Cristina Treppo The Consequences of Time 13 dicembre 2008 – 30 gennaio 2009 Cristina Treppo Palazzo Palumbo Fossati Fondamenta della Malvasia Vecchia San Marco 2597 – 30124 Venezia – Italia The Consequences of Time Tel. +39 041 24 13 006 [email protected] www.galleriamichelarizzo.net

Testo critico/Text: Martina Cavallarin

Fotografie/Photographs: Cristina Treppo

Progetto grafico/Graphic design: Michele Urtamonti

Traduzioni/Translations: Spaziolingue - Milano

Un ringraziamento particolare/Special Thanks to: Marie e Meline, Carmen Menis, Tiziano Possamai, Rodolfo Treppo, Gloria Vallese

In copertina/Cover: Fotografia dalla serie/Photograph from the series The Consequences of Time, 2008

Copertina interna/Inside cover: Tonight, velluto, fiori di organza, colori ad acqua, plastica, filo, dimensioni variabili / velvet, organdie flowers, water paint, plastic, thread, variable dimensions, 2006

Stampa/Print: Arti Grafiche Friulane - Imoco spa

www.cristinatreppo.com Cristina Treppo The Consequences of Time

a cura di Martina Cavallarin

The Consequences of Time#1, particolari / details

Nelle pagine precedenti: The Consequences of Time#1, veduta dell’installazione, bancali, rete, cartongesso, tessuto, carta, fiori di stoffa, cemento, colori acrilici e ad acqua, guanto, cera, dimensioni variabili / Previous pages: The Consequences of Time#1, installation view, pallets, metallic net, plasterboard, fabric, paper, fabric flowers, cement, acrylic and water paint, glove, wax, variable dimensions, 2008

Cristina Treppo Archeologie VS Entropie

Martina Cavallarin

Ogni giorno si deve abbandonare il passato o accettarlo e se non si riesce ad accettarlo si diventa scultori.

Trovo il passato terribilmente doloroso sebbene ci sia legata È irrisolto. Eppure non ho alcun gusto per la rivisitazione. È un paesaggio attraverso cui si è passati e che si è esplorato e superato. Solo il domani è interessante.

Esorcizzare fa bene. Cauterizzare, bruciare per guarire. È come potare gli alberi. La mia arte è questo. Lo so fare bene.

Non è un'immagine che cerco. Non è un'idea. È un'emozione che si vuole ricreare, l'emozione di volere, di dare e di distruggere.

Louise Bourgeois

Le conseguenze del tempo abitano tangenti i luoghi della memoria, lo spazio delle cose, gli ambienti che raccontano di vite emigrate altrove. Le conseguenze del tempo lasciano tracce da svelare, macchie consistenti come aloni sottili che contaminano il bilico della soglia per guardare più stanze con il solo gesto atletico di un muscolo che si torce. Quella di Cristina Treppo è una pratica contemporanea che viene da lontano, da un uso consueto di raccogliere ed ammucchiare, dalla polvere delle soffitte disabitate violate da menti curiose e da mani veloci. L’artista tocca la materia e la rende altro da sé, la de- contestualizza e la ingloba con soggetti diversi dando vita ad un’opera autonoma, straordinariamente nuova, contrastante il suo passato e sbilanciata nel presente. Tramite queste fusioni Treppo sottrae cose divenute già archeologie di sé stesse all’ulteriore fluire del tempo e alla loro funzionalità, in un processo conservativo che li eleva al grado di opera d’arte che è di per sé parossismo dell’appa- renza rispetto al valore originario. Treppo favorisce ricostruzione e riproposta, nello spazio e nel tempo oggi.

