Turismo culturale e religioso in Sardegna

Turismo culturale e religioso in Sardegna

a cura di Fabrizio Congiu Il volume è stato realizzato in collaborazione con l’Assessorato del turismo, artigianato e commercio della Regione Sardegna

Ringraziamo Stefano Oppo, Stefano Fadda, Aurora Filippi, Sara Filetti, Gavino Mulas per il prezioso contributo fotografico

Progetto grafico: Daniele Vinci

Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna © 2018 - Introduzione Fabrizio Congiu

l presente volume raccoglie le relazioni Come ha affermato l’assessora regionale di sintesi del corso di alta specializza- del Turismo Barbara Argiolas “Crediamo Izione sul “Turismo culturale e religio- che il turismo della Sardegna debba essere so in Sardegna”, rivolto a guide turistiche e soprattutto un turismo di qualità, che fac- a laureati, organizzato dalla Pontificia Fa- cia conoscere e apprezzare non solo le risor- coltà Teologica della Sardegna, e patro- se ambientali ma soprattutto il patrimonio cinato dalla Regione Sardegna, tenutosi culturale materiale e immateriale isolano. nella medesima facoltà dal 21 giugno al 6 La formazione riveste un ruolo fondamen- luglio 2018. tale nel processo di ampliamento dell’offer- L’obiettivo di questo corso intensivo vo- ta, perciò abbiamo voluto con convinzione leva essere quello di formare guide turisti- questo corso, primo esempio del genere che e operatori nel campo dell’arte sacra e in Sardegna. Il ‘turismo dei cammini’ sta del pellegrinaggio al fine di possedere co- registrando anche nell’Isola numeri sem- noscenze specifiche sulla storia della Chiesa pre più consistenti: la nostra terra è ricca e della liturgia, sulla religiosità popolare e di santuari e luoghi religiosi che meritano la Scrittura. Si è voluto preparare dei pro- di essere riscoperti, l’apporto di guide spe- fessionisti del settore perché siano in grado cializzate sarà decisivo nella loro valoriz- di trasmettere il senso spirituale e teologico zazione e proposta ai visitatori. Si tratta presente nei cammini religiosi così come in di un ulteriore tassello nelle azioni soste- ogni esperienza di fede legata alla fruizione nute dall’Assessorato per dare impulso al di luoghi sacri cristiani. piano regionale sul turismo religioso, allo sviluppo degli itinerari spirituali e a pro- Al corso hanno partecipato 35 perso- getti incentrati sul turismo di comunità: li ne tra iscritti all’albo delle guide turisti- riteniamo esempi di un’offerta di viaggio che della Sardegna (non guide ambientali sostenibile che permette di vivere al meglio o sportive) e residenti in Sardegna, e tra la Sardegna in ogni stagione, scoprire le pe- coloro che sono in possesso di un baccellie- culiarità culturali dei territori ed entrare in rato in teologia, di un diploma consegui- contatto con chi li vive”. to all’Istituto di Scienze Religiose, di una laurea almeno triennale (in particolare in Il preside della Facoltà Teologica del- discipline umanistiche e, ancora di più, in la Sardegna, padre Francesco Maceri ha Beni culturali). Ognuno di essi ha ricevuto aggiunto: “Chiese, santuari, itinerari e un attestato di partecipazione che ha per- geografie spirituali custodiscono nella no- messo l’inserimento in un albo delle guide stra Isola il ricordo di eventi e racconti nei e degli operatori del turismo religioso della quali di continuo pulsa, ora leggero ora Pontificia Facoltà Teologica della Sarde- forte, il vissuto cristiano di molte genera- gna. Tale albo, pur non avendo valore giu- zioni. Sono opere nate dalla presenza di ridico ed essendo unicamente uno strumen- Dio Amore tra le nostre genti, segni della to ad uso interno della Facoltà Teologica venuta non estemporanea e sempre nuova della Sardegna, avrà una certa visibilità e di Dio fatto uomo nella diversità dell’espe- gode dell’attenzione dell’Amministrazione rienza umana. Essi parlano al cuore, oltre regionale. che alle menti di chi li visita. Questo cor- so fatto in collaborazione con la Regione Questo volume vuole essere uno stru- Sardegna, vuole essere l’inizio di un pro- mento di lavoro nel cammino che le istitu- gramma formativo di guide che sappiano zioni civili e religiose stanno percorrendo favorire questo dialogo cuore a cuore, ren- nel campo del turismo culturale e religioso dendo i cammini, i pellegrinaggi e le visite in Sardegna, e i partecipanti a questo corso ai santuari un’esperienza di fede che resti- potranno essere, proprio loro, i primi fru- tuisca il senso di una storia e di una terra itori e propagatori, insieme a tutti coloro che sono anch’esse vive e vivificanti per che da operatori e da utenti dedicheran- mezzo di quella fede”. no il loro tempo, la loro passione e la loro curiosità alle bellezze spirituali e culturali della nostra Isola di Sardegna.

6 Turismo culturale e religioso in Sardegna Fabrizio Congiu . Introduzione 7

Itinerari dello Spirito Cammini di Fede Bozza, tematiche e contenuti per un progetto di comunicazione Paolo Matta

Premessa “Peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto. In lar- go, in quanto è peregrino chiunque è fuori dalla sua patria; in modo stretto non si in- tende peregrino se non chi va verso la casa di Sa’Iacopo o riede”. Con queste parole Dante Alighieri nella “Vita nuova”, scritta tra il 1293 ed il 1295, si riferiva ai “viag- giatori” di una delle tre “peregrinationes maiores” del medioevo, ossia i pellegrinag- gi verso i tre luoghi sacri della Cristianità: Gerusalemme, Santiago de Compostela e Roma. Il sommo poeta aveva certamente ben presente il vasto movimento di persone che, secondo itinerari a quell’epoca già ben segnalati e descritti, il Codex Calixtinus (fig.), vera e propria guida del pellegrino medioevale aveva oltre un secolo di vita, si spostava attraverso territori non sempre “amichevoli” per manifestare ed esprimere vazioni religiose, spirituali, culturali, turi- la propria devozione ed il proprio credo. stiche e perché no, sportive, con la certezza Oltre sette secoli dopo questo grande che giunti al termine della via, sarà possi- movimento di fedeli continua con grande bile per tutti sentirsi arricchiti dal contesto vitalità, sostenuto da motivazioni che man- culturale, dalla identità dei luoghi, dalla tengono al primo posto l’aspetto religioso storia, dalla memoria, dal patrimonio ma- ma, essendosi adattate alla evoluzione spa- teriale ed immateriale e, soprattutto dalle zio temporale del concetto di “viaggio”, interazioni con le persone incontrate lungo sono supportate ed integrate da aspetti più il percorso. “culturali” quali quelli ambientali, paesag- Da queste sintetiche motivazioni tra- gistici, artistici, storici, etnografici e tanti spare la straordinaria importanza dei altri ancora. Cammini della Fede per la “scoperta” di In quest’ambito, pur essendo fisicamen- una Sardegna molto lontana, seppur non te separata dal continente europeo, la Sar- geograficamente, dai luoghi e dagli stere- degna non è per questo priva di importan- otipi che la legano ai soli ambiti balneari ti Percorsi dello Spirito che la devozione estivi. Una scoperta che potrà avvenire nel popolare congiunge indissolubilmente alla corso dell’intero anno e potrà costituire vita di Santi e Martiri o al loro culto. una vera sorpresa per tanti turisti e per gli Tra questi ve ne sono di tradizione plu- stessi sardi. risecolare, primo tra tutti in ordine di im- Ma, come è noto, perché si crei la doman- portanza il cammino di S. Efisio (fig.), con da, qualunque sia la tipologia di proposta, il percorso dalla sua prigione nella città è necessario veicolare l’offerta rendendola di “Carales” al luogo del martirio a Nora il più possibile “accattivante”, pur nella fe- (giunto alla sua 364a ripetizione) o più re- deltà e nella correttezza delle descrizioni. A centi, con valenze che a quella religiosa tal fine il mezzo televisivo costituisce uno associano importantissime peculiarità sto- strumento quasi insuperabile, in partico- rico-ambientali quali quelle riscontrabili lare quando si può arricchire di contenuti lungo il Cammino di S. Barbara nel Sulcis importanti e immagini di eccezionale valo- Iglesiente o lungo gli importanti Cammini re “naturalmente” disponibili grazie all’oc- di San Giorgio e di Santu Jacu. chio della telecamera. I Cammini citati sono pronti ad aprirsi ai pellegrini desiderosi di compiere le diverse tappe richiamati da quell’insieme di moti-

10 Turismo culturale e religioso in Sardegna Paolo Matta . Itinerari dello Spirito - Cammini di Fede 11 Feste e cammini Se ne contano 941, quasi il 20 per cen- to di tutta Italia. Qualcosa come tre ogni giorno. In Sardegna le feste religiose rap- presentano un patrimonio smisurato, ricco di 107 santuari, centinaia di chiese campe- stri, cumbessias, beni artistici e architetto- nici. Un forziere in parte ancora nascosto, inviolato. Attorno e all’interno di queste millena- rie tradizioni, al centro del Mediterraneo, fra bellezze naturalistiche senza pari e be- nessere ambientale e sociale che non teme confronti, è andato sviluppandosi nella no- stra isola un nuovo modello di turismo len- to, fatto di cammini religiosi e naturalistici, trekking e pellegrinaggi, itinerari dello spi- rito e appuntamenti culturali. Una sfida, rispetto al vecchio binomio Sardegna-mare o Sardegna-estate, con il coinvolgimento e la stretta sinergia con i territori, protagonisti con le loro ammini- strazioni civili e rappresentanze ecclesiali di una “proposta diffusa” per coniugare – in un’ottica di autentica destagionalizza- nord a sud, ha preso le mosse l’ultimo nato zione – ambiente, natura, beni culturali, della famiglia degli “itinerari dello spirito” accoglienza, ospitalità. in Sardegna: dopo i cammini di Santa Bar- bara, Santu Jacu, San Giorgio di Suelli e “La santità, in Sardegna, è francescana”, Sant’Efisio ecco la Via francescana capace scriveva Francesco Alziator nel ricordare il di mettere insieme le tre famiglie religiose Beato Nicola da Gesturi (fig.). E proprio (Minori, Conventuali e Cappuccini) e creare da questa presenza, discreta e operosa, una “rete” di conventi, fraternità, santua- che attraversa l’isola come una dorsale da

