DATI TERRITORIO E POPOLAZIONE

ALTITUDINE: 760 m. s.l.m. ABITANTI: 480 (ISTAT 2013) SUPERFICIE COMUNALE: 30,47 Kmq. FRAZIONI: Givigliana, Vuezzis, Gracco, Ludaria, Magnanins, Valpicetto

Il Comune di Rigolato è situato in , provincia di , nell'alta Valle che prende il nome dal torrente Degano. Il nome del Comune ha origini di difficile individuazione; come scrive Guido Candido di Nàrt nel suo libro "Toponomastico e Onomastico Riguladoto (antîgo melodîo di nons)", la spiegazione più plausibile è che Rigolato si pronunciasse sul principio "Riulàt". Tale termine, nel dialetto locale, farebbe riferimento al ruscello Gramulins che Rigolato e Ludaria – Vista da Givigliana attraversa il paese e, prima di immettersi nel Degano, ha un percorso particolarmente ripido e tortuoso. A circa 760 metri s.l.m. Rigolato è circondato da alcuni gruppi montuosi fra i più imponenti e suggestivi delle Alpi Carniche: il suo territorio si estende sui due versanti di quel tronco del torrente Degano che sta tra il Rio Cretarossa e il ponte di Lapolét, si spinge ad est fino alla cima del monte Crostis e ad ovest fino al monte Pleros.

Il Comune è composto dal Capoluogo e da sei Frazioni, suddivise per la loro posizione rispetto al torrente Degano. Tre di queste si trovano sulla destra orografica del torrente e, muovendo da nord a sud, sono Ludaria, Magnanins e Valpicetto; le altre si trovano sul versante opposto, in posizione particolarmente soleggiata: Givigliana, Vuezzis e Gracco. Oltre al Capoluogo ed alle frazioni già citate, ci sono tre caratteristiche borgate: Stalis, Soclap e Tors.

GEMELLAGGIO RIGOLATO –

Il gemellaggio tra la cittadina di Bethoncourt (Franche-Comté, Doubs, France) ed il comune di Rigolato è stata ufficializzato il 29 giugno 2013 presso la sala Lucie Aubrac di Bethoncourt dagli allora sindaci Fabio D'Andrea e Thierry Bodin. Si tratta del primo, e sino ad ora unico, gemellaggio che il comune ha formalizzato. La città di Bethoncourt conta circa settemila abitanti ed è stata per molti anni la meta di numerosi emigranti di Rigolato che dal dopoguerra in poi hanno lavorato alla costruzione vera e propria di questa cittadina; cittadina che al suo interno ospita la grande fabbrica automobilistica della Peugeot. Numerosi rigolatesi, nel corso degli anni, si sono stabiliti definitivamente in questa città, come pure in tutto il mandamento della provincia di Montbéliart, nella cosiddetta Franca Contea, non molto lontana dal confine con la Svizzera. Si è giunti al gemellaggio con Bethoncourt dopo circa due anni di intensi contatti, reciproche visite, scambi culturali e approfondimenti di ogni genere. Ad esempio, la città di Bethoncourt ha ospitato una mostra di fotografie e di pittura coordinata dall’amministrazione comunale di Rigolato; è stato pure stampato un libro che racconta la storia di tanti emigranti che hanno più volte raggiunto la località francese.

CENNI STORICI

La valle del Degano, così come gran parte della Carnia, fu abitata a lungo dai Carni, un popolo di stirpe celtica. C'è chi ha sostenuto (Antonino di Prampero) che la località di Graciolaco[1], citata nella donazione sestense del 778, corrisponda a Gracco; ma si tratta di un'opinione priva di riscontri e argomentazioni. Le prime notizie documentate dell'esistenza di Rigolato risalgono al XIII secolo[2]. Qualcuno, forse riprendendo quanto solo ipotizzato da Giovanni Marinelli[3], ritiene che uno sviluppo importante del paese sia intervenuto tra il 1400 ed il 1500, quando iniziò lo sfruttamento delle miniere di argento e rame sul monte Avanza nel vicino comune di . Come il resto della Carnia, Rigolato fece parte del Patriarcato di (1077-1420) e, in seguito, dal 1420 al 1797, della Repubblica di Venezia (Provincia della Carnia, quartiere di Gorto). Dopo la caduta della Serenissima, con la proclamazione del Regno d'Italia napoleonico (1805-1814), diviene capoluogo del Cantone di Rigolato, nel Distretto di , Dipartimento di Passariano. Sotto il Regno Lombardo- divenne comune di terza classe con Consiglio comunale senza ufficio proprio, contando più di 300 estimati, e capoluogo del Distretto di Rigolato (aggregato nel 1863 a quello di Tolmezzo), appartenente alla Provincia del . Nel 1866 viene annesso al Regno d'Italia. Lo spopolamento del paese, già percepibile nel primo dopoguerra, è proseguito ininterrotto dagli anni cinquanta del Novecento fino ai giorni nostri, tanto da diminuire la popolazione al di sotto dei cinquecento abitanti.

