3/2008 SOMMARIO maggio-giugno PERIODICO DELL’ESERCITO

Editoriale pag. 3 Formazione Fornovo: emblema e addestramento dell’orgoglio italico di Maurizio Boni pag. 46 di Riccardo Caimmi pag. 110

La comunicazione militare Una minaccia di Michele Torres pag. 58 planetaria: i missili balistici di Peppino DeBiaso pag. 4

Urban Warfare L’invenzione tra dubbi e certezze di Ctesibio di Flavio Russo pag. 118 di Pietro Batacchi pag. 72

Information Operations RUBRICHE Gli americani alle urne di Marco Stoccuto pag. 82 di Antonio Ciabattini Leonardi pag. 14

La Libia apre al dialogo? pag. 128 di Daniele Cellamare pag. 22

Il sistema pag. 129 di radiolocalizzazione Blue Force Tracking di Camillo Sileo pag. 94 pag. 130

pag. 136 Le truppe Guerre asimmetriche: corazzate italiane: eccezione o norma? origini ed evoluzione pag. 139 di Luigi Scollo pag. 38 di Filippo Cappellano pag. 100 www.esercito.difesa.it in copertina [email protected] Granatieri di Sardegna in uniforme storica durante il [email protected] cambio della Guardia d’Onore al Palazzo del Quirinale. L’Esercito può fare affidamento su una componente «Rivista Militare» ha lo scopo di estendere e aggiornare la preparazione umana d’altissima qualità che rappresenta la vera ri- tecnica e professionale del personale dell’Esercito e di far conoscere, alla sorsa strategica e il fulcro su cui ruota l’intera orga- pubblica opinione, i temi della difesa e della sicurezza. A tal fine, nizzazione. costituisce organo di diffusione del pensiero militare e palestra di studio e di dibattito. «Rivista Militare» è quindi un giornale che si prefigge di informare, comunicare e fare cultura.

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La traduzione dei testi della rubrica “Sommario varie lingue” è curata da Nicola Petrucci, Livia Pettinau, Carla Tavares e Christel Galatzer

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IL «FATTORE UOMO»

In ogni azienda moderna si parla spesso e volentieri della «risorsa uomo» quale fattore fondamentale per il successo nel conseguimento degli obiettivi. L’Esercito non è un’azienda in senso tecnico, anche se può essere paragonato per molti aspet- ti a questa unità della vita socio-economica. Mi permetto di dire che è qualcosa di più: è un’«azienda» che ha al centro l’Uomo, esaltato al massimo livello perché vi- ve di tensioni fortissime, di slanci ideali, di atteggiamenti e legami affettivi con la propria istituzione ed il proprio Paese, che possono, in alcuni casi, spingerlo fino all’estremo sacrificio per salvaguardarli. Può essere questo conseguito se la «ri- sorsa Uomo» non è curata? Ritengo di no. L’Uomo, militare e non, è fatto di affetti, paure, speranze, voglia di riuscire e, se viene compresso, diviene un elemento insta- bile di un sistema, che per ciò stesso si rivela intrinsecamente debole, non più in grado di affrontare le sfide più impegnative e incapace di dare il meglio di sé stesso anche se lo volesse. Ma non bisogna criticare chi si lascia andare, perché chi non è seguito, non è curato nel suo mondo non è più un uomo e non ci si può aspettare che si comporti come tale. L’Uomo ha bisogno della sua casa, dei suoi affetti fami- liari, di sentirsi valorizzato dai suoi superiori, di esempi forti di comportamenti eti- ci e di valori, di amicizia vera ma anche di pacati ragionamenti; ognuno ha il dirit- to di sviluppare la propria personalità in rapporti chiari di fiducia e di lealtà che non siano egoistici ed esclusivi, ma tesi al bene della nostra Istituzione: deve essere l’Uomo il centro di gravità degli sforzi della Forza Armata. Egli è tutto questo e, forse, anche di più. Non c’è tecnologia possibile, innovazione costruttiva, dottrina coerente ed impiego efficace ed efficiente, formule organizzative che possano sosti- tuire questa risorsa. In sintesi, non c’è organizzazione vincente senza la costante e continua attenzione a questa grande ed insostituibile risorsa. Donne e uomini con le stellette, di ogni ordine e grado, che in Patria e in ogni altra parte del mondo svolgono con impegno e dedizione il loro lavoro, spesso sacrificando la propria fa- miglia, meritano la giusta attenzione. Non deludiamoli!

IL DIRETTORE

OIKOS

UNA MINACCIA PLANETARIA: I MISSILI BALISTICI UNA MINACCIA PLANETARIA: I MISSILI BALISTICI

La sicurezza internazionale, paradossalmente, si è indebolita con la fine della politica dei blocchi contrap- posti. Oggi è diffusa la sensazione che l’indiscriminato e incontrollato proliferare dei missili balistici possa costituire una rischiosa opzione per i conflitti futuri. È auspicabile che gli Stati Uniti e gli Alleati della NATO intraprendano le opportune iniziative per contrastar- ne la produzione e dissuaderne dall’uso. Ce ne parla in questo articolo il Direttore dell’Ufficio Politica di Difesa Missilistica del Pentagono.

I punti di vista espressi in questo articolo sono propri dell’Autore e non riflettono la politica ufficiale o la posizione del Dipartimento della Difesa del Governo degli Stati Uniti d’America.

La proliferazione globale di missili balistici mu- niti di armi di distruzione di massa (WMD - Wea- pons of Mass Destruction) condizionerà i conflitti futuri, a causa di una maggiore diffusione di tali sistemi, un tempo appannaggio di pochi. Ciò sol- leva nuovi interrogativi circa il modo in cui la NA- TO può: assolvere alla propria difesa, mantenere la stabilità e rispondere alle aggressioni. Su questa Sopra. base, l’Alleanza sta rivedendo la problematica ine- Il veicolo di lancio spaziale nord-coreano Taepo Dong 1. rente la difesa contro i missili balistici. Il tempo per In apertura. un suo schieramento, insieme al crescente perico- Piattaforma marina dotata di radar in banda X per la sco- lo nucleare e alle continue minacce rendono ne- perta e il tracciamento di missili balistici. cessario per gli Stati Uniti e i loro Alleati della NA- TO un maggiore impegno per contrastare al me- glio i pericoli futuri. paci di controbilanciare la superiorità militare del- l’Occidente. Esse sono diventate le armi preferite dai Paesi LE NUOVE MINACCE ALLA SICUREZZA che cercano di coartare o minacciare altri, e il pe- ricolo che essi rappresentano si sta espandendo Le minacce alla sicurezza sono cambiate in mo- nel nord est dell’Asia, nel Medio Oriente e nell’Asia do significativo dopo il crollo dell’Unione Sovieti- del sud. Nel 1970, al culmine della Guerra Fredda, ca. Oggi, l’Alleanza deve fron- nove Nazioni possedevano mis- teggiare una più ampia e diver- sili balistici. Attualmente, i Pae- sificata serie di minacce: la pro- Le armi di distruzione di si sono più di venti. Inoltre, vi è liferazione di armi nucleari, chi- “massa sono diventate le pre- stato un incremento della loro miche e biologiche, di missili ferite dei Paesi che cercano di portata, precisione e mobilità, balistici, nonché di potenziali oltre alla possibilità di essere avversari, dotati di tali armi. Un coartare o minacciare altri armati con vari tipi di testate, numero crescente di Stati con- ” convenzionali e non. Dieci anni sidera i vettori muniti di armi di distruzione di fa, circa due dozzine di Stati impiegavano vettori a massa sistemi a basso costo e ad alto impatto, ca- corto raggio (fino a 1 000 km). Attualmente, il nu-

OIKOS - 6 Rivista Militare n. 3/2008 mero dei Paesi in possesso di missili balistici a me- dia gittata (1 000-2 500 km), a raggio intermedio (2 500-5 500 km) o intercontinentali (gittata supe- riore a 5 500 km) è aumentato da cinque a nove. OIKOS Non solo è aumentato il numero delle Nazioni che possiedono tali tecnologie, ma di questo gruppo fanno parte alcuni dei regimi più minac- ciosi e meno responsabili, come la Corea del Nord e l’Iran. La prima ha un programma ambizioso di sviluppo di missili balistici, ed è uno dei maggiori esportatori, tra questi l’Iran, la Siria e il Pakistan. Si può dire che ogni tipo di missile balistico installa- to dalla Corea del Nord è anche disponibile per l’esportazione. Essa possiede, da lungo tempo, un vasto arsenale di missili balistici a corta (SRBMs - Shorter-Range Ballistic Missiles) e media gittata (MRBMs - Medium- Range Ballistic Missiles). Negli anni Novanta è anche stata in grado di sviluppare le tecnologie atte a pro- durne alcuni in grado di colpire altri Continenti: nel- l’agosto del 1998, ha collaudato il missile a tre sta- di Taepo Dong 1, nel tentativo di mettere in orbita un satellite. Il terzo stadio del missile non ha funzio- nato, ma ciò ha comunque dimostrato che il Paese possiede la tecnologia necessaria per il funziona- mento di missili balistici di gittata superiore. Ora sta sviluppando armi a più lunga gittata, tra cui missili a raggio intermedio (IRBM - Intermediate-Range Balli- stic Missile) con una gittata stimata di 2 500 km. Inoltre, nel luglio del 2006, ha portato a termine set- Lancio di un missile iraniano Shahab 3 MRBM. te lanci, cui è stato dato grande risalto. Ha lanciato con successo sei missili di teatro SRBM e MRBM, di- mostrando la capacità di condurre attacchi di salva alcune zone degli Stati Uniti. Anche se quest’ultimo contro le forze americane nella regione ed anche ha cessato di funzionare poco dopo il lancio, il test contro la Corea del Sud e il Giappone. È stato anche ha evidenziato l’importante programma in corso per lanciato per la prima volta il settimo missile, Taepo la costruzione di armi sempre più sofisticate e di git- Dong 2, veicolo di lancio spaziale/missile balistico tata globale. intercontinentale (SLV/ICBM - Space Launch Vehi- Nel Medio Oriente molte Nazioni hanno in corso cle/Intercontinental Ballistic Missile). Esso è in grado lo schieramento di SRBM e MRBM, ma l’Iran costi- di trasportare una carica nucleare, e può raggiunge- tuisce la preoccupazione maggiore, poiché unisce re buona parte della regione asiatica del Pacifico e a un vigoroso programma di produzione di missili balistici notevoli attività tendenti allo sviluppo di armi nucleari. L’Iran ha anche dimostrato di saper usare missili armati con testate chimiche (come in Iraq negli anni Ottanta) divenendo una minaccia per i Paesi confinanti. l’Iran, inoltre, sostiene il terrorismo internazio- nale, specialmente con trasferimenti di armi. Re- centemente ha fornito alla milizia sciita libanese Hezbollah razzi a lunga gittata e missili balistici a breve raggio. I primi sono stati usati contro centri abitati israeliani durante il conflitto del 2006. Possiede, poi, il più grande arsenale di SRBM e MRBM di tutto il Medio Oriente. Teheran conside-

Il veicolo di lancio spaziale Taepo Dong 2/ICBM nelle configurazioni a 2 e 3 stadi, con indicazione delle rela- tive gittate.

7 - OIKOS La diffusione dei missili balistici e relativa tecno- logia è stata accompagnata da un’analoga tenden- za nel campo delle WMD. Ciò per due ragioni prin- cipali: oggi più di venti Nazioni possiedono o stan- no cercando di acquisire mezzi chimici, biologici o nucleari in grado di essere trasportati da missili balistici; nell’ultimo decennio, la proliferazione della tecnologia WMD è stata accelerata dalla col- laborazione tra varie organizzazioni, statali e non, finalizzata alla realizzazione di questi programmi, specie per quanto riguarda le conoscenze tecniche necessarie per la progettazione di armi nucleari. Ciò è risultato evidente nel 2003, quando si è sa- Shahab 3 MRBM iraniano su rampa di lancio mobile. puto che A. Q. Khan, noto come il «padre» del pro- gramma pachistano di armamento nucleare, nel corso di parecchi decenni aveva creato una rete in- ra i suoi missili balistici parte integrante di una ternazionale di fornitori e di esperti, allo scopo di strategia tesa ad estendere la sua influenza e ad vendere a diversi Paesi, inclusi la Corea del Nord, aumentare la sua libertà d’azione nel Golfo Persi- la Siria, l’Iran e la Libia, informazioni, progetti e co e in tutto il Medio Oriente. tecnologie relative alla costruzione di bombe nu- Inoltre, continua a schierare missili balistici a cleari. lunga gittata oltre al potenziale necessario per Le conseguenze di queste attività stanno comin- colpire le Forze statunitensi e Alleate nel Medio ciando ad emergere. Nell’ottobre del 2006, la Corea Oriente. Sta sviluppando e importando tecnologia del Nord ha condotto un test con armi nucleari. I missilistica sempre più sofisticata, con cui po- progressi del Paese nella produzione di un ordigno trebbe minacciare l’Europa, e sta modificando i nucleare, con l’assistenza estera che può aver rice- suoi missili SHAHAB-3 MRBM allo scopo di au- vuto, sono stati largamente ignorati. Nel 2007 si è mentarne la gittata. Nel 2004 ha annunciato di scoperto che l’Iran ha condotto per molti anni un avere portato la gittata a 2 000 km. Se ciò è ve- programma segreto di armamento nucleare, e ciò ro, ora l’Iran potrebbe colpire grandi aree del Vi- sottolinea la difficoltà di poter prevedere con preci- cino Oriente e dell’Europa sud-orientale, le basi sione l’emergenza di nuovi Stati nucleari. Una recen- NATO e le Forze schierate in te valutazione dell’US National Turchia e in Asia Centrale. È Intelligence Estimate (NIE) ha stato anche annunciato che è in ...alcuni Stati hanno già di- concluso che, sebbene sembri via di produzione un nuovo “mostrato la volontà d’impie- che l’Iran abbia sospeso alcune propellente solido per MRBM gare i missili balistici per il parti del programma, le sue op- (Ashoura) che potrebbe essere zioni circa le armi nucleari resta- presto collaudato in volo. L’Iran raggiungimento di una vasta no aperte. In effetti, la continua continua anche a lavorare fian- gamma di obiettivi politici e ricerca di uranio arricchito è un co a fianco con la Corea del militari elemento determinante per il Nord e fruisce dell’assistenza raggiungimento della capacità cinese nel settore dei missili ” nucleare. Le attività in questo balistici a più lunga gittata. Grazie alla continua settore, unite al programma in corso per la costru- assistenza esterna, la minaccia posta dagli MRBM zione di missili a più lungo raggio, costituiscono una e IRBM iraniani potrebbe svilupparsi più rapida- seria minaccia alla sicurezza internazionale. mente possibile. Molte fonti sostengono che Te- Sono tutti indicatori preoccupanti, che caratte- heran ha acquisito dalla Corea del Nord sistemi rizzano una situazione in cui la sorpresa è più missilistici con una gittata di 2 500 km. Come per probabile e le minacce e gli avversari potenziali la maggior parte dei missili balistici, anche in sono molto meno prevedibili di quanto non avve- questo caso esiste la possibilità di aumentarne la nisse durante la Guerra Fredda. La diffusione del- gittata, mediante miglioramenti del design o tra- le tecnologie WMD e dei vettori missilistici incre- sportando carichi più leggeri. Un modesto au- menta notevolmente la capacità strategica delle mento di gittata fino a 3 500-3 800 Km permet- potenze regionali. Pertanto, in futuro le crisi e i terebbe di minacciare obiettivi europei occiden- conflitti potrebbero riguardare questo tipo di ar- tali, arrivando fino al Regno Unito. Inoltre l’Iran mi. Si è visto che alcuni Stati hanno già dimostra- potrebbe testare un ICBM entro il 2015, conse- to la volontà d’impiegare i missili balistici per il guendo la capacità di colpire tutta l’Europa e par- raggiungimento di una vasta gamma di obiettivi te degli Stati Uniti. politici e militari. Come appare nella tabella a

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raggiungere i centri abitati o gli spie- gamenti di Forze statunitensi e Allea- te. Le difese renderebbero i missili

balistici un investimento militare di OIKOS scarsa utilità. Inoltre, la difesa missi- listica può rafforzare ulteriormente l’obiettivo della non proliferazione, fornendo agli Alleati i mezzi per pro- teggersi da un nemico munito di armi nucleari, senza doversi a loro volta fornire di un deterrente dello stesso tipo. Questa è la strada seguita dal Giappone, che ha sviluppato, in coo- perazione con gli Stati Uniti, una dife- sa missilistica a strati per proteggere la popolazione e le Forze Armate dal- la minaccia di un attacco missilistico nordcoreano. Secondo: le difese missilistiche con- sentono alla leadership statunitense e fianco, dai primi anni Ottanta ci sono stati alme- alleata una maggiore scelta di risposte flessibili, in no dieci conflitti, in cui alcuni Stati hanno effet- modo da gestire crisi e conflitti senza l’impiego tuato lanci contro obiettivi civili e militari. In tali immediato di armi offensive. Ciò è apparso chiaro occasioni sono anche stati effettivamente usati durante la preparazione del lancio del Taepo Dong missili balistici armati di WMD. L’Iraq e l’Iran 2 da parte dei nordcoreani, quando gli Stati Uniti hanno impiegato armi chimiche nella «Guerra hanno messo il proprio sistema di difesa missilisti- delle Città» del 1980-1988, causando decine di ca in allerta operativa per la prima volta. Benché migliaia di morti e feriti. con capacità limitate, il sistema era pronto a difen- derli da un eventuale attacco condotto con missili balistici a lunga gittata. Secondo alcuni illustri COME REAGIRE ALLE NUOVE MINACCE esperti nel settore della sicurezza nazionale era necessario attaccare preventivamente le installa- zioni missilistiche della Corea del Nord. Le difese Gli Stati Uniti e gli Alleati stanno valutando il missilistiche hanno invece fornito opzioni diverse modo migliore per reagire a queste nuove minac- da quelle degli attacchi preventivi e di rappresaglia ce, cioè alla prospettiva che un numero crescente a chi doveva decidere. Ciò ha contribuito in modo di Paesi sia capace di lanciare armi catastrofiche su significativo alla stabilità nel corso della crisi. varie regioni, con preavviso brevissi- mo o addirittura nullo. Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno iniziato a schie- rare difese missilistiche contro tali armi, allo scopo di raggiungere quattro obiettivi principali di sicu- rezza globale. Primo: la difesa missilistica può es- sere uno strumento valido, insieme alle misure diplomatiche e politiche, per combattere la proliferazione di WMD e sostenere le attività per la non proliferazione. Le difese posso- no dissuadere gli avversari dall’ac- quisire o ampliare i loro arsenali di missili balistici, negandogli qualsiasi vantaggio che possono sperare di ottenere per il solo fatto di averli co- stituiti. In presenza delle difese, i missili balistici lanciati da uno Stato ostile non avrebbero «vita facile» nel

9 - OIKOS Terzo: la difesa missilistica può potenziare la tra- I missili balistici e le minacce WMD cambiano dizionale dissuasione basata sull’offensiva, perché continuamente, così come la composizione delle complica i piani d’attacco di un potenziale nemico forze difensive. I cambiamenti nel numero e nella e vi introduce incertezze, in quanto ne diminuisce dislocazione delle difese si basano sulle minacce le probabilità di successo. Impedendo il raggiungi- nuove o emergenti. È possibile che alcune dimi- mento degli obiettivi politici o militari di una previ- nuiscano, come quelle della Libia, mentre altre sta minaccia o di un vero e proprio attacco, le dife- (Iran) potrebbero aggravarsi. Poiché è difficile pre- se rafforzerebbero la dissuasione. vedere con esattezza i tempi e la dislocazione dei Infine, e questo è ancora più importante, la dife- potenziali avversari, sono necessari diversi anni sa missilistica protegge da eventuali attacchi i cen- per schierare le difese, gli USA e i loro Alleati do- tri abitati e le Forze schierate, nei casi in cui dis- vranno fare in modo che i loro sistemi siano già suasione e diplomazia non riescono a prevenire il operativi prima che la minaccia emerga completa- conflitto. mente. La linea seguita dagli Stati Uniti nello schiera- mento delle difese per fronteggiare le minacce al territorio nazionale e alle Forze oltremare, implica LE DIFESE MISSILISTICHE IN EUROPA una serie di elementi. Per proteggere le proprie truppe e quelle della coalizione dai missili a più Gli Stati Uniti stanno portando avanti una serie di breve raggio, si stanno mettendo in campo inter- iniziative per condividere con gli Alleati i vantaggi cettori basati a terra e in mare, insieme a radar e di una difesa missilistica. Dal momento che la NA- sensori collocati a terra, in mare e nello spazio. TO è sempre più a rischio di attacco missilistico Questi comprendono i «Patriot Advanced Capabi- balistico, la coesione tra i Paesi dell’Alleanza e la lity-3» (PAC-3) basati a terra, nonché i sistemi possibilità di agire liberamente nell’intera gamma «Terminal High Altitude Area Defence» (THAAD) dei conflitti, dagli interventi umanitari e di «peace per la difesa di truppe avanzate, basi militari e zo- enforcement» alle operazioni convenzionali, ren- ne dell’organizzazione operativa, dagli attacchi di deranno necessaria l’adozione di nuove misure di missili balistici a corta e media gittata. È anche in protezione «alleata». Con il passare del tempo, in- via di schieramento un sistema di difesa missilisti- fatti, una difesa limitata solo agli Stati Uniti può ca basato in mare, su navi della indebolire il concetto di indivi- classe Aegis, che fornirà la mo- ...una difesa limitata solo sibilità della sicurezza, che è bilità in caso di attacco missili- “agli Stati Uniti può indeboli- stato il fondamento della NATO stico. Le navi sono in via di re il concetto di indivisibilità fin dalla sua istituzione. In ogni equipaggiamento con intercet- caso, l’allargamento all’Europa tori Standard «Missile-3» (SM 3) della sicurezza, che è stato delle difese missilistiche, può per il contrasto dei missili bali- il fondamento della NATO «smussare» la minaccia dei stici a corto e medio raggio. fin dalla sua istituzione missili balistici e delle WMD Per i missili balistici a più lun- contro la NATO, permettendo go raggio, hanno istituito un si- ” all’Alleanza di scoraggiare le stema difensivo dislocato a terra, in Alaska e in aggressioni, mantenendo al contempo i suoi im- California: il Ground Based Interceptor (GBI). Impe- pegni di difesa e sicurezza. La difesa missilistica gnerà i missili balistici intermedi ed a lunga gitta- potrebbe rappresentare anche una nuova base per ta a metà della fase di volo, a centinaia di chilome- rafforzare gli impegni di vecchia data presi dagli tri al di sopra della superficie terrestre. Sostenuto Stati Uniti riguardo alla condivisione della deter- da sensori nello spazio e da radar a terra e in ma- renza con gli Alleati NATO. re, permette agli Stati Uniti di difendersi dai mis- La NATO sta valutando la necessità della difesa sili lanciati dall’Asia nord-orientale o dal Medio missilistica da parecchi anni. In passato si è con- Oriente. Il sistema missilistico difensivo americano centrata sulla protezione dalle minacce dei missili a è fornito di circa 50 GBI, che dovrebbero essere corto raggio contro le Forze operanti fuori dall’Eu- operativi entro il 2013, ed è progettato per assicu- ropa. Gli Stati Uniti, la Germania e l’Olanda, per rare una modesta difesa da qualche decina di mis- esempio, stanno ora schierando nuove difese con sili balistici a lunga gittata lanciati da uno Stato missili a raggio più corto, costituite dal sistema ostile. Pertanto, il sistema non deve essere confu- «Patriot PAC-3». L’Italia, la Germania e gli Stati so con la «Strategic Defense Initiative» (SDI) degli Uniti stanno sviluppando congiuntamente il Me- anni Ottanta, chiamata dai critici «Star Wars», che dium Extended Air Defense System, o MEADS, per prevedeva migliaia di intercettori difensivi schiera- fornire una difesa altamente mobile, formata da ti sia a terra che nello spazio, con lo scopo di di- Forze di spedizione, contro minacce di missili a struggere migliaia di testate lanciate dall’Unione corto raggio. Le minacce missilistiche balistiche si Sovietica. evolvono continuamente in termini di gittata, sofi-

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tivi agli sviluppi della minaccia. Parallelamente a queste attività NATO, gli Stati Uniti hanno svolto una serie di valutazioni tecniche

e di architettura, esaminando le opzioni disponibili OIKOS per la protezione dell’Europa e degli Stati Uniti d’America dai missili balistici a più lungo raggio lanciati dal Medio Oriente. Da questa analisi risul- ta essere l’Europa Centrale la migliore dislocazio- ne per difendere l’Europa da attacchi limitati di missili intermedi e a lungo raggio provenienti dal Medio Oriente. Ciò consentirebbe, inoltre, di dota- re gli attuali sistemi di difesa missilistica, disloca- ti in Alaska e California per la difesa degli USA, di una «capacità aggiuntiva». Dopo aver consultato diversi Alleati NATO, gli Stati Uniti, nel gennaio 2007, hanno intrapreso colloqui formali sulla di- Le basi dislocate in Polonia e nella Repubblica Ceca dan- slocazione delle difese in Europa. no all’Europa e agli Stati Uniti un’ottima copertura dai La proposta americana prevede un sito intercet- missili provenienti dal Medio Oriente. tori con un massimo di dieci GBI in Polonia, simile a quello attualmente dislocato in Alaska e in Cali- fornia. I GBI saranno sistemati in siti sotterranei in sticazione e capacità di carico, e ciò rende neces- una zona grande quanto un campo di calcio. Que- sario lo studio di difese contro missili a più lunga sti intercettori, come quelli dislocati negli Stati gittata. A questo scopo, la NATO ha iniziato nel Uniti, impiegano piccoli veicoli «hit-to-kill» capaci 2001 un importante studio tecnico per definire di distruggere le testate in arrivo. Essi hanno il l’architettura più idonea a proteggere, fino ad una supporto di un radar X-band fisso nella Repubbli- distanza di 3 000 km, le Forze dell’Alleanza ope- ca Ceca. Questo ha il compito di seguire e selezio- ranti al di fuori del territorio NATO. Questo pro- nare le minacce costituite dai missili balistici du- gramma, noto come Active Layered Theater Balli- rante la parte centrale del volo. La sua dislocazio- stic Missile Defense (ALTBMD) è stato completato ne è ottimizzata in modo da orientare il suo rag- nel 2003. L’anno successivo, i relativi schemi tec- gio stretto verso il Medio Oriente, allo scopo di lo- nici e i fondi necessari sono stati approvati dai Mi- calizzare i missili provenienti da quella regione. I nistri della Difesa dell’Alleanza. Il programma si sta dati raccolti sono usati per guidare i GBI verso la attrezzando con una struttura operativa di Coman- prevista traiettoria della testata del missile. Sicco- do e Controllo, alla quale le Nazioni contribuiranno me questa minaccia diventa sempre più comples- con intercettori e sensori per la difesa missilistica e sa, per esempio con l’aggiunta di «esche», potreb- si prevede che sarà in funzione poco dopo il 2010. be essere utile mettere in campo un piccolo radar Pur essendo importante, la sua portata è limita- X-band trasportabile e ad alta risoluzione, più vi- ta, in quanto non prende in esame le opzioni ne- cino alla minaccia, in modo da potenziare l’effica- cessarie per proteggere il territorio e i centri abi- cia della difesa. Questi nuovi elementi sono inte- tati dell’Alleanza, sempre più a rischio a causa grati dai radar dislocati a Fylingdales (Regno Uni- delle minacce a più lungo raggio. Recentemente la to) e Thule (Groenlandia), come pure dagli inter- NATO ha iniziato a colmare tale lacuna. Al vertice cettori di difesa missilistica che si trovano in Cali- di Praga del novembre 2002, i Capi di Stato e di fornia e in Alaska. Se sarà raggiunto un accordo Governo della NATO hanno riconosciuto la cre- con le Nazioni ospitanti, la costruzione dei siti po- scente minaccia rappresentata dai missili. Gli Stati trebbe iniziare nel 2009 e i primi intercettori esse- Uniti hanno dato inizio a un nuovo studio di fatti- re in loco nel 2011. bilità sulla difesa missilistica esaminando le op- Il piano proposto prevede che gli Stati Uniti e gli zioni disponibili. La nostra attività a tale proposito Alleati NATO non solo cooperino nella difesa missi- sarà in linea con il concetto di indivisibilità della listica ma mantengano anche la sicurezza collettiva sicurezza alleata. dell’Alleanza, creando una difesa, estesa a tutti i Lo studio di fattibilità sulle architetture attuabi- Paesi NATO, da una minaccia costituita da missili li per difendere Forze, popolazioni e territorio NA- balistici a lunga gittata lanciati dal Medio Oriente. TO dai missili balistici di ogni raggio è stato com- Alcuni Paesi alleati dell’Europa sud orientale non sa- pletato nel luglio 2005. Al Summit di Riga del no- rebbero interessati a minacce a lungo raggio del- vembre 2006, i Capi di Stato e di Governo hanno l’Iran, data la loro vicinanza al Medio Oriente. Per la riconosciuto la validità di tali conclusioni, stabi- loro protezione sono necessari sistemi di difesa lendo l’aggiornamento costante dei rapporti rela- missilistica di corto e medio raggio. Alcune Nazioni

11 - OIKOS ta contro gli Alleati dell’Europa sud orientale. Que- sto orientamento collega i contributi nazionali per la difesa missilistica nazionale con gli eventuali contri- buti NATO. Se i negoziati verranno conclusi positiva- mente, la Polonia e la Repubblica Ceca daranno un rilevante apporto alla difesa collettiva, ospitando un sistema di difesa missilistica e un radar di allarme avanzato simile a quelli dislocati nel Regno Unito e in Danimarca (Groenlandia). Gli sforzi combinati tra

Sopra e a destra. Superficie protetta dal Sistema di difesa antimissile ba- listico statunitense e interdetta alle offese di missili ba- listici a lungo raggio provenienti dal Medio Oriente.

della NATO si stanno già dotando di sistemi di dife- sa a più corto raggio, e l’Alleanza, come già detto, sta portando avanti il programma ALTBMD per unirli in un unico sistema integrato. Gli elementi di difesa missilistica a lungo raggio proposti dagli Stati Uniti forniscono all’Alleanza Stati Uniti ed Europa nella difesa a corto e lungo rag- un’importante capacità che integrerebbe le attivi- gio sarebbero utili per mantenere strettamente uni- tà di difesa già in atto o pianificate dalla NATO. Un ta e indivisibile la sicurezza degli Stati Uniti e della sistema di difesa a lungo raggio in Europa sareb- NATO. In questo modo i suoi membri sarebbero be interoperabile con le attuali difese a breve rag- pronti a rispondere se, in futuro, uno Stato ostile do- gio dell’Alleanza e con il programma ALTBMD. In vesse provare a intimidirli o a impedire all’Alleanza effetti, l’architettura di Comando e Controllo del di agire in difesa dei propri interessi. sistema statunitense di difesa missilistica a lungo raggio è stata progettata in modo da essere com- patibile con il programma ALTBMD e con l’Air IL LAVORO CON LA RUSSIA Command and Control System (ACCS) della NATO. Una volta operativo, quest’ultimo servirà da rete Nel gennaio del 2007, dopo che gli Stati Uniti unificata di Comando e Controllo aereo per i Pae- hanno espresso i propri intenti, la Russia ha ma- si della NATO, consentendogli di condurre opera- nifestato forti obiezioni. Mosca sostiene che il si- zioni aeree e di difesa aerea, stema è stato concepito per senza soluzione di continuità, rendere nullo il proprio arse- su tutto il territorio dell’Allean- Mosca sostiene che il siste- nale nucleare strategico e non za. Informazioni sulle operazio- “ma è stato concepito per ren- per contrastare gli attacchi li- ni di difesa missilistica, com- dere nullo il proprio arsenale mitati provenienti da Stati po- presi i dati provenienti dai siste- tenzialmente ostili come l’Iran. mi statunitensi, faranno parte di nucleare strategico e non per Gli Stati Uniti sono stati molto questa «conoscenza condivisa» contrastare gli attacchi limi- aperti con la Russia in relazio- della situazione. Quando i siste- tati provenienti da Stati po- ne ai loro piani e capacità e mi di difesa missilistica, gli ope- tenzialmente ostili... hanno cercato di incoraggiarla ratori e i Comandanti NATO sa- a cooperare contro il comune ranno coordinati efficacemente, ” pericolo derivante dai missili e sarà assicurata la difesa delle aree vitali, evitando dalle WMD presenti in Medio Oriente e in altre un inutile dispendio di risorse. aree. Alti funzionari americani si sono frequente- La collaborazione nella difesa missilistica consen- mente incontrati con le controparti russe, per tirebbe un ottimo rendimento e notevoli risparmi. esaminare insieme il sistema missilistico di dife- Agli Stati Uniti verrebbe affidata la difesa a lungo sa a lungo raggio proposto dagli Stati Uniti. raggio, mentre i sistemi NATO potrebbero essere I rappresentanti americani hanno spiegato det- chiamati a fronteggiare le minacce a più corta gitta- tagliatamente che dieci intercettori di difesa mis-

OIKOS - 12 Rivista Militare n. 3/2008 silistica basati a terra e un radar di inseguimento non possono costituire una minaccia per una for- za russa ICBM diretta contro gli Stati Uniti, né avrebbero alcuna possibilità contro la loro forza OIKOS strategica di missili balistici basati su sommergi- bili. Considerando la dislocazione geografica proposta, gli intercettori statunitensi a lungo raggio non potrebbero raggiungere i missili rus- si in volo. Gli intercettori difensivi si troverebbe- ro a condurre una «caccia in coda». Inoltre, dieci intercettori non rappresenterebbero una minac- cia per la forza strategica russa, composta da centinaia di missili e migliaia di testate. Per di più, gli intercettori sono progettati per distrug- gere le testate in arrivo con la sola forza della collisione. Non possono essere impiegati come Alcune aree della NATO sono a rischio di attacco con missili balistici offensivi né essere modificati per missili balistici a corto e medio raggio. I Sistemi di dife- sa a corto raggio della NATO e quelli nazionali possono il trasporto di testate. Ciò comporterebbe cam- integrarsi con i Sistemi di difesa a lungo raggio statuni- biamenti e collaudi di un certo rilievo, che non tensi per proteggere l’intera Alleanza. potrebbero essere fatti segretamente. Per andare incontro alle preoccupazioni russe, gli Stati Uniti si sono offerti di applicare una serie di mi- missilistiche, rendono necessario per gli Stati Uni- sure per incrementare la trasparenza e la prevedibi- ti e gli Alleati della NATO affrontare tempestiva- lità delle proprie attività difensive missilistiche, com- mente e compiutamente tale tematica. Allo stesso prese quelle proposte per l’Europa, dalle visite ai si- tempo, è necessario dedicarsi attentamente a vari ti alla possibilità di osservare i relativi test, fino alla settori. L’Alleanza, infatti, deve impegnarsi a: condivisione delle informazioni relative ai piani di- • considerare con la massima attenzione le impli- fensivi statunitensi e relativi programmi. Gli Stati cazioni strategiche derivanti dalla difesa da at- Uniti hanno anche espresso la disponibilità a colla- tacchi missilistici balistici, nell’ambito di un si- borare su tutta la gamma della difesa missilistica. stema internazionale di sicurezza caratterizzato Nel 2007, gli USA hanno fornito alla Russia un elen- da scenari imprevedibili; co completo delle possibili misure di cooperazione • approfondire la comprensione dei modi in cui la in tale settore. Per esempio, hanno proposto di svi- difesa missilistica può essere complementare ad luppare un’architettura regionale congiunta di dife- altre misure tendenti a combattere e ridurre la sa missilistica, che potrebbe incorporare quelli di- proliferazione di WMD e di missili; fensivi di entrambi i Paesi. Questo concetto riguar- • incrementare la condivisione di informazioni derebbe un notevole numero di mezzi, sistemi e li- concernenti la situazione, l’ampiezza e i tempi velli di integrazione, tutti con lo scopo di difendere delle minacce balistiche e WMD contro gli Allea- gli Stati Uniti, l’Europa e la Russia dalla comune mi- ti europei, in modo che essi possano valutare al naccia di un attacco con missili balistici. Finora la meglio le implicazioni di tali minacce alla stabi- Russia non ha voluto impegnarsi su queste proposte lità e agli interessi dell’Europa; di cooperazione. Al contrario, Mosca insiste affinché • accordarsi su una «road map» che tracci una Washington e i suoi Alleati sospendano i piani per lo strada in direzione dell’aumento delle difese spiegamento in Europa di difese missilistiche a lun- schierate, in modo da integrare i sistemi a corto go raggio. In cambio sarebbe disponibile a un mo- e lungo raggio delle Nazioni che hanno la capa- nitoraggio congiunto delle attività missilistiche ira- cità di contribuire. Ciò dovrà comprendere la de- niane e a condividere i dati di interesse rilevati dai finizione di misure alternative per il Comando e sistemi radar «early warning» russi. Malgrado queste Controllo delle difese, sì da ottimizzare l’effica- divergenze, gli Stati Uniti continuano a ricercare la cia del sistema e la sua trasparenza nei confron- possibilità di cooperare con la Russia, sia bilateral- ti di tutti gli Alleati. mente che in ambito NATO. L’insieme di queste attività consentirà una mi- gliore comprensione del contributo che la difesa missilistica può dare alle possibilità dell’Alleanza CONCLUSIONI Atlantica nell’attuale contesto di sicurezza.

I tempi necessari per la costruzione e lo schiera- Peppino DeBiaso mento di difese missilistiche, insieme con i cre- Direttore dell’Ufficio Politica di Difesa Missilistica scenti pericoli derivanti dalle minacce nucleari e del Dipartimento della Difesa statunitense

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OIKOS

GLI AMERICANI ALLE URNE GLI AMERICANI ALLE URNE

Il prossimo novembre sarà eletto il 44° Presidente degli Stati Uniti. Un evento che avrà un impatto enorme non solo nella politica interna, dove economia e consumi emettono preoccupanti scricchiolii, ma anche e so- prattutto in quella estera, perché non c’è angolo del pianeta che non subirà gli effetti del nuovo corso della Casa Bianca.

La politica americana procede per cicli. Un solo dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001, partito, con la propria filosofia politica, prevale per il Partito repubblicano, guidato da George W. Bush, vari decenni per poi essere soppiantato dall’altro. Il si è ripreso e sembrava che potesse restare alla gui- partito di governo non controlla necessariamente da della politica americana per vari decenni a venire. tutte le cariche principali: durante il ciclo democra- Poi, con le elezioni per il Congresso del 2006, la ruo- tico, che è durato dal 1932 al 1968, c’è stato un ta ha ripreso a girare in senso contrario e i democra- Presidente repubblicano, Dwight Eisenhower, dal tici hanno riconquistato la maggioranza. 1952 al 1960, ma i democratici avevano la maggio- È comprensibile come la posta in gioco sia estre- ranza al Congresso e in gran parte degli organi le- mamente alta. Cinquant’anni fa le differenze tra i gislativi dei vari Stati. Erano loro che definivano due partiti non erano così profonde. I democratici l’agenda politica del Paese. avevano un’ala conservatrice, i repubblicani una li- L’ultimo importante riassetto politico, nel 1980, ha beral, e le scelte in politica estera erano bipartisan. dato il via al ciclo repubblicano e conservatore. Sul Invece, a partire dagli anni Novanta tra i due par- punto di esaurirsi, verso la fine degli anni Novanta, titi si è aperta una netta divergenza. I democratici sono favorevoli a un’internazionalizzazione della politica estera e all’intervento del Governo per li- mitare le disuguaglianze e per regolamentare le imprese private nel pubblico interesse. I repubbli- cani hanno assunto uniformemente posizioni con- servatrici, sono impegnati in una politica estera unilaterale e su un fronte interno a ridurre l’in- fluenza governativa sulle attività private. Le ele- zioni di quest’anno decideranno quale sarà l’at- teggiamento degli Stati Uniti riguardo alla guerra in Iraq e al riscaldamento globale, ma anche nei confronti di quei 47 milioni di americani privi di assistenza sanitaria.

L’IMPORTANZA DELLA POLITICA ESTERA

La politica estera sta avendo un ruolo centrale nelle elezioni americane. I dati indicano come que- sto aspetto è prioritario nella scelta del prossimo Presidente. Il voto degli indecisi potrebbe rivelarsi

A sinistra. Il Presidente George W. Bush. In apertura. La Casa Bianca.

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punto di fondo su cui i candidati, sia repubblicani che democratici, concordano: nonostante il falli- mento della politica interventista di Bush e l’avver-

sione crescente dell’opinione pubblica per impe- OIKOS gni all’estero non dettati da minacce incombenti o da un chiaro interesse nazionale, nessuno propo- ne un ritorno a politiche isolazioniste. Per i demo- cratici non è una novità: sono da sempre favorevo- li, sulla scia di Woodrow Wilson e Franklin Roose- velt, a un ruolo attivo degli USA nella gestione dei problemi regionali e mondiali. I repubblicani, dal canto loro, in linea con l’attuale Amministrazione, ritengono che l’America per difendersi dai suoi nemici debba combatterli innanzitutto all’estero, dove hanno le basi di appoggio e di reclutamento. Questa rimane d’altronde la principale giustifica- Hillary Clinton durante un comizio elettorale. zione dell’impegno militare in Iraq e in Afghani- stan. Va però anche detto che hanno preso le di- stanze dagli eccessi «idealistici» dei neoconserva- determinante. tori. Si nota, infatti, un tentativo di recuperare un E probabile, anzi, che la campagna presidenzia- approccio più realistico sulle questioni internazio- le si concentrerà su temi di politica estera ancor nali, in linea peraltro con una delle tradizioni più più di quella del 2004, che si concluse con la vit- consolidate della politica estera del Partito. toria di George W. Bush. Si evita di riproporre obiettivi Si obietterà che, specie dopo lo ormai ampiamente screditati, scoppio della «bolla speculativa» La politica estera sta aven- come l’esportazione della de- immobiliare, le preoccupazioni “do un ruolo centrale nelle mocrazia o il regime change. degli americani per il futuro eco- elezioni americane. I dati in- Che, peraltro, rimanevano an- nomico del Paese sono aumen- dicano come questo aspetto cora al centro della Strategia di tate e i candidati alla Presidenza Sicurezza Nazionale dell’Ammi- non potranno certo ignorarle, a è prioritario nella scelta del nistrazione nel 2006. differenza delle elezioni del prossimo Presidente La scelta di portare la guerra 2004 quando l’economia era an- in campo nemico rimane, inve- cora in una fase espansiva. Inol- ” ce, secondo i repubblicani, lun- tre, l’11 settembre è più lontano nel tempo e il ti- gimirante e da confermare. Nessun ritorno, dun- more di nuovi attacchi terroristici sembra, stando que, alla situazione precedente l’attacco del 2001 ai sondaggi, essersi attenuato. La questione del alle Torri Gemelle e al Pentagono. Essi continuano grado di affidabilità dei vari candidati come «Co- mandanti in capo» nella lotta al terrorismo potreb- be, quindi, avere un ruolo meno preminente rispet- John McCain, candidato dei repubblicani. to al passato, quando, almeno secondo alcune in- terpretazioni del risultato elettorale, si rivelò alla fine decisiva. Ma così si rischia di sottovalutare come l’Ameri- ca e in particolare alcuni settori della sua società fatichino a riprendersi da quel tragico evento. La capacità dei candidati di assicurare una risposta adeguata a nuovi possibili attacchi terroristici ri- marrà al centro della campagna elettorale. Inoltre, le differenze tra democratici e repubblicani su molti temi internazionali a partire da quello più caldo, l’impegno militare in Iraq, si sono conside- revolmente accentuate.

I CONFLITTI IN MEDIO ORIENTE

A giudicare dal dibattito in corso, c’è almeno un

17 - OIKOS dell’Amministrazione Bush (mitigata solo di recente, e finora senza successo, dalle iniziative intraprese dal Segretario di Stato Condoleezza Rice). Va notato, però, che entrambi hanno assunto una posizione marcatamente filoisraeliana, che difficilmente po- trebbe costituire la base per una politica più efficace nei confronti dei palestinesi e del mondo arabo. Un’ulteriore convinzione dei democratici è la contestazione della tesi, che continua ad essere sostenuta dai repubblicani, secondo cui lotta al terrorismo e guerra in Iraq sono inscindibili. Essi considerano questo conflitto come una grave di- strazione dalle vere priorità: lotta ai talebani e ad al Qaeda in Afghanistan e, inoltre, impedire che gruppi terroristici possano impadronirsi di armi di distruzione di massa. Barak Obama, a destra, con il Senatore Coburn.

L’IMPEGNO IN IRAQ a riproporre, sulle orme di Bush, l’immagine di un’America minacciata da più parti che, per pro- Mentre i repubblicani hanno sostenuto l’incre- teggersi, non può che mantenersi in offensiva. mento di truppe deciso da Bush all’inizio del 2007 e intendono confermare, per ora senza scadenze, la presenza militare in Iraq, i democratici presen- UNILATERALISMO O MULTILATERALISMO tano piani, più o meno dettagliati, per il ritiro. Questi hanno molto in comune: prevedono che il In questo campo, la visione dei democratici è nuovo Presidente lo avvii immediatamente dopo il profondamente diversa e per molti aspetti opposta suo insediamento, che sia completato in non me- a quella dei repubblicani. Essi pensano che l’Am- no di un anno e che comunque rimangano, sia nel- ministrazione Bush abbia buttato al vento il rispet- la regione che in Iraq, un certo numero di soldati. to e la fiducia dei suoi alleati e amici più stretti. Il Quest’ultimo è chiaramente il punto più delicato. problema centrale per loro è ristabilire la reputa- Ritengono necessaria, dopo il ritiro, una presenza zione politica e morale dell’America nel mondo per militare americana per assolvere a una serie di poterne riaffermare la leadership. Sono in molti a missioni di non poco conto: dalla protezione del ritenere che la visione di Bush personale civile americano che sia stata ciecamente ideologica e resterà in Iraq al controllo dei abbia messo gli americani di ...la visione dei democra- confini con i Paesi limitrofi, non fronte a false scelte, come quel- “tici è profondamente diversa solo l’Iran, ma anche Turchia, la tra forza e diplomazia e, più in e per molti aspetti opposta a Siria e Giordania, dalle opera- generale, tra hard e soft power, zioni antiterrorismo contro al laddove, si sostiene, è solo la quella dei repubblicani. Essi Qaeda all’addestramento del- combinazione di questi elemen- pensano che l’Amministra- l’Esercito iracheno. Alcune di ti che può portare al successo. zione Bush abbia buttato al queste missioni possono teori- Uno dei temi di contrasto tra vento il rispetto e la fiducia camente essere svolte anche repubblicani e democratici è pro- dei suoi alleati e amici più fuori dall’Iraq (è il caso di atti- prio il ruolo della diplomazia. I stretti vità di addestramento) o essere primi sono a dir poco riluttanti a assegnate a unità militari, che, dialogare con Paesi come l’Iran e ” in caso di necessità, interver- la Siria, per non parlare di Cuba, e insistono sulla ne- rebbero da Paesi vicini, come ad esempio una For- cessità di porre precise condizioni prima dell’avvio di za di azione rapida di stanza in Kuwait o in un al- qualsivoglia negoziato. Per i secondi è, invece, fon- tro Paese alleato del Golfo. Per assolvere queste damentale che sia rilanciata al più presto l’azione di- missioni occorrerebbero migliaia di soldati, se- plomatica in Medio Oriente, come era stato suggeri- condo alcune stime, alcune decine di migliaia. to un anno fa dall’Iraqi Study Group, la commissio- Insomma, anche se ne hanno fatto un cavallo di ne bipartisan presieduta dal repubblicano James Ba- battaglia, dalle loro dichiarazioni si evince che non si ker e dal democratico Lee Hamilton. I democratici tratta di un ritiro totale e neanche di un venir meno sono anche a favore di un’iniziativa per risolvere il degli sforzi per stabilizzare il Paese ed evitare che ca- conflitto israelo-palestinese, criticando la passività da sotto l’influenza iraniana o si trasformi in una zo-

OIKOS - 18 Rivista Militare n. 3/2008 na franca per i terroristi di al Qaeda. E non è, quindi, re il Corpo delle guardie rivoluzionarie iraniane immaginabile un abbandono definitivo o solo una nella lista delle organizzazioni terroristiche stra- presenza militare simbolica se prima non saranno ot- niere. Sia il Senatore Barak Obama che Edwards la tenuti risultati più tangibili, e soprattutto sostenibili hanno violentemente attaccata, sostenendo che OIKOS nel lungo termine, rispetto a quelli vantati dall’Am- ciò potrebbe offrire a Bush il pretesto per interve- ministrazione Bush negli ultimi mesi, attribuiti all’in- nire contro l’Iran. Per parare queste critiche Hilla- cremento delle truppe e alla nuova strategia perse- ry Clinton ha proposto, insieme ad altri senatori, guita dal Generale David Petraeus. In definitiva è im- un progetto di legge che proibisce l’uso di fondi probabile che il prossimo «inquilino» della Casa Bian- per azioni militari in Iran senza un’esplicita auto- ca, anche se democratico, deciderà di smantellare la rizzazione del Congresso. presenza militare in Iraq se prima non sarà realizza- In generale, bisogna riconoscere che ha dimo- ta la stabilizzazione del Paese e non saranno allonta- strato coraggio, nell’assumere, su diversi temi di nati i rischi del terrorismo. Come accennato, i demo- politica estera, posizioni più centriste di quelle cratici vorrebbero in ogni caso spostare soldati e ri- prevalenti nella base democratica. sorse dal teatro iracheno a quello afghano, ritenuto il vero fronte della lotta antiterrorismo. LE FORZE ARMATE

L’ENIGMA IRAN I due schieramenti sono concordi sulla necessità di una ristrutturazione delle Forze Armate, accre- Fino a qualche tempo fa la questione dell’Iraq scendo gli effettivi dell’Esercito e dei Marines. dominava totalmente il dibattito di politica estera, Questa convergenza non deve stupire: è convin- come già avvenuto durante le elezioni di midterm del novembre 2006, vinte dai democratici. Ultima- mente ha assunto un rilievo crescente il problema delle misure da adottare per bloccare il program- ma nucleare dell’Iran. L’ipotesi di un intervento militare contro Teheran è ormai diventata uno dei temi centrali della campagna elettorale. Questo parziale spostamento di attenzione è dovuto a un oggettivo aggravamento del problema: né gli sfor- zi diplomatici, né le sanzioni decise dall’ONU han- no finora prodotto risultati, e l’Iran ha continuato a progredire nell’arricchimento dell’uranio, anche se non è chiaro in quali proporzioni. Ma anche l’Amministrazione Bush ci ha messo del suo, usando toni sempre più allarmistici sulla minaccia iraniana, forse anche nell’intento di distrarre l’opi- nione pubblica dalla guerra in Iraq. Anche su questo tema le differenze nei due cam- pi sono marcate. I democratici non intendono escludere, in linea di principio, nessuna opzione, incluso l’uso della forza, anche se pongono l’ac- cento sulle iniziative da intraprendere a livello Soldati americani in addestramento. economico. Sono arrivati a promettere negoziati diretti con Teheran (finora solo gli europei si sono impegnati in colloqui formali con i dirigenti irania- zione generale che la scelta dell’ex Ministro della ni). L’ex candidato Edwards ha prospettato la fir- Difesa Donald Rumsfeld di puntare su un Esercito ma di un vero e proprio patto di non aggressione di dimensioni ridotte, investendo invece in armi ed con l’Iran se quest’ultimo accettasse di rinunciare equipaggiamenti tecnologicamente avanzati, sia ai suoi piani nucleari. La Senatrice Hillary Clinton è stato un errore fatale, di cui si sono viste le nefa- stata l’unica, fra essi, a pronunciarsi senza equi- ste conseguenze in Iraq. Riconoscendo che l’orga- voci per un inasprimento delle sanzioni contro Te- nico è insufficiente, Bush stesso ha, d’altronde, già heran. Mentre altri democratici vedono nell’impo- dato luce verde a un incremento degli effettivi. Le sizione di nuove sanzioni un preludio alla guerra, proposte dei democratici prevedono un aumento lei l’ha presentata come un modo per tentare di che si aggira intorno alle 90 000 unità. Quasi tut- prevenirla. Non solo: in Senato ha votato anche a ti i candidati promettono, poi, di incrementare la favore di una risoluzione in cui si chiede di inseri- presenza di civili specializzati in compiti di rico-

19 - OIKOS Carro armato M1A2 «Abrams» in Iraq. armamenti e del disarmo, con una serie di misure volte a preservare, aggiornandolo, il Trattato di non-proliferazione nucleare (TNP). Vogliono, struzione economica e istituzionale, nel quadro inoltre, che il Congresso ratifichi quello che met- delle missioni di pace. te completamente al bando i test nucleari (Com- Su altre questioni di politica di difesa le differen- prehensive test ban treaty) (CTBT), che Bush ha ze tra democratici e repubblicani sono, invece, invece accantonato. Per far fronte ai rischi della considerevoli. Sul progetto di difesa contro i missili proliferazione nucleare, Obama ha riproposto, ad balistici, innanzitutto. I repubblicani lo ritengono esempio, l’idea di creare una banca del combusti- necessario contro le minacce che potrebbero pro- bile nucleare sotto controllo internazionale e l’ex venire non solo dall’Iran, ma an- candidata Hillary Clinton aveva che da Russia e Cina. Sarebbe ...con un’Amministrazio- ipotizzato di perseguire un ac- così possibile emanciparsi pro- “ne democratica gli europei cordo con i russi per una ridu- gressivamente dalla logica della avrebbero più facilità, alme- zione drastica dei due arsenali dissuasione nucleare e della «di- no in teoria, a trovare intese nucleari, presentandolo come struzione reciproca assicurata» un passo necessario anche per (Mutual Assured Destruction) e a sviluppare una proficua ridare maggiore credibilità al- ereditata dalla Guerra fredda. cooperazione l’impegno degli USA contro la Questa concezione estensiva proliferazione nucleare. I re- delle finalità del progetto di di- ” pubblicani hanno invece mo- fesa antimissile non può però che allarmare Mosca, strato, in linea con l’attuale Amministrazione, un che vede in ciò l’intento di cambiare gli equilibri forte scetticismo sull’opportunità di nuovi accor- strategici a favore degli USA. Più sfumata è la posi- di in materia. zione dei democratici. Essi non considerano il pro- getto come prioritario e anzi vorrebbero ridurre i fondi ad esso dedicati, ma si guardano bene dal LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI prospettarne la cancellazione. La verità è che l’idea di una protezione permanente dalla minaccia nu- Profondamente diversa è la visione del ruolo del- cleare rimane popolare in larga parte dell’elettora- le Nazioni Unite. La tesi ricorrente tra molti repub- to. Anche per questo, in campo democratico si pre- blicani è che l’ONU abbia fallito e che sia pertanto ferisce adottare un atteggiamento pragmatico sul arrivato il momento di cominciare a predisporre progetto di scudo antimissile, mettendone in rilie- altri strumenti istituzionali. vo i costi e le difficoltà di realizzazione. Meno drastica è la posizione di John McCain, in I democratici non hanno invece dubbi sulla ne- corsa per la presidenza: si è detto favorevole alla cessità di procedere sulla via del controllo degli formazione di una «lega delle democrazie», che si

OIKOS - 20 Rivista Militare n. 3/2008 attiverebbe nel caso di paralisi decisionale in se- Finora si è discusso poco del ruolo della NATO. no al Consiglio di Sicurezza. La proposta di crea- I repubblicani tendono ad avere un atteggiamen- re una coalizione o un raggruppamento tra le de- to ambivalente: sarebbero in teoria favorevoli a mocrazie, in grado di gestire i problemi interna- un’espansione dei suoi compiti e del suo raggio di OIKOS zionali in modo più rapido ed efficace di quanto azione, ma, come l’Amministrazione Bush, temo- non abbia finora dimostrato di saper fare l’ONU, no che, agendo attraverso di essa, gli USA rischi- rispunta periodicamente e affascina anche una no di doversi sottoporre a troppi vincoli e restri- parte dei democratici (l’attuale «Comunità delle zioni imposte dagli alleati. In campo repubblicano democrazie», che è un mero foro di coordinamen- è John McCain il più convinto sostenitore della to tra i Governi, fu creata nel 2000 su iniziativa NATO e, più in generale, di un rapporto stretto dell’Amministrazione Clinton). Finora è rimasta con gli europei (anche se va detto, molte delle po- però un’idea dai contorni estremamente vaghi, litiche che propugna sono tutt’altro che ben viste dal valore più retorico che sostanziale. È, poi, più in Europa). che evidente il rischio che, perseguendo simili Neanche i candidati democratici hanno dedicato progetti, si finisca soltanto per indebolire ulte- grande spazio ai rapporti transatlantici e al ruolo riormente l’ONU. In ogni caso i democratici han- della NATO e dell’Unione Europea. Il fatto è che no posto l’accento soprattutto sulla riforma del l’attenzione rimane, come si è detto, in gran parte Palazzo di Vetro come condizione per un suo ri- puntata sull’Iraq, da cui anche gli Stati europei che lancio. In particolare, l’idea di allargare il Consi- hanno appoggiato la guerra nel 2003 si sono pro- glio di Sicurezza, assegnando un seggio perma- gressivamente disimpegnati. Gli americani sanno nente a Paesi come il Brasile o l’India, trova note- che non possono aspettarsi nessun aiuto sostan- vole favore tra di essi (l’ultimo tentativo serio da ziale da loro per districarsi dall’Iraq. Ma anche l’al- parte americana di riformare il Consiglio di Sicu- tro problema centrale, quello dell’Iran, tende ad rezza fu intrapreso dall’Amministrazione Clinton essere trattato più come una questione bilaterale negli anni Novanta). che come un comune problema transatlantico, benché sia stato rilevante il contributo europeo agli sforzi diplomatici per una soluzione pacifica Il palazzo delle Nazioni Unite a New York. della controversia, sforzandosi costantemente di mantenere un’unità d’azione con Washington. Va da sé, anche alla luce di quel che si è detto fin qui, che con un’Amministrazione democratica gli europei avrebbero più facilità, almeno in teoria, a trovare intese e a sviluppare una proficua coopera- zione. La visione di politica estera di questi, a co- minciare dall’importanza che attribuiscono al mul- tilateralismo e al ruolo delle istituzioni, sembra in- fatti più in sintonia con quella prevalente in Europa. L’istinto unilateralista appare invece molto radi- cato fra i repubblicani anche se la scelta di John McCain dà probabilmente maggiori garanzie di at- tenzione alle dinamiche europee e al ruolo della NATO. Una presidenza democratica faciliterebbe un rilancio della cooperazione transatlantica. Il problema è se gli europei saprebbero, da parte lo- ro, cogliere questa opportunità. Su molte questio- ni centrali dell’agenda internazionale non hanno ancora una posizione sufficientemente chiara e univoca, e anche le persistenti debolezze istitu- zionali dell’UE pesano negativamente. In realtà, indipendentemente dall’esito delle prossime ele- zioni americane, è vitale che gli europei rafforzino la propria capacità di agire collettivamente. Questa rimane la condizione fondamentale affinché possa stabilirsi un rapporto di cooperazione più stretto ed equilibrato con Washington.