12 Turismo culturale e religioso in Sardegna ri, eremi che parlano di silenzio, raccogli- presidente della Fondazione “Cammino mi- mento, devozione alla natura. nerario di Santa Barbara”. «Nonostante È la scommessa del turismo esperienzia- la nostra guida sconsigli i mesi caldi di lu- le, legato non solo a fede e devozione po- glio-agosto, è proprio in questo periodo che polare ma anche al benessere psico-fisico, è partita l’esperienza per un gruppo della al contatto con una cultura assolutamente “Rete dei cammini”»: 400 km nel bacino originale: se la Sardegna rappresenta una minerario tra Sulcis Iglesiente e Guspine- delle motivazioni di viaggio alternativa al se, coprendo una larga fetta del Parco geo- balneare è perché consente un’esperienza minerario e attraversando luoghi di culto e di viaggio legata al paesaggio e alle perso- chiese dedicate alla Patrona dei minatori. ne. Una carta vincente, questa del turismo slow, anche contro lo spopolamento delle Bandita ogni forma di campanilismo (“i zone interne della Sardegna. Oggi, infatti, cammini sono infrastrutture che si auto- sono più di una ottantina i comuni isolani promuovono e si autosostengono”, dice Pin- coinvolti a vario titolo nell’alveo del turi- na), il miracolo più grande di Santa Barba- smo religioso. ra (“oltre che capolavoro istituzionale”) è Parliamo di un terzo delle nostre comu- stato quello di mettere assieme 21 sindaci e nità che stanno trovando un antidoto alla due diocesi (Iglesias e Ales-Terralba), con- fuga e all’abbandono: questa forma di va- fluite nella Fondazione, unico ente gestore. canza contemplativa è frutto di un combi- “Noi, per partire, non abbiamo aspettato i nato paesaggio-ambiente-cultura ma so- finanziamenti, ma abbiamo messo in cam- prattutto comunità, che è poi quello che il po volontari, giovani laureati, risorse che si visitatore oggi cerca e vuole interiorizzare sono messe a servizio della propria terra”. «perché anche il cibo e il buon vino diven- E oggi, il Cammino di Santa Barbara, co- tano esperienza spirituale». nosce una “aggressione” mediatica, di reti Dai blocchi di partenza, quello di Santa nazionali come dei social network, che rap- Barbara è il cammino che si è distinto – ri- presenta la più grossa promozione che il spetto agli altri quattro concorrenti – per Sulcis abbia mai conosciuto. una partenza bruciante. «Il primo e più gratificante riconosci- E dalle parole sono arrivati i fatti concre- mento è quello che ci arriva dalle centinaia ti: sotto forma di finanziamenti del Consi- di persone che stanno camminando sulle glio regionale e del Ministero, per realizzare nostre strade», afferma Giampiero Pinna, infrastrutture e valorizzare le strade del

Paolo Matta . Itinerari dello Spirito - Cammini di Fede 13 Cammino. “Ma soprattutto”, afferma con • Il Cammino di Santa Barbara, settore una punta di orgoglio Giampiero Pinna, sud (Sulcis) da Musei a Miniera di San “l’inserimento del Cammino di Santa Bar- Giovanni; settore nord (Iglesiente) da bara nell’Atlante nazionale del Ministero Iglesias (fig.) a Domusnovas. del Turismo, al momento l’unico percorso • Il Cammino di Sant’Efisio, da Cagliari a della Sardegna” . Nora. • Il Cammino di San Giorgio, Sardegna Un cammino virtuoso che la Città me- sud e centro orientale, da Cagliari a Olie- tropolitana di Cagliari sta attuando con il na. Cammino di Sant’Efisio ponendosi come • La Via Francigena e il francescanesimo capofila per arrivare alla realizzazione di in Sardegna un itinerario percorribile tutto l’anno e non solo nei giorni della festa di maggio. Anche Grazie alle immagini altamente spetta- in questo caso il “Patto per Cagliari” mette colari e a una narrazione snella ma rigorosa a disposizione delle risorse destinate al re- e corretta, tutte le puntate, oltre ad indi- cupero e valorizzazione delle eccellenze mo- viduare le principali tipologie e peculiarità numentali e architettoniche perché quanto dei Cammini della Fede fruibili nell’Isola, prima anche questo Cammino possa essere si prefiggono l’ambizioso obiettivo di rap- iscritto nell’Atlante dei Cammini nazionali. presentare un vero e proprio “biglietto da visita” dei territori, diventando un impor- Proposta tante strumento di promozione capace di Una proposta progettuale di comunica- mantenere per lungo tempo la sua validità. zione potrebbe prevedere la realizzazione di una serie di lezioni/puntate “speciali” Più nel dettaglio, si vorrebbe costituire dedicate agli Itinerari dello Spirito che, in una sorta di compendio o di “visione ge- prima approssimazione, potrebbero vertere nerale” dell’importante settore dei Cam- sui seguenti temi: mini della Fede in Sardegna, mostrando Itinerari dello Spirito e Cammini Reli- al grande pubblico quanto è stato fatto da giosi in Sardegna, con immagini e descri- Enti, Associazioni e Comunità locali per la zione di quelli principali, interventi di au- salvaguardia, il ripristino e la fruizione di torità religiose e istituzionali, pellegrini, percorsi di grande valore religioso, storico, operatori turistici e culturali. culturale ed identitario, le cui tradizioni sono spesso vive a livello locale o per singoli

14 Turismo culturale e religioso in Sardegna Paolo Matta . Itinerari dello Spirito - Cammini di Fede 15 settori ma che, grazie alla individuazione di sano costituire un nuovo modo di vedere e un importante “filo conduttore” capace di di proporre i territori attraversati. unire rendendo organiche e consecutive le Infine gli itinerari seguiti da San Gior- diverse tratte, possono sviluppare sinergie gio, vescovo di Suelli che tra la fine dell’un- fondamentali per la creazione di nuovi flus- dicesimo e gli inizi del dodicesimo secolo si turistici in aree non ancora valorizzate e evangelizzò le contrade dei territori del proposte. Giudicato di Cagliari. Anche in questo caso Altro obiettivo è quello di illustrare nel- si tratta di un Cammino della Fede che agli la sua interezza il lungo Cammino Minera- aspetti del culto unisce eccezionali valori rio di Santa Barbara, un percorso già ben ambientali, storici e culturali, vera ricchez- fruibile, di lunghezza prossima ai 400 km za della Sardegna intera. suddiviso in 24 tappe principali, capace di Completa la proposta la Via Francescana attraversare i due grandi distretti minerari di Sardegna, una vera e propria dorsale sar- del Sulcis e dell’Iglesiente. da che, con opportune varianti e deviazio- Per quanto attiene il Cammino di ni, è in grado di offrire al pellegrino/cam- Sant’Efisio, ci si prefigge l’ambizioso obiet- minatore uno spaccato della fede e della tivo di ripercorrere fedelmente (per quanto devozione popolare in quasi tutte le regioni sia oggi possibile) i passi del Martire, a par- storiche dell’Isola sotto la lente del carisma tire dal luogo della sua prigionia a quello francescano. della sua esecuzione, mostrando nel con- tempo aspetti e luoghi che, pur avendo una strettissima correlazione con il Santo, pos-

16 Turismo culturale e religioso in Sardegna I santuari: finestre sull’infinito e sulla storia delle genti sarde Tonino Cabizzosu

I. Impressioni sulla Sardegna I “forestieri”1 che hanno visitato la Sar- degna2, a partire dal primo Seicento con il canonico Martin Carrillo3, visitatore Ge- nerale di Filippo II, e il mercedario Tirso de Molina (fig.), hanno messo in luce nelle loro opere aspetti inediti dell’isola, a vol- te contradditori, a volte carichi di fascino. Il luterano Giuseppe Fuos4, che risiedet- te a Cagliari dal 1773 al 1777, sottolineò la ricchezza dell’animo sardo e asserì che le tradizioni e le feste popolari costituiva- 1812, insieme alle bellezze della natura, no una preziosa testimonianza di antiche evidenziò la diffusa superstizione, la scarsa consuetudini. Non trascurò, nel contempo, cultura del clero, la carenza di istruzione, di denunciare la piaga del banditismo, l’e- ma anche il coraggio, la dignità e il vigore sosità delle imposte, la carenza di attività delle genti sarde. commerciale, l’abbandono delle terre, l’i- Alberto Ferrero Della Marmora5, che sog- nesistente rete viaria, il basso tasso di po- giornò nell’isola, sebbene non stabilmente, polamento. Francesco IV d’Austria d’Este, per un arco di quasi quattro decenni, dal nell’opera Descrizione della Sardegna del 1819 al 1857, scrisse: “Difficoltà immense e gravi intralciano lo zelo del viaggiatore, che di un canale per l’irrigazione e ha fatto vuole percorrere quest’isola; la mancanza molte altre opere utili”9. di strade, il difetto dei comodi più modesti, Il gesuita P. Antonio Bresciani10, nel i pericoli in qualche contrada per il carat- 1850, intravedeva nei costumi delle gen- tere irrequieto degli abitanti, infine le in- ti sarde correlazioni con quelli degli anti- sidie del clima per parecchi mesi dell’anno chi popoli dell’Asia. Le sue considerazioni sono ostacoli capaci di raffreddare l’ardore sull’isola erano agrodolci: nei sardi riscon- di coloro che intraprendono viaggi in Sar- trava pietà in Dio, fedeltà alla monarchia, degna”. Antoine-Claude Pasquin, noto con accoglienza ed ospitalità verso i forestieri, lo pseudonimo di Valery, nel 1835, nell’o- ma anche numerosi limiti che rendevano pera Viaggio in Corsica, nell’isola d’Elba la società isolana arretrata ed arcaica, so- e in Sardegna fu il primo a descrivere con prattutto per la ferocia e la violenza dei ammirazione aspetti noti e meno noti del- suoi abitanti. Gustavo Jourdan, nel 1861, la Sardegna, con acute osservazioni sull’a- presentava l’isola come un focolare spento, nimo sardo. Contrapponendola a quella come una terra di banditi, una terra carica corsa, scrisse che “l’ospitalità sarda ha un di “barbarie”. altro carattere: è più primitiva, più antica, Nel 1867 il francese Emanuele Domenech più semplice, più universale... L’ospitalità è – più equilibrato – presentava i sardi come allo stesso tempo una tradizione, un gusto “popolazioni ardenti, simpatiche, buone, e quasi un bisogno per il sardo”6. Pur rico- anime fortemente temperate, virtù patriar- noscendo qualche rilassatezza nei costumi cali, difetti moderni, bizzarrie rispettabili, del clero sardo7, sottolineò, tuttavia, la de- grandezza e poesia”. In questa carrellata dizione nel suo ministero. Parole di elogio possiamo ricordare altri nomi illustri: Leo- profuse per l’arcivescovo di , Gio- ne Gouin, Enrico di Maltzan, Quintino Sel- vanni Maria Bua8, “uno di quegli uomini la, Paolo Mantegazza, Carlo Corbetta, Eu- rari, che non si dimenticano mai. Questo genio Roissard de Bellet e soprattutto D. prelato esemplare per la pietà, la dottri- Lawrence, autore di Mare e Sardegna. La na, la dignità dei modi e del linguaggio, è Sardegna non è più una terra selvaggia ed allo stesso tempo filantropo e progressista; affascinante da scoprire, ma è uno scrigno io l’ho visto entusiarmarsi per un recente di bellezze naturali da ammirare e valoriz- scritto del barone Charle Dupin sull’econo- zare. Nell’Ottocento, grazie a coloro che mia pubblica. Ha introdotto un aratro per- arrivarono in Sardegna come esponenti di fezionato, ha incoraggiato la sistemazione governo, viaggiatori solitari, intellettuali,

