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13.12.2017 Il ciclone () - Opinione - Il Piacione

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Il Piacione brest 21.06.2010

Vantaggi:

La simpatia di un'innocua scampagnata nella Azione per questa opinione commedia sentimentale . Modifica la tua opinione Svantaggi: Su di me: Recensioni di TUTTI i film Scrivi un commento Con tutto il bene che gli si può volere, è pur Aggiungi brest agli Autori preferiti sempre Pieraccioni . che ho visto al cinema nella mia vita, dal passato al presente (ad oggi: ... Richiedi le Opinioni di brest Continua... Consiglio il prodotto: Sì Iscritto da: 07.02.2001 Opinioni: 981 Fiducie ricevute: 533 Leggi di più su questo prodotto

Altre Opinioni Migliore/Peggiore In media l'opinione è' stata valutata Eccellente da 25 utenti Ciao Tappami si tu me vò bben molto utile Nell’estate dorata della campagna toscana, i fratelli Levante (Leonardo Pieraccioni), Libero () e Selvaggia (Barbara Enrichi) si ritrovano la cascina invasa dalla compagnia di flamenco capitanata dallo scalcinato impresario Naldone (), che deve far sostare lì Un Ciclone di Risate ( Leo l’intero corpo di ballo per un disguido organizzativo. Pieraccioni ) IL CICLONE

Apriti cielo: Levante è folgorato dall’incantevole Caterina (Lorena Forteza), Libero dà in scalmane per tutta la patonza colà radunatasi e pure Selvaggia molto utile guarda con occhio turbato la popputa peperina Penelope (Natalia Estrada), mentre l’intero paesino è messo sossopra dallo scompiglio di ormoni e sentimenti che l’improvvisa perturbazione danzereccia porta con sé, come un temporale di stelle notturne, musica e grilli per la testa. Ciclone Leonardo

Levante andrà a ponente con la sua bella, ma non prima di aver rischiato di perderla, solo per non saperle dire la vespertina verità. molto utile «Gino, domani vò in Spagna!» «Olé!» Uno dei film più belli degli (Eccomi all’inizio di un altro e stavolta davvero lungo capitolo del mio viaggio a ritroso di film visti al cinema: l’anno è il 1996, glorioso per motivi diversi '90 ­ l’Ulivo vinse le elezioni, la Juve la Champions’ e io riuscii anche a laurearmi all’alba dei miei 29 anni e mezzo ­ ma anche ricchissimo di film da me mai sinora recensiti, né qui né altrove. In ordine rigorosamente cronologico dalle visioni più recenti alle più lontane, con pazienza metterò on­line le molto utile opinioni riguardanti quelli che la coda del mio INDICE enumera in altri 24 titoli relativi all’anno delle Olimpiadi di Atlanta, di Miss Italia nera, della Simpatica ilarità dei perso rielezione di Bill Clinton) della storia. C’è stato un tempo, prima che compissi i trent’anni, che ancora si andava al cinema ‘con la compagnia’. Di lì a pochissimo di tali spedizioni molto utile cinematografiche non sarebbe rimasto che il ricordo nelle risate pizzesche di superstiti sempre più esigui, e rapidamente dileguati. Film da compagnia per eccellenza furono, nella seconda metà degli anni Novanta, quelli del fiorentino Leonardo Pieraccioni, in molti sensi: anzitutto perché erano pensati Mostra tutte le dal principio con la funzionalità di piccoli confortevoli cuccioli artificiali, che ti tenessero compagnia (anche in versione home­video) per un’oretta e mezza di spensierata allegria; in secondo luogo perché si rivelavano perfetti per le uscite di gruppo delle quali costituivano solitamente il compromesso meno osteggiato, potendo contare sul gradimento femminile per il loro contenuto romantico e su quello maschile per il loro contenuto di gnocca; infine Le valutazioni dell'Opinione perché, e basta scorrere i dati essenziali della filmografia leonardesca per accorgersene, un po’ come usa fare Salvatores anche Pieraccioni Questa Opinione su Il ciclone (Leonardo Pie lavora praticamente sempre con i soliti amici. è stata letta 1132 volte ed è stata così valut In primis il regista­sceneggiatore , coevo autore iscritti: Fotografie per Il ciclone (Leonardo Pieraccioni) (come sceneggiatore e/o regista) di altri filmetti sopravvalutati e ruffiani (tranne il più sincero “Per amore, solo per amore”), e poi la "Eccellente" per (93%): truppa indivisibile dei sodali di sempre con in testa il fraterno 1. Bugsy Massimo Ceccherini, ma comprendente spessissimo i corregionali 2. alisia06 Barbara Enrichi e Paolo Hendel, l’ispido Alessandro Haber, la verace Tosca d’Aquino, il lucano . 3. meroko_73 Negli ultimi quindici anni Pieraccioni ha regolarmente occupato il e ancora altri 23 iscritti box­office nostrano con cadenza biennale, ma dopo averne visto al cinema esordio (“I laureati”, 1995) e opera seconda, decisi che, "molto utile" per (7%): insomma, per quanto di mia competenza poteva anche bastare 1. ilpaolino così. 2. SarettaMcQueen Lontano dalla corrosività satirica del grande (alla cui voce pure regala un cammeo) e degli altri maestri della La valutazione generale di questa Opinione commedia italiana classica (Dino Risi, Luigi Zampa, Luigi basa solo sulla media delle singole valutazio Comencini, Elio Petri, Ettore Scola, Nanni Loy), ma pure dalla caratura autoriale dell’ex­giancattivo e dell’allora esordiente Paolo Virzì, Leonardo Pieraccioni merita il Risultati simili a Il ciclone (Leonardo Pier riconoscimento di un’unica grande qualità: la piena coscienza dei propri limiti. aspirapolvere ciclonico con filtro hep