Antonio Ciabattini Leonardi Esperto di Geostrategia

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LA LIBIA APRE AL DIALOGO? LA LIBIA APRE AL DIALOGO?

Affacciata sul Mediterraneo e con lo sguardo rivolto all’Occidente, l’odierna Jamahiriya affronta le sue contrad- dizioni. Tra la disoccupazione interna, la lotta all’immigrazione clandestina e le minacce di al-QQaeda, cerca di giocare un ruolo importante nello scacchiere europeo. Negli ultimi venti anni ha profondamente cambiato il cor- so delle sue relazioni internazionali passando attraverso le accuse di terrorismo al seggio nel Consiglio di Si- curezza delle Nazioni Unite. Restano tuttavia contrastanti i rapporti con l’Italia.

L’Indipendenza della Libia - dopo decenni di co- sua struttura feudale diventata oramai anacroni- lonialismo italiano e un periodo di occupazione stica. La giunta militare guidata dal Colonnello militare franco-britannica dal 1943 al 1951 - vie- Muammar al-Qaddafi (Gheddafi, classe 1942), con ne decisa dall’ONU nel 1949 e diviene effettiva so- un colpo di Stato nel 1969, si impadronisce del lo alla fine del 1951 con Re Idris I (Mohammed potere, depone il Sovrano e governa il Paese attra- Idris el-Nadhi el-Senussi), l’emiro della Cirenaica. verso un Consiglio rivoluzionario. Da monarchia Nel 1953 la Libia firma con il Regno Unito un Trat- costituzionale, si trasforma in repubblica e, senza tato di alleanza che concede alla Corona alcune assumere alcuna carica politica, Gheddafi si attri- basi militari in cambio di imponenti aiuti finanzia- buisce il potere supremo quale «Guida della Rivo- ri. Nello stesso anno il Paese aderisce alla Lega luzione», dopo aver abolito le elezioni e gli schie- Araba e, nel 1955, all’Organizzazione delle Nazio- ramenti partitici. La nuova Libia si allinea alle ten- ni Unite. Ma la scoperta del petrolio (1958) modi- denze più intransigenti del panarabismo: le basi fica sostanzialmente la sua situazione economica e anglosassoni vengono evacuate, 20 000 italiani provoca la caduta della monarchia senussita con la vengono espulsi e i loro beni confiscati (1970). La British Petroleum viene nazionalizzata e inizia l’in- tegrale arabizzazione della cultura, dell’educazio- In apertura. ne nazionale e dell’amministrazione pubblica. In Il Tadrart Acacus, nel sud-ovest libico del deserto del nome della «terza via» - destinata a sostituirsi al Sahara. capitalismo e al socialismo - Gheddafi appoggia Sotto. con fermezza la resistenza palestinese e si oppo- La Libia. ne a qualsivoglia compromesso con lo Stato di Israele, sino a entrare in contrasto con la stessa organizzazione di Yasser Arafat per la supremazia della lotta militare contro lo Stato ebraico. Nel 1977, con la nuova riforma costituzionale, il Paese cambia il nome in «Jamahiriya Araba Libica Popolare Socialista» e assume il Corano come leg- ge fondamentale dello Stato, ovvero con le precise connotazioni di una Repubblica popolare, sociali- sta e islamica. Il popolo esercita la sovranità attra- verso 2 700 rappresentanti scelti dai «Congressi popolari di base» che, a livello nazionale, si riuni- scono nel «Congresso Generale Popolare» che, a sua volta, elegge gli organi del potere esecutivo: il Segretario Generale e il Comitato Generale del Po- polo. I membri di questo Comitato svolgono le funzioni di Ministri, inizialmente venti e successi- vamente ridotti a cinque nel 2000: Esteri, Giusti- zia, Finanze, Informazione e Petrolio. Il Segretario Generale svolge i compiti di Capo del Governo e il

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zioni nelle Ambasciate di Stati Uniti e Francia. Ma le misure di austerità imposte alla Libia dopo la re- cessione provocata dalla crisi del mercato del

greggio nei primi anni 80, aumentano il già critico OIKOS dissenso all’interno del Paese. Dopo arresti, desti- tuzioni ed esecuzioni ai danni di alcuni Ufficiali - per la nuova Libia, le Forze Armate sono solo un «Esercito Popolare» - nel 1984 viene effettuato il primo serio tentativo di impossessarsi di una ca- serma di Tripoli. La repressione interna è imme- diata. Sul piano della politica internazionale, Gheddafi sottoscrive con l’Unione Sovietica un Ac- cordo di collaborazione economica, commerciale e tecnico-scientifica. Nel 1985, il Paese viene accusato di aver appog- giato attacchi terroristici in Europa (Roma e Vien- na) e di pesanti coinvolgimenti con i gruppi rivo- luzionari armati in Egitto e Siria. In seguito alla dichiarazione unilaterale sulla ter- ritorialità delle acque del Golfo della Sirte - riven- dicata da Tripoli oltre le dodici miglia marine, con- trariamente alle leggi e alle consuetudini interna- zionali - i rapporti con gli Stati Uniti e con la Gran Bretagna diventano particolarmente tesi. Nel 1981 due caccia americani, decollati dalla portaerei «Ni- mitz», abbattono due velivoli dell’Aeronautica Mi- litare libica e, due anni più tardi, altri caccia libici Muammar Gheddafi. vengono intercettati dagli F-14 americani e co- stretti a rientrare alla base. La tensione con gli Sta- ti Uniti (Presidente Ronald Reagan) si inasprisce leader Gheddafi ricopre la carica - de facto - di nel 1986. Durante un’esercitazione aeronavale Capo dello Stato. Sempre nel 1977, la Libia si della VI Flotta americana nel Golfo della Sirte, due scontra più volte con l’Egitto lungo le frontiere e motovedette libiche che si avvicinano «pericolosa- inizia un violento contenzioso con il Ciad, accusa- mente» vengono affondate. I libici reagiscono lan- to di aver occupato alcuni stabi- ciando sei missili contro gli limenti di uranio. La disputa vie- F-14 in sorvolo sul Golfo che ne risolta solo nel 1994 grazie La giunta militare guidata usciti indenni distruggono la all’intervento di un Tribunale In- “dal Colonnello Muammar al batteria missilistica. Il giorno ternazionale e, lo stesso anno, il Qaddafi (Gheddafi), con un dopo, altri attacchi vengono Governo di Tripoli sostituisce il colpo di Stato nel 1969, si condotti contro le basi missili- calendario occidentale con stiche libiche e vengono affon- quello lunare dell’Islam, adot- impadronisce del potere, date altre due motovedette. tando la legge islamica (Sharia) depone il Sovrano e governa L’esercitazione si conclude il sia in campo penale che in quel- il Paese attraverso un Con- 27 marzo del 1986 senza ulte- lo civile. Pur nei limiti di una dif- siglio rivoluzionario riori incidenti. Solo nove giorni ficile unificazione interna, non più tardi, nella discoteca «La riesce però ad esprimere una ” Belle» di Berlino Ovest, una vio- politica estera conforme e durevole. Tutti i proget- lenta esplosione causa il ferimento di oltre due- ti diplomatici più importanti - dalle fusioni con cento persone (tra cui 67 soldati americani) e la l’Egitto, il Sudan e la Tunisia, o con l’Algeria e la morte di un Sergente dei Marines e di una giovane Tunisia insieme - naufragano molto spesso prima donna turca. Secondo le agenzie di Intelligence ancora di arrivare al tavolo delle trattative. Ergen- occidentali, la responsabilità dell’attentato è di dosi a campione dell’Islam, Gheddafi spes- matrice libica. Washington decide di rispondere so operazioni di destabilizzazione contro alcuni con l’operazione denominata «Eldorado Canyon», regimi con cui in precedenza era amico (oltre che prevede la distruzione di cinque importanti l’Egitto, anche la Tunisia) e i rapporti con l’Occi- obiettivi: la base navale di Sid Bilal, gli aeroporti dente sono soggetti a gravi tensioni. Tra il 1979 e militari di Tripoli e Bengasi, una base missilistica il 1980 si registrano a Tripoli saccheggi e devasta- in Cirenaica e la caserma di Bal al’Aziziyyah, dove

25 - OIKOS abitualmente risiede Gheddafi con la famiglia. Par- risarcire le famiglie di entrambi i disastri aerei per titi dalla base britannica di Lakenheat, diciotto un importo indicativo di 4 milioni di dollari per cacciabombardieri F-111 compiono un lungo volo unità familiare. All’interno del Paese, Gheddafi av- sull’Atlantico - per non violare lo spazio aereo di via una politica di privatizzazioni e di aperture agli Francia e Spagna che non hanno concesso l’auto- investitori stranieri europei, nonostante la grave rizzazione - e si danno appuntamento sui cieli del tensione esplosa nel 2000 con la presenza di oltre Golfo della Sirte con sedici A-6 «Intruder» decol- due milioni di lavoratori africani, addetti ai lavori lati dalle portaerei «America» e «Coral Sea» in na- più umili, mal visti dai giovani libici afflitti da un vigazione nel Mediterraneo. Dopo i bombarda- crescente e drammatico tasso di disoccupazione. menti, si contano 37 morti - tra cui la figlia adot- Nel 2003 l’ONU dichiara decadute le sanzioni tiva di Gheddafi, Hanna di sedici mesi - e 93 feri- precedentemente imposte e, dopo nove mesi di ti tra cui la moglie del Colonnello e due suoi figli. trattative segrete con gli Stati Uniti e la Gran Bre- Lo stesso giorno la Libia replica con il lancio, con- tagna, Gheddafi annuncia (19 settembre 2003) la tro l’isola di Lampedusa, di due missili «Scud» che sospensione della produzione di armi nucleari, non raggiungono il bersaglio e cadono in mare a chimiche e biologiche, lì dove sono compresi an- due chilometri dalla costa. L’obiettivo, secondo che i missili a lungo raggio - limitandone la por- Tripoli, è la base di ascolto americana «Loran C», tata a soli 300 chilometri - con grande soddisfa- occupata da una piccola guarnigione che era stata zione dello Stato di Israele, oramai fuori gittata. rafforzata solo qualche giorno prima da un contin- L’anno successivo, dopo aver accertato - attraver- gente di Marines. Gheddafi definisce l’Italia nemi- so ispezioni dirette dei siti libici - l’avvenuta rimo- co «numero uno» e minaccia di adottare gravi mi- zione delle armi non convenzionali e lo smantella- sure militari se il nostro Paese continuerà ad esse- mento dei missili «Scud», Washington revoca l’em- re la base degli attacchi americani contro il suo bargo commerciale e ristabilisce, anche se solo Paese. Il Presidente del Consi- formalmente, le relazioni di- glio dei Ministri italiano, (Bettino plomatiche. I componenti es- Craxi) indirizza a Tripoli una Secondo il Colonnello la senziali del programma milita- nota di protesta e la diffida dal “matrice dell’odio verso l’Ita- re nucleare (e segreto) della Li- compiere altri atti del genere, lia va ricercata nel risenti- bia - anche se ancora a un li- mentre riserva un giudizio mol- mento della popolazione, vello di sviluppo molto ridotto - to severo sull’operazione ame- vengono trasportati nel Labo- ricana. Sul piano politico, Tripoli sin dal 1911, verso l’occu- ratorio Nazionale americano di riceve la solidarietà soltanto pazione coloniale... Oak Ridge nel Tennessee. In re- dall’Unione Sovietica e da alcuni ” altà, la rinuncia di Gheddafi ad Paesi che aderiscono al movi- alimentare l’eversione e a pro- mento dei «non allineati». Alle continue minacce durre armi di distruzione di massa rappresenta del Colonnello Gheddafi di rappresaglie contro i l’unica via disponibile, sia per risanare l’economia Paesi dell’Alleanza Atlantica, Washington: annun- fortemente compromessa dalle sanzioni (gli inte- cia la rottura delle relazioni diplomatiche e com- gralisti islamici continuano a provocare disordini merciali con Tripoli; congela gli averi presso le «soffiando» sul malcontento popolare dovuto al- banche americane (oltre un miliardo di dollari); di- l’embargo) sia per uscire dall’isolamento nel qua- spone la proibizione del traffico aereo e il blocco le è stato confinato dalla comunità internazionale. sulle importazioni di petrolio. Il Consiglio della Le- Tripoli invita anche gli altri Stati mediorientali ad ga Araba condanna le sanzioni e le minacce ai intraprendere la stessa strada e incassa la piena danni della Libia. Durante la Guerra del Golfo con- solidarietà dell’Egitto sotto lo sguardo attento di tro l’Iraq per la liberazione del Kuwait nel 1991, Washington. Anche l’Unione Europea segue Tripoli non partecipa alla forza multinazionale l’esempio americano. Sempre nel 2004 - dopo contro Saddam Hussein. Sempre agli inizi degli l’impegno di risarcire anche i familiari delle vittime anni 90, le Nazioni Unite impongono sanzioni al dell’attentato ai danni della discoteca di Berlino - Paese (Risoluzione 748 del 1992, embargo alla Li- la UE revoca l’embargo sulle armi e sul materiale bia) per il suo rifiuto di collaborare sugli attentati militare. La decisione viene presa su richiesta del aerei alla «Uta» (Nigeria, 1989, 170 vittime) e alla Governo italiano, interessato a fornire alla Libia «Pan Am» (Scozia, 1998, 270 vittime tra cui 189 aerei e motovedette per prevenire l’immigrazione americani) dove agenti libici sono accusati di aver clandestina. Dopo aver inaugurato il nuovo corso piazzato a bordo ordigni esplosivi. Nel 1999 la Li- delle relazioni internazionali, con la rinuncia alle bia consegna alla Corte Internazionale dell’Aja due armi di distruzione di massa e l’accettazione delle sospetti attentatori della «Pan Am» (nel 2001 l’Uf- ispezioni previste dal Protocollo aggiuntivo al ficiale dell’Intelligence libica, Abdel Basset Alì al- Trattato di non proliferazione nucleare, Gheddafi Meghsi, viene giudicato colpevole) e si impegna a sembra aver intrapreso anche «azioni coperte» per

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Una veduta di Tripoli. bersaglio si trasforma nel «diavolo crociato» che rappresenta l’Italia. La manifestazione ben presto non è più sotto controllo e tra i dimostranti che riallacciare i rapporti con lo Stato di Israele. Smet- conducono l’assalto contro il Consolato italiano ci te di indossare la divisa e per alcuni anni scompa- sono uomini armati. Oramai è vera guerriglia - co- re dalla scena internazionale. I suoi delegati ratifi- me poche volte si era vista - e la polizia riceve cano a Vienna nel 2004 il Trattato internazionale l’ordine di sparare contro quei dimostranti che mi- per la messa al bando di tutti gli esperimenti in- nacciano di uccidere i nostri diplomatici asserra- ternazionali (CTBT, 170 Paesi). Gheddafi si sta gliati all’interno dell’edificio. La vicenda si conclu- preparando un nuovo vestito? de con tredici morti, decine di feriti e numerosi ar- Ma sempre nel 2004, proprio mentre la Libia ap- resti. Ma a distanza di pochi giorni la televisione e pare più docile e remissiva, la Fondazione Ghed- un dispaccio dell’Agenzia «Jana» trasmettono il di- dafi - la potente istituzione presieduta dal figlio scorso pronunciato da Gheddafi durante un radu- Seif al-Islam al-Gheddafi - annuncia di aver ri- no di rappresentanti governativi a Sirte: l’obiettivo chiesto agli Stati Uniti d’America un indennizzo della manifestazione di Bengasi era l’uccisione del per le vittime (secondo Tripoli, 41 morti e 226 fe- Console italiano e della sua famiglia. Secondo il riti) delle incursioni americane contro Tripoli e Colonnello, la matrice dell’odio - rivolto esclusiva- Bengasi. mente contro l’Italia e non associato, quindi, alla questione delle vignette satiriche - va ricercata nel risentimento nutrito dalla popolazione, sin dal LA FIAMMATA DELL’INTEGRALISMO LIBICO 1911, verso l’occupazione coloniale italiana, ag- gravata dal rifiuto di risarcire il Paese per le soffe- Agli inizi del 2006, il Consolato italiano di Ben- renze a suo dire patite. A coronamento delle in- gasi viene attaccato e incendiato da gruppi di ma- credibili esternazioni, anche chiare minacce: se le nifestanti, che reagiscono duramente alle dichia- richieste di indennizzo non vengono subito esau- razioni del nostro Ministro delle Riforme Istituzio- dite, non sono esclusi ulteriori attacchi contro i nali (Roberto Calderoli). Le magliette raffiguranti le nostri connazionali o le nostre sedi diplomatiche caricature di Maometto sono il casus belli. La in Libia. «Guida della Rivoluzione» autorizza un’imponente In realtà, gli osservatori occidentali più attenti manifestazione a Bengasi contro le vignette satiri- forniscono sulla manifestazione di Bengasi uno che apparse in Danimarca, ma per i giovani il vero scenario ben diverso. Alla vigilia dell’assalto al

27 - OIKOS nazionali (riescono ad arruolare in Libia circa 500 volontari per combattere in Iraq sotto le insegne di al-Qaeda) entrambi condividono la battaglia per abbattere il Governo libico. Anche se i Servizi Se- greti di Tripoli riescono ad arrestare oltre un cen- tinaio di affiliati, il «Gruppo Islamico» può sempre contare su un gran numero di giovani libici (ma anche egiziani, palestinesi e sudanesi) che soffro- no per la mancanza di lavoro e per la diffusa cor- ruzione, sugli oppositori storici del regime (il «Fronte di Liberazione») e la rete degli Imam radi- cali nelle moschee di Bengasi. Tra i diecimila dimostranti della manifestazione contro l’Italia, il gruppo di assalto ai danni del no- stro Consolato è composto da un centinaio di gio- vani (libici e stranieri) ben addestrati militarmente e tutti provenienti dalla cittadina di Derna. Forse Gheddafi, per la prima volta, si rende veramente conto di quanto possa essere devastante l’estre- mismo islamico. Il Primo Ministro (Shukri Ghanem, riformista) viene sostituito da Alì Mahmoud al-Ba- ghdadi, espressione della vecchia guardia conser- vatrice, mentre si riapre il dialogo con i «Fratelli Mussulmani» (bloccato da otto anni) con l’improv- visa e inaspettata liberazione di 130 membri della «Fratellanza», su ordine del giovane e diplomatico Seif, figlio di Gheddafi. Quindi, per il Colonnello il passato coloniale italiano e la mancata riparazione Un nomade tuareg. dei danni di guerra sono in realtà soltanto un ten- tativo di ricomporre l’unità e la coscienza naziona- le divise dalle forti autonomie che caratterizzano i Consolato italiano viene distribuito tra la popola- clan tribali. Una chiara identità nazionale non è zione di Bengasi un volantino scritto in arabo («per stata mai raggiunta (forse, paradossalmente, si è l’offesa che abbiamo ricevuto nei confronti del realizzata sotto il periodo coloniale italiano) e Profeta, voi avete un appuntamento con un’esplo- quindi Gheddafi è spesso costretto a cavalcare il sione degna della vostra offesa») e firmato dalla malessere sociale utilizzando un anticolonialismo «Organizzazione al-Qaeda di Bengasi» che incita i strumentale per cercare di ricomporre il naziona- jihadisti a rinnovare gli attacchi contro l’Occidente lismo libico. Anche storicamente, il Colonnello ne sulla scia di quelli di New York, Madrid e Londra. Il ha fatto un uso spregiudicato subito dopo la con- potente e organizzato apparato di sicurezza libico quista del potere, nel tentativo di strappare alla sottovaluta il rischio di al-Qaeda anche se non grande Congregazione religiosa della Senussia ignora che esiste sin dal 2005 in Cirenaica, tra le l’egemonia esercitata su un Paese di pastori e be- montagne che circondano la cittadina di Derna, duini, privo di una struttura sociale e politica. una «filiale» dell’organizzazione, vero e proprio Quando gli islamisti si impadroniscono della ma- covo dell’estremismo islamico. Il gruppo, affiliato nifestazione, Gheddafi, non potendo ammettere all’internazionale del terrore, porta il nome di che la sua leadership viene minata da gruppi ap- «Gruppo Islamico Combattente Libico» ed è guida- partenenti al suo stesso Paese (e al mondo mus- to da due leader del jihadismo internazionale. Il sulmano), si rifugia nell’anticolonialismo italiano: primo si chiama Abu Laith, detto «il libico». Oltre se il suo potere è insidiato, la minaccia può venire ad essere l’emiro del gruppo è al tempo stesso il solo dalle colpe dell’Occidente. Egli non dimentica comandante militare di al-Qaeda nella zona di certo quello che è accaduto in Algeria agli inizi de- Khost in Afghanistan, la stessa dove, sino alla fine gli anni 90 (la sanguinosa guerra civile) e deve ne- del 2005, hanno operato i soldati italiani (è lui il cessariamente accreditare la sua figura come responsabile degli assalti alla Base «Salerno» dei quella di un leader patriottico, l’unico in grado di nostri alpini e paracadutisti). Il secondo è Adb al- garantire la sicurezza e la difesa. Ghaffar. Il suo Quartier Generale è a Zahedan, in La richiesta di indennizzo per i danni coloniali è Iran, dove mantiene i collegamenti con le altre or- probabilmente solo un gioco al rialzo. In realtà ganizzazioni terroristiche. Oltre alle attività inter- l’Italia ha già saldato, nel 1951, il suo «debito»

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(sono stati versati cinque milioni di sterline e ce- chilometri di frontiere terrestri - Alobidi non pren- dute a Re Idris tutte le strutture pubbliche), ma de neanche in considerazione questa possibilità. Gheddafi ha sconfessato quello storico accordo Nelle mani del Commissario Europeo viene affida- internazionale e ha richiesto un «simbolico gesto» ta una lista di richieste (elicotteri, fuoristrada at- OIKOS riparatore. Nel 1984 (Giulio Andreotti) non si è trezzati per il deserto, visori notturni e motove- raggiunto un compromesso sul numero dei posti dette) necessarie alla Libia per fermare i clandesti- letto di un ospedale che doveva essere costruito ni: Questa è la collaborazione che vogliamo, aiuto dall’Italia - 100 offerti contro i 1 200 richiesti - e, logistico e di Intelligence per combattere i traffi- nel 2002, (Silvio Berlusconi) sono stati offerti 63 canti. Per ribadire con forza l’unica strada percor- milioni di euro per la costruzio- ribile per avviare una forma di ne di un’autostrada tra Tripoli e collaborazione, Alobidi comu- Bengasi. Ma dopo l’assalto al ...Gheddafi è spesso co- nica ufficialmente la decisione Consolato italiano, le richieste “stretto a cavalcare il malesse- del suo Governo di non parteci- diventano faraoniche: l’auto- re sociale utilizzando un an- pare al vertice di Malta (6 luglio strada deve essere lunga 1 700 2006) che avrebbe dovuto fis- chilometri, dalla frontiera tuni- ticolonialismo strumentale sare i tempi e i modi dei con- sina a quella egiziana, e il costo per cercare di ricomporre il trolli marittimi. Durante la con- stimato è di 3,5 miliardi di eu- nazionalismo libico ferenza stampa tenuta a Tripo- ro. In un Paese sostenuto li dopo il suo rientro da Roma, esclusivamente da un’incerta ” il Viceministro definisce anche ricchezza petrolifera, tra le spinte di dissidenza il punto della situazione con l’Italia. Quando gli interna e il pericolo di contagio del fondamentali- viene fatto notare che alcuni osservatori interna- smo, meglio adottare una posizione spavalda e zionali accusano la Libia di ricattare l’Italia chie- provocatoria. dendo un grande gesto di riconciliazione come la costruzione di un’autostrada che attraversa tutto il Paese, la risposta è, ancora una volta, categorica: I «VIAGGI DELLA SPERANZA» TRA MEDITERRANEO E Non c’è alcun ricatto perché la decisione è già pre- UNIONE EUROPEA sa, l’autostrada si dovrà fare. Questo lo hanno ac- cettato tutti i Governi che si sono succeduti in Ita- Nella primavera del 2006 il Segretario di Stato lia, compreso quello attuale. E infatti con Prodi e americano (Condoleeza Rice) annuncia la cancella- D’Alema stiamo discutendo le modalità per realiz- zione della Libia dalla lista nera degli Stati «spon- zarla. E per quanto riguarda il risarcimento alle sor del terrorismo». La rottura ufficiale tra i due imprese italiane, la risposta è, ovviamente, soltan- Paesi risale al 1980, quando Washington (Presi- to possibilista: Dobbiamo solo stabilire la cifra. Al- dente Jimmy Carter) decide la chiusura dell’Amba- la fine troveremo un accordo su tutto, compreso il sciata americana attaccata da violente proteste rientro in Libia dei vostri connazionali. Il Viminale popolari. Con l’arrivo della bella stagione, si ripro- è stanco delle continue richieste di Gheddafi: Con pone con forza il problema del traffico clandestino lui non trattiamo più, adesso intervenga l’Europa. di esseri umani nel Mediterraneo. Quando Abdula- L’urgenza è quella di ottenere il via libera al pat- ti Alobidi, il Viceministro degli Esteri con delega tugliamento delle coste libiche per bloccare la par- agli Affari Europei, incontra a Roma il nostro Mini- tenza di migliaia di esseri umani. Se le motovedet- stro degli Interni (Giuliano Amato) e il Commissa- rio Europeo (Franco Frattini), l’atteggiamento ver- so l’Italia è ambiguo e la posizione verso l’Europa Una raffineria di petrolio. è intransigente. Nei primi sei mesi del 2006, a Lampedusa arrivano oltre 12 000 clandestini e quasi tutti provengono da Zwara, il porto a sud delle coste libiche. L’alto funzionario di Tripoli contesta all’Unione Europea la decisione unilatera- le di pattugliare il mare della Libia (Progetto Fron- tex) per arginare il fenomeno: La Libia non accet- terà mai il pattugliamento del mare all’interno dei propri confini. Per combattere l’immigrazione clandestina, l’Europa deve darci mezzi e apparec- chiature adeguate. Anche per quanto riguarda la possibilità di inviare una Forza di Polizia interna- zionale ai confini libici - Tripoli si è spesso lamen- tata di essere costretta a sorvegliare oltre 4 000

29 - OIKOS te schierate dall’Unione Europea non possono chezza a tutto il popolo. Probabilmente gli strali controllare il confine marino a ridosso delle coste del Colonnello non vogliono colpire direttamente il libiche, questo vuol dire - restando in acque inter- figlio - piuttosto metterlo in guardia - bensì i due nazionali - rendere molto più difficile e rischioso massimi esponenti dell’opposizione (Muhammed respingere o soccorrere le imbarcazioni cariche di Salen Buswir e Ramadan Abu Zakus) da poco rien- disperati. Ma il programma prevede anche la pia- trati in Patria dopo un periodo di esilio e diventati nificazione di una politica di sviluppo sia in Libia «buoni amici» del giovane delfino. che in Egitto, Tunisia e Marocco. Quindi l’Italia de- Dopo l’estate del 2006, il Ministro dell’Interno cide di non essere più l’interlocutore privilegiato italiano riavvia il «dialogo tecnico» con la Libia per della Libia che «pretende non soltanto la cessione il contrasto all’immigrazione clandestina. Tripoli dei mezzi e delle apparecchiature per monitorare accetta di inviare in Italia un Ufficiale di collega- la costa, ma anche la costruzione di un’autostrada mento con l’incarico di fare squadra insieme agli e una serie di altri investimenti in territorio africa- investigatori del Servizio Operativo Centrale della no». Adesso dovrà essere l’Europa (o meglio le im- Polizia di Stato contro i mercanti del traffico uma- prese europee) ad impegnarsi in progetti più im- no. Accetta anche di ricevere alcuni investigatori portanti che consentano di offrire lavoro e svilup- della nostra Polizia (Ufficiali di collegamento ita- po alle popolazioni nordafricane, unica strada per- liani sono già presenti) per cooperare nella forma- corribile per la qualità della vita, indispensabile zione di una task force appositamente costituita per arginare i drammatici «viaggi della speranza». per incrementare le operazioni di controllo lungo In Libia l’ingresso degli arabi è consentito senza la costa. Operazioni di monitoraggio che i libici di- l’obbligo del visto, ma è sufficiente dimostrare di mostrano già di saper condurre con abilità quan- avere la disponibilità di almeno 500 dinari (circa do si tratta di individuare i pescherecci di Mazara 350 euro) con la sola eccezione degli egiziani - del Vallo. Mentre sono in corso le trattative tra i molto più numerosi - a cui viene richiesto un con- due Paesi, una motovedetta libica blocca il «Medi- tratto di lavoro per varcare la frontiera. A causa di terraneo Primo» a venti miglia dalla costa e co- questa politica panaraba, le stime dell’Organizza- stringe l’equipaggio a far rotta nel porto di Dar- zione Internazionale delle Migrazioni (IOM, con nah. Tanto zelo e tanta efficienza scompaiono sede anche a Tripoli) parlano di quasi due milioni quando si tratta di individuare - nelle acque terri- di stranieri presenti in Libia, metà dei quali clan- toriali libiche - le imbarcazioni cariche di dispera- destini. Per Tripoli, una pressio- ti dirette a Lampedusa? Ma ne migratoria così imponente queste sono preoccupazioni non è più sopportabile. Mentre Per il Colonnello il pote- che sembrano non affliggere il viene ipotizzata una sorta di sa- “re deve restare al popolo e Colonnello. Le sue attenzioni natoria per chi dimostrerà di quelli che intendono cam- sono sempre rivolte a ottenere poter trovare un’occupazione soldi dai risarcimenti interna- anche stagionale (se la Libia de- biare il sistema devono es- zionali. Da Sirte, sua città nata- cide di alleggerire i controlli, per sere considerati come veri le, dichiara con malcelata sod- l’Italia l’ondata migratoria po- e propri nemici della Rivo- disfazione che: La Coca Cola e trebbe assumere dimensioni più luzione la Pepsi sono in realtà africane. che allarmanti) Gheddafi ed il fi- Le sostanze che utilizzano pro- glio Seif litigano sui grandi temi ” vengono da piante del nostro di democrazia e corruzione. In occasione del 37° continente. Devono risarcirci. anniversario della «Rivoluzione Verde» il leader ri- Nell’autunno del 2006 alcuni Ministri e Sottose- sponde alle accuse del figlio, indicato come suo gretari dell’Unione Europea, riuniti a Tripoli per la successore alla guida del Paese, che gli rimprove- «Conferenza Ministeriale Africa - Unione Europea ra la mancanza di democrazia a beneficio di una sull’Immigrazione e lo Sviluppo», vengono improv- mafia corrotta di funzionari che tenta di ostacola- visamente caricati su due pullman verdi e condotti re le riforme. Per il Colonnello il potere deve resta- a vedere gli edifici devastati dai bombardamenti re al popolo e quelli che intendono cambiare il si- del 15 aprile 1986 dei velivoli americani. Dopo la stema devono essere considerati come veri e pro- visita guidata alle macerie rimaste come crudele pri nemici della Rivoluzione: Dobbiamo essere testimonianza - oggi una sorta di mausoleo - i pronti ad uccidere i nostri nemici se rialzano la te- funzionari possono essere ricevuti da Gheddafi sta. Anche se le critiche del figlio sono indirizzate nella tenda montata al centro della caserma Bab al- a quei dirigenti pubblici che si comportano come Azizia. Il Colonnello è adesso pronto a offrire la se fossero i proprietari dello Stato che ammini- sua collaborazione all’Europa (sempre a patto che strano, per Gheddafi il progetto politico della Libia si realizzino subito gli aiuti allo sviluppo) e, dopo rimane corretto, rivoluzionario ed inviolabile: Li- averli messi in guardia dal pericolo dell’esplosione bertà e sovranità a tutto il popolo, potere e ric- demografica dell’Asia, conclude ricordando i dan-

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Un Mig 23 dell’Aeronautica libica. questa disponibilità è per Tripoli soltanto di un orientamento di massima. Il 2007 si apre con nuove polemiche. Uno scarno ni causati dal colonialismo nel suo continente: Re- comunicato del Governo di Tripoli annuncia che «il stituite all’Africa le ricchezze e le materie prime Comitato Rivoluzionario ha deciso di erigere una saccheggiate ai nostri Paesi. Quando si tratta di ri- statua di Saddam Hussein in piedi accanto ad cevere la delegazione italiana (Giuliano Amato e Omar al-Mukthar sul patibolo». La Libia proclama Massimo D’Alema) alla presenza di Abdulhafed tre giorni di lutto nazionale dopo la morte del dit- Gaddur, l’Ambasciatore libico accreditato al Quiri- tatore iracheno, cancella tutte le celebrazioni pub- nale, Gheddafi apre la palazzina presidenziale si- bliche per la festa mussulmana del Sacrificio (Eid tuata al centro della sua caserma fortificata. Come ul-Adha) e le bandiere sugli edifici governativi sempre, in primo piano ci sono le compensazioni vengono esposte a mezz’asta. Ma chi è Omar al- richieste dalla Libia per i danni causati dalla guer- Mukthar e perché è stato ricordato sul suo patibo- ra e dal colonialismo e, soltanto dopo, i crediti lo? Insegnante di Corano, quest’uomo era a capo vantati dalle industrie italiane (circa 600 milioni di della Confraternita dei Senussi e si oppose stre- dollari) e dalle famiglie italiane cacciate nel 1970 (3 nuamente all’occupazione italiana. Dopo quasi miliardi di euro requisiti, e ancora oggi, il 7 otto- vent’anni di sanguinosa guerriglia, la resistenza bre, si celebra la «giornata della vendetta»). Ma venne domata e il «Leone del deserto» fu impicca- questa volta sul tavolo del contenzioso c’è anche il to per volere del Generale Graziani nei pressi di piano dell’ENI per dieci miliardi di euro (nel 2006 Bengasi il 16 settembre del 1931. l’import italiano, soprattutto di petrolio e gas, è Lo stesso giorno della commemorazione religio- cresciuto del 56,81%). Viene concordato un primo sa, Gheddafi incassa i ringraziamenti del Vaticano. tratto di quella reclamata autostrada che, nel frat- In occasione di un incontro inter-religioso tenuto a tempo, ha superato la lunghezza di duemila chilo- Tripoli, vengono invitate le comunità cristiane con i metri. Per quanto riguarda l’obiettivo italiano di loro pastori. Il Vescovo cattolico (Giovanni Marti- una «concessione, senza discriminazione, dei visti nelli) esprime gratitudine al Colonnello per aver ai profughi italiani», se ne riparlerà. L’Italia assicu- concesso ai cristiani che vivono in Libia «di poter li- ra nuovi mezzi per il controllo delle frontiere (mo- beramente praticare il loro credo». Per sigillare tovedette e moduli per i campi di permanenza dei l’esperienza di fraternità in un Paese mussulmano, clandestini) e la Libia si dichiara favorevole al pro- il Vescovo recita il «Padre Nostro» in arabo. getto «Frontex» - con il comando affidato a Malta Successivamente Gheddafi si reca ad Addis Abe- e Italia - e richiede che il controllo delle piste del ba per il summit dell’Unione Africana (29 gennaio deserto sia a totale carico dell’Unione Europea. Ma 2007) con quindici automobili al seguito, traspor-

31 - OIKOS tate con appositi aerei cargo. Ai controlli della do- includere la Libia nella «Trans Sahara Counter gana etiopica - sfarzo ed egocentrismo non pas- Terrorism Partnership», l’accordo che riunisce i sano inosservati - vengono scoperte due valigie Paesi africani nel contrasto all’avanzata jihadista, piene di pepite d’oro (ma non è l’Africa il Conti- sempre più attiva nella regione. In definitiva, per- nente che muore di fame?). Per gli imbarazzati di- ché la Libia non potrebbe ospitare anche basi plomatici libici, si tratta di «un regalo del nostro americane nel prossimo «African Command» con leader ai Capi di Stato africani» (dichiarazione ri- la prevista sede in Marocco? Anche Londra si offre portata dal quotidiano etiopico «Capital»), ma pro- di addestrare l’Esercito libico e di sostituire i jet di babilmente si tratta di uno degli innumerevoli pro- Tripoli («Mig» e «Mirage») con i più moderni Ef- getti internazionali a cui Gheddafi sembra essere 2000 «Tifone». Ma anche la Francia si sta facendo particolarmente affezionato. Il Quartier Generale avanti con i più economici «Rafale» (3,2 miliardi di dell’Unione Africana è attualmente ad Addis Abe- dollari per 18 esemplari). Gli USA rilanciano e pro- ba e il Colonnello non ha mai nascosto il suo de- pongono caccia F-16 usati in cambio di basi mili- siderio di attuare almeno una divisione dell’orga- tari, incluso Wheelus Field, l’aeroporto a soli sette nizzazione in due aree geopolitiche, naturalmente chilometri da Tripoli e già da loro utilizzato sino al trasferendo a Tripoli la parte più consistente. La 1970. Ma Gheddafi è realmente così allineato con proposta libica non è ovviamente all’ordine del l’Occidente? Si lamenta ancora di aver ricevuto giorno e non sembra che possa essere seriamente troppo poco in cambio della rinuncia al program- presa in considerazione, lì dove le problematiche ma nucleare e alle armi di distruzione di massa. Al più importanti (arabi, africani, Darfur, Somalia e tempo stesso, aderisce alla lotta contro il terrori- Presidenza dell’Unione) rappresentano le priorità smo internazionale («l’epoca delle ostilità è fini- politiche e sociali per lo sviluppo dell’intero Con- ta»). Ma allora perché vengono liberati sessanta tinente. membri del «Gruppo Islamico Combattente Libi- co», così legato ad al-Qaeda? Anche all’interno del Paese, la sua credibilità non è ai massimi livelli. LA LIBIA NELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE Decide di assoldare giovani tuareg per formare una milizia personale ai suoi ordini (il regime, do- Per coinvolgere il Colonnello nella lotta al terro- po 40 anni di dittatura, è fortemente esposto al ri- rismo, gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna schio di traumatici cambiamenti), ma, nonostante si contendono ricchi contratti di forniture alle For- le promesse - lauti guadagni, borse di studio e re- ze Armate di Tripoli. Rimasto saldamente al pote- sidenza libica a chi aderisce - disertano l’appello re - dopo i bombardamenti di e non si presentano al campo Ronald Reagan e l’inserimento di addestramento di Oubari, nell’«asse del male» da parte di Per coinvolgere il Colon- nel sud del Paese. Gli «uomini George W. Bush - Gheddafi po- “nello nella lotta al terrori- blu», che vivono tra le rocce del trebbe diventare uno strategico smo, gli Stati Uniti, la Fran- massiccio dall’Air e tra le dune partner militare degli Stati Uniti di Temet, nel nord del Niger, d’America. Oltre alla necessità cia e la Gran Bretagna si non si fidano del Colonnello. di rafforzare uno «schieramento contendono ricchi contratti Il nostro Ministro degli Esteri, amico» intorno all’area medio- di forniture alle Forze Ar- Massimo D’Alema, si reca in Li- rientale, Washington teme l’in- mate di Tripoli bia nella primavera del 2007 debolimento (anche fisiologico) per una «visita di carattere in- del regime di Hosni Mubarak in ” formale», dopo che i rapporti Egitto e tenta di consolidare la propria presenza tra Roma e Tripoli sembrano essersi raffreddati. La politica e militare nell’Africa del nord. Una nuova prolungata chiusura dell’Ambasciata a Roma, uffi- base nel Continente potrebbe permettere il con- cialmente per lavori di ristrutturazione - così come trollo delle crisi che si profilano nel Darfur e in Ni- lo smantellamento dei Consolati di Roma e Milano geria, oltre a quelle già esplosive in Somalia e nel -, alimentano questa tesi. Il nostro Ministro decide Corno d’Africa. Infine, la Libia rappresenta il deci- di trascorrere in Libia le vacanze pasquali con il re- mo Paese al mondo per le riserve di petrolio, e la condito obiettivo di incontrare il leader Gheddafi e possibilità di contrastare l’invadenza di Pechino di ristabilire quel clima collaborativo che sembra nella regione potrebbe aver indotto Washington ad essersi interrotto. L’incontro avviene, e, dopo accelerare i tempi del riavvicinamento. un’ora di riunione sotto la solita tenda nella caser- Il Responsabile libico per gli Affari Americani ma Bab al-Azizia, D’Alema si limita a dichiarare che (Ahmed Said Fituri) si reca a Washington per di- deve riferire al Presidente del Consiglio la natura scutere di collaborazione militare ed economica. delle consultazioni. La Farnesina smentisce una Gli Stati Uniti prevedono di aprire a breve la loro crisi diplomatica e di conseguenza fioccano le indi- Ambasciata a Tripoli e probabilmente intendono screzioni. Sembra infatti che al Ministro degli Este-

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Un elicottero da trasporto Mil Mi-8. Calabria a Milano. Ma in un Paese dove le infra- strutture sono ancora così carenti, è proprio neces- saria un’autostrada di queste dimensioni? Ed anco- ri Abd al-Rahman Shalgam sia stato proposto un ra: perché non è stata realizzata con gli enormi piano di investimenti e cooperazione - senza proventi delle risorse petrolifere di cui il regime di- escludere la realizzazione di almeno un tratto del- spone? Una Commissione congiunta avrà il compi- l’autostrada - che prevede cospicui contributi per to di verificare che tutti gli aspetti dell’intesa ven- la costruzione di ospedali, scuole e infrastrutture. gano rispettati. Nel frattempo, l’Ambasciata a Ro- Oggettivamente, proprio quello di cui la Libia ha ma rimane chiusa e l’Ambasciatore è stato richia- realmente bisogno. Inoltre, poco prima di questo mato a Tripoli. incontro, una delegazione italiana di piccole e me- Ma Gheddafi non è ancora soddisfatto. Poco do- die imprese, guidata dal Sottosegretario al Com- po l’incontro con il nostro Ministro, parlando al mercio Internazionale (Mauro Agostini), ha trattato «Congresso del Popolo» (il Parlamento), annuncia importanti progetti nei settori dell’agroindustria, che per risolvere il problema dei libici esiliati in del turismo e dell’energia. Infine, sembra anche Italia e fatti prigionieri durante il periodo colonia- che la mancata adesione della Libia al progetto le, intende proporre all’Italia di iniziare ad analiz- Frontex - almeno per il momento - sia subordina- zare il DNA di tutti gli italiani per sapere con cer- ta all’assicurazione che l’Italia interceda con tezza quanti (e quali) siano i figli dei libici esiliati l’Unione Europea per soddisfare le richieste di Tri- che oggi vivono nella nostra terra. Si tratta di un poli. Ancora una volta in ostaggio? Secondo la Far- problema che Gheddafi non hai mai dimenticato di nesina si tratta di normali visite diplomatiche, ma sollevare e che segue la plateale dichiarazione di l’Agenzia «Jana» usa toni trionfalistici. Il nostro Mi- qualche anno prima dell’Agenzia «Jana»: Gli abi- nistro avrebbe assicurato che il Governo italiano è tanti delle isole Tremiti sono di origine libica al pronto al finanziamento dell’autostrada, offerta «al 100%. Ma perché le Tremiti? Nel 1911 e nell’anno popolo libico nel quadro dei risarcimenti per il pe- successivo furono deportati tremila libici in alcune riodo coloniale italiano». Sarebbe stato quindi rag- località italiane (Tremiti, ma anche Ustica, Ponza, giunto un accordo per voltare pagina, ovvero un Favignana e Gaeta) e nelle isole pugliesi centinaia «pacchetto di misure» dove sono inseriti anche i ri- di loro morirono di stenti e di colera. Nel marzo sarcimenti per le imprese italiane e quelli per gli del 2004 - proprio subito dopo gli incidenti ai italiani espulsi dal suolo libico. Il capitolo più cla- danni del nostro Consolato di Bengasi - nell’iso- moroso rimane quello dell’autostrada: seguendo il lotto di San Nicola è stato ultimato un cimitero per tracciato della Via Balbia il percorso supera in lun- dare sepoltura a 450 di questi deportati. Si tratta ghezza l’Autostrada del Sole nel tratto da Reggio di una struttura di legno, metallo e pietra che si ri-

33 - OIKOS Il teatro romano del sito archeologico di Leptis Magna, sto caso, poco prima della sentenza della Corte ad est di Tripoli. Suprema, viene trovato un accordo sull’entità dei risarcimenti da versare ai familiari delle vittime. Dopo il rilascio avvenuto il 24 luglio del 2007, il fi- chiama all’arte islamica. Nato dalla collaborazione glio di Gheddafi ammette in un’intervista alla tele- tra il Comune di San Nicola e l’Istituto Italiano per visione «Al Jazeera» che le confessioni sono state l’Africa e l’Oriente con sede a Roma, il progetto del estorte con l’uso della tortura: Sono stati torturati cimitero è stato interamente finanziato dalla Far- con l’elettricità ... ci sono state anche minacce di nesina con 40 000 euro. L’Italia ha anche investi- vendicarsi sulle loro famiglie. Per Seif il contagio è to sinora oltre due milioni di euro per finanziare le stato un terribile disastro, dovuto a negligenza e ricerche e organizzare i convegni sulle condizioni non deliberato. Un’altra brutta pagina si chiude sul e i trattamenti riservati ai libici in Italia durante il libro della Jamahiriya. periodo coloniale. Seif al-Islam al-Gheddafi (il cui nome significa la Ma, nella primavera del 2007, è ancora Bengasi Spada dell’Islam), 35 anni, è il primo figlio della se- ad essere oggetto di una drammatica cronaca. conda moglie di Muammar al-Qaddafi. In una sua Cinque infermiere bulgare e un medico palestine- visita a Roma, nell’estate del 2007, tende una ma- se - giunti nel 1999 per lavorare nell’Ospedale pe- no all’Italia e dichiara che il suo Paese è pronto a un diatrico di Bengasi - vengono dopo pochi mesi ac- accordo storico. Intende portare il padre nella no- cusati di aver infettato con il virus HIV oltre 400 stra Capitale per firmare un trattato di amicizia che bambini, 56 dei quali successivamente deceduti. chiuda definitivamente con il passato (prima le Nel corso degli anni sono state emesse dai Tribu- compensazioni) e poi apra la strada ad una nuova nali due condanne a morte suscitando una crisi in- collaborazione, con un rinnovato regime sulle tas- ternazionale con la mobilitazione della Bulgaria e sazioni, sul commercio, sulla pesca e sulla sicurez- dell’Unione Europea, che non credono alla colpe- za. Prima di lasciare Roma dichiara anche che l’ENI volezza degli imputati e chiedono una revisione contribuirà con il Governo italiano al finanziamen- delle indagini e dei giudizi. Inoltre, i sanitari ven- to per l’autostrada. Sin qui nulla di nuovo. Ma il Ca- gono anche accusati (e poi assolti) di aver calun- po di Stato Maggiore dell’Aeronautica libica decide niato la polizia libica sostenendo che le confessio- di invitare a Tripoli il nostro omologo, il Generale ni sono state estorte sotto tortura. Anche in que- Vincenzo Camporini. Oltre alla formazione dei pi-