18 Turismo culturale e religioso in Sardegna militari in esilio o ecclesiastici, iniziò la ri- che a metà Cinquecento sferzava clero e po- scoperta di un’isola carica di emozioni, sen- polo con pregiudizi severi, è altrettanto in- sazioni, valori. In sintesi si può affermare negabile che si riscontrano personalità del che tra coloro che visitarono la Sardegna, calibro del piemontese Giovanni Battista nel corso degli ultimi secoli, per motivi di Vassallo, l’evangelizzatore del Settecento studio, lavoro o fede si possono distingue- isolano, o più vicino a noi i lombardi Felice re due categorie: coloro che hanno espresso Prinetti, Giovanni Battista Manzella, Er- giudizi epidermici, senza approfondite in- nesto Maria Piovella, Arcangelo Mazzotti, dagini e coloro che sono riusciti a penetrare il lucano Emanuele Virgilio. Un denomina- nell’animo sardo, cogliendone luci ed om- tore comune lega questi ed altri personag- bre e denunciando, nel contempo, ritardi e gi: l’impegno per la diffusione dei principi responsabilità dei governi spagnoli, sabau- evangelici nella cultura del territorio in cui di, italiani. L’analisi del loro pensiero aiuta hanno operato. Non è stato per nessuno un a cogliere linee transitorie e costanti della obiettivo facile: essi hanno dovuto prima dimensione politica, economica, sociale ascoltare e studiare, analizzare senza pre- culturale e religiosa dell’isola. Alcuni giudi- giudizi ed, in un secondo momento, offrire zi esterni, oggi come nel passato, continua- terapie innovative, senza strappi, innestan- no a generare quella caratteriale diffidenza dole nel solco della ricca tradizione isolana dell’uomo sardo verso tutto ciò che viene da sociale e religiosa. Rispettosi dei valori più fuori: a causa di un progetto di colonizza- genuini della storia isolana, essi hanno illu- zione dall’alto o subalterna ad un sistema, minato le coscienze aiutandole a maturare che ha contribuito a consolidare un fossato verso nuovi orizzonti, dando fiducia e ri- tra l’isola e la terraferma e a ghettizzare la sollevando quelle energie sopite nell’animo nostra terra, penalizzata dalla sua insulari- degli isolani per educarli ad essere artefici tà. A questo primo, che non ha reso certa- essi stessi di progresso sociale. Oggi, stori- mente un utile servizio all’isola, si contrap- cizzando la loro azione, si può cogliere nel pone un secondo gruppo, prevalentemente loro progetto pastorale un intenso connu- di “continentali” venuti da noi non come bio tra Chiesa e società, volto unicamente colonizzatori o conquistatori, ma per servi- ad aiutare l’uomo sardo a prendere in mano re gli ultimi e gli emarginati. Se è vero che la propria vita. nella storia religiosa della Sardegna si in- contrano personalità come Antonio Parra- gues de Castillejo11, arcivescovo di Cagliari,

Tonino Cabizzosu . I santuari: finestre sull’infinito 19 II. Una storia religiosa particolarmente sitorico di Monte d’Accoddi, in agro di Sas- ricca sari15, il tempio punico-romano dedicato al La storia dell’isola è assai ricca di monu- Sardus Pater, nella valle di Antas-Flumini- menti di inestimabile valore che tramanda- maggiore16; il complesso di Santa Vittoria no ai posteri una storia socio-religiosa ca- di Serri (fig.), in provincia di Cagliari, che rica di contenuti e di architetture. Bisogna va dal quattrodicesimo all’ottavo secolo a. innanzitutto far menzione dei circa sette- C.; il pozzo sacro di Santa Cristina presso mila nuraghi12 sparsi per tutta l’isola13, la Paulilatino; il santuario di San Salvatore in cui finalità precipua ancora oggi divide gli Sinis, tardo romanico-cristiano del 4 seco- studiosi. Fortificazioni? Luoghi di avvista- lo d. C. La Sardegna, dunque, durante la mento? Reggie con spazi per il sovrano, e sua storia prima e dopo Cristo, ha prodotto per la comunità? Templi in cui si adorava il singolari luoghi di culto, che costituiscono dio sole all’occaso e la luna? Alcune ricerche un’espressione autonoma di intensa religio- dimostrano che alcuni di essi erano adibiti sità. La costruzione di questi monumenti al culto solare e all’indagine astronomica. di architettura sacra, talvolta semplici ed Il sentimento religioso delle genti sarde14 ingenui, tal’altra complessi ed affascinan- ha prodotto, nel corso della sua storia bi- ti esprimono un originalità unica, un’arte millenaria, opere di architettura sacra di che sintetizza sapienza e tradizioni pluri- notevole interesse a partire dall’altare pre- millenarie. Se ci fermiamo a considerare i

20 Turismo culturale e religioso in Sardegna luoghi di culto costruiti per impulso della Chiesa cattolica, bisogna premettere che l’architettura sacra, popolare, affonda le radici in molteplici motivazioni, non sem- pre facile da cogliere, soprattutto per la carenza di adeguata documentazione. Tra i motivi di fondo, che hanno generato questi edifici, ricordiamo il culto verso un marti- re od un santo patrono, la realizzazione di un voto, o semplicemente il bisogno innato di aggregazione umana17. L’isola è ricca di importanti edifici di culto: si può dire che non esista città o villaggio che non vanti dopo Cristo, il mio intervento si articolerà piccoli o grandi chiese, santuari campestri, nei seguenti punti: nuclei abitativi chiamati cumbessias (fig.) i santuari nel periodo medioevale; o muristenes, destinati ad accogliere pelle- i santuari in età moderna; grini e novenanti durante il periodo della le “orme” dei pellegrini nei luoghi sacri; novena in onore del santo titolare. Insie- ruolo santuari nella storia del banditi- me alla bellezza della natura e al caratte- smo; re riservato e fiero della sua gente, chiese e santuari campestri costituiscono una delle III. I santuari nel periodo medioevale18 componenti più originali della cultura iso- La storia della Sardegna è un susseguirsi lana perchè sono espressione di una religio- di invasioni e di sopraffazioni. Se si eccet- sità umile, semplice, popolare, e manife- tuano i periodi delle civiltà nuragica e giu- stano, nel contempo, il genio creativo delle dicale, l’isola, a causa della sua posizione al genti sarde, riservato e dinamico allo stesso centro del Mediterraneo, fu fatta oggetto tempo. Dopo questa introduzione in cui ho di continue conquiste, più per sfruttarne le proposto alcune impressioni di viaggiatori risorse economiche, che per salvaguardarne continentali nel loro primo contatto con l’identità specifica. La Sardegna, quando si l’Isola ed ho sintetizzato, a grandi linee, la liberò dalle incursioni musulmane e si rese ricchezza della religiosità dell’animo sardo, indipendente dal potere bizantino, si aprì che si è concretizzata attraverso la costru- gradualmente all’occidente e, a partire dal zione di numerosi luoghi di culto prima e secolo XI, iniziò una ripresa demografica,

Tonino Cabizzosu . I santuari: finestre sull’infinito 21 economica, culturale e religiosa. Quest’ulti- salute ad honorem Sanctae Trinitatis funda- ma dimensione fu possibile grazie alla pre- ta et constructa. Alla base, dunque, di tale senza di Ordini monastici, che lavorarono fondazione soggiace un progetto di natura in sintonia con i giudici19. Nei secoli XI e politico-economico-spirituale: lanciare un XII la civiltà sarda registrò una fioritura ponte ideale tra il regno giudicale e l’azione di chiese romanico-pisane20, intorno a cui sociale e spirituale degli Ordini monastici, si sviluppò la pietà popolare, irradiando considerare il santuario come polo di svi- promozione umana e spirituale. La com- luppo non solo su ambito spirituale, ma mittenza di queste chiese-santuario è da anche su quello socio-economico. Saccar- attribuire all’autorità laica, ai giudici, che gia, insieme ad altri santuari del nord Sar- lavorarono in sintonia con quella religiosa. degna, divenne importante centro di pelle- Vediamo alcuni esempi: grinaggio penitenziale, come documentano i graffiti a forma di calzari che si possono il santuario dei martiri21 Gavino, Proto e osservare su alcune colonnine del portico, Gianuario di Porto Torres22, risale alla pri- incise dai pellegrini. ma metà dell’XI secolo e fu voluto, secondo Il santuario di Santa Maria di Tergu, due fonti narrative tardive, dal giudice di nell’Anglona, sorto su area rurale, riassu- Torres ed Arborea Comita, la cui esisten- me in sè nel periodo fondazionale finalità za storica è controversa. Senza entrare nei religiose ed economiche, e divenne gradual- dettagli, l’attribuzione di tale santuario al mente uno dei più rinomati centri di pel- giudice Comita sottolinea il ruolo propulsi- legrinaggio del nord Sardegna, come docu- vo svolto dai giudici per incrementare anti- mentano le orme di calzari incise nei muri chi culti, fondando sul culto dei martiri la dell’archivolto di accesso. propria identità religiosa e politica23. Il santuario di san Giorgio di Suelli24, nel Il santuario della Santissima Trinità di giudicato di Cagliari. Anche per l’edifica- Saccargia (fig.), presso Codrongianos (SS), zione di questo complesso – la ex cattedrale viene attribuito da due fonti narrative al romanica (totalmente ristrutturata secon- giudice Costantino I de Lacon-Gunale, so- do le linee del gotico di ascendenza iberica), vrano di Torres tra il 1114 e il 1124. Il ve- il santuario medioevale e barocco, la chiesa scovo di Torres Attone, nel 1112, conferma tardo-gotica di Nostra Signora del Carmine che la chiesa era stata donata dal giudice e quella sconsacrata di Sant’Antonio – si all’Ordine Camaldolese pro animarum sua- registra la committenza del potere laico. rum, suorumque parentum remissione atque Nella vita di Giorgio, vescovo della diocesi

22 Turismo culturale e religioso in Sardegna Tonino Cabizzosu . I santuari: finestre sull’infinito 23 di Barbagia, che si presume sia vissuto nel- Antiche cattedrali di diocesi soppresse la prima metà dell’XI secolo, si narra di un persero il prestigio dei secoli precedenti e miracolo da lui compiuto in favore del giu- furono trasformate in santuari mariani. dice cagliaritano Torchitorio, il quale donò Santa Maria di Castra, presso Oschiri, al vescovo un ricco patrimonio di terreni e sede episcopale dal 1116, venne trasforma- di servi. ta in santuario mariano, come documenta il flusso crescente di pellegrinaggi; IV. I santuari in età moderna San Pietro di Sorres (fig.), diocesi accor- In età moderna le problematiche sono di- pata a nel 1503, sviluppò la devozio- verse da quelle del medioevo. A partire dal ne in onore del santo titolare, alla presenza Cinquecento le committenze non vengono del clero dell’antica diocesi, ripristinando, dall’autorità laica, ma da quella religiose. non sempre con successo, l’antico splendore Come è noto, importanti mutamenti socia- della vetusta basilica. li spingono le istituzioni a riconsiderare la Nel corso del Seicento si sviluppò un lun- loro presenza nel territorio creando nuove ga diatriba tra gli arcivescovi di Cagliari e di istituzioni religiose e trasformando antichi Sassari per il titolo di primate dell’isola. Per luoghi di culto in santuario, promuovendo suffragare tale prerogativa si chiese aiuto nuove forme devozionali. Tra le tante cau- all’archeologia, con una ricerca frenetica di se, ne ricordo tre: corpi di santi e di martiri, con relativi san- guerre, epidemie, pesti, carestie ridusse- tuari nelle due sedi contendenti, Cagliari27, ro la popolazione e numerosi villaggi, an- Sassari-Porto Torres. Il Seicento sardo è, che sedi vescovili furono quasi spopolate (si al riguardo, un secolo di sancti innumerabi- veda il caso di Bisarcio e Castra nel Logu- les, venerati esclusivamente nell’isola e che doro): solo in pochi casi trova conferma nei mar- accorpamento e soppressione di alcune tirologia. La formula “BM” delle epigrafi diocesi sarde. Nel 1503 con la bolla Ae- funerarie, significante bene merenti o bonae quum reputamus avvenne una rivoluzione memoriae, fu interpretata maldestramente nelle circoscrizioni ecclesiastiche isolane: le beatus martyr e produsse una schiera innu- quindici diocesi furono ridotte a sette25; merevole di martiri (nello sola cripta della il progetto di riforma promosso dal Con- cattedrale di Cagliari, fatta costruire negli cilio di Trento26: anni 1605-1618 dall’arcivescovo Francesco Desquivel, se ne contano oltre seicento)28.

