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VITTORIO SGARBI

LE DUE CULTURE DI GIOVANNI BUONCONSIGLIO

IOVANNI Buonconsiglio detto il Marescalco è Brevi contributi si devono successivamente a Wart un pittore che è andato recuperando terreno Arslan nel 1956 4) e ad Alberto Martini, su tracce G negli ultimi anni sollecitando l'attenzione di longhiane, nel 1957· sl acuti conoscitori, dopo secoli di silenzio. Le tappe Gli anni sessanta registrano un rinnovamento del­ della critica moderna nella ricostruzione della sua l'interesse locale per il pittore con il catalogo del personalità entro il gruppo nutrito dei maestri belli­ Museo di del Barbieri, del 1962, 6> e con il niani sono ascendenti: come se la focalizzazione della vasto saggio monografico di Lionello Puppi, del conoscenza garantisse al pittore il riconoscimento di 1964. 1> E non va neppure tralasciato l'intervento di meriti dimenticati, per l'alta qualità dei suoi negletti Heinemann, come sempre farraginoso, del 1962. a> risultati. IJ contributo del Puppi sembra porsi come defini­ Al primo posto in questo avanzamento della con­ tivo, ma gli anni settanta non mostrano minore siderazione critica sta, quasi inevitabilmente, Ro­ impegno sull'argomento, prima con l'articolo del berto Longhi il quale nel Viatico per cinque secoli Pallucchini su Arte Veneta nel 1973, 9l attraverso il di pittura veneziana, tl a recensione della grande quale ritorna in luce un importante dipinto inedito mostra del 1945, pur limitando fortemente il proprio firmato; subito dopo, nel 1974, con la tesi di laurea consenso, porrà le basi per la maturazione dell'in­ dello scrivente, tol e con la mostra padovana Dopo teresse intorno alla figura del pittore, con una pagina Mantegna le cui schede in catalogo si devono ancora e una nota dense di grande interesse: '' Quanto al Puppi. u ) all'altro vicentino, il Buonconsiglio, egli è poeta, Nel 1976 giunge, non inattesa, la proposta virtuo­ può dirsi, di un solo dipinto: la 'Pietà' di Vicenza sistica dello Zeri, ' 2 > che arricchisce notevolmente la (fig. 1). Un'opera che sarà poco prima dello scoccare complessità e la statura del Buonconsiglio riferendogli del nuovo secolo e anch'essa impensabile senza il un nuovo importante inedito della collezione Cini precedente belliniano e, forse, il ricordo di una di­ di Venezia, t3l il !arvale affresco, memoria di una versa cultura provinciale tra lombarda e bramantesca perduta grandezza, con il ' Martirio di San Paolo ', che par mandare qualche altro riflesso anche sui nella chiesa di San Lorenzo a Vicenza, già riferito primi anni del Lotto. Questo però rimane un pro­ a Bartolomeo Montagna t4l e gli importanti e cru­ blema di subdola filologia, tanto il Buonconsiglio è ciali ' Paggi ' Onigo di San Niccolò a Treviso, 15> qui riuscito personale nel suo scioglimento dram­ concordemente ritenuti da quasi un secolo, e in tutti matico. L'accordo straziante tra la spoglia livida del gli interventi moderni, opera prima di Lorenzo Lotto. t6l Cristo, come corazzato dalla morte, e il picco im­ Alle rivoluzionanti posizioni dello Zeri viene accor­ mobile della Vergine impietrita che sovrasta ai monti dato un certo consenso, soprattutto negli studi di lonLani; il funereo pennacchio e lo sterpo attoscato Adriana Ruggeri, t7l che apporta nuove e discutibili sulla roccia levata di quinta a stringere l'intarsio aggiunte " bramantesche" al catalogo del pittore, e freddo e rigato del cielo dopo la tempesta d'autunno; di Mauro Lucca, convinto sostenitore della tesi di i monti di verde lavato presso il borgo pallido; ogni Federico Zeri. tBl cosa si rilega in una lettura netta e crudele, senza Il piccolo ruolo che ci tocca in questa non più comparazione a quei tempi [... ], . Il disegno del marginale storia, densa di filologiche avventure, con­ con il ' Cristo alla colonna ' (fig. 2) " ... mi siglia dopo qualche anno di riflessione di intervenire pare confermi, al pari della predella decorativa nella mischia, un po' per ricostruire le fila di un'espe­ nella cornice della ' Pietà ' [.. .] la mia supposizione rienza interrotta, un po' per dare onesto seguito che il pittore, oltre che con Venezia, abbia stretto ad alcuni interventi, laterali al tema maggiore in intese con la cultura bramantesca lombarda; la stessa questione, t9l nei quali abbiamo già preso posizione c~e, senza esito ulteriore, può aver toccato il Lotto conservativa e oppositiva alla proposta dello Zeri, g1ovane al tempo dei paggi Onigo a Treviso,. 2 l ponendoci per così dire alla destra del valente stu­ Prima conseguenza dell'avvicinamento longhiano dioso per una concezione più ristretta del reale raggio alla personalità del pittore sono gli interventi di d'azione del Buonconsiglio e più aperta della koiné q ertrude Spettoli, allieva bolognese del grande sto­ figurativa lombardo-veneta, entro la quale il pittore neo, la quale, prima nella tesi di laurea, poi in un opera, secondo le indicazioni del Longhi, 20> riprese, breve articolo su Paragone nel 1950, aggiunge qualche anche sulla base di alcune osservazioni del Maga­ numero al catalogo del pittore, propone una nuova gnato, 21> dal medesimo Zeri. ~> cronologia, accentua i rapporti con la cultura lom­ Al centro della discussione sono la formazione e barda. 3> l'attività giovanile del pittore concentrate intorno ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte all'alto raggiungimento della ' Pietà ' di Vicenza, già Pala a San Giovanni Ilarione): la stessa struttura indicata con tanto elogio dal Longhi ::.3l e ora raf­ della cimasa a sesto ribassato, le tre figure erette, forzata dall'accostamento ad essa dei ' Paggi ' Onigo, il San Giuseppe (bei capelli grigi, riccioluti) come esemplari monumenti di cultura bramantesca. 2 4l Ab­ un San Pietro mantegnesco nell'interpretazione di biamo già indicato ripetutamente la nostra opposi­ un Francesco da Ponte il Vecchio; la Madonna impa­ zione a tale riferimento soprattutto perché la concor­ lata, vagamente attonita, le architetture squ:illanti1 danza dei fregi decorativi trevigiani nel monumento spicchi verdi e rossi, architrave con grottesche a Onigo con quelli di alta qualità della pala vicentina draghi alati e altri mostri. Quest'ultimo motivo si non risultano probanti: infatti, oltre alle ragioni collega esplicitamente ai monocromi con putti e altrove esposte di una derivazione, in diversi ateliers tritoni nella predella della ' Pietà ' di Vicenza. ::.a) di esperti decoratori, da un comune modello mar­ Si pensi adesso al paesaggio - tenendo fermo moreo, 2 Sl non è difficile incontrare, anche fuori dal l'esito drammatico del cielo nella ' Pietà' di Vi­ , esempi di cornici cinquecentesche decora te cenza - qui di un lirismo assurdo e ingenuo allo con monocromi dipinti di elevato livello qualitativo. stesso tempo, chiaro, quasi giallo in basso, azzurro riproducenti candelabre e festoni vegetali marmorei. sempre più profondo verso l'alto, cielo altissimo: E, ad esempio, nella cornice autorevolmente attribuita paesaggio collinoso e lacustre; niente di più lontano al Garofalo della paletta di L udovico Mazzolino dalla sensibilità che aveva prodotto " l'intarsio fresco ::.6l 2 nella Galleria Sabauda; e ancor meglio nella straor­ e rigato del cielo dopo la tempesta d'autunno 11• 9> dinaria decorazione (del tutto inedita) nella cornice Sarà allora il pittore di questo quadro uomo di della pala del Montagna nella chiesa di Santa Mar:ia non veramente dissimile formazione da un Fran­ in Vanzo a Padova, ulteriore conferma della diffu­ cesco da Ponte il Vecchio, con bell'anticipo su quest'ul­ sione di tali motivi (fig. 3). D'altra parte se il Maga­ timo e certa tenerezza, che tradisce umori e informa­ gnato ba rilevato le affinità dei fregi dipinti nella zioni lagunari, nel paesaggio. Ma, alla fine, tolta la ' Pietà ' del Buonconsiglio con i fregi in pietra te­ rozzezza di Francesco, un uomo che conosce meglio nera, esegu:iti da maestranze lombarde nella chiesa di Mantegna o Caroto o Morone che non Bellini e San Bartolomeo a Vicenza (e ora ricomposti nella Montagna. chiesa del Carmine), va parimenti rilevato un analogo Inoltre non è stato fìn'ora segnalato dagli studiosi rapporto fra i fregi dipinti a Treviso e i capolavori che l'opera si collega all'iconografia bizantina della lombardeschi conservati nel Duomo della stessa città, Vergine "platytera " 1 tanto da dover essere giusta­ fra i quali soprattutto il monumento del vescovo mente definita '' Mistica concezione tra San Pietro Nicolò Franco, in pietra d'Istria e marmo con il e San Giuseppe , . Questo riconoscimento iconolo­ sarcofago incorniciato da eleganti lesene decorate con gico può così risultare utile a chiarire l'intenzionale elementi vegetali, che porta la data r 501. arcaicità dell'opera, forse commissionata in sostitu­ Non riprenderemo qui la questione, ma tenteremo zione di una precedente icona bizantina di medesimo invece una ricostruzione del percorso iniziale del soggetto. Buonconsiglio, con qualche incursione nella sua meno Non stupisce quindi che, pur citata dal Berenson, 3ol straordinaria maturità, per segnalare qualche opera dalla Spettoli, 3'> dal Puppi, 32 > dal Barbieri H> fino inedita o poco nota. allo Zeri, 34) la pala risulti fino ad oggi pressoché L'avarizia di datazioni (e di opere) nel primo tempo inedita e lontana dalla conoscenza e dalle possibilità dell'attività nota del Buonconsiglio ammette due di confronto degli studiosi, perché fotograficamente eccezioni per un solo anno: la pala di Cornedo e i non riprodotta. frammenti della pala per la chiesa dei Santi Cosma Il " maestro del frammento di Venezia e di quello e Damiano dell'Accademia di Venezia e già della di Warwick" (figg. 5 e 6), allo stesso 1497, denuncia collezione Warwick di Warwick Casùe. 2 7l Ecce­ tutt'opposto orientamento: intanto, ortodosso o meno, zioni paradossalmente contraddittorie, verificandosi è dichiaratamente belliniano; ha avuto, più che che le due pale, entrambe datate 1497, non potreb­ sentore, diretta conoscenza della produzione di Cima bero offrirei due concezioni più contrastanti. da nel momento in cui il maestro tre­ E non si dice qui contrastanti solamente quanto vigiano denuncia una battuta d'arresto, o meglio un a struttura compositiva o iconografica, bensì proprio lieve impaccio, 35l dopo il fondamentale saggio vicen­ per orientamento di gusto e di motivazioni culturali. tino del 1489, nell'organizzare una struttura che Lo studioso che si accingesse alla ricognizione resti fedele ad Antonello, pur salvando le esigenze dei due lavori separatamente, posto per assurdo che del rapporto uomo-natura (liberate poi nella 'Ma­ questi fossero datati e non firmati, giungerebbe a donna dell'Arancio ', sacrificando in lieve misura ipotizzare la presenza di due artisti affatto diversi la solennità dell'avvenimento, cui contribuivano gli e di ben distinta formazione. Il '' Maestro di Cor­ aperti colonnati, lo stesso pergolato della pala di nedo 11 (fig. 4) presenta caratteri che non sarebbe Vicenza, oltre naturalmente alle absidi ermetica­ ardito riferire a una cultura sustanziata di superstiti mente chiuse al paesaggio del Bellini). umori mantegneschi (e non dimentichiamo che Il Buonconsiglio di Venezia e di Warwick ha fre­ Cornedo è a brevissima distanza dal confine veronese, quentato (come ben vide il Fiocco e ripropongono e che già il Montagna, nel 1486, aveva lasciato una il Puppi e il Pallucchini) 36) il Cima nella bottega

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-VICENZA, MUSEO CIVICO- GIOVANNI BUONCONSIGLJO! PIETÀ 33 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

2 - PARIGI, MUSEO DEL LOUVRE - GIOVANNI BUONCONSIGLIO: CRISTO ALLA COLONNA (DISEGNO)

