Ca' Rezzonico
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Fondazione Musei Civici di Venezia — Ca’ Rezzonico ITA Il grandioso palazzo, ora sede del Museo Museo del Settecento Veneziano del Settecento Veneziano, venne costruito Il a partire dal 1649 per la nobile famiglia Dopo un primo intervento di restauro, il Bon, su progetto del massimo architetto palazzo venne adibito a sede del Museo del barocco veneziano, Baldassarre del Settecento veneziano e aperto al Palazzo. Longhena. La sua morte nel 1682, quasi pubblico il 25 aprile del 1936. I curatori contemporanea a quella del committente dell’allestimento, Nino Barbantini e Giulio e le difficoltà economiche della famiglia Lorenzetti, vollero conferirgli un carattere LA STORIA Bon causarono la sospensione dei lavori, ambientale, disponendo le opere come lasciando il palazzo incompiuto. La fronte se appartenessero all’arredo del palazzo. sul Canal Grande appare in numerose Per ottenere questo risultato, vennero vedute del primo settecento completata concentrate a Ca’ Rezzonico le numerose solo per il piano terra e per il primo piano opere settecentesche proprietà dei Musei nobile e coperta da una chiusura provisoria Civici di Venezia, cui vennero aggiunti costituita da un tetto a capanna d’assi di dipinti, mobili e affreschi provenienti legno. da altri edifici veneziani di proprietà civica e molte altre opere acquistate per Nel frattempo, la famiglia Rezzonico – l’occasione sul mercato antiquario. originaria della Lombardia – si era trasferita L’effetto finale dell’operazione è a Venezia e aveva acquistato nel 1687 il certamente grandioso e suggestivo; titolo nobiliare. Giambattista Rezzonico, nonostante qualche forzatura e mercante e banchiere, acquistò nel 1751 approssimazione critica, il valore di il palazzo e ne affidò il completamento moltissime delle opere esposte, oltre alla a Giorgio Massari, uno dei più affermati straordinaria qualità dell’architettura e ed eclettici professionisti del medio degli ambienti, hanno reso Ca’ Rezzonico Settecento veneziano. I lavori procedettero il celebre e ricercato tempio di quel con rapidità e nel 1756 l’edificio risulta Settecento veneziano che fu età di completato. Mentre la prestigiosa facciata splendori, dissipazioni e miserie, ma che sul Canal Grande e il secondo piano senza dubbio costituisce una stagione nobile seguivano l’originario progetto artistica tra le più splendide e alte dell’arte longheniano, si devono a Massari le ardite dell’Europa moderna. invenzioni sul retro del palazzo: il sontuoso Dopo i recenti restauri (il museo è stato accesso da terra, lo scalone d’onore e il riaperto nel giugno del 2001), si presenta grandioso, insolito salone da ballo ottenuto come un grande spazio articolato e eliminando il solaio del secondo piano. plurimo: il pianterreno, che sviluppa Contemporaneamente alla conclusione dei lungo androni, cortili e porticati il gioco lavori, si diede il via anche alla decorazione barocco di pieni e di vuoti; lo scalone dell’edificio, con l’intervento dei maggiori del Massari perfettamente restaurato; pittori allora attivi a Venezia: Giambattista il salone da ballo, tra i più belli, ariosi, Crosato, autore degli affreschi del salone fantastici di Venezia; i due piani nobili, in collaborazione col quadraturista Pietro rimontati secondo l’originale disegno Visconti, Giambattista Tiepolo, cui spettano Barbantini-Lorenzetti, dalle sale i due soffitti realizzati in occasione delle monumentali all’alcova e ai boudoir; gli nozze tra Ludovico Rezzonico e Faustina ultimi piani completamente recuperati Savorgnan, il giovane Jacopo Guarana e come nuovi spazi espositivi. Su tutte Gaspare Diziani. le opere sono stati operati interventi di pulizia, manutenzione, ripristino; sono L’edificio era perfettamente completato stati restaurati affreschi e suppellettili; nel 1758, quando il fratello cadetto di ridipinte le pareti, puliti i marmorini, Giambattista, Carlo Rezzonico, vescovo recuperate le sottili cromie degli elementi di Padova, venne eletto papa col nome lapidei. In alcuni casi, come per il soffitto di Clemente XIII: l’evento segna il vertice del salone, il restauro ha richiesto un della fortuna della famiglia e il palazzo di impegno gravoso e l’invenzione di San Barnaba fu sede di splendide feste soluzioni tecnologiche insolite e ardite, per celebrarlo. Ma ben presto, dopo solo mentre un intervento radicale ha restituito cinquant’anni, la potente famiglia nel 1810 lo splendore dell’affresco di Crosato e si estingueva. Iniziava così per il palazzo Visconti, nell’argentea luminosità delle e per il patrimonio d’arte e di storia che colonne, degli archi, delle mensole, delle vi si era accumulato una lunga, difficile e finte logge. tormentata stagione di smembramenti e Le recenti, notevolissime donazioni di dispersioni. Spogliato