L’analisi del linguaggio della Treppo ci avvicina alla dinamica dei ready made, degli object trouvé, ma ci distanzia da questi per gli in- tenti, che non riguardano tanto il rapporto tra artista e opera, quanto tra oggetto e tempo, tra oggetto e spazio, tra oggetto e altro oggetto, per la supremazia finale, appunto, di un soggetto unico che non abbia solo un altro nome, ma soprattutto un’altra forma e abiti un altro luogo. Fotografia dalla serie / Il perno costruttivo dell’opera della Treppo si sostanzia in varie Photograph from espressioni. Nel forgiare la cera e usarla abbondante su sgabello e the series The Consequences lampadario – Inclusion –, su poltrone gemelle legate insieme e fuse of Time, 2008 tra legno e cera – Honey –, come autoritratti frontali lucidi e freddi, seppur impastati tra loro, uniti in un unico destino, costretti alla convivenza forzata. In Kid’s Bed, opera costituita da un letto da bambino in ottone completamente smontato e legato dalla rete del letto stesso, una piccola finestra fotografica appiccicata alla pa- rete ci fa entrare in luoghi abbandonati, per non dimenticare l’ori- gine, per ritrovare quella carta da parati e quelle stanze, mentali e fisiche, dalle quali l’oggetto originario è stato strappato. La di- mensione prospettica di quegli ambienti “antichi” e smarriti ci for- niscono un’ulteriore misura della conseguenza del tempo, dell’ineluttabile, del già accaduto, del trascorso, dell’entropia del mondo nonostante la quale le stagioni però, tanto quanto l’arte, si

Nelle pagine precedenti: susseguono e si rigenerano, come se essa non fosse inevitabile, The Consequences of come se la rinascita potesse avere l’ultima parola sulla morte. Time#60, stampa lightjet Smontare il ready made, legarlo e riconfezionarlo rappresenta un’ul- su alluminio / Previous pages: teriore ossessione, una meccanica per ricompattare l’ordine geo- The Consequences of metrico dentro una dimensione prospettica personale, tagliente, Time#60, lightjet print on alluminium, 100x75 cm magari per rivelare pieghe crudeli o inaspettate dolcezze, ma sempre 2008 per affondare la domanda, aperta e irrisolta, della nostra esistenza. Altre volte – Room – l’artista organizza un set nel quale gli elementi accostati si coniugano sotto il segno del colore, delle decorazioni, della narrazione raccontata da una mise en scène sapiente, raffinata, lenta e precisa, che solo come sfondo è velata da una flebile luce drammatica che si esplica in quelle scarpine di legno come tracce di problemi ortopedici, scia di una sofferenza e di un dolore indi- menticato, simbolo di possibilità di una vita domestica ancora luogo fondamentale in cui nascondere segreti e paure. L’idea resta quella di far emergere per contrasto il processo tem- porale che ha inciso sulle cose e l’originaria natura simbolica degli oggetti d’uso comune.

Come nella tradizione poverista, c’è nella Treppo l’uso di alcuni materiali che ci riportano al filo di rame, coperte, sale, cera, parti- colarmente cari a ; la scultura, il disegno e la presenza del filo intrecciato sono molto spesso compresenti nelle istallazioni dell'artista torinese, come anche in un grande artista contempora- neo quale Matthew Barney a testimonianza di una tradizione che arriva da lontano, ma le cui radici continuano a germinare nel pa- norama artistico internazionale. Infatti nell’opera dell’artista friu- lana traspaiono la fragilità delle forme e una necessità intima e visionaria. Ma il suo taglio contemporaneo sta nell’inseguire il frammento ricercando il dettaglio, ingrandendo o rimpicciolendo il particolare, mettendo in mostra le tracce di un evento e materia- lizzando il passaggio specifico di una storia. Treppo vuole mettere in scena l’assurdo anche attraverso la paziente pratica a uncinetto, In castigo, sedie / strumento mediante il quale crea un infinito filo di cotone che In the Corner, chairs mette in connessione – Connection – lattiere e zuccheriere lasciate 57x55x87cm, 2008 scendere a grappolo dall’angolo di una parete e sparse, anche sin- golarmente, sul pavimento. Incorniciata con del legno bianco una piccola foto di un limone a dimensione naturale, aperto e corroso dalla muffa, ci riporta al sapore della Madeleine di un tempo perduto. L’artista vivacizza con ironia lo spazio nutrendosi dell’opera che si dilata tra stanze e pareti. Treppo lascia che il lavoro si adagi e si assesti, trovi il suo luogo e il suo stare, corpo bulimico che cat- tura l’attenzione detenendo una forma di concentrazione e un surplus di sguardi su di sé, immobile ma disponibile ad andare oltre la soglia di ciò che è immediatamente visibile. L’opera è sottoposta di continuo alla modalità della visione. L’artista lavora infatti sul “che cosa” mostrare ma necessariamente anche sul “come” essendo l’ossessione che l’accompagna fatta di mondi som- mersi e dimensioni trasposte, forse quelle della sua infanzia oppure frutto di un voyeurismo romantico, pretesto di uno sguardo che at- traverso i desideri del passato si posa sul presente. Nel confronto con l’opera non ci è consentito di essere neutri, né ci possiamo rifugiare in una fruizione indifferente, ma si è costretti a guardare un pò die- tro di noi, a quei passaggi che sentiamo anche un pò nostri tra ab- bandoni e scoperte, fragilità e crescita, poesia e realtà. Se l’arte contemporanea può essere concettuale o poetica, quella della Treppo è indiscutibilmente impasto di tutte e due, rimando continuo a dolcezze e dolori, materia fredda e materia calda, cervello e pancia, trasformazione e rinascita.

