Fondazione Musei Civici di Venezia — Ca’ Rezzonico

ITA Il Museo del Settecento Veneziano ha sede nel monumentale Palazzo Rezzonico, opera di Longhena e Massari, ed è concepito come museo ambientale. Tra preziosi arredi e suppellettili dell’epoca, ospita importantissimi dipinti e affreschi del Settecento Veneziano, dai Tiepolo a Rosalba Carriera, dai Longhi ai Guardi a ...

Il palazzo che oggi ospita il Museo del Si configura così uno straordinario museo Settecento Veneziano, viene costruito d’ambiente che nelle sue sale, oltre a Il per volontà della famiglia Bon, esponente presentare opere di una delle stagioni più dell’antica nobiltà veneziana. felici dell’arte europea, conserva il fasto e Alla metà del Seicento essi ne affidano lo splendore di una dimora del Settecento Palazzo. l’esecuzione all’architetto più celebre del veneziano. periodo, Baldassarre Longhena, cui si L’accesso principale dell’edificio era deve anche la realizzazione di Ca’ Pesaro e originariamente quello sul Canal Grande, LA STORIA della Basilica della Salute. Il monumentale attraverso la monumentale porta d’acqua. progetto si dimostra tuttavia troppo Uno sguardo alle facciate degli altri palazzi ambizioso per le fortune dei Bon e il palazzo consente di valutare la grande novità risulta non ancora terminato alla morte delle soluzioni architettoniche adottate dell’architetto nel 1682; poco dopo, vista da Baldassarre Longhena in questa l’incapacità della famiglia di sopportare le circostanza. ingenti spese del cantiere, i lavori vengono L’architetto elabora la soluzione proposta bloccati e la fabbrica rimane incompleta. per la prima volta da Jacopo Sansovino sulla facciata di Ca’ Corner della Ca’ Granda, Nel 1750 Giambattista Rezzonico – la abbandonando il tradizionale schema del cui famiglia nel 1687 aveva acquistato palazzo veneziano che prevedeva, per la la nobiltà attraverso esborso di denaro facciata, una struttura tripartita: un’infilata – compra l’edificio e ne affida i lavori di di finestre nella parte centrale e due ali completamento a Giorgio Massari, all’epoca ai lati. Il suo progetto invece riproduce l’architetto di grido. Sarà questa famiglia a su tutta la superficie un unico modulo dare il nome al palazzo, i cui lavori vengono architettonico, in questo caso dedotto da portati a termine in soli sei anni: in tempo quello delle Procuratie Nuove di Piazza per festeggiare l’inarrestabile ascesa San Marco, ma riletto in chiave barocca, sociale del casato culminata nel 1758, con un accentuato rilievo dei vari elementi a quando Carlo, figlio di Giambattista è eletto creare un contrastato gioco di luce e ombra. pontefice con il nome di Clemente XIII. Le novità interessano anche la planimetria La parabola dei Rezzonico è tuttavia assai dell’edificio. Il tradizionale portico chiuso breve e si consuma già con la generazione che negli antichi palazzi veneziani successiva. attraversava in senso longitudinale l’edificio, Baldassarre Longhena, Facciata di Ca’Rezzonico Senza eredi maschi, la famiglia si estingue dalla porta d’acqua a quella di terra, è qui nel 1810 con la morte di Abbondio. interrotto da un cortile interno, una tipologia Nel corso dell’Ottocento il palazzo cambia propria del palazzo di terraferma, che non proprietà più volte e viene progressivamente veniva applicata a Venezia. spogliato di tutti i suoi arredi. La soluzione, pur nella sua semplicità, Tra i suoi ultimi inquilini si ricordano il risulta efficace. celebre poeta Robert Browning – che Al posto di uno spazio buio, privo di alcuna qui trascorre le estati del 1887 e 1888, valenza architettonica e scenografica, si morendovi nel dicembre 1889 –, e il grande crea una successione di zone di luce e musicista Cole Porter, che vi abita dal 1926 ombra che dilata ulteriormente lo spazio al 1927. Ormai ridotto a un contenitore e guida lo sguardo del visitatore verso lo vuoto, il palazzo viene acquistato dalla città stemma di famiglia, posto in piena luce di Venezia nel 1935 per ospitare le collezioni sopra la fontana. d’arte del Settecento. Nel portego è oggi collocata una gondola Oltre ai dipinti, vi sono riuniti arredi, realizzata nel XIX secolo, che presenta al oggetti di vita quotidiana, nonché affreschi centro il tradizionale “felze”, una cabina strappati o tele da soffitto provenienti da smontabile che garantiva una comoda Giardino di Ca’Rezzonico altri palazzi cittadini. intimità ai viaggiatori.

1 La Collezione Ferruccio Mestrovich seconda guerra mondiale… Questa mia donazione vuole anche contribuire 0/1. La collezione presenta un nucleo al ricordo perenne di questa pagina di dipinti, tutti di notevole qualità, tristissima della nostra storia recente, MEZZANINO tra i quali si segnalano, oltre a due che dovrà sicuramente essere opere di Iacopo ben rivisitata e riscritta…” BROWNING note in letteratura – una paletta Così Ferruccio Mestrovich motiva d’altare estremamente suggestiva il gesto nobilissimo che arricchisce per l’intensità della figurazione e un ulteriormente Ca’ Rezzonico, i Musei austero ritratto – la luminosa e intima Veneziani e la città intera. I Mestrovich Sacra Conversazione di Bonifacio de’ appartengono ad un’antica famiglia Pitati; inoltre, altre opere di Benedetto dalmata originaria di Zara e risiedono Diana, Lelio Orsi, Jacopo Amigoni, a Venezia dal 1945. Il capofamiglia, e Alessandro Longhi, Aldo (1885 – 1969) fu perseguitato due soprarchi di mano di Benedetto durante la dominazione austriaca Carpaccio, figlio e seguace di Vittore e per il suo patriottismo di italiano; il una tavoletta di Cima da Conegliano. suo patrimonio è stato confiscato dal “Dono a Venezia, in segno di affetto governo iugoslavo e mai restituito. e riconoscenza e a ricordo della mia Suo figlio Audace ha esercitato a lungo famiglia, la mia piccola raccolta di a Venezia la professione di avvocato. dipinti antichi costituita in prevalenza Ferruccio, il figlio minore, appassionato di soggetti sacri, a me più congeniali studioso della pittura veneta antica, è il e appaganti. In questa incantevole generoso donatore di questa preziosa Jacopo Amigoni, Ritratto di giovane donna città adottiva i miei cari ed io, esuli con raccolta, le cui attribuzioni sono il (la debuttante), olio su tela molti conterranei, ci siamo felicemente frutto delle sue ricerche e dei suoi inseriti e abbiamo trovato il rifugio studi. ideale dopo che la natia ed amatissima Di essi si sono giovati innumerevoli Zara, la città dalmata, veneta ed volte non pochi studiosi nella Collezione italianissima, venne straziata e quasi pubblicazione di dipinti di questa e di Ferruccio Mestrovich interamente distrutta nel corso della altre collezioni.

Giardino Giardino al piano terra Canal Grande

2 2. Salone da ballo architrave in rosso di , che nella finzione pittorica ripropone il modulo Dopo essere saliti lungo lo scalone del portale d’ingresso. 1. monumentale – impreziosito da Nella parte superiore l’artista dilata due statue di Giusto Le Court, lo spazio suggerendo una fuga di PRIMO raffiguranti le allegorie dell’Inverno ambienti al di là delle logge e dei e dell’Autunno, e dal raro calessino o balconcini dipinti agli angoli, mentre PIANO sediolo settecentesco –, si accede al al centro del soffitto compare Apollo, grandioso salone. Questo ambiente il dio del sole che sorge con il suo monumentale non trova rivali a carro a illuminare le quattro parti del Venezia sia per le dimensioni sia mondo (Europa, Asia, Africa, America), per la qualità della decorazione qui personificate da fanciulle di razze pittorica. Siamo nel 1751. Assente diverse. Un soggetto di buon auspicio, Tiepolo, impegnato in Germania frequente nelle dimore patrizie, che per il principe vescovo di Würzburg, allude al futuro radioso che attende i l’esecuzione degli affreschi è affidata proprietari del palazzo. Sono proprio a un artista di grande originalità: Primo piano i Rezzonico ad accoglierci nel salone, Giambattista Crosato, reduce dai attraverso il magniloquente stemma 2. Salone da ballo successi ottenuti come pittore di corte di famiglia che campeggia, gigantesco, 3. Sala dell’Allegoria Nuziale a Torino presso i Savoia. Collabora con al centro della parete di fronte 4. Sala dei Pastelli lui, per la finta architettura dipinta, all’ingresso. La sala è un’esaltazione 5. Sala degli arazzi Girolamo Mengozzi Colonna, il grande araldica e allegorica dei proprietari, 6. Sala del trono quadraturista di Giambattista Tiepolo, le aquile bicipiti del loro stemma 7. Sala del Tiepolo rimasto a Venezia dopo la partenza sono replicate su tutti i capitelli delle 8. Biblioteca dell’amico. Mengozzi Colonna crea colonne. Tuttavia, poche volte come 9. Sala del Lazzarini qui uno spazio illusionistico di grande in questo caso è la pittura che celebra 10. Sala del Brustolon effetto: dietro un primo ordine di se stessa e le sue capacità illusive, 11. Portego lesene giganti alternate a finte statue, trasportando il visitatore in una si snoda un perimetro di colonne dimensione magica, fiabesca, calata in marmo grigio che sorregge un all’interno delle mura domestiche.