34 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte del Montagna, quasi due lustri prima, e lo ritrova del 1495, concorde approssimativamente tutta la cri­ a Venezia, dove il pittore trevigiano si è, come testi­ tica, notiamo che il percorso fino a questa data, e monia un documento del 1492, permanentemente possiamo fin d'ora estendere il limite almeno fino stabilito. E infatti puntualmente denuncia più stretti al 1502 (pala dell'Oratorio dei Turchini), non offre legami, pur nel generale contesto belliniano, con il alcuna puntuale conferma, bensì la costante smentita Montagna, cui dovette essere vicino già a Vicenza, di una formazione intesa come sviluppo o come seppure è da vedere il loro rapporto in termini più scelta in una sola direzione. Negli anni della forma­ sottili che di semplice relazione tra maestro o capo­ zione il Buonconsiglio non avrà trascurato di infor­ scuola e allievo; ;p l e naturalmente con Cima, come marsi in più direzioni possibili con una veramente sì ricava dalla descrizione della pala del Ridolfi, sconcertante disponibilità; prestandosi alle diverse che parla di "singolar tavola [... ] sotto una volta esperienze, con una sola caratteristica unitaria di lavorata con begli intagli u- 3Bl f:Ondo, che non è difficile individuare nella stessa Immagineremo, dai frammenti, appunto, questa sua sensibilità portata, di fronte alle diversamente pala come una variante cimesca della pala di San ''serene , poetiche del Cima o del Montagna, al con­ Cassiano, per l'apertura sul paesaggio, per la pre­ fronto drammatico e aggressivo con la realtà. Carat­ senza di tre santi laterali, quanto alla struttura; ma teristica di fondo che viene progressivamente, dopo soprattutto come una personale acquisizione dell'in­ le opere per Montagnana, composta nell'ordine, spun­ segnamento antonellesco quanto alla definizione dei tata ogni asperità; ma che è tutta evidente, con una volti. E a infiuenzarlo verso Antonello, al di là dunque carica unica, e veramente espressionistica, in quel di w1 suo privato discorso con Cima, sarà stato documento di poetica che è il disegno del Louvre, Montagna fin dai tempi vicentini. Ma è indubbio dove, se ta drammaticità non è superiore a quella che il frammento di Warwick, la ' Madonna ' cioè, del primo tempo del Bellini (' Pietà ' di Brera, ' Cri­ impone una conoscenza e un confronto diretto con sto' del Louvre), certamente è solo del Buonconsiglio la ' Madonna di San Cassiano ' tanto appare inevi­ la durezza, la componente realistica che ritroviamo tabile la derivazione del rapporto Madre-bambino, d'altra parte nei ritratti del frammento di Venezia. della mano porta in avanti, della posizione del bam­ A questo, in fondo, non del tutto compreso, si rife­ bino, dell'inclinazione del volto della Madonna e riva il Longhi quando concludeva il passo del Viatico infine del modo stesso di far cadere il velo; con un con l'affermazione: " ogni cosa si rilega in una gusto del particolare realistico e un'assoluta mancanza lettura netta e crudele, senza comparazione a quei di astrazione, rispetto ad Antonello, che si fa ancora tempi , . 39) più evidente nei tre santi - veri e propri ritratti. Dunque, quest'uomo tanto vigile da accettare le Questo artista cosi smaliziato e aggiornato dovrebbe novità del Cima (e del Montagna), da rimeditare le essere lo stesso della pala di Cornedo: ed è nella invenzioni di Antonello nei due frammenti; così realtà così; ma la critica sembra non aver sufficiente­ orgoglioso forse da dimenticarli o ignorarli, con mente considerato la contraddizione che pure è inne­ perfetta coscienza, nella pala di Cornedo (non più gabile, la soluzione di continuità tra i due 1497 che per Venezia, quindi, ma per un paese non lonta­ è forse l'unica e vera possibilità di chiarire le moti­ no da Verona), è lo stesso uomo che poco pri­ vazioni e le oscure origini della stessa ' Pietà' di ma è stato capace di pubblicare un'opera di asso­ Vicenza. Fissata la ' Pietà ' a qualche tempo prima luta originalità, i cui elementi sono così ben fusi

3 - PADOVA, CHIESA DI SANTA MARIA IN VANZO - BARTOLOMEO MONTAGNA: PALA D'ALTARE PARTICOLARE DEL FREGIO DELLA CORNICE

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4 - CORNEDO VICENTINO, CHIESA PARROCCHIALE - GIOVANNI BOONCONSIGLIO: MISTICA CONCEZIONE TRA SAN PIETRO E SAN Glt1SEPPE (QUI ATTRIBOfTO) ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte TAV. II

VICENZA, MUSEO CIVICO - GIOVANNI BUONCONSIGLIO: PIETÀ (PARTICOLARE) ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte pure è opinabile sia stato quando vi fu chiamato (nel 1482) il Montagna per .i due teleri (' Deluvio ' e ' Creazione del mondo') per la Scuola grande di San Marco, anche se non del tutto impossibile. L a critica lo immagina già preseme dal 1484 nella bottega del Montagna all'opera nella rinnovata chiesa vicentina di San Bartolomeo (per cui infatti produrrà la ' Pietà ' un decennio più avanti); e poi, sicura­ mente entro il 1496-1497, lo dobbiamo comunque ritenere a Venezia. Ma in questi dieci anni? Sulla base di Cornedo non possiamo trascurare che forse il Buonconsiglio dovette avere diretta esperienza dei veronesi e del Mantegna, consigliato dal Montagna o addirittura al suo seguito quando questi si recò a San Giovanni Ilarione nel 1486. 4•> D'altra parte gli era, in Vicenza stessa, possibile incontrarsi con una pala di Domenico Morone nella chiesa di San Biagio. Ma più di questo potrebbe assumere capitale impor­ tanza, nello studio della sua formazione, la presenza vicino al Montagna, anche soltanto come accom­ pagnatore, alla Certosa di Pavia, dove il più anziano pittore lasciò una pala nel 1490· Non è difficile allora immaginare il nostro pittore di fronte alla ' Crocifissione ' (fig. g) del Bergognone di quello stesso anno, datata 14 maggio 1490 (ma il Bergognone è documentato alla Certosa fin dal 1488), 4 2l con il dolente Giovanni evangelista, della cui sofferente ma antiretorica espressione potrà essersi

5 - VENEZIA, GALLERIE DELL 1ÀCCADEMIA GIOVANNI BUONCONSIGL!O: SANTI BENEDETTO, TECLA E COSMA (FRAMMENTO, QUl ATTRIBUITO) da essere difficilissimi da sciogliere, nella quale i legami con quanto è venuto prima sembrano saltare. E sulla base di queste contraddizioni ci par possibile formulare un'ipotesi sugli anni di apprendistato e le esperienze culturali del pittore vicentino. Il quale, a ben vedere, si trovava in quegli anni, e nel momento della sua maggiore intelligenza delle cose, in una posrzione strategica, in provincia; libero quindi da pressioni dirette e non dialettiche, quali a Venezia, a chi non fosse Giorgione o Tiziano (e già di una qumdicina d'anni più anziano di loro), imponeva la presenza del Bellini (e il ricordo di Antonello); ma nello stesso tempo vicino ad un maestro come il Montagna che in quel torno di anni, dall' '8o al '95, e proprio rimeditando Antonello, pubblicava i suoi capolavori: proponendo di conseguenza una sua originale visione, e creando una vera e propria scuola vicentina. Ai primi anni del Buonconsiglio, e in Vrcenza dunque, l'esempio diretto, ma perché in progress ancora non dogmatico, doveva essere il Montagna; e la presenza belliniana e antonellesca viva, ma mediata e tradotta paradigmaticamente nei due capolavori del museo di Vicenza (pala con Santa Monica, pala con Sant'Onofrio, ji.gg. 7 e 8). 4ol E non ci dovrebbe essere allora difficile immaginare 6 - WARWlCK CASTLE, COLL. CONTE DI WARWICK (GIÀ) che il più giovane pittore seguisse il più anziano in GIOVANNI BUONCONSIGLIO! altre direzioni che non la sola verso Venezia, dove MADONNA CON IL BAMBINO (FRAMMENTO, QUI ATTRIBUITO)

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7 - VICENZA, MUSEO CIVICO- BARTOLOMEO MONTAGNA: MADONNA CON LE SANTE MARIA, MADDALENA E MONICA

ricordato; di fronte agli affreschi di casa Panigarola L'essere l'influenza d.i Bramante già, e soprattutto, a Milano (figg. 10 e u), riferiti al 1481; ipotizzando evidente nella l Pietà' dovrebbe risolvere senza tale presenza in Lombardia potrebbe trovare spie­ possibilità di equivoco il problema del rapporto con gazione la proposta longhiana, che tanta fortuna ha il Lotto dei ' Paggi ' Onigo. 45) avuto negli studi più recenti. 431 Nessuna vera relazione esiste tra i ' Paggi ' Onigo

E avrà pensato il Longhi all'uomo dall'alabarda e il l Paggio ' di Montagnana: sono variazioni di due di casa Panigarola, la cui monumentale saldezza si diverse sensibilità sullo stesso tema, più meditata tradurrà nell'evangelista della 'Pietà' e nel fram­ e astratta (con quanto di nordico vi è già reperibile) mento d'affresco (fig. 12) pubblicato dalla Spettoli 441 quella del Lotto, più immediata, e per cosi dire, di cui ci resta appunto il non meno bramantesco "mediterranea" quella del Buonconsiglio: il pro­ paggio, che non è escluso possa andare riferito ad un blema da formale si fa iconografico, ma, oltre lo intervento del pittore nel Duomo di Montagnana, schema bramantesco comune, è evidente che le precedente all'esecuzione delle due pale d'altare e differenze superano di gran lunga i punti di con­ del catino absidale, e non registrato dai documenti. tatto. ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

precedenti occasioni, so> il discorso dello Zeri, al di là di ogni contestazione filologica, risulta non suf­ ficientemente imparziale. Dove infatti il critico afferma che "chi propose il nome del Lotto, Gerolamo Bi­ scaro, fu un notevole erudito ma non certo un auten­ tico conoscitore, e la maggior parte delle sue opi­ nioni non ha retto al lume degli studi posteriori, cadendo così nel dimenticatoio , sr) occorre, per amore di giustizia, rispondere che è vero proprio il con­ trario. Perché, come la discussa proposta per i ' Paggi 1 Onigo ha retto per tre quarti di secolo, cosl al Biscaro si devono alcune definitive acquisizioni, proprio di tema lottesco, come il ' Ritratto del vescovo Bernardo de' Rossi 1 e il ' Ritratto di uomo con lucerna ' di Vienna (fig. 2r), con il conseguente ridimensiona-

8 - VICENZA , MUSEO CIVICO - BARTOLOMEO MONTAGNA: MADONNA TN TRO NO TRA J SANTI ONOFRIO E GIOVANNI BATTISTA

A questo punto si possono raccogliere, sotto L'inse­ gna della prima attività del Buonconsiglio, i numeri indicati dallo Zeri, con l'esclusione dei ' Paggi ' On.igo, e la riproposta, con cronologia anticipata, degli affreschi (figg. 12 e 13) resi noti dalla Spettoli, se pw· in modo fotograficamente incompleto. 46> Avremo così un piccolo corpus ante 1497, do­ minato da pensieri lombardi e bramanteschi: la ' Pietà ' di Viceru;a, concordante con il foglio del Louvre, il fregio monocromo della collezione Cini, la ' Decollazione di San Paolo ' della chiesa di San Lorenzo a Vicenza, concordante con il disegno di armigero già nella collezione Koenigs di Haarlem, 47) e a cui si lega anche più evidentemente l'affresco frammentario di Montagnana. Non ripeteremo che questa dominante attrazione lombarda si lega nel Buonconsiglio con le interpretazioni spaziali e mo­ numenLali di Antonello e Mantegna, soprattutto l'Antonello del • San Sebastiano ' e il Mantegn? ?el ' Martirio di San Cristoforo ' agli Eremitani. E infatti questo uno degli apporti più interessanti, n.ell'ambito della poetica del pittore, che si devono nconoscere allo studio dello Zeri, 48) le cui conclu­ sioni riescono a far progredire quell'impasse di " subdola filologia " di cui parla il Longhi. 49l Proprio sui ' Paggi ' Onigo, per aggiungere ancora 9 - CERTOSA DI PAVIA, CHIESA qualche osservazione a quanto già osservato nelle AMBROGIO BERGOGNONE: CROCIFISSIONE