Grazie a questa dote fondamentale il già cabarettista fiorentino rowenta ciclone aspirapolvere ciclonico (assieme ai compagni di merende Carlo Conti e Giorgio Panariello impazzava sulle emittenti provinciali toscane dalla seconda metà aspirapolvere ciclone senza sa degli anni Ottanta) riuscì a impostare un format cinematografico che utilizzava tempi, volti e personaggi facilmente traslabili dal scopa elettrica ciclone senza sacco piccolo al grande schermo (e viceversa) e in cui venivano sapientemente mescolati il romanticismo comico della tradizione di “Pane, amore e fantasia” o “Venezia, la luna e tu”, la sensualità 1­Locandina originale ­ Il ciclone (Leonardo Piera smaliziata e ammiccante da copertina di rotocalco e infine la cipria di una studiatissima irrealtà sociale. Enfatizzo soprattutto il terzo ingrediente: la provincia italiana, infarinata dal fiabesco benessere del Mulino Bianco, è il palcoscenico perfetto per recitare commedie che lascino agli spettatori tutto l’agio di concentrarsi sulle sole vicende dei protagonisti, senza essere distratti da una cosa che invece nelle commedie ‘nobili’ dei maestri citati sopra era rigorosamente presente e interattiva: la realtà. In più, di suo LP innesta nell’impianto generale l’indiscussa verve di una simpatia stile Zelig, che lo sdogana come Mattatore Piacione gran ciambellano di ogni equivoco buffesco che abbia come oggetto l’ovvia desiderabilità di femmine giovani, fresche come petali di rugiada e belle come ninfe da telepromozione. http://www.ciao.it/Il_ciclone_Leonardo_Pieraccioni__Opinione_1208012 1/3 13.12.2017 Il ciclone (Leonardo Pieraccioni) - Opinione - Il Piacione Il mix funziona purché le aspettative siano modeste e si riescano ad apprezzare le semplici caratterizzazioni umane nella loro naturale ironica empatia: la genuinità vernacolare delle voci è ben più graffiante della bucolica neutralità di ambientazioni oleografiche e risapute, eppure la grinta mordace di alcuni interpreti premia una sceneggiatura attentissima a non abbandonare mai i binari della ricreazione scolastica se non concedendo a ‘faccia di picasso’ Ceccherini alcune escursioni sui crinali, a lui consueti, della demenzialità grossolana, che peraltro percorre agile come uno stambecco. Tutto il resto è una sorta di cartone animato visto e rivisto, ma grazioso e circonfuso di modestia: ciò che suscita divertimento è, ancor più delle battute in sé, l’aperta consapevolezza da parte degli attori del palese citazionismo dei loro personaggi, chi ripescato dal regionalismo macchiettistico dell’avanspettacolo (che ha forgiato la comicità di gente come Totò, Macario e Walter Chiari e pure la personalità artistica della grande Anna Magnani), chi enucleato magicamente dalla scatola chiusa dello show televisivo, chi infine rivitalizzato da carriere già veterane con comparsate fini a se stesse ma comunque, a modo loro, gustose. A dirla così sembrerebbe un pastrocchio senza spessore né coerenza: invece, visto sul grande schermo ben quattordici anni fa e nell’atmosfera conviviale di una filmata tra amici, “Il ciclone” rinfresca in me il ricordo di un divertimento liscio, tempistico e senza scosse, animato da poche grasse risate e retto dal sorriso permanente di una lunga soave barzelletta.

Peraltro, la formula si rivelò un successone soprattutto tra il pubblico intermedio che magari al cinema va poco limitandosi a scegliere il cine­panettone tra le commediacce in lizza nelle feste: Pieraccioni consegnò a questa ampia fascia di pubblico una soluzione meno boccaccesca, più garbata e familiare, in cui la suggestione del sesso (arrecata dallo schieramento di belle ragazze) veniva molto annacquata dal sentimentalismo donchisciottesco del protagonista e dei suoi comprimari, e servita tiepida col furbo travestimento della love­story a lieto fine. Il fatto che poi l’astuto Leonardo abbia avuto regolarmente delle brevi o lunghe relazioni con tutte le protagoniste dei suoi troppi film (ma i maligni vorrebbero che le sue fortune siano iniziate proprio da un incontro ravvicinato con la produttrice ex­attrice scollacciata Rita Rusic, allora ancora in Cecchi Gori) è un dettaglio biografico che nulla toglie alla furba efficacia del suo cinema di facile presa e difficile memorabilità. Da “I laureati” a “Io e Marilyn” (compresi) sono passati tre lustri e nove titoli, senza che un solo elemento di maturazione o evoluzione sia comparso nei film dell’oggi quarantacinquenne toscanuccio, curiosamente anch’egli divenuto, come le sue opere, un piccolo monumento al complesso di Peter Pan. Eppure, sarà per la sua intelligente consapevolezza o ammiccante autoironia, sarà per la parlata dantesca da vecchio ragazzo, sarà perché ero più giovane e con molte meno pretese io, ma questo Woody Allen in sessantaquattresimo mi fece ridere, sorridere e trascorrere in serenità quel paio d’ore che si chiedono al cinema in cambio del biglietto d’ingresso.