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11 2 Giardino Giardino al piano terra Canal Grande

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3 Dell’arredo originario restano qui solo nella disposizione delle figure crea i due grandiosi lampadari in legno e un’immagine dinamica e plausibile metalli dorati a motivi floreali. dove anche il paradossale si manifesta Lungo le pareti troviamo invece fastosi con reale concretezza. Solo la fantasia elementi di arredo realizzati in legno di Giambattista Tiepolo, unita alla sua di ebano e bosso da Andrea Brustolon, indiscussa bravura, avrebbe potuto uno dei più grandi scultori in legno del immaginare l’arrivo nella sala della Barocco, definito da Honoré de Balzac coppia di sposi direttamente sul il Michelangelo del legno. carro del sole e renderlo allo stesso Si tratta di una quarantina di pezzi, tempo credibile. Nella parete centrale una parte dei quali è esposta nella sala è esposto il Ritratto del nobiluomo dedicata all’artista. La serie, realizzata Francesco Falier in veste di procuratore in origine per palazzo Venier a San de Mar, opera firmata dal ritrattista Vio, comprende seggioloni, statue veneziano Bernardo Castelli ed Salone da ballo reggi-vaso e figure ornamentali di eseguita con ogni probabilità in quello schiavi e guerrieri etiopi. La fantasia stesso anno 1786 in cui Falier venne dello scultore ha dato vita al mobilio eletto all’importante carica di cui trasformando i vari elementi in un esibisce le insegne. Sulla parete di opulento trionfo di rami intrecciati fondo è collocato il Ritratto di Carlo e sculture vere e proprie, come nel Rezzonico, eletto papa nel 1758 col caso delle strutture portanti dei nome di Clemente XIII, opera di Anton monumentali seggioloni. Nessuno è Raphael Mengs, il pittore filosofo, eguale all’altro; qui l’estro di Brustolon amico di Wickelmann e protagonista si esalta nell’invenzione sempre in pittura del gusto neoclassico. Si differente di gambe e braccioli che ha notizia di come il dipinto fosse in riproducono rami d’albero sorretti da origine destinato al palazzo veneziano telamoni, fra i quali fanno capolino della famiglia; poco dopo la sua fauni e putti. Ne scaturisce uno dei più esecuzione però venne trasferito a sontuosi gruppi di arredi veneziani, Roma, dove risiedeva il nipote del che rivela tutto l’esuberante gusto papa, il cardinale Abbondio Rezzonico. decorativo del barocco veneziano. Sulla parete di destra si apre la — cappella pensile sul rio di san Barnaba, 3. Sala dell’Allegoria nuziale fatta costruire dalla famiglia Rezzonico Raphael Mengs, Ritratto di Carlo Rezzonico nella seconda metà del Settecento. Nell’inverno del 1757 si celebrano le Entro un’elegante decorazione rococò nozze fra Ludovico Rezzonico, figlio con stucchi dorati su fondo bianco di Aurelio, e Faustina Savorgnan. Per è collocata la piccola pala d’altare l’occasione viene affrescata l’infilata con la Madonna e santi, opera di di stanze lungo il rio di san Barnaba Francesco Zugno, uno degli allievi di destinate a diventare l’appartamento Giambattista Tiepolo. Dentro le vetrine di rappresentanza degli sposi. In poste lungo le pareti della sala sono questa circostanza è presente anche esposte porcellane di varie manifatture Giambattista Tiepolo che, sul soffitto europee appartenenti alla collezione di di questa sala, dipinge l’Allegoria Marino Nani Mocenigo. nuziale, coadiuvato ancora una volta — da Girolamo Mengozzi Colonna. 4. Sala dei pastelli Al di là di un parapetto in marmo ocra e verde, su cui sono appoggiate Accanto a Giambattista Tiepolo, sono coppie di satiri, eseguiti dal attivi nell’appartamento degli sposi figlio Giandomenico, si innalza altri protagonisti della decorazione ad un’architettura che culmina con una affresco a Venezia. In questa sala è la balaustra aperta sul cielo. La coppia volta di Gaspare Diziani, pittore fra i Rosalba Carriera, Ritratto di gentiluomo, di sposi si presenta allo spettatore più attivi in questo campo alla metà sul carro di Apollo, preceduta da del secolo, che nel soffitto esegue Cupido bendato, mentre alcune figure un tema particolarmente caro alla allegoriche circondano il gruppo nobiltà veneziana, il Trionfo delle Arti principale. Tra di esse si riconoscono sull’Ignoranza. L’artista ci presenta un la Fama, che fa squillare la sua tromba, festoso sciame di figure allegoriche, le Grazie sedute su una nube appena ciascuna con lo strumento peculiare sotto il carro nuziale, la Verità con il della propria arte, eseguite con un sole in mano e il Merito, un vecchio caldo e intenso cromatismo desunto barbuto coronato di lauro, con ai dal maestro . piedi un Leone, che regge un vessillo La sala riunisce una raccolta di ritratti con gli stemmi degli sposi. Il pittore, a pastello, una tecnica che trova la attraverso l’utilizzo di più punti di vista sua massima diffusione proprio nel

4 corso del Settecento. La peculiarità del in basso la Fortezza, con l’elmo e lo pastello si riconosce nella consistenza scudo, e la Temperanza con le briglie, morbida e sfumata che evoca la cipria. quindi più in alto la Concordia maritale La sua particolare brillantezza e il Valore con il leone. Sulla sinistra consente inoltre una perfetta la Giustizia e la Prudenza; più in alto traduzione dei valori materici e in l’Eternità con il sole e la luna, infine a particolare dell’epidermide umana, sinistra l’Abbondanza e la Gloria. Agli circostanza che lo fa divenire la tecnica angoli sono collocate le Virtù teologali. preferita nei ritratti. Nonostante la La ricca cornice decorativa ad affresco sua fioritura sia avvenuta in Francia che circonda la scena centrale è opera è la veneziana Rosalba Carriera a del quadraturista Piero Visconti che portare questa tecnica ai vertici delle collabora con Guarana anche in altre sue possibilità, e allo stesso tempo a circostanze. Guarana, qui agli esordi conferirgli una struttura più moderna e della sua carriera, rivela da subito un Sala degli Arazzi di grande effetto. orientamento stilistico e culturale ben L’attività di Rosalba Carriera, di diverso da Tiepolo: egli rinuncia ad fatto l’artista italiana più celebre in audaci scorci prospettici, presentando Europa per tutto il Settecento, è ben una composizione distesa su un unico esemplificata alla sinistra dell’entrata piano visivo con le figure disposte dal Ritratto di gentiluomo in rosso, in pose leziose e rilevate con una dove la pittrice con straordinaria abilità pennellata diligente e meticolosa. tecnica coglie gli elementi salienti della La gamma cromatica è tenue e personalità dell’individuo rilevandone sfumata, ben diversa da quella la bocca volitiva e lo sguardo squillante del maestro. penetrante. Nella parete a destra, La sala prende il nome dai tre arazzi oltre la porta che dà sul Portego, sono fiamminghi del Seicento con scene esposti due altri suoi capolavori: il tratte dalla storia di Salomone e della Ritratto di Suor Maria Caterina Puppi regina di Saba. Come il magnifico (Venezia, 1651-1722) e quello della mobilio presente nella sala, anche gli contralto Faustina Bordoni Hasse arazzi provengono da palazzo Balbi (Venezia, 1697-1781). Il confronto fra Valier a Santa Maria Formosa. I tavoli i due mostra la capacità di Rosalba di con copertura in marmo verde, le padroneggiare registri emotivi diversi poltrone, il raro divano a tre posti e i Trono, bottega Corradini rivelando un’eccezionale capacità di due gheridoni (tavolini a tre gambe) lettura dell’animo umano: alla bonaria presentano una tale raffinatezza nella spiritualità della suora, morta in lavorazione da costituire uno dei fama di santità, si può contrapporre più affascinanti complessi d’arredo l’energico, smaliziato, sguardo della veneziano di metà Settecento giunto cantante, una vera primadonna, integro fino a noi. protagonista dell’opera in musica L’andamento flessuoso delle del Settecento. A Lorenzo Tiepolo si gambe dei mobili, e la delicata deve invece il bel ritratto al centro ornamentazione delle superfici che della parete successiva – eseguito imita le asimmetrie della spuma dall’autore a soli 21 anni – raffigurante marina e delle conchiglie spezzate la madre Cecilia Guardi, moglie di sono tipiche del rococò maturo. In Giambattista Tiepolo e sorella di questo ambiente si trova l’unico Antonio e Francesco Guardi. elemento sopravvissuto dell’arredo Nelle quattro piccole vetrine poste originario: la porta laccata decorata lungo le pareti sono esposte porcellane con motivi orientali, che testimonia della collezione Nani Mocenigo. Degno la grande passione per la cineseria di nota è la parte di servizio da caffè, durante il Settecento. tè e cioccolata con il decoro a rocce Questo rarissimo esemplare è databile e uccelli in oro su fondo blu della verso il 1760; parte della critica ha manifattura di Meissen. avanzato l’ipotesi che il suo disegno — sia stato fornito da Giambattista o 5. Sala degli arazzi Giandomenico Tiepolo, impegnati in questo periodo nella lavorazione degli Il soffitto di questa sala presenta una affreschi delle sale del palazzo. complessa figurazione allegorica Sulle pareti brevi, sopra i due realizzata nell’inverno 1757/1758 da cassettoni, sono esposte invece Jacopo Guarana, uno fra i più prolifici due sculture in legno raffiguranti la frescanti attivi nei palazzi veneziani, Maddalena penitente e Marco Aurelio pronto a raccogliere l’eredità di Tiepolo a cavallo, entrambe opera di Andrea dopo la sua partenza per la Spagna. Brustolon. Nella composizione si riconoscono

