ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE

LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1A FASE

RELAZIONE

INDICE

1. PREMESSA ...... 4

2. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO, GEOLOGICO E IDROGRAFICO...... 8

2.1. Geomorfologia...... 8

2.2. Geologia...... 10

2.3. Idrografia...... 11

3. CENSIMENTO DEI POZZI E DEI PIEZOMETRI ...... 16

4. INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO ...... 17

4.1. Caratteristiche idrogeologiche generali...... 17

4.2. Substrato roccioso indifferenziato...... 17

4.3. Settore morenico...... 17

4.4. Alta pianura fluvioglaciale ...... 18

4.5. Carta idrogeologica (Tavola 3)...... 20

4.6. Struttura idrogeologica...... 21

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 1 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

4.7. Sezioni idrogeologiche...... 22

4.8. Caratteristiche degli acquiferi...... 24

5. VULNERABILITA' DELLE ACQUE SOTTERRANEE E CENTRI DI PERICOLO ...... 26

5.1. Vulnerabilità delle acque sotterranee...... 26

5.2. Centri di pericolo ...... 27

6. RETE DI MONITORAGGIO ...... 29

7. PIEZOMETRIA...... 30

7.1. Dati storici disponibili relativi alla falda principale ...... 30

7.2. Falda superficiale - Dati storici...... 35

7.3. Escursione piezometrica...... 38

7.4. Campagna piezometrica inverno 2014-15 ...... 41

8. QUALITA' DELLE ACQUE SOTTERRANEE - DATI STORICI...... 43

8.1. Premessa...... 43

8.2. Qualità delle acque captate dai pozzi ad uso acquedottistico...... 43

8.3. Zona a nord dell’abitato di (GE Power, Alghisi Zincature, Discarica Linea ambiente s.r.l. ex Cogeme) ...... 47

8.4. Zona -- (Ex cava Zendra, Stefana s.p.a., Cava Macogna Bernardina, Discarica ASO Siderurgica, Discarica Bettoni)...... 49

8.5. Zona Paderno -Passirano-Cazzago San Martino-- Ospitaletto (Ex Cava sorelle Vianelli, Discarica Coepa, Discarica Rossi Ugo, Franciacorta Immobiliare, La Vallosa, Zincature Industriali, Discarica RETI srl, Discarica A2A, Discarica Bettoni, Discarica Codenotti)...... 51

8.6. Zona Castegnato, Ospitaletto, Travagliato, (ex Ghial, Fonderie Gervasoni, Pianera, Pianerino, Cepav 2, Autostrade, Cotelli, Discarica Nuova beton, Immobiliare ai Chiostri) ...... 54

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 2 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

8.7. Zona Passirano-...... 60

9. QUALITA' DELLE ACQUE SOTTERRANEE - CAMPAGNA DI MONITORAGGIO INVERNO 2014-2015 ...... 61

9.1. Premessa...... 61

9.2. Zona a nord dell’abitato di Rovato ...... 63

9.3. Zona Cazzago San Martino-Ospitaletto-Travagliato ...... 63

9.4. Zona -Passirano-Cazzago San Martino-Castegnato- Ospitaletto...... 64

9.5. Zona Castegnato, Ospitaletto, Travagliato, Roncadelle...... 65

10. AREE CONTAMINATE DA SOTTOPORRE A SUCCESSIVA INDAGINE DI DETTAGLIO (FASE 2)...... 67

10.1. Individuazione delle aree da sottoporre a successiva indagine di dettaglio... 67

10.2. Zona Ospitaletto-Travagliato...... 68

10.3. Zona Ospitaletto-Castegnato ...... 71

10.4. Zona Paderno Franciacorta ...... 73

10.5. Zona Provaglio d’Iseo-Passirano-Monticelli Brusati...... 74

11. INFORMAZIONI BIBLIOGRAFICHE...... 76

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 3 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

1. PREMESSA

Su incarico della Provincia di Brescia (Determina Dirigenziale n° 426/2014) è in corso una serie di attività volte all’affinamento delle conoscenze sulla contaminazione delle acque sotterranee nell’Ovest bresciano, nell’ambito del Progetto regionale di intervento per la definizione dei plumes di contaminazione della falda (d.g.r. n. 3510 del 19.07.2012).

L’obiettivo principale del progetto è la definizione dei plumes di contaminazione e la ricerca dei focolai ancora attivi con la conseguente attivazione delle procedure amministrative previste dal d.lgs 152/2006 e smi.

L’area oggetto di studio è situata nell’alta pianura bresciana occidentale e comprende i seguenti comuni: Castegnato, Cazzago San Martino, Ospitaletto, Paderno Franciacorta, Passirano, Roncadelle, Rovato, Travagliato.

Si tratta di un territorio piuttosto esteso, interessato storicamente da una contaminazione diffusa di Composti organo alogenati e più localizzata di Cromo VI. Nell’area sono presenti, oltre ad aree con importanti concentrazioni di attività industriali ed artigianali, diverse discariche attive e cessate, alcune cave attive e cessate, siti contaminati ai sensi del D.lgs.152/2006, nonché siti di conferimento e trattamento rifiuti.

Il progetto è strutturato in tre fasi successive, in modo da consentire il progressivo affinamento delle attività previste con il procedere del lavoro, sulla base delle informazioni acquisite e dei risultati delle campagne di monitoraggio eseguite.

Il presente documento descrive i risultati della Prima Fase i cui obiettivi sono i seguenti:

 acquisizione ed organizzazione dei dati geologici, idrogeologici e idrochimici relativi all’area oggetto di studio;

 definizione di un modello idrogeologico e piezometrico unitario di tutta l’area in grado di inquadrare i risultati delle singole reti di monitoraggio chimico e piezometrico presenti in corrispondenza delle attività o dei siti;

 definizione di un modello concettuale preliminare di tutta l’area in grado di identificare il grado di contaminazione presente, le possibili sorgenti e le dinamiche di contaminazione;

 delimitazione delle aree contaminate da sottoporre a successiva indagine di dettaglio nella Fase 2.

La Prima Fase ha comportato le seguenti attività:

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 4 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

1. Acquisizione ed organizzazione dei dati geologici, idrogeologici e idrochimici. È stata raccolta tutta la documentazione relativa all’area oggetto di studio disponibile presso le amministrazioni pubbliche, gli enti (Regione, Provincia, ARPA, ASL, comuni) e i gestori degli acquedotti, in modo da acquisire sia le informazioni riguardanti la geologia, l’idrogeologia e l’idrochimica, sia i dati relativi a episodi di contaminazione di suolo, sottosuolo e acque sotterranee verificatisi in passato e/o in atto.

2. I dati acquisiti relativi a pozzi e a piezometri hanno consentito di implementare il database provinciale e di produrre un elenco pozzi e un elenco piezometri, per avere un quadro informativo sempre più dettagliato e capillare sul territorio.

3. Acquisizione dei dati relativi a centri di pericolo, quali: industrie a rischio di incidente rilevante, attività soggette ad AIA, discariche cessate e attive, cave cessate e attive, siti oggetto di procedimenti ai sensi della Parte Quarta, Titolo V del d.lgs. 152/2006, ecc..

4. Programmazione della 1a campagna di monitoraggio piezometrico e chimico che è stata effettuata da Arpa - Dipartimento di Brescia nel periodo novembre 2014 - febbraio 2015. Nell’ambito della Prima fase del lavoro è stato effettuato il censimento dei pozzi e dei piezometri presenti nel territorio oggetto dello studio al fine di definire una idonea rete di pozzi e piezometri di controllo piezometrico e idrochimico. In questa 1a campagna di monitoraggio Arpa ha effettuato analisi chimiche su un totale di n. 75 punti di indagine di cui n. 46 pozzi e n. 29 piezometri. Ha inoltre eseguito misure del livello piezometrico in n 47 pozzi/piezometri.

5. Rilievo topografico delle teste e georeferenziazione dei pozzi monitorati da Arpa e non ancora inseriti nella rete di monitoraggio.

6. Acquisizione di dati idrochimici e piezometrici rilevati nell’inverno 2014-15 su piezometri di diversi siti sottoposti a procedimento ai sensi del D,lgs 152/2006, cave e discariche, per un totale di altri n 25 piezometri.

7. Elaborazione del modello idrogeologico dell’area oggetto di studio sulla base dei dati idrogeologici reperiti al punto 1. L’elaborazione dei dati stratigrafici e piezometrici ha consentito di ricostruire la struttura del sistema idrogeologico e di definire i rapporti tra i diversi acquiferi presenti, tramite la predisposizione di sezioni idrogeologiche trasversali e longitudinali.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 5 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

8. Elaborazione dei dati piezometrici rilevati nella campagna di ARPA e redazione della Carta piezometrica.

9. Analisi ed elaborazione areale dei dati idrochimici rilevati nella campagna di ARPA e redazione di carte della distribuzione dei contaminanti ricercati.

10. Delimitazione delle aree contaminate da sottoporre a successiva indagine di dettaglio nella Fase 2.

11. Indicazione orientativa del numero, della localizzazione e delle caratteristiche tecniche dei nuovi piezometri da realizzare.

Per l’acquisizione dei dati geologici, idrogeologici e idrochimici di cui al punto 1), oltre agli studi di carattere generale riportati in bibliografia, è stata consultata/acquisita la seguente documentazione disponibile presso le amministrazioni pubbliche e gli enti (Regione, Provincia, ARPA, ASL, comuni) e i gestori degli acquedotti:

 Studi geologici per i PGT;

 Banca dati pozzi della Provincia di Brescia (TANGRAM);

 Piani di caratterizzazione e progetti di bonifica/MISE/MISO della falda;

 Piani, studi e progetti riguardanti le cave;

 Piani, studi e progetti riguardanti discariche;

 Elenco attività soggette ad AIA;

 Industrie a rischio di incidente rilevante (RIR);

 Monitoraggi e studi eseguiti da ARPA;

 Banca dati dei gestori degli acquedotti (AOB2, A2A);

 Analisi dei pozzi pubblici e privati.

ALLEGATI

TAVOLE

- TAV. 1 - CARTA DI INQUADRAMENTO MORFOLOGICO-PAESAGGISTICO - scala 1:25.000

- TAV. 2 - CARTA DELLA RETE IDROGRAFICA - scala 1:50.000

- TAV. 3 - CARTA IDROGEOLOGICA - scala 1:25.000

- TAV. 4 - SEZIONI IDROGEOLOGICHE - scala 1:25.000/1:1.000

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- TAV. 5 - CARTA DELLE ISOPIEZE DELLA FALDA PROFONDA - INVERNO 2014-2015 - scala 1:20.000

- TAV. 6 - CARTA DELLA DISTRIBUZIONE DI METALLI - scala 1:20.000

- Tav. 7 - CARTA DELLA DISTRIBUZIONE DEGLI ALIFATICI CLORURATI CANCEROGENI E NON E DEI COMPOSTO ORGANICI AROMATICI - scala 1:20.000

SCHEDE

- SCHEDE MONOGRAFICHE DEI POZZI QUOTATI

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 7 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

2. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO, GEOLOGICO E IDROGRAFICO

2.1. GEOMORFOLOGIA

L’area oggetto di studio comprende la porzione sud-orientale del sistema morenico sebino e un’ampia porzione dell’alta pianura bresciana occidentale che si sviluppa a valle dei rilievi collinari e montuosi che costituiscono il margine meridionale delle Prealpi Lombarde e dell’anfiteatro morenico sebino.

Per inquadrare il territorio oggetto di studio nel contesto geomorfologico è stata realizzata la CARTA DI INQUADRAMENTO MORFOLOGICO-PAESAGGISTICO in scala 1:25.000 (TAV.1).

Per la redazione di questo elaborato sono state utilizzate la Carta delle unità di paesaggio territoriali del Piano Paesistico della Provincia di Brescia (Ziliani, 1989) e la Carta dei suoli della Franciacorta (Minelli, 1997), integrate con i dati da noi raccolti in occasione della redazione degli studi geologici comunali nell’ambito del P.G.T. o del P.R.G. di Ospitaletto (2014), Travagliato (2010), Roncadelle (2010), Castegnato (2008), Rovato (2011), Paderno Franciacorta (2001), Passirano (1992), oltre che dei comuni limitrofi di (2009), (2009), Rodengo Saiano (2009), Provaglio di Iseo (2008) ed (2014).

A nord si riconoscono il sistema dei rilievi collinari delle Prealpi bresciane ed il sistema morenico sebino.

Appartengono ai rilievi collinari prevalentemente calcarei delle Prealpi bresciane le colline calcaree o calcareo-marnose mesozoiche e terziarie che delimitano l'orizzonte del territorio oggetto di studio verso nord-est: M. Valenzano, M. Delma, Dosso dei Cugni, i rilievi della Santissima, dei Camaldoli e della Madonna della Stella, il M. Peso, il M. Picastello e i deboli rilievi conglomeratici di Sale e di S.Anna. Come questi ultimi due rilievi, anche il Monte Orfano, che si eleva isolato nella pianura e che rappresenta il limite meridionale del sistema morenico sebino, è costituito da conglomerati di età miocenica.

Il territorio oggetto di studio si chiude a nord-ovest con i cordoni morenici a morfologia dolce del sistema morenico sebino. I rilievi glaciali che si affacciano verso la pianura sono quelli più esterni dell'anfiteatro morenico e quindi i più antichi (Pleistocene medio) e più erosi e alterati; si presentano infatti in forma di ampie ondulazioni della superficie topografica.

I deboli rilievi sono separati da vallette intermoreniche, scaricatori e piane a morfologia subpianeggiante o concava. Si tratta di depressioni nastriformi o di superfici subpianeggianti

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 8 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

per lo più prive di un sistema idrografico significativo che spesso corrispondono ai percorsi degli antichi scaricatori fluvioglaciali.

Ben più evidente dal punto di vista morfologico è il solco vallivo prodotto dal principale scaricatore del sistema morenico sebino, oggi percorso dal Fosso Longherone. Tale incisione si origina al confine tra Cortefranca e Provaglio d’Iseo (fuori carta) e, finchè si mantiene all'interno dell'anfiteatro morenico, si presenta fortemente depressa rispetto ai livelli di quest'ultimo. Allo sbocco in pianura il dislivello tra le superfici erose dal paleo-Longherone e quelle esterne al suo raggio di influenza diminuisce rapidamente. Le superfici del Paleo- Longherone sono sensibilmente ondulate.

Secondo Boni e Peloso (1982) verso la fine del Pleistocene, un sollevamento differenziale dell’area morenica sebina indusse il colatore del Lago di Iseo a fuoriuscire più ad occidente e ad incidere l’attuale percorso del fiume Oglio, abbandonando il vecchio alveo.

I depositi glaciali che costituiscono i rilievi morenici sono formati, in prevalenza, da diamicton al limite tra supporto clastico e di matrice, spesso sovraconsolidati, mentre i depositi fluvioglaciali, presenti nelle depressioni vallive, sono rappresentati prevalentemente da ghiaie; entrambi sono caratterizzati da depositi fini sommitali (coperture loessiche), pedogenizzati e variamente troncati dall’erosione.

Il territorio oggetto di studio si sviluppa per lo più sull’alta pianura fluvioglaciale costituita da ampie conoidi ciottolose-ghiaioso-sabbiose a morfologia subpianeggiante o leggermente convessa. Si tratta di superfici formatesi per colmamento alluvionale durante l'ultima glaciazione da parte dei torrenti alimentati dalle acque di fusione del ghiacciaio sebino. I depositi fluvioglaciali, collegati con le cerchie moreniche interne, più elevate e più recenti dell'anfiteatro, sono costituiti prevalentemente da ghiaie e sabbie con ciottoli. Sono presenti intercalazioni limoso-argillose o argillose, localmente con trovanti.

La maggior parte del materiale proveniva dallo scaricatore che ha prodotto il solco vallivo nel quale oggi scorre il Fosso Longherone; tale scaricatore ha infatti generato un ampio e piatto conoide che da Rovato si estende fino a Ospitaletto e a Castegnato. È ancora distinguibile una superficie leggermente depressa prodotta dall'azione erosiva più recente dello scaricatore fluvioglaciale. Il dislivello tra tale superficie e quelle esterne ad essa diminuisce allontanandosi dal sistema morenico e, nel territorio di Ospitaletto e Castegnato, è estremamente ridotto. I depositi sono molto grossolani e corrispondono a ghiaie con abbondanti ciottoli che in passato sono stati spostati al bordo dei campi formando le

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 9 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

caratteristiche "mosne", accumuli allungati di pietre, alti fino a 1 m, spesso colonizzati da robinia.

Verso sud si verifica il passaggio dai depositi fluvioglaciali prevalentemente grossolani tipici dell'alta pianura alle alluvioni fluvioglaciali e fluviali sabbioso-ghiaiose e sabbiose con intercalazioni limose ed argillose, caratteristiche della media pianura. Si riconosce un'area di transizione, grosso modo situata a valle della strada statale 235, tra e .

La media pianura (che non interessa il Lotto C), è caratterizzata dalla vicinanza della falda acquifera alla superficie topografica e dalla presenza dei fontanili. Si riconoscono diverse depressioni allungate legate all'emergenza dei fontanili, con falda subaffiorante. Le depressioni sono separate da superfici debolmente rilevate, a morfologia subpianeggiante o debolmente ondulata.

L’area oggetto di studio è delimitata verso est dalla piana alluvionale del fiume Mella all'interno della quale sono state riconosciute le aree che in tempi via via più recenti sono state influenzate dall'azione del F.Mella. La piana prosegue verso est con l’ampio e piatto conoide che il corso d’acqua ha depositato al suo sbocco in pianura su cui si è sviluppata la città di Brescia.

Tra l’alta pianura e la piana alluvionale del Mella si riconosce un'area debolmente depressa, nella quale hanno divagato i corsi d’acqua provenienti dai rilievi di Gussago- Cellatica-Rodengo Saiano, quali il T. Gandovere, il T. Canale e la Roggia Mandolossa, che hanno depositato materiali caratterizzati da granulometria prevalentemente fine o medio-fine. Sempre in quest’area sono presenti plaghe con coperture pedologiche fini e profonde.

