Il Registro Fossile Italiano Dei Cheloni”

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Il Registro Fossile Italiano Dei Cheloni” DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE DELLA TERRA FRANCESCO CHESI “Il registro fossile italiano dei cheloni” Tomo I settore scientifico disciplinare: GEO-01 Tutore : Prof. Lorenzo Rook Co-Tutore : Dr. Massimo Delfino Coordinatore: Prof. Federico Sani XXI CICLO Firenze, 31 Dicembre 2008 INDICE 1. INTRODUZIONE PAG . 1 2. MATERIALI E METODI PAG . 4 2.1. IL CATALOGO PAG . 4 2.2. MATERIALE DI CONFRONTO PAG . 5 2.3. LE LOCALITÀ STUDIATE PAG . 8 2.4. ACRONIMI PAG . 35 2.5. ABBREVIAZIONI PAG . 36 3. PALEONTOLOGIA SISTEMATICA PAG . 37 PLEURODIRA PAG . 37 BOTHREMYDIDAE . PAG . 37 PODOCNEMIDIDAE PAG . 40 CRYPTODIRA PAG . 44 CHELONIOIDEA PAG . 44 CHELONIIDAE PAG . 44 DERMOCHELOYIDAE PAG . 55 TESTUDINOIDEA PAG . 57 EMYDIDAE PAG . 57 GEOEMYDIDAE PAG . 68 TESTUDINIDAE PAG . 108 TRIONYCHOIDEA PAG . 120 TRIONYCHIDAE PAG . 120 TESTUDINES INDET . PAG . 123 4. I TAXA IDENTIFICATI PAG . 124 4.1. ELENCO SISTEMATICO PAG . 124 4.2. ELENCO PER LOCALITÀ PAG . 125 5. I TAXA MESO -CENOZOICI ITALIANI DELL ’ORDINE TESTUDINES PAG . 128 5.1 CONSIDERAZIONI GENERALI PAG . 128 5.2. IL REGISTRO FOSSILE DELLE TARTARUGHE VIVENTI IN ITALIA PAG . 130 5.3. IL REGISTRO FOSSILE DEI TAXA ESTINTI PAG . 136 6. CONSIDERAZIONI SULLA PALEOBIOGEOGRAFIA E PALEOECOLOGIA DELLE TARTARUGHE FOSSILI ITALIANE PAG . 143 i 6.1. IL CONTRIBUTO DEI RESTI FOSSILI ITALIANI : IL CASO DEL GENERE MAUREMYS PAG . 143 6.1.1. I RESTI DEL MIOCENE SUPERIORE DELLA TOSCANA MERIDIONALE : TURNOVER E PALEOBIOGEOGRAFIA PAG . 143 6.1.2. CONSIDERAZIONI SULLA STORIA EVOLUTIVA E IL PATTERN DI ESTINZIONE NELL ’AREA MEDITTERANEA DEL GENERE MAUREMYS , ALLA LUCE DEI RESTI FOSSILI DI SAN GIOVANNI DI SINIS PAG . 147 CONCLUSIONI PAG . 152 RINGRAZIAMENTI PAG . 156 BIBLIOGRAFIA PAG . 159 ALLEGATO A: TAVOLE ALLEGATO B: CATALOGO DEI CHELONI FOSSILI ITALIANI ALLEGATO C: BIBLIOGRAFIA DEL CATALOGO APPENDICI : 1: CHESI F. ET AL . (2007) - GEODIVERSITAS 2: CHESI F. & DELFINO M. (2007) - ATTI 6° CONGRESSO S.H.I. 3: CHESI F. ET AL . (2008) - HERPETOLOGIA SARDINIAE - PLEISTOCENE SARDINIAN EMYS 4: CHESI F. ET AL . (IN STAMPA ) - JOURNAL OF PALEONTOLOGY 5: CHESI F. ET AL . (2007) - RIV . ITAL . PAL . STRAT . 6: DELFINO M. & CHESI F (2008) - HERPETOLOGIA SARDINIAE 7: CHESI F. ET AL . (2008) - HERPETOLOGIA SARDINIAE - ITALIAN FOSSIL TURTLES 8: CHESI F. ET AL . (2007) - VII GIORNATE PALEONT . ii IL REGISTRO FOSSILE ITALIANO DEI CHELONI 1. INTRODUZIONE 1. Introduzione Lo studio dei resti fossili di tartarughe si sviluppa all’interno della paleoerpetologia, cioè, secondo la definizione di De Ricqlès (1992), quella branca della paleontologia che si occupa dei fossili di quei tetrapodi che non appartengono (secondo la definizione classica) né ai mammiferi né agli uccelli. La nascita della paleoerpetologia italiana può essere probabilmente fatta risalire alla pubblicazione del ritrovamento di alcuni resti frammentari di coccodrillo presso Vicenza (Arduino, 1765), e a partire da questa data lo studio dei resti fossili di anfibi e rettili (comprendenti taxa estinti e ancora viventi) si sviluppò notevolmente, grazie all’attività scientifica di eminenti paleontologi e naturalisti quali Arduino, Barettoni, Balsamo Crivelli, Capellini, Costa, De Gregorio, Del Campana, De Stefano, De Zigno, Fabiani, Fucini, Misuri, Pantanelli, Portis, Ristori, Sacco, Sismonda e Sordelli, come sinteticamente illustrato da Delfino (2002). Numerosi tra loro furono quelli che si dedicarono anche allo studio dei resti fossili italiani di cheloni. Il lavoro più antico riguardante un resto fossile italiano di tartaruga fu pubblicato nel 1822 da M. Bourdet e contiene la descrizione di un resto frammentario di carapace, che l’Autore attribuisce alla nuova specie Emys deluci , proveniente dalle