Questo saggio è dedicato a tutte le splendide persone che si sono unite alla nostra battaglia di civiltà. La nostra gratitudine agli indimenticabili amici GianMario Maggi Franco Morganti Philippe Daverio Luigi Zanzi Giambattista Vida Anna Andreoli compagni di avventura e campioni di coraggio nella difesa ad oltranza della petrarchesca Solitudine di Linterno. Stima e riconoscenza al mecenate Claudio De Albertis all’origine del recupero del monumento.

3 Saggio storico divulgativo Curatore, coordinamento del progetto, ricerche iconografiche e grafica Massimo de Rigo

Autori del Saggio: Massimo de Rigo Roberto Gariboldi Anna Andreoli Marco A. Righini Marco Giulio Castelli Gianbattista Vida

Revisore dei testi: Eraldo Alenghi Supervisione: Roberto Gariboldi Fotografie e ricerche sulle imprese viscontee: Renato Bosoni Si ringraziano: GianMario Maggi Theo de Rigo Franco Morganti Fabrizio Minunni Philippe Daverio Ernestina Ghilardi Luigi Zanzi Giordano Pirola Mons. Giovanni Balconi Daniele de Rigo Anna Maria Amrosioni Mara de Rigo Claudio De Albertis Marco Ronchi Marco Ermentini Roberto Taranto Filippo Del Corno Franco Zamboni Marco Bestetti Eugenio Luxardo Francesco Perli Maria Maffucci Marco Giachetti Annalisa Andreoli Emanuela Bissoli GianCarlo Dalto Laura De Nardi Simone Sellerio Luca Quartana Stefano Crippa Antonio Iosa Anna Maria Verde Vincenzo Loiacono Luigi Mereghetti Nerio de Carlo Isidoro Spirolazzi Ermanno Arslan Riccardo De Benedetti Maria Cristina Vannini Siro Palestra Giuseppe Frasso per i brani dell’introduzione tratti da “Francesco Petrarca. La biografia per immagini” Touring Club Italiano Association d’Amitié Franco-Italienne Redazione de “Il Rile” Redazione di “MilanoAmbiente” Istituto Comprensivo Statale “Luciano Manara”

Un sentito ringraziamento agli straordinari volontari in prima linea del CSA Petrarca Onlus

Milano, Settembre 2020

4 Indice

Introduzione. Da Casa Petrarca una grande ‘rinascita’ del Curatore Massimo de Rigo 5

Tracce di Petrarca a Milano. I luoghi della memoria di Anna Andreoli 7

Francesco Petrarca primo umanista e poeta europeo di Roberto Gariboldi 9

Infernum & Linterno La Solitudine di Petrarca ritrovata di Massimo de Rigo 25

Vivere i sentieri del Petrarca Una passeggiata ad ovest di Milano di Marco A. Righini 39

Progetto museale per Casa Petrarca di Linterno di Marco Giulio Castelli 41

Un viaggio di mille anni. Infernum & Linterno nei secoli di Gianbattista Vida 43

Dell’abitare Petrarchesco, in forma di sintetica Biografia di Roberto Gariboldi 44

Cronologia Petrarca - Linterno / Garegnano di Roberto Gariboldi 47

Compendio delle principali dimore legate al Petrarca di Massimo de Rigo 52

Prima Appendice. alcune fonti di Massimo de Rigo 54

Seconda Appendice. L’anima spirituale del Poeta di Massimo de Rigo 59 Altichiero da Zevio, 1376, Francesco Petrarca (part. da San Giorgio battezza re Sevio) - Oratorio di San Giorgio, Padova

5 Petrarca e la sua “Infernum” in una lettera autografa

Amantissime Modi. Perfudisti me stupore et gaudio, dum audivi te tam prope esse, quem longe absentem estimabam. Et quid tibi vis dicam? Mille res haberem scribere; tempus vetat et spes te de proximo videndi. Si enim dominus venit, ut fama est, sequar eum statim, aliquot dies, si dabitur, tranquillos rure acturus, cuius ethimologiam tibi committo. Ego quidem Infernum dicere soleo, paratus tamen in hoc te, ut in multis, sequi. Utinam vero tibi possem ostendere Elicona alterum, quem tibi et Musis Euganeo in colle congessi: nunquam credo inde velles abscedere. Non sum nunc aliud dicturus, nisi ut si forte me non viso abires, recommendes me domine mee carissime, que, non dubito, de me queritur; sed Christum testor, segnities et tarditas quedam naturalis et annis aucta me detinet, non mutatio affectus. Vale felix, nostri memor. Papie, XX iunii ad vesperum, raptim. Franciscus tuus

Lettera al Moggio (Var. 46) Modio meo exoptatissimo. F. Documento autografo di Petrarca: “Lettera al Moggio (Modius de Modiis) - Papie, XX iunii ad vesperum, raptim” con un preciso riferimento ad “Infernum /Linterno”: “aliquot dies, si dabitur, tranquillos rure acturus, cuius ethimologiam tibi committo. Ego quidem Infernum dicere solèo” (se sarà possibile, trascorrerò alcuni giorni tranquilli in campagna, di cui ti allego l’etimologia. Veramente, sono solito chiamarla Infernum). Dal codice autografo di Francesco Petrarca “PLUT.LIII,35”, Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze

6 Introduzione. Da Casa Petrarca una grande ‘rinascita’ “Mi sta a cuore rinnovare a tutti Voi Una biografia in progressivo del CSA Petrarca la mia più cordiale restauro. gratitudine. Mi sento veramente coinvolto in amicizia nella Vostra di Giuseppe Billanovich (1913-2000) Associazione che tiene viva strenuamente la memoria “...Gli uomini sono animali di Francesco Petrarca in Milano. abitudinari; e perciò si convertono Speriamo, e Ve lo auguro con tutte le con lento sforzo a nuovi pensieri e mie forze, che si riesca a rimediare alla nuove abitudini. Se per le bisnonne vergognosa ignoranza con cui la città fu “nuovissima cosa” farsi “ritrarre di Milano sta inerte nei confronti di questa, che potrebbe essere una delle in fotografia” e invece le foto sono grandi ‘rinascite’ di una Milano attenta per noi tutti fonte usuale di cari al suo grande passato culturale. ricordi e per gli scienziati strumenti Grazie ancora di cuore.” di continuo impiego, i cultori Prof. Luigi Zanzi (1938-2015) delle discipline umanistiche, se si Accademico, petrarchista, saggista storico eccettuano gli storici dell’arte, gli Touring Club Italiano, 21 aprile 2015 epigrafisti e i paleografi, ancora fanno L’accorato congedo del Prof. Luigi Zanzi delle fotografie un uso tanto parco, al CSA Petrarca, è un appello ineludi- che solo adesso, con una Mostra bile nella difesa ad oltranza dell’unica permanente “Itinerari con Francesco dimora del Poeta sopravvissuta a Mila- Petrarca” riassunti nel libro parallelo no. Il saggio “Infernum&Linterno. A “Peregrinus ubique”, si tenta di Milano rivive Casa Petrarca” aggiorna la precedente pubblicazione del 2012, costruire una biografia per immagini alla luce delle recenti scoperte archeo- di Francesco Petrarca (...) logiche nel nucleo storico di Linterno, La vita di Petrarca fu piena di episodi dimora agreste milanese di Francesco tanto attraenti quanto i suoi più bei Petrarca, dichiarata Monumento nazio- sonetti: “Io son sì stanco sotto ‘l fascio nale (DM 9.3.99) su iniziativa del com- antico/delle mie colpe...”; e già l’autore pianto Philippe Daverio. Sulla dimora del “” e della “Familiare” con petrarchesca, l’antica Infernum (toponi- la descrizione della salita al monte mo di Linterno fino al XVI sec.) esiste Ventoso, tenendo sempre gli occhi un’eccezionale quantità di fonti che CSA Petrarca ha raccolto negli anni e fissi ai posteri, cercò di modellare compendiato anche nel presente saggio la sua biografia, o almeno la sua in cui si evidenziano nuovi contributi. leggenda, sullo schema altissimo della Predominante la componente storico- biografia di sant’Agostino. scientifica; sono descritti il contesto Le vicende, molto intricate, del ambientale del Parco delle Cave (Parco Petrarca sono state ricomposte da Petrarca) e l’evoluzione del monumento biografi diligenti e intelligenti: dal nei secoli. CSA Petrarca, recente con- remoto De Sade ai recenti degnissimi cessionario della dimora petrarchesca, espone un’idea progettuale abbinata Arnaldo Foresti ed Ernst H. Wilkins. all’inderogabile restauro dello spazio: il Ma questa biografia, per nuove Museo interattivo, spazio culturale con le scoperte, si completa e si perfeziona di nuove tecnologie, in sistema con le altre anno in anno, all’esterno e all’interno, località legate a Petrarca. ‘Dulcis in fun- con novità tanto numerose e do’ alcuni significativi passi del Poeta. impressionanti quanto nemmeno Il Curatore Massimo de Rigo possono immaginare i profani...”

7 Ricordando in una lunga permanenza: di otto Giuseppe Billanovich anni. L’arcivescovo Giovanni e la nascita di Visconti, signore della città, inviso ai comuni dell’Italia settentrionale “Itinerari con Francesco e più ancora a Firenze per le sue Petrarca” mire espansionistiche, accolse di Giuseppe Frasso cortesemente il poeta, invitandolo a stabilirsi a Milano, assicurandogli “...Quella mostra poteva giovare la più completa libertà, offrendogli davvero a unire letteratura e cultura, alloggio presso la basilica di a scalzare l’immagine oleografica e Sant’Ambrogio; la vista spaziava sulle vulgata - certamente riduttiva - di mura della città, su grandi distese un Petrarca poeta innamorato che di boschi e prati, sulle Alpi che si s’avventura solitario per selve e profilavano in lontananza (...) piagge; giovava invece a disegnare Verso il 1356 si recò a Basilea sì l’immagine del poeta eccelso, e e a Praga in missione presso però dottissimo, ma anche - e forse l’imperatore Carlo IV, e si soprattutto - del grande letterato che, conquistò la stima dell’imperatrice come pochi altri, aveva contribuito, Anna, dell’arcivescovo Arnost z con la sua passione per l’antichità Pardubic e di Jan Ocko, vescovo classica, latina in particolare, a di Olomouc. Ricevette in cambiare un’epoca, guidando la quest’occasione anche il titolo di transizione dall’età gotica all’età conte palatino, cui erano legati del’umanesimo...” particolari privilegi, come nominare notai e giudici e legittimare persone di nascita illegittima. Ma, Itinerari dopo i viaggi faticosi e i colloqui con Francesco Petrarca impegnativi, c’era la tranquillità di di Giuseppe Frasso Milano dove la vita passava tra la benevolenza dei signori e il rispetto “...Dall’estate del 1351 alla del popolo, tra studi intensissimi, primavera del 1353 Francesco lontano da noie e fastidi, tra sincere Petrarca restò a Valchiusa per conversazioni di amici. (...) piccoli spostamenti ad Avignone La Mostra ha sede a brevissima e nei dintorni (...) Il soggiorno in distanza dalla casa in cui il Petrarca Provenza non soddisfaceva più trascorse i suoi anni estremi e il maturo poeta, che decise di incontrò la morte. trasferirsi definitivamente in Italia. Così il pellegrinaggio ad Arquà è Partì nel maggio del 1353, sempre un ritorno incantevole alla portando con sé i suoi libri (...) bellezza e all’arte; e, per chi non Passate le Alpi, Petrarca fece abbia mente per intenderlo, alla sosta a Milano, dove giunse saggezza.” alla metà di giugno: e con una decisione inaspettata, che suscitò (I brani sono tratti da: “Francesco lo scandalo grave di Boccaccio e Petrarca. La biografia per immagini” di altri amici, trasformò questa a cura di Giuseppe Frasso 2004, tappa “presso i tiranni lombardi” Umberto Allemandi & C. SpA, Torino) 8 Tracce di Petrarca a Milano. I luoghi della memoria. di Anna Andreoli La casa di San Simpliciano ha il vantaggio di avere un’uscita Francesco Petrarca, parlando dello di servizio posteriore, che dà stato di abbandono dei monumenti direttamente sui campi. romani, scriveva in una lettera Ma “all’avvicinarsi dell’estate” cerca a Cola di Rienzo: “Così a poco a rifugio nella Certosa di Garegnano, poco non solo i monumenti, ma le “circondata da tutte le parti da fonti e stesse rovine se ne vanno. Così si ruscelli”. “Avevo stabilito di rinserrarmi perdono testimonianze ingenti delle dentro le mura dello stesso cenobio...”, grandezze dei padri e voi ... faceste e ma ci sono i problemi dei cavalli, lasciaste che si facesse strazio della dello schiamazzo dei servi... “così ho madre comune”. preferito avere una casa vicino a loro...”. In questo passo c’è una grande Nel giugno del 1360 scrive a Moggio lezione per mantenere, da Parma per invitare Azzo da per ricordare, per “non perdere Correggio “a vivere con lui quattro le testimonianze della grandezza giorni di pace nella villa di cui dei padri”. lascio a te divinare l’etimologia: E noi allora torniamo sulle tracce di Io soglio chiamarla Infernum...” Petrarca a Milano, per ritrovarlo, per (Variae, 46). ritrovare noi stessi e la nostra storia. Bisogna ricordare che Petrarca, Petrarca arriva a Milano dalla qualche tempo prima aveva Francia nel 1353, dopo un scritto a Guido Sette come amava commosso e commovente saluto Milano e come a Milano si sentiva all’Italia, dove ormai vuole restare amato ed apprezzato; “dall’aere, come “incola perpetuus”. dalle mura, dalle pareti stesse di E anche per questo, forse, ha questa città, ancora che volessi non accettato l’invito dei Visconti, pur potrei mai distaccarmi...”. sottolineando sempre e fieramente E nel testamento del 1355 aveva la sua libertà: “Io sto con loro, ma addirittura lasciato detto di non sotto di loro...”. voler essere sepolto a Milano. All’inizio Petrarca risiede in Fu costretto ad allontanarsi da una casa vicino alla basilica di Milano a causa della peste. Sant’Ambrogio, attualmente Io credo proprio che Petrarca incorporata nel monastero delle avesse deciso di diventare “incola Orsoline in via Lanzone, perpetuus” di Milano. “una casa sul lato sud della A pensarci bene, è proprio quel chiesa..., e sull’ultimo orizzonte le “io soglio chiamarla Inferno” ... Alpi che, appena passata l’estate, “lascio a te divinare l’etimologia” biancheggiano tutte di neve” che mi porta a questa riflessione. (Petrarca, Familiari). Dice lo studioso francese In città, poi, si trasferirà a San Marc Fumaroli: “Petrarca est Simpliciano. A Milano è già l’humaniste, l’homme de lettres troppo conosciuto; quando esce européen moderne” (“dans toute di casa tutti lo salutano, molta sa liberté inquiète et sa singularité gente lo ferma per parlare con lui. courageusement acceptée”). 9 “Changeant souvent de résidence, a noi: “Infernum, Linterno appunto, il réunit chaque fois autour de lui Linterno per sempre”. des amis, des disciples. Il a sans Cicerone, uno dei grandi Maestri cesse constitué autour de lui une cui Petrarca guardava, aveva communauté fondée sur les affinités scritto, quando ventisettenne aveva de vocation et de gouts et sur l’amitié, visitato i luoghi della Scuola di “une academie”” (Marc Fumaroli, Atene, dell’Accademia di Platone: “Trois institutions littéraires”). “I luoghi hanno potere di richiamo e, In questa sua casa, che diventa non senza ragione, li si utilizzano per “sito letterario”, nasce l’umanesimo creare un’arte della memoria”. e la modernità. Alcuni luoghi petrarcheschi La riflessione sui classici, la ricerca (Arezzo, Selvapiana, Arquà e filologica diventa tutt’uno con la persino Vaucluse in Francia) ricerca profonda di se stessi. sono già diventati “luoghi della E’ questa la grande “scoperta” di memoria”, con una precisa Petrarca. Non è solo l’inseguimento funzione culturale e civile. di un parallelismo, ma la ricerca Perché proprio Milano non vuole della nostra anima più profonda, “creare un’arte della memoria”, di dal passato al futuro, senza un italiano grande, grandissimo, soluzione di continuità. che per un attimo aveva voluto Da Scipione l’Africano, a Petrarca, essere “milanese”?

Tavole delle dimore di Petrarca da “Le Rime del Petrarca” di A. Marsand Volume 2, Firenze, 1821

10 Francesco Petrarca primo umanista e poeta europeo. di Roberto Gariboldi (a) fascismo, la critica letteraria su questa scia ha continuato ad usare Un’importante conferenza è l’Alighieri come figura nazionale stata organizzata per presentare il di riferimento, dimenticando, volume edito, con il patrocinio del fra l’altro, la fortissima tensione Comune di Milano, nel 2007 dal patriottica e l’intenso amore per titolo: “Petrarca a Milano. La vita, i l’Italia che Francesco Petrarca luoghi e le opere”. portava alla sua patria. Anche uno Questo volume di 241 pagine dei padri del nostro Risorgimento raccoglie il lavoro di anni di studi e non sfuggì a questa moda: difatti convegni, a partire dal 1988, aventi nel 1827 il giovane Giuseppe come tema il periodo passato da Mazzini scrisse un lavoro su Dante Francesco Petrarca a Milano: sono in Alighieri dal titolo: “Dell’amor tutto 24 contributi e costituiscono patrio di Dante”(1). il meglio di quanto si può trovare su Naturalmente anche i programmi questo particolare argomento. scolastici, a tutti livelli, si sono Cogliendo questa felice occasione adeguati a questa linea di pensiero desidero lanciare un appello ai e, purtroppo, ancora oggi questi critici letterari e agli insegnanti programmi non sono stati di studi umanistici, invitandoli a aggiornati e la figura di Francesco ridare a questo Poeta il posto che Petrarca, e non solo, rimane gli spetta nell’empireo della nostra ingiustamente in secondo piano. cultura letteraria. Eppure il nostro poeta ha un I critici e gli insegnanti sono rimasti itinerario artistico di tutto rispetto: “dantocentrici”, ancora affascinati a 38 anni è incoronato poeta in dalla grandiosa presenza di Dante Campidoglio. Dante, anche se Alighieri, considerato troppo spesso spesso raffigurato con l’alloro, non l’unico vate di riferimento della ha ricevuto questo riconoscimento; nostra lingua e della nostra letteratura, Petrarca già in vita è riconosciuto dimenticando che proprio Francesco grande poeta e le sue opere sono Petrarca per secoli fu l’unico ricercate, ricopiate e diffuse in italiano conosciuto in tutta Europa tutta Europa. per quanto riguarda la letteratura Petrarca è riconosciuto come uomo e la poesia, da prendere sempre di cultura ed è conteso dalle varie come esempio, tanto da generare Signorie italiane, che lo vogliono anche il termine di “petrarchismo” alla loro corte; l’imperatore del come imitazione dei temi e delle Sacro Romano Impero Carlo forme poetiche del Petrarca. IV lo nomina conte palatino. La figura di è Bisognerà aspettare il XVI secolo tornata prepotentemente alla per vedere un altro artista ricevere ribalta con il romanticismo questo onore (si tratta di Tiziano, ottocentesco, la sua biografia, insignito dello stesso titolo dai contorni più drammatici e dall’imperatore Carlo V). “gotici”, è stata messa al servizio Il nostro poeta è stato il primo del Risorgimento prima e poi del umanista della storia della cultura

(a) email: [email protected] 11 europea, ha recuperato il culto di tutte, terra di tutte più bella/ degli autori della romanità cinta da due mari gemelli, celebre classica, studiandoli e facendoceli per il suo celebre giogo/veneranda conoscere, la sua biblioteca era per la gloria delle armi e delle sacre la più importante del tempo, leggi/dimora delle Muse, ricca di escludendo le raccolte monastiche o tesori e di eroi/alle cui altissime principesche. Petrarca è stato il primo imprese presiedettero insieme/l’arte intellettuale “a tempo pieno” che ha e la natura, facendoti maestra del dedicato la sua vita allo studio, alla mondo./A te ora cupidamente ritorno, ricerca, al lavoro poetico e letterario. dopo una lunga assenza/per abitarti Giuseppe Billanovich nel 1984 per sempre; tu alla mia vita stanca/ così scrive: “Fabbro del parlar concederai un grato riposo, tu mi moderno, egli entusiasmò subito gli darai infine le zolle/che bastino a amici e i discepoli che condusse, coprire le mie membra esangui. Te frastornati e lenti, fuori dalla gioioso contemplo/o Italia, dall’alto selva gotica verso le praterie del Monginevro frondoso./Le nubi umanistiche”.(2) restano alle mie spalle; un dolce La critica letteraria vento mi colpisce il viso/E l’aria mette in risalto salendo con soffi leggeri, mi si l’indubitabile fa incontro/E mi accoglie. patriottismo di Riconosco la mia patria e Dante Alighieri, gioiosamento la saluto./ dimenticandosi Salve, mia bella madre, gloria invece di Petrarca, il del mondo, salve.” quale amava l’Italia Molte altre volte Petrarca di una passione cita con infinito amore intensa, tanto da l’Italia; nelle sue rime, lasciare le sue nelle lettere e nelle altre dilette Valchiusa opere latine e volgari, ed Avignone (dove ovunque straripa questa i papi gli avevano passione per il suo paese offerto ampie natio, senza trascurare sinecure, da lui di elencarne i difetti e le rifiutate) per andare disavventure. a vivere in Italia. Il patriottismo di Petrarca Commovente è il è perciò indubitabile ed suo inno all’Italia, intenso: non ha nulla da composto in invidiare a quello di Dante occasione del suo ritorno Alighieri, il suo amore per la terra definitivo nella patria natia: italiana è sereno e senza angosce, “Salve, terra santissima, cara a cosa che gli permette di vedere e Dio, salve/terra sicuro rifugio ai analizzare anche le carenze dell’Italia buoni, terra temibile per i superbi/ e degli italiani. Della vita di Francesco terra molto più generosa di ogni Petrarca conosciamo moltissimo, altra più nobile/terra più fertile al contrario di Dante che nella sua

12 biografia ha diverse lacune; questa la natura: questo amore non si conoscenza è dovuta alla meticolosa limitava alle espressioni poetiche, attenzione che pose sempre nel ma si concretizzava in lavoro vero documentare le varie fasi della sua e proprio. Quando si stabiliva da vita: le numerose lettere e i suoi scritti qualche parte, cercava sempre una biografici ci permettono di conoscere casa che gli offrisse la possibilità praticamente tutto della sua vita, cosa di tenere un orto, difatti lasciò che ci porta ad apprezzare l’avventura la casa presso Sant’Ambrogio di una vita dedicata alla ricerca proprio perché non aveva un orto culturale ed alla scrittura. da coltivare. Nella sua “Vita del Petrarca” Nelle sue lettere spesso parla dei (pag. 298), il grande petrarchista suoi esperimenti agricoli, delle sue statunitense Ernst Wilkins così coltivazioni e della sua passione per scriveva sul legame che aveva il lavoro nell’orto; questa passione lo con la famiglia e soprattutto con completava, lo metteva in contatto gli amici: “Il tratto dominante del diretto con la natura, ricaricandolo e carattere di Petrarca fu il desiderio dandogli la forza per nuove imprese costante di amare ed essere amato, poetiche. Si può considerare come un desiderio che trovò espressione l’inventore del paesaggio come non solo nel suo amore per Laura, categoria culturale. ma anche in quello per membri della Dopo aver lasciato la Provenza, sua famiglia e, in modo ancor più a partire dal 1353, per otto anni tipico, in quello per gli amici… Mai abitò a Milano: quando vi arrivò nessun altro uomo formò e coltivò aveva 49 anni, era nel pieno una riserva più ricca di amicizia della sua maturità e per lui fu un di quella che ebbe Petrarca; mai periodo intenso; sempre il Wilkins nessun altro uomo godette di una nell’opera citata così si esprime così profonda devozione da parte circa il periodo milanese: degli amici, mai nessun altro riservò “Quello di Milano, durato otto anni, loro un così profondo attaccamento. fu il periodo più lungo passato da Sempre volle che i suoi amici fossero Petrarca in modo pressoché continuo anche amici fra loro.” nello stesso luogo, a prescindere dal Questa rete di amicizie ci ha dato periodo di residenza giovanile ad la grande messe di lettere che lui Avignone… Inoltre fu in grado di scriveva per mantenere i rapporti occuparsi costantemente dei suoi con gli amici sparsi per tutta Italia studi e dei suoi scritti. Continuò e parte dell’Europa. progressivamente ad allargare il Altra caratteristica di Petrarca era territorio già vasto della sua erudizione la curiosità; egli fu uno dei primi, se soprattutto per mezzo del frequente non il primo, a viaggiare solo per il acquisto di libri. A Milano scrisse la gusto di conoscere; ovunque andava più lunga delle sue opere, il “De rimedis lasciava testimonianze del suo utriusque fortune”; scrisse inoltre passaggio, descrivendo i suoi viaggi alcune nuove poesie e moltissime lettere nelle lettere indirizzate agli amici. e si occupò della revisione dei numerosi Petrarca amava intensamente suoi scritti in versi e in prosa, composti

