06LIB07A0612 06LIB05A0612 FLOWPAGE ZALLCALL 12 20:34:06 12/12/98 l’Unità DA SENTIRE 7 Lunedì 13 dicembre 1999

Interzone ◆ De Gli Antoni, Bastien Di rado ho ascoltato una fusione così aggeggi sulla superficie di vecchi vi- originale di strumenti dal vivo e nili e costringendo la puntina a per- campionamenti, riuniti all’insegna corsi obbligati e imprevedibili, ha di un comporre elettro/acustico che, dietro una tradizione longeva, che va Questo piccolo mondo moderno nonostante l’eterogeneità delle fonti, dagli orologimusicalisettecenteschi, si scrolla di dosso quella coperta fra- ai futuristi, a John Cage, ai vari in- tempo stesso,civieneincontrolegge- chio Tzadik e appartiene pertanto al- opera di un musicista che nei «Soul diciachiamata«contaminazione». ventori di strumenti checostellanole GIORDANO MONTECCHI ra, con il sorriso sulle labbra. Speri- la corte di re Zorn. Ma De Gli Anto- Coughing» si è guadagnato fama di Comune a Mark Degli Antoni e periferiedellamusicamoderna. mentazione dal volto umano? Musi- ni, 37 anni, viene da San Francisco e maestro del campionamento, ma le Pierre Bastien è anche il senso di I sei pezzi di «Musiques Paralloï- oul Coughing, Rough Assem- ca leggera d’avanguardia? Uhm! al vetriolo radical-jewish sembra cui geometrie trasparenti ripudiano provvisorietà: episodi felici lungo un dres»sonovariazionisultemadiuno blage, Nu Creative Methods, Già sento i mugugni di chi pensa che preferireungustopiùludico,concre- allegramente quel gusto per l’accu- percorso di cui non si sa bene la meta. o più giradischi che, trascinandosi S Effectifs du profil. Questi nomi rompere i codici comportiautomati- tizzato in miniaturesurreali(17pez- mulo incontrollato così tipico delle Ancor più esile, quasi indifeso, è in- dietro il loro brusìo piezoelettrico, dicono qualcosa? A qualcuno forse camente altre rompiture; di chi ritie- zi per 35 minuti di musica), in bilico musiche post-qualcosa. Qualche fatti il risultato sonoro di «Musiques marcianoesiinceppanoregolarmen- sì, maallagranpartedinoi,penso di- ne che se non è traumatica non è vera fra intimismo vagamente stravolto, concessione alla trovata gratuita (i Paralloïdres», edito dalla Lowlands, te, senza posa, mentre il burattinaio Mark De Gli cano assai poco. Si tratta dei gruppi trasgressione e che la monelleria in- rumorismo ben controllato e trip- glissandi dellavoce trattata in «They piccola etichetta belga distribuita in Pierre soffia dentro la sua pocket- Antoni al cui interno si sono formatiartisti- dolore lascisolotracceinsignificanti. hop caricaturale. Ciò che si apprezza Wave», ad esempio), qualche eccesso Italia da Materiali Sonori. Eppure trumpet i suoi motivetti improvvisa- Horse Tricks camente due musicisti molto speciali Sarà, ma questi due monelli produ- di più (e che, dietro la facciata popu- onirico-circense, certi stilemi mu- Bastien, mago dei giocattoli sonori, ti e swinganti. Ilrisultato è una paro- Tzadik come Mark De Gli Antoni e Pierre cono musica che, per il momento, so- lar, sembra tradire l’impronta del tuati un po‘ troppo apertamente ora complice di Pascal Comelade, cofon- dia squisita che prende di mira pro- Bastien,americanoilprimo,francese prendeediverte. compositore formatosi alla Manhat- dal brit-pop ora dallo Zorn di «Spil- datore negli anniSettanta del favo- prio latecnologia e il campionamen- Pierre Bastien il secondo, diversi fra loro come l’ac- Il nome di Mark De Gli Antoni tan School of Music) è la sobrietà lu- lane» o dei «Film Works», non can- leggiato duo «Nu Creative Me- to, riprodotta qui con fantasiosità da