sabbie gialle dell’Astigiano. Nel periodo che va dal 1880 al 1920, numerose nuove specie di tartarughe furono descritte sulla base di ritrovamenti italiani, ma solamente a partire dal 1980 si ha un vero e proprio fiorire di pubblicazioni: si calcola che dal 1980 al 2007 siano stati pubblicati circa 270 lavori riguardanti resti fossili italiani di cheloni. Attualmente, quattro sono le specie italiane autoctone di cheloni: la testuggine palustre europea, Emys orbicularis , la testuggine palustre siciliana, Emys trinacris , la testuggine terrestre di Hermann, Testudo hermanni , e la tartaruga caretta, Caretta caretta . A dispetto di questa estrema povertà di specie, il record fossile dell'ordine Testudines dimostra che sul territorio italiano sono vissuti numerosi e diversi taxa di cheloni, circa 40, a rappresentare una estrema varietà di ambienti e adattamenti. Le informazioni relative alle tartarughe che hanno abitato l'Italia nel corso del tempo sono disperse in numerose pubblicazioni, circa 470 in almeno 5 lingue diverse, una revisione completa dei loro resti non è mai stata affrontata, la loro collocazione tassonomica è ancora provvisoria o non completa. Lo scopo di questo lavoro è stato quindi l'elaborazione di un quadro d'insieme sull'evoluzione della cheloniofauna che dal Cretaceo in poi ha abitato e ancora abita il territorio politico 1 IL REGISTRO FOSSILE ITALIANO DEI CHELONI 1. INTRODUZIONE italiano. Quadro che proviene dalla ricapitolazione delle informazioni sulle tartarughe italiane fossili disponibili in letteratura, dalla revisione di resti di particolare importanza e dallo studio di nuovi materiali. La ricerca e l’identificazione della letteratura pertinente hanno occupato la prima fase di lavoro, consentendo una visione di insieme che aiutasse l'individuazione di quei resti editi di particolare interesse la cui revisione avrebbe potuto riservare interessanti novità. Le informazioni desunte dalla letteratura sono state utilizzate per realizzare un catalogo (un foglio di Excel) costituito da dati rappresentati da combinazioni taxon -località (vedi “Materiali e Metodi - Le località”). La parte centrale del lavoro ha riguardato lo studio dei resti editi e inediti conservati presso numerosi Musei di Storia Naturale italiani. Per ricapitolare in maniera adeguata la presenza di resti fossili editi e conoscere l'eventuale esistenza di resti inediti di cheloni nei Musei scientifici e nelle Soprintendenze italiane, è stata inviata una lettera di richiesta di informazioni: su 170 enti interpellati (107 Musei e 63 Soprintendenze), 62 sono state le risposte, 25 positive, e di queste 16 riguardavano resti inediti. Nell'impossibilità di visionare tutto il materiale, è stata operata una scelta sulla base della sua provenienza stratigrafica e geografica, escludendo quindi la revisione della maggior parte dei resti provenienti da contesti archeologici. Per svolgere un adeguato lavoro di revisione e studio di questi materiali, si è reso necessario l'utilizzo della collezione di confronto di materiale scheletrico attualmente depositato presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, mentre esemplari di interesse particolare sono stati visionati presso Musei di Storia Naturale italiani, quali quelli di Comiso e Firenze, ed esteri, come Dresda e Madrid (vedi “Materiali e metodi - Materiale di confronto”). Il progetto di ricerca ha avuto quindi come finalità la revisione di tutte le tartarughe ritrovate sino ad ora in Italia e si è articolato nei seguenti punti: • identificazione e raccolta di tutti gli articoli relativi ai resti fossili delle tartarughe italiane, • produzione di una banca dati relativa ai taxa italiani ( taxon , famiglia, località, provincia e regione di provenienza, attribuzione cronologica, riferimenti bibliografici), • identificazione dei resti fossili conservati nei Musei italiani ed