13 in precedenza; fece quindi notevoli e il suo stile sono stati per secoli progressi nella preparazione delle sue oggetto di imitazione in tutta due grandi raccolte, e le Europa, dalla Polonia all’Inghilterra, Familiari.” (pag. 213) dai paesi slavi alla Spagna. Alternava al soggiorno in città Francesco Petrarca (prima presso la basilica di e la sua privata libraria sant’Ambrogio e poi presso la edichiamoci ora ad approfondire basilica di san Simpliciano), D una delle grandi passioni petrache- quello presso la sua villa di sche, l’intenso amore per i libri: campagna, chiamata “Infernum”. “Ma perché tu non mi creda libero da A Milano morì di peste nel ogni umano difetto, sappi che io sono 1362 suo figlio scapestrato dominato da una passione insaziabile,. Giovanni, così scrisse sul Codice Che fino ad oggi non ho potuto né virgiliano ora conservato presso la voluto frenare, convinto come sono Biblioteca Ambrosiana: “Il nostro che il desiderio di cose oneste non può Giovanni, nato per il tormento e essere disonesto, Vuoi tu sapere di che per il mio dolore mi ha procurato malattia si tratti? Non mi sazio mai costanti preoccupazioni finché visse di libri. Eppure, ne ho più del bisogno; e mi ha ferito con acerbo dolore ma accade dei libri come delle altre quando morì.” cose: il riuscire a fare denaro è sprone In questo volume il nostro Francesco all’avarizia. Anzi, né libri c’è qualcosa amava registrare i fatti salienti della di singolare: l’oro, l’argento, le vesti di sua vita, perciò questo Codice riveste una particolare importanza nella storia petrarchesca, in quanto ci permette di conoscere le date di morte di molti dei suoi amici e altre notizie importanti per comprendere il suo modo di vivere. Nell’anno successivo sua figlia Francesca si sposò, a 19 anni, con Francescuolo da Brossano, che Petrarca considerò sempre come un figlio, tanto da nominarlo suo esecutore testamentario. La ricchezza di documentazione che lui stesso ci ha fornito, ci permette di studiarlo al meglio, e questo ci ha permesso di conoscere una persona unica nella storia della cultura mondiale. Il nome di Petrarca è conosciuto, studiato e rispettato in tutto il mondo, molto più che in Italia; F. d’Antonio del Chierico, Petrarca nello studio la sua grande figura intellettuale (Biblioteca Trivulziana, Milano) 14 porpora, le case adorne di marmi, della cultura che eleva l’essere i campi ben coltivati, i cavalli ben umano, il codice manoscritto è la bardati, e le altre cose di questo genere chiave che gli permette di entrare danno un piacere muto e superficiale; i nelle sacre sale della cultura e da qui libri dilettano nel fondo dell’animo, attingere il sapere da trasmettere parlano con noi, ci consigliano agli amici e ai posteri. e con noi si uniscono con viva e Eredita l’amore per i libri in parte vivace familiarità; né solamente dal padre : anche ciascuno di essi penetra nell’animo lui amava raccogliere libri e il del lettore, ma suggerisce il nome primissimo nucleo della biblioteca di altri; e l’uno gli dà il desiderio proviene dall’eredità paterna. dell’altro… E tu, se davvero mi Per Petrarca ogni occasione era vuoi bene, a qualcuno dei tuoi colti buona per incrementare la sua amici dà quest’incarico; che vadano raccolta, ogni viaggio era propizio in cerca per la Toscana, frughino per una ricerca affannosa di negli scaffali de’ religiosi e degli altri codici antichi, ogni lettera era una uomini studiosi, se possa uscirne richiesta di libri, ogni incontro era fuori qualcosa che valga non so se l’occasione per parlare di libri. ad acquietare o ad acuire la mia sete. Vale la pena citare un aneddoto Del resto, sebbene non ti sia ignoto sulla sua passione per i libri: il suo in quali luoghi io soglia pescare o in amico (4) quali boschetti uccellare, tuttavia, lo convinse a consegnargli, per perché tu non t’inganni, aggiungo dieci giorni, la chiave dell’“armario” qui separatamente la nota di quel dove conservava il suoi codici, per che maggiormente desidero; e perché vedere se riusciva a resistere per tu vi metta più impegno, sappi ch’io questi giorni senza leggere. ho fatto la stessa preghiera ad altri Al secondo giorno già accusava amici in Inghilterra, in Francia, in mal di testa, il terzo giorno un Spagna. Fa’ dunque in modo che attacco febbrile, e così il suo amico tu non sembri per amicizia e buona Philippe è costretto a restituirgli le volontà inferiore ad altri; e sta’ bene.” (3) chiavi anzitempo. Con questa dichiarazione Nelle lettere delle Familiari e Francesco Petrarca si pone senza delle Senili spesso si tocca questo dubbio come il patrono laico dei argomento; a titolo di esempio bibliofili e bibliomani; le parole cito alcuni brani tratti solo dalle che abbiamo appena ascoltato, Familiari: di Giovanni dell’Incisa indirizzate al suo amico Giovanni abbiamo già parlato all’inizio. dell’Incisa, sono l’autoritratto In una lettera a Dionigi di San del Petrarca innamorato dei libri, Sepolcro così scrive (5): “Mi venne ma non di un amore egoista ed in mente di consultare le Confessioni esclusivo, legato unicamente al di Agostino, dono della tua amicizia, semplice possesso, ma di un amore libro che, in memoria dell’autore e del che vede nel libro lo strumento per donatore, porto sempre con me e sempre apprendere e crescere. Petrarca vede ho tra mano, libretto di piccola mole, in questo oggetto l’arma invincibile ma pieno di dolcezza.” (6) 15 In una lettera a suo fratello sempre a mano, io l’avevo collocato, Gherardo(7) scrive: “Ti mando come tu vedesti, sulla porta della con questa lettera il libro delle mia biblioteca, appoggiato allo stipite. Confessioni di Agostino che ti avevo Mentre un giorno, pensando ad altro, promesso.” (8) In un’altra al suo caro accadde che inavvertitamente con un amico Boccaccio (9): “Mi hai riempito lembo della mia tunica spinsi il libro, di gioia col tuo dono bello e grande, e questo, cadendo, mi percosse con lieve ormai, io potrò più sicuro navigare colpo la gamba sinistra….ma sebbene pel mare davidico….A questo dono per i replicati urti nel medesimo punto della tua amicizia accrescono valore, la pelle si fosse lacerata formando oltre la mole di cui parlo, l’eleganza un’ulcera non disprezzabile, io non me del volume, la bellezza della scrittura ne curai…” (18) antica e la sobrietà degli ornamenti.”(10) Si tratta di esempi scelti a caso fra A Lapo di Castiglioncello(11): i numerosissimi che si potrebbero “Ho ricevuto, col resto, anche la scegliere, come si può constatare Miloniana di Cicerone; e ti ringrazio. l’oggetto “libro” è frutto di scambi, Non ora per la prima volta che tu mi di affannose ricerche, di prestiti a dai prova della tua cortesia, lo farò fine di copia, di doni, è un universo copiare e te lo rimanderò.”(12) che coinvolge tutti i suoi amici o A Nicola Sigerio(13): “Poiché dall’Estremo interlocutori, e ci fa capire come il dell’Europa tu mi inviasti un dono, libro fosse considerato veramente un di cui altro non poteva essere né di te oggetto prezioso, da trattare con la più degno, né a me più gradito, né in massima considerazione e rispetto. se stesso più nobile.” (14) A Giovanni Bisogna tenere presente che non si da Certaldo, cioè il suo amato parla di libri nel senso moderno del Boccaccio: “La tua cortesia soprafà termine: produrre un libro, prima la mia penna; ché prima io sarò dell’invenzione della stampa, era stanco dei favori che tu di elargirmeli. un’opera impegnativa e costosa; Ecco che io ricevo ancora da te bisognava procurarsi il materiale, il un libro di operette belle e rare di copista, tanto tempo e disponibilità Varrone e Cicerone… cresce valore al economica. Anche se in altre epoche volume l’esser scritto di tua mano.”(15) storiche sono stati usati diversi In un’altra lettera allo stesso materiali come base della scrittura, destinatario: “Ho ricevuto i libri che all’epoca di Petrarca il materiale mi hai donato e quelli che mi hai allora più in uso era la pergamena rimandato”. (16) ed è opportuno parlarne. Questa è Curioso il caso, riguardante un una superficie sottile ottenuta dalla voluminoso codice contenente pelle di determinati animali, trattata scritti di Cicerone, raccontato in modo da renderla liscia, uniforme in una lettera indirizzata a Neri e bianca. La pelle trattata, a fine Morando da Forlì (17) : “Io posseggo lavorazione ha una forma irregolare, un grosso volume delle sue epistole, motivo per cui i fogli andavano che, essendo l’esemplare difficile ai “ritagliati” secondo la misura copisti, copiai di mia mano mentre desiderata, cosa che comportava una ero malato. Questo libro, per averlo certa quantità di scarti.

16 La parte esterna della pelle, lato pelo, appuntita, e successivamente la rimane sempre un po’ più scura e penna animale; l’inchiostro lavabile, un po’ più ispida della parte interna, a base di gomma o di sostanze lato carne, e passando leggermente acide, che intacca leggermente la la mano in contropelo si può ancora superficie; il calamaio per contenere avvertire una certa ruvidità. La parte l’inchiostro, il Regolo, (antenato del migliore per la scrittura è il lato nostro righello), la pietra pomice per più liscio, quello interno, e infatti grattare e cancellare gli errori. negli atti su un solo foglio il testo si La copiatura era fatta su ordinazione: trovava protetto all’interno sul lato a volte chi richiedeva la copia forniva carne, mentre il lato pelo rimaneva anche il testo da copiare, altre volte all’esterno e qualche volta veniva era il copista stesso che doveva usato per scrivervi una specie di titolo rintracciare un esemplare dell’opera che segnalava al lettore l’argomento richiesta, quindi riprodurlo. dell’atto, evitandogli di dover A copia finita, il testo passava nelle aprire ogni volta il documento per mani del decoratore (miniatore) che conoscerne il contenuto. provvedeva a realizzare le iniziali L’uso di codici in forma di libro ornate con disegni che spesso si permette anche di delimitare richiamavano al contenuto del testo con precisione i bordi del foglio, stesso. Poi venivano realizzati in individuando la zona in cui è rosso i titoli dell’opera, dei capitoli e possibile scrivere. La rigatura di le altre iniziali. Il testo ormai finito preparazione veniva fatta a secco (col era mondato da eventuali errori e pennino asciutto), a piombo (con una finalmente rilegato. punta di piombo) o con inchiostro Prima di iniziare la copia, si molto diluito. Il copista non scriveva realizzavano fascicoletti di quattro- le iniziali dei capitoli né le iniziali cinque fogli (otto-dieci carte), poi ornate, ma si limitava a tracciare dei si eseguiva la copia e infine li si sottilissimi caratteri (lettere guida) “legava” nel vero senso della parola. che indicavano al decoratore le lettere I fascicoletti venivano impilati e da realizzare in quel punto. sul loro dorso si incidevano alcune Il lavoro di scrittura poteva iniziare piccole fessure a “V”. solo dopo la fascicolatura. Poi li si poneva su un particolare Se si trattava della composizione telaio che metteva in tensione i di un’opera nuova, l’autore dettava tendini animali. Si infilavano nelle ad un suo assistente, il quale fessure e si cucivano i fascicoli ai provvedeva a scrivere. tendini con ago e filo di cotone. L’autore non li scriveva quasi mai di Una volta legati tutti i fascicoli si suo pugno: per questo motivo non annodavano i tendini e si applicava si trovano autografi di alcuni testi il piatto, cioè una tavoletta che antichi. L’uso di scrivere di propria serviva a tenere rigida la copertina. mano le opere letterarie inizia solo Nella legatura antica questa era col XII secolo. Come abbiamo visto, i fatta da tavolette di legno ricoperte materiali usati, oltre alla pergamena, di cuoio o stoffa: i fermagli erano il calamo, una cannuccia metallici per tenere chiuso il

17 codice, a volte la copertina era di Garegnano fu solo un luogo di impreziosita con pietre preziose, passaggio, anche se da lui molto cammei e smalti. amato, e proprio per questa ragione Questo importante lavoro di l’unica dimora sopravvissuta ai nostri copiatura, per secoli è stato svolto giorni merita di essere valorizzata in nei monasteri. Soltanto dal XIII questo senso: gli spazi non mancano secolo, al sorgere delle università, e l’ambiente naturale si presta a si organizzò il lavoro di copiatura questa destinazione. Speriamo che le e sorsero delle imprese che istituzioni recepiscano questo invito, eseguivano la copia in serie: un libro dando agli studiosi e ai cittadini uno era composto di fascicoli, e invece spazio dedicato a questo grande di un solo copista che copiasse tutti personaggio italiano. i fascicoli ogni impresa disponeva Nonostante gli impegni istituzionali di molti copisti che eseguivano, che gli erano richiesti, il periodo ciascuno, la copia di un fascicolo milanese di Petrarca è uno dei più accorciando in tal modo i tempi fecondi dal punto di vista letterario: complessivi di produzione. qui scrisse o portò a termine, fra L’impresa faceva capo a un libraio l’altro, i De remediis utriusque autorizzato dall’Università. fortunae e i Triumphi. Petrarca non si separava mai dai Nel 1362, incalzato dalla pestilenza, suoi libri. Nei suoi spostamenti, che lo privò del figlio Giovanni, con lui c’era sempre una tornò a Padova e di là a Venezia, processione di muli carichi della dove la Serenissima gli concesse sua preziosa biblioteca. Appena una casa sulla Riva degli Schiavoni. decise di stabilirsi a Milano e poi Qui si fece raggiungere dalla figlia per sempre in Italia, si preoccupò Francesca e dal marito, Francescuolo di far arrivare parte della sua da Brossano, con i quali nel 1370 si libreria da Valchiusa, in seguito ritirò in una villetta ad Arquà sui colli fece arrivare il resto rimasto in Euganei, ove soggiornò di preferenza Francia. Viene così naturale pensare negli ultimi anni della sua vita. Superata una sincope che nel 1370 che anche la Cascina Linterno l’aveva colto a Ferrara, continuò a abbia ospitato a suo tempo i scrivere indefessamente, fino alla preziosi volumi di Petrarca: perché morte, sempre nel 1370 a Padova allora non pensare che questo aveva dettato il suo testamento. spazio che conserva, tuttora, il fascino di questa grandiosa presenza, possa tornare ad ospitare una Biblioteca del Poeta diventando una sorta di punto di riferimento degli studi petrarcheschi a Milano. (19) Non si capisce come mai gli anni trascorsi a Milano da questo poeta siano così trascurati. I luoghi dove visse a Milano non sono arrivati sino a noi: Sant’Ambrogio e San Simpliciano Casa Petrarca ad Arquà, con affreschi del XVI sec. non conservano più nulla, la Certosa Fonte: Comune di Padova, Assessorato alla Cultura 18 Muore come sempre aveva desiderato, nel suo studio in mezzo ai libri, nella notte fra il 18 e il 19 luglio del 1374. Dopo la sua morte, uno dei suoi seguaci, Lombardo della Seta, Codice autografo di Petrarca del Canzoniere completò l’Epitome e il Compendium Codice Vat. Lat. 3195, Biblioteca Apostolica Vaticana del De viris illustribus e fece allestire molti codici delle opere del maestro, “Chi non ha veduto un autografo che da Padova furono largamente del Petrarca, non sa che sia scrittura: diffusi in Italia e in Europa. Chiarezza, fermezza, imperturbabile Dei libri posseduti da Petrarca, e di regolarità, e in ogni riga e in ogni quelli preparati da Lombardo, una schiera di righe quella volontà che, parte cospicua arricchì la biblioteca versi o prosa, anche l’apparenza delle del signore di Padova, Francesco da parole sia compatta e incrollabile Carrara, che nel 1388 passò a quella come la loro sostanza. E’ la dichia- di Pavia (dei Visconti, poi degli razione di quello che nella vita il Sforza), e infine a quella del re di Petrarca si proponeva di essere, anche Francia Luigi XII, confluita ora nella se non vi riusciva sempre, perché è Biblioteca Nazionale di Parigi.(20) più facile alla fine dominare la mano Per fortuna altri libri appartenuti sulla penna che nell’azione dell’animo.”. a Petrarca seguirono vie diverse, La biblioteca petrarchesca arrivò a ricercati dovunque da umanisti ed superare i trecento volumi, il che non ammiratori del Poeta. Alcuni libri vuol dire trecento titoli, in quanto i erano stati scritti o commentati codici manoscritti contenevano più direttamente da Petrarca. Gli opere, diventando spesso delle vere affascinanti Codici con postille e proprie miscellanee. Non scrisse petrarchesche sono fonte mai un vero catalogo dei libri in inesauribile di spunti intellettuali e ci suo possesso; in diverse sue lettere fanno scoprire l’immensità culturale elenca opere di autori classici, ma degli interessi dell’autore. non si riesce a capire se si tratta di Di Petrarca si possiedono numerosi libri effettivamente posseduti oppure autografi (a cominciare dal codice di volumi desiderati: questa lacuna dei Rerum vulgarium fragmenta, ha reso difficile rintracciare con manoscritto Vaticano Latino 3195, precisione i Codici appartenutigli. scritto da lui personalmente e in Cosciente dell’importanza culturale parte sotto la sua sorveglianza), dei suoi libri, il Petrarca si cominciò i quali consentono di seguire a preoccuparsi per la sorte “post l’evoluzione della sua scrittura, nei mortem” della sua biblioteca. testi e nelle glosse, che prepara da Scrivendo al Boccaccio nella lontano la “Libraria” umanistica, ora primavera del 1362, gli manifestava detta “semigotica”. il desiderio di individuare un “Luogo La scrittura di Petrarca arrivò ad entu- pio” dove potesse, mantenendosi siasmare anche i nostri contemporanei; integra, continuare a svolgere la così scrive nel 1931 Ugo Ojetti (21): sua funzione di stimolo per gli 19 studiosi futuri. Quando, pochi impregnata di aristotelismo mesi dopo, si trasferì a Venezia, scolastico (come prova lo scontro propose al governo lagunare la con i quattro aristotelici che donazione della biblioteca dopo la originò il De sui ipsium et multorum propria morte, perché diventasse ignorantia). Né la Repubblica a tempo debito il nucleo di una protestò, per quella che dal punto pubblica libreria e ottenere in di vista legale avrebbe dovuto essere cambio la concessione vitalizia di pur sempre la compensazione per un asilo conveniente per sé e per l’ospitalità almeno in parte ricevuta. i propri libri. Non può sfuggire la Ritornata allo status di patrimonio portata del progetto, consistente personale, l’eccelsa biblioteca del nell’individuare, non un organismo Petrarca, neanche nominata nel ecclesiastico o un fondo signorile, suo testamento, finirà affidata alle ma una pubblica istituzione cure del genero Francescuolo da laica come custode del proprio Brossano, come un oggetto fra tanti. patrimonio librario. Venezia aveva Francesco Petrarca stese il suo inoltre il vantaggio, agli occhi del testamento il 4 aprile 1370, dopo poeta, di una sicurezza interna aver raccomandato la propria maggiore di quella degli altri stati anima a Dio; il Poeta si occupa italiani; da parte sua, il Senato della questione della sepoltura da dovette intravedere i benefici di dare al suo corpo, ed elenca sette politica culturale e di prestigio che località: Padova, Arquà, Venezia, potevano venire alla Repubblica Milano, Pavia, Roma e Parma e per dalla transazione. Con la ognuna di esse indica la chiesa nella mediazione dell’amico Beninendi quale o presso la quale desidera di Ravagnani (cui il poeta scriveva essere seppellito. Elenca alcuni il 28 agosto 1362 la Varia 43, in lasciti destinati a suo fratello e agli cui sottolineava il valore storico amici, con le donazioni da fare dell’evento); il Maggior Consiglio alla sua morte: la sua splendida deliberava positivamente il 4 Madonna di Giotto («la cui bellezza settembre dello stesso anno: «si gli ignoranti non comprendono, ma accetti la sua donazione secondo i maestri la trovano stupenda») a la formula della cedula scritta di Francesco da Carrara; cavalli e suo pugno e riportata sotto [...]». una coppa d’argento al fido Tullio Qualcosa, tuttavia, non dovette Lombardo; a Tommaso Bombasi funzionare, pur essendosi il Petrarca il suo liuto, da suonare «non per la effettivamente trasferito a Venezia vanità del mondo, ma a lode eterna già una settimana dopo la delibera di Dio»; a , del Consiglio. Sulla scelta di memore delle sue ristrettezze recedere dalla decisione influì forse economiche, cinquanta fiorini un ripensamento sulle effettive d’oro per comprarsi una veste capacità di comprensione degli invernale con cui affrontare le ambienti intellettuali e sociali cui veglie di studio, con altri lasciti al aveva rivolto il suo messaggio; la fratello Gherardo e alla servitù. natura cioè della cultura veneziana, Tutto il resto andrà a Francescuolo

20 da Brossano: «Non solum ut heredem, questo «bonario e incolto» ufficiale sed ut filium carissimum» (“Non dell’amministrazione carrarese, solo come erede, ma come figlio che si trovò a gestire la prestigiosa dilettissimo”). L’unica cosa di biblioteca del Petrarca, una parte cui non si fa parola, particolare della quale passò subito al castello veramente curioso, è la sua dei Da Carrara, ma il resto, tra cui splendida biblioteca. gli autografi, rimase in possesso Di famiglia milanese, Francescuolo del Brossano, che partecipò quindi nacque nella capitale lombarda all’opera di diffusione degli scritti in data imprecisata. Nel 1361 del Petrarca. A Francescuolo sposò Francesca, figlia naturale si dovevano rivolgere amici e del Petrarca, nata nel 1343 da una ammiratori che volessero trarre donna sconosciuta. Avveduto uomo copie o anche solo leggere opere d’affari, marito e padre affettuoso, del poeta. Egli ebbe cura di questo fu caro al poeta; il Boccaccio patrimonio, ma alla sua morte la così dice di lui in una lettera del biblioteca soffrì la dispersione. 1367: «Pergrandem hominis formam Dopo la morte del Petrarca la vita [miratus sum], placidam faciem, del Brossano e famiglia si svolse composita verba, mitesque mores» (“la prevalentemente tra Padova e statura assai grande, l’aspetto placido, Treviso. Morì nel 1405. l’atteggiamento mite”). Si trasferirono Di molti poeti, per esempio Dante a Venezia presso il Petrarca nel Alighieri, non abbiamo nemmeno 1363. Il Brossano si allontanava un autografo, eccezionalmente spesso da Venezia per affari: nel fortunata invece la situazione maggio 1367 era a Pavia e vi per Petrarca. Di lui abbiamo a accoglieva, nella casa del Petrarca, disposizione, in un codice da il giovane discepolo Giovanni lui approvato, e in parte scritto, Malpaghini, deluso e pentito di un nientemeno che il Canzoniere, che velleitario tentativo d’indipendenza; intitolò in latino, Rerum vulgarium poco dopo, ripartendo di nuovo da fragmenta. Negli stessi anni, non Venezia, s’incontrava col Boccaccio, è da meno il Boccaccio, grande che vi giungeva sebbene ne sapesse copista oltre che scrittore. Ci ha assente il Petrarca. Il Boccaccio ci lasciato, di sua mano, il Decameron, descrive le affettuose accoglienze il Teseida e altri suoi scritti. Tutte di Francesca e della figlia Eletta. opere di cui abbiamo dunque un Alla fine del 1367, il Brossano testo sicuro, da leggere o studiare si trasferisce con la famiglia a senza incertezze. Comunque il Pavia. Nel 1372 si riuniscono al Petrarca, che possedeva molti e Petrarca ad Arquà: qui e a Padova importanti codici latini, conservava trascorrono assieme gli ultimi anni anche con gelosa cura i propri, di vita del poeta, circondandolo persino le prime stesure del con tutto l’affetto familiare. Il Canzoniere, giunte parzialmente testamento petrarchesco del sino a noi insieme con la raccolta 1370 istituiva Francescuolo erede definitiva. Gli studiosi possono universale. Di qui l’importanza di seguire le fasi d’elaborazione di

