COMUNE DI SANTERAMO in COLLE Città Metropolitana Di Bari Piazza Dott
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COMUNE DI SANTERAMO IN COLLE Città Metropolitana di Bari Piazza Dott. Simone, 8 – Tel. 080.3028311 – Fax 080.3023710 – Cod. Fisc. 82001050721 – P. IVA 00862890720 E-Mail: [email protected] – Indirizzo Internet: www.comune.santeramo.ba.it SETTORE AFFARI GENERALI Servizio Igiene Urbana Det.ne n. 139 Reg. Gen. n. DETERMINAZIONE DEL DIRIGENTE DEL SETTORE OGGETTO: PROCEDURA APERTA PER L’APPALTO DEL SERVIZIO DI RICOVERO E MANTENIMENTO CANI RANDAGI PRESSO CANILE RIFUGIO E GESTIONE CANILE SANITARIO DI PROPRIETÀ DELL’ENTE. - DETERMINAZIONE A CONTRATTARE (art. 32, comma 2, del D.Lgs.n. 50/2016 s.m.i. – art. 192, comma 1 del TUEL -D.Lgs. n. 267/2000 e s.m.i.). - CIG N. 751152200D **************************** L’anno duemiladiciotto, il giorno trentuno, del mese di maggio, nel proprio Ufficio, IL DIRIGENTE PREMESSO: - che con decreto sindacale n. 43 del 30.03.2018, il Sindaco ha prorogato alla scrivente l’incarico di Dirigente del Settore Affari Generali; - che con Delibera C.C. n. 13 del 20/03/2018 è stato approvato il Documento Unico di Programmazione (DUP) - periodo 2018/2020 (art. 170, comma 1, del D.LGS. N. 267/2000); - che con Delibera C.C. n. 14 del 20/03/2018 è stato approvato il Bilancio di Previsione 2018-2020; - che con Deliberazione di Giunta Comunale n. 43 del 09/04/2018 si è proceduto ad approvare il Piano Esecutivo di Gestione 2018/2020. PDO e PDP Piano della Performance e assegnazione obiettivi operativi; PREMESSO, altresì, che: il Comune gestisce in forza della Legge n. 281 del 14.08.1991 e della L. R. n. 12 del 03.04.1995 e s.m.i., il servizio di ricovero in rifugio, cura e mantenimento dei cani randagi catturati nel proprio territorio, mediante convenzione, avvalendosi di soggetto esterno proprietario di struttura adibita a canile rifugio; il contratto di appalto (rep. n. 4891 del 4.11.2016, registrato a Gioia del Colle il 22.11.2016 al n. 11172 serie 1T) a tal fine stipulato con l’Associazione Nazionale Protezione Animali di Santeramo in Colle, scadeva il 31.3.2018; CONSIDERATO che: la legge 14 agosto 1991, n. 281 “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo” attribuisce alle Regioni, alle ASL ed ai Comuni specifiche competenze in relazione al controllo del fenomeno del randagismo con opportune misure cautelative confluenti, innanzitutto, nell’accalappiamento dei cani randagi e poi, nel servizio di mantenimento, cura e custodia dei cani; la legge regionale n. 12 del 1995 “Interventi per la tutela degli animali d'affezione e prevenzione del randagismo” attribuisce ai Comuni, in collaborazione con la ASL competente, le funzioni di vigilanza sul trattamento degli animali, la tutela igienico sanitaria degli stessi, nonché i controlli connessi all'attuazione della medesima L.R.; DATO ATTO che la citata L. R. 12/1995 – Interventi per la tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo, all’art. 14 – Attività di convenzione, testualmente recita: 1) le associazioni iscritte all’Albo Regionale di cui al precedente art. 13, mediante convenzione con i Comuni, possono svolgere le seguenti funzioni: a) costruire e gestire i rifugi per cani; b) svolgere compiti di assistenza volontaria in generale ai canili sanitari e ai rifugi; c) partecipare alle iniziative di cui agli artt. 5 e 6 della presente legge. 2) le attività oggetto di convenzione svolte dalle associazioni protezionistiche hanno carattere volontario con esclusione di fini di lucro; CONSIDERATO che questo Comune intende promuovere e disciplinare la tutela degli animali di affezione, condannando gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l'ambiente; CONSTATATO che a tutt’oggi le Associazioni predette garantiscono il benessere di un cospicuo numero di animali, non essendo state rilevate fattispecie penalmente rilevanti di maltrattamenti o denutrizione degli animali, inoltre, l’attività delle associazioni animaliste è infatti assai utile alla cittadinanza ed è necessario continuare a disporre dell’assistenza fornita dalle associazioni, anche mediante contribuzione pubblica; VISTO l’art. 14 della L.R. 12 /1995, integrato dall’art. 45 della predetta Legge Regionale n. 4/2010, prevede che “il ricovero e custodia dei cani sono assicurati dai comuni mediante apposite strutture; la gestione è esercitata in proprio o affidata in concessione, previa formale convenzione, alle associazioni protezionistiche o animaliste iscritte all’albo regionale depositato presso l’Assessorato alle politiche della salute”; l’art. 5 della legge regionale 22 agosto 1989, n. 13 (norme concernenti la materia veterinaria), il quale stabilisce che le funzioni in materia veterinaria, non