Nella serie fotografica Consequences of Time, composta da due fotogra- fie raffiguranti una carta da parati a motivi ornamentali, ammuffita ed invecchiata, e una fotografia di un soffitto di una tipica casa di provincia, borghese e benestante, l’opposizione tra teoria ed emo- zione è sottile. Il soffitto è visto dal basso, come se stessimo im- mobili a giacere sul letto il cui scheletro integra l’istallazione centrale – Consequences of Time 1 –. Delle persone non è rimasta traccia. L’essere umano sparisce sbalzato dai resti di una rete me- tallica imbrigliata, catturata, rapita e soffocata da fiori neri di pla- stica. Vecchi bancali sono riempiti di cera e sormontati da altrettanti fiori. Mistificante o arcana l’opera è la rappresentazione di un lutto, il superamento di un passato, lo sconfinamento nella follia, un day after della mente, un’esplosione di cose e un parto in- quietante. Oppure è poesia. Come i fiori bianchi sparsi tra bicarbo- nato e polveri di Light, un espediente per sfuggire vecchiaia, morte, ancora una volta entropia. Raggelare le circostanze è mantenere viva la speranza, congelare la rappresentazione ed esortare i propri sensi a uno sforzo maggiore che vada oltre al conosciuto e al contemplato. Occorre spogliarsi di fronte a questo lavoro, abbandonare le reticenze. Occorre fare dei tessuti pendenti ornati da gocce di vetro di Vertical un riconoscimento di un modello culturale diverso, un ingranaggio dell’arte che accoglie vita e morte, passato e presente, amore e odio, sicurezza e paura. Mediatrice visiva, l’artista con- cede alla vista dello spettatore stoffe e cristalli appesi per riportarlo alle metafore della vita.

L’opera Without Guilt, costituita da un comodino il cui cassetto superiore genera una cascata di rose cristallizzate tra il blu e l’ar- gento, è anch’essa un ibrido, un oggetto che sfugge nella sua in- certezza a una percezione precisa, persa com’è tra l’incompleto e il mutevole. Nella Treppo si perpetua l’intenzione di far emergere l’immagine come azione, una sorta di scena irreale che si sviluppa in uno stato di quiete, come una germinazione lenta e spontanea, una traduzione di grammatiche sconosciute e di equazioni di fan- tasia. La dimensione del quotidiano si offre all’arte per risolversi in un enigma, in un’interrogazione fatta di ricerca e scoperte, di am- bientazioni stranianti e una meccanica precisa, senza ansia, intrisa Little bird, fotografia dalla serie / di emozioni calibrate e spesso, quasi rubate. Totalmente disgiunta da photograph from ogni contesto utilitaristico, l’arte di Cristina Treppo, con il suo the series Fishfull 2008 posizionamento dell’oggetto incrociato, assemblato e connesso con un altro oggetto, simboleggia la vita, l’essere e l’essere diventato di un soggetto in un secondo momento e in un altro spazio. Tra me- raviglia e sgomento lo sguardo di Cristina Treppo si posa sulle cose, trasformandole, e si posa sui momenti, fissandoli, e si posa sul territorio comune che attraversa intimo e universale per approdare al grado zero dell’oggetto e al luogo magico dell’arte. Cristina Treppo Archaeology VS Entropy

by Martina Cavallarin

Each day you must abandon the past or accept it, and if you are unable to do it, then you become a sculptor.