esteri (con rilevazione dei seguenti dati: numero di collezione, descrizione del materiale, informazioni relative al suo recupero ed eventuali riferimenti bibliografici), • revisione dei materiali di particolare interesse, 2 IL REGISTRO FOSSILE ITALIANO DEI CHELONI 1. INTRODUZIONE • studio di nuovi materiali, • analisi critica del record italiano e inquadramento in un contesto europeo e mediterraneo. In sintesi, il record fossile delle tartarughe italiane, costituito pertanto dalle informazioni disponibili in letteratura, integrate con quelle ottenute dall'analisi di materiali di particolare interesse, consente di: • ricapitolare lo stato delle conoscenze sull'evoluzione delle tartarughe italiane, • conoscere con maggiore dettaglio la composizione tassonomica della cheloniofauna nei diversi momenti, in modo da valutare se sia possibile: • fornire indicazioni paleoclimatiche e paleoecologiche, e • collaborare alla ricostruzione paleogeografica (in particolare a quella delle aree insulari). 3 IL REGISTRO FOSSILE ITALIANO DEI CHELONI 2. MATERIALI E METODI 2. Materiali e metodi La presente tesi ha avuto come oggetto di studio l’insieme dei resti editi e inediti di tartarughe fossili italiane, ospitati per la maggior parte nei Musei paleontologici italiani. La quasi totalità dei resti fossili di tartarughe è rappresentata da porzioni di carapace e piastrone, mentre circa il 10% dei ritrovamenti totali è costituito da resti frammentari dello scheletro appendicolare (omeri, radi, fibule, femori, tibie) e del cranio. Caso particolare è il ritrovamento di modelli interni ed esterni di uova, provenienti da Cava Cappuccini, nel comune di Alcamo (TP), e da Comiso, Ragusa e Vittoria (RG). Il materiale è stato studiato, descritto e identificato tassonomicamente in base ai criteri descritti in letteratura: riferimenti importanti per la terminologia e la sistematica dei cheloni estinti e viventi sono i lavori di Fritz & Havaš (2007), Gaffney et al. (2006), Hervet (2000), Lapparent
Recommended publications
  • Post-Cranial Skeleton of Eosphargis Breineri NIELSEN
    On the post-cranial skeleton of Eosphargis breineri NIELSEN. By EIGIL NIELSEN CONTENTS Preface 281 Introduction 282 Eosphargis breineri NIELSEN 283 Material and locality 283 Measurements 283 Skull 284 Vertebral column 284 Carapace 284 Plastron .291 Shoulder girdle 294 Fore-limb 296 Pelvis 303 Hind-limb 307 Remnants of soft tissues 308 Remarks on the relationship of Eosphargis 308 Literature 313 Plates 314 Preface. From the outstanding collector of fossils from the Lower Eocene marine mo clay deposits in Northern Jutland, Mr. M. BREINER JENSEN, leader of the Fur museum, I have received both in 1959 and 1960 for investiga- tion further remnants of turtles from the locality at Knudeklint on the island of Fur, where Mr. BREINEB. JENSEN in 1957 collected the almost complete skull of Eosphargis breineri NIELSEN described by me in 1959. I owe Mr. BREINER JENSEN a sincere thank for the permission to investigate also this new important material, the tedious preparation of which has been carried out in the laboratory of vertebrate paleontology in the Mineralogical and Geological Museum of the University of Copen- hagen mainly by stud. mag. BENTE SOLTAU, who also is responsible for the photographs in this paper. I hereby thank Mrs SOLTAU for her carefull work. Moreover I thank the artists Mrs BETTY ENGHOLM and Mrs RAGNA LARSEN who have drawn the text-figures, as well as stud. mag. SVEND 21 282 EIGIL NIELSEN : On the post-cranial skeleton of Eosphargis breineri NIELSEN E. B.-ALMGREEN, who in various ways has assisted in the finishing the illustrations. To the CARLSBERG FOUNDATION my thanks are due for financial support to the work of preparation and illustration of the material and to the RASK ØRSTED FOUNDATION for financial support to the reproduction of the illustrations.