Musiques qua e il vino; eppure in qualche modo circola da tempo nei locali newyorke- cida di una scrittura sicura di sé (vo- cellano la sintetica e indefinibile thods», quando gioca col suo «Meca- Robinson Crusoe. Delicatissimo, ti- Paralloïdres - stando alla musica di questi due al- si di musica radicale e fa capolino in ci, tastiere, basso, batteria, fra cui schiettezza di quadretti come il goffo nium», un meccano musicale che mido quanto brillante, ne esce un Lowlands bum - parenti. Sia «Horse Tricks», alcuni deidischichenehannodiffuso spiccaAntonyColeman),ildosaggio caracollare di «Jigaboo», il groove utilizzamotoriemarchingegniauto- gioiellinodiingegneristicamusicale, sia«MusiquesParalloïdres»raccon- il gusto acre e iconoclasta. «Horse dellatecnologiaelaconcisioneavolte grossolano di «Chundo», oppure la costruiti, oppure, come in questo cd, pieno di memorie, di humour sottile, tano l’esperienza di una musica vo- Tricks» - uno slang che racchiude co- quasiaforisticadeipezzi. poesia stranita di «Hong Kong», o le aziona i suoi «giradischi preparati», di nostalgicoaffetto perquestonostro tata alla sperimentazione ma che, al lorite allusioni sessuali - reca il mar- Poche cose ma ben congegnate, ad trame cristalline di «Niff the Lien». applicando striscie di metallo o altri piccolomondomoderno.

Giovanissimi, imberbi: i seguaci italiani del grande musicista americano hanno tredici anni, lo venerano e suonano le sue canzoni All’alchimia musicale del «Guitar hero» è dedicato un libro scritto a più mani che ne ripercorre vita e opere e del quale anticipiamo in questa pagina un brano

è chi a tredici anni sogna i Pergentileconcessionedell’edito- prio all’inizio non digerivo, come una terapeutica medici- capelli biondi di Christi- re, pubblichiamo uno stralcio del na. (...) Una delle incomprensioni: il suo amore accanito, C’ na Aguilera e pensa sia forever lungo saggio di Riccardo Berton- ma forse sarebbe meglio dire «la fissazione», per quello che trasgressivo ascoltare la Morisset- celli tratto dallibro «Frank Zappa lui definiva «antropologia sociale». Decine e decine di pa- te,o magari collezionaisingolidei Domani» che sarà a fine mese nel- gine, e canzoni, dedicate all’infinita tipologia degli stupidi Backstreet Boys, e si sente alterna- Il genio e tutti i suoi nipoti lelibrerie. o dei fuori zucca di questi anni e di questa America (...)E tivo se va al concerto dei Cranber- ancora, ma qui proprio mi batto il petto, mea culpa mea RICCARDO BERTONCELLI ries. E poi ci sono gli Ossi Duri. Si ALBA SOLARO culpa mea maxima culpa: la musica orchestrale. Zappa era chiamano così, arrivano da Tori- un musicista coltissimo, anche senza darlo a vedere, ma no, il più grande ha sedici anni, il onosco Frank Zappa da tren- per anni fu equivocato come un «parvenu» che dalla musi- più piccolo ne ha dodici anni, e la t’anni (...) Ho tutti i suoi dischi, ca rock emigrava, con la bacchetta in mano, verso musiche loro più grande passione si chia- C in tre copie, lo sciagurato me li più «alte» alla ricerca di un riconoscimento e di una giusti- ma Frank Zappa. Ora, negli anni ha fatti comprare in vinile, rimissati in ficazione. Che errore colossale, e stupido. Anche qui aveva Settanta non era difficile per un cofanetto e poi in Cd. Ho ascoltato ragione lui: ed è bellissimo, io lo trovo un risarcimento del tredicenne «scoprire» Zappa; il migliaia di ore sue, compresi certi destino, che abbia chiuso la sua carriera con una splendida rock offriva le sue mercanzie mi- bootleg da «take away» cinese, tanto il opera orchestrale finalmente come