2.2. GEOLOGIA

Lungo il margine pedealpino le formazioni rocciose che affiorano nel settore montuoso si approfondiscono bruscamente al di sotto dei depositi pliocenici-quaternari della pianura. L’evoluzione geologica della parte di pianura padana in esame è infatti collegata allo sviluppo delle avanfosse alpina e appenninica; questo grande bacino durante il Pliocene e parte del Pleistocene risulta corrispondere ad un golfo occupato da acque marine, interessato da un imponente fenomeno di sedimentazione, in presenza di un’accentuata subsidenza.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 10 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Gli studi stratigrafici effettuati con l’ausilio dei risultati dell’esplorazione petrolifera hanno messo in evidenza il carattere tendenzialmente regressivo della successione sedimentaria plio-pleistocenica padana; è infatti possibile individuare, al di sopra dei depositi torbiditici di mare profondo, le seguenti facies sedimentarie: scarpata, piattaforma esterna, litorale, deltizia/lagunare e fluviale (Regione Lombardia-Eni Divisione Agip, 2002).

Verso la fine del Pleistocene inferiore la regressione marina, favorita dal sollevamento dell’area alpina, determinò la formazione di sedimenti di tipo deltizio-lagunare, formati da depositi in prevalenza a granulometria fine contenenti orizzonti a granulometria grossolana.

Successivamente, durante le glaciazioni, i corsi d’acqua uscenti dalle fronti glaciali depositarono abbondanti materiali alluvionali. Nel corso del Pleistocene medio-superiore il bacino appare in gran parte colmato e divengono attivi i processi geomorfologici legati soprattutto alla rete idrografica. Negli intervalli interglaciali e soprattutto nel corso dell’ultima fase postglaciale si verifica il rapido colmamento delle aree esterne ai sistemi morenici con i depositi fluvioglaciali e fluviali. Le conoidi ciottoloso-ghiaioso-sabbiose dell’alta pianura passano gradualmente verso sud ai depositi fluviali con granulometria prevalentemente fine della media e bassa pianura.

Le unità geologiche affioranti nel territorio oggetto di studio sono esclusivamente di ambiente continentale e sono costituite da depositi glaciali, fluvioglaciali e fluviali di età compresa tra il Pleistocene e l’Olocene.

2.3. IDROGRAFIA

L'area oggetto di studio si trova nella porzione occidentale dell'alta pianura bresciana, compresa tra il F. Mella ad est e il F. Oglio ad ovest che rappresentano i principali elementi idrografici.

L'area, nella porzione nord-orientale, è attraversata da alcuni corsi d'acqua di importanza locale sempre appartenenti al Reticolo idrico principale di competenza regionale (Fosso Gandovere, Roggia Mandolossa, T. Laorna e Fosso Longherone).

I principali corsi d'acqua riferibili al reticolo idrico minore di competenza comunale sono rappresentai dal T. Canale, che alimenta la Roggia Mandolossa, e dal Fosso Carera che da Erbusco raggiunge il territorio di Rovato.

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La porzione centro-meridionale è attraversata dalla rete di canali irrigui che derivano le acque dal F. Oglio.

Il sistema idrografico è illustrato dalla CARTA DELLA RETE IDROGRAFICA in scala 1:50.000 (TAV.2).

F. Mella

Il F. Mella nasce lungo le pendici del Dosso Alto (2.064 m) e, dopo aver percorso la Valle Trompia, attraversa il territorio comunale di Brescia e scorre lungo il confine orientale del territorio comunale di Roncadelle, all’estremità orientale dell’area oggetto di studio. Dopo un percorso di 96 km dalle sorgenti entra nel fiume Oglio al confine tra (BS) e la provincia di Cremona.

Il F. Mella è arginato lungo tutto il tratto che interessa il di Roncadelle.

Roggia Mandolossa e Fosso Gandovere

Il Torrente Roggia Mandolossa ed il Fosso Gandovere ricevono le acque provenienti dal Torrente Gandovere che percorre la Valle di Ome, dal Torrente Canale che scorre nella Valle di Navezze (Gussago) e da altri piccoli torrenti che raccolgono le acque della fascia pedemontana situata tra la Val Trompia e l'anfiteatro morenico di Iseo.

Il T. Gandovere, dopo aver attraversato i territori di Ome e di Rodengo Saiano, giunto in corrispondenza della ex SS 510 si divide in due rami: uno attraversa la statale, scorre nel territorio di Castegnato ed entra in quello di Roncadelle con il nome di Fosso Gandovere; l'altro prosegue lungo la ex SS 510 fino alla Mandolossa, dove riceve l'apporto del T. Canale, ed entra nel territorio di Roncadelle con il nome di Roggia Mandolossa o Gandovere.

Torrente Laorna (o Livorna)

Il T. Laorna (o Livorna) si origina dal Torrente Valle del Rì in comune di Monticelli Brusati, entra in Comune di Passirano in località Camignone e scorre in adiacenza alla SS Sebina Orientale (ex SS 510) fino alla confluenza nel T. Gandovere in territorio di Gussago.

Fosso Longherone

Il Fosso Longherone si origina in territorio di . A sud di Borgonato scorre all'interno di una depressione morfologica tra i cordoni morenici che rappresenta il solco vallivo prodotto dal principale scaricatore fluvioglaciale dell'anfiteatro sebino. Tale incisione

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 12 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

finché si mantiene all'interno dell'anfiteatro morenico, si presenta fortemente depressa rispetto al territorio circostante. Allo sbocco in pianura il dislivello tra le superfici erose dal paleo-Longherone e quelle esterne al suo raggio di influenza diminuisce rapidamente.

Torrente Canale

Nasce a nord nella Valle di Navezze, presso la località Caricatore, dalla confluenza di due collettori secondari. Dopo aver percorso la Val Navezze ed attraversato l’abitato di Gussago, devia verso Est ed entra in Comune di Cellatica, per poi tornare ad interessare il Comune di Gussago tra la Badia e la Mandolossa. In quest'ultima località le sue acque alimentano la Roggia Mandolossa.

Fosso Carera

Il fosso Carera ha origine in comune di Erbusco, a sud dell'area di servizio Sebino Sud, e riceve le acque di 4 affluenti secondari. A sud dell'autostrada A4 piega verso est e scorre lungo il margine settentrionale del M. Orfano fino a raggiungere il territorio di Rovato dove si immette nella Seriola Fusia.

F. Oglio

Il Fiume Oglio si origina a quota 1375 m s.l.m. in località Pezzo, Comune di , dalla confluenza dei torrente Oglio Frigidolfo e Oglio Arcanello. Dopo aver attraversato la Valle Camonica, entra nel Lago di Iseo ed esce a Sarnico, dove è situata una diga di sbarramento che aumenta il volume di immagazzinamento del lago e di conseguenza consente l’azione regolatrice dei deflussi dell’Oglio.

A valle del Lago di Iseo, il F. Oglio è interessato da una serie di opere di presa che originano numerosi canali irrigui che assumono un andamento da ovest verso est e che sono principalmente rappresentati da:

- Seriola Fusia: deriva dal Fiume Oglio in Comune di , direttamente alla traversa che controlla il livello del lago e prosegue affiancata al Fiume stesso attraverso i Comuni di Paratico e . A Sud del ponte dell'Autostrada Milano- Venezia, la Roggia Fusia si porta in Comune di Palazzolo, ove per un primo tratto prosegue il proprio percorso parallelo al Fiume Oglio e all'altezza dell'insediamento Casenghini un partitore devia i 2/3 delle sue acque verso est, attraversando i comuni di Cologne e fino a Rovato dove si suddivide in canali minori.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 13 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

- Seriola Nuova di Chiari: si origina in comune di , dalle acque della Seriola Vedra o Vecchia, la più antica delle derivazioni bresciane del Fiume Oglio. La Seriola Nuova attraversa il territorio di Chiari, entra nelle campagne di Coccaglio e prosegue per Rovato, Cazzago San Martino e Ospitaletto, dove si divide, dando origine ad un ramo che si dirige verso sud, entrando in comune di Travagliato lungo via dei Mulini, ed ad un ramo che prosegue verso est entrando in comune di Castegnato, appena a monte dell'autostrada A4.

- Seriola Castrina: deriva le acque dal Fiume Oglio in comune di Pontoglio e, dopo aver attraversato i territori di Palazzolo, Pontoglio, Chiari, Coccaglio, Rovato, Cazzago S. Martino, Travagliato e Ospitaletto, in località i Mulini si divide in due rami (Seriola Castrina Molino e Seriola Castrina Mainetta) che solcano la porzione sud- orientale del territorio comunale di Ospitaletto.

- Seriola Travagliata: deriva dalla Roggia Trenzana che a sua volta trae le acque dall’Oglio in comune di Pontoglio. Scorre lungo il confine meridionale di Rovato e attraversa il territorio comunale di Travagliato da est verso ovest dando origine, in corrispondenza dell’abitato, a quattro derivazioni principali, due delle quali sono dirette verso sud e due verso sud-est.

- Vaso Baioncello: deriva le proprie acque dalla Roggia Castellana a mezzo partitore posto nell’abitato di ; la Roggia Castellana a sua volta deriva le proprie acque direttamente dal Fiume Oglio in Comune di Pontoglio. Procedendo verso est ttraversa i territori di , e fino a .

Nell'area oggetto di studio la rete idrografica è sempre in condizioni di alimentazione rispetto alle acque sotterranee, in quanto le acque superficiali forniscono un contributo a quelle sotterranee.

In figura 2.3.1 sono rappresentati schematicamente i possibili rapporti tra sistema superficiale e sotterraneo, dal U.S. Geological Survey.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 14 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Figura 2.3.1 – Possibili rapporti tra sistema superficiale

e sotterraneo.

A: sistema alimentante per contatto idraulico (sistema connesso), in cui il fiume cede acqua alla falda; B sistema drenante, in cui il fiume drena le acque della falda; C sistema alimentante con infiltrazione di acqua dal subalveo del fiume (sistema disconnesso).

Fonte: U.S. Geological Survey

Nel primo caso il sistema è alimentante per contatto idraulico diretto (sistema connesso) ed il fiume cede acqua alla falda; nel secondo caso, il sistema è drenante ed il fiume drena le acque della falda; nel terzo caso il sistema è sempre alimentante, ma a causa di una infiltrazione di acqua di subalveo del fiume (sistema disconnesso).

Nell’area oggetto di studio il terzo caso è il più diffuso in quanto la falda è generalmente situata ad una quota sensibilmente più bassa rispetto all’alveo del corso d’acqua. In queste condizioni si instaura una percolazione dall’alveo e dal subalveo del fiume.

Il terzo caso è la condizione idraulica più difficile da stimare quantitativamente, perché in un sistema disconnesso, se la porzione insatura che si determina al di sotto dell’alveo del fiume è limitata (indicativamente pochi metri) allora l’infiltrazione riesce a raggiungere la falda sottostante; se la zona non satura al di sotto dell’alveo è maggiore, indicativamente superiore a 5 m, la quantificazione richiede la valutazione dei tempi di infiltrazione in zone non satura, con stima di parametri propri di tale zona come il grado di saturazione e la conducibilità idraulica, e i quantitativi d’acqua infiltratisi potrebbero anche non raggiungere mai la falda.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 15 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

3. CENSIMENTO DEI POZZI E DEI PIEZOMETRI

Per la definizione del modello geologico ed idrogeologico del territorio interessato dallo studio si è proceduto alla raccolta dei dati disponibili presso gli archivi provinciali e comunali relativi a pozzi e piezometri esistenti.

Con la collaborazione del personale provinciale e degli uffici tecnici comunali è stato possibile reperire i dati relativi ai pozzi e ai piezometri inseriti nei seguenti archivi:

- Database dei pozzi "Tangram" (a cura di Università degli Studi di Milano-Bicocca);

- archivio provinciale dei pozzi soggetti a concessione di acque pubbliche;

- archivi provinciali e comunali dei siti sottoposti a procedimenti di caratterizzazione ambientale e/o di bonifica ai sensi del D.Lgs. 152/06 (Piani di caratterizzazione, Progetti di bonifica, MISE, MIMO);

- archivio provinciale delle discariche autorizzate;

- archivio provinciale degli Ambiti Territoriali Estrattivi;

- studi geologici comunali realizzati per la redazione dei PRG e dei PGT.

- Banche dati dei gestori degli acquedotti (AOB2, A2A).

Il procedimento di raccolta dati ha portato al censimento di oltre 400 punti tra pozzi e piezometri.

I dati sono stati organizzati in una database che oltre all'anagrafica del pozzo o del piezometro contiene le principali caratteristiche costruttive (vedi Tabelle 3.1 e 3.2).

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 16 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

4. INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO

4.1. CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE GENERALI

L’area oggetto di studio, situata a sud dei rilievi prealpini, interessa la porzione sud- orientale del sistema morenico sebino e una porzione di alta pianura fluvioglaciale (CARTA IDROGEOLOGICA - TAV. 3). All’interno di queste due aree si riconoscono strutture idrogeologiche del tutto differenti.

4.2. SUBSTRATO ROCCIOSO INDIFFERENZIATO

Le formazioni rocciose che affiorano sui rilievi prealpini e sul Monte Orfano si approfondiscono rapidamente al di sotto dei depositi alluvionali.

Si tratta, per quanto riguarda i rilievi prealpini, di depositi sedimentari calcarei che lungo la dorsale M. Valenzano-M. Delma (porzione N-E del territorio di Passirano) sono rappresentati dai litotipi del Calcare di che appartiene al Gruppo del Medolo.

Il Conglomerato di Monte Orfano costituisce l'ossatura dell'omonimo rilievo ed è caratterizzato da puddinghe poligeniche ben cementate ad elementi prevalentemente calcarei, con intercalazioni di livelli calcarenitici e marnosi.

Dal punto di vista idrogeologico tali depositi non costituiscono un interesse particolare in riferimento all'oggetto del presente studio.

4.3. SETTORE MORENICO

Nel settore morenico l’alternarsi di periodi glaciali e interglaciali ha portato alla sovrapposizione e interazione dei fenomeni di deposito e di erosione, per cui materiali sedimentati durante la fase glaciale vennero spesso erosi e rimaneggiati nella successiva fase interglaciale. Ne deriva una struttura idrogeologica piuttosto complessa, caratterizzata dall’alternarsi di livelli permeabili e di orizzonti a bassa permeabilità che presentano brusche variazioni laterali.

I depositi glaciali che costituiscono i rilievi morenici sono formati da ciottoli, ghiaie e sabbie immersi in una più o meno abbondante matrice limoso-sabbiosa; tali depositi

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 17 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

presentano una permeabilità variabile, ma complessivamente bassa. Possono ospitare falde freatiche, generalmente di bassa potenzialità, alimentate dalle precipitazioni, legate a condizioni morfologiche ed idrogeologiche locali. In corrispondenza dell'intersezione tra la superficie della falda e quella topografica si possono avere manifestazioni sorgentizie, caratterizzate da portate esigue, e fenomeni di alimentazione della rete idrografica che esercita un effetto drenante sulla falda superficiale.

I rilievi morenici presentano frequentemente depositi loessici di copertura caratterizzati da uno spessore variabile in relazione all’età, spessore che può essere dell’ordine di qualche metro sui cordoni più antichi. Tali depositi di copertura, costituiti da limi e sabbie, svolgono una funzione impermeabilizzante a protezione dell’acquifero.

I depositi fluvioglaciali e quelli alluvionali e di conoide, caratterizzati da permeabilità medio-alta, possono contenere falde freatiche, la cui potenzialità, generalmente piuttosto scarsa, varia comunque in relazione allo spessore dei depositi, alla loro permeabilità e ai processi di alimentazione.

In profondità nel settore morenico sono invece presenti acquiferi più continui e maggiormente produttivi, sede di falde confinate o semiconfinate, che sono in collegamento con gli acquiferi dell’alta pianura fluvioglaciale.

4.4. ALTA PIANURA FLUVIOGLACIALE

L’alta pianura fluvioglaciale è posta direttamente a sud del sistema morenico sebino ed è costituita, in superficie, da depositi generalmente molto permeabili.

Costituisce un’area di ricarica dell’acquifero indifferenziato e degli acquiferi della media pianura; l’alimentazione è dovuta ad apporti meteorici, dispersioni da subalveo da parte della rete idrica superficiale e dalle irrigazioni nel semestre aprile-settembre.

Nell’area in esame è possibile distinguere le seguenti unità idrogeologiche (Denti et alii, 1988), a partire dalla superficie:

Unità ghiaioso-sabbiosa: rappresentata da litologie prevalentemente grossolane ghiaioso-sabbiose, corrispondenti a depositi fluvioglaciali del Pleistocene superiore e fluviali dell’Olocene. I depositi presentano una struttura a grosse lenti contraddistinte da differente granulometria e contengono livelli ciottolosi e lenti sabbioso-limose. L’unità ghiaioso- sabbiosa presenta uno spessore variabile da circa 30-35 m nella zona occidentale, all’apice RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 18 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

delle conoidi ciottolose-ghiaioso-sabbiose prodotte dai torrenti fluvioglaciali del sistema morenico sebino, a circa 15-20 m nella zona orientale che corrisponde alla porzione distale delle conoidi stesse.

Nel territorio di Roncadelle e nella porzione orientale di quello di Castegnato nei primi 15- 20 m di sottosuolo i depositi ghiaioso-sabbiosi sono caratterizzati dalla presenza di abbondante matrice limoso-argillosa e/o di frequenti lenti limoso-argillose.

Unità a conglomerati: costituita da materiali conglomeratici, sabbiosi e arenacei con rare intercalazioni ghiaiose e argillose, riferibili al Pleistocene medio. Si rinviene nella fascia di pianura prossima ai rilievi prealpini (alta pianura), dove raggiunge spessori significativi (intorno a 100 m nel pozzo di Castegnato di via Risorgimento e nel pozzo pilota di Ospitaletto di C.na Simoni); procedendo verso sud e sud-est lo spessore dell’unità a conglomerati si riduce progressivamente e i depositi conglomeratici fanno transizione a sabbie e ghiaie con frequenti intercalazioni argillose, tipiche della media pianura.

L’unità ghiaioso-sabbiosa e l’unità a conglomerati precedentemente descritte corrispondono ai “gruppi acquiferi A e B” nel lavoro Regione Lombardia, Eni Divisione Agip (2002)- Geologia degli acquiferi Padani della Regione Lombardia a cura di C. Carcano e A. Piccin. S.EL.CA. (Firenze); la distinzione tra i gruppi acquiferi A e B non è facile a causa delle forti analogie litologiche che derivano dall’ambiente deposizionale piuttosto simile.