    [Show full text]
  • Basal Turtles Shell Bone Histology Indicates Terrestrial Palaeoecology Of
    Downloaded from rspb.royalsocietypublishing.org on May 22, 2012 Shell bone histology indicates terrestrial palaeoecology of basal turtles Torsten M Scheyer and P.Martin Sander Proc. R. Soc. B 2007 274, 1885-1893 doi: 10.1098/rspb.2007.0499 Supplementary data "Data Supplement" http://rspb.royalsocietypublishing.org/content/suppl/2009/03/13/274.1620.1885.DC1.ht ml References This article cites 26 articles, 5 of which can be accessed free http://rspb.royalsocietypublishing.org/content/274/1620/1885.full.html#ref-list-1 Article cited in: http://rspb.royalsocietypublishing.org/content/274/1620/1885.full.html#related-urls Receive free email alerts when new articles cite this article - sign up in the box at the top Email alerting service right-hand corner of the article or click here To subscribe to Proc. R. Soc. B go to: http://rspb.royalsocietypublishing.org/subscriptions Downloaded from rspb.royalsocietypublishing.org on May 22, 2012 Proc. R. Soc. B (2007) 274, 1885–1893 doi:10.1098/rspb.2007.0499 Published online 22 May 2007 Shell bone histology indicates terrestrial palaeoecology of basal turtles Torsten M. Scheyer*,† and P. Martin Sander Institute of Palaeontology, University of Bonn, Nussallee 8, 53115 Bonn, Germany The palaeoecology of basal turtles from the Late Triassic was classically viewed as being semi-aquatic, similar to the lifestyle of modern snapping turtles. Lately, this view was questioned based on limb bone proportions, and a terrestrial palaeoecology was suggested for the turtle stem. Here, we present independent shell bone microstructural evidence for a terrestrial habitat of the oldest and basal most well- known turtles, i.e.
    [Show full text]
  • Glarichelys Knorri (Gray)-A Cheloniid from Carpathian Menilitic Shales (Poland)
    ACT A P A L A E 0 ~ T 0 LOG I CA P 0 LON IC A Vol. IV I 9 5 9 No . 2 MARIAN MLYN ARSKI GLARICHELYS KNORRI (GRAY) - A CHELONIID FROM CARPATHIAN MENILITIC SHALES (POLAND) Abstract . - The fossil remains here described belonged to a young indiv id ual of Glarichelys knorri (Gray), a sea turtle. They were collected from Carpathian me­ nilitic shales at Winnica near Jaslo. Its systematic position is discussed a nd general comments are made on some fossil and recent sea turtles, on problems concerning their mo rphology, on the taxonomic significance of p halanges in fossil sea turtles, a nd on the presence in cheloniids of foramina praenucha lia. Biological and ecological notes concernin g G. knorri (Gray) are likewise given. INTRODUCTlION The fossil sea turtle remains here described have been collected from an outcrop in the steep bank of the Jasiolka stream, near the Winnica farm, about 10 km to the east of Jaslo (P olish Carpathians). The specimen was found in greyish-brown menilitic shales intercalating the Kr osno sandstone beds, about 30 m above the foot of the men tioned bank. Unfortunately, the geological age of these beds has not, as yet, been definitely established. On their microfauna it is probably Lower Oligocene or Upper Eocene 1. The vertebrate fauna from the Jaslo area has lately attracted the attention of palaeontologists. Abundant and we ll preserved bon y fish remains have been collected there.They belong to several families, mostly to Clupeidae and Gadidae. They are n ow being worked out by A .J erz­ manska (1958) of the Wroclaw University.