5 6. Sala del trono 7. Sala del Tiepolo

La decorazione dell’appartamento In questo ambiente si può ammirare degli sposi si conclude con il soffitto un altro soffitto di Giambattista di quest’ultima stanza, affrescato Tiepolo: la tela raffigurante la di nuovo da Giambattista Tiepolo Nobiltà e la Virtù che abbattono con la collaborazione di Girolamo l’Ignoranza. Contrariamente agli Mengozzi Colonna. Raffigura ilMerito , affreschi delle altre sale del primo rappresentato come un vecchio piano nobile, l’opera non è originaria barbuto e coronato di alloro, che del palazzo, ma fu eseguita tra il sale al Tempio della Gloria immortale 1744 e il 1745 su commissione di accompagnato dalla Nobiltà, la figura Pietro Barbarigo per il suo palazzo alata che regge la lancia, e dalla Virtù, a Santa Maria del Giglio. Alienata in la figura riccamente vestita a destra seguito dagli eredi, fu acquistata nel Sala del Tiepolo del vecchio. Altre figure allegoriche e 1934 dal Comune di Venezia. Tiepolo putti fanno da corona alla scena. riprende in quest’opera un tema Uno di essi, sotto la figura del Merito, allegorico più volte trattato per i suoi regge il libro d’oro della nobiltà nobili committenti, aggiungendo veneziana dove venivano scritti i nomi in quest’occasione la figura dei patrizi, tra i quali, dal 1687, figurava dell’elegantissimo paggio che regge lo anche quello dei Rezzonico. La sala, strascico della Nobiltà, forse il ritratto tappezzata di velluto rosso, prende del figlio Giuseppe Maria. Le splendenti il nome dal trono in legno dorato, figure delle allegorie si stagliano contro decorato con putti, nereidi e cavalli un cielo dalla luminosità cristallina e la marini utilizzato da Pio VI il 10 marzo tela si mantiene su accordi chiari dalle 1782, quando sostò a Chioggia ospite sfumature grigioargentee su cui stacca della famiglia Grassi. l’arancio cangiante della Virtù. La sua fattura è tuttavia ben Anche in questo caso il Tiepolo si è precedente; risale ai primi decenni del ispirato all’arte di , Settecento e ripropone la qualità e interpretata con pungente sensualità l’esuberanza dell’intaglio di Brustolon mediante una stesura cromatica libera aggiornato secondo un gusto meno e corsiva. Fra i dipinti esposti nella sala pomposo e teatrale. Alle essenze va segnalato sulla parete a sinistra Giambattista Tiepolo, La Nobiltà e la Virtù abbattono la Perfidia scure e patinate di fine Seicento dell’ingresso, in posizione sopraelevata (l’ebano e il bosso oppure il noce) si rispetto agli altri, il Ritratto preferiscono ormai le meno austere dell’architetto Bartolomeo Ferracina dorature che contribuiscono ad eseguito da Alessandro Longhi, figlio ingentilire una ornamentazione ancora di Pietro nonché affermato ritrattista magniloquente. veneziano del secondo Settecento. Dello stesso gusto è il ricco mobilio Compongono l’arredo della sala alcuni della sala che comprende sulla parete mobili di diversa provenienza e di a sinistra dell’entrata l’imponente altissimo pregio artistico: l’imponente cornice dalla ricca decorazione bureau-trumeau in radica di noce allegorica che celebra le doti morali databile alla metà del Settecento, che, del patrizio Pietro Barbarigo effigiato per dimensioni, qualità di lavorazione nel ritratto. Partendo dallo stemma e stato di conservazione, si qualifica Barbarigo e proseguendo in senso come esemplare unico nel suo genere. orario incontriamo: l’Amore per Di particolare rilievo è anche il grande la patria, la Carità, la Costanza, la tavolo da gioco a otto gambe con il Magnanimità, la Prudenza, la Giustizia piano ricoperto da panno verde, posto e la Fede. al centro della sala: ottimo esempio La parte rimanente dell’arredo di mobile barocco veneziano, risale comprende un’elaborata console probabilmente ai primi anni del e quattro poltrone di intaglio Settecento come suggeriscono le particolarmente fine, tanto che forme massicce e monumentali e le in tempi passati si è pensato di terminazioni a zampa leonina delle assegnarlo al rinomato scultore gambe. Le otto poltrone scolpite in Antonio Corradini, che tuttavia non bosso, già di proprietà della famiglia realizzò mai opere in legno. Correr, sono da assegnare alla bottega L’arredo di questa sala coniuga di Andrea Brustolon. Dalla porta motivi ornamentali di sapore ancora fra il bureau-trumeau e il camino si barocco, come gli elementi figurativi accede a un piccolo passaggio dove a tutto tondo, con una lavorazione più sono esposti gruppi in porcellana aggraziata che giungerà alle forme bianca della manifattura veneziana più snelle visibili nel mobilio della sala di Geminiano Cozzi e di quella di precedente. Pasquale Antonibon a Nove. 6 8. Biblioteca . A soffitto è stata adattata, entro Nei quattro armadi in noce tardo un’apposita cornice di stucco, una seicenteschi sono stati collocati alcuni tela sagomata raffigurante l’Allegoria esemplari del fondo di bottega dello del Merito, opera di Mattia Bortoloni, scultore veneziano Giovanni Maria artista nato a , autore di Morlaiter, che comprende bozzetti e numerosi affreschi nelle ville e modelli in terracotta e terracruda. Il nelle chiese di , Lombardia e fondo, rimasto intatto dopo la morte Piemonte. dello scultore, fu venduto dagli eredi — al patrizio Marcantonio Michiel per 9. Sala del Lazzarini passare poi nella collezione Donà delle Rose, da cui fu acquistato dal comune In questa sala sono presenti tre di Venezia nel 1934. dipinti barocchi dalle dimensioni Biblioteca Nel suo insieme costituisce una imponenti. Antonio Molinari è l’autore, testimonianza unica per comprendere dell’opera raffigurante la Battaglia fra la genesi del processo creativo Centauri e Lapiti; ad Antonio Bellucci di uno scultore del Settecento, spetta l’esecuzione dell’Ercole e ossia il momento in cui l’artista Onfale, mentre a Gregorio Lazzarini modella la creta per dar forma ai è assegnato l’Orfeo dilaniato dalle suoi primi pensieri che saranno poi Baccanti. Si tratta di tre complesse ed trasposti nell’opera finita in marmo. elaborate scene narrative eseguite dai Accanto a questi studi preparatori si maggiori ‘esperti’ dell’arte veneziana conservano dei veri e propri modellini in questo campo, ritenuti già dai estremamente rifiniti, che lo scultore contemporanei i più celebri pittori presentava ai suoi committenti per allora attivi a Venezia. l’approvazione finale del lavoro. Le opere esemplificano quindi al Gli esemplari qui esposti rivelano meglio la pittura veneziana di fine appieno tutta la qualità dell’arte di Seicento e per quanto i nomi dei loro Morlaiter, scultore che più di altri autori siano ormai familiari solo agli tradusse in forma tridimensionale i specialisti, all’epoca essi godevano vibranti effetti luministici della pittura di una fama di livello internazionale. contemporanea, tanto da essere Il committente fu il procuratore Sala del Lazzarini spesso paragonato per la freschezza Vettore Correr che li aveva destinati al esecutiva delle sue opere a Sebastiano cosiddetto ‘Camaron’ la sala maggiore Ricci, celebre pittore di cui peraltro del suo palazzo. Morlaiter fu intimo amico. In questa Nel loro insieme i temi esibiscono selezione è possibile ammirare l’animo dell’uomo sconvolto dalle bozzetti preparatori per opere di passioni e dagli eccessi. destinazione chiesastica, ma anche È possibile che essi fossero un per le statue da giardino, per ritratti e originale, e allo stesso tempo ambiguo, uno splendido modello per un segnale invito alla temperanza per coloro processionale. che si trovavano a banchettare in Non manca uno studio elaborato per quel luogo dove i personaggi della un rilievo d’altare completo, mentre mitologia mostravano il loro lato erano destinati ad essere tradotti meno eroico. Il soffitto si compone di in porcellana i deliziosi puttini in cinque ovali contenuti entro cornici terracruda visibili nella vetrina di dorate che si stagliano contro il fondo destra. Il mascherone raffigurante un azzurro. Anche questa serie di tele uomo barbuto è il modelletto per la non faceva parte dell’arredo originario chiave d’arco visibile nel cortile di di Ca’ Rezzonico, ma fu trasferita nel Ca’ Rezzonico, vicino alla porta Museo nel 1936 da palazzo Nani sul Francesco Maffei, Prometeo con lo d’acqua. Nella sua bottega Morlaiter rio di Cannaregio, assieme a quella specchio e l’aquila conservava anche modelli di altri che attualmente si trova nella sala scultori. È il caso dei quattro busti Brustolon. e della coppia di cherubini, opera di La tipologia decorativa del soffitto con Enrico Merengo di cui Morlaiter fu tele incassate entro esuberanti cornici allievo. A Giusto Le Court, il cosiddetto in legno è tipica del tardo Seicento Bernini adriatico, nonché lo scultore e precedente la grande fioritura che introdusse in laguna le forme del dell’affresco avvenuta nel secolo barocco romano, appartengono invece successivo. due rari modelli (se ne conoscono solo Al centro campeggia l’immagine quattro) raffiguranti una Cerere per di Prometeo, circondata da scene una statua da giardino e un Angelo raffiguranti Dedalo e Icaro, Perseo preparatorio per l’altare della chiesa di e Andromeda, Prometeo liberato

