Delle Poesie in Concorso
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L’Oceano nell’Anima Una perla per l’oceano 2014 Raccolta antologica delle poesie in concorso 1 Una perla per l’oceano 1. In una notte di Dicembre vorrei conoscer i tuoi Vassena Elisabetta pensieri e veleggiar tra loro, Breve è il respiro delle notte ma tu non parli per chi vive la sue luce ed io resterei per ore e le sue ombre, ad ascoltare, confuso nel frastuono I tuoi silenzi. della vita. Mentre lente scandiscono le ore 4. Gocciole per chi veglia, Industria Nunzio lasciando scivolare i suoi pensieri sulla scia di un'invisibile cometa Gocciole d’universo che la vita gli promise adornano la volta, e mai passò. lo zefiro pettina un ricordo in vestaglia Vorrei credere ancora e odori di rugiada che la luna mi sorride delicatamente posano ... se chiudo gli occhi. le ali sul libro chiuso nelle mani tremule del tempo. Dalla finestra 2. La rondine l’opale oscilla indifferente, Bravi Massimo nel barbaglìo indistinto due occhi spenti Sei la mia rondine. come lucciole all'alba Forse è colpa di questa cercano i primi raggi primavera che non vuol e una farfalla, ancora. Finire, sei rimasta tra le mie mani eri li seminascosta tra 5. Preghiera pietre blu, argento Industria Nunzio e perle false e tu diamante Ti parlavo in silenzio dai capelli oro mentre ti scarmigliavo e quel sorriso nelle mani del vento azzurro mare e un gelsomino ti sfiorava. hai preso il posto dell’estate Ti parlavo in silenzio in questa lunga frammisto alla risacca primavera. del mare, evocando languori per fugare il torpore dalla tua bocca 3. I tuoi silenzi serrata di parole e baci. Bravi Massimo Ti parlavo in silenzio Conosco già i tuoi passi sprofondandomi vivo a volte ti seguo nell’ombra nella terra ovattata di un sogno, nel cappotto di neve, a volte, senza cappa di stelle come passa il tempo e in balìa del tornado e segna il viso di un che mi lasciò stremato. colore ambra, ma tu sei cosi bella Giunse l’aurora attraversi strade inusuali e andai per prati per la vita, col secchiello bucato 2 a cogliere odori, leggero 8. Forza e debolezza leggero col retino colmo Gullotto Santina di farfalle inventate. Fende il verde quell’abbagliante Rubai colori raggio di sole tra le foglie... intrecciando scialli di versi Pensieri taglienti come per sciogliere la neve, di lame affilate di coltelli... bruciai il letto di foglie Squarci di luce attraversano spazi ove giacque dolente che si intrapongono un cammino straniero. alle solide rocce dei miei monti.. Mentre come scosse da uno sisma tremano le fondamenta... 6. Una cornice Quel sibilante suono preannuncia Industria Nunzio la fine di qualcosa che si sta sgretolando dentro... Una cornice di spazio ingiallito La nera roccia si divide dal profondo d’un giorno brunito. Approdo saturo senza più vergogna mostra le viscere di rimembranze, l’alveo ove la fronte in quel solco dilaniante cerca refrigerio di palma schiusa ostentando debolezza come usignolo nella polla estiva, lì dov’era la sua forza... che fugge ancor privato della coppa spaventato dall’eco d’uno sparo. L’urlo che rimbomba dalla conchiglia 9. Palfeo quando freme, sversando la placenta Didonna Maria Elena del naufrago solo sulla scogliera, ove il fato per man d’Eolo adirato Seduto su di un sagrato di una piccola città, lascia che vento stracci ormeggio vivo, sui gradini innevati, un uomo, scaraventando una barchetta cieca le cui radici si estesero lungo l’arido e incolto sino a che tempesta volge alla fine. terreno Acqua cheta, riciclo di natura dai colori opacizzati e dal grigiastro ossigeno , trasmuta pensiero nella materia, sfoderava la lingua pungente che ignorando il ritardo arde sapere. contemplando il sole morente. Di linfa poetica s’animava il suo riso. 7. Quando torno Gullotto Santina Muto il cielo innanzi a lui. Lui affamato delle sacre pietanze, Ammutolito il vento, sedata la tempesta... i cui ingredienti citava. Nuvole nere in cielo intristiscono l’inverno... Gronda di pioggia l’ulivo verdeggiante Ma il sordo udito dei passanti, mutilato dalla come pianto, sopra scalini grezzi gazzarra mondana, dove un’ultima volta posasti la tua zampa... urtava contro la sua lemma sapiente. ed io non ero lì ad accarezzar la fronte Che sdegno vi fu a citar’ le mentite emozioni come facevo sempre e socchiudevi di individui che fingevano di non provar’ ardore. i tuoi occhi un poco spenti e stanchi .... La morsa del dolore stringe Gocce di lava bruciarono la sinopsi di una storia ancora il cuore ogni volta quotidiana, che torno dal mio ulivo verdeggiante... le cui bocche si cibavano di erbe amare, ma Niente può consolare oramai lenitive. il mio cuore stanco di sofferenze crude La sua storia straripava, come fiume in piena, tra che la vita non