21 molti componimenti, di stesura in conservato gelosamente dagli stesura: una storia di perfezione. eredi, finì nelle mani sapienti di Il Canzoniere è un magnifico Pietro Bembo. Su quel codice, del manoscritto di pergamena di resto, Bembo si era già fondato, nel settantadue fogli (144 pagine), più 1501, per pubblicare, presso Aldo fogli di guardia ed indici. Manuzio, il capolavoro petrarchesco, Fu trascritto in parte, fra il 1366 e indicandolo nelle “Prose della volgar il 1367, da Giovanni Malpaghini, lingua” (1525) come modello della discepolo e copista di Petrarca. lingua italiana, ed esaminandone Poi successe qualcosa che non l’irraggiungibile qualità stilistica. sappiamo: il Malpaghini si licenziò, Acquistato poi da un altro erudito, lasciando Petrarca a lamentarsi del Fulvio Orsini, fu lasciato alla tradimento con gli amici; tornò Biblioteca Vaticana, che tuttora ospita ancora per un breve periodo, ma si il cimelio. Ma alla Vaticana, sembra dedicò ad altro. Fu allora Petrarca incredibile, il codice giacque a lungo stesso a copiare lentamente in bella dimenticato dagli studiosi, sinché nel il resto del Canzoniere, proseguendo 1886 due filologi, Pierre de Nolhac e sino alla morte, nel 1374. Neanche Arthur Pakscher, lo riscoprirono e lo il cuore più duro può resistere all’ fecero conoscere al mondo. emozione leggendo, nella scrittura Uno dei codici più amati da Petrarca del poeta, sonetti come quelli dell’ fu il Virgilio, manoscritto S.P. 10/27 «aura», e canzoni come «Standomi della Biblioteca Ambrosiana di un giorno solo a la fenestra» o Milano. Qui Petrarca riunì l’opera «Vergine bella». Il codice è di una maggiore di Virgilio: Bucoliche (cc. rara perfezione. Ornato solo da 2r-16v), Georgiche (cc. 16v-52r), due piccole miniature, all’inizio di Eneide (cc. 52r-233r), con il ognuna delle sue parti, prosegue con commento canonico di Servio; scrittura calligrafica, impeccabile, l’Achilleide di Stazio (233v-248v), inserendo tra i sonetti, che hanno con commento; quattro odi di iniziali alternate blu e rosse, le Orazio (II, 3, 10, 16 e IV, 7) “con altre forme metriche, soprattutto scoli” (249r-250v); due commenti al canzoni. I sonetti costituiscono terzo libro dell’”Ars maior” di Donato blocchi di sette righe (due versi (251r-269v). La varietà e la qualità per riga), quattro per ogni facciata: dei testi (si pensi alle Odi di Orazio, un’armoniosa architettura, da quasi sconosciute a quel tempo), far invidia ai migliori tipografi. nonché i numerosi interventi di L’occhio gioisce prima ancora di restauro condotti sul testo virgiliano leggere. Quando ci sono canzoni, rivelano il precoce genio del Petrarca. la geometria diventa più mossa Per allestire il volume Francesco e e ariosa. Minimi cambiamenti di Petracco (22) impiegarono un solo calligrafia o d’ inchiostro sono segni copista. Un italiano, anzi, per intima delle soste e dei riposi durante esigenza di Francesco e anche di la trascrizione, la quale, come Petracco, italiano del centro, che s’è visto, occupò quasi otto anni. quindi seppe mantenere un’ortografia Il manoscritto del Canzoniere, pulita e sufficientemente omogenea. 22 È un professionista toscano, che per della Biblioteca stessa. realizzare l’opera dovette ricorrere Concludo queste note sulla a una grande quantità di esemplari, “Libraria” petrarchesca con un poiché le copie da cui sono tratti i episodio legato al suo carissimo testi variano da un’opera all’altra. amico Giovanni Boccaccio. L’operazione dovette avvenire Il monaco certosino Pietro Petroni, durante la breve permanenza famoso ai suoi tempi per la suo avignonese del 1325, poiché l’anno intensa spiritualità e per le sue successivo, tornando definitivamente visioni, mandò un incaricato da da Bologna per la morte del Boccaccio per invitarlo a cambiare padre, il Petrarca non ritroverà il vita e dedicarsi alle buone opere in volume, sottrattogli dagli esecutori attesa della morte che considerava testamentari, come lui stesso nota prossima. Giovanni Boccaccio sul foglio di guardia del codice, rimase assai colpito da questo recuperato molti anni dopo: “Liber invito e ne scrisse preoccupato al hic furto michi subreptus fuerat anno suo amico Francesco Petrarca, la Domini M° CCCc XXVI in Kalendis riposta non si fece attendere, è una Novembris ac deinde restitutus anno lunga lettera, molto bella, sentita e M° IIIc XXXVIII° die xvii Aprilis piena di partecipazione. apud Avinionem” (“Questo libro mi Gli elenca pronostici mai avveratisi, era stato rubato il primo novembre del invitandolo a pendere quello che lo 1326 e mi fu poi restituito il diciassette riguarda con la serenità che si deve aprile del 1338 presso Avignone”). avere nei vari passaggi della vita e Fu questo forse il libro più caro al soprattutto dicendogli che non vale poeta: qui appose la nota con la la pena di sospendere gli studi, in data di morte di Laura nel 1348, e quanto non sono d’ostacolo alla quelle del figlio Giovanni (1361) e salvezza dell’anima. Fra le altre cose degli amici più cari; su questo libro Boccaccio gli proponeva l’acquisto continuò a studiare Virgilio per della sua biblioteca; questo invito non tutta la vita, come testimoniano le sfugge certo all’amico bibliofilo, numerosissime postille databili a che così gli risponde: “E sebbene epoche diverse della sua esistenza. mi sembra di star per comprare Alla sua morte il codice, miniato nel qualcosa che è già mio, non vorrei suo primo foglio da , mai che i libri di tanto uomo vadano fu ereditato dal suo protettore dispersi o, come accade, violati da Francesco da Carrara, per poi passare mani profane. Come dunque, anche nella biblioteca dei Visconti a se in due corpi diversi, noi siamo stati Pavia, dove lo sfogliarono molti un animo solo, così iddio esaudisca dei maggiori umanisti, da Pier questo mio voto: che dopo di noi, Candido Decembrio a Girolamo questo patrimonio dei nostri studi, Squarciafico, per giungere possa approdare, indiviso e in un infine, dopo molte vicissitudini medesimo tempo, in qualche luogo all’Ambrosiana di Milano, santo, devoto e memore per sempre acquistato nel 1600 per conto del di noi. Così infatti ho stabilito da cardinale Borromeo, fondatore quando è morto colui che avevo

23 sperato potesse essere il continuatore dei suoi ultimi anni; per gli onori che dei miei studi. Quanto poi al fissare ricevette e gli antagonismi che suscitò; il prezzo dei tuoi libri, come mi offri con per la fedeltà agli studi e all’attività la tua indulgenza, non conoscendone letteraria, che furono la sua più con esattezza titoli, numeri e valore, non importante occupazione; e soprattutto lo posso fare. Mandamene per lettera per la ricca varietà, la sentita lealtà, la un elenco, ma a questa condizione; che costante devozione delle sue amicizie. quando riterrai di venire a trascorrere Egli è anche grande - grazie soprattutto con me quel poco di vita che ci rimane alle centinaia di lettere e alle note scritte – cosa che io ho sempre desiderato e sui margini dei suoi libri, che sono che mi è parso che tu mi abbia qualche state con tanta devozione studiate - volta promesso – tu li possa trovare così per il fatto che noi conosciamo le sue uniti con quei miei libri che ho messo esperienze di vita con molto maggiore insieme, e che non sono meno tuoi che profondità che non quelle di qualsiasi miei, da capire che nulla ti è stato tolto, altro essere umano vissuto prima di ma che qualcosa hai guadagnato.” lui.”(23) Queste righe ci donano un Per concludere vorrei citare ancora ritratto sintetico, ma estremamente una passo della biografia petrarchesca efficace di questo gigante della del Wilkins, nella Prefazione così cultura mondiale. Noi milanesi scrive (pag. 3): “Francesco Petrarca dobbiamo essere orgogliosi di fu l’uomo più grande del suo tempo; averlo ospitato per otto anni e ed è uno degli uomini più grandi di dobbiamo sforzarci di coltivare la tutti i tempi. Fu ed è grande la sua sua memoria, valorizzando i luoghi consapevolezza con cui partecipò sullo ove ancora il suo spirito passeggia. sfondo ampio di tutto un continente, Forse è il momento di uscire dalla al dramma della vita europea allora sterile abitudine italica di ragionare in atto; per la consapevolezza che ebbe per figure contrapposte. dei tempi passati e dei tempi a venire; Non esiste la questione Dante per l’ampiezza e la varietà dei suoi contro Petrarca, ma bisogna interessi (egli fu, fra le molte altre cose, imparare a valorizzare tutti i nostri giardiniere, pescatore e liutista); per tesori, che sono immensi. l’elevata perfezione dei suoi scritti; per È assurdo e illogico mettere in la fede che ebbe costantemente in Roma competizione questi due numi come capitale legittima di un mondo tutelari della nostra cultura, ciascuno unificato, governato politicamente con una sua storia personale, dall’imperatore e spiritualmente dal ciascuno con una sua caratteristica papa; per la precocità della sua attività artistica, ambedue gemme di filologo e la coraggiosa operosità luminose della cultura mondiale. Note 1 Il lavoro di Mazzini rimase inedito sino al 1837 Canzoniere - Trionfi - Familiarum Rerum Libri, Fi- renze, 1992. Frà Giovanni Anchiseo dell’Incisa era quando venne pubblicato a cura di Nicolò Tommaseo. frate domenicano, maestro di sacra teologia e prio- 2 Giuseppe Billanovich,“Tito Livio, Petrarca, Boc- re del convento di San Marco a Firenze. caccio-Il Boccaccio tra latino e volgare”, Ed. Archivio 4 Philippe de Cabassoles fu vescovo di Cavaillon Storico Ticinese, Bellinzona, 1984. dal 1334, legato pontificio in Germania nel 1352 3 Francesco Petrarca, Familiari, III, 19, il testo di e 1357, patriarca di Gerusalemme nel 1361, ven- riferimento dal quale sono tratte le citazioni del- ne nominato cardinale da papa Urbano V, quindi le Familiari inserite nel testo è: Francesco Petrarca, governatore dell’Umbria. Morì a Perugia nel 1372.

24 5 Dionigi Roberti da Borgo San Sepolcro, mo- questo mio desiderio perché sarebbe un vero pec- naco agostiniano, insegnò teologia a Parigi. Gra- cato, un insulto alla nostra tradizione culturale, se la zie all’interessamento di re Roberto d’Angiò, medievale Cascina Linterno dovesse scomparire a nel 1339 divenne vescovo di Monopoli, morì causa di ignobili speculazioni edilizie: a Fontaine- nel 1342. de-Vaucluse non ci si è preoccupati se “la casa 6 Francesco Petrarca, Familiari, IV, 1. di Petrarca” sia effettivamente quella abitata dal Poeta. Ai francesi quella costruzione serve come 7 Gherardo o Gerardo, fratello minore di France- spunto per commemorare e valorizzare il Cantore sco, nasce nel 1307, studia a Bologna con il fratello, di Laura che considerano come un loro concitta- nel 1343 entra nella Certosa di Montrieux come dino. Una città di grandi tradizioni culturali come monaco certosino. Milano, invece, ignora l’esistenza di un monumen- 8 Francesco Petrarca, Familiari, XVIII, 5. to nazionale che fu certamente abitato da questo 9 Nelle lettere di Petrarca chiamato Giovanni personaggio: una delle glorie della poesia italiana. da Certaldo. Lo trovo veramente sconcertante. 10 Francesco Petrarca, Familiari, XVIII, 3. Qui Pe- 20 È curioso rilevare come i due grandi trasferi- trarca ringrazia l’amico Boccaccio per il dono di un menti della biblioteca petrarchesca siano avvenuti codice contenente i Salmi. in seguito ad azioni militari: nel 1388 Gian Galeaz- zo Visconti conquista Padova e trasferisce la biblio- 11 Lapo di Castiglioncello o Castiglionchio, op- teca dei Da Carrara al Castello di Pavia; Luigi XII re pure Giacomo da Firenze, fu docente di diritto ca- di Francia nel 1499 conquista il Ducato di Milano e nonico a Firenze e Padova, morì nel 1381. trasferisce la biblioteca viscontea a Parigi. 12 Francesco Petrarca, Familiari, VII, 16. 21 Ugo Ojetti (Roma 1871-Firenze 1946) scrit- 13 Nicola Sigerio o Sygeros era un dignitario tore e critico d’arte, dal 1923 al 1939 pubblicò bizantino, che gli invia un codice in greco con le sette volumi intitolati “Cose viste”, si tratta di una opere di Omero. raccolta di articoli pubblicati per il “Corriere della 14 Francesco Petrarca, Familiari, XVIII, 2. Sera”, furono riediti integralmente da Mondadori 15 Francesco Petrarca, Familiari, XVIII, 4. nel 1960, da questa edizione è tratta la citazione sopra riportata. 16 Francesco Petrarca, Familiari, XVIII, 15. 22 Ser Petracco dell’Incisa (1267-1326), padre 17 Neri Morando da Forlì era un funzionario del- di Francesco Petrarca e amico di Dante Alighie- la cancelleria della Repubblica di Venezia. ri, fu esiliato dalla Repubblica di Firenze, visse 18 Francesco Petrarca, Familiari, XXI, 10. per qualche tempo ad Arezzo, dove nacque il 19 Posso capire che in un saggio esprimere opi- figlio Francesco; quindi si trasferì ad Avignone nioni personali possa essere considerato non orto- esercitando la professione notarile. dosso, ma ho voluto inserire questa mia opinione e 23 Francesco Petrarca, Le Senili, I, 5, Roma, 1993. Riferimenti bibliografici La bibliografia petrarchesca è sconfinata: da sette secoli incessantemente si scrive di lui, perciò dare un rendiconto sulla vastissima produzione di studi sull’opera e la vita del nostro poeta è estremamente complicato. Mi limito a segnalare alcuni testi recenti o di particolare importanza: Berté Monica, “Intendami chi può”. Il sogno del Petrarca nazionale nelle ricorrenze dall’unità d’Italia ad oggi. Luoghi, tempi e forme di un culto, Ed. dell’Altana, Roma, 2004 Billanovich Giuseppe, “Petrarca letterato-Lo scrittoio del Petrarca”, Antenore, Padova, 1995 Boccaccio Giovanni, “Vita di Petrarca”, Salerno Ed., Roma, 2004 Cavalieri Raffaella, “Petrarca il viaggiatore,” Robin Ed., Roma, 2007 Cerchi Paolo, Verso la chiusura. Saggio sul “Canzoniere” di Petrarca, Il Mulino, Bologna, 2008 Cossutta Fabio a cura, “Ruolo e mito del Petrarca nelle lettere italiane”, Carabba, Lanciano, 2006 De Rigo Massimo e AA. VV., “La Solitudine di Linterno”, Milano, 2004 Dotti Ugo, “Petrarca a Parma”, Diabasis Ed., Reggio Emilia, 2006 Dotti Ugo, “Petrarca civile. Alle origini dell’intellettuale moderno”, Donzelli, Roma, 2001 Dotti Ugo, “Vita di Petrarca”, Laterza, Bari, 2004 Foresti Arnaldo, “Aneddoti della vita di Francesco Petrarca”, Antenore, Padova, 1977 Longo Nicola, “Petrarca: geografia e letteratura. Da Arezzo ad Arquà, da Parigi a Praga, passando per Roma”, Salerno Ed., Roma, 2007 Marcozzi Luca, “Bibliografia petrarchesca 1989-2003”, Olschki, Firenze, 2005 Petrella Giancarlo, “Il Fondo petrarchesco della Biblioteca Trivulziana. Manoscritti ed edizioni a stampa (sec. XV-XX)”, Vita e Pensiero, Milano, 2006 Ritter Santini Lea, “Sorte e ragione: Petrarca in Europa”, Aragno Ed., Torino, 2008 Tosco Carlo, “Petrarca: paesaggi, città, architetture”, Quodlibet Ed., Macerata, 2011 Wilkins Ernest Hatch, “Vita del Petrarca”, Feltrinelli, Milano, 2003 (II° ed.)

25 Aspetti dello spazio di Casa Petrarca a Infernum Linterno al centro: “Linterno”, acquatinta, disegno di Giovanni Migliara, incisione di Giovanni Bigatti, 1819, Civica Raccolta stampe Bertarelli, Milano

26 Infernum&Linterno, la Solitudine di Petrarca ritrovata di Massimo de Rigo (b) nel soggiorno milanese a noi noti, sono scomparse la dimora presso Petrarca si definiva peregrinus‘ ubique’ la basilica di sant’Ambrogio e quella (Epyst. III 19, 16), uomo in viaggio vicino alla basilica di san Simpliciano; continuo, senza una dimora stabile. non si hanno tracce di quella presunta Tutta la sua arte poetica si orienta alla (oggetto di dibattiti dalla metà visione della vita come itinerario, sia dell’800 senza essere mai attestata nello spazio geografico che in quello da fonti precise) presso la Certosa interiore: un itinerarium mentis verso di Garegnano, visitata dal Poeta pur la perfezione. Ma il ‘peregrinus’, al essendo un cantiere (fu consacrata nel suo ultimo ritorno dalla Provenza 1367). Unica e ultima testimonianza nel 1353, mette le radici a Milano della presenza di Francesco Petrarca a e vi dimora fino al 1361, quando Milano rimane Infernum/Linterno, luogo deve abbandonare la città colpita discosto nella campagna dove il Poeta dalla peste. Si trattò di un passaggio ritrova l’ideale umanistico, modellato che mise fine al lungo, inquieto sull’otium litteratum degli autori classici alternarsi di soggiorni tra Italia e latini. La ricerca della solitudine è per Francia, inaugurando un periodo di Petrarca un modello etico che implica il operosa stabilità, pur intervallata volontario isolamento, per dedicarsi allo dall’intensa attività diplomatica per studio e all’erudizione. Lo fu a Fontaine- i Visconti. Nonostante le numerose de-Vaucluse in Provenza e a Selvapiana rampogne che gli furono inizialmente in territorio di Reggio Emilia, lo sarà nella indirizzate da Giovanni Boccaccio vecchiaia ad Arquà presso Padova. e dagli amici fiorentini (ostili ai Cascina Linterno venne chiamata Visconti per motivi etico-politici) sino alla fine del ‘500 con il nome Petrarca preferisce rimanere a Milano ‘Infernum’ presumibilmente latinizzato anziché trasferirsi in un’altra città e dall’idioma alto germanico dei motiva la sua scelta in due Familiares Longobardi ‘In fernem Land’ (In paese (XVI 11, 12) dell’agosto 1353 con le lontano). Il significato attribuito al rassicurazioni sulla sua indipendenza termine ‘Inferno’ deriva dal latino dall’arcivescovo e Signore di Milano Infernu(m) quindi da Inferus (infer) Giovanni Visconti. Un soggiorno nel significato di sotterraneo‘ ’. Nella lungo otto anni non ha precedenti concezione pagana greco-romana, nella biografia del Poeta, se si esclude il ‘Infernum’ era ‘luogo di purificazione giovanile periodo avignonese, e merita spirituale e di risanamento finale’, un una riflessione. A Milano trova il luogo varco privilegiato in cui la dimensione ideale e qui avviene quello che in altre umana e divina arrivano a sfiorarsi. città non era accaduto: nella piena È plausibile che Infernum non fosse maturità, pur vivendo nel cuore del una scelta casuale di Petrarca. potere, riesce ad avere un periodo di Infernum compare per la prima volta straordinaria fertilità creativa. Parlare nella ‘Carta investiture’(1) del 1154 di un luogo della memoria non è (vedi a pag. 54) una pergamena quindi un esercizio sterile, ma aiuta della Canonica di sant’Ambrogio a comprendere la ragione per cui, in cui Garicianus de Marliano (da nella frenetica metropoli milanese, cui si ipotizza la toponomastica Petrarca trova l’humus della sua del luogo ‘Garegnano’) esponente ispirazione migliore. La città, avanzando, di un’importante famiglia ha cancellato località e riferimenti capitaneale, investe la prepositura storici. Dei luoghi abitati dal Petrarca di sant’Ambrogio dell’accesso alla

