM Ma lasciate ch’io possa FIORILLA un momento pensar... Sarete più contento, quando tutti osservati ZAIDA avrete i convitati. Pensar? No... parta meco Selim, o a me rinunzi. SELIM (accorgendosi di Zaida) FIORILLA Zaida! E a me, se qui non resta. ZAIDA (Fiorilla si scosta disdegnosa; Selim rimane incerto Infedel! e pensoso.)

SELIM SELIM Ma... come! in questo albergo! (Impiccio egual non v’è.) Che vuol dir ciò? (Parte Zaida.)

Teatro di San Carlo I 51 Scena VII SELIM (avvicinandosi un poco) Fiorilla, e Selim. È ingiustizia lamentarsi, se si sprezza un cor fedele. SELIM (Povera Zaida! io sento FIORILLA pietà di lei: tanto rigor non merta.) (volgendosi un poco) Bella cosa allontanarsi FIORILLA per non dir che si è infedele. Andate, andate... di me siete indegno. SELIM SELIM (con forza) Ingrata! mi scacciate... Io nol sono. Ebben... io partirò. FIORILLA FIORILLA A voi non parlo. Farete bene. SELIM SELIM Come!... Addio... (Mi lascia andar!)

FIORILLA FIORILLA (Davvero ei parte!) No.

SELIM SELIM (Politica ci vuol.) Parea di sì!

FIORILLA FIORILLA (Ci vuol dell’arte.) (con dispetto) In Italia certamente [10. Duetto] non si fa l’amor così.

SELIM SELIM (in disparte come parlando fra sé) (con dispetto) Credete alle femmine In Turchia sicuramente... che dicon d’amarvi! non si fa l’amor così. Di un nulla si sdegnano, minaccian lasciarvi. FIORILLA, poi SELIM Di donna l’amore (a parte tutti e due) è un foco che more, (Ma se dura la questione, appena brillò. prende foco, e se ne va. Si discorra colle buone FIORILLA ed allor si placherà.) (facendo il medesimo giuoco) Credete a quest’uomini SELIM che avete d’intorno! (supplichevole) Per tutte sospirano, Dunque sperar non posso!... non amano un giorno. Son l’aura d’estate FIORILLA che più non trovate, (commossa) appena spirò. Dunque schernita io sono!...

52 I Teatro di San Carlo SELIM POETA (per baciarle la mano) Gran novità. La vostra man... GERONIO FIORILLA Spiégati. (ritirandola a fatica) Non posso. POETA È preparato, SELIM amico, un rapimento. Idolo mio, perdono!... GERONIO FIORILLA Che dici? e il vero io sento? Lo meritate? (Entra Don Narciso; in disparte.)

SELIM POETA (con trasporto) Ad un festino Io v’amo. Fiorilla deve andar: ivi l’attende mascherato Selim, che di ridurla FIORILLA spera a partir per la Turchia. E mi amerete?... NARCISO SELIM (Che ascolto?) Ognor. POETA FIORILLA e SELIM Voi da Turco dovete entrar colà. (con tutta la gioia e tenerezza) Tu m’ami, lo vedo, GERONIO mi fido, ti credo; E allora?... ma torna, mia vita, a dirmelo ancor. POETA Allor potrete Se infida/infido ti sono, l’ingannata Fiorilla... se mai t’abbandono, sia sempre la pace GERONIO straniera al mio cor. Ho inteso... andiamo... (Partono.) più tempo non perdiamo. (Partono.) [Recitativo secco] [11. Recitativo accompagnato ed Aria] Scena VIII (Don Narciso, partiti Don Geronio ed il Poeta, avan- Don Geronio, indi il Poeta, poi Don Narciso in di- za lieto e frettoloso.) sparte. NARCISO POETA Intesi: ah tutto intesi. In questo albergo Fermate! mi guidò la fortuna. Ingrata donna, non fuggirai da me. Tutto vogl’io GERONIO tentar perché mi resti; Cosa c’è? la fé mi serberai, che promettesti.

Teatro di San Carlo I 53 Tu seconda il mio disegno, S’è pettegola, ohimè! che malanno! dolce amor, da cui mi viene. S’è volubile, ohimè! che flagello! Deh! ricusa a tutti un bene S’è capricciosa, ohimè! che martello! che accordasti solo a me. Oh, per bacco, il ritratto a mia moglie Se il mio rival deludo! non mi fido nemmen d’abbozzar. se inganno un incostante! Cappellini, e cappelloni, per un offeso amante scuffiettini, e scuffiettoni, vendetta egual non v’è. la carrozza alla bombé, Ah! sì; la speme, li cavalli alla scudé, che sento in core, il ventaglio, il ventaglino, pietoso amore, piume bianche, piume nere, mi vien da te. perrucchini, e perrucconi, ricciottini, e ricciottelli, Se il mio rival deludo ecc. conciature con capelli; (Parte.) al teatro, al ballo, al gioco, la trottata, la campagna, [Recitativo secco] l’accademia, la commedia, la farsetta, la tragedia, Scena IX l’accademia, la commedia... Ah, Geronio, di rabbia, d’inedia, Geronio solo. in tal caso ti tocca a crepar.

GERONIO Che non possa trovarsene una, Oh sorte deplorabile! oh destino! ch’abbian tutte la loro magagna!... dove mai riducesti Ah! se nel mondo non vo della luna, un povero sgraziato qui davver non la so ritrovar. marito disperato? Cappellini, cappelloni ecc. Dover per tutto il ghetto (Esce.) correre a suo dispetto: cercar abiti a nolo, caricarsi [Recitativo secco] qual asino da soma, diventar Kaimacan contra sue voglie. Scena IX bis E perché? per quel diavol di mia moglie! Ma che moglie è la mia! Il Poeta, indi Albazar. Cospetto, è un satanasso in carne, e in ossa: ah più ci studio sopra, POETA sempre meno l’intendo. Il secondo atto mio guasta e rovina; Ah chi m’aiuta, con stil, com’io vorrei, ma confido però nell’indovina. robusto e forte, Ecco appunto Albazar. Ebben: trovasti tutti i pregi spiegar di mia consorte? il vestito per Zaida?

[11 bis. Aria] ALBAZAR Lo trovai. Se ho da dirla, avrei molto piacere a mia moglie di fare il ritratto; POETA ma se sopra vi faccio un pensiere, Bravo! gran parte nel mio dramma avrai. resto incerto... né so cosa far. (Parte.)