I find the past terribly painful although we are tied to it. It is unresolved. Yet revisiting it, is tasteless for me. It is a passage one has undergone and explored and overcome. Only the tomorrow is interesting.

It’s good to exorcise. To cauterise, to burn so as to heal. It is like pruning trees. That’s my art. I can do it well.

It is not an image that I quest. Not an idea. It is emotion that one want to recreate, the emotion of wanting something, of giving, of destroying.

Fotografia dalla serie / Louise Bourgeois Photograph from the series The Consequences of Time, 2008 Living tangentially in The consequences of Time are the places of memory, the space of things, the ambiences that narrate lives gone elsewhere. The consequences of time leave traces to be revealed, blots as consistent as subtle rings that contaminate the threshold’s edge so as to be able to see more rooms with the twitch of a muscle. Cristina Treppo’s is a contemporary practise that goes back a long way, from the customary usage of collecting and piling up things, from the dust of uninhabited attics ransacked by curious minds and swift hands. The artist touches the material and turns it into something other than itself; the artist puts it out of context and incorporates it with different subjects, in the process generating an autonomous work that is extraordinarily new, in contrast with its past and very partial to the present. Thanks to these fusions, Treppo removes from the ulterior flow of time and from functionality things that had already become the archaeology of themselves, elevating them, through a process of conservation, into a work of art that is per se a paroxysm of appearance with respect to their original value. Treppo stimulates the reconstruction and reproposal of things in time and space, today.

While Treppo’s analysis of language comes close to the dynamics of the ready made, of the object trouvé, it moves away from it in terms of purpose. For the purpose here is not so much about the rela- tionship between artist and work as much as it is about the rela- tionship between object and time, between object and space, between object and object; it is about the ultimate supremacy of a single subject that not only has another name but, above all, an- other form and inhabits a place elsewhere. The constructive hinge around which Treppo’s work rotates sub- stantiates itself in several expressions. In forging wax and utilising lots of it on a stool and a chandelier lamp (Inclusion); and on twin armchairs that have been tied and fused together with wood and wax (Honey), as if they had been two frontal self-portraits, smooth, cold and kneaded together, joined in a single destiny of forced co- habitation. In Kid’s Bed – a work consisting of a child’s brass bed that has been entirely dismounted and tied to the sprung bed case itself – a small photographic window that has been stuck to the wall, allowing us to enter abandoned places so as to not forget the origin, to rediscover once again that mental wall paper and those rooms – mental and physical – from whence the original object had been wrested from. The prospective dimension of those “old” and lost ambiences provide us with an ulterior measure of the con- sequences of time, of the ineluctable, of the already occurring, of what Talamo rosso, has passed, of the entropy of the world, where, despite everything, bicchieri, stoffa, imbottitura / Red Bed, seasons nevertheless – just like art – follow one another and re- glasses, fabric, stuffing, generate afresh almost as if it were not inevitable, almost as if rebirth 50x190x140 cm, 2004 were to have the final word over death. To dismount the ready made, to tie it up and to repackage it represents an ulterior obses- sion, a mechanics to recompose geometric order within a dimen- sion of personal and sharp perspective with a view to revealing, no doubt, the cruel folds or unexpected sweetness, but always with a view to push to the hilt the question – the open and unresolved question – of our existence. At other times (Room), the artist organises a setting where the ele- ments that have been brought together combine under the sign of colour, decoration and a narrative told in a knowledgeable, refined, slow and accurate mise en scène on whose background a tenuous but dramatic light manifest itself through little wooden shoes that leave traces of orthopaedic problems – a trail of forgotten suffering and pain, a symbol of the possibility of domestic life still intended as the crucial venue where secrets and fears may be concealed. The basic idea continues to be that of bringing to the surface, by contrast, the temporal process that has impacted things as well as the original symbolic nature of day-to-day objects.