(b) email: [email protected] 27 località ‘ad Inferno’. In seguito per Petrarca simbolo di espiazione e ritroveremo la famiglia de Marliano redenzione verso un luogo mistico: nel Consiglio Segreto dei Visconti una ‘Porta dello Spirito’, come e quindi degli Sforza. Infernum in venivano chiamate dai costruttori origine fu una grangia, insediamento d’Oltralpe località di questo tipo. rurale di una comunità hospitaliera, Al tempo di Petrarca, la Milano di legata ai monaci giovanniti o templari. Giovanni Visconti e, quindi, dei tre nipoti che si divisero la Signoria dopo la sua morte, Matteo II, Galeazzo II e Bernabò, si presenta come un laboratorio di idee, di artisti e di opere improntate al gusto elegante del gotico. Bernabò Visconti, assieme al fratello Galeazzo II, estende i domini della famiglia spianando la strada per il grande Stato Visconteo. I contatti con la corte dei Valois sono facilitati Oratorio dedicato ai santi Filippo e Donato hospitale sancti Iacopi ad Ristocchanum (fino al XVI sec.) dalla politica di alleanze matrimoniali, Da un atto testimoneale del 1206 in particolare quella del giovane parrebbe trattarsi di una grangia Gian Galeazzo (1351-1402) detto gestita dai fratres de Templo ‘Conte di Virtù’ dal nome di Vertus in Champagne, titolo portato in dote dell’hospitale de sancti Iacopi ad dalla prima moglie Isabella di Valois. Ristocchanum (san Giacomo al Il comprensorio attorno a Milano Ristoccano) di cui restano tracce in (2) è fertile, solcato da risorgive e prati via Molinazzo dipendente dalla irrigui a marcita, un prodigio medievale Commenda di Santa Maria del Tempio. con una pendenza che consente il continuo scorrimento dell’acqua temperata di falda evitando le gelate e permette di alimentare il bestiame nei mesi invernali con erbe fresche, ottenendo latte di qualità e formaggi che primeggiano in Europa. L’umanista ed editore francese Guillaume Rouillé (tradotto in Rovillius) vissuto a Lione in epoca Infernum/Linterno. La facciata racconta la sua storia, di recente memoria petrarchesca, da grangia (XII sec.) a dimora di Petrarca (XIV sec.) è una fonte significativa, poiché Le linee romaniche del nucleo antico si colloca nel contesto culturale in di Infernum/Linterno, interrotte da stili rinnovamento dei poeti francesi architettonici successivi, evidenziano de ‘La Pléiade’ ad imitazione l’antica ristrutturazione della grangia dell’antichità classica e di Petrarca. monastica su probabile indicazione dello Rovillius nel ‘Libro Annotationum’, stesso Poeta che, da Avignone, da lui edito nel 1576, dedica grande risalto a definita empia‘ Babilonia’ (Canzoniere, Infernum/Linterno quale luogo centrale CXIV) avrebbe voluto stabilirsi in una nel percorso creativo del Poeta: qui località contemplativa. La fuga non perfeziona il ‘’; il ‘De casuale dalla città francese, descritta Remediis utriusque fortunae’; i dialoghi come un ricettacolo di vizi, diviene ‘de vera Sapientia’; i libri ‘de Odio 28 religiosorum’, ‘de contemptu Mundi’, non rasa al suolo e quindi degna di ‘de virtutibus Imperatoriis’, ‘de rispetto) a villa di campagna di Petrarca, Republica optime administranda’, che all’epoca si trovava a Roma per il ‘de pacificanda Italia’, ‘de rebus Giubileo universale della Chiesa. senilibus’ e altre opere. Su questi sentieri rivede più volte il ‘Rerum vulgarium fragmenta’(3) (Canzoniere). Rovillius scrive: “Linterno era sua diletta Solitudine, assai delitiosa, poco discosta da Milano, contigua a Quarto, e vicina a Baggio così detta da lui, per veneratione di Linterno (4), già Solitudine di Scipione Africano. Ed ivi anche oggidì vedesi con ammiratione, Scheda della visita pastorale del Card. Ferrari massima d’Oltramontani, l’antica (Archivio storico diocesano, Milano) Sua Casa, da lui stesso fabricata moderatamente, e con qualche vestiggio A dare impulso alla nostra indagine de delitiosi passeggi, di cui era arricchita fu il ritrovamento della scheda nobilmente. Il qual luogo viene chiamato relativa alla visita pastorale (22 goffamente da Villani, invece di aprile 1900) del beato Cardinale Linterno, Linferno... egli fabbricò, & Carlo Ferrari che attesta l’oratorio di aggiustò questo Luogo di solitudine Linterno luogo di antica devozione l’anno 1351, ricevendo il Possesso del - con un’indulgenza nella festa di medesimo podere, da Nicolò Feo; suo santa Maria Assunta ed ottava - e Compatriota e Podestà di Milano, la presenza di una lapide di marmo mentre in Età d’Anni 47, erasi già tutto in memoria del soggiorno del Poeta. infervuorato in Roma... Le Virtù che Secondo lo storico Giuseppe esercitava in questa Solitudine erano Fracassetti questa indulgenza risale in particolare: l’Austerità Heremitica; il a Papa Innocenzo VI (1282 -1362). vivere de cibi grossi, de frutti d’Arbori, L’oratorio di Infernum/Linterno ha e d’Herbe crude; il bere parcamente fonti dettagliate. L’Archivio Storico Vini leggierissimi, e frequentemente Diocesano di Milano conserva l’atto solo Acque correnti…” (acqua di di una visita pastorale del 1582 fontanile n.d.r.). Rovillius è una all’oratorium Inferni, coerente con fonte attendibile, non solo perché la tradizione petrarchesca. Il Liber è l’editore dell’Historia generalis plantarum, il più antico trattato di Chronicus della chiesa di Sant’Elena a botanica, edito nel 1585, ma per la Quarto Cagnino (anni 1944-46-53) conferma degli archivi che attestano registra: “L’Oratorio della Cascina un preciso riferimento a Milano Linterno è diviso in due scomparti, del Podestà Nicolò Feo d’Arezzo, servendo quello di mezzogiorno compatriota di Petrarca, in occasione per Presbiteri ed è diviso da una della pubblicazione dei nuovi Statuti, balaustrata in marmo con cancelli di sanzionati il 22 marzo 1351 dal ferro sagomato e scorrevole. L’altare Consiglio Generale, alla presenza è in cotto. Esiste un dipinto ad olio del vicario dell’arcivescovo Giovanni su tela sopra l’altare rappresentante Visconti. È quindi plausibile la data la Madonna Assunta con Angeli. del 1351 per la ristrutturazione Nella parte di tramontana vi è: lapide dell’antica Infernum, da antica grangia di Marmo coll’effige di Francesco monastica in abbandono (dimora Petrarca in bassorilievo che rammenta 29 il soggiorno del poeta in questa località si precisa: ‘...si steva a Milano per la colla seguente iscrizione: ‘Al Cantore di maggior parte hebbe la sua habitatione Laura e di Rienzi Francesco Petrarca in villa lungo de la città miglia .iiii. a qui ove ebbe lungo eletto soggiorno uno luoco ditto Inferno: dove la casa lieto del prezioso possesso Enrico dallui assai moderatamente edificata Veneziani rinnova in non peritura anchora si vede.’ (vedi a pag. 55). memoria. MDCCCLIII”. Pier Candido Decembrio è una La data del 1853 corrisponde al 500° fonte autorevole: suo padre Uberto, anniversario dell’arrivo a Milano di in qualità di cancelliere ducale, aveva Francesco Petrarca. accesso all’archivio visconteo, con Fonte inconfutabile è la lettera i riferimenti di Petrarca conservati autografa di Petrarca (vedi a pag. 4) nella biblioteca viscontea di Pavia. conservata alla Biblioteca Medicea Non si conoscono altre ‘Infernum’ Laurenziana: “Papiae vicesimus juni nel milanese (è nota solo una cascina ad vesperam raptim” all’amico Modius ‘Invernum’ nel lodigiano, ma a trenta de Modiis, clericus, magister, notarius, chilometri da Milano). Infernum è precettore dei figli di Azzo da ubicata vicino al borgo di Quarto Correggio, già Signore di Parma, che Cagnino situato, come testimonia il ospitò il Petrarca nella residenza estiva toponimo, a quattro miglia da Milano. di Selvapiana. Questa lettera porta Analoghi riferimenti nel ‘Canzoniere’ l’intestazione di Pavia (Papiae) nel del 1474 di Leonardo Bruni, nella Vita castello dove il Poeta accompagnava di Petrarca; nei ‘Trionfi, Canzoniere’ il giovane Gian Galeazzo Visconti. del 1484, commentati da Bernardo Leggendo che il Petrarca sperava di Lapini, Francesco Filelfo e Girolamo trascorrere qualche giorno a Milano Squarzafico. Nei postincunabuli si in compagnia di Azzo da Correggio, evidenziano l’edizione di Giovanni notiamo la speranza di condividere Angelo Scinzenzeler del 1512 e quella la sua dimora agreste di Infernum. ricordata del 1576 dell’editore francese Nella lettera, scritta il 20 giugno Rovillius (vedi a pag. 55). Nel ‘Petrarcha 1360 ‘al calar della sera’, Petrarca redivivus’ del 1635, il vescovo Jacopo scrive all’amico: “aliquot dies, si Filippo Tomasini, storiografo e biografo dabitur, tranquillos rure acturus, di illustri letterati del passato, indica nella cuius ethimologiam tibi committo. Linterno la sede della Libraria petrarchesca, Ego quidem Infernum dicere solèo” ripresa due secoli dopo dal francese (se sarà possibile, trascorrerò alcuni Louis Arrigoni, membro della Società giorni tranquilli in campagna, di Storica Lombarda e della Società Reale cui ti allego l’etimologia. Veramente, Storica di Inghilterra.Viene riportata sono solito chiamarla Inferno…). ‘La pace ad Infernum’... è una nota ironica del Poeta. Il connubio Infernum-Petrarca è continuativo nei secoli, a partire dai primi incunaboli realizzati nel centenario della morte del Poeta(5). Nella biografia petrarchesca di Pier Candido Decembrio del 1473 ‘Canzoniere, Trionfi, Memorabilia A sinistra: Infernum e torre di guardia, tavoletta de Laura’ nella ‘Vita di Petrarca’, attribuita a Petrarca. A destra: ricostruzione di G. Vida 30 una tavoletta (vedi a pag. 57) attribuita il signore della luce’ che riproduce nei a Petrarca raffigurante Linterno con la dettagli la ‘Solitudine di Linterno’(8). torre di guardia di cui sono state trovate Migliara visitò Linterno più volte con le fondamenta, che vediamo nella l’abate Marsand e l’accademico della ricostruzione di G. Vida (6). Veritiera la Crusca marchese Gian Giacomo corrispondenza geografica: il fontanile in Trivulzio: ne realizzò quattro vedute primo piano e le Alpi di sfondo hanno lo e un’acquatinta che completa il stesso orientamento di Linterno. ciclo delle dimore petrarchesche di Si tratta quindi di una tradizione coeva Selvapiana, Valchiusa, Arezzo ed al Poeta che si tramanda da secoli. Arquà. Nel 1837 la rivista culturale Pietro Verri nel Settecento ne scrive ‘Cosmorama Pittorico’ (numero 31) nella ‘Storia di Milano’: ‘aveva Petrarca diede grande risalto a Linterno con una piccola villa, poco discosta dalla un’acquaforte di Gaetano Fiorentini(9). città, nelle vicinanze della Certosa di Garignano; e quel casino solitario lo Linterno verso l’oblio. chiamava Linterno, col nome della villa Quasi mezzo millennio dopo la morte di Scipione Africano; comunemente di Petrarca, la dimora petrarchesca poscia acquistò nome l’Inferno, parola di Linterno incontra pareri discordi più nota della prima. Si dice che sull’attendibilità dell’antica Giovanni Boccaccio, per amore del suo tradizione. Questo scetticismo non amico Petrarca, vivesse qualche tempo viene suffragato da fonti attestanti con lui in Milano, e al suo Linterno’; la residenza alternativa, né da Giovan Battista Baldelli, letterato testimonianze coeve al Poeta e dei e collaboratore dell’Antologia del primi biografi. La deduzione critica Vieusseux, ne scrive alla fine del verso la petrarchesca ‘Solitudine di Settecento. Citazioni anche da Linterno’ si basa sulla lettera (Fam., Ugo Foscolo nei suoi ‘Saggi sopra lib. XIX, ep.16) scritta da Petrarca il Petrarca’; da Giacomo Leopardi nel 1357 all’amico Guido Sette nella sua ‘Interpretazione delle Rime’. arcivescovo di Genova e pubblicata Cesare Cantù, fonte autorevole nel 1601 a Lione dall’editore Samuel quale direttore dell’archivio di Stato Crispinus, in cui vengono citati per di Milano e fondatore dell’Archivio la prima volta ‘i freschi prati della storico lombardo, scrive nel II volume Certosa di Garegnano’ in prossimità ‘Della letteratura italiana: esempj e della sua dimora. Lo scetticismo inizia giudizj’: ‘II Petrarca soggiornò lungamente dal canonico Angelo Bellani (1845), a Milano e a Linterno qui presso, e avea la cui tesi viene ripresa dal giornalista disposto d’essere sepolto qui’. e uomo politico Carlo Romussi Molto importanti sono le note (1874) quindi dal giovane Ambrogio dell’abate Antonio Marsand (7), Annoni (1904) restauratore nel 1930 petrarchista e rettore dell’Università della Certosa di Garegnano e dal di Padova, nella prefazione delle filologo e critico letterario Giuseppe ‘Rime’ conservata alla Biblioteca Billanovich (1996) che invita ad Trivulziana. È ritenuta la più bella ulteriori approfondimenti. L’affievolirsi edizione ottocentesca del Petrarca, dell’antica tradizione fu alla base del per l’eleganza tipografica, la ricca declino di Villa Linterno, culminato bibliografia e le splendide acquatinte nel Progetto Adamoli di demolizione fuori testo di Giovanni Migliara, definito (1994) per l’edificazione di un grande dalla critica del tempo ‘il nuovo Newton, residence, bloccato appena in tempo 31 da cittadini, Consiglio di Zona 18 e un quarto di miglia dalla Certosa dalla Giunta comunale. detta appunto di Garignano - la qual or non è più - trovasi in bassa Alla riscoperta delle fonti pianura un villaggio ora chiamato più antiche. Linterno, e che ne’ secoli addietro La nostra indagine è partita da una denominavasi l’Inferno’. certezza: non esistono tracce della Inspiegabile come Antonio Marsand, presunta abitazione presso la Certosa erudito collezionista di preziose edizioni di Garegnano (cantiere ancora aperto petrarchesche, cedute a Carlo X re nel 1398, come si evince da un atto di di Francia, ritenesse scomparsa la donazione di Luchino Visconti) sorta celebre Certosa con il ciclo pittorico in una zona isolata nel bosco della di Simone Peterzano e gli affreschi di Merlata, luogo infestato di briganti. Daniele Crespi. Una lunga, paziente Ci domandammo come mai, ricerca ha riportato alla luce l’estinta nonostante l’incongruenza geografica, Certosa di Garegnano citata da la Solitudine di Linterno non venne Marsand e altri biografi di Petrarca. contestata al momento della All’epoca dei Visconti esisteva, nei pubblicazione della lettera a Guido pressi dell’antica ‘Infernum’, una Sette nel 1601, ma dopo tre secoli. località, nell’attuale via Bisceglie, Fu compiuta una meticolosa indagine chiamata ‘Garignanum’, un nome negli archivi e sul territorio alla tornato alla ribalta per l’ex cava di ricerca del ‘filo d’Arianna’: riferimenti Garegnano inclusa nel Programma scomparsi e inghiottiti dall’espansione Integrato di recupero di Cascina metropolitana. Petrarca, la figura in Linterno. Il ‘Liber Notitie Sanctorum cui Infernum/Linterno si è specchiata Mediolani’ di Goffredo da Bussero, un nel tempo, l’ha preservata nei secoli Codice di 215 pergamene del XIII dalla distruzione ed è all’origine, grazie secolo che elenca chiese, monasteri e alla lungimiranza di Philippe Daverio Pievi forensi, menziona ‘santa Maria (all’epoca Assessore alla Cultura di Garignano’ nei pressi di ‘Infernum’. della Giunta comunale di Milano) del Vincolo ai sensi della Legge 1089 del 1939 relativo a Cascina Linterno come si legge sulla Relazione storica nell’incartamento del Decreto Ministeriale 9/3/99 (vedi a pag. 51). Linterno è l’unica cascina milanese provvista di un Vincolo monumentale assieme a un Vincolo paesistico, per cui si è salvata dalla demolizione avendo Schizzo della Pieve di Cesano (Plebis Bosconensis) destinazione urbanistica “b2” e quindi Liber Notitiae Sanctorum (Biblioteca capitolare di Milano) edificabile. Per questo motivo È documentata una Carthusia l’assurda ‘Damnatio memoriae’di Garignani (vedi a pag. 57) nella questo Luogo della memoria è sospetta. ‘Biblioteca scriptores mediolanensis’ Rileggendo Marsand, così inizia la del fondatore della Società Palatina, sua prefazione alle ‘Rime’: ‘Distante Filippo Argelati, in cui si cita un poco più che una lega dalla città di manoscritto del sacerdote e storico Milano, fuori della Porta Vercellina, Bartolomeo de Guerci, appartenuto vicino di Garignano, e distante circa nel 1257 alla Certosa di Garegnano, 32 dove si legge: ‘qui olim spectavit ad Monasterium Carthusiam Garignani prope Mediolanum’. Questa pertinenza era impossibile nel 1257, poiché la fondazione della Certosa risale al 19 settembre 1349 con la dedicazione a S. Maria domus Agnus Dei. Riaffiora dal passato l’antica Certosa Mons. Giovanni Balconi officia la S. Messa nel portico di Linterno presso Garegnano Marcidus (Marzidus) in basso: le colonne gemelle del borgo di Quarto Cagnino nella Pieve di Cesano, la stessa di Infernum/Linterno, coincidente con quella estinta citata dal Marsand, preesistente a quella di Garegnano Corbellaro nella Pieve di Trenno.

nel vicino borgo di Quarto Cagnino, affini a quelle diInfernum/Linterno , anche se prive del monogramma. Nell’Archivio della Curia Arcivescovile di Milano si conserva la Mappa della Dettaglio della mappa della Pieve di Cesano (1567) Pieve di Cesano datata 1567, (vedi a Cassina de Inferno e S.ta Maria di Garignano pag. 56) realizzata su commissione di San Carlo Borromeo(11) in cui è Luca Beltrami, figura centrale visibile santa Maria di Garegnano a nella cultura italiana post unitaria, circa ‘un quarto di miglio’ da Cassina conferma che ‘l’attuale Certosa si de Inferno, con campanile a vela e chiamò di Garegnano… per il fatto torre fortificata (Petrarcha redivivus, che s’insediarono gli stessi monaci Jacopo Filippo Tomasini, 1635) della sede più antica, situata ad ovest confermando la tesi del 1819 di della città, già da tempo denominata Marsand. Santa Maria di Garegnano di Garegnano’(Storia documentata scompare nel Catasto Teresiano o della Certosa di Pavia, Milano, 1896). Catasto Carlo VI (Mailänder Kataster) Santa Maria di Garegnano è attestata del 1722. Al suo posto compare come ‘capella’ alla fine del XIV secolo, la ‘capella’ di Sant’Antonio nuova sotto la canonica di Cesano Boscone intitolazione che spiega la cancellazione (Notitia cleri, 1398). Lo ‘Status del riferimento mariano e topografico. ecclesiae mediolanensis’ del 1466 la cita Nella mappa catastale del 1722, come ‘Rettoria’, che comprende chiese Cassina de’ Inferno assume il nome di monasteri, cappelle e santuari non di Cassina Interna. Nelle mappe elevati a parrocchia. Viene ricordata successive compare ‘Linterno’(12). ancora fino alla fine del XVI secolo(10). Nel 1361 Petrarca è costretto a Dell’antica Carthusia Garignani fuggire da Milano per l’epidemia di rimangono alcune vestigia in via peste. Soggiorna nel castello visconteo Bisceglie. Ulteriori reperti potrebbero di Pagazzano (Bergamo), si stabilisce essere le colonne gemelle murate a Venezia fino al 1368, anno in cui 33 viene ospitato a Padova dal signore Nozze, che fà l’Anima di un Francesco da Carrara e si fa costruire Pargoletto spirante, col Dio suo Amante una casa ad Arquà, nei Colli Euganei, Sposo...’. L’atteggiamento di Petrarca, dove vivrà fino alla fine. che infonde letizia per la morte Il Poeta torna a Milano per brevi del diletto nipotino, in apparenza periodi. Nel 1365 per conoscere esecrabile, è forse riconducibile alla la nipotina Eletta e incontrare tesi del critico letterario Luigi Valli, Galeazzo II Visconti. Il 15 giugno che accosta le Tre Corone della lingua 1368 assiste alle nozze, nella cattedrale italiana (Dante, Petrarca e Boccaccio) di santa Maria Maggiore (basilica alla confraternita iniziatica dei vetus) di Violante Visconti figlia Fedeli d’Amore ‘…pensavano che di Galeazzo II, con Lionel, Duca di ogni emanazione divina fosse costituita Clarence, figlio del re Edoardo III da una coppia, maschile e femminile, d’Inghilterra. Secondo il citato divisa dalla prigione del corpo ma che ‘Libro Annotationum’ di Rovillius, i ambiva a ricostruirsi con la scintilla festeggiamenti sarebbero proseguiti dispersa: la Sophia rimasta in Cielo’. nei Delitiosi Passeggi di Linterno. Al (Il linguaggio segreto di Dante e dei tavolo degli sposi, accanto a molti Fedeli d’Amore, Roma, 1928). Non dignitari, sedeva anche l’eximio Poeta, si hanno certezze sull’adesione di secondo la ricostruzione di Bernardino Petrarca alla dottrina della Fedeltà Corio nella sua ‘Historia di Milano’ d’Amore su cui si sarebbe costruita del 1503. Nella circostanza, tra lo buona parte del Rinascimento, da stupore dei convitati, furono serviti Marsilio Ficino a Sandro Botticelli, pesci e carni avvolte da oro finissimo, che per loro stessa ammissione, anticipazione della cotoletta alla avrebbero utilizzato simboli analoghi milanese. Per l’occasione, Rovillius a quelli delle Tre Corone, un fiume rivela un aneddoto enigmatico: ‘Nel sotterraneo che si congiunge ai Teatro Boscareccio dei suoi Passeggi, Trovatori e agli Stilnovisti. È accertata diede singolarmente un curiosissimo la devozione del Poeta a Maria trattenimento al Duca Lionello, Figlio Maddalena, “apostola degli apostoli” e del Re d’Inghilterra, essendo colà novello riferimento della dottrina dei Fedeli Sposo di Violante Visconti: facendo d’Amore. A Milano si sono radicate formare un Dialogo da tutti i Suoi tradizione e culti riferìti a Maria di Accademici, che erano trenta, Soggetti di Magdala, come testimonia l’hospitale prima nobiltà, di grande integrità, amati della Maddalena, legato ai Templari dal Principe e (...) di pronto ingegno, e sulla direttiva di Infernum(14). quali per ordinario nell’Accademia Petrarca ci ha lasciato nell’elegia latina loro, soleavano trattare della Ragione di ‘Elogio di Maria Maddalena’ una Stato, regolata col timor Santo di Dio.(13) testimonianza del suo pellegrinaggio ‘Et il Petrarca licentiò li Accademici, alla grotta di Maddalena della Sainte- fino alla Rinfrescata, con una Baume, in Provenza: ‘Dolce amica Compositione in Versi, fatta sopra la del Signore, lasciatevi flettere dalle separatione dell’Anima dal Corpo, e nostre lacrime e le nostre preghiere, sopra un suo Nipote, morto in Pavia, siate sicura del nostro saluto! Voi di cui hebbe la nuova in questo lo potete poiché non è stato invano medesimo giorno: conchiudendo che vi è stato permesso di toccare, di spiritosamente per eccellenza, con bagnare col vostro pianto e i vostri apportare la Felicità delle Beate gemiti, d’asciugare con le vostre trecce 34 profumate, di baciare i piedi divini del i vostri lunghi capelli, avete ancora Salvatore e di spandere sulla sua testa i resistito, dicono, a 30 inverni, insensibile più ricchi profumi. No, non è invano che ai rigori del freddo, inaccessibile alla appena trionfante dalla tomba vi è stato paura. È quell’ Amore che vi faceva concesso il suo primo contatto e le sue amare teneramente e la fame e il freddo prime parole. Non è invano che questo del vostro duro letto di pietra. È nel Re delle dimore celesti vi ha concesso fondo del vostro cuore che viveva la di contemplare per prima il suo corpo speranza: qui, lontano dagli sguardi divino nella sua Gloria immortale e il umani, attorniata da sante coorti di suo eterno Splendore. È che vi aveva Angeli, avete meritato di essere rapita sette visto stringere la Croce in un devoto volte al giorno, come strappata alla prigione abbraccio senza temere né la violenza, del corpo e di essere trasportata tra i cori né la persecuzione, né i clamori delle celesti per ascoltare i loro divini concerti’. truppe furiose, né i loro insulti così crudeli (Traduzione di Maria Maffucci) così come le torture. Ahimè nel dolore, Curiosamente Petrarca, nei celebri eppure intrepida, toccavate con rispetto ritratti di Andrea del Castagno e i chiodi sanguinanti, inondavate le sue di Giusto di Gand, è raffigurato piaghe delle vostre lacrime, vi battevate con la mano congiunta nelle il petto di colpi impietosi, vi strappavate dita indice e pollice, un simbolo con le vostre stesse mani i riccioli dei gnostico della dottrina teosofica vostri biondi capelli. Il Signore era stato ‘Iside svelata’: l’unione fra la persona testimone di questo dolore e di quei segni e l’alter ego celeste. Lasciamo ad della vostra tenerezza, mentre i suoi fedeli altri l’approfondimento di questi discepoli si disperdevano aspetti dell’universo davanti ai suoi petrarchesco. A noi il aguzzini. Così nella sua compito di accertare riconoscenza, ha voluto se la descrizione di rivedervi per prima per Rovillius nei Delitiosi offrirsi al vostro solo passeggi di Linterno sia sguardo; e quando ha attendibile. Coincide lasciato la terra per salire la data di nozze ai Cieli, per trent’anni (15 giugno 1368) vi ha nutrito in questa immediatamente grotta, non più di alimenti successiva al decesso terreni, divenuti per dell’amato nipotino, voi inutili, ma di una Analogie in due ritratti di Petrarca Francesco da in alto: Andrea del Castagno,1450 manna celeste e di una in basso: Giusto di Gand, 1470 Brossano, nato dalla salutare rugiada. Per voi, figlia Francesca e dal questa stretta dimora genero Francescuolo con le sue rocce umide, da Brossano. La con le sue tenebre e il lastra tombale nella suo orrore, vinceva sulle chiesa di san Zeno più ricche campagne, di Pavia riporta sui palazzi dei re con le l’epitaffio postumo loro pareti dorate e tutte del Poeta datato 14 le loro delizie. In questo giugno 1368. È stata ritiro volontario, non compiuta una ricerca avendo per vestito che sui trenta accademici, 35 in cui spiccano Ambrogio Visconti talvolta ambiguo, scetticismo nel condottiero figlio naturale di Bernabò; periodo finale della sua lunga vita. Pietro Panigarola gestore dell’Ufficio degli Rovillius illustra una Solitudine aperta al statuti e Renato Borromeo (o Buonromei), mondo, con i riferimenti all’Accademia ghibellini originari di San Miniato. petrarchesca descritta da Cesare Cantù(15). Nel 2015, per volontà del mecenate Claudio De Albertis nel recuperare il monumento in abbandono, Villa Linterno fu oggetto di uno scomputo e un risanamento non finalizzato al restauro filologico. A seguito degli esposti giudiziari e ministeriali del CSA Petrarca, le imprese araldiche viscontee affrescate, coperte da strati di tinteggiature posteriori, furono riportate Epigrafe di Petrarca sulla tomba del nipote Francesco alla luce senza però essere valorizzate. Pavia, Chiesa di san Zeno (foto di L. Cappellini) Alla fine, Petrarca è tornato nella sua Parrebbe un gruppo ristretto a cui dimora prediletta. Risolutivo fu lo Petrarca rivolse un messaggio mistico stralcio di Casa Petrarca dal settore in quel giorno di vita e di morte, di Agricoltura del Comune di Milano al gioia e disperazione, il commiato settore Cultura, che nel 2018 indisse del Poeta nei luoghi ameni della sua un bando di Concessione per il nucleo Infernum, antica grangia monastica, storico, vinto dal CSA Petrarca per forse “Corte d’Amore” nel linguaggio la sua tutela del Vincolo ministeriale criptico della di Dante e e la progettualità museale dello Studio Commedia Ermentini, collaboratore di Renzo Piano. dei Fedeli d’Amore. I Delitiosi Passeggi di Inspiegabilmente, il munifico sponsor Petrarca descritti da Rovillius, stradine, propenso a finanziare il progetto, fu fontanili e marcite, sono rimasti intatti, respinto dall’istituzione cittadina e offrì con le stesse atmosfere e i profumi come altrove la sua donazione filantropica. ai giorni del Poeta. In virtù del Vincolo Paesistico, si possono ancora ammirare grazie al compianto Franco Zamboni, lo storico agricoltore che per tutta la vita li ha curati amorevolmente. Esaminiamo, infine le antiche colonne gemelle del portico a sostegno di Casa Petrarca. Hanno capitelli a testa di cavallo con incisi misteriosi monogrammi che Simbolo della “colombina” attribuito a Petrarca evidenziano una croce patriarcale a sotto: tracce affrescate nel sito più antico di Linterno cui venne aggiunta in seguito una “C”. Secondo l’Annoni il monogramma indica “Caertusiani Fratres Fecerunt”, strana conferma, da parte di uno scettico, che Infernum/Linterno era legata ad un cenobio certosino. La “Solitudine di Linterno” si impernia, quindi, su attendibili fonti storiche, Casa Petrarca di Infernum/Linterno (XIV sec.) messe a dura prova dal superficiale, Porzione di parete affrescata delle imprese viscontee

36 come emblema augurale per le sue nozze con Isabella di Valois. È significativo il commento dei restauratori che hanno analizzato Casa Petrarca: “Entrando nelle stanze di questa dimora, si è avvertita sin dall’inizio un’atmosfera di pura emozione, che va oltre l’esito dei lavori non sempre pertinenti effettuati in precedenza: il fascino che comunque vi traspare, porta Casa Petrarca di Infernum/Linterno (XIV sec.) inevitabilmente alla mente la presenza, Soffitti lignei e parete affrescata con motivi floreali seppur lontanissima nel tempo, di Il modello del Museo interattivo è una grande, immortale Figura …”. esposto a Casa Petrarca, il problema è L’ambiente, permeato di Umanesimo reperire i fondi per la sua attuazione. del Poeta, richiede un accurato restauro Sabato 1° Giugno 2019 si è svolta la che lo riporti all’antico splendore, la Cerimonia di consegna dello spazio giusta atmosfera per accogliere gli ospiti Casa Petrarca al CSA Petrarca, con e il futuro Museo interattivo. la partecipazione dell’Assessore alla Infernum/Linterno è un luogo del Cultura di Milano, Filippo Del Corno silenzio, dove ci si avvicina ad un ascolto e del Presidente del Municipio 7, profondo ed interiore, sentendo la Marco Bestetti. Il momento tanto gioia di lasciare fluire il passato e vagheggiato, ha coinciso con l’ultimo accogliere il futuro con nuova luce. saluto a due grandi amici: GianMario Concludo ringraziando gli amici che Maggi, console del Touring Club mi hanno affiancato nelle ricerche, Italiano, motore trainante delle anche nei momenti di sconforto: nostra azione e Franco Morganti l’indimenticabile Tino Vida sempre divulgatore di questa battaglia di nei nostri cuori, Renato Bosoni, civiltà. CSA Petrarca ha reso di Giancarlo Dalto e Sergio Corada. pubblico dominio le imprese araldiche Sono grato a Roberto Gariboldi, con viscontee riportate alla luce. Nel cui ho condiviso anni di studio. mondo degli emblemi araldici, La mia riconoscenza a Eraldo Alenghi l’impresa è costituita dal Corpo e e a tutti i paladini di questo luogo dall’ : il raffigura animali millenario, difensori ad oltranza contro Anima Corpo le speculazioni e l’incultura, nella o piante fantastici; l’Anima consiste salvaguardia della Conoscenza e degli nel motto, spesso in lingua straniera. ideali medievali da cui essa scaturì. Esemplare è la ‘Radia magna’ (in volgare Razza o Raza), il sole raggiante visibile sulla vetrata absidale del Duomo ed emblema dei Visconti. La ‘Razza’ ed altre imprese viscontee, il ‘Sole nascente’, la ‘Corona viscontea’ affiorano nei muri di Casa Petrarca, assieme alla ‘Colombina’, i mpre sa araldica che Pier Candido Decembrio attribuisce allo stesso Petrarca con il motto ‘À Bon Droit’ (a buon diritto) Mappa parziale di Porta Vercellina ad ovest di Milano per il diciassettenne Gian Galeazzo, con l’ubicazione delle principali località menzionate.