Note:

1. Di Prampero A., Saggio di un glossario geografico friulano dal VI al XIII secolo, Antonelli, Venezia, 1882, p. 71. 2. "Un documento del 5 giugno 1257 ci mostra Federico, figlio di Ermanno di Pinzano, dare a Federico, gastaldo di Udine, i suoi possessi di Clavais nel Canale di Gorto tenuti da un Voldorico, la villa di Avausa coi suoi diritti, il reddito di una marca che percepiva a Ludaria e quanto aveva a Fusea", Paschini P., Notizie storiche della Carnia da a Monte Croce e Camporosso, Li. Ed. "Aquileia", Udine- Tolmezzo, 1960 (II ed.), pp. 33-34. 3. "Rigolato cominciò probabilmente ad avere importanza quando nei secoli XV e XVI s'intrapresero dei lavori abbastanza regolari di escavazione dei minerali d'argento e di rame in Avanza e poi dopo aperta la strada di Sappada nel 1762", Marinelli G., Guida della Carnia, G.B. Ciani, Tolmezzo, 1906, p. 303. LINGUE E DIALETTI La parlata locale dell'area di Rigolato, ma anche di Forni Avoltri, è una variante del friulano chiamata Riguladòt, caratterizzata dall'antica terminazione vocalica del friulano, per cui la vocale terminale delle parole declinate al femminile (esclusi in parte gli articoli) diviene la “o” anziché la “e” dell'attuale friulano standard e la “a” del friulano occidentale e friulano goriziano. Alcuni esempi:

ITALIANO FRIULANO RIGULADÒT Acqua Aghe Âgo La chiesa La glesie La Glîsio La casa La čhase La cjàso La malta (edilizia) La malte La mâlto La vigilia La vilie La vêo

LE FRAZIONI

LUDARIA Ludaria è la frazione più popolosa del Comune; vi si trovano la settecentesca Chiesa parrocchiale dedicata ai SS. Filippo e Giacomo, collocata in posizione elevata rispetto al capoluogo e con caratteristico campanile a cipolla, e la chiesetta sussidiaria di S. Anna. La frazione è sovrastata dal monte Talm e dalle propaggini meridionali del monte Pleros, che chiude a sud-est la catena montuosa delle Dolomiti Pesarine.

Ludaria è stata recentemente oggetto di Chiesa parrocchiale – SS. Filippo e Giacomo recupero edilizio e paesaggistico attraverso il restauro dell’antica pavimentazione lapidea dei principali percorsi pedonali, il restauro conservativo di una fontana e la riqualificazione di muri di sostegno e parapetti stradali.

Scorcio di Ludaria – nuova pavimentazione

VUEZZIS Al pari di Givigliana, Vuezzis è situato in una posizione dominante la vallata, generalmente esposta al sole e immersa tra fitte abetaie. Vuezzis, ospita una chiesetta di San Nicolò del XIV secolo che contiene un importante ciclo di affreschi aventi per tema la vita e le opere di San Nicolò (Il bambino nell'acqua bollente, Le tre figlie, L'icona [o il ladro], Il bastone rotto [Il miracolo dell'ebreo, L'uccisione del cristiano], L'abbattimento degli idoli) riconducibili a frescanti formati in «ambito vitalesco, o, comunque in una bottega operante in Friuli appena dopo la partenza da Udine del maestro bolognese. Non si possono non notare [...] alcuni accenti naturalistici riferiti alla vita di ogni giorno, caratteristici nella pittura dei Tomaso da Modena, attivo a Treviso a partire dal 1348. Per tali motivi si può ritenere che gli affreschi presenti sulle pareti di san Nicolò siano stati eseguiti, se non a ridosso delle opere dei sopracitati maestri, in un arco di tempo che va dal sesto al settimo decennio del Trecento»[1]. La monofora campanaria, sormontata da una piccola cuspide piramidale, ospita un'antica campana, scampata alle depredazioni della prima guerra mondiale, uscita dalla fabbrica del veneziano Marco di Vendramo, come testimoniato dall'iscrizione in Chiesa di S. Nicolò - Vuezzis caratteri gotici «Vivenaius me fecit» e dalla marca del fonditore che rimanda a Marco, figlio di Vendramo, veneziano, il cui nome compare in un testamento del 1397[2]. All'interno è visibile una statuetta lignea raffigurante la Madonna in trono con Bambino (si tratta di una copia eseguita dallo scultore Gehard Demetz; l'originale è depositato nel Museo diocesano di Udine), probabilmente proveniente da un'ancona perduta e «inserita, con tutta probabilità, al centro di una pala collocata sopra l'altare maggiore della primitiva chiesa trecentesca di San Nicolò di Uecis», il cui soggetto iconografico «appartiene al tipo molto diffuso in tutta l'Europa romanica e derivato dagli apocrifi bizantini della Hodegetria», sul quale «agiscono già forse inconsapevolmente le idealità gotiche». Per questo la sua datazione ai Chiesa di S. Nicolò – interno primi decenni del XIV secolo «sembra la più rispondente alla sostanza estetica e culturale della Madonna di Uècis»[3].

Note:

1. Venier G., Gli affreschi di San Nicolò di Vuezzis, in «Quaderni dell'Associazione della Carnia Amici dei Musei e dell'Arte», 9 (2004), p. 35. 2. Casa dell'Immacolata (a cura di), La campana della chiesa di San Nicolò in Vuezzis. Rigolato (Carnia). Ricerca storica, Casa dell'Immacolata, Udine, 1982. Un importante riscontro: «1396. 1.° La più antica campana è la piccola della chiesa parrocchiale di S. Gerolamo di Monticchio, chiesa che reca tracce evidenti medioevali, fra le quali l'iscrizione gotica sulla custodia del S. S. «hic est, corpus, X». La campana ha una forma oblunga, che ricorda quella a forma di zucche lunghe e sottili, menzionate dal Berlinguccio. Reca l'iscrizione in eleganti caratteri semigotici sull'orlo: @ 1396. M. Vendramus q.m Marcus fìlius me fecit. È quindi un Vendramo, che fuse la campana, di certo un Veneto», B. Schiavuzzi, Leggende e sigle sopra vecchie campane, in «Pagine Istriane», V (1907), pp. 2-9. 3. Menis G. C., La Madonna di Uecis: una nuova testimonianza gotica nella scultura lignea friulana, in Id. (a cura di), Cultura in Friuli, SFF, Udine, 1988, pp. 417-426.

GIVIGLIANA E' la Frazione di Rigolato situata alla maggiore altezza sul livello del mare (1124 m), a mezzacosta del monte Crostis (2.251 m) e l'abitato è caratterizzato da una posizione in forte pendenza. Famosa per il suo coro, la torre campanaria restaurata di recente, e lo spettacolare panorama che si può godere su tutta la val Degano.

Monte Talm Monte Pleros Sella di Talm Monte Tuglia

Ludaria

Veduta da Givigliana (verso ovest) – Monte Talm, Pleros, Tuglia

Nel corso del secolo scorso gli abitanti sono quasi tutti emigrati in pianura o all'estero a cercare lavoro, dai 400 abitanti circa degli anni cinquanta e sessanta, si è arrivati alla situazione attuale: tuttavia nel periodo estivo e per le feste gli emigranti tornano nelle case di origine. Caratteristico di Givigliana è il campanile costruito nel 1951, che nel 2002 si è deciso di valorizzare facendone dipingere le quattro pareti (che erano semplicemente intonacate): tre facciate figurative ed una astratta. Risultato: semplicemente splendido. Unico campanile in Europa totalmente affrescato! Sulle alte pareti del campanile sono stati raffigurati i suoi abitanti di allora, uomini e donne: falegnami, contadini, boscaioli, cramârs con la crame sulla schiena, carica di stoffe o spezie da vendere nelle Austrie e le donne, tutte con la gerla, inseparabile contenitore di lavoro, fatiche e gioia. E vi è pure la Portatrice Carnica, in cima al campanile. Il campanile è visibile in alto a destra percorrendo la strada statale che da Rigolato porta a Forni Avoltri. La chiesa dei SS. Vito e Pietro a Givigliana fu edificata, secondo la tradizione, con il denaro lasciato in testamento da un certo Thieut Vito, morto in Germania prima del 1637. La chiesa, edificata e benedetta il 24 Campanile affrescato - Givigliana agosto 1638, fu in seguito rimaneggiata fina ad assumere l'aspetto attuale in stile settecentesco. Nel corso dei lavori apportati all'edificio attorno agli anni 1917-18 furono eseguiti anche gli affreschi del soffitto dal pittore del luogo Dati Giacomo (1853-1943).

Nonostante l’esigua popolazione tuttora Givigliana esprime una Amministrazione separata dei beni di uso civico che gestisce i boschi frazionali.

VALPICETTO E’ la prima frazione del Comune di Rigolato che si incontra salendo da ed è dislocata sulla destra orografica del torrente Degano. Ospita la chiesa di Santa Barbara (protettrice della Marina Militare Italiana, dei Vigili del fuoco, delle armi di Artiglieria e Genio) edificata nel XVI secolo, in posizione prevalente, vi si trovano all'interno alcuni affreschi. Sulla destra, circa a metà della Valpicetto – Chiesa di S. Barbara ripida salita con fondo in porfido che si percorre entrando in Valpicetto, salendo da Comeglians, si trova l’originale “casa dell’emigrante” (anno 1906), opera Valpicetto – casa dell’emigrante (Anno 1906) emblematica di architettura popolare; pegno d’amore di un emigrante alla sua amata, ed a suo figlio.

MAGNANINS Piccola frazione sulla destra orografica del torrente Degano, caratteristica per una fontana in piazza ed una casa con orologio e campana al culmine del tetto che durante il giorno scandisce, con i suoi rintocchi, il trascorrere delle ore.

ORIGINE E STORIA DELL’OROLOGIO Il prof. Giacomo Pochero, nato a Rigolato nel 1848 (morto poi a Pinerolo nel 1940) circa intorno all’anno 1932 ordinò che a sue spese si installasse nella sua casa natale di Magnanins, in memoria di suo padre Antonio Pochero, Magnanins - fontana un orologio a pendolo con quadrante di circa 1 mt di diametro, con numeri romani e con una campana da esso Magnanins – orologio con azionata che scandisse le ore ad uso della popolazione. la campana Giacomo Pochero fu giovane di eccelse qualità, intelligenza e volontà, emigrò giovanissimo in Piemonte, a Pinerolo provincia di Torino, intraprese gli studi classici facendo di tutti i lavori per mantenersi fino ad ottenere la laurea e ad esercitare l’insegnamento. Proseguì nella carriera fina a raggiungere i vertici della professione, fu ispettore scolastico del Regno d’Italia. Detto orologio consta di un meccanismo a pendolo funzionante a pesi con carica ad argano (manovella). La carica era settimanale. Il peso del meccanismo dell’orologio era di circa 40 kg mentre il peso per la suoneria era di 150 kg. Occorrevano per la carica 32 giri di manovella per l’orologio e 64 giri per la suoneria. L’inaugurazione si celebrò nel 1935 con grande festa in paese. Colui che per primo si incaricò di caricare e curare l’orologio fu il Sig. POCHERO DANIELE, nipote del Professore. Allora aveva un’avviata officina meccanica, una delle prime in Carnia. Successivamente l’orologio fu caricato da DURIGON LUIGI fabbro di Rigolato (1920-1981) poi da DURIGON TITO suo fratello. Attualmente l'orologio non funziona per mezzo del meccanismo originale perché usurato in alcune sue parti ma grazie a un meccanismo della Solari procurato e montato da Aurelio e Mirco Durigon. Oggi è Mirco che si occupa di manutentarlo gratuitamente.

GRACCO Frazione famosa per le case dipinte con colori sgargianti, e per il maestoso bosco di faggi che la sovrasta, noto come bosco Bandito. Il nome di questo bosco risale al periodo in cui la Carnia era sotto il dominio della Serenissima. Venezia infatti aveva bisogno di parecchio legname per costruire le navi della sua flotta e pertanto era proibito alla popolazione carnica l'approvvigionamento di legname in numerose foreste (opportunamente contrassegnate) che presero appunto il nome di bosco bandito. Nella frazione di Gracco da segnalare la chiesa di S. Maria, con portale in tufo su cui è posta la data 1638. L'interno conserva un altare (1688) realizzato da Gracco - Chiesa di S. Maria Gianpietro e Giovanni Pittoni, che contiene una pala Gracco – bosco Bandito coeva d'ambito friulano. Interessanti sono pure tre sculture lignee raffiguranti la Madonna col Bambino e le SS. Caterina e Agnese, menzionate dal Visitatore nella visita pastorale del 1633 come appartenenti alla pala del vecchio altare definito di "piccola qualità".