dell’arredo, suddiviso Egidio Martini e di Ferruccio Mestrovich tra gli eredi e poi venduto, il palazzo hanno arricchito il museo di altre trecento passò nell’Ottocento a diversi proprietari; opere di artisti che includono Cima da acquistato dal pittore inglese Roberto Conegliano, Alvise Vivarini, Bonifacio de’ Barret Browning, fu scelto come residenza Pitati, Tintoretto, Sebastiano e Marco dal padre di questi, lo scrittore Robert Ricci, Tiepolo, i Longhi, Rosalba, Francesco Browning, che vi morì. Successivamente Guardi Il palazzo-museo dispone ora venne rilevato dal conte Lionello Hirschell di servizi al pubblico, spazi didattici, de Minerbi, deputato al Parlamento ascensore per disabili, caffetteria, italiano, che lo cedette nel 1935, dopo bookshop, oltre al giardino, luogo e lunga e complessa trattativa, al Comune di occasione di intrattenimento, piccoli Baldassarre Longhena, Facciata di Venezia. spettacoli, incontri. Ca’Rezzonico — 1 La Collezione Ferruccio Mestrovich seconda guerra mondiale… Questa — mia donazione vuole anche contribuire 0/1. La collezione presenta un nucleo al ricordo perenne di questa pagina di dipinti, tutti di notevole qualità, tristissima della nostra storia recente, MEZZANINO tra i quali si segnalano, oltre a due che dovrà sicuramente essere rivisitata opere di Iacopo Tintoretto ben e riscritta…” BROWNING note in letteratura – una paletta Così Ferruccio Mestrovich motiva d’altare estremamente suggestiva il gesto nobilissimo che arricchisce per l’intensità della figurazione e un ulteriormente Ca’ Rezzonico, i Musei austero ritratto – la luminosa e intima Veneziani e la città intera. I Mestrovich Sacra Conversazione di Bonifacio de’ appartengono ad un’antica famiglia Pitati; inoltre, altre opere di Benedetto dalmata originaria di Zara e risiedono Diana, Lelio Orsi, Jacopo Amigoni, a Venezia dal 1945. Il capofamiglia, Francesco Guardi e Alessandro Longhi, Aldo (1885 – 1969) fu perseguitato due soprarchi di mano di Benedetto durante la dominazione austriaca Carpaccio, figlio e seguace di Vittore e per il suo patriottismo di italiano; il una tavoletta di Cima da Conegliano. suo patrimonio è stato confiscato dal “Dono a Venezia, in segno di affetto governo iugoslavo e mai restituito. Suo e riconoscenza e a ricordo della mia figlio Audace ha esercitato a lungo a famiglia, la mia piccola raccolta di Venezia la professione di avvocato. dipinti antichi costituita in prevalenza Ferruccio, il figlio minore, appassionato di soggetti sacri, a me più congeniali studioso della pittura veneta antica, e appaganti. In questa incantevole è il generoso donatore di questa Jacopo Amigoni, Ritratto di giovane donna città adottiva i miei cari ed io, esuli con preziosa raccolta, le cui attribuzioni (la debuttante), olio su tela molti conterranei, ci siamo felicemente sono il frutto delle sue ricerche e inseriti e abbiamo trovato il rifugio dei suoi studi. Di essi si sono giovati ideale dopo che la natia ed amatissima innumerevoli volte non pochi studiosi Zara, la città dalmata, veneta ed nella pubblicazione di dipinti di questa Collezione italianissima, venne straziata e quasi e di altre collezioni. Ferruccio Mestrovich interamente distrutta nel corso della 2 Salone da ballo celebrativi legati a miti apollinei: un poema figurato in onore dei Rezzonico, La grande sala delle feste è certo il cui stemma campeggia tra panneggi 1. un elemento di rilevante originalità dorati al centro della parete maggiore. propria di palazzo Rezzonico rispetto Superstiti dell’antico arredo del PRIMO ad altri edifici veneziani. Ricavata palazzo sono i due grandiosi lampadari dal Massari utilizzando la doppia in legno e metalli dorati a motivi PIANO altezza dei due piani nobili del palazzo floreali. Lungo le pareti è esposta una demolendo un solaio e chiudendo un parte della serie di opere scolpite ordine di finestre, essa costituisce il da Andrea Brustolon per i Venier nei momento “regale” della dimora dei primissimi anni del Settecento, tra Rezzonico e un’espressione tipica del cui una delle imponenti statue in gusto del medio Settecento. Il vano ebano dei cosiddetti Guerrieri etiopi, vero e proprio del salone appare il altissimi nudi virili armati di clava e centro di uno spazio più dilatato che dotati anch’essi di bianchissimi occhi s’intravede oltre le finte architetture in pasta di vetro, che hanno ai piedi o “quadrature”, dipinte sulle pareti. Primo piano ciascuno una testa equina, forse Autore di queste architetture derivate, per l’impostazione, dalle 1. Salone da ballo virtuosisticamente illusorie è Pietro statue egizie di basalto e di porfido che 2. Sala dell’Allegoria Nuziale Visconti, artista lombardo che fu Brustolon aveva avuto modo di vedere 3. Cappella tra i maggiori specialisti del genere durante il suo soggiorno romano. Ma 4. Sala dei Pastello e