OIKOS - 34 Rivista Militare n. 3/2008 loti e dei tecnici militari, il tema principale dell’in- to con l’Iran sul nucleare, Sarkozy offre un reatto- contro è la cooperazione nelle attività di Sar (Search re a quel Gheddafi che fino al 2003 - per sua stes- & Rescue) che prevedono esercitazioni congiunte sa ammissione - stava cercando di dotarsi della anche con altri Paesi del Mediterraneo, nel quadro bomba. Ma oramai il meccanismo è in moto. Una OIKOS della Iniziativa 5+5. Questo Forum, iniziato con gli settimana più tardi la Libia firma con la Francia un incontri periodici tra i Ministri degli Esteri e dell’In- primo contratto per l’acquisto di missili anticarro terno, si è successivamente allargato alla Difesa «Milan» («Nibbio» in francese) per un valore di 168 con l’obiettivo di arrivare ad una larga alleanza mi- milioni di euro. La dichiarazione viene rilasciata da litare tra le due sponde del Mediterraneo. I Paesi Gheddafi jr. durante un’intervista concessa a «Le europei interessati sono: Italia, Francia, Spagna, Monde». Oltre a questa fornitura, si prevedono an- Portogallo e Malta. Quelli africani: Libia, Algeria, che la costruzione di una fabbrica di armi e mano- Tunisia, Marocco e Mauritania. Quindi una sorta di vre militari integrate. Un altro contratto, per il va- NATO euro-araba che sembra avere lo scopo di lore di 128 milioni di euro, è stato concluso per un stabilizzare legami e rapporti che attualmente ri- sistema «Tetra» di comunicazioni radio criptate. sultano poco convincenti. I programmi in ambito Questa volta anche in Francia scoppiano le pole- militare sono ambiziosi: una «Scuola per Colonnel- miche. Nell’imbarazzo di una situazione così deli- li» a Parigi nel 2008, un «Centro di Analisi Strategi- cata, il Ministro degli Esteri smentisce l’esistenza ca» a Tunisi (un avamposto per studiare il terrori- di un simile accordo, ma il portavoce dell’Eliseo smo islamico in Nord Africa?) e un Istituto per lo (David Martinon) laconicamente aggiunge: imma- sminamento e le tecniche degli artificieri a Tripoli. gino che sia vero. In realtà è una vera e propria bu- Oltre alle esercitazioni aeronavali congiunte, si fera politica: poiché le infermiere bulgare sono stanno preparando i Protocolli d’intesa sulla Prote- state liberate con la mediazione della Francia (Cé- zione Civile e sulla difesa del mare dall’inquina- cilia Sarkozy) si sospetta che Parigi abbia pagato mento. Infine, è anche prevista la vigilanza comu- oltre 400 milioni di dollari e abbia anche promes- ne, aerea e satellitare, contro l’immigrazione clan- so l’impianto nucleare e la fornitura di armi. Inol- destina. Recentemente la Libia tre, le informazioni sugli accor- (insieme alla Tunisia) si è detta di vengono sempre anticipate pronta a partecipare anche al- La Libia torna a sedere nel dalla Libia e solo successiva- l’interscambio dei dati sul traffi- “Consiglio di Sicurezza, dopo mente confermate dall’Eliseo. co del naviglio mercantile nel un’assenza di vent’anni, con Dopo le prime smentite france- Mediterraneo. il beneplacito di Washin- si, arrivano le conferme del Go- Le novità arrivano invece per verno di Tripoli e addirittura la Francia. Il Presidente Nicolas gton... quelle della «Eads», il gruppo Sarkozy, ricevuto a Tripoli, sot- ” franco-tedesco che costruisce i to la tradizionale tenda stringe Milan tramite la controllata con Gheddafi un importante accordo di coopera- «Mbda» (Finmeccanica partecipa al consorzio zione per il nucleare civile. La Francia fornirà alla «Mbda» per il 25%, il restante 75% è ugualmente Libia un reattore in grado di assicurare l’approvvi- diviso tra «Eads» e «BAe System»). Sulle circostan- gionamento di acqua potabile desalinizzando l’ac- ze che hanno permesso il trionfale rientro a Sofia qua marina. Ma sul tappeto ci sono altre intese. delle infermiere bulgare, ora indagherà una Com- Oltre alla collaborazione nei campi della ricerca missione parlamentare. In definitiva, si tratta pur scientifica e tecnica, sono in agenda accordi sulla sempre dei primi accordi di armamenti firmati da difesa e sulla sicurezza, così come importanti pro- un Paese europeo dopo la soppressione dell’em- getti comuni sugli armamenti. Ma il giorno dopo, bargo sulla vendita di armi alla Libia nel 2004. Ma sulla prima pagina del quotidiano tedesco di questo non è il solo round messo a segno da estrema sinistra «Die Tageszeitung» appare Gheddafi. Il 16 ottobre del 2007 la Libia, insieme un’immagine poco rassicurante di Gheddafi, con la al Vietnam, entra ufficialmente nel Consiglio di Si- barba non rasata e i capelli lunghi, con gli occhiali curezza delle Nazioni Unite con un seggio non scuri ed un’enorme spilla nera a forma di Africa, permanente per il biennio 2008-2009. L’ex nemi- dello stesso colore della sua camicia sotto l’abito co degli Stati Uniti entra così nel massimo organo bianco. Accanto alla fotografia, il titolo: «Vendere- decisionale del Palazzo di Vetro ed il suo voto sa- ste un reattore nucleare a quest’uomo?». Il mondo rà quindi decisivo nella risposta che l’ONU dovrà politico di Berlino condanna unanimemente la dare alle grandi crisi internazionali. La Libia torna scelta del Presidente francese. Il Viceministro te- a sedere nel Consiglio di Sicurezza, dopo un’as- desco degli Esteri (Gernot Erler) dichiara che in senza di vent’anni, con il beneplacito di Washin- questo modo il rischio di proliferazione atomica gton, che negli ultimi quindici anni aveva bloccato aumenta vertiginosamente: proprio mentre la co- per ben due volte la sua scalata all’Organizzazio- munità internazionale è impegnata in un confron- ne. Per il Dipartimento di Stato americano «Viet-

35 - OIKOS nam e Libia sono molto ansiosi di riprendere i rap- Muhammed VI». La «Guida della Rivoluzione» non porti commerciali con l’Occidente e non faranno si lascia intimorire e annuncia che alla fine dell’an- nulla per mettere in pericolo tali relazioni». no si recherà nei principali Paesi dell’Europa medi- Lo stesso giorno l’Italia conclude a Tripoli un im- terranea. portante accordo del valore di 28 miliardi di dollari, circa 20 miliardi di euro. L’intesa raggiunta dall’ENI con la Società libica di Stato Noc rafforza e prolun- IL BUSINESS SOTTO LA TENDA ga di 25 anni gli attuali contratti per la produzione di petrolio e di gas, assicurando all’Italia una mag- A Parigi, Madrid e Lisbona giungono le richieste giore sicurezza energetica sul fronte degli approv- per l’istallazione di un tendone per accogliere il vigionamenti. L’ENI - che è presente in Libia dal Colonnello. Ma alla Farnesina non arriva alcun di- 1959 - si conferma al primo posto tra gli operatori spaccio. L’Italia è ancora sotto giudizio? stranieri, e, oltre a massimizzare la produzione dei Gheddafi giunge a Parigi con un corteo di un giacimenti storici, intende avviare una nuova cam- centinaio di automobili e viene accolto con tutti gli pagna di perforazioni sul territorio libico. onori riservati ad un importante Capo di Stato. E le Ma proprio nel momento di maggiore avvicina- prime polemiche francesi arrivano proprio sul ce- mento all’Europa (Italia e Francia in testa) Ghedda- rimoniale: pur essendo numerosi i Paesi che fanno fi chiude le porte agli europei. La «Musica», nave affari con lui, la stampa si chiede come mai sia da crociera della compagnia italiana Msc, entrata proprio la Francia a riceverlo come un grande lea- nel porto di Tripoli per far partecipare i suoi 2 500 der mondiale. Gheddafi torna in visita a Parigi, per passeggeri ad una visita guidata della città, ha do- la prima volta dal 1973, e viene ospitato per cin- vuto prendere il largo e fare rotta verso Messina. que giorni nell’Hotel «Marigny», a pochi passi dal- Gli agenti della dogana si sono rifiutati di accetta- l’Eliseo, quel principesco palazzo in cui i Presiden- re passaporti privi della traduzione in arabo. Con ti francesi alloggiano abitualmente i Capi di Stato un decreto a sorpresa, Tripoli ha infatti reintrodot- stranieri in visita ufficiale. La vera nota di colore è to una norma (abolita nel 2005) che impone la tra- la gigantesca tenda beduina montata nel giardino duzione in arabo delle generali- del «Marigny» per ricevere gli tà segnate sul passaporto. I pro- ospiti illustri che verranno a blemi non sono stati pochi. Poi- ...quando i rapporti con rendergli omaggio. Ma piove ed ché l’obbligo di traduzione per i “l’Italia attraversano momen- è meglio dormire nella suite cittadini europei (e non solo per ti di crisi, secondo i nostri presidenziale. Le polemiche quelli dell’Unione) vale anche sulla sua visita non si limitano per uscire dal Paese, molti voli analisti gli sbarchi dei clan- alle accuse rivolte dalla stampa internazionali sono ripartiti sen- destini si intensificano e dagli esponenti dell’opposi- za passeggeri. La Farnesina ha ” zione («è un terrorista in visita successivamente chiarito che è di Stato»). Anche all’interno del necessaria una traduzione effettuata dalla Questu- Governo, i dissapori sono tangibili. Il Ministro de- ra italiana e che va sottoposta all’Ambasciata libi- gli Esteri Bernard Kouchner, adducendo impegni di ca a Roma al momento della richiesta del visto. lavoro, diserta la cena ufficiale organizzata all’Eli- Ancora una mossa del Colonnello volta a tirare sul seo. Ma la vera stilettata arriva da Rama Yade. prezzo nelle trattative in corso per normalizzare le Trent’anni, senegalese e mussulmana, questa gio- relazioni con i Paesi europei? vane donna è la titolare del Dicastero dei Diritti Tripoli continua la sua ascesa sul palcoscenico Umani (dipende dal Quai d’Orsay, quindi dal Mini- internazionale. Tra gli invitati alla Conferenza di stro degli Esteri) e non si lascia sfuggire l’occasio- Pace per il Medio Oriente (Annapolis, 27 novembre ne che vuole Gheddafi a Parigi proprio il 10 dicem- 2007) spiccano i nomi della Libia e della Siria. Ma bre, ovvero nel giorno in cui la Dichiarazione Uni- questa volta l’atteggiamento disinvolto del leader versale dell’ONU sui diritti umani compie sessan- libico non sfugge ad al-Qaeda. In un messaggio t’anni. In un’intervista rilasciata a «Le Parisien» - e audio diffuso via Internet della durata di 28 minu- riportata da tutta la stampa occidentale - attacca ti (dal titolo «Serrare i ranghi»), Ayman al-Zawahi- duramente l’ospite così ingombrante: Il Colonnel- ri invoca la guerra santa contro gli interessi occi- lo Gheddafi deve capire che il nostro Paese non è dentali in Nord Africa. In particolare definisce uno zerbino su cui un dirigente, terrorista o no, Gheddafi un nemico dell’Islam e, dopo averlo de- può venire ad asciugarsi i piedi del sangue dei suoi finito «cane» e «servo degli Stati Uniti», si rivolge misfatti. Ma nell’agenda del Presidente Sarkozy ci al popolo libico esortandolo a seguire l’esempio di sono impegni ben più importanti e dopo la sua Omar al-Mukhtar. La conclusione del messaggio è partenza annuncia trionfalmente che l’incontro è per le popolazioni dell’area: «Unitevi contro i vo- servito a formalizzare accordi commerciali e forni- stri tiranni come Gheddafi, Ban Alì, Bouteflica e ture di tecnologia per dieci miliardi di euro, molti

OIKOS - 36 Rivista Militare n. 3/2008 di più di quelli previsti inizialmente. Quanto basta stro libico degli Esteri (Abdurrahman Mohamed per sdoganare l’intera Libia. Oltre al già promesso Shalgam) ed il Ministro italiano dell’Interno (Giu- impianto nucleare, anche armi per l’Esercito, air- liano Amato). Sul modello di quello albanese, l’ac- bus civili e i caccia militari «Rafale», un «gioiello» cordo prevede squadre miste italo-libiche per il OIKOS dell’industria francese che sino ad oggi non aveva controllo di quei tratti di costa che vedono abi- trovato alcun acquirente al mondo. Adesso, per ri- tualmente partire i «mercanti di schiavi». Ma per spondere alle accuse di aver abbassato la bandie- convincere il Colonnello, gli sforzi dell’Italia non ra dei diritti umani, così tanto sventolata durante sono stati pochi. Nel testo del Protocollo viene la campagna elettorale, il Presidente Sarkozy ha definito che i pattugliamenti saranno organizzati tutto il tempo che vuole. con sei unità navali cedute temporaneamente dal- Nel frattempo, sul sito mediorientale «Arab on- l’Italia (successivamente sostituite da altrettanti line» viene riportata una frase di Gheddafi pronun- mezzi consegnati in via definitiva). I mezzi imbar- ciata prima di lasciare Tripoli: Visiterò dieci Stati cheranno equipaggi misti e la direzione delle at- europei, ma non l’Italia [...] esistono problemi bi- tività sarà affidata ad un Ufficiale libico, coadiuva- laterali tra i nostri Paesi. to in seconda da un Ufficiale italiano. L’Italia cede Anche a Madrid Gheddafi si dimostra generoso. alla Libia sei unità navali della Guardia di Finanza, Dopo aver richiesto, e ottenuto, che l’ultima sera tre guardacoste classe «Bigliani» e tre vedette della sua permanenza di quattro giorni venisse al- classe «V. 5 000». Oltre alle navi, l’Italia si impe- gna ad effettuare l’addestramento e la formazio- ne del personale di Polizia e degli Ufficiali e pilo- ti che a bordo di elicotteri e motovedette si occu- pano della ricerca in mare. Roma invierà a Tripoli anche cinque fuoristrada allestiti per il deserto (con apparecchiature satellitari «GPS» e impianti radio), strumenti con tecnologia avanzata per l’individuazione di documenti falsificati, sistemi di comunicazione satellitare e computer. È sem- pre l’Italia che interviene - e mette a disposizione di Tripoli - un finanziamento di due milioni di eu- ro dell’Unione Europea (Roma partecipa con 700 000 euro) per mettere a punto il progetto di rimpatrio volontario per gli sfollati entrati in Libia dai Paesi limitrofi. È sempre l’Italia ad organizza- re (gestire?) i voli interni africani necessari per ri- portare a casa i clandestini. L’impegno a concede- Il Castello Rosso a Tripoli. re altri fondi italiani e a farsi garante nei confron- ti dell’Unione Europea per la consegna di ulterio- ri mezzi e finanziamenti hanno concluso l’accor- lietata da un’esibizione di flamenco, rilascia pro- do. Naturalmente, la costruzione dell’autostrada è messe di lucrosi affari. Al Premier José Luis Rodrì- parte integrante del patto. L’abilità negoziale di guez Zapatero e al Ministro degli Esteri Miguel An- Gheddafi si è sempre trincerata dietro la Via Bal- gel Moratinos il Colonnello assicura un’importan- bia (che riassume il periodo coloniale e l’autostra- te «piattaforma» per i nuovi affari delle imprese da così intensamente voluta) e, quindi, non ha re- spagnole in Libia e in Africa, per circa dodici mi- almente permesso una qualsivoglia forma di rea- liardi di euro. L’accoglienza in Spagna, per onori e le collaborazione per risolvere i problemi di uno sfarzi, è pari a quella francese, ma senza code po- Stato che ha oggettivamente fatto molto poco per lemiche. Oltre alla Moncloa, il palazzo del Gover- il suo sviluppo, e ancora meno per il livello di vi- no, si aprono anche le porte della Zarzuela, la re- ta della sua popolazione che ancora oggi soffre di sidenza di Re Juan Carlos di Borbone, che riserva a infrastrutture da Paese sottosviluppato. E ancora: Gheddafi lo stesso riguardo che ha avuto poche quando i rapporti con l’Italia attraversano mo- settimane prima per Bill Clinton. menti di crisi, secondo i nostri analisti gli sbarchi E l’Italia? Bisogna aspettare il rientro di Ghedda- dei clandestini si intensificano. Dopo la firma del- fi a Tripoli e la fine del 2007. Quattro anni dopo l’accordo, era previsto un incontro con il Colon- l’inizio delle trattative riusciamo a siglare l’accor- nello Gheddafi, ma è saltato all’ultimo minuto. do per contrastare l’immigrazione clandestina: fi- L’Italia è ancora sotto giudizio? nalmente viene accettato il pattugliamento delle coste libiche. Il Protocollo d’intesa - sette punti - Daniele Cellamare viene firmato, naturalmente a Tripoli, tra il Mini- Libero Docente di Relazioni Internazionali

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LOGOS

GUERRE ASIMMETRICHE: ECCEZIONE O NORMA? GUERRE ASIMMETRICHE: ECCEZIONE O NORMA?

Le Forze Armate, strutturate per combattere guerre convenzionali, sono sempre più impiegate in conflitti a bassa intensità, dove i procedimenti sono sottoposti a continui aggiornamenti. L’analisi degli impegni ope- rativi porta alla conclusione che le guerre asimmetriche siano ormai una norma. È allora necessario un bilan- ciamento addestrativo che privilegi le capacità non convenzionali.

A partire dalla fine della Seconda guerra mondia- ra del Vietnam (Combined Action Platoon) (2) fu le, lo scenario con cui le Forze Armate si sono do- poi vanificato dal modo convenzionale con cui le vute confrontare ha subito importanti cambiamenti Forze Armate americane condussero la campagna che hanno modificato drasticamente il concetto di nel Sud-Est asiatico, un modo che alla fine si di- guerra e di operazione militare. Già nel Secondo mostrò una delle cause della sconfitta. conflitto mondiale la nascita e lo sviluppo di impor- Anche negli anni 80 e 90 la dottrina sulla contro- tanti movimenti di resistenza armata avevano posto guerriglia fu generalmente trascurata poiché la NA- gli Eserciti occupanti di fronte a situazioni gestite TO era concentrata nel confronto con il Patto di Var- con metodi oggi difficilmente applicabili, quali la savia e anche perché le lezioni desunte dai conflitti rappresaglia, senza peraltro giungere a risultati ri- regionali, principalmente del Medio Oriente, vede- solutivi. Nel dopoguerra le azioni dei vari movimen- vano la preminenza di operazioni convenzionali ti insurrezionali e di guerriglia si sono sviluppate in (guerre arabo-israeliane, guerra tra Iran e Iraq). Al- modo sempre più incisivo fino a irrompere sul pro- cune lezioni tratte, per esempio, dalla resistenza dei scenio internazionale con le guerre insurrezionali in combattenti afghani contro i sovietici o dal contra- Cina, Grecia, Indocina, Malesia, Algeria. sto delle attività delle organizzazioni terroristiche di Sebbene contrastate in alcuni estrema sinistra o separatiste casi con successo, in altri con operanti in Europa (IRA, ETA, esiti meno favorevoli, esse non La realtà del XXI secolo ha RAF, BR) non vennero prese in portarono, tranne rarissimi casi, “portato i Paesi occidentali considerazione in molti ambien- a una revisione delle dottrine e alla sgradevole scoperta che ti militari. delle tattiche d’impiego delle Anzi, la rapida conclusione Forze Armate occidentali: le le regole del gioco erano della Seconda Guerra del Golfo quali, in massima parte, resta- cambiate... (Operazione Desert Storm) ras- rono orientate alla preparazione ” sicurò ulteriormente gli Stati di una guerra convenzionale, l’unica in grado di Uniti e gli alleati occidentali che si cullarono nella poter fermare la minaccia costituita dal blocco so- pericolosa convinzione di essere in grado di vietico. In Italia, l’unica pubblicazione ufficiale sul- schiacciare rapidamente chiunque avesse osato l’argomento risale agli inizi degli anni 50 (1). Po- sfidarli in campo aperto. chi furono quindi i tentativi di adattarsi alle neces- sità della guerra controinsurrezionale. Si ricordano i britannici in Malesia, che ebbero un notevole UN BRUSCO RISVEGLIO successo. Un’altra esperienza coronata da successo sul pia- La realtà del XXI secolo ha portato i Paesi occi- no militare fu quella delle Forze francesi in Algeria, dentali alla sgradevole scoperta che le regole del che riuscirono a neutralizzare l’FLN e ad azzerarne gioco erano cambiate e che i potenziali avversari le attività. Diversa, invece, è la valutazione dell’ef- non erano più disposti a giocare sempre nel ruolo ficacia della politica francese in Algeria che, peral- di «squadra materasso». Anzi, il confronto si è al- tro, esula dalla presente trattazione. largato e si è spostato dalla dimensione militare a Negli Stati Uniti, l’interessante approccio seguito quella più ampia della concezione della società, dal Corpo dei Marines nelle fasi iniziali della guer- con l’Occidente (o parte di esso) teso all’«esporta-

LOGOS - 40 Rivista Militare n. 3/2008 LOGOS

Sopra. qualcuno che è già pronto a morire? Bersaglieri del 1° reggimento impegnati in Afghanistan Appare evidente che questa differenza culturale come Operational Mentoring and Liaison Team (OMLT). pone non pochi problemi a chi è incaricato del- In apertura. l’elaborazione delle strategie tese alla risoluzione Tiratori scelti del 18° rgt. bersaglieri in Iraq nel 2003. delle attuali crisi. I Paesi occidentali industrializzati, infatti, hanno un approccio alle operazioni militari «capacity zione» della democrazia in Paesi con radici cultu- oriented» basato sulla dissuasione, sulla distruzio- rali, politiche e religiose nettamente differenti e ne o sulla minaccia di distruzione del nemico. I mi- per alcuni versi antitetiche, poco propensi ad ac- litari sono abituati a pensare che il prevalere a livel- cettare acriticamente tale modello. lo tattico e operativo porti al successo strategico. In La risposta di questi nuovi nemici, sul piano mi- altre parti del pianeta, e in particolare nel mondo litare, politico e culturale è quanto mai diversifica- islamico, vi è un approccio al problema completa- ta e risulta efficace nei messaggi, nei mezzi impie- mente diverso e «action oriented», ossia l’atto è più gati e nelle strategie adottate. importante del risultato poiché quest’ultimo è al di Non sfugge, infatti, agli osservatori più attenti, che fuori della sfera umana e, di conseguenza, lo stes- il confronto sia diventato «asimmetrico» e «dissim- so significato di vittoria e di sconfitta è completa- metrico» nello stesso tempo. L’asimmetria nel cam- mente diverso. Un esempio è dato dalla percezione po delle operazioni militari è lo sfruttare qualsivo- nel mondo arabo della resistenza di Saddam Hus- glia differenza in termini non solo di forze, capacità, sein contro la coalizione del 1991. Anche se il risul- addestramento, organizzazione per acquisire un tato della guerra fu disastroso, egli fu considerato vantaggio su un avversario, ma anche di mentalità e dalle opinioni pubbliche di molti Paesi arabi come di cultura. Accade, quindi, che azioni capaci di eser- un novello Saladino, capace di sfidare la superpo- citare effetti notevoli su individui appartenenti a una tenza globale e di resistergli. specifica cultura non abbiano alcuna influenza su in- A livello più basso, sembra più corretto parlare di dividui appartenenti ad altre. Ad esempio, come si fa dissimmetria nella condotta delle operazioni, in- a esercitare la deterrenza minacciando di morte tendendo con ciò la differenza di tecnologie, ad-

41 - LOGOS Fanteria britannica in azione nella provincia di Helmand. re la volontà dei governi di proseguire l’intervento e a far sorgere dubbi circa la liceità, l’opportunità e la convenienza politica della missione. destramento, procedure e capacità sul terreno. Una situazione in cui non siamo in guerra, ma Ad esempio, la pratica consistente nel bruciare i neppure in pace, piuttosto conviviamo con un copertoni durante la notte, usata dagli insorgenti conflitto latente che ha recrudescenze episodiche. iracheni per accecare i visori a camera termica delle forze della coalizione, è un esempio di tecni- ca dissimmetrica. LA CONTROINSORGENZA: UNA «SPORCA GUERRA» Così, a partire dal «dopo 11 settembre», le For- CHE NESSUN ESERCITO VUOLE FARE ze Armate dei principali Paesi occidentali si sono trovate a fronteggiare crisi che hanno ben presto Siamo così giunti al nocciolo del problema. Co- assunto le caratteristiche di guerre asimmetriche, me condurre efficacemente una guerra controin- in cui l’avversario ha adottato tecniche e modalità surrezionale in un’area di crisi e riarticolare lo operative riconducibili alla guerra insurrezionale. strumento di cui disponiamo per attagliarlo al Come tutti i guerriglieri, i nemici di oggi non in- compito da assolvere. In sostanza, abbiamo tra le dossano uniformi, non usano carri armati o missili; mani una tenaglia e dobbiamo estrarre una vite da la armi vanno dal machete all’onnipresente fucile una trave di legno molto dura e coriacea. Usiamo AK 47, agli ordigni esplosivi portati sull’obiettivo da questa o cerchiamo un cacciavite? attentatori suicidi, ai diffusissimi lanciarazzi RPG-7. Per capire se stiamo usando l’utensile adatto, Non vi sono normalmente battaglie da combat- occorre comprendere cosa è necessario per evita- tere, ma solo una miriade di scontri a fuoco scol- re di spezzare la vite o di frantumare il legno. legati ed episodici, atti terroristici sufficienti, co- Il Generale inglese Rupert Smith (3) sostiene che munque, a scuotere le opinioni pubbliche, a mina- le guerre convenzionali siano ormai un fenomeno

LOGOS - 42 Rivista Militare n. 3/2008 da consegnare alla storia: «la guerra come una se- rico, sono perfettamente integrati nella popolazio- rie di battaglie campali tra uomini ed equipaggia- ne e sfruttano ogni opportunità concessa dalle li- menti, la guerra come evento decisivo di una con- bere società occidentali per trarre ulteriori vantag- troversia internazionale, la “guerra industriale” - gi. Le convenzioni internazionali in materia di di- una cosa del genere non esiste più». Se questo as- ritto bellico non risultano più attagliate alla situa- sunto è vero e i fatti a cui assistiamo confermano zione. questa visione, allora occorre analizzare le caratte- Appare evidente che siffatto avversario non pos- ristiche attuali del fenomeno guerra insurrezionale sa essere vinto con misure solo militari, ma debba per poter poi organizzare una risposta efficace. essere affrontato con misure politiche, economi- Quelli che ci troviamo a fronteggiare sono con- che, sociali, culturali, di polizia e militari differen- flitti che Stati sovrani o coalizioni di essi combat- temente dosate a seconda che ci si trovi in luoghi tono contro gruppi di irregolari transnazionali e ove la crisi si manifesta in tutta la sua virulenza o trasversali che operano in alcune aree di crisi (co- in aree relativamente tranquille. stituite da Stati collassati o quasi) e su scala pla- David Galula, un Ufficiale francese che fece netaria. esperienza nelle guerre d’Indocina e d’Algeria, Questi gruppi combattono per ideali politici, reli- scrisse (4): «il punto centrale è che le azioni mili- giosi e per un modello socio-culturale differente. Il tari sono secondarie a quelle politiche; il loro sco- conflitto è spesso protratto nel tempo, caratteriz- po primario è quello di consentire al potere politi- zato da improvvisa recrude- co la libertà e la sicurezza ne- scenza di azioni violente con- cessarie per interagire con la

dotte nello «spazio operativo», ...sono conflitti che Stati popolazione. Una guerra con- LOGOS comprendente non solo il terri- “sovrani o coalizioni di essi troinsurrezionale si svolge per torio dove la crisi è più virulen- combattono contro gruppi di l’80% in attività politiche e per il ta, ma anche qualsiasi altro luo- 20% in attività militari. La parti- go dove sia possibile condurre irregolari transnazionali e tra- colarità della guerra insurrezio- azioni militari e/o terroristiche sversali... nale delinea una situazione e destinate ad avere un impatto ” uno scenario nei quali la mag- sull’opinione pubblica. Le organizzazioni di insor- gior parte degli aspetti sono favorevoli agli insor- genti e di terroristi del XXI secolo non hanno una genti. L’obiettivo principale dei contendenti non è struttura di Comando e Controllo concepita in mo- la vittoria militare, ma il controllo della popolazio- do convenzionale, ma diffondono direttive di mas- ne e, in definitiva, il suo sostegno». Per questo sima attraverso la rete per indirizzare una serie di motivo ogni attività tesa ad influenzare la popola- gruppi scollegati tra loro verso strategie e azioni zione è di fondamentale importanza. La presenza che saranno poi concretate e messe in atto in au- di una causa di malcontento reale o percepita co- tonomia da ognuno o parte di essi. Un chiaro e ben me tale dalla popolazione, agevola gli insorgenti, riuscito esempio di «Auftragstaktik» virtuale. mentre qualsiasi debolezza vera o percepita da Per rendere ancora più complesso il quadro, i parte del governo e dei suoi alleati internazionali nuovi nemici non possono essere soggetti a misu- può essere sfruttata ai fini propagandistici dagli re restrittive in assenza di chiare prove a loro ca- insorgenti. Al contrario i controinsorgenti possono fare un uso limitato della propaganda, poiché per essi Guerriglieri sciiti iracheni del Jaish al Mahdi. contano solo i fatti e le loro azioni sono sempre più strettamente sottoposte a un controllo pun- tuale e severo sul piano legale ed etico. Infine, è necessario che a livello politico, sia nel Paese dove la crisi è esplosa sia a livello internazio- nale, vi sia la consapevolezza che è in atto una insur- rezione e che si cominci a trattare con le sue vere cause. Fino a quando non si sarà compreso questo, si sarà dato un ulteriore vantaggio agli insorgenti.

CAPIRE IL PRESENTE E PREPARARSI AL FUTURO

Se questi assunti sono veritieri e se nei prossimi venti anni le operazioni militari saranno condotte «tra la popolazione», occorre domandarci cosa fa- re per preparare meglio la popolazione e le Forze

43 - LOGOS VCC 1 dell’11° reggimento bersaglieri durante i combat- zionale si trovano esposte nello stesso modo alla timenti del 6 aprile 2004 ad An Nassiriyah. minaccia di atti ostili e devono saper reagire in mo- do appropriato e non eccessivo. Anzi, proprio le uni- tà specialistiche, logistiche o di supporto al combat- Armate ad affrontare questi inquietanti scenari, timento sono obiettivi più paganti perché di più dif- senza dimenticare la possibilità di essere sempre ficile sostituzione e notoriamente meno preparate al chiamati a combattere un conflitto convenzionale combattimento ravvicinato di quelle dell’Arma base. ad alta intensità. Potenze regionali in contrasto con Insieme alla preparazione tecnica al combatti- l’Occidente sono ancora presenti sullo scenario in- mento deve essere sviluppato un approccio men- ternazionale e, sebbene non vi siano al momento tale che favorisca l’adattabilità alle situazioni. La elementi di tensione, l’eventualità di un conflitto flessibilità e l’adattabilità devono divenire una ca- non può essere tralasciata completamente. pacità mentale e professionale comune a Quadri e Tuttavia, è opportuno procedere ad un’analisi gregari, ma anche una capacità organizzativa del- delle capacità richieste dal costante impegno del- la Forza Armata che deve sapersi riconfigurare in le Forze Armate in aree dilaniate da conflitti a bas- fretta per adattarsi al cambiamento. Questo signi- sa intensità. Impegno lungo, prolungato, estrema- fica produzione dottrinale aderente, revisione del- mente oneroso e logorante. le metodologie addestrative e politiche di prepara- Il compito dei militari è quello di sconfiggere un zione e impiego del personale «mission oriented». avversario che opera con tecniche e caratteristiche Le unità dell’Arma base, data la polverizzazione insurrezionali ma, forse, occorre ripensare al mo- delle forze su spazi di ampiezza ben superiore a do di operare per essere più efficaci in quello spe- quelli di un conflitto classico, devono essere adde- cifico contesto. strate ad operare al di là delle linee, in inferiorità Le forze militari del futuro dovranno essere uno numerica, conducendo operazioni offensive insie- strumento bilanciato in tutte le sue componenti, in me a forze locali, in un contesto ambientale diffi- termini qualitativi. La base comune però dovrà esse- cile, senza alienarsi il sostegno della popolazione, re costruita partendo dalla capacità di qualsiasi re- che, come abbiamo visto, è il vero centro di gravi- parto di qualsivoglia Arma e Specialità di saper ope- tà dell’intera guerra controinsurrezionale. rare, prima, come unità di fanteria e, poi, come arti- Appare evidente che, come le unità di altre Armi glieria, genio, trasmissioni, Corpo logistico, ecc.. e Corpi, devono saper operare come fanteria, le Poiché non vi sono prime linee e retrovie, tutte le unità di Arma base devono acquisire alcune capa- unità che operano in un contesto di guerra insurre- cità oggi patrimonio peculiare delle Forze Specia-

LOGOS - 44 Rivista Militare n. 3/2008 li, quali, ad esempio, il saper operare in isolamen- trovare una nuova specializzazione in linea con le to anche ai minori livelli ordinativi e il saper adde- loro tradizioni più autentiche (5) ritrovando nel- strare le forze militari (o paramilitari) locali e coo- l’esplorazione e nella sorveglianza e acquisizione perare con esse. obiettivi in un contesto non convenzionale una Quest’ultima capacità è particolarmente cruciale nuova ragione d’essere. anche nella considerazione che per fronteggiare Inoltre, per contrastare efficacemente un nemico una guerra insurrezionale è necessario disporre di che opera con le modalità della guerriglia occorre un elevatissimo numero di unità di fanteria legge- che le Forze Armate assumano anche compiti non ra che saturino il territorio, restringendo lo spazio strettamente militari. di manovra degli insorgenti. Devono, per esempio, occuparsi di pubblica istru- Nessun Esercito occidentale ormai dispone di un zione, di giustizia, di assistenza sanitaria e altro, numero di effettivi necessario per condurre opera- per impostare al meglio le prime fasi della stabiliz- zioni di controguerriglia con un rapporto di forza zazione, quando le istituzioni locali sono inadegua- favorevole (che rammento essere di 10-15 a 1). È te, e per ottenere il consenso della popolazione pertanto indispensabile ricorrere alla formazione quando le condizioni di sicurezza sono precarie. di reparti locali, i quali tra l’altro hanno sicura- È, infatti, fondamentale che le istituzioni locali mente una migliore comprensione della realtà lo- siano sostenute e messe in grado di fornire risposte cale e migliori capacità «humint» di truppe stra- concrete ai bisogni della popolazione. Aprire una niere. scuola, condurre un censimento, far funzionare il Detti reparti, tuttavia, devono essere addestrati e tribunale o l’ufficio d’anagrafe hanno nell’economia

condotti in combattimento da di una campagna controinsurre- LOGOS nuclei di istruttori-consiglieri zionale un’elevata incidenza. (chiamati Operational Mentoring ...per contrastare effica- Infine, nel bilanciamento delle and Liaison Team -OMLT in am- “cemente un nemico che attività addestrative per incre- bito NATO) che assistano i co- opera con le modalità della mentare le capacità operative mandanti locali nella condotta proprie della guerra controin- delle operazioni e, soprattutto, guerriglia occorre che le surrezionale, senza tralasciare consentano di integrare efficace- Forze Armate assumano le capacità convenzionali, oc- mente le unità nello schema ge- compiti anche non stretta- corre concepire un ciclo adde- nerale della manovra rendendo mente militari strativo, adattato sugli impegni disponibili il sostegno delle forze operativi, che preveda una ri- aerotattiche, di altri supporti al ” partizione semestrale dedicata combattimento e il sostegno logistico e sanitario. alla guerra convenzionale, una alla controinsor- Data la limitata consistenza numerica dei contin- genza, un successivo periodo in Teatro operativo e genti che gran parte delle Nazioni (Italia compre- l’ultimo semestre destinato al recupero dell’effi- sa) sono in grado di schierare sul terreno, appare cienza operativa. evidente come il proiettare un reggimento di fan- teria che operi con modalità convenzionali con- Luigi Scollo senta di disporre sul terreno di un migliaio scarso Generale di Brigata, di uomini. Ma lo stesso reggimento addestrato a Sottocapo di SM per la Dottrina e l’Addestramento operare come gruppo di OMLT può addestrare e presso l’NRDC-ITA impiegare 10 battaglioni, ossia una forza sul ter- reno pari ad una Divisione leggera. La differenza in termini di forze sul terreno è evidente. NOTE Si obietterà a questo punto che una siffatta pre- parazione non può essere improvvisata, ma ri- (1) SME, Ufficio Addestramento e Regolamenti n. 3 700 chiede tempi lunghi. È vero. Ma lo è altrettanto il S.D., «Norme per l’organizzazione e la condotta della fatto che i Paesi occidentali abbiano continuato ad controguerriglia», 1952. inviare propri reparti «convenzionali» in Afghani- (2) John Nagl, «Learning to eat soup with a knife», Uni- stan e, anche oggi, preferiscano mantenere con- versity of Chicago Press, 2005. tingenti nazionali piuttosto che inviare tutti gli (3) Rupert Smith, «The Utility of Force», A Knopf Ed., 2006. OMLT che sarebbero richiesti, dopo sei anni di (4) David Galula, «Counterinsurgency Theory and Practi- presenza nel Paese. ce», Praeger Security International Ed., 1964. Ma oltre a saturare il terreno per restringere lo (5) Questo provvedimento è già stato recepito seppur spazio operativo agli insorgenti, le forze devono «in nuce» dall’Esercito tedesco, dove tutte le unità di ac- possedere capacità di intelligence più elevate e più quisizione obiettivi sono dell’Arma di Artiglieria, com- diffuse. Vi è più bisogno di scoprire che di colpire. prese le sezioni UAV dei battaglioni esploranti (che in- Armi quali la Cavalleria o l’Artiglieria potrebbero vece appartengono alla Cavalleria).

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LOGOS

FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO

Le odierne esigenze operative impongono un adeguato sistema formativo dei volontari che soddisfi e com- pleti la professionalizzazione dell’Esercito. I criteri delineati nell’articolo costituiscono le premesse per un assetto definitivo, rispondente alle necessità d’impiego e alle aspettative individuali.

Per i militari, l’acquisizione delle capacità ne- gruppo tattico), fino ai raggruppamenti di unità cessarie ad operare prevede un percorso pro- interforze/internazionali e al mantenimento del- gressivo e articolato i cui fondamenti sono costi- le capacità acquisite sia a livello individuale che tuiti dalla formazione/istruzione individuale e di team. Concettualmente, dunque, i termini dall’addestramento collettivo. La formazione in- «formazione» e «addestramento» (spesso confu- dividuale è finalizzata al conferimento della ca- si e/o usati impropriamente), ancorché stretta- pacità di agire e sopravvivere in un contesto mente correlati, sottendono momenti differenti operativo e di assolvere le funzioni previste nel- della vita professionale di un militare e, conte- l’ambito dell’unità di appartenenza. Viene sud- stualmente, differenti forme di attività da porre divisa, a sua volta, in tre livelli in essere per il conseguimento distinti di formazione: di base, dei rispettivi scopi che si pre- destinata ad impartire al citta- La formazione individua- figgono. dino proveniente dalla vita ci- “le è finalizzata al conferi- Gli elementi principali che vile le capacità militari fonda- mento della capacità di agi- concorrono alla definizione di mentali indipendentemente dal un «sistema formativo» sono ruolo che svolgerà nelle unità re e sopravvivere in un con- costituiti dalla identificazione d’impiego; di specializzazione, testo operativo e di assol- delle capacità da conferire al connessa con l’assolvimento vere le funzioni previste personale, della tipologia di atti- delle funzioni tecnico-tattiche nell’ambito dell’unità di ap- vità, del tempo necessario per specifiche dell’incarico rico- partenenza acquisirle e degli Enti/unità de- perto e, infine, avanzata, per putati all’esplicazione di tale l’incremento/acquisizione di nuove capacità nel ” funzione. Anche per l’addestramento si parte dalle prosieguo della carriera. Con l’addestramento capacità, ma essendo riferite ai team, alle unità e ai collettivo si passa invece alla costruzione dei te- compiti che queste devono assolvere, per la varietà am, dal livello elementare (squadra) ai comples- dei mezzi, per la complessità dei procedimenti, per si di forze «pluriarma» più articolati (complesso, il ritmo con cui si sviluppa, l’organizzazione fa rife- rimento, piuttosto, a «cicli» riferiti a specifiche ipo- tesi d’impiego. A fattor comune, formazione e ad- destramento devono poter contare su risorse finan- ziarie adeguate al fine di garantire lo sviluppo otti- male delle rispettive attività. Benché i concetti appena delineati valgano per tutte le categorie del personale dell’Esercito, nelle rispettive Armi e specialità di appartenenza, nel- l’ambito dei rispettivi iter formativi e cicli adde- strativi, ci soffermeremo, in particolare, sul- l’aspetto della formazione dei militari di truppa al- la luce, soprattutto, dello sviluppo del «modello professionale».

Capocarro di un mezzo anfibio LVTP. In apertura. Pattuglia di alpini durante un’esercitazione.

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Infatti, mentre per gli Ufficiali e i Sottufficiali so- MODELLI «CONVIVENTI» E «A CONFRONTO» no state definite già da tempo le esigenze forma- tive da soddisfare per tutto l’arco della carriera e Il tipo di sistema formativo e di organizzazione si è oramai nella fase di consolidamento e «manu- addestrativa e le modalità con cui esso opera, è tenzione» dei rispettivi iter, nel caso dei militari di condizionato da fattori generali in continua evolu- truppa si è, invece, impiegato più tempo a defini- zione, quali l’ambiente politico, sociale ed econo- re un profilo formativo e di impiego compatibile mico del Paese, la politica militare, che a loro volta con le esigenze funzionali e operative della Forza influenzano fattori tecnici concorrenti, quali il si- Armata, che nel corso del suo sviluppo possa an- stema di reclutamento, la durata della ferma, la re- che soddisfare le aspettative individuali. Ciò è do- golamentazione d’impiego, il sistema ordinativo e vuto soprattutto alla successione e alla conviven- logistico. Nell’Esercito di leva, e sino alla fine della za, nel corso degli ultimi quindici anni, di diversi Guerra Fredda, la formazione dei coscritti era mi- modelli formativi: quelli applicati ai militari di leva rata al soddisfacimento di una sola e fondamenta- (con le relative varianti imposte dal mutare della le esigenza operativa (la difesa del territorio nazio- società) e quelli rivolti alle diverse tipologie di vo- nale, ancorché condivisa nel contesto dell’Alleanza lontari in ferma prolungata, istituite per soddisfa- Atlantica) in un contesto geografico circoscritto re le differenziate esigenze di alimentazione dei (prevalentemente il nord est della penisola), da reparti del dopo-Guerra Fredda. conseguire in un tempo a disposizione limitato Inoltre, è stato necessario tenere conto delle (inizialmente diciotto mesi, successivamente dodi- esperienze maturate dall’Esercito in ambito inter- ci e, infine, dieci). Durante il periodo del servizio

nazionale e di un opportuno confronto con quan- militare, si doveva provvedere alla formazione in- LOGOS to attuato, in tema di formazione, nei principali dividuale del singolo, al suo addestramento e al Paesi di riferimento (Regno Unito, Stati Uniti e mantenimento del livello raggiunto relativo al- Francia). Pertanto, è proprio in questo settore che l’espletamento dell’incarico nell’unità di assegna- le soluzioni individuate presentano rispetto al zione in vista del possibile impiego operativo. passato, o quanto meno rispetto all’idea comune- Il sistema formativo-addestrativo così concepito mente percepita del militare di truppa, elementi suddivideva il periodo del servizio militare in una significativi di novità. ferma «istruttiva» e una «operativa». La prima

49 - LOGOS Alpini paracadutisti durante un’infiltrazione su terreno di tali capacità spesso adattato da disposizioni di paludoso. dettaglio emesse dai vari livelli di comando non troppo coerenti, a livello nazionale, costituivano le caratteristiche intrinseche del sistema formativo comprendeva la formazione di base e di specializ- che faceva capo alla coscrizione obbligatoria. zazione (non era possibile parlare di formazione A partire dai primi anni Novanta, con il mutare avanzata dato il limitato periodo di tempo dispo- degli scenari politico-militari internazionali sono nibile), avviata presso un «Centro di Addestramen- mutate le esigenze operative, le caratteristiche to Reclute» () e completata presso le unità del personale che doveva soddisfarle e i parame- d’impiego. Seguiva, sempre presso i reparti, un ci- tri di riferimento per la preparazione delle forze. clo di addestramento collettivo finalizzato a con- Così, in assenza della minaccia costituita dagli ferire la piena capacità operativa. La ferma opera- Eserciti del Patto di Varsavia, la difesa del territo- tiva era mirata a consolidare la formazione ricevu- rio nazionale («sfumata» nel frattempo nella più ta e a mantenere il livello di addestramento rag- adeguata funzione di «presenza e sorveglianza») giunto. In sintesi, grandi contingenti di uomini aveva assunto un ruolo, per così dire, di «secon- chiamati alle armi, in possesso dei più diversi titoli do piano» rispetto alla necessità di proiettare le di studio e profili fisio-psico-attitudinali, doveva- unità dell’Esercito, organizzate in contingenti, no acquisire in breve tempo (tenuto conto anche nelle aree di crisi, poste anche a notevole distan- dei previsti periodi di assenza dal servizio) le abi- za dalla sede stanziale, per concorrere alla sicu- lità necessarie per impiegare correttamente i mez- rezza e alla stabilità internazionali. Pertanto, in zi e i materiali loro affidati nel contesto dei circo- vista dell’adozione del «Nuovo Modello di Difesa» scritti scenari operativi delineati. Allo scadere del- che si andava delineando in quegli anni, e che la ferma, coincidente di fatto con il raggiungimen- prevedeva una progressiva e accentuata profes- to del massimo livello di preparazione individuale sionalizzazione delle Forze Armate e dell’Eserci- e di addestramento conseguibili in quelle circo- to in particolare, fu introdotta la figura del «Vo- stanze, si era costretti a ricominciare daccapo. lontario in Ferma prolungata» (VFP) che, perma- Pertanto, la ripetitività delle attività formative e nendo per due anni in servizio, poteva essere de- addestrative, la limitatezza degli obiettivi di capa- stinato ad alimentare, appunto, le unità «proiet- cità da conseguire e un livello di standardizzazio- tabili». Emerse, quindi, la necessità di verificare e ne delle modalità/procedure volte all’acquisizione adeguare le procedure connesse con la selezione,

LOGOS - 50 Rivista Militare n. 3/2008 l’arruolamento, la formazione e l’impiego di tale materiali o sistemi d’arma attinenti all’incarico categoria e, a partire dal 1993, vennero indivi- posseduto. duati alcuni provvedimenti volti a: migliorare la I criteri fondamentali, ai quali la formazione co- qualità dei volontari; sollevare i reparti, che do- sì concepita si ispirava, erano quelli di garantire, vevano essere in ogni momento in grado di inter- nella prima fase della carriera: venire, dalle attività connesse con la specializza- • una formazione di base comune e omogenea; zione del personale e garantire la disponibilità di • la possibilità di selezionare il personale mante- unità «pronte» ad agire nei nuovi scenari che si nendo in servizio esclusivamente coloro che ma- stavano delineando. Nel 1995, a seguito dell’in- nifestavano attitudine all’assolvimento dei com- troduzione di specifici provvedimenti normativi piti attribuiti; che prevedevano l’omogeneizzazione delle car- • la più ampia «polifunzionalità» operativa, attri- riere del personale non direttivo delle Forze Ar- buendo al VFB un incarico che lo abilitava all’as- mate, furono introdotte due nuove figure profes- solvimento di diverse funzioni, in relazione alle sionali: una con una «ferma breve» (VFB) e un’al- esigenze organiche, operative e addestrative (ta- tra in «servizio permanente» (VSP). le polifunzionalità comprendeva anche la capaci- I VFP, la cui ferma era una sostanziale prosecu- tà di impiegare sistemi d’arma e apparati radio e zione del servizio di leva obbligatorio, furono di condurre, per gli incarichi previsti, più tipi di quindi sostituiti da una nuova figura professiona- automezzi). le con una ferma triennale e con possibilità di ac- Successivamente: cesso direttamente dalla vita civile. • perfezionare la capacità tecnico-professionale per

L’iter formativo individuale dei VFB differiva so- assolvere sia le funzioni connesse con l’incarico di LOGOS stanzialmente da quello della leva. Potendo infatti assegnazione sia quelle più generali di combat- contare su una permanenza in servizio significati- tente; vamente più lunga di quella dei coscritti (tre anni • aggiornare e ampliare la preparazione acquisita, per i VFB che potevano poi accedere, su concorso, anche in corrispondenza degli avanzamenti di al ruolo del servizio permanente fino alla fine del- grado previsti; la carriera) venne prevista, per la prima categoria • riqualificare e abilitare il personale, in momenti di personale, una «robusta» fa- temporali prestabiliti, allo svol- se iniziale di formazione della gimento di mansioni diverse in durata, inizialmente, di otto A partire dai primi anni relazione al modificarsi delle settimane, successivamente in- “Novanta...sono mutate le capacità psicofisiche. crementata sino a raggiungere esigenze operative, le carat- La decisione politica di non le dodici settimane da effettua- consentire l’impiego dei milita- re presso alcuni «Reggimenti di teristiche del personale che ri di truppa nelle operazioni al Addestramento Volontari» doveva soddisfarle e i para- di fuori del territorio nazionale, (RAV), derivati dai preesistenti metri di riferimento per la concretizzatasi con i disposti CAR e nel cui ambito veniva preparazione delle forze del D.L. 505/97, influenzò in operata una prima selezione, ogni caso anche il campo seguita da una formazione di ” d’azione della nuova categoria specializzazione di durata variabile (comunque di volontari, giacché sino al decimo mese di ferma non inferiore alle otto settimane) commisurata al- il VFB non era impiegabile in tali contesti operati- l’incarico da ricoprire da acquisire successivamen- vi. Conseguentemente, l’operatività fu suddivisa in te presso le Scuole d’Arma. All’atto dell’inquadra- tre livelli da conseguire nel tempo: al primo, coin- mento nel ruolo dei VSP era previsto un ulteriore cidente con il quinto mese di ferma, il volontario periodo di formazione di base, volto ad ampliare il era considerato quale combattente di base adde- campo delle conoscenze militari di carattere gene- strato e con poca esperienza, in grado di «agire e rale, consolidare la base culturale, caratteriale e fi- sopravvivere sul campo di battaglia», che, peraltro, sica e perfezionare le capacità tecnico-professio- difficilmente avrebbe conosciuto dal momento che nali. Facevano seguito ulteriori esperienze di ag- l’impiego prevalentemente ipotizzato era quello giornamento e ampliamento della preparazione, nei servizi di vigilanza e scorta, negli interventi a costituite da momenti formativi di qualificazione favore della collettività in caso di pubbliche cala- per l’impiego (quali i corsi per i Comandanti di mità, nelle operazioni di controllo del territorio in squadra, istruttori di scuola guida, sui sistemi concorso alle forze dell’ordine, negli interventi d’arma) in settori specifici di interesse in relazio- umanitari e nella difesa degli spazi nazionali. Inol- ne all’Arma/Specialità di appartenenza (corsi di tre, avendo come detto poca esperienza, conti- lingua, tiratore scelto, istruttore di tiro, di paraca- nuava a essere impiegato in attività addestrative di dutismo, alpinismo) o di aggiornamento della pre- istruzione proseguendo nell’iter addestrativo. So- parazione in relazione all’introduzione di nuovi lo al secondo livello, coincidente con il raggiungi-

51 - LOGOS Una cerimonia di Giuramento. accogliere le donne che, proprio in quegli anni, iniziavano a cogliere l’opportunità offerta dalle Forze Armate di intraprendere la carriera militare. mento del decimo mese, il VFB era considerato un Dal punto di vista dell’istruzione, le future profes- combattente «completo», addestrato e con soddi- sioniste avrebbero affrontato gli stessi programmi sfacente esperienza. Poteva essere impiegato, ol- degli uomini, dal momento che l’Esercito le avreb- tre che nelle attività del primo livello, anche nelle be impiegate nei medesimi ruoli (operativi e di operazioni di supporto alla pace. Infine, al terzo li- supporto). vello, raggiunto al ventiquattresimo mese di servi- Ad ogni buon conto, la serie di provvedimenti zio, il militare era un combattente completo, ben connessi con lo sviluppo del «Nuovo Modello di addestrato ed «esperto», con capacità di agire e Difesa» interessò anche il sistema formativo della controllare altro personale in situazioni particolari leva, il cui personale continuava ad alimentare e in grado di assolvere compiti connessi con l’im- gran parte delle unità dell’Esercito. La riduzione a piego in ambienti e situazioni particolari, sia iso- dieci mesi della coscrizione obbligatoria, sancita lato sia alla guida di altri uomini. nel 1997, comportò la necessità di far fronte a due Il sistema così delineato divenne pienamente opposte esigenze: limitare la diminuzione della operativo nel 1997, con il primo reclutamento di capacità operativa delle unità di leva, contraendo VFB disciplinato da un apposito regolamento (il la durata della ferma istruttiva, e assicurare il rag- D.P.R. 332/97), mentre, dal 1995 al 1997, si fece giungimento di obiettivi addestrativi adeguati, te- ricorso al «serbatoio» costituito principalmente dal nuto conto che la presenza dei volontari era anco- personale di leva che intendeva rimanere in servi- ra modesta (il numero di aspiranti VFB era decisa- zio. Per facilitare l’applicazione del nuovo iter for- mente inferiore alle aspettative). Quindi, la difesa mativo e favorire lo sviluppo e il consolidamento degli spazi nazionali e delle Nazioni Alleate nei dello spirito di Corpo tra i futuri protagonisti del- confronti di una minaccia esterna doveva rimane- le missioni dell’Esercito, i volontari vennero asse- re sostanzialmente affidata, come nel passato, al- gnati a due reggimenti, uno dei quali configurato, la coscrizione obbligatoria. L’obiettivo venne rag- soprattutto dal punto di vista infrastrutturale, per giunto sia riarticolando le fasi formative e adde-