As in the best tradition, Treppo utilises copper threads, blankets, salt, wax – all those materials that Marisa Merz cherished. , drawing, the presence of interwoven thread are often present at the same time in the installations of the artist, just as they are in the works of another great contemporary artist such as Matthew Barney, proving that we are dealing with a tradition that, while going back far in time, has roots that continue to ger- minate in the international artistic scene. In fact, the work of the Friuli-born artist show fragility of forms as well as an urge both intimate and visionary. But her contemporary tone lies in the pur- suit of the fragment by focusing on the detail – on enlarging or downsizing the detail – as well as by highlighting the traces of an event and by materialising the specific passage of a story. Treppo’s intention is to stage the absurd also through painstaking crochet work Back to Back sedie, lana / chairs, wool, with which she creates an infinite cotton thread connecting (Con- 78x76x40 cm, 2007 nection) milk jugs and sugar bowls that are hung in bunches down the corner of a wall and spread, even singularly, on the pavement. Framed with white wood, the small photo of a life-size lemon, cut and mouldy, ushers us back to the Madeleine of a time lost. The artists enlivens with irony space by feeding the work, which bloats between the rooms and on the walls. Treppo leaves the work to lie and settle down; to discover its place and its being there – a bu- limic body that captures attention by detaining a form of concen- tration and a surplus of self gazes while being still but nevertheless available to go beyond the threshold of what is immediately visible. The work is continuously placed under the vision mode. The artists, in fact, works not only on “what” to show but also “how”, being the obsession that accompanies her an obsession made of unseen worlds and transposed dimensions – those relating to her childhood, maybe, or those that are the outcome of a romantic voyeurism that acts as an excuse for a gaze that, through the de- sires of the past, rests on the present. In confronting the work, we are not given the opportunity to be neutral, nor can we seek Working glove, refuge in a cold perusal, but we are led to look a little bit within fotografia dalla serie / ourselves, to observe those passages that somehow also belong to photograph from the series Fishfull us – passages characterised by neglect and discovery, by frailty and 2007 growth, by poetry and reality. If contemporary art can either be conceptual or poetic, Treppo’s is undoubtedly both, continuously referring as it is to tenderness and pain, to cold matter and hot matter, to brain and gut, to trans- formation and rebirth.

In the photographic series Consequences of Time, composed by two photographs depicting a moulded and old wall paper bearing a decorative patter and a ceiling of a typical small town home be- longing to wealthy family of the bourgeoisie, the contrast oppos- ing theory and emotion is subtle. The ceiling is seen from below, as if we were lying still in a bed whose skeleton integrates the cen- tral ceiling – Consequences of Time 1 –. As for persons: no trace of them remains. The human being disappears, tossed away by the Lost#3, remains of a metallic net that has been bridled, captured, snatched fotografia dalla serie / photograph from and stifled by black plastic flowers. Old stools are filled with wax the series Lost and surmounted by flowers. Be it mystifying or arcane, the work 2008 is the representation of mourning, the overcoming of the past, a foray into folly, a day after of the mind, an explosion of things, a disturbing birth. And yet it is poetry. Like the white flowers spread in bicarbonate and powders of Light, an expedient to escape old age, death and – once again – entropy.Dampening circumstances is to keep hope alive, it is to freeze the representation and exhort one’s senses to make an effort that goes beyond the known and the contemplated. You need to shed yourself before this work, to leave all reticence behind. You need to create the hanging textiles dec- orated by glass drops of Vertical, the acknowledgement of a differ- ent cultural model, an art mechanism that takes in life and death, past and present, love and hate, security and fear. A visual media- tor, the artist grants to the spectators’ gaze textiles and crystals hanging from above in order to lead them, once again, towards the metaphors of life.