54 I Teatro di San Carlo [12. Aria] NARCISO (sottovoce) Scena X Fiorilla...

Albazar solo. FIORILLA E tanto ALBAZAR aspettar vi faceste? Ah! sarebbe troppo dolce il servir al Dio d’amore, NARCISO se destasse egual ardore Perdonate... in quel sen che nol provò. Ma cotanto capriccioso FIORILLA è quel Nume a cui serviamo, Datemi il braccio, e meco passeggiate. che ci dà chi non bramiamo, (Si perdono tra la folla, ed il Coro canta:) e giammai chi si bramò. [Prima Ripresa del Coro] Ah! sarebbe troppo dolce ecc. (Parte.) MASCHERE Amor la danza mova ecc. [13. Coro] [Recitativo secco] Sala vagamente illuminata per festa a ballo. (Esce Zaida seguìta da Selim.) Scene XI-XII

Coro di Maschere; Ballerini e Ballerine; Fiorilla, indi Don SELIM Narciso, poi Zaida, e Selim; per ultimo Don Geronio. Cara Fiorilla mia, perché tacete? Forse sdegnata siete, MASCHERE perché venni un po’ tardi? Amor la danza mova, Mille maschere intorno io mi trovai... presieda ai suoni amor. Solo piacer ritrova ZAIDA quando è commosso il cor. Disimpegnarvi almeno dovevate più presto. [Recitativo secco] SELIM FIORILLA Eh, via, perdono... E Selim non si vede! Fiorilla... Fra tanta gente ancora non lo posso trovar... ove sarà? ZAIDA (Entra Don Narciso, e la considera attentamente.) (Traditore! son tutta in foco.)

NARCISO SELIM (Quella è Fiorilla.) Prendete il braccio, e passeggiamo un poco. (Si perdono anch’essi.) FIORILLA (vedendo Narciso, e credendolo Selim) [Seconda Ripresa del Coro] Oh, appunto, eccolo qua. (sottovoce) MASCHERE Selim... Amor la danza mova ecc.

Teatro di San Carlo I 55 [Recitativo secco] GERONIO Oh! guardate che accidente: (Entra Don Geronio.) Non conosco più mia moglie...

GERONIO FIORILLA Eccomi qui: la prima volta è questa (Deh! raffrena, amor pietoso, che in maschera mi trovo ad un festino. tanti affetti del cor mio.) Povero Don Geronio! Maledetto l’amore, e il matrimonio! ZAIDA, NARCISO (Entra di nuovo Fiorilla con Don Narciso.) (Deh! seconda, amor pietoso, Ma che vedo! Fiorilla è già arrivata, l’innocente inganno mio.) e già seco è Selim. (Entrano da parte opposta Zaida, e Selim.) SELIM Ma... come? un altro (Deh! seconda, amor pietoso, Selim qui vedo, e quella pur mi sembra i bei voti del cor mio.) Fiorilla... Che è questo qua? (guardando or gli uni, or gli altri) GERONIO Quale di lor la moglie mia sarà? Son davvero un bello sposo: (Fiorilla e Narciso verranno alla parte dritta; Se- non conosco più qual sia, lim, e Zaida alla sinistra; Don Geronio un poco più di lor due, la sposa mia; in fondo, e nel mezzo.) parlar deggio sì, o no?

[14. Quintetto] FIORILLA, ZAIDA, NARCISO, SELIM Ah! se cara/caro a te son io, altro ben bramar non so. Oh! guardate che accidente: non conosco più mia moglie! NARCISO, SELIM Egual Turco, eguali spoglie, Dunque seguitemi. tutto egual... che farò? GERONIO NARCISO Io resto attonito. No, partir di qui non posso senza voi, Fiorilla mia. FIORILLA, ZAIDA Ebben son teco. ZAIDA Ma comprendere non posso GERONIO qual sarà la sorte mia. Divento cieco.

GERONIO FIORILLA, ZAIDA, NARCISO, SELIM Non conosco più mia moglie! Andiamo. Che risolvo... che farò? GERONIO SELIM (fermandoli) Deh! seguitemi in Turchia, Partono! là mia sposa vi farò. Ferma... alto là.

FIORILLA SELIM Persuadermi il cor vorria, Cosa domanda? ma risolvermi non so. cosa desia?

56 I Teatro di San Carlo ZAIDA GERONIO Ai fatti suoi (sottovoce) attento stia. Ah! Turcaccio maledetto! fremo d’ira, e di dispetto... NARCISO ma sentitemi di grazia, Geronio è questo: ma lasciatemi parlar. venite presto. MASCHERE FIORILLA Andate fuori: Ah! ah! ho capito: non ci state ad inquietar. è mio marito. FIORILLA, ZAIDA, NARCISO, SELIM GERONIO Zitti, zitti andiamo fuori ecc. Qui resterete, non partirete; GERONIO voglio mia moglie, Ah! Turcaccio maledetto ecc. che qui si sta. (Vogliono uscire: Don Geronio fuori di sé si sca- glia fra loro per opporsi: le due coppie si ritirano FIORILLA, ZAIDA entrambe da parte opposta: il Coro si frappone, Qui la sua moglie? e durante questa confusione segue:)

FIORILLA, ZAIDA, NARCISO, SELIM FIORILLA, ZAIDA, NARCISO, SELIM Diventa pazzo! Egli è pazzo... lo sentite? (Ci conviene di scappare.) GERONIO Ah! fermate... impedite... Voglio mia moglie... (Idol mio, non dubitare.) MASCHERE (accorrono a frapporsi) GERONIO Quale schiamazzo! Non son pazzo! ma sentite... Mi volete assassinare... GERONIO Vo’ mia moglie, mi capite... Voglio mia moglie che qui si sta. FIORILLA, ZAIDA, NARCISO, SELIM Non è quella, non è questa... FIORILLA, ZAIDA, NARCISO, SELIM, MASCHERE Lei s’inganna; è la sua testa In altro luogo che l’immagina fra lor. la troverà. GERONIO GERONIO Ma lasciatemi parlare... Alto, alto! nessun Sarà quella, sarà questa... se n’andrà! Questa, quella... la mia testa non può scegliere fra lor. FIORILLA, poi ZAIDA, NARCISO, SELIM (sottovoce) MASCHERE Questo vecchio maledetto Siete pazzo... ma sentite... potria dar di noi sospetto... Non si viene a disturbare... Zitti, zitti andiamo fuori, sarà vero quel che dite, pria che n’abbia a cimentar. ma per or lasciate star.

