Sulle Orme Di Darwin in Italia Presso San Rocco Bernezzo (CN) Esposizione Di Fossili Di Attilio Dalmasso Copyright Dario Olivero 2018 Sulle Orme Di Darwin in Italia

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Sulle Orme Di Darwin in Italia Presso San Rocco Bernezzo (CN) Esposizione Di Fossili Di Attilio Dalmasso Copyright Dario Olivero 2018 Sulle Orme Di Darwin in Italia Darwin Day 2018 sulle orme di Darwin in Italia Presso San Rocco Bernezzo (CN) Esposizione di Fossili di Attilio Dalmasso Copyright Dario Olivero 2018 sulle orme di Darwin in Italia MANOSCRITTI FANTASTICI E DOVE TROVARLI… Nel periodo pre-internet si comunica a distanza tramite lettere, giornali, libri, telegrafo… tutto viene fissato su carta! (almeno fino al telefono) Questo permette di recuperare non solo le comunicazioni ufficiali, ma anche quelle private e personali, ricostruendo così non solo la storia delle idee, ma anche quella delle persone stesse che le elaborarono. Lettera di Giovanni Canestrini a Darwin sul rapporto maschi – femmine nel baco da seta Lettera di Giovanni Canestrini a Darwin sul rapporto maschi – femmine nel baco da seta Segno autografo di Darwin che annota un passo importante da approfondire Canestrini è il primo traduttore in Italia de “L’origine delle specie” Altro esempio: la carta stampata permette di tastare il polso anche ai fruitori delle opere. In questo caso si tratta della biografia di Darwin scritta da Lessona (1883) Nel contesto storico le note manoscritte, sia dell’autore che dei lettori, sono a volte più importanti, per la copia stampata (che diviene unica) del testo stesso – che peraltro è già molto conosciuto e reperibile anche online! Il sito dell’Università di Cambridge mette a disposizione le lettere di Darwin, scritte e ricevute, spesso in originale L’American Museum Of Natural History, con il Darwin Manuscript Project, presenta anche i disegni, i taccuini, e altri manoscritti. PRIMI INDIZI DI EVOLUZIONISMO IN ITALIA Jean Baptiste Pierre Antoine de Monet de Lamarck (1744-1829) Nel 1788 ottenne il posto di Botanico del Gabinetto di Storia Naturale di Parigi e dal 1794 divenne docente di Zoologia degli Invertebrati al Museo di Storia Naturale di Parigi: non la cattedra di botanica, per l’avversione degli altri insegnanti. Mangia da solo, viene evitato dai colleghi. Nel 1809 pubblicò la Filosofia zoologica, in cui parla di una teoria sull'evoluzione in forma coerente e sistematica. Per Lamark l'evoluzione è il risultato di una reazione e di un adattamento degli individui all'ambiente e si trasmettono i caratteri acquisiti. L'opera viene contrastata aspramente dal naturalista Georges Cuvier, sostenitore del fissismo delle specie viventi. Tra il 1815 e il 1822 uscì, in sette volumi, la sua monumentale Storia naturale degli animali senza vertebre, che rimase per diversi decenni un'opera fondamentale per lo studio degli invertebrati. Franco Andrea Bonelli Cuneo, 10 nov. 1784 – Torino, 18 nov. 1830 12° figlio, viene chiamato Franco perché “affranca” il padre dal pagamento delle tasse primi studi presso il Collegio dei Padri Somaschi di Fossano. Agli inizi dell’800 la famiglia si trasferisce a Torino. Si dedica al disegno tecnico, meccanica, architettura, ma non si iscrive all'Università. Incontra medico naturalista Giambattista Rubinetti, che lo avvia alle scienze naturali Franco Andrea Bonelli Cuneo, 10 nov. 1784 – Torino, 18 nov. 1830 Di lui si racconta che seguì una farfalla, vista a Torino, per prenderla dopo un lungo inseguimento a piedi a Pinerolo! Nel 1808 e 1809 pubblica i primi lavori di entomologia: Specimen faunae subalpinae (Saggio sulla fauna subalpina), sui coleotteri del Piemonte e una classificazione dei Carabidi. Nel 1810 Cuvier viene a Torino come ispettore dell’Università per conto del governo napoleonico. Conosce Bonelli e gli suggerisce di recarsi a Parigi per completare la sua preparazione. Franco Andrea Bonelli Cuneo, 10 nov. 1784 – Torino, 18 nov. 1830 1810: Bonelli va a Parigi. A piedi! Paris. le 21 9bre 1810 rue des Fossés - Saint Jacques n° 7 à Paris Carissima maman, Venerdì passato (14) arrivai nel Gran Pariggi, ed impiegai nel far tutto il viaggio a piedi 10 giorni e mezzo, facendo per lo più da 9 a 11 leghe per giorno qualche volta sino a 13. Ebbi così il piacere di vedere e nello stesso tempo raccogliere qualche cosa in tutte le provincie dove passai, risparmiai pure qualche luigi che mi avrebbe costato la diligenza, ma se ho fatto economia per strada, qui non posso più farla, i luigi fondono qui come il ghiaccio vicino al fuoco, non si può far altrimenti. Un piccolo appartamentino di una camera ed un gabinetto ammobiliati, in un luogo molto commodo per me ma lungi dal centro, mi costa […] franchi al mese. Dalla finestra del gabinetto ho la vista del Panthéon français, di una piazza, di 5 giardini e […], e della scuola di legale. Lettera di Bonelli da Parigi, 21 nov. 1811, conservata a Cuneo ho già ivi fatto conoscenza con tutti quelli che vi sono impiegati i quali mi offersero nel tempo stesso tutte le facilità per andarvi studiare. Monsieur Cuvier soprattutto mi fece moltissime accoglienze mi invitò come segretario, ad assistere ad unʼadunanza del Istituto, e […] quasi sicura la Catedra. (Deve essere arrivata al Rettore, a Torino già da qualche tempo una lettera concernente la mia nominazione, se non ne ha ancora sentito parlare, la prego di non dire niente ad alcuno su questo proposito); mangio al trattore ove le vivande poco prezzo sono al prezzo di Torino, ma il vino vi è del doppio più caro. Alla collazione bevo della birra che trovo assai buona, e che non vale che 5 soldi la bottiglia. Franco Andrea Bonelli Paris. le 21 9bre 1810 rue des Fossés - Saint Jacques n° 7 à Paris Mio caro Cecchino, approfitto di questa stessa occasione per dirti qualcosa di Parigi: due giorni dopo il mio arrivo ho iniziato a uscire per visitare il Museo e gli amici. La vista del Museo e del Serraglio, che il Signor Cuvier mi ha mostrato a grandi linee e che visiterò più a fondo con calma, mi ha offerto uno spettacolo, per vedere il quale farei certo 300 leghe, se non lʼavessi ancora visto Bonelli accenna al […] fatto di conoscere le teorie di Lamarck Ho fatto oggi una visita al Signor Lamarck che, avendomi trovato prima ancora di sostenitore di alcune delle sue idee, mi ha preso in amicizia, mi averlo conosciuto a ha informato su molte cose e mi ha accordato grandi facilitazioni Parigi. per studiare gli animali invertebrati, poiché questa parte del Museo è sotto la sua direzione. Questa mattina ho passato alcune ore a casa del Signor Lamarck, che ho trovato molto affabile e generoso. Franco Andrea Bonelli Dal 1811 rientra a Torino per iniziare le lezioni all'Università. inizia ad occuparsi del Museo di Zoologia ed a frequentare le riunioni dell'Accademia delle Scienze. Nei suoi corsi universitari espone agli studenti le proprie idee evoluzioniste. In seguito diventerà più cauto: con gli studenti parla di evoluzionismo, ma con i colleghi cerca di conciliare le sue posizioni con religione cattolica. Il Museo di Torino diventerà uno dei più ricchi d’Italia e verrà conosciuto in Europa. 1811: Catalogo degli uccelli del Piemonte Conosce Angelo Craveri, sottosegretario di stato, e gli trasmette la passione per le scienze naturali. Craveri fonderà nella sua città, Bra, il più importante museo naturalistico della provincia di Cuneo, poi completato dai figli Ettore e Federico. Nel museo si conserva l’originale autografo del Catalogo, scansionato per la prima volta nel 2017. Lo usa fino alla sua morte come quaderno di appunti sugli uccelli. In seguito il manoscritto giunge a Bra Franco Andrea Bonelli I problemi di salute si aggravano. Aumenta la miopia, per cui lascia gli studi sugli insetti e si dedica ai pesci. La malattia lo costringe all’inattività, tanto che è dato per morto già nel 1818. BOLLETTINO DEI Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della Università di Torino Numero 586 — Volume XXIII Prof. LORENZO CAMERANO Materiali per Ia storia della Zoologia In Italia nella prima metà del secolo XIX I manoscritti di Franco Andrea Bonelli Ad ogni modo, io non pretendo di biasimare con tutto questo l'inconseguenza dei naturalisti — tutto quello che v'ha di strano nella storia naturale si è il capriccio e l'inconseguenza che si osserva generalmente nel giudicio dei naturalisti. L'uomo per esempio, quivi è bianco, in Africa è nero, nella Lapponia è basso, nella Patagonia è alto etc. tutte queste differenze son bagatelle. L'uomo è un solo dapertutto, e mentre così largamente giudichiamo, con una minutezza e una severità affatto apposte, contiamo il numero dei punti della coccinella 24 punctata e nella Tinea evonimella, osserviamo le diverse più fugaci tinte di un papilione, separiamo il lucanus capreolus dal cervus, distinguiamo il lepre dal coniglio, la cicindela danubialis d-àU'hibyda etc. etc. Ciò malgrado si è sempre più o meno fatto cosi, e così ancora dobbiamo noi pure continuar a fare per fabricare grossi e classici libri di Storia naturale. Amen. Torino, nel mese di Gennaio 1815 Franco Andrea Bonelli Viene colto da paralisi alla notizia che una nuova sala costruita nel museo è stata invece occupata dal collega Rolando, per i preparati da anatomia umana. Muore sei mesi più tardi, il 18 novembre 1830. Carlo Alberto promette al figlio primogenito, Cesare, di undici anni, un posto gratuito alla Reale Accademia Militare Gli succede Giuseppe Genè, fissista, che scrive un Elogio storico in cui non accenna, neppure minimamente, alle teorie evoluzioniste di Bonelli. A Torino il dibattito si ferma. Giuseppe Gené Così parla di lui Michele Lessona, evoluzionista, che fu allievo di Gené al corso di medicina: Charles Robert Darwin 1809 - 1882 Prima edizione de “L’origine delle Specie”: 1859 Costa 15 scellini e va subito esaurita. 1250 copie. Nella seconda edizione si introduce la parola “Creatore” nell'ultima frase, anche se compariva abbondantemente altrove. 3000 copie. Terza edizione 1861, con20 pagine di postfazione con titolo "Una sintesi cronologica del recente dibattito intorno a "L'origine delle specie". Da qui la prima edizione italiana. Quarta edizione 1866: altre revisioni Quinta edizione, 1869, usa la sopravvivenza del più adatto di Herbert Spencer (usata nel 1864) Sesta edizione, 1872: l'ultima, 7 scellini e mezzo.
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