Unità Villafranchiana: costituita da argille ed argille limose grigie e grigio-azzurre con intercalazioni di torbe nerastre, inglobanti rare lenti sabbiose o ghiaioso-sabbiose, di origine sia continentale costiera che marina (parte basale), riferibili alla parte bassa del Pleistocene medio e al Pleistocene inferiore. Corrisponde al “gruppo acquifero C”.

L'orizzonte Villafranchiano compare con certezza solamente in alcune stratigrafie di pozzi posti nella porzione centro-orientale dell'area di studio a profondità prossime o superiori a 100 m da piano campagna.

Analizzando i pochi dati disponibili sembra di poter leggere nell'andamento delle quote del tetto dell’unità Villafranchiana la presenza di un'incisione (solco vallivo?) che ha eroso l’unità stessa con orientamento N-S, il cui allineamento è compatibile con la prosecuzione verso la pianura del principale scaricatore fluvioglaciale dell'anfiteatro sebino.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 19 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Figura 4.4.1 - Quota in m s.l.m. del tetto dell'Unità Villafranchiana e ipotesi di ricostruzione dell'andamento della superficie di separazione con la sovrastante Unità a conglomerati.

4.5. CARTA IDROGEOLOGICA (TAVOLA 3)

La CARTA IDROGEOLOGICA (Tav. 3) illustra le principali caratteristiche idrogeologiche dei depositi affioranti nell'area di studio.

Come si nota, la porzione settentrionale è impostata nei depositi glaciali che costituiscono l'anfiteatro morenico sebino, intervallati a depositi alluvionali degli scaricatori fluvioglaciali secondari. I rilievi morenici sono solcati dall'incisione del Paleo-Longherone, principale scaricatore fluvioglaciale del ghiacciaio sebino.

La porzione orientale è invece caratterizzata dal passaggio dai depositi fluvioglaciali dell'alta pianura a quelli più francamente fluviali riferibili alle alluvioni del F. Mella.

All’esterno della cerchia di Paderno, verso Rodengo Saiano, Boni e Cassinis (1973) individuano un tratto di pianura che correlano alle cerchie più antiche, riportato in Tavola 3.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 20 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Nel lavoro di Cremaschi (1987) e in quello di ERSAL (1999), al contrario, non sono distinti in questa zona tratti di pianura più antica.

I territori di Castegnato e Roncadelle e, in misura minore, di Rovato sono interessati dalla presenza in superficie di coperture fini limoso-argillose potenti fino ad alcuni metri al di sopra dei depositi fluvioglaciali.

È stata riprodotta anche l'area classificata a vulnerabilità alta o molto alta come risulta dalle cartografie del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Brescia.

Sono riportate, infine, le tracce delle sezioni idrogeologiche utilizzate per la ricostruzione del modello idrogeologico.

4.6. STRUTTURA IDROGEOLOGICA

Il modello idrogeologico dell'area di studio può essere suddiviso in due porzioni: una settentrionale che fa riferimento all'ambiente deposizionale più francamente glaciale dell'anfiteatro morenico sebino, e una centro-meridionale coincidente con i depositi riferibili al Livello Fondamentale della pianura di natura fluvioglaciale e fluviale.

Per quanto riguarda la porzione settentrionale, a causa delle modalità deposizionali tipiche dell'ambiente morenico, risulta più complesso individuare e correlare le unità idrogeologiche. L'alternanza che si rileva in superficie tra i depositi glaciali che formano i cordoni morenici (till di alloggiamento e/o indifferenziato) e le depressioni degli scaricatori fluvioglaciali (depositi alluvionali) rispecchia la complessità che questi corpi posseggono anche in profondità nel sottosuolo. A questa originaria maggiore complessità si associa una minore densità dei pozzi a causa della minore potenzialità delle falde e quindi un più ridotto livello di conoscenza del sottosuolo.

Il territorio riferibile all'alta pianura è caratterizzato dalla presenza in superficie di depositi essenzialmente ghiaioso-sabbiosi con intercalazioni lenticolari limoso-argillose di natura prevalentemente fluvioglaciale.

L'analisi dei dati stratigrafici ha consentito di ricostruire l'andamento in profondità delle unità idrogeologiche illustrate nel capitolo precedente.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 21 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Risulta sostanzialmente rispettata la struttura che prevede la successione delle tre principali unità idrogeologiche (unità Villafranchiana, Unità a conglomerati e Unità ghiaioso- sabbiosa) identificate in bibliografia e illustrate nel capitolo precedente.

4.7. SEZIONI IDROGEOLOGICHE

Per illustrare l'assetto idrogeologico del sottosuolo sono state realizzate n. 6 sezioni opportunamente posizionate sul territorio (Tav. 4 - Sezioni Idrogeologiche)

L'analisi dei dati ha evidenziato come l'assetto del sottosuolo sia caratterizzato in maniera ubiquitaria nell'area di studio dalla presenza di un primo orizzonte costituito dal materasso alluvionale di natura prevalentemente fluvioglaciale riferibile all'Unità ghiaioso-sabbiosa.

Questo orizzonte presenta spessori variabili da circa 30-35 m nella zona occidentale a circa 15-20 m in quella orientale.

I maggiori spessori, rilevati soprattutto in territorio di Rovato e di Travagliato, potrebbero essere messi in relazione con la presenza di una serie di canali che hanno trasportato depositi ghiaiosi e sabbiosi ed eroso in parte l'orizzonte argilloso che si rileva nella zona orientale a profondità mediamente tra 20 e 30 m.

Questi canali potrebbero essere riferiti ad un sistema di scaricatori fluvioglaciali dell'anfiteatro morenico dei quali attualmente si ha evidenza morfologica solamente in corrispondenza dei rilievi morenici e soprattutto nell'incisione del paleo-Longherone.

Al di sotto dell'orizzonte ghiaioso-sabbioso compare l'Unità a conglomerati che risulta caratterizzata da una buona distribuzione su tutta l'area tranne che nella porzione meridionale (vedi sezione A-A') dove i conglomerati tendono ad assottigliarsi fino a scomparire. Si osserva la persistenza discontinua dell'orizzonte conglomeratico solamente nella zona occidentale al confine tra Rovato e Cazzago San Martino.

Nel settore orientale dell'area di pianura, grosso modo al passaggio dall’unità ghiaioso- sabbiosa all’unità a conglomerati, si rinviene un orizzonte poco potente costituito da argille spesso ghiaiose o con ciottoli, di colore marrone, che potrebbe corrispondere ad un paleosuolo.

Questo orizzonte argilloso si ritrova a profondità variabili all’incirca tra 20 e 30 m da p.c. e presenta spessori massimi di 10-12 m e minimi che arrivano fino a 2-3 m.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 22 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Nel settore occidentale dell’area oggetto di studio il livello di paleosuolo non è stato ritrovato nelle stratigrafie dei pozzi osservate e presumibilmente risulta eroso ad opera degli scaricatori fluvioglaciali dell'anfiteatro sebino, il principale dei quali scorreva nell'incisione dove attualmente si trova l'alveo del Fosso Longherone

Il limite territoriale tra la porzione di territorio in cui compare con continuità l'orizzonte argilloso e quella in cui risulta assente assume un andamento meridiano, posizionato all'incirca lungo il confine comunale tra Rovato e Cazzago San Martino.

L'importanza nel modello idrogeologico della presenza o meno di tale livello costituito da terreni fini risiede nella possibilità che localmente, a causa del suo grado di permeabilità basso o nullo, possa sostenere una falda superficiale che localmente può acquisire carattere effimero, separata dalla falda principale del settore di pianura fluvioglaciale.

Figura 4.7.1 - Ricostruzione dell'andamento areale del primo orizzonte impermeabile o semipermeabile.

Inoltre questo livello a granulometria fine può svolgere un’importante funzione protettiva nei confronti della falda principale sottostante.

Osservando le stratigrafie dei pozzi e dei piezometri si può ipotizzare che tale orizzonte abbia una discreta continuità soprattutto tra i territori di Passirano, Castegnato, Ospitaletto, Travagliato e Roncadelle.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 23 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Procedendo verso sud tende ad approfondirsi, raggiungendo le profondità massime, pari a 30-35 m, in comune di Ospitaletto.

4.8. CARATTERISTICHE DEGLI ACQUIFERI

Come indicato nel paragrafo precedente, nel settore orientale dell’area oggetto di studio a profondità variabili all’incirca tra 20 e 30 m da p.c è presente un orizzonte argilloso-limoso che sostiene una falda superficiale di esigua potenzialità che localmente presenta carattere effimero.

Tale falda superficiale non è captata da nessun pozzo; le uniche informazioni derivano dai piezometri superficiali messi in opera nei siti monitorati.

L’unità ghiaioso-sabbiosa e l’unità conglomeratica contengono un’unica falda acquifera.

La presenza di orizzonti a minore permeabilità, costituiti sia da livelli a granulometria fine che da conglomerati compatti, determina un deflusso preferenziale dell'acqua nei litotipi più permeabili e di conseguenza una circolazione idrica sviluppata preferenzialmente in livelli sovrapposti.

Nell’unità conglomeratica la presenza di banchi o di lenti a minore permeabilità, costituiti da conglomerati compatti o da livelli argillosi, determina un locale confinamento della falda negli orizzonti più permeabili all’interno dei conglomerati stessi.

Su vasta scala gli acquiferi possono comunque essere tra loro intercomunicanti sia laddove i materiali che li separano presentano una permeabilità tale da consentire alle acque di passare da un sistema all'altro, sia in corrispondenza di pozzi o di piezometri mal realizzati.

Di conseguenza i livelli acquiferi contenuti nell'unità ghiaioso-sabbiosa e nell'unità conglomeratica possono essere ricondotti ad un'unica circolazione idrica sotterranea.

L'alimentazione dell'acquifero è dovuta all’infiltrazione delle acque meteoriche, alle dispersioni da subalveo da parte della rete idrica superficiale e, in misura significativa, dalle irrigazioni del semestre aprile-settembre.

I livelli ghiaioso-sabbiosi presenti all'interno dei depositi limoso-sabbiosi dell'unità Villafranchiana sono sede di falde confinate. Nell’area in esame gli unici pozzi che captano

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 24 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

falde contenute nell’unità Villafranchiana sono il pozzo di Via Risorgimento a Castegnato e il pozzo nuovo di Roncadelle situato presso il Parco del Cono Ottico.

Le falde contenute nell'acquifero villafranchiano presentano un chimismo nettamente differente rispetto a quelle contenute nell'unità ghiaioso-sabbiosa o conglomeratica sovrastante. Corrispondono infatti ad acque medio-minerali, abbastanza dure, il cui chimismo è caratterizzato dall’assenza di Nitrati e dalla presenza di Nitriti, Ferro e Manganese, parametri tipici di un ambiente riducente che si instaura in acquiferi scarsamente ossigenati che non comunicano direttamente con le falde acquifere superficiali o con i corsi d'acqua.

Si tratta quindi di un acquifero protetto nei confronti di possibili contaminazioni provenienti dalla superficie, come dimostrato dall’assenza di contaminazioni di tipo antropico (Cromo, composti organo-alogenati, antiparassitari, ecc.).

Dal punto di vista evolutivo tali acque costituiscono un’evoluzione delle acque tipiche delle zone di ricarica della pianura, dalle quali si differenziano per la diminuzione o addirittura scomparsa delle forme ioniche ossidate (Nitrati) a causa dell’abbassamento del potenziale redox che favorisce le forme solubili dei metalli Ferro e Manganese.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 25 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

5. VULNERABILITA' DELLE ACQUE SOTTERRANEE E CENTRI DI PERICOLO

5.1. VULNERABILITÀ DELLE ACQUE SOTTERRANEE

L’area di pianura oggetto di studio appartiene alla zona definita nel Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA) come area di ricarica degli acquiferi profondi in quanto caratterizzata dalla ricarica diretta delle acque sotterranee attraverso flussi idrici a dominante componente verticale che alimentano gli acquiferi a partire dalla superficie topografica.

Come illustrato nel capitolo precedente, infatti, l’area è situata in una zona caratterizzata da terreni permeabili potenti diverse decine di metri, che sono sede di una falda acquifera indifferenziata, soggetta a ricarica diretta da parte delle acque meteoriche e di irrigazione.

Più precisamente, nel settore orientale dell’area oggetto di studio (Figura 4.7) le stratigrafie dei pozzi indicano la presenza di un livello argilloso-limoso di spessore metrico, a profondità variabili all’incirca tra 20 e 30 m da p.c., in grado di sostenere una falda superficiale di esigua entità e di svolgere localmente una funzione protettiva nei confronti della falda principale sottostante.

In realtà in alcuni siti si riscontra una contaminazione della falda principale simile a quella della falda superficiale sovrastante che dimostra che il livello limoso-argilloso risulta interrotto o per cause naturali o per pozzi/piezometri mal realizzati che mettono in comunicazione i due acquiferi.

Nella porzione occidentale dell’area in esame tale livello argilloso-limoso non è stato ritrovato nelle stratigrafie dei pozzi e i depositi ghiaioso-sabbioso-conglomeratici raggiungono una potenza superiore a 100 m, senza presentare lenti o livelli a granulometria fine di importanza significativa in grado di attenuare l’infiltrazione del contaminante dalla superficie topografica.

Nell’ambito degli studi geologici per il Piano Territoriale della Provincia di Brescia è stata elaborata una carta della vulnerabilità delle acque sotterranee della pianura bresciana, riportata nella cartografia del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia. La valutazione del grado di vulnerabilità è stata effettuata utilizzando il sistema DRASTIC, proposto da Aller et Al., 1985 ed utilizzato dall'Epa (U.S. Environmental Protection Agency).

Sulla Carta idrogeologica allegata al presente lavoro (Tavola 3) sono riportate le aree che presentano un grado di vulnerabilità alto o molto alto; tali aree interessano la porzione sud-

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 26 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

orientale della zona oggetto di studio, soprattutto a causa dei valori di soggiacenza della falda minori rispetto alla zona nord-occidentale.

È del tutto evidente che la vulnerabilità intrinseca valutata con questo tipo di approccio consente di identificare le aree maggiormente esposte ad una contaminazione che proviene dalla superficie del suolo. In realtà nell’alta pianura bresciana comportamenti ancora ben presenti fino alla fine degli anni ’70 del secolo scorso hanno portato spesso al riempimento, in condizioni non controllate, di depressioni lasciate dall’attività estrattiva con rifiuti di diverso tipo, talvolta procedendo ad un sommario interramento. In tali situazioni, essendo stato asportato il suolo e la porzione di terreno non saturo, il grado di vulnerabilità delle acque sotterranee diventa molto elevato.

La valutazione del grado di vulnerabilità nel settore morenico risulta più complessa, soprattutto per la difficoltà di ricostruire le geometrie dei corpi acquiferi e dei setti semipermeabili o impermeabili data la penuria di dati stratigrafici e idraulici. Il grado di vulnerabilità risulta localmente molto variabile in relazione alle situazioni idrogeologiche e pedologiche; frequentemente la presenza di coperture limoso-argillose e di terreni meno permeabili determina un grado di vulnerabilità medio o medio-basso.

5.2. CENTRI DI PERICOLO

In questa prima fase del lavoro sono stati identificati, caratterizzati e georeferenziati una serie di potenziali centri di pericolo per quanto riguarda le sorgenti di inquinamento dei suoli e/o della falda.

Sono stati consultati diversi archivi utili alla raccolta dei suddetti dati:

- archivi provinciali e comunali dei siti sottoposti a procedimenti di caratterizzazione ambientale e/o di bonifica ai sensi del D.Lgs. 152/06 (Piani di caratterizzazione, Progetti di bonifica, MISE, MIMO);

- archivio provinciale delle discariche autorizzate e degli impianti dismessi;

- archivio provinciale degli Ambiti Territoriali Estrattivi;

- studi geologici comunali realizzati per la redazione dei PRG e dei PGT;

- fotografie aeree riferite a voli di anni diversi,

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 27 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

- "Programma operativo per la bonifica di alcune aree degradate dell'ovest bresciano" a cura di COGEME S.p.A. e Provincia di Brescia.

- Archivio provinciale, regionale e ministeriale dei siti sottoposti a procedura di AIA;

- Elenchi degli stabilimenti a Rischio d'Incidente Rilevante (RIR) di cui al D.Lgs. 334/99 e s.m.i., art. 6 e art. 8;

Questo lavoro di raccolta di dati ha consentito di compilare un database e una cartografia con la distribuzione dei potenziali centri di pericolo presenti all'interno dell'area di studio (vedi Tavola 5 - CARTA DELLE ISOPIEZE DELLA FALDA PRINCIPALE ).

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 28 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

6. RETE DI MONITORAGGIO

Per affinare le conoscenze dell'area sia dal punto di vista piezometrico, sia dal punto di vista idrochimico, è stata creata una rete di monitoraggio della falda attraverso la scelta di un numero adeguato di pozzi (50 pozzi) opportunamente distribuiti sul territorio in esame.

Il personale della Provincia si è quindi occupato di contattare i proprietari dei pozzi e di verificare la fattibilità delle operazioni di monitoraggio. A valle di tale verifica si è dovuto modificare l'elenco originario dei pozzi scelti, a causa di punti di presa non più accessibili e/o proprietari non contattabili.

Successivamente il personale dell’ARPA si è occupato delle operazioni di monitoraggio chimico e piezometrico. In questa fase sono emerse ulteriori difficoltà di accesso ad alcuni punti di presa per cui l'elenco definitivo dei pozzi monitorati ha previsto l'esecuzione di misure freatimetriche su n. 18 pozzi e di prelievi per analisi chimiche su n. 46 pozzi.

I pozzi nei quali è stato possibile effettuare la misurazione del livello della falda sono stati oggetto di rilievo topografico per consentire la ricostruzione della superficie piezometrica. Si allegano a fine relazione le schede monografiche dei pozzi oggetto di rilievo topografico.

ARPA nello stesso periodo ha effettuato una serie di misurazioni in piezometri di monitoraggio esistenti in alcuni dei principali siti oggetto di procedure ai sensi del D.Lgs. 152/06.