mi risparmia... le strade, e sotto il gelso torno a guardare quasi fosse l’assordante monotonia il posto del tuo riposo che tutti annoia. mentre inevitabilmente i miei occhi si riempiono di pianto... Orsù il richiamo del guerriero, 3 ove, sul seducente destriero e così l’illusione far domare i suoi memori sogni. maneggiava le lingue biforcute Il Dio assecondò la supplica. recitanti verità e sprezzo versus una folla Assieme a Futuro, padre Tempo, vide Logica. audiolesa e accomodante, i cui assensi circuivano e traviavano i deboli cuori. I due amanti fuggirono verso Vita. Passato portò con se le sue esperienze, Mentre lui percorreva il lembo boscoso, Futuro le sue aspettative ignorato era da illustri e lucenti artigiani, ed insieme giunsero lì dove dal loro amore nacque il cui veleno era più esiziale del Crotalo Tigre Presente. e sicché i loro passi conteggiano per sommare il ricavato giovamento che portano a se solo acqua e cemento. 11. Il riflesso di una mela Didonna Maria Elena Questa è la storia di un uomo il cui nome fu del cielo, suo amante patente. E poi senti il cielo La sua paura non ostacolava l’impavida spada che minaccioso adornata era da luce non riflessa. ti guarda... Profanato dall'angustia E’ la sua voce che grida la storia della Vita. di tormentose bufere. E’ Palfeo che caccia la sua preda verità celata. Nessuno conosce l'origine E’ Palfeo che denuda i falsi lucernai di tal furia, E come oratore ne fece della sua vita la propria eppure... missione. gli attimi son sempre eguali, il ticchettio resta fedele al medesimo ritmo sinuoso e risoluto 10. L'illusione di Morfeo e gli alberi non cambiano mica tintura. Didonna Maria Elena Quantunque il corrugarsi delle venature, Timoroso si mostrò l’amore tra due sinceri amanti, denudano l'anzianità del bulimico mondo. che assetati di sentimento, Tutto sembra combaciare alle reali sembianze. scoprirono al divino Sole il mistico accaduto. Ma, la vista non ancora cieca, Supplicarono Sole la fronte bieca di non rivelare ad alcun entità la natura di svelano la realtà mendace. quell’amore. E’ Narciso, Pregarono Sole amante dell’Ego che codesta unione fosse celata dalla notte, e null’altro. poiché inspiegabile agli occhi della Logica e del Non resta che trasgredire Tempo. I desideri suoi, Sostituendo egli stesso Ergo Sole allungò ancor più i suoi raggi col puro riflesso di una mela. per avvertire la sua amata Luna, custode dei compromettenti segreti. 12. L’essenziale I due amanti, Passato e Futuro, De Ruvo Vincenza poterono vedersi e amarsi tra l’oceano e il cielo, lì dove il tempo smetteva d’esistere. Tieni strette le mie mani e lasciami il profumo di un sorriso L’estiva notte ospitò i due innamorati, le note di un violino... ma il suo corto mantello rivelò alle ore la loro ne farò melodia identità. nelle notti insonni dei miei anni... Il Tempo, padre di Logica e suocero di Futuro, ne farò essenza edotto fu del tradimento. nelle stupide sere dal sapore del niente. Tieni strette le mie mani Passato scongiurò Morfeo e lasciami tutto ciò che non ti costa nulla di posare un suo papavero sulla fronte di Tempo, un abbraccio...un sorriso...una carezza... 4 un respiro nel tremolio del vento nello specchio del tempo un sogno colorato dove potermici tuffare... e le rughe svaniscono ne farò sole d'aprile... tra le tue braccia come nebbia... luce che abbaglia...sinfonia d'amore... Sono la tua ciocca bianca Tieni strette le mie mani il tuo sorriso sgangherato anche quando il mio No dall’incedere del tempo... sarà tuono nella notte del tuo cielo Ho perso tutte le lacrime del mondo e il silenzio bucherà il respiro in un sospiro. su bancarelle di perchè Se i miei passi si allontaneranno e quante parole vorrei poterti dire... e le lacrime ghiacciate di noia Nutro i miei respiri bucheranno i tuoi silenzi con i colori che porti nel cuore... tieni strette le mie mani e se domani l’alba mi sorprenderà piano ch'io non possa smarrire l'essenziale aprendomi le braccia a un nuovo mondo, giacchè sei tu per me ...l'amore. io ci sarò in ogni dove tu mi vorrai vedere, Tieni strette le mie mani per invecchiare insieme in ogni goccia d’azzurro incisa nei pensieri fino alla fine.... io ci sarò nello specchio dei tuoi ricordi in ogni lacrima...fotografia... in un libro di poesia... 13. Ho cercato il tuo nome Nei riflessi increduli dei pensieri De Ruvo Vincenza scivolerò come foglia sulle paure dei tuoi inverni, Ho cercato il tuo nome mi farò conchiglia nel mare della vita.. mendicando farfalla nei prati del cielo... ai bordi della memoria Domani sarò polvere di stelle con fiaccole di speranza tra le mani e su di un foglio inchiostro bianco... tra zolle di sorrisi dimenticati. Ma oggi...tra le tue braccia Ho cercato il tuo nome sono venere sull’onda..