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IO- MILANO, I I -MILANO, P!NACOTECA DI BRERA DONATO BRAMANTE: UOMO D'ARME (da casa Panigaro!a) DONATO BRAMANTE: CANTORE (da casa Panigarola) mento di Jacopo de' Barbari, cui erano attribuite Bambino ' del M useo Civico di Padova e della Bi­ 1 diverse opere oggi concordemente riferite al Lotto. 52 > blioteca Capitolare di Verona, e con le Stigmate di E tanto hanno retto che il Berenson per primo San Francesco' del Museo di Castelvecchio a Ve­ ricostruì l'attività giovanile del Lotto sulla base delle rona (fig. rs), dove troviamo le stesse dolci colline nuove attribuzioni dell'erudito trevigiano, rinun­ e la calda luce gialla del tramonto, come proveniente ciando anche ai suoi precedenti orientamenti in favore da un fuoco nascosto, che si diffonde tra le nuvole di Jacopo de' Barbari. 53l nel cielo azzurro. 63l Cosi non è caduto nel dimenticatoio nemmeno il Probabilmente prima del 1497 va posta anche la riferimento a Gerolamo da Treviso iJ Vecchio della 1 Santa Caterina d'Alessandria ' del Museo Civico sorprendente ' Trasfigurazione' delle Gallerie del­ di Vicenza, pure proveniente dalla chiesa di San l' Accademia di Venezia, 54) ed è aJ Biscaro che ancora Bartolomeo, dove il Boschini la segnala sopra la si devono osservazioni attente e interessanti sulle ' Pietà ' dello stesso Buonconsiglio. 64> L'opera, recu­ decorazioni dei monumenti sepolcraJi trevigiani, tra perata all'attenzione della critica dal Barbieri, 6sl dopo i quali il monumento Onigo, e su alcuni graffiti, essere stata lungamente trascurata, va segnalata per ora quasi scomparsi, sul fianco delJa chiesa di San il suo rapporto con la Maddalena della 1 Pietà ' rap­ Gaetano. s5l Né le pur notevoli osservazioni dello presentando, pur nella frontale fi ssità, un felice esito Zeri sui medesimi fregi s6J sono riuscite ad esauto­ ritrattistico. Idolo intimidito, la santa guarda smar­ rare definitivamente le relazioni morfologiche isti­ rita e attonita come bloccata in un meccanismo non tuite dal Biscaro fra l'affresco trevigiano e le opere umano. certe di Lorenzo Lotto. Fino a questo momento le personalità dei due Tra le altre proposte per l'attività giovanile del vicentini Bartolomeo Montagna e Giovanni Buon­ Buoncoosiglio va respinta anche quella del 1 San consiglio, rappresentanti di una scuola belJiniana Sebastiano ' di casa Maldura, ora in collezione Ca­ eterodossa, stanno in un rapporto non di dipendenza merini a Padova (fig. 14), riproposto dalla Spettoli, Hl l'una dall'altra, ma forse, meglio, in un più complesso senza un'opportuna fotografia, come opera del pit­ rapporto di ricerca di autonomie parallele in un tore vicentino nel momento di maggiore affinità con medesimo ambito, e alla confluenza di medesime la cultura bramantesca. Il dipinto, invero forte­ esperienze, con un minimo di vantaggio di situazione mente bramantinesco, fu riferito al Buonconsiglio dal temporale, ma anche con maggior inquietudine e Cavalcaselle, sa> mentre il Borenius e il Berenson incapacità a consistere in qualcosa di definito e stabile dei primi Indici lo riferiscono a Francesco Morone. 59l per il più giovane, che si avvantaggia, come si è Negli Indici del 1957 6ol Bernard Berenson lo pubblica detto, dell'esperienza già costruita con estrema pon­ come M ichele da Verona, mentre seguono la Spettoli deratezza e ben superiore convinzione e metodicità iJ Puppi 6•l e il Barbieri. 6~) dal più anziano (che pure non sarà immune da sug­ Non ne fa riferimento lo Zeri anche perché l'opera, gestioni lombarde, pienamente accolte in una con­ recuperando l'opinione del Borenius, va senz'altro trollata monumentalità). I due pittori si contrap­ data a Francesco Morone, entro lo scadere del secolo, pongono in un comune contesto come rappresentanti 1 ; in stretto collegamento con le Madonne con il rispettivamente "deU'ordine 11 e "dell' avventura 11 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

drammatici) in una composizione libera e pienamente risolta, di solida architettura, il cui ordine interno esclude Ja minima incertezza e si propone con la forza di un' idea immutabile (dalla figura eretta del­ l'evangelista contro il monte, alla ascendente diagonale dalla Maddalena a Maria, all'inquietante e mobilis­ simo ramo rinsecchito, all'essere in diverso modo tutte le figure in posizione obliqua), che è del tutto 11 assente dal prototipo 11 di Praglia. Si vuole ricor­ dare qui che Adolfo Venturi, intendendo ]'insolita e spregiudicata sintassi dell'opera, azzardò: "par che Sebastiano del Piombo, quando poi disegnò il suo gruppo della 1 Pietà ' solitaria in un paese deso­ lato, nel cielo turbinoso, abbia sviluppato il concetto 6 del gruppo principale del Marescalco 11• 71 Affer­ mazione discutibile, e infatti lasciata cadere dalla critica successiva, ma che dimostra, intanto, quanto coraggio e modernità vi fossero in un solitario che si provava già (e si abbia sempre a riscontro, non la ' Crocifissione • di Praglia ma la ' Pietà • di Mon­ te Berico) per una via soltanto sua e senza sbocco, a distruggere l'antico ordine. E chi sa che, se non Sebastiano, proprio il Giorgione dei ' Tre filosofi' non abbia guardato la composizione del Buoncon-

12 - MONTAGNANA, DUOMO, CA PPEL LA DELLA NATTVlTÀ GIOVANNI BUONCONSIGLIO: FRAMMENTO D'AFFRESCO

o, meglio, del metodo e della, pur intuitiva e intelli­ gente, impulsività. Si confrontino le due 1 Pietà •: quella del Buon­ consiglio al Museo Civico, quella del Montagna a Monte Berico (fig. r6), così equilibrata e non dram­ matica. Buonconsiglio rivela una diversa personalità morale, prima che estetica. La prima opera sicura del nostro pittore è dunque l'opera conclusiva di un periodo di svariate e meditatissime esperienze (anche soltanto interiori) che, applicandosi alla 1 Cro­ cifissione • di Praglia, del Montagna, per Ja quale forse il giovane Buonconsiglio esegui il cielo nu­ voloso, 66) nei modi precisi di una variazione sul tema affine, ne traducono l'ordinata e irrisolta paratassi 1 3- MONTAGNANA, DUOMO, CAPPELLA DELLA NA'IIVITÀ (che anche qui non raggiunge esiti autenticamente GIOVANNJ BIJO NCONSIGLJO: FRAMMENTO D'AFFRESCO ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

pendente fosse la personalità del Buonconsiglio da quella del Montagna, frequentato ad evidenza fino alla partenza per Venezia. Qui reincontrare Cima è uno stimolo a rimeditare quasi ogni cosa da capo, ma anche a sentire più forte la suggestione di quegli stessi maestri che prima del soggiorno veneziano garanti­ vano la loro presenza in senso fortemente dialettico, confrontata cioè continuamente con le più diverse esperienze culturali. Venezia, per il Buonconsiglio, significa un brusco ridimensionamento delle proprie forze autonome e della propria spinta sperimentale. E non è per questo che il pittore rinuncia a questa sua attitudine, la quale anzi proprio qui si manifesta in termini para­ digmaticì, ma nello stesso tempo legati a modelli

14 - PADOVA, COLLEZI ONE CA MER.JNI FRANCESCO MORONE: SAN SEBASTIANO (QUI ATTRIBUITO) siglio? Non è chi non veda, per l'impossibilità di seguire l'impervia via del Buonconsiglio e per incom­ prensione (quale del resto avrà di se stesso anche il successivo Buonconsiglio), il regresso che costituisce appunto la ' Pietà ' , dipinta nel 1500, del Montagna, il quale si sarà confrontato con il più giovane, ma, nell'avvicinarsi, si è anche più allontanato. La cultura vicentina non sarà, cosi, capace di fon­ dare una sua moderna cinquecentesca visione. E dovremo intendere la ' Pietà ' del Buonconsiglio come l'unico tentativo in questa direzione, risolto in sé, ma incompreso e abbandonato. E forse proprio perché troppo spregiudicato e indipendente, e in troppo anticipo(" senza comparazione a quei tempi , ). Sulla base dei precedenti discorsi occorrerà leggere le due opere successive (quella di Venezia e quella di Cornedo) in una coerente direzione sperimentale. Ovvero basterà intendere il significato della pala dei 15- VERONA, MUSEO CASTELVECCliiO - FRANCESCO MORO NE : Santi Cosma e Damiano per definire quanto indi- ST.ICMATE DI SAN FRANCESCO (PARTICOLARE) ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

16 - VICENZA, SANTUARIO DI MONTE BERICO - BARTOLOMEO MONTAGNA: PIETÀ più determinati di quanto non lo fossero quelli me­ soffermeremo soltanto su alcune opere di non sta­ ditati per la ' Pietà '. Si parla di sperimentalismo bile sistemazione: ed entreremo subito nel nuovo perché non può non sorprendere, alla fin dei conti, secolo. che proprio durante il soggiorno veneziano il pittore Nel 150:4 il Buonconsiglio firma e data la pala senta l'esigenza di reagire a Venezia stessa produ­ con la • Vergine e il Bambino in trono tra i Santi cendo la pala di Cornedo, alla cui base stanno per Paolo e Pietro, Sebastiano e Domenico ' per l'ora­ noi, come si è visto, ben altri umori. E così la stessa torio dei Turchini in Vicenza, ora nel Museo Civico pala della Giudecca, nella parafrasi antonellesca, ci della stessa città (figg. 17 e x8). L'opera ha sollevato mostra l'esigenza di proporre un'interpretazione non le più varie discussioni, a diversi livelli: montagnesca del modello. - quello della sua situazione cronologica; Con la pala della Giudecca, del 1497, anche il - quello conseguente dei rapporti col Lotto; Buonconsiglio rientra nell'ordine, sotto la grande - quello del suo intrinseco valore estetico rispetto regola belliniana. Per la sua successiva attività ci alla precedente produzione del pittore.

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17 - VI CENZA, MUSEO CIVICO - GIOVANNI BUONCONSIGLIO: VERGINE E IL BAMBINO IN TRONO TRA I SANTI PAOLO E PIETRO, SEBASTIANO E DOMENICO Uoto Alùzari) ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

motivi - dal tappeto damascato al volto intenso del San Domenico - poi riscontrabili nel Lotto, logico effetto della consonanza di interessi giovanili , ) 75) è quella della maggior parte della critica che legge la discussa data 1502, e non per motivi di interpre­ tazione grafica, ma per forza di ragioni stilistiche. Intanto si ponga mente al fatto che il termine di rife­ rimento è ancora la pala del Montagna per San Bartolomeo del museo vicentino (fig. 19) - o, come suggerisce l' Arslan, 76l la perduta tavola belliniana di San Zanipolo - termine al quale non sarà più pos­ sibile, infatti, riferirsi per le opere successive, debi­ trici nei confronti di Cima o del più tardo Bellini. n> Qui, come nell'opera del Montagna - o nella perduta pala del Bellini - '' la crocera, in cui è visibile l'incontro delle vele, è fatta dominare sulla sacra scena e sull'osservatore , . 78) C'è in più, rispetto

ai modelli, il gusto per i " begli intagli 11 79> di cui il pittore aveva dato prova - secondo le testimo­ nianze del Ridolfi e a quanto noi stessi possiamo infe­ rire dal frammento di Venezia - nella pala della G iudecca. Ma si provi poi a misurare la sintassi spaziale del dipinto con quella altrimenti sicura e monumentale della pa.la del 1507 per Montagnana (fig. 23), per avere la certez~a che, dalla composizione

18- VICENZA, MUSEO CIVI CO- GIOVANN I BUONCONS1GLIO: VERGINE E IL BAMBINO rN TRONO TRA l SANTI PAOLO E PIETRO SEBASTTAJIIO E DOMENICO (PARTICOLARE)