    [Show full text]
  • Universidad Nacional Del Comahue Centro Regional Universitario Bariloche
    Universidad Nacional del Comahue Centro Regional Universitario Bariloche Título de la Tesis Microanatomía y osteohistología del caparazón de los Testudinata del Mesozoico y Cenozoico de Argentina: Aspectos sistemáticos y paleoecológicos implicados Trabajo de Tesis para optar al Título de Doctor en Biología Tesista: Lic. en Ciencias Biológicas Juan Marcos Jannello Director: Dr. Ignacio A. Cerda Co-director: Dr. Marcelo S. de la Fuente 2018 Tesis Doctoral UNCo J. Marcos Jannello 2018 Resumen Las inusuales estructuras óseas observadas entre los vertebrados, como el cuello largo de la jirafa o el cráneo en forma de T del tiburón martillo, han interesado a los científicos desde hace mucho tiempo. Uno de estos casos es el clado Testudinata el cual representa uno de los grupos más fascinantes y enigmáticos conocidos entre de los amniotas. Su inconfundible plan corporal, que ha persistido desde el Triásico tardío hasta la actualidad, se caracteriza por la presencia del caparazón, el cual encierra a las cinturas, tanto pectoral como pélvica, dentro de la caja torácica desarrollada. Esta estructura les ha permitido a las tortugas adaptarse con éxito a diversos ambientes (por ejemplo, terrestres, acuáticos continentales, marinos costeros e incluso marinos pelágicos). Su capacidad para habitar diferentes nichos ecológicos, su importante diversidad taxonómica y su plan corporal particular hacen de los Testudinata un modelo de estudio muy atrayente dentro de los vertebrados. Una disciplina que ha demostrado ser una herramienta muy importante para abordar varios temas relacionados al caparazón de las tortugas, es la paleohistología. Esta disciplina se ha involucrado en temas diversos tales como el origen del caparazón, el origen del desarrollo y mantenimiento de la ornamentación, la paleoecología y la sistemática.
    [Show full text]
  • Chelonia Brongniart Green Sea Turtles
    248.1 REPTILIA: TESTUDINES: CHELONIIDAE CHELONIA Catalogue of American Amphibians and Reptiles. The following skull characters are based on specimens of C. mydas (a representative series of skulls from C. depressa has yet HIRTH, HAROLDF. 1980. Chelonia. to be described). Tomium of the lower jaw is strongly serrated while that of the upper jaw possesses ridges on the inner surface; maxilla with vertical ribbing on inner surface; a blunt ridge on Chelonia Brongniart vomer and palatines at the anterior margin of the internal choa• Green sea turtles nae; mandibular symphysis short; the labial and lingual margins rise to points at the symphysis and the two points are connected Chelonia Brongniart, 1800:89. Type-species designated as Che• by a sharp symphysial ridge. lonia mydas Cuvier, 1832 (~Testudo mydas Linnaeus, 1758) by Fitzinger, 1843:30. • DESCRIPTIONS. General descriptions of varying degrees of Chelonias: Rafinesque, 1814:66. Emendation. completeness are in Smith (1931), Deraniyagala (1939), Bourret Caretta (in part): Merrem, 1820:19. (1941), Carr (1952), Loveridge and Williams (1957), and Cogger Chelona Burmeister, 1837:731. Type-species, Testudo mydas (1975) among others. For descriptions of various life stages of C. Linnaeus, 1758 by monotypy. depressa see PERTINENTLITERATURE.Hirth (1980) provides ref• Mydas Cocteau, 1838:22. Type-species, Testudo mydas Lin• erences to descriptions of the life stages of C. mydas. naeus, 1758 by tautonomy. Mydasea Gervais, 1843:457. Type-species, Testudo mydas Lin• • ILLUSTRATIONS. Black and white photos of C. depressa naeus, 1758 by tautonomy. hatchlings are found in Williams et al. (1967), Limpus (1971), and Euchelonia Tschudi, 1846:22. Type-species, Testudo mydas Lin• Bustard (1972).
    [Show full text]
  • Antartic Peninsula and Tierra Del Fuego: 100
    ANTARCTIC PENINSULA & TIERRA DEL FUEGO BALKEMA – Proceedings and Monographs in Engineering, Water and Earth Sciences Antarctic Peninsula & Tierra del Fuego: 100 years of Swedish-Argentine scientific cooperation at the end of the world Edited by Jorge Rabassa & María Laura Borla Proceedings of “Otto Nordenskjöld’s Antarctic Expedition of 1901–1903 and Swedish Scientists in Patagonia: A Symposium”, held in Buenos Aires, La Plata and Ushuaia, Argentina, March 2–7, 2003. LONDON / LEIDEN / NEW YORK / PHILADELPHIA / SINGAPORE Cover photo information: “The Otto Nordenskjöld’s Expedition to Antarctic Peninsula, 1901–1903. The wintering party in front of the hut on Snow Hill, Antarctica, 30th September 1902. From left to right: Bodman, Jonassen, Nordenskjöld, Ekelöf, Åkerlund and Sobral. Photo: G. Bodman. From the book: Otto Nordenskjöld & John Gunnar Andersson, et al., “Antarctica: or, Two Years amongst the Ice of the South Pole” (London: Hurst & Blackett., 1905)”. Taylor & Francis is an imprint of the Taylor & Francis Group, an informa business This edition published in the Taylor & Francis e-Library, 2007. “To purchase your own copy of this or any of Taylor & Francis or Routledge’s collection of thousands of eBooks please go to www.eBookstore.tandf.co.uk.” © 2007 Taylor & Francis Group plc, London, UK All rights reserved. No part of this publication or the information contained herein may be reproduced, stored in a retrieval system, or transmitted in any form or by any means, electronic, mechanical, by photocopying, recording or otherwise, without written prior permission from the publishers. Although all care is taken to ensure the integrity and quality of this publication and the information herein, no responsibility is assumed by the publishers nor the author for any damage to property or persons as a result of operation or use of this publication and/or the information contained herein.