Teatro di San Carlo I 57 FIORILLA, ZAIDA, NARCISO, SELIM GERONIO Egli è pazzo... lo sentite ecc. Ma se ostinata sprezza il mio finto divorzio, e se col Turco GERONIO ella partir risolve, ah! caro amico, Non son pazzo! ma sentite ecc. è finita la festa. (Entra Albazar con facchini, bauli ecc.) FIORILLA, ZAIDA, NARCISO, SELIM, poi MASCHERE Non è quella, non è questa ecc. ALBAZAR (Selim, e Zaida partono da un lato; Narciso, e Fio- No, signori: con voi Fiorilla resta. rilla dall’altro: indi il Coro. Resta Geronio affan- nato, e disperato.) GERONIO Perché? [Recitativo secco] ALBAZAR Selim con Zaida ha fatto pace: Camera della Locanda come prima. egli stesso mi manda a prender la sua roba alla locanda. Scene XIII-XIV (Parte.)

Don Geronio, ed il Poeta, indi Albazar, con facchini GERONIO che vengono per trasportare la roba di Selim. La sorte ci seconda.

POETA POETA Tutto è scoperto. Era Narciso. Conservate fermezza ad ogni evento. GERONIO (Non si può dar migliore scioglimento.) E come (Partono.) poté Narciso?... Piazza con Casino di Don Geronio. POETA Di Fiorilla amante Scene XV-XVII era anch’egli. Fiorilla con Maschere, indi il Poeta, poi un Usciere. GERONIO Che dici? Ed io, buffone, FIORILLA io lo lasciava entrar liberamente? (Chi avria creduto a questo segno audace Narciso!) Oh! Poeta! a proposito venite: POETA dov’è Selim? Gran cecità! POETA GERONIO Egli è occupato. Non m’accorsi di niente. E che ho da fare? FIORILLA Come? POETA Io vel dirò: POETA or dovete ricorrere al Notaro, Con Zaida si è pacificato. e fingere Anzi fra poco ei parte senz’altri complimenti con essa per Turchia. di rimandar Fiorilla a’ suoi parenti. (Nota tutto, ed osserva, o musa mia.)

58 I Teatro di San Carlo FIORILLA (Si spoglia degli ornamenti che avrà intorno. Il Vinto dunque ha colei? perfido! ed io Poeta si mostra di tanto in tanto. nulla per lui curava sorprese si guardano fra loro.) lo stuol di mille amanti, del marito il dispetto?... Squallida veste, e bruna d’affanno e pentimento, POETA fia l’unico ornamento (Un altro colpo, ed otteniam l’effetto.) che si vedrà con me. Lutto non v’ha che basti, FIORILLA a chi l’onor perdé. Amici, un sol momento possiam, se lo bramate, riposarci MASCHERE in mia casa... Amici, a noi conviene (Esce di casa l’Usciere con un foglio, e due servi- volger lontano il piè. tori che portano un fardello.) POETA POETA L’affare è andato bene, Alto! aspettate. più da temer non c’è. Questa lettera a voi manda il marito.

FIORILLA FIORILLA Qual capriccio! Leggiamo. Caro padre, madre amata, quale affanno sentirete [15. Recitativo accompagnato ed Aria] quando sola, e disprezzata vostra figlia rivedrete (Durante la lettura l’Usciere parte; il Poeta si ritira far ritorno sconsolata senza essere veduto. Restano i servitori colle robe.) all’antica povertà/libertà?

FIORILLA MASCHERE (leggendo) Al marito chiedete soccorso, «I vostri cenci ma da noi non sperate pietà. vi mando, e in casa mia più non vi voglio: essa è chiusa per voi, dimenticate d’esser stata mia moglie, e il rossor vostro FIORILLA seppellite in Sorrento. - Falsi amici, voi pur mi lasciate! Don Geronio.» Ah! comincio a conoscervi appieno. Voi restate, se il cielo è sereno, Qual colpo! Ohimè! che sento? voi fuggite, se nero si fa. Poeta... egli è partito... Oh Dio! son chiuse della casa le porte... MASCHERE L’irato consorte Chi rovina a se stesso procura, per sempre mi scacciò... Dunque in Sorrento degg’io tornar? o mia vergogna! ahi! quale solo accusi la sua cecità. asilo trovar! tutto ho perduto. Pace, marito, onor... intendo... ah! questi FIORILLA (i servitori che mostrano le robe) Falsi amici! i testimoni sono L’infelice, che opprime sventura, della miseria mia... vani ornamenti più sostegno, conforto non ha. che fate meco omai! itene tutti, itene sparsi a terra; io vi calpesto, MASCHERE cagioni de miei falli, e vi detesto. Chi rovina a se stesso procura ecc.

Teatro di San Carlo I 59 POETA GERONIO Ci è morale... oh che scena sicura! (Fiorilla poverina!) Oh che incontro al teatro farà! FIORILLA FIORILLA (Mi guarda, e si avvicina.) Caro padre, madre amata ecc. POETA MASCHERE (Vi ha scoperto, e vi mira.) Chi rovina a se stesso procura ecc. (Fiorilla parte da un lato, seguìta dai servitori che FIORILLA portano le robe; le Maschere dall’altro; poi esce il (In mio favore, Poeta.) chi sa? forse gli parla il primo amore.) [Recitativo secco] [16. Finale II] Spiaggia come nell’Atto Primo. Si vede sull’ànco- Son la vite sul campo appassita, re la Nave di Selim, e Marinai che si dispongono alla partenza. che del caro sostegno mancò.

Scena XVIII GERONIO Io son l’olmo a cui venne rapita Fiorilla indi Don Geronio col Poeta. la sua vite, ed ignudo restò.

FIORILLA POETA Sì: mi è forza partir: non ho coraggio Il cultore son io di buon cuore, di presentarmi a lui: grave è il mio torto. che di nuovo congiunger li può. Questa vicina al porto spiaggia rimota, provveduta è sempre FIORILLA di battelli che vengono, e che vanno D’intorno mi gira, da Napoli a Sorrento... È qui... la nave mi guarda, e sospira, è quella di Selim. Non fossi a questa facciamoci avanti, spiaggia approdata mai, nave funesta! placato mi par.

POETA POETA (Miratela: sospira.) D’intorno vi gira, vi guarda, e sospira, GERONIO via fatevi avanti, (Ella è pentita, pentita mi par. è pentita davver.) GERONIO POETA D’intorno mi gira, (Non vel dicea? mi guarda, e sospira, Perché state indeciso? andate innanzi.) facciamoci avanti, pentita mi par. FIORILLA (Geronio! come qui? par che s’avanzi.) Cara vite...