37 9Civ. Racc. Bertarelli.“Scelse un luogo remotissi- Note mo, detto Linterno. Giace questa villetta sulla sini- 1“Carta Investiture”, 1154, Pergamene dell’archi- stra riva dell’Olona [...] Anche oggi va questo pic- vio della Canonica di Sant’Ambrogio.“Garicianus colo sito glorioso fra i suoi dintorni per una festa che qui dicitur de Marliano investivit Domenicum qui si celebra ogni anno ai 15 di agosto; e ben crediamo dicitur Abbas de civitate Mediolani (...), nominative essere questa una continuazione dell’indulgenza de accesio uno quod transeat per pratum suprascripti plenaria in forma di giubileo accordata dal Sommo Gariciani, quod pratum iacet ubi dicitur ad Infernum, Pontefice all’oratorio eretto dal Petrarca [...]” usque ad prata suprascripte eclesie iacentia ibi prope, 10Ancora nel XVI sec. viene attestata la canonica di que laborantur pars per Mafeum qui dicitur de Quinto Cesano con sei canonicati e la prepositura, le “rettorie” et alia pars laboratur per suprascriptum prepositum”. dei santi Gervaso e Protaso di Romanobanco; Gran- 2Si presume gli stessi fratres templari dell’hospi- cino con la cappella di Corsico; san Sebastiano di tale di San Giacomo al Ristoccano da cui dipende- Vighignolo; santa Margherita di Settimo; sant’Am- va. San Giacomo al Ristoccano viene citato in una brogio di Trezzano; sant’Apollinare di Baggio; santa bolla del 1148 di papa Eugenio III come hospitale Maria di Garegnano, la “cappella sive rettoria” di de sancto Iacopi ad Ristocchanum. Una pergamena san Desiderio di Assago e la “cappella ducale” di del settembre 1153, la “Carta finis et refutationis”, sant’Antonio di Cusago (Liber seminarii 1564). menziona i “fratres spetalieri” (Giovanniti oTempla- Fonte: Federica Biava, Università degli Studi di Pavia ri) “che rinunciano ogni ragione del loro spitale” ai 11Mappa di Cesano (1567) L’originale misura canonici di Sant’Ambrogio.” La filiazione di Linter- cm. 114,5x55,4 ed è disegnato con inchiostro sep- no dall’hospitale si evince da un documento testi- pia “Vera Descriptio totius Plebis Cesani”. A est la moniale (1206) dove si menzionano la “cassina città di Milano, Mediolanum, rappresentata con il de Baldarocho (cascina Barocco) que est ecclesie S. disegno di una porta con delle torri, che rimanda Iacopi ad Ristocchanum, assieme alla “cassina de all’aspetto medievale della città. Inferno” (cascina Linterno) e alle “cassine de le Done 12È interessante l’evoluzione del toponimo Bianche e Moreto” (la scomparsa cascina Moretto). “Infernum” in “Internum” e quindi “Linternum”. 3La redazione definitiva del Canzoniere, quella Secondo il germanista Nerio de Carlo, le rotazioni che da Pietro Bembo in poi è alla base di tutte le consonantiche medievali dimostrano che la “F” è edizioni, viene conservata nel manoscritto Vat. tra quelle più modificate nella storia della filologia: Lat. 3195 della Biblioteca Apostolica Vaticana, in nel carattere onciale e nel gotico risulta molto affine gran parte autografo di Francesco. alla “T”. Il toponimo “Linternum” risalirebbe a Petrarca 4La villa dove Scipione l’Africano si ritirò in che così la rinominò nel ricordo della casa di Scipione esilio e di cui Petrarca descrisse le gesta nel l’Africano a Liternum, descritta nel poema “”. poema ‘Africa’ si trovava a Literno (lat. Liternum) 13Ambrogio Visconti, Gioanni Pepoli, Giacomino antica città della Campania, sul fiumeClanis , Bosio, Protasio Caimo, Renato Borromeo, Francio chiamato Liternus nell’ultimo tratto. Brivio, Pasino Arconati, Astolfo Lampugnani, Lan- 5Incunabolo conservato alla Biblioteca Trivulzia- dolfo Pirovani, Ruinino Porro, Giulio Cesare Varesi, na, realizzato nel 1473 nel centenario della morte Ambrogio Settala, Mutio Fiorenza, Ottorino Borro, di Petrarca, “Canzoniere, Trionfi, Memorabilia de Guglielmo Pallavicini, Ruperto Cittadini, Baldizzo Laura”, nella “Vita di Petrarca”, di Pier Candido Stampa, Rogerio dalla Chiesa, Celso Melzi, Anto- Decembrio (G. Mezzanotte, “Pier Candido De- niolo Resta, Piro Casati, Lucio Cusani, Pietro Pa- cembrio e la Vita del Petrarca attributa a Antonio da nigarola, Gilberto Cavenago, Dionisio Pietrasanta, Tempo”, Studi Petrarcheschi Bologna, 1984, vol. 1) Ottaviano Archinti, Giovannolo Gallerati, Erasmo Alliprandi, Hercole Cantoni, Carnevario Mandello. 6 Nell’attuale via Fratelli Zoia, al civico 192, a 14 fianco del corpo antico della Linterno, in occa- Alcune vestigia ricordano la presenza dell’Ordine sione di scavi a circa 2 mt. di profondità furono templare intorno a Milano, come la colonna di Ma- trovati reperti di una torre quadrata. La posizione ria Maddalena in piazza De Angeli che identifica il luogo in cui sorgevano la chiesa e l’hospitale templare coincide con la tavola riportata dal Tomasini. presso il ponte della Vepra (Olona) sulla via Regina. 7L’abate Marsand, proveniente da una famiglia di 15Nel 1857, Cesare Cantù scrive nel compendio origine francese (Marchand), fu rettore dell’Uni- storico “Grande Illustrazione del Lombardo-Veneto”: versità di Padova. Bibliofilo e studioso del Petrarca, “Oltre i Corpi Santi e il ponte che accavalcia l’Olona, nel 1826 a Milano pubblicò il catalogo della sua e lasciata la strada postale di Magenta, piegando a si- preziosa raccolta di edizioni petrarchesche, pazien- nistra, incontrasi Sella Nuova (…). Quasi di contro, temente raccolte negli anni, con il titolo di Biblioteca una stradicciuola ci mena a Cassina Interna, celebre petrarchesca: la collezione fu venduta da Marsand al perché vi villeggiava il Petrarca durante il suo soggiorno re Carlo X in cambio di una lauta pensione a vita. Si a Milano (…). In città abitava di contro alla basilica ricorda la famosa edizione delle “Rime del Petrarca” di San’Ambrogio; ma amando assai l’aria e la solitu- curata da Antonio Marsand (Padova, Ediz. del Se- dine de’ campi, volle edificare una villa dove passava minario, 1819-20), in carta imperiale, offerta a Pio le ore nei diletti suoi studj e coi dotti, che talora presso VII dall’editore, con la dedica impressa sulla fine di sé raccoglieva. Quivi scrisse il più di quel suo poema rilegatura e con custodie di pelle. intitolato l’Africa, da cui sperava immortalità, ma che 8Giovanni Migliara (1785-1837). La critica del pur cadde nell’obblio, e nel quale esaltava Publio Cor- tempo lo definiva il“nuovo Newton, il signore del- nelio Scipione, detto l’Africano, ad imitazione di Virgi- la luce, colui che rivaleggia con la natura”. Membro lio. Anzi questa villa fu da lui denominata Linterno, delle più importanti Accademie, fu protagonista in ricordanza di quella già città. I contadini mostrano delle Esposizioni Braidensi con importanti com- ancora la camera ove dormiva il cantore di Laura, e mittenze, tra cui il Re Carlo Alberto, il Granduca l’oratorio in cui solea pregare. In questo suo prediletto di Toscana Leopoldo II, l’Arciduca Ranieri Viceré soggiorno avea il Petrarca stabilito un’accademia, alla del Lombardo-Veneto, il Principe di Metternich. quale erano ascritti i più illustri ingegni di Milano.” 38 Riferimenti bibliografici Ambrosioni Anna Maria, “Le pergamene della canonica di Sant’ Ambrogio nel secolo XII” Le prepositure di Alberto di San Giorgio, Lanterio Castiglioni, Satrapa (1152-1178), Ed.Vita e pensiero, Milano, 1974 Arrigoni Louis, “Notice historique et bibliographique sur vingt-cinq manuscrits dont vingt-quatre sur parchemin et un sur papier des Xe, XIe, XIIe, XIIIe & XIVe siècles ayant fait partie de la Bibliothèque de Français Pétrarque”, Milan, Tipografia dell’arte della stampa, Firenze, 1883 Ballarini Giancarlo, “La Prepositurale di San Giovanni Battista a Cesano Boscone”, suppl. di “In cammino”, Cesano Boscone, Milano,1999 Argelati Filippo, “Liber Celebrationis Missae Ambrosianae”, Biblioteca Nazionale Braidense, Milano, 1257 Beltrami Luca, “Storia documentata della Certosa di Pavia”, Biblioteca Nazionale Braidense, Milano, 1896 Bongiovanni Giannetto, “Sulle orme di Petrarca”, Gastaldi Editore, Milano, 1954 Bruni Leonardo, “Vita di Messer Francesco Petrarca” 1436, in “Le vite di Dante e del Petrarca”, a cura di A. 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Opera storica artistica ornata da circa 1000 illustrazioni” - Milano, 1931 Ripamonti Carpano Paolo, “Le Meravigliose pantofole di Albou-Casem Jambourifurt. Una passeggiata alla villa di Petrarca in Linterno con tutto il resto, ossia almanacco”. Almanacco per l’anno bisestile 1828, Biblioteca Nazionale Braidense, Milano, 1827 Romussi Carlo, “Petrarca a Milano”, Pio istituto Tipografico, Milano 1874 Rossetti Dante Gabriel, “Dantis Amor. Il linguaggio segreto dei Fedeli d’Amore”, Edizioni Mediterranee, vol. II, p. 96-105, Roma, 1971 Rovillius Guglielmo, “Libro Annotationum” stampato a Lugdunum, Biblioteca Nazionale Braidense, Milano, 1576 Tiraboschi Girolamo “Le rime di M. 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39 I sentieri del Petrarca partono da Linterno, l’antica Infernum

Lungo l’antico sentiero nel Parco delle Cave

40 Vivere i sentieri del Petrarca. di Marco A. Righini (c) del celebre erborista don Giuseppe Gervasini (†1941), che visse in una Una passeggiata ad ovest di casa vicino alla Cascina Linterno Milano. e fu popolarmente conosciuto (e Chiare, fresche et dolci venerato) come “el Pret de Ratanà”. acque (Francesco Petrarca) Dall’ingresso si prende immediatamen- te a sinistra il vialetto di fianco al Ad ovest di Milano, fuori Porta Marcionino e si attraversa l’area dell’ex- Vercellina, è ancora possibile vivaio Proverbio, fino all’incrocio con la percorrere un itinerario campestre bella stradina dell’area agricola Linterno. sulle orme di Francesco Petrarca in una Il comprensorio conserva i terreni passeggiata di atmosfera medievale. originari della cascina in perfetto stato Nonostante la trasformazione urbana, funzionale: un’oasi di campagna, il territorio ha parzialmente conservato miracolosamente salvatasi in mezzo le caratteristiche del paesaggio alla caotica espansione urbana, agricolo del Basso Milanese, una volta dove i campi sono coltivati a prato ricchissimo di acque, stagni e risorgive, stabile, rotazione e marcita. A sinistra fontanili e marcite, tra boschi e prati, si prende la stradina fra boschetti, campi e orti; i borghi, posti sugli siepi naturali e corsi d’acqua, in un assi viari verso la città, e i cascinali, suggestivo ambiente rurale, vivente collegati tramite un’articolata rete testimonianza del contado milanese, di sentieri e canali. Si tratta del com’era ai tempi in cui il Petrarca, circondario di Cascina Linterno e nella solitudine della pace agreste, si dell’adiacente area naturalistica, dedicava alla passione dell’orticoltura, progettata al Parco delle Cave sui resti agli studi letterari e alla riflessione rinaturalizzati dell’attività estrattiva religiosa. Proseguendo oltre il sentiero del secolo scorso. L’itinerario (di circa per gli orti Barocco (a destra) e il prato 2 km) coincide, con varianti, a quello del tradizionale falò (a sinistra), si della lucciolata di fine maggio (la arriva infine al piccolo borgo della “Lusiroeula de Quart”). Il punto di Cascina Linterno. partenza è in fondo a via Roberto Sulla Cascina Linterno (Infernum), Rossellini (parcheggio) nel quartiere documentata dal XII secolo, ci sono di Quarto Cagnino, all’ingresso est del fondati indizi che fosse dapprima se- parco urbano. dimina religiosa, per la colonizzazio- Tale ingresso potrebbe essere ne del territorio, eppoi grangia gestita denominato “Marcionino”, in ricordo dai Templari, come ospizio fortificato del fontanile di cui resta solo una per viandanti e pellegrini (con la vici- parte dell’asta, essendosene persa la na Cascina Barocco). Incunaboli sto- testa con la risorgiva e, a causa di un rici (oltre che una lapide scomparsa) recente intervento edilizio (PII “Parco la attestano come dimora agreste di delle Cave”), la parte iniziale dell’asta Francesco Petrarca nel suo soggiorno con il bosco e il sentiero, primo milanese. La cascina si presenta ora tratto dell’itinerario petrarchesco: nella sua trasformazione settecentesca un’offesa non solo al paesaggio, ma in corte chiusa con oratorio (dedicato anche alla memoria delle guarigioni a Santa Maria Assunta). Acquisita

(c) email: [email protected] 41 recentemente dal Comune di Milano, idraulica.Il recente recupero ne ha grazie a uno scomputo urbanistico, è riportato alla luce il sofisticato sistema stata oggetto di un discusso recupero di condotti, sovrapassi e sottopassi, conservativo. Dalla Cascina Linterno razionalmente ideati per la corretta si torna indietro sulla stradina e si suddivisione delle acque destinate alla prosegue, tenendo a sinistra i campi irrigazione dei campi della Cascina e a destra l’area del Boscaccio, fino Linterno e della lontana Cascina ad un trivio, da cui si prende (verso Arzaga. Su una pietra è leggibile una ovest) il sentiero pedonale attraverso data (1784), ma documenti riscoperti la nuova zona umida, lungo l’argine fanno arretrare la presumibile data di separazione fra il bacino superiore di costruzione verso la prima metà (a sud) ed inferiore (a nord), a fondo del XVIII secolo. In questo nodo, argilloso, con gli alvei recuperati dei il cavo principale era il Patellani, fontanili Marcione e Corio a fungere che s’immetteva nella chiusa, da canali collettori perimetrali (verso formando una suggestiva conca da sud). Si giunge di fronte all’ingresso cui derivava il Patellino; una cascatella, realizzata su tre gradoni di pietra secondario della Cava Aurora e si (“trii basellóni”), riformava il corso prende la stradina verso destra, aggi- principale; poco dopo la cascata, si rando la zona umida (a destra). annetteva il fontanile Acquani. All’altezza di un’ex-cabina elettrica, Dai resti della chiusa restaurata, che trasformata in centro di educazione svolge una funzione fondamentale ambientale, si imbocca a sinistra il nella gestione dell’attuale rete idrica sentiero Boscaccio, che costeggia il del parco urbano, si prosegue verso nord ripido pendio inselvatichito della lungo il sentiero, tra la Cava Casati Cava Casati. All’interno di questa ed i curiosi “orti delle palme”, che sfrut- area, posta tra il bacino e la zona tano il microclima della sponda di cava umida, il bel sentiero, messo in per coltivazioni anche esotiche. sicurezza con protezioni e ponticelli, All’uscita dal sentiero, si gira a destra consente deviazioni con vedute verso sud, ignorando l’incombente panoramiche sul laghetto di cava. complesso residenziale e si ritorna in Ad un bivio, trascurato un sentiero breve al punto di partenza. che riporta a destra verso la stradina Riferimenti bibliografici e la zona umida (a sud), si continua Ernst Hatch Wilkins, “Life of ”, Chi- nella parte più segreta dell’area (di cago University Press, Chicago 1961; in it. fronte a un isolotto di argilla) in “Vita del Petrarca”, trad. Remo Ceserani, Fel- mezzo ad un fitto sottobosco, fino trinelli, Milano 1964. Cfr. lo scritto di Marco A. Righini “Alla sco- all’incrocio con il sentiero delle perta del Basso Milanese tra parchi, campi e due costine tra i fontanili affiancati cascine, ad ovest di Milano: un itinerario da Molino Dorino a Sellanuova”, Commissione Patellani, Acquani, Misericordia. (A Scientifica G.“ Nangeroni” CAI -TCI, Milano destra il sentiero riporta verso la 2011), estratto di articoli (pubblicati su “Pa- stradina e l’area agricola a sud). gine Botaniche”, “Sentierincittà”, “Il Diciotto”, “Il Rile” Milano 2001-2005) disponibile su Si segue il sentiero a sinistra, lungo richiesta (righinimarco@ hotmail.com). la sponda orientale della Cava Cfr. il saggio “Il Viaggio della Vita ad ovest di Milano” di Massimo de Rigo, Renato Bosoni, Gianbattista Casati fino allachiusa Tribaselloni, Vida, Sergio Corada, Giancarlo Dalto, per l’Asso- straordinaria opera di ingegneria ciaz. Amici Cascina Linterno, Milano 2000-2002. 42 Progetto museale per Casa Petrarca di Linterno di Marco Gulio Castelli (d) nucleo più antico (XII-XIVsec.) comprendente la parte sovrastante Lo scopo. le due colonne palmate (vedasi Casa Petrarca di Linterno ha tutte acquatinta di Giovanni Migliara le potenzialità per diventate uno del 1819) che diventerebbe un dei punti di riferimento culturale di piccolo e prezioso “Museo” di se Milano. Anche se non è un luogo con stessa. Si tratta dello spazio Casa grandi spazi a disposizione, racchiude Petrarca, dal novembre 2018 in in sé, come una gemma preziosa, lo Concessione onerosa dal Comune spirito palpabile dell’Umanesimo di Milano al CSA Petrarca. Qualsiasi che ha fatto grande l’Italia in tutto il allestimento in questo nucleo storico mondo. Sono muri che parlano. CSA “petrarchesco” necessita di un ineludibile Petrarca Onlus intende promuovere restauro conservativo. Sotto gli strati di e valorizzare questo luogo e affidarlo innumerevoli tinteggiature c’è tutto alla città di Milano e a tutto il mondo, un mondo da scoprire, secondo i diventando a tutti gli effetti un ambiente sondaggi: il mondo visconteo all’epoca del Poeta. L’accertata presenza che arricchisce, non solo a parole, dell’adiacente percorso legato ai la nostra periferia e il nord-ovest di Pellegrinaggi medievali ha motivato Milano. L’annesso oratorio, dedicato a le ricerche del CSA Petrarca. Non si Maria Assunta, visibile dalla stanza del escludono tracce di una “grangia” legata Poeta, è legato ad un antico privilegio ad un Ordine monastico cavalleresco ecclesiastico. Petrarca è uno dei primi (Templari o Giovanniti), facente parte intellettuali ambientalisti, se non il di un “Sistema territoriale” con altre primo, dato il suo amore per la natura. “mansiones” od “hospitalia” del XII e Amore che lo ha indotto a chiedere al XIII sec. (l’hospitale della Maddalena, suo ‘protettore’, l’arcivescovo milanese l’hospitale di san Giacomo al Ristoccano, Giovanni Visconti, una dimora agreste il borgo antico di Quarto Cagnino, (allora chiamata “Infernum” e dal cascina Barocco) sulla via dei Pellegrinaggi XVI secolo “Linterno”) citata nella sua medievali diretti a Roma, in Terrasanta corrispondenza, per avere un giardino- e, in senso inverso, di san Giacomo di orto da accudire. Il Poeta trascorse a Compostella. Interessante l’interazione Milano il periodo centrale della sua con l’ex convento di san Lazzaro; maturità: otto anni (dal 1353 al 1361) l’Abbazia di Chiaravalle e l’Abbazia in cui abitò altre due case in zone più di Morimondo, fondate da san Bernardo urbane ma periferiche. Prima nei pressi di Chiaravalle al suo arrivo a Milano con di sant’Ambrogio, poi a san Simpliciano, i monaci cavalieri Templari. di cui non si hanno più tracce. Le modalità. Diverrebbe esecutivo un progetto in sinergia con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano. Cascina/Villa Linterno, ubicata a 500 metri dalla MM1 Bisceglie (che

andrebbe rinominata “Bisceglie Foto di Renato Bosoni Casa Petrarca”) va riprogettata in Inaugurazione di Casa Petrarca. GianMario Maggi sintonia con la sua storia, nel suo illustra il progetto del Museo interattivo alle Istituzioni