7 da Ercole e Perseo che mostra ad lunghi: l’Udito e Minerva come Divina Atlante la testa di Medusa. I cinque Sapienza. ovali sono opera del pittore vicentino Di diversa mano invece sono i quattro Francesco Maffei e costituiscono un tondi a monocromo collocati sugli ottimo esempio del suo stile estroso angoli del soffitto che raffigurano e anticonvenzionale ben diverso da i Quattro continenti: anch’essi quello più composto e formale delle provengono da un soffitto di palazzo tele poste alle pareti ed eseguite dai Nani ma sono stati eseguiti oltre un suoi più giovani colleghi. secolo dopo da Francesco Polazzo. Al centro della sala è esposto uno Al centro della sala risplende lo splendido scrittoio impiallacciato stupendo lampadario in cristallo a (rivestito) di legni preziosi, con intarsi venti fiamme su due ordini decorato in avorio inciso, opera del celebre con fiori in paste vitree dalle tinte ebanista torinese Pietro Piffetti, vivaci, prodotto verso la metà del firmato e datato 1741 sul retro. Settecento dal celebre vetraio — muranese Giuseppe Briati, certo il più 10. Sala del Brustolon straordinario esempio del genere che ci sia giunto integro. Come si è visto nel salone, la fornitura — d’arredo – ‘fornimento’ in veneziano – 11. Portego scolpita da Andrea Brustolon per conto della famiglia Venier è considerata Nella tradizionale struttura del il massimo capolavoro dell’intaglio palazzo veneziano il portego, o salone veneto del primo Settecento. passante, era l’ambiente più ampio Il pezzo più celebre è certamente la dell’edificio, destinato a svolgere il console porta-vasi che raffigura, nella ruolo di sala di rappresentanza. parte inferiore Ercole vincitore dell’Idra Nel progetto di Longhena poi Sala del Brustolon di Lerna e di Cerbero, raffigurati ai suoi rimaneggiato da Massari questa piedi. destinazione d’uso è ormai svolta dal L’eroe sostiene sulle spalle il piano vero e proprio salone, una tipologia superiore, lavorato come un tronco d’ambiente importata a Venezia d’albero grezzo. Su di esso sono dall’architettura romana. raffigurati tre moretti in ebano Il portego quindi diviene un semplice incatenati che reggono un grande punto di raccordo che mette in vaso; ai lati due vecchi barbuti distesi comunicazione le stanze e le scale che trattengono altri due vasi ciascuno. conducono agli altri piani. L’identico, eccezionale virtuosismo Un tempo decorato da quattro teleri esecutivo appare anche nei moretti di soggetto religioso del pittore Luca porta-vaso e nelle allegorie delle Giordano, poi venduti nel corso Quattro Stagioni e dei Quattro dell’Ottocento, questo spazio presenta Elementi. oggi busti marmorei settecenteschi La straordinaria cura con cui furono entro nicchie oppure posti su mensole. eseguiti tali elementi d’arredo Essi raffigurano ritratti e figure testimonia l’altissima considerazione allegoriche, mentre le pareti sono e soprattutto il valore della serie di ricoperte di marmorino rosa. vasi orientali (cinesi e giapponesi) Divani di raffinato gusto rocaille, che componeva la collezione di Pietro trespoli in noce intagliati e un’elegante Venier, per i quali furono realizzati portantina dorata, completano questi preziosissimi e singolari l’arredo. Fra le sculture ornamentali espositori. La decorazione del soffitto è degno di nota il busto raffigurante è costituita da undici tele di diversa l’Invidia, collocato a destra della forma e misura che originariamente, portantina, opera di Giusto Le Court. Giusto Le Court, L’Invidia assieme alle cinque che ora si trovano L’autore ha visualizzato con crudo nella sala precedente, provengono ed efficace naturalismo l’allegoria da palazzo Nani a Cannaregio e sono descritta da Cesare Ripa nella sua opera dello stesso Francesco Maffei. Iconologia come una “vecchia, brutta, In questo caso la decifrazione dei e pallida, il corpo sia asciutto, con gli soggetti, assai eterogenei, è molto occhi biechi sarà scapigliata, e fra i complessa e non del tutto attendibile. capelli vi saranno mescolate alcuni Al centro è collocato l’ovale con Giove Serpi”. cui fanno corona, a partire dalla Ben diversa è invece la carnale e figura ignuda con un mazzo di fiori languida Lucrezia, eseguita da Filippo (l’odorato), in senso orario: Mercurio, Parodi, scultore genovese attivo anche Apollo, Saturno, il Tatto, Venere, a Venezia, visibile sulla stessa parete in Marte, Diana. Vicino le pareti, sui lati fondo a sinistra.

8 Sulla parete ai lati del portale, I due tavoli, compiuti per il vescovo quasi un arco di trionfo sormontato Francesco Pisani del ramo Moretta, dallo stemma Rezzonico, si presentano una ricca decorazione trovano due sculture di Alessandro di girali floreali e rami intrecciati che Vittoria, in origine due telamoni circondano un medaglione centrale che sorreggevano la cappa di raffigurante in un casoOrfeo e un imponente camino del tardo nell’altro la Fenice. Fra i rami fanno cinquecento. I due grandi tavoli capolino animali e uccelli variopinti, parietali addossati al muro presentano mentre negli angoli si riconoscono invece due sontuosi intarsi in episodi tratti dalle favole di Esopo. pietre dure realizzati da Benedetto Corberelli, membro di una famiglia fiorentina attiva nell’Italia del nord durante il Seicento e il Settecento, Portego al primo piano specializzata nella realizzazione di questo genere di manufatti. 12. Portego dei dipinti Finocchietti, rappresentante del sovrano borbonico, che subito dopo 2. Sono qui riuniti alcuni dei dipinti l’avvenimento giunse a Venezia dove più importanti del museo, che commissionò il dipinto. SECONDO esemplificano al meglio i vari generi Lo stesso personaggio è raffigurato pittorici dell’arte veneziana del due volte nella tela, vestito di rosso. PIANO Settecento: la veduta, il paesaggio, il Non sappiamo tuttavia come l’opera, capriccio, la pittura di figura. evidentemente rimasta in città, La visita avviene in senso orario. sia poi giunta nella collezione di Teodoro Correr. Il dipinto in questione Francesco Guardi assieme alle altre opere di Francesco Il convegno diplomatico conservate a Ca’ Rezzonico quali il Il dipinto presenta un gruppo di Ridotto, il Parlatorio delle Monache, personaggi che discutono e leggono l’Insegna dell’arte dei Coroneri alcuni documenti attorno a un tavolo costituisce il più importante gruppo di dove sono disordinatamente disposti interni realizzato dal pittore. calamai e penne d’oca. Sarebbe difficile interpretare la scena se il nome dei protagonisti di questa riunione non fosse riportato nel primo quadro appeso alla parete della stanza a Secondo Piano destra. Proprio questa circostanza ha