60 I Teatro di San Carlo FIORILLA ZAIDA Olmo diletto... Vien Fiorilla. Già con lei Don Geronio ha fatto pace. POETA Oh che bella allegoria! POETA (Ecco il Turco... non vorrei... GERONIO Quest’incontro mi dispiace.) Al mio tronco... FIORILLA FIORILLA (piano a Geronio) All’ombra mia... Non lo posso più vedere. tu potresti ritornar... GERONIO POETA (piano a Fiorilla) Il final non può sbagliar. Un saluto per dovere... poi va ben piantarli qua. FIORILLA Torna sì fra queste braccia, ZAIDA, SELIM olmo caro, a verdeggiar. (appressandosi) Perdonate i nostri errori. GERONIO FIORILLA, GERONIO Torna sì fra queste braccia, Perdonati già vi sono. cara vite, a verdeggiar. NARCISO POETA Permettetemi, signori, Bravi sì, buon pro’ vi faccia! che vi chieda anch’io perdono! Nulla al dramma può mancar. Ah l’esempio, che mi date, (Escono.) ben correggermi saprà.

Scena ultima POETA È l’intreccio terminato, Selim, Zaida, Coro di Zingari, e Turchi, indi Geronio, lieto fine ha il dramma mio. Fiorilla, e Poeta, che ritornano; in ultimo Narciso. E contento qual son io forse il pubblico sarà. ZINGARI Rida a voi sereno il Cielo, TUTTI sian per voi tranquilli i venti, Restate contenti: e vi portino contenti felici vivete, nella patria a respirar. e a tutti apprendete che lieve è l’error, SELIM se sorge da quello Cara Italia, io t’abbandono, più bello l’amor. ma per sempre in cor t’avrò. (Intanto Selim, e Zaida, salutati gli altri, e corteg- Che per te felice io sono, giati dai Zingari, si vedranno appressare alla ma- ogni dì rammenterò. rina per imbarcarsi: in questo tempo cala il Sipario.)

Teatro di San Carlo I 61 I protagonisti

62 I Teatro di San Carlo Carlo Montanaro

Teatro di San Carlo I 63 Marko Mimica

64 I Teatro di San Carlo Julie Fuchs

Teatro di San Carlo I 65 Ruzil Gatin

66 I Teatro di San Carlo Paolo Bordogna

Teatro di San Carlo I 67 Alessandro Luongo

68 I Teatro di San Carlo Gaia Petrone

Teatro di San Carlo I 69 Filippo Adami

70 I Teatro di San Carlo Orchestra del Teatro di San Carlo

Violini primi Violoncelli Corni Gabriele Pieranunzi*, Cecilia Luca Signorini*°, Pierluigi Ricardo Serrano*, Francesco Laca*, Daniele Colombo Sanarica*, Marco Vitali, Fabio Mattioli*, Simone Baroncini, (Concertino), Giuseppe Centurione, Aurelio Bertucci, Salvatore Acierno, Pasquale Carotenuto (Concertino), Nicola Babini, Alida Dell’Acqua, Pierri, Marcello Bonechi, Domenico Siano, Daniele Leone Calza, Lorenzo Ceriani, Francesca Bonazzoli° Baione, Filippo Dell’Arciprete, Gianfranco Manicardi, Silvano Gennaro Cappabianca, Fusco Trombe Pasquale Murino, Liliana Giuseppe Cascone*, Fabrizio Rotundi, Salvatore Lombardo, Contrabbassi Fabrizi*, Claudio Gironacci, Giovanna Maggio, Erika Carmine Laino*, Ermanno Alessandro Modesti Gyarfas, Angelo Casoria, Loana Calzolari*°, Giovanni Stocco, Stratulat, Quentin Capozzoli Alessandro Mariani, Fabio Tromboni Tempio, Giovanni Giugliano, Gianluca Camilli*, Sergio Violini secondi Pasquale Maddaluno, Paolo Di Danini*, Stefan Buchberger, Luigi Buonomo*, Giuseppe Iorio Roberto Bianchi, Vittorio Navelli, Nicola Marino, Rachel Guarino Constable, Alba Ovcinnicoff, Flauti Roberto Roggia, Flavia Bernard Labiausse*, Silvia Basso Tuba Salerno, Vincenzo Grimaldi, Bellio*, Gianpiero Pannone, Federico Bruschi Alice , Antonella Francesca Staderini (Ottavino) D’Andrea, Chiara Petrucci Timpani/Percussioni Oboi Barbara Bavecchi*, Pasquale Viole Domenico Sarcina*, Hernan Bardaro, Marco Pezzenati Luca Improta*, Antonio Garreffa*, Francesco Parisi, Bossone*°, Eduardo Pitone, Giuseppe Benedetto (Corno Arpa Patrizio Rocchino, Massimo Inglese) Antonella Valenti Mauriello, Paolo Traversi, Angelo Iollo, Gennaro Lettieri, Clarinetti Responsabile Organizzativo Roberta Zangirolami, Pietro Sisto Lino D’Onofrio*, Luca Orchestra Lopopolo, Concetta Franciosa Sartori*, Mariano Lucci, Milo Mariani Stefano Bartoli Addetto Servizi Orchestra Giuseppe Scarpato Fagotti Mauro Russo*, Maddalena Gubert*, Giuseppe Settembrino, Luca Incoronato *Prime parti °Professori ospiti

Teatro di San Carlo I 71 Coro del Teatro di San Carlo

Soprani primi Contralti Baritoni Carmela De Felice, Franca Antonietta Bellone, Laura Di Giancarlo Amorelli, Francesco Iacovone, Désirée Migliaccio, Benedetto, Maria Fabbricatore, Esposito, Bruno Iacullo, Margherita Pucillo, Bernadette Emilia Napoleone, Clorinda Alessandro Lerro, Giuseppe Siano, Gabriella Termini Vardaci Scarico, Vittorio Termini, Sergio Valentino Soprani secondi Tenori primi Valeria Attianese, Maria Pasquale Bruno, Gaetano De Bassi Antonietta Lisi, Maria Rosa, Catello Di Maio, Luigi Antonio D’Alessandro, Antonio Antonella Navarra, Lucia Giordano Orsini, Giovanni De Lisio, Carmine Durante, Petrosino, Maria Zagaroli Iaforte, Alessandro Lualdi, Luca Giacomo Mercaldo, Maurizio Lupoli, Antonio Mezzasalma, Morello, Rosario Natale, Mezzosoprani Vincenzo Miccio, Michele Gianvito Ribba, Luigi Toma Giuseppina Acierno, Linda Napoleone, Walter Fernando Airoldi, Marianna Astarita, Omaggio, Massimo Sirigu, Ispettore Silvia Cialli, Paola D’Ambrosio, Mario Rosario Thomas Luigi Di Scala Gloria Mazza, Silvana Nardiello Tenori secondi Antonio Cutolo, Michele Maddaloni, Carmine Mennella, Michele Polese, Luigi Strazzullo, Mario Todisco, Giuseppe Valentino