(d) email: [email protected] 43 Questa documentazione digitalizzata Emily E. Dickinson, che declama il suo (pergamene, incunaboli, cartografia amore per la natura, come Petrarca). e manoscritti medievali) accanto Possibili Esposizioni di Mostre. all’unicità petrarchesca, dovrebbe - Le Vie dei Pellegrinaggi medievali implementare il Museo interattivo - Le Arti preziose al tempo di con l’ambientazione di scene e Petrarca, la Miniatura, la moda, ecc. performances teatrali di “vita medievale” dell’antica Porta Vercellina (che coincide Turismo culturale. con l’attuale Municipio 7 di Milano). - Un Piccolo Agriturismo e una Locanda in stile medievale con Le altre possibili iniziative. cibi, bevande e ambientazione Caffè letterario per la lettura medievali: un’idea sicuramente del Canzoniere, dei Trionfie delle esclusiva per la Dimora di Epistolae di Francesco Petrarca, una Petrarca, che si presta anche raccolta epistolare che permette ad un ritorno economico (Bed & di avere una conoscenza chiara del Breakfast, pranzi, rinfreschi, ecc). suo percorso di vita. Il Poeta le divise per argomento: Interazione con il territorio. Rerum familiarum libri (libri delle Percorsi sui sentieri del Petrarca cose familiari), Sine nomine (Senza a Milano (dalla Linterno alla nome), Rerum senilium libri (libri Certosa di Garegnano, attraverso il della vecchiaia, dove polemizza Parco delle Cave). contro il papato avignonese), Variae Gemellaggio e scambi culturali con (Varie) e Posteritati (Alla Posterità, le principali dimore petrarchesce una sorta di riassunto della sua vita). (Arezzo, Fontaine de Vaucluse, Approfondire lo studio di questi testi Selvapiana, Arquà Petrarca) favorisce la conoscenza del Poeta, i suoi viaggi, le sue scelte politiche, Le varie fasi del progetto. le scelte intellettuali, le meditazioni Al presente, lo spazio Casa Petrarca morali, il suo credo umanistico. che ospiterà il Museo interattivo, si presenta in stato di incuria nei Laboratorio di Petrarca per preziosi soffitti lignei e nelle pareti leggere e studiare all’ombra dei affrescate. È quindi prioritario il classici, con musica provenzale e restauro conservativo, le cui relazioni trobatorica (XIII-XIV sec.). tecniche (arch. Luca Quartana, Rielaborazione della “Libraria” docente universitario per il restauro di Petrarca con pannelli e ligneo e le restauratrici Emanuela Bissoli atmosfera conviviale medievale. e Laura De Nardi per gli affreschi) Sala di lettura/conferenze per approvate dalla Soprintendenza, sono cicli di giornate di studio tematiche: state consegnate al Comune di Milano. non solo Petrarca, ma anche gli È stata simulata la ricostruzione 3D stilnovisti, i Fedeli d’Amore, poeti dei soffitti lignei, con l’ambiente stranieri di ispirazione petrarchesca riportato agli antichi splendori. (ad es. i poeti francesi de ‘La Pléiade’ Il progettista arch. Marco Ermentini, che nel ‘500 presero le distanze collaboratore di Renzo Piano, ha dalla letteratura medievale e illustrato il progetto del Museo interattivo avviarono il rinnovamento poetico alle Istituzioni cittadine durante la sull’imitazione dell’antichità cerimonia dell’inaugurazione dello classica; la grande poetessa americana, spazio Casa Petrarca. 44 Un viaggio di mille anni. Infernum&Linterno nei secoli Molto amata. Non sempre rispettata. Linterno rischia di perdere la sua Essenza. di Gianbattista Vida (e) Cenni storici. Nell’anno Mille il contado di Milano comprendeva ben 11 Pievi (plebs) e ad ovest erano situate le cascine Infernum (Linterno), Baldarhoco (Barocco), della Basciana, ecc. La “Carta Venditionis”(1163), un atto di vendita della badessa Colomba, descrive un paesaggio di fonti con prati, boschi selvaggi e le prime cascine (cassine o caxine), recinti con steccati per contenere animali (in specie suini) e torri di difesa. Sorgono fattorie forti- ficate gestite dalla nobiltà, e le grange, gestite dai monasteri e dagli hospitalia. Dal 1154 le pergamene (archivi Canonica di S. Ambrogio) attestano i primi proprietari: i de Marliano, legati ai Visconti e ai da Badagio (Baggio) famiglia capitaneale di Porta Vercellina. Molte costruzioni sono andate distrutte perché realizzate con materiali deperibili (pochissime erano in muratura). Nel territorio di Infernum/Linterno, che rientrava negli edifici difendibili, i fontanili e gli antichi sentieri si sono miracolosamente conservati fino a oggi. Fig. 1) Cassina de “Infernum”. A metà del XIV sec. la grangia de Fig. 2) Infernum - Linternum. Il cascinale è ormai tardo-medie- Infernum, di proprietà dei Visconti, viene in parte ricostruita per vale (gotico) come si evince da numerosi elementi architettoni- essere la dimora agreste di Francesco Petrarca (invitato dal Signore ci quali porte, finestre, tracce di affresco e un portichetto di Milano Giovanni Visconti: 1353-1361) il quale ama qui soffer- architravato con due colonne a capitelli fogliati e misteriosi marsi, come documentato dalle lettere inviate a Guido Sette, per monogrammi. La costruzione è ampliata con una chiesetta incombenze diplomatiche e per essere a contatto con la natura. dedicata alla Madonna Assunta con campanile a vela sul tetto. Ricostruzione di Gianbattista Vida Ricostruzione di Gianbattista Fig. 3) Cassina de Inferno al tempo della visita pastorale di San Carlo Fig. 4)Pianta topografica dell’evoluzione di Linterno (1600 -1900). Borromeo (1574). La mappa della Pieve di Cesano (Archivio Curia Nel ‘700 Linterno diventa locanda, con ristoro e cambio di cavalli; arcivescovile di Milano) è fondamentale per la chiarezza dei dettagli costruzione architettonica in diagonale all’interno dell’aia del fabbri- delle costruzioni ad ovest della città. La cascina appare come un forti- cato (demolita ai primi del ‘900). 1865: nuove mappe catastali con lizio con torre merlata, campanile e una cinta di mura che racchiude il nome di cascina “Interno”. 1897: il territorio della cascina è confi- una corte. A fianco si trova Cassina Baldarocho (Barocco) e, più a sud, gurato come quello attuale. 1951: i proprietari dell’edificio, conti il monastero di S.ta Maria di Garegnano (Sant’Antonio dal XVII secolo). Bellini, lo vendono alla società Max-Mayer. Il resto è storia d’oggi.

(e) email: [email protected] 45 Dell’abitare Petrarchesco, in forma di sintetica Biografia di Roberto Gariboldi (a) Colonna, vescovo di Lombez(3); i suoi viaggi sono numerosi e ne abbiamo Francesco Petrarca, sin dalla sua le relazioni nei suoi scritti. Cercherò nascita, avvenuta ad Arezzo il 20 di concentrarmi sulle sue dimore e luglio 1304, ha vissuto in una sugli avvenimenti essenziali della sua situazione di precarietà abitativa. vita, trascurando gli infiniti viaggi, La nascita in questa località è da le numerose missioni politiche in ritenersi occasionale, in quanto rappresentanza di varie Signorie, suo padre, il notaio fiorentino ser e altri fatti che hanno costellato Petracco, della fazione fiorentina la sua vita. Dopo un soggiorno di dei guelfi bianchi, come Dante un mese a Napoli, l’8 aprile 1337 Alighieri, era stato esiliato e qui con viene incoronato “Poeta laureato” in la moglie Eletta Canigiani si rifugiò. Campidoglio a Roma. Nel viaggio Qui nacque il nostro poeta(1). La di ritorno si ferma a Parma dove sua infanzia, sino ai sette anni, la apprende la morte del cardinale trascorse ad Incisa Valdarno(2), dove Giacomo Colonna, fratello del suo ser Petracco aveva delle proprietà protettore Giovanni, al quale invia e da dove la famiglia aveva origine. una densa lettera consolatoria. Questi In questa località, nel 1307 nacque continui viaggi gli permisero di Gherardo, il fratello di Francesco. ampliare la rete delle sue amicizie, Ser Petracco si trasferì a nel che coltivò assiduamente per 1311 per incontrare l’imperatore tutta la vita intrattenendo una Enrico VII, nell’illusione che potesse fitta corrispondenza, in gran parte far rientrare gli esuli fiorentini pervenutaci grazie proprio al lavoro nella città del giglio. Nel 1312 Ser che lo stesso Francesco dedicava alla Petracco decide di trasferirsi alla sua conservazione(4). Altro impegno corte papale di Avignone, così la sua che svolgeva durante i viaggi era la famiglia, via Genova, segue il padre ricerca di codici antichi da acquistare in cerca di fortuna oltralpe. o copiare, sempre con l’intenzione Non trovano alloggio in Avignone e di arricchire la sua “Libraria” che la famiglia si stabilisce a Carpentras; aumentava costantemente in numero qui nel 1318 muore la madre Eletta a e qualità dei volumi, da far invidia a soli 38 anni e qui il giovane Francesco qualsiasi principe europeo del tempo. rimane sino al 1316, quando viene Nell’estate dello stesso anno acquista mandato a studiare a Montpellier, una casa a Vaucluse (Valchiusa)(5). dove rimane sino al 1320 e quindi Di questa abitazione nei pressi del si reca a Bologna assieme al fratello fiume Sorga abbiamo descrizioni Gherardo. Si ferma nella città felsinea poetiche incantate: per tutta la vita sino al 1326 quando, alla morte ha ricordato questa casa come la del padre, decide d’interrompere residenza del periodo più felice, come gli studi e tornare ad Avignone ineguagliabile fonte d’ispirazione. assieme al fratello. Delle abitazioni Conservò sempre la casa, a Carpentras, Montpellier e Bologna ricordandola nel suo testamento: non si hanno tracce. È impossibile qui teneva anche la sua preziosa seguire gli eventi che caratterizzano biblioteca, sempre più ricca ed la vita del nostro poeta: i suoi anni importante per i Codici che giovanili sono costellati di impegni recuperava nei sui viaggi e nelle sue al servizio del cardinale Giovanni missioni europee.

(a) email: [email protected] 46 Nel 1343 l’amato fratello Gherardo momento: fra una missione e l’altra entra nell’ordine certosino, diventan- crea, scrive nuove opere e ne rifinisce do monaco presso la certosa di Notre alcune già scritte. Il periodo milanese Dame de Montrieux: per il resto della è legato a ben quattro luoghi da lui vita rimase fedele a questo insedia- amati. In città ebbe due residenze, mento monastico, distinguendosi per la dapprima nei pressi della basilica di fede e l’osservanza alla regola. Il Poeta sant’Ambrogio(8); in seguito cambierà mantenne sempre i contatti con il fra- casa trasferendosi presso la basilica di tello, col quale scambiò alcune lettere. san Simpliciano(9), allora posta fuori Nel 1344 acquistò una casa a Parma: dalle mura cittadine: qui si trovava appena entrato in possesso dell’immo- meglio poiché viveva in un ambiente bile, lo fece restaurare ed aggiunse in più quieto, inoltre poteva godere di facciata delle decorazioni in marmo; un orto tutto suo. Era legato partico- qui pensava di traferirsi definitamen- larmente anche alla Certosa di Gare- te, grazie all’amicizia con il signore gnano ove si recava alcune volte per (6) parlare con quei monaci bianchi che della città: Azzo da Correggio . Nelle (10) sue lettere di quel periodo invita spesso gli ricordavano l’amato fratello . gli amici a risiedere presso di lui, addi- L’ultima residenza che desidero ricordare è Villa Linterno (l’antica rittura a stabilirsi a Parma nella sua casa, (11) naturalmente dotata di un bell’orto. An- Infernum), sua residenza estiva . che questa venne dal Poeta conservata Quest’ultima costruzione ci è stata miracolosamente conservata, il sino alla morte. A ricevette anche Parma Comune di Milano, proprietario il secondo canonicato. In questo perio- dell’immobile, ha provveduto ad un do alterna soggiorni a Valchiusa con intervento di messa in sicurezza della diversi viaggi in Italia; la posizione dei cascina, permettendo così di arrivare Da Correggio a Parma è diventata all’assegnazione dei locali storici ormai instabile e la situazione politica petrarcheschi al CSA Petrarca Onlus. costringe Petrarca a lasciare in manie- Nel giugno 1361 Petrarca lascia Milano, ra rocambolesca la città la sera del 23 nel pieno dell’epidemia di peste, per febbraio 1345. recarsi a Padova dove, in qualità di Nonostante il cambio della Signoria, canonico della cattedrale, aveva una il Poeta ritornerà a Parma altre volte. casa donatagli dal signore patavino, Nell’estate del 1353 Francesco Jacopo II Da Carrara(12). Nel settembre Petrarca attraversa il passo del del 1362 conclude un accordo con Monginevro e si stabilisce, con gran- il governo veneziano: si impegna de sorpresa degli amici, a Milano, al a lasciare la sua amata “Libraria” servizio di Giovanni Visconti, signore alla Serenissima affinché divenga e vescovo della città(7). Non tornerà biblioteca pubblica, in cambio di mai più alla sua amata Valchiusa: un’abitazione in città. Quest’accordo da qui, in due tempi distinti, si fa decisamente originale testimonia trasportare la biblioteca a Milano, l’importanza di questa raccolta di dove si ferma per ben otto anni: è Codici riuniti nel tempo dal Poeta. un periodo intenso, drammatico e Con diversi soggiorni a Pavia, produttivo. Il Poeta ha 49 anni, è nel Padova, ed altre località di transito pieno della sua maturità e della fama. nei suoi viaggi, visse a Venezia sino Per la sua attività artistica è un buon alla primavera del 1368. Non sono

47 chiare le motivazioni che indussero signore di Padova, gli donò un Petrarca a lasciare definitivamente terreno con una casetta ad Arquà la città lagunare. Di certo, Francesco sui Colli Euganei; lui si innamorò del portò con se l’inseparabile “Libraria” posto e ordinò subito la costruzione e la Serenissima non fece obiezioni, di una casa dove poter vivere con la non chiese l’osservanza del contratto sua famiglia. Si impegnò anche nella stipulato: evidentemente si trattò di sistemazione del terreno agricolo una separazione concordata. circostante, facendo impiantare una Petrarca si stabilì nella sua casa di vigna e piantumare alberi da frutto. Padova. Sua figlia Francesca e il Nel marzo del 1370, appena la marito Francescuolo da Brossano, che casa fu terminata, Petrarca vi andò già l’avevano raggiunto a Venezia, lo subito ad abitare. Sempre nella seguirono anche in questa città. primavera dello stesso anno volle La sua salute cominciava a declinare. mettersi in viaggio per Roma, ma Fu vittima di sincopi che lo sfibrarono. un’altra sincope lo colse a Ferrara, Anche quest’ultimo periodo della dove si trattenne, amorevolmente sua esistenza fu comunque intenso e curato, per qualche mese. produttivo, come tutta la sua vita. Tornò ad Arquà da dove si mosse Nonostante la salute malferma, non raramente e solo per missioni ufficiali. cessò mai di lavorare e studiare. Nella notte fra il 18 e 19 luglio Francesco Da Carrara, il nuovo 1374 morì fra i suoi amati codici. Note 1 L’attuale costruzione aretina, situata in Borgo 5Fontaine-de-Vaucluse nei pressi di Avignone: qui dell’Orto è stata eretta nel Cinquecento, sui resti di Petrarca trascorse diversi felici periodi sino al suo de- un edificio medioevale tradizionalmente ritenuto finitivo trasferimento in Italia nel 1353. Conservò la la casa natale del poeta. L’edificio fu per molti anni proprietà della casa sino alla morte e nel testamento dimora privata, poi divenne sede della Questura di la destina a casa per i poveri oppure ai figli del fedele Arezzo, e tale rimase fino al 1926, anno in cui fu fattore Monet. Nella presunta casa di Petrarca, gli è restaurata. Attualmente ospita la prestigiosa “Acca- dedicato un Museo-biblioteca. demia Petrarca di Lettere Arti e Scienze” e conserva 6La casa di Parma era in contrada di S. Michele una ricca biblioteca, il cui nucleo è costituito dal presso l’abbazia di S. Antonio, dove una lapide ne fondo donato da Francesco Redi, con incunaboli ricorda il soggiorno. Da qui amava recarsi a Selva- e preziose edizioni d’epoca, nonché una preziosa piana sull’Appennino parmense, dove viene ricor- quadreria di valore. L’Accademia dispone anche di dato con un tempietto costruito a partire dal 1839. una bella collezione numismatica. 7Per questo periodo della sua vita rimando al volu- 2 me miscellaneo: AA. VV., “Petrarca a Milano. La vita, Anche il Comune di Incisa Valdarno ha la i luoghi e le opere. Il soggiorno milanese del poeta uma- sua “Casa del Petrarca”, una costruzione rustica, nista alle origini della cultura europea”, Milano, 2007. addossata ad altre case medievali in una località 8La casa non esiste più, ma è ricordata da una rimasta suggestivamente ferma nel tempo e dalla lapide posta all’inizio di via Lanzone. quale si gode la vista dell’Arno. La casa, sede di un piccolo museo e di una biblioteca fino alla secon- 9Curiosamente questa seconda residenza non da guerra mondiale, si trova adesso in condizioni è ricordata da alcun segno. degradate, nonostante l’impegno dell’Ammini- 10Anche presso questo monumento, fondato nel strazione Comunale per un suo degno restauro. 1349 dal mecenate di Petrarca, Giovanni Visconti, 3 non si trova nulla che ricordi i soggiorni petrarcheschi. Località della Guascogna in Francia. Papa 11 Benedetto XII nel 1335 concesse a Petrarca un Questa cascina, che si potrebbe chiamare “Villa”, si trova in via Fratelli Zoia 194. Sono allo canonicato in questo sito. Questa nomina non studio alcuni progetti culturali degni della strut- comportava l’obbligo di residenza, gli consenti- tura, tuttora intralciati da strane opposizioni alla va però di ricevere le rendite legate a quel titolo. presenza petrarchesca, cosa che invece potreb- 4Per seguire i suoi infiniti viaggi si può ancora be essere di forte attrattiva turistica e culturale. leggere l’opera in cinque volumi di Ambrogio 12La casa si trovava nei pressi della cattedrale di Levati dal titolo: “Viaggi di Francesco Petrarca in Santa Maria Assunta. L’abitazione, disposta su due Francia, in Germania ed in Italia” edita a Milano piani, comprendeva otto camere, tre granai, due “ca- nel 1820 dalla Tipografia dei Classici Italiani. neve”, una stalla e un orto, con un bel pozzo d’acqua. 48 Cronologia Petrarca - Linterno/Garegnano di Roberto Gariboldi (a) perciò Linterno rimane l’ipotesi più valida per la massa di testimonianze Premessa alla cronologia autorevoli a suo favore. Una delle prime Questa cronologia intende biografie, scritte dall’umanista Pier raccogliere la documentazione su Candido Decembrio (1392-1477), Petrarca, la Cascina Linterno e la grande studioso (al quale vengono Certosa di Garegnano, ampliando attribuite ben 127 opere diverse), e aggiornando quanto riportato nella segretario del signore di Milano, pubblicazione “La solitudine di parla per primo della residenza Linterno”, stampata nel 2004, sulla di Infernum-Linterno. Per la sua base di un lungo ed accurato studio favorevole posizione presso i Visconti, sulle fonti petrarchesche presentato è plausibile abbia avuto accesso a alla Sala del Grechetto nella documenti o testimonianze coeve al Biblioteca Sormani a Milano nel 2001 Poeta. Pier Candido Decembrio nel in appendice agli atti del convegno 1444 tentò di acquistare Infernum- “Figura ed opere di Francesco Linterno chiedendo ad Unfredo Duca di Glouchester (fratello di re EnricoV) Petrarca nel periodo milanese” a cura del gruppo culturale dell’Associazione di trasformare la pensione di 100 Amici Cascina Linterno, coordinati ducati annui, nell’acquisto della casa petrarchesca; purtroppo l’operazione da Massimo de Rigo. Ovviamente (23) questo lavoro non intende essere non andò in porto . Non si sono esaustivo, in quanto raccogliere tutta presi in considerazione i manoscritti petrarcheschi, argomento di numerose la documentazione sull’argomento e dotte pubblicazioni, in quanto non avrebbe comportato parecchie pagine utili alle nostre finalità. Abbiamo di testo, rischiando comunque di solo elencato talune delle numerose non essere totalmente completo. pubblicazioni petrarchesche, citando Di conseguenza vengono segnalati alcune edizioni fra le più rilevanti o solo gli avvenimenti ritenuti più che portano novità nella ricerca. La significativi, utili a mettere in risalto tesi che nega Linterno come residenza come Inferum-Linterno sia, con petrarchesca nasce solo nel 1845, quasi grandissima probabilità, la residenza mezzo millennio dopo la sua morte, estiva di Francesco Petrarca durante e non è suffragata da documenti o il suo soggiorno milanese, senza testimonianze coeve che possono escludere i sostenitori dell’altra tesi. smentire la tesi sostenuta dai primi L’asserzione “Petrarca-Linterno” già biografi del poeta. Degli intensi anni compare nelle prime numerose passati dal Petrarca a Milano, questo biografie del Poeta scritte a partire subito edificio è l’unico sopravvissuto: presso dopo la sua morte - Boccaccio, vivente la basilica di sant’Ambrogio si vede una Petrarca, ne scrisse una, e Angelo Solerti striminzita lapide, alla basilica di san (1865-1907) critico letterario, elenca Simpliciano nulla, così anche alla Certosa ben 35 biografie di Petrarca scritte da di Garegnano. Linterno potrebbe autori diversi dal XIV al XVI secolo, diventare perciò un polo culturale nessuna delle quali mette in dubbio di richiamo universale, in quanto la Linterno come residenza petrarchesca. figura di questo poeta è universalmente Sarebbe un atto di presunzione e una conosciuta ed apprezzata, molto più di posizione poco rispettosa del lavoro dei quanto si pensi in Italia: basta scorrere nostri predecessori, scartare l’“Ipotesi una qualsiasi bibliografia petrarchesca Linterno” senza portare documenti per scoprire autori di ogni continente, a sostegno della tesi opposta - cosa innamorati dell’incantevole figura del che nessuno sino ad oggi ha fatto - nostro grande poeta e umanista.

(a) email: [email protected] 49 50 (a cura di Roberto Gariboldi 51 e Massimo de Rigo) Note alla cronologia Poeta in Europa. Da segnalare che già nel 1496, 1 sempre a Basilea per i torchi di Johann Amerbach, La cascina Linterno è citata per la prima volta erano uscite le opere latine di Petrarca. nella forma toponomastica di “Infernum”, in questa pergamena del 1154 che si trova nella “Carta Inve- 7 Guillaume Rouillé, italianizzato in Guglielmo Ro- stiture” presso l’Archivio della Canonica di S. Am- villio, già dal 1550 inizia a stampare opere dei grandi brogio. Il documento venne segnalato a suo tempo poeti italiani. Questa edizione è ritenuta la più com- dall’illustre mediovalista Anna Maria Ambrosioni. pleta. Nella biografia del Poeta, inserita nella pub- Nelle altre pergamene, non vengono registrate altre blicazione, viene ripresa la citazione di Linterno. località con il nome di “Infernum”. Cfr. AA. VV., “La 8 In questa edizione delle , Solitudine di Linterno”, Milano, 2004, pag. 3. stampata a Lione da Samuel Crispinus compare 2 Nel tempo questa lettera autografa del Petrar- per la prima volta la lettera indirizzata a Guido ca (inserita nella raccolta “Lettere disperse”) scritta a Sette con la citazione della Certosa di Garegnano Pavia, è stata oggetto di numerose e differenti in- (Familiari XIX, 16). terpretazioni da parte di molti studiosi, il motivo di 9 Esce la prima edizione di questa importante questa varietà di interpretazioni è dovuto alla diffi- biografia, corredata da belle illustrazioni, stampa- coltà di lettura dello scritto stesso, di conseguenza ta a Padova da Livio Pasquati e Giacomo Bortoli, si possono trovare più versioni del passo ove viene dove curiosamente non si accenna al soggiorno citato il termine “Infernum”. Un’attenta analisi del- milanese di Petrarca. Nella seconda edizione del la lettera compiuta sull’originale, fatta di persona 1650, compare il capitolo sul soggiorno milanese da Massimo de Rigo alla Biblioteca Medicea Lau- con una illustrazione che raffigura laCascina Lin- renziana di Firenze, riporta inequivocabilmente il terno, si tratta della prima illustrazione in assoluto nome di “Infernum”. Per Il Wilkins, per esempio, che raffigura laLinterno , qui si vede anche la torre la lettera è da datare 1369 (per me un po’ trop- di guardia di cui sono state trovate le fondamenta. po avanti nel tempo, in quell’anno Petrarca si sta- Interessante la corrispondenza geografica: il fonta- va trasferendo ad Arquà, nella nuova casa appena nile che si vede in primo piano e le Alpi di sfondo costruita). Comunque è inconfutabile il fatto che hanno lo stesso orientamento di Cascina Linterno. questo termine di “Infernum” sia associato a un luo- Nel “Petrarcha redivivus” edito nel 1650, il biografo go di residenza del poeta, infatti nella lettera, scritta Jacopo Filippo Tomasini indica nella Linterno la il 20 giugno 1360 “al calar della sera”, Petrarca cita sede della grande biblioteca posseduta dal Poeta. chiaramente “Infernum” in questo passaggio: “… 10 L’opera dell’oblato Bombognini uscì in pri- aliquot dies, si dabitur, tranquillos rure acturus, cuius ma edizione nel 1790, la citazione l’ho tratta dalla ethimologiam tibi committo. Ego quidem Infernum di- terza edizione uscita nel 1854, pubblicata dopo la cere solèo…” (se sarà possibile, trascorrerò alcuni gior- revisione del dott. Calo Redaelli, che confermò la ni tranquilli in campagna, di cui ti allego l’etimologia. citazione riguardante la Linterno. Veramente, sono solito chiamarla Inferno…). 11 Esce l’opera di Antonio Marsand (1765-1842) 3 A quasi cento anni dalla morte del poeta e al dal titolo: “Le Rime del Petrarca con tavole in rame sorgere dell’arte della stampa, esce questa edizione e illustrazioni”, stampata a Firenze nel 1821, nella del 1470 a Venezia curata dal tipografo Vindelino quale compaiono delle belle incisioni, una delle da Spira, il volume segna l’inizio dell’enorme for- quali, disegnata da Giovanni Migliara, raffigura la tuna tipografica delle opere volgari e latine di Pe- Cascina Linterno. Purtroppo quest’opera che con- trarca. Per le prime edizioni a stampa di Francesco tiene alcune imprecisioni, è stata oggetto di critiche Petrarca vedi: Petrella Giancarlo a cura, Il Fondo e forse è la causa involontaria del cambiamento di Petrarchesco della Biblioteca Trivulziana. Manoscritti orientamento, circa la residenza estiva di Petrarca, di ed edizioni a stampa (sec.XIV-XX), Milano, 2006, alcuni studiosi. Da ricordare che Pietro Verri, nella per l’opera in questione vedi la scheda a pag. 51-52. sua “Storia di Milano” (1783) nel capitolo XII scri- 4 Questa edizione veneziana, nello stesso anno ve: “Aveva Petrarca una piccola villa, poco discosta esce anche la prima edizione milanese delle ope- dalla città, nelle vicinanze della Certosa di Garigna- re di Petrarca, contiene una biografia petrarchesca no; e quel casino solitario lo chiamava Linterno, col attribuita per lungo tempo ad Antonio da Tempo, nome della villa di Scipione Africano; comunemente più recentemente questa biografia è stata assegna- poscia acquistò nome l’Inferno, parola più nota della ta all’umanista pavese Pier Candido Decembrio prima. Si dice che Giovanni Boccaccio, per amore del (1392-1477), il quale, per la sua posizione di se- suo amico Petrarca, vivesse qualche tempo con lui in gretario del duca Filippo Maria Visconti nella corte Milano, e al suo Linterno”. milanese, poteva avere accesso anche ai documenti 12 Quest’opera, scritta da Ugo Foscolo durante riservati della corte stessa. Nella sua biografia com- il suo esilio londinese, uscì prima in lingua inglese pare Linterno come abitazione del Petrarca. tradotta in italiano da Camillo Ugoni e stampata a 5 Questa edizione milanese, stampata da Giovan Lugano nel 1824 (la polizia austriaca non amava Angelo Scinzenzeler, riprende la biografia di Decem- Foscolo e quindi non era semplice pubblicare le brio, in precedenza attribuita ad Antonio da Tempo. sue opere nel Lombardo-Veneto). 6 È la prima edizione, stampata a Basilea da 13 Questa operetta che si trova nella Biblioteca Henricus Petri, edita fuori Italia delle opere allora Nazionale Braidense è di capitale importanza, in conosciute del Petrarca, viene inserita la biografia quanto è una testimonianza diretta di una visita del Squarciafico. Questa edizione, più volte ristam- alla Villa Linterno, effettuata nel 1825, dall’autore pata, diede un forte impulso alla conoscenza del Paolo Ripamonti Carpano che vede le stanze di