LOGOS - 52 Rivista Militare n. 3/2008 strative sia agendo sull’alimentazione dei reparti stavano svolgendo il servizio di leva. differenziandola sulla base del «livello di prontez- Gli obiettivi formativi e addestrativi non vennero za operativa» del reparto di destinazione: trime- più riferiti alla logica delle ferme istruttive e ope- strale, per le unità che dovevano garantire una rative, ma, piuttosto, a determinati «gradi di pre- elevata prontezza, quadrimestrale per quelle a ri- parazione» da conseguire nei dodici mesi. Tutta- dotta prontezza. via, a similitudine di quanto attuato con la leva, la Tuttavia, i provvedimenti adottati non furono pressoché totalità delle attività veniva svolta pres- sufficienti a fronteggiare le conseguenze del calo so l’unità di destinazione, compresa la prima ve- del gettito della leva e il manca- stizione, che, molto frequente- to raggiungimento degli auspi- mente, non poteva essere effet- cati livelli di forza programmati L’esigenza prioritaria di tuata presso i centri destinati di personale volontario in ferma “disporre del numero di pro- ad assolvere alla specifica fun- breve. La sottoalimentazione fessionisti previsti dal mo- zione (i Centri di Incorporazio- delle unità di coscritti era la ne della Leva - CIL). Inutile dire conseguenza di tre cause prin- dello di Difesa ha ispirato che, per quanto si tentasse di cipali: l’ultima riconfigurazione equiparare il VFA al VFB, le ca- • l’approvazione delle nuove del percorso di carriera dei pacità conferite a tale persona- norme sull’obiezione di co- militari di truppa... le e le ipotesi d’impiego delle scienza, che, riconoscendo la unità che venivano con questi soggettività nell’esercizio del ” alimentate (operazioni umani-

diritto di obiezione, avevano di fatto depaupera- tarie al di fuori del territorio nazionale o di con- LOGOS to il contingente di leva; trollo del territorio nazionale) rispecchiavano tutti • la pressione esercitata da parte delle Forze di i limiti della coscrizione obbligatoria. Polizia per poter continuare a disporre di un Militari di leva, VFA e VFB furono invece i comu- contingente di personale ausiliario, peraltro eco- ni destinatari di un progetto formativo non affe- nomicamente retribuito con compensi ben supe- rente alle esigenze funzionali delle unità, quanto, riori a quelli previsti per i militari di leva delle piuttosto, a quelle dei cittadini che, vestendo tem- Forze Armate; • la disomogenea dislocazione del bacino di reclu- tamento, che non favoriva i reparti stanziati al Manutenzione dell’arma individuale. nord della penisola, considerata anche la neces- sità di aderire alla volontà politica di «regionaliz- zare» il servizio di leva, da svolgere entro i 100 chilometri dal luogo di residenza. Pertanto, fu necessario istituire, tra il 1999 e il 2000, un’ulteriore figura professionale, quella del «Volontario in Ferma Annuale» (VFA) che, prove- niente dal personale civile o da quello già in servi- zio di leva, avrebbe garantito il proprio servizio per dodici mesi con un trattamento economico pa- ri al 50% circa di quello del VFB. Per favorire l’ar- ruolamento di tale personale, fu introdotto un ele- mento di novità senza precedenti nell’Esercito: il «decentramento» integrale delle procedure e delle modalità di arruolamento in base al quale gli aspi- ranti militari potevano scegliere il reggimento do- ve prestare servizio e il momento in cui effettuar- lo. Gli aspiranti VFA potevano infatti scegliere sia l’unità in prima istanza, di preferita destinazione, sia quella alla quale essere eventualmente asse- gnati nel caso in cui il reggimento principale aves- se già soddisfatto le proprie esigenze di alimenta- zione. Il periodo di ferma era vincolato «per con- tratto» (ulteriore novità) a un limite temporale di dodici mesi. Venne quindi definito un apposito (e ulteriore) iter formativo, mutuato da quello appli- cato ai coscritti, che teneva conto della prepara- zione acquisita da coloro che avevano già svolto o

53 - LOGOS di VFP1, di coloro i quali intendono accedere alle carriere iniziali delle Forze di Polizia a ordinamen- to militare e civile. Trattandosi, come detto, di una riorganizzazione definitiva, è stato pertanto af- frontato il problema di delineare, una volta per tutte, il sistema formativo caratterizzante il mo- dello professionale. All’avvio del processo di revisione dell’iter sono stati riesaminati i criteri ispiratori della formazio- ne dei Volontari in ferma prefissata, a suo tempo delineati, per valutarne l’efficacia alla luce del- l’esperienza acquisita e, quindi, l’eventuale ri- spondenza alle attuali esigenze operative. Gli esiti di tale esame hanno confermato gli indirizzi for- mativi del 1999 a meno del principio della «poli- funzionalità operativa» e dei «livelli di operatività». Infatti, si è potuto rilevare che l’obiettivo di abili- tare, durante la fase della specializzazione, il per- sonale ad assolvere molteplici funzioni non era stato, soprattutto rispetto al tempo disponibile, realistico. Inoltre, i vincoli formativi e di impiego predefiniti (5°-10° e 24° mese) sono apparsi trop- poraneamente l’uniforme, avrebbero dovuto af- po rigidi e influenzati, ancora una volta, dagli frontare il problema dell’inserimento nel mondo schematismi della leva. Pertanto, si è preferito del lavoro al termine del servizio prestato. Si trat- adottare un approccio basato su un iniziale conse- ta del progetto «Euroformazione Difesa», avviato guimento di capacità «minime» e «credibili», tali nel 1998 a seguito delle prime esperienze acqui- da permettere l’impiego in operazioni sin dal ter- site con l’alfabetizzazione informatica della leva. mine della fase dell’addestramento di specializza- Prevedeva la realizzazione, con risorse comunita- zione, seguito da una sempre crescente specializ- rie del Fondo Sociale Europeo, di aule multimediali zazione e responsabilizzazione. per l’insegnamento dell’informatica e della lingua L’analisi delle «capacità», da conferire ai militari inglese e per la formazione imprenditoriale e l’at- durante la permanenza in servizio, dall’arruola- tribuzione della qualifica di «Centro di Euroforma- mento fino alla pensione, riferite a tutte le tipolo- zione» alle unità dell’Esercito che ospitavano tali gie di unità dell’Esercito e a tutti gli incarichi, ha attività d’istruzione (attualmente sono 112). I cor- rappresentato il punto di partenza dello studio, si, tenuti da personale civile qualificato, sono tut- che ha tenuto conto anche di un altro importante tora in svolgimento e il progetto continua a inte- aspetto emerso negli ultimi dieci anni: l’incremen- ressare il personale militare che non ha un rappor- to considerevole del numero di diplomati che to fisso d’impiego con l’Amministrazione della Di- chiede di accedere alla carriera militare in qualità fesa (VFB e, come si vedrà di seguito, Volontari in di «soldato» con conseguente possibilità di riesa- ferma prefissata di un anno - VFP1 e Volontari in minare, in chiave più restrittiva, i requisiti psico- ferma prefissata quadriennale - VFP4). fisio-attitudinali da soddisfare per essere arruola- ti, elevando la qualità dei candidati da ammettere alla selezione. LA CARRIERA DEI MILITARI DI TRUPPA

L’esigenza prioritaria di disporre del numero di professionisti previsti dal Modello di Difesa ha ispirato l’ultima e oramai definitiva riconfigurazio- ne del percorso di carriera dei militari di truppa, prevedendo due nuove categorie di Volontari, isti- tuite nel 2004 con la Legge n. 226 del 23 agosto, e destinate a sostituire progressivamente il VFB: il VFP1 e il VFP4. Tale ulteriore «sdoppiamento» di ruoli è stato l’escamotage per conseguire gli obiettivi di forza che non erano mai stati raggiun- ti, prevedendo la permanenza obbligatoria per un anno, nei ranghi delle tre Forze Armate in qualità

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L’inizio della carriera, dunque, viene sancito con (in un Esercito professionale tutte le unità devono l’arruolamento in qualità di Volontario in ferma essere prontamente impiegabili sin dalla conclu- prefissata di un anno (VFP1). Il modello delineato sione della formazione di base), lo stesso livello di per questa nuova categoria è stato definito tenen- formazione militare iniziale (combattente indivi- do conto che i VFP1 saranno assegnati a tutti i re- duale). Ciò consentirà l’inserimento di VFP1 nel- parti d’impiego, nei quali sono destinati a ricopri- l’unità di impiego con capacità «combat ready» di re inizialmente le funzioni di minore contenuto base, da perfezionare e consolidare nell’ambito specifico nell’ambito dell’elemento organizzativo della minore unità di assegnazione, durante la fa- elementare (squadra/equipaggio), assumendo nel se di mantenimento dell’operatività. Pertanto, il tempo, come già accennato, ruoli via via maggior- VFP1 non deve essere considerato un elemento mente impegnativi. In particolare, si prevede una estraneo (un apprendista) all’organizzazione, ma formazione iniziale in due fasi (addestramento di esclusivamente un militare nella prima fase di una base più addestramento di specializzazione), di carriera vista nel suo insieme, tenuto conto che è cui la prima presso i Reggimenti Addestramento stata sancita la possibilità del suo impiego in ope- Volontari e, la seconda, presso le Scuole di Specia- razioni fin dal termine della sua formazione inizia- lizzazione/d’Arma. L’addestramento di base, ef- le. In ogni caso, ai VFP1 non verranno assegnati fettuato presso un numero limitato di Reggimenti tutti gli incarichi previsti dagli organici delle unità. Addestramento Volontari avrà una durata di 12 Infatti, si è definito, per ciascuna Arma/specialità settimane (attualmente è di dieci), mentre quello un «incarico di base» (quattordici per tutto l’Eser- di specializzazione, svolto presso le Scuole, conti- cito) con il quale ciascun militare inizierà la propria nuerà ad avere una durata variabile in funzione carriera presso l’unità di assegnazione. Successi- dell’incarico. vamente, dal punto di vista dell’impiego, in fun- L’iter formativo così concepito si prefigge lo sco- zione delle esigenze del reparto, delle capacità del po di conferire a tutto il personale arruolato, a singolo e tenuto conto delle aspettative individua- prescindere dall’incarico attribuito/Area d’impiego li, i militari potranno, in alternativa:

55 - LOGOS un’ulteriore fase formativa, che dovrà pertanto es- sere affrontata (di nuovo presso le Scuole o gli stessi reparti) solo qualora esigenze operative/op- portunità d’impiego impongano il cambio di inca- rico/attribuzione di un secondo incarico. In sostanza, si è inteso configurare il periodo di servizio come un continuum, senza interru- zioni al momento del cambio di status (VFP1, VFP4, VSP), prevedendo eventi formativi ad hoc nei momenti e nei passaggi individuati come ne- cessari dalla Forza Armata e dalla catena di co- mando. Perchè non implichi per alcuno l’inutile e antieconomica ripetizione di fasi formative defi- nite «a priori» e svincolate dalle reali esigenze funzionali delle unità. L’elemento importante e innovativo è che ogni soldato deve essere consi- derato come «elemento a sé stante» (in analogia a quanto in atto per gli Ufficiali e i Sottufficiali) e non come «massa» di uomini da manovrare in Paracadutisti in addestramento. maniera unitaria indipendentemente dalle capa- cità, conoscenze e professionalità acquisite e dalle aspettative personali. Tale sistema, pertan- • progredire «orizzontalmente», incrementando le to, intende sanzionare un diverso approccio for- proprie capacità nell’ambito dello stesso mativo, rispetto a quello fin qui adottato in un ruolo/incarico, ma sfruttando successive occa- regime condizionato sostanzialmente dalla leva, sioni formative; i cui cardini risiedono nella: • alimentare le altre posizioni organiche previste • possibilità per il militare, sin dalle prime fasi del- nell’ambito dello stesso reparto (comprese quel- la formazione, di prefigurare il proprio sviluppo le logistiche); di carriera; • ricoprire nuovi incarichi nell’ambito di reggimenti di • standardizzazione delle capacità di base da con- differente tipologia/Arma/spe- seguire in un «polo» formativo cialità, previa riqualificazione di base per i VFP1, omologo, dal negli ultimi due casi. ...i tagli recentemente ope- punto di vista concettuale, al- In questo modo potranno: “rati al bilancio della Difesa... l’Accademia Militare per gli Uffi- • inserirsi gradualmente nell’uni- hanno influito in misura rile- ciali e alla Scuola Sottufficiali tà di assegnazione; dell’Esercito per i Marescialli; • acquisire una conoscenza ap- vante anche sull’entità del • attribuzione alla linea di co- profondita delle modalità d’im- personale da reclutare mando al livello dell’unità piego dell’unità di appartenen- d’impiego della responsabilità za, non essendo «tecnicamen- ” di definire le esigenze di riqua- te» preclusa la possibilità di ricoprire qualunque lificazione del personale durante tutto l’arco del- incarico nell’ambito del reggimento (previa valu- la carriera; tazione delle attitudini/capacità da parte del Co- • spiccata flessibilità d’impiego del personale e mandante); osmosi nell’ambito delle unità dell’Esercito. • acquisire progressivamente nuove capacità per Il sistema, quindi, costituisce quel necessario tutto l’arco della carriera, commisurate alle sin- salto di qualità che deve coinvolgere tutti (anche i gole qualità professionali e alle effettive neces- Quadri e gli istruttori) nel momento della totale sità operative, nonché caratterizzate da un mar- professionalizzazione dell’Esercito. cato «dinamismo», in una prospettiva di sempre crescente specializzazione (concetto della «poli- funzionalità» da acquisire con l’esperienza anzi- ASPETTI CRITICI DEL «TRANSITORIO» ché ricercata nel corso della formazione di base come nel caso dei VFB); Lo studio del nuovo iter si è basato sui parame- • assumere incarichi di maggiore responsabilità tri previsti dallo sviluppo dei cosiddetti «modelli per più esperti (e non sulla base di un mero cri- professionali 1 e 3», facenti capo, rispettivamente, terio di «anzianità»). alle leggi n. 215/2001 e n. 226/2004, che preve- Nel contesto appena delineato, il passaggio a dono, per l’Esercito, una consistenza di 112 000 VFP4 e a VSP non comporterà, quindi, l’esigenza di tra uomini e donne di tutte le categorie. In parti-

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Centrale di tiro di un sistema controaerei. lentemente presso le unità d’impiego (a meno de- gli incarichi a elevata connotazione tecnica). Tuttavia, se da un lato è chiaro il quadro di ri- colare, per i militari di truppa, sono previsti una ferimento al quale tendere, i tagli recentemente modesta quantità di VFP1 da reclutare ogni anno operati al bilancio della Difesa, e in particolare (circa 4 000) e una consistente componente di nel corrente esercizio finanziario, hanno influito VFP4 (circa 20 000) e di VSP (poco più di 56 000). in misura rilevante anche sull’entità del perso- In tale ambito, i criteri e le modalità organizzative nale da reclutare. Inoltre, non si possono esclu- del nuovo iter sono state definite per essere pie- dere ulteriori revisioni, con molta probabilità in namente applicate a professionalizzazione com- chiave riduttiva, dello stesso Modello di Difesa. piuta, con una prospettiva temporale di circa otto- Pertanto, la prospettiva temporale di riferimento nove anni. Nel frattempo, a fronte dell’elevato nu- potrebbe, permanendo la tendenza «al ribasso» mero di VFP1 immessi in servizio per soddisfare le dei reclutamenti, sensibilmente contrarsi. Quin- esigenze di alimentazione dei reparti (24 500 nel di, la prossima sfida sarà quella di applicare gra- 2005 e circa 21 000 nel 2006), unitamente agli ul- dualmente, man mano che le circostanze lo per- timi «blocchi» di VFB arruolati nel 2006, le capaci- metteranno, i provvedimenti individuati sino al tà ricettive/istruttive dei Reggimenti di Addestra- raggiungimento della configurazione del sistema mento per Volontari e delle Scuole di Specializza- formativo delineato. Le possibili configurazioni zione non hanno consentito di far fronte a tutte le del futuro strumento operativo potranno com- esigenze formative. Pertanto, si è dovuto ricorre- portare la necessità di adottare alcuni corretti- re, necessariamente, ad alcune soluzioni provviso- vi/adeguamenti, ma sempre nell’ambito dei rie: la fase della formazione di base, ancorché principi ispiratori del modello definito. svolta presso i RAV, strutturata su sei settimane per il personale reclutato nel 2005 e 2006 e, quin- Maurizio Boni di, incrementata a dieci settimane nel 2007; l’ad- Colonnello, destramento di specializzazione condotto preva- in servizio presso il NATO JOINT FC - Lisbona

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LOGOS

LA COMUNICAZIONE MILITARE LA COMUNICAZIONE MILITARE

Negli ultimi quindici anni l’Esercito Italiano ha svolto un ruolo di primo piano sulla scena internazionale. Ba- sti pensare alle operazioni condotte in Libano, nei Balcani, nel Kurdistan iracheno, in Albania, in Somalia, in Mozambico, a Timor est, in Iraq, in Afghanistan. Queste missioni hanno contribuito ad accelerare nella For- za Armata la presa di coscienza circa la necessità di curare con attenzione il rapporto con la società civile, privilegiando l’informazione e la comunicazione quali elementi essenziali e particolarmente vulnerabili della condotta di ogni tipo di operazione, in quanto capaci di influenzare le scelte politiche e strategiche.

L’esigenza di affermazione dei valori e dei senti- menti etici, che rappresentano la struttura funzio- nale dell’Istituzione Difesa, rende il rapporto tra il mondo militare e gli organi di informazione di massa un fenomeno particolarmente complesso. La comunicazione - o meglio la gestione dell’in- formazione nella sua globalità - ha bisogno di un costante adattamento alle esigenze della società civile, ovvero alla necessità di prestare particolare attenzione a quei riflessi mediatici che influenza- no, e spesso condizionano, il variegato universo dell’opinione pubblica. Per le nostre Forze Armate il compito più de- In apertura e sopra. licato rimane quello di calibrare la necessità La ricerca del consenso sociale non è solo un diritto-do- vere ma anche e soprattutto un’esigenza funzionale per dell’informazione con il rispetto di quella riser- la riaffermazione di quei sentimenti etici e di quei valo- vatezza che la natura degli argomenti trattati ri forti che costituiscono la struttura portante dell’Istitu- impone. zione militare. Pur riconoscendo che la nostra attività di comuni- cazione è stata spesso condizionata da sostanziali limitazioni nei confronti dei mass media (la peculia- indispensabile organizzare e definire correttamente rità delle attività militari e una certa prudenza nel una più generale capacità comunicativa, ovvero la fornire informazioni), i nuovi processi di integrazio- necessità di superare la «non comunicazione», quel- ne con il mondo civile hanno imposto la necessità di la sorta di silenzio in grado di veicolare ugualmente ridisegnare gli assetti della co- messaggi non desiderati. municazione militare. ...si è reso indispensabile Inoltre, per raggiungere il li- Relegata a moduli storiografi- “organizzare una più genera- vello qualitativo necessario per ci della tradizione (sacralità del- le capacità comunicativa, ov- una comunicazione efficace, si è la difesa e propensione al sacri- vero la necessità di superare fatto ricorso al patrimonio pro- ficio), la cultura militare ha visto fessionale acquisito dalle Forze rapidamente accentuarsi la di- la «non comunicazione»... Armate nel corso degli anni. stanza con la cultura civile e con ” Le applicazioni concrete delle i suoi elaborati meccanismi di scienze dirette, tipiche degli adesione (il modo di comunicare) e di consenso strumenti militari (Ingegneria e Informatica) così (l’efficacia del risultato). come delle scienze ausiliarie (dalla Storia alla Psi- Soltanto i moderni processi di formazione (effi- cologia) hanno permesso la concreta capacità di cienza e professionalità) hanno permesso alle For- adattamento di una formazione umana complessa, ze Armate di definire un ruolo sostanziale e più si- altamente disciplinata, strutturata gerarchicamente gnificativo all’interno del tessuto sociale del Paese. e fortemente fidelizzata. La nuova identità acquisita (prestigio sociale) ha Per questo motivo le Forze Armate sono state in imposto l’intera ristrutturazione dei rapporti intratte- grado di recepire (assorbire con senso critico) nuti con la società civile e, di conseguenza, si è reso l’evoluzione della realtà socio-politica della comu-

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LA VISIBILITÀ DELL’ESERCITO PRESSO GLI ORGANI DI STAMPA E LA TELEVISIONE NEL BIMESTRE NOVEMBRE-DDICEMBRE 2007 LOGOS

nità civile (i valori della dignità umana e dell’ugua- ve sono frequentemente chiamate ad operare. glianza) sino ad interpretare le espressioni cultu- Proprio nelle nostre missioni all’estero, lì dove rali più avanzate, il rispetto della vita umana indi- gli elementi sostanziali sono costituiti dall’impor- pendentemente dal colore dell’uniforme. tanza del mandato, dalla cooperazione, dai com- Pur senza nascondere le difficoltà interne (è sta- piti umanitari e dall’integrazione con gli altri orga- to necessario superare le diverse impostazioni nismi internazionali, l’uomo con l’uniforme diven- elaborate da ogni singola Forza Armata), i collega- ta il «responsabile della comunicazione». menti interforze e l’adozione di procedure con- Il suo comportamento e il suo rigore - prima an- giunte hanno permesso di assumere le connota- cora di una comunicazione scritta o verbale - pro- zioni di un vero e proprio sistema integrato di co- ducono il primo impatto sulle regole che governa- municazione. no gli assetti mediatici e che regolano i meccani- La professionalità e la motivazione dei nostri mi- smi di consenso. litari sono diventati oggi i canali preferenziali per E la realizzazione delle nuove aperture passa trasmettere (operatori ed erogatori di comunica- proprio per la rinnovata qualificazione dei nostri zione) i valori che le Forze Armate esprimono nel- militari, ovvero dal background adeguato al valore la società italiana e nei contesti internazionali do- della missione, dalla conoscenza delle comunità

Nel mese di luglio 1997, l’Eurispes ha condotto una indagine sulla «Percezione e atteggiamento dell’opinione pub- blica nei confronti delle Forze Armate», intervistando telefonicamente un campione di 1 070 cittadini italiani rappre- sentativo della popolazione nazionale. I risultati furono, per alcuni aspetti, illuminanti. Pur individuando nella difesa del territorio nazionale - nel 45,7% dei casi - il compito prioritario delle FF.AA., gli intervistati, nel delineare le princi- pali funzioni dello strumento militare in una moderna democrazia occidentale, erano fortemente orientati (40,4% del- le indicazioni) a caratterizzarne il presente e il futuro negli interventi di carattere umanitario finalizzati a portare la pa- ce e migliori condizioni di vita dove ce ne fosse bisogno. Una terza posizione espressa (10,6%), anch’essa di grande interesse, sottolineava la necessità di integrare le Forze Armate nazionali all’interno di processi e di accordi sovrana- zionali, attribuendo agli eserciti il ruolo di garanzia del rispetto di tali accordi. Gli interventi di carattere umanitario e di peace keeping, come futura priorità delle FF.AA., erano segnalati principalmente dai giovani con meno di 30 anni (45,2%), superando la più tradizionale funzione di difesa del territorio (41,7%); questa esigenza aumentava progressi- vamente al crescere dell’età degli intervistati, raggiungendo il 51,4% tra gli ultrasessantenni. Il «Rapporto Italia» 2001 dell’Eurispes, alla scheda n. 57, riportava l’anticipazione di una ricerca del CeMiSS (Centro Militare di Studi Strategici) su «L’immagine delle Forze Armate italiane tra gli operatori dell’informazione: un rapporto perfettibile». L’indagine partiva proprio dalla premessa che i processi relativi alla complessiva riorganizzazione delle Forze Armate italiane e il conseguente ripensamento dei ruoli e delle finalità di intervento che le coinvolgevano passas- sero necessariamente attraverso un contatto con la pubblica opinione, verso la quale, in molti casi, gli organi di comu- nicazione di massa svolgevano un ruolo potenzialmente prioritario di mediazione tra la società e la realtà militare. L’ipo- tesi di ricerca considerava anche il rischio che i «media» potessero essi stessi contribuire a creare una visione delle FF.AA. estranee e slegate dal contesto sociale di appartenenza, contribuendo in questo modo a sviluppare una comu- nicazione più problematica con la realtà militare, che spesso appariva, in quegli anni, eccessivamente rigida e chiusa.

61 - LOGOS Per verificare la percezione dell’immagine dell’Esercito, la notorietà della riforma del servizio di leva e la desi- derabilità delle professioni militari in vista della completa professionalizzazione, nel 2004 fu affidata all’Eurisko una ricerca su «L’immagine dell’Esercito e la propensione per le professioni militari presso i giovani». L’indagine ha interessato un campione di 800 intervistati (rappresentativo della popolazione italiana dai 18 ai 25 anni) po- nendosi come obiettivo quello di supportare l’Esercito nella definizione della campagna di comunicazione per il lancio della nuova figura di militare di truppa il «VFP1», volontario in ferma prefissata a un anno. Lo studio rive- lava che la professione militare era attrattiva per oltre 600 mila individui ed era connotata dalla capacità di for- mare il carattere e dall’utilità per il Paese. Nel corso della stessa ricerca si è scoperto che l’articolazione interna delle Armi e dei Corpi dell’Esercito era poco conosciuta. A colmare questa «ignoranza» si sta provvedendo con campagne di informazione mirate, soprattutto pres- so le Scuole e gli Istituti di formazione, per la diffusione della conoscenza di Corpi, Armi e Specialità che compongo- no l’Esercito. L’aspetto dell’Esercito giudicato con più favore dai giovani intervistati era la capacità di soccorrere la popolazione in caso di emergenza e la capacità di servire il Paese in tempo di pace. Interrogati su quanto si potesse considerare il nuovo Esercito professionale come una possibilità di lavoro, circa la metà degli intervistati ha fornito una risposta positiva, anche se, naturalmente, con accentuazioni nelle valutazioni nel- le regioni meridionali, dove maggiore è la disoccupazione. Il carattere volontario e l’accessibilità a entrambi i sessi sono risultati aspetti conosciuti dalla quasi totalità dei gio- vani. Gli altri tre aspetti della riforma (la ferma di un anno, lo stipendio e le prospettive di accesso negli altri Corpi del- lo Stato), al contrario, erano noti a meno della metà degli intervistati. Tutti gli aspetti della riforma hanno ottenuto va- lutazioni positive. In particolare, l’aspetto meglio valutato è stato riferito alla volontarietà della scelta. Circa un giova- ne su tre ha dichiarato di conoscere altre persone interessate al periodo volontario in ferma prefissata a un anno. Il profilo «ideale» di queste persone è giovane, quasi esclusivamente di sesso maschile, più spesso studente e più fre- quentemente di istruzione superiore. Ai giovani è stato anche chiesto di indicare in che modo e su quali media hanno ricevuto informazioni e notizie sul- l’Esercito. La Tv è risultato il più diffuso mezzo di comunicazione da cui sono state ricavate le informazioni. La pro- posta di una fiction dedicata all’Esercito ha sollecitato un discreto interesse: quasi due giovani su tre si è detto inte- ressato. I serial che hanno raccolto maggior interesse sono quelli legati all’azione. Gli interventi sul campo, le opera- zioni in collaborazione con altre forze e gli addestramenti hanno evidenziato un consenso simile. La presenza femminile nell’Esercito è percepita dall’opinione pubblica non solo come positiva, ma anche come un fattore di miglioramento complessivo. dove si svolgono le operazioni di peace keeping e vo «contratto» tra le strutture militari e l’opinio- dalla capacità di convogliare i messaggi in un effi- ne pubblica. cace strumento di «persuasione». Con il superamento delle difficoltà iniziali - le La misura dell’efficacia di questo processo innova- informazioni ai media venivano eccessivamente tivo - nel più ampio riassetto delle Forze Armate - è filtrate - i processi innovativi sono stati in grado di stata determinata dalla volontà di realizzare una mi- elaborare espressioni avanzate di collaborazione (i gliore integrazione con il diritto dell’opinione pub- giornalisti embedded, inseriti in un reparto in ope- blica ad avere una corretta informazione sul mondo razioni), al fine di garantire il diritto «costituziona- militare, ovvero sul suo contributo alle istituzioni le» all’informazione. democratiche e alla comunità in generale. L’Istituzione militare rimane pur sempre un’or- In definitiva, se in passato la valenza dei processi ganizzazione complessa che deve conciliare i va- comunicativi è stata affidata quasi interamente ai lori forti della tradizione con quelli della moderni- produttori di notizie («newsma- tà, misurata in termini di effi- king», processo di formazione cacia e di efficienza. della notizia), oggi l’ingresso del- ...oggi l’ingresso delle For- Quindi una condizione «impor- le Forze Armate nel settore della “ze Armate nel settore della tante», regolata da motivazioni pubblica informazione (immagi- Pubblica Informazione con- profonde, che - più di altre orga- ni, notizie, documentazioni) con- nizzazioni - percepisce la neces- tribuisce ad accrescere un comu- tribuisce ad accrescere un sità di legittimazione funzionale ne patrimonio culturale, condivi- comune patrimonio culturale, e di creazione del consenso. so e apprezzato. condiviso e apprezzato Superata la crisi di legittimità Il grado di visibilità raggiunto del secondo dopoguerra (i pro- e la realizzazione di un prodot- ” blemi delle Forze Armate non to efficace (promozione) sono il risultato di un sono stati affrontati con la determinazione e il ri- processo innovativo, che ha visto le Forze Armate gore che meritavano), il percorso intrapreso per la impegnate nel favorire una migliore trasparenza e ricerca di una strategia comunicativa ha dovuto un più incisivo dialogo istituzionale. misurarsi con la ricostruzione del consenso di im- Sostanzialmente, una maggiore attenzione alle magine e di merito. regole che governano il mondo della comunica- Ma l’esclusiva della comunicazione è stata qua- zione (e la loro assimilazione) così come la nuo- si sempre attribuita alla sfera politica (o meglio va percezione della loro utilità (oltre che della allo scontro politico-ideologico) e le Forze Arma- necessità) sono state le basi culturali per il nuo- te sono state percepite dall’opinione pubblica

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L’ultimo sondaggio da citare è quello sulla «Percezione dei valori dell’Esercito Italiano presso l’opinione pubbli- ca», condotto dalla società di ricerche CRM, nel mese di aprile del 2007, su un campione di 1 000 persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Partendo dalla premessa che la Società e il mondo che circonda la Forza Armata stanno vivendo un momento di indubbia difficoltà nel custodire e tramandare i valori fondanti della comunità e che l’Esercito deve, comunque, riuscire a educare e formare i suoi giovani in modo da tramandare e rendere sem- pre attuali i valori e le tradizioni di cui è custode, è stata commissionata una ricerca che interrogasse un campio- ne di intervistati, rappresentativo della popolazione italiana adulta, circa la loro percezione dei valori dell’Eserci- to e il «peso» che danno ai valori custoditi dal militare rispetto ai coetanei che esercitano altre professioni. Da que- sto studio è stato rilevato che il 72% degli intervistati è soddisfatto dell’operato dell’Esercito, in particolare dife- sa e controllo del territorio e operazioni di soccorso in situazioni di gravi catastrofi naturali (incendi, alluvioni, ecc.). Rispetto ai coetanei impegnati in altre carriere, il militare dell’Esercito è percepito essere più attento ai va- lori morali e di impegno sociale. Alla sollecitazione di rappresentare l’Esercito Italiano attraverso un’immagine è stata fornita una rappresentazione «giovanile» capace di assumersi responsabilità. come «separate» dal resto del contesto civile, im- ne (verifica e valutazione) sull’effettiva ricezione brigliate in vincoli legislativi e rigide norme di ri- del messaggio, lì dove per altre categorie (dai lea- servatezza. der politici ai personaggi televisivi) la comunicazio- Un percorso ancora più difficile per i vertici mili- ne viene, nella maggioranza dei casi, recepita e tari - al contrario di quelli amministrativi, non so- condivisa da larga parte dell’opinione pubblica. no chiamati a prospettare esclusivamente soluzio- L’obiettivo delle Forze Armate è strategico: co- ni politiche - con uno spazio di manovra forte- municare nel contesto socio-politico del Paese. E mente limitato nella pubblicistica militare: più questo vuol dire creare un consenso di merito lì

propaganda che informazione, più autocelebra- dove - a differenza delle Forze di Polizia che ope- LOGOS zione che progettualità. rano quotidianamente sul territorio - le opportu- E per vincere la sfida è stato necessario organizza- nità di «contatto» con la società civile sono ogget- re nel tempo un rinnovamento sostanziale (appren- tivamente limitate. dimento e verifica), prima di produrre un livello di vi- Una comunicazione fatta sistema deve essere in sibilità esterna in grado di esprimere la nuova cultu- grado di alimentare il dibattito (partecipazione degli ra della comunicazione efficace. L’esigenza comuni- opinion leader), di favorire la ricerca, di realizzare un cativa ha determinato una profonda rivisita di quel- contesto favorevole (l’attualità del quadro internazio- li che sono stati gli apprendimenti organizzativi, nale) e di stimolare l’attenzione e il rispetto: un ruolo perchè di fronte ad una nuova esigenza la Forza Ar- attivo nella ricostruzione morale del Paese (identità mata si è dovuta dotare di una nazionale) attraverso l’identifica- struttura dedicata alla gestione zione nelle regole «semplici» del- tempestiva della comunicazione L’obiettivo delle Forze Ar- la condizione militare. e attività correlate, che hanno as- “mate è strategico: comuni- Informare vuol dire trasmette- sunto la fisionomia di vere e pro- care nel contesto socio-ppoli- re notizie, ma comunicare signi- prie funzioni operative non solo fica offrire all’opinione pubblica nel corso delle varie operazioni, tico del Paese il più impegnativo ruolo di inter- ma soprattutto in Patria per la co- ” locutore, ovvero la capacità di ri- struzione del consenso e la promozione finalizzata chiedere la puntualità e la verificabilità delle infor- ai reclutamenti. mazioni acquisite. Comunicare efficacemente vuol dire anche di- E se il diritto dell’opinione pubblica si trasforma in sporre (con padronanza) di quelle sofisticate tecni- un dovere dell’Istituzione militare, spetta a quest’ul- che in grado di superare ogni possibile fraintendi- tima ricercare il continuo adeguamento alla crescen- mento, dalle omissioni alle eccessive semplifica- te espansione della domanda di comunicazione. zioni, così come la necessità di superare la «volon- Le Forze Armate intensificano le relazioni ester- tà di non accettazione» del messaggio, volutamen- ne - dai mass media al mondo accademico - e la te o inconsciamente elaborata. In definitiva, lo sti- pubblicistica militare misura la sua valenza con le e il modo di comunicare condizionano il nostro l’attualità dei progetti culturali. interlocutore, sia in senso positivo che negativo. I contenuti da comunicare sono i contenuti rea- Nella trasmissione di un messaggio entrano in li (superamento del divario) e i messaggi sono per- gioco meccanismi culturali significativi (sociali, etici, suasivi perché è ritenuto credibile il soggetto ero- religiosi) e le Forze Armate devono continuamente gatore: il consenso di immagine delle Forze Arma- elaborare tecniche e modalità necessarie al supera- te è adesso un consenso di merito. mento di «barriere inconsce dell’ascolto», ovvero superare quei timori che ravvisano nell’erogatore un Michele Torres elemento potenzialmente capace di alterare equilibri Generale di Divisione, sociali e politici faticosamente raggiunti. Capo del V Reparto Affari Generali Infine, è necessario porre anche grande attenzio- dello Stato Maggiore dell’Esercito

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LA FESTA DELL’ESERCITO LA FESTA DELL’ESERCITO A 147 ANNI DALLA COSTITUZIONE

Un passato da celebrare e ricordare, tra tradi- zione e innovazione. Questo è lo scenario che ha fatto da sfondo alla cerimonia della Festa del- l’Esercito, svoltasi il 6 maggio, presso l’Ippodro- mo Militare «Generale di Corpo d’Armata Pietro Giannattasio», alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del neo Presidente della Camera Gianfranco Fini, del Ministro della Difesa uscente Arturo Parisi, del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Vincenzo Campo- rini, e del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Fabrizio Castagnetti.

Sono trascorsi 147 anni da quel lontano 4 mag- gio 1861 quando la «Nota 76» dell’allora Ministro della Guerra, Generale Manfredo Fanti, segnò l’abolizione dell’antica denominazione di Armata Sarda e la nascita del Regio Esercito Italiano, che sancì la compiutezza dell’unità nazionale: «Vista la legge in data 17 marzo 1861, colla quale S.M. ha assunto il titolo di Re d’Italia, il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi ed Uffici mili- tari che d’ora in poi il Regio Esercito dovrà pren- dere il nome di Esercito Italiano, rimanendo aboli- ta l’antica denominazione di Armata Sarda». In realtà, il nostro Esercito vanta una tradizione molto più antica. Sono infatti trascorsi 349 anni dal 18 aprile 1659, data in cui il Duca Carlo Ema- nuele II di Savoia, per poter disporre di militari addestrati e di pronto impiego, reclutò 1 200 uo- mini da inquadrare in un reggimento detto «delle

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MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO «In occasione del 147° anniversario della costituzione dell’Esercito Italiano, rivolgo un riverente omaggio alla Bandiera della Forza Armata ed a quelle di tutte le sue unità, che nella storia secolare dei Corpi sono simbolo di fedeltà, onore militare e valore. Il mio deferente pensiero va ai caduti di tutte le guerre ed a quanti hanno sacrificato la vita nell’adempimento del dovere. La Patria ne serba vivo il ricordo e li onora. I soldati che novant’anni orsono si apprestavano a combattere la battaglia finale di Vittorio Veneto, protetti dalla sola giubba grigioverde, non riconoscerebbero gli eredi del loro eroismo nei militari che oggi utilizzano gli equipaggiamenti avveniristici del progetto «Soldato futuro» ed impiegano mezzi e materiali tecnologicamente sempre più sofisticati e all’avanguardia. Questo è l’Esercito del XXI secolo, che, in piena continuità con la sua storia e in attuazione dei principi della Costituzione repubblicana, schiera oggi, nei Balcani, in Libano, in Afghanistan ed in numerose altre missioni non meno importanti, oltre 6 700 soldati, con il compito di garantire la sicurezza, sostenere lo sviluppo economico e sociale, promuovere la pacifica convivenza tra i popoli. In tante aree di crisi, vicine e remote, le nostre Forze Armate - unitamente a quelle di altri Paesi e alle strutture della cooperazione civile - costituiscono oggi componente essenziale di qualunque strategia di pace, in linea con il ruolo primario che l’Italia svolge nell’organizzazione delle Nazioni Unite, nell’Unione Europea e nella NATO. E l’Esercito è in prima linea con questo straordinario impegno. L’umanità, l’abnegazione e la professionalità con cui i nostri militari assolvono a questo loro compito di fondamentale importanza per lo sviluppo della società italiana e globale meritano al nostro Paese l’apprezzamento della comunità internazionale e la riconoscenza delle popolazioni interessate, che vedono così riaccendersi una speranza di normalità, la possibilità di un fu- turo dignitoso. È questo un modo nuovo, non meno importante ed impegnativo, di difendere e soste- nere la Patria prevenendo e smorzando la conflittualità latente, in un periodo di rapida e profonda tra- sformazione della comunità internazionale. Insieme a tutti gli italiani, esprimo agli uomini e alle donne di ogni grado e specialità nonché al personale civile della Forza Armata, in servizio e in congedo, vivo compiacimento per la straordinaria opera prestata e formulo i più fervidi voti augurali. Viva l’Esercito Italiano, viva le Forze Armate, viva l’Italia». Roma, 4 maggio 2008

Guardie», decretando così la nascita del primo re- ma tutte le Bandiere dei reparti che avevano parte- parto professionale d’Europa. cipato alla Grande Guerra. Nella cornice di Tor di Quinto, il Capo dello Sta- Altro momento toccante della cerimonia è stato to, dopo aver passato in rassegna le truppe schie- il conferimento delle onorificenze da parte del rate, ha ascoltato con vivo interesse le prolusioni Capo dello Stato. In particolare, la Medaglia d’Oro del Ministro della Difesa, del Capo di Stato Mag- al Valore dell’Esercito alla Bandiera di Guerra del giore della Difesa e del Capo di Stato Maggiore 152° reggimento fanteria «Sassari», per le virtù dell’Esercito, che hanno offerto spunti interessanti per una pon- derata riflessione sull’attuale si- tuazione della Forza Armata. Ricorrendo quest’anno il 90° an- niversario della vittoria della Prima guerra mondiale, la cerimonia è stata resa ancora più solenne dalla presenza di tutte le Bandiere dei reparti della Forza Armata, com- prese quelle delle unità disciolte. Delle 132 Bandiere erano «assenti giustificate» solamente le 12 ap- partenenti ai reparti attualmente impegnati nei teatri operativi in- ternazionali. È la seconda volta che si assiste a una così elevata presenza di vessilli. La prima risa- le al 1921, a un evento particolar- mente significativo per la nostra storia nazionale: la tumulazione del Milite Ignoto al Vittoriano. In quella occasione affluirono a Ro-

67 - RUBRICHE con assetti aeromobili, mezzi blindati e Forze Speciali, ha concluso la cerimonia. Riflettori pun- tati anche sul nuovo elicottero da trasporto tattico NH-90, un aeromobile multiruolo di recente ac- quisizione da parte della Forza Armata, che di- spone di tecnologie avanzatissime e presenta ca- ratteristiche assolutamente all’avanguardia. Particolarmente curato è stato lo spazio esposi- tivo dedicato al 90° anniversario della vittoria del- la Grande Guerra e ai sistemi di digitalizzazione e mezzi ad alta tecnologia del «soldato futuro», si- stemi studiati per incrementare la capacità opera- tiva del soldato che sarà in grado di poter agire in piena sicurezza e in costante contatto con il Co- mando. Un giusto risalto è stato dato al passato e al futuro dell’Esercito in una continuità storica che costituisce un patrimonio di valori e tradizioni: dimostrate durante la missione «Antica Babilonia» gesta gloriose, amor di Patria, spirito di sacrificio in Iraq, che ha dato lustro alle Forze Armate e al- e abnegazione. Questo è il soldato di ieri e di og- l’Italia nel contesto internazionale, e la Croce gi, intima essenza della nostra Istituzione. d’Onore alla memoria del Caporal Maggiore Capo Di grande significato e riflessione sono stati Scelto Giorgio Langella e del Primo Caporal Mag- anche altri momenti celebrativi che hanno prece- giore Vincenzo Cardella, caduti ambedue in mis- duto questo evento nel quadro dei festeggiamen- sione di pace, nel 2006, nel teatro afghano. Infi- ti previsti. ne, tre Medaglie di Bronzo al Valore dell’Esercito L’11 aprile presso l’Auditorium «Parco della sono state conferite a militari che si sono distinti Musica» di Roma si è svolto, alla presenza del nel quadro delle operazioni in Iraq. Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e di perso- Una vivace e dinamica dimostrazione operativa, nalità civili e militari, il concerto della Banda

RUBRICHE - 68 Rivista Militare n. 3/2008 dell’Esercito, diretta dal Te- nente Colonnello Fulvio Creux e dal vice Direttore Antonella Bona, prima donna a ricoprire questo prestigioso incarico in un complesso musicale militare. La rappre- sentazione, anche qui se- guendo il motivo di fondo «Dalla Grande Guerra a una grande Forza», ha visto l’esecuzione di musiche di Giuseppe Verdi, Gabriel Fau- rè e altri, accompagnate dalla lettura di testi dello stesso periodo. A seguire la solenne Santa Messa, in suffragio di tutti i Caduti dell’Esercito, celebrata il 30 aprile dall’Arcivescovo Vincenzo Pelvi, Ordinario Mili- tare per l’Italia, nella Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma. Di forte impatto vita nel prestare assistenza a soldati malati di tu- emotivo per le autorità civili e militari presenti è bercolosi. stato durante l’omelia il ricordo di Papa Giovanni Arte, religione e storia per celebrare, dunque, XXIII che, durante la Grande Guerra, prima come un momento di grande significato per il nostro Sergente e poi in qualità di Cappellano militare, si Paese. L’atmosfera di suggestione e mito che prodigò così tanto nell’assistere i feriti ricoverati ha avvolto la manifestazione ha raggiunto il negli Ospedali militari di Bergamo. La sua genero- suo apice in un’ulteriore espressione artistica sità e nobiltà d’animo lo portarono a rischiare la che racconta, attraverso la forza evocativa di

69 - RUBRICHE cito sia al servizio del Paese e quanto il Paese ricambi con af- fetto i suoi soldati per l’impegno e la dedizione lo si evince dalla seria compostezza dei visitatori immersi in quel prezioso patri- monio di storia e cultura, com- plice anche la splendida cornice del Vittoriano. Il percorso museale si dipana in quattro settori, ognuno dei quali approfondisce momenti storici e vicende militari della nostra For- za Armata. Il primo rievoca le vi- cende del neonato Esercito Ita- liano in un contesto storico-so- ciale di estrema complessità: dalla problematica del brigan- taggio fino alle guerre coloniali di fine secolo e alla campagna di Libia del 1911, passando attra- verso la dolorosa fase della Brec- cia di Porta Pia che restituì Roma oggetti e luoghi, le vicende più significative le- all’Italia. Tra i vari cimeli esposti fa bella mostra gate alla storia dell’Esercito Italiano. Nei due- di sé la splendida collezione «Serra», che ripro- cento metri lineari del Sacrario delle Bandiere duce in modo autentico figurini in uniforme rela- si possono, infatti, ripercorrere gli eventi e le tivi all’Esercito del 1866. gesta più avvincenti della nostra Forza Armata. Il secondo settore, interamente dedicato alla Un percorso storico, assai emozionante, che Grande Guerra, assume una centralità assoluta in avviene in un contesto del tutto privilegiato considerazione del 90° anniversario della conclu- qual è quello dell’Altare della Patria, dove il 22 sione del conflitto. Quella che, secondo l’opinio- aprile 2008 è stata inaugurata dal Capo di Sta- ne della maggioranza, avrebbe dovuto risolversi to Maggiore dell’Esercito la mostra «Storia di in una guerra-lampo si rivelò invece lunga e lo- Uomini e di Armi», alla presenza dell’Amba- gorante, combattuta nelle trincee con, almeno fi- sciatore sloveno Capuder e di altre personalità civili e militari. L’esposizione, aperta al pub- blico fino al 31 agosto 2008, è stata curata dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Eser- cito che si è avvalso della col- laborazione di Enti militari, Associazioni combattentistiche e d’Arma e del considerevole contributo dei Musei Militari della Forza Armata e di colle- zionisti privati. L’attività, seguendo il leit- motiv del Calendesercito 2008 «Dalla Grande Guerra a una grande Forza», illustra in un viaggio tra passato e pre- sente luoghi, simboli e tecno- logie della nostra storia mili- tare con lo sguardo rivolto a quegli uomini che hanno con- tribuito a farla. Quanto l’Eser-

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no a quel momento, il più alto tributo in termini nale, quali la Seconda guerra mondiale e la Guerra di vite umane e distruzione. Fu la prima guerra di di Liberazione. Anche qui reperti storici, fotogra- massa combattuta per terra, per mare e nell’aria, fie, documenti inediti. Interessante uno dei po- con un vasto impiego di armi mai usate prima chissimi esemplari della cifrante «Enigma» utiliz- (carri armati, aerei, sommergibili, aggressivi chi- zata per criptare i messaggi. mici, mitragliatrici). Combattuta fino all’esauri- Nell’ultimo settore, infine, l’Esercito di oggi, mento delle forze, condusse quasi al totale an- moderno e tecnologicamente all’avanguardia, nientamento degli schieramenti contrapposti. strumento affidabile nella difesa e nella garanzia Quattro anni di atroci sofferenze che riuscirono della sicurezza. Lo testimoniano le molteplici ad azzerare un’intera generazione e che si con- operazioni internazionali nelle quali è impegnato clusero con una pace che, già di per se stessa, per garantire la pace e offrire supporto nei pro- conteneva i segni del conflitto successivo. In cessi di stabilizzazione e ricostruzione. Non meno questo senso, colpisce la ricostruzione di una importante è l’apporto dato nell’opera di salva- trincea del Carso. Sembra quasi di vederli ancora guardia delle libere istituzioni e nella tutela della lì, i nostri soldati, stretti l’uno all’altro a pochi collettività nazionale in occasione di calamità na- centimetri di distanza, imprigionati nella dura vi- turali. ta di trincea, fatta di logorante attesa e di surrea- Un filo invisibile tiene uniti passato, presente e le silenzio, rotto solo dall’agghiacciante rumore futuro del nostro Esercito e della nostra Nazione. dei bombardamenti e delle mitragliatrici. E come Un filo invisibile fatto di amor di Patria, coraggio e non restare affascinati di fronte alla giubba e ai lealtà che ogni soldato deve contribuire a preser- resti dell’aereo dell’Ufficiale pilota Francesco Ba- vare anche nel rispetto di quanti, ieri e oggi, sono racca o di fronte alla bicicletta e alla gruccia ap- caduti nell’adempimento del proprio dovere. Se partenute all’eroe romano Enrico Toti, esempio di l’intento della celebrazione è quello di guardare il temperamento e forza che gli valsero la Medaglia passato con gli occhi rivolti al futuro, possiamo d’Oro al Valor Militare e l’ingresso nella leggenda senza ombra di dubbio asserire che l’obiettivo è e nel mito. stato pienamente raggiunto. Il penultimo settore è dedicato ad altri momenti di grande importanza per la nostra storia nazio- GRELAUR

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TECHNE URBAN WARFARE TRA DUBBI E CERTEZZE URBAN WARFARE TRA DUBBI E CERTEZZE

Gli ultimi conflitti lo hanno ampiamente dimostrato: in uno scenario urbano il nemico è più forte e l’asim- metria si esalta. Per questa ragione organizzazioni militari e aziende hanno posto particolare attenzione allo studio di sistemi più efficaci per proteggere uomini e mezzi senza compromettere la superiorità operativa.

Mogadiscio, Grozny, Falluja, Yenin, Bint Jbeil, sono solo alcuni degli esempi di grandi battaglie urbane combattute nell’arco degli ultimi quindici anni. In questo periodo la dottrina e le tattiche di impiego delle Forze negli scenari urbani si sono profondamente evolute. Ad oggi, esiste una dot- trina ormai ampiamente consolidata che interessa tutti gli aspetti dell’urban warfare. Parallelamente a questo processo di evoluzione dottrinale ed operativa, i progressi tecnologici hanno consenti- to di compiere un significativo passo in avanti e, soprattutto, di implementare al meglio la nuova dottrina e i concetti summenzionati. Letteralmen- te, sono proliferati sistemi di ogni genere e tipo per aumentare l’efficacia del combattimento, la sicurezza del personale e dei civili.

Sopra. LA MINACCIA Il prototipo di Leopard 2 PSO esposto all’ultima edizio- ne di Eurosatory. Si noti la pala installata sulla sezione anteriore dello scafo. Quello urbano è uno scenario decisamente complesso. Nelle campagne del passato, quando In apertura. Lancio di un Raven. Negli scenari urbani i mini-UAV risul- non c’era il problema di guadagnarsi il consenso tano utilissimi. delle popolazioni conquistate, le città venivano evitate. Oggi le città vanno prese in considera- zione perché è qui che se ne guadagna il con- Potremmo persino dire che l’asimmetria ha biso- senso. Il grande errore degli americani in Iraq, gno della città, perché nella città esistono quelle nel solco dell’esperienza del blietzkrieg, è stato condizioni che ne sovradimensionano l’impatto: quello di occupare il Paese correndo veloci in ristrettezza degli spazi e distanze ridotte, massi- profondità ed evitando i centri abitati. Il proble- ma incertezza sull’origine dell’attacco e forte e ma, però, si è ripresentato con drammaticità po- ravvicinata presenza di civili, utilizzabili all’occor- chi mesi dopo, una volta chiusa ufficialmente renza anche come scudi umani (vedi check point l’operazione Iraqi Freedom, quando US Army e «pasta»). In queste condizioni la manovra diventa USMC si sono ritrovati ad affrontare un nemico difficile, il personale è più esposto alle offese e agguerrito e determinato proprio negli agglome- reagire efficacemente comporta un’alta probabili- rati urbani. Non a caso oggi il Generale Petraeus tà di danni collaterali (politicamente sempre co- ha mandato per le strade di Baghdad 30 000 stosissimi). Il pericolo in città va dal cecchino al- soldati. La ricetta, tutta all’insegna della presen- l’attacco a bruciapelo con RPG, all’autobomba ka- za e del controllo capillare, sembra aver dato mikaze, a trappole esplosive e così via. Il punto è buoni risultati. che si tratta di minacce che si materializzano al- La città, quindi, come centro di gravità operativo l’ultimo momento per le quali la miglior difesa è dell’avversario. È qui che l’asimmetria si esalta. la capacità di incassare il colpo. Perché quest’ulti-

TECHNE - 74 Rivista Militare n. 3/2008 mo, è certo, il più delle volte arriva. E un RPG spa- rato a breve distanza è letale anche se diretto ad un moderno carro da combattimento. Secondo al- cune stime, nel primo mese di campagna in Cece- nia i russi persero quasi 70 MBT (tra T-72 e T-82) per la gran parte messi fuori combattimento da RPG sparati a bruaciapelo contro i fianchi, la se- zione posteriore o il cielo dello scafo, ovvero le parti più sensibili di un carro, in quei punti non protetti dalle mattonelle reattive. Per questa ragione, negli ultimi anni, si è posta grande attenzione allo studio di sistemi più effi- caci per proteggere i mezzi e per incrementarne la capacità di incasso, anche se maggiore prote- zione significa peso maggiore. E questo perché in città, date le distanze ridotte, i sistemi di prote- zione attiva, attualmente in sviluppo presso molte Un carro Leclerc con kit Azur. L’Azur è un kit modulare, aziende americane, europee e israeliane, non si sviluppato dalla ditta francese Nexter (ex Giat), da installare sui carri in produzione di serie. prestano ad un utilizzo efficace, ragion per cui l’unica strada è ancora e sempre quella delle blin- dature passive (e/o reattive), quindi dell’appesan- timento complessivo del mezzo. Più pesi e in- resistere alle ultime versioni di RPG a carica cava gombri e, di conseguenza, minore mobilità. Tut- sparati a distanze ravvicinate) ed uno scudo sotto tavia, perdere qualcosa in termini di mobilità è ciò lo scafo per incrementare la protezione contro che bisogna pagare se si vuole garantire maggio- mine ed IED (lo stesso introdotto sui Leopard 2 re probabilità di sopravvivenza al personale. A6 tedeschi e svedesi impiegati nelle operazioni Nel complesso, la tendenza è quella di appesan- all’estero). Per minimizzare l’esposizione del- i mezzi, con l’adozione di kit di blindatura l’equipaggio, al posto della mitragliatrice posta passiva e/o reattiva e di griglie anti-RPG (ed anti- sulla cupola del capocarro è stata installata una molotov), e di esporre al minimo il personale torretta secondaria a controllo remoto dietro la puntando sull’introduzione su larga scala di tor- botola del cannoniere. La torretta può essere rette remotizzate. equipaggiata con la 7,62 mm, la 12,7 mm o con il lanciagranate automatico da 40 mm. Tutte armi utilissime in uno scenario urbano, in considera- ALCUNE PROPOSTE zione della loro maggiore selettività rispetto alla bocca da fuoco principale. Un’altra caratteristica Negli ultimi tempi molte aziende occidentali si molto interessante del Leopard 2 PSO è la pala da sono concentrate abbondantemente sullo studio trattore collocata sul davanti, operata dal con- TECHNE di kit completi per soddisfare le specifiche appe- duttore tramite un servo meccanismo idraulico, na descritte. I tedeschi Krauss per la rimozione di eventuali Maffei Wegman e Rheinmetall blocchi stradali, barricate o hanno sviluppato una nuova ...l’asimmetria ha biso- terrapieni. Adeguata allo sce- versione di carro Leopard de- “gno delle città...perché la nario anche la sensoristica, in- nominata Leopard II PSO (Peace manovra diventa difficile, il crementata per garantire una Support Operations, il cui pri- comprensione della situazione mo prototipo è stato ufficial- personale è più esposto alle realmente a 360°. Sono pre- mente presentato per la prima offese e reagire efficace- senti una camera high-sensiti- volta nel corso dell’ultima edi- mente comporta un’alta ve per la visione diurna sulla zione del Salone «Eurosatory»). probabilità di danni collate- sezione posteriore dello scafo, Il Leopard II PSO si basa sullo rali... una close observation camera scafo del Leopard II A4 di cui per ciascuno dei lati dello mantiene anche la bocca da ” chassis e una camera fuoco L44 ad anima liscia. Rispetto a questo sono diurna/notturna per il conduttore. Tutti questi però state introdotte delle significative novità dispositivi sono stati adeguatamente rinforzati proprio per ottimizzarne l’impiego nei contesti per incrementarne la protezione contro schegge urbani: blindature aggiuntive di tipo passivo lun- o sassi scagliati dalle esplosioni. go i fianchi dello scafo e sulla torretta (secondo i Sostanzialmente ispirati al medesimo concetto progettisti, in questo modo il carro è in grado di sono anche il Leclerc Azur e l’Abrams TUSK (Tank

75 - TECHNE senza fili per assicurare i contatti con la squadra di fanteria appiedata. L’Abrams TUSK, sviluppato dall’azienda ameri- cana General Dynamics, comprende l’aggiunta di blindature reattive sui lati dello scafo, anziché di corazzature passive come nei due casi precedenti, e una protezione a griglia sulla sezione posteriore

A sinistra. Impressione artistica delle aggiunte del kit Azur. Il kit comprende protezioni aggiuntive ed una torretta a con- trollo remoto. Sotto. Disegno che raffigura le componenti del kit urbano TUSK. A differenza di Azur e Leopard 2 PSO, l’Abrams TUSK è dotato di blindature aggiuntive reattive.