°Aggiunti

72 I Teatro di San Carlo Direttore Musicale di Coordinatore Maestri Direttore di Palcoscenico Palcoscenico Collaboratori e Maestro di Sala Salvatore Giannini Maurizio Agostini Roberto Moreschi Capo Macchinista Consulenti Musicali alla Regia Aiuto Maestro del Coro Carlo Del Prete Video Vincenzo Caruso Roberto Moreschi e Nicola Capo Elettricista Capano Responsabile dell’Archivio Mario D’Angiò Musicale Consulenti Musicali alla Virginio Giorgioni Capo Costruttore Fonica Carlo Lucagnano Roberto Moreschi e Maurizio Direttore degli Allestimenti Agostini Scenici Capo Attrezzista Pasqualino Marino Stefano Manfra Direttore di Scena Paola Greco Scenografo Capo Reparto Responsabile Fonica Anna Nasone Martino Battaglia

Teatro di San Carlo I 73 Fondazione / Teatro di San Carlo

74 I Teatro di San Carlo SOVRINTENDENTE E DIRETTORE ARTISTICO Stéphane Lissner

DIREZIONE direttore generale Emmanuela Spedaliere GENERALE / responsabile affari legali Maria Gabriella Grazioli marketing e promozione pubblico Francesca Pecoraro, Christian Iorio addetta promozione pubblico ed accoglienza (cral, scuole e associazioni) Francesca Tesauro° coordinamento delle attività promozionali marketing Carlo Morelli coordinatore di sala e responsabile biglietteria Gianluca Loreto visite guidate/shop Immacolata Chirichella, Giuseppina Capobianco, Giuseppe Racca

AREA direttore amministrativo Francesco Apicella AMMINISTRATIVA / responsabile ufficio contabilità e rendicontazione Anna Camera addetti ufficio contabilità Antonino Aloe, Francesco Fontanella, Rosario Monetti, Maria Pia Borsa addetto al magazzino Antonio Cipolletta

AREA direttore risorse umane Mariapia Gaeta RISORSE addetti ufficio del personale Liliana Nunnari, Daniela UMANE / Olivieri, Daniela Russo usciere sovrintendenza Salvatore Laganà

DIPARTIMENTO responsabile scientifico dipartimento di ricerca, editoria, DI RICERCA, comunicazione, archivio storico e memus Dinko Fabris EDITORIA, responsabile della comunicazione creativa e strategica COMUNICAZIONE, e relazioni con la stampa Rossana Russo ARCHIVIO STORICO comunicazione e stampa Giulia Romito° E MEMUS / archivio storico e memus Giovanna Tinaro° consulente musicale Ivano Caiazza custode Gennaro Aletta

Teatro di San Carlo I 75 AREA direttore artistico Stéphane Lissner ARTISTICA / coordinatore area artistica e casting director Ilias Tzempetonidis assistente direzione artistica Maria Roberta Abete assistente direzione artistica Daniela Capece maestro del coro Gea Garatti Ansini presidente onorario della scuola di ballo Anna Razzi direttore della scuola di ballo Stéphane Fournial vigilatrice scuola di ballo Annalisa D’Anetra° direttore del coro di voci bianche Stefania Rinaldi assistente alla direzione del coro di voci bianche Filomena Piccolo° assistente alla direzione del coro di voci bianche Luigi Del Prete°

AREA direttore organizzazione produzione Francesco Andolfi PRODUZIONE / responsabile di produzione Maya Dobromirova Dimova° addetto ufficio di produzione Ivan Guarino coordinatore maestri collaboratori Roberto Moreschi maestri collaboratori Riccardo Fiorentino, Giacomo Serra, Vincenzo Caruso, Alexandra Brucher, Nicola Capano direttore musicale di palcoscenico Maurizio Agostini direttore di scena Paola Greco° responsabile organizzativo orchestra Milo Mariani addetto servizi orchestra Giuseppe Scarpato° ispettori masse artistiche Luigi Di Scala, Armando Esposito responsabile archivio musicale Virginio Giorgioni archivio musicale Andrea Guerrini capo squadra addetti orchestra Rosario De Martino addetti orchestra Salvatore Amendola, Salvatore Balestrieri addetto depositi e trasporti Leopoldo Passero

76 I Teatro di San Carlo AREA direttore degli allestimenti scenici Pasqualino Marino ALLESTIMENTI assistente alla direzione allestimenti scenici Roberto SCENICI / Imparato direttore di palcoscenico Salvatore Giannini responsabile della sartoria Giuseppina Giustino sartoria Raffaella Strino, Mario Strino, Anna Gargiulo, Antonio Baldi, Anna Minino, Fortunata Galasso, Massimo Fucci responsabile falegnameria Carlo Lucagnano falegnameria Ciro Frasso, Paolo Troncone scenografia Gennaro Falanga, Igino Foglia, Anna Masone, Roberto Gentile, Pasquale Sito capo macchinisti Carlo Del Prete vice capo macchinisti Mario Alba macchinisti Massimiliano Alba, Mario Ambrosino, Ferdinando Basile, Massimo Calabrese, Salvatore Cerulli, Giuseppe Cimmino, Vincenzo De Rosa, Rosario Esposito, Giovanni Garzilli, Gennaro Giannini, Carmine Giustiniani, Luigi Grieco, Claudio Guarino, Alfonso Lafera, Vincenzo Lepre, Giorgio Mantice, Sabato Manzo, Giuseppe Nota, Antonio Richiello, Marco Riva, Alfonso Rubinacci, Alessandro Soriente, Paolo Trapanese, Raffaele Calabrò, Vatieri Vincenzo capo elettricista Mario D’Angiò elettricisti Gennaro Acanfora, Gaetano D’Angiò, Rosario De Dominicis, Giuseppe De Rosa, Alessio Ferrillo, Francesco Iaccarino, Salvatore Lerro, Marco Matania, Paolo Matania, Domenico Pacifico, Gaetano Perrella, Nunzio Perrella (1971), Nunzio Perrella (1972), Luigi Cenni, Mario Nappo, Augusto Piccolo capo attrezzista Stefano Manfra attrezzisti Antonio Castellano, Mario Cuofano, Stefano Falanga, Vincenzo Nitride, Giovanni Salamandra, Antonio Simonetti, Gennaro Amendola, Nicola Cipolletta responsabile fonica e settore audiovisivi Martino Battaglia fonico Umberto Guerrera

AREA direttore immobili e sicurezza e salute nei luoghi di TECNICA lavoro Ciro Tammaro E SICUREZZA / assistente responsabile gestione addetti sicurezza Mario Gentile addetti prevenzione, protezione, sicurezza e manutenzione Bruno Azzarito, Domenico Buccino, Raffaele De Stasio Matafora, Giuseppe Netti, Mauro °personale aggiunto Sposito, Ernesto Trancone