Questo ha consentito di estendere la rete di monitoraggio almeno per quanto riguarda il campionamento delle acque e le relative analisi chimiche.

Per quanto riguarda i dati piezometrici sono state riscontrate diverse difficoltà nel correlare i dati piezometrici tratti da misure effettuate rispettivamente nei pozzi e nei piezometri. Il motivo principale riguarda il fatto che alcuni piezometri sono stati realizzati con lo scopo di monitorare la falda superficiale presente nell'area orientale del territorio di pianura, mentre tutti i pozzi captano la falda principale.

Inoltre i pozzi sono stati oggetto di apposita quotatura dei punti di misura del livello piezometrico riferito a caposaldi IGM, mentre i piezometri spesso sono stati quotati all'interno dei singoli procedimenti in maniera non necessariamente uniforme tra un sito e l'altro.

Si riportano di seguito le tabelle con l'elenco dei pozzi e dei piezometri utilizzati per il monitoraggio piezometrico e idrochimico della falda nella campagna dell'inverno 2014-2015.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 29 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

7. PIEZOMETRIA

7.1. DATI STORICI DISPONIBILI RELATIVI ALLA FALDA PRINCIPALE

Le carte piezometriche a scala territoriale disponibili in bibliografia sono abbastanza concordi tra di loro nell’evidenziare un ruolo significativo nell’alimentazione delle acque sotterranee da parte del sistema morenico del Lago di Iseo, oltre che dai rilievi prealpini presenti a nord.

Figura 7.1.1 - Stralcio della Carta idrogeologica della Lombardia tratto da "Contributo per la Carta Idrogeologica della Lombardia" in Acque Sotterranee n. 4, 1986, Milano.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 30 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Figura 7.1.2 - Stralcio piezometria tratta da "Studio idrogeologico della Pianura Bresciana fra il F. Oglio e il F. Chiese" a cura di Denti E. et alii, 1988, Milano.

Figura 7.1.3 - Carta delle isopiezometriche tratta da "Caratterizzazione idrogeologica della Pianura Bresciana mediante l'uso di banche dati e sistemi informativi", Bonomi T. e Verro R. in Acque Sotterranee, n. 60, 1998, Milano.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 31 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Figura 7.1.4 - Stralcio tratto da: "Carta piezometrica (Luglio 2006)" a cura di ARPA-Dipartimento di Brescia in Monitoraggio dei corpi idrici sotterranei-Studio idrogeologico della Pianura Bresciana. Disegno non in scala.

In particolare sia la piezometria tratta dallo Studio idrogeologico della pianura Bresciana tra i fiumi Oglio e Chiese (Denti et alii, 1988), sia quella eseguita da Arpa nel luglio 2006 nell’ambito dello Studio idrogeologico della pianura Bresciana, rilevano un evidente asse di drenaggio tra Rovato ed Ospitaletto, in corrispondenza dello sbocco in pianura del Fosso

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 32 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Longherone, antico scaricatore glaciale del sistema morenico sebino che ha inciso le cerchie moreniche fino a Borgonato.

Anche la piezometria relativa all’ottobre 1996, elaborata da Bonomi e Verro (1998), individua un asse di drenaggio, seppure leggermente più spostato verso E.

Nell’area in esame sono inoltre disponibili a scala comunale le piezometrie eseguite per il comune di Ospitaletto (ottobre 1998), di Travagliato (aprile 2007) e di Roncadelle (maggio 1994, settembre 2013).

Per il comune di Ospitaletto è stata effettuata una campagna piezometrica nell’ottobre 1998, integrando le misure da noi eseguite nei pozzi privati con i dati piezometrici rilevati nei pozzi ad uso acquedottistico dal gestore (ASM) e con quelli rilevati nei piezometri di controllo della discarica Bosco Sella (Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT, Studio Geologia Ambiente, 2011) (Figura 7.1.5). La direzione di deflusso delle acque è da NNW verso SSE; nella porzione nord-orientale del territorio la piezometria è deformata per la presenza di pozzi in attività.

Figura 7.1.5 - Carta Idrogeologica tratta dallo studio della Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT di Ospitaletto. RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 33 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Per il comune di Travagliato è stata eseguita una campagna di misure piezometriche nell’aprile 2007 (Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT, Studio Geologia Ambiente, 2011) (Figura 7.1.6). Il deflusso delle acque sotterranee è diretto globalmente verso sud; nel settore occidentale del territorio comunale è diretto verso SSE, mentre nel settore nord-orientale è diretto verso SW. L’inarcamento delle isopieze è evidenziato anche nella piezometria rilevata nel luglio 2006 da Arpa di Brescia.

Figura 7.1.6 - Carta Idrogeologica tratta dallo studio della Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT di Travagliato.

Per il comune di Roncadelle la piezometria eseguita nel maggio 1994 nell’ambito dello Studio geologico del territorio comunale (L. Ziliani, 1994) prodotto per la revisione del P.R.G. indica una direzione di flusso da NW verso SE, mentre la piezometria rilevata nel settembre 2013 nell’ambito del Progetto preliminare del nuovo pozzo (Studio Geologia Ambiente, 2014)

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 34 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

mostra un inarcamento delle isopieze dovuto alla convergenza dell’alimentazione della falda proveniente dal bacino idrografico del Mella da NE e da quella proveniente da NW, dalla piana di alluvionamento fluvioglaciale legata all’anfiteatro morenico di Iseo.

Figura 7.1.7 - Carta piezometrica tratta da Relazione geologica per Progetto preliminare del nuovo pozzo, Studio Geologia Ambiente, 2014.

In conclusione i dati piezometrici disponibili mostrano che la direzione di deflusso delle acque sotterranee nell’Ovest bresciano è influenzata principalmente dalle acque provenienti dall’anfiteatro morenico di Iseo e dai rilievi prealpini; tuttavia nel settore più orientale la piezometria può risentire anche dell’alimentazione da parte del bacino del Fiume Mella, soprattutto a seguito di precipitazioni prolungate nel bacino della Valle Trompia.

7.2. FALDA SUPERFICIALE - DATI STORICI

I dati storici relativi alla falda superficiale sono reperibili sopratutto negli studi per la caratterizzazione dei siti inquinati nella fascia di territorio che da Passirano-Paderno Franciacorta si sviluppa fino a Castegnato e Roncadelle.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 35 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

I principali siti fonte di dati in merito sono, da nord, Ex Cava Vallosa, Ex Cava Sorelle Vianelli, Pianera, CEPAV 2 OS04-CT101, Pianerino, CEPAV 2 GA09-SL67 e Nuova Beton di Castegnato-Roncadelle.

Il livello piezometrico della falda superficiale è situato ad una quota superiore rispetto a quello della falda principale. Le due falde, sottoposte a diverso carico piezometrico, sono soggette al fenomeno della drenanza. Considerati i carichi piezometrici, la falda superficiale tende a drenare in quella più profonda.

Si ritiene che, al di là del fenomeno della drenanza, su vasta scala l’acquifero superficiale e quello ghiaioso sottostante siano comunque tra loro intercomunicanti in quanto è possibile che il livello argilloso-limoso che separa le due falde sia localmente interrotto e consenta alle acque di passare da un sistema all'altro; inoltre in corrispondenza di pozzi o di piezometri mal realizzati possono verificarsi infiltrazioni della falda superficiale in quella profonda.

Sito Ex Cava Vallosa

La falda superficiale è intercettata da n. 3 piezometri uno dei quali (Pz30SW) utilizzato per la MISE dal 2008. Nel maggio 2014 (Rapporto di monitoraggio delle acque sotterranee - Sessione di campionamento aprile 2014, a cura di NCE per il Comune di Passirano) la falda superficiale è stata rilevata nel solo Pz30N ad una profondità di 28.51 m da t.p., mentre il Pz30SE è risultato secco.

Di seguito si riporta lo storico delle misure registrate nel Pz30SW dal 2004 al 2012 come riportato nel "Rapporto di monitoraggio delle acque sotterranee - Sessione di campionamento 24-25/01/2012" a cura di AECOM S.r.l. per il Comune di Passirano.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 36 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Sito Ex Cava Sorelle Vianelli

Il sito è dotato di una batteria di n. 3 doppiette di piezometri di cui quelli superficiali presentano profondità tra 15 e 21 m da p.c. e intercettano la falda superficiale.

ARPA ha fornito i dati rilevati nel corso della campagna dell'inverno 2014-2015 (26 e 27 novembre 2014) che evidenziano una soggiacenza pari a 11.09 e 12.52 m rispettivamente nel PZ1A e nel PZ2A, mentre il PZ3A è risultato asciutto.

Analizzando i dati storici si evidenzia come già nella campagna di misure del settembre 2009 il PZ2A e il PZ3A erano risultati asciutti e non campionabili.

Sito Pianera-Pianerino

In quest'area è storicamente segnalata la presenza di una falda superficiale con andamento generalmente da NNW a SSE confermato da numerose campagne piezometriche realizzate nel corso degli anni. Di seguito si riporta una delle piezometrie di ARPA relative sia alla falda superficiale, sia a quella profonda.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 37 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Sito OS04-CT101

Nel sito sono installate n. 5 coppie di piezometri, due in comune di Ospitaletto e tre in comune di Castegnato.

I dati piezometrici disponibili, risalenti la 2013 (Progetto di bonifica a cura di HTR Bonifiche), indicano un andamento della falda superficiale da NNW a SSE con valori di quota del livello piezometrico tra 112.15 e 112.60 m s.l.m.

Le analisi chimiche effettuate nel corso degli anni indicano che la falda superficiale e quella profonda sono in comunicazione. Si sottolinea che i primi piezometri realizzati non avevano isolato la falda profonda da quella superficiale.

Sito GA09-SL67

All'interno del sito sono stati messi in opera n. 7 piezometri di controllo della falda superficiale. A seguito dei lavori i piezometri PZ1, PZ2 e PZ7 non sono più presenti. Il piezometro PZ6 si trova all’interno della recinzione autostradale, mentre i piezometri PZ3, PZ4 e PZ5 sono raggiungibili tramite stradello poderale a servizio della nuova linea ferroviaria.

La piezometria realizzata nel febbraio 2014 evidenzia un andamento globale della falda superficiale da NE verso SW con soggiacenza, variabile in base all'andamento della superficie topografica, tra 12 e 15 m da piano campagna.

Nuova Beton di Castegnato-Roncadelle

Si tratta di due siti contigui che ricadono sui territori di Castegnato e Roncadelle. Attualmente risultano installati n. 4 piezometri di controllo per ogni sito.

I dati piezometrici recuperati, che riguardano gli anni dal 2009 al 2012, evidenziano un andamento della falda superficiale da N a S con valori di quota del livello statico variabili tra 115 e 119 m s.l.m.

7.3. ESCURSIONE PIEZOMETRICA

Per valutare le possibili escursioni della falda sono stati esaminati i dati piezometrici, relativi ad alcuni pozzi e piezometri presenti nel territorio in esame, relativamente ad un periodo compreso tra Febbraio 2005 e Luglio 2013. RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 38 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

I pozzi e i piezometri presi in esame sono quelli che, dall'analisi dei dati storici disponibili, hanno evidenziato una maggiore quantità di dati relativi alle misure di livello statico e una significativa continuità temporale.

Per una migliore visualizzazione delle oscillazioni di ciascun pozzo e piezometro e dei loro rapporti reciproci sono stati riportati due grafici distinti (uno per i pozzi e uno per i piezometri).

Pozzi - Andamento altezze piezometriche (m s.l.m.)

124 123 Pozzo via Cavour - Castegnato Pozzo Fornace - Rovato 122 Pozzo S. Anna - Rovato 121 Pozzo Bornato - Cazzago Pozzo Brana - Paderno Franciacorta 120 119 118 117 .m.) 116 115 m s.l m 114

h ( 113 112 111 110 109

ott-05 ott-06 ott-07 ott-08 ott-09 ott-10 ott-11 ott-12 ott-13 dic-05 dic-06 dic-07 dic-08 dic-09 dic-10 dic-11 dic-12 dic-13 feb-05 giu-05 feb-06 giu-06 feb-07 giu-07 feb-08 giu-08 feb-09 giu-09 feb-10 giu-10 feb-11 giu-11 feb-12 giu-12 feb-13 giu-13 apr-05 apr-06 apr-07 apr-08 apr-09 apr-10 apr-11 apr-12 apr-13 ago-05 ago-06 ago-07 ago-08 ago-09 ago-10 ago-11 ago-12 ago-13 periodo di monitoraggio 2005-2013

Piezometri - Andamento altezze piezometriche (m s.l.m.) 121 120 Pz1-Aso Siderurgica-Travagliato 119 Pz2-Nuova Beton-Castegnato Pz valle-CoEPa-Paderno Franciacorta 118 117 116 115 .l.m 114 m sm .) 113 h ( 112 111 110 109

ott-05 ott-06 ott-07 ott-08 ott-09 ott-10 ott-11 ott-12 ott-13 dic-05 dic-06 dic-07 dic-08 dic-09 dic-10 dic-11 dic-12 dic-13 feb-05 giu-05 feb-06 giu-06 feb-07 giu-07 feb-08 giu-08 feb-09 giu-09 feb-10 giu-10 feb-11 giu-11 feb-12 giu-12 feb-13 giu-13 apr-05 apr-06 apr-07 apr-08 apr-09 apr-10 apr-11 apr-12 apr-13 ago-05 ago-06 ago-07 ago-08 ago-09 ago-10 ago-11 ago-12 ago-13 periodo di monitoraggio 2005-2013

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 39 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Dall'osservazione del grafico relativo ai pozzi è possibile notare come il comportamento piezometrico generale all'interno del periodo esaminato si presenti, pur con una certa esiguità dei valori disponibili, piuttosto simile, con una minimo localizzato nella primavera del 2007 e un massimo relativo individuabile in corrispondenza dell'estate 2011.

È possibile anche notare come il Pozzo "Bornato" di Cazzago sia quello con una maggior continuità di dati e come quindi permetta di rilevare con maggior accuratezza oscillazioni stagionali difficilmente leggibili per tutti gli altri.

Dall'osservazione del grafico relativo ai piezometri emerge, oltre al medesimo andamento generale riscontrato per i pozzi, una leggera sfasatura temporale (variabile tra i due e i tre mesi) tra le oscillazioni rilevate nel "Pz_valle" (CoEPa - Paderno Franciacorta) e quelle ad esempio del "Pz2" (Nuova Beton - Castegnato).

Il ritardo rilevato del piezometro di Paderno Franciacorta potrebbe essere imputato al fatto che quest'ultimo presenta una fenestratura più profonda (filtri posti tra 64 e 70 m da p.c.) rispetto all'altro (filtri posti tra 6 e 20 m) e quindi capta un orizzonte acquifero caratterizzato da un'alimentazione più lenta rispetto a quello superficiale.

Nella tabella seguente sono stati riportati anche i valori dei massimi e minimi piezometrici rilevati nel periodo di monitoraggio preso in esame.

minimo piezometrico massimo piezometrico Pozzi m quota quota Data Data (m s.l.m.) (m s.l.m.) Pozzo via Cavour - Castegnato feb-07 114.19 giu-10 117.18 2.99 Pozzo Fornace - Rovato feb-07 117.23 lug-11 121.86 4.63 Pozzo S. Anna - Rovato feb-07 111.84 lug-11 116.77 4.93 Pozzo Brana - Paderno Franciacorta feb-07 109.69 mag-09 112.91 3.22 Pozzo Bornato - Cazzago mag-07 116.12 nov-10 122.96 6.84 Pozzo Camignone - Passirano ott-08 171.46 giu-10 197.78 26.32 Piezometri Pz1-Aso Siderurgica-Travagliato mar-07 109.43 giu-11 115.76 6.33 Pz2-Nuova Beton-Castegnato mar-07 112.08 giu-11 118.85 6.77 Pz valle-CoEPa-Paderno Franciacorta mag-07 112.25 dic-10 119.84 7.59

Il Pozzo "Camignone" di Passirano evidenzia un comportamento marcatamente difforme rispetto a tutti gli altri (con una oscillazione > 26 m) in ragione della sua ubicazione all'interno dell'anfiteatro morenico sebino. RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 40 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Le differenze riscontrabili tra il Pozzo "Bornato" e gli altri potrebbero essere dovute invece ad una maggior completezza dei dati piezometrici più che a sostanziali differenze dei circuiti di alimentazione. Infatti l'oscillazione rilevata in corrispondenza di quest'ultimo pozzo, pari a circa 7 m, è in linea con le oscillazioni comprese tra 6 e 8 m rilevate nei piezometri.

7.4. CAMPAGNA PIEZOMETRICA INVERNO 2014-15

Nell’inverno 2014-15 è stata effettuata da Arpa - Dipartimento di Brescia la prima campagna di monitoraggio piezometrico su n. 18 pozzi e su n. 29 piezometri.

I risultati sono riportati in Tabella 7.4.1. Utilizzando i dati piezometrici relativi alla falda profonda è stata predisposta la CARTA DELLE ISOPIEZE DELLA FALDA PRINCIPALE (Tavola 5). I dati forniti da ARPA sono riferiti a n. 18 pozzi e n. 16 piezometri.

I pozzi appartenenti alla rete di monitoraggio sono stati oggetto di quotatura e georeferenziazione (vedi schede topografiche allegate).

Alcuni dati disponibili non sono stati utilizzati in quanto non congruenti o dal punto di vista idrogeolgico (es. pozzo Elettro Brescia in acquifero morenico) o dal punto di vista topografico (es. piezometri Pianera).

Per alcuni dati relativi a piezometri di siti inquinati o discariche si è operata una correzione della quota topografica del punto di misura per armonizzarla con le quote della CTR per le quali si è avuta una discreta corrispondenza con i rilievi predisposti dal topografo sui pozzi del monitoraggio.

L’andamento della falda rappresentato in Tavola 5 conferma sostanzialmente quanto evidenziato nelle elaborazioni piezometriche sopra descritte.

Si osserva un inarcamento delle isopieze, correlato presumibilmente con un asse di drenaggio, in corrispondenza dello sbocco in pianura della valle del Fosso Longherone, antico scaricatore fluvioglaciale del sistema morenico sebino.

È possibile osservare un gradiente medio della falda principale pari a 0.07-0.09 %.

