GUERRA DOMENICA +Spazioquattro 5 ORE 10-13 GIUGNO PROVE APERTE MARTEDÌ Conservatorio G
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LE ST AGIO NI 2015 • 2016 CONSERVATORIO TEATRO VITTORIA +SPAZIOQUATTRO GUERRA DOMENICA +SpazioQuattro 5 ORE 10-13 GIUGNO PROVE APERTE MARTEDÌ Conservatorio G. Verdi 7 ORE 21 GIUGNO GUERRA Orchestra Filarmonica di Torino Filippo Maria Bressan direttore Tra ironia, angoscia ed eroismo, due Sinfonie per due modi straordinari di raccontare la guerra. Franz Joseph Haydn (1732 - 1809) lontananza, la marcia allegra intonata dal flauto, dagli oboi e poi Sinfonia n. 100 in sol maggiore Hob I:100 “Militare” dagli archi, prima di essere ripresa e sviluppata dall’intera orchestra. Nel secondo movimento Haydn rielabora un Concerto scritto poco Adagio meno di dieci anni prima per il re di Napoli, Ferdinando IV, e a cui Allegretto cambia completamente pelle proprio lavorando sull’orchestrazione, Minuetto-Trio trasformando in un’ambientazione militare quel che in origine era un Finale (Presto) gioco sonoro affidato all’insolita “lyra organizzata,” una via di mezzo fra la ghironda e l’organo portativo. L’atteggiamento militare torna anche nel movimento conclusivo, un Presto molto brillante, ma compare con Ludwig van Beethoven (1770 - 1827) un tratto più ironico anche nel Minuetto, con l’alternanza fra l’andatura Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 “Eroica” impettita del tema principale e la sognante leggerezza del Trio. Allegro con brio Il generale Guibert, nel 1770, aveva pubblicato un saggio sulla tattica in cui esprimeva in modo molto chiaro il sogno militare di una Marcia funebre. Adagio assai società ben organizzata e funzionante: «lo Stato che io dipingo avrà Scherzo. Allegro vivace un’organizzazione semplice, solida, facile da governare, somiglierà Allegro molto a quelle grandi macchine che, con mezzi poco complicati, producono effetti formidabili». L’età napoleonica avrebbe realizzato questa visione unendo all’opera dei militari anche quella dei giuristi, ma al tempo stesso avrebbe provocato quasi un risveglio dal sogno e In una bella pagina di Sorvegliare e punire, il libro sulla nascita della rivelato come la guerra moderna sia portatrice di orrori su vasta scala prigione pubblicato nel 1975, Michel Foucault scrive: «il sogno di una e responsabile del moltiplicarsi dei conflitti. Beethoven, com’è noto, società perfetta, gli storici delle idee lo prestano volentieri ai filosofi aveva visto in Napoleone l’incarnazione degli ideali repubblicani, e ai giuristi del secolo XVIII, ma esisteva anche un sogno militare ma aveva dovuto ricredersi nel momento della sua incoronazione a della società» che procedeva per altre vie e avrebbe finito, in realtà, Imperatore e poi vivere con estrema preoccupazione gli eventi della per vincere la partita. Alle spalle di quel che siamo oggi, sosteneva guerra austro-francese: il tutto in un lasso di tempo brevissimo, che va Foucault, non ci sono né l’idea del contratto sociale primitivo, né la dal 1802 al 1805. È il periodo in cui concepisce una Sinfonia intitolata figura simbolica dello stato di natura, ma la visione della società come Bonaparte, ne straccia il frontespizio subito dopo l’incoronazione di una macchina da organizzare in modo funzionale, con le sue parti del 1804, come riferisce il suo allievo Ferdinand Ries, e sceglie poi accuratamente subordinate e addestrate per essere il più possibile come titolo Sinfonia Eroica aggiungendo «composta per festeggiare il efficienti. Bisogna tenere presente la forza di questo «sogno militare» sovvenire di un grand’uomo». quando si pensa alla presa che l’esercito ha avuto, nel Settecento, su Comunque si voglia interpretare questa vicenda, non c’è dubbio che tutto un immaginario che non è legato alla guerra. Si scriveva musica rispetto a Haydn il riferimento all’immaginario militare non sia più per celebrare le vittorie, senza dubbio, ma il genere che si definiva solo riconducibile alla dimensione del sogno, ma porti con sé una dose “militare” andava ben oltre le opere di circostanza e riguardava un di realtà che Beethoven affronta senza retorica, dando alla Sinfonia mondo più ampio fatto di gesti, atteggiamenti, figure e suoni che il senso di un’azione politica. Non c’è bisogno di un programma o di riassumevano anche la fierezza di un’epoca, i suoi momenti di festa e un aneddoto per cogliere, direttamente dalla musica, l’animazione le sue forme di autorappresentazione. dialettica delle idee che si rincorrono, lottano e cercano di trovare La Sinfonia in sol maggiore di Haydn che conosciamo come Militare, soluzione in un nuovo ideale di grado superiore. Con questa Sinfonia, e che venne eseguita a Londra il 31 marzo 1794, è da questo punto di com’è stato più volte osservato, la musica ha cessato di essere vista un esempio