Comprising a bedside table whose upper drawer generates a cas- cade of blue and silver crystallised roses, the work Without guilt, too, is a hybrid, an object that escapes, in its uncertainty, percep- tion, lost, as it is, between the incomplete and the changing. In Treppo there is the perpetuation of the intention to bring to the surface image as action, a sort of unreal setting that develops into a state of quite, like a slow and spontaneous germination, a trans- lation of unknown grammars, a fanciful equation. Offering itself to art, the dimension of daily life becomes an enigma, an enquiry of search and discovery, of estranged settings having a highly pre- cise mechanism – without anxiety, imbued with calibrated and often purloined emotions. Detached from all utilitarian consider- ations, Cristina Treppo’s art, where objects are crossed, assembled and connected to other objects, symbolises life, the being and the being in its becoming a subject at a successive stage and in an- other space. Mingled with wonder and dismay, Cristina Treppo’s Fotografia dalla serie / gaze rests on things and transforms them; her gaze rests on instants Photograph from and fixes them. Cristina Treppo’s gaze rests on the common the series The Consequences ground that crosses the intimate and the universal to achieve the of Time, 2008 zero degree of the object and the magical place of art.

Me with a little coat

Nella casa di Alice

Cristina Treppo

Mi sono messa il piccolo cappotto di una bambina. Mi entra, ma ci sto a malapena, mi scalda, ma non proprio. Le maniche sono corte, le spalle strette. Essere dentro qualcosa che ti ha vestito e che ora a stento ti contiene, stringendoti. Il mio corpo ha esplorato le conseguenze del tempo, sperimentando l’ingigantire nella casa di Alice. Così ho esplorato altre case. Stanze meravigliosamente vuote con soffitti intonacati di bianco e di rosa, stratificazioni di colore che si sono mischiate a polvere e muschio. Carte da parati con disegni caleidoscopici e macchie azzurre di muffa. Tutto continuamente in divenire, in balia della progressione del residuo organico, del rifiorire di presenze biologiche. Gli oggetti allo stesso modo conservano e trasportano tracce. Modificarli, assemblarli, costringerli in posizioni non loro è il processo intermedio tra desiderare di congelarli e tentare di scaldarli. E’ il mio modo di far indossare loro il cappottino. Trovo interessante quello che resta, dopo essersi liberato della necessità di venire usato per qualcosa. Le mappe del reale non mi servono a reperire ricordi, presenze, vite, ma a documentare l’inarrestabile modificazione e sostituzione della materia, l’evoluzione strutturale inevitabile, l’incessante catastrofe e lo spettacolo del disordine. Volendo, forse, attraverso questa sorta di catalogazione, riordinare e rassettare la casa. At Alice’s home

Cristina Treppo

I wore the little girl’s coat. It fits me, but just about; it keeps me warm, but not really. The sleeves are short, and it’s tight over the shoulders. To be inside something that dressed you and that hardly contains you now, and clasps you tightly. My body has explored the consequences of time, experimenting gigantism at Alice’s home. Thus, I explored other homes. Rooms marvellously empty, with ceilings plastered in white and pink, with stratifications of colours that have absorbed dust and mould. Wall paper with kaleidoscopic patterns and blue mould dots. All constantly becoming, at the mercy of the progression of organic residue, of the reappearance of biological presences. In the same way, objects conserve and transport traces. To modify them, to assemble them, to force them into positions that are not theirs is the intermediate process between the desire to freeze them and to attempt to warm them. It is my way to make them wear their little coat. I find interesting what remains after having been freed from the necessity to be used for something. I don’t need the maps of the real to find memories, presences, lives, I need them to document the unstoppable mutation and replacement of material, inevitable structural evolution, incessant catastrophes and the spectacle of disorder. Wishing, maybe, through this sort of cataloguing, to put some order and clean up the house.

Luce#7, stampa lightjet su d-bond / Light#7, lightjet print on d-bond, 105x84,4 cm, 2006

Nelle pagine precedenti: Luce#8, stampa lightjet su d-bond / previous pages: Light#8, lightjet print on d-bond, 105x84,4 cm, 2006 Luce#6, stampa lightjet su d-bond / Light#6, lightjet print on d-bond, 105x84,4 cm, 2006 Inclusion, sgabello, lampadario, cera / stool, chandelier, wax, 71x42x43 cm, 2008

Without Guilt, peltro, terracotta, vernice, comodino / pewter, earthenware, paint, bedside table, 83x60x71 cm, 2007

Nelle pagine precedenti: The Consequences of Time#67, stampa lightjet su d-bond / previous pages: The Consequences of Time#67, lightjet print on d-bond, 120x156,5 cm, 2008