Nella porzione più orientale dell’area oggetto di studio le isopieze mostrano un inarcamento dovuto alla convergenza dell’alimentazione della falda proveniente dal bacino

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 41 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

idrografico del Mella da NE e da quella proveniente da NW, dalla piana di alluvionamento fluvioglaciale legata all’anfiteatro morenico di Iseo.

Falda superficiale - Campagna inverno 2014-2015

In corrispondenza con la campagna di misure e campionamenti realizzata nell'inverno 2014-2015 nei pozzi della rete di monitoraggio, ARPA ha compiuto una serie di misure ed analisi anche in alcuni dei principali siti oggetto di procedimenti ai sensi del D.Lgs. 152/06 presenti soprattutto nella porzione orientale dell'area.

Alcuni di questi dati si riferiscono a piezometri presenti nei siti sopra descritti e intestati nell'acquifero superficiale.

In particolare sono stati raccolti dati freatimetrici relativi a n. 15 piezometri di cui 7 sono risultati utili ai fini della ricostruzione della superficie piezometrica della falda superficiale.

Nella figura riportata di seguito viene illustrata la piezometria ricostruita tra i siti di Pianera a Castegnato e Nuova Beton di Roncadelle dalla quale si osserva un andamento da NNW verso SSE con un gradiente medio pari a 0.07%.

Figura 7.4.1 - Carta piezometrica della falda superficiale tra Castegnato e Roncadelle.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 42 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

8. QUALITA' DELLE ACQUE SOTTERRANEE - DATI STORICI

8.1. PREMESSA

Per valutare la qualità delle acque sotterranee nell’area oggetto di studio sono stati acquisiti i dati idrochimici relativi alle acque captate dai pozzi pubblici dal 2003 al 2014, messi a disposizione dai gestori degli acquedotti AOB2 (Comuni di Castegnato, Cazzago San Martino, Paderno Franciacorta, Passirano, Rovato e Travagliato) e A2A (comuni di Ospitaletto e Roncadelle) illustrati nel prossimo paragrafo (8.2).

Inoltre è stata consultata la documentazione relativa ad episodi di contaminazione di suolo, sottosuolo e acque sotterranee verificatisi in passato e/o in atto, nonché i dati idrochimici disponibili derivanti dai sistemi di monitoraggio delle cave e delle discariche.

Nei paragrafi successivi (8.3÷8.7) sono illustrate le singole zone in cui sono state rilevate criticità riguardo alla qualità delle acque sotterranee.

8.2. QUALITÀ DELLE ACQUE CAPTATE DAI POZZI AD USO ACQUEDOTTISTICO

L'analisi dei dati storici riferiti al chimismo delle acque captate dei pozzi ad uso acquedottisitico forniti dai gestori (AOB2 ed A2A) consente di formulare alcune considerazioni in merito alla qualità delle acque sotterranee.

Si rileva un focolaio relativamente ai solventi clorurati, in particolare Triclorometano e Tricloroetilene, nella porzione occidentale del territorio di pianura risalente agli anni '80 e con un trend in diminuzione nel corso degli anni '90;

Per quanto riguarda il periodo più recente è possibile osservare ancora tracce di solventi (Tricloetilene e Tetracloroetilene) in diversi pozzi posizionati nella porzione centro- meridionale del territorio di pianura.

Per quanto riguarda il Cromo, i dati di A2A forniscono nel dettaglio i relativi tenori di Cromo totale e Cromo esavalente, mentre le tabelle di AOB2 riportano solamente i valori di Cromo Totale.

Un unico pozzo (pozzo Caduti di Ospitaletto) mostra superi rispetto alle CSC riportate in Tabella 2, Allegato 5 al Titolo V, Parte IV del D.Lgs. 152/06 per il Cromo esavalente.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 43 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Di seguito si elencano i pozzi nei quali si rilevano superamenti rispetto alle CSC:

- pozzi Duomo e S. Anna (Rovato): i valori di Tricloroetilene sono diminuiti nel tempo e attualmente sono inferiori alle CSC;

Pozzo Duomo

7 6 5

4 tricloroetilene 3

2

1

0

5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 9 9 9 9 9 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 9 9 9 9 9 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 /1 /1 /1 /1 /1 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

- pozzi Mulini e Breda (Travagliato): i dati, disponibili solamente dal 2010, evidenziano per il PCE valori di poco superiori alle CSC per il pozzo Mulini, ma con tendenza alla diminuzione, mentre nel pozzo Breda si è avuto un aumento con superamento contenuto delle CSC (1.17 g/l) nel 2014. Si segnala inoltre per il pozzo Breda un valore compreso tra 7 e 16 g/l di Cromo Totale che presumibilmente indica la presenza di valori di Cr VI superiori alle CSC.

Pozzo Mulini

3

2,5

2 1,5 Tetracloroetilene

1

0,5

0

2 2 3 4 12 12 13 13 t-1 0 -1 1 t-1 1 -11 -1 t-1 -13 t-1 -14 ic-10 iu ic iu- ic- ar iu- ic- ar iu-1 se d mar-11 g se d mar g se d m g se d m g

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 44 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Pozzo Breda

1,4

1,2

1

0,8 Tetracloroetilene 0,6

0,4

0,2

0

1 1 2 3 3 3 4 1 1 1 1 1 1 1 t-1 0 r-11 - - t-1 2 r-13 - - e ic-10 iu ic e ic-12 iu c s d ma g set-11 d mar- giu-12 s d ma g set- di mar- giu-14

Pozzo Breda

18 16 14 12 10 Cr TOT 8 6 4 2 0

0 1 1 2 2 3 10 12 14 t- -1 r- t-1 -1 -1 r- ic-1 iu a e ic iu a iu-14 se d mar-1 g set-11 dic-11 m giu-12 s d mar-13 g set-13 dic-13 m g

- pozzo Caduti (Ospitaletto): Cr VI con valori di poco superiori alla CSC negli anni 2003-2004. PCE con valori di poco superiori al limite, ma con tendenza alla diminuzione dal 2003.

8 7

6

5

4 Cr VI

3

2

1

0

3 4 4 5 5 6 6 7 7 8 8 9 9 0 0 1 1 2 2 -0 0 -0 0 -0 0 -0 0 -0 0 -0 0 -0 1 -1 1 -1 1 -1 v g- v g- v g- v g- v g- v g- v g- v g- v g- v o a o a o a o a o a o a o a o a o a o n m n m n m n m n m n m n m n m n m n

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 45 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

3,5

3

2,5

2 Tetracloroetilene 1,5

1

0,5

0 3 6 9 2 0 04 07 12

nov- mag- nov-04mag-05nov-05mag-06nov-0 mag- nov-07mag-08nov-08mag-09nov-0 mag-10nov-10mag-11nov-11mag- nov-1

- pozzo S. Giulia (Roncadelle): PCE maggiore delle CSC e TCE prossimo al limite;

4

3,5

3

2,5

2 Tetracloroetilene

1,5

1

0,5

0

9 0 0 1 1 1 2 2 2 3 3 4 -08 -0 -1 -10 -1 -1 -1 1 1 -1 1 1 1 1 c c r o c r o c- r- o c- r- o- c-13 r- i p g i p g i p di apr-09ago-09 di ap ag di ap ag d a a d a a d a

- Nella zona settentrionale dell’area oggetto di studio si rileva l'inquinamento storico del pozzo Camignone (Passirano) da parte di Tetracloroetilene che potrebbe essere in relazione con una sorgente di solventi in comune di Monticelli Brusati dove i pozzi comunali Via Europa e ICOM, posti idrogeologicamente a monte, sono caratterizzati da valori elevati di PCE.

Pozzo Camignone

9 8 7 6 5 tetracloroetilene 4 3 2 1 0 5 6 6 7 7 8 8 9 9 0 0 1 1 2 2 3 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1 1 1 t- r- t- r- t- r- t- r- t- r- t- r- t- r- t- r- t- t p t p t p t p t p t p t p t p t o a o a o a o a o a o a o a o a o

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 46 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Pozzo Via Europa 35

30 25

20 Tetracloroetilene 15 10 5 0

5 6 6 7 7 8 8 9 9 0 0 1 1 2 2 3 3 4 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 8 2 8 2 8 2 8 2 8 2 8 2 8 2 8 2 8 2 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 /0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1

Pozzo Via Europa ICOM

10 9 8 7 6 5 Tetracloroetilene 4 3 2 1 0

5 6 6 7 7 8 8 9 9 0 0 1 1 2 2 3 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 /2 0 4 0 4 0 4 0 4 0 4 0 4 0 4 0 4 0 /1 /0 /1 /0 /1 /0 /1 /0 /1 /0 /1 /0 /1 /0 /1 /0 /1 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1

8.3. ZONA A NORD DELL’ABITATO DI ROVATO (GE POWER, ALGHISI ZINCATURE, DISCARICA LINEA AMBIENTE S.R.L. EX COGEME)

Nell’area situata a nord del nucleo abitato di Rovato a partire dagli anni ’70 è stata rilevata la presenza di composti organoalogenati nelle acque sotterranee.

A partire dagli anni ’80 sono disponibili i dati analitici relativi al pozzo Campo sportivo, al pozzo Fornace, al pozzo CGE e al pozzo Dosselli che evidenziano valori superiori ai limiti di legge, soprattutto per Tricloroetilene. In particolare nel pozzo Campo sportivo negli anni ’80 sono stati rilevati dall’USSL41 valori di Tricloroetilene fino a 466 µg/l (27.02.1986).

Negli anni ’90 i valori dei composti organoalogenati sono sensibilmente diminuiti; infatti nel pozzo Campo sportivo in data 14.10.1996 la sommatoria dei composti organoalogenati risulta pari a 16 µg/l.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 47 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Le sessioni di monitoraggio della discarica Linea Ambiente (ex Cogeme) evidenziano frequentemente in posizione idrogeologica di monte concentrazioni di Tricloroetilene e di Tetracloroetilene superiori alle CSC definite dal D.Lgs 152/2006, sebbene del medesimo ordine di grandezza.

Di seguito si descrivono brevemente i siti che hanno in corso o che hanno concluso procedure che interessano le acque sotterranee ai sensi della Parte quarta, Titolo V del D.Lgs. 152/2006.

Ex GE Power Control Italia s.r.l. (comune di Rovato) di proprietà della ditta GMG Lathes s.r.l.. Si producevano attrezzature elettriche quali: contatori, connettori, relè, ecc.. Sono state svolte attività di caratterizzazione nel 2008 e 2009. Sono stati messi in opera n.4 piezometri MW1-MW4. Progetto operativo di bonifica dei suoli approvato il 26.04.2011. Certificato di fine lavori del 11.10.2011. Dalla documentazione risulta la presenza all’interno del sito di un pozzo (pozzo CGE) le cui acque dall’analisi eseguita il 01.02.2008, non risultano contaminate. I monitoraggi delle acque sotterranee non hanno evidenziato superamenti delle CSC eccetto che nel giugno 2011 nel piezometro di monte MW1 per i parametri Tricloroetilene (2,0 µg/l) e 1,1,2 Tricloroetano (1,7 µg/l) e nel maggio 2014 nei piezometri di valle MW3 per i parametri 1,2 Dicloropropano (1,8 µg/l) , 1,1,2 Tricloroetano (0,55 µg/l), 1,1 Dicloroetilene (0,096 µg/l) ed MW4 per il parametro 1,1 Dicloroetilene (0,056 µg/l). Nel dicembre 2015 si verifica il superamento dei limiti per il Triclorometano sia nel piezometro di monte MW1 (0,188 µg/l) che in quello di valle MW2 (0,161 µg/l).

Alghisi Zincature (comune di Rovato): nel dicembre 2000 si verifica uno sversamento accidentale di reflui industriali provenienti dalla Alghisi Zincature su un terreno agricolo posto in adiacenza alla ditta. Le indagini di caratterizzazione, eseguite d’ufficio dal Comune di Rovato in sostituzione del responsabile inadempiente hanno evidenziato contaminazione delle acque sotterranee da CrVI (62 e µg/l) Zn (29 µg/l) non riconducibile allo sversamento. Le analisi effettuate il 29.05.2009 evidenziano il superamento dei limiti di legge nel piezometro di valle Pz2 per i parametri Cr VI (44 µg/l), 1,2 Dicloropropano (0,3 µg/l) e 1,1,2 Tricloroetano (0,6 µg/l).

Discarica di rifiuti speciali non pericolosi della Società Linea Ambiente s.r.l. di Rovato (ex Cogeme Gestioni s.r.l.): l’impianto è stato soggetto ad una prima apertura dal 1996 al 2002 con conferimento di rifiuti assimilabili agli urbani e ad una seconda apertura dal 2006 al 2011. Dal 2006 si rilevano superamenti dei limiti normativi nel piezometro Pz1 di monte per i parametri Mn, Fe e Tetracloroetilene; da gennaio 2007 viene effettuato il monitoraggio mensile con ricerca di Tetracloroetilene e di Tricloroetilene, esteso a tutti gli

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 48 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

altri solventi dall’ottobre 2007. Dai dati del monitoraggio risulta che fino al 2008 i valori del Tetracloroetilene sono maggiori nei piezometri di monte rispetto a quelli di valle; dal 2009 (in concomitanza con innalzamento significativo della falda) si verifica nel piezometro di valle Pz2 un aumento rilevante dei valori che risultano superiori a quelli dei piezometri di monte; dal 2011 i valori diminuiscono progressivamente e nel 2015 si riscontra saltuariamente il superamento delle CSC solo nel piezometro di valle Pz2. Nel corso del 2015 si verifica il superamento delle CSC anche per i parametri 1,1 Dicloroetilene e Cloruro di vinile (con valori più elevati per entrambe i parametri nel piezometro di valle Pz4). Anche per il Cloruro di vinile i dati di monitoraggio indicano che in passato i valori nei piezometri di monte erano superiori a quelli di valle; a partire dal 2014 la situazione si inverte ed i valori nei piezometri di monte risultano inferiori a quelli nei piezometri di valle. Il piezometro di monte Pz1 presenta inoltre valori elevati di Manganese.

Per quanto riguarda il Cromo totale ed il Cromo VI i dati a disposizione evidenziano che valori superiori alle CSC sono stati rilevati fin da prima dell’attività di smaltimento rifiuti (1996) sia nei piezometri di monte che in quelli di valle. Inizialmente le concentrazioni di Cromo VI nel piezometro di monte Pz1 risultano superiori a quelle dei piezometri di valle; a partire grosso modo dal 2000, al contrario, i valori dei piezometri di valle (in particolare il Pz5 e il Pz2) risultano superiori a quelle dei piezometri di monte. Le analisi trimestrali indicano una progressiva riduzione della contaminazione delle acque sotterranee da Cromo VI; in particolare le analisi relative al 2015 mostrano generalmente valori di Cromo VI inferiori a 10 µg/l nei piezometri di monte Pz1 e Pz3 e valori simili o talora di poco superiori nei piezometri di valle Pz2 e Pz5.

8.4. ZONA CAZZAGO SAN MARTINO-OSPITALETTO-TRAVAGLIATO (EX CAVA ZENDRA, STEFANA S.P.A., CAVA MACOGNA BERNARDINA, DISCARICA ASO SIDERURGICA, DISCARICA BETTONI)

Quest’area comprende la porzione meridionale del comune di Cazzago San Martino, il comune di Ospitaletto e il comune di Travagliato.

I dati relativi al pozzo Breda che alimenta l’acquedotto di Travagliato indicano frequentemente una contaminazione da Cromo VI con valori che, pur rientrando nei limiti delle acque potabili per il Cromo totale, pari a 50 μg/l, presumibilmente superano la concentrazione soglia di contaminazione (CSC) per il Cromo VI riportata nella Tab.2, All.5, Parte Quarta del D.lgs 152/2006, pari a 5 μg/l.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 49 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Nell’area sono presenti zone produttive e artigianali e diverse cave di ghiaia e sabbia, alcune delle quali adibite a discarica.

Di seguito si descrivono brevemente i siti che hanno in corso procedure ai sensi della Parte quarta, Titolo V del D.Lgs. 152/2006, che interessano le acque sotterranee.

Ex Cava Zendra - Ecologica Camuna s.r.l. (Cazzago san Martino): nella ex cava Zendra è in corso di attuazione un progetto di recupero ambientale approvato nel 2008 che prevedeva il conferimento di rifiuti non pericolosi; sono presenti n. 7 piezometri, due dei quali sono stati realizzati nel maggio 2015. I campionamenti delle acque sotterranee effettuati nel 2012 hanno evidenziato la presenza sia nei piezometri di monte che in quelli di valle di Tetracloroetilene e di 1,1 Dicloroetilene. I valori di Tetracloroetilene risultano pari a 2,6 μg/l nel piezometro di monte Pz5 e pari a 4,3 μg/l e 2,2 μg/l nei piezometri di valle, rispettivamente Pz2 e Pz3. Anche nel campionamento del maggio 2015 si conferma la presenza di Tetracloroetilene e di 1,1 Dicloroetilene nei piezometri di monte, con un peggioramento dei valori del Tetracloroetilene nei piezometri di valle.

Stefana s.p.a. (Ospitaletto, Cazzago san Martino): in seguito al rinvenimento di rifiuti presso il sito di proprietà della Stefana che interessa i comuni di Ospitaletto e Travagliato Arpa di Brescia ha effettuato alcuni accertamenti i cui risultati sono stati discussi in una riunione tecnica tenuta presso la Provincia di Brescia il 28.03.2014. Dal verbale dell’incontro risulta che per il momento non ci sono evidenze di contaminazione della matrice suolo e pertanto il procedimento è individuato ai sensi dell’art. 192 del d.lgs 152/2006 e s.m.i. La ditta dovrebbe presentare una proposta di caratterizzazione dei rifiuti e prevedere indagini per la verifica del rispetto delle CSC tab.1 allegato V parte Quarta del d.lgs. 152/2006 sulle matrici naturali sottostanti i rifiuti, nonché la messa in opera di piezometri di monitoraggio delle acque di falda. Ad oggi non sono quindi disponibili dati sulla qualità delle acque sotterranee inferiormente al sito. Nel sito sono presenti n. 2 pozzi , entrambe ubicati lungo il confine occidentale della proprietà, in posizione laterale rispetto alla direzione di flusso delle acque stesse.