Il primo di questi problemi, sulla cronologia, fu sollevato nel 1950, dall'articolo della Spettoli, 68) la q uale propose di leggere nel cartiglio il bizzarro mtsto di lettere arabe e romane ICCCCCII come J:5II, contrariamente alla lettura tradizionale che lo inten­ deva come 1502. A questa tesi aderirono il Maga­ gnato 69) e, in un primo tempo, il Barbieri. 7ol Fu quest'ultimo che aprì la seconda questione, quella dei rapporti con il Lotto, sulla base dei quali poteva fortificarsi la proposta 151 r. ll Barbieri 1rl cioè, se­ guendo il Borenius, 72> riferiva l'invenzione del tap­ peto damascato a frange al Lotto di Santa Cristina al T iverone (c. 1506): lo stesso motivo presente nella pala dei Turchini, se vere le premesse, ne garan­ urebbe la dipendenza- e quindi la datazione 15II. 73) In secondo luogo, il Barbieri riteneva il San Do­ menico della pala di Vicenza derivato dal San Vin­ cen:.:o Ferreri del polittico lottesco di Recanati che, recando la data 1508, fornirebbe una seconda prova per l'ipotesi 15u (naturalmente sulla base dell'em­ pinca - e tutt'altro che costante - legge di dipen­ denza del minore in arte dal maggiore). 74> La nostra posizione (e va detto che in un secondo tempo, dieci anni dopo, il Barbieri rivide le sue ipo­ test affermando esplicitamente che nella tavola del 19 - VICENZA, MUSEO CIVI CO - BARTOLOMEO MONTAGNA: Museo di Vicenza " è evidente un'anticipazione di SACRA CO NVERSAZIONl! (foto Alinari)

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20 - ROMA, MUSEI CAPITOLINI 2! - VIENNA, KUNSTHl STORISCHES MUSEUM GIOVANNI BUONCONSlGLIO: AUTORITRATTO l.ORENZO LOTTO: RITRATTO D'UOMO CON LUCERNA stessa, alla morbidezza del modellato delle vesti e stenziale, che trova per noi la sua massima realizza­ delle carni (i due San Pietro e i due San Sebastiano), zione nell' ' Autoritratto ' della Capitolina (fig. 20) alla calda distribuzione della luce, tutto dimostra (e nel San Cosma della pala della Giudecca), ma che quest'ultima posteriore nel tempo alla pala vicen­ non taglia mai con forza critica in profondità. E tina. Bo) anche qui, nel San Domenico, dove trovare la pun­ Ed estremamente aggiustate sono, in questo senso, gente incisività della linea che profila la guancia del le parole del Pallucchini, per il quale nella pala di lottesco San Vincenzo Ferreri o dei veri e propri M ontagnana 8•> '• le figure assumono un andamento profondi tagli che ne incorniciano la bocca? Qui più monumentale ,, e "alla metrica ancora quattro­ tutto è un po' secco, come irrigidito - linea netta centesca della pala all'Oratorio dei Turchini, il Ma­ e schematizzata degli occhi, delle sopracciglia, delle rescalco nella pala del 1507 per Montagnana ne so­ labbra - e paradossalmente tanta geometrizzazione stituisce un'altra sostanzialmente cinquecentesca, im­ è al servizio di una definizione particolare risolta primendo alla costruzione delle figure un andamento nella caratterizzazione hic et nunc del personag~io. volumetrico più morbidamente ambrato ,,. 82 > Aggiungeremo che ci pare semmai possibile indivi­ Quanto poi all'eventuale derivazione lottesca del duare il punto di partenza per il San Domenico nello San D omenico, oltre alle affinità di Kunstwollen stesso santo della pala di San Cassiano di Antonello, di cui si è discusso, 83l non ci pare che il rapporto nel quale la maggior penetrazione psicologica non sia così immediato come vuole il Barbieri: 84l c'è ostacola la constatazione di una comune rigidezza qualcosa di più generico e di meno risolto nel volto nei tratti del viso i il Buonconsiglio accentuerà la già del santo del Buonconsiglio, che ripropone le solite forte geometrizzazione di Antonello, evidente soprat­ differenze (ma sostanziali) che valgono per gli altri tutto nelle calotte craniche dei due santi. Direi anche legami ipotizzati col Lotto, a partire dai 'Paggi' che " l'intensità di concentrazione drammatica ,. di Onigo così pungenti e sottili a paragone del paggio cui parla il Puppi, 8sl resta superiore nel santo anto­ di Montagna. Anche in questo caso manca al Buon­ nellesco che sembra addirittura ricreato a memoria consiglio la forza di astrazione che governa i pensieri dal Buonconsiglio, anche se immaginato non più del Lotto i e tale mancanza relega la poetica ritratti­ di profilo ma di tre quarti. Per conseguenza, l'aver stica del nostro nell'ambito di quella puntualità esi- conosciuto o meno il po1ittico recanatese del Lotto ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

(di cui fa parte lo scomparto con il San Vincenzo), non risulta assolutamente determinante per l'esito del Buonconsiglio, che può tranquillamente situarsi pro­ prio al r 502. Si tenga infine conto che ne!Ja pala dei Turchini si riscontra, per l'ultima volta, una presa diretta da Antonello, anche nella disposizione dei due santi di destra, Domenico e Sebastiano, evidente deri­ vazione, semplificata, mediante l'eliminazione delle due sante Elena ed Orsola poste da Antonello in se­ condo piano, dai medesimi santi della pala di San Cassiano, disposti in identica guisa, secondo la rico­ struzione del Wilde 86J e la copia del San Sebastiano del Teniers. Oltre a questa presa diretta, la memoria di Antonello è evidente nell'impianto monumentale dell'assorta ' Madonna ' (fig. r8). Resta infine da riferire la strana fortuna c1·itica dell'opera, considerata da alcuni (A. Venturi) esempio di involuzione, 81l da altri (Fiocco) "imitazione della pala del Montagna del Museo di Vicenza " , 88l ed esaltata da altri ancora, come l'Arslan, per il quale " la stupenda pala rappresenta agli albori del '500 il culmine di un impianto spaziale che certamente risalì originariamente a un grande maestro quale nella perduta pala di San Giovanni e Paolo [... ) la concezione belliniana [... ] giunge in questa pala ad una assoluta precisione di espressione, ottenuta anche dal formato slanciato del dipinto e dal coincidere del volto solenne della Vergine col punto d'incontro delle diagonali [ ...] si matura anche in questo dipinto la fondamentale educazione anto­ nelliana del Buonconsiglio che trova nella Vergine la più alta espressione, e un luminismo che nel San Sebastiano sembra andare ben oltre Antonello; e negli altri santi una dolcezza chiaroscurale affine a quella di Giovanni Bellini. Ma il tocco soffice e largo non è affatto quello di Bellini o di Carpaccio; esso annuncia 22 - VENEZIA, GALLERIE DELL'ACCADEMIA GIOVANNI BUONCONSIGLIO: MADONNA CON fL BAMBINO la prima affermazione di Tiziano 11• SgJ Non si saprebbe esprimere qui un parere vera­ men te definitivo, oltre all'impressione che la pala denunci un lieve impaccio, segno di una ancora stica, quasi illusionistica" nel tradurre in pittura la pie­ inquieta ricerca del Buonconsiglio a consistere in tra o il marmo 11 tipica degli esordi del Marescalco " qualcosa di saldo, confermando un inesausto speri­ (Zeri). Il Montagna invero dimostra qui un altret­ mentalismo che lo porta di volta in volta, senza sictu-e tanto singolare abilità illusionistica e prospettica. certezze, dalla meditazione dei lombardi, a quella Uscito dall'impasse dell'ancona dei Turchini, il dei veronesi, a quella di Cima e a quella di Anto­ Buonconsiglio sembra aver risolto i suoi problemi di nello, costringendolo, con la pala dei Turchini, a ricerca di un ubi consistam, se è vero che si presenta proporre già in apertura del '500 un esempio di a noi prima del I 505 con la paletta dell'Accademia metrica fortemente quattrocentesca, sicuramente invo­ di Venezia con la 'Vergine, San Giovanni Battista lutiva rispetto alla precedente pala della Giudecca e Santa Caterina' , opera di difficile lettura per le in cui, ad esempio, sembrava superato ogni ricordo non buone condizioni, che ci pare però debitrice montagnasco, (e si pensi all'affermazione di Fiocco). ancora di più del Bellini che non di Giorgione, come Naturalmente ci pare un sl!ggerimento estemporaneo voleva invece il Borenius. L'opera è preceduta dalla quello di Arslan a Tiziano. E interessante invece .rile­ ' Madonna con il Bambino ' del Museo di Vicem:a, vare che nel basamento marmoreo del trono ritorna esile ma intelligente, che compone proprio ricordi il motivo lombardesco del fregio della cornice della belliniani (si confronti il Bambino con quello della ' Pietà' la cui sussistenza è documentata anche dall'ec­ pala di San Giobbe, che fornì il modello anche per cezionale decorazione a monocromo sulla cornice del­ il Bambino della pala dei Turchini), per noi situabile la. pala del Montagna a Padova (fig. 3). Ciò conferma allo scadere del 1502; ed è anche preceduta dalla l:unproponibilità dell'esclusivo riferimento di questo ' Sacra famiglia e Santa Caterina ' di Southampton, tlpo di fregi dipinti " alla virtuosistica sensibilità, pla- forse del I 503, come fanno supporre la tenda, la

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composiZione in diagonale, accentuata dalla lieve mutazioni subite dalla cappella anche nell'altare. È inclinazione del Bambino, e l'apertura sul paesaggio, su questa tavola che il canonico Storni, nel 1797, problemi che il Buonconsiglio pare porsi in questi lesse nel cartiglio la data 1507, 98) ora abrasa, che anni. Belliniano, dunque, è ancora lo schema della conviene veramente alla maturità stilistica che il paletta di Venezia, che rimanda alla • Madonna con dipinto denuncia (e si richiami ancora alla mente la Bambino, il Battista e una Santa' di Bellini, sempre pala dei Turchini). dell'Accademia, dipinta in quegli anni (forse alla fine Quest'opera può veramente figurare al culmine del Quattrocento) e in ogni caso sicuramente pre­ dell'attività per Montagnana, per le avanzate solu­

cedente il I5041 data che compare nello 'Sposafuio zioni spaziali e compositive che propone. Essa di­ di Santa Caterina' di Andrea Previtali della National mostra una scioltezza molto superiore alla tavola Gallery in cui, secondo le osservazioni della Moschini dell'Oratorio dei Turchini e, per quanto non goda Marconi, gol è presente un Battista identico a quello di particolare fortuna critica, 99J a noi sembra uno dei di Bellini. Fu questa composizione, g•l di cosi fresca risultati più alti del Buonconsiglio, dopo la ' Pietà ' , data, a stimolare l'opera del Buonconsiglio che noi e forse il capolavoro della sua maturità. Non un'opera proponiamo di situare nel I 504, e che acquista impor­ moderna come fu la • Pietà', ma un'opera intelli­ tan~ per la pubblicazione, da parte del Pallucchini, gente e attenta alle minime oscillazioni riguardanti di un dipinto che ne costituisce una variante più i problemi compositivi della pala d'altare. Solo di alta, ~~ oltre che per i motivi di affinità, finora non due anni precedente era la pala di San Zaccaria rilevati, con quello che noi riteniamo il secondo del Bellini, che possiamo supporre egli vedesse in intervento a Montagnana del nostro. un ritorno a Venezia, nel breve intervallo dopo la L 'impianto della 'Madonna' di Buonconsiglio del­ prima commissione di Montagnana; del 1506 circa l'Accademia, si intende dire, è lo stesso che si riscontra è la pala di Santa Cristina al Tiverone del Lotto. nella ' Madonna ' dell'affresco della Confraterni­ Quest'opera risponde bene agli anni in cui è stata ta dell'ospedale della Misericordia a Montagnana, composta, com'è avvertibile dalla serrata ma armo­ ora strappato e trasportato all'Accademia venez;iana nica costruzione, dalla architettura lombardesca me­ (fig. 22: si confrontino l'inclinazione del volto, la more forse degli anni di Praglia, dal forte partito di piegatura del cilindro del collo, l'espressione degli luci e ombre (si pensi al capitello e al pulvino in occhi, la quasi identica giacitura del velo, e soprat­ fondo a sinistra, verso i quali si proietta fortissima tutto l'identica situazione spaz;iale della mano destra, la luce proveniente dal basso), dalla naturalezza dei dall'indice più teso delle altre dita; unica reale va­ panneggi, dalla tenerezza delle carni del San Se­ riante, la posizione del Bambino). bastiano, dalla maestosità del Battista, dalla dispo­ Possiamo considerare l'affresco, composto come sizione dei santi che richiama quella della pala di un trittico spartito da colonne, 113l la più belliniana San Giobbe, mostrando però rispetto a questa un'esi­ tra le opere del Buonconsiglio a Montagnana. La gen:z;a di semplificazione, per quanto più articolata sua situazione cronologica, per i legami che si sono di quella della pa.la dei Turchini: tre santi per parte, visti con la paletta dell'Accademia e per un gusto infatti, figurano e non più due, ma disposti sempre un poco più evoluto nella dosatura delle luci (si due avanti e uno dietro (non più uno avanti e due ponga mente all'ombra del telo contro l'abside e a dietro a sinistra, uno dietro e due avanti a destra quella del Bambino), nonché per l'impostazione mo­ come nella pala di San Giobbe), per non complicare numentale della Madonna, è riferibile al I 505, anno il ritmo e presentare uno schieramento frontale com­ nel quale verosimilmente il pittore tornò a Monta­ plesso, ma perfettamente simmetrico e nettamente gnana 94) su invito della suddetta Confraternita, dopo monumentale. Se l' Arslan poté vedere presagi tizia­ il felice esito dell'affresco per la Cappella della nescbi nella pala dei T urcbini, non di meno avrebbe Natività del Duomo (oggi Cappella del Santissimo potuto avvertirli nel Battista e nel Sebastiano di Sacramento), proprietà della Confraternita stessa. questa tavola matura. Qui il Buonconsiglio, impegnato in un lavoro di Dello stesso periodo è il dipinto ritrovato dal largo respiro, decorò la fascia inferiore della cap­ Pallucchini e recentemente pubblicato. •oo> L 'opera, pella integrando il lavoro iniziato presurnibilmente una ' Madonna tra il Battista e Santa Caterina ' , ora da un pittore vicino a Iacopo da Montagnana 95l nella collezione della Cassa di Risparmio di Padova circa dieci anni prima. Gli affreschi, oggi ridotti a (figg. 24 e 25), è la variante, cui si è accennato, della pa­ due soli frammenti per le trasformazioni barocche letta dell'Accademia, e deve essere stata dipinta entro il che la cappella subì, sono stati riferiti al Buoncon­ r 508 a Venezia. Essa rivela l'estrema attenzione del siglio, come si è detto, dalla Spettoli con felice intui­ Buonconsiglio, ancora a quegli anni, ai fenomeni zione. 96) Il lavoro dovette tenere occupato il Buon­ più moderni presenti a Venezia fra i quali il passaggio consiglio negli ultimissimi anni del Quattrocento, e del Durer nel I5o6. Diciamo entro il 1508 perché non si limitò al completamento delle storie iniziate si tratta evidentemente di un'opera montagnanese dal pittore vicino a Jacopo, ma si estese anche agli (probabilmente richiesta da un committente del luogo affreschi di facciata della cappella del Rosario. Per la durante il soggiorno del Buonconsiglio), per la tipo­ stessa cappella della Natività il pittore produsse una logia inconfondibile del Battista che rimanda al San pala (fig. 23), 97> non più nel luogo originario, per le Paolo della pala del 1507, ma soprattutto per l'edi- ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