12. Portego dei dipinti permesso di identificare la scena con 13. Giandomenico Tiepolo a Zianigo un fatto storico ben preciso, ossia il 14. Sala del Clavicembalo 15. Sala de Parlatoio trattato commerciale stipulato all’Aja il 16. Sala del Longhi 27 agosto 1753 fra il Regno di Napoli e 17. Sala delle lacche verdi 18. Sala del Guardi l’Olanda. 19. Alcova Il committente è probabilmente da Francesco Guardi, Il convegno diplomatico identificarsi nel conte Giuseppe Paulon

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13 Giardino al piano terra Canal Grande

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9 Canaletto sedimenta uno stupefacente Giambattista Piazzetta spessore di verità ottenuto attraverso La morte di Dario uno straordinario uso della luce. La grande tela con La morte di Dario fu Egli non nasconde i segni eseguita verso il 1746 da Giambattista dell’operazione pittorica ma Piazzetta per palazzo Pisani Moretta a addirittura li esibisce in modo San Polo, dove aveva come pendant un sfacciato: pennellate corpose, Giambattista Piazzetta, La morte di Dario dipinto di Paolo Veronese raffigurante sfrangiate, che offrono allo spettatore Alessandro e la famiglia di Dario, poi un’interpretazione più ‘realistica’, venduto dai proprietari alla National concreta, della città. Al consueto Gallery di Londra. La storia dell’eroe repertorio vedutistico, incentrato macedone ha trovato grande fortuna attorno alla Piazza di San Marco, nell’arte rinascimentale e barocca. Canaletto aggiunge riprese inedite, Le sue gesta, note soprattutto dedicate tanto al Canal Grande quanto attraverso le Vite di Plutarco, erano agli angoli meno noti di Venezia. considerate esempi di virtù da imitare. È il caso del Rio dei Mendicanti dove In questo celebre episodio si raffigura l’artista raffigura una zona popolare, il momento in cui Alessandro, giunto descritta in tutta la sua plebea davanti al corpo ormai senza vita di bellezza. Dario, abbandonato senza decoro né dignità, volge inorridito lo sguardo da Gaspare Diziani un’altra parte e ordina che sia coperto La Sagra di Santa Marta Canaletto, Il Canal Grande da Palazzo con il suo mantello. Il dipinto è una Il grande dipinto illustra la sagra, Balbi a Rialto delle opere più importanti del grande o veglia, di santa Marta, una festa maestro veneziano che esemplifica al popolare che si celebrava la sera meglio tutte le peculiarità del suo stile, precedente la ricorrenza della santa così diverso da quello del coetaneo e davanti alla chiesa a lei intitolata, posta rivale Tiepolo. L’intonazione è cupa e all’estremità occidentale delle Zattere. drammatica, sebbene oggi accentuata Si tratta di un unicum all’interno dalle alterazioni cromatiche dovute alla della produzione di Gaspare Diziani, preparazione a bolo d’Armenia, che nei pittore figurista, autore dell’affresco secoli ha assorbito e cancellato alcune sul soffitto della sala dei pastelli al tinte come i rosa e gli azzurri. primo piano del palazzo. Durante Alla tecnica veloce, virtuosistica di la sua carriera, egli ha collaborato Tiepolo, Piazzetta contrappone una con vedutisti minori come Michele meditata ricerca espressiva dei volti e Marieschi e Antonio Joli, eseguendo dei gesti, cui associa un’impeccabile deliziose macchiette nelle loro Canaletto, Rio dei Mendicanti definizione del nudo anatomico, qui vedute, ma in nessuna altra occasione esemplificata dalla straordinaria ha dipinto in prima persona una immagine del corpo esanime del vera e propria veduta, sebbene sui sovrano persiano. generis. Infatti, pur senza l’impiego della camera ottica e grazie alla sua Antonio Canal esperienza di scenografo, egli realizza detto Canaletto una suggestiva istantanea di vita Il Canal Grande veneziana. L’inquadratura abbraccia da Palazzo Balbi a Rialto a cannocchiale l’ampio specchio della Rio dei Mendicanti laguna, brulicante di imbarcazioni, I due dipinti, capolavori giovanili di delimitato dall’estrema punta Canaletto, sono le uniche vedute del della Giudecca e dalle colline della maestro che si possano ammirare terraferma. Complice l’intonazione Gaspare Diziani, La Sagra di Santa nelle collezioni pubbliche di Venezia. notturna e la gustosa descrizione dei Marta Acquistati dal Comune di Venezia personaggi, appartenenti ai più svariati soltanto nel 1983, in origine facevano ceti sociali, ripresi in un momento di parte di una serie di quattro, proprietà gioia privata, Diziani ci offre una delle dei Principi di Liechtenstein (gli altri testimonianze più convincenti della due sono oggi al museo Thyssen- sua pur prolifica attività facendoci Bornemisza di Madrid). Nel primo rivivere l’atmosfera della Venezia dipinto Canaletto esalta la peculiarità settecentesca. di Venezia intesa come ‘città d’acqua’ — dilatando l’ampiezza del Canal 13. Giandomenico Tiepolo a Zianigo Grande. La luce del sole irrompe da destra illuminando anche il più In queste sale si possono ammirare piccolo elemento della composizione e gli affreschi eseguiti da Giandomenico rendendolo distintamente percepibile. Tiepolo nella villa di famiglia a Zianigo. Giandomenico Tiepolo a Zianigpo Entro la struttura prospettica Strappati nel 1906 per essere venduti

