Chronicon Della Parrocchia Sant'antonio Maria Zaccaria
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CHRONICON DELLA PARROCCHIA SANT’ANTONIO MARIA ZACCARIA dal 1963 - anno di costituzione della parrocchia – al 2013 Parrocchia Sant’Antonio Maria Zaccaria INDICE1 INDICE Anno Pagina Anno Pagina 1963 5 1989 79 1964 7 1990 73 1965 9 1991 76 1966 11 1992 80 1967 12 1993 84 1968 14 1994 87 1969 16 1995 90 1970 18 1996 93 1971 20 1997 98 1972 22 1998 104 1973 24 1999 111 1974 26 2000 117 1975 28 2001 125 1976 31 2002 130 1977 36 2003 137 1978 41 2004 144 1979 46 2005 153 1980 48 2006 167 1981 50 2007 177 1982 52 2008 189 1983 55 2009 208 1984 57 2010 222 1985 60 2011 234 1986 62 2012 250 1987 65 2013 268 1988 67 Pag. 1 Parrocchia Sant’Antonio Maria Zaccaria INDICE2 Pag. 2 Parrocchia Sant’Antonio Maria Zaccaria Chronicon 1963-2013 CHRONICON DELLA PARROCCHIA SANT’ANTONIO MARIA ZACCARIA dal 1963 - anno di costituzione della parrocchia – al 2013 Presentazione Come comunità siamo chiamati a contribuire al futuro del nostro quartiere come tutti. Come comunità cristiana siamo tenuti ad arricchire il nostro impegno con la sapienza del Vangelo e con lo stile comunitario qualificato dall’amore. Abbiamo inoltre la missione, da parte di Gesù, di essergli testimoni. Anzi, una comunità cristiana ha proprio in questo incarico assegnatole da Gesù la sua ragion d’essere. Ce lo richiama ormai da anni con insistenza particolare il nostro Arcivescovo card. Dionigi Tettamanzi. Se è doveroso guardare avanti e progettare vie sempre più efficaci per realizzare tali impegni, è però anche utile, curioso e istruttivo rivedere il cammino fin qui percorso. La nostra è una comunità molto giovane, nel 2013 celebrerà i cinquant’anni di vita. Tanti protagonisti di oggi lo furono anche allora. Penso che per loro la rilettura delle cronache degli anni 1963-1975, che pubblichiamo, permetta di rivivere la gioia, la trepidazione e la fatica degli entusiasmi della giovinezza: gli anni delle origini sono sempre i più vivaci e coinvolgenti. Coloro che invece allora non c’erano, perché non ancora nati o non ancora qui dimoranti, troveranno la lettura di quelle cronache curiosa senz’altro, ma anche istruttiva. Gli impegni di oggi sono quelli di sempre. Gli inizi della comunità sono legati alla chiesina rossa, dove cominciò a coagularsi attorno a don Franco il primo nucleo. Ma dopo pochi mesi iniziò il progressivo insediamento prima nei locali della casa parrocchiale e infine nella nuova chiesa, definitivamente a partire dalla consacrazione della stessa da parte del card. Colombo nove anni dopo gli inizi. Mentre si costruivano gli ambienti, andava precisandosi un chiaro programma per l’organizzazione della vita della comunità in maniera sempre più articolata, finalizzato ad amalgamare persone provenienti da tutte le parti d’Italia, sconosciute l’una all’altra, con tradizioni e sensibilità diverse. E con essa anche la maturazione dell’impostazione della vita religiosa parrocchiale. Ma proprio in quegli anni, che segnano il passaggio velocissimo da un mondo piuttosto statico a una società estremamente mobile e aperta, dappertutto si respiravano fermenti di novità. Non cambiavano solo le condizioni sociali, cambiava anche l’impostazione di tutta l’attività della comunità cristiana. Significativi per esempio sono i mutamenti dell’educazione religiosa dei piccoli: si passa dal catechismo inteso solo come preparazione ai sacramenti (comunione e cresima venivano amministrati lo stesso anno) alla strutturazione di un “itinerario”, chiamato di “iniziazione cristiana”, ancora oggi in fase di evoluzione. Insomma anche per la pastorale di tutta la comunità si nota il passaggio da iniziative ereditate dal passato e in un certo senso un po’ sclerotizzate (a un certo punto c’è l’accenno per esempio agli incontri catechistici della domenica pomeriggio) a iniziative sempre nuove, pensate come attuazione del programma annuale dettato dal Cardinale l’8 settembre. L’iniziatore di questo nuovo modo di impostare la pastorale a temi fu il card. Colombo. Negli anni ’70 il titolo dell’impegno complessivo fu “Evangelizzazione e sacramenti” e l’intento quello di una preparazione conveniente a ciascun sacramento (ne veniva scelto uno all’anno), nella consapevolezza che ancora si chiedevano i sacramenti, ma, si sottolineava giustamente, senza conoscere più ciò che si chiedeva; da qui l’urgenza appunto di “evangelizzare”. Sono numerose anche le iniziative prese su ispirazione e per l’attualizzazione del Concilio Vaticano II che si svolgeva e si concludeva proprio negli anni degli inizi della nostra comunità. Non piccolo impegno per esempio fu il passaggio dalla vecchia liturgia ancora in latino alla nuova in italiano e con testi nuovi, oppure anche il coinvolgimento dei laici nella conduzione della parrocchia. Pag. 3 Parrocchia Sant’Antonio Maria Zaccaria Chronicon 1963-2013 Anche da una lettura veloce si nota come l’attenzione ai disagiati sia sempre stata privilegiata: oltre 130 famiglie si impegnarono allora con una tassa mensile in favore dei “fratelli bisognosi”. Il