voleva, concludendo un gliori, all’epoca, e il baffuto chitar- vinile friggeva. Ho letto i suoi testi, ho inseguimento durato quarant’anni - era poco più di un ra- rista italoamericano era come un tradotto la sua «Autobiografia». Ma se gazzo quando aveva scritto la sua prima partitura sinfoni- bel peperoncino rosso, roba pic- mi chiedete di spiegarvi in poche pa- ca, e sembrava una stranezza mentre era molto semplice- cante, roba intelligente, provoca- role, precisamente, chi è Frank Zappa, mente la sua musica. toriaebeffarda. mi riesce difficile, mi vengono i dub- Ecco, Zappa è questo nodo intricato e colorato, e non va- Ma cos’è che può avvicinare un bi. Mi viene da dirvi che è un mondo le scioglierlo. Prendere o lasciare. E nel «prendere» ci sono tredicenne d’oggi alla musica di così vasto, anzi, un Universo (...) cose straordinarie: la sua indipendenza di giudizio, fuori Zappa, diventata ormai un culto Se me l’aveste fatta venticinque an- da ogni convenzione o moda, la sua autonomia, l’originali- celebrato da un’elite di rockofili, ni fa la stessa domanda, invece, sarei tà che lo accomuna ad altri isolati visionari del Novecento spumeggianti per quanto avanti stato sicuro e baldanzoso. Lo sapevo americano - Harry Partch, John Cage, Sun Ra, Ornette Co- con l’età? La risposta in realtà è fra bene chi era Frank Zappa, credevo di leman. Non sono quelli che vendono i dischi o che appaio- le più banali. Sono i genitori. Se- saperlo e, se devo dire la verità, lo no spesso in tv ma sono quelli che vedono in lungo e han- guaci zappiani che hanno pensato avevo capito addirittura prima di no i pensieri più forti, e sono loro che spostano l’asse di ro- bene di trasmettere le loro passio- ascoltare una sola nota. (...) tazione della musica, anche se non ce ne accorgiamo subi- ni alla prole. Così è andata anche Quel che ho capito di sicuro è che to. Non sono i Ricky Martin o i Chemical Brothers, e nean- per gli Ossi Duri, che sono in cin- Zappa va preso nella sua complessità, che i Rem o gli U2. que, e tre di lorosono fratelli: Mar- e va seguito per le sue strade, non le Ma una cosa ancora, ultima, giuro, lasciatemela dire su tin (13 anni, voce e chitarra), Ru- nostre, anche incoerenti, anche fuori Frank Zappa. È stato un musicista divertente, ci tengo a ben (12 anni, percussioni) e Simo- pista, anche contraddittorie. Non c’è sottolineare e a sillabare questo termine, di-ver-ten-te. Ho ne (16 anni, basso) Bellavia. Il pa- uno Zappa buono e uno cattivo, uno sorriso, ho riso tanto con Frank Zappa, ho liberato quelle pà, Filippo Bellavia, è l’istigatore progressista e uno conservatore, uno bellissime energie di gioia e godimento che troppo spesso nonché il manager della band, gli cólto e uno ridanciano, come ci sem- la vita ci fa seppellire in fondo in fondo: con i suoi perso- altri del gruppo sono Alex Armu- brava di capire quando Uncle Meat e naggi buffi, con Ronny e Kenny e le loro colture nei pitali, schio (14 anni, tastiere) e Tiziano e Over-Nite con il bandito dell’Illinois armato di clistere, con il diavolo Di Sansa (16 anni, sax). Al buon Sensation no. C’è uno Zappa solo, che si mangia la ragazza e il boccale, «tette & birra». Ma Zappa sarebbero piaciute le loro «universale» come abbiamo detto, la anche con la musica: pensate al gas esilarante di «Peaches facce imberbi e l’aria sveglia, si sa- cui grandezza sta anche proprio nel- en Regalia», alle vocine accelerate di «Uncle Meat Varia- rebbe sicuramente intenerito a ve- l’aver mescolato linguaggi diversissi- tions», alle falsificazioni doo-wop tipo «Wowie Zowie» o derli