10 all’estero, furono acquistati dalla città modaiolo, proprio delle piccole tele di Venezia e trasferiti nel 1935 a della sua giovinezza. In particolare, Ca’ Rezzonico dove sono stati posti in La passeggiata in villa, assume una piccoli ambienti che ripropongono la comicità involontaria nella ricercata collocazione originaria. Compiuti in un eleganza di indumenti che stridono periodo di tempo assai lungo, fra il 1759 addosso alle membra smagrite dei e il 1797, costituiscono senza dubbio personaggi, che ancora una volta ci uno dei momenti più affascinanti e voltano le spalle, prendendo congedo singolari di tutta la pittura veneziana. da noi. Gli affreschi che decorano la Non si tratta di opere eseguite per uno piccola cappella sono probabilmente specifico mecenate ma per il piacere i primi eseguiti nella villa da dell’artista stesso e dei suoi congiunti Giandomenico. La cappella venne nella dimensione privata della propria infatti dedicata, nel 1758, al beato dimora. Proprio questa circostanza Girolamo Miani fondatore dell’ordine Giandomenico Tiepolo, il Mondo Novo, rende il pittore libero da convenzioni dei somaschi al quale apparteneva il particolare tematiche e figurative e gli consente di fratello minore del pittore: Giuseppe assecondare la propria intima natura Maria. Oltre alla pala d’altare con la che lo porta a descrivere con sarcasmo Madonna col Bambino adorata da il mondo che lo circonda. San Girolamo Miani e da San Giacomo apostolo Giandomenico esegue due La prima opera raffigura una grandi monocromi con la vita del santo. scena della Gerusalemme Liberata Seguendo la sua personale indole di Torquato Tasso: Rinaldo che votata al concreto e all’osservazione abbandona il giardino di Armida, un del vero Giandomenico legge i tempo collocata a piano terreno della due avvenimenti miracolosi come villa di Zianigo. Siamo ancora in una momenti di vita di un collegio, patinati dimensione figurativa strettamente da un velo di malinconico squallore, legata al mondo paterno sia dal punto scene disadorne di vita quotidiana, di vista stilistico che tematico. dove non c’è spazio per i prodigi. Giandomenico Tiepolo, il Mondo Novo La sua vena personale si rivela invece La Stanza dei Pulcinella appare nell’istantanea del Falchetto che come un vero e proprio camerino: piomba sullo stormo di passeri in l’ultima realizzata da Giandomenico fuga, originariamente un soffitto, e forse la più celebre dell’intero ciclo. dove, al posto delle mitologie paterne, Per contrasto, ad uno spettacolo Giandomenico ha raffigurato un tema negato come avviene nel Mondo di limpida e naturale semplicità. Novo qui si rivela all’osservatore Gli affreschi della stanza successiva una moltitudine brulicante di figure, ripropongono temi già svolti in dove il protagonista è Pulcinella, la giovinezza dall’artista nella foresteria maschera della commedia dell’arte, della villa Valmarana a . espressione dell’anima popolare, da Dopo molti anni egli li ripropone in sempre parodia dell’uomo e delle sue forma nuova, monumentale e rivisitati debolezze. Negli ultimi anni della sua con l’occhio di chi è invecchiato vita Giandomenico è letteralmente e osserva i contemporanei con ossessionato da questa figura, che spietata ironia. Il Mondo Novo egli dipinge sulle pareti della sua casa raffigura una folla che si accalca, e in decine di disegni poi raccolti in un richiamata dal ciarlatano attorno album, oggi smembrato e disperso in al casotto della lanterna magica collezioni pubbliche e private. Giandomenico Tiepolo, La Stanza detta, appunto, Mondo Novo per Egli trova in questa maschera dei Pulcinella le immagini di luoghi esotici che l’incarnazione perfetta di quello venivano mostrate al suo interno. spirito sarcastico, cui era da sempre Nell’affresco, Giandomenico opera incline. Negli affreschi di questa un capovolgimento della concezione stanza innumerevoli Pulcinella, classica della rappresentazione: la sbucati improvvisamente dalle scena non si mostra allo spettatore viscere della terra, servendosi di ma paradossalmente si nega al una scala, compiono le stesse azioni suo sguardo. Non stiamo infatti della nobiltà oppure fanno il verso guardando un’immagine determinata, ai protagonisti delle favole e delle ma qualcuno che a sua volta guarda mitologie descritte da Giambattista qualcos’altro. Nelle due scene Tiepolo: si divertono con l’altalena, minori della medesima stanza, il corteggiano le donne nel corso del pittore presenta un altro tema a lui carnevale, si ubriacano, vanno in particolarmente caro, quello della passeggiata. Il futuro immaginato dal passeggiata e della danza, qui però pittore è tragico e comico allo stesso Giandomenico Tiepolo, la Cappella svincolati dal loro contesto galante, tempo, agghiacciante e attuale nel suo 11 pessimismo: al fatuo Mondo Novo egli e Francesco Cozzi ad avviare una contrappone un altro mondo nuovo di nuova fabbrica, mentre a Bassano, zecca, abitato da un popolo irriverente, Gian Battista Antonibon, promuove sboccato, composto di personaggi l’impresa che darà lustro al territorio liberi ed eguali, in ossequio alle parole e che rappresenterà il rivale più d’ordine che provenivano allora dalla agguerrito delle manifatture veneziane. Francia rivoluzionaria. Non irrilevante Intanto nel resto d’Italia il marchese segnalare come la data che indica Carlo Ginori finanzia a Doccia (Firenze) Sala del Clavicembalo il termine degli affreschi sia proprio la propria fabbrica, mentre nel 1743 il 1797, lo stesso anno ‘fatale’ della a Capodimonte (Napoli) Carlo di caduta della Repubblica di Venezia. Borbone insedia la celebre manifattura — che produrrà i primi pezzi di porcellana 14. Sala del Clavicembalo in pasta tenera. Dal punto di vista stilistico gli oggetti in porcellana La sala prende il nome dal registrano meglio di altri i cambiamenti clavicembalo collocato al centro e della moda e del gusto corrente. realizzato con probabilità a Urbino Le decorazioni sono svariatissime. alla metà del Seicento. Lo strumento Dai primi motivi floreali o d’ispirazione è stato successivamente inserito orientale si passa ben presto agli in una cassa esterna realizzata a elementi rocaille, alle scene galanti, alle Venezia verso la metà del Settecento, pastorali, ai paesaggi, all’immancabile Sala del Parlatorio decorata lungo i fianchi con la tecnica araldica e soprattutto alla cineseria, la a “lacca povera”, ossia costituita da vera e propria protagonista delle tavole stampe ritagliate, incollate sul mobile settecentesche. e ricoperte da uno strato di lacca — trasparente protettiva. Con la stessa 15. Sala del parlatorio tecnica è decorato anche il cassettone con ribalta addossato alla parete. Sono qui esposte due tra le più due Nelle tre vetrine è stata collocata celebri tele di Francesco Guardi invece una selezione di porcellane raffiguranti il Parlatorio delle monache che ben esemplifica la produzione di San Zaccaria e il Ridotto di palazzo delle maggiori manifatture del Dandolo a San Moisè. Si tratta di opere Settecento. Gli esempi più significativi compiute nei primi anni di attività appartengono ovviamente alla celebre quando Guardi si ispira alla pittura di manifattura di Meissen e alle botteghe costume di Pietro Longhi. Francesco Guardi, Parlatorio delle veneziane. La porcellana è forse il Sono dipinti da antologia, che ‘fanno monache materiale che meglio di altri incarna letteratura’. Vi ritroviamo tutti gli lo spirito del Rococò. Il suo utilizzo elementi familiari dell’atmosfera del nel corso del Settecento è talmente Settecento veneziano: la maschera, la connaturato a questo stile che si coppia di amanti, la vita spensierata, potrebbe affermare che uno giustifica l’atmosfera mondana e galante che l’altro. Compatta, lucente e leggera, ravviva addirittura la vita del convento. la porcellana si presta naturalmente Il Parlatorio mostra la sala delle visite alla realizzazione di oggetti dalle linee del monastero di San Zaccaria, uno agili, aeree, impossibili da ottenere dei più importanti a Venezia, dove con i materiali fino ad allora noti. venivano monacate le discendenti Rimasta a lungo un segreto delle delle più nobili famiglie veneziane: qui manifatture cinesi fu ricreata in Europa parenti e amici potevano avere colloqui Francesco Guardi, Ridotto di palazzo a partire dal 1710 presso la corte di con le religiose e nell’occasione Dandolo a San Moisè Augusto il Forte, Principe Elettore di di questi incontri venivano anche Sassonia e re di Polonia e da qui si organizzate recite di burattini per diffuse gradualmente in tutta Europa, i piccoli ospiti. Il Ridotto descrive, nonostante i disperati tentativi di invece, la sala grande della casa da nasconderne la formula. gioco di palazzo Dandolo a San Moisè, A Venezia già nel 1720 nasce una gestita direttamente dallo Stato. manifattura in grado di produrre Restava aperto nei mesi oggetti d’alta qualità sia per la dell’interminabile carnevale veneziano, complessità dei modelli e degli che andava dal 26 dicembre al giorno ornati che per le caratteristiche della delle Ceneri. Quanti vi si recavano porcellana. Il suo fondatore, Giovanni erano tenuti a portare la maschera Vezzi, sarà però costretto a chiudere con l’eccezione dei nobili che tenevano per mancanza di finanziamenti i banchi da gioco, scelti tra quelli dopo soli sette anni dall’apertura appartenenti alle famiglie meno della fornace ubicata alla Madonna abbienti, i cosiddetti Barnabotti. dell’Orto. In città saranno Geminiano Frequentato da mezzani, prostitute