24 Turismo culturale e religioso in Sardegna Tonino Cabizzosu . I santuari: finestre sull’infinito 25 A Fonni, nel cuore della Barbagia, fu edi- V. Le “orme” dei pellegrini nei luoghi sacri ficato il santuario-basilica di Nostra Signo- Numerosi pellegrini, nel corso dei secoli, ra ad Martyres, con non celata intenzione di hanno lasciato traccia del loro pellegrina- avere anche nell’isola una sorta di Panthe- re di santuario in santuario incidendo sui on, dal Minore Osservante Pacifico Guiso conci le impronte dei sandali29. La sagoma Pirella negli anni 1702-1706, con annesse del piede è il segno del passaggio dei pelle- cumbessias. In quest’opera collaborarono, grini. L’insistenza di tale simbolo potrebbe in qualità di commitenti, autorità religiose essere correlata, probabilmente, alla stessa e laiche, in un rapporto spesso non privo di denominazione con cui nell’antichità veni- tensioni e conflitti. va chiamata la Sardegna: Ichnusa e San- Il santuario-novenario di Santa Susanna dalyon (orma, piede),. Anche in altre mete di Busachi (OR), ove fu cristianizzato in for- penitenziali europee si rintracciano simboli ma santuariale un culto radicato nella tra- specifici: la palma per il pellegrino diretto dizione preesistente, con formule di religio- verso Gerusalemme, le chiavi per quello di- sità popolare adatati alla visione cristiana. retto verso la tomba di Pietro a Roma, la In questa tipologia è da collocare il riutilizzo conchiglia per San Giacomo di Compostella. di strutture precristiane (nuragighe, feni- Una spiegazione di questo intenso flusso di cio-pumiche, romane) di tipo termale, legate pellegrini, si potrebbe trovare nel fatto che, al culto delle acque: Santa Cristina di Pauli- dopo lo scisma del 1054, ai monaci bizanti- latino, Santa Maria de is Acquas di Sardara, ni, prevalentemente contemplativi, suben- Santa Vittoria di Serri, San Salvatore di Si- trarono quelli latini, più attivi e vicini alla nis. Questa tipologia di santuario, sintetica- gente, i quali svilupparono una crescente mente descritta per Busachi, è assai diffusa attenzione ai rapporti interpersonali e ai nel Campidano di Oristano e nelle Barbagie. pellegrinaggi. Il territorio in cui si registra Il rapporto tra santuario e committen- il maggior numero di orme è il Giudicato di za ha, dunque nell’isola espressioni diver- Torres con 50. 4 in quello di Gallura, 35 in se da luogo a luogo. Nel periodo giudicale quello di Cagliari e 33 in quello di Arborea. si riscontra una committenza che parte Le orme sono tra loro differenti per forma e dall’autorità laica con motivazioni religiose dimensioni, frutto di tecniche differenti di e politico-economiche; nel periodo moder- lavorazione. Come esempio mi limito a ci- no, invece, soprattutto dopo la riforma tri- tare la basilica di Sant’Antioco di Bisarcio, dentina, la committenza parte dall’autori- presso Ozieri, la quale contiene alcune orme tà ecclesiastica, sostenuta da quella laica. nei pilastri del portico e nel piano superiore.

26 Turismo culturale e religioso in Sardegna VI. Il ruolo dei santuari nella storia del banditismo sardo In tempi a noi più vicini il ruolo spiri- tuale e sociale svolto dai santuari viene documentato anche dalla letteratura. Il poeta Sebastiano Satta, che per la sua at- tività firense ben conosceva il mondo del banditismo, definì “belli, feroci e prodi” i suoi protagonisti. Il bandito gentile, fero- ce e romantico entra nella letteratura so- prattutto con il sassarese Enrico Costa che pubblicò l’autobiografia di Giovanni Tolu, di Florinas, libro che divenne presto un best seller. Grazia Deledda (fig.) è certamente l’ambasciatrice più qualificata per aiutar- ci a cogliere questo aspetto. La scrittrice nuorese descrive spesso il banditismo30 in maniera romantica. Il bandito vive alla macchia non perchè è dominato da istinti criminali, ma perchè vittima di situazioni male hai fatto a metterti sola in viaggio contingenti, di una sorte ingrata ed avver- così attraverso luoghi che sapevi abitati dal sa; ciononostante, nel suo animo albergano diavolo” e costrinse il compagno di mac- stati d’animo in cui la preghiera e il rispetto chia a restituire il mal tolto. “Va, donna, per i più deboli sono pilastri essenziali. La per il resto del viaggio, noi stessi baderemo novella Il voto31 descrive il pellegrinaggio di che nulla di male ti avvenga, a te e a questo una madre, accompagnata dal proprio fi- capretto di tuo figlio. Però, arrivata al san- glio, verso il santuario di San Francesco di tuario, dirai un’avemaria per me”. Allora il Lula, nel Nuorese, per ringraziare il santo primo bandito piegò la testa mortificato e per aver concesso la guarigione del bambi- mormorò: “Una anche per me”32. no da una brutta malattia. Lungo la stra- Nel romanzo Canne al vento viene de- da i due vennero derubati da un bandito. scritto il pellegrinare di Efix, fedele servo Un secondo bandito, sentendola invocare pastore delle sorelle Pintor, scrigno prezio- san Francesco, disse: “Femmina mia bella, so di una sapienza popolare d’altri tempi, e

Tonino Cabizzosu . I santuari: finestre sull’infinito 27 di due mendicanti ciechi verso il santuario di lutto; seguivano uomini a capo scoperto, della Madonna del Miracolo di Bitti (NU) . con un cero in mano, scalzi, polverosi come La Deledda scrive: “Efix durante la festa fu arrivassero dall’altra estremità del mondo: quasi felice. Una folla com’egli non l’aveva tutti avevano gli occhi pieni di domande ancora veduta riempiva la chiesa, il campo e di speranza”33 Queste semplici citazioni attorno, il sentiero che conduceva al paese. documentano una costante nella letteratu- Una processione s’aggirava continuamen- ra isolana: l’attenzione con cui non pochi te attorno al santuario, come un serpente poeti e scrittori hanno descritto il senti- rosso e bianco, giallo e nero: gli stendardi mento religioso, anche dei malfattori e il sventolavano simili a grandi farfalle, e can- ruolo formativo svolto dai luoghi di culto, ti corali, tintinnii di cavalli bardati per la soprattutto dai santuari, nella loro duplice corsa, grida di gioia si univano alle cantile- valenza spirituale e sociale. ne gravi dei pellegrini. Passavano donne coi capelli neri sciolti giù per le spalle come veli

Note

1 Con questo sostantivo intendo il variegato mon- sitio planta conquistas christianidad fertilidad do di ospiti, proveniente dal Continente o dall’ ciudades lugores y govierno del reyno de Cerdeña, estero, che, a partire soprattutto da metà Sette- manoscritto conservato nel fondo Baille presso la cento, con finalità e metodologie diverse, ha visi- Biblioteca Universitaria di Cagliari, pubblicato tato la regione ed ha pubblicato memorie proiet- in M. L. Plaisant, in Martin Carillo e le sue re- tando i problemi dell’isola su ambito europeo. lazioni sulle condizioni della Sardegna, in “Studi 2 La letteratura sull’argomento è vasta. In questa Sardi” (1968-1970)204-262. sede mi limito a citare: L. Neppi Modona, Viag- 4 Cfr. G. Fuos, La Sardegna nel 1773 descritta da un giatori in Sardegna, Cagliari 1971; A. Boscolo (a contemporaneo, Cagliari 1898. cura), I viaggiatori dell’Ottocento in Sardegna, (= 5 Cfr. F. C. Casula, Dizionario storico sardo, Sassari Testi e documenti per la Questione Sarda, 6), Ca- 2001, pp. 605-606. gliari 1973, Premessa alle pp. 9-33; P. Pittalis, 6 Cfr. Valery, Viaggio in Sardegna, ristampa, Lo sguardo straniero in Sardegna, in La Sardegna, Nuoro 1996, p. 43. vol. 3, Aggiornamenti, cronologie, indici generali, 7 Ibidem, p. 44. Cagliari 1988, pp. 144-157, in particolare la ricca 8 Su G. M. Bua vedi: R. Bonu, Serie cronologica bibliografia alle pp. 155-157. degli arcivescovi d’Oristano. Da documenti editi ed 3 Cfr. Relacion al rey D. Philipe n. s..del nombre inediti, Sassari 1959, pp. 128-131; O. P. Alberti,

28 Turismo culturale e religioso in Sardegna L’attività sociale di mons. G. M. Bua, arcivescovo 15 Nel 1952 fu scoperto nell’agro di Sassari l’alta- di Oristano e Amministratore Apostolico di Galtel- re presitorico di Monte d’Accoddi, risalente al lì-Nuoro, in Intellettuali e società in Sardegna tra periodo eneolitico (età del rame), che risponde Restaurazione ed Unità d’Italia, 2, Oristano 1991, alle descrizioni di Esodo 20,24-26. È un altare pp. 102-109; T. Cabizzosu, Ricerche socio-religiose a terrazza di forma tronco-piramidale, alto una sulla Chiesa sarda tra ‘800 e ‘900, vol. 1, Cagliari decina di metri. È un monumento unico in tut- 1999, pp.73-87. ta la’area meditterranea occidentale. L’altare in 9 Ibidem, p. 106. questione funzionò fra i secoli 25° e 19°, sino a 10 Cfr. A. Bresciani, Dei costumi dell’isola di Sarde- circa 1600 a. C. gna comparati cogli antichissimi popoli orientali, 2 16 Cfr. P. Bernardini, Il culto del Sardus Pater ad vv, Napoli 1850. Antas e i culti a divinità salutari e soterologiche in 11 Su Antonio Parragues de Castillejo si veda: P. p. g. spanu (a cura di), Insulae Christi. Il cristia- Onnis Giacobbe, Epistolario di Antonio Parra- nesimo primitivo in Sardegna, Corsica e Baleari, gues de Castillejo, Milano 1958; R. Turtas, Alcu- Oristano 2002, pp.17-25 ni inediti di Antonio Parragues de Castillejo, ar- 17 Cfr. M. Gracco (a cura di), Per una storia dei san- civescovo di Cagliari, in “Archivio Storico Sardo” tuari mariani d’Italia: approcci regionali, Bolo- 37(1992)181-197. gna 2002. 12 Per una descrizione sintetica del concetto di nu- 18 Sull’argomento si veda: M. G. Meloni- M. G. raghe cfr.: F. Floris, La Grande Enciclopedia del- Mele, Committenza e devozione in Sardegna tra la Sardegna, Roma 2002, pp. 625-635. Medioevo ed età moderna, in M. Tosti (a cura di), 13 G. Lilliu, La civiltà dei sardi. Dal Neolitico Santuari mariani d’Italia. Committenze e fruizio- all’età dei nuraghi, Cagliari 1963, con successi- ne tre Medioevo ed età moderna, Roma 2003, pp. ve ristampe; Idem, La civiltà nuragica, Cagliari 145-167; M. Gracco (a cura di) Per una storia dei 1982. santuari mariani d’Italia: approcci regionali. Si 14 Sulla religiosità dei sardi prima dell’evangelizza- veda inoltre, F. C. Casula, La storia di Sardegna, zione cristiana cfr. G. Lilliu, L’età dei Nuragici, Sassari-Pisa 1998; G. Meloni, La Sardegna nel in M. Brigaglia (a cura di), La Sardegna, Enci- quadro della politica mediterranea di Pisa, Genova clopedia,.vol. 1, s. v. La Storia, Cagliari 1982, pp. a Aragona, in M. Guidetti (a cura di), Storia dei 5-12, in particolare pp. 9-10. Sulla storia della Sardi e della Sardegna, vol. 2, Il Medioevo. Dai Chiesa sarda si veda: R. Turtas, Storia della Chie- giudicati agli Aragonesi, Milano 1987, pp. 49-96; sa in Sardegna dalle origini al Duemila, Roma R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del 1999. Rimane sempre utile per contenuti l’opera Mille al primo ‘300, (= Storia dell’arte in Sarde- classica di D. Filia, La Sardegna cristiana, 3 vv., gna, 6), Nuoro 1993; G. Mele, codici agiografici, ristampa, Sassari 1995. Per le problematiche re- culto e pellegrini nella Sardegna medioevale. Note lative al secondo cinquantennio dell’Ottocento: storiche e appunti di ricerca sulla tradizione mona- T. Cabizzosu, Chiesa e società nella Sardegna cen- stica, in L. D’Arienzo, Gli Anni Santi nella sto- tro settentrionale (1850-1900), Ozieri 1986. ria, Cagliari 2000, pp. 535-569.