52 Petrarca dove affioravano ancora affreschi, poi rico- del Poeta indusse il gruppo culturale a rifondare l’as- perti da quasi due secoli di altre tinteggiature, cosa sociazione CSA Petrarca per salvaguardare la dimora confermata dalla relazione fatta per conto di Italia petrarchesca da progetti non rispettosi del Vincolo. Nostra nel gennaio 2012. 19 Giuseppe Billanovich (1913-2000), grande 14 Angelo Bellani (1776-1852), canonico, è ri- studioso di letteratura, è critico su Linterno come re- cordato nell’Enciclopedia Treccani come fisico ed sidenza petrarchesca, però evita di dire dove poteva esperto nella costruzione di termometri di preci- essere ubicata la residenza estiva di Petrarca. Cfr. sione. Pubblicò questo libretto di dodici pagine nel Billanovich Giuseppe, “Nuovi autografi (autentici) 1845 (pare sia l’unico suo testo di critica letteraria), e vecchi autografi (falsi) del Petrarca, in Petrarca e il confutando apparenti errori di Marsand, con inter- primo umanesimo”, Padova, 1996, pag. 525-541. pretazioni personali non suffragate da documenti. Tuttavia precisa: “questa biografia, per nuove scoperte, È la prima volta nella storia della letteratura che si si completa e si perfezione di anno in anno, all’esterno e nega che Linterno sia stata la residenza di Petrarca. all’interno, con novità tanto numerose e impressionanti 15 quanto nemmeno possono immaginare i profani...” Carlo Romussi (1847-1913) giornalista e uomo Altri insigni petrarchisti, come per esempio Wilkins politico, si limita a riprendere gli argomenti del Bel- e Dotti, nelle loro biografie del Poeta, evitano di af- lani senza portare nuovi contributi. Sulla stessa scia frontare l’argomento residenza estiva del Petrarca. anche altri articoli riportati nella colonna Garegnano. Da non dimenticare il contributo di Cesare Can- 20 Cascina Linterno riceve il Vincolo della Soprin- tù (1804-1895), deputato al parlamento e fonte tendenza per i Beni Architettonici con provvedimen- autorevole quale fondatore dell’Archivio Storico to del 9-3-1999, progressivo archivio vincoli 690, Lombardo, oltre ad essere direttore dell’Archivio di catasto foglio 371, mappale 63. La Relazione storica Stato di Milano, il quale scrive nella sua opera “Del- si basa sul soggiorno petrarchesco. Cfr. Pagani Ga- la letteratura italiana: esempj e giudizj” del 1858/65: briele, Milano e i suoi borghi, Milano, 2009, pag. 449. “II Petrarca soggiornò lungamente a Milano e a Lin- 21 Questo saggio, frutto del lavoro del gruppo terno qui presso, e avea disposto d’essere sepolto qui”. culturale (Massimo de Rigo, Renato Bosoni, Gian- 16 In questa visita pastorale della Pieve di Cesano battista Vida, Sergio Corada, Giancarlo Dalto) co- Boscone, il beato cardinal Andrea Carlo Ferrari era ordinati dall’allora vice-presidente dell’associazione accompagnato dall’allora prefetto dell’Ambrosiana Amici Cascina Linterno Massimo de Rigo, è la prima Achille Ratti (dal 1922 papa Pio XI), così come ri- raccolta sistematica dei documenti che legano Petrar- cordato in una lapide posta negli anni successivi. Nel- ca a Linterno e costituisce un documento ineludibile la relazione della visita, conservata all’Archivio Dio- nella valorizzazione della cascina. La ricerca di fonti cesano, si ricorda Linterno come soggiorno petrarchesco. per confermare questa tradizione multisecolare non è conclusa. Nuovi contributi e approfondimenti sono 17 Il giovane studente di architettura Ambrogio stati resi pubblici nella Conferenza “Petrarca a Mila- Annoni (1882-1954) pubblica il suo saggio in una no” alla biblioteca Harar, lo scorso 26 novembre 2011. raccolta miscellanea dedicata a Petrarca in occa- 22 sione del VI centenario della nascita: oltre alle tesi La relazione sullo stato di conservazione della consuete basate solo su ipotesi, nessuno degli autori Cascina Linterno da parte degli architetti Marco e critici verso la tradizione petrarchesca di Linterno Laura Ermentini, nel gennaio 2012, mette in risal- cita l’altra possibile residenza nei pressi della to il precario stato del monumento; inoltre segnala Certo- tracce di affreschi e casso nature trecentesche, a con- sa di Garegnano. Il lavoro è comunque interessante ferma della preziosità e antichità dell’edificio. Il so- perché porta un’analisi architettonica della Linterno, pralluogo è stato effettuato da Italia Nostra al fine ne viene allegata una planimetria e analizzata an- di monitorarne la situazione dopo l’acquisizione da che l’immagine del Tomasini stampata nel 1650. parte del Comune di Milano. 18 La fondazione dell’Associazione Amici Cascina 23 Sammut Alfonso “Unfredo, Duca di Glouchester Linterno ha tutelato questo importante reperto sto- e gli umanisti italiani” Padova, 1980, pag. 43. rico da speculazioni edilizie. Al momento del recu- pero con uno scomputo urbanistico, l’oscuramento Roberto Gariboldi

Vincolo ai sensi della Legge 1089 del 1939 relativo a Cascina Linterno D.M. del 9/3/99 Stralcio dalla Relazione storica incentrata su Francesco Petrarca 53 Compendio delle principali dimore legate al Petrarca di Massimo de Rigo (b) fecero festosa accoglienza e lo condussero a vedere la sua casa natale, che le autorità “La via di Petrarca”. cittadine avevano vietato di modificare. L’edificio fu per molti anni dimora L’opera in cui vengono affiancate le privata, poi divenne sede della Questura più celebri dimore petrarchesche è di Arezzo, e tale rimase fino al 1926, di Antonio Marsand (1765-1842) anno in cui fu restaurato. Attualmente ospita la prestigiosa Accademia Petrarca dal titolo: “Le Rime del Petrarca di Lettere Arti e Scienze e conserva una con tavole in rame e illustrazioni” ricca biblioteca, il cui nucleo è costituito stampata a Firenze nel 1821, nella quale dal fondo donato da Francesco Redi, con compaiono pregevoli incisioni, una delle incunaboli e preziose edizioni antiquarie, quali, disegnata da Giovanni Migliara, nonché una preziosa quadreria di valore. raffigura la Cascina Linterno. L’autore dell’opera, Antonio Marsand fu letterato Fontaine-de-Vaucluse (Francia, e bibliografo. Ecclesiastico, fu rettore Dipartimento della Vaucluse nella nell’Università di Padova. Ritiratosi Regione della Provenza-Alpi-Costa dall’insegnamento, si dedicò Azzurra). Dimora di Petrarca. agli studî eruditi, alla raccolta di scritti su Questo borgo si Petrarca e ad edizioni delle sue opere. Fu chiamava una volta editore delle “Rime” (2 voll., 1819-20) e semplicemente pubblicò il catalogo della sua collezione Vaucluse “Valle petrarchesca (1826), che vendette chiusa” (Vallis a Carlo X durante il suo soggiorno Clausa in latino). in Francia (1826), per un vitalizio. Vaucluse è poi Da questa edizione ottocentesca divenuto il nome di pregio, il parlamentare europeo del dipartimento, Matteo Salvini promosse nel 2012 un quando questo fu istituito nel ppello al arlamento di trasburgo A P S 1793 durante la e alle associazioni culturali europee al Rivoluzione francese. A Fontaine-de-Vaucluse fine di riconoscere i principali luoghi soggiornò a lungo Francesco Petrarca, che legati a Francesco Petrarca quali sarebbe stato ispirato proprio dalla Sorga Luoghi della memoria da preservare e (Sorgue) per celebri componimenti dedicati valorizzare: “La via di Petrarca”. a Laura, come “Chiare, fresche et dolci acque”. La casa di Petrarca è scomparsa, ma nell’area Arezzo. Casa natale di Petrarca. in cui si trovava c’è il “Musée Bibliothèque L’attuale costruzione di Borgo dell’Orto è François Pétrarque” con una collezione delle stata eretta nel sue opere e stampe originali sul villaggio. Cinquecento, sui Andando verso la “Sorgente della Sorgue” resti di un edificio principale attrattiva della zona, s’incontrano medioevale altri piccoli musei e negozietti, in una tradizionalmente passeggiata che si snoda nel ricordo del Poeta. ritenuto la casa Fontaine-de-Vaucluse è gemellata con Arquà. natale del Poeta. Più volte il Petrarca Selvapiana di Canossa (Reggio dichiara di essere Emilia). Tempietto del Petrarca. nato ad Arezzo: in Il tempietto è situato in amena posizione una sua epistola presso il “Poggio delle Pendici”. Nell’estate del precisa anche che, 1341 il Petrarca, ospite di Azzo da Correggio tornando da Roma dopo il giubileo del 1350, nel vicino castello di Guardasone, ebbe occa- si fermò ad Arezzo, dove i concittadini gli sione di salire a Selvapiana. Il luogo gli piaque

(b) email: [email protected] 54 tanto e lo allettò al Pietro Verri scrive che Linterno avrebbe ospitato punto da riprendere anche Boccaccio, in visita all’amico Petrarca il poema interrotto a Milano. Un tempo sita al quarto miglio dalla “Africa”. Lorenzo città, oggi è inglobata nel tessuto urbano del Molossi, agli inizi Comune di Milano, e tuttavia rimane immersa dell’800, nel suo in un peculiare contesto paesaggistico che “Vocabolario Topo- testimonia il paesaggio agreste medievale: grafico dei Ducati fontanili e marcite presso uno dei principali di Parma, Piacenza parchi della città, il “Parco delle Cave” inserito e Guastalla”, così in un sistema del verde: il “Parco dei sentieri scriveva: “...dagli interrotti” riconosciuto a livello internazionale. abitanti di quel luogo Linterno è monumento nazionale, in parte re- oggi si segna un luogo che vien detto “il Petrarca” cuperato ma non restaurato. Il nucleo più an- o anche la “Cà del sterion” (Casa dello stregone) tico è, con molta probabilità, la testimonianza a causa dell’accusa di stregoneria che fu fatta più genuina di Petrarca giunta ai giorni nostri. al Petrarca. I contadini videro quest’uomo tutto solo, appartato da ogni compagnia, abitare una Arquà Petrarca (Padova). cascina in mezzo al bosco e stare in mezzo ai Ultima dimora del Poeta. libri. I costumi di solitario non potevano spiegarsi L’edificio, che ri- se non ammettendo che fosse uno stregone...”. sale al Duecento, Nel 1815 alcuni insigni cittadini, tra cui mantiene ancora Antonio Marsand, pensarono di erigere oggi gran parte un monumento al Petrarca in Selvapiana, delle sue originarie allora territorio Parmense. L’idea non ebbe strutture trecente- subito attuazione e solo nel 1835 una sche, nonostante i Società di studiosi potè acquistare un ter- numerosi restauri reno sulla destra dell’Enza, chiamato “Alle e rimaneggiamenti Pendici” e su di esso nel 1838 con disegno e la cinquecente- dell’architetto Nicolò Bettoli, realizzare il sca aggiunta della Tempietto che ancora si vede. loggia. Sempre nel XVI secolo furono affrescate le stanze con Iinfernum-Linterno (Milano). un ciclo ispirato alle opere più famose del ‘diletta Solitudine’di Petrarca. Petrarca: “il Canzoniere” e “Africa”. Il Petrarca decise di restaurare la costruzione Linterno è un’antica preesistente adeguandola alle sue esigenze e grangia del contado seguendo personalmente i lavori. Sul davanti milanese, esempio c’era il giardino, sul retro il brolo: alla cura significativo di corte“ delle piante il Petrarca dedicava molta atten- chiusa lombarda”, zione. I restauri, iniziati nel 1906 e conclusisi identificata come l’u- dopo le varie fasi nel 1985, hanno eliminato nica dimora soprav- dall’edificio le inutili aggiunte, senza però vissuta tra le quattro ripristinare l’antico ingresso. All’interno sono abitazioni di Petrarca esposte alcune edizioni degli scritti del Poeta durante il lungo e e alcune testimonianze dell’ammirazione fecondo periodo tributatagli nei secoli. In questa piccola casa- milanese presso i museo si susseguono lo studiolo, la libreria e, Visconti (1353/61). La “diletta Solitudine tra i rari oggetti a lui familiari, la sua sedia e la di Linterno” petrarchesca viene documentata leggendaria gatta imbalsamata. a partire dall’esplicito riferimento della lettera Nel 2004, settimo centenario della nascita autografa di Petrarca all’amico Moggio di Par- di Francesco Petrarca, il Comune di Padova ma (20 giugno 1360) e, proseguendo, coi rife- ha realizzato, in un nuovo allestimento, rimenti al luogo (detto “Infernum” fino al XVI l’ampio corredo documentario che sec.) contenuti in diversi incunaboli successivi. arricchisce l’ultima dimora del Poeta.

55 Prima Appendice: alcune fonti La “Carta Investiture” - pergamena del 1154 Pergamena della Canonica di Sant’Ambrogio del 1154 e primo documento conosciuto che cita “Infernum” (Linterno)

Originale: ASA. Perg. sec. XII, nr. 95 [A] di mm. 78/74 x 220/216. Sul verso, di mano contemporanea: “Carta de accesio quod transire debet per pratum Gariciani de Marliano”; di mano posteriore: “Carta accesii prati de Inferno”. Seguono altre annotazioni successive. Le prime tracce documentate di Cascina Linterno si hanno nella “Carta Investiture” del 1154 (pergamene dell’archivio della Canonica di Sant’Ambrogio) il cui contenuto prettamente patrimoniale, consente tuttavia di valutare la situazione generale di quei tempi, con le terre vendute per il permanente stato di guerra nel contado milanese. In questo documento “Cassina Inferno” ed il suo territorio, presso Baggio, hanno come proprietari fondiari i “de Marliano” di legge longobarda. I documenti capitolari concernono la zona che aveva il suo centro principale in Baggio, luogo d’origine della potente famiglia capitanale di origine longobarda, i “da Baggio”, molto vicini ai “de Marliano”. Si tratta di un territorio nel quale confluivano i possessi di numerosi enti ecclesiastici e di alcune grandi famiglie cittadine, una zona assai ricca di acque intersecata allora da numerosi canali e rivi, fornendo l’immagine di una campagna verde, fittamente abitata e ben coltivata. Questa la sintesi della “Carta Investiture” del 1154: “Garicianus” detto ‘de Marliano’, investe Alberto, prete e preposto della chiesa di S. Ambrogio, e la chiesa stessa, rappresentati da Domenico detto “Abbas” di Milano, dell’accesso che, passando per il prato del detto “Garicianus” situato in località “ad Infernum”, giunge ai prati di proprie- tà della chiesa di S. Ambrogio. “Garicianus promette inoltre alla detta chiesa, sempre rappresentata da Domenico, di difendere tale accesso e di non impedirlo mai in alcun modo, e riceve in cambio dalla chiesa otto soldi di buoni denari milanesi d’argento”. Un antefatto. Una pergamena del settembre 1153, la “Carta finis et refutationis” subito dopo la morte, a breve distanza di tempo, dei principali protettori dei Templari (papa Eugenio III †8 luglio e San Bernardo †20 agosto 1153) riporta: “I fratres spetalieri” (così chiama- ti i Giovanniti e i Templari) “de S. Iacobi ad Ristocchanum, alla presenza dell’arcivescovo Oberto, cedono ai canonici di S. Ambrogio ogni diritto sul loro ospedale”. Un documento che si inquadra nel delicato periodo seguente al fallimento della II Crociata, che isolò dall’Oc- cidente i regni cristiani d’Outremar. Un anno dopo viene rogato l’atto notarile: “Carta Investiture” (pergamena del settembre 1154) quasi una sorta di compensazione al vuoto di potere lasciato dall’abbandono dei monaci hospitalieri. Quest’ultima è ancora un’ipotesi, ma la coincidenza delle date merita ulteriori approfondimenti. (Notizia, Giulini, Memorie, III, p. 407; VII, p. 118; Savio, Milano, p. 508).

La “Carta Investiture - Carta accesii prati de Inferno” Pergamena della Canonica di Sant’Ambrogio del 1154 e primo documento conosciuto che cita “Infernum” (Cascina Linterno) (Archivio della Canonica di Sant’Ambrogio - Milano)

(b) email: [email protected] 56 Prima Appendice: alcune fonti Le prime attestazioni storiche di Casa Petrarca I più antichi documenti conosciuti - realizzati dal primo centenario della morte del Poeta - in cui viene citata Inferno-Linterno come l’abitazione agreste di Francesco Petrarca a Milano. Pier Candido Decembrio, Incunabolo del 1473. “Canzoniere; Trionfi; Memorabilia de Laura” Citazione di Inferno -Linterno quale principale dimora del Poeta a Milano (Fondo Petrarchesco della Biblioteca Trivulziana, Milano)

Giovanni Angelo Scinzenzeler Postincunabulo del 1512 “Sonetti et canzone de miser Francescho Petrarcha”. Citazione di Inferno -Linterno quale principale dimora del Poeta a Milano (Fondo Petrarchesco della Biblioteca Trivulziana, Milano)

“Canzoniere; Trionfi; Memorabilia de Laura” “Sonetti et canzone de miser Francescho Incunabolo di Pier Candido Decembrio realizzato Petrarcha.” Postincunabulo di Giovanni Angelo nel 1473 per il centenario della morte di Petrarca. Scinzenzeler nel 1512. Nella ‘Vita’ si evidenzia: Nella “Vita di Petrarca” precisa: “si steva a millano “a millano per la maggior parte ebbe la sua per la maggior parte hebbe la sua habitatione in villa habitazione in villa longa della città miglia. lungo da la città miglia IIII, a uno luoco ditto IIII.ad uno loco dicto inferno: dove la casa da inferno: dove la casa dallui assai moderatamente lui assai moderatamente edificata ancora si edificata anchora si vede”. Venetiis, 1473 (Fondo vede”. Milano, 1512 (Fondo Petrarchesco della Petrarchesco della Biblioteca Trivulziana, Milano) Biblioteca Trivulziana, Milano)

“Libro Annotationum” Cinquecentina stampata a Lione dall’umanista Guillaume Rouillé (trad. Rovillius) approfondisce: “Linterno era sua diletta Solitudine, assai delitiosa, poco discosta da Milano, contigua a Quarto, e vicina a Baggio così detta da lui, per veneratione di Linterno, già Solitudine di Scipione Africano. Ed ivi anche oggidì vedesi con ammiratione, massima d’Oltramontani, l’antica Sua Casa, da lui stesso fabricata moderatamente, e con qualche vestiggio de delitiosi passeggi, di cui era arricchita nobilmente. Il qual luogo viene chiamato goffamente da Villani, invece di Linterno, Linferno”. Lione, Rouillé, Guillaume, 1576

57 Prima Appendice: alcune fonti Tracce della Certosa di Garignano “la qual or non è più...” Nella mappa commissionata da San Carlo Borromeo (1567) relativa alla Pieve di Cesano riemerge dal passato l’antica S.ta Maria presso Garegnano Marzo (o Marzidus)

Particolare della Mappa di Cesano. Cassina de Inferno si noti: la torre presente nella tabella lignea di J. P. Tomasini. Adiacente: Santa Maria di Garignano

Dettaglio del Catasto teresiano del 1722. Scomparsa S.ta Maria di Garignano e al suo posto si vede la Rettoria dedicata a S.Antonio. La nuova dedicazione spiegherebbe l’assenza del riferimento originale nella lettera a Guido Sette. (fonte: Archivio di Stato di Milano)

Mappa della Pieve di Cesano realizzata su commissione di San Carlo Borromeo (1567) con raffigurazione di “Cassina de Inferno” (Cascina Linterno) e Santa Maria di Garignano Marzo o Marzidus. La mappa è realizzata con disegni a penna su carta a mano, con inchiostro seppia. (Archivio della Curia Arcivescovile di Milano)

58 Prima Appendice: alcune fonti Alla ricerca della scomparsa Certosa nei pressi di Infernum Monasterium Carthusiae Garignani, prope Mediolanum, cenobio della Certosa di Garegnano, vicino a Milano

“Biblioteca scriptores mediolanensis” di Filippo Argelati con descrizione del “Liber Celebrationis Missae Ambrosianae” del 1257 appartenente alla Certosa di Garignano nella Pieve di Cesano (Biblioteca Braidense, Milano)

“Antiquitates Italiae Medii Aevii” di A. L. Muratori con citazione del “Liber Celebrationis Missae Ambrosianae” del 1257 “qui…spectavit ad Cartusiam Garignani…” nella Pieve di Cesano (Biblioteca Braidense, Milano)

Il riferimento storico del 1257 è la replica ai negatori del connubio Petrarca/Infernum-Linterno, sorto alla metà dell’800, quan- do parve inverosimile la distanza della Certosa descritta dal Poeta e la sua dimora prediletta. Le indagini hanno appurato che un secolo prima della fondazione della Certosa di Garegnano (Corbellaro) presso Musocco, esisteva un’altra Certosa a Garegnano (Marzidus) nelle vicinanze di Infernum-Linterno. Sono fonti inedite che coincidono con la descrizione di un autorevole studioso petrarchista, l’abate Antonio Marsand, rettore dell’Università di Padova, che nel 1819 così definisce la Solitudine di Petrarca a Linterno: “…distante circa un quarto di miglio dalla Certosa detta appunto di Garignano, la qual or non è più, trovasi in bassa pianura un villaggio or chiamato Linterno, e che ne’secoli addietro denominavasi l’Inferno…” (Biblioteca Braidense, Milano) La tavola attribuita a Petrarca con la torre di guardia di Infernum Il vescovo Jacopo Filippo Tomasini, storiografo e biografo di illustri letterati, nel “Petrarcha Redivivus” riporta una tavoletta attribuita al Poeta e indica nella Linterno la sede della Libraria petrarchesca. Nella tavoletta attribuita a Petrarca coincide l’orientamento di Infernum-Linterno: in primo piano il fontanile Marcionino; la strada (via Longa) proveniente da Quarto; la torre di guardia, di cui sono state trovate le fondamenta. Il corpo di fabbrica senza l’oratorio fa supporre al periodo iniziale della presenza petrarchesca. Torre medievale di Casa (vedi a pag. 43, fig. 1) Brivio nel borgo di Sullo sfondo le Alpi. Figino (Mi) affine a (Tomasini, J. P. quella demolita di Infernum-Linterno di “Petrarcha Redivivus”, cui restano le fondamenta. Padua, P. Frambotti, 1635) Il libro “Petrarcha redivivus” del 1635 è corredato da incisioni originali, tra cui una tavoletta lignea raffigurante Infernum-Linterno e la torre di guardia, assieme alla dicitura “Aliis infula, et mihi Linterni filamenta”. Durante l’ultimo soggiorno del Poeta ad Avignone, papa Clemente VI avrebbe voluto conferire al Petrarca la dignità episcopale, ch’egli avrebbe ricusato con la nota sentenziosa frase.