23 - MONTAGNANA, DUOMO - GIOVANNI llUONCONSIGLIO: MADONNA CON IL BAMlllNO E SAN TI

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24 - PADOVA, CASSA DI RISPARMIO- GIOVA!fm BUONCONSIGUO: MADONNA CON IL BAMBrnO TRA IL BATTISTA E SANTA CATERmA ficio nello sfondo che, senza ombra di dubbio, è sarà di molto ridotta. Lo stesso richiamo al D iirer Porta Legnano di Montagnana, la stessa porta che, del volto pungente della santa Caterina, e la " ten­ pur non essendo stato ancora rilevato, compare, per sione così alta e malinconica del viso della Madon­ 10 quanto mutila, nello sfondo dell'affresco con la na 11 31 assumono un andamento quasi parodistico ' Visitazione ' nella cappella della Natività (figg. 13, nei tratti della Madonna di Montagnana. Né può 25-28). 101) comraddire l'evidenza stilistica di questi riferimenti Il riferimento al Di.irer (e non solo per questa culturali, il fatto che il Buonconsiglio sia testimoniato tavola) è stato proposto per la prima volta proprio di nuovo a Venezia solo il 15 maggio 1513, ' 0 4l dal dal Pallucchini, •o:>l che situa infatti l'opera tra il momento che il vuoto di date - non meno signi­ 1507 e il I5II, datazione che riteniamo troppo gene­ ficativo - tra il 1507 e il I5II non esclude - anzi rica perché tanta intensità espressiva, secondo noi, fa supporre - che il pittore ritornasse a Venezia, richiede, in una personalità come il Buonconsiglio, sua abituale dimora. L'opera finora esaminata, infatti, un'adesione d'impeto al modello, come avvenne in dovrebbe essere posteriore alla pala per Montagnana circostanze più complesse anche per la ' Pietà ' . del 1507, anche perché presenta componenti che Quando infatti il pittore riproporrà, secondo la nella pala non sono reperibili e alle quali non c'è giusta ottica del Pallucchini, una tipologia diireriana motivo che il Buonconsiglio dovesse rinunciare. nella pala del 15II per il duomo di Montagnana Queste componenti, prevalentemente diireriane, ri­ (fig. 29), l'intensità espressiva, di cui si era mostrato chiedono la presenza del pittore a Venezia, necessa­ capace nel quadro ora alla Cassa di Rispannio (fig. 24), riamente, in quegli anni, ma in un momento in cui ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

26 - MONTAGNANA, DUOMO G. B. ROSSI: SAN CARLO BORROMEO 25 - PADOVA, CASSA DI RISPARMJO- GIOVANNI BUONCONSIGLIO: (PARTICOLARE) MA DONNA CON IL BAMBINO TRA IL BATTISTA E SANTA CATERINA (PARTICOLARE)

27 - MONTAGNANA, DUOMO - EX VOTO DEL 1809 28 - MONTAGNANA, PORTA LEGNANO (FOTOGRAFIA) ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

29 - MONTAGNANA, DUOMO - GIOVANNI BUONCONSIGLIO: MADONNA CON 1L BAMBINO TRA l SANTI SEBASTIANO E ROCCO 52 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte TAv. III

VENl!ZlA, CHIESA DJ SANTO SPllUTO GIOVANNI BUONCONSlGLIO: IL REDENTORE TRA SAN GEROLAMO E SAN GIORGIO ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

è ancora vivo in lui il ricordo di Montagnana, testi­ moniato dalla presenza di Porta Legnano nello sfondo del dipinto della Cassa di Risparmio (fig. 25). Durante questo soggiorno veneziano, l'altra novità su cui dovette meditare, se ancora non l'aveva fatto, era l'opera de ll'amico Cima nella chiesa del Corpus Domini a Venezia, ora a Brera, la pala, cioè, con 1 San Pieu·o Martire, San Nicolò, San Benedetto e un angelo musicante ' (fig. 30); e fu infatti proba­ bilmente allora, cioè intorno al 1510, che dipinse la pala con 1 San Sebastiano tra San Rocco e San Lo­ renzo ' per la chiesa di San Giacomo dell'Orio (fig. 31), di controversa datazione, e che anche il Puppi situa tra il r 520 e il r 530. •asl Il motivo principale per cui riteniamo l'opera debba stare intorno al 1510 è la sua concordanza con la pala di Santa Caterina a Montagnana, del 1513 (fig. 32), e anche con quella voluta da Vincem;o Montano nel r 5n per l'altare dei Santi Sebastiano e Rocco (fig. 29), oltre al fatto che ci sembra notevol­ mente più sicura e di più solido impianto che non l'ultima pala datata per la chiesa di San Pietro a Montecchio Maggiore nel 1519. Nel dipinto di San G iacomo dell'Orio, come nella pala di Santa Cate­ rina, agisce l'esempio cimesco del San Pietro martire, nella iconografia col santo al centro sostituito alla Madonna, nella semplificazione strutturale, nell'ar­ chitettura in tutto simile, a parte la presenza della parete di fondo (che permette però al Buonconsiglio <.l i esibirsi nel bel particolare deU'oculo che manda luce contro la fascia del coro). Notevoli sono anche la cappa del San Lorenzo, così sensibile alla luce, le carni che scattano dall'ombra (nella spalla e nella coscia) del San Sebastiano; il San Rocco infine n tornerà, ma più stanco e come ripetuto - non cioè 3 0 - MILANO, PINACOTECA DI BREIIA - CIMA DA CONEGLIANO: con la forza di una prima idea - nella pala citata, SAN PfETRO MARTIRE, SAN NICOLÒ, SAN BENEDETTO del 15II, per Montagnana : •o6l e anche questo sembra E UN ANGELO MUSICANTE c.:omportare per la pala di San Giacomo dell'Orio una datazione leggermente più precoce. Un'idea simile propone anche la pala con il 1 Redentore tra San Gero­ quello di San Giacomo dell'Orio e, infine, nella la mo e San Giorgio' (Tav. II), 107> per la chiesa di stessa pala dell'II per Montagnana). •J :al Santo Spirito a Venezia, anch'essa situata dal Puppi tra Nel 1513, sempre per Montagnana, il Buonconsiglio il '2o e il '30, •oSI e per la quale fu proposta una da­ dipinse la pala con 'Santa Caterina, l'arcangelo Raf­ t1zione addirittura posteriore al 1534 (Zanotto, faele con Tobiolo e San Nicola da Tolentino' (figg. Ludwig) 10 91 per la presenza, sul piedistallo, dello 32 e 33), che ripropone il modello cimesco con una stemma dei Domenicani che subentrarono alle mo­ più scolastica ortodossia; identico il coro, identiche nache benedettine in quell'anno. Il Puppi vede bene le vele, l'apertura della parete di fondo sul paesaggio, che lo stemma, per la " posizione eccentrica , e eliminate le decorazioni a fresco che figurano nella

"la pittura rozza 11 , deve essere stato aggiunto in crociera della pala di San Giacomo dell'Orio, e un tempo posteriore; u o) per noi in età barocca. che sono una caratteristica - " i begli in tagli ., Sempre il Puppi soggiunge la constatazione di " un d el Ridolfi 1131 di tutte le " Sacre Conversazioni , pertinente accostamento alla pala di San Giacomo fi n qui esaminate (argomento che potrebbe contri­ dell'Orio,,, lll) sulla quale noi conveniamo; ma per buire ulteriormente a far ritenere precedente la conseguenza delle osservazioni fatte sulla datazione tavola di San Giacomo dell'Orio, nelle cui vele sono d1 quella pala, riteniamo di dover spostare anche rappresentati i quattro tondi con gli evangelisti); questa non oltre il 1513. In comune, infatti, oltre unica variante, il tela dietro la santa. li Puppi, per alla se mplificazione della struttura, le due pale pre­ giustificare il rapporto con un Cima di otto anni sentano l'abile studio prospettico, portato alle estreme prima, ipotizza che il Buonconsiglio potesse aver conseguenze proprio nella pala di Santo Spirito (si ricevuto la commissione per l'opera nel 1505, anno noti la fuga del pavimento in questo dipinto e in in cui fu costruito l'altare in memoria di Bartolomeo

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31 - VENEZIA, CBJJ;SA DI SAN GIACOMO DELL'ORIO GIOVANNI BUONCONSIGLIO: SAN SEBASTIANO TRA SAN ROCCO E SAN LORENZO (foto Alinari)

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33 - MONTAGNANA, DUOMO - GIOVANNI BUONCONSIGLIO: SANTA CATERINA TRA L'ARCANGELO RAFFAELE CON TOBIOLO E SAN NICOLA DA TOLENTINO ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