Tonino Cabizzosu . I santuari: finestre sull’infinito 29 19 Turtas, Storia della Chiesa, pp. 213-245. 26 Cfr. Turtas, Storia della Chiesa, pp. 394-426. 20 Cfr. G. Botteri, Guida alle chiese medioevale di 27 Cfr. D. Pittau, Il santuario dei martiri a Cagliari, Sardegna, Sassari 1978. Cagliari 2001. 21 Su quest’argomento si veda: Le fonti agiografiche 28 D. Mureddu, D. Salvi, G. Stefani, Sancti In- in P. G. Spanu, Martyria Sardiniae. I santuari dei numerabiles, Cagliari 1988; A. Saiu Deidda, Il martiri sardi, Oristano 2000, pp.17-29; Idem, Le santuario dei Martiri a Cagliari, in “Annali della fonti sui martiri sardi in Spanu (a cura di) Insulae Facoltà di Magistero dell’Università di Cagliari” Christi, pp.177-193. 10(1980)111-158; A. Piseddu, Nuove ipotesi sulle 22 Lo studio più completo sulla Passio dei marti- discusse antiche lapidi di San Lucifero, in F. Atze- ri turritani è quello di G. Zichi, Passio Sancto- ni- T. Cabizzosu (a cura di) Studi in onore di O. P. rum Martyrum Gavini, Proti et Ianuarii, Sassari Alberti, pp. 183-200. 1989. Per la contestualizazione generale cfr. P. G. 29 Cfr. G. Dore, Le “orme” dei pellegrini nei luoghi Spanu, Martyria Sardiniae. I santuari dei marti- sacri della Sardegna, in D’Arienzo (a cura di), Gli ri sardi (=Mediterraneo tardoantico e medioevale. Anni Santi, pp. 497-534: dello stesso autore: Sul- Scavi e ricerche, 15), Oristano 2000; cfr. La pas- le “orme” dei pellegrini. Testimonianze dei percorsi sione dei santi Gavino, Proto e Gianuario in Spa- penitenziali medioevali nell’isola, Cagliari 2001. nu, Martyria Sardiniae, pp.193-204. 30 Sul banditismo isolano si veda: F. Fresi, Banditi 23 Cfr. Corpora sanctorum Gavini, Proti et Ianuari in Sardegna, Storia e storie di banditesse e fuori- in optimo loco condita, in Spanu, Martyria Sardi- legge tra la fine del Settecento e i primi decenni del niae, pp. 115-140; F. Manconi, Nuove ricerche sul Novecento: mito e realtà dei leggendari protagonisti complesso di San Gavino di Turris Libissonis, in di tanti racconti popolari, Roma 1998. Si vedano Spanu (a cura di), Insulae Christi, pp. 289-314. le pp. 17-47 su Bastiano Tansu il “Muto di Gal- 24 Sulla vita di San Giorgio di Suelli si veda: B. R. lura”; le pp. 48-84 su Giovanni Tolu “il signore Motzo, La vita e l’Ufficio di San Giorgio vescovo delle foreste”; le pp. 132-149 su Paska Devaddis, di Barbagia, in Studi sui Bizantini in Sardegna e “Sa Reina: la banditessa”. sull’agiografia sarda, Cagliari 1987, pp. 129-154; 31 Cfr. G. Deledda, Novelle, vol. 5, a cura di G. Ce- G. Mele, “Ave praesul suellensis”. Note codicolo- rina, Nuoro 1996, pp. 214-217. giche e storiche sull’innografia per San Giorgio di 32 Ibidem, p. 217. Suelli e San Severo di Barcellona, in F. Atzeni-T. 33 G. Deledda, I grandi romanzi. Canne al vento, Cabizzosu (a cura di), Studi in onore di Ottorino Roma 1993, p. 678. Pietro Alberti, Cagliari 1998, pp. 85-113. 25 Cfr. Turtas, Storia della Chiesa, pp. 337-339; Fi- lia, La Sardegna cristiana, 2, pp.214-218.

30 Turismo culturale e religioso in Sardegna Architettura e liturgia Fabio Trudu

Il corso studia il rapporto dell’architet- balbettante se non addirittura si è interrot- tura religiosa con la liturgia, un rapporto to. Nel XX secolo si è compiuto un cammi- nativo dal momento che le chiese sono edi- no per cercare di riprenderlo, per ricucire ficate per la celebrazione del culto cristia- gli strappi, per ritrovare luoghi di incontro no. In quest’ottica particolare una chiesa tra l’espressione artistica e il culto liturgico è studiata non solo da un punto di vista cristiano, cammino che trova nel Concilio storico e artistico, ma anche e soprattutto Vaticano II una pietra miliare. Proprio con secondo una prospettiva liturgica. il Concilio in corso, il 7 maggio 1964 nella Il rapporto tra arte e fede è di fondamen- Cappella Sistina in occasione della “Messa tale importanza nella storia e nella cultura dell’artista” Paolo VI pronuncia un’omelia italiana poiché gran parte dell’espressione giustamente rimasta famosa, nella quale il artistica del nostro paese, e la Sardegna non papa invita il mondo dell’arte a ritrovare fa eccezione, è ispirata dalla fede cristiana. l’alleanza con la Chiesa. Questa ricchezza, universalmente ricono- sciuta e apprezzata, rende il nostro paese 1. Un criterio guida un unicum nel panorama artistico-religio- Il corso “Architettura e liturgia” prende so mondiale. Certo, questo rapporto non è in considerazione gli edifici di culto, chiese e stato sempre pacifico nel corso del tempo, battisteri, per studiarne il “come” e il “per- non sempre le ragioni dell’arte hanno inte- ché”: anzitutto intende studiare “come” so le ragioni della liturgia e viceversa. Ne- sono stati edificati per descriverli nella loro gli ultimi secoli questo dialogo è diventato organizzazione spaziale e negli elementi che li compongono, nelle forme e colloca- zioni che assumono nel corso della storia e secondo i diversi stili artistici; poi intende comprendere “perché” sono stati edificati in quel modo e non in un altro, perché l’al- tare è considerato in ogni epoca il centro della chiesa mentre l’ambone ha assunto diversa importanza secondo i periodi stori- ci, giusto per richiamare un esempio. La chiesa cristiana non è uno spazio neu- tro, nemmeno uno spazio meramente fun- zionale perché la comunità possa riunirsi per svolgere dei riti; è invece uno spazio significativo perché diventa immagine del- le persone che lo abitano. Tutta l’architet- tura assume un valore simbolico per essere segno della presenza di Cristo in mezzo al addossato in due parti alla controfacciata. suo popolo, per essere segno della trascen- Questo ambone è dotato di due leggii, come denza di Dio. L’edificio di culto è quindi era tipico in tutto il medioevo, uno per le modellato su questi valori, così che l’orga- letture non evangeliche e un altro per le let- nizzazione dei suoi spazi esprima che Cri- ture evangeliche. È evidente che quest’ul- sto è il centro della Chiesa, che l’assemblea timo ha maggiore rilievo perché il vangelo radunata è popolo di Dio e corpo di Cristo, annuncia le opere e le parole di Gesù che che lo spazio liturgico è un raccordo tra la costituiscono il culmine della rivelazione terra e il cielo. biblica. Un approccio solo descrittivo, che In questa duplice prospettiva la chiesa si limita al “come”, osserva che il leggio per cristiana è studiata nelle sue forme e strut- le letture evangeliche ha un preciso sogget- ture, cioè nella sua “iconografia”, e nei suoi to iconografico che è l’aquila. Ma un ap- significati simbolici biblico-teologico-litur- proccio iconologico, che cerca il “perché”, gici, cioè nella sua “iconologia”. Per esem- studia il simbolismo che vi è sotteso. Ora, plificare ci riferiamo all’ambone medievale questo simbolismo si trova grazie alla co- della cattedrale di Cagliari (fig.), che all’i- noscenza della Bibbia e della cultura ebrai- nizio del XVII secolo è stato smontato e co-cristiana, della sua teologia e liturgia.

32 Turismo culturale e religioso in Sardegna Perché il leggio per le letture evangeliche e slanciati hanno una precisa iconologia: è sorretto da un’aquila? Come è noto, l’a- sono simbolo del cielo che si rende presen- quila è il simbolo dell’evangelista Giovanni: te sulla terra quando si celebra la liturgia, secondo il racconto del suo stesso vangelo così che entrare in una chiesa è come salire (Gv 20,1-10), egli è il primo degli apostoli a al cielo (fig.). giungere al sepolcro nel giorno della risur- rezione di Gesù e il primo a essersi affaccia- 2. L’architettura per la liturgia nel corso to e ad avere visto la tomba vuota. Poiché dei secoli il cuore del vangelo è l’annuncio di Gesù L’approccio iconografico e iconologico Cristo risorto, ecco che il simbolo del primo guida la lettura dell’edificio di culto cri- testimone, per l’appunto l’aquila simbolo stiano nel corso dei secoli. Dalla liturgia di Giovanni, sta lì a sorreggere il libro dei celebrata nelle case dalle comunità delle vangeli. origini si passa alle domus ecclesiæ, le case Un altro esempio è costituito dalla volta di cristiani benestanti adattate per ospi- o dalla cupola della chiesa. Non di rado la tare le celebrazioni liturgiche, anzitutto il volta è dipinta di azzurro con delle stelle do- Battesimo e l’Eucaristia, e le altre attivi- rate. Questi elementi architettonici elevati tà comunitarie. L’esempio più importante

Fabio Trudu . Architettura e liturgia 33 pervenuto sino a noi è la domus ecclesiæ di Doura Europos, risalente alla prima metà del III secolo. Con il quarto secolo trovia- mo le basiliche, adattamento alle esigenze liturgiche dell’edificio civile romano che porta lo stesso nome, che si affiancano ad altri luoghi di culto quali i battisteri, le ca- tacombe e più in generale i luoghi di sepol- tura dei martiri. Il cammino lungo la storia scorre secon- do i vari stili architettonici e artistici che si avvicendano – paleocristiano, bizantino, romanico, gotico, rinascimentale, barocco, neoclassico, neoromanico e neogotico sino all’architettura del XX secolo – con esem- pi significativi presenti in Sardegna (alcuni esempi: fig.1: S. Maria di Uta per il romani- co; fig.2: Chiostro San Domenico a Cagliari per il gotico aragonese; fig.3: San Michele a Cagliari per il barocco; fig.4: Parrocchiale di Guasila per il neoclassico; fig.5: S. Euse- bio a Cagliari per il XX secolo).