Cava Macogna Bernardina (Cazzago San Martino, Travagliato,): il monitoraggio delle acque sotterranee effettuato nell’aprile 2015 non evidenzia contaminazione delle acque sotterranee.

Discarica ASO Siderurgica s.p.a. (Travagliato): si tratta di una discarica di inerti; nei piezometri sia di monte che di valle è stata rilevata saltuariamente la presenza di

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 50 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Tetracloroetilene con valori oscillanti fino a 7,3 μg/l nel piezometro di monte Pz1bis e fino a 5,5 μg/l nel piezometro di valle Pz2 e 4,1 μg/l nel piezometro di valle Pz3.

Discarica Bettoni s.p.a. (Travagliato): si tratta di una discarica di inerti; nei piezometri sia di monte che di valle è stata rilevata saltuariamente la presenza di Triclorometano con valori intorno a 0,2 μg/l e di Tetracloroetilene con valori intorno a 2 μg/l.

8.5. ZONA PADERNO FRANCIACORTA-PASSIRANO-CAZZAGO SAN MARTINO-CASTEGNATO- OSPITALETTO (EX CAVA SORELLE VIANELLI, DISCARICA COEPA, DISCARICA ROSSI UGO, FRANCIACORTA IMMOBILIARE, LA VALLOSA, ZINCATURE INDUSTRIALI, DISCARICA RETI SRL, DISCARICA A2A, DISCARICA BETTONI, DISCARICA CODENOTTI)

Si tratta di un’area piuttosto ampia situata a sud del nucleo abitato di Paderno F., interessata in passato da numerose cave di ghiaia e sabbia, alcune delle quali sono state riempite con rifiuti di diversa tipologia già prima degli anni ’80, come evidenziato dall’”Indagine conoscitiva sulle aree degradate “ (Adige s.a.s., 1987), commissionata dall’amministrazione comunale di Paderno Franciacorta.

Al confine tra i comuni di Paderno F., Passirano, Castegnato e Ospitaletto è inoltre presente l’Ambito Territoriale Estrattivo 10, all’interno del quale sono presenti alcune discariche.

Di seguito si descrivono brevemente i siti che hanno in corso procedure ai sensi della Parte quarta, Titolo V del D.Lgs. 152/2006, che interessano le acque sotterranee.

Ex cava Sorelle Vianelli (Paderno Franciacorta): l’area rappresenta la porzione orientale, colmata fino a piano campagna, di una depressione di cava più ampia. Nella porzione rimanente della depressione di cava, situata ad ovest del sito, è presente un laghetto di cava nel quale scaricano le acque reflue del depuratore consortile dei comuni di Paderno F., Passirano, Provaglio d’Iseo. L’area è parzialmente occupata da alcune casette prefabbricate utilizzate come domicilio per alcune famiglie. Nella ex Cava Sorelle Vianelli sono stati collocati rifiuti speciali non pericolosi assimilabili agli urbani (materiali per i quali era stata concessa l’autorizzazione allo scarico), rifiuti solidi urbani, residui inerti da demolizione e rifiuti speciali di origine industriale. Nel settembre 2009 è stato effettuato il campionamento delle acque sotterranee; i piezometri superficiali di valle (PZ2A e PZ3A) non sono risultati campionabili; i referti analitici non mostrano contaminazione delle acque.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 51 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Discarica CO.E.PA. (Paderno Franciacorta): sono presenti 4 piezometri. Nel giugno 2014 è stata rilevata la presenza di 1,1 Dicloroetilene (valori compresi tra 0,1-0,6 µg/l) in tutti i piezometri e di Triclorometano (6,9 µg/l) nel piezometro Pz4.

Rossi Ugo - Impianto di trattamento di rifiuti non pericolosi; discarica controllata di rifiuti inerti (Paderno Franciacorta): non sono presentii piezometri di controllo.

Franciacorta Immobiliare s.r.l. (Paderno Franciacorta): nell’area era presente una depressione di cava, profonda 10-13,50 m, che è stata riempita con materiale di riporto sia ghiaioso-sabbioso che limoso-argilloso e con scorie di acciaieria. Terminata la fase di riempimento l’area è stata interessata da una serie di depositi incontrollati, da un’attività di frantumazione di veicoli non autorizzata e da un’attività di recupero di rifiuti non pericolosi. A seguito di sopralluogo da parte di Provincia e Arpa del 16.05.2001 è stata attivata la procedura prevista dal D.M. 471/99. Il Piano di Caratterizzazione è stato predisposto nel 2004 e integrato nel 2005. Nel novembre 2005 sono stati messi in opera tre piezometri profondi 65 m nei quali nel 2006 è stata evidenziata dalla Proprietà la presenza di 1,1 Dicloroetilene in quantità superiore ai limiti di legge nel Pz1 (0,2 µg/l) e nel Pz3 (0,09 µg/l), mentre le analisi di Arpa non hanno rilevato superamenti delle CSC. Anche nel settembre 2007 è stato rilevato il superamento delle CSC nei piezometri Pz1 (0,2 µg/l) e Pz3 (0,2 µg/l).

Discarica la Vallosa (Passirano): si tratta di una ex cava di ghiaia e sabbia che a partire dalla seconda metà degli anni sessanta è stata utilizzata come discarica di rifiuti solidi urbani e di rifiuti industriali. In particolare vi sono stati conferiti rifiuti contenenti PCB provenienti dallo stabilimento Caffaro di Brescia. Fa parte del sito di interesse nazionale Brescia- Caffaro (Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 24 febbraio 2003). Nel sito sono state realizzate tre coppie di piezometri da Cogeme s.p.a nel 2004 (PZ30N, PZ30SE, PZ30SW profondi rispettivamente 30, 27, 27 m; PZ75N, PZ75SE, PZ75SW profondi 75 m). Nei piezometri superficiali PZ30N e PZ30SE si rileva generalmente l’assenza di battente idraulico. Le campagne di monitoraggio disponibili a partire dal 2004 evidenziano la contaminazione della falda superficiale, in particolare nel piezometro di valle PZ30SW da parte di metalli (Arsenico, Manganese, Ferro, Nichel), Aromatici (Benzene), Alifatici clorurati non cancerogeni (1,2,3 Tricloropropano, 1,1,2 Tricloroetano ), Alifatici alogenati cancerogeni (1,4 Diclorobenzene), Clorobenzeni (Monoclorobenzene), Fenoli clorurati (2,4,6 Triclorofenolo, TPH (come n-esano), PCB. I piezometri profondi evidenziano superamenti saltuari per Tricloroetilene, Tetracloroetilene e Monoclorobenzene. Nel novembre 2008 viene attivata la Messa In Sicurezza di Emergenza (MISE) della falda superficiale nel piezometro PZ30SW. RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 52 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Il monitoraggio effettuato nell’aprile 2014 ha evidenziato il superamento delle concentrazioni stabilite dalla legislazione vigente solamente nel piezometro superficiale PZ30SW soggetto a MISE; gli altri due piezometri superficiali non risultavano campionabili. I valori rilevati nel piezometro superficiale PZ30SW nell’aprile 2014, confrontati con le precedenti sessioni di monitoraggio, consentono di osservare:  un decremento della concentrazione di PCB, idrocarburi totali, Cloruro di Vinile e 1,4 Diclorobenzene;  valori pressoché confrontabili con i dati del gennaio 2012 per quanto riguarda i parametri Arsenico, Manganese, Nichel, Benzene, Monoclorobenzene;  un aumento delle concentrazioni di Ferro, Ammine Aromatiche (p-toluidina) e Fitofarmaci (Alaclor, alfa-HCH, Endrin), con concentrazioni superiori alle CSC. Nella falda profonda (piezometri PZ75N, PZ75SE, PZ75SW e Pz4) non sono stati evidenziati superamenti delle concentrazioni stabilite dalla legislazione vigente.

Zincature Industriali (Cazzago San Martino): nel luglio 2009 iniziano indagini di polizia giudiziaria in relazione allo scarico illecito su terreno privato di fluidi derivanti dai processi industriali che confluivano in un laghetto adiacente situato in una depressione di una ex cava di prestito autostradale. Il procedimento di bonifica è chiuso. Nel sito è presente un pozzo che capta la falda principale (fenestrato da -50 a -75 m) e un piezometro che capta la falda superficiale (fenestrato da -11 a -23 m). Le analisi sulle acque del pozzo e del piezometro, effettuate nell’ottobre 2015, non evidenziano contaminazione delle acque.

Ambito Territoriale Estrattivo (ATE) 10: al suo interno sono presenti le seguenti attività:

- Cava Bonara (Paderno Franciacorta): cava di ghiaia e sabbia gestita da Impresa Bonara S.n.c. in località Bosco Sella; la coltivazione era prevista a fossa a secco e attualmente risulta recuperata a piano campagna mediante discarica autorizzata di inerti.

- Discarica controllata di rifiuti inerti RETI s.r.l. (Paderno Franciacorta): è stata riscontrata una falda superficiale con livello piezometrico a 135-136 m s.l.m., mentre la falda principale è situata a circa 115 m s.l.m.. Non è stata rilevata contaminazione della falda principale (captata dal pozzo industriale della ditta), mentre nel piezometro superficiale è stata misurato un modesto superamento delle CSC per il parametro Cr VI (7,1 µg/l).

- Discarica di rifiuti speciali non pericolosi Bosco Sella - Aprica s.p.a. - Gruppo A2A: la discarica ha operato tra il 1972 ed il 1989. Tra il 1990 ed il 1992 sono stati fatti

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 53 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

i lavori di recupero ambientale e successivamente è iniziata la fase di postgestione. I dati di monitoraggio delle acque sotterranee evidenziano frequenti superamenti delle CSC per i parametri Tricloroetilene, Tetracloroetilene, Ferro e Manganese nei piezometri 3M, 7Q e 4N; saltuariamente è stato rinvenuto Azoto ammoniacale nel piezometro 4N e 1,4 Diclorobenzene nel piezometro 7Q. La piezometria, come da ricostruzioni trasmesse periodicamente dalla società, varia in relazione al pompaggio dei pozzi vicini; in particolare risente sensibilmente dell’attività del pozzo Bettoni (situato ad E della discarica) e del pozzo Mena Francesco (ubicato ad W della discarica). L’indagine idrogeologica presentata da ASM Brescia nel 2004 indica i piezometri 7Q e 3M come piezometri di monte ed il piezometro 4N come laterale dal punto di vista idrogeologico. Più precisamente, quando entra in funzione il pozzo Mena Francesco, il piezometro 7Q diventa piezometro di valle. Dal 2004 al 2013 è stata effettuata una serie di accertamenti che hanno indotto gli enti nei verbali delle Conferenze dei Servizi ed in particolare la Provincia di Brescia nella relazione del 14.03.2013 a concludere che le analisi eseguite …“non consentono di attribuire la contaminazione accertata nell’acqua di falda alla discarica APRICA”.

- Discarica di rifiuti inerti Bettoni - Bosco Sella (Castegnato): nel 2006 si è verificato il superamento delle CSC per i parametri Ferro e Manganese (e più raramente Ammoniaca) nel piezometro di monte Pz nord.

- Discarica di rifiuti inerti e derubricati Codenotti (Castegnato): in fase di gestione post-operativa dal 13 marzo 2012. I monitoraggi non evidenziano superamenti delle CSC.

8.6. ZONA CASTEGNATO, OSPITALETTO, TRAVAGLIATO, RONCADELLE (EX GHIAL, FONDERIE GERVASONI, PIANERA, PIANERINO, CEPAV 2, AUTOSTRADE, COTELLI, DISCARICA NUOVA BETON, IMMOBILIARE AI CHIOSTRI)

Quest’area è situata ad E di quella precedentemente descritta con la quale è in continuità. Sono anche qui presenti aree produttive e artigianali, nonchè numerose cave di ghiaia e sabbia riempite in passato con rifiuti di diversa tipologia.

Di seguito si descrivono brevemente i siti che hanno in corso procedure ai sensi della Parte quarta, Titolo V del D.Lgs. 152/2006, che interessano le acque sotterranee. Inoltre, a fine paragrafo, si illustrano i risultati di alcune campagne di controllo della qualità delle acque sotterranee eseguite dal comune di Roncadelle. RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 54 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Ex Ghial (Castegnato): sono stati realizzati interventi di bonifica dei suoli ed il procedimento è chiuso; sono stati messi in opera n. 4 piezometri. Le analisi, effettuate nel luglio e nel novembre 2011 e nel maggio 2012 (con ricerca di: metalli, compreso Cromo VI, Fluoruri, Solfati, Idrocarburi e PCB) non hanno evidenziato contaminazione delle acque.

Fonderie Gervasoni (Castegnato): nel 2009 è stato proposta da parte del curatore fallimentare un’indagine ambientale preliminare che non è stata più realizzata.

Discarica di Pianera (Castegnato): si tratta di una ex cava di ghiaia e sabbia che è stata utilizzata come discarica di rifiuti. Fa parte del sito di interesse nazionale Brescia- Caffaro (Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 24 febbraio 2003). L’Amministrazione comunale di Castegnato ha svolto indagini di caratterizzazione e monitoraggio a partire dal 2002. Sono presenti 11 piezometri, di cui 7 superficiali e 4 profondi. I due piezometri a monte idrogeologico relativi alla falda superficiale sono sempre risultati con battente idraulico nullo o comunque tale da non consentire il campionamento. Le sessioni di monitoraggio delle acque sotterranee hanno evidenziato il superamento delle CSC sia nella prima falda che nella seconda falda per i parametri: Cloruro di vinile, 1,1 Dicloroetilene (solo nella falda superficiale), Tricloroetilene, Tetracloroetilene, 1,2 Dicloropropano, Benzene, Monoclorobenzene, 1,4 Diclorobenzene.

Discarica di Pianerino (Castegnato): si tratta di una ex cava di ghiaia e sabbia profonda circa 9 m che è stata utilizzata come discarica di rifiuti. Fa parte del sito di interesse nazionale Brescia- Caffaro (Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 24 febbraio 2003). Nel 1987 è stata eseguita una prima indagine su incarico del Pretore di Brescia, in seguito alla quale fu predisposto e realizzato un intervento consistente nella rimozione dei rifiuti potenzialmente pericolosi e nella loro collocazione in una vasca di cemento realizzata in loco. Una seconda indagine realizzata da Cogeme portò alla classificazione dei rifiuti presenti all’esterno della vasca come rifiuti speciali ai sensi del D.P.R. n.915/82 con concentrazione di metalli pesanti nell’eluato della prova di cessione con acido acetico inferiori ai valori limite di cui alla Tabella A allegata alla Legge n. 319/76 e ss.mm. e ii. e/o come rifiuti inerti o rifiuti speciali ai sensi del Regolamento Regionale n. 1 del 20 giugno 1983.

Cepav Due Cantiere AV/AC: sito OS04-CT101 (Ospitaletto, Castegnato): l’area in adiacenza alla linea ferroviaria FS storica è stata utilizzata in passato come cava di prestito, profonda da 2 a 5 m, parzialmente colmata con terreni di riporto misti a materiali di origine antropica. In particolare l’area più ad E, in comune di Castegnato è colmata con terreni di

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 55 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

riporto misti a rifiuti industriali, mentre nell’area ad W, in comune di Ospitaletto, sono stati utilizzati prevalentemente materiali di riporto inerti. Le analisi delle acque sotterranee eseguite nel 2010 hanno evidenziato la contaminazione da Cromo totale, Cromo VI nel piezometro di monte PZ1 e nel piezometro di valle PZ5, nonché di Tricloroetilene nel piezometro di valle PZ2. Nel 2012 non si trovano più i piezometri e vengono messe in opera 5 coppie di piezometri per captare la falda superficiale e quella profonda. Nel settembre 2012 le analisi delle acque sotterranee evidenziano la contaminazione da Cromo VI nei piezometri di monte superficiale PZ3s (199 µg/l) e profondo PZ3p (176 µg/l), nei piezometri di valle superficiale PZ5s (134 µg/l) e profondo PZ5p (73,9 µg/l), e nei piezometri di valle superficiale PZ4s (131 µg/l) e profondo Pz4p (26,2 µg/l). Si verificano inoltre alcuni superamenti dei limiti per 1,1 Dicloroetilene, 1,2 Dicloropropano, Tetracloroetilene e Tricloroetilene. Tali valori indicano che la falda superficiale e quella profonda sono in comunicazione. Si sottolinea che i primi piezometri realizzati non avevano isolato la falda profonda da quella superficiale. Le analisi eseguite da Arpa nel novembre 2012 sulle acque del PZ4p confermano la contaminazione da Cromo VI (58 µg/l).

Cepav Due Cantiere AV/AC: Galleria GA09 Galleria ferroviaria; SL67 Galleria autostradale (Bre.Be.Mi) (Castegnato): a seguito dell’evidenza della presenza di materiale non conforme lungo la scarpata del rilevato autostradale oggetto di intervento per la realizzazione dei due tunnel è stata realizzata una serie di indagini e sono stati messi in opera n. 7 piezometri di controllo della falda superficiale. Il monitoraggio delle acque sotterranee eseguito ante operam ha evidenziato un superamento delle CSC della Tabella 2 del D.Lgs. 152/2006 per il parametro 1,1,2 Tricloroetano nel piezometro Pz3 definito di “valle”, fatto che ha dato avvio alla procedura di caratterizzazione del sito. A seguito delle indagini del Piano di Caratterizzazione Arpa ha rilevato la sostanziale assenza di nesso di causalità tra la contaminazione da solventi nella falda e la presenza dei rifiuti in corrispondenza dei due attraversamenti dell’autostrada A4 (GA09 ed SL67) oggetto del Piano Smaltimento Rifiuti. Dal 15.01.2014 al 26.09.2014 con cadenza settimanale è stato effettuato il campionamento di tutti i piezometri per la ricerca del Cromo VI. In tutti i campionamenti i valori sono sempre stati conformi ai limiti della tabella 2 del D.Lgs. 152/2006. A seguito dei lavori i piezometri PZ1, PZ2 e PZ7 non sono più presenti. Il piezometro PZ6 si trova all’interno della recinzione autostradale, mentre i piezometri PZ3, PZ4 e PZ5 sono raggiungibili tramite stradello poderale a servizio della nuova linea ferroviaria.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 56 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Autostrade: come evidenziato più sopra, nell’ambito dei lavori di costruzione della Linea AV/AC Treviglio-Brescia il Consorzio “Cepav Due” ha eseguito alcuni scavi nella porzione del rilevato dell’autostrada A4 nel territorio di Castegnato, in occasione dei quali sono stati rinvenuti materiali di origine antropica presumibilmente utilizzati a fine anni ’80 per l’allargamento del rilievo autostradale. In seguito a tale rinvenimento Autostrade ha realizzato 4 coppie di piezometri monte/valle profondi 25 m lungo l’autostrada allo scopo di verificare eventuali impatti del rilevato autostradale sulle acque sotterranee; la prima coppia di piezometri, messa in opera in comune di Castegnato è risultata asciutta; anche nella seconda coppia di piezometri non è stato possibile effettuare il prelievo per scarsità di acqua nel piezometro. Le analisi effettuate nel maggio e nel luglio 2014 sulle coppie PZ3E/PZ3W e PZ4E/PZ4W non hanno evidenziato superamento dei limiti normativi.