Urban Survival Kit). Il primo è un kit modulare, dello scafo. Per quanto riguarda le armi, la mitra- sviluppato dalla ditta francese Nexter (ex Giat), da gliatrice da 7,62 mm del cannoniere è stata pro- installare sui carri in produzione di serie. Il kit tetta con l’introduzione di uno scudo, mentre è comprende blindature aggiuntive passive sui lati stata installata anche una torretta a controllo re- dello scafo, in torretta e sulla sezione posteriore moto simile a quella che equipaggia i veicoli Stry- dello scafo. Quest’ultima è stata ulteriormente ker. Sono stati introdotti anche un mirino termico protetta tramite l’installazione di lamine a griglia per il cannoniere e un interfono per le comunica- (ideali per proteggere la sensibile zona del moto- zioni carro-fanteria. re da attacchi con bombe molotov). La situational Il TUSK è un kit installabile sul campo, le cui awareness è estesa a 360° gradi con l’aggiunta di componenti vengono stoccate nei magazzini di ulteriori sistemi panoramici e, per ciò che concer- preposizionamento e, per questo, non è necessa- ne l’autodifesa a breve distanza, è stata installata rio che il carro torni nei depositi negli Stati Uniti una torretta a controllo remoto armata con mitra- per subire l’intervento. I primi kit sono già stati gliatrice NF1 da 7,62 mm servita da designatore a introdotti sui carri in servizio ed è possibile che punto rosso. Un altro elemento interessante è vengano installati di serie sugli Abrams di nuova l’introduzione di un sistema di comunicazione produzione.

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l’Achzarit, un mezzo allora rivoluzionario. Come è noto, si tratta di un veicolo basato sugli scafi dei T-55 catturati agli Eserciti arabi, privati della tor- retta e dotati di un nuovo motore più potente ac- coppiato a un sistema di trasmissione automatica. Il motore è stato spostato sulla sinistra della se- zione anteriore, in modo da ricavare gli spazi suf- ficienti per ospitare fino a dieci uomini. Per le

A sinistra. Carro Abrams in azione di fuoco durante la battaglia di Falluja. Quest’ultima costituisce un significativo esem- pio di moderna battaglia urbana.

Sotto. Immagine della sezione posteriore di un carro Abrams con kit TUSK. Si noti la griglia anti-RPG ed anti-molotov.

L’ESPERIENZA ISRAELIANA

Gli israeliani sono stati i primi, in tempi recenti, a insistere e a teorizzare l’impiego su larga scala di mezzi pesanti, carri e blindati negli scenari ur- bani. Ovviamente, dietro questa scelta c’erano e ci sono evidenti ragioni legate alla protezione della risorsa personale, così preziosa per Israele in considerazione del profondo divario umano e nei trend di natalità tra esso e i nemici arabi. Tutti i mezzi blindati e corazzati costruiti negli ultimi anni rispondono proprio a questo requisito, e hanno portato delle novità importanti riprese an- che da altre Forze Armate dell’area. Prendiamo come esempio l’Achzarit. Dopo le perdite subite in Libano dagli M-113 operazioni di sbarco la squadra utilizza un portel- durante l’operazione «Pace in Galilea», gli israe- lone posteriore di nuova installazione. L’Achzarit liani hanno iniziato a studiare un nuovo mezzo gode, inoltre, di blindature aggiuntive in compo- blindato per il trasporto truppe, in grado di offrire siti che si aggiungono a quella omogenea propria maggiore protezione e sicurezza. È nato così dello scafo. Questi interventi hanno portato il pe- so del mezzo dalle originarie 36 tonnellate a 44, TECHNE cosa che ne fa sicuramente l’APC più protetto al L’Achzarit è basato sullo scafo dei T-55 catturati agli mondo. È armato con una mitragliatrice da 7,62 eserciti arabi privato della torretta. mm abbinata ad una torretta, operabile dall’inter- no del veicolo tramite un particolare sistema otti- co. Alcuni mezzi sono invece equipaggiati con una torretta dotata di un cannoncino da 20 mm. Per effetto delle lezioni apprese durante la secon- da Intifada, inoltre, su una delle botole è stata in- stallata una torretta con vetri blindati in modo da consentire al capocarro di vedere fuori senza es- sere esposto al tiro dei cecchini e alle schegge. L’esperienza dell’Achzarit è stata fondamentale per le Forze Armate Israeliane (IDF). Nonostante gli ingombri (stiamo sempre parlando di un mez- zo da 44 tonnellate contro le poco meno di 15 di un M113), il veicolo ha dato ottima prova di sé in tutti i contesti nei quali è stato impiegato e, so- prattutto, ha salvato molte vite umane. Sulla scia di questa proficua esperienza, l’estate scorsa le IDF hanno lanciato il programma Namer, finaliz-

77 - TECHNE L’esperienza dell’Achzarit è stata fondamentale per le si di un’arma a tiro teso estremamente selettiva IDF. Nonostante gi ingombri, il veicolo ha dato ottima e con grande potere distruttivo). Allo studio so- prova di sé in tutti i contesti nei quali è stato impiega- to e, soprattutto, ha salvato molte vite umane. no anche versioni diverse, equipaggiate con cannone automatico da 30 mm, installato su una torre Samson, o con affusto per il lancio dei missili Spike. zato alla realizzazione di un nuovo veicolo blin- Il veicolo è in grado di ospitare fino a 11 persone, dato per equipaggiare le unità di fanteria mecca- inclusi il capocarro e il conduttore, che per le ope- nizzata nell’ambito del piano Tefen (il piano quin- razioni di sbarco potranno contare su una rampa quennale per la modernizzazione delle Forze Ar- completamente riprogettata rispetto a quella origi- mate israeliane). Quest’anno è già stata finanziata naria del Merkava Mk4. Un altro aspetto interessan- la produzione di un primo lotto di 15 esemplari. te è che la postazione del conduttore verrà comple- Il Namer si basa sullo scafo del carro Merkava tamente rivista, dal punto di vista dell’ergonomia, Mk4 e ricalca molto da vicino il progetto del- l’Achzarit. In tal senso il veicolo parte già da un livello di protezione di assoluto rilievo, e questo verrà ulteriormente incrementato con blindature aggiuntive (sia sui lati che sull’arco frontale e la sezione posteriore dello scafo) e con l’installazio- ne del sistema di protezione attiva Trophy. Gli in- terni saranno allestiti per garantire agli occupanti la massima protezione possibile dalle schegge: i sedili saranno antimina e non verranno fissati al pavimento per consentire lo sfogo di eventuali esplosioni. I veicoli del lotto di fornitura iniziale dovrebbero utilizzare il motore recuperato dai Merkava Mk1. I restanti esemplari, invece, dovrebbero essere equipaggiati con un nuovo motore della Continen- Un disegno del nuovo blindato israeliano Namer. Il tal Motors (la stessa azienda che produce il motore Namer si basa sullo scafo del carro Merkava Mk4 e rical- ca molto da vicino il progetto dell’Achzarit. del Merkava Mk4) o dell’azienda tedesca MTU. Dalla scelta del motore, ovviamente, dipenderà anche la selezione del sistema di trasmissioni. Il Namer verrà equipaggiato con una torretta a ed equipaggiata con nuovi sistemi di visione elet- controllo remoto Mini-Samson armata con una tro-ottici. Sempre in tema di situational awareness M2HB da 12,7 mm, una M246 a 7,62 mm o, in verranno installate anche quattro viedeocamere, alternativa, con il lanciagranate automatico M19 controllabili in remoto. Naturalmente a stato del- da 40 mm (l’impiego del lanciagranate è parti- l’arte sarà anche la vetronica, con l’introduzione del colarmente utile negli scenari urbani, trattando- nuovo BMS della Elbit.

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I VELIVOLI SENZA PILOTA

Negli ultimi anni l’impiego di piattaforme non pilotate (sia aeree che terrestri) negli scenari ur- bani è diventato per così dire un must. Prima ap- pannaggio esclusivo, o quasi, di Forze speciali e di élite in genere, queste piattaforme si stanno abbondantemente diffondendo presso i reparti di fanteria convenzionali. In genere, si tratta di si- stemi utilizzabili per compiti di sorveglianza e il cui impiego a massa risponde ancora una volta al requisito di una maggiore sicurezza per il perso- nale. Vedere cosa accade nei vicoli prima di far avanzare la fanteria, o all’interno di un edificio, prima di rastrellarlo può infatti diminuire la pro- Colonna di mezzi americani a Baghdad. babilità di imboscate o attacchi improvvisi. Per quanto riguarda l’impiego di velivoli non pi- lotati, occorre fare una premessa. Nei contesti ur- compone di un velivolo ad ala fissa e una stazio- bani, o come va di moda dire oggi negli urban ca- ne di controllo cablabile, ed è realizzato ricor- nyon, più che gli UAV risultano utilissimi i mini o rendo ampiamente a una componentistica com- micro-UAV. In genere si tratta di droni di piccole merciale. Il velivolo ha un peso di 2,27 kg e e piccolissime dimensioni, lanciabili per lo più a un’autonomia di 60 minuti a una velocità di 56 mano e dotati di sensori TV o IR, per l’impiego km/h. Il payload comprende un canale TV e un tattico a livello di plotone o squadra e per compiti canale a intensificazione di luce. I Marines stan- generalmente definibili RISTA. no progressivamente sostituendo i Dragon Eye Negli ultimi tempi si è scatenata una corsa al- con i Raven-B (in servizio anche presso l’US Ar- l’acquisto di questi droni e le proposte da parte my e altri Eserciti come quello italiano e britan- delle aziende certo non mancano. I Marines nico) acquisiti già in diversi esemplari. Versione americani sembrano avere piuttosto a cuore il migliorata del Raven-A, impiega una stazione di settore. Già da tempo impiegano con successo in controllo più leggera rispetto al più anziano fra- Iraq e Afghanistan il Dragon Eye. Il sistema si tello, sensori ottici, IR migliorati e, in opzione, un illuminatore laser. Il Raven B ha un peso di poco più di 2 kg, un’apertura alare di 1,37 metri, Il Raven-B è un mini-UAV di largo uso presso le Forze un’autonomia di 90/100 minuti e un raggio Armate americane. d’azione nell’ordine dei 10 km. TECHNE

79 - TECHNE 275 grammi, pilotabile in remoto da una stazion- cina di controllo con laptop, in grado di eseguire profili di missione completamente autonomi as- sistiti da GPS. Il payload è quello classico con ca- nale TV e camera IR per l’osservazione notturna. Il Wasp ha un raggio di azione di 4 km e può cir- cuitare fino ad un’altitudine massima di 300 me- tri. Il sistema è stato acquisito dall’USAF (si parla di 314 esemplari alla versione Block III) e dai Ma-

A sinistra. Il Wasp è un micro-UAV sviluppato in base a un proget- to della DARPA. I Marines lo utilizzano come comple- mento del Raven-B. Sotto. Soldati dell’US Army impegnati in un’azione di fuoco nel quartiere di Al Doura a Baghdad.

Ancor più interessante e in continua evoluzione rines che lo utilizzano come complemento del è il settore dei micro-UAV, droni di piccolissime Raven-B. Il velivolo è in valutazione anche presso dimensioni per l’impiego a li- l’US Army e l’US Navy. La Ma- vello essenzialmente plotone e rina americana ne sta valutan- in grado di recapitare preziose Negli ultimi tempi si è do l’adattamento alle opera- informazioni di intelligence in “scatenata una corsa all’ac- zioni di ammaraggio (per le tempi rapidissimi. In questo quisto dei droni e le propo- quali sembra necessario un settore un sistema molto inte- ste da parte delle aziende incremento di peso di circa 50 ressante è il Wasp (tra l’altro grammi). prodotto dalla medesima azien- certo non mancano Alcune considerazioni meri- da del Raven, ovvero la califor- ” tano anche gli UGV (Unman- niana AeroVironment). Que- ned Ground Vehicle). Fino a st’ultimo nasce da un progetto finanziato con i pochi anni fa i veicoli non pilotati terrestri erano fondi dell’agenzia DARPA. Si tratta di un velivolo impiegati esclusivamente, o quasi, per compiti con un’apertura alare di soli 43 cm e un peso di EOD e per la ricerca di ordigni. Per questi com-

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guida, le alternative sono diverse. Ci sono vei- coli che vengono tele-operati tramite una sta- zione di controllo, altri controllati tramite cavi in fibra ottica, altri tramite radio-link o comuni reti wireless. La tendenza più recente è quella di rendere sempre più autonomi i veicoli, minimiz- zando l’apporto esterno da parte dell’operatore, attraverso l’installazione di moduli per consen- tirne lo svolgimento di missioni, o meglio, di parti di missione in modalità pre-programmata (tramite il caricamento di way-point). Per fare

Sopra. Il PacBot è dotato dell’apposito kit «Fido» che compren- de uno sniffatore. A destra. Nel campo degli UGV la tendenza più significativa riguarda la ricerca di soluzione per consentire la condu- zione di missioni pre-programmate e la minimizzazione dell’apporto dell’operatore. Nella foto il TRP 1, UGV di Oto Melara.

un esempio: l’italiana Oto Melara sta studiando piti i robot dispongono di sniffatori e sensori per possibili applicazioni riguardanti moduli obsta- segnalare l’eventuale presenza nell’aria delle cle avoidance costituiti da un telemetro laser, esalazioni degli esplosivi. Il PacBot, uno standard un microcontrollore dedicato e da un software internazionale nel settore, è dotato per esempio di gestione autonoma caricato su PC. Allo stesso dell’apposito kit «Fido», che comprende appunto tempo, si cerca sempre più di insistere anche su uno sniffatore. A partire da queste applicazioni applicazioni utilizzanti ricevitori GPS e bussole originarie l’uso degli UGV si è via via esteso ad digitali. altri ambiti ed applicazioni, e Per compiti RISTA, questi la qualità tecnologica com- veicoli utilizzano micro-ca- TECHNE plessiva delle soluzioni è an- ...i robot dispongono di mere, dotate di zoom, came- data aumentando: veicoli più “sniffatori e sensori per se- re termiche e sensori ottici in leggeri, sensori più sensibili ed gnalare l’eventuale presen- genere, installati per lo più in affidabili ed architetture sem- za nell’aria delle esalazioni piccole torrette o al vertice di pre più aperte ispirate al con- bracci teloscopici allungabili cetto plug-and-play. degli esplosivi e orientabili. Proprio a fine In particolare, gli UGV vengo- ” dicembre, l’US Army ha ordi- no sempre più utilizzati per compiti di ricogni- nato all’azienda iRobot 3 000 esemplari, dei zione e sorveglianza, sia in contesti «outdoor» quali un primo lotto di 101 in urgent require- sia in contesti «indoor». Per rispondere a questi ment. I robot, coperti dal contratto, costitui- requisiti tali veicoli sono generalmente dotati scono un’evoluzione della serie standard Pack- della capacità di affrontare e superare pendenze Bot 510 e sono stati denominati PacBot 510 significative e, soprattutto, della capacità di salire FastTac. Il kit FastTac comprende un manipo- i gradini delle scale. In caso di veicoli ruotati è latore meccanico e una camera, montata su un disponibile un braccio meccanico di supporto braccio telescopico, in grado di catturare im- che, facendo da leva sul terreno, consente al vei- magini di ottima qualità anche in condizioni di colo di salire i gradini, mentre, per quanto ri- scarsa visibilità. guarda i cingolati, vengono adottate le caratteri- stiche soluzioni con cingoli snodabili/estendibili. Pietro Batacchi Per quanto riguarda le modalità di controllo e Giornalista

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TECHNE INFORMATION OPERATIONS INFORMATION OPERATIONS

L’abilità di raccogliere, processare, disseminare e sviluppare un flusso ininterrotto di informazioni, sfruttando o rintuzzando quelle nemiche, costituisce un vantaggio essenziale nella condotta delle operazioni militari. Si tratta di un concetto dottrinale che seppe ben sintetizzare Mao Tse Tung: la mente del nemico e la volontà dei suoi leader sono un obiettivo d’importanza ben superiore rispetto all’eliminazione delle sue truppe....

Le Information Operations (INFO OPS - Opera- za globale hanno visto il sistema internazionale zioni dell’Informazione) rappresentano un con- mutare dal parziale equilibrio del sistema bipolare cetto dottrinale correlato prettamente ai processi alle complesse interazioni tra attori statuali e non. decisionali. La competizione per aver accesso alle risorse In particolare si interessano di coloro (Decision energetiche, combinata con le distinzioni ideolo- Makers) che hanno responsabilità e capacità su tali giche, religiose e culturali, ha parallelamente au- processi e degli strumenti che consentono di acqui- mentato lo stato di indeterminatezza. Nel con- sire in modo tempestivo ed ac- tempo le società occidentali, curato quelle informazioni ne- parzialmente indirizzate ed in- cessarie a svilupparli. Oggi la ricerca di scenari fluenzate dalla sovraesposizio- Tale approccio non rappre- “che evitino o quantomeno ne ai media e alle problemati- senta un elemento di originali- limitino i danni collaterali e che globali, hanno elevato le tà; da Sun Tzu nel V sec. a.C. a aspettative, sviluppando un Liddell Hart nel 1944 si è cer- il rischio di perdite obbliga i codice morale più vincolato a cato di porre l’accento sulla Comandanti a ricercare tat- valori specifici comuni. necessità di piegare il nemico tiche alternative a quelle Con il supporto dato dall’In- senza combatterlo sui campi di tradizionali formation Technology (IT) ai battaglia ma, influenzandone la processi decisionali, ha avuto mente (1). ” luogo una rivoluzione dei Oggi la ricerca di scenari che evitino o quanto- flussi informativi che ha contrassegnato l’era at- meno limitino i danni collaterali e il rischio di per- tuale come quella dell’informazione capillare e dite obbliga i Comandanti a individuare tattiche pervasiva. che forniscano «metodi di guerra» alternativi a La comunicazione globale si basa oggi su siste- quelli tradizionali. mi estremamente veloci, ma la maggior subordi- nazione alla tecnologia li rende altamente vulne- rabili. IL NUOVO AMBIENTE INFORMATIVO Il luogo ove i sistemi umani ed automatizzati (IT) osservano, orientano e prendono decisioni sulla I cambiamenti occorsi nell’ambito della sicurez- base di tempestivi flussi informativi rappresenta il sistema informativo. Gli attori sono rappresentati dai leader, respon- sabili dei processi decisionali, mentre il sistema informativo si basa sui materiali e sulle strutture utilizzati per raccogliere, utilizzare e disseminare tali informazioni. Il sistema informativo è costituito da tre sfere correlate: fisica, informativa e cognitiva. Comprendere e usare le informazioni in tutti i

A sinistra. Sviluppo temporale delle Information Operations. In apertura. Una pattuglia italiana in Afghanistan.

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Le società occidentali sono le più sensibili e vulnerabili zione). Internet, infine, rappresenta lo strumento alla sovraesposizione ai media. più potente mai esistito per la divulgazione e lo TECHNE scambio di dati, circolanti peraltro ad una velocità inconcepibile qualche anno fa. campi, da quello militare a quello economico e di- Le Information Operations rappresentano la ri- plomatico, ha sempre rappresentato un vantaggio sposta sinergica da parte del livello politico e mili- imprescindibile. Ecco, quindi, l’incontestabile be- tare. Le azioni militari miranti alla neutralizzazione neficio che deriva dal conseguire e mantenere il dell’obiettivo, infatti, da sole non sono sufficienti a controllo sui diversi sistemi e mezzi che sostengo- risolvere le attuali crisi. Esse possono solo concor- no tale flusso informativo da e verso i Decision rere a trovare la soluzione in concerto con gli altri Makers, garantendosi l’Information Superiority (2). attori: politici, economici e diplomatici. L’attenzio- In relazione a tale sovraesposizione, il supporto ne va, quindi, non sul come conseguire gli scopi, dell’opinione pubblica diviene elemento centrale ma piuttosto sugli effetti specifici da conseguire. per il mantenimento del rapporto di responsabili- Sotto questa nuova prospettiva a tutto campo, tà delegata e fiducia nei confronti dei governi de- emerge l’idea di influenzare la volontà, la capa- mocratici, e quindi delle Operazioni militari. cità e la comprensione di una data situazione I sistemi computerizzati, poi, costituiscono il colpendo gli obiettivi sia con mezzi letali che nocciolo di tutti i sistemi di Comando e Controllo, non-letali. Al fine di conseguire tale risultato la non solo militari. L’affidabilità degli stessi è fon- NATO, nel processo di pianificazione di un’Ope- damentale per quello che viene definito oggi razione/Campagna, identifica una strategia del- C4ISR (Comando, Controllo, Comunicazione, l’informazione, Information Strategy, coordi- Computer, Intelligence, Sorveglianza e Ricogni- nando temi e messaggi ed obiettivi informativi

85 - TECHNE PMESII: comprende un numero variabile di elementi di- ordinata adozione di specifiche misure, uso appro- namicamente interconnessi. priato di sistemi e condotta di specifiche attività, aventi l’obiettivo ultimo di influenzare le decisioni e sfruttare l’azione dell’avversario a proprio vantag- da indirizzare a specifici gruppi-obiettivo. In ta- gio, salvaguardando nel contempo la propria capa- le Strategia le Information Operations giocano cità di decidere ed agire. buona parte del contributo militare. Se analizziamo nella definizione il focus su cui Si tenga presente infine come, per acquisire, si incentrano le attenzioni delle Information Ope- mantenere e garantire il supporto da parte del- rations, vediamo che l’efficacia di coloro che sono l’opinione pubblica, i governi debbano mostrare il preposti a prendere decisioni (3) è funzione della massimo grado di trasparenza e legittimità di volontà, della percezione e della capacità di porre azioni, sia sotto il profilo legale che etico. in essere le suddette risoluzioni. In altre parole, essi devono avere la determinazione di agire, la consapevolezza della situazione il più chiara pos- LA NUOVA DOTTRINA NATO SULLE INFO OPS sibile e, infine, quegli strumenti che garantiscano la capacità di portare a compimento le azioni de- L’attuale definizione dottrinale, proposta nella terminate. È sufficiente che solo uno di questi tre bozza finale della AJP 3.10, par- elementi venga meno per mi- la di: «Azioni coordinate al fine nare l’abilità e l’efficacia delle di creare gli effetti desiderati Il focus di una campagna decisioni. sulla volontà, sulla percezione e “militare è prioritariamente Il focus di una campagna mi- sulla capacità di avversari, po- orientato a compromettere litare è prioritariamente orien- tenziali avversari ed altri gruppi tato a compromettere le capa- approvati (dal NAC), in supporto le capacità avversarie, con cità avversarie, con l’effetto se- degli obbiettivi generali dell’Al- l’effetto secondario di inde- condario di indebolirne la vo- leanza; influenzare le informa- bolirne la volontà lontà. zioni, i processi informativi e i Le attività coordinate attra- sistemi basati sulle informazioni ” verso le Information Opera- a supporto dello scambio di tali flussi, sfruttando tions hanno per converso l’intento di influenzare e proteggendo al tempo stesso i propri». direttamente la volontà, alterando e modificando Gli effetti desiderati, applicabili in pace, crisi e la percezione e quelle capacità che consentono la guerra, possono essere ottenuti attraverso una co- comprensione della situazione e/o l’applicazione

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Sopra. della volontà. Le tre forme di «Dominio». Esse trovano, quindi, applicazione in tutto il Sotto. ventaglio delle operazioni militari. Le INFO OPS coordinano l’utilizzo degli strumenti, delle «Le Information Operations perseguono il van- capacità e delle tecniche. taggio operativo che deriva dall’abilità di racco- gliere, processare e dissemina- re/sviluppare un flusso ininter- rotto di informazioni sfruttan- TECHNE do e negando nel contempo al- l’avversario la capacità di fare lo stesso» (AJP 3.10). Al fine di poter influenzare le volontà, è fondamentale valu- tare i seguenti fattori: attributi comportamentali, psicologici e culturali. Essi, in qualità di fat- tori umani, influenzano i pro- cessi decisionali, modificando l’interpretazione dei flussi in- formativi sia negli individui sia nei gruppi statuali od organiz- zati di ogni livello. Si basano, quindi, su dettagliate risorse di intelligence, e conseguente analisi di individui, gruppi e obiettivi. Le Information Operations si sviluppano secondo i principi

87 - TECHNE OPS in un quadro di attività tempestive e sincro- nizzate. In assenza di queste direttive lo sforzo delle INFO OPS sarà confuso e difficilmente realiz- zerà gli effetti desiderati. La natura stessa, la vastità e diversità di bersagli delle INFO OPS richiederanno la più ampia inte- grazione sia verticale che orizzontale al fine di ar- monizzare e garantire la sincronizzazione delle attività di tutte le componenti militari, politiche e civili, cosicché attività in conflitto non annullino o sminuiscano i rispettivi effetti. Un altro principio basilare risiede nel contributo della componente intelligence. Informazioni tem- Sopra. pestive, precise e rilevanti sull’avversario o sul Le Information Operations si sviluppano per poter pre- potenziale avversario, nonché sull’ambiente cir- venire o mitigare una crisi. Sono essenziali, inoltre, per la stabilizzazione. costante entrano a far parte dello studio dei siste- mi che supporteranno l’attività di pianificazione, In basso. di condotta e di valutazione degli effetti (4). Lo sviluppo delle INFO OPS. I risultati delle INFO OPS non sono pertanto im- mediati. Affinché gli effetti possano emergere e incidere sulla percezione dei gruppi-obiettivo oc- fondamentali che identificano sia il contributo che corre tempo. In tale ottica è necessario un coin- devono dare al processo di Joint Targeting sia le volgimento delle INFO OPS sin dagli stadi iniziali modalità di condotta nello spettro delle operazio- della pianificazione, al fine di integrare l’attività ni militari. nel piano generale della campagna militare. A tal punto è evidente il coinvolgimento perso- La condotta delle INFO OPS, infine, fa affida- nale dei Comandanti attraverso le loro direttive e mento su verifiche e valutazioni continue dei ri- linee guida. Sono guida fondamentale per le INFO sultati e degli effetti sia nel breve sia nel lungo

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Grafico delle attività fondamentali delle INFO OPS. propria percentuale di sforzo disponibile. Nell’ambito dei conflitti ad alta intensità (High Intensity Warfare), l’enfasi sarà nel conseguire e periodo. Specifiche Misure d’Efficacia (MoE) (5) mantenere l’iniziativa attraverso il degradamento vanno incluse nel piano, affiancate e integrate del ciclo decisionale avversario, orientando le at- nelle attività di collezione dell’area intelligence. tività prioritariamente contro i sistemi di Coman- do e Controllo avversari. TECHNE Nelle Crisis Response Operations l’enfasi tende- L’AREA D’ATTIVITÀ rà ad influenzare le azioni nemiche modificando- ne la percezione. In tutte le fasi, le INFO OPS ten- Le Information Operations abbracciano tre atti- deranno comunque a proteggere il proprio ciclo vità fondamentali: decisionale e i propri sistemi di trasmissione dei • IA: Influence Activity (Attività per Influenzare la flussi informativi attraverso attività di protezione volontà avversaria); delle informazioni. • CCA: Counter Command Activity (Attività Contro È importante ricordare a questo punto che le IN- le strutture di Comando tese a contrastare le ca- FO OPS di per sé non sono uno strumento, ma, pacità avversarie); come indicato chiaramente nella definizione, • IPA: Information Protection Activity (Attività di un’attività di coordinamento nell’utilizzo degli Protezione dalle INFO OPS avversarie, per limitare strumenti, delle capacità e delle tecniche di se- l’esatta comprensione della situazione da parte guito indicate: dell’avversario ). • Sicurezza delle Operazioni (OPSEC); Queste attività non sono chiaramente distinte • Guerra Elettronica (EW); tra loro, e la ricerca di effetti attraverso l’applica- • Presenza, Comportamento e Atteggiamento zione di ognuna avrà un riflesso anche sulle altre. (PPP); Come sempre, laddove le esigenze sembrano infi- • Sicurezza delle Informazioni (INFOSEC); nite, le possibilità non sembrano mai adeguate. • Operazioni Psicologiche (PSY OPS); Occorre, pertanto, una scelta di gravitazione della • Distruzione Fisica (Physical Destruction);

89 - TECHNE RILEVANZA DEGLI ASPETTI CULTURALI

Come è cambiata la minaccia nel passaggio dal mondo bipo- lare a quello unipolare, in pre- senza dell’unica grande poten- za? Precedentemente avevamo un confronto tra organizzazio- ni militari, che utilizzavano tat- tiche convenzionali e armi classiche (carri armati e aero- plani), applicando norme deri- vanti da convenzioni (Ginevra). Oggi, invece, le organizzazio- ni sono tribali; i confronti sono asimmetrici ed imprevedibili; le armi più comuni sono semplici ordigni esplosivi; armi deva- stanti soprattutto sotto il profi- lo psicologico, che, non discri- minando tra civili e militari, ne- gano ogni applicazione di nor- me o convenzioni umanitarie. Secondo il Cognitive Domain mai dare per scontato che Per il mondo occidentale è, quindi, necessario il nostro avversario sia come noi. non dare per scontato che il proprio avversario abbia gli stessi valori etici, morali e culturali che lui ha sviluppato (Cognitive Domain). • Inganno (Deception); «La conoscenza del proprio avversario, della sua • Operazioni sulle Reti Informatiche: Attacco, cultura e della sua organizzazione sociale spesso Sfruttamento e Difesa (CNO). può essere di gran lunga più importante della co- Inoltre, al fine di garantire la necessaria unità di noscenza del suo ordine di battaglia» (7). Infatti, intenti e di messaggi, esse sono chiamate a coor- la conoscenza dell’ambiente culturale è spesso dinare quelle che, per l’impatto, l’influenza e il ri- fondamentale per: flesso che hanno sulla percezione di specifici • influenzare percezione e comportamenti avver- gruppi-obiettivo, vengono definite come attività sari; correlate: • guidare i propri comportamenti nel rispetto del- • Cooperazione Civile-Militare (CIMIC); la sensibilità di un Paese straniero, al fine di • Pubblica Informazione (PI). «conquistare i cuori e le menti»; Se analizziamo la definizione fino ad oggi ac- • prevedere in modo realistico le possibili conse- cettata per il C2W (Command and Control Warfa- guenze degli effetti. re), tratta dalla «MC 348» (6), sembra non esserci una sostanziale difformità concettuale con l’at- tuale definizione delle INFO OPS. Tuttavia il Com- DIFFERENZE TRA INFORMATION OPERATIONS, mand and Control Warfare è incentrato: PSYCOLOGICAL OPERATIONS E PUBLIC INFORMA- • prioritariamente sui sistemi; TION • sulle strutture Militari di Comando e Controllo avversarie; È chiaro, quindi, che se è la sfera cognitiva a for- • sul livello operativo ed inferiore dei conflitti. nire la chiave di lettura, la verità nel mondo del- Mentre le Information Operations vanno oltre il l’informazione non sarà un fatto oggettivo. Ciò concetto di scontro tra Forze militari: che diviene verità è rappresentato da quello che • coinvolgendo comunicazioni globali e media; viene proposto e accettato dall’uditorio in un certo facendo affidamento sulla tecnologia e sulla contesto culturale e che ha, quindi, maggior forza maggior connettività, assieme alla crescente di persuadere ed influenzare l’opinione comune. vulnerabilità derivante dalla dipendenza da pro- Il mondo dell’informazione è un’area di com- cessi informativi così articolati; petizione, dove si presenta la propria prospetti- • innalzando l’attività a livello strategico e coordi- va della verità al fine di influenzare il definito nando la volontà politica con quella militare. gruppo-obiettivo sulla legittimità della propria

TECHNE - 90 Rivista Militare n. 3/2008

I tre strumenti a disposizione dei Comandanti per con- È opportuno ricordare come la NATO Military vogliare messaggi. Policy sulle INFO OPS (MC 422) ponga l’accento su alcuni aspetti: • «... una chiara distinzione tra INFO OPS e PI ...»; versione. Qualunque siano i fatti, la loro auten- • «... le INFO OPS hanno lo scopo di influenzare i ticità sarà sempre soggettiva, in quanto filtrata Decision Makers ... la PI ha lo scopo di fornire da una diversa visione o percezione della realtà. un’aperta, onesta e tempestiva informazione La conoscenza dei gruppi-obiettivo diviene im- pubblica ...»; TECHNE portante poiché è rilevante conoscere non tanto • «... è essenziale mantenere la distinzione tra quali informazioni un individuo INFO OPS e PI al fine di proteg- usa, ma soprattutto come le gere la credibilità della PI ...». usa. Partendo dalla prospetti- È, però, necessario rammen- Partendo dalla prospettiva “va dell’avversario, diviene tare che l’attività di «pubblica dell’avversario, diviene più faci- più facile influenzarne il diplomazia» della NATO è l’in- le influenzarne il comporta- sieme delle misure e dei mezzi mento, rinforzandone o sfrut- comportamento, rinforzan- usati per informare, comunica- tandone le aspettative, i desi- done o sfruttandone le re e cooperare con un’ampia deri e le speranze, piuttosto che aspettative, i desideri e le gamma di gruppi-obiettivo, tentare di cambiarle radical- speranze... con lo scopo di elevare il livello mente partendo dal nulla. di consapevolezza e compren- I tre strumenti, spesso confusi ” sione relativa alle proprie azio- come funzioni ed attività, in quanto strettamente ni, promuovendo politiche ed attività. legati, sono la Pubblica Informazione (PI), le Ope- Se, infine, diamo uno sguardo alla «NATO - MC razioni Psicologiche (PSY OPS) e le INFO OPS. 402/1 Psychological Operations (PSY OPS)», essa Tutti e tre convogliano messaggi, ma con mo- le definisce come: «Attività psicologiche pianifica- dalità, audience e scopi diversi. Strumenti nelle te, usando mezzi di comunicazione ed altri mezzi, mani di un Comandante, che deve saperli dosare dirette a gruppi-obiettivo approvati al fine di in- a seconda delle esigenze. fluenzare la percezione, l’atteggiamento ed il

91 - TECHNE Un esempio di Systems Analysis. mantenerne il controllo. Riempie un vacuum fornendo dati oggettivi; • le PSY OPS influenzano specifici gruppi-obietti- comportamento influenzando il raggiungimento vo, con messaggi selezionati, lungo canali con- di obiettivi politici e militari». trollati e mezzi di trasmissione proprietari. Sono informazioni conseguibili da fonti aperte • le INFO OPS coordinano messaggi di cui non so- disseminate con metodi sofisticati verso gruppi- no proprietari indirizzandoli principalmente ai obiettivo selezionati, particolarmente vulnerabili a Decision Makers, non avendo alcuna forma di questo tipo di informazioni, con lo scopo di in- controllo né di mezzi trasmissione né dei mes- fluenzarne il comportamento per il conseguimen- saggi stessi, con l’obiettivo di proteggere il pro- to degli obiettivi prefissati, sia politici che militari. prio sistema C4. Per correlare PSY OPS e PI dobbiamo pensare a un’azienda commerciale dove la PI agisce come portavoce della compagnia, mentre le PSY OPS CONCLUSIONI rappresentano le relazioni con il pubblico, o me- glio ancora la Divisione Marketing. È, quindi, evi- La dottrina per le Information Operations è in dente quanto sia vitale la coerenza di messaggi continua evoluzione e con le sue attività espe- attraverso tutti i canali: vendere l’immagine. rienziali fornisce continui elementi d’analisi e di- Per una chiara e netta ripartizione tra le tre atti- scussione. vità possiamo dire che: La sua rilevanza nel contesto del nuovo approc- • la PI informa, senza distinzione di audiences, ri- cio Effect Based alle Operazioni è innegabile ed lasciando messaggi oggettivi di cui non possono imporrà in futuro un aggiustamento di policy e di

TECHNE - 92 Rivista Militare n. 3/2008 dottrine nazionali. vo in cui si è chiamati ad operare, al fine sia di ga- Il presupposto a tali sviluppi è determinato da rantire omogeneità di messaggi coerenti con l’am- uno spiccato coordinamento a tutti i livelli: sia bito culturale di riferimento sia di massimizzare la verticale (strategico, operativo e tattico) sia oriz- capacità d’influenzare l’audience prescelto. zontale (nell’ambito degli staff). Essa, perciò, do- Se una volta lo scopo delle Forze Armate era vrà divenire materia di studio, di analisi e di prati- quello di vincere i conflitti armati, oggi l’obiettivo ca comune nell’area joint, così come a livello di è molto più ambizioso. Si tratta di vincere la pace singole Forze Armate. intraprendendo ogni azione in grado di abbassare Le Information Operations sono attività che, co- il livello di violenza e portare, concludendo la cri- me chiarito in precedenza, includono capacità, sia si, il Paese avversario sulla via della ricostruzione offensive sia difensive, con attività correlate di ca- e della stabilità. rattere prioritariamente non-cinetico, ma talvolta anche cinetico. Mentre per le attività letali la valu- Marco Stoccuto tazione degli effetti, fino ad oggi, si è ampiamente Tenente Colonnello, sviluppata (Battle Damage Assessment), la valuta- in servizio presso il NRDC-ITA zione degli effetti, non fisicamente misurabili, ri- chiede ancora l’identificazione e lo sviluppo di strumenti dedicati e affidabili. Infine, a causa della NOTE stretta correlazione esistente tra tutte le compo- nenti delle Information Operations, una loro com- (1) «Combattere e vincere cento battaglie non è prova pleta integrazione è essenziale, così come lo è di suprema eccellenza. La suprema abilità consiste nel un’accurata comprensione del dominio informati- piegare la resistenza del nemico senza combattere», Sun Tzu, «l’arte della Guerra», V Sec. a.C.. Così come «Le guerre non sono vinte o perdute sui campi di batta- glia, ma nei cuori e nelle menti dei suoi leaders politici e ancor più nell’opinione pubblica», Capt. Sir Basil Lid- dell Hart, «Thoughts on War», 1944. (2) Disponibilità di intelligence, INFO OPS e superiorità tecnologica tali da impedire il flusso informativo avver- sario, proteggendo nel contempo quello amico, sono le componenti fondamentali per garantirsi la Information Superiority. (3) I Decision Makers, coloro che sono preposti a pren- dere le decisioni, includono: leader politici, Comandanti militari, individui influenti a livello economico e sociale, leader religiosi, gruppi di pressione delle Forze Armate o di fazioni armate, così come specifici gruppi di persone a livello etnico, culturale, religioso, culturale e politico. TECHNE (4) L’Intelligence Preparation of the Battlespace (IPB) in- cluderà nel processo i fattori umani, religiosi, culturali, linguistici nonché quelli della componente Information Technology (IT) avversaria, rappresentando in tal modo il contributo fondamentale delle INFO OPS alla valuta- zione iniziale del Comandante. (5) Sono quelle misure di verifica, condotte sul terreno, necessarie per analizzare il conseguimento degli effetti prefissati, secondo parametri di riferimento. (6) «Uso integrato di capacità militari che includano operazioni, sicurezza, inganno, operazioni psicologi- che, guerra elettronica e distruzione fisica, il tutto sup- portato da tutte le molteplici fonti d’intelligence, dai si- stemi di comunicazione ed informazione finalizzate a negare le informazioni, influenzare, degradare o di- struggere le capacità di Comando e Controllo dell’av- versario, proteggendo nel contempo le proprie contro azioni analoghe». (7) Megan Scully in Social Intel, New Tool for U.S. Mili- tary, «Defense News», 26 aprile 2004.

93 - TECHNE

TECHNE IL SISTEMA DI RADIOLOCALIZZAZIONE BLUE FORCE TRACKING IL SISTEMA DI RADIOLOCALIZZAZIONE BLUE FORCE TRACKING

Un indispensabile strumento che consente ai Comandanti di conoscere tempestivamente la dislocazione delle proprie Unità di manovra, fino ai minimi livelli organici. Il suo impiego ha fornito incoraggianti risultati in Iraq e Afghanistan. Il nostro Esercito lo ha efficacemente adottato nell’ambito dell’operazione «Leonte» in Libano.

Nella condotta di operazioni militari la superio- Sopra. rità nella capacità di esercitare il Comando e Con- Un’immagine video cartografica dell’area di Herat, in Afghanistan, nell’ambito delle applicazioni del Sistema trollo sulle proprie forze, rispetto all’avversario o di radiolocalizzazione. alle parti in conflitto, costituisce un elemento di sicuro vantaggio in grado di concorrere, spesso in In apertura. Un VTLM «» del contingente italiano in Libano. misura determinante, al conseguimento del suc- cesso. Ciò presuppone, quale componente materiale, un sistema di comunicazioni ed informazioni (CIS) circostanze, elemento fondamentale, capace di ri- mediante il quale ogni Comandante può dirigere, solvere a proprio favore le sorti di un confronto. controllare e coordinare le operazioni. In tale contesto, caratterizzato da accentuata Nei moderni scenari operativi la componente tec- dinamicità decisionale, la disponibilità di un siste- nologica nell’assolvimento del processo decisionale ma di radiolocalizzazione, capace di garantire in da parte di un Comandante può risultare, in talune maniera tempestiva, sicura e pienamente affidabi-

TECHNE - 96 Rivista Militare n. 3/2008 le la dislocazione delle proprie Unità di manovra, fino ai minimi livelli organici, risulta per il Co- mandante un indispensabile strumento operativo. La ricerca di soluzioni ottimali è oggetto di speri- mentazione. Oggi il Sistema di radiolocalizzazione BFT (Blue Force Tracking) è uno dei sistemi che sta fornendo ottimi risultati. Impiegato nei Teatri Ope- rativi iracheno e afghano, è stato implementato e gestito dalla Task Force C4 (su base 2° reggimento trasmissioni) nell’ambito dell’Operazione «Leonte» a supporto della Brigata paracadutisti «Folgore» schie- rata in Libano.

LE CARATTERISTICHE

È stato concepito per essere impiegato sia con radio ricetrasmittenti HF-VHF-UHF-SHF che con telefoni satellitari Motorola SS9505 nell’ambito del consorzio «Iridium». Per l’individuazione della posizione del mezzo viene utilizzato un box modem Ra.Sat. GPS (BFT - Blue Force Tracking) composto da due unità di Tipologia degli apparati di una centrale di radiolocaliz- gestione: una per l’elaborazione dei dati di posi- zazione. zione e una unità di telemetria. Compito del box modem (BFT) è di inviare via radio, ad intervalli regolari o in risposta ad eventuali interrogazioni, i Dal punto di vista della sicurezza delle comuni- dati relativi alle posizioni dei mezzi sul terreno. cazioni, il sistema integrato di cifratura codifica la I dati di ogni mezzo, inequivocabilmente iden- trasmissione dei dati di posizione delle unità, tificabili mediante ID number, vengono raccolti rendendo l’eventuale intercettazione da parte di ed elaborati in maniera continua da una centrale, forze ostili, praticamente inutile. ubicata presso la sala operativa del Comando Nato nell’ambito del 2° reggimento trasmissio- Joint Task Force - Lebanon, potenzialmente ni, si è sviluppato ulteriormente con la collabora- composta da una radio ricetrasmittente HF-VHF- zione del Reparto Tecnico Elettronico (RTE), di- UHF-SHF, un telefono satellitare, un demodula- rettamente dipendente dal Comandante delle tore di chiamata FX-15/m, un Trasmissioni e Informazioni modulatore FX-25/m ed un dell’Esercito. elaboratore gestore cartografi- Nel sistema implementato dal Permette di visualizzare, in TECHNE co. La novità del sistema con- “maniera precisa ed in tempo 2° reggimento trasmissioni in siste nel poter inviare dalla reale, le posizioni delle unità Libano, rispetto alla precedente centrale un’interrogazione al versione, sono state apportate mezzo in movimento. di manovra sul terreno senza alcune modifiche. Un software di gestione car- dover interrogare le pattuglie In particolare si sono voluti tografica consente di visualiz- via radio, riducendo così i potenziare alcuni aspetti. È zare i dati su uno schermo con tempi di attesa stata, infatti, implementata la indubbi vantaggi. capacità di copertura dell’ap- Permette di visualizzare, in ” parato aggiungendo la possi- maniera precisa ed in tempo reale, le posizioni bilità di utilizzare la copertura del sistema satel- delle unità di manovra sul terreno senza dover in- litare commerciale «Iridium». Questo consente di terrogare le pattuglie via radio, riducendo così i essere monitorati anche in zone di non copertu- tempi di attesa. Il «fattore tempo», risorsa fonda- ra delle radio in dotazione con copertura HF e mentale e non rinnovabile, risulta elemento pre- VHF. Le garanzie di copertura, con tale sistema, zioso nel processo decisionale del Comandante, giungono quasi al 100%. Un’ulteriore miglioria è soprattutto per impartire ordini correttivi o per la cifratura delle trasmissioni tra il veicolo in prestare soccorso o rinforzo a unità in difficoltà. movimento e la sala operativa. Questa, su logica Evita l’utilizzo di tabelle di autentificazione delle riconosciuta, consente di avere quella garanzia coordinate che potrebbero essere fonte di errori o necessaria nelle comunicazioni in qualsiasi con- errate interpretazioni. testo operativo. La minaccia di attentati terrori-

97 - TECHNE Una pattuglia italiana in Libano montata su VTLM gio. Nei tre messaggi a disposizione, che posso- «Lince». no comunque essere modificati attraverso un software, ne è sempre disponibile uno che indi- chi la situazione di soccorso sanitario. La veloci- stici verso i veicoli in movimento, rimarca mag- tà della trasmissione e la non equivocità dello giormente l’importanza di questa innovazione. stesso consentono subito l’adozione delle pro- Un’altra novità dell’ultima ver- cedure di soccorso. Questa sione del Blue Force Tracking è possibilità implementata di- la possibilità di inviare brevi In ambito «Leonte 2» è mostra ulteriormente che messagi di soccorso premendo “stato messo a disposizione l’evoluzione dei sistemi può un semplice pulsante. Ciò è dei reparti per il monitorag- portare migliorie di sicurezza frutto dell’esperienza operati- gio dei convogli logistici al richieste da chi quotidiana- va maturata dai nostri equi- di fuori della Zona di Ope- mente utilizza il sistema. paggi-radio nei vari contesti Un’ulteriore miglioria dell’as- internazionali. In una situazio- razione ed a supporto delle setto, che consente di essere ne di crisi e di attacco, dove pattuglie operative delle sempre più aderente all’esigen- l’effettuare una chiamata radio Forze di Manovra... za di confluire nel sistema di in maniera tradizionale impone Comando e Controllo sia nazio- una certa condizione operati- ” nale che della NATO, è la possi- va, si può inviare una chiamata «dati» che con- bilità di trasferire i dati della posizione verso il si- sente alla sala operativa di conoscere immedia- stema SIACCON - C4I (tramite messaggistica tamente una situazione di pericolo dell’equipag- AdatP-3) e sistemi di C2 NATO tramite lo standard

TECHNE - 98 Rivista Militare n. 3/2008

NFFI. Tale possibilità è stata particolarmente ap- prezzata dai Comandi del Patto Atlantico che han- no partecipato all’esercitazione CWID in Norvegia (sia nel corso del 2006 che nel 2007). Un ulteriore test è stato effettuato, nel febbraio 2007, durante l’esercitazione FTEX in Olanda finalizzata a verifi- care la possibilità di interoperabilità dei sistemi di radiolocalizzazione delle forze impiegate nell’ope- razione ISAF. Tale sviluppo è a cura del Reparto Tecnico Elet- tronico del COTIE. In ambito «Leonte 2», il Blue Force Tracking è stato messo a disposizione dei reparti, a comple- tamento delle normali dotazioni, per il monito- raggio dei convogli logistici al di fuori della Zona

A destra. Personale del 2° reggimento trasmissioni durante la 1a fase di sperimentazione del sistema a Herat. Sotto. Hariss (Libano), base UN PSN 6-40 sede della Task For- ce C4.

di Operazione ed a supporto delle pattuglie ope- rative delle Forze di Manovra (ITALBATT1 ed ITAL- TECHNE BATT2), impegnate in prima linea per il rispetto della risoluzione n. 1 701 del Consiglio di Sicu- rezza delle Nazioni Unite. Alla luce degli incoraggianti risultati ottenuti nella 1a fase di sperimentazione in Afghanistan e in Iraq, la componente radiolocalizzazione ha as- sunto rilevanza fondamentale nell’ambito del- l’erogazione dei servizi C4 per il conseguimento degli obiettivi istituzionali devoluti all’Arma delle Trasmissioni. Obiettivi che il personale del 2° reg- gimento trasmissioni ha saputo brillantemente cogliere con soluzioni sempre più all’avanguardia in campo tecnologico, contribuendo, al pari delle altre unità, a rafforzare l’immagine dell’Esercito Italiano nell’ambito internazionale della missione «Leonte» nel sud del Libano.

Camillo Sileo Colonnello, Comandante della Task Force C4

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LE TRUPPE CORAZZATE ITALIANE: ORIGINI ED EVOLUZIONE ANTHROPOS LE TRUPPE CORAZZATE ITALIANE ORIGINI ED EVOLUZIONE

Il carro armato, insieme all’aereo e al gas tossico, fu tra le più importanti novità apparse sullo scenario del Primo conflitto mondiale. Il suo impiego e il suo ruolo sono considerevolmente cresciuti nei decenni successivi, culmi- nando con le migliaia di Tanks schierati, nei blocchi contrapposti, durante il lungo periodo della Guerra Fredda. Oggi, questi mezzi sofisticati e potenti restano tra i protagonisti del combattimento terrestre. Nel ripercorrerne la storia emergono anche le gloriose gesta delle unità italiane nei vari fronti di guerra.