3. Percorsi nello spazio liturgico Nello scorrere dei secoli l’architettura liturgica si è arricchita di una serie di ele- menti artistici e architettonici che hanno Il primo percorso, detto “mistagogico” generato diversi percorsi nell’edificio di (dal significato letterale del termine, cioè culto: il principale è il percorso celebrati- “condurre nel mistero”), considera lo spa- vo-liturgico, ma ve ne sono anche altri lega- zio della chiesa come una guida che intro- ti a elementi narrativi della fede cristiana duce nel mistero che viene celebrato nel- e altri ancora legati a devozioni private di la liturgia. I poli architettonici e artistici singoli o gruppi di fedeli. dell’edificio di culto non sono degli elemen-

34 Turismo culturale e religioso in Sardegna ti semplicemente decorativi, ma sono essi pauperum, la “Bibbia dei poveri”, è come stessi una celebrazione di Dio e della sal- un grande catechismo per la formazione vezza compiuta in Gesù Cristo. del popolo cristiano. Così scriveva Giovanni Nello spazio liturgico vi è anche un per- Damasceno nella prima metà dell’VIII se- corso narrativo e didattico, con tutti quegli colo: «Ciò che è il libro per coloro che cono- elementi che guidano alla conoscenza del- scono la scrittura, questo è l’immagine per la Bibbia, della storia della salvezza, della gli illetterati, e ciò che è la parola per l’udi- vita dei santi, della dottrina e della morale to, questo anche è l’immagine per la vista». cristiana. In tal senso la chiesa è la Biblia

Fabio Trudu . Architettura e liturgia 35 Infine nello spazio liturgico si può ri- tutto si inseriscono nel contesto urbanistico conoscere anche un percorso devozionale, di cui sono parte, diventando un richiamo caratterizzato in modo particolare da im- di Dio e di Gesù Cristo e un segno della pre- magini per la devozione del popolo, per le senza della Chiesa nella città degli uomini. pratiche della pietà popolare, per determi- In secondo luogo questi spazi assolvono nate categorie di fedeli come confraternite, alla funzione di raccordo tra la vita quoti- corporazioni, associazioni o anche famiglie diana e l’esperienza della preghiera che si e singoli fedeli. Soprattutto dalla fine del svolge in chiesa. medioevo si sviluppano queste devozioni, Il sagrato si configura come spazio aper- che portano a riservare spazi specifici nella to che collega l’aula ecclesiale e la città, chiesa come cappelle, altari, nicchie, aven- mentre il campanile rappresenta la proie- do come tema privilegiato i santi e le loro zione e lo slancio verso il cielo a cui richia- gesta prodigiose, in particolare quelli che ma tutti coloro che lo vedono e che sentono vengono invocati come patroni. il suono delle campane. Sono importanti anche la facciata e i percorsi per entrare 4. L’organizzazione degli spazi liturgici nella chiesa vera e propria. In particolare nella chiesa cristiana il portale d’ingresso possiede una forte pre- L’edificio di culto cristiano si articola gnanza simbolica. Il suo simbolismo cristo- in una serie di spazi esterni e interni che logico risale alle parole di Gesù: «Io sono la possono essere considerati liturgici a pieno porta: se uno entra attraverso di me, sarà titolo, in quanto sono spazi essi stessi cele- salvato; entrerà e uscirà e troverà pasco- brativi, come si notava poco sopra a propo- lo» (Gv 10,9). La porta acquista un valore sito della prospettiva mistagogica. La fun- evocativo che supera la mera funzionalità zione simbolica dell’edificio di culto nel suo dell’elemento architettonico, così che var- complesso è chiaramente espressa dal rito care la soglia della chiesa rappresenta il della dedicazione della chiesa : «In quan- passaggio per accedere al Padre attraverso to costruzione visibile, la chiesa-edificio è Cristo. Inoltre le raffigurazioni di santi im- segno della Chiesa pellegrina sulla terra e presse nei portali, per esempio nei bassori- immagine della Chiesa già beata nel cielo». lievi delle strombature delle chiese gotiche, rendono evidente che entrando in chiesa si 4.1. Gli spazi esterni accede nel mistero della Chiesa terrena e ce- Anche gli spazi esterni portano con sé leste, nell’unione con i cristiani che vivono una valenza simbolica importante. Anzi- qui in terra e con i santi dei cielo.

36 Turismo culturale e religioso in Sardegna 4.2. L’aula ecclesiale diviso, l’evento salvifico che si celebra è la La chiesa edificio è costituita come pasqua di morte e risurrezione del Signore. spazio per il popolo di Dio che si raduna Gli antichi scrittori cristiani affermava- per la celebrazione della liturgia. Non è no che «l’altare è Cristo», poiché è lui la quindi una platea per spettatori, ma uno pietra angolare su cui si costruisce la Chiesa spazio per l’assemblea liturgica che è il di pietre vive. Per questo l’altare è il centro popolo sacerdotale. Per questa ragione della chiesa cristiana, deve essere di pietra la navata per i fedeli è importante quan- e fisso, collegamento ideale tra la liturgia to i luoghi che occupano i vari ministri, terrena e la liturgia del cielo. a cominciare dal vescovo o dal presbitero che presiedono. L’organizzazione generale 4.4. L’ambone dell’aula ecclesiale rispecchia l’immagine L’ambone è il luogo della proclamazio- dell’assemblea liturgica, che è una (prin- ne della parola di Dio e, in particolare, cipio dell’unità) e differenziata nei suoi dell’annuncio della risurrezione di Cristo. servizi e ministeri (principio dell’articola- Le letture bibliche che vi sono proclamate zione ministeriale). sono l’annuncio di una parola viva che Dio ancora pronuncia in mezzo al suo popolo. 4.3. L’altare Nella sua struttura formale l’ambone si L’altare cristiano raccoglie la simbolo- configura come un luogo alto, sopraeleva- gia conviviale e sacrificale dell’Eucaristia: to, importante, presenza monumentale che è mensa in quanto vi si compie la cena del annuncia la risurrezione del Signore. L’ap- Signore, rispondendo al suo comando «Fate parato delle immagini conosce un motivo questo in memoria di me»; è ara sacrifica- classico che è il giardino della tomba vuota le in quanto vi si celebra il memoriale del dove Gesù è risorto, oppure le donne che suo sacrificio sulla croce. Secondo il valore portano gli oli al sepolcro per imbalsamare conviviale l’Eucaristia è un reale banchetto il suo corpo, oppure ancora l’angelo che an- dove si mangia il pane e si beve il vino con- nuncia alle donne che egli non si trova più sacrati, sacramento del suo corpo e del suo nel sepolcro. sangue. Secondo il valore sacrificale l’Eu- Nelle chiese sarde sono rari gli amboni caristia, celebrata nei segni del pane e del storici. Il già citato ambone medievale del- vino, è attualizzazione del sacrificio della la cattedrale di Cagliari è privato della sua croce. Il segno rituale è quindi il pasto con- funzione, mentre è ancora in uso quello del- la cattedrale di San Pietro di Sorres, oggi

Fabio Trudu . Architettura e liturgia 37 chiesa dell’omonima abbazia benedettina in cui è situato il fonte battesimale, solita- (fig.). La decadenza rituale della proclama- mente in prossimità dell’ingresso, uno spa- zione della parola di Dio negli ultimi secoli zio ben caratterizzato in senso sia architet- del primo millennio, quando le letture era- tonico che liturgico. no in una lingua non più parlata dal popo- Il simbolismo battesimale è quello lo, comporta anche il disuso dell’ambone dell’acqua, elemento naturale che è simbolo come luogo liturgico e architettonico. di vita e di morte, dell’acqua che rigenera e A proposito dell’ambone è opportuno purifica. Così il battistero si configura come parlare anche del pulpito. Questi due ele- il luogo della rinascita nel segno rituale del menti architettonici sono simili nella strut- bagno battesimale, dove l’uomo rinasce in tura e spesso interscambiati anche termi- Cristo come figlio di Dio. Come Gesù Cristo nologicamente, ma si connotano in modo muore e risorge a vita nuova, così il cristia- decisamente diverso. Il pulpito infatti na- no nel Battesimo muore all’uomo vecchio sce come un nuovo spazio nell’aula liturgi- per risuscitare come uomo nuovo. ca accanto ai già esistenti amboni soprat- tutto a partire dal tardo medioevo per la 4.6. La custodia eucaristica e il tabernacolo predicazione di ordine morale e agiografica Il tabernacolo è il luogo dove si custodi- distaccata dalla proclamazione della parola sce l’Eucaristia, più precisamente il pane di Dio. Oggi i pulpiti storici possono essere consacrato avanzato dalla celebrazione eu- adottati per la proclamazione delle letture caristica che si conserva per la comunione bibliche almeno in celebrazioni solenni. Ma ai malati e ai morenti e per la preghiera più opportuno è dotare di nuovi e adegua- di adorazione. La custodia dell’Eucaristia ti amboni sia le chiese storiche che i nuovi ha conosciuto luoghi molto diversi nel cor- edifici di culto. so della storia: nella sacrestia (proprio per questo chiamata “sacrarium”), con un ta- 4.5. Il battistero bernacolo appeso sopra l’altare, con un ta- In senso proprio il battistero è uno spa- bernacolo a muro in prossimità dell’altare, zio distinto dalla chiesa, un luogo architet- infine nel corpo dello stesso altare edificato tonicamente autonomo edificato a fianco a dossale. La normativa attuale dispone delle cattedrali per la celebrazione del Bat- che il tabernacolo e l’altare nel quale si ce- tesimo. Con il termine “battistero” comu- lebra l’Eucaristia siano due luoghi distinti, nemente si intende anche lo spazio interno dove la prevalenza è attribuita al secondo, della cattedrale o di qualsiasi altra chiesa vero centro della chiesa.

38 Turismo culturale e religioso in Sardegna Fabio Trudu . Architettura e liturgia 39 4.7. La cattedra episcopale La cattedra è un seggio semplice e so- La cattedra episcopale si trova solo nel- lenne al tempo stesso: non è certamente un le chiese cattedrali, che da essa prendono trono, è tuttavia una sede monumentale il nome, ed è il seggio della presidenza li- nel senso dell’importanza più che nelle di- turgica ed ecclesiale che compete al vesco- mensioni, che esprime il valore del ministe- vo diocesano. Questo luogo possiede un im- ro del vescovo nella Chiesa locale. portante valore simbolico perché mostra il compito del vescovo di guidare l’assemblea liturgica e l’intera diocesi in nome di Cristo.