12 ed usurai, fu chiuso per ragioni di entrare nella vita quotidiana della ordine pubblico nel 1774. Il dipinto Venezia settecentesca. Il percorso di Francesco è senz’altro la più artistico di Pietro Longhi è lungo suggestiva rappresentazione di questo e complesso e tocca numerosi spazio, tappa obbligata di tutti i generi artistici. A seguito d’una non viaggiatori che soggiornavano in città. brillante carriera di pittore storico si A soffitto, è stato collocato un affresco converte alla pittura di genere, nella strappato da una sala di palazzo quale riprende contadini e pastori in Nani a Cannaregio, raffigurante la atteggiamenti di tenera e festante Concordia coniugale incoronata dalla complicità come nella Polenta oppure Virtù alla presenza della Giustizia, nella Furlana. Dopo queste opere verso della Prudenza, della Temperanza, la metà del secolo volge il suo sguardo della Fama, dell’Abbondanza, opera verso la città, mutando argomento e di Costantino Cedini un tardo allievo stile. Sarà il suo successo. I soggetti Giambattista Tiepolo, Il Trionfo di Zefiro di Giambattista Tiepolo. La cornice diventano i membri del patriziato e Flora, particolare decorativa che circonda la scena veneziano raffigurati, non in aulici centrale è invece precedente di quasi ritratti da parata, ma ripresi nelle loro un secolo ed è opera del quadraturista occupazioni quotidiane: Antonio Felice Ferrari. Di notevole Il parrucchiere, la Cioccolata del qualità sono i mobili in lacca verde- mattino, oppure la Visita di un gialla con decorazioni floreali cavaliere in bauta o la Lettera del provenienti da palazzo Calbo Crotta moro. È la prima volta che la riservata agli Scalzi. Tra di essi si segnalano in aristocrazia veneziana si mostra particolare il grande cassettone di nell’intimità, indaffarata nei propri linea ricurva con ripiano in marmo, passatempi. Nel descrivere questo sormontato dall’imponente e al mondo privato Pietro Longhi si serve contempo snella specchiera con il di una tecnica delicatissima, costruita bellissimo cimiero dorato e i due su teneri impasti di colore, lavorati con comodini gemelli di eguale linea minuti tocchi di pennello che esaltano rocaille, che si ripete anche nelle la resa delle stoffe lavorate. Il pittore eleganti poltrone con braccioli (la segue l’aristocrazia anche fuori dalle Pietro Longhi, Lo studi del pittore foderatura è moderna). Risale allo mura domestiche, dove si reca non stesso periodo anche la cornice premi- per prendere parte alle cerimonie stoffa che contorna la tappezzeria pubbliche ma per godere degli svaghi posta a rivestimento delle pareti. del Carnevale. I punti di stazione sono — i palchi dei ciarlatani o dei venditori 16. Sala Longhi presso i quali l’artista ritrae i nobili veneziani con il volto mascherato, Il dipinto sul soffitto con Zefiro e Flora, come prescritto dalle leggi della proveniente da Palazzo Pesaro, fu Serenissima, così da preservarne eseguito da Giambattista Tiepolo in l’anonimato. I mobili della sala in lacca occasione del matrimonio tra Antonio gialla con decorazioni a fiori e ricci Pesaro e Caterina Sagredo, celebrato rossi costituivano in origine l’arredo di nel 1732. Il soggetto, frequente in un salotto di palazzo Calbo Crotta. età barocca, allude al risveglio della Tra essi, particolarmente curioso il raro natura – personificata da Flora –, con divano a pozzetto. Pietro Longhi, Colloquio tra baute il sopraggiungere della primavera, annunciato da una leggera e calda Il Rinoceronte brezza, Zefiro appunto. Evidentemente Durante il carnevale, che durava ben un auspicio di fecondità per i novelli tre mesi, nei vari ‘casotti’ allestiti sposi. In questa tela è possibile nell’area marciana si susseguivano apprezzare la svolta stilistica operata curiosità e venditori di vario genere: dal pittore attorno al 1730, quando burattinai, maghi, astrologi, ciarlatani; introduce anche nella pittura a olio raffigurati da Pietro Longhi in molti la luminosità dell’affresco. I colori dei quadri qui esposti. Fra le attrazioni infatti sono trasparenti e squillanti; principali c’erano anche animali esotici pezzi virtuosistici di bravura, come come leoni, elefanti e, in questo caso, il il cangiante drappo di Flora o la Rinoceronte. trasparenza cristallina e delle ali di In occasione del carnevale del Zefiro, si alternano a notazioni di 1751 arrivò a Venezia, dopo una carnale sensualità. Contrappunto alla fortunatissima tournée europea, un fantasiosa arte tiepolesca, lungo le rinoceronte indiano femmina chiamato pareti è invece possibile ripercorrere Clara. Il proprietario, Douwe Mout van per intero l’originale produzione di der Meer, un capitano della compagnia Pietro Longhi, Il Rinoceronte Pietro Longhi, che ci consente di delle indie olandesi, l’aveva portata con

13 sé dal Bengala facendone ben presto rivestite però con scene narrative che un’attrazione che fece tappa in tutte propongono motivi esotici: pagode, le principali città europee fino al 1758, ombrelli, salici e ciliegi popolati da anno della morte di Clara. figurine di orientali dipinte in oro, Questo ritratto del Rinoceronte fu fluttuanti sulla campitura della lacca compiuto per Giovanni Grimani come verde e inquadrati all’interno di motivi recita il cartiglio sulla destra del ornamentali rocaille. dipinto che non a caso possedeva Sono effettivamente di provenienza nella sua villa in terraferma una esotica le figure policrome cinesi, in specie di zoo privato con molti animali terracotta dipinta, con teste mobili. esotici. Ma anche Girolamo Mocenigo Sul soffitto si trova il bel Trionfo di commissionò a Longhi un ritratto di Diana di Antonio Guardi, proveniente Clara oggi conservato alla National da Palazzo Barbarigo Dabalà e Gallery di Londra. Si tratta senza databile al sesto decennio del Sala Lacche verdi dubbio di uno dei capolavori di Pietro Settecento. Diana, seduta su una Longhi, che allo spunto curioso di nube e circondata da putti, regge questo insolito arrivo in città coniuga una lancia nella destra, mentre due magicamente l’intimo e il mondano, amorini ai suoi piedi giocano con collocando l’animale nell’affascinante un cane. Contrariamente al fratello atmosfera del carnevale veneziano minore Francesco, Antonio Guardi cui associa un fresco dato di verità non si cimentò mai nel vedutismo, ma storica. Al centro della composizione, per tutta la sua non fortunata carriera non troviamo, infatti, un visitatore fu un prolifico figurista. Nelle opere qualunque ma il committente del più mature, fra le quali si possono nostro dipinto (all’epoca ventitrenne) annoverare gli affreschi esposti in accanto alla sua bellissima e questa sala e nella successiva, egli sfortunata sposa, Caterina Contarini, si rivela come una delle più liriche che sarebbe morta di lì a poco dopo voci del rococò veneziano, capace di aver dato alla luce la loro unica figlia. trasformare le proprie composizioni in — una vibrante trama di pennellate libere 17. Sala Lacche Verdi sfrangiate, che trasformano le figure in silhouette evanescenti dissolte nella Sala del Guardi La sala detta delle lacche verdi luce. è certo tra le più suggestive del — palazzo. Prende il nome dal mobilio 18. Sala Guardi laccato in verde smeraldo con elementi decorativi in pastiglia dorata Commissionati ad Antonio Guardi proveniente dal Palazzo Calbo Crotta da Maria Barbarigo Savorgnan, gli a Cannaregio. Nel corso dei secoli le affreschi di questa stanza, come il fantasiose relazioni dei viaggiatori precedente, furono coperti di intonaco avevano divulgato in Europa una nel corso dell’Ottocento e ritrovati visione decisamente poco veritiera durante un restauro di Palazzo della Cina e più in generale dell’intero Barbarigo Dabalà nel 1936. Oriente, vagheggiato come un paese Strappati dalla loro collocazione immaginario e popolato da abitanti originale furono trasferiti a Ca’ dagli inverosimili costumi. Nelle Rezzonico nello stesso anno. Nella arti figurative l’attenzione per il parete d’ingresso troviamo Venere e meraviglioso Catai, si materializza già Amore raffigurati davanti alla fucina nel Seicento alla corte di Luigi XIV ma di Vulcano, mentre Apollo compare è nel secolo successivo che esplode sulla parete davanti al caminetto: una vera e propria moda che contagia è incoronato di alloro e un putto gli tutti gli aspetti delle arti figurative. porge la faretra. Minerva, nella parete D’altronde molti sono gli elementi successiva, è seduta tra le nubi con Antonio Corradini, dell’arte dell’estremo oriente che l’elmo e la lancia. Allegoria della Purità coincidono con quelli dell’arte rococò: Per quanto in precario stato di l’asimmetria, la leggerezza, l’assenza di conservazione queste opere – le chiaroscuro e di spazialità prospettica. uniche eseguite ad affresco da Antonio Si fondono quindi motivi orientali Guardi oggi note – mostrano ancora ed europei dando luogo a uno stile con tutta evidenza l’estro decorativo autonomo e di gusto prettamente del maestro, reso festoso e leggero occidentale: la cineseria. Motivi dall’uso di colori morbidi, quasi a decorativi desunti da prototipi orientali pastello e dalla caratteristica grafia si applicano a forme e tipologie di pittorica rapida e allusiva. casa nostra come in questi mobili Lo splendido busto in marmo dalle squisite e sinuose forme Luigi XV, raffigurante la dama velata è invece

14 opera dello scultore veneto Antonio il letto, la cui testiera di legno dipinta Corradini e raffigura probabilmente a tempera presenta al centro una l’Allegoria della Purità. Sacra famiglia con Sant’Anna e San Corradini fu uno dei più apprezzati Giovannino. scultori del Settecento che non a Sopra il letto è collocata una Madonna caso, oltre a fornire i progetti per la a pastello di Rosalba Carriera. decorazione dell’ultimo Bucintoro, Fuori dell’alcova l’arredo è costituito lavorò per molte corti europee e da un bureau trumeau in radica di italiane. Finì la sua vita a Napoli noce a intarsi di gusto lombardo e Alcova dove si era recato per decorare da una culla in lacca verde con fiori la celebre Cappella Sansevero su policromi. Le pareti sono rivestite da commissione dell’estroso principe tappezzeria settecentesca composta alchimista Raimondo di Sangro. da carta decorata con piccoli paesaggi Il motivo del volto ricoperto da a stampa ripassati a pennello. un drappo bagnato fu impiegato Sulla destra del letto, entro una vetrina frequentemente da questo scultore, è esposto un servizio da toletta già di noto già presso i contemporanei per il proprietà della famiglia Pisani Moretta. suo straordinario virtuosismo tecnico. Il servizio fu eseguito nel 1752 per La lieve trasparenza del velo invece Cattaruzza Grimani in occasione del che nascondere la figura ne accentua suo matrimonio con Pietro Vettor la sensualità conferendogli una nota di Pisani e gli stemmi delle due famiglie intrigante mistero. compaiono sul coperchio del baule. Le poltrone con braccioli, schienale e Composto di 58 pezzi d’argento gambe ricurve e due piccoli cassettoni dorato e onice verde, è opera di un Alcova da corredo di elegante linea bombata, argentiere di Augsburg. sono in lacca a fondo verde con Tutto il necessaire per la dama è decorazione a fiori policromi e sono contenuto qui: dal grande specchio da databili attorno al 1770. tavolo al lavabo a forma di conchiglia — lavorata a sbalzo, dal portagioie al 19. Alcova soffietto per la cipria, dai candelieri alle boccette per le essenze e i È stata ricostruita in questa stanza profumi, fino agli strumenti per una camera da letto settecentesca scrivere e le posate. con gli spogliatoi, la stanza Dalla porta di sinistra rispetto guardaroba e il boudoir. all’alcova si accede al boudoir L’alcova, databile alla seconda proveniente da palazzo Calbo metà del ‘700, proviene da palazzo Crotta. Le pareti presentano ancora Carminati a San Stae. gli originali stucchi settecenteschi Entro una struttura di legno intagliato, mentre le pitture sono opera di colorato in bianco avorio, è racchiuso Costantino Cedini.

15 20. La Farmacia Ai do San Marchi La farmacia si compone di tre ambienti, tra loro comunicanti. Il primo, 3. Nel terzo piano è esposta la farmacia la bottega vera e propria, è allestito con «ai Do San Marchi», che si trovava in un elegante mobilio in radica di noce TERZO campo San Stin a Venezia all’angolo scura e ha sugli scaffali vasi in maiolica con calle Donà. decorata, destinati a contenere le PIANO Abbiamo notizie della sua esistenza spezie e i materiali necessari alla fin dalla seconda metà del Seicento: confezione dei medicamenti, opera sappiamo infatti che nel 1679 ne era della manifattura veneziana dei Cozzi. proprietario Orazio Moscatello. Verso I due vasi biansati più grandi, collocati la metà del Settecento risulta essere simmetricamente agli angoli della proprietà di Bernardo Saletti al quale parete di fondo, recano l’insegna della si deve il completo rinnovo dell’arredo farmacia: due leoni affrontati che dei locali. reggono il vangelo aperto, simbolo Risalgono infatti a quest’epoca il del protettore di Venezia, l’evangelista mobilio, la maggior parte dei vasi di Marco. maiolica e gli oggetti in finissimo vetro di Murano che ora si trovano a Ca’ Rezzonico. Nel 1908 la vedova dell’ultimo proprietario, Anna Mazzoni Costa, decise di venderne l’arredo, che venne acquistato dall’antiquario parigino Raoul Heilbronneur; il quale, impossibilitato a trasferire in Francia

Terzo piano il complesso, preferì donarlo – su suggerimento dello scultore veneziano 20. La Farmacia Ai do San Marchi Antonio Dal Zotto – ai Musei Civici 21. La galleria Egidio Martini Veneziani. La Farmacia Ai do San Marchi

21 Giardino Giardino al piano terra Canal Grande 20

16 Notevole anche l’elegante scrivania di La Pinacoteca riflette fedelmente il raffinata linea bombata. suo lavoro critico. Importanti aspetti, Il secondo ambiente è occupato episodi e protagonisti della pittura dal laboratorio, con il caminetto e il veneziana ci vengono restituiti fornello, oltre agli alambicchi dalle nella Pinacoteca con una vivezza forme più disparate, in sottilissimo sino ad oggi non riconosciuta nè vetro, usciti dalle fornaci muranesi. documentata in altri musei e gallerie Il terzo ambiente, infine, è quello del pubbliche o private. Scene di genere, retro-farmacia. Qui le pareti sono mitologie, paesaggi a marine, ritratti, La Farmacia Ai do San Marchi completamente ricoperte da una soggetti religiosi, allegorie offrono boiserie in legno d’abete dipinto, una successione ricca, insolita e arricchita di capitelli intagliati ed stimolante, punteggiata di capolavori. elementi decorativi rococò. Posti sugli scaffali vi sono altri vasi di I nomi rappresentano quanto di meglio maiolica bianca decorati a motivi blu – offre la pittura veneziana di alcuni evidentemente parte dell’arredo della secoli d’oro, iniziando prima del Sei e farmacia precedente alle innovazioni Settecento e continuando ben oltre. apportate da Saletti – e ulteriori vasetti in vetro di Murano. Tra essi sono inclusi Interessanti anche i due grandi mortai, Cima da Conegliano, Alvise Vivarini, La Farmacia Ai do San Marchi usati per polverizzare le materie prime. Bonifacio de’ Pitati; Tintoretto, — Schiavone, Bassano, Paolo Fiammingo, 21. La Pinacoteca Egidio Martini Sustris; e Carpioni, Pietro Vecchia e Giovanni Segala, La donazione di Egidio Martini è la più Palma il Giovane, , importante fatta alla città di Venezia Francesco Maffei, Langetti, dagli inizi del Novecento, sia per il ; Balestra, Niccolò Bambini numero delle opere, che per l’alta e fino a Piazzetta, Nicola Grassi, qualità che per l’importanza filologico i Tiepolo, Longhi, Rosalba, – storica. È una collezione di dipinti, Sebastiano e Marco Ricci, quasi tutti di scuola veneziana, che Pellegrini, Amigoni, Diziani, vanno dal ‘400 agli inizi del ‘900 e Antonio Marini, Zuccarelli e Zais. che comprende opere di maestri importanti ma anche di artisti che Superato il Settecento si approda a proprio grazie agli studi di Martini Giuseppe Bernardino Bison, La Pinacoteca Egidio Martini hanno trovato una giusta collocazione Natale Schiavoni, Ippolito Caffi, nel contesto dell’arte veneta. Mancini, Emma Ciardi. Egidio Martini, eclettico studioso, si dedica al restauro di dipinti antichi Ma quest’elenco allinea solo una scelta fin dagli anni quaranta: scopre opere degli artisti presenti nella Pinacoteca. di autori allora non riconosciuti La raccolta diviene un punto di appieno dalla critica e dal mercato, riferimento importante per gli studiosi, individuandone e valorizzandone mentre si fa strada in Martini l’idea di il ruolo. Nel contempo, colleziona donarla alla città. La pinacoteca, grazie lentamente, con acume e notevoli a questo gesto illuminato e generoso, La Pinacoteca Egidio Martini sacrifici, numerose opere fino a è ora aperta al pubblico e propone mettere assieme un nucleo che si un affascinante percorso che integra rivela un fondamentale contributo e completa il panorama sulla pittura alla comprensione dello sviluppo della veneta offerto dai musei della città. pittura del Seicento e Settecento veneto.

17 Info Ca’ Rezzonico ORARIO 2 novembre - 31 marzo 3136, 10 - 17 (biglietteria 10 - 16) 30123 Venezia ______1 aprile - 1 novembre 10 - 18 (biglietteria 10 - 17) ______

Chiuso martedì e nei giorni 1 maggio, 25 dicembre e 1 gennaio _

www.carezzonico.visitmuve.it BIGLIETTI Intero € 10,00 [email protected] @ Ridotto € 7,50 Facebook.com/CaRezzonico ragazzi da 6 a 14 anni; studenti* da 15 a 25 anni; accompagnatori (max. 2) di gruppi di ragazzi o studenti; cittadini over 65 anni; personale* del Twitter.com/CaRezzonico Ministero per i Beni e le Attività Culturali; titolari di Carta Rolling ; Soci F.A.I. Instagram.com/visitmuve Gratuito: residenti e nati nel Comune di Venezia; bambini da 0 a 5 anni; portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate; interpreti turistici* che accompagnino gruppi; 1 gratuità ogni 15 biglietti previa prenotazione; membri I.C.O.M. *è richiesto un documento _

COME ARRIVARE

Vaporetti

Da Piazzale Roma, da Stazione Venezia Santa Lucia e da Lido di Venezia Linea 1 fermata Ca’ Rezzonico _

SERVIZI IN MUSEO Desk Info Biglietteria Guardaroba Toilette Bookshop Museum Cafè, Audioguide Ascensore Baby Pit-stop (Zona allattamento, cambio e relax) Wi Fi free zone

Museo completamente accessibile a disabili.

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