espressamente attribuite alla competenza dello Stato o della Regione, sono esercitate dai Comuni, che si avvalgono delle rispettive unità sanitarie locali; TENUTO CONTO che: l’accalappiamento dei cani randagi deve avvenire esclusivamente dagli operatori della ASL Servizio Veterinario, con conduzione presso il canile sanitario, permanenza ed esecuzione degli interventi prescritti dalle vigenti normative regionali in capo alla ASL, giusta i Livelli essenziali assistenza (LEA) all.1 alla D.G.R.P. n.1223 del 04/07/2013, nonché i L.E.A. di cui all’art. 1, c.7 del D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502, definiti e aggiornati con D.P.C.M. 12 gennaio 2017; esiste sul territorio una rete di cittadini ed Associazioni che operano per la protezione degli animali ed offrono collaborazione per la cura dei cani randagi reimmessi sul territorio, il monitoraggio sullo stato di salute e la segnalazione di difficoltà o disagio nel rapporto tra cittadini e cani; DATO ATTO che, dagli ultimi accertamenti disposti nel secondo semestre dell’anno 2017, nelle aree di ricovero dei cani randagi, gestiti dall’Associazione Nazionale Protezione Animali di Santeramo in Colle, è stato riscontrato un numero complessivo di circa 200 cani; CONSTATATO che con Deliberazione della Giunta Regionale 18 marzo 1996 n 755 “Legge regionale 3 aprile 1995 n. 12: Adempimenti: rifugi per cani, canili sanitari e tariffario” è fatto obbligo a ciascun Comune di dotarsi di almeno un rifugio, da gestire in proprio o da una associazione animalista iscritta all’albo regionale (di cui all’art. 13 della stessa legge), in cui ospitare i cani in via definitiva e destinati ad un eventuale affidamento. RILEVATO che con l’articolo 2 della Legge Regionale 26/06 la Regione Puglia è intervenuta modificando la Legge Regionale 12/95 prevedendo: l’istituzione della Anagrafe canina informatizzata regionale; la sterilizzazione chirurgica da parte dei Servizi veterinari delle ASL per tutti i soggetti catturati dal territorio (maschi e femmine); il vincolo per le strutture di ricovero sia pubbliche che private di 200 posti; la possibilità dei Sindaci di reimmettere sul territorio i soggetti catturati sterilizzati e sottoposti a trattamenti profilattici; DATO ATTO che con gli artt. 44 e 45 della L.R. 4/2010 sono state approvate le seguenti le modifiche alla L.R. 12/95: l’obbligo, in via esclusiva, dei Comuni di realizzare apposite strutture, necessariamente gestite in proprio o tramite associazioni protezionistiche e/o animaliste iscritte ad uno specifico albo regionale; il divieto di ricovero dei cani in strutture private convenzionate; il divieto di conferire i suddetti animali in strutture fuori dei comprensori delle singole ASL o extraregionali; ACCERTATO che a tutt’oggi questo Ente pur possedendo un canile sanitario, non ancora attivo, obbligatorio ai sensi dell’art. 8 ella L.R. 12/95, non possiede ancora una struttura di proprietà comunale idonea per adibirla a canile rifugio, non rispettando, pertanto, le previsione normative di cui all’art. 14 della L.R. 12/1995, come integrato dall’art. 45 della predetta Legge Regionale n. 4/2010; RITENUTO indispensabile oltre che obbligatorio prevedere la realizzazione di un’apposita struttura comunale quale canile rifugio al fine ottemperare alle più volte citate previsione normative di cui all’art. 14 della L.R. 12/1995, come integrato dall’art. 45 della predetta Legge Regionale n. 4/2010, anche attraverso il reperimento di finanziamenti regionali, nazionali o comunitari dedicati; CONSIDERATO che nelle more della realizzazione della struttura comunale da destinare a canile rifugio è necessario non incorrere nel rischio che un notevole numero di cani randagi venga liberato sul territorio generando gravi conseguenze sulla pubblica incolumità, salute e sicurezza, atteso peraltro che il servizio di canile è di natura obbligatoria e l’interruzione potrebbe configurare la violazione dell’art. 340 c.p; CONSIDERATO, inoltre, che la disciplina generale (ex artt. 4, comma 6 della Legge 7 agosto 2012, n. 135 di Conversione, con modificazioni, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 - Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario - Gazzetta Ufficiale n. 189 del 14 agosto 2012) ha inteso obbligare le P.A. ad acquisire servizi resi da soggetti di diritto privato, di cui agli articoli da 13 a 42 del cod. civ., soltanto mediante “procedure previste dalla normativa nazionale in conformità con la disciplina comunitaria”; con un distinto precetto, per il quale è possibile individuare un’autonoma sfera di applicazione, vietando ai medesimi enti, “che forniscono servizi a favore dell’amministrazione stessa, anche a titolo gratuito” di “ricevere