La comparsa dei primi carri armati di costruzio- ne britannica, nel 1916, sui campi di battaglia del fronte occidentale, fu accolta con un certo inte- resse dal Comando Supremo italiano. Il Tank, così fu chiamata la nuova macchina, era nato dalla ne- cessità di aprire la strada alla fanteria nel supera- mento delle barriere di filo spinato e delle trincee nemiche. In Italia, lo studio di questi mezzi e la sperimentazione di uno di essi, di costruzione francese avvenuta nel 1917, avevano però ben presto raffreddato gli entusiasmi. I carri d’assalto, come furono denominati in Italia, erano macchine eccessivamente lente, poco mobili e maneggevoli e, soprattutto, poco idonee all’impiego nei terreni di montagna caratteristici del nostro fronte. I costi elevati, la scarsa collaborazione prestata inizial- Sopra. mente dagli anglo-francesi, che rifiutarono la II primo carro armato di concezione e produzione na- zionale: il Fiat 2 000 del 1918 (AUSSME). vendita di numerosi esemplari o la cessione della licenza di produzione, insieme ai risultati non In apertura. eclatanti del loro primo impiego in combattimen- Mezzi impiegati nel deserto egiziano, nel 1942, contro le truppe britanniche. La corazza è rinforzata con sac- to, deposero ulteriormente a sfavore della diffu- chi a terra (AUSSME). sione del carro armato in Italia. Solo nel 1918, il Comando Supremo di Diaz si convinse della ne- cessità di disporre di carri armati che avrebbero corsi presso il Centro interalleato di addestra- potuto trovare un impiego redditizio nella Pianura mento carri armati di Reclose. veneta per azioni difensive od offensive a ridosso L’armistizio, comunque, giunse prima che della linea del Piave. L’attenzione fu rivolta verso l’Esercito avesse potuto organizzare la nuova il nuovo carro leggero biposto francese Renault specialità ed impiegare in combattimento il carro FT17, del quale furono ottenuti alcuni esemplari armato. Ciò risultò esiziale per lo sviluppo della ed i brevetti di costruzione. L’industria nazionale meccanizzazione in Italia anche nel dopoguerra e ideò e costruì, entro la fine del 1918, due esem- condizionerà in partenza la diffusione di questo plari del carro pesante Fiat 2 000. L’Italia fu così mezzo nell’ambito della Forza Armata. Mentre nel la quarta nazione a produrre carri armati di con- 1918 gli Eserciti inglese e francese poterono di- cezione interamente nazionale dopo Inghilterra, spiegarne migliaia sui campi di battaglia del fron- Francia e Germania e prima di Stati Uniti, Russia e te occidentale, a quello italiano mancò completa- Giappone. A Verona fu costituito un primo centro mente l’esperienza di guerra meccanizzata, che si di istruzione al pilotaggio delle nuove macchine e ridusse all’impiego di qualche squadriglia di au- vari Ufficiali furono inviati in Francia a frequentare toblindo Ansaldo-Lancia 1Z. La smobilitazione

ANTHROPOS - 102 Rivista Militare n. 3/2008 dell’Esercito nell’immediato dopoguerra coinvolse anche il Reparto Speciale Carri d’Assalto, che, do- po una vita effimera, venne disciolto nel 1919. Sempre nello stesso anno, alcuni carri armati del- l’unica Batteria Carri Armati esistente furono in- viati in Libia. Gli ordinamenti dell’Esercito stabiliti nel 1919 e nel 1920 prevedevano, comunque, nell’ambito dell’Arma di Fanteria, la presenza di un Gruppo carri d’assalto. Nel 1923, grazie al- l’entrata in servizio del carro Fiat 3 000, fu possi- bile costituire il Reparto carri armati, articolato su più battaglioni, divenuto nel 1926 Centro di for- mazione carri armati e, nel 1927, Reggimento carri armati. La data di costituzione di quest’ulti- mo reparto - 1° ottobre 1927 - viene ricordata come atto di nascita della specialità carristi, il cui personale, in precedenza dotato delle fiamme rosse di fanteria, ricevette le fiamme rosso-blu. Sempre nel 1936 fu stabilito che: «La specialità carri di rottura e carri d’assalto assume la deno- minazione di Fanteria carrista. I fanti ad essa ap- partenenti si chiameranno fanti carristi» (1). Fino al 1936 l’Esercito italiano ebbe in organico un solo reggimento carri armati, mentre all’este- ro, soprattutto in Inghilterra, Francia, Russia e Germania, si facevano passi da gigante nel pro- cesso di meccanizzazione della fanteria e della cavalleria. Purtroppo in Italia la mentalità coraz- zata stentava ad affermarsi; la conoscenza dei carri armati e delle loro potenzialità operative era limitata anche nei Quadri elevati, la cui maggio- Circolare del Comando Generale dell’Arma di cavalleria ranza spesso non aveva mai visto all’opera questi del settembre 1918 per il trasferimento nella specialità carri d’assalto di Ufficiali di Cavalleria (AUSSME). mezzi se non nel corso di esibizioni. Fino alla metà degli anni 30, le Divisioni di fanteria e quelle di cavalleria non avevano in organico né carri ar- mati, né autoblindo. L’introduzione in servizio del e di meccanizzazione che separava il nostro Eser- carro veloce o d’assalto L3, derivato da un prece- cito dalle più progredite Forze Armate europee. dente progetto inglese CV29 e distribuito in larga Nel 1936 i reggimenti carri furono elevati a 4 e si serie a partire dal 1933 alla fanteria carrista, alla costituì la prima Grande Unità corazzata, denomi- cavalleria ed anche, per un breve periodo, ai ber- nata Brigata motomeccanizzata. Nel 1937 fu la saglieri, non accrebbe certo la fiducia degli Uffi- volta, poi, della I e della II Brigata corazzata, pre- ciali, soprattutto a causa delle ridotte capacità sto elevate a Divisioni e denominate rispettiva- operative. Il coraggio e l’ardi- mente «Centauro» (131a) e mento mostrato dal personale «Ariete» (132a); a queste se ne carrista nel corso della guerra I carri d’assalto...erano aggiunse, nel 1939, una terza d’Etiopia e della guerra di Spa- “macchine eccessivamente denominata «Littorio» (133a). gna non servì a supplire alle lente, poco mobili e ma- Nel 1938 fu costituito il Corpo scarse prestazioni del carro L3, neggevoli e, soprattutto, d’Armata corazzato su due Di- che in terra iberica risultò net- visioni motorizzate e due co- tamente inferiore ai mezzi co- poco idonee all’impiego nei razzate, inquadrato nell’Armata razzati messi in campo da russi terreni di montagna del Po. Sempre nel 1938 fu e tedeschi (2). L’esperienza concesso lo Stendardo ai reg- bellica in Spagna suonò co- ” gimenti carristi, a similitudine munque da campanello d’allarme ed indusse ad di quello già in uso nei reggimenti di cavalleria, accelerare lo studio di mezzi più potenti, che sfo- mentre nel 1940, su proposta dei reduci di Spa- ciò, nel 1939, nell’adozione del carro medio M11. gna, venne assegnato il motto «Ferrea mole, Fer- Tra il 1936 ed il 1939 si cercò, almeno in parte, reo cuore» in sostituzione del precedente «Pon- di recuperare il divario in tema di motorizzazione dere et igne iuvat» risalente al 1928. Per distin- ANTHROPOS

103 - ANTHROPOS za del carro armato che, insieme all’aereo, era di- venuto l’arma decisiva del combattimento terre- stre. Questa percezione fece fatica a farsi strada in Italia, dove si pensava e ci si preparava essen- zialmente a battaglie da combattersi sull’arco al- pino, in terreni aspri e montuosi e poco idonei al- l’impiego a massa dei mezzi corazzati. Mentre la Gran Bretagna aveva già da tempo imboccato la via della motorizzazione integrale dell’Esercito, e

Sopra. Cartolina del Reparto Carri Armati (AUSSME). A destra. Il carro armato Fiat 3 000 in dotazione alla specialità car- risti e per breve tempo anche alla Guardia alla Frontiera. guere i carri armati in dotazione ai carristi e alla cavalleria furono adottate denominazioni specifi- che che definivano «di rottura» i carri armati medi (Fiat 3 000), «d’assalto» (L3) quelli leggeri in di- stribuzione alla fanteria carrista e «veloci» i carri leggeri (L3) in dotazione alle truppe celeri. Tali la Germania e la Russia facevano grande affida- denominazioni rimasero in uso fino alla Seconda mento sulla punta di lancia costituita da un nu- guerra mondiale quando fu introdotta, a fattor mero rilevante di Grandi Unità corazzate e mecca- comune per tutte le armi e specialità, la distinzio- nizzate, l’Italia era rimasta ancorata a schemi tat- ne dei carri in base alla tipologia (leggero, medio tici ormai superati che facevano ancora troppo af- e pesante), al peso e all’anno di introduzione in fidamento su fanteria appiedata, muli e cavalleria servizio. montata. Di fronte alla minaccia di reparti coraz- La cavalleria, che nel 1939 disponeva di un nu- zati nemici ben equipaggiati ed addestrati, come mero più che doppio di reggimenti rispetto alla quelli inglesi, si dovette quindi improvvisare, co- fanteria carrista (13 contro 6), era rimasta invece stituendo in tutta fretta in Libia una Brigata co- ostinatamente legata al cavallo. Gli unici reparti razzata speciale, che riuniva le più efficienti for- corazzati in linea erano costituiti da 3 gruppi carri mazioni carriste presenti in colonia. A causa del- leggeri in organico, uno ciascu- l’incertezza e della poca prati- no, alle Divisioni celeri (3). L’in- ca dei Comandi all’impiego di tervento in guerra nel giugno I campi di battaglia della Grandi Unità corazzate e della 1940 vide, quindi, l’Esercito ita- “Seconda guerra mondiale scarsa coesione dei reparti, liano completamente imprepa- avevano dimostrato tutta che ebbero a disposizione po- rato ad affrontare una guerra l’importanza del carro arma- co tempo per amalgamarsi, la meccanizzata in terreni di pia- Brigata non fornì buona prova. nura. Gli unici mezzi corazzati to che, insieme all’aereo, era Dopo i primi rovesci subiti in di una certa efficacia disponibili divenuto l’arma decisiva del Africa settentrionale ad opera erano 100 carri M11/39, men- combattimento terrestre delle Divisioni corazzate e mo- tre la massa dei reparti coraz- torizzate inglesi, tra la fine del zati era dotata di carri leggeri ” 1940 e l’inizio del 1941, si L3 non impiegabili contro mezzi similari. Com- cercò di rimediare dando largo impulso alla pro- pletamente assenti erano anche le autoblindo di duzione di mezzi corazzati. Entro la fine del 1941 moderna concezione; le uniche disponibili erano furono introdotti il carro medio M13 risalente al costituite da poche e scarsamente efficienti An- 1940 ed evoluto nella versione potenziata saldo-Lancia residuate della Prima guerra mon- M14/41, il carro leggero L6/40, l’autoblindo diale e da qualche Fiat-611 ceduta dalla Polizia. I AB40-41, il semovente da 75/18 su scafo del car- campi di battaglia della Seconda guerra mondiale ro medio M13 ed M14. Nel 1941 i reggimenti carri avevano dimostrato sin dal 1939 tutta l’importan- erano divenuti così nove: 1°, 3°, 4°, 31°, 32°, 33°,

ANTHROPOS - 104 no, infatti,perlapenuria dimezzi,itentativi neamente piùdidueDivisioni corazzate.Falliro- fatti ingradodischierare inlineacontempora- renza dicarrimedi,l’Esercito Italianononfuin- aveva, inoltre,dallasuaancheilnumero.Perca- dizioni diinferioritàrispettoall’avversario,che gli equipaggiacombatterequasisempreincon- carristi, lasciòmoltoadesiderare,costringendo 1943 anchealcunibattaglioni andarono adequipaggiarenel italiani, tranneisemoventi,che vello qualitativodeicorazzati rante denominatoRECAM.Illi- e suungrossorepartoesplo- te», sullamotorizzata«Trieste» sulla Divisionecorazzata«Arie- d’Armata diManovrabasato in AfricasettentrionaleilCorpo moventi. Nel1941fucostituito carri leggeri,autoblindoese- ti), cheinglobavanosquadroniequipaggiaticon leri), iReCO(raggruppamentiesploranticorazza- ve diCorpod’Armata,iNEC(nucleiesplorantice- esploranti aDivisionicorazzateetruppesuppleti- squadroni meccanizzatiassegnaticomereparti destramento Autoblindo,cuiseguironogruppi 1941 laCavalleriacostituìaPineroloilCentroAd- definita Armacorazzata.Sempreapartiredal previsione dellacostituzionediunanonmeglio glieria corazzataealcunirepartibersaglieri,in inglobava lafanteriaecavalleriacarrista,l’arti- torato delletruppemotorizzateecorazzate,che bersaglieri (4).Nel1941fucostituitocosìl’Ispet- all’artiglieria edinpiccolaparteallaspecialitàdei fu estesoinmodomassiccioancheallacavalleria, 131°, 132°e133°.Ilprocessodimeccanizzazione appar- CV33, veloce carro del versioni prime delle Una A S Lo stesso carro ritratto in una cartolina degli anni ’30 anni degli cartolina una in ritratto carro stesso Lo tenente all’Arma di cavalleria, armata con una mitra- una con armata cavalleria, di all’Arma tenente (AUSSME). gliatrice Fiat mod. 914 tipo avio. tipo 914 mod. Fiat gliatrice o d p e r a s t . r a . “ d q e d s c e o i e u q m s r I i a u n l a i s d o i f f z i l p e e v i z v r s r a e a i a e e o n g t r m l r t i e g l i i o t , , p i i à . t r c . . a q . e a . o l l . u a i s ” i a s a c t n r n c l o (136 costituire laDivisionecorazzata«GiovaniFascisti» da 75/18ecannoni75/34,90/53105/25. furono isemoventid’artiglieriaarmaticonobici zati ingradodireggereilconfrontocolnemico Grande Unitàcorazzata(5).Gliunicimezzicoraz- «Emanuele FilibertoTestadiFerro»(134 tati dimezzitecnicamente inferioriaquelliavver- «Ariete», della«Trieste» edella«Littorio»,purdo- bordo dituttiicarri. I carristidellaDivisione Korps», econl’installazione diapparatiradioa conseguito emulandoquellotedescodell’«Afrika 1941, conilmiglioramentodell’addestramento, sivamente elevandosiapartiredallametàdel formazioni corazzateandò,comunque,progres- i i i i n c In campoaddestrativosisentìlamancanzadi t ò m , a g o t t e b a n m r ) editrasformarela2 i n d a v a o d i o n t z l o t t n i e o d o e g r n e l e a i i i i vecchia. Ilrendimentodelle trasferitosi nel1941aCivita- tro AddestramentoCarristi, costituire aBraccianounCen- razzate. Cisilimitònel1940a nell’ambito diGrandiUnitàco- tiglieria all’impiegoinsimbiosi lità difanteria,cavalleriaedar- da amalgamarelevariespecia- mezzi corazzatiinmodotale per irepartiequipaggiatidi un centrodiistruzionecomune 105 a Divisione Celere - ANTHROPOS Rivista Militare n.3/2008 a ) in ANTHROPOS razzate basate su reggimenti di fanteria carrista (6). La Divisione corazzata «Ariete II» (135a), infatti, era stata ricostituita in Italia con reggimenti di cavalle- ria, mentre l’altra Grande Unità corazzata presente, la legionaria «Centauro II» (136a), era basata quasi esclusivamente su personale proveniente dalla di- sciolta «Milizia Volontaria per la Sicurezza Naziona- le» (7). Non mancarono, comunque, valorose resi- stenze contro i Tedeschi da parte di residui reparti carristi all’indomani del tragico 8 settembre 1943, come a Roma e a Piombino. Seguirono anni bui in cui i reparti carristi sparirono dall’ordinamento del- l’Esercito italiano. Le truppe regie che si schierarono a fianco degli Alleati contro i tedeschi nel corso del- la Guerra di Liberazione non allineavano, infatti, formazioni corazzate, tranne reparti esploranti e di carrette cingolate (8). La Seconda guerra mondiale vide, in definitiva, l’affermazione e la consacrazione della compo- nente corazzata dell’Esercito, che divenne un

Sopra. Carro sperimentale da 8 t costruito in un unico esem- plare dall’Ansaldo. Era armato con un obice da 65 mm. A destra. Carri leggeri L3 alle grandi manovre. Il mezzo in secon- do piano appartiene alla versione lanciafiamme con ri- morchio porta liquido infiammabile (AUSSME).

sari, si comportarono con bravura fino ad El Ala- mein, ottenendo vari successi, grazie anche al de- terminante contributo dei bersaglieri e dell’arti- glieria, solo in parte semovente. La Divisione «Centauro», dopo aver preso parte alle operazioni nei Balcani contro Grecia e Iugoslavia, affluì in Tunisia, dove, ad organici mai completi, si con- frontò con valore contro le preponderanti forze anglo-americane. Un elevato tributo di sangue fu pagato dai carristi anche in scacchieri poco ricor- dati come quello dell’Africa orientale, dove opera- rono reparti equipaggiati con carri M11 ed L3, della Francia, della Iugoslavia, dove unità a livello compagnia e battaglione furono impiegate in compiti di contro guerriglia, e della Sicilia, dove 5 elemento insostituibile dell’organico e delle do- battaglioni dotati di antiquati carri Renault R35 di tazioni delle Armi di Fanteria e di Cavalleria. A preda bellica, L3 e semoventi da 47/32 si sacrifi- quest’ultima, vennero assegnati per la prima carono contro gli Sherman alleati, in scontri a dir volta nella storia dell’Esercito nazionale compiti poco impari. L’unico teatro operativo della Secon- non solo di esplorazione e di ricognizione, ma da guerra mondiale che non vide lo spiegamento anche di rottura, tradizionalmente affidati alla di reparti carristi fu quello russo, dove invece fanteria carrista. I reparti corazzati della Cavalle- operarono forze corazzate di cavalleria e bersa- ria ebbero modo di distinguersi in combattimen- glieri, dotate di carri e semoventi leggeri. to in Africa settentrionale, con gruppi esploranti Nonostante il valore dimostrato dagli equipaggi e provenienti dai Reggimenti «Cavalleggeri di Lo- le rilevanti perdite subite - le maggiori fra tutte le di», «Nizza Cavalleria», «Monferrato», «Lancieri di armi e specialità dell’Esercito, se raffrontate alla Novara», ed a Roma contro i Tedeschi. Furono forza impegnata in combattimento - al momento però i carristi ad avere il maggior impiego sui dell’armistizio non esistevano più Grandi Unità co- campi di battaglia ed a pagare il più alto tributo

ANTHROPOS - 106 Rivista Militare n. 3/2008

che il regime di occupazione alleato non preve- deva. Il Trattato di Pace di Parigi del 1947 con- sentì all’Esercito Italiano di disporre solamente di 200 carri armati; tali limitazioni perdurarono al- meno fino all’adesione dell’Italia al Trattato Atlantico avvenuta nel 1949. Nel corso del 1947 fu costituita la Scuola di Carrismo, che si affiancò alla Scuola di Autoblindismo operante già dal 1946, mentre i battaglioni esploranti divisionali furono trasformati in gruppi esploranti di caval- leria. Seguì nel 1948 la ricostituzione della Briga- ta corazzata «Ariete» equipaggiata con carri americani Sherman recuperati dai campi di batta- glia della Seconda guerra mondiale o lasciati in eredità dagli Alleati (9). A partire dal 1948 iniziò Sopra e a destra. Cartoline di reggimenti carristi della fine anni 30 (AUSSME). Sotto. Carro veloce impegnato nel superamento di una trincea durante una esibizione. Tale mezzo fu impiegato dalla Cavalleria, dalla Fanteria carristi e dai Bersaglieri.

anche la trasformazione dei gruppi esploranti di- visionali in reggimenti di cavalleria blindata su autoblindo e carri armati leggeri. Nel 1950, il Corpo di Sicurezza inviato in Somalia su mandato delle Nazioni Unite inquadrava 4 reggimenti mo- toblindati di fanteria e cavalleria ed uno Carabi- nieri, dotati di carri leggeri Stuart e di autoblindo Staghound. Nel 1951 fu la volta della Brigata di sangue. La Divisione «Ariete», tra tutte le «Centauro» e della Scuola Truppe Corazzate, sor- Grandi Unità dell’Esercito, fu quella più citata nel ta per unificazione della Scuola di Carrismo e di bollettino di guerra del Comando Supremo, quella di Cavalleria Blindata (10), cui seguì nel mentre tra il 1935 ed il 1945 1953 la ricostituzione del- vennero concesse ai carristi 41 l’Ispettorato Truppe Corazza- Medaglie d’Oro al Valor Milita- Solo dopo il 1989 e la dis- te. Le copiose forniture che re individuali, gran parte alla “soluzione del Patto di Varsa- giungevano dall’America, memoria, e 3 Medaglie d’Oro via l’importanza delle forze comprendenti, tra l’altro, carri alle Bandiere del 4°, 32° e 132° corazzate verrà meno... armati leggeri e medi M24, Reggimento Carri. M46 e M47, consentirono nel Nell’immediato dopoguerra ” corso della prima metà degli Polizia e Carabinieri ebbero in anni 50 di ammodernare e di dotazione mezzi corazzati leggeri, residuati di ampliare notevolmente la componente corazzata guerra di produzione italiana ed alleata. L’orga- dell’Esercito. Entro il 1954, quando fu raggiunta nico della Divisione di fanteria del 1946 prevede- la massima espansione organica dell’Esercito nel va 60 cingolette, oltre a vari blindati ruotati inse- secondo dopoguerra, furono così costituite tre riti anche nel battaglione esplorante. Completa- Divisioni corazzate; oltre all’«Ariete» ed alla mente assenti erano i carri armati medi o pesanti «Centauro» era operativa dal 1953 anche la ANTHROPOS

107 - ANTHROPOS Sopra. Disegno di propaganda del 1940. Al centro è ritratto un carro medio M11/39. Fu prodotto in soli 100 esemplari (AUSSME). A destra. Plotone di carri M47 sul poligono del Cellina Meduna in Friuli. Questi mezzi, di produzione statunitense, furono acquisiti subito dopo l’ingresso dell’Italia nella NATO, nel 1949.

«Pozzuolo del Friuli» comprendente il 4° reggi- mento carri (11). Questa prima fase del riarmo italiano in ambito NATO, fu caratterizzata da una netta distinzione dei ruoli che assegnavano ai carristi il compito delle azioni risolutive a massa condotte con carri medi ed alla cavalleria le azio- ni esploranti svolte con il ricorso a carri leggeri ed autoblindo. I carri M47, che costituivano i più pesanti mezzi in dotazione, furono così concen- trati nei reparti carristi, inquadrati nelle Divisioni corazzate. Per rinforzare la potenza di fuoco controcarri delle Divisioni di fanteria, furono co- stituiti alcuni gruppi d’artiglieria equipaggiati con anni 90 del secolo scorso. La larga disponibilità di semoventi controcarri. carri, prima M47 e poi Leopard-1, consentirà di Nel prosieguo della Guerra Fredda la compo- corazzare vari gruppi squadroni, reggimenti e una nente corazzata mantenne un’importanza fonda- Brigata di cavalleria. Solo dopo il 1989 e la disso- mentale nell’ordinamento della Forza Armata, in luzione del Patto di Varsavia l’importanza delle considerazione anche della possibilità di impiego forze corazzate verrà meno e si assisterà ad una in ambienti contaminati da agenti NBC e degli rapida contrazione della specialità carristi fino al orientamenti NATO che privilegiavano le unità pe- suo inserimento nell’Arma di Cavalleria avvenuto santi a scapito di quelle di fanteria leggera. Così, nel 1999. tutte le Grandi Unità complesse verranno pro- gressivamente rinforzate con reparti corazzati, Filippo Cappellano mentre anche la stessa fanteria subirà un proces- Tenente Colonnello, so di integrale meccanizzazione ultimato negli Comandante CUSDIFE

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(4) Per un breve periodo nel 1940 anche la Guardia alla Frontiera inquadrò 4 compagnie carri dotate di obsoleti Fiat 3 000. (5) In Russia, nel 1942, la 3a Divisione Celere «P.A.D.A.» fu trasformata in Grande Unità motorizzata con l’asse- gnazione di un battaglione bersaglieri corazzato ed un gruppo squadroni semoventi da 47/32 di cavalleria. In Africa settentrionale la Divisione Motorizzata «Trieste» ebbe alle dipendenze un battaglione carri M ed un bat- taglione bersaglieri su autoblindo AB41. Tra il 1942 ed il 1943 varie Divisioni di fanteria ricevettero un batta- glione/gruppo di semoventi da 47 o da 75, con perso- nale talvolta tratto dalla specialità carristi. (6) L’unità carrista di maggior livello era costituita dal

Sopra. Genova 1941. Piazzale della ditta Ansaldo con carri medi M14/41 prima della consegna al Regio Esercito.

Vista frontale di un carro M della Divisione corazzata «Ariete» in Africa settentrionale. Si nota il simbolo della Grande Unità ed un motto (AUSSME).

Raggruppamento dislocato in Sardegna che disponeva, tra l’altro, di un battaglione carri di preda bellica france- se Somua S35 e di un battaglione carri dotato di semo- venti da 75 e di carri M15/42. (7) Queste due Grandi Unità corazzate furono riunite nel Corpo d’Armata Motocorazzato destinato alla difesa della Capitale. (8) Esisteva, comunque, un battaglione autieri-carristi addetto alla manutenzione dei mezzi corazzati che NOTE operò alle dipendenze degli Alleati. (9) In previsione delle elezioni politiche del 1948 alcuni (1) Circolare n. 33 700 in data 9 maggio 1936, Nuovo reggimenti di fanteria furono rinforzati con compa- ordinamento delle unità carri di rottura e carri d’assal- gnie/plotoni meccanizzati extra organico dotati di mez- to, Ministero della Guerra - Gabinetto. zi corazzati antiquati per compiti di ordine pubblico. (2) Sia in Spagna che in Africa Orientale si costituirono (10) L’ordine di battaglia dell’Esercito Italiano del 1951 unità a livello reggimento rinforzato quale il Raggrup- vedeva la presenza di 2 reggimenti carristi e di 7 reggi- pamento Carri d’Assalto e Autoblindo, divenuto poi menti di cavalleria blindata. Raggruppamento Carristi, ed il Raggruppamento Carri (11) Motivazioni di ordine politico impedirono che la d’Assalto in Somalia. Grande Unità riassumesse il nome di «Littorio». Per la (3) Nel 1936 erano stati costituiti 6 squadroni carri ve- stessa ragione furono negate ricompense al Valor Mili- loci per reggimenti di cavalleria non indivisionati, che tare alla bandiera del 133° Reggimento Carri, che al pari però furono sciolti nel 1938. del 132° si era distinto nella battaglia di El Alamein. ANTHROPOS

109 - ANTHROPOS

FORNOVO: EMBLEMA DELL’ORGOGLI0 ITALICO ANTHROPOS FORNOVO: EMBLEMA DELL’ORGOGLIO ITALICO

Nel 1494 Carlo VIII di Francia, approfittando delle tensioni che dividevano gli Italiani, cercò d’imporre la propria supremazia sulla penisola avviando una brillante campagna militare, destinata però a concludersi male. Temendo si realizzasse un’egemonia francese sulla penisola, gli Italiani si coalizzarono e decisero di con- trastare sul campo il forte Esercito francese, che, a fronte di pesanti perdite, riuscirono a sconfiggere a For- novo il 6 luglio 1495. Una clamorosa vittoria che poteva costituire il primo mattone per l’unità nazionale. Invece, ancora una volta, particolarismi e invidie ebbero la meglio.

Alla fine del XV secolo le grandi monarchie eu- ropee stavano consolidandosi: in Italia, al contra- rio, la realtà politica rimaneva frammentata. Alla vigilia della famosa campagna militare di Carlo VIII in Italia, gli Stati della penisola si trovavano da tempo in una situazione di relativa tranquillità: la Pace di Lodi del 1454 aveva, infatti, generato un certo equilibrio tra le maggiori potenze peninsu- lari: Napoli, Stato Pontificio, Venezia, Firenze e Milano. Il ducato di Milano, in particolare, era governato da Ludovico Sforza, detto il Moro, in qualità di tu- tore del nipote Gian Galeazzo (suocero di Alfonso II); incalzato dagli Aragonesi di Napoli a restituir- gli l’autorità ducale, Ludovico, temendo che alle minacce potessero seguire concrete azioni, forzò gli eventi e invitò il Re di Francia a rivendicare il Regno di Napoli, un tempo angioino. All’istanza di Ludovico si unirono altri principi d’Italia e numerosi baroni del regno di Napoli, sperando di trarre degli utili dall’impresa. Re Car- lo, che vantava buoni rapporti con alcuni Stati ita- liani, tra cui Genova, Savoia e Ferrara, stipulati Sopra. onerosi accordi con Ferdinando d’Aragona e l’Im- Moneta raffigurante Ludovico Sforza. peratore Massimiliano (Trattati di Barcellona e In apertura. Senlis), ritenne di poter avviare un’importante Particolare della Madonna della Vittoria, dipinta da An- campagna militare contro Alfonso II di Napoli, so- drea Mantegna per celebrare la vittoria degli Italiani vrano sostenuto solo da Papa Alessandro VI e Fi- nella Battaglia di Fornovo, Museo del Louvre, Parigi. renze. Quanto ai Veneziani, ai quali erano stati promessi alcuni porti pugliesi, il sovrano dava per scontato che, una volta conquistato il Regno, essi Regno di Napoli era dunque l’aspirazione a farne lo avrebbero aiutato contro i Turchi. Un piano te- una base per attaccare l’Impero Ottomano, sì da muto soprattutto dal Sultano Bayazid, in quanto riportare Costantinopoli, e magari anche Gerusa- avrebbe integrato la maggiore potenza navale del lemme, nell’ambito della Cristianità; in linea di Mediterraneo con il più forte esercito d’Europa. principio l’idea della crociata non aveva abbando- La principale ragione delle mire di Re Carlo sul nato i Pontefici, ma nel 1494 Alessandro VI (Ro-

ANTHROPOS - 112 Rivista Militare n. 3/2008 drigo Borgia), Papa ben più attento all’utile politi- co che al rigore morale, riteneva pericoloso per l’autonomia della Chiesa che il Re di Francia cin- gesse anche la corona di Napoli, perché ciò lo avrebbe reso troppo potente: per questo motivo, alla morte di Re Ferdinando, decise d’investire del Regno suo figlio Alfonso, ignorando le pretese di Carlo. Contrariato, il sovrano francese riunì a Lione un Esercito di circa 30 000 uomini, con 100 cannoni, mentre altri 40 di maggior calibro furono inviati in Italia via mare; 10 000 soldati, al comando del Duca Luigi d’Orleans, dovevano agire sul litorale tirrenico, per prevenire ogni minaccia dei Napoletani. Re Carlo, potendo contare anche sull’iniziale neutralità di Venezia e Firenze, nell’agosto 1494 Ludovico il Moro e Carlo VIII. valicò le Alpi al Monginevro e con il grosso del suo Esercito si diresse ad Asti, signoria del Duca d’Orleans. sero il risultato, il popolo del Regno si era solle- Alfonso II applicò il piano per la difesa del Re- vato e le truppe napoletane sbandate: Carlo poté gno: inviò la propria flotta verso la riviera ligure e così entrare trionfalmente a Napoli il 22 febbraio fece sbarcare un contingente di truppe a Rapallo, 1495 ed incoronarsi Re, mentre Alfonso riparava ma, dopo aver conseguito qualche iniziale van- in Sicilia. taggio, fu sconfitto dalle galere di Genova sul ma- Dopo tre mesi la situazione mutò radicalmente: re e dalle forze del Duca d’Orleans sulla costa. la deplorevole condotta politica di Carlo aveva Neppure il contingente inviato nelle Romagne scontentato i principi italiani e gli aveva alienato agli ordini del Duca di Calabria sortì gli effetti ogni simpatia popolare, anche a causa della bru- sperati, perché i Francesi del d’Aubigny costrinse- talità dimostrata dalle sue truppe. ro i Napoletani a ripiegare. In questa situazione maturò la volontà di forma- Tutta l’Italia risultava ora aperta ai Francesi: da re una lega antifrancese: Venezia e il Duca di Mi- Pavia Carlo diresse il suo Esercito verso Napoli; lano, in particolare, compresero che se non si sospettando però di Ludovico il Moro, lasciò ad fosse posto un argine a Carlo, l’Italia correva il Asti l’Orleans ed assegnò alla flotta il compito di pericolo d’essere assoggettata al Re francese. costeggiare il litorale, per assi- Sotto il dogado di Agostino curargli comunicazioni e rifor- Barbarigo fu così firmata a Ve- nimenti. ...la deplorevole condotta nezia, il 31 marzo 1495, la Lega Passato l’Appennino a Pon- “politica di Carlo aveva Santa tra la Repubblica di Vene- tremoli, protetto dalle fortezze scontentato i principi italia- zia, il Duca di Milano, il Papa, poste a controllo dei passi, en- l’Imperatore di Germania ed i Re trò militarmente a Firenze, do- ni e gli aveva alienato ogni di Spagna e d’Inghilterra. ve lo raggiunse d’Aubigny. Per simpatia popolare... Conquistato il Regno, Carlo mantenersi in collegamento ” prese la strada del ritorno, affi- con la flotta si fece consegnare dandolo al Viceré Montpensier, da Pietro de’ Medici Sarzana, Pietrasanta, Livorno ma la brutalità ed il malcostume degli occupanti e restituì la libertà a Pisa. Malgrado il Papa lo provocarono delle insurrezioni. avesse minacciato di scomunica, continuò la Lasciati altri presidi in armi, il Re rifiutò di resti- marcia verso sud, occupando Montefiascone, Vi- tuire ai Fiorentini le piazzeforti occupate e, per terbo e Bracciano. Giunto a Roma, obbligò Ales- mezzo del Duca d’Orleans, che vantava diritti sul sandro VI a cedergli le piazze di Civitavecchia e Ducato di Milano quale nipote di Valentina Visconti, Terracina, estorcendogli la promessa di favorirlo impegnò le armi sforzesche a Novara e Vigevano. nell’impresa di Napoli. Guidò, quindi, il suo Eser- cito, passando da Velletri, Valmontone e Cepra- no, verso la capitale del Regno, dove Re Ferdi- LA BATTAGLIA DI FORNOVO IN VAL DI TARO nando aveva ceduto il potere al figlio Alfonso II. Lo scontro con l’Esercito napoletano, schierato Ben presto fu chiaro che l’Esercito dei collegati, in ottima posizione a S. Germano (oggi Cassino), posto al comando di Francesco II Gonzaga, Mar- non ebbe luogo: prima ancora che le forze invia- chese di Mantova, stava manovrando al fine di ta- te ad aggirarlo passando da L’Aquila conseguis- gliare la ritirata alle forze francesi, che, scansando ANTHROPOS

113 - ANTHROPOS Quando giunse l’avanguardia francese, prece- dendo di vari giorni il resto dell’Esercito, gli Italia- ni non colsero l’opportunità d’investirla e persero tempo, sì che il 4 luglio l’Esercito di Carlo poté agevolmente riunirsi. Allorché i transalpini, calan- do dalla montagna, videro il gran numero di tende presenti nell’accampamento degli Italiani, realiz- zarono di trovarsi di fronte ad un esercito più nu- meroso, sì che la loro consueta baldanza scemò notevolmente. Re Carlo, che già aveva scritto a Luigi d’Orleans affinché si facesse avanti per incontrarlo, realizzò che avrebbe dovuto affrontare da solo quell’Eser- cito determinato a sbarrargli il passo e forse rim- pianse di non aver deciso d’imbarcare sulla flotta a Pisa le sue truppe. L’Esercito della Lega, al quale Re Carlo aveva chiesto libero passaggio, non lo attaccò: i colle- gati avevano, infatti, deciso di chiedere istruzioni a Milano, dove, con il Duca Ludovico, si trovavano i rappresentanti di ogni Stato componente la Le- ga. Il delegato spagnolo era per l’attacco, Vene- ziani e Milanesi per concedere libero passo. Consci che la determinazione assunta non sa- rebbe comunque arrivata in tempo all’Esercito, i Il Doge di Venezia. Provveditori veneziani ed il Marchese di Mantova decisero di attaccare i Francesi appena si fossero mossi: quando il 6 luglio, scarseggiando i riforni- Firenze, s’erano incamminate verso il passo della menti, Carlo decise di avanzare, gli Italiani diede- Cisa, rallentate dal traino delle artiglierie. Il 27 ro battaglia. giugno gli alleati posero il campo a 30 chilometri Le forze francesi potevano schierare tra i 9 000 a sud di Parma, nei pressi di Fornovo. Secondo e i 10 000 combattenti e disponevano di 64 can- Francesco Guicciardini, le forze riunite sotto il noni, dei quali 14 di grosso calibro. All’alba del 6 Marchese di Mantova assommavano a 2 500 uo- luglio 1495, avanzarono oltre Fornovo, a sinistra mini d’arme, 8 000 fanti e più di 2 000 stradiotti. del Taro, suddivisi in tre corpi: avanguardia, bat- Le forze veneziane, che rappresentavano i tre taglia e retroguardia, dirigendo verso Medesano, quarti dell’Esercito, erano agli ordini dei Provvedi- con l’artiglieria sulla fronte e i carriaggi con la re- tori Luca Pisano e Melchiorre Trevisan, mentre troguardia. L’avanguardia, con Engilbert di Clèves, quelle sforzesche erano guidate da Galeazzo da era comandata da Gian Giacomo Trivulzio e risul- Sanseverino e da Francesco Bernardino Visconti; tava composta dalle sue 100 lance, da altre 350 la loro minor consistenza derivava dall’impiego di francesi, da 3 000 picchieri svizzeri difesi da ar- molte delle truppe di Ludovico Sforza all’assedio chibugieri, da 300 arcieri e da alcuni balestrieri a di Novara, dove si erano asserragliati i Francesi di cavallo della guardia del Re. Il corpo centrale, do- Luigi d’Orleans. Spagnoli e Tedeschi operavano su ve si trovava il Re con Louis de la Tremouille, suo altri fronti. ciambellano, era formato da 600 cavalieri e da al- Quando l’Esercito della Lega giunse presso For- cune centinaia di arcieri a cavallo e fanti tedeschi. novo, i Capitani decisero d’occupare una posizio- La retroguardia, posta agli ordini di Gastone di ne bassa ed a poche miglia dalla stretta, per far Foix, era forte di 400 cavalieri, un centinaio di operare la cavalleria su di un terreno piano, dove fanti e una falange di picchieri prossima alla linea potesse manovrare più agevolmente. Gli accam- dei cavalieri. Seguivano i carriaggi. Numerosi pez- pamenti furono pertanto posti sulla riva destra del zi d’artiglieria, oltre che sulla fronte, erano schie- fiume Taro, tra Oppiano, Gaiano e Giarola. L’arti- rati verso il Taro. glieria fu schierata verso l’alto della valle e contro Il piano di battaglia di Francesco Gonzaga consi- la riva destra, sfruttando i fossi e creando ripari. steva in un’azione diversiva contro le prime due L’intenzione degli Italiani era quella di sbarrare formazioni e un attacco principale contro la retro- la via per Parma e battere i Francesi sul fianco, guardia, da condursi simultaneamente: per realiz- qualora cercassero d’avanzare lungo la riva sini- zarlo aveva diviso le proprie forze in nove linee, stra per dirigersi verso Asti. prevedendo di lanciare le ultime tre, tenute in ri-

ANTHROPOS - 114 ciarono suicarriaggi,esempio benprestoimita- non investironolaposizione assegnataesilan- della guardiaalbottino impegnatadagliItaliani, Ma questisoldati,considerando laconsistenza sembrava ormaicompromessa. zione generaledeiFrancesi stro deitransalpini,lasitua- albanese calòsulfiancosini- sfumare concretivantaggi. entrare inbattaglia,facendo riserve italianetardaronoad ficoltà dipassaggioanchequile Annibale Bentivoglio. riserva i200uominid’armedi soldati mentre,sullarivaopposta,rimanevanoin Alfonso d’EsteedilConteGavazzocon2000 vesciò lesortidellabattaglia. Francesi, cheprovocòdisordineefuga,manonro- sostenuti, icollegatisubironoquiilritornodei mase inposizioned’attesa.Nonadeguatamente dine perpassareilTaroealimentarel’azione,ri- da Montefeltro,cheattendevailsuopersonaleor- be graviconseguenze,perchélariservadiAntonio cavalieri glistramazzaronosopra.Lasuamorteeb- soldati: caddedacavalloenellacalcaaltricavalli tre, alzatol’elmetto,incitavaeriordinavaisuoi zio delMarchesediMantova,colpitoalvoltomen- bon. NellamischiaperselavitaRidolfoGonzaga, cava sulcampoefeceprigionieroMathieudeBour- rischiò diesserecatturatodalGonzaga,chelocer- l’impeto, macominciaronoaripiegare:lostessoRe ti) egiovanigentiluomini.IFrancesisostennero denza lecompagniedilancespezzate(soldatielet- portata dellearmiitaliane,dovesimiseroinevi- contro icollegati.Mainbrevelavittoriaparvealla ripartito l’Esercitoefecerivolgeretuttal’artiglieria le cercòdifaravvicinarepartinellequaliaveva stradiotti. 600 uominid’arme,5000fantieun’aliquotadi maggiore, assegnandoilcompitod’attaccarlaa tro laqualeilGonzagaavevaprevistolosforzo svolgersi attornoallaretroguardiafrancese,con- con veemenza.L’azioneprincipalecominciòa gente delMarchesediMantovaimpegnòbattaglia file dell’EsercitodellaLega:nonostanteciòla tutta, sìcheuncertodisordinesiprodussenelle dei roviedelleripe,traversòcondifficoltànon te degliItaliani;lafanteria,inparticolare,acausa passaggio delleacqueingrossatedelTarodapar- cora piovesse.Ilterrenoallentatononagevolòil taglia avevapiovutofortetuttalanotteeparean- non appenalaretroguardiafossestatasopraffatta. serva, controilrimanentedell’Esercitofrancese Quando lacavalleriagreco- Per mancanzadiordiniodif- Assalirono invecel’avanguardiafrancesedon A soccorrerlaaccorseReCarloinpersona,ilqua- Quando siacceseloscontro,sulcampodibat- “ f a p m t t a a a r s r a c e e s d . n c , . e v i . a c i g a 5 s s r e t n t l t t s 0 a o r a o e a 0 n r a . d l 0 n d o . i . o o o i 6 f l s t a 0 a f t i G n l o i 0 l l t o r a ” c i z u o n e r o gli Italiani.Alcunefonti diparteitalianavogliono si trovavanoinmaggior disordineespaventode- che labattagliaeraormai quasivintaeiFrancesi nuovamente acombattere, mettendoinevidenza combattere, condurredilàdelfiumemuliecarri centro francese.Sivideroglistradiotti,anziché to daaltricavalieridestinatiadimpegnareil Stradiotto della Repubblica di Venezia. Il nome deriva nome Il Venezia. di Repubblica della Stradiotto o m z dal greco «stratiota» che significa soldato. significa che «stratiota» greco dal e m u a t m p r g n o i i a n ’ ’ t a g a o g i u l a g i d q d a v i o r ’ u ’ e a a d r o v r t e i a a - - - , cercò diconvincereisoldati con iProvveditoriveneziani, della confusioneperliberarsie, prima delloscontro,approfittò prigioniero deiFrancesigià ziosissime reliquie. un cofanettocontenentepre- ad esempio,s’impossessòdi predare: taleVistalloZignoni ti usciredallabattagliaper carichi dibottinoealtrisolda- Il ConteNiccolòdiPitigliano, 115 - ANTHROPOS Rivista Militare n.3/2008

ANTHROPOS che dopo più di un’ora di combattimento i Fran- CONSIDERAZIONI FINALI cesi della retroguardia abbiano cercato rifugio su di una collina, ma poichè i Veneziani disposti ad Da punto di vista politico-diplomatico Carlo VIII inseguirli erano troppo pochi, gli Italiani stessi cercò di preparare al meglio la campagna, ma i decisero di tornare al campo, dando modo ai ne- miseri risultati conseguiti non poterono certo mici di riprendersi. compensare la Francia per la perdita dei territori Certo è che dopo l’attacco all’avanguardia fran- ceduti per avviare la campagna senza opposizio- cese, nel corso del quale morirono Giovanni Pic- ne: Rossiglione e Cerdaña alla Spagna, Franca cinino e Galeazzo da Correggio, gli sforzeschi ri- contea ed Artois all’Imperatore. passarono il fiume incalzati dai Francesi, che uc- Sotto il profilo strategico, l’essersi assicurato la cisero molti sbandati. Il maresciallo di Gies, ve- disponibilità dei porti toscani e laziali per mante- dendo oltre il fiume numerosi uomini d’arme in- nere l’Esercito in contatto con la flotta ed avere quadrati e pronti alla battaglia, impedì però ai inviato una parte di quest’ultimo nelle Romagne suoi di guadare; Gian Giacomo Trivulzio, Camillo per prevenire la probabile penetrazione aragonese Vitelli e più ancora Francesco Secco erano d’avvi- in Lombardia, confermano la buona visione stra- so contrario. La situazione generale risultava pe- tegica del Re e dei suoi consiglieri, al pari della rò di difficile interpretazione anche per i France- manovra per far abbandonare ai Napoletani la si: malgrado vedessero la via per Piacenza e Par- forte posizione di S. Germano, protetta in profon- ma piena di cavalli e uomini della Lega che si dità dalla piazzaforte di Capua. stavano ritirando, non sfuggiva loro la presenza, Dopo la battaglia di Fornovo, Re Carlo dimostrò, sull’opposta riva, di molte forze fresche e delle inoltre, abilità nel manovrare in ritirata verso Asti, altre che si stavano riorganiz- dove arrivò il 15 luglio in diffi- zando. Ad un certo punto non cili condizioni, tallonato dal- risultò neppure chiaro se le Tra i Francesi patirono l’Esercito della Lega. truppe viste sulla via di Parma “la morte un numero di I Francesi dimostrarono invece stessero ripiegando o rientran- soldati compreso tra i 400 di non saper instaurare un cor- do al campo. I Francesi, stanchi retto rapporto con i governi e le e preoccupati di dover passare e i 1000, mentre tra i popolazioni italiane e di non es- il fiume, decisero così, secondo 2 000 e i 3 000,...si stima- sere in grado di consolidare la Francesco Guicciardini, d’al- no i morti nell’ Esercito conquista del Regno, che durò loggiare alla villa di Medesano, della Lega Santa... pochi mesi. su di una collina distante non Riguardo lo scontro sul Taro, più di un miglio da dove si era ” l’Esercito della Lega Santa non combattuto; si trattava di un alloggio disordinato ottenne il pieno successo auspicato, ma certo i e assai scomodo, poichè erano stati rubati molti Francesi non potevano rivendicare la vittoria. Il carriaggi e persino i padiglioni del Re. Poiché nel campo rimase, infatti, agli Italiani: Re Carlo si al- campo dei collegati la sera era tornato l’ordine, il lontanò la notte tra il 7 e l’8 luglio rompendo con Conte di Pitigliano propose d’attaccare di notte ogni cautela il contatto con l’avversario, che cercò l’accampamento francese, ma ciò fu ritenuto d’ingannare lasciando accesi i fuochi dell’accam- troppo pericoloso. pamento. Non bandiere spiegate al sole, né suoni Tra i Francesi patirono la morte un numero di di trombe e tamburi. Abbandonò il campo di bat- soldati compreso tra i 400 e i 1 000, mentre tra taglia e questo, per la mentalità militare rinasci- i 2000 e i 3 000, dei quali 300 erano uomini mentale, era sinonimo di sconfitta. d’arme, si stimano i morti nell’Esercito della Le- Soffermiamoci ora sui due Eserciti: in entrambi ga Santa, che perdette anche validi condottieri, militavano condottieri italiani di chiara fama, poi- quali Rinuccio Farnese e Bernardino Fortebracci ché all’epoca essi godevano di grande considera- da Montone. zione ed erano ricercati: Gian Giacomo Trivulzio, Re Carlo, perdute le salmerie, tutto il bottino, forse il più famoso, passò al servizio del Re di valutato in più di 300 000 ducati, e fors’anche un Francia pochi mesi prima dello scontro di Fornovo. decimo delle sue forze, decise di parlamentare, L’Esercito francese era in gran parte composto mentre una tregua consentiva ai due eserciti di da gente d’arme suddita del Re, gli Italiani dipen- seppellire i morti. Si noti peraltro come il numero devano invece dai loro Capitani e, ad eccezione delle perdite vari nelle diverse fonti: nel suo «Dia- delle compagnie di leva venete, non apparteneva- ria de Bello carolino» Alessandro Beneditti, testi- no quasi mai agli Stati per i quali combattevano, mone oculare della battaglia, riferisce di un nu- sicché la composizione dell’Esercito risentiva d’un mero di caduti tra gli Italiani e i Francesi non spe- certo grado d’instabilità. Con i Francesi militavano culare rispetto a quello riportato nella sua «Storia poi le famose fanterie svizzere, addestrate a d’Italia» da Francesco Guicciardini. mantenere formazioni coese e disciplinate, men-

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dito dell’artiglieria presso i Francesi conobbe una battuta d’arresto, mentre una fiducia sempre maggiore fu riposta nella cavalleria. Il piano di battaglia attuato dai collegati alla Battaglia di Fornovo, malgrado l’eccessiva disper- sione delle forze e i limiti palesati nell’impiego delle riserve, dimostrò che in Italia l’arte militare aveva compiuto indubbi progressi nella tattica, ma persistevano carenze d’esecuzione. Dimostrò inoltre ai Francesi, si disse all’epoca, ... che le arme italiane no sono manco pungenti che le loro. Privo di denaro e con un Esercito provato, Re Carlo riuscì ad evitare un secondo scontro a No- vara e poté rientrare in Francia - prima della chiu- sura dei passi alpini - solo grazie ad accordi se- parati con lo spregiudicato Duca di Milano (Pace di Vercelli del 9 ottobre 1495), senza aver rag- giunto alcun risultato di rilevo. Per l’Italia, le conseguenze furono però gravissi- me: ricca e divisa, con l’inizio del XVI secolo si trasformò sempre più in un campo di battaglia e quasi tutti i suoi Stati persero l’indipendenza. La conservò Venezia, abbandonando però, dopo la guerra contro la Lega di Cambrai, ogni ambizione d’egemonia sull’Italia.

Riccardo Caimmi Tenente Colonnello, in servizio presso Francesco II Gonzaga. la Scuola Lingue Estere dell’Esercito tre la fanteria italiana combatteva con un inqua- dramento meno rigido. BIBLIOGRAFIA Gli Italiani, abituati agli scontri poco cruenti dei condottieri, finalizzati non a distruggere l’Esercito Francesco Guicciardini, «Storia d’Italia», Garzanti, Mi- nemico, ma a manovrare per conseguire la supe- lano,1988. riorità e ottenere la resa del Comandante avversa- «The New Cambridge Modern History», The Renais- rio, rimasero molto scossi dal crudo modo di com- sance (1492-1520), Cambridge Universty Press,1964, battere dei Francesi, considerato poco cavalleresco. vol. I (Tr. it., «Storia del mondo moderno, il Rinasci- I transalpini uccidevano, infatti, anche il cavalie- mento (1492-1520)», a cura di Gorge Richard Potter, re disarcionato e ferito, comportamento conside- Ed. Garzanti, Milano, 1969, vol. I). rato inammissibile secondo il codice cavalleresco Moreno Gennaro, «Trattato di Storia Militare», Ed. So- italiano, che mirava a salvare la vita dell’avversa- liani, Modena, 1892, vol. I. rio e ottenerne semmai un riscatto. Cozzi Gaetano, Politica, società e istituzioni, in «Sto- Anche nel campo delle artiglierie i Francesi po- ria d’Italia», vol. XII, La Repubblica di Venezia. Dalla tevano vantare una certa superiorità: le loro erano guerra di Chioggia al 1517, a cura di G. Galasso, UTET, in bronzo e risultavano più leggere e facili da Torino, 1986. schierare in quanto trainate da cavalli e non, co- Catalano Francesco, Dall’equilibrio alla crisi italiana me quelle italiane, da buoi; malgrado ciò i canno- del Cinquecento, in «Storia d’Italia», a cura di Diego ni francesi non risultarono determinanti: impac- Valeri, Torino, Tipografia Sociale Torinese, 1965. ciarono anzi il movimento delle truppe e, secondo Lane C. Frederic, «Venice. A Marittime Republic», The quanto riferito per diretto riscontro da Philippe de John Hopkins University Press, 1973 (Tr. It. «Storia di Commynes nelle sue «Mémoires», a Fornovo i Venezia», Ed. Einaudi, Torino, 1991). cannoni di entrambe le parti non uccisero dieci Cozzi Gaetano e Prodi Paolo (a cura di), «Storia di Ve- uomini, sebbene avessero fatto fuoco per l’intera nezia», Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Ed. Poligrafico durata dello scontro. In conseguenza di ciò il cre- e Zecca dello Stato, Roma, 1991. ANTHROPOS

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L ’ I N V E N Z I O N E D I C T E S I B I O

ANTHROPOS L’INVENZIONE DI CTESIBIO

Dalle comuni siringhe ai motori termici a stantuffi, dai servomotori idraulici agli ammortizzatori telescopici, dal- le pompe per biciclette alle irroratrici a mano sono tutte versatili applicazioni derivanti da una geniale intuizione di un egiziano vissuto nel II sec. a.C..