significativo. È stato sostenuto che potesse essere in intrattenimento e spettacolo per diventare riflessione, intervento, rapporto con la percezione di pericolo dovuta alla situazione francese: costruzione di un immaginario collettivo. Dalla grandiosità dell’Allegro da poco si era consumata la repressione degli insorti in Vandea. Appare con brio iniziale alla potenza della Marcia funebre in do minore, il improbabile, però, che Haydn avesse in mente la cronaca politica, ed secondo movimento, per giungere al finale in forma di variazioni dopo è più verosimile che egli abbia voluto trovare un terreno comune con la pausa di uno Scherzo meno problematico, tutta la Sinfonia è un il pubblico musicale inglese del suo tempo e che quel terreno fosse seguito di invenzioni, di colpi alla tradizione e di gesti innovativi dei facilmente rinvenibile in qualcosa che era diffuso nell’esperienza quali oggi a stento possiamo cogliere la portata. Rimangono l’impatto musicale di tutta l’Europa di allora: i ritmi di marcia, il crescendo della Sinfonia nel suo complesso e l’incisività dei suoi singoli momenti strumentale già tante volte utilizzato per inscenare l’avvicinarsi di a lasciare vividi in noi i segni di un’avventura del pensiero che ha una fanfara militare, l’impiego degli strumenti da parata, trombe, saputo esprimere in musica i timori, le speranze e la volontà di una grancasse e timpani, la cui presenza era sufficiente, allora, per definire generazione intera, esaltata e frastornata contemporaneamente dalla “militare” qualunque musica. velocità dei cambiamenti storici a cui stava assistendo. Già nell’Adagio introduttivo c’è un crescendo che porta a un momento di sospensione subito dopo il quale inizia, proprio con un effetto di Stefano Catucci Filippo Maria Bressan ha diretto orchestre e compagini di massimo prestigio, quali l’Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice di Venezia. Ospite regolare delle principali società concertistiche e dei maggiori festival di musica sinfonica, antica e contemporanea (Accademia Chigiana di Siena, Biennale di Venezia, MITO SettembreMusica, Sagra Musicale Umbra e molti altri), tra le sue molteplici esperienze ha avuto modo di lavorare a fianco di musicisti quali Claudio Abbado, Luciano Berio, Frans Brüggen, Myung-Whun Chung, Carlo Maria Giulini, Eliahu Inbal, Peter Maag, Lorin Maazel, Georges Prêtre, Mstislav Rostropovich, Giuseppe Sinopoli, Jeffrey Tate, Arvo Pärt, Roman Vlad e molti altri. Definito da Carlo Maria Giulini come direttore “di nobile ed elegante semplicità”, ha scelto di seguire le proprie passioni e di lavorare principalmente in Italia. Ha tuttavia diretto anche in molti teatri e sale da concerto d’Europa e del Sud America e si è dedicato per vent’anni all’Athestis Chorus&Orchestra – complesso barocco con strumenti d’epoca da lui fondato – con il quale è divenuto uno dei protagonisti della rivalutazione della musica barocca e del rinnovo del repertorio corale e sinfonico. Direttore ospite al Teatr Wielki di Poznàn, al Teatro Lirico di Cagliari, direttore principale dell’Academia de li Musici e di Voxonus, possiede un repertorio molto vasto e selezionato sia in ambito sinfonico che operistico. Ha diretto quasi tutte le principali orchestre italiane, spaziando dalle Ouvertures di Bach a Rendering di Luciano Berio, dagli Devolvi il 5xMille dell’Irpef Oratori di Händel ai capolavori operistici di Mozart e Rossini ma anche di Verdi, collaborando con solisti quali Radek Baborák, Antonio Ballista, all’Orchestra Filarmonica di Torino: Pavel Berman, Rudolf Buchbinder, Michele Campanella, Bruno Canino, ora puoi! Giuliano Carmignola, Gabriele Cassone, Carlo Colombara, Roberto Cominati, Pietro De Maria, Martin Fröst, Benedetto Lupo, Sara Mingardo, La Legge finanziaria 296/06 ha previsto la possibilità per il Domenico Nordio, Michail Pletnev, Giampaolo Pretto, Carolyn Sampson. contribuente di devolvere il 5xMille dell’IRPEF anche a beneficio Pianista di formazione e direttore di vocazione, Filippo Maria Bressan è dei teatri e delle istituzioni culturali come l’Associazione stato assistente di Jurgen Jürgens, allievo a Vienna di Karl Österreicher, Orchestra Filarmonica di Torino. si è perfezionato con Gardiner e Leitner. La sua profonda conoscenza L’Oft è infatti adesso un’Associazione riconosciuta senza della tradizione vocale italiana e della grande scuola sinfonica tedesca lo ascrive tra i maggiori interpreti del repertorio sinfonico-corale e tra scopo di lucro iscritta in data 19.03.14 al n. 1152 del Registro i più interessanti specialisti nel sinfonismo, oltreché nell’opera del Regionale centralizzato provvisorio delle Persone Giuridiche, di Settecento e del primo Ottocento, rivisti con attenzione filologica. cui alla DGR n. 39-2648 del 02.04.2001. Membro del comitato scientifico della Fondazione