complesso di più breve respiro; o all' t Assunta ' di Melazzo, come vuole lo Zeri. ' 2 'l Stimoli, comunque, tradotti con non particolare forza espressiva, ma con un'enfasi monumentale e architettonica degna di segnala4ione. Resta infine l'affresco della parete sinistra del transetto sinistro, coperto fino al 1972 dalla tavola del 1507, la quale dopo varie muta4ioni di luogo, fuori e dentro la chiesa, non potendo più essere siste­ mata nella sede originaria sull'altare della cappella della Natività, si trova ora, e provvisoriamente, sulla parete destra del Duomo (figg. 36 e 37). Gli studiosi non hanno mai potuto valutare questo affresco per la contingenza della sovrapposizione della pala, ma pur nelle condizioni in cui si presenta, esso sembra un'idea del Buonconsiglio intorno al 1513. Il soggetto è presumibilmente una ' Circoncisione' ambientata in un'aula evidentemente ispirata a quella della pala belliniana di San Giobbe: domina in alto un coro, a lacunari rossi e bianchi, la cui incombenza favo­ risce l'effetto di profondità dell'abside, e ai lati pode­ rosi astanti fanno quinta alla scena; ma gli effetti belliniani sono come amplificati per le stesse enormi dimensioni dell'affresco, per il numero dei perso­ naggi disposti in ideale semicerchio accentuando la volumetria dell'ambiente, per i tre gradini che intro­ ducono alla scena, preceduti da una larga soglia, che distanziano e sopraelevano, caricandone gli effetti, il luogo dell'azione. L'idea del Bellini è dunque messa al servizio di una figurazione diversa dalla t Sacra Conversazione ' ; iJ Buonconsiglio forse è a conoscenza dell'invenzione del Carpaccio nella 'Pre­ sentazione al tempio ' della chiesa di San Giobbe, ora all'Accademia, del 1510. L'affresco non concorda stilisticamente con i fram­ menti della cappella della Natività e, nonostante la contiguità e il soggetto, è difficile pensarlo apparte­ nente allo svolgimento delle stesse storie di cui, se questa fosse parte, costituirebbe per altro il brano di più grandioso sviluppo. È presumibile allora che dw·ante l'ultimo soggiorno a Montagnana del Buonconsiglio, impegnato nella decorazione dell'abside, i committenti della cappella 34- MONTAGNANA, DUOMO- GIOVANNI BUONCONSIGLIO: SANTA CATERINA TRA L'ARCANGELO RAFFAELE della Natività, risultando libera la contigua parete CON TOBIOLO E SAN NICOLA DA TOLENTINO sinistra, chiedessero al pittore di interveni1·e con una (PARTICOLARE) mtegrazione delle storie precedenti, e il Buonconsi­ glio approfittasse dell'enorme spazio per dare sfogo a una grande idea architettonica: se l'affresco a distanza di poco tempo, comunque sempre entro mfatti non concorda con i precedenti e persegue il '13, sviluppaodola nel senso che si è detto sopra. un effetto più monumentale e costruito, ci pare invece Nello stesso tempo l'impossibilità di situare l'affresco che concordi con la pala di Santo Spirito della quale oltre il '13, data de!Ja definitiva partenza del pittore condivide, pur nel più complicato sviluppo, le inten­ da Montagnana, contribuisce a confermare anche zioni spaziali: la pala, che per noi, come abbiamo per la pala di Santo Spirito la datazione che si è visto, è situabile entro il 1513, rappresenta il momento proposta, risultando evidente che i due lavori rap­ di massimo virtuosismo prospettico del pittore e presentano lo stesso stadio di evoluzione nei pro­ a è utile a definire l'attribuzione dell'affresco. Pre­ blemi della ricerca dell'effetto prospettico; e che senta infatti nell'alto coro, derivato anche qui dalla la pala nella semplicità del suo sviluppo sembra pala di San Giobbe, un disegno a lacunari in tutto essere di un poco precedente. stmile, nel più breve sviluppo, a quello del coro Ricapitolando, la sapienza architettonica che il dell'affresco. Il pittore dovette ricordare quest'idea Buonconsiglio dimostra nei precoci affreschi della

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35 - MONTAGNANA, DUOMO - GIOVANNI BUONCONSIGLIO: ASSUNTA (CATINO ABSIDALE) cappella della Natività, nelJa pala del 1507 e in questi ora conservata al Museo Nazionale di Varsavia lavori di qualche anno successivo testimonia di sue (la ' Madonna con il Bambino in trono tra il Battista medita~ioni in questo torno di anni sui problemi e Santo Stefano') e con la pala d'altare per la chiesa della prospettiva, confermando le impressioni, già di San Pietro a Montecchio Maggiore, ultima opera citate, degli antichi scrittori che si possono riassumere che reca firma e data (1519), quasi simbolicamente nell'affermazione del Lam:i secondo cui il Buon­ eseguita dal pittore per il proprio paese natale. consiglio "par che spieghi un ingegno nato all'archi­ Su questi tardi e faticosi pensieri si alza un silenzio tettura 11 , e addirittura "far promettere alla Patria... che dura circa quindici anni, se è vero che i docu­ Palla dio... e gli Scamozzi , . ml menti parlano del Buonconsiglio fino al 1535, ricor­ Nell'affresco inedito della ' Circoncisione ' pos­ dandolo come esecutone testamentario e commissario siamo affermare che la ricerca spaziale raggiunge il dello zio Francesco Cararo; 12 81 citando la condanna suo culmine. u3l del figlio Vitruvio, 129l esiliato nel 1523 a Ferrara, Tra le opere successive il periodo montagnanese dove il pittore sarà nominato, nel 1527, mandatario hanno particolare dignità la ' Circoncisione ' della del gioielliere Callisto Anichini; •3ol conservandocene collezione Vermeulen dell' Aja, la 1 Sacra Conversa­ infine la memoria, a Venezia, nel 1531 come anziano zione' di collezione privata di Treviso, proveniente gastaldo " scholae pictorum 11 e membro di una dal Worcester Art Museum, entrambe firmate e " commissione incaricata, in seguito al legato di databili intorno al 1515-1516. Da espungere sono Vincenzo Catena, di scegliere una sede alla scuola 1 1 il Ritratto virile ' del Birminghan City Museum and stessa 11• 3d Art Gallery, proposto dubitativamente dal Beren­ Il 14 maggio 1535, ad una riunione della suddetta son, 1 ~ 4> il 1 Cristo risorto ' del Museo Civico di commissione, il Buonconsiglio, pur essendone ancora Padova, ~25l la ' Resurrezione' dell'Accademia Car­ membro è assente; comunque non è più gastaldo. 1 rara di Bergamo ' "6) e anche il San Francesco' Ancora vivo il 20 giugno del 1535, il Buonconsiglio, della collezione Noferi, proposto dal Martini 1 271 e che non compare già più nell'estimo del I537r dove sulla paternità del quale occorre momentaneamente è sua moglie 11 Zuana ,, che risulta pagare le tasse, sospendere il giudizio. il 20 aprile 1538 è sicuramente morto, se in una L'attività nota del pittore si chiude con la pala dichiarazione dei beni possiamo leggere ' ' Vitruvio proveniente dalla chiesa di San Michele a Murano, fo miser Zuane de Bonconsegio pictor 11 • t pl ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

36 - MONTAGNANA, DUOMO - GIOVANNI BUONCONSIGLIO: CIRCONCISIONE (TRANSETTO SINISTRO)

59 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte 849; A. CROWE - C. B. CAVALCASELLE, A History of Painting in North ltaly, a cura di T. Borenius, 187r (Il, 1912, p. 135) i L. POPPI, Appunti su Benedetto Montagna pittore, in Arte Veneta, XII, 1958, pp. 58- 6o. •s> F. ZERI, op. ctt., pp. 62-64 e 69- 70. •61 Per le vicende critiche del monumento Onigo, cfr.: P. PAOLETTr, L'architettura e la Scoltura del Rinascimento in Venezia, Venezia r893, p. 150i G. BISCARO, Lorenzo Lotto a Treviso nella prima decade del XVI secolo, in L'Arte, 1898, pp. 138-r53i IDEM, Ancora di alc1me opere giovanili di Lore/IZO Lotto, in L'Arte, 1901, pp. 152-161i L. COLETTI, T reviso, Catalogo delle cose d'arce e di antichità d'Italia, Roma 1935, p. 399i IDEM, Lotto e Melazzo, in Le arti, 1939, pp. 348-357 i Lorenzo Lotto, Catalogo ufficiale della mostra tn Palazzo Ducale, a cura di P. Zampeni, Venezia 1953 i G. L rBERALJ, Lotto, Pordenone e Tiziano a Treviso, in Me­ morie dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arii, 1963, 9, pp. 4- 6; M. Lucco, Pordenone a Venezia, in Paragone, 309, 1975, pp. 3-38i V. SGARBI, cfr. nota 19. 17} A. RuGGERI, Due inediti giovanili di Giovanni Buon­ consiglio, 2, 1976, in Notizie da Palazzo Albani, 1, 1977, pp. r8-2r. •BJ M. Lucco, Giovanni Buonconsiglio, in Venezia e la Peste, 1348- 1797, Catalogo della mostra, Venezia 1979, P· 235· •çl V. SGARBI, Pier Maria Pennacchi e Lorenzo Lotto, in Prospettiva, ro, 1977, pp. 39-50i IDEM, Il "fregio" di Castelfranco e la cultura bramantesca, in Atti del Congresso Internazionale di Studi (Castelfranco, maggio 1978), 1979, pp. 273-284.

37 - MONTAGNANA, DUOMO GIOVANNI BUONCONSIGLIO: CIRCONCISIONE (PARTICOLARE)

1) R. LONGEil, Viatico per cinque secoli di pittura veneziana, Firenze 1946. 2) Jvi, pp. 15 e 6o. 3) G. SPETTOLI, Buonconsiglio: due frammenti d'affresco, in Paragone, I, 1950, II, pp. 58-6o. 4J W. ARSLAN, Chiese di Vicei!Za. Catalogo delle cose d'arce e di antichità d'Italia, Roma 1956. )l A. MARTIN l, Spigolature venece: Bartolomeo Montagna e Giovanni Buonconsiglio, in Arte Veneta, XI, 1957, pp. 6o e 6r. 6} F. BARBIERI, Museo civico di Vicenza: dipinti e scultura dal XlV al XV secolo, Venezia 1962, pp. 93-100. 71 L. PUPPI, Giovanni Buonconsiglio detto il Marescalco, in Rivista del/'lslituto Nazionale d'archeologia e storia del­ l'arce, XIII-XIV, 1964-1965, pp. 297-374. 8J F. HEINEMANN, Giovanni Bellini e i belliniani, Venezia 1962, pp. 229-231. g) R. PALLUCCHINI, Una nuova opera del Marescalco, in Arte Veneta, XXVI, l973, pp. 31-38. •o> V. SGARBI, Giovanni Buonconsiglio, Tesi di laurea, Università di Bologna, Anno Accademico 1973-1974· u ) Dopo Mantegna. Arte a Padova e nel territorio nei secoli XV e XVI, Catalogo della mostra in Palazzo della Ragione (Padova 1976), Milano 1976, pp. 59-61. 12) F. ZERI, Il capitolo "bramantesco, di Giovanni Buon­ consiglio, in Diari di lavoro 2, Torino 1976, pp. 58-70. ' 3l lvi, pp. 61 e 62. Si vedano le fotografie nn. 63-65. 141 lvi, pp. 67-69; per l'attribuzione a Bartolomeo Mon­ tagna si veda: L. PUPP t, Bartolomeo Montagna, Venezia 1962, p. 165; P. F. BARBARANO, Historia ecclesiastica di Vicei!Za, Vicenza 176o i P. BALDA1UN I, Descrizione delle ar­ chitetture ... di Vicenza, Vicenza I779i T. BoRENIOS, The Painters of Vicenza (London 1909), ed. it., I pittori di Vi­ MONTAGNANA, DUOMO - G10VANNJ BUONCONSIGLIO: cenza, 1912, p. 88, n. 4i W. ARSLAN, op. cit., p. 128, scheda SAN SEBASTIANO (FRAMMENTO D'AFFRESCO)