La mitica epopea di Alessandro Magno dai Balca- confluire nella città flotte di navi e torme di dotti. ni all’Indo, fulminea quanto effimera, fu scandita In realtà tuttavia più che il faro erano i cospicui dalla fondazione di un gran numero di città, molte guadagni dei commerci ad attrarre i mercanti, co- delle quali ancora ne rievocano il nome. Fra tutte, me del resto più ancora che la Biblioteca erano i però, quella che conobbe il massimo splendore fu lauti ingaggi del sovrano, per quanti vi fossero Alessandria d’Egitto, dove non a caso il giovane ammessi, ad attrarre i dotti. sovrano ebbe l’estrema dimora, finora mai ritrova- Assodato che allora, come ora, il potere non so- ta. Nella successiva spartizione dell’immenso Im- steneva disinteressatamente la ricerca scientifica pero fra i suoi tanti Generali, la città, con l’antico e, meno che mai, quella tecnologica è lecito sup- Regno dei Faraoni di cui faceva porre alle spalle dell’anomala parte, toccò a Tolomeo Sotere. generosità, precise mire strate- Per molti versi l’estemporaneo Sarebbe stato figlio di un giche. Fenomeno anche questo dinasta volle proseguire l’ambi- “barbiere, la cui bottega si del tutto inedito, trattandosi in zioso progetto del Macedone, di trovava nei pressi della Bi- pratica di una cooperazione fra cui del resto lasciava credere di blioteca: proprio in quel mi- filosofi e meccanici, fra astra- essere un fratellastro, promuo- zione e concretezza, ambiti fi- vendo e incentivando la ricerca sero proscenio debuttò la sua no ad allora estranei fra loro scientifica e lo sviluppo tecnolo- prima invenzione! quando non apertamente ostili. gico, ritenuti i migliori supporti Un dualismo inconciliabile ed del potere. ” incolmabile tra le due branche In questa logica fece erigere, sull’antistante iso- che avrebbero dovuto trainare il progresso civile e lotto di Pharos, una colossale torre sulla cui som- che, invece, si divaricarono sempre di più gene- mità doveva ardere continuamente un enorme ro- rando tecnici non di rado del tutto analfabeti e go. Per la storia della navigazione costituì l’arche- scienziati spesso avulsi dalla realtà. Non a caso un tipo di tutti i fari, che da essa oltre al nome tras- poeta dell’epoca paragonò la compagine degli in- sero la funzione. Col medesimo intento fece av- tellettuali di Alessandria ad una gabbia di uccelli viare pure una grandiosa raccolta di volumi, op- che ingrassavano gorgheggiando vanamente! Si- portunamente custoditi in un apposito edificio gnificativamente proprio nella rivoluzionaria isti- che ebbe la definizione di Biblioteca. Per la storia tuzione debuttò e si affermò un nuovo archetipo della cultura fu anche questa l’archetipo di tutte le similari da allora realizzate: da pochi anni è stata riedificata non distante dalla presunta origi- nale ubicazione. Forse fu un semplice caso, forse una brillante intuizione ma entrambe le istituzioni rappresen- tarono, materialmente e spiritualmente, una lumi- nosa guida per l’umanità, che in breve tempo fece

In apertura. Veduta notturna della nuova Biblioteca di Alessandria. A destra. Foto satellitare della città.

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Planimetria storica di Alessandria. tore si guadagnò una discreta simpatia fra i dotti della Biblioteca, dalla cui frequentazione apprese i rudimenti della fisica. Fu così, verosimilmente, di studioso, una sorta di ibrido molto meno sac- che individuò nel moto dell’aria nella canna la ra- cente e molto più concreto. Volendolo in qualche gione del suono del famoso specchio. Gli esiti non modo attualizzare andrebbe definito ingegnere: si fecero attendere, tant’è che pochi anni dopo un tecnico cioè che vaglia, in base alle nozioni costruì su quel presupposto un vero e sofisticato scientifiche, i progetti per la costruzione di mac- strumento musicale, sopravvissuto quasi immuta- chine di concreta utilità. Ad attingere i massimi to fino ai nostri giorni: l’organo, che i coevi defi- esiti dell’inusitato connubio fu un certo Ctesibio, nivano pure ad acqua. In realtà, però, l’acqua ser- ricordato di infima origine e di immenso acume. viva solo a stabilizzare la pressione dell’aria pro- Stando alle scarne fonti di cui disponiamo, e sul- dotta da una coppia di cilindri con stantuffi, resi la cui attendibilità è sensato nutrire fondati so- aderenti da rozze guarnizioni, chiara derivazione spetti, sembra che sia vissuto nella prima metà del del contrappeso nel tubo. A volerne descrivere II secolo a.C.. Sarebbe stato figlio di un barbiere, la meglio il criterio, va precisato che l’aria compres- cui bottega si trovava nei pressi della Biblioteca: sa prodotta dai due cilindri, finiva in una sorta di proprio in quel misero proscenio debuttò la sua campana pneumatica immersa nell’acqua, la cui prima invenzione! Si trattava, infatti, di uno spec- variazione di livello ne stabilizzava la pressione, chio mobile, ovvero di un pesante disco di bronzo indipendentemente dalla quantità prelevata per lucido sospeso ad una fune munita di un congruo insufflare le canne. Sebbene, come non rari indizi contrappeso, capace perciò di assumere una qual- sembrino confermare, quel rudimentale compres- siasi posizione e di restarvi. Un congegno per noi sore bicilindrico fosse già in uso presso popola- elementare ma per l’epoca impressionante, tanto zioni primitive, dove peraltro lo è ancora, per la più che lo scaltro ragazzo celò il contrappeso in prima volta appariva realizzato in metallo, con ci- una canna di bronzo. Non aveva in alcun modo lindri alesati e stantuffi torniti! immaginato il suono stranissimo, affine alla musi- L’adozione di una sia pur rudimentale macchina ca coeva, emesso dal tubo ad ogni suo minimo a cilindri e pistoni è fondamentale per interpreta- spostamento. L’effetto collaterale divenne in breve re correttamente la più nota delle invenzioni di la principale attrazione del salone! Ctesibio, quella che a lungo portò il suo nome: la Grazie a quel sonoro specchio, il giovane inven- pompa a doppio effetto. In essa il criterio infor- ANTHROPOS

121 - ANTHROPOS none ad aria compressa. In effetti, la balista che Ctesibio andava confu- samente elucubrando non era un’arma capace di espellere un proietto tramite un violento getto d’aria compressa, ma, come accennato, un con- gegno reversibile accumulatore-motore. La varia- zione del volume dell’aria racchiusa in un cilindro, ottenuta tramite il movimento di uno stantuffo, avrebbe agito esattamente come una molla, com- primendosi durante il caricamento ed espanden- dosi al momento del lancio. Nonostante che le due fasi coincidano, rispetto a qualsiasi arma da fuoco, e soprattutto ad aria compressa, dalla cer- bottana alla celebre Luftpistol, dal punto di vista cinematico quella in questione se ne differenziava Mosaico di età imperiale raffigurante un organo ad vistosamente. Per essere precisi, la balista di Cte- acqua. sibio non avrebbe dovuto discostarsi dall’archi- tettura di tutte le coeve baliste, i cui due bracci erano fatti ruotare da matasse di tendini ritorti. La matore del compressore alternativo, sebbene im- vera ed unica, sia pur rivoluzionaria, differenza piegato in funzione di pompa aspirante, viene ot- sarebbe consistita nel sostituire l’elasticità deri- timizzato con l’adozione di un bilanciere e di ap- vante dalla deformazione per torsione di lunghe posite valvole. Congegno subito rivelatosi ideale fibre organiche con quella erogata da un gas per evacuare l’acqua dalle sentine delle imbarca- compresso. In pratica, mentre dalla cerbottana al zioni o per emetterne colonne a rilevante distanza per estinguere gli incendi. In breve la ctesibica machina trovò vastissima adozione in molteplici Ricostruzione virtuale dell’organo ad acqua di Ctesibio impieghi nel mondo antico, attraversando senza (Ferruccio Russo). alcuna modifica l’età medioevale e moderna per approdare ai nostri giorni. Gli incendi sviluppatisi, nella notte del 6 giugno del 1944, a Saint Maire Elise per i prodromi dello sbarco, furono spenti con pompe alternative del tipo di quelle di Ctesi- bio usate dai Romani. Il versatile congegno basato sul movimento al- ternativo di uno stantuffo all’interno di un cilin- dro, a partire dagli anni successivi si confermò suscettibile di numerose applicazioni tecnologi- che via via sempre più diversificate, dalle più umili alle più eclatanti. Tra le tante basterebbe ri- cordare la siringa per uso medico, tutte le tipolo- gie di motori termici a stantuffi, i servomotori idraulici, le irroratrici a mano, gli ammortizzatori telescopici, ma anche la pompa pneumatica della bicicletta o il torchio idraulico, teoria ormai prati- camente infinita. Plausibile, pertanto, credere che il celebre tecnico trascorse una buona parte della sua carriera professionale esplorando molte delle potenzialità di quella sua creatura. Ovvio pure im- maginare che, nel corso di quelle esperienze con cilindri con stantuffi sempre più precisi ed accu- rati, ebbe modo di vagliare le caratteristiche ela- stiche dell’aria e le sue potenzialità motrici in congegni funzionanti su cicli elastici reversibili, in luogo di quelli a torsione di matasse nervine uti- lizzate nelle baliste, eccessivamente deteriorabili dall’umidità. Fu così che elaborò quello che, con una leggera forzatura, potremmo definire il can-

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cannone il gas compresso spinge il proietto fuo- taci da Filone di Bisanzio, sembra dividersi in due riuscendo dalla canna con esso, nella balista di sezioni delle quali l’iniziale, più prolissa e astrusa, Ctesibio l’aria restava sempre nei cilindri, ad alta espone i criteri informatori per i quali funzionava, pressione prima del tiro ed a lasciando alla conclusiva i det- bassa subito dopo. Si trattava, tagli costruttivi pratici. Così la però, sempre della stessa aria ...ci spiegò e dimostrò le prima parte del testo: Ora noi nella medesima quantità, va- “naturali proprietà dell’aria, passeremo preliminarmente e riando soltanto il suo volume, vale a dire che essa aveva sommariamente ad esporre esattamente come una molla un movimento violento e una breve spiegazione circa all’interno di un respingente veloce dipendente dalle di- quella che si chiamò la cata- ferroviario. pulta a molle di aria, che in ef- Perfettamente consapevole di mensioni del cilindro che la fetti è una balista e successiva- ciò, Filone di Bisanzio, che de- comprimeva mente ne approfondiremo in scrisse l’arma nel II secolo a.C., un’altra sezione il meccanismo. volle esplicitamente sottoline- ” Questo congegno, inventato arlo, definendola appunto balista a molle d’aria. sicuramente da Ctesibio, fu un’opera meccanica e Ma quale poteva essere la più probabile connota- zione di un’arma così avveniristica? Non occorre al riguardo un notevole sforzo di fantasia per im- maginarla. In sostanza, un adattamento alla bali- sta tradizionale di una coppia di cilindri ciechi, privi cioè di qualsiasi sfogo per l’aria, nei quali penetravano due stantuffi rigidamente uniti fra loro. Circa la sua minuziosa relazione, tramanda-

In alto. Pompa monocilindrica a doppio effetto (Museo Storico dei Vigili del Fuoco). A destra. Reperti e restituzione virtuale di pompa a doppio effetto. ANTHROPOS

123 - ANTHROPOS fisica notevolissima. Egli osservò nelle cosiddette «esperienze pneumatiche», le quali esporremo più innanzi, che l’aria è eccezionalmente elastica, po- tente e comprimibile ovviamente quando chiusa in un robusto recipiente. Pertanto, essa può esse- re compressa con forza e, viceversa, espandersi con violenza fino alla grandezza del recipiente. Essendo un ottimo esperto in questioni meccani- che ritenne possibile far ruotare i bracci [d’una balista] mediante queste rilevanti tensione e vee- menza. Pertanto costruì dei serbatoi di forma identica al coperchio del vaso dei medicinali, prima di ce- ra spessa, poi vi gettò il bronzo fuso; esterna- mente martellò il bronzo perché fosse più resi- stente alle rilevanti sollecitazioni; quindi lavorò la parte interna dell’organo al tornio, la rettificò mediante un regolo, la levigò con l’abrasivo e la lucidò. In questo modo i cilindri di bronzo inse- riti l’uno nell’altro potevano compenetrarsi con forza e, pressata intorno alla circonferenza [del minore] una guarnizione, divenivano loro stessi lisci e precisi. Il gioco fra cilindro e stantuffo di- veniva così perfetto che l’aria, pur facendo forza, non riusciva a trovare una via d’uscita, anche Ricostruzione virtuale di una balista a torsione tradizio- quando raggiungeva la massima pressione. nale (Ferruccio Russo). Non meravigliatevi e non abbiate incertezze sulla fattibilità manuale di quando detto e sulla sua ca- pacità di effettuarla, poiché una simile lavorazione premuta all’interno fu compressa esercitò sul la richiede pure il cilindro sonoro e le campane braccio una spinta non minore della più potente pneumatiche che lavorano nell’acqua, entrambi matassa elastica. Cessata la forza e liberato il fatti in bronzo così come è stato ricordato per braccio, lo stantuffo fu espulso con forza dal cilin- questi cilindri. Ctesibio ci spiegò e dimostrò le na- dro. Successe però che venne fuori anche del fuo- turali proprietà dell’aria, vale a dire che essa aveva co dall’aria che aveva strofinato contro il cilindro un movimento violento e veloce dipendente dalle nella velocità del suo moto. dimensioni del cilindro che la comprimeva. In par- La prima indicazione tramandataci da Filone ticolare lui aveva reso levigato il cilindro e, con concerne la tipologia dell’arma: a suo dire si trat- della colla da carpentiere, aveva realizzato una tava di una balista, cioè di un pezzo d’artiglieria, bordatura protettiva sopra la sua bocca circolare. senza dubbio di piccolo calibro, in grado però di Colpendo con una mazzola un apposito braccio, scagliare una palla di pietra. Implicito nella preci- fece entrare dentro lo stantuffo con enorme vio- sazione era il riferimento alla maggiore potenza lenza. Fu possibile osservare lo stantuffo scendere rispetto ad una semplice catapulta destinata a sa- progressivamente, ma quando l’aria che era stata ettare leggeri dardi e, per conseguenza, la poten- za del suo gruppo propulsore adiabatico. Che poi fosse realmente una balista adiabatica, quindi di- Un acciarino primitivo ad aria compressa. versa da qualsiasi arma ad aria compressa ante- cedente o successiva, lo testimonia il completo silenzio sull’altrimenti inevitabile boato prodotto dalla violenta fuoriuscita dell’aria compressa dopo il proietto. Quasi a voler fugare qualsiasi riserva circa la perfetta reversibilità del ciclo, Filone ri- manda alle ormai ben note esperienze pneumati- che di Ctesibio, acquisite dalla fisica coeva. Il concetto, ovviamente, è enunciato con la termi- nologia vigente, per cui, ad esempio, il volume iniziale diviene la grandezza del recipiente e, più innanzi, il ritorno ad esso il desiderio dello stato naturale! Particolarmente significativo l’accenno

ANTHROPOS - 124 Rivista Militare n. 3/2008 alla combustione della guarnizione, conseguente zando un tiro realmente soddisfacente. alla rapida compressione dell’aria, fenomeno che Così come noi ti abbiamo spiegato il progetto richiese due millenni per essere compreso e qual- della catapulta a molle d’aria e noi siamo stati scru- che decennio ancora per essere sfruttato dall’in- polosi, noi crediamo che sia auspicabile concludere gegner Rudolf Diesel nel suo motore. il nostro trattato sulla costruzione dell’artiglierie e Nessuno nel II secolo a.C. poteva descrivere un passare ad un’altra sezione dei meccanismi. prodigio del genere senza averlo personalmente Attingendo allo scarno repertorio degli oggetti visto e, dal momento che per vederlo occorreva metallici coevi di noto impiego, Filone descrive sia i un ottimo compressore, l’accenno è la conferma cilindri che i relativi stantuffi, di forma identica. Li ideale circa l’attendibilità della rievocazione. Se ricorda somiglianti ai vasi per farmaci, molti dei mai una siffatta tecnologia dovesse apparirci ec- quali sono stati rinvenuti a Pompei ed Ercolano: ci- cessivamente avanzata, vale la lindri di bronzo dalla bocca ra- pena ricordare che alcune et- stremata. Quanto alle dimen- nie primitive, che cacciano ...a suo dire si trattava di sioni oscillavano fra i 3 cm e i con la cerbottana nelle giun- “una balista, cioè di un pezzo 10 cm di diametro, per una al- gle della Malesia, da tempo d’artiglieria in grado di sca- tezza all’incirca quadrupla. I immemorabile accendono il gliare una palla di pietra più piccoli trovavano impiego fuoco comprimendo rapida- anche come astucci per ferri mente l’aria con una piccola ” chirurgici, mentre i maggiori, pompa di legno! non di rado bassi e di piombo, come pissidi per pa- Ciò premesso, quale vantaggio si poteva ricava- stiglie e pomate. Non diversi per forma i relativi co- re da una siffatta balista dal punto di vista milita- perchi, più spessi e corti. re? La risposta non può essere che una: la sua ca- Esposta la connotazione dei cilindri, Filone pas- pacità di operare con qualsiasi livello di umidità sa a rievocarne la costruzione, la cui fase iniziale ambientale. Sul mare o sotto la pioggia battente, è la fusione di tutti i cilindri da una matrice in le- dove le artiglierie a torsione cessavano di funzio- gno rivestita di cera. Il procedimento, comune- nare per collasso delle fibre, il propulsore ad aria mente definito a cera persa, consentiva anche al- compressa funzionava persino meglio, compor- l’epoca notevoli precisioni. tandosi l’acqua come lubrificante supplementare. Sebbene il brano appaia alquanto confuso, è in- Filone passa, quindi, alla descrizione della co- negabile che faccia riferimento a due coppie di ci- struzione della molla ad aria compressa: Allestì due di siffatti involucri, nella maniera suddetta, e li costruì di forma identica ad un vaso per un- guenti, trapanati e uniti alla base e li rinforzò congiungendoli intorno al fusto di legno con le- gami e cerchiandoli insieme con ceppi di ferro, e non mirò unicamente alla saldezza, ma anche al- l’estetica, al punto che il congegno sembrava un organo. E ancora alla base dei gomiti applicò degli zoccoli di ferro ricurvi congiunti agli stantuffi. I gomiti erano uguali a quelli che ruotavano intorno alle menzionate molle di bronzo, sostenuti da una forcella di ferro. Quando lui ebbe costruite le parti menzionate allungate attorno alla corda e fissate alla slitta lui fece tirare essa indietro alla maniera degli altri motori. Quando la corda fu tirata indietro i gomiti pre- mettero la loro montatura contro gli stantuffi fa- cendoli naturalmente rientrare e l’aria cominciò ad andare dentro il cilindro compressa alla ma- niera che io ho detto ed in una densità enorme- mente accresciuta fu premuta con il desiderio del suo naturale stato. Nel caricare la pietra e nel rila- sciare l’uncino i gomiti indietreggiarono con grande potere e scagliarono via la pietra realiz-

Astuccio di bronzo per ferri chirurgici ritrovato a Pompei. ANTHROPOS

125 - ANTHROPOS to da più canne parallele, può intendersi in due modi. La prima secondo la quale la coppia di ci- lindri binati avrebbero ricordato due canne d’or- gano. L’ipotesi, tuttavia, appare scarsamente cre- dibile: l’organo di Ctesibio, infatti, aveva molte più canne con una connotazione del tutto diversa, almeno al di sopra della tastiera. Al di sotto, inve- ce, ed è la seconda ipotesi, stavano collocati a fianco al suo corpo due cilindri, uguali e simme- trici, che, azionati da apposite leve, producevano l’aria compressa necessaria per il suo funziona- mento. Diverse raffigurazioni ci forniscono la più assoluta certezza al riguardo, inducendoci a cre- dere che l’arma di Ctesibio, con i due cilindri fis- sati ai lati del fusto, ricordasse appunto la cassa dello strumento con i due cilindri fissati ai fianchi. Filone precisa ancora che i cilindri propriamen- te detti vennero dapprima martellati esternamen- Restituzione virtuale del gruppo ad aria compressa del- te in modo da esaltarne la resistenza e, poi, ale- la balista di Ctesibio (Ferruccio Russo). sati internamente mediante trapanatura. Gli stan- tuffi, invece, furono soltanto regolarizzati al tor- nio fino al diametro richiesto. Reperti archeologi- lindri coassiali, dei quali il diametro interno dei ci di pezzi siffatti hanno confermato tolleranze di maggiori coincide quasi con quello esterno dei circa un decimo di mm, non lontane quindi dalle minori, mentre la lunghezza di entrambi è so- attuali. Ad eliminare ogni fuga d’aria provvede- stanzialmente simile. Per accrescerne la solidità, i vano delle guarnizioni elastiche, forse a base di maggiori vennero fusi binati con unica base, ap- colla di pesce, le sole che potevano prendere pena discosti fra loro avendo cura di ottenerli fuoco nelle prove di compressione. Proprio in ba- perfettamente paralleli. Una volta alesata l’anima, se al fenomeno, con alcuni facili calcoli, si può il blocco si fissò rigidamente al fusto d’una nor- stimare una dozzina di centimetri il diametro e male balista, mediante bandelle e solide cerchia- quasi mezzo metro la corsa degli stantuffi della ture di ferro. L’accenno alla somiglianza dell’arma balista. Solo così, se spinti violentemente nei ci- con un organo, ovvero con uno strumento forma- lindri fino ad un paio di cm dal fondo, avrebbero portato l’aria interna a quasi 30 atmosfere e la temperatura a quasi 800°. Ma se dal punto di vi- Pompa di Valverde: cilindri, stantuffi e valvole. A sini- stra i reperti, a destra i calchi realizzati dal Museo Na- sta fisico il dimensionamento è congruo, da zionale Archeologico di Madrid. quello dinamico è eccessivo per essere fornito

ANTHROPOS - 126 Rivista Militare n. 3/2008

Restituzione virtuale della balista pneumatica (Ferruc- ugualmente anche se lisci. A sostenere i bracci e i cio Russo). relativi eccentrici provvedevano due forcelle con- trapposte di ferro, fissate a loro volta al fusto del- l’arma. Innestata la corda arciera alle estremità dei dalla rotazione di un eccentrico. Discorso ben di- bracci ed agganciatola al dispositivo di scatto sal- verso se il gruppo motore fosse stato montato damente fissato alla slitta, tirando indietro quest’ul- nell’arma con gli stantuffi penetrati di metà corsa tima con il verricello, come in una qualsiasi artiglie- nei cilindri, cioè con l’aria già a pressione doppia ria elastica, l’aria veniva compressa nei cilindri e rispetto all’esterno. Una soluzione del genere, l’arma si caricava. Raggiunta la pressione massima, abbastanza facile da realizzare, non solo avrebbe collocata la palla di pietra nella fionda e liberato ridotto la corsa ad appena un palmo ma, lascian- l’arpione, la fulminea fuoriuscita degli stantuffi pro- do anche a riposo in pressione gli stantuffi, vocava la violenta rotazione dei bracci, che tenden- avrebbe mantenuto i bracci ad essi collegati e la do la corda scagliavano il proietto. relativa corda, sempre nella giusta tensione, Forse per la sua astrusa complessità, forse per esattamente come nell’arco a riposo. Dal mo- la sua improba manutenzione, forse per il suo co- mento che non è credibile la conservazione nei sto eccessivo o forse, soprattutto, per la laconicità cilindri dell’aria compressa a tempo indetermina- delle fonti, non abbiamo riscontri sulla concreta to, se ne deve ipotizzare la ricarica all’impiego e diffusione dell’arma. Verosimilmente non andò la completa fuoriuscita al suo cessare. oltre il livello di prototipo o, nella migliore delle Un approfondimento a parte meritano i bracci ipotesi, se ne limitò la costruzione a pochissimi dell’arma, menzionati con il vocabolo greco anxon, esemplari. Discorso antitetico in ambito scientifi- letteralmente gomito, braccio piegato e, per esten- co: poche invenzioni come il sistema di compres- sione, qualsiasi leva arcuata. Per Filone sono simili a sione cilindro-stantuffo ebbero tante e tanto di- quelli già impiegati nella catapulta a molle di bron- versificate applicazioni, la cui stragrande maggio- zo e non insistono direttamente sugli stantuffi ma ranza ancora è correntemente impiegata. tramite zoccoli ricurvi. Si tratta degli eccentrici che nella nostra ricostruzione grafica abbiamo disegnati Flavio Russo dentati, sebbene il funzionamento possa avvenire Storico ANTHROPOS

127 - ANTHROPOS A PROPOSITO DI UNA SCUOLA MILITARE EUROPEA

Il Generale di C.A. Alberto Ficuciello interviene sul progetto del Generale di C.A. Goffredo Canino (R.M. 6/2007)

Caro Direttore, Con l’occasione vorrei toccare un argomento, corollario ma non secondario: quello dell’apertura alle ragazze delle ho letto con vivo interesse la lettera del Generale Canino in «Scuole Militari» propriamente dette. merito a Scuole ed Accademie Militari «Europee». Sulla questione dovrebbero pesare incontrovertibili osser- L’idea è ovviamente affascinante e non utopica, nono- vazioni scientifiche in merito al diverso sviluppo psicofisico stante l’Unione Europea della Difesa sia ancora men che degli adolescenti dei due sessi. Diversità naturali tipiche nella embrionale. D’altronde la formazione è fattore fondamen- formazione caratteriale e fisica, incluso il diverso gradiente di tale di ogni istituzione e le future Forze Armate Europee maturazione, notoriamente maggiore per le ragazze. non potranno sfuggire a tale semplice ma ferreo principio. Sono quindi decisamente contrario a scuole «miste», non Ritengo tuttavia che il «progetto» debba seguire uno svilup- soltanto per gli aspetti infrastrutturali e per quelli non indif- po che garantisca un impatto lieve sugli «ordinatori» militari ferenti di «governo del personale» coinvolgenti preparazione europei - già stretti nella morsa della dubbia popolarità poli- e responsabilità di Quadri e Docenti (attenzione: stiamo par- tica della «revolution in military affairs» e delle diverse priorità lando di Scuole Militari, non di generici Licei...!): sono contra- operative da soddisfare con i non floridi bilanci nazionali. rio per l’impatto dei citati parametri naturali su un sistema Va detto in verità che «Scuole» multinazionali già esisto- formativo che mal potrebbe conciliare la promiscuità con la no ed hanno storie più o meno recenti di successi crescenti serena severità tipica degli Istituti in argomento. o consolidati. Ma si tratta generalmente di «Centri d’adde- Penso invece che - mutuando la validissima soluzione stramento» specialistici ovvero di Istituti per la preparazio- adottata dall’Esercito con il 235° reggimento «Piceno» - ne di Staff anche a livello avanzato. potrebbe essere egregiamente dedicata al solo personale La Formazione di Base è cosa diversa, che a mio parere femminile una delle quattro Scuole Militari attualmente non possa ancora partire totalmente «multinazionale». Mi istituite. Così come le ragazze soldato ivi formate son avvalgo della personale esperienza professionale in am- pronte ad assumere insieme con i colleghi maschi gli oneri biente internazionale, bilaterale e NATO, e in particolare operativi della professione delle armi, altrettanto la «me- della costituzione dell’ARRC: sono stato tra i «padri fonda- glio gioventù» prodotta dalle Scuole Militari potrebbe con- tori» di quel primo Comando realmente operativo (come la fluire nei vari canali delle scelte successive ed affrontare storia delle «operazioni fuori area» ha ampiamente dimo- congiuntamente le sfide della vita. strato) e so bene cosa significa creare una struttura multi- Complimenti comunque per la Rivista! nazionale efficiente, equilibrata, efficace. Ritengo quindi che si debba e si possa partire subito con Alberto Ficuciello un accordo tra gli Stati interessati per la definizione delle categorie di «Scuole» da considerare, dei requisiti fonda- mentali (terms of reference) e successivamente della strut- tura dei programmi (curricula) e relativi standard. Signor Generale, Gli Stati designerebbero le Scuole nazionali cui applicare queste regole comunemente definite e valuterebbero le La ringrazio per il Suo prezioso contributo di pensiero sulla aliquote di frequentatori aperte agli altri Paesi. proposta del Generale Canino, che ha aperto un dibattito si- Il processo potrebbe essere più semplice di quanto si curamente produttivo su una tematica di vitale importanza possa pensare, se consideriamo che già esistono scambi, quale la «formazione». Purtroppo, il Generale Canino non incontri, attività congiunte consolidate tra molti istituti di potrà ulteriormente sviluppare le sue idee essendo venuto a formazione europei. I nostri Stati Maggiori sanno bene co- mancare qualche mese fa. Colgo però l’occasione per ricor- sa e come fare in proposito, nel bilancio difficile tra visioni darlo e, a nome di «Rivista Militare», esprimere il nostro cor- illuminate e risorse risicate.... doglio e un caro pensiero ai suoi familiari. Per quanto concerne l’Italia, per esempio, mi risulta che la La formazione di base è senza dubbio l’elemento fonda- Scuola Militare «Teuliè» sia già avviata su un percorso simile, mentale per una futura, ormai inevitabile, europeizzazione poiché tra i diversi orientamenti ne offre uno «europeo». delle Forze Armate dei singoli Paesi, pur con le proprie Una volta realizzate queste Scuole Nazionali a fisionomia specificità nazionali. Come sempre avviene nei processi di europea, il passo verso «Scuole/Accademie Europee» sa- standardizzazione, il risultato finale è preceduto da accor- rebbe piuttosto breve e naturale. di bilaterali che «spianano» la strada e preparano le neces- Ovviamente anche questo progetto non sfuggirebbe alle sarie attitudini mentali. Alcuni contatti in questo senso so- semplici e ciniche leggi di mercato! Le Nazioni più «attrez- no già in corso, e lo Stato Maggiore della Difesa, unita- zate» offrirebbero i prodotti migliori e la concorrenza po- mente agli Stati Maggiori di F.A., segue con attenzione la trebbe mietere vittime. Gli esempi - e le relative «lezioni» - problematica con tempi difficili da prevedere. Nel contem- sono già verificabili per i livelli specialistici e di Staff.... po, un franco e aperto dibattito e la diffusione di nuovi, Si tratta di impegni complessi e onerosi, soprattutto per gli autorevoli punti di vista come il Suo, tra l’altro di grande aspetti connessi con la somministrazione «internazionale» «respiro» internazionale (attenti anche alla gestione del- degli insegnamenti e delle istruzioni. Ma anche la collocazio- l’elemento femminile nelle Scuole, che è indubbiamente un ne ambientale giocherà un ruolo importante: come potranno punto su cui, indipendentemente dalle differenti soluzioni, istituti costretti nei centri storici cittadini competere contro è bene porre la necessaria attenzione) non possono che infrastrutture ricche di opportunità sportive e istruzionali im- aiutare i nostri esperti del settore nonchè i decisori finali a merse nel verde di prati e boschi....?! trovare le soluzioni più efficaci. La migliore soluzione pos- Certamente la «formazione militare» sarà presto nel- sibile nasce sempre dal confronto tra diversi punti di vista. l’agenda delle istituzioni europee. Per l’Italia si tratta quin- Infine, i Suoi complimenti ci onorano e ci spingono a di di partecipare con proposte coraggiose e con determi- operare con sempre maggiore impegno nella diffusione del nazione realizzatrice; viceversa si finirà col dover scegliere pensiero militare. tra le solite offerte di «College» anglosassoni...ancorché prestigiose ed efficienti. Il Direttore

RUBRICHE - 128 Rivista Militare n. 3/2008

LEGGE FINANZIARIA 2008 Alcune novità per il mondo militare

La legge 24 dicembre 2007, n. 244, entrata in dei Giudici Militari viene quasi dimezzato, vigore il 1° gennaio 2008, è costituita da 1 150 passando da 103 a soli 58 Magistrati, il com- commi divisi in 3 articoli, riguardanti norme in ma 606 aggiunge che i Magistrati in sopran- materia di entrate (art. 1), di uscite e gestione numero saranno trasferiti a domanda nei ruoli delle risorse (art. 2), nonché di impiego pubblico della Magistratura ordinaria: ove vi fossero ed enti locali (art. 3). ancora esuberi rispetto alla quota organica Dopo i 387 commi dell’art. 1, alcuni dei succes- prevista, gli eventuali ulteriori trasferimenti sivi 642 commi che compongono l’art. 2 sono og- avverranno d’autorità. Infine, il comma 607 getto del nostro interesse: indica la data del 1° maggio 2008 per l’entrata • il comma 71 concede un contributo aggiuntivo in vigore di tali riforme; di 30 milioni di euro al «Fondo per la profes- • i commi da 627 a 631 riguardano gli alloggi mi- sionalizzazione delle FF. AA.», rispetto alle litari, poiché la legge ha autorizzato il Ministero somme già stanziate dall’art. 1 comma 570 della Difesa a predisporre un programma per la della legge 26 dicembre 2006; il successivo costruzione, l’acquisto e la ristrutturazione de- comma 72 incrementa di ulteriori 140 milioni di gli stessi. In particolare, il successivo comma euro il «Fondo per l’efficienza dello strumento 628 divide in 3 categorie gli alloggi esistenti: militare» previsto dall’art. 1 comma 1 238 della •• Alloggi da assegnare al personale per il perio- precedente Legge Finanziaria: ciò permetterà do di tempo in cui svolge particolari incarichi di «di continuare ad assicurare le capacità opera- servizio richiedenti la costante presenza del ti- tive dello strumento militare per l’assolvimento tolare nella sede di servizio; dei compiti previsti dalla legge» quali per •• Alloggi da assegnare per una durata determi- esempio le missioni all’estero. Infine, il comma nata e rinnovabile in ragione delle esigenze di 73 aggiunge un contributo di 20 milioni di euro mobilità e abitative; al «Fondo per la bonifica delle aree militari» •• Alloggi da assegnare con possibilità di opzione istituito dall’art. 1 comma 899 della Legge Fi- di acquisto mediante riscatto. nanziaria 2006: in particolare, 1 milione di euro Le norme successive stabiliscono che il Mini- viene destinato al Polo di Mantenimento Pesan- stero venderà parte degli alloggi non più neces- te di Piacenza; sari alle esigenze di servizio (circa 3 000 immo- • i commi da 603 a 607 riguardano la soppres- bili). In particolare, verrà garantito il diritto di sione di 6 dei 9 Tribunali Militari esistenti e il prelazione nell’acquisto al militare attualmente dimezzamento dei Giudici Militari. Per l’ap- inquilino dell’alloggio. Come ulteriore beneficio, punto il comma 603 sopprime i Tribunali (con il personale privo di abitazione di proprietà nel- le relative Procure Militari) di Torino, La Spe- la provincia ove presta servizio, potrà acquistare zia, Padova, Cagliari, Bari e Palermo. Il Tribu- i residui immobili con uno sconto dal 10% al nale Militare di Verona avrà competenza terri- 25% del valore periziato dall’Agenzia del Dema- toriale per il Nord Italia, quello di Roma per le nio: per evitare speculazioni gli appartamenti regioni del Centro oltre alla Sardegna e, infine, così comprati non potranno essere alienati per i il Tribunale Militare di Napoli si occuperà delle successivi 5 anni. regioni del Sud e della Sicilia. Contestualmente La quarta ed ultima innovazione è contenuta vengono centralizzate a Roma tutte le funzioni nel comma 126 dell’art. 3. Questa norma stabi- della Corte Militare di Appello, con contestuale lisce che i Marescialli dell’Esercito, della Marina soppressione delle Sezioni distaccate d’Appel- e dell’Aeronautica in esubero possono essere lo di Verona e Napoli. Il successivo comma trasferiti - anche temporaneamente - presso le 604 riduce il numero dei componenti del Con- Forze di Polizia sia ad ordinamento civile (Poli- siglio della Magistratura Militare (cioè l’equi- zia di Stato e Polizia Penitenziaria) che militare valente del CSM per i Giudici Militari) da 5 a 4 (Carabinieri e Guardia di Finanza): all’uopo vie- membri. Il comma 605 è invece una c.d. nor- ne creato un apposito ruolo ad esaurimento. Il ma di salvaguardia, perché - onde evitare che trasferimento, tuttavia avverrà tramite selezione i processi penali già pendenti presso i Tribu- delle domande, in relazione alle esigenze di nali soppressi vadano in prescrizione - stabili- servizio. sce che i procedimenti e le udienze già fissate saranno trattate da quel Tribunale Militare, Marco Valerio Santonocito che assorbirà la competenza territoriale dei Avvocato Patrocinante in Cassazione singoli Tribunali soppressi. Poiché il numero e presso le Giurisdizioni Superiori

129 - RUBRICHE ANCORA SUI CARRI ARMATI

È un vero piacere poter constatare che su «Rivista difesa prevalentemente statica (o meglio «ancora- Militare» sia nuovamente apparso un articolo ri- ta») in cui la fanteria protetta dall’ostacolo e l’arti- guardante le unità corazzate e il loro impiego, dopo glieria avevano un ruolo predominante, l’accentuato una lunga assenza, peraltro pienamente giustificata interesse per le operazioni in montagna (dovuto an- dall’evoluzione del quadro operativo degli ultimi che all’indubbio prestigio delle nostre unità alpine), due decenni. l’elevato costo delle unità corazzate in un Esercito la Un vivo apprezzamento, quindi, all’autore e so- cui principale ricchezza era costituita dal gettito di prattutto la piena soddisfazione di scoprire che an- leva, sono stati tutti fattori concorrenti a non dare ai cora qualcuno si ricorda dei carri armati. carri armati il dovuto peso nella mentalità e nel co- Nel nostro Esercito i «carri», anche se la loro larga stume della Forza Armata. diffusione ne ha visto il numero complessivo arriva- Ne era stata prova, nonostante il ben noto princi- re quasi a 2 000 nei primi anni 70, non hanno otte- pio dell’impiego a massa, la loro distribuzione ordi- nuto quella considerazione e quel rilievo che aveva- nativa sminuzzata fra molteplici unità di vario tipo, no invece acquisito nei principali Eserciti esteri. E inutilmente posta in discussione dalla Direttiva 10 ciò nonostante il successo indiscusso del loro ruolo dello Stato Maggiore dell’Esercito nella metà degli nel Secondo conflitto mondiale e le ancor più mar- anni 60 e finalmente superata solo con la Ristruttu- cate prospettive d’impiego, in vista di un eventuale razione del ’75, voluta - guarda caso - da uno dei e deprecabile scontro «sul campo» fra i due blocchi pochissimi Capi con formazione e cultura di Coraz- della NATO e del Patto di Varsavia. zato. Motivi principali di questa differenza sono stati In una ben precisa presa di posizione sul tema, una tradizione recente e non così consolidata come apparsa su questa Rivista nel ’77, con il titolo «Il quella di altre Armi e Specialità, la perdita dei mi- ruolo del carro armato» si affermava senza esitazio- gliori uomini durante il conflitto ’40-’45 (sui carri i ne che, all’epoca, il prestigio degli Eserciti si fonda- comandanti erano, per le caratteristiche del loro va soprattutto sul numero dei carri armati di cui impiego, in linea con i gregari ed erano come questi questi disponevano. Coerentemente si confermava parimenti esposti), le modeste prestazioni dei mez- la ferma volontà di restare al passo con i tempi ac- zi che non avevano consentito i folgoranti successi quisendo mezzi qualitativamente avanzati. Orienta- propri della blitzkrieg, gli eroici sacrifici imposti mento questo, peraltro, spesso ostacolato dal- dalla disparità del confronto con l’avversario. l’esterno per l’alto costo, a livello interforze, e per il Ma non basta, nel dopoguerra le caratteristiche di carattere considerato troppo «aggressivo», a livello un confine da difendere non dissimile dal teatro di politico. operazioni della Prima guerra mondiale, la ferma In sostanza, nonostante i precisi indirizzi dottri- volontà di bloccare un’eventuale invasione «il più nali, le chiare prospettive di impiego ed i molteplici avanti possibile», la propensione per una forma di interessi in gioco, l’atteggiamento verso questo po- deroso strumento operativo si era mantenuto piut- tosto tiepido anche nelle fasi più accentuate del confronto est-ovest. Poi, bisogna ammetterlo, la storia ha dato buone ragioni a chi non vedeva nei carri quella funzione ri- solutiva che i Corazzati avevano sempre calorosa- mente sostenuto. La netta prevalenza delle operazioni di «non guer- ra» che siamo stati chiamati a svolgere nei più di- sparati teatri, a partire dal 1983, ha infatti portato

Un carro M 14/41 avanza, a velocità sostenuta, nel de- serto egiziano.

RUBRICHE - 130 Rivista Militare n. 3/2008

nuovamente alla ribalta l’importanza delle unità cavalleria, non si sono mai consolidati. medie e soprattutto leggere dotate di mezzi a ruo- Sia le difficoltà connesse con esigenze di carattere te, per la loro specifica capacità di controllo capilla- logistico e di addestramento - il più possibile sem- re del territorio. Si tornava così ad affermare per plificato per il continuo avvicendarsi del personale l’ennesima volta, coinvolgendo persino i vertici del- di leva - sia il noto principio della massa, accentua- l’Autorità della Difesa, che il carro armato era ormai to dal prevedibile rapido logorio tecnico dei mezzi superato, tanto da non ritenere necessario prender- nonché dall’inevitabile tasso di perdite all’atto del- ne più in considerazione qualsiasi programma di l’impiego, hanno finito per far prevalere, pur nel acquisizione per il futuro. corso delle periodiche revisioni ordinative, il criterio Ne è conseguita, con un’ininterrotta serie di con- di salvaguardare l’omogeneità delle Unità carri trazioni, una radicale progressiva dismissione del quanto meno a livello di battaglione (divenuto poi materiale in servizio, ridotto a circa un decimo ri- reggimento). spetto al numero dei carri del passato. Oggi, con il progressivo ridursi dei mezzi disponi- Né è derivato altresì il passaggio dei carristi da bili, l’idea della precostituzione organica di unità specialità d’èlite della fanteria a componente mino- miste carri-fanteria sembra ritornare sul tappeto, ritaria della cavalleria, senza tener conto che, nella probabilmente anche allo scopo di non essere co- vita delle unità, le diversità delle tradizioni e delle stretti ad ulteriori contrazioni nel numero dei reggi- abitudini hanno un peso assai più rilevante delle menti carristi. A sostegno di tale ipotesi è certa- analogie, peraltro non generalizzate, riguardanti le mente valida la considerazione che, con l’avvento modalità di addestramento e d’impiego. dell’esercito professionale, la diversificazione delle Tuttavia gli interventi quotidiani dei carri del- attività addestrative all’interno della stessa unità l’Esercito israeliano - persino negli abitati - per far pone certamente meno problemi che nel passato e fronte all’«intifada» ed a Gaza, le operazioni di tipo consente anzi d’impiegare il personale, in succes- convenzionale nelle due guerre irachene e, perché sione nel corso degli anni, in incarichi progressiva- no, il nostro avveduto ricorso al loro impiego nei mente più impegnativi dal punto di vista tecnico- check point e nel «combattimento del pastificio» a professionale e nel contempo meno onerosi in ter- Mogadiscio hanno invece confermato che - anche mini di sforzo fisico da sostenere. nell’attuale e ben diverso quadro operativo - i carri Alcune considerazioni sembrano, tuttavia, favorire armati, pur se in misura meno rilevante rispetto al il mantenimento dell’attuale formula che prevede passato, hanno tuttora un preciso ruolo che non è solo unità carriste a struttura omogenea. da considerare affatto esaurito. Da una parte l’assoluta novità dei criteri d’impie- Qualcosa, comunque, è cambiato e di questa tra- go, o meglio la necessità di un ritorno al passato. sformazione occorre prendere compiutamente atto. Come si è visto, si era sostenuta per lungo tempo, e Nel precedente contesto, fattore determinante del sulla base delle esperienze di guerra, l’importanza successo delle unità corazzate, al di là della funzio- determinante e decisiva di disporre di unità coraz- ne prevalente dei carri, era infatti la cooperazione, zate fondate su un appropriato equilibrio di forze di l’impiego congiunto ed integrato delle varie Armi e vario tipo strettamente cooperanti fra loro, quale Specialità. Di qui il costante ricorso alla combina- strumento essenziale di successo. Si era persino zione delle varie componenti fino ai livelli più bassi, auspicato - anche se senza esito - l’avvento di dal raggruppamento, ormai da tempo definitiva- un’unica e autonoma Arma Corazzata quale nuova mente sanzionato nella struttura organica perma- «regina delle battaglie». nente della Brigata al gruppo tattico, da articolare e E invece ci troviamo oggi a dover nuovamente comporre di volta in volta in relazione al compito da prevedere - come all’atto della nascita della Specia- assolvere, fino al complesso minore di compagnia. lità che proprio per questo fu considerata di fanteria Di conseguenza, più volte dibattuta sul piano teo- - l’impiego dei carri quasi esclusivamente come rico e nelle applicazioni pratiche era stata l’ipotesi elemento di sostegno a favore delle unità leggere. di precostituire, a livello organico, la mescolanza di Essi soli infatti sono in grado di fornire un insosti- carri e meccanizzati dando vita in via sistematica e tuibile e validissimo supporto di fuoco protetto in preventiva a battaglioni a struttura mista. situazioni di emergenza, persino nel combattimento Ma i vari provvedimenti in tal senso prima del ’75, in spazi ristretti e negli abitati. Un altro criterio che dai battaglioni corazzati delle Brigate autonome ai si è rivelato particolarmente efficace riguarda, poi, battaglioni meccanizzati dei reggimenti di fanteria, la collocazione di uno o due carri in corrispondenza alle ricorrenti revisioni degli organici delle unità di dei check point quali vere e proprie casematte mo-

131 - RUBRICHE essere tratti di volta in volta, come già avvenuto in talune importanti circostanze, i carri nel numero ne- cessario per le diverse esigenze. Ciò non toglie che la continuità dell’addestramento per la cooperazione integrata potrà essere comunque salvaguardata e mantenuta viva, come in atto, a livello Brigata in vi- sta di pur sempre ipotizzabili impieghi in operazioni ad alta intensità del tipo convenzionale. È, tuttavia, da prendere anche in considerazione la possibilità di utilizzare il personale dei reggimenti carri in compiti diversi da quelli propri della Specia- lità. Come già avvenuto nelle operazioni di concorso alle Forze dell’Ordine - Vespri Siciliani e Riace - sul territorio nazionale e come già attuato per l’artiglie- Un carro M 60 posto a difesa di un check point sulla via ria in alcune occasioni, la naturale solidità e la con- imperiale in Somalia. solidata capacità funzionale della struttura reggi- mentale suggeriscono di ricorrere all’impiego siste- matico dei carristi anche come motorizzati, per il bili destinate a dare un notevole contributo di po- controllo del territorio e l’assolvimento di attività di tenza e di sicurezza al dispositivo. peace keeping, con compiti e criteri non dissimili da In ambedue i casi si tratta proprio di quello stesso quelli propri della fanteria. Ciò consentirebbe, fra impiego «a spizzico» tante volte criticato quando ci l’altro, di coinvolgere la Specialità in importanti atti- si riferiva al combattimento tipico dei corazzati. Ma vità operative anche quando alla richiesta di forze nelle operazioni di pace l’intervento di minori re- da inserire nei vari contingenti «in teatro» non cor- parti carri, di norma non superiori al plotone ed ec- risponda l’esigenza di disporre di carri armati. cezionalmente a livello di compagnia, per azioni Quando invece fosse previsto di dotarne comunque episodiche a favore di unità più leggere particolar- il contingente in operazioni, ma soltanto in numero mente impegnate, appare senza dubbio l’unico ridotto per costituire una riserva in vista di eventuali possibile. Il ricorso ai gruppi tattici corazzati secon- emergenze, anziché dare una compagnia in rinforzo do lo schema tradizionale resta perciò riferito solo ad un’unità di altra Arma, potrebbe essere impiega- ai casi assai meno ipotizzabili di operazioni su larga to l’intero reggimento, al completo di personale ma scala, proprie di un conflitto di tipo convenzionale. solo con un numero limitato di mezzi, per svolgere D’altra parte, l’ipotesi recentemente espressa del- sia attività di controllo del territorio, con una dota- l’inserimento organico di una compagnia carri nei zione aggiuntiva di veicoli a ruote, sia attività «isti- reggimenti bersaglieri porterebbe ad un altro fram- tuzionale», con i carri al seguito disponibili. Questa mischiamento e ad una rinnovata commistione dei formula mista è stata già adottata, come si è accen- compiti e delle abitudini. I reparti carri verrebbero nato, per alcuni reggimenti di artiglieria, che sono così ulteriormente privati di quanto, nonostante stati inviati in operazioni con tutto il personale ma tutto, è loro rimasto di stile di vita, di preparazione solo con un numero ridotto di bocche da fuoco, e professionale e di tradizioni, con l’orgoglio di ap- sembra aver riscosso pieno successo. Lo specifico partenere ad una Specialità dotata di una propria addestramento proprio della fanteria, che si an- precisa e inconfondibile connotazione. drebbe a sommare a quello peculiare della Speciali- Preso atto della difficoltà di prevedere un qualsiasi tà, è da considerare senza dubbio possibile, tenuto aumento dei carri in servizio, non resta quindi che conto della lunga permanenza presso i reparti dei accettarne la presenza di 44 in ciascun reggimento, militari di professione, e costituirebbe un naturale con compagnie di 14 mezzi. completamento della loro capacità operativa, quan- Queste unità omogenee, rese forti dal loro immu- to mai rispondente alla varietà delle situazioni che tato spirito, dalla continuità di uno specifico adde- l’attuale contesto suggerisce. stramento e, soprattutto, dalla consolidata esperien- Qualora invece la formula reggimenti corazzati za in termini di logistica e di manutenzione, sono da (anziché carri) a struttura mista dovesse essere considerare veri e propri serbatoi specializzati di preferita sarebbe opportuno, per poter ben soddi- forze, sia a livello nazionale sia in ambito dei singoli sfare tutte le esigenze citate, prevedere il ricorso teatri di operazioni. Da esse potranno continuare ad ad una composizione equilibrata su due compagnie

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carri (eventualmente su quattro plotoni ciascuna e, Un carro «Ariete» in addestramento. quindi, con un numero totale di mezzi vicino a quello attuale) e due compagnie meccanizzate, analogamente a quanto da tempo in atto nell’Eser- destramento integrativo e di una dotazione ag- cito britannico, ma a livello superiore (Brigate co- giuntiva di mezzi a ruote in vista dell’impiego; razzate su due battaglioni carri e due battaglioni • mantenimento della loro attitudine tradizionale meccanizzati). per la costituzione di gruppi tattici corazzati o Lo stesso reggimento avrebbe così una composi- meccanizzati, da formare su misura in relazione al zione tale da assicurare sia una consistente capacità compito, nel caso pur sempre ipotizzabile di un di intervento carrista, per azioni tipiche dei coraz- conflitto di tipo tradizionale; zati o di supporto alla fanteria, sia una forza ade- • in alternativa, precostituzione di reggimenti «co- guata per l’assolvimento dei compiti di controllo del razzati» anzichè «carri», purchè con una struttura territorio con la propria componente meccanizzata. equilibrata fra le componenti che ne assicuri la Tale soluzione richiederebbe, peraltro, un maggior possibilità d’impiego in qualsiasi situazione, da numero di VCC rispetto a quelli di prevista acquisi- realizzare con un opportuno dosaggio di mezzi e zione, riferita oggi alle sole unità bersaglieri. di risorse ed anche a costo di qualche inevitabile In questo caso, al vantaggio della soluzione poli- compromesso. valente, farebbe comunque riscontro una caratte- L’argomento si presta naturalmente ad ulteriori rizzazione carrista meno spiccata, con il rischio di considerazioni che solo le esperienze vissute più di un possibile detrimento di quello spirito di corpo e recente possono suggerire. Resta il fatto positivo e di Specialità già in parte intaccato con l’uscita dal certamente rilevante che i carristi, anche nel conte- contesto dell’Arma di fanteria. sto del quadro strategico che stiamo vivendo, lungi In sintesi: dall’essere destinati all’estinzione, conservano an- • reggimenti carri omogenei, quali «serbatoi» di cora un ruolo significativo, che non può e non deve mezzi corazzati per il rinforzo alla fanteria in essere trascurato o addirittura ignorato. operazioni di pace; • possibilità di destinarli a compiti analoghi a quelli Mario Buscemi delle unità leggere, a seguito di uno specifico ad- Generale di Corpo d’Armata (ris.)

133 - RUBRICHE UN DOCUMENTARIO SULLE DONNE SOLDATO A colloquio con la regista Maria Martinelli che ha girato per RAI 3 «Io giuro»

Lei ha all’attivo una vasta filmografia, tra cui due importanti documentari di denuncia sociale: «Carne da macello», un viaggio nell’America degli hambur- ger e delle patatine e «I bambini non lo sanno», lu- cido sguardo sul tema del bullismo giovanile. In anni di pieno trionfo del consumismo da fast food e di escalation della violenza minorile, non ha paura di mostrare al pubblico gli aspetti più scomodi del- la società in cui vive?