Mould, stampa lightjet / lightjet print, 15 x 20 cm, 2008

Connection, particolare / detail

Connection, veduta dell’installazione, lattiere, zuccheriere, ricamo a uncinetto, dimensioni variabili / installation view, sugar bowls, milk jugs, crochet work, variable dimensions, 2008

Vertical#1, vestiti, vetro / clothes, glass, 250x30x27 cm, 2007 Honey, poltroncine da camera, cera al miele, legno / bedroom chairs, honey wax, wood, 150x74x120 cm, 2008

The Consequences of Time#50, stampa lightjet su alluminio / lightjet print on alluminium, 40x30 cm, 2008

Kid's Bed, letto, rete / bed, net, 130x130x43 cm, 2007

Room#1 tappeti, sedia, sottoveste, gesso / carpets, chair, petticoat, plaster, 159x127x79 cm, 2008

CRISTINA TREPPO MOSTRE COLLETTIVE SELEZIONATE/ SELECTED COLLECTIVE EXHIBITION Dopo un periodo trascorso a Berlino (1999) e un workshop con si laurea in Pittura al- 2008 l’Accademia di Belle Arti di Venezia specializzandosi Devozioni domestiche, a cura di Riccardo Caldura, in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo. Dal 2007 Galleria Contemporaneo, Venezia Mestre fa parte di CREAM (Creativity and Research in Arts and Media). Vive e lavora a . Collettiva Premio Internazionale Arte Laguna (artisti menzionati sezione fotografia), a cura di After a work experience in Berlin and a workshop Carlo Sala, Istituto Romeno di Cultura e Ricerca with Luciano Fabro, she graduated in Painting at the Umanistica, Venezia Accademia di Belle Arti in , with a specialization in Visual and Performing Arts. Since 2007 is member Collettiva Premio Internazionale Arte Laguna (se- of CREAM (Creativity and Research in Arts and zione scultura), a cura di Igor Zanti, Fondazione Be- Media). Lives and works in Udine. netton Studi Ricerche – Spazio Bomben per la Cultura, Treviso PREMI/PRIZES Contemporanea. L’arte a Venezia per Emergency, a cura di Elena Lazzaroni, San Marco Casa d’Aste, 2008 – 3. Premio Internazionale Arte Laguna (Fina- Palazzo Giovanelli, Venezia lista sezione scultura), Fondazione Benetton Studi CREAM on Madness, nell’ambito di Open11. Inter- Ricerche – Spazio Bomben per la Cultura, Treviso nazional Exhibition of and Installations, 2008 – 3. Premio Internazionale Arte Laguna (Men- a cura di Gloria Vallese, , Edward zione speciale sezione fotografia), Istituto Romeno Rubin, Anna Caterina Bellati, Isola di San Servolo, di Cultura e Ricerca Umanistica, Venezia Venezia 2006 - Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro – Manifesti d’artista, Public Art Project, a cura di International Competition for Young Sculptors Maria Campitelli e Gruppo 78, via Fabio Severo (Finalista), Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano angolo Foro Ulpiano, Trieste 2005 e 2004 - Premio Arte/Cairo Communication L’anima e il corpo due abiti dell’uomo, a cura di (Finalista sezione fotografia), Palazzo della Perma- Maria Campitelli e Gruppo 78, Serra di Villa Rivol- nente, Milano tella, Trieste Libro (di sé)-9. International Exhibition of Artist Book, a cura di Stefania Missio, Biblioteca Casana- MOSTRE PERSONALI SELEZIONATE/ tense, Roma SELECTED SOLO EXHIBITIONS 2007 2008 - The Consequences of Time, a cura di Martina Open 10. Internazional Exhibition of Sculptures and Cavallarin, Galleria Michela Rizzo, Palazzo Palumbo Installations, a cura di , , Venezia De Grandis, Gloria Vallese, , Chang 2007 - Naturale/Artificiale, a cura di Galleria Radar Tsong-Zung, Venezia Lido Arte Contemporanea, Interno 31, Venezia Mestre Roseto