    [Show full text]
  • Miocene Leatherback Turtle Material of the Genus Psephophorus (Testudines: Dermochelyoidea) from the Gram Formation (Denmark)
    ISSN: 0211-8327 Studia Palaeocheloniologica IV: pp. 205-216 MIOCENE LEATHERBACK TURTLE MATERIAL OF THE GENUS PSEPHOPHORUS (TESTUDINES: DERMOCHELYOIDEA) FROM THE GRAM FORMATION (DENMARK) [Tortugas de cuero miocénicas del género Psephophorus (Testudines: Dermochelyoidea) de la Formación Gram (Dinamarca)] Hans-Volker KARL 1,2, Bent E. K. LINDOW 3 & Thomas TÜT K EN 4 1 Thüringisches Landesamt für Denkmalpflege und Archäologie (TLDA). Humboldtstr. 11. D-99423, Weimar, Germany. Email: [email protected] 2c\o Geobiology, Center of Earth Sciences at the University of Göttingen. Goldschmidtstraße 3. DE-37077 Göttingen, Germany 3 Natural History Museum of Denmark. University of Copenhagen. Øster Voldgade 5-7. DK-1350 Copenhagen K, Denmark. Email: [email protected] 4 Emmy Noether-Gruppe “Knochengeochemie”. Steinmann Institut für Geologie, Mineralogie und Paläontologie. Arbeitsbereich Mineralogie-Petrologie. Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität Bonn. Poppelsdorfer Schloß. 53115 Bonn, Germany. (FECHA DE RECEPCIÓN: 2011-01-12) BIBLID [0211-8327 (2012) Vol. espec. 9; 205-216] ABSTRACT: Several specimens of fossil leatherback turtle from the upper Miocene (Tortonian) Gram Formation are described and illustrated scientifically for the first time. The specimens are all referred to the taxon Psephophorus polygonus and constitute the northernmost occurrence of this taxon in the geological record. Additionally, they indicate that leatherback turtles were a common constituent of the marine fauna of the Late Miocene North Sea Basin. Key words: Testudines, Psephophorus, Miocene, Gram Formation, Denmark. RESUMEN: Se describen y figuran por primera vez algunos ejemplares de tortugas de cuero fósiles del Mioceno superior (Tortoniense) de la Formación Gram, en © Ediciones Universidad de Salamanca Studia Palaeocheloniologica IV (Stud. Geol. Salmant.
    [Show full text]
  • Comparative Bone Histology of the Turtle Shell (Carapace and Plastron)
    Comparative bone histology of the turtle shell (carapace and plastron): implications for turtle systematics, functional morphology and turtle origins Dissertation zur Erlangung des Doktorgrades (Dr. rer. nat.) der Mathematisch-Naturwissenschaftlichen Fakultät der Rheinischen Friedrich-Wilhelms-Universität zu Bonn Vorgelegt von Dipl. Geol. Torsten Michael Scheyer aus Mannheim-Neckarau Bonn, 2007 Angefertigt mit Genehmigung der Mathematisch-Naturwissenschaftlichen Fakultät der Rheinischen Friedrich-Wilhelms-Universität Bonn 1 Referent: PD Dr. P. Martin Sander 2 Referent: Prof. Dr. Thomas Martin Tag der Promotion: 14. August 2007 Diese Dissertation ist 2007 auf dem Hochschulschriftenserver der ULB Bonn http://hss.ulb.uni-bonn.de/diss_online elektronisch publiziert. Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität Bonn, Januar 2007 Institut für Paläontologie Nussallee 8 53115 Bonn Dipl.-Geol. Torsten M. Scheyer Erklärung Hiermit erkläre ich an Eides statt, dass ich für meine Promotion keine anderen als die angegebenen Hilfsmittel benutzt habe, und dass die inhaltlich und wörtlich aus anderen Werken entnommenen Stellen und Zitate als solche gekennzeichnet sind. Torsten Scheyer Zusammenfassung—Die Knochenhistologie von Schildkrötenpanzern liefert wertvolle Ergebnisse zur Osteoderm- und Panzergenese, zur Rekonstruktion von fossilen Weichgeweben, zu phylogenetischen Hypothesen und zu funktionellen Aspekten des Schildkrötenpanzers, wobei Carapax und das Plastron generell ähnliche Ergebnisse zeigen. Neben intrinsischen, physiologischen Faktoren wird die
    [Show full text]