Teatro di San Carlo I 77 Affari Istituzionali, Marketing e Educational Fondazione Teatro di San Carlo direttore Emmanuela Spedaliere marketing e promozione pubblico Christian Iorio, Francesca Pecoraro cral, scuole ed associazioni Francesca Tesauro T. (+39) 081.7972.468 [email protected] teatrosancarlo.it seguici su / follow us on

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Dona il 5x1000 al Teatro di San Carlo codice fiscale 00299840637

78 I Teatro di San Carlo Teatro di San Carlo

Benemeriti e Sostenitori Donors Card San Carlo Carta dei Comuni Carta Oro 5xMille ed ArtBonus: Carta Oro Internazionale sostieni il Teatro di San Carlo Carta Platino Vantaggi fiscali

Teatro di San Carlo I 79 Benemeriti e Sostenitori

(Estratto dallo Statuto della Fondazione Teatro di San Carlo - Articolo 6). Sono Benemeriti del Teatro di San Carlo, ed assumono tale qualifica, i soggetti che versino contributi annuali di importo non inferiore a Centocinquantamila Euro destinati al fondo di gestione. Sono considerati Sostenitori del Teatro di San Carlo, ed assumono tale qualifica, i soggetti che versino contributi annuali di importo non inferiore a Quindicimila Euro destinati al fondo di gestione. Tali soggetti partecipano alla vita della Fondazione attraverso incontri da tenersi almeno una volta l’anno nei modi e nelle forme definiti dal Sovrintendente, anche in ragione della diversa entità delle contribuzioni.

Card San Carlo

Sostenere il Teatro di San Carlo vuol dire contribuire alla vita ed all’operatività di un’istituzione culturale tra le più importanti e prestigiose al Mondo. Un Teatro che da quasi 300 anni si dedica alla diffusione e alla promozione del patrimonio Lirico, Sinfonico e di Balletto, fatto di Arte e Tradizione, di cui è custode da secoli. Spettacoli, tournée internazionali, Orchestra, Coro e Balletto stabili, Maestranze Tecniche di alta formazione che si tramandano da generazioni un “sapere” fatto di esperienza e talento. La Scuola di Ballo più antica d’Italia, con 200 anni di storia, un Laboratorio Canoro per formazioni di giovani voci e la recente struttura dei Laboratori Artistici di Vigliena, le vivaci ed attive Officine del San Carlo. Questo, e molto di più, è il Teatro di San Carlo. Sottoscrivere una Card San Carlo significa riconoscersi in una specifica identità: una continuità di relazioni sociali, una memoria collettiva ed un mondo comune alla Cultura. Le Card vengono emesse esclusivamente dalla Direzione del Teatro di San Carlo, hanno validità annuale e sono rinnovabili.

80 I Teatro di San Carlo Carta Oro Importo della sottoscrizione Euro 800,00

Inserimento del nome nei programmi di sala e sul sito web del Teatro. Riduzione del 20% sul prezzo dei biglietti della Stagione d’Opera, Danza e Concerti. Diritto all’acquisto di due abbonamenti al prezzo ridotto per la Stagione d’Opera, Danza e Concerti 2020-2021. Riduzione di Euro 50,00 sulla quota annuale per l’accreditamento di nuovi Soci Carta Oro. Differimento di data gratuito per gli spettacoli della Stagione 2020-2021. Card 2 ingressi Euro 50,00 dedicata ai soci, con posto riservato a tutte le prove generali in caso di apertura al pubblico. Invito a mostre, presentazione di libri, incontri con gli artisti, conferenze stampa. Diritto di prelazione sull’acquisto dei biglietti per Serate di Gala. Diritto all’acquisto di due biglietti al prezzo ridotto per tutte le Prime e le Serate di Gala e per le attività in decentramento (concerti stagione estiva). Sconto del 10% sull’acquisto del programma di sala. Sconto del 10% sull’acquisto di prodotti presso lo Shop del Teatro.

Carta Oro Internazionale Importo della sottoscrizione Euro 3.000,00

Inserimento del nome nei programmi di sala e sul sito web del Teatro. Riduzione del 20% sul prezzo dei biglietti della Stagione d’Opera, Danza e Concerti. Diritto all’acquisto di due abbonamenti al prezzo ridotto per la Stagione d’Opera, Danza e Concerti 2020-2021. Riduzione del 10% sulla quota annuale per l’accreditamento di nuovi soci Carta Oro Internazionale. Differimento di data gratuito per gli spettacoli della Stagione 2020-2021. Card 2 ingressi Euro 50,00 dedicata ai soci, con posto riservato a tutte le prove generali in caso di apertura al pubblico. Numero telefonico esclusivo per l’acquisto di biglietti. Invito a mostre, presentazione di libri e conferenze stampa. Diritto di prelazione sull’acquisto dei biglietti per Serate di Gala. Diritto all’acquisto di due biglietti al prezzo ridotto per gli eventi, incluse la Prima e la stagione concertistica estiva. Invito a partecipare al Gala che si terrà in occasione dell’apertura della Stagione d’Opera. Sconto del 10% sull’acquisto del programma di sala. Sconto del 10% sull’acquisto di prodotti presso lo Shop del Teatro. Iscrizione alla Newsletter del Teatro di San Carlo. Servizio guardaroba gratis. Incontro con costumisti e truccatori. Visita guidata nel backstage del Teatro.

Teatro di San Carlo I 81 Carta Platino Importo della sottoscrizione Euro 5.000,00

Inserimento del nome nei programmi di sala e sul sito web del Teatro. Riduzione del 20% sul prezzo dei biglietti della Stagione d’Opera, Danza e Concerti. Diritto all’acquisto di due abbonamenti al prezzo ridotto per la Stagione d’Opera, Danza e Concerti 2020-2021. Riduzione del 10% sulla quota annuale per l’accreditamento di nuovi soci Carta Platino. Differimento di data gratuito per gli spettacoli della Stagione 2020-2021. Numero telefonico esclusivo per l’acquisto di biglietti. Card 2 ingressi Euro 50,00 dedicata ai soci, con posto riservato a tutte le prove generali in caso di apertura al pubblico. Invito a mostre, presentazione di libri e conferenze stampa. Diritto di prelazione sull’acquisto dei biglietti per Serate di Gala. Diritto all’acquisto di due biglietti con una riduzione del 10% per gli eventi, incluse la Prima e la stagione concertistica estiva. Invito a partecipare al Gala che si terrà in occasione dell’apertura della Stagione d’Opera. Sconto del 10% sull’acquisto del programma di sala. Sconto del 10% sull’acquisto di prodotti presso lo Shop del Teatro. Iscrizione alla Newsletter del Teatro di San Carlo. Servizio guardaroba gratis. Incontro con costumisti e truccatori. Visita guidata nel backstage del Teatro. Incontro con gli artisti del Teatro di San Carlo. Incontro con gli artisti ospiti. Incontro con il regista e lo scenografo. Possibilità di interagire in teleconferenza via web (Skype).