Per questa ragione, credo, non riesco a non amare almeno un po’ (anche se ormai sotto sotto e senza vantarmene nei cenacoli intellettuali) questo filmetto sciacquetto solo lievemente frizzante, e confesso (ma solo a voi, e che non si sappia in giro) che quando passa in tv una mezz’ora di replay sghignazzante me lo strappa sempre, anche con le più prevedibili ovvietà slapstick (vedi la scena del boomerang, apparentemente idiota ma sempre capace di farmi scompisciare come uno scemo). Non ne raccomando esattamente il recupero a chi non l’abbia mai visto; soprattutto i consumatori abituali di buon cinema sarebbero a forte rischio di delusione. Piuttosto, sono certo che altri come me ne rivedano volentieri alcune parti o scene o dialoghi, solo per assaporare ancora quel gusto affettuoso di commedia semplice, gentile e anacronistica, ma capace di dirci ad alta voce e senza troppo pudore che no, non siamo sempre intelligenti e raffinati come amiamo pensare, e soprattutto che sì, saremo sempre (purtroppo) seducibili da un ‘tipo italiano’ che, specie se sorretto da ferrea volontà e un reggimento di avvocati, può addirittura arrivare a Palazzo Chigi: il Piacione.

Un benevolo ‘sei’ è il voto nella mia ciao­pagella, con allegate tre stellette di una promozione stiracchiata dall’inevitabile cattivo invecchiamento: lungi dall’esserti offeso con me per non averti più seguito, caro Leo, hai messo in cantiere altri film del genere ‘Pieraccioni’ e in banca tanti bei soldini. Chi può chiamarti scemo, per quel sorrisetto che hai sempre stampato in faccia?

[Levante] «E… dove siete state in tournée finora?» [Caterina] «Uhm… in tanti posti, Parma, Pistoia… Capri» [Levante] «Capri? Bello!» [Caterina] «…no, scusa, Carpi, Carpi» [Levante] «Ah beh. Carpi, bello: Capri, più bello…»

SCHEDA IL CICLONE (Ita 1996, 93’). Regia: Leonardo Pieraccioni. Soggetto e sceneggiatura: Leonardo Pieraccioni e Giovanni V eronesi. Fotografia: Roberto Forza. Montaggio: Mirco Garrone. Scenografia: Francesco Frigeri. Costumi: Nicoletta Ercole. Con Leonardo Pieraccioni, Lorena Forteza, Massimo Ceccherini, Barbara Enrichi, Alessandro Haber, Sergio Forconi, Paolo Hendel, Natalia Estrada, Benedetta Mazzini, Tosca D’Aquino. (Voto: 6)

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Commenti su questa Opinione

Bugsy Pubblica commento 04.11.2015 18:06 max. 2000 caratteri Non azzardarti mai più ad accoppiare il nome di Pieraccioni ­ uno dei più roboanti sopravvalutati cazzari del cinema italiano – a quello di Salvatores, tantomeno di Monicelli e, Prego aggiungi il tuo commento mi raccomando, neppure a quello di Virzì. Lasciamo riposare in pace anche i vari Totò, qui Macario, Walter Chiari e Anna Magnani. E anche se in sessantaquattresimo avrei risparmiato pure Woody Allen. So che non era tua intenzione fare paragoni bizzarri, ma da una biblioteca di nozioni cinematografiche quale tu sei, non mi aspetto che esista neppure un nebbioso accostamento coi suddetti, seppure funzionale al rendere più definita l’opinione. Sono stato chiaro?!?! (un po’ meno? … ). Concordo sul fatto che ne ‘Il ciclone’ vi siano alcune scene populisticamente comiche in grado di stimolare una risatina. Certo, tutto dipende dall’età in cui uno guarda per la prima volta il film in questione. Gli assegno 2 stellette Ciao, voto 4,8. La tua opinione è comunque eccellente. Hug you from behind.

alisia06 06.01.2014 22:00 Più che eccellente presentazione! Un film significativo, a cui io darei un voto anche più alto, forse perché manteneva un po' di originalità che poi Pieraccioni ha inevitabilmente perso... =)

Pubblica il tuo commento ilpaolino 18.09.2010 16:48 tu che commenti pieraccioni...incredibile!!

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