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in quel momento. In tempi recenti e con una cronologia plausibile tra il 1502-1503 gli spunti longhiani in favore di un Lotto " bramantesco " erano stati riproposti dal BAL­ LARIN in La Salomè del Romanino (Università di Ferrara, dispense, Anno Accademico I970- 1971, pp. 30 e 3 r). 25) V. SGARBI, art. cit., 1977; IDEM, art. cit., 1979. 26) N. GABRIELLI, Galleria Sabauda. Maestri Italiani, T orino 1971, p. 169, cfr.: "La cornice antica, contem­ poranea del dipinto, ornata con motivi e figure, è ritenuta dal Berenson, dal Longhi e dal Venturi eseguita dal Ga­ rofalo "" 27) S. MosCRINI MARcONI, Gallerie dell'Accademia di Venezia. Opere d'arte dei secoli XIV e XV, Roma 1955, p. 140 e n. 149. A proposito del frammento già a Warwick Castle, F. ZERI (op. cit., p. 69) dà notizia del fatto che "è st ato poi venduto all'asta presso Christie a Londra, 21 giu­ gno 1968, n. 53 ,. . Riguardo ai due frammenti in esame, in particolare: Venezia, Gallerie dell'Accademia, 'Madonna col Bambino ' ; Warwick Castle, collezione Conte di Warwick, • San Benedetto, Santa Tecla e San Cosma '. Frammenti di pala d'altare su tavola, rispettivamente cm. 75,6 x 64,8 e cm. 82 x 68. Dipinta per la clùesa dei Santi Cosma e D amiano aUa Giudecca di Venezia, nel 1648 era sicuramente io loco, come si ricava dalla descrizione del Ridolfi, utile per la ricostruzione dell'originaria struttura dell'opera: • Sinçolar tavola con nostra Donna seduta in alto con Giesù Bambtno in braccio, sotto una volta lavorata con begli in­ tagli, dalle parti sono li Santi Cosma e Damiano in veste ducale Benedetto Tecla et Erasmo; ... e nel sedile della Vergine scrisse [..• ] " . I due frammenti che restano sono quanto fu salvato della pala dopo i danni che subì (forse per incendio) fra il 1740 e iJ 1771, anno nel quale lo Zanetti segnalava la sua scom­ parsa dalla chiesa. Nel catalogo del Selva della collezione AJgarotti, cinque anni dopo, nel 1776, figurano i due fram­ menti, uno dei quali passerà alla galleria Manfrio dalla quale nel 1856 lo acquisteranno le Gallerie dell'Accademia; l'altro passerà alla collezione Warwick. Nel frammento dell'Ac­ cademia compare il cartiglio evidentemente staccato dal luogo (il sedile della Vergine) dove lo vide il Ridolfi e tra­ sportato sul manto del San Cosimo: su di esso si leggono data e firma: 1497 AD IJ. 22. DECEBRIO-IOANES BONICHÒSILIJ. 1\liARESCHALCHUS. DA VICEN7.A P. :.B) Ciò smentisce i dubbi manifestati dallo Zeri (op. cit., p. 6g) sull'autografia della pala e l'autenticità della firma, anche in considerazione dei rapporti con la cultura veronese riconosciuti dallo studioso. D 'altra parte il restauro che eçli auspica risulta eseguito già nel 1972 e scioglie ogni possibtle riserva. 29) R. LONGHI, Op . cit., p. I 5. 30) B. BERENSON, Italian Pictures oj the . Venetian School, London 1957 (ed. it., Firenze 1958, p. 52). 31) G. SPETTOLI, art. cit., p. 59· 32) L. PUPPI, art. cit., 1964-1965, pp. 301, 302 e 364. 33) F. BARBIERI, Giovanni Buonconsiglio in Dizionario bio­ 39 - MONTAGNANA, DU OMO - GIOVANNI BUONCONSJGLIO: grafico degli italiani, 1972, pp. 186 e 187. SAN PIETRO (FRAMMENTO D'AFFRESCO) 34) F. ZERI, op. cit., p. 69. 3 5) Nel periodo della paia del Cima per il Duomo di Conegliano, dipinta a Venezia (cfr.: Cima da Conegliano, Catalogo della mostra a Palazzo dei Trecento, Treviso 1962, ~ol R. LONGJU, op. cit., pp. 15 e 6o. a cura di L. Menegazzi, pp. 10 e n). 2 1) E. BARBIERI - R. CEVESE- L. MAGAGNATO, Guida di 36) G. Fwcco, Enciclopedia italiana, VIII, p. II7i L. V icenza, Vicenza 1953, p. 59· PtTPPI, art. cit., 1964-1965, p. 318; R. PALLUCCHlNI, are.

22) F. ZERI, op. cit., pp. 6o e 61. CÌl-1 p. 33· 23) R. LoNGHI, op. cit., pp. 15 e 6o. 37) Problema simile, se pur diversamente risolto, a quello 24) F. ZERl, op. cit., pp. 61 e 62. Per essi lo Zeri propone dei rapporti di Cima con lo stesso Montagna. una dipendenza dell' ' Argo ' del Bramantino nella sala del 38) C. RIDOLFt, Le maraviglie dell'arte, ed. Hadeln, I, T esoro del CasteUo eli Milano, dipinto entro il I493· Ciò Berlino 1914, P· 43· consente allo studioso di datare il monumento Onigo prima 39) R. LONGHI, op. cit., p. 15. del 1497, anno critico, come vedremo, nella carriera del