loro numero, con la morte dei protagonisti per lo più non rimpiazzati da altri, s’è di molto attenuato. Grande è altresì l’attenzione all’educazione dei ragazzi e dei giovani, anche se i problemi non furono pochi: si parla più di una volta di scarsa partecipazione all’oratorio ed emerge anche una curiosa diatriba riguardante l’attività sportiva che non veniva condotta secondo le direttrici educative dell’oratorio stesso; e la cosa procurò dolorosi momenti di frattura. Esisteva chiara la distinzione dei due oratori, maschile e femminile, con iniziative differenziate. Alcuni problemi d’allora permangono per la loro importanza e per la difficoltà di soluzione. Si veda per esempio l’educazione alla corresponsabilità (interessante la storia degli inizi del Consiglio Pastorale Parrocchiale); il coinvolgimento delle famiglie nel cammino di formazione cristiana dei più giovani, a partire dalle iniziative legate al battesimo; la pastorale familiare con qualche timido tentativo, sempre abortito, di promozione di gruppi di spiritualità familiare; la partecipazione alla vita sociale del quartiere; la formazione cristiana permanente degli adulti. E su tutti la promozione di una fede autentica e profonda in Gesù e della sua centralità nella vita del singolo e della comunità, soprattutto tramite l’Eucaristia domenicale e la cura della vita spirituale del singolo, cosa quest’ultima che è sempre data per supposta, ma non è mai presa in seria considerazione. Determinante in questi decenni di inizio della vita della comunità fu l’apporto dei responsabili, in particolare del parroco don Franco Mapelli, dei suoi diversi coadiutori e aiutanti, e delle “signorine” (le PAC) operanti in comunità dall’estate del 1967. Pag. 4 Parrocchia Sant’Antonio Maria Zaccaria Chronicon 1963 Anno 1963 La parrocchia di S. Antonio Maria Zaccaria in Milano inizia la sua storia nell’anno 1963. Un decreto dell’Arcivescovo Giovanni Colombo, del 26 settembre 1963, la costituisce canonicamente. Sono gli anni del Vaticano II, sotto il Pontificato di Paolo VI. Siamo nel periodo in cui la grande periferia della metropoli lombarda esplode per una nuova sistemazione urbanistica: sorgono i quartieri alloggio che ospitano centinaia di famiglie, che nella faticosa ricerca di un lavoro e di una casa consolidano il fenomeno dell’immigrazione interna. Il Quartiere Chiesa Rossa, sul Naviglio Pavese, a sud della città, è no dei tanti che sorge per opera dell’Istituto Autonomo delle Case Popolari. La zona prevista per le strutture parrocchiali è posta al centro delle abitazioni: la “casa del Signore” sorge per fattiva collaborazione del Comitato Nuove Chiese e per desiderio del Card. Montini allora Arcivescovo di Milano. Il 29 settembre, con l’entrata in vigore del decreto, ha inizio ufficiale la vita della nuova comunità. Un documento che porta la stessa data attesta la nomina del Sacerdote don Francesco Mapelli come Vicario Economo. I confini della parrocchia fissati dalla Curia di Milano nella relativa planimetria del 28.9.63, sono così indicati: Via Chiesa Rossa dal numero civico 47 al 133 – Via Alzaia Naviglio Pavese dal 254 al 288 – Via Boffalora alla mediana dell’Autostrada dei Fiori – dalla Chiesina Rossa per la mediana di via Domenico Savio a Piazzale Abbiategrasso fino alla stradina della Cascina Campazzo – Via Avancini – via dei Missaglia fino al n. 48. Con una lettera alla nuova comunità parrocchiale del 1 ottobre 1963, il Parroco, che nel frattempo aveva preso alloggio in uno dei tanti appartamenti di via S. Giacomo 8, “entra” in tutte le famiglie per fare la sua presentazione. Non c’è ancora una chiesa e un centro religioso per una vita organizzata. Si inizia a celebrare il culto nell’Oratorio della Chiesa Rossa, in via Chiesa Rossa 51: come nei secoli passati sarà questo il centro della vita religiosa della nuova comunità in formazione. Le prime notizie storiche della Baxilica Mariae ad Funticulum partono da un documento del 988 che descrive la permuta di alcune terre appartenenti alla chiesa, attestandone l’esistenza. Un’ampia ricostruzione storica dell’edificio è possibile dal principio del XII secolo. Il 28 settembre 1139 l’Arcivescovo di Milano, Robaldo, dichiarò ufficialmente eretto il monastero e affidò il governo e la custodia della chiesa alle Monache Benedettine. Altre notizie ci sono fornite da una distruzione operata dal Barbarossa nel 1162 e una successiva rovina della chiesa nel 1239. Una lapide tombale tolta nel secolo XVIII dal pavimento ricorda che nel 1333 Maria de Robacarri fece restaurare la chiesa ornandola di nuovi dipinti. Da un documento del 1455 appare per la prima volta che S. Maria ad Funticulum fu trasformata in “Ruffa”, divenne poi “Rossa” e in seguito più comunemente “alla Rossa”. Dal 1568 la chiesa passò sotto la giurisdizione di S. Gottardo, elevata a parrocchia; e iniziò allora il periodo più triste per Fonteggio e per la chiesa che gradualmente persero ogni attrattiva. Lo scavo dell’ultimo tratto del Naviglio Pavese (1782-83) e la conseguente elevazione della strada, infersero alla chiesa l’offesa più grave.