Cromatura Cotelli (Ospitaletto): sono presenti n. 4 piezometri, di cui due superficiali e due profondi. Gli esiti del Piano di Caratterizzazione mostrano una lieve contaminazione da Cromo VI (8 µg/l) nella falda superficiale captata dal piezometro di monte, mentre non è stato possibile effettuare il prelievo nel piezometro superficiale di valle a causa del ridotto battente idrico nel piezometro; i piezometri profondi non evidenziano contaminazione da Cromo VI.

Discarica Nuova Beton (Travagliato, Roncadelle): sono presenti n.4 piezometri. In data 01.07.2010 è stato avviato da parte della Provincia di Brescia il procedimento amministrativo finalizzato all’emissione dell’ordinanza di cui all’art. 244 del d.lgs. 152/2006 a causa del superamento delle CSC relativamente ai parametri Mn, Triclorometano, 1,1 Dicloroetilene, 1,1,2 Tricloroetano. Successivamente, in data 09.09.2010 il procedimento è stato chiuso in quanto i prelievi effettuati il 26.07.2010 hanno attestato in tutti i campioni di acqua il rispetto delle CSC.

Discarica Immobiliare ai Chiostri (Roncadelle): sono presenti n. 6 piezometri: i piezometri occidentali PZ2, PZ3, PZ4 e PZ5 captano la falda superficiale, mentre i piezometri più orientali PZ1 e PZ6 captano sia la falda superficiale che la porzione sommitale di quella profonda. I risultati delle campagne di monitoraggio effettuate (aprile 2009, gennaio e ottobre 2010, novembre 2012) confermano un sensibile incremento delle concentrazioni di Cromo VI passando dai piezometri di monte a quelli di valle. In particolare i valori più significativi si riscontrano nei piezometri PZ1 e PZ5 (i valori massimi rilevati sono rispettivamente 92 µg/l e 124 µg/l).

Campagne di controllo della qualità delle acque eseguite nel comune di Roncadelle: di seguito si riportano i risultati di alcune campagne di monitoraggio della qualità delle acque

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 57 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

sotterranee effettuate negli anni scorsi dall’Amministrazione Comunale di Roncadelle e da Arpa.

Tenuto conto che nel territorio di Roncadelle sono presenti diverse aree interessate in passato da attività estrattiva, recuperate a discarica di rifiuti speciali (frequentemente rappresentati da scorie di acciaieria), nonché alcune aree sottoposte a procedimento ai sensi del D.lgs 152/2006 e che in comune di Castegnato, in posizione idrogeologica di monte rispetto al territorio di Roncadelle, sono ubicati due siti sottoposti a procedimento ai sensi del D.lgs 152/2006, perimetrati nell’ambito del sito di interesse nazionale Brescia-Caffaro (ex discariche Pianera e Pianerino), nel periodo giugno-settembre 2009, su richiesta dell’ASL di Brescia, è stato effettuato da parte dell’Amministrazione Comunale di Roncadelle un controllo nelle acque prelevate in diversi pozzi privati situati a valle dal punto di vista idrogeologico rispetto ai siti, con ricerca dei composti organici rinvenuti nei siti Pianera e Pianerino.

Tutte le analisi evidenziano che i valori dei parametri rientrano nei limiti del D.lgs. 31 del 02.02.2001. Per quanto riguarda il Cromo VI, i risultati delle analisi effettuate nei due pozzi Esso Italia e Barbi (rispettivamente pari a 6,8 μg/l e 6,2 μg/l) indicano che i valori, pur rientrando nei limiti delle acque potabili per il Cromo totale, pari a 50 μg/l, superano, anche se di poco, la concentrazione soglia di contaminazione (CSC) riportata nella Tab.2, All.5, Parte IV del D.lgs 152/2006, pari a 5 μg/l. Tuttavia i valori rilevati sono in linea con quelli rilevati da Arpa di Brescia nel territorio del comune di Brescia limitrofo a quello di Roncadelle ( Prima indagine conoscitiva sullo stato della falda nel sito nazionale Brescia-Caffaro (ARPA di Brescia, 2005).

In seguito al rinvenimento in due piezometri che captano la falda superficiale nel sito “Discarica Immobiliare ai Chiostri”, sottoposto a procedimento ai sensi del D.lgs 152/2006, di valori di Cromo VI superiori al limite tabellare del D.lgs 152/2006, nell’ottobre 2010 e nel novembre 2012 è stato effettuato da parte rispettivamente di Arpa e dell’Amministrazione Comunale di Roncadelle un controllo dei valori di Cromo VI presenti nei pozzi situati nel territorio circostante la discarica.

Sia nell’ottobre 2010 che nel novembre 2012 sono state riscontrate concentrazioni di Cromo VI inferiori al limite tabellare del D.lgs 152/2006 (5 µg/l) o comunque inferiori/uguali a 10 µg/l sia nei pozzi situati a monte che in quelli posti a valle della discarica. La distribuzione di tali valori di Cromo VI ed il confronto tra i valori rilevati nelle due campagne inducono a ritenere che si tratti di un inquinamento diffuso, secondo la definizione contenuta nell’art. 240, comma 1, punto r) del D.lgs 152/06 e s.m.i. I dati raccolti non consentono di evidenziare

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 58 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

un peggioramento dei valori della falda profonda che possa essere messo in relazione con la presenza della discarica.

Nel settembre 2013 l’Amministrazione Comunale di Roncadelle, nell’ambito dello studio di fattibilità del nuovo pozzo comunale, ha effettuato una campagna di monitoraggio delle acque sotterranee, al fine di acquisire ulteriori dati sulla qualità delle acque sotterranee al fine di ubicare il nuovo pozzo ad uso acquedottistico. Sono stati ricercati i seguenti parametri: Nitrati, Cromo totale, Cromo VI, Tricloroetilene, Tetracloroetilene, Antiparassitari.

Per inquadrare le problematiche della qualità delle acque sotterranee in un quadro più ampio sono stati utilizzati anche i dati messi a disposizione da A2A, rilevati sempre nel settembre 2013 nel pozzo S. Giulia e nei pozzi gestiti da A2A situati nel territorio circostante, in comune di Brescia: pozzo Frao, pozzi Mandolossa 1, 2 e 3, pozzo Violino.

La distribuzione sul territorio dei risultati analitici è rappresentata in Figura 8.6.1.

Figura 8.6.1 - Carta piezometrica e risultati analitici tratta da Relazione idrogeologia dello studio di fattibilità di un nuovo pozzo comunale di Roncadelle (Studio Geologia Ambiente, 2013).

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 59 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

I valori di Cromo VI sono < 5 µg/l nella porzione occidentale del territorio investigato, mentre sono leggermente più alti nel settore orientale, mantenendo comunque valori inferiori o di poco superiori a 10 µg/l. Tali valori sono in linea sia con quelli rilevati da A2A nel pozzo Violino e nel pozzo Frao, sia con quelli rilevati da Arpa di Brescia nel territorio del comune di Brescia limitrofo a quello di Roncadelle.

Anche i valori della somma di Tetracloroetilene e di Tricloroetilene sono molto bassi o non rilevabili nel settore occidentale del territorio, mentre aumentano leggermente nel settore centrale (pozzo S. Giulia: 3 µg/l) e orientale dove il valore più alto (nel comune di Roncadelle), pari a 2 µg/l, è rilevato nel pozzo Barbi. A nord del comune di Roncadelle si rilevano valori maggiori nei pozzi Mandolossa 2 e 3, entrambi con 4,4 µg/l.

8.7. ZONA PASSIRANO-MONTICELLI BRUSATI

Il pozzo Camignone che alimenta l’acquedotto di Passirano evidenzia una contaminazione da Tetracloroetilene.

Considerato che i pozzi ad uso acquedottistico di Monticelli Brusati di via Europa e ICOM, situati idrogeologicamente a monte rispetto al pozzo Camignone, presentano una contaminazione da Tetracloroetilene e da Tricloroetilene con valori superiori rispetto a quelli rilevati nel pozzo Camignone, si è deciso di ampliare la zona di studio comprendendo anche il comune di Monticelli Brusati, con l’obiettivo di individuare la sorgente della contaminazione delle acque sotterranee.

Di seguito si descrivono brevemente i siti oggetto di procedure ai sensi della Parte quarta, Titolo V del D.Lgs. 152/2006, che interessano le acque sotterranee.

Eni Camignone (Passirano): è stata rilevata in fase di caratterizzazione una contaminazione delle acque sotterranee da parte di Idrocarburi totali, Benzene, Toluene, Etilbenzene, Para-Xilene. Il procedimento è stato chiuso.

Ex Ercos (Monticelli Brusati): sono presenti n.4 piezometri, due dei quali (PZ2, PZ3) non campionabili. Le analisi delle acque sotterranee effettuate da Arpa nel maggio 2014 hanno evidenziato il superamento dei limiti di legge per i parametri Manganese e Cloruro di vinile con un incremento delle concentrazioni tra il piezometro di monte e quello di valle idrogeologico.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 60 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

9. QUALITA' DELLE ACQUE SOTTERRANEE - CAMPAGNA DI MONITORAGGIO INVERNO 2014-2015

9.1. PREMESSA

Come illustrato nei capitoli precedenti, nell’ambito della Prima fase del lavoro è stato effettuato il censimento dei pozzi e dei piezometri presenti nel territorio oggetto dello studio e sono stati scelti n. 50 pozzi privati da sottoporre a monitoraggio chimico e piezometrico da parte di Arpa. In alcuni dei pozzi scelti non è stato possibile tuttavia effettuare il monitoraggio per motivi diversi (attività economiche non più attive, proprietari non rintracciabili, ecc.).

ARPA ha quindi effettuato analisi chimiche su 46 pozzi e n. 29 piezometri. Sono stati ricercati sempre i seguenti parametri: Alifatici clorurati cancerogeni e non cancerogeni, Tetracloruro di Carbonio, Cromo totale e Cromo VI.

Localmente, sulle acque prelevate nei piezometri di alcuni siti conosciuti, sono stati ricercati anche altri parametri, quali Metalli, Fenoli e Clorofenoli, Idrocarburi policiclici aromatici, Composti organici aromatici, Alifatici alogenati cancerogeni, PCB, scelti in relazione alla tipologia di contaminazione riscontrata in passato.

Inoltre ci sono state messe a disposizione dalla Provincia di Brescia le analisi chimiche rilevate nello stesso periodo sui piezometri di diversi siti sottoposti a procedimento ai sensi del D,lgs 152/2006, cave e discariche per un totale di altri n. 25 piezometri.

Monitoraggio chimico Monitoraggio piezometrico pozzi piezometri pozzi piezometri Dati rilevati da Arpa 46 29 18 29 Dati da monitoraggi in corso 25 TOTALE 46 54 18 29

Tabella 9.1.1 - Monitoraggio Inverno 2014-2015: dati chimici e piezometrici disponibili

Nella Tabella 9.1.2 sono riportati i valori dei parametri più significativi rilevati nella campagna di monitoraggio. In particolare, sono riportati tutti quei parametri per i quali si è verificato almeno un superamento rispetto ai limiti della Tab. 2 dell’Allegato 5 del D.Lgs. 152/06 in uno dei punti di controllo.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 61 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Sulla Tavola 6 - CARTA DELLA DISTRIBUZIONE DEI METALLI sono riportati, accanto ai punti di controllo, i valori dei Metalli rilevati nelle acque sotterranee nell’inverno 2014-2015, per i quali si è verificato almeno un superamento rispetto ai limiti della Tab. 2 dell’Allegato 5 del D.Lgs. 152/06 in uno dei punti di controllo: Cromo VI, Arsenico, Ferro, Manganese, Nickel .

Per chiarezza espositiva non sono riportate in carta le tabelle relative ai pozzi/piezometri nei quali i parametri ricercati non sono stati rilevati.

Per quanto riguarda il Cromo VI complessivamente si evidenziano n. 13 superamenti rispetto ai limiti della Tab. 2 dell’Allegato 5 del D.Lgs. 152/06. Solamente in un caso il valore supera di 10 volte la CSC (Cepav di Castegnato, Pz5est in falda superficiale).

Gli elevati tenori di Ferro, Manganese e localmente Arsenico, rilevati soprattutto nei piezometri che captano la falda superficiale, sono legati alla presenza di un ambiente idrochimico riducente causato frequentemente dalla degradazione di sostanze organiche immesse nel sottosuolo (rifiuti), effettuata da microrganismi già presenti naturalmente nel sottosuolo.

Sulla Tavola 7 CARTA DELLA DISTRIBUZIONE DEGLI ALIFATICI CLORURATI CANCEROGENI E NON E DEI COMPOSTI ORGANICI AROMATICI sono riportati, accanto ai punti di controllo, i valori dei composti organici rilevati nelle acque sotterranee nell’inverno 2014-2015, per i quali si è verificato almeno un superamento rispetto ai limiti della Tab. 2 dell’Allegato 5 del D.Lgs. 152/06 in uno dei punti di controllo: Triclorometano, Cloruro di Vinile, 1,1 Dicloroetilene, Tricloroetilene (TCE), Tetracloroetilene (PCE), 1,1,2 Tricloroetano, Benzene.

Anche su questa tavola, per chiarezza espositiva, non sono riportate le tabelle relative ai pozzi/piezometri nei quali i parametri ricercati non sono stati rilevati.

Il parametro più diffuso è il Tetracloroetilene. Complessivamente si evidenziano n. 20 superamenti rispetto ai limiti della Tab. 2 dell’Allegato 5 del D.Lgs. 152/06. Solamente in un caso il valore supera di 10 volte la CSC (pozzo Azienda Agricola Voliera di Ospitaletto: 16,8 µg/l).

Per il parametro 1,1 Dicloroetilene si rilevano n. 9 superamenti delle CSC, in tre dei quali i valori superano di 10 volte la CSC (piezometro di monte ex cava Zendra PZ7: 0,75 µg/l; pozzo allevamento Cadei Fabio: 0,50 µg/l; Esso Italia: 1,5 µg/l). I superamenti delle CSC per questo parametro sono concentrati nella zona dell’ex cava Zendra, ad eccezione del valore rilevato presso un distributore di carburante a Roncadelle (Esso Italia).

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 62 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Per quanto riguarda i composti organici aromatici, si rileva un solo superamento del limite di legge nel piezometro superficiale PZ30SW della Vallosa, soggetto a MISE, con valore che supera di 10 volte la CSC (16,0 µg/l).

Di seguito si commenta la distribuzione dei valori di contaminazione più significativi rilevati.

9.2. ZONA A NORD DELL’ABITATO DI ROVATO

Le analisi effettuate nell’inverno 2014-2015 non evidenziano la presenza di Cromo totale né di Cromo VI nei pozzi e nei piezometri situati in posizione idrogeologica di monte rispetto alla discarica della Società Linea Ambiente (ex Cogeme) ed in particolare nel piezometro di valle della ditta Alghisi Zincature.

Si verifica il superamento del limite di legge per il Cromo VI nei piezometri di valle della discarica Pz2 (6,24 µg/l) e Pz5 (20,53 µg/l).

Anche nel pozzo Cominardi, situato circa 200 m ad est della discarica si misura un leggero superamento del limite del Cromo VI (9,4 µg/l).

Per quanto riguarda gli Alifatici clorurati cancerogeni e non cancerogeni si verifica un solo superamento dei limiti normativi per il Tetracloroetilene nel piezometro di valle Pz2 della discarica della Società Linea Ambiente (1,11 µg/l).

9.3. ZONA CAZZAGO SAN MARTINO-OSPITALETTO-TRAVAGLIATO

In questa zona si osserva una contaminazione da Cromo VI a NW dell’abitato di Travagliato nei pozzi della Società Agricola Le Paghere L’Agricol (7 µg/l) e dei Servizi Italia (14 µg/l). Tali valori sono coerenti con quelli che si rinvengono frequentemente nei due pozzi Breda e Mulini che alimentano l’acquedotto di Travagliato, situati nelle vicinanze, e stanno ad indicare la presenza di uno (o più) focolai a monte.

Per quanto riguarda i composti organici ed in particolare il Tetracloroetilene, il valore più significativo (16,8 µg/l) è stato individuato nel pozzo dell’Azienda Agricola La Voliera, situato lungo il confine sud-orientale del comune di Ospitaletto. Valori inferiori sono stati rilevati nei

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 63 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

piezometri sia di monte che di valle della discarica Bettoni di Travagliato, posta idrogeologicamente a valle rispetto al pozzo La Voliera.

Altri superamenti dei limiti normativi per il Tetracloroetlene, oltre che per il parametro 1,1 Dicloroetilene, sono stati evidenziati nei piezometri della ex cava Zendra (valore massimo di Tetracloroetilene: 8,3 µg/l nel piezometro di valle PZ3; valore massimo di 1,1 Dicloroetilene: 0,75 µg/l nel piezometro di monte PZ7) e nel pozzo dell’Allevamento Cadei Fabio (Tetracloroetlene: 3,3 µg/l; 1,1 Dicloroetilene: 0,5 µg/l), situato appena a valle della ex cava Zendra. I valori di Tetracloroetilene indicano un peggioramento della contaminazione nei piezometri di valle.

Infine nel pozzo della Sabaf , situato a sud dell’abitato di Ospitaletto, sono stati rilevati 4,8 µg/l di Tetracloroetilene.