Vantaggi fiscali

I privati che effettuano la donazione possono godere dell’agevolazione fiscale di cui all’Art. 15, comma 1 lettera I del T.U.I.R. 917/86 e in particolare della detrazione d’imposta del 19% dell’onere sostenuto fino al 2% del reddito complessivo dichiarato. Le imprese, trattandosi di erogazione di cui all’Art. 100 comma 2 lettera M del T.U.I.R. 917/86, possono dedurre integralmente l’importo dal reddito di impresa del donatore.

Il bonifico va intestato a FONDAZIONE TEATRO DI SAN CARLO presso UNICREDIT S.p.A. - Via Verdi, 18d - 80133 Napoli Codice IBAN: IT 33 Z 02008 03443 000010229179 - BIC SWIFT: UNCRITM 1 S 99

Informazioni T. (+39) 081.7972.308 [email protected]

82 I Teatro di San Carlo Donors

Soci Carta Platino Giuseppe Morra Progetto Fundraising Massimo Moschini Sedie Palchi Antonio Cinque Camaga Srl Francesco Mutarelli Aurelio De Laurentiis Angela Srl Mariella Pandolfi SSC Napoli Balestrieri Holding Fabio Pignatelli Philippe Foriel-Destezet Banca Patrimoni Sella & C. Umberto Puma Sandra Forte Giacinto Caramia Luciana Riccio Grasso per Colpo di Scena Francesco Caramia Mario Rusciano Guido Iannone Nuceria Group Paola Caramia Maria Salerno Arnaldo Sciarelli Centro Diagnostico e di Analisi Modesto e Renata Sasso Mediche Amedeo Guarino Soci Carta Oro Scuola di Danza Patty Schisa Avellino Giuseppe Signoriello Giuseppe Di Pasquale Emilia Acquaviva Coppola Sippic Funicolare di Capri Srl DK Sas Domenico e Alessandra Giulia Amabile Matacena Marco Zigon Masciari Antonio Areniello Elettrovit Srl Carmen, Monica e Rossella Argo Cifariello Un Tasto per il San Carlo Francesco Vitobello Carlo Attanasio Fondazione Achille Scudieri Roberto Bucci Spa Antonio Areniello Grano Chirico Sergio Cappelli Calogero Bellia Isaia & Isaia Spa Giacinto Caramia Leonardo Bianchi leBebé gioielli dei fratelli Verde Bruno Carapella Mario Bilangione Piemme & Matacena Srl Enzo Carra Don Carlos di Borbone Maria Manetti Shrem delle Due Sicilie Ugo Cesari Unione Industriali di Napoli Roberto Bucci Giovanni Cesaro Valore Cultura Generali Italia Dario Cincotti Camaga Srl Coelmo Spa Raffaele Capasso / Giovanna Orsini Violino Giovanni Pistucci E. Contaldi & M. Iodice (1900/1910) Assicuratori Giovanni Cesaro Monica Coretti Dario Cincotti Carmela Piano Vincenzo D’Aniello Circolo Nazionale dell’Unione (2 tasti) Angela de Goyzueta di Toverena Ermenegilda De Domenico / Lilliana Di Lorenzo Mario Angelucci Antonio Fiorentino Francesco De Simone Gabriella Ferrari Bravo Angelina De Vito Grande Albergo Leo Club Napoli Floridiana Excelsior Vittoria Stefano Luisotti Carlo Iacone Gennaro Matacena / Maria Pia Jannone Gabriella Ferrari Bravo Paolo Manieri Marco Napolitano e Giuseppe Mannajuolo Alessandro Napolitano Elena Matacena Gennaro Stroppolatini Gennaro Matacena La Fondazione Teatro di San Lorenzo Mazzeo Carlo ringrazia anche quanti Moccia Irme Spa hanno fatto donazioni Maria Rosario Morino restando anonimi

Teatro di San Carlo I 83 Carta dei Comuni

Il progetto “Carta dei Comuni”, istituito dalla Fondazione Teatro di San Carlo, intende implementare e promuovere i rapporti con i Comuni della Regione Campania. Il nuovo assetto dislocativo socio-urbanistico, risultante dalle politiche di decentrazione che si sono susseguite nel corso dell’ultimo ventennio, impone infatti un ripensamento integrale delle politiche di incentivo alla fruizione lirica e sinfonica, tale da consentire un accesso agevolato a più fasce di pubblico. La “Carta dei Comuni” nasce dunque, innanzitutto, quale strumento operativo a disposizione di quelle Municipalità che intendano procedere in tale direzione, offrendo al cittadino una nuova tipologia di servizio trasversale, in quanto attinente alle molteplici sfere della formazione del gusto, della politica sociale, della gestione del tempo libero. L’adesione alla “Carta dei Comuni” costituisce, al tempo stesso, un ottimo vettore per l’incremento della visibilità dei centri sostenitori e delle relative Amministrazioni, nonché una diretta quanto incontestabile conferma della loro vocazione culturale. La “Carta dei Comuni” garantisce per la Stagione 2020-2021: Presenza del logo dei Comuni su tutti i programmi di sala e sul sito internet del Teatro di San Carlo (50.000 contatti mensili) con possibilità di link verso i siti dei Comuni stessi. Possibilità di fruire a prezzi ridotti degli spazi a disposizione della Fondazione per l’organizzazione di eventi propri (conferenze stampa, convegni, ecc.). Possibilità di creare itinerari turistici collegati alle iniziative della Fondazione ed alla visita del Teatro. Inviti a conferenze e incontri che si svolgeranno in Teatro. Agevolazioni per visite guidate in Teatro. N. 100 posti gratuiti riservati agli allievi per gli spettacoli delle scuole. N. 80 posti gratuiti per le prove generali degli spettacoli d’Opera. I Comuni convenzionati possono richiedere per i propri cittadini al Teatro la “Card dei Comuni” che dà diritto a due biglietti (per ogni titolo in cartellone) e a due abbonamenti alla Stagione d’Opera, Danza e Concerti a prezzo ridotto. Il tutto a fronte di un contributo da concordare.