40 Turismo culturale e religioso in Sardegna Francescanesimo in Sardegna: tra storia arte e tradizioni Fabrizio Congiu

I francescani approdarono nel capoluogo è certa grazie ad un documento del 1274 dell’Isola certamente negli anni Venti del fortunatamente copiato da un notaio nel XIII secolo, come risulta da un atto nota- 1625, poiché l’originale pergamenaceo è rile del Comune di Pisa che affidò in como- andato perduto. 50 anni dopo la morte di dato ai frati, presenti in detto luogo già da Francesco, i francescani si spostarono sem- tempo, la chiesa di S. Maria di Portu Grut- pre di più verso le città fino a rimanerne in- tis, e ciò che in essa è contenuto. Questa globati, come nel caso di questo convento. chiesa, di cui oggi non esiste traccia, si tro- Entrando in un esercizio commerciale del vava nei pressi dell’ingresso dell’attuale ci- Corso Vittorio Emanuele, sono ancora visi- mitero di Bonaria, sull’omonimo colle, pro- bili le arcate che componevano gli archi del prio in luogo antistante le grotte. Questa chiostro e alcuni affreschi con delle figure collocazione periferica rispetto alla città di che richiamano la spiritualità francescana. Calari, o Castel di Castro, è una conferma anche dal punto di vista geografico della San Francesco è stata una chiesa di scelta tipicamente francescana del luogo: Cagliari in stile romanico e gotico e fu su un colle, in periferia, non dentro la città, demolita dopo il 1871, anno in cui il ma neanche troppo lontano da essa. campanile fu colpito da un fulmine, e Successivamente fondarono il convento quindi abbandonata fino a quando non si di S. Francesco nel quartiere di Stampa- decise di demolirla. La chiesa aveva pianta ce. La datazione di questo insediamento a croce latina e a una navata con caratteri romanici e gotico-catalani. Al suo interno In seguito alla grande riforma francesca- si trovavano alcune tra le più importanti na del XVI secolo, i cappuccini arrivaro- opere d’arte dell’epoca: retabli dei fratelli no a Cagliari nel 1591 e si insediarono sul Cavaro, la maggior parte dei quali sono ora famoso colle di Buoncammino, di fronte ospitati alla Pinacoteca Nazionale di Ca- all’anfiteatro romano. L’antico convento gliari, quadri, il Pulpito di Carlo V, ora nella si trova sul lato sinistro della facciata del- vicina chiesa di San Michele. Per il france- la chiesa, e corrisponde con la sede Caritas scanesimo in Sardegna è molto importante dell’arcidiocesi di Cagliari. Questa chiesa anche l’antica chiesa di S. Rosalia che del XVII secolo rappresenta uno dei poli risale al XV secolo poiché i frati andarono più importanti della spiritualità del capo- ad abitarci nel XVIII secolo. luogo e dell’Isola. Ospita infatti le spoglie Oggi questa chiesa ospita al suo interno mortali dei cappuccini Sant’Ignazio da La- le spoglie mortali del frate santo Salvatore coni e Beato Nicola da Gesturi (fig. cfr. F. da Horta di cui si è celebrato il 450° an- Congiu, Beato Nicola da Gesturi: i consigli niversario nel 2017. La parte più rilevante evangelici, 37). Il convento e la chiesa sono del tempio, dal punto di vista artistico, è dedicati a S. Antonio di Padova. L’appel- la facciata, in stile barocco piemontese. La lativo odierno di “Chiesa di S. Ignazio” facciata è divisa in tre livelli tramite corni- è abbastanza recente, per la permanenza cioni. I primi due livelli sono tripartiti in e la morte di fra’ Ignazio (1701 - 1781) in specchi da lesene; in basso si apre il porta- questo convento; ma è soprattutto in se- le, sormontato da un timpano, mentre nel guito alla Beatificazione (1940) e la Cano- livello superiore si apre un finestrone con nizzazione (1951) di Ignazio da Laconi che ai lati due nicchie. Conclude il prospetto il convento viene familiarmente così chia- un fastigio curvilineo a doppia inflessione. mato dal popolo. L’interno è a una navata, con volta a botte Alle origini, il convento constava di un impostata su una cornice retta da paraste. modesto edificio per i frati e di una piccola Su ciascun lato si aprono quattro cappelle. chiesa con la navata centrale e tre cappel- Sopra il presbiterio si innalza una cupola le laterali a destra, essendo il convento co- ottagonale. Sotto la mensa è ospitata l’ur- struito alla sinistra della chiesa, con l’altare na, contenente il corpo di san Salvatore da maggiore e il coro, per la recita dell’Ufficio Horta. divino. La facciata era molto semplice: una struttura quadrata che terminava con mer- li alla foggia delle costruzioni arabe, simile

42 Turismo culturale e religioso in Sardegna a quelle del convento di S. Benedetto, che si può ammirare ancor oggi nell’omoni- mo quartiere. A partire dal 1904 iniziò la costruzione del nuovo convento, nel lato opposto al vecchio: rapidamente viene ri- strutturata anche la chiesa e, nel giro di un anno, essa è consacrata dall’arcivescovo di Cagliari, mons. Balestra. Il convento venne ampliato a più riprese, con la costruzione degli altri locali e del Se- minario Serafico, ed anche la chiesa subì di- verse trasformazioni, nel corso della prima metà del ‘900. Nel 1949 iniziarono i lavori del Santuario del beato Fra Ignazio, per ac- cogliere le reliquie del suo corpo. Nel 1952 si sostituì l’intero pavimento della chiesa in pianelle con quello attuale in marmo e una zoccolatura sempre in marmo attorno a tutta la chiesa; nel 1962 la facciata della chiesa venne restaurata e nel 1966 assunse la configurazione attuale, completamente rifatta in pietra calcarea delle cave di Se- gariu, con i tre rosoni in mosaico del prof. Gatto. Negli anni settanta, in seguito alla riforma liturgica postconciliare, venne tra- sformato l’altare maggiore. Un documento notarile rogato nel 1252 convento di Oristano. Uno di questi frati, informa della presenza dei frati minori in Pietro, viene sempre nominato con l’ap- Oristano già da qualche anno. In questo pellativo di custode, il che significa che nel atto, Gottifredo, figlio di Pietro d’Arborea, 1252 la Sardegna era una custodia france- lasciò in eredità i beni a sua figlia Berlin- scana, e ciò comportava una formazione di ghesca. Tra i testimoni vi furono anche almeno tre conventi, e cioè Cagliari, Sassari due frati minori provenienti appunto dal e Oristano, se si considera quello di Monte

Fabrizio Congiu . Francescanesimo in Sardegna 43 Rasu forse ancora come appartenente alla 1300. Lo stile della chiesa richiama il goti- custodia di Corsica. co. L’intervento di restauro, compiuto nel secolo scorso, sostituì completamente la Tra i primi seguaci di Francesco d’Assisi copertura e creò piccole cappelle laterali. vi fu anche Chiara d’Assisi, una giovanissi- L’interno, in origine ad unica navata, aveva ma assisana che per poter vivere la regola una copertura lignea a capriate e l’abside francescana dovette intraprendere la via quadrangolare con volta a crociera e capi- monastica, “unica” possibilità per le re- telli con l’insegna giudicale arborense. Tra ligiose donne a quei tempi. Ecco perché, i preziosi frammenti di affreschi trecente- nella storia francescana, fin da subito le schi conservati all’interno dell’edificio, ve fondazioni di monasteri femminili seguiro- n’è uno che sembra riprodurre il giudice no quelle maschili. E il monastero delle cla- Mariano IV che pone il primogenito, futu- risse di Oristano è uno dei primi fondati in ro giudice Ugone III, sotto la protezione di Sardegna e nella loro chiesa (poiché il mo- Santa Chiara. nastero non si può visitare essendo ancora abitato dalle clarisse) è possibile ritrovare Di fronte al convento di san Francesco tanti segni di questo passaggio. Situato in si trova la cattedrale di Oristano dedicata pieno centro nella città di Oristano il mo- a Santa Maria Assunta. Essendo anche il nastero, secondo alcuni storici, è il più anti- duomo di Oristano, consiste nel pieno cen- co monastero di Clarisse sorto in Sardegna tro della città, luogo di un insediamento di e risalirebbe a circa dieci anni dopo la mor- epoca bizantina. L’esistenza della cattedra- te di santa Chiara. Certa è invece la data le è documentata dal 1131. Alcuni restauri di “rifondazione”: 22 settembre 1343, come effettuati nel 1228, prima del 1348 venne si rileva dalla lettera apostolica inviata dal edificato il transetto con le quattro cappel- papa Clemente VI al giudice Pietro III. La le in stile gotico italiano. Il tempio dopo ul- lettera precisava che il monastero include- teriori lavori di restauro venne consacrato va la preesistente chiesa di San Vincenzo nel 1745. Il duomo si affaccia sull’ampio martire. piazzale con il prospetto principale, incom- pleto, in cantoni di trachite a vista, e con Nel 1345 era abitato da 13 suore pisane. il lato nord, movimentato dall’abside semi- L’annessa chiesa di Santa Chiara venne circolare del braccio del transetto e affian- edificata (su una preesistente chiesa forse cato dalla bella torre campanaria a canna dedicata a San Vincenzo) nella metà del ottagonale, di origini medievali e comple-

44 Turismo culturale e religioso in Sardegna tata nel Settecento dal cupolino a cipolla diventata parrocchia. Fondatore della chie- rivestito in maiolica. L’interno, in pianta sa fu il nobile Domenico Paderi. Gli immo- a croce latina, è costituito dall’unica, am- bili nel 1866 furono incamerati dal governo pia navata, con tre cappelle su ciascun lato, a seguito delle leggi di soppressione degli transetto e abside quadrangolare. ordini religiosi, e successivamente riscattati Anche in questa città i cappuccini non all’asta (1874) dal cappuccino Luigi Maria tardarono ad arrivare e così agli inizi del da Ghilarza. La chiesa conserva un calice XVII secolo poterono costruire uno dei più d’argento del 1609 e la riproduzione di un antichi esempi di architettura cappuccina, dipinto eseguito nel 1626 dal laico cappuc- caratterizzata dalla povertà e dalla mino- cino fra’ Vitale da Algesiras (Spagna). La rità. Il Beato Nicola da Gesturi stette per chiesa esternamente presenta semplicità di qualche tempo anche in questo convento. forme, con la facciata che culmina con un La Chiesa dei cappuccini (fig.). intitolata terminale a doppio spiovente con un unico alla B.V. Maria, e l’adiacente convento fu- elemento decorativo, un oculo di forma ot- rono eretti nel 1608, la chiesa solo nel 1972 è tagonale sopra il portale d’accesso.