9.4. ZONA PADERNO FRANCIACORTA-PASSIRANO-CAZZAGO SAN MARTINO-CASTEGNATO- OSPITALETTO

Riguardo al Cromo VI le analisi effettuate nell’inverno 2014-2015 in questa zona indicano un solo superamento dei limiti di legge nel piezometro di monte PZ1 della ex cava Sorelle Vianelli (10 µg/l), ubicato molto vicino al laghetto di cava nel quale scaricano le acque reflue del depuratore consortile dei comuni di Paderno F., Passirano, Provaglio d’Iseo. I piezometri di valle del sito non rilevano presenza di Cromo VI nelle acque sotterranee.

Nel piezometro di monte superficiale PZ1A della ex cava Sorelle Vianelli si verifica il superamento dei limiti per il Manganese (171 µg/l), come pure nel piezometro superficiale di valle PZ2A (1900 µg/l), dove si rileva anche il superamento dell’Arsenico (11 µg/l).

Presso il sito della Vallosa si rileva nel piezometro PZ30 SW soggetto a MISE il superamento dei limiti per il Benzene (16 µg/l) e per alcuni metalli: Arsenico (42 µg/l), Ferro (5000 µg/l), Manganese (2200 µg/l), Nickel (26 µg/l). È presumibile che la degradazione microbica dei rifiuti presenti nella discarica determini nelle acque della falda superficiale la formazione di un ambiente riducente e l’abbassamento del potenziale redox e, di conseguenza, favorisca lo sviluppo delle forme solubili di Ferro e Manganese. Il Manganese in quantità superiore ai limiti di legge è stato rilevato anche nel piezometro di valle PZ4 (110 µg/l).

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 64 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Superi di Ferro e di Manganese si rilevano anche in due piezometri della discarica A2A di Bosco Sella: il PZ3M di monte (Ferro: 54 µg/l) e il PZ4N (Ferro: 230 µg/l; Manganese: 1095 µg/l).

Riguardo al Tetracloroetilene si rilevano alcuni superamenti dei limiti in località Bosco Sella, nei piezometri della discarica A2A: 2,3 µg/l nel piezometro di monte PZ3M; 1,4 µg/l nel piezometro PZ7Q e 2,2 µg/l nel piezometro PZ4N (dove si rileva anche un leggero superamento del limite per il Tricloroetilene: 1,6 µg/l). Inoltre si rilevano 2 µg/l di Tetracloroetilene nel pozzo Orione Costruzioni. Considerato che il valore maggiore è stato rilevato in un piezometro di monte della discarica, si ritiene che la contaminazione non provenga dalla discarica stessa.

9.5. ZONA CASTEGNATO, OSPITALETTO, TRAVAGLIATO, RONCADELLE

Il valore di Cromo VI più significativo (127 µg/l) si rileva nel piezometro PZ5 EST (PZ5s) del sito Cepav Due - CT101, confermando la contaminazione delle acque sotterranee da Cromo VI già evidenziata in passato sia in questo piezometro che nei piezometri superficiale e profondo posti a monte (PZ3s e PZ3p) della linea ferroviaria.

Nei piezometri di monitoraggio della discarica Pianera, situata a monte del sito Cepav Due - CT101, si rileva Cromo VI solamente nella coppia di piezometri superficiale e profondo situata ad ovest, con valori di Cromo VI solo di poco superiori alle CSC (PZ7A: 5,7 µg/l; PZ7B: 5,2 µg/l).

A valle del sito Cepav Due - CT101 si rileva un valore di Cromo VI di 41 µg/l nel piezometro situato a valle della discarica di Pianerino (PZ12).

Come noto, nel sito Pianera si verifica anche la contaminazione sia della falda superficiale che di quella profonda da parte di alifatici clorurati, oltre che di Arsenico, Ferro e Manganese, dovuti alla presenza di un ambiente idrochimico riducente causato dalla degradazione dei rifiuti, effettuata da microrganismi già presenti naturalmente nel sottosuolo.

Nel settore orientale del comune di Roncadelle si evidenzia il superamento del limite di legge per il Cromo VI (pozzo ATB: 6,3 µg/l; pozzo ALMAG: 9 µg/l).

Tali valori sono in linea sia con quelli rilevati periodicamente da A2A nel pozzo Violino e nel pozzo Frao (comune di Brescia), sia con quelli rilevati nei monitoraggi effettuati da Arpa di Brescia nel territorio del comune di Brescia limitrofo a quello di Roncadelle. RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 65 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Per quanto riguarda i composto alifatici clorurati si osserva un superamento di 10 volte il limite di legge del parametro 1,1 Dicloroetilene nel pozzo Esso Italia (1,5 µg/l).

Si verificano inoltre alcuni superamenti dei limiti di legge nella zona già interessata dalla contaminazione da Cromo VI (pozzo ATB: Tetracloroetilene 1,5 µg/l; pozzo ALMAG: Triclorometano 0,2 µg/l; pozzo Cassa Commercialisti: Triclorometano 0,2 µg/l, Tetracloroetilene 2,2 µg/l). Anche i valori dei composti alifatici clorurati riscontrati in questa zona sono in linea con quelli rilevati nel comune di Brescia.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 66 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

10. AREE CONTAMINATE DA SOTTOPORRE A SUCCESSIVA INDAGINE DI DETTAGLIO (FASE 2)

10.1. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DA SOTTOPORRE A SUCCESSIVA INDAGINE DI DETTAGLIO

I dati raccolti sulla qualità delle acque sotterranee nell’Ovest bresciano, relativi sia ai monitoraggi effettuati in passato che alla campagna di controllo dell’inverno 2014-2015, non evidenziano la presenza di importanti focolai in grado di rilasciare nelle acque sotterranee ingenti quantità di contaminanti, bensì confermano l’esistenza di alcune situazioni di contaminazione delle acque sotterranee da Solventi clorurati e da Metalli con valori generalmente inferiori a 10 volte le CSC (Tab.2, All.5, Parte IV del D.lgs 152/2006).

La contaminazione delle acque sotterranee nell’Ovest bresciano è per lo più dovuta alla presenza nel sottosuolo di rifiuti di diversa tipologia, utilizzati già prima degli anni ’80 del secolo scorso per riempire le numerose cave di ghiaia e sabbia che caratterizzavano l’alta pianura bresciana occidentale.

La maggior parte delle situazioni di contaminazione delle acque sotterranee è già oggetto di procedimento ai sensi del D.lgs.152/2006.

Di seguito si descrivono le aree contaminate da sottoporre a successiva indagine di dettaglio tramite la messa in opera di nuovi piezometri.

Le caratteristiche dei piezometri sono state definite sulla base delle stratigrafie dei pozzi situati nel territorio circostante; l’effettiva profondità di ciascun piezometro e del tratto microfessurato dovrà essere precisata sulla base della stratigrafia del sondaggio che verrà realizzato a carotaggio continuo per la messa in opera del piezometro stesso.

L’ubicazione precisa dei piezometri dovrà essere verificata localmente e meglio definita tenendo conto delle proprietà delle aree e della presenza di sottoservizi.

Nella prossima fase del lavoro (2a Fase) all’interno delle zone individuate sarà effettuato il censimento delle attività e degli insediamenti che potrebbero essere potenzialmente connessi con la contaminazione rilevata, ad integrazione dei dati sui centri di pericolo già raccolti nella presente fase.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 67 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

10.2. ZONA OSPITALETTO-TRAVAGLIATO

L’area in esame si colloca al confine tra i comuni di Ospitaletto e Travagliato.

Le stratigrafie dei pozzi evidenziano la presenza di depositi ghiaioso-sabbiosi con livelli ciottolosi, caratterizzati da una permeabilità per porosità globalmente medio-alta. I sedimenti presentano una struttura a grosse lenti contraddistinte da differente granulometria e contengono livelli ciottolosi e lenti sabbioso-limose. Generalmente a partire da 15-20 m di profondità dal piano campagna sono presenti orizzonti conglomeratici compatti o fessurati. Come illustrato dalla sezione idrogeologica E-E’ le stratigrafie dei pozzi indicano la presenza di almeno due livelli prevalentemente argilloso-limosi:

. il primo è potente alcuni metri ed è situato generalmente tra i 30/40 m di profondità dal piano campagna. Presenta una certa continuità areale ed un andamento subparallelo alla superficie topografica, mediamente pendente verso sud-est; tali caratteristiche, insieme alla colorazione rossastra, inducono a ritenere che si tratti di un paleosuolo;

. il secondo livello limoso-argilloso, più o meno ghiaioso, è caratterizzato da uno spessore di pochi metri e si trova intorno a 60/70 m di profondità.

La falda acquifera principale è sostanzialmente diretta verso S. La soggiacenza diminuisce progressivamente da N verso S. Al confine tra i comuni di Ospitaletto e di Travagliato la superficie piezometrica oscilla all’incirca tra 30 a 24 m di profondità dal piano campagna.

Nella zona non ci sono piezometri fessurati nella falda superficiale.

La campagna di monitoraggio dell’inverno 2014-2015 ha evidenziato in questa zona una contaminazione da Cromo VI a NW dell’abitato di Travagliato nei pozzi della Società Agricola Le Paghere L’Agricol (7 µg/l) e dei Servizi Italia (14 µg/l). Tali valori sono coerenti con quelli che si rinvengono frequentemente nel pozzo Breda che alimenta l’acquedotto di Travagliato, situato a S del pozzo Servizi Italia, e stanno ad indicare la presenza di uno o più focolai a monte.

Allo scopo di individuare la potenziale sorgente di contaminazione si propone di realizzare n. 2 coppie di piezometri (uno superficiale ed uno profondo) a valle della Stefana s.p.a., in comune di Travagliato (Figura 10.2.1) con le seguenti caratteristiche:

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 68 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Piezometro Profondità (m da p.c.) Tratto filtrante TR_PZ1s 35 da -25 a -35 (f.f.) TR_PZ1p 70 da -45 a -70 (f.f.) TR_PZ2s 35 da -25 a -35 (f.f.) TR_PZ2p 70 da -45 a -70 (f.f.)

Figura 10.2.1 - Area di approfondimento e ubicazione piezometri Ospitaletto-Travagliato

Nella porzione sud-orientale del comune di Ospitaletto è stato individuato un valore significativo di Tetracloroetilene (16,8 µg/l) nel pozzo dell’Azienda Agricola La Voliera. Valori inferiori sono stati rilevati nei piezometri sia di monte che di valle della discarica Bettoni di Travagliato, posta idrogeologicamente a valle rispetto al pozzo La Voliera.

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 69 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Si propone di mettere in opera un’altra coppia di piezometri (uno superficiale ed uno profondo) a monte del pozzo dell’Azienda agricola Voliera, in comune di Ospitaletto (Figura 10.2.2): Piezometro Profondità (m da p.c.) Tratto filtrante OS_PZ1s 35 da -25 a -35 (f.f.) OS_PZ1p 60 da -45 a -60 (f.f.)

Figura 10.2.2 - Area di approfondimento e ubicazione piezometri Ospitaletto-Travagliato

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 70 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

10.3. ZONA OSPITALETTO-CASTEGNATO

L’area in esame si colloca al confine tra i comuni di Ospitaletto e Castegnato.

Dal punto di vista geologico l’area è situata in posizione distale rispetto alle conoidi ciottolose-ghiaioso-sabbiose prodotte dai torrenti fluvioglaciali del sistema morenico sebino e, di conseguenza, i sedimenti presentano una natura ed una granulometria alquanto variabile ed è possibile rinvenire nel sottosuolo lenti sabbioso-limose o limoso-argillose.

Le stratigrafie dei pozzi evidenziano la presenza di almeno un livello prevalentemente argilloso-limoso alla profondità di circa 20-30 m da p.c. che possiede una discreta continuità (sezione idrogeologica F-F’) e che sostiene una falda superficiale di esiguo spessore, monitorata da diversi piezometri presenti in zona.

Nel sito Cepav Due - CT101, posto in adiacenza alla linea ferroviaria Milano-Venezia, durante la campagna di monitoraggio dell’inverno 2014-2015 è stato rilevato un valore di Cromo VI significativo (127 µg/l) nel piezometro PZ5 EST (PZ5s), confermando la contaminazione delle acque sotterranee da Cromo VI già evidenziata in passato sia in questo piezometro che nei piezometri superficiale e profondo posti a monte (PZ3s e PZ3p) della linea ferroviaria.

Lungo questo tratto di ferrovia sono presenti alcune depressioni dovute ad ex cave di prestito parzialmente colmate con terreni di riporto misti a materiali di origine antropica. In particolare il PZ3 è ubicato all’interno di una di queste depressioni.

Nei piezometri di monitoraggio della discarica Pianera, situata a monte del sito Cepav Due - CT101, si rileva Cromo VI solamente nella coppia di piezometri superficiale e profondo situata ad ovest, con valori di Cromo VI solo di poco superiori alle CSC (PZ7A: 5,7 µg/l; PZ7B: 5,2 µg/l).

A valle del sito Cepav Due - CT101 si rileva un valore di Cromo VI di 41 µg/l nel piezometro situato a valle della discarica di Pianerino (PZ12).

Considerato inoltre che:

 nell’ambito della caratterizzazione del sito Cotelli (posto a monte del sito Cepav Due - CT101) non è stata rilevata contaminazione da Cromo VI nei piezometri profondi, mentre non è stato effettuato il campionamento del piezometro superficiale di valle a causa del ridotto battente idrico nel piezometro;

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 71 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

 che l’analisi delle acque del pozzo Filanda F.lli Serlini, effettuata da Arpa in data 10.04.2013 non aveva evidenziato contaminazione da Cromo VI;

 che il piezometro PZ3 del sito Cepav Due - CT101 è ubicato all’interno di una zona che dai rilievi cartografici risulta una depressione di cava che potrebbe essere stata interessata da scarico di rifiuti;

si propone l’esecuzione di una coppia di nuovi piezometri (uno superficiale ed uno profondo) appena a monte del PZ3, all’esterno della depressione di cava (Figura 10.3.1), al fine di verificare se la contaminazione proviene da materiale scaricato nella depressione stessa.

Sarà inoltre necessario analizzare le acque del piezometro superficiale di valle del sito Cotelli effettuando il prelievo dopo un periodo caratterizzato da precipitazioni.

Le caratteristiche della copia di nuovi piezometri sono le seguenti:

Piezometro Profondità (m da p.c.) Tratto filtrante CA_PZ1s 30 da -25 a -30 (f.f.) CA_PZ1p 50 da -40 a -50 (f.f.)

Figura 10.3.1 - Area di approfondimento e ubicazione piezometri Ospitaletto-Castegnato

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 72 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

10.4. ZONA PADERNO FRANCIACORTA

L’area in esame si colloca nella porzione orientale del comune di Paderno Franciacorta, dove sono presenti alcune depressioni di cava riempite in passato con materiale di diversa origine e mancano pozzi o piezometri di controllo della qualità delle acque sotterranee.

Nella zona sono presenti depositi ghiaioso-sabbiosi con livelli ciottolosi e massi, caratterizzati da una permeabilità per porosità globalmente alta. A partire da 25-30 m di profondità le ghiaie passano a conglomerati compatti o fessurati, con intercalazioni di lenti prevalentemente ghiaiose e più raramente argillose e limoso-argillose.

La soggiacenza della falda principale è intorno a 45 m.

Si propone di mettere in opera una coppia di piezometri (uno superficiale ed uno profondo) a valle di alcune depressioni di cava riempite in passato con materiale di diversa origine (Figura 10.4.1).

Le caratteristiche dei piezometri sono descritte nella tabella seguente; a seguito della realizzazione del sondaggio a carotaggio continuo per la messa in opera del piezometro profondo si verificherà, sulla base della stratigrafia rinvenuta, la possibilità di realizzare il piezometro superficiale.

Piezometro Profondità (m da p.c.) Tratto filtrante PA_PZ1s 25 da -15 a -25 (f.f.) PA_PZ1p 70 da -45 a -70 (f.f.)

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 73 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Figura 10.4.1 - Area di approfondimento e ubicazione piezometri Paderno Franciacorta

10.5. ZONA PROVAGLIO D’ISEO-PASSIRANO-MONTICELLI BRUSATI

L’area in esame si colloca al confine tra i comuni di Provaglio d’Iseo, Passirano e Monticelli Brusati.

Considerato che il pozzo Camignone che alimenta l’acquedotto di Passirano evidenzia in modo saltuario una contaminazione da Tetracloroetilene e che i pozzi ad uso acquedottistico di Monticelli Brusati di via Europa e ICOM, situati idrogeologicamente a monte rispetto al pozzo Camignone, presentano una contaminazione da Tetracloroetilene e da Tricloroetilene con valori superiori rispetto a quelli rilevati nel pozzo Camignone, si è deciso di ampliare la zona di studio nella 2a Fase del lavoro, comprendendo anche il comune di Monticelli Brusati, con l’obiettivo di individuare la sorgente della contaminazione delle acque sotterranee.

Si propone di mettere in opera n. 2 piezometri di cui uno a monte del pozzo Camignone (in comune di Provaglio d’Iseo) e uno a monte del pozzo vecchio di via

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 74 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

Europa e del pozzo ICOM (in comune di Monticelli Brusati), con le seguenti caratteristiche (Figura 10.4.1):

Piezometro Profondità (m da p.c.) Tratto filtrante PR_PZ1 60 da -40 a -60 (f.f.) MO_PZ1 70 da -50 a -70 (f.f.)

In corrispondenza del piezometro MO_PZ1 è possibile che da 50 a 70 m si incontri roccia calcareo-marnosa.

Figura 10.5.1 - Area di approfondimento e ubicazione piezometri Provaglio d'Iseo-Passirano- Monticelli Brusati

RTP: Dott. Geol. Laura Ziliani Dott. Geol. Davide Gasparetti Collaboratori: Dott. Geol. Gianantonio Quassoli Dott. Ing. Carlo Gorio 75 Dott. Geol. Samuele Corradini ATTIVITÀ DI AFFINAMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE PROVINCIA DI BRESCIA SOTTERRANEE IN PROVINCIA DI BRESCIA CON DEFINIZIONE DEI PLUMES DI CONTAMINANTI ED INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI DI CONTAMINAZIONE - A LOTTO C - OVEST BRESCIANO - 1 FASE

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