Informazioni T. (+39) 081.7972.308 [email protected]

Hanno aderito i Comuni di Frattamaggiore Ischia Pozzuoli Nola Ottaviano Afragola

84 I Teatro di San Carlo 5xMille ed ArtBonus: sostieni il Teatro di San Carlo

Destina il tuo 5 per mille al Teatro di San Carlo! La Fondazione Teatro di San Carlo è tra le realtà culturali a cui quest’anno è possibile destinare una quota, il 5 per mille, delle imposte sul proprio reddito. Tale scelta va ad aggiungersi a quella, già esistente, dell’8 per mille destinata alle diverse confessioni religiose e sarà detratta a quanto dovuto allo Stato. Non è in alternativa alla quota (8 per mille) già esistente e non graverà in alcun modo sulle Vostre imposte. Apponendo la Vostra firma nel riquadro stabilito e il numero del codice fiscale del Teatro di San Carlo aiuterete una delle più importanti istituzioni musicali europee espressione della cultura Campana nel mondo. Il nostro numero di codice fiscale è: 00299840637

ArtBonus A seguito dell’approvazione della L. n. 208/2015 (legge di stabilità 2016), l’art. 1 del DL n. 83/2014 (convertito nella L. 106/2014) risulta così modificato: 1. Per le erogazioni liberali in denaro effettuate nei periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2013, per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica, delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri di tradizione e per la realizzazione di nuove strutture, il restauro e il potenziamento di quelle esistenti di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo, non si applicano le disposizioni di cui agli articoli 15, comma 1, lettere h) e i), e 100, comma 2, lettere f) e g), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e spetta un credito d’imposta, nella misura del 65 per cento delle erogazioni effettuate. L’Ufficio Affari Istituzionali è a Sua completa disposizione per assisterLa nel percorso che Le permetterà di entrare a far parte della grande famiglia di Donors del San Carlo, Teatro d’Opera più antico d’Europa.

Informazioni Affari Istituzionali e Marketing T. (+39) 081.7972.308 [email protected] [email protected]

Teatro di San Carlo I 85

Confermato l'impegno, anche per la Stagione 2020/21, del Progetto Concerto d'lmprese, il fondo d'investimento triennale costituito da dodici aziende del territorio campano che hanno accolto l'invito del Teatro di San Carlo a diventare partner e sostenitori del più antico palcoscenico d'Europa. Mai nome fu più indovinato: le dodici aziende, infatti, pur diverse tra loro per attività, vocazione e business, esprimono in questo progetto un'assonanza ed un'armonia degne delle più importanti orchestre sinfoniche. Ma la diversità più interessante in questo progetto è certamente quella espressa dalle intenzioni e le motivazioni che hanno ogni socio a prendere parte all'iniziativa. C'è chi lo fa per trasferire all'azienda una passione personale nei confronti della grande musica, chi lo considera un investimento in bellezza; chi entra anche nel vivo della messa in scena e dei costumi; chi pensa al connubio imprenditoria e musica come gesto illuminato e chi vuole esprimere un preciso principio di restituzione, considerando la cultura un forte strumento di crescita sociale e civile. Operazioni come queste sono sempre più diffuse, anche sul territorio napoletano, e si può pensare che non ci sia nulla di innovativo; tuttavia è un messaggio molto importante per la nostra comunità cittadina. Sempre di più i privati scendono in campo a sostegno dello sconfinato patrimonio culturale italiano, con un'assunzione di responsabilità che non è mai la presunzione di sostituirsi al Pubblico, ma la chiara e semplice presa di coscienza da liberi cittadini. La contaminazione tra il mondo della cultura e quello dell'impresa è l'aspetto più gratificante di questa operazione. Ci viene offerta l'opportunità di ampliare la nostra visione di uomini di industria, e di portare il nostro know-how al Teatro. Abbiamo consentito al Teatro di rafforzare il percorso artistico della Stagione di Concerti 2020/21 attraverso grandi direttori e amate voci della scena contemporanea. Nell’ambito del percorso d’internazionalizzazione, il progetto di mecenatismo culturale ha permesso di sostenere la tournée 2018 a Pechino del Balletto del Teatro di San Carlo. Dopo questo soddisfacente secondo anno di rodaggio, l’impegno dei Soci è soprattutto dedicato alla campagna associativa. Il palcoscenico del San Carlo, infatti, è aperto a tutte le imprese che vogliano sposare l’iniziativa con molte opportunità di collaborazione.

Ambrogio Prezioso per Aedifica / Brin 69 Srl | Gruppi Prezioso e Di Luggo Fulvio Scannapieco e Vittorio Genna per ALA Advanced Logistics for Aerospace Lorenzo Matacena per Caronte Spa Carlo e Michele Pontecorvo per Ferrarelle Spa Simone e Andrea Finamore per SIAP Srl Philippe Foriel-Destezet per Philippe Foriel-Destezet Marco Zigon per Getra Spa Francesco Tavassi per TEMI Spa per GLS Gianluca Isaia per Isaia Spa Massimo, Luca e Pietro Moschini per Laminazione Sottile Spa Costanzo Jannotti Pecci per Palazzo Caracciolo Spa Gianfranco D’Amato per Seda Spa

Aderisci al Progetto Concerto d’Imprese con la tua Azienda. Per informazioni contatta la Direzione Affari Istituzionali e Marketing T. (+39) 081.7972.308 | [email protected]

contatti T +39 0817972308 [email protected] Pastificio Di Martino è Sponsor del Che Spettacolo! Edizioni Fondazione Teatro di San Carlo

I programmi di sala sono a cura di Dinko Fabris Responsabile Scientifico del Dipartimento di Ricerca, Editoria, Comunicazione, Archivio Storico e MeMus Redazione Giulia Romito, Giovanna Tinaro

concept Benedetto Longobardi Ruju impaginazione Marco Cataldo in copertina Eugène Delacroix, Il cavaliere turco, 1834 circa (part.). Guazzo e acquerello su carta velina (Art Institute of Chicago) in seconda e terza di copertina Pietro Martorana, Interno del Teatro di San Carlo nel corso dell’ultima recita di , 6 marzo 1822. Tempera su carta (Collezione Ragni-Cuoco). Dal catalogo Rossini furore napoletano, Napoli, Edizioni Fondazione Teatro di San Carlo, 2018 foto Sarah Bouasse [p. 65] Francesco Squeglia [p. 68] Maria Giovina Russo [p. 69]

Si ringrazia Sergio Ragni per le immagini storiche e per la preziosa collaborazione

La Fondazione Teatro di San Carlo resta a disposizione dei proprietari delle immagini i cui crediti non siano indicati

Dinkopedia - la grande musica raccontata da Dinko Fabris un programma del Dipartimento di Ricerca, Editoria e Comunicazione, ideato e prodotto da Emmanuela Spedaliere e Rossana Russo, dalla sede dell’Archivio Storico e MeMus del Teatro di San Carlo. Tutte le puntate sono disponibili sui canali social del Teatro di San Carlo e sui siti teatrosancarlo.it e cetv-online.it

Regione Lirica 2021 Evento programmato e finanziato dalla Regione Campania

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