  • 6° Congresso Nazionale Della Societas Herpetologica Italica
    6° Congresso Nazionale della Societas Herpetologica Italica Riassunti A cura di: Marco A. Bologna, Massimo Capula, Giuseppe M. Carpaneto, Luca Luiselli, Carla Marangoni, Alberto Venchi Stilgrafica, Roma Retrocopertina Bianca, non stampata 6° Congresso Nazionale della Societas Herpetologica Italica Riassunti A cura di: Marco A. Bologna, Massimo Capula, Giuseppe M. Carpaneto, Luca Luiselli, Carla Marangoni, Alberto Venchi Stilgrafica, Roma LOGO UNIVERSITA’ ROMA TRE LOGO COMUNE DI ROMA LOGO DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA LOGO MUSEO DI ZOOLOGIA UNIVERSITA’ ROMA TRE 6° Congresso Nazionale SOCIETAS HERPETOLOGICA ITALICA Roma, Museo Civico di Zoologia, 27 settembre - 1 ottobre 2006 Comitato organizzatore Marco A. Bologna, Massimo Capula, Giuseppe M. Carpaneto, Luca Luiselli, Carla Marangoni, Alberto Venchi Segreteria organizzativa Carla Marangoni, Pierluigi Bombi, Manuela D’Amen, Daniele Salvi, Leonardo Vignoli Comitato scientifico Fanco Andreone, Emilio Balletto, Marco A. Bologna, Massimo Capula, Giuseppe M. Carpaneto, Claudia Corti, Cristina Giacoma, Fabio M. Guarino, Benedetto Lanza, Sandro La Posta, Luca Luiselli, Carla Marangoni, Gaetano Odierna, Sebastiano Salvidio, Roberto Sindaco, Alberto Venchi Il presente volume va citato nel seguente modo / This volume should be cited as follows : Bologna M.A., Capula M., Carpaneto G.M., Luiselli L., Marangoni C., Venchi A. (eds.), 2006. Riassunti del 6 ° Congresso nazionale della Societas Herpetologica Italica (27 settembre – 1 ottobre 2006). Stilgrafica, Roma. Esempio di citazione di un singolo contributo / How to quote a single contribution : Carretero M. A. 2006. Iberian Podarcis : the state-of-the-art. In: Bologna M.A., Capula M., Carpaneto G.M., Luiselli L., Marangoni C., Venchi A. (eds.), Riassunti del 6 ° Congresso nazionale della Societas Herpetologica Italica (27 settembre – 1 ottobre 2006).
    [Show full text]
  • Catalogueoftypes22brun.Pdf
    UNIVERSITY OF ILLINOIS LIBRARY AT URBANACHAMPAIGN GEOLOGY JUL 7 1995 NOTICE: Return or renew all Library Materials! The Minimum Fee for •adi Lost Book is $50.00. The person charging this material is responsible for its return to the library from which it was withdrawn on or before the Latest Date stamped below. Thett, mutilation, and underlining of books are reasons for discipli- nary action and may result in dismissal from the University. To renew call Telephone Center, 333-8400 UNIVERSITY OF ILLINOIS LIBRARY AT URBANA-CHAMPAIGN &S.19J6 L161—O-1096 'cuLUuy LIBRARY FIELDIANA Geology NEW SERIES, NO. 22 A Catalogue of Type Specimens of Fossil Vertebrates in the Field Museum of Natural History. Classes Amphibia, Reptilia, Aves, and Ichnites John Clay Bruner October 31, 1991 Publication 1430 PUBLISHED BY FIELD MUSEUM OF NATURAL HISTORY Information for Contributors to Fieldiana General: Fieldiana is primarily a journal for Field Museum staff members and research associates, althouj. manuscripts from nonaffiliated authors may be considered as space permits. The Journal carries a page charge of $65.00 per printed page or fraction thereof. Payment of at least 50% of pag< charges qualifies a paper for expedited processing, which reduces the publication time. Contributions from staff, researcl associates, and invited authors will be considered for publication regardless of ability to pay page charges, however, the ful charge is mandatory for nonaffiliated authors of unsolicited manuscripts. Three complete copies of the text (including titl< page and abstract) and of the illustrations should be submitted (one original copy plus two review copies which may b machine-copies).