Fabrizio Congiu . Francescanesimo in Sardegna 45 Internamente l’edificio mostra un im- la custodia della chiesa di N. S. di Valver- pianto a navata unica, con volta a botte de e successivamente anche il santuario di completamente decorata e sul lato destro N. S. delle Grazie. I frati minori hanno la- dell’aula le tre cappelle, nell’ultima delle sciato la città solo qualche anno fa mentre quali è possibile ammirare un prestigioso i cappuccini sono ancora presenti in tutt’e altare ligneo. Il chiostro del convento, luo- due le loro sedi iniziali. go di meditazione e di preghiera, ha una forma quadrangolare e negli anni è sta- I frati stettero poco tempo in questa lo- to ripetutamente ristrutturato. Al centro calità. Costruirono però un convento affian- esiste ancora la cisterna che anticamente co all’antica chiesa di S. Maria Maddalena raccoglieva le acque piovane utilizzate per (fig.). La povertà della struttura e la sua l’irrigazione dell’ampio orto. Interessante e locazione alla periferia della città riman- dotata di antichi e rari libri la biblioteca del dano certamente al primitivo carisma della convento. regola di San Francesco. A est della città di Oristano per la via che porta a Simaxis, si I frati minori si insediarono anche nel- imbocca la strada statale n° 388, circa 2,5 la città di Iglesias a partire dal 1324. Per km dopo si arriva alla frazione “La Mad- iniziativa dei reali aragonesi viene fatta dalena” dove sorge l’omonima chiesa. La richiesta al ministro provinciale dei frati chiesa è aperta al culto per le suore appar- minori di inviare a Villa di Chiesa i fran- tenenti al vicino collegio, ma anche a tutti i cescani, almeno tre di cui uno confesso- fedeli e turisti che ne fanno richiesta. L’edi- re appunto della casa reale. Poco prima ficio è un opera di transizione dal romanico dell’arrivo dei religiosi ispirati dalla regola al gotico, costruita tra il 1325 e 1350. La di s. Francesco, viene emanata dal sommo chiesa della Maddalena, menzionata per la pontefice Giovanni XXII una bolla con prima volta nel 1336, è ascrivibile alla metà la quale si concede facoltà al ministro ge- del XIV secolo e per via delle sue forme go- nerale di poter inviare i frati in tale sede e tico-italiane ancora molto vicine a quelle ivi fondare una casa religiosa. Nel giro di della tradizione romanica risulta architet- pochissimi anni i frati minori ricevettero tonicamente rilevante. in dono convento e chiesa di s. Francesco, Pianta ad unica navata e copertura costruita in stile gotico-catalano. Sul finire dell’aula in legno, sussiste anche un abside del XVI secolo approdarono in città anche a pianta quadrata, voltata a crociera costo- i frati minori cappuccini ai quali fu affidata lonata. Alla chiesa è annesso un convento.

46 Turismo culturale e religioso in Sardegna Alla facciata si addossano due robuste pa- to tra le rocce qualche chilometro sopra il raste angolari, che con le due lesene la tri- paese. Esso si affaccia su una splendida val- partiscono. Le lesene si innalzano fino agli lata, e la tradizione vuole che alcuni rude- archetti pensili. Il frontone è segnato da ri dietro la cappella siano i resti delle celle una cornice marcapiano e negli spioventi si conventuali. Il luogo richiama certamente dispongono archetti ogivali trilobati. la meditazione e forse si può azzardare un accostamento con gli scenari de La Verna, Purtroppo non esiste ancora una docu- la montagna dove san Francesco ricevette mentazione certa sulla datazione esatta, le stimmate, dopo avervi soggiornato per ma è certo che i frati minori usufruirono quasi un anno. Certamente questa citta- dell’eremo di Luogosanto almeno come dina merita una menzione a parte per es- passaggio. L’eremo intitolato ai santi Nico- sere uno dei rari luoghi nei quali la chiesa la e Trano, a loro volta eremiti, è incastona- parrocchiale, edificata dai francescani (e

Fabrizio Congiu . Francescanesimo in Sardegna 47 interamente ricostruita nel XVIII secolo), lunghi anni di vita serena e fervente lavoro è stata elevata alla dignità di basilica nel apostolico, i Cappuccini dovettero abban- 1227, e detiene una porta santa (oggi scul- donare anche il loro convento di Mores, col- tura bronzea) che viene aperta ogni anno pito dalle leggi di soppressione. Il convento l’8 settembre. Questa basilica, intitolata a fu adibito a Caserma dei carabinieri. Nel Maria Bambina, è meta continua di pelle- convento, tuttavia, fu riservato un piccolo grinaggio. locale per Padre Felice da Ploaghe, che vi La nascita del centro risale al medioe- dimorò come cappellano fino alla sua mor- vo, ricostruito, come sostengono alcuni dai te, che avvenne nel 1904. Nel 1938, dopo Francescani nel XIII secolo e a questo si aver provveduto ad una caserma per Cara- dovrebbe il nome. A Luogosanto si conta- binieri, il popolo, con apposito comitato, no ben ventidue chiese. Nell’eremo di San chiese ed ottenne il ritorno dei frati. Nel Trano furono rinvenute le reliquie dei san- 1959, il Definitorio provinciale fece restau- ti anacoreti Nicola e Trano, che sarebbero rare tutto il convento e vi trasferì da San- vissuti nei pressi della chiesa. Va citato il luri la sede di Noviziato. A questo restauro castello di Balaiana, seppur gravemente ne seguirono altri, con ampliamenti e la co- danneggiato che conserva intatti diver- struzione di un’ampia biblioteca.Dal 1999, si ambienti. Nelle immediate vicinanze è è sede del Postulandato della provincia, per presente la chiesetta di San Leonardo che i giovani desiderosi di intraprendere la vita svolgeva la funzione di cappella. Altro mo- religiosa cappuccina. numento è il palazzo di Baldu, più vero- La chiesa di S. Antonio presenta, da qual- similmente abitazione di un governatore che anno, una nuova facciata e nell’interno in quanto sprovvisto di fortificazioni, e la si possono ammirare l’artistico Tabernaco- chiesa di Santo Stefano. lo e tutto il rivestimento in legno pregiato, scolpito a mano, opera del P. Paolo Bertelli A Mores i Cappuccini edificarono un con- da Iglesias, valente ebanista, che ha retto vento presso la piccola chiesa, dedicata a S. il convento per molti anni e al quale va il Pietro Apostolo, la ristrutturarono secon- grande merito del decoro di questo luogo, do il loro stile e la dedicarono a S. Antonio ove morì nel 2006. Di antico si può ammi- di Padova (fig.). Ivi, i frati si distinsero per rare ancora la bellissima pala dell’altare l’austerità della vita e per la laboriosità, per maggiore, raffigurante la Vergine Maria cui, nel passato, il convento fu tra i più im- circondata dai Santi Pietro Ap., Francesco portanti della Provincia Turritana. Dopo e Antonio; in basso, ad un lato, lo stemma

48 Turismo culturale e religioso in Sardegna della nobile famiglia Manca. Degni di nota che tre frati minori, tra i quali un certo anche le grandi tele delle tre cappelle: l’Im- Giovanni. La vicinanza tra Ardara e Monte macolata, S. Felice e S. Francesco. Rasu porta gli storici a ritenere quindi vali- do ciò che il Mattei affermò nel 1758, e cioè Anche se non fa parte del territorio co- che i frati avessero fondato un convento su munale di Mores, un luogo importante nel- quel monte prima del 1237. Grazie a que- la storia del francescanesimo in Sardegna sto documento si può anche evincere che il è il Convento di Monte Rasu, in agro di convento di Monte Rasu faceva parte del- Bottidda a circa 43 Km da Mores. Due atti la Provincia dei frati minori della Corsica. notarili svelano la presenza dei frati mino- Il Convento, realizzato nel 1236 circa, e la ri in questa località. Con questi atti rogati Chiesa sono di proprietà privata. La chiesa ad Ardara, nel palazzo giudicale di Torres, viene aperta alla comunità il 2 agosto in oc- il legato pontificio Alessandro concede ad casione della “festa del perdono di Assisi” Adelasia proprio il giudicato di Torres, e e il 4 ottobre si svolge la festa in onore del tra le persone nominati in essi vi sono an- Santo.

Fabrizio Congiu . Francescanesimo in Sardegna 49 Per ora soltanto delle leggende attestano trovare rappresentati la stimmatizzazio- la presenza dei francescani ad Alghero già ne di san Francesco, sant’Antonio, santa nei primi decenni del XIII secolo. Mentre Chiara e san Ludovico di Tolosa. i documenti dell’Ordine mostrano con cer- Negli anni Ottanta del XX secolo, un tezza una fondazione conventuale nei primi frate cappuccino chiese al suo superiore di decenni del secolo successivo. L’intenzione potersi ritirare in un eremo per potersi de- originaria dei primi frati di collocarsi so- dicare maggiormente alla preghiera. Gra- prattutto nei luoghi isolati, come ad esem- zie ad una donazione familiare egli poté pio nei boschi e sulle montagne, col passare rifugiarsi in un terreno di campagna non degli anni muta in favore di un avvicina- molto distante dalla cittadina di Pula, in mento progressivo verso le città più impor- località denominata Is Molas. Ben presto tanti dove non erano ancora presenti altri fra Nazareno, cominciò a mostrare segni di religiosi mendicanti. Inoltre l’attività dei straordinarie doti divine, per cui la gente francescani in questo luogo si mostrò come accorreva per chiedere delle preghiere e per un’importante opera di mediazione tra i accompagnare soprattutto i malati. Fra Doria e gli Aragonesi, poiché stimati da en- Nazareno morì nel 1992, ai funerali parte- trambi. La cittadina di Alghero è sempre cipò una folla immensa e la sua salma fu stata considerata una fondamentale via di sepolta nella chiesa di Is Molas, da lui fatta comunicazione tra l’Isola e la Spagna. I fra- costruire con le offerte della gente, e dedi- ti che ancora abitano la chiesa e il convento cata a Nostra Signora della Consolazione. intitolati a san Francesco rendono ancora In seguito i frati costruirono anche il con- presente in quel territorio un’importante vento e un complesso spirituale per poter messaggio spirituale. accogliere le migliaia di pellegrini che vi si Un luogo francescano certamente non recano nell’arco di tutto l’anno, soprattut- lontano da Alghero, è rappresentato dalla to a partire dal 2010, cioè da quando i frati splendida cittadina di Bosa, dove è situa- hanno iniziato ad abitarvi stabilmente. ta una chiesa dedicata a Nostra Signora de Sos Regnos Altos, e dove non è data con certezza documentale la presenza dei fran- cescani, ma sono presenti degli antichissimi e meravigliosi affreschi di chiara matrice francescana. In questi affreschi, oltre varie scene bibliche ed agiografiche, si possono

50 Turismo culturale e religioso in Sardegna Agiografia e francescanesimo Mauro Badas

L’agiografia: caratteristiche di un genere Durante questo percorso cercheremo di interrogarci sul modo in cui le vite dei san- ti possano diventare fonte importante per comprendere non solo la storia di un culto ma la società stessa del tempo storico in cui le storie e i relativi culti si sono diffusi. Ten- teremo inoltre di mostrare come tali narra- zioni siano capaci, nelle loro trasformazioni lungo il tempo, di rendersi sempre attuali e offrire dunque importante spunti di rifles- sione per comprendere la contemporaneità (fig. “Allegoria della Fede Sarda”, Filippo Figari, Volta della Cattedrale di Cagliari). Credo sia utile partire dalla definizione del termine “agiografia”: il termine de- riva dal greco agio ‘santo’ e da grafein ‘scrivere’. Come bene ha evidenziato di recente Antonio Piras nel termine greco agio emerge l’idea fondamentale della separazione, rispetto all’ordinarietà della tipologie agiologiche, adeguate ai vari con- vita degli uomini e delle cose, e quindi un testi e alle varie categorie di “fruizione” carattere di eccezionalità1. Eppure «l’origi- del santo e documentate nella letteratura nario concetto di santità non ha nulla a che agiografica»4. Il primo modello a imporsi, vedere col possesso personale di particolari sia in Oriente che in Occidente, è quello virtù morali o addirittura taumaturgiche, del martire (da martyr ‘testimone’): il pun- ma è ancora una volta di natura comunita- to di forza di questo modello è l’immedia- ria: i cristiani sono santi in quanto parte di ta comparazione con Cristo (il santo dà la una ekklhsia che è accomunata dalla fede vita per amore di Cristo come Cristo dà la in Gesù Cristo e in cui il merito o le virtù vita per amore dell’uomo); nella storia del personali sono sostanzialmente irrilevan- martire vi è sempre lo scontro contro il po- ti»