59 Prima Appendice: alcune fonti Cronaca di una visita alla Villa di Petrarca del 1825 Un’interessante testimonianza altri mai di quella cara pace che al viene riportata da Paolo Ripamonti cuore dei mortali è cibo e vita. Gli Carpano, nella monografia stampata abitanti del paese devoti ancora a nel 1827 “Le maravigliose pantofole cotant’uomo, conservano tuttora di Abou-Casem-Jambourifurt una grata memoria di sua bontà ed passeggiata alla villa di Petrarca umiltà, e per servirmi di sue parole in linterno con tutto il resto ossia, (tanto era buono e generoso benché Almanacco per l’anno bisestile 1828”(1). poeta)...Subito questi ci indicarono Alcuni dettagli descritti quasi due la donna destinata custode di quelle secoli fa sono tuttora riscontrabili: le rispettabili pareti. Una corte rustica, due colonne con i capitelli palmati; il che è la prima del paese, dà adito quadrivio da cui si snodano altrettanti ad un cortile se può dirsi nobile. In locali; la camera da letto del Poeta queste due colonne a sinistra coi con la finestra a mezzaluna (oggi loro capitelli si tengono fatte per recuperata in modo grossolano) ordine del poeta. Le stanze a piano che guarda nell’oratorio; nella sala si terreno sono abitate dai paesani: percepisce il vuoto di un camino e ciò che più interessa è nella parte s’intravedono tracce di affreschi antichi. superiore. A questa si ascende per Passeggiata. Da Milano alla Villa una scala piccola di legno interna di Petrarca in Linterno fuori tre a cui si congiunge per comodità un miglia da Porta Vercellina. ramo esterno. Saliti alla prima stanza Quanto è mai dolce il lasciare per oblunga che serviva di anticamera un istante il fracasso della città onde si vedono quattro porte, le prime due abbandonarsi a quelle piacevoli alla destra danno adito alle stanze sensazioni che offre ad ogn passo la che dal proprietario devono al nome campagna ed in quei di Petrarca, non troppo luoghi specialmente, bene si fanno custodire. che consacrati dagli Nella prima che uomini illustri serviva probabilmente ricordano i semplici per camera da letto loro piaceri e le belle si osserva un foro che loro composizioni. guarda nella chiesa Il 10 luglio 1825 da cui il nostro buon destinai in compagnia poeta con suo maggior d’un amico per comodo e libertà visitare Linterno in attendeva ai doveri di cui villeggiò Petrarca religione ventilando (...) Da questo sito così maggiormente la la strada a destra sua stanza. L’altra più che incontrammo grande serviva per sala: dopo un quarto di peccato che abitata già miglia dirimpetto a dai contadini sia stata Sella Nova, presto imbiancata, si spera ci condusse alla cascina Barocco però che l’attuale proprietario la facci frazione di detta Sella Nova, alla scrostare onde meglio distinguere gli quale vien subito Linterno... In questa avanzi di quei dipinti che ora, e in casa - umidi gli occhi sempre e ‘l viso qualche parte appena si scorgono (...) chino - sedea il cigno di Valchiusa (1) Ripamonti Carpano Paolo, Collocazione lungi da’ fracassi, bisognoso più che A.V.M.IX.20, Biblioteca Nazionale Braidense, 1827 60 Seconda Appendice: l’anima spirituale del Poeta Dalla lettera “A Cola di Rienzo e al popolo Romano” Francesco Petrarca (Var. 48) Avignone, giugno 1347 La Cultura prima di tutto. azioni – diedero l’assalto ai ponti, alle mura e persino alle lapidi innocenti. E poi, Il fatto è che Petrarca, fin dai suoi infine, incrudelirono sui palazzi crollati per primi anni, seppe impostare nei vetustà o per violenza, dimore, un tempo, confronti dei potenti un rapporto di uomini illustri; poi sugli spezzati archi che, protetto dall’aura della romanità, trionfali che videro forse la rovina dei loro era sostanzialmente fondato sulla antenati; né si vergognarono di fare vile convinzione che l’intellettuale, quando mercato e turpe guadagno dei frammenti lo fosse veramente, aveva il dovere di della stessa antichità e della loro propria parlare chiaro e con fermezza. Ciò che barbarie. E così ora - dolore, vergogna! - insomma veniva con Petrarca facendosi le vostre marmoree colonne, le soglie dei strada, e che avrà un importante vostri templi cui convenivano devotamente avvenire fino alla Rivoluzione francese, sino a ieri le folle di tutto il mondo, le era l’idea che la vita politica e civile non immagini dei vostri sepolcri sotto i quali poteva fare a meno del contributo della riposavano le ossa venerande dei vostri cultura, soprattutto quando, come fu padri, adornano Napoli neghittosa. certo quella dell’Umanesimo, era una E taccio il resto. Così a poco a poco le cultura che per mille strade e mille rovine stesse se ne vanno, così se ne vanno forme, e nonostante mille ambiguità, ingenti testimonianze della grandezza mirava a superare la secolare eredità del degli antichi. E voi, tante migliaia di forti, trascendente e a imporre le esigenze taceste di fronte a pochi ladruncoli che del razionale e del terreno. (Ugo Dotti, infuriavano in Roma come in una città “Petrarca civile. Alle origini dell’intellettuale conquistata; taceste non dico come servi, moderno”, Donzelli, Roma 2001) ma come pecore, e lasciaste che si facesse strazio delle membra della madre comune. Coloro per i quali voi avete tante (...) volte sparso il vostro sangue, che avete nutrito con le vostre fatiche e i vostri Finalmente mi sembrate desti da un patrimoni, che a prezzo della pubblica sonno pesante e perciò, se vi tocca miseria avete elevato a private ricchezze, vergogna e pentimento delle passate costoro non vi hanno neppure giudicato bassezze, state con animo vigile contro degni di essere liberi, e con ripetuti tutte le evenienze; che nessuno dei lupi assalti hanno messo insieme nelle rapaci che cacciaste dai vostri ovili e loro spelonche e nelle orrende grotte che ancora vi si aggira intorno con finti dei loro latrocinii le spoglie lacerate gemiti ed ogni specie di blandizie, penetri della Repubblica; né li trattenne la con frode là donde venne scacciato vergogna di sapere che i loro delitti con violenza. Se a questo infatti non erano divulgati presso gli altri popoli, provvederete non dovete credere che essi né la pietosa commiserazione della riconducano quella fame che si portarono patria infelice, chè anzi, dopo avere via andandosene: essi ne porteranno empiamente spogliato i templi di Dio, una molto più rabbiosa e crudele per dopo essersi impossessati delle rocche, il tempo trascorso. Hanno ugualmente delle pubbliche ricchezze, dei quartieri sete del sangue del gregge e del pastore e della città, e dopo essersi divisi tra loro ritengono la vostra libertà e la gloria del gli onori delle magistrature – in ciò vostro liberatore il segno della loro miseria solo concordi, in questo solo mostruoso e della loro ignominia. Scattate con fede delitto; per il resto turbolenti e faziosi, contro codesti nemici; se voi sarete uniti, e in tutto discordi nel pensiero e nelle essi saranno pochi e spregevoli.(...)

(b) email: [email protected] 61 Seconda Appendice: l’anima spirituale del Poeta Da “I Trionfi” di Francesco Petrarca un brano tratto da “Triumphus Temporis” - il Trionfo del Tempo (1374) Vicino alla Commedia dantesca. Volgerà il Sol, non pure anni, ma lustri, e secoli, vittor d’ogni cerebro, A Milano, Petrarca inizia a lavorare ad e vedrà i vaneggiar di questi illustri. un’opera poetica in volgare che lo terrà Quanti fur chiari fra Peneo et Ebro, impegnato sino alla morte, i “Trionfi”. che son venuti e verran tosto meno! Si tratta di un poema in terzine di quanti sul Xanto, e quanti in val di Tebro! ispirazione dantesca. Sono chiamati “Triumphi” in latino, per sottolinearne Un dubbio iberno, instabile sereno la classicità, divisi in sei capitoli, che è vostra fama, e poca nebbia il rompe, descrivono in chiave allegorica la lotta e ‘l gran tempo a’ gran nomi è gran veneno. contro le passioni e la fugacità delle cose Passan vostre grandezze e vostre pompe, terrene, fino all’apoteosi dell’Eternità. Il passan le signorie, passano i regni: “Triumphus Cupidinis” è una visione dove ogni cosa mortal Tempo interrompe, il mito dell’Amore passa su una carro e, ritolta a’ men buon, non dà a’ piú degni; trionfale che approda a Cipro, l’isola non pur quel di fuori il Tempo solve, di Venere. Nel “Triumphus Pudicitie” ma le vostre eloquenzie e’ vostri ingegni. protagonista è Laura, che sottrae donne Cosí fuggendo il mondo seco volve, di ogni tempo al carro d’Amore. Il é mai si posa, né s’arresta o torna, “Triumphus Mortis” rievoca eroi e popoli fin che v’ha ricondotti in poca polve. scomparsi e ricorda la morte idealizzata di Laura. Nel “Triumphus Famae” la Fama Or, perché umana gloria ha tante corna, on è mirabil cosa s’a fiaccarle guida un corteo di personaggi celebri, ai alquanto oltra l’usanza si soggiorna. quali è assicurata la sopravvivenza oltre la morte. Nel “Triumphus Temporis” il Poeta Ma quantunque si pensi il vulgo o parle, compone un’elegia sull’effimero. Infine il e ‘l viver vostro non fusse sí breve, “Triumphus Eternitatis”, rifugio dell’uomo tosto vedresti in fumo ritornarle». nell’amore universale del Creatore. Udito questo, perché al ver di deve on contrastar, ma dar perfetta fede, Poi ch’io ebbi veduto e veggio aperto vidi ogni nostra gloria, al sol, di neve; il volar e ‘l fuggir del gran pianeta, ond’io ho danni et inganni assai sofferto, e vidi il Tempo rimenar tal prede e’ nostri nomi ch’io gli ebbi per nulla, vidi una gente andarsen queta queta, ben che la gente ciò non sa né crede: senza temer di Tempo o di sua rabbia, ché gli avea in guardia istorico o poeta. cieca, che sempre al vento si trastulla, pur di false opinion si pasce, Di lor par che piú d’altri invidia s’abbia, lodando piú il morir vecchio che ‘n culla. ché per se stessi son levati a volo, uscendo for de la comune gabbia. Quanti son già felici morti in fasce! quanti miseri in ultima vecchiezza! Contra costor colui che splende solo Alcun dice: - Beato chi non nasce! - s’apparecchiava con maggiore sforzo, e riprendeva un piú spedito volo: Ma per la turba, a’ grandi errori avezza, opo la lunga età sia il nome chiaro: a’ suoi corsier radoppiato era l’orzo; che è questo però che sí s’apprezza? e la reina di ch’io sopra dissi, d’alcun de’ suoi già volea far divorzo. Tutto vince e ritoglie il Tempo avaro; chiamasi Fama, et è morir secondo; Udi’ dir, non so a chi, ma ‘l detto scrissi: «In questi umani, a dir proprio, ligustri, né piú che contra ‘l primo è alcun riparo. di cieca oblivion che scuri abissi! Cosí ‘l Tempo triumfa i nomi e ‘l mondo! 62 Seconda Appendice: l’anima spirituale del Poeta “Di pensier in pensier, di monte in monte” dal Canzoniere di Petrarca Francisci Petrarchae laureati poetae Rerum vulgarium fragmenta CXXIX

Le voci della Natura. ch’i’ dico: - Forse ancor ti serva Amore ad un tempo migliore; a famosa fluidità della lirica petrar- forse, a te stesso vile, altrui se’ caro. - L Et in questa trapasso sospirando: chesca viene congiunta alla costante or porrebbe esser vero? or come? or quando? aspirazione del Poeta alla tranquillità, al riposo, alla pace. Ove porge ombra un pino alto od un colle Una particolare attenzione egli dedica talor m’arresto, e pur nel primo sasso disegno co la mente il suo bel viso. ai suoni della natura, che aveva, come Poi ch’a me torno, trovo il petto molle nient’altro, il potere di calmarlo e di de la pietate; et alor dico: - Ahi, lasso, distenderlo. I rumori delle fronde degli dove se’ giunto! et onde se’ diviso! - alberi mosse dal vento, il suono dell’ac- Ma mentre tener fiso qua dei ruscelli, i movimenti delle posso al primo pensier la mente vaga, nuvole, erano elementi già presenti nella e mirar lei, et obliar me stesso, sento Amor sì da presso poesia stilnovista e provenzale, ma in che del suo proprio error l’alma s’appaga: Petrarca mostrano un contatto diretto. in tante parti e sì bella la veggio, Egli cerca di ricrearne i suoni in poesia, che se l’error durasse, altro non cheggio. gareggiando con la natura stessa. I’ l’ho più volte (or chi fia che m’il creda?) La musicalità della sua poesia viene dal ne l’acqua chiara, e sopra l’erba verde desiderio di eguagliare i classici, mi- veduto viva, e nel troncon d’un faggio, surando la lingua volgare con il latino e ’n bianca nube sì fatta che Leda degli antichi. L’immagine della donna si avria ben detto che sua figlia perde, mescola con quella degli elementi della come stella che ’l sol copre col raggio; natura, in gara con gli amati modelli e quanto in più selvaggio loco mi trovo e ’n più deserto lido, classici. Della fitta schiera di imitatori di tanto più bella il mio pensier l’adombra. ogni epoca e nazione, anche dai nomi Poi quando il vero sgombra illustri, pochissimi sono riusciti ad otte- quel dolce error, pur lì medesmo assido nere risultati altrettanto alti. me freddo, pietra morta, in pietra viva, in guisa d’uom che pensi e pianga e scriva. Di pensier in pensier, di monte in monte mi guida Amor; ch’ogni segnato calle Ove d’altra montagna ombra non túcchi provo contrario a la tranquilla vita. verso ’l maggiore e ’l più espedito giogo Se ’n solitaria piaggia, rivo, o fonte, tirar mi suol un desiderio intenso. se ’n fra duo poggi siede ombrosa valle, Indi i miei danni a misurar co gli occhi ivi s’acqueta l’alma sbigottita; comincio, e ’n tanto lagrimando sfogo e come Amor l’envita, di dolorosa nebbia il cor condenso, or ride, or piange, or teme, or s’assecura: alor ch’i’ miro e penso, e ’l volto che lei segue ov’ella il mena quanta aria dal bel viso mi diparte, si turba e rasserena, che sempre m’è sì presso e sì lontano; et in un esser picciol tempo dura; poscia fra me pian piano: onde a la vista uom di tal vita esperto - Che sai tu, lasso? Forse in quella parte diria: - Questo arde, e di suo stato è incerto, - or di tua lontananza si sospira -; et in questo penser l’alma respira. Per alti monti e per selve aspre trovo qualche riposo; ogni abitato loco Canzone, oltra quell’alpe, è nemico mortal de gli occhi miei. là dove il ciel è più sereno e lieto, A ciascun passo nasce un penser novo mi rivedrai sovr’un ruscel corrente, de la mia donna, che sovente in gioco ove l’aura si sente gira ’l tormento ch’i’ porto per lei; d’un fresco et odorifero laureto: et a pena vorrei ivi è ’l mio cor, e quella che ’l m’invola; cangiar questo mio viver dolce amaro, qui veder pòi l’imagine mia sola. 63 Seconda Appendice: l’anima spirituale del Poeta “Chiare, fresche et dolci acque” , dal Canzoniere di Petrarca Francisci Petrarchae laureati poetae Rerum vulgarium fragmenta CXXVI

Questa canzone, secondo il corpo fra voi ricopra, et torni l’alma al proprio albergo ignuda. CSA Petrarca, era il tema La morte fia men cruda ideale per Expo 2015 “Nutrire se questa spene porto il pianeta. Energia per la vita”. a quel dubbioso passo: ché lo spirito lasso a canzone, da molti ritenuta il non poria mai in piú riposato porto L né in piú tranquilla fossa capolavoro di Francesco Petrarca, fuggir la carne travagliata et l’ossa. fu scritta tra il 1340 e il 1345 e il Poeta venne ispirato dal fiume Sorgue che Tempo verrà anchor forse scorre nei pressi di Fontaine-de- ch’a l’usato soggiorno Vaucluse (Fonte di Valchiusa). torni la fera bella et mansüeta, et là ’v’ella mi scorse Il componimento è diviso in 5 stanze di nel benedetto giorno, 13 versi ciascuna e termina con un volga la vista disïosa et lieta, congedo di tre versi. I vari aspetti della cercandomi; et, o pietà!, natura (acque, erbe e fiori) sembrano già terra in fra le pietre recare ancora l’impronta di Laura che vedendo, Amor l’inspiri in guisa che sospiri pare ingemmarsi nel prezioso paesaggio sí dolcemente che mercé m’impetre, circostante come una figura angelicata et faccia forza al cielo, di Simone Martini. Il paesaggio è al asciugandosi gli occhi col bel velo. centro della canzone, intimamente legato al Poeta che vive il corrispettivo Da’ be’ rami scendea (dolce ne la memoria) del proprio mondo interiore. una pioggia di fior’ sovra ’l suo grembo; Va precisato che il “Canzoniere” et ella si sedea venne rivisto almeno tre volte dal humile in tanta gloria, Petrarca negli otto anni del periodo coverta già de l’amoroso nembo. milanese. Non si hanno certezze, ma Qual fior cadea sul lembo, qual su le treccie bionde, è verosimile che anche la canzone ch’oro forbito et perle “Chiare, fresche et dolci acque” abbia eran quel dí a vederle; avuto una revisione nei luoghi ameni qual si posava in terra, et qual su l’onde; dei “Delitiosi Passeggi di Linterno”. qual con un vago errore girando parea dir: Qui regna Amore. Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra Quante volte diss’io pose colei che sola a me par donna; allor pien di spavento: gentil ramo ove piacque Costei per fermo nacque in paradiso. (con sospir’ mi rimembra) Cosí carco d’oblio a lei di fare al bel fiancho colonna; il divin portamento herba et fior’ che la gonna e ’l volto e le parole e ’l dolce riso leggiadra ricoverse m’aveano, et sí diviso co l’angelico seno; da l’imagine vera, aere sacro, sereno, ch’i’ dicea sospirando: ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse: Qui come venn’io, o quando?; date udïenza insieme credendo d’esser in ciel, non là dov’era. a le dolenti mie parole extreme. Da indi in qua mi piace questa herba sí, ch’altrove non ò pace. S’egli è pur mio destino e ’l cielo in ciò s’adopra, Se tu avessi ornamenti quant’ài voglia, ch’Amor quest’occhi lagrimando chiuda, poresti arditamente qualche gratia il meschino uscir del boscho, et gir in fra la gente. 64 Seconda Appendice: l’anima spirituale del Poeta “Vergine bella, che di sol vestita” dal Canzoniere di Petrarca Francisci Petrarchae laureati poetae Rerum vulgarium fragmenta CCCLXVI L’oratorio di Infernum Linterno ottenne, Vergine bella, che di sol vestita, secondo Giuseppe Fracassetti, giurista coronata di stelle, al sommo Sole e letterato, un’indulgenza da papa piacesti sí, che ‘n te Sua luce ascose, Innocenzo VI (1352-62) nella festività di amor mi spinge a dir di te parole: Santa Maria Assunta, a cui era dedicato. ma non so ‘ncominciar senza tu’ aita, et di Colui ch’amando in te si pose. La “Dormitio Virginis”, la festa del 15 Invoco lei che ben sempre rispose, agosto dell’Assunzione di Maria in Cielo chi la chiamò con fede: al momento della sua morte, ha uno Vergine, s’a mercede splendido riferimento nella Canzone di miseria extrema de l’humane cose Petrarca: “Vergine bella, che di sol vestita, già mai ti volse, al mio prego t’inchina, soccorri a la mia guerra, coronata di stelle…”. bench’i’ sia terra, et tu del ciel regina. Non a caso, come la Commedia dantesca, anche il Canzoniere di Petrarca si conclude Vergine saggia, et del bel numero una con l’invocazione a Maria, cui si arriva da de le beate vergini prudenti, anzi la prima, et con piú chiara lampa; Beatrice a Laura: le “entità spirituali guida” o saldo scudo de l’afflicte genti dei rispettivi Poeti. contra colpi di Morte et di Fortuna, Per Dante, la Madre di Cristo è il sotto ‘l qual si trïumpha, non pur scampa; porto sicuro dell’uomo di fede: uomo o refrigerio al cieco ardor ch’avampa del Medio Evo nella consapevolezza qui fra i mortali sciocchi: Vergine, que’ belli occhi cristiana di peccato e di grazia. che vider tristi la spietata stampa Petrarca preannuncia il Rinascimento. ne’ dolci membri del tuo caro figlio, L’uomo ha un modo diverso di vedere volgi al mio dubbio stato, la vita da una prospettiva personale: che sconsigliato a te vèn per consiglio. la Vergine cui si rivolge Petrarca è il Vergine pura, d’ogni parte intera, rifugio dei viandanti smarriti. del tuo parto gentil figliola et madre, Il Poeta esamina la sua coscienza e avverte ch’allumi questa vita, et l’altra adorni, il bisogno del suo soccorso per un risveglio per te il tuo figlio, et quel del sommo Padre, spirituale e la salvezza eterna. o fenestra del ciel lucente altera, venne a salvarne in su li extremi giorni; Come scrisse Carducci: et fra tutt’i terreni altri soggiorni “la Canzone alla sola tu fosti electa, Vergine è la più bella Vergine benedetta, poesia sorta da cuore che ‘l pianto d’Eva in allegrezza torni. cattolico alla Madonna” Fammi, ché puoi, de la Sua gratia degno, senza fine o beata, e, nel rispetto di già coronata nel superno regno. Petrarca, anche noi ci congediamo Vergine santa d’ogni gratia piena, da questa nostra che per vera et altissima humiltate ricerca dedicata salisti al ciel onde miei preghi ascolti, tu partoristi il fonte di pietate, alla riscoperta et di giustitia il sol, che rasserena (copia da orig. del XIII sec.) di Loreto (copia da orig. Vergine e tutela della il secol pien d’errori oscuri et folti; sua dimora tre dolci et cari nomi ài in te raccolti, prediletta, con madre, figliuola et sposa: la preghiera Vergina glorïosa, donna del Re che nostri lacci à sciolti rivolta in et fatto ‘l mondo libero et felice, ultimo alla ne le cui sante piaghe Madonna. prego ch’appaghe il cor, vera beatrice. 65 Seconda Appendice: l’anima spirituale del Poeta Vergine bella, che di sol vestita” dal Canzoniere di Petrarca

Vergine sola al mondo senza exempio, Vergine, in cui ò tutta mia speranza che ‘l ciel di tue bellezze innamorasti, che possi et vogli al gran bisogno aitarme, cui né prima fu simil né seconda, non mi lasciare in su l’extremo passo. santi penseri, atti pietosi et casti Non guardar me, ma Chi degnò crearme; al vero Dio sacrato et vivo tempio no ‘l mio valor, ma l’alta Sua sembianza, fecero in tua verginità feconda. ch’è in me, ti mova a curar d’uom sí basso. Per te pò la mia vita esser ioconda, Medusa et l’error mio m’àn fatto un sasso s’a’ tuoi preghi, o Maria, d’umor vano stillante: Vergine dolce et pia, Vergine, tu di sante ove ‘l fallo abondò, la gratia abonda. lagrime et pïe adempi ‘l meo cor lasso, Con le ginocchia de la mente inchine, ch’almen l’ultimo pianto sia devoto, prego che sia mia scorta, senza terrestro limo, et la mia torta via drizzi a buon fine. come fu ‘l primo non d’insania vòto. Vergine chiara et stabile in eterno, Vergine humana, et nemica d’orgoglio, di questo tempestoso mare stella, del comune principio amor t’induca: d’ogni fedel nocchier fidata guida, miserere d’un cor contrito humile. pon’ mente in che terribile procella Che se poca mortal terra caduca i’ mi ritrovo sol, senza governo, amar con sí mirabil fede soglio, et ò già da vicin l’ultime strida. che devrò far di te, cosa gentile? Ma pur in te l’anima mia si fida, Se dal mio stato assai misero et vile peccatrice, i’ no ‘l nego, per le tue man’ resurgo, Vergine; ma ti prego Vergine, i’ sacro et purgo che ‘l tuo nemico del mio mal non rida: al tuo nome et penseri e ‘ngegno et stile, ricorditi che fece il peccar nostro, la lingua e ‘l cor, le lagrime e i sospiri. prender Dio per scamparne, Scorgimi al miglior guado, humana carne al tuo virginal chiostro. et prendi in grado i cangiati desiri. Vergine, quante lagrime ò già sparte, Il dí s’appressa, et non pòte esser lunge, quante lusinghe et quanti preghi indarno, sí corre il tempo et vola, pur per mia pena et per mio grave danno! Vergine unica et sola, Da poi ch’i’ nacqui in su la riva d’Arno, e ‘l cor or coscïentia or morte punge. cercando or questa et or quel’altra parte, Raccomandami al tuo figliuol, verace non è stata mia vita altro ch’affanno. homo et verace Dio, Mortal bellezza, atti et parole m’ànno ch’accolga ‘l mïo spirto ultimo in pace. tutta ingombrata l’alma. Vergine sacra et alma, non tardar, ch’i’ son forse a l’ultimo anno. I dí miei piú correnti che saetta fra miserie et peccati sonsen’ andati, et sol Morte n’aspetta. Vergine, tale è terra, et posto à in doglia lo mio cor, che vivendo in pianto il tenne et de mille miei mali un non sapea: et per saperlo, pur quel che n’avenne fôra avenuto, ch’ogni altra sua voglia era a me morte, et a lei fama rea. Or tu donna del ciel, tu nostra dea (se dir lice, e convensi), Vergine d’alti sensi, tu vedi il tutto; e quel che non potea far altri, è nulla a la tua gran vertute, Ricostruzione in tecniche miste di Massimo de Rigo por fine al mio dolore; Riproduzione della “Madre di Dio della tenerezza” (Eleousa) ch’a te honore, et a me fia salute. detta “Icona della Madre di Dio di Vladimir”, XII sec. 66