    [Show full text]
  • Icp Publications 2006-2021
    ICP PUBLICATIONS 2006-2021 Last updated: 1 September 2021 In press and published online _______________________________________________________________________ SCI papers (indexed in JCR) 1. Abella, J., Martín-Perea, D. M., Valenciano, A., Hontecillas, D., Montoya, P., & Morales, J. (2021, published online). Coprolites in natural traps: direct evidence of bone eating carnivorans from the Late Miocene site of Batallones-3 (Madrid, Spain). Lethaia. https://doi.org/10.1111/let.12438 2. Agustí, J., Espresate, J., & Piñero, P. (2020, published in press). Dental variation in the endemic dormouse Hypnomys Bate 1918 and its implications for the palaeogeographic evolution of the Balearic Islands (Western Mediterranean) during the late Neogene-Quaternary. Historical Biology. https://doi.org/10.1080/08912963.2020.1852557 3. Alba, D. M., Robles, J. M., Valenciano, A., Abella, J., & Casanovas-Vilar, I. (2021, published online). A new species of Eomellivora from the latest Aragonian of Abocador de Can Mata (NE Iberian Peninsula). Historical Biology. https://doi.org/10.1080/08912963.2021.1943380 4. Arias-Martorell, J., Zeininger, A., & Kivell, T. L. (in press). Trabecular structure of the elbow reveals divergence in knuckle-walking biomechanical strategies of African apes. Evolution. 5. Bouchet, F., Urciuoli, A., Beaudet, A., Pina, M., Moyà-Solà, S., & Alba, D. M. (in press). Comparative anatomy of the carotid canal in the Miocene small-bodied catarrhine Pliobates cataloniae. Journal of Human Evolution. 6. Caballero, Ó., Montoya, P., Crespo, V. D., Morales, J., & Abella, J. (2020, published online). The autopodial skeleton of Paracamelus aguirrei (Morales 1984) (Tylopoda, Mammalia) from the late Miocene site of Venta del Moro (Valencia, Spain). Journal of Iberian Geology.
    [Show full text]
  • Dermochelys Coriacea)
    U.S. Fish & Wildlife Service Synopsis of the Biological Data on the Leatherback Sea Turtle (Dermochelys coriacea) Biological Technical Publication BTP-R4015-2012 Guillaume Feuillet U.S. Fish & Wildlife Service Synopsis of the Biological Data on the Leatherback Sea Turtle (Dermochelys coriacea) Biological Technical Publication BTP-R4015-2012 Karen L. Eckert 1 Bryan P. Wallace 2 John G. Frazier 3 Scott A. Eckert 4 Peter C.H. Pritchard 5 1 Wider Caribbean Sea Turtle Conservation Network, Ballwin, MO 2 Conservation International, Arlington, VA 3 Smithsonian Institution, Front Royal, VA 4 Principia College, Elsah, IL 5 Chelonian Research Institute, Oviedo, FL Author Contact Information: Recommended citation: Eckert, K.L., B.P. Wallace, J.G. Frazier, S.A. Eckert, Karen L. Eckert, Ph.D. and P.C.H. Pritchard. 2012. Synopsis of the biological Wider Caribbean Sea Turtle Conservation Network data on the leatherback sea turtle (Dermochelys (WIDECAST) coriacea). U.S. Department of Interior, Fish and 1348 Rusticview Drive Wildlife Service, Biological Technical Publication Ballwin, Missouri 63011 BTP-R4015-2012, Washington, D.C. Phone: (314) 954-8571 E-mail: [email protected] For additional copies or information, contact: Sandra L. MacPherson Bryan P. Wallace, Ph.D. National Sea Turtle Coordinator Sea Turtle Flagship Program U.S. Fish and Wildlife Service Conservation International 7915 Baymeadows Way, Ste 200 2011 Crystal Drive Jacksonville, Florida 32256 Suite 500 Phone: (904) 731-3336 Arlington, Virginia 22202 E-mail: [email protected] Phone: (703) 341-2663 E-mail: [email protected] Series Senior Technical Editor: Stephanie L. Jones John (Jack) G. Frazier, Ph.D. Nongame Migratory Bird Coordinator Smithsonian Conservation Biology Institute U.S.
    [Show full text]