dialettico, fenomenologia di un fiore, a cura 2006 - Paesaggi/Landscapes, a cura di Gloria Vallese di Maria Luisa Trevisan, Barchessa di Villa Donà e Giuseppe Ulian, Spazio Eventi Libreria Monda- delle Rose, Mirano (Venezia) dori, Venezia 2006 2005 - Fioriture artificiali, a cura di Giuseppe Ulian, Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro - Internatio- Microspazio, Libreria Mondadori, Venezia nal Competition for Young Sculptors, a cura di Cosme de Barañano, Sokari Douglas Camp, Susan Ferleger Brades, Tom L. Freudenheim, Hou Hanru, Arturo Carlo Quintavalle, Arnaldo Pomodoro, Fon- dazione Arnaldo Pomodoro, Milano Open 9. Internazional Exhibition of Sculptures and Installations, a cura di Paolo De Grandis, Gloria Vallese, Vincenzo Sanfo, Chang Tsong-Zung, Venezia Lido Fuori Luogo/Out of Place, a cura di Stefania CATALOGHI/CATALOGUES Missio, Biblioteca Casanatense, Roma; Centro Pecci, Prato; Museo Morandi, Bologna; Biblio- - Riccardo Caldura (a cura di), Devozioni dome- teca Bertoliana, Vicenza; MART, Rovereto stiche, Il Poligrafo, Padova, 2008. Rabbit & House. 4th International Artist Book - Anna Caterina Bellati, Paolo De Grandis, Edward Triennal, a cura di Kestutis Vasiliunas, Arka Rubin, Gloria Vallese (a cura di), Open 11. Esposi- Gallery, Vilnius, Lithuania; Book Fair, Leipzig, zione Internazionale di Sculture e Installazioni, Germany; International Book Arts Fair, Seoul, Edizioni Arte Communications e Bellati, Venezia South Korea Lido 2008, pp. 108–118–119–134–135. Female Aspects of Creation: Debora Hirsch and - Glora Vallese (a cura di), CREAM on Madness: Cristina Treppo, a cura di Maria Luisa Trevisan, Straitjackets, Verona 2008. Galleria Radar Arte Contemporanea, Venezia Mestre - Carlo Sala (a cura di), Premio Arte Laguna 2008. Fotografia, Mogliano Veneto 2008, pp. 82. Tangenze arte moda, a cura di Gloria Vallese, Villa Vecelli Cavriani, Verona - Igor Zanti (a cura di), Premio Arte Laguna 2008. Scultura, Mogliano Veneto 2008, pp. 64. 2005 - Elena Lazzaroni, Contemporanea. L’arte a Venezia Atelier Aperti Work in Progress, 51. Biennale di per Emergency, San Marco Casa d’Aste, Venezia Venezia (Evento Speciale), a cura di Gloria Vallese 2008. e Paolo De Grandis, Fondaco Marcello, Venezia - Achille Bonito Oliva, Paolo De Grandis, Alanna Atelier Aperti, 51. Biennale di Venezia (Evento Heiss, Gloria Vallese, Chang Tsong-Zung (a cura collaterale), a cura di Gloria Vallese, Accademia di), Open 10. Esposizione Internazionale di Scul- di Belle Arti, Venezia ture e Installazioni, Edizioni Arte Communications, Venezia Lido 2007, pp. 78-79-143. Controluce, 51. Biennale di Venezia (Evento collaterale), a cura di Saverio Simi de Burgis, - Kosme de Barañano, Susan Ferleger Brades, Padiglione Italia, Giardini della Biennale, Venezia Sokari Douglas Camp, Tom L. Freudenheim, Hou Hanru, Arnaldo Pomodoro, Arturo Carlo Quinta- Premio Arte/Cairo Communication (sezione valle (a cura di), Premio Fondazione Arnaldo Po- fotografia), a cura di Maurizio Sciaccaluga, Pa- modoro. Premio Internazionale per Giovani lazzo della Permanente, Milano Scultori, Edizioni Fondazione Arnaldo Pomodoro, Atelier Aperti/Dancing with the Elements, a Milano 2006, pp. 78-79. cura di Gloria Vallese, Centro direzionale E.33, - Saverio Simi de Burgis (a cura di), Controluce. Verona Evento Collaterale della Biennale di Venezia-51. 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ARTICOLI/ARTICLES

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