Nei documentari la cinepresa è lì per riprendere, non è il soggetto, ma è al servizio del soggetto. Nel mio documentario non ho nessuna pretesa di dare risposte, nessuna pretesa didattica. Ho raccolto momenti di vita di persone che si raccontano, per le quali, come sempre, la mia gratitudine è infinita. Dopo il primo giorno di vita in caserma, a contatto con le giovani donne che avevano deciso di fare quest’esperienza, ho subito preso convinzioni e pensieri e li ho messi in un cassetto. Ho lasciato che le contraddizioni di un mondo così complesso travolgessero me e il documentario. luttabilmente portati a fare il tifo per queste ragaz- ze, emotivamente determinate, impavide e senti- «Il cinema è un atleta», diceva Majakovskij e, pa- mentali, sia donne sia soldati, con tutte le sfaccet- rafrasandolo, potremmo aggiungere anche sperico- tature che entrambi i ruoli presentano. lato, curioso, inventivo, aperto. Questo documenta- rio lo è. Un corpo a corpo leggero e impalpabile tra Il mio intento è stato quello di raccontare come e chi filma e chi è filmato, un’improvvisazione dina- cosa sia possibile aggiungere, partendo dall’essere mica fatta di sguardi, di parole dette o mai pronun- donna, al ruolo di soldato e descrivere l’universo ciate, di movimenti fieri e coordinati, di inni cantati dell’Esercito visto dagli occhi delle ragazze che de- o gridati con timbro eroico. La macchina da presa cidono di intraprendere questa strada. Uno spacca- gira intorno alle soldatesse schierate, ne inquadra i to di un mondo con regole ferree e confini ben sta- timidi tentativi di stare sull’attenti con convinzione biliti, ma anche una grande famiglia che ti accoglie, e orgoglio, lo sforzo di sentirsi militari ancor prima chiedendoti molto e restituendoti in cambio prote- di esserlo. Ideato insieme alla produttrice indipen- zione e sicurezza. dente Giusi Santoro, e girato, nella primavera 2007, nella Caserma di Ascoli Piceno, con la collaborazio- ne di due professionisti film maker Andrea Dal Pian Il documentario racconta la vita, le difficoltà e le e Alessandra Brancati, «Io giuro» è un documenta- conquiste che le giovani donne volontarie, fra i 18 e rio decisamente ben riuscito. Guardandolo si è ine- i 25 anni, provenienti da tutta Italia, si trovano ad

RUBRICHE - 134 Rivista Militare n. 3/2008

affrontare nella loro scelta di entrare a far parte mento delle armi, la disciplina marziale, la vita che si dell’Esercito Italiano. Superato un primo esame di conduce all’interno della caserma, nonostante gli ammissione, le giovani donne soldato si sono sot- estremi disagi e gli orari spesso impossibili, diventa toposte ad un addestramento di dieci settimane, una scelta di vita. Una scelta di comportamento ri- che le ha portate, dopo un duro e faticoso percorso spetto a se stesse e alle compagne. sia fisico che attitudinale, a conseguire il loro obiettivo. Lei era lì con loro, ogni giorno per tutta la durata del corso, dall’alba al tramonto, anzi, dal- In cosa le ragazze l’hanno sorpresa? l’alzabandiera al silenzio. Faticoso? Nelle motivazioni. Molto forti. Non immaginavo di «Io giuro» nasce proprio dall’esigenza di voler trovare ragazze così sicure della scelta fatta. Sono raccontare un profilo femminile e giovanile della sempre stata convinta che arruolarsi sia una grande nostra contemporaneità, giovani donne che decido- opportunità di lavoro. Tuttavia confrontandomi con no di confrontarsi con un ruolo che storicamente è le ragazze ho appreso, con un po’ di stupore, che sempre stato solo maschile: «il soldato». Per docu- questo aspetto per loro è secondario. Si sono arruo- mentarlo in modo fedele e quanto più realistico late per svolgere un lavoro di grande valore, di livel- possibile, ho scelto, d’accordo con i miei collabora- lo superiore, da un punto di vista umano e sociale. tori, di vivere quest’esperienza in empatia con le ragazze, di sentire la loro stanchezza, di mangiare con loro nella mensa della caserma, di raccogliere Ha riscontrato delle contraddizioni nel loro modo le loro emozioni al termine di una lunga giornata di di percepire questo lavoro? Ha avuto la sensazione addestramento. Sì. È stato faticoso, anche perché che fossero delle sognatrici o che avessero ben ho qualche anno in più delle ragazze, ma comun- chiari anche i sacrifici, oltre che le gratificazioni, que volevo stare a contatto con loro, desideravo che essere donne soldato comporta? che capissero il mio lavoro, che mi conoscessero. Sì. L’elemento contraddittorio più forte e senza risposta è emerso quando si è toccato l’argomento Il documentario è in due puntate, da cinquanta femminile per antonomasia: figli, famiglia. Hanno minuti ciascuna. Esigenze di programmazione o coscienza del fatto che qualcosa dovranno sacrifi- una sua scelta stilistica? care. Alcune di loro mi hanno detto chiaramente che nel caso in cui dovessero diventare madri non La scelta di dividere il documentario in due parti vorrebbero andare in missione. Ma altre, tra cui una non è stata solo stilistica. Nella prima parte del no- ragazza già madre, hanno invece affermato con stro racconto era importante sottolineare l’attraver- certezza che avrebbero conciliato entrambi i ruoli. samento di un confine, che la scelta di diventare sol- La problematica è comunque molto sentita, tanto dato comportava. L’impatto con una nuova realtà, che ho scelto di chiudere il documentario con una delle nuove regole, una vita mai vissuta. Il racconto delle ragazze che si pone appunto questo quesito: pone l’accento proprio sull’inevitabile divisione che prima o poi dovrò fare una scelta tra il desiderio di si viene a creare all’interno del gruppo di ragazze avere una famiglia e fare il soldato. Il documentario che ha deciso di fare questa scelta. Il rafforzamento pone questo quesito e, com’è giusto che sia, non del proprio corpo e della propria resistenza fisica, dà risposte. Ognuna darà la sua. tramite un intenso allenamento e lunghe marce, l’impatto con l’utilizzo dell’arma, l’obbedienza come atteggiamento psicologico sono solo alcuni degli Se dovesse trovare un aggettivo per definire le scogli da superare. Il racconto, tramite la vita e le ragazze che ha conosciuto e che ha visto diventare parole delle ragazze, si sofferma proprio sul fatto al termine delle riprese «donne soldato»? che il tipo di adesione che viene richiesta, per accet- tare questa nuova vita e modo di essere, deve essere Coraggiose. Decisamente è l’aggettivo che mi totale. C’è chi aderisce con entusiasmo e chi invece, sento di attribuire loro. Le ammiro molto. Con sopraffatta dagli eventi e dalla fatica decide di ab- qualcuna mi sento ancora.... bandonare. Chi rimane e decide di continuare la pro- pria vita nell’Esercito ha una visione spesso simile di A cura di Laura M. I. Secci cosa voglia dire essere donna e soldato. L’addestra- Giornalista

135 - RUBRICHE Pier Luigi Villari: «L’alba della riscossa -MMonte La ricerca, l’interpretazione, l’analisi e la conca- Lungo 8-116 dicembre1943. Il «Battesimo di san- tenazione investono tutti gli accadimenti che si gue» del rinato Esercito Italiano», IBN Editore, Ro- susseguirono in Italia dall’armistizio alla libera- ma, 2007, pp. 239, euro 16,50. zione, tanto da configurarne una imprescindibile sintesi storica. La sua lettura, di facile approccio, La pubblicazione di un libro nuovo costituisce si fa, subito, avvincente e coinvolgente perché sti- sempre un momento importante perché concor- mola ad approfondire, a discernere verità e retori- re ad ampliare la conoscenza. Quando, poi, vol- ca. Inoltre, il testo è integrato e vivacizzato da il- ge la sua analisi ad un evento storico come la lustrazioni ed immagini che fungono da sussidio battaglia di didattico e aiutano a compenetrarsi nei fatti espo- Monte Lungo, sti. Parimenti efficace e produttiva di grande cari- allora suscita ca testimoniale appare la determinazione di pub- immediato e blicare anche i nomi dei caduti e dei militari par- sommo inte- tecipanti ai duri e cruenti combattimenti che do- resse. marono Monte Lungo, «l’enorme cetaceo in emer- I fatti sono sione che bloccava la via che mena a Roma». Non noti avendo possono essere disattese alcune composizioni formato og- poetiche che infiorano il volume; tra esse ricor- getto di pub- diamo quella di un soldato del 67° reggimento blicazioni va- fanteria, incisa su una lapide posta nel Sacrario rie. In questo Militare, che invoca: «O! Monte Lungo, Golgota del volume il fatto Fante». strettamente È questo un libro che si distingue per spessore militare ac- documentale e perché, l’autore, cerca di inqua- quista rilevan- drare i problemi trattati sia sul piano storico che za eccezionale su quello psicologico. Tutte le notizie, qui ac- non per con- cennate rapidamente, si ritrovano capitolo per tenuto tattico, capitolo, pagina per pagina nel libro di Pier Lui- ma per la ca- gi Villari. talogazione storica di «primo atto di guerra» del Regio Eser- G.G. cito per la liberazione del suolo italiano dai te- deschi. Nello stesso istante della suprema mor- tificazione della resa, l’Esercito già sprigionava Luca Angelini e Andrea Santangelo: «Tre anni di bagliori di riscossa. Mentre calava tra gli italiani, guerra in Africa Settentrionale. 1940-11943 imma- sbalorditi e sgomenti per il precipitare dell’im- gini dall’Archivio Storico dello Stato Maggiore del- mane disastro nazionale, la deleteria disinfor- l’Esercito», Angelini Editore, Imola (BO), 2007, pp. mazione del «tutti a casa», del dissolvimento 112, s.i.p.. dello Stato, della morte della Patria un nucleo di militari italiani attestò la continuità dello Stato e Questo libro, attraverso le immagini fotografi- la sovranità italiana sull’intero Regno con il sa- che evocative conservate nelle collezioni dell’Uffi- cro sigillo del proprio sangue. Verità storica, cio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, questa, che, per interessi politici, è stata per vuole testimoniare quello che accadde tra il 10 lunghi anni misconosciuta. Ora sta emergendo. giugno 1940 ed il 13 maggio 1943, anni che vi- Va delineandosi nelle esaltanti dimensioni della dero i nostri soldati impegnati sul fronte dell’Afri- sua epica significanza. Benemerito è chi si im- ca settentrionale. pegna per diffonderla, per celebrarla. Il libro del La guerra combattuta dai nostri soldati sul suolo Villari contribuisce incisivamente nel promuove- nordafricano è rimasta nella storiografia militare re questa giusta rivendicazione. italiana dove, alle evidenti sconfitte, (l’operazione La narrazione, minuziosa ma discreta, scaturisce «Compass» del dicembre 1940) si contrappongono da una saggia orchestrazione delle fonti, privile- eccellenti prove di valore (la terza battaglia di El giando quelle diaristiche per l’intrinseca vigoria Alamein, il Mareth, Tobruk, Giarabub, Bir el Gobi). emotiva e per il valore testimoniale. Sulle sabbie libiche ed egiziane capimmo, a no-

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stre spese, quanto fossimo impreparati e quanto litare. Una grande prova bellica che nel contempo fossero inadeguati i nostri mezzi ad affrontare segnò la definitiva rinuncia ad ogni aspirazione una moderna guerra di movimento: senza carri coloniale. armati degni di questo nome, con aerei vecchi e poco armati e con navi senza radar e copertura U.R. aerea. I militari italiani seppero resistere oltre ogni limi- te ipotizzabile; tormentati dal caldo, dalla mancan- Silvana Battistello: «Profughi nella Grande Guer- za di cibi freschi, a piedi con temperature superiori ra», Gino Rossato Editore, Novale -VValdagno (VI), ai 55° e con poca acqua, ottennero dei risultati che 2007, pp. 165, euro 18,00. anche il nemico dovette riconoscere. Alcune unità si coprirono di gloria in diverse occasioni, come la Divisione corazzata «Ariete» che, a Sidi Rezegh, Moltissimi sono gli studi pubblicati sulla Grande riuscì a respingere sanguinosamente e rovinosa- Guerra, dalle opere diaristiche a quelle documen- mente i carri britannici che avevano già sloggiato i tarie, che han- tedeschi; a Tobruk i 20 000 militari britannici e del no permesso di Commonwealth del Generale Klopper si arresero al ricostruire in Generale italiano Navarrini. Ad El Alamein fu la modo attendi- «Folgore» a respingere il primo attacco inglese: in bile ed esau- quell’inferno di riente le prin- fuoco e di sab- cipali opera- bia intere Divi- zioni militari. sioni italiane Molto poco si cessarono di sa invece di esistere; com- coloro che non battendo fino vissero gli all’ultima car- eventi da pro- tuccia e grana- tagonisti, ma ta, innumere- bensì subirono voli furono gli gli effetti di atti di eroismo. quell’immane Fu l’«Ariete» tragedia. La l’ultima ad op- popolazione porsi ai britan- che viveva a ri- nici, coprendo dosso del le ritirate delle fronte o nella zona d’operazioni dovette abban- truppe italo- donare il proprio paese, la propria casa, le poche tedesche fino cose possedute ed iniziare un continuo e intermi- all’ultimo carro nabile viaggio attraverso le città italiane, con la armato. Altrettanto accadde alla stazione di Fuka, speranza di potervi ritornare presto. All’ansia per dove un solo battaglione si fece distruggere per la propria sorte e alla preoccupazione per la per- contrastare le Divisioni corazzate nemiche; le po- dita dei loro averi, lasciati alla mercè delle truppe che truppe rimaste si comportarono eroicamente e nemiche, si aggiungeva anche la preoccupazione il grosso delle forze riuscì ad arrivare indenne nella per i propri cari al fronte. lontana Tunisia. Qui, comandate dal Generale Mes- Questa era la tragica situazione dei profughi, se, seppero fermare più volte la potente 8a Armata spesso collocati ai livelli più bassi della società. inglese (Mareth, Takrouna, Enfidaville). Mentre i te- Su di loro è puntato l’obiettivo di Silvana Batti- deschi non riuscivano a opporsi agli anglo-ameri- stello nell’intento di recuperare una storia mi- cani provenienti da ovest, gli ultimi ad arrendersi nore, ma non per importanza. Poche sono le furono proprio gli italiani due giorni dopo la resa memorie scritte, in massima parte rappresenta- tedesca. te dai diari dei sacerdoti che accompagnavano i In definitiva, nella campagna d’Africa i nostri propri parrocchiani in questo triste esodo. La soldati compirono gesta ricordate dalla storia mi- raccolta delle testimonianze orali giunse troppo

137 - RUBRICHE tardi ed i pochi superstiti erano all’epoca solo Iraq del 2003-2006, nell’attuale fase delle rela- bambini. Quindi, fonti principali sull’argomento zioni internazionali. sono gli scarsi documenti amministrativi degli Nella seconda parte, l’analisi si concentra sul archivi comunali e parrocchiali. Queste le basi contesto politico-internazionale e, in particolare, dalle quali è partita l’Autrice per ricostruire le sull’evoluzione del concetto di «uso della forza le- vicende dei profughi sfollati dall’Alto Vicentino, gittima» dall’inizio della guerra fredda ai giorni no- con particolare attenzione a Breganze, paese di stri, dove per legittimazione all’uso della forza si retrovia e di accoglienza dei profughi. intende la volontà dell’Autorità politica di impiega- Già all’inizio della guerra, i paesi confinanti re lo strumento militare per il conseguimento dei con l’Impero austro-ungarico vennero sgombe- propri fini politici. L’attuale fase delle relazioni in- rati. Questi eventi si ripeterono per tutta la du- ternazionali è caratterizzata dalla percezione di rata del conflitto, soprattutto durante la «Stra- una nuova ed eterogenea minaccia, che ha imposto fexpedition» del maggio 1916 e la tragica ritira- una profonda ta di Caporetto del 1917, che vede parte del revisione del territorio veneto occupato dagli austro-ungarici. concetto di si- Gli sfollati dall’Alto Vicentino furono ospitati in curezza, am- paesi dove vennero spesso emarginati e maltol- pliandone no- lerati dalla popolazione locale che li considera- tevolmente i va, se non altro, degli scomodi competitori nella contenuti. In spartizione delle scarse risorse alimentari di- questo conte- sponibili, come asserisce lo storiografo Siro Of- sto la forza mi- felli nella prefazione al volume. litare non è più Facile e piacevole la lettura di questo libro che considerata presenta una ricca documentazione, belle foto l’ultimo stru- d’epoca e un vasto e accurato apparato icono- mento per la grafico. soluzione delle controversie, A.L. ma una risorsa attiva e spendi- bile a disposi- Vincenzo Zampella: «Dal Libano all’Iraq. Evo- zione della po- luzione degli interventi all’estero dell’Esercito litica per pre- Italiano in 25 anni di profondi mutamenti interni venire o co- e internazionali», ECIG (Edizioni Culturali Inter- munque limitare i conflitti o le situazioni di crisi. nazionali Genova), Genova, 2008, pp. 316, euro Nella terza parte, infine, l’analisi si rivolge al 22,00. contesto politico-interno in cui si sono concre- tizzati gli interventi militari, ossia all’evoluzione È una felice alchimia quella realizzata dall’auto- della politica estera e di difesa italiana dalla fine re del libro, giovane Capitano dell’Esercito, che è della Seconda guerra mondiale ad oggi, con un riuscito a coniugare un linguaggio semplice e di- particolare e dettagliato riferimento alla riforma vulgativo con la complessità degli interventi al- dello strumento militare nel recente e comples- l’estero dell’Esercito Italiano negli ultimi venticin- so passaggio dalla leva al professionismo, che que anni. ha, sicuramente, diversificato e migliorato la L’opera è articolata in tre parti, armoniosa- spendibilità dello strumento militare. mente integrate. Nella prima, gli interventi mili- «Dal Libano all’Iraq» si rivolge a un pubblico di- tari all’estero sono analizzati dal punto di vista versificato e contribuisce ad aumentare la cono- storico, focalizzando l’attenzione su tre in par- scenza dei temi legati alla Difesa e all’impiego ticolare: quello in Libano del periodo 1982- dell’Esercito in particolare. 1984, che è ancora collocabile negli schemati- Una notazione che va a tutto merito dell’autore smi del bipolarismo, seppure nelle sue fasi fina- è la decisione di devolvere una parte dei proventi li; quello in Somalia del 1992-1994, che si col- all’associazione «Nicola Ciardelli Onlus» di Pisa. loca nell’era della transizione e dell’entusiasmo interventista del dopo-guerra fredda; e quello in R.V.

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missioni hanno contribuito ad accelerare nella Forza Ar- mata la presa di coscienza circa la necessità di curare con attenzione il rapporto con la società civile, privile- giando l’informazione e la comunicazione quali elemen- ti essenziali e particolarmente vulnerabili della condotta di ogni tipo di operazione, in quanto capaci di influen- zare le scelte politiche e strategiche. Urban Warfare tra dubbi e certezze, di Pietro Batacchi (pag. 72). Gli ultimi conflitti lo hanno ampiamente dimostrato: in uno scenario urbano il nemico è più forte e l’asimmetria Una minaccia planetaria: i missili balistici, di Peppino si esalta. Per questa ragione organizzazioni militari e DeBiaso (pag. 4). aziende hanno posto particolare attenzione allo studio La sicurezza internazionale, paradossalmente, si è inde- di sistemi più efficaci per proteggere uomini e mezzi bolita con la fine della politica dei blocchi contrapposti. senza compromettere la superiorità operativa. Oggi è diffusa la sensazione che l’indiscriminato e in- controllato proliferare dei missili balistici possa costi- Information Operations, di Marco Stoccuto (pag. 82). tuire una rischiosa opzione per i conflitti futuri. L’abilità di raccogliere, processare, disseminare e svi- È auspicabile che gli Stati Uniti e gli Alleati della NATO luppare un flusso ininterrotto di informazioni, sfruttan- intraprendano le opportune iniziative per contrastarne do o rintuzzando quelle nemiche, costituisce un vantag- la produzione e dissuaderne dall’uso. gio essenziale nella condotta delle operazioni militari. Si Ce ne parla in questo articolo il Direttore dell’Ufficio Po- tratta di un concetto dottrinale che seppe ben sintetiz- litica di Difesa Missilistica del Pentagono. zare Mao Tse Tung: la mente del nemico e la volontà dei suoi leader sono un obiettivo d’importanza ben supe- Gli americani alle urne, di Antonio Ciabattini Leonardi riore rispetto all’eliminazione delle sue truppe.... (pag.14). Il prossimo novembre sarà eletto il 44° Presidente de- Il sistema di radiolocalizzazione Blue Force Tracking, di gli Stati Uniti. Un evento che avrà un impatto enorme Camillo Sileo (pag. 94). non solo nella politica interna, dove economia e con- Un indispensabile strumento che consente ai Coman- sumi emettono preoccupanti scricchiolii, ma anche e danti di conoscere tempestivamente la dislocazione del- soprattutto in quella estera, perché non c’è angolo del le proprie Unità di manovra, fino ai minimi livelli organi- pianeta che non subirà gli effetti del nuovo corso del- ci. Il suo impiego ha fornito incoraggianti risultati in Iraq la Casa Bianca. e Afghanistan. Il nostro Esercito lo ha efficacemente adottato nell’ambito dell’operazione «Leonte» in Libano. La Libia apre al dialogo?, di Daniele Cellamare (pag. 22). Affacciata sul Mediterraneo e con lo sguardo rivolto Le truppe corazzate italiane: origini ed evoluzione, di Fi- all’Occidente, l’odierna Jamahiriya affronta le sue lippo Cappellano (pag. 100). contraddizioni. Tra la disoccupazione interna, la lotta Il carro armato, insieme all’aereo e al gas tossico, fu all’immigrazione clandestina e le minacce di al Qaeda, tra le più importanti novità apparse sullo scenario del cerca di giocare un ruolo importante nello scacchiere Primo conflitto mondiale. Il suo impiego e il suo ruo- europeo. Negli ultimi venti anni ha profondamente lo sono considerevolmente cresciuti nei decenni suc- cambiato il corso delle sue relazioni internazionali cessivi, culminando con le migliaia di Tanks schierati, passando attraverso le accuse di terrorismo al seggio nei blocchi contrapposti, durante il lungo periodo del- nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Resta- la Guerra Fredda. Oggi, questi mezzi sofisticati e po- no tuttavia contrastanti i rapporti con l’Italia. tenti restano tra i protagonisti del combattimento ter- restre. Nel ripercorrerne la storia emergono anche le Guerre asimmetriche: eccezione o norma?, di Luigi gloriose gesta delle unità italiane nei vari fronti di Scollo (pag. 38). guerra. Le Forze Armate, strutturate per combattere guerre con- venzionali, sono sempre più impiegate in conflitti a bassa Fornovo: emblema dell’orgoglio italico, di Riccardo intensità, dove i procedimenti sono sottoposti a continui Caimmi (pag. 110). aggiornamenti. L’analisi degli impegni operativi porta alla Nel 1494 Carlo VIII di Francia, approfittando delle ten- conclusione che le guerre asimmetriche siano ormai una sioni che dividevano gli Italiani, cercò d’imporre la pro- norma. È allora necessario un bilanciamento addestrativo pria supremazia sulla penisola avviando una brillante che privilegi le capacità non convenzionali. campagna militare, destinata però a concludersi male. Temendo si realizzasse un’egemonia francese sulla pe- Formazione e addestramento, di Maurizio Boni (pag. 46). nisola, gli Italiani si coalizzarono e decisero di contra- Le odierne esigenze operative impongono un adeguato stare sul campo il forte esercito francese, che, a fronte sistema formativo dei volontari che soddisfi e completi di pesanti perdite, riuscirono a sconfiggere a Fornovo il la professionalizzazione dell’Esercito. I criteri delineati 6 luglio 1495. nell’articolo costituiscono le premesse per un assetto Una clamorosa vittoria che poteva costituire il primo definitivo, rispondente alle necessità d’impiego e alle mattone per l’unità nazionale. Invece, ancora una volta, aspettative individuali. particolarismi e invidie ebbero la meglio. La comunicazione militare, di Michele Torres (pag. 58). L’invenzione di Ctesibio, di Flavio Russo (pag. 118). Negli ultimi quindici anni l’Esercito Italiano ha svolto un Dalle comuni siringhe ai motori termici a stantuffi, dai ruolo di primo piano sulla scena internazionale. Basti servomotori idraulici agli ammortizzatori telescopici, pensare alle operazioni condotte in Libano, nei Balcani, dalle pompe per biciclette alle irroratrici a mano sono nel Kurdistan iracheno, in Albania, in Somalia, in Mo- tutte versatili applicazioni derivanti da una geniale in- zambico, a Timor est, in Iraq, in Afghanistan. Queste tuizione di un egiziano vissuto nel II sec. a.C..

139 - RUBRICHE have helped to make the Army more aware of the fact that it is necessary to take good care of the relations with civil society, in particular as regards information and communication, because these are essential and particularly vulnerable elements in any type of opera- tion and can influence political and strategic deci- sions. Urban Warfare Between Doubts and Certainties, by Pie- tro Batacchi (p. 72). The last conflicts have amply demonstrated it: in an urban scenario the enemy is stronger and asymmetry A Worldwide Threat: Ballistic Missiles, by Peppino DeBia- is heightened. For this reason, military organizations so (p. 4). and enterprises have studied with particular attention Paradoxically, international security has grown weaker the most effective systems that can protect men and with the end of the opposing-blocs policy. There is to- materials without jeopardizing their operational supe- day a widespread feeling that the indiscriminate and un- riority. controlled proliferation of ballistic missiles could repre- sent a risky option in future conflicts. Information Operations, by Marco Stoccuto (p. 82). It is to be hoped that the United States and the NATO Al- The ability to gather, process, spread and develop an lies will undertake the appropriate initiatives to oppose unbroken flow of information, exploiting or countering their production and discourage their use. the enemy one, constitutes an essential advantage in In this article, the Chief of the Missile Defence Policy the conduct of military operations. It is a doctrinal Office of the Pentagon deals with this subject. concept well synthesized by Mao Zedong: The mind of the enemy and the will of their leaders are an objecti- The Americans Go to the Polls, by Antonio Ciabattini ve of much greater importance than the elimination of Leonardi (p. 14). their troops… Next November the United States will elect its 44th Pre- sident. The event is going to have an enormous impact, The «Blue Force Tracking» Radiolocation System, by Ca- not only on the home policy, where there are worrying millo Sileo (p. 94). creaks in economy and consumption, but also - and An indispensable instrument that allows the Comman- mainly - on foreign policy, since there is no corner of ders to know in good time the location of their mano- the planet that will not be affected by the new course of euvre units, down to the lowest levels. Its employment the White House. has given encouraging results in Iraq and Afghanistan and has been successfully adopted in operation «Leon- Is Libya Opening to Dialogue? by Daniele Cellamare (p. 22). te» in Lebanon. Facing the Mediterranean and looking to the West, to- day’s Jamahiriya faces its contradictions. Afflicted by The Italian Armoured Troops: Origins and Evolution, by unemployment, illegal immigrants and al-Qaeda’s Filippo Cappellano (p. 100). threats, it tries to play an important role in the Euro- The tank, together with the airplane and the poison pean theatre. In the last twenty years, Libya has dee- gas, was one of the most important novelties appea- ply changed the course of its international relations, red on the scene of WWI. Its employment and role ha- going from charges of terrorism to a seat at the UN ve considerably grown during the following decades, Security Council. But relations with Italy are still con- reaching their peak with the thousands of tanks de- flictive. ployed by the opposing blocs during the period of the Cold War. Today, these sophisticated and powerful Asymmetric Wars: Exceptional or Normal? by Luigi Scol- systems are still among the protagonists of land com- lo (p. 38). bat. Going over their history, we also revisit the glo- The Armed Forces, organized to fight conventional wars, rious deeds of the Italian armoured units on all fronts. are increasingly employed in low-intensity conflicts, where procedures are continuously updated. The analy- Fornovo: Emblem of the Italian Pride, by Riccardo Caim- sis of the operational engagements leads to the conclu- mi (p. 110). sion that asymmetric wars are by now the norm. In 1494, Charles VIII, King of France, taking advantage It is therefore necessary to implement a training balan- of the tensions that divided the Italians, tried to impose ce giving more weight to unconventional capabilities. his supremacy on the Peninsula by starting a brilliant but ill-fated military campaign. Professional Education and Training by Maurizio Boni Fearing French hegemony on their land, the Italians for- (p. 46). med a coalition and decided to engage the strong Today’s operational requirements entail an adequate French army on the field and, despite their heavy losses, training system for the volunteers, which should realize succeeded in defeating it at Fornovo on the 6th of July and complete the professionalization of the Army. The 1495. standards outlined in this article are the preconditions It was a resounding victory, which could have represen- for a definitive organization that meets employment re- ted the foundation stone of national unity. Instead, on- quirements and individual expectations. ce more, particularisms and envies had the better. Military Communication, by Michele Torres (p. 58). Ctesibius’ Invention, by Flavio Russo (p. 118). In the last fifteen years the Italian Army has played a From common syringes to piston thermomotors, from prominent role on the international scene. Suffice it to hydraulic servomotors to telescopic shock absorbers, think of the operations carried out in Lebanon, the from bicycle pumps to hand sprayers: they are all versa- Balkans, Iraqi Kurdistan, Albania, Somalia, Mozambi- tile applications of the brilliant intuition of an Egyptian que, East Timor, Iraq and Afghanistan. These missions who lived in the II Century B.C..

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suffit de penser aux opérations menées au Liban, dans les Balkans, au Kurdistan irakien, en Albanie, en Somalie, au Mozambique, à Timor Est, en Irak et en Afghanistan. Au- tant de missions qui ont contribué à accélérer la prise de conscience de l’Armée par rapport au besoin d’investir da- vantage dans le rapport avec la société civile, tout en prê- tant une attention toute particulière à l’information et à la communication en tant qu’éléments essentiels et vulnéra- bles de toute opération, car susceptibles d’influencer les décisions politiques et stratégiques.

Une menace planétaire: les missiles balistiques, par Urban Warfare, doutes et certitudes, par Pietro Batac- Peppino DeBiaso (p. 4). chi (p. 72). L’ère de la politique des blocs opposés est révolue et, Les derniers conflits l’ont prouvé: dans un théâtre ur- paradoxalement, la sécurité internationale s’en trouve bain l’ennemi est plus fort et l’asymétrie plus marquée. affaiblie. Aussi, a-t-on l’impression aujourd’hui que la Voilà pourquoi organisations militaires et entreprises prolifération aveugle et incontrôlée des missiles balisti- s’emploient à étudier des systèmes plus efficaces visant ques représente de plus en plus une option dangereuse à protéger les hommes et les moyens sans en compro- dans les futurs conflits. mettre pour autant la supériorité opérationnelle. Il est donc souhaitable que les Etats-Unis et les alliés de l’OTAN entreprennent des actions appropriées visant à Information Operations, par Marco Stoccuto (p. 82). mettre un terme à leur production et à en décourager l’em- La capacité de rassembler, de traiter, de divulguer et de ploi. Le Directeur du Bureau Politique de la Défense contre mettre au point un flux continu de renseignements en les Missiles du Pentagone nous en parle dans cet article. exploitant ceux de l’ennemi, représente un gros avanta- ge dans la conduite des opérations militaires. Il s’agit Les Américains vont aux urnes, par Antonio Ciabattini d’un concept doctrinal dont Mao Zedong avait bien sai- Leonardi (p. 14). si l’essence: l’esprit de l’ennemi et la volonté de ses lea- Le 44ème Président des Etats-Unis sera élu en novem- ders sont un objectif bien plus important à atteindre que bre prochain. C’est là un évènement dont l’impact se fe- l’élimination des ses troupes... ra sentir non seulement au niveau de la politique natio- nale du pays où les symptômes de crise économique Le système de radiolocalisation Blue Force Tracking, par sont inquiétants, mais également et surtout au niveau Camillo Sileo (p. 94). de la politique internationale, d’autant qu’aucun pays du Il s’agit d’un instrument indispensable qui permet aux monde n’échappera au contrecoup de la nouvelle mar- Commandants de connaître en temps réel le déplacement che de la Maison Blanche. de ses unités de manœuvre, jusqu’aux niveaux les plus bas. Ce système a produit d’excellents résultats en Irak et La Libye s’ouvrirait-eelle au dialogue?, par Daniele Cella- en Afghanistan. Aussi, l’Armée italienne l’a-t-elle adopté mare (p. 22). dans le cadre de l’opération «Leonte» au Liban. S’ouvrant sur la Méditerranée et pointant les yeux vers l’Occident, la Jamahiriya contemporaine fait face à ses Les troupes blindées italiennes. Origine et évolution, par contradictions. Malgré la chômage, la lutte contre l’im- Filippo Cappellano (p.100). migration clandestine et les menaces de Al Qaida, elle Le char de combat a été, avec l’avion et le gaz toxique, s’efforce de jouer un rôle important sur l’échiquier eu- l’une des principales innovations sur le théâtre de la Pre- ropéen. Au cours de ces vingt dernières années elle a mière Guerre mondiale. Dans les décennies qui suivirent, il profondément changé le cours de ses relations interna- n’a cessé de jouer un rôle croissant pour devenir l’un des tionales: après avoir été accusée sous le chef de terrori- protagonistes pendant la Guerre Froide. Aujourd’hui, ces sme, elle siège maintenant au Conseil de Sécurité des engins complexes et puissants jouent encore le premier Nations Unies. Toutefois, les rapports avec l’Italie n’en rôle dans les combats terrestres. Tout au long de leur hi- sont pas moins contrastants. stoire, nombreux sont les témoignages des exploits glo- rieux des unités italiennes sur les différents fronts. Guerre asymétrique: la règle ou l’exception?, par Luigi Scollo (p. 38). Fornovo: l’emblème de l’orgueil italique, par Riccardo Conçues pour combattre des guerres conventionnelles, les Caimmi (p. 110). Forces armées sont engagées de plus en plus souvent En 1494, le roi de France Charles VIII, qui convoitait la dans des conflits de faible intensité, appelant des mises à suprématie de l’Italie, profita des tensions entre les Ita- jour continues. De l’analyses des engagements opération- liens pour engager une expédition dans la péninsule, nels il ressort que les guerres asymétriques sont désor- qui cependant échoua totalement. mais la règle. D’où le besoin de repenser l’instruction en Craignant l’hégémonie de la France, les Italiens décidèrent vue de la centrer sur les capacités non conventionnelles. de s’allier pour faire face à l’armée française qui subit de fortes pertes et fut vaincue à Fornovo le 6 juillet 1495. Formation et instruction, par Maurizio Boni (p. 46). Une victoire éclatante qui aurait pu jeter les bases de Les besoins opérationnels actuels exigent un système l’unité nationale, si à la fin les particularismes et les ja- de formation de volontaires adéquat visant à faciliter et lousies n’avaient eu le dessus. à compléter le processus de professionnalisation de l’Armée. Les critères décrits dans cet article jettent les L’invention de Ctesibio, par Flavio Russo (p. 118). bases d’une organisation définitive répondant aux be- Des seringues courantes et des moteurs thermiques à soins d’engagement et aux attentes personnelles. pistons, aux servomoteurs hydrauliques et aux amortis- seurs télescopiques, en passant par les pompes de bi- La communication militaire, par Michele Torres (p. 58). cyclette et les pulvérisateurs à main, voilà autant d’ap- Au cours de ces quinze dernières années l’Armée italien- plications dérivant de l’intuition géniale d’un égyptien ne a joué un rôle primordial sur l’échiquier international. Il qui vécut au II siècle av. J.-C..

141 - RUBRICHE Durch diese Missionen sind sich die Streitkräfte der Notwen- digkeit einer akkuraten Pflege der Beziehungen zur Zivilge- sellschaft bewusst geworden, wobei Information und Kom- munikation vorrangig sein sollten. Diese sind grundlegende und besonders heikle Elemente bei der Durchführung jeder Form von Operation, da durch sie politische und strategische Entscheidungen beeinflussbar sind. Urban Warefare zwischen Zweifeln und Sicherheiten, von Pietro Batacchi (S. 72). Ballistische Raketen: Eine planetarische Bedrohung, von Die jüngsten Konflikte haben es umfassend bewiesen: bei Peppino DeBiaso (S. 4). Stadtkämpfen ist der Feind stärker und die Asymmetrie Paradoxerweise hat das Ende der Block-Politik zu einer wird dominanter. Aus diesem Grund haben militärische Verschlechterung der internationalen Sicherheit geführt. Organisationen und Unternehmen der Ausarbeitung von Heute besteht das Gefühl, die undiskriminierte und un- Systemen, die Menschen und Mittel angemessener schüt- kontrollierte Proliferation der ballistischen Raketen könnte zen ohne die operative Überlegenheit zu beeinflussen, zur riskanten Option hinsichtlich zukünftiger Konflikte besondere Aufmerksamkeit gewidmet. werden. Es wäre wünschenswert, die USA und die Alliier- ten der Nato ergriffen angemessene Initiativen um die Information Operations, von Mario Stoccuto (S. 82). Herstellung dieser Raketen zu unterbinden und um von Die Fähigkeit einen ununterbrochenen Strom von Informa- deren Gebrauch Abstand zu nehmen. tionen zu bündeln, zu bearbeiten, zu verbreiten und weiter- In diesem Artikel bespricht der Leiter der Raketenabwehr- zuentwickeln, die feindlichen Informationen nutzend oder Agentur des Pentagons dieses Thema. sie anfachend, ist ein wesentlicher Vorteil bei der Durchfü- hrung militärischer Operationen. Ein Wissen, das Mao Tse Die Amerikaner wählen, von Antonio Ciabattini Leonardi Tung besonders treffend formuliert hat: «Der Geist des Fein- (S. 14). des und der Wille seiner Leader sind ein sehr viel wichtige- Kommenden November steht die Wahl des 44. Präsidenten res Ziel als die Zerstörung seiner Truppen...». der USA an. Ein Ereignis, das nicht nur innenpolitisch große Auswirkungen zeitigen wird, - Wirtschaft und Konsum kriseln Das Funklokalisierungssystem Blue Force Tracking, von beachtlich, - sondern auch und vor allem außenpolitisch, da Camillo Sileo (S. 94). kein Winkel dieser Erde von den Auswirkungen des neuen Ein unentbehrliches Instrument, das den Befehlshabern die Kurses des Weissen Hauses unbeeinflusst bleiben wird. Möglichkeit gibt ihre Manövereinheit, bis hin zu den unter- sten Dienstgraden, in Echtzeit zu lokalisieren. Der Einsatz des Ist Libyen dialogbereit? Von Daniele Cellamare (S. 22). Systems hat in Afghanistan und Irak zu ermutigenden Ergeb- An den Ufern des Mittelmeers, den Blick nach Westen ge- nissen geführt. Unser Heer hat es im Rahmen der Operation richtet, muss sich das heutige Jamahariya mit seinen Wi- «Leonte» im Libanon wirksam eingesetzt. dersprüchen auseinander setzen. Interner Arbeitslosig- keit, Bekämpfung der illegalen Immigration und den Be- Die italienischen Panzertruppen: Ursprung und Entwic- drohungen Al Quaidas zum Trotz bemüht es sich, auf der klung, von Filippo Cappellano (S. 100). europäischen Bühne eine wichtige Rolle zu spielen. In den Gemeinsam mit Flugzeug und Giftgasen war der Panzer- vergangenen zwanzig Jahren hat es seine internationalen kampfwagen eine der bedeutendsten Neuerungen im Sze- Beziehungen grundlegend verändert, wobei es von den nario des Ersten Weltkrieges. In den nachfolgenden Jahrzeh- Anklagen internationalen Terrorismus zum Sitz im UN-Si- nten haben sein Einsatz und seine Rolle sehr an Bedeutung cherheitsrat übergegangen ist. Die Beziehungen zu Italien gewonnen und gipfelten in den tausenden Tanks die wä- sind jedoch noch schwierig. hrend des Kalten Krieges an den gegnerischen Fronten auf- gestellt waren. Heute noch sind diese mächtigen und ho- Asymmetrische Kriegsführung: Ausnahme oder Normali- chtechnologischen Mittel die Protagonisten des terrestri- tät? Von Luigi Scollo (S. 38). schen Einsatzes. Ihre Geschichte nachvollziehend erfahren Die zur Durchführung konventioneller Kriege ausgebildeten wir auch die glorreichen Taten der italienischen Einheiten an Streitkräfte werden immer häufiger in so genannten low in- den verschiedenen Kriegsfronten. tensity- Konflikten eingesetzt, deren Verfahren ständig ak- tualisiert werden. Die Analyse der operativen Einsätze führt Fornovo: Emblem des italienischen Stolzes, von Riccardo zur Schlussfolgerung, dass die asymmetrischen Kriege nun- Caimmi (S. 110). mehr Normalität geworden sind. Daraus ergibt sich die Not- 1494 versuchte Karl VIII. von Frankreich, die inneritalieni- wendigkeit einer Angleichung der Ausbildung, in deren Rah- schen Spannungen und Spaltungen nutzend, Italien seine men den nicht konventionellen Fähigkeiten Vorrang gegeben Vorherrschaft aufzuzwingen; er begann eine brillante militä- werden sollte. rische Kampagne, die jedoch nicht ruhmreich endete. Eine französische Hegemonie in Italien befürchtend, schlos- Schulung und Ausbildung, von Maurizio Boni (S. 46). sen sich die Italiener zusammen, gewillt, das starke französi- Die heutigen operativen Erfordernisse verlangen eine an- sche Heer im Feld zu kontrastieren; trotz schwerer Verluste gemessene Ausbildung der Freiwilligen; diese muss der gelang es ihnen am 6. Juli 1495 dem französischen Heer in Professionalisierung des Heeres entsprechen und diese Fornovo eine schwere Niederlage beizubringen. Ein außerge- vervollständigen. Die im Artikel umrissenen Kriterien er- wöhnlicher Sieg, der zum Grundstein der nationalen Einheit geben die Voraussetzungen für eine klare Ausrichtung, hätte werden können. Statt dessen gewannen noch einmal die sei es den Einsatzerfordernissen wie auch den indivi- Neid und Partikularismen die Überhand. duellen Erwartungen entspricht. Die Erfindung von Ctesibio, von Flavio Russo (S. 118). Militärische Kommunikation, von Michele Torres (S. 58). Von den einfachen Spritzen bis zu den Kolben-Thermo- In den vergangenen fünfzehn Jahren hat das italienische He- motoren, von den hydraulischen Servomotoren zu den Te- er auf dem internationalen Plan eine bedeutende Rolle ge- leskop- Stossdämpfern, von den Fahrradpumpen zu den spielt. Man denke nur an die im Libanon, im Balkan, im iraki- manuellen Sprühpumpen: sie alle sind Ausdruck einer schen Kurdistan, in Albanien, Somalia, Mozambique, Ost-Ti- vielseitig anpassbaren Umsetzung der genialen Intuition mor, Irak und Afghanistan durchgeführten Operationen. eines Ägypters aus dem II. Jahrhundert v. Chr..

RUBRICHE -142 Rivista Militare n. 3/2008

bano, en los Balcanes, en el Kurdistán iraquí, en Albania, Somalia, Mozambique, Timor Est, Iraq y Afganistán. Misio- nes que han contribuido a acelerar la mentalización y con- cientización de la Fuerzas armadas acerca de la necesidad de atender con mayor atención a la relación con la socie- dad civil, haciendo hincapié en la información y la comu- nicación como elementos esenciales y particularmente vulnerables de toda operación, debido a que pueden in- fluenciar las decisiones políticas y estratégicas. Urban Warfare, entre dudas y certezas, Pietro Batacchi Una amenaza planetaria: los misiles balísticos, Peppino (pág. 72). DeBiaso (pág. 4). Los últimos conflictos lo han comprobado: en un esce- Paradójicamente, al finalizar la política de los bloques nario urbano el enemigo es más fuerte y la asimetría opuestos, la seguridad internacional resulta debilitada. más marcada. Conque, organizaciones militares y em- Hoy día cunde la impresión de que la proliferación indi- presas se han dedicado a estudiar sistemas más efica- scriminada e incontrolada de los misiles balísticos podría ces encaminados a proteger hombres y medios sin per- representar una opción peligrosa en los futuros conflictos. juicio de su superioridad operativa. Es de esperar que los Estados Unidos y los Aliados de la OTAN tomen apropiadas iniciativas encaminadas a dete- Information Operations, Marco Stoccuto (pág. 82). ner su producción y a disuadir de su empleo. La capacidad de recopilar, procesar, divulgar y desarrol- De este tema nos habla en este artículo el Director de la lar informaciones en un flujo continuo de datos, apro- Oficina Política de Defensa contra Misiles del Pentágono. vechando las del enemigo constituye una ventaja esen- cial a la hora de llevar a cabo las operaciones militares. Los estadounidenses acuden a las urnas, Antonio Cia- Trátase de un concepto doctrinal que muy bien supo battini Leonardi (pág. 14). sintetizar Mao Tsé-Tung: la mente del enemigo y la vo- En noviembre próximo será elegido el 44 Presidente de luntad de sus líderes son un objetivo con mucho más los Estados Unidos. Es éste un evento cuyo impacto se importante que la eliminación de sus tropas.... repercutirá no sólo en el ámbito nacional de la política interior, en que economía y consumos dan preocupan- El sistema de radiolocalización Blue Force Tracking, Ca- tes señales de deterioro, sino también y sobre todo a ni- millo Sileo (pág. 94). vel internacional ya que no existe rincón alguno del Una herramienta indispensable gracias a la cual los Coman- mundo que quedará fuera del alcance de los efectos dantes están en condiciones de enterarse en tiempo útil de acarreados por el nuevo curso de la Casa Blanca. la ubicación de sus unidades de maniobra, hasta los míni- mos niveles. Fueron muy alentadores los resultados logrados ¿Libia se abre al dialogo?, Daniele Cellamare (pág. 22). en Iraq y Afganistán. El Ejército italiano la ha empleado exi- Asomada al Mediterráneo pero mirando a Occidente, la tosamente en el marco de la operación «Leonte» en Líbano. actual Jamahiriya hace frente a sus propias contradic- ciones. Ante el desempleo interno, la lucha contra la in- Las tropas acorazadas italianas: historia y evolución, Fi- migración clandestina y las amenazas de Al-Qaeda, in- lippo Cappellano (pág. 100). tenta desempeñar un papel importante en el escenario El tanque, junto con el avión y el gas tóxico, fue una de europeo. En los últimos veinte años ha cambiado radi- las mayores novedades en el escenario de la Primera calmente el rumbo de sus relaciones internacionales pa- guerra mundial. Su empleo y su papel fueron cobrando sando de ser acusada de terrorismo a ocupar un escaño importancia a lo largo los decenios sucesivos hasta lle- en el Consejo de Seguridad de la Naciones Unidas. Sin gar a los miles de Tanks alineados de una lado y del otro embargo siguen contrastantes sus relaciones con Italia. de los bloques opuestos durante toda la Guerra fría. Hoy en día, estos medios sofisticados y poderosos siguen Guerras asimétricas: ¿la excepción o la regla?, Luigi siendo los protagonistas de los combates terrestres. A Scollo (pág. 38). través de la historia destacan las gloriosas gestas de las Las Fuerzas Armadas, configuradas para las guerras con- unidades italianas en los distintos frentes de guerra. vencionales, se ven cada vez más involucradas en conflic- tos de baja intensidad cuyos procedimientos han de ser Fornovo: emblema del orgullo itálico, Riccardo Caimmi actualizados constantemente. Al analizar los empleos (pág. 110). operacionales, se desprende que los conflictos asimétricos En 1494 Carlos VIII de Francia, aprovechando las tensiones han dejado de ser una excepción para volverse una regla. entre los Italianos, intentó imponer su supremacía en la Conque resulta necesario un nuevo trabajo de adecuación península emprendiendo una campaña militar genial, que de la instrucción que habrán de centrarse en las capacida- sin embrago, habría de fracasar totalmente. Al temer que des no convencionales. se instaurara la hegemonía francesa en la península, los Italianos se aliaron y decidieron enfrentarse con el ejército Formación e instrucción, Maurizio Boni (pág. 46). francés, al que lograron vencer en Fornovo el 6 de julio de Las actuales exigencias operacionales vuelven necesario 1495, pese a numerosas bajas. Una victoria rutilante que un nuevo sistema de formación de voluntarios que sati- podría haber sentado las bases de la unidad nacional. Sin sfaga y complete la profesionalización del Ejército. Los embargo, vencieron la envidia y el particularismo. criterios descritos en el artículo sientan las bases de una organización definitiva, capaz de atender las necesida- La invención de Ctesibio, Flavio Russo (pág. 118). des de empleo y las expectativas individuales. Desde las comunes jeringas y los motores térmicos con pistón, hasta los servomotores hidráulicos y los amorti- La comunicación militar, Michele Torres (pág. 58). guadores telescópicos, pasando por los infladores de bi- En estos últimos quince años el Ejército italiano ha desem- cicletas y los pulverizadores manuales: son éstas aplica- peñado un papel primordial en el escenario internacional. ciones versátiles que se derivan de la genial intuición de Basta con recordar las operaciones llevadas a cabo en Lí- un egipcio que vivió en el siglo II antes de Cristo.

143 - RUBRICHE mália, em Moçambique, em Timor Leste, no Iraque, no Afeganistão. Estas missões contribuíram a acelerar, na Força Armada, a tomada de consciência acerca da ne- cessidade de tratar com cuidado a relação com a socie- dade civil, privilegiando a informação e a comunicação, elementos essenciais e particularmente vulneráveis na conduta de cada tipo de operação, enquanto capazes de influenciar as escolhas políticas e estratégicas. Urban Warfare entre dúvidas e certezas, de Pietro Batac- chi (pág. 72). Uma ameça planetária: os mísseis balísticos, de Peppino Os últimos conflictos demonstraram-no largamente: DeBiaso (pág. 4). num cenário urbano o inimigo é mais forte e a assime- A segurança internacional, paradoxalmente, enfraqueceu tria exalta-se. Por esta razão, organizações militares e com o fim da política dos blocos contrapostos. Hoje está empresas dedicaram especial atenção ao estudo dos si- difundida a sensação de que o indiscriminado e incon- stemas mais eficazes para proteger homens e meios trolado proliferar dos mísseis balísticos possa constituir sem comprometer a superioridade operativa. uma arriscada opção para os conflictos futuros. É auspicável que os Estados Unidos e os Aliados da NA- Information Operations, de Marco Stoccuto (pág. 82). TO empreendam as oportunas iniciativas para combater A habilidade de colher, processar, disseminar e desen- a sua produção e dissuadir do seu uso. volver um fluxo ininterrupto de informações usufruindo Fala-nos, neste artigo, o Director do Escritório Política ou rebatendo as inimigas, constitui uma vantagem es- de Defesa Missilística do Pentágono. sencial na conduta das operações militares. Trata-se de um conceito doutrinal que soube bem sintetizar Mao Os Americanos às urnas, de Antonio Ciabattini Leonardi Tse Tung: a mente do inimigo e a vontade dos seus lea- (pág. 14). ders são um objectivo de importância bem superior em No próximo mês de Novembro será eleito o 44º Presi- relação à eliminação das suas tropas… dente dos Estados Unidos. Um evento que terá um im- pacto enorme não só na política interna, onde economia O sistema de radio-llocalização Blue Force Tracking, de e consumo emetem preocupantes estalidos, mas tam- Camillo Sileo (pág. 94). bém e sobretudo na política estrangeira, visto que não Um indispensável instrumento que consente aos Coman- existe ângulo do planeta que não sofrirá os efeitos do dantes de conhecer tempestivamente a deslocação das novo curso da Casa Branca. próprias Unidades de manobra, até aos mínimos níveis or- gânicos. O seu emprego forneceu encorajantes resultados A Líbia abre-sse ao diálogo?, de Daniele Cellamare no Iraque e Afeganistão. O nosso Exército adoptou-o com (pág. 22). eficácia no âmbito da operação «Leonte» no Lìbano. Debruçada sobre o Mediterrâneo e com o olhar voltado para Ocidente, a actual Jamahiriya enfrenta as suas con- As tropas italianas couraçadas: origens e evolução, de tradições. Entre a desocupação interna, a luta contra a Filippo Cappellano (pág. 100). imigração clandestina e as ameaças da Al-Qaeda, pro- O carro armado, ao lado do avião e do gás tóxico, esteve cura desempenhar um papel importante no tabuleiro de entre as mais importantes novidades aparecidas no cená- xadrez europeu. Nos últimos vinte anos mudou profun- rio do Primeiro conflicto mundial. O seu emprego e o seu damente o curso das suas relações internacionais pas- papel são consideravelmente acrescidos nas décadas su- sando através de acusações de terrorismo à sede do cessivas, culminando com milhares de Tanques alinhados, Conselho de Segurança das Nações Unidas. Continuam, nos blocos contrapostos, durante o longo período da todavia, contrastantes as relações com Itália. Guerra Fria. Hoje, estes meios sofisticados e potentes re- stam entre os protagonistas do combate terrestre. No re- Guerras Assimétricas: excepção ou norma?, de Luigi percorrer da História emergem também os gloriosos ge- Scollo (pág. 38). stos das unidades italianas nas várias frentes de guerra. As Forças Armadas, estructuradas para combater as guerras convencionais, estão cada vez mais empregadas Fornovo: emblema do orgulho itálico, de Riccardo Caim- em conflictos de baixa intensidade, onde os procedi- mi (pág. 110). mentos são submetidos a contínuas actualizações. A Em 1494 Carlo VIII de França, aproveitando das tensões análise dos compromissos operativos leva à conclusão que dividiam os Italianos, procurou impôr a própria supre- de que as guerras assimétricas sejam agora uma norma. macia sobre a península fazendo partir uma brilhante É portanto necessário um balanço adestrativo que privi- campanha militar, destinada a concluir-se mal. Temendo ligie as capacidades não convencionais. que se realizasse uma hegemonia francesa sobre a penín- sula, os Italianos coalizaram-se e decidiram combater em Formação e treino, de Maurizio Boni (pág. 46). campo o forte exército francês, que, mesmo frente a pe- As hodiernas exigências operativas impõem um ade- sadas perdas, conseguiu derrotar em Fornovo a 6 de Jul- quado sistema formativo dos voluntários que satisfaça e ho de 1495. Uma clamorosa vitória que podia constituir o complete a profissionalização do Exército. Os critérios primeiro tijolo para a unidade nacional. Porém, mais uma delineados no artigo constituem as premissas para a or- vez, particularismos e invejas levaram a melhor. dem definitiva, que responda às necessidades de em- prego e às expectativas individuais. A invenção de Ctesibio, de Flavio Russo (pág. 118). Desde as comuns siringes aos motores térmicos a pi- A comunicação militar, de Michele Torres (pág. 58). stões, desde os servo-motores hidráulicos aos amorte- Nos últimos quinze anos o Exército Italiano desempen- cedores telescópicos, desde as bombas para bicicletas hou um papel de primeiro plano no cenário internacio- aos borrifadores manuais são todos eles versáteis apli- nal. Basta pensar nas operações conduzidas no Líbano, cações derivadas de uma genial intuição de um egípcio nos Balcãs, no Kurdistão iraquiano, na Albânia, na So- que viveu no séc. II a.C..

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