muovere i primi passi nella mi e nell’aver praticato, senza soluzio- «I Have Been in You». Anche Zappa si divertiva. Io non di- musica all’epoca delle scuole ele- ne di continuità, e senza alto o basso, menticherò mai la sua ultima apparizione pubblica, a Fran- mentari, pestando duro sugli la ricerca musicale e l’umorismo da coforte, con l’Ensemble Modern, la sera del terzo concerto. strumenti e incidendo, già allora, cabaret, il rock heavy e l’antiquariato Era già molto malato, aveva sul viso i segni di una tremen- cover di Zappa come «Take your «Frankyou,thank!»,tributoitalia- Zappa domani», sottotitolo «Sus- doo-wop, accostando Stravinskij con le Supremes, le «Ioni- da sofferenza e i capelli tutti grigi e sfibrati. Si reggeva a fa- clothes off when you dance». C’è no a Zappa orchestrato da Emilia- sidiario ad uso delle scuole (me- sations» di Edgard Varèse e «» degli tica in piedi ma fu capace di partecipare a un pezzo di irre- tuttoun’album,gustosissimo,con no LiCastri, Ernesto De Pascale e no)elementari»,librocheusciràin Zeppelin. Questo Zappa è quello vero e ha passato la vita, sistibile humour come «Welcome to The United States», di- le loro cover zappiane, che si inti- Sergio Salaorni, con la complicità questi giorni da Castelvecchi: una con la cocciutaggine del suo sangue misto siculo-anglosas- rigendolo con un berrettuccio da bambino in testa. Questo tola «’Sta chitarra ammazzerà tua di fans e gruppi vari; dentro ci so- bella raccolta di scritti a cura di sone, a tirare avanti nonostante tutto, perché sapeva benis- divertimento ha segnato il mio spirito e la mia vita, e sono madre» (è un’autoproduzione, no 16 cover, da «I’m the slime» Gianfranco Salvatore, con contri- simo dove voleva arrivare. E in questa sua «lunga marcia» sicuro che molti di quelli che oggi sono qui possono dire la potete richiederla alla Ossi Duri della Macchina Ossuta, a «Ameri- buti di noti zappiani come Gior- è stato inflessibile e ci ha sempre detto: prendere o lasciare. stessa cosa. Possono dire quello che Jorge Luis Borges Management, telefono 011/ Frank Zappa ca drinks and goes home» della dano Montecchi e Franco Fabbri. Tutto insieme. Gli album storici e le esagerazioni chitarri- scrisse un giorno di Robert Stevenson, l’autore dell’«Isola 9947863), ed un’altro disco di can- Domani TankioBand. Per gentileconcessionedell’edito- stiche, le battaglie contro le case discografiche e i pasticci del tesoro», e qui faccio filotto perché con uno spago solo zoni originali, che viaggiano tra a cura di G. Agli Ossi Duri, a tutti gli incon- re pubblichiamo qui accanto uno da indipendente, le campagne per la libertà di manifesta- riesco a legare tre dei miei eroi preferiti. Borges scrisse: spirito zappiano e rock strafotten- Salvatore solabili figli di Zappa, a chi ha co- stralcio dello scritto di Riccardo zione del pensiero e certe proteste sociali da Uomo Qua- «Robert Stevenson è stato per me una delle forme della fe- te, dal titolo «Che Rocktura». Un Castelvecchi munque voglia di leggere qualco- Bertoncelli, significativamente in- lunque. Prendere o lasciare. licità umana». E io, devotamente, gli rubo la frase e la ap- piccolo saggio delle loro capacità pagine 256 sa di poco scontato sul vecchio titolato: «Zappa nel Duemila/ Per carità, chi può permettersi di lasciare un tipo così? plico senz’altro al nostro eroe amatissimo. «Frank Zappa è chiude, inoltre,ilprimovolumedi lire 18.000 Frank, è infine dedicato «Frank 2000».Buonviaggio. Così ho imparato a prendere anche i lati di Zappa che pro- stato per me una delle forme della felicità umana».