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Se è vero che l'affresco non deve essere stato eseguito 53) B. BERENSON, Lorenzo Lotto, 1895- 1905. molto tempo dopo il r474, data che si legge sull'altare, il 54) G. BISCARO, art. cit., r8g8, pp. 138-153; S. MoscHINI primo di questi nomi a cadere è proprio quello del Buon.con­ MARCONI, op. cit., Roma 1955. siglio, all'epoca poco meno che decenne. Mentre, nonostante 55) G. BISCARO, art. cit., r8g8. la difficoltosa visibilità dell'affresco, il nome che sembra 56) F. ZERI, op. cit., pp. 61-65. maggiormente proponibile è quello fino adesso non pronun­ 57) G. SPETTOLI, art. cit., p. 6o. ciato di Andrea da Murano. La presenza a Vicenza del forte sSJ A. CROWE, G. B. CAVALCASELLE, op.cit., (1871, p. 440), pittore muranese, talvolta confuso con Andrea del Castagno, 1912, P· 143· può essere stata di un certo peso proprio per la definizione 59) T. BoRENIUS, op.cit., 1912, pp. 155-204; B. BERENSON, stilistica della ' Pietà ' del Buonconsiglio. Resta comunque ltalian Picwres of the Renaissance, Oxford 1932 (ed. it., che la lunetta dell'altare Poiana attende, insieme ad un re­ Pitture italiane del Rinascimento, Milano 1936). stauro, un'attenta lettura critica. 6o) B. BERENSON, op. cit., 1957 (ed. it. 1958), p. 273 (1), 41) L. PUPPI, art. cit., I964-1965, p. 309. n. 1296 (III). 4~) Come si ricava dalle memorie di padre Matteo Valeria, 6t) L. PUPPI, art. cit., 1964-1965, pp. 319 e 367. certosino del Seicento, ma che si avvale di re!:istri di conti 62) F. BARBIERI, op. cit., 1972, p. 187. e annotazioni coeve all'attività del Bergognone (cfr.: Memorie 63) Il dipinto, poco noto agli studiosi, misura cm. 77,5 inedite sulla Certosa di Pavia, in Archivio storico Lombardo, X 49, ed è stato recentemente trasportato da tavola su tela. 1879). Se ne presenta una recente fotografia che ne documenta 43) R. LONGHI, op. cit., 1946, pp. 15 e 6o. lo stato attuale. 44) G. SPETTOLI, art. cit., pp. 56 e 6o. 64) M. BosCHINI, l gioielli pittoreschi virtuoso ornamento 45) Non è necessario pensare cioè né che al Buonconsiglio della città di Vicenza, Vicenza 1676, p. go. sia occorso vedere i • Paggi ' Onigo, come vuole la Spettoli 65) F. BARBIERI, op. cit., 1962, pp. 106 e 107. (art. cit., p. 58), per gli affreschi della cappella della Nativiti 66) Come proponemmo nella nostra tesi di laurea, ac­ di Montagnana, né riferire il monumento trevigiano al cettando l'ipotesi del Puppi di riconoscere la preistoria del pinore vicentino, come vuole lo Zeri (op. cit., pp. 58-70), Buonconsiglio a fianco del Montagna nell'Abbazia di Praglia. soprattutto ove si valuti che, essendo dovute le simiglianze Ma mentre il Puppi .ne indicò la mano in un affresco con ad una medesima matrice operante in due diverse aree il' Cristo sul sepolcro' (cfr.: L. PUPPI, op.cit., 1962, p. I67) culturali, nulla vieta che le due affermazioni cosi simili e di debole fattura, noi ritenemmo di potergli riferire l'inven­ così distinte siano indipendenti e autonome. Il paggio di zione e l'esecuzione del cielo nella 'Crocifissione ' del Montagnana infatti è in nuce nel San Giovanni della • Pietà ' Montagna per il Refettorio, la cui insistita striatura (su toni vicentina. rossi e non grigi) richiama fortemente il cielo della ' Pietà '. 46) Mancano, ad esempio, buone fotografie del frammento 67) A. VENTURI, Storia dell'arte italiana, VII, Milano della ' Presentazione al Tempio' (di cui resta il paggio) I9I5, p. 635· nella parte alta del quale, sempre tagliata nelle fotografie, 68) G. SPETTOLI, art. cit., pp. 58-6o. si vedono una volta a crocera, una fascia del coro e un catino absidale oltre a pesanti catene tra gli archi. L'altro frammento 69) L. MAGAGNATO, op. cit., 1953, p. 59· di più difficile lettura è forse una • Visitazione '. ?ol F. BARBIERI, op. cit., 1962, p. 103. 47l F. ZERI, op. cit., p. 66. 71) Ibidem. 48) lvi, pp. 67-ég. A questo gruppo il Lucco (art. cit., 72) T. BORENIUS, op. cit., 1912, p. 17I. 1979, p. 235) ha aggiunto un altro affresco frammentario 73) Ma già il Puppi elenca una serie di opere che smenti­ con un ' San Sebastiano' (fig. 38) entro una loggia di gusto scono l'affermazione del Borenius, eliminando il problema quattrocentesco, visibile nella parete sinistra della cappella sollevato dal Barbieri: la 'Circoncisione' del Marziale, dei Santi Sebastiano e Rocco sempre nel Duomo di Monta­ nella di Londra (rsoo), l'ancona del Tem­ gnana, sottolineando ancora " l'educazione bramantesca , perello nella pinacoteca di Parma (1499) e poi ancora prima del pittore e il rapporto con la ' Decollazione di San Paolo ' la pala di Ravenna di Ercole, il trittico di San Zeno, la pala in San Lorenzo a Vicenza, Per il Lucco " è estremamente di Osoppo (1495) di Pellegrino da San Daniele (L. PUPPI, interessante che i dati stilistici offerti dall'affresco indiriz­ art. cit., rg64-196s, p. 322). zano verso gli anni immediatamente successivi al 1497, 74l F. BARBIERI, op. cit., 1962, p. 103. nei quali lo studio su Antonello, Montagna e Bramante è 75) F. BARBIERI, op. cit., p. 187. corretto e rivissuto alla luce della cultura belliniana; e l'anno 76) W. ARSLAN, op. cit., pp. 151 e 152. di consacrazione del Duomo, il 1502, che è anche quello n> Oltre le osservazioni riferite nel testo, vale la pena de.lla pala dei Turchini, oggi al Museo civico di Vicenza, quindi di ricordare che nella numerazione romana le lettere della quale l'affresco si dimostra palesemente anteriore, è indicanti le unità, le decine, le centinaia potevano servire un sicuro termine di datazione ante quem , . Anche questa per indicare le rispettive migliaia (mille, diecimila, cento­ nuova agnizione se, come riteniamo, va ritenuta legittima, mila) con la semplice sovrapposizione di un'asta orizzontale, conferma la diversa origine culturale dei coevi • Paggi ' una " lunga , , ad esempio f = mille, D = cinquecento­ Onigo, nei quali la maggiore concentrazione espressiva si mila, ecc. accompagna a un minore interesse per le ricerche spaziali Risulta chiaro cosi che, essendo inequivocabile in una e prospetticbe. Il frammento riconosciuto dal Lucco dichiara data come rcccccrr, che la prima lettera indichi le migliaia, invece i suoi collegamenti con le ricerche di Bartolomeo il pittore può aver trascurato di corredarla con l'asta oriz­ Montagna, specie con il ' San Pietro ' delle Gallerie del­ zontale delle migliaia. La qual cosa è, d'altro lato, confer­ l' Accademia, se pure anche quest'ultimo non possa, invece, mata dalla ricognizione, sempre in territorio vicentino, di dopo la sua avventurosa vicenda critica (cfr.: A. Ruz1, San un affresco di Francesco da Ponte il Vecchio, in via Mat­ Pietro benedicente e donatore, in Giorgione a Venezia, Cata­ teotti 52 a Bassano (una ' Madonna col bambino in trono'), logo della Mostra, Venezia 1978, pp. 41-48) essere ritenuto nel quale la data mostra le migliaia indicate con la cifra I, dello stesso Buonconsiglio come indurrebbe a pensare anche aJlo stesso modo che nella pala del Buonconsiglio: I.D.XXIII/ l'altro frammento con il ' San Pietro ' (fig. 39) della cap­ DIE.v NOVEB. È però evidente, in questo caso, che l'unica pella del Rosario a Montagnana, reso noto da Puppi (L. lettura possibile, non sussistendo l'equivoco delle due unità PUPPI, art. cit., 1964-1965, pp. 333-370), immediatamente sussegue.nti le centinaia, come nel caso 49) R. LONGHI, op. cit., p. 15. della data 1502, è 1523, significando la prima lettera I, mille, 5o) V. SGARBI, art. cit., 1977, pp. 39-50. e le successive m, le semplici unità. Si vuole qui segnalare 51) F. ZERI, op. cit., p. 62. che, sempre nel 1523, lo stesso Bassano data in identico modo 52) G. BISCARO, art. cit., I8g8, pp. 138-153; IDEM, art. cit., la ' Pentecoste ' della parrocchiale di O!iero, confermando 1901, pp. 152-161. una pratica evidentemente diffusa e non episodica. ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte Varie e articolate sono le opinioni della critica. Per l' Arslan Cassa di Risparmio sia Porta Castello di Vicenza; ma risulta il dipinto è " parafrasi, della pala di Antonello per San evidente, invece, che - trasformati i ponti levatoi in archi - Casstano; per Cavalcase!le, Venturi, Pallucchini l'opera è la porta è quella della cinta muraria di Montagnana, ancora legata all'esperienza belliniana di San Giobbe; per l'Arslan, intatta con l'unica variante del tetto e della lanterna, che oggi anche alle pale di San Zanipolo (perduta) del Bellini e di non compaiono ma che erano presenti ancora nel 1615, San Bartolomeo del Montagna (ora al Museo di Vicenza). come si ricava da un dipinto di quella data del pittore G. B. Ancora per l'Arslan, meno opportunamente, " il tocco sof­ Rossi (ora nella sagrestia del Duomo di Montagnana), fice e largo [... ] annuncia la prima affermazione di Tiziano, , u.n ' San Carlo Borromeo • (fig. 26) con uno sfondo che idea, per altro, condivisa dal Puppi. Nel testo abbiamo già rappresenta la porta. D'altro lato, un ex-voto, sempre nella citato l'opinione del Barbieri sul " tappeto minutamente sagrestia del Duomo, del 18og, evidentemente di un piccolo damascato , , derivato secondo il critico dal Lotto di Santa artigiano locale, mostra la medesima porta senza il soffitto Cristina al Tive.rone, opinione già largamente confutata dal della torre e la lanterna, che appaiono distrutti e tempora­ Puppi. Ancora il Barbteri, sulla scorta degli interventi del neamente sostituiti da erbacce; in un tempo successivo Longhi e della Spenoli, amplia i rapporti con il Lotto, col­ vennero evidentemente sopraelevati i merli d'angolo cosi legando Il San Domenico del dipinto vicentino con il San come li vediamo oggi; l'ex-voto mostra tra l'altro la già Vincenzo Ferreri del polittico recanatese del 1506 del Lorro avvenuta sostituzione dei levatoi con nuove arcate. Quanto stesso. Conseguenze queste, occorre dire dell'accettazione, al problema dell'individuazione dello stesso edificio nel­ al 1962, da parte del Barbieri, della datazione " Spettoli,. l'affresco della cappella della Natività, oltre a quanto detto, 78) W. ARSLAN, op. cit., pp. 151 e 152. si aggiunga anche che il quadro del Rossi riporta, come 791 C. RmOLFI, op. cit., p. 43· l'affresco, lo stampiglio rosso con il leone di San Marco. Sol E infine, come farla concordare stilisticamente con la 1o2l Un riferimento al Diirer fu proposto dai Crowe - pala montagnanese con i • Santissimi Sebastiano e Rocco ', Cavalcaselle, a proposito della 'Pietà' di Vicerua (op. cit., datata, in modo non inequivocabile MDXIX. Tutti mutati, 1871, l, pp. 437 e 438); il problema è interessante perché come conviene al decennio che le separa, i referenti culturali. atpre prospettive sui possibih rapporti tra i due pittori ; fin dal primo soggiorno veneziano del tedesco, proprio di que­ 8l) Per una svista il saçgio del Pallucchini riporta " Ma­ donna con quattro santi, mvece di "Madonna con sei santi, gli anni (e in coincidenza con la presenza a Venezia del Buonconsiglio). (cfr.: PALLUCCBINI, art. CÌC., p. 34). 103) R. PALLUCCHINI, art. cit., pp. 35 e 36. 82) R. PALLUCCBfNI, art. cit., p. 34· 1041 83) lvi, pp. 32 e 33· G. LUDWIG, Archivalische Beitrage zur Gesch. der Venezianischen Malerei, in ]ahrbuch der preussische Kuns­ 84) F. BARBIERI, op. cit., 1962, p. 103. tammlungen, 1905, pp. 88, 93 e 95· 85) L. PUPPI, art. cic., 1964-1965, p. 324. 105) A. FORATTI, Giovanni Buonconsiglio pittore vicentino, 86) ]. W ILDE, Die Pala di S. Cassiano von Antonello da Padova 1907, p. 25 (I5IO-I5I5); L. VENTURI, Le origini della Messina, in ]ahrbuch der Kunsthistorichen Sammlungen in pittura veneziana, Venezia 1907, p. 266 (tarda); T. BoRE­ Wien, 1929, pp. 57-72. NIUs, op. cit., 1912, pp. 172 e 173 (1502-1510); A. VENTURI, 87) A. VENTURI, Storia dell'arte italiana, VII, 1915, p. II6. op. cit., 1915, p. 644 (dopo il 1513); G. LoRENZETTI, Ve­ 88) G. Fiocco, E. I., cit., p. I r6. nezia e il suo estuario, Roma 1956, p. 6ot (1490-1500); 89> W. ARsLAN, op. cit., 1956, pp. 151 e 152. B. BERENSON, op. cit., (r957) 1958, p. 52; F. BARBIERI, op. 901 S. MosCBINI MARCON I, op. cit., pp. 14o-142. cit., 1972, p. 188 (tra il '20 e il '3o); G. Frocco, E. I., cit., 91) La tavola del Bellini non doveva essergli ancora nota p. n6 (genericamente tarda); L. PUPPI, art. cit., 1964- al tempo della 'Sacra Conversazione' di Southampton: per 1965, PP· 350 e 372· questo ne abbiamo proposto una datazione un po' più to6J La pala rappresenta la 'Madonna col Bambino e i acerba intorno al 1503. santi Sebastiano e Rocco '. Firmata e datata: MDXI /IOANE ~a ) R. PALLUCCHINI, art. cit., pp. 33-38. NONICHONSlLIJ MARESCHALCHO. La firma appare sopra un ll3l Dispersi gli affreschi laterali, restano in loco, con quella cartiglio sul basamento; inoltre sotto di essa, stampigliata della Madonna, le loro !arvali sinopie che ci permettono, sempre sul basamento, e sopra lo stemma di famiglia sta cosa fin qui non rilevata, di identificarne il soggetto nei due l'iscrizione: VINCBNTIUS MONTONUS. GRAT/OPTENTAM. EX Santi Pietro e Paolo. VOTO OBTULIT. Il dipinto fu commissionato da Vincenzo Montano per voto ai santi titolari. 94) T. BoRENros, op. cit., 1912, p. 175; S. MoscHINl MARCONI, op. cit., p. 142; G. SPETTOLI, art. cic., pp. 58-6o. 107) Per Crowe-Cavalcaselle (op. cit., r87r, l, p. 440) il santo guerriero è San Secondo. 95) Per le ragioni dell'attribuzione vedi L. PuPPI, art. cit., toS) L. PUPPI, art. cit., 1964-1965, p. 350. 1964-1965. 109) F. ZANOTTO, Pinacoteca Veneta. Raccolta dei migliori 96> G. SPETTOLI, pp. 58- 6o. art. cit., dipinti delle chiese di Venezia, I. G. LuowtG, art. cil., p. go. 97) Raffigurante la ' Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista, Gerolamo, Pietro, Paolo, Agostino e IlO) L. PUPPI, art. cit., 1964-1965, pp. 373 e 374· 1 11) Ibidem. Sebastiano '. 1121 In merito a queste due opere, eccessivamente severo, 118> A. GIACOMELLI, A cta Ecclesiae Montaneanensis Quinta forse per la scontata situazione in un tempo troppo inoltrato, S aecularia feliciter celebrantis, Padova 1936, p. 87; in questa ci pare il giudizio della critica. Si rileggano le parole del opera si trovano i " fascicoli manoscritti, dell'arciprete Fiocco (op. cil., p. u6): le due pale, secondo lo studioso, Beccari (morto nel r683) e lo "Zibaldone" (1797 ca.), " esemplificano pure l'ultima e meno costruita maniera del pure manoscritto dal canonico Storni. maestro, che perdette quasi appieno, nelJa leziosa ricerca del lllll L. PUPPI, art. cic., 1976, p. 59· grazioso, la primitiva promettente monumentalità , . IOO) R. PALLUCCBINI, art. cit., 1973, pp. 33-38; L. PUPPI, 113) C. RmoLFI, op. cic., p. 43· are. cit., 1976, p. 59· 114) L. PuPPI, art. cit., 1964-1965, p. 373· 101) Per primo, nel 1650, Gerolamo Gualdo il giovane, nella sua opera, citando il dieinto, notò il " bel paesino di 115) Tra l'altro, l'opera compone diversi motivi cimeschi: dietro, (dr.: G. GUALDO )r., Giardino di Chà Gualdo, l'angelo con il Tobiolo figura infatti nella 'Natività' per la (165o), a cura di L. PoPPI, in Fonti e Documenti per la storia Chiesa dei Carmini del Cima, situabile tra il 1508 e il 1509. dell'arte veneta, Fondazione Giorgio Cini, 1972, p. 14). tt6) F. BARBIERI, op. cit., 1972, p. 187. ll Pallucchini, nel suo articolo (art. cit., p. 33) parla generi­ 117l L. PoPPI, are. cic. , 1964-1965, pp. 332 e 333· ca mente di " Castello variamente articolato che si specchia 118) Ora lo Zeri (in Storia dell'Arte italiana, III, 8, T o­ nelle acque di un lago, , mentre è opinione del Barbieri rino 1980, pp. XLIX- L) vede anche a Montagnana una (comunicazione orale) che il paesaggio della tavola della testimonianza del bramantismo nel Buonconsiglio; e inoltre ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte nuene l' ' Assunta ' del Duomo una desunzione diretta, e 372); cfr.: F. BARBIERI, op. cit., 1972, p. 188; B. BERENSON, sul piano compositivo, dell' ' Ascensione ' eli M elozzo da op. cit., (1957) 1958, p. 52. Forla nell'abside della Basilica dei Santi Apostoli a Roma. 126) B. BERENSON, op. cit., 1920, p. I I7 i IDEM, op. cit., n 9) T. BORENIUS, op. cit., 1912, pp. 183 e 184; vedere (1957) 1958, P· 52. inoltre la nota precedente. 127) A. MARTINI, art. cit., p. 61. 120) L. PuPP1, art. cit., 1964-1965, p. 334· 128) G. L uowxc, art. cit., pp. 91 e 92. u 1) Cfr. nota 118. 1211 Ibidem. 122l L. LANZI, S toria pittorica d'Italia, III, Milano 130) L. N. CITTADELLA, Documenti ed illustrazioni riguar­ 1925, p. 6s. danti la storia artistica ferrarese, Ferrara 1868, pp. 128 e 239· 123) L'affresco misura circa m. 9 x 5, non figura in alcuna 131) G. L UDWIG, art. cit., pp. 92, 93 e 89; L. PUPPI, art. pubblicazione sul Buonconsiglio e lascia d ubbi anche sul cit., 1964-1965, pp. 299 e 363. soggetto; ma nondimeno risulta pubblicato, sotto il nome 132) G. LuowiG, art. cit., pp. 89 e 95; L. PuPPI, art. ci t., deJ Buonconsiglio, in Arte Veneta (A. V., XXVI, 1972, p. 299 e 363. pp. 317 e 318, riproduzione 42I) nella rubrica "Notiziario veneto , al paragrafo "l'attività della Soprintendenza alle gallerie ed opere d'arte del Veneto, provincia di Padova; Ringrazio la dott.ssa Sandra Caporali per l'aiuto nella ela­ l'articolo introduttivo è firmato da Francesco Valcanover, borazwne della bibliografia e del/t> note. cui forse è da riferir~ l'attribuzione. L'.overa è soltan~o cita~a con la sigla (attr.); Sl nota la contraddiziOne fra la d 1dascaha della fotografia che definisce l'opera ' Presentazione aJ N.B. - Sul Buonconsiglio e sulla questione del Monu­ Tempio ' e l'elenco dei restauri in cui figura come ' Cir­ mento Onigo, al momento di licenziare le bozze, è in corso concisione ' (?). Le condizioni dell'opera sono tali da far eli stampa, a cura della Soprintendenza per i Beni Artistici supporre un antico e malaugurato strappo perché, oltre e Storici del Veneto, il Catalogo Lorenzo Lotlo a Treviso. alla sinopia, restano frammenti eli colore all'estremità destra Si veda in particolare il saggio eli M. Lucco, Riflessi lombardi in un astante, sull'architrave, nel coro, ma anche in qualche nel Veneto (un abbozzo di ricerca sui precedenti culturali punto della parete sinistra. Fu segnalata da noi nella tesi del Lotto) dove sono discusse alcune nostre proposte, muo­ di laurea, cit., 1974. vendo dagli argomenti dello Zeri. Con noi, tra l'altro, il 12-) B. BERENSON, op. cìt., (1957) 1958, P• 52· L ucco concorda nel riferire al Buonconsiglio il lacerato 125) La tavola, cm. 87 x 64, è collegabile per il Puppi affresco con la ' Circoncisione , (figg. 36 e 37) del Duomo " ai modi tardi del Bissolo, (art. cit., 1964-1965, pp. 350 di Montagnana.