La «serva fuggitiva» nel «regno dell’infinito»: i connotati romantici della musica Marco Materassi ANNO IV - 2019 261 la «serva fuggitiva» nel «regno dell’infinito»: i connotati romantici della musica Marco Materassi (Conservatorio di musica E. F. Dall’Abaco - Verona)
[email protected] Riassunto: Nel sistema delle belle arti elaborato dai philosophes francesi e fondato sul principio della imitation la musica viene accolta purché sottomessa alla parola, che le for- nisce il necessario supporto semantico, senza il quale essa «senza scopo e senza oggetto, non parla né allo spirito, né all’anima» (D’Alembert). Il dibattito si estende in area ingle- se e soprattutto tedesca e dopo il 1760, in un quadro generale in trasformazione sul pia- no del pensiero come della pratica musicale, le posizioni iniziali mutano in un sempre più diffuso riconoscimento alla musica di una propria autonomia linguistica. Maturano in Germania allo scadere del secolo le condizioni della svolta che cambia radicalmente la prospettiva estetica sulla musica. Da «serva fuggitiva» ribelle al dominio della parola, come l’aveva definita Metastasio nel 1765, essa diviene «la più romantica di tutte le arti» (Hoffmann) e si prepara a ricevere dal 1830 i contributi della prima vera generazione di compositori romantici. Abstract: In the beaux-arts system elaborated by the French philosophes, based on the principle of imitation, music is accepted only when it is subordinated to the supremacy of the word, which provides all the necessary semantic support, without which, «with no purpose and object, it speaks neither to the spirit, nor to the soul» (D’Alembert). The de- bate extends to the English and especially to the German-speaking area and after 1760, within a general context of ceaseless evolution in thinking as well as in the musical prac- tice, the initial positions change in an increasing recognition to music of its own linguis- tic autonomy.