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STEVE JOBS U.S.A./G.B. 2015

Regia: Sceneggiatura: Aaron Sorkin dalla biografia autorizzata di Walter Isaacson Fotografia: Alwin H. Küchler Montaggio: Elliot Graham Costumi: Suttirat Anne Larlarb Musica: Daniel Pemberton Scenografia: Guy Hendrix Dyas Durata: 122'

INTERPRETI: Michael Fassbender (Steve Jobs) Kate Winslet (Joanna Hoffman) Seth Rogen (Steve Wozniak) Jeff Daniels (John Sculley) Katherine Waterston (Chrisann Brennan) Michael Stuhlbarg (Andy Hertzfeld) John Ortiz (Joel Pforzheimer) Sarah Snook (Andrea "Andy" Cunningham) Perla Haney-Jardine (Lisa Jobs 19enne)

IL REGISTA Daniel Danny Boyle (Manchester - 20/10/1956), è regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Origini irlandesi, prime esperienze nel teatro e nella regia televisiva (Scout, The Hen House e miniserie Mr. Wroe's Virgins). Nel 1994 debutta sul grande schermo con Piccoli omicidi tra amici. Seguono Trainspotting ('96), Una vita esagerata ('97), The Beach (2000), 28 gioni dopo (2002), Millions (2005), Sunshine (2007), The Millionaire (2008), 127 ore (2010), In trance, (2013), Steve Jobs (2015), Trainspotting 2 (2017).

IL FILM Biopic in tre atti basato sulla biografia autorizzata di Walter Isaacson, pubblicata nel 2011. Si tratta del secondo film biografico su Steve Jobs dopo Jobs di Joshua Michael Stern del 2013.

LA CRITICA “Stay hungry, stay foolish. Suona banale ma il sottotitolo del film Steve Jobs a firma Danny Boyle sembra proprio questo. Sottilmente, il regista inglese e soprattutto il grande sceneggiatore all'origine dell'opera, Aaron Sorkin, decidono di tenere lo spettatore affamato fino alla follia attraverso la visione del loro film sul padre della Apple, che tutto può definirsi tranne che un biopic. Come ci arrivano? La strategia è squisitamente spietata laddove scelgono di non mostrare mai i fatti/eventi ma solo la loro preparazione, il loro backstage.” (Anna Maria Pasetti – Il Fatto Quotidiano)

“...Un dispotico, isterizzato Jobs tira fuori il peggio di sé maltrattando chiunque gli capiti a tiro, nonostante la presenza mediatrice del direttore marketing Joanne Hoffman, amica fidata e l’unica in grado di farsi (talvolta) ascoltare. E Sorkin utilizza questi frammenti di vita sotto pressione per far emergere del personaggio le tante sfaccettature, l’ambizione sconfinata e la natura assertiva, la mancanza di pietà e la motivazione profonda, la paranoica diffidenza e l’amore per la bellezza; mentre il regista Danny Boyle si incarica di imprimere immediatezza drammatica al racconto con un ben controllato stile di cinema-verità.” (A. Levantesi Kezich – La Stampa)

Una più ampia panoramica della critica e della rassegna stampa si trova sul nostro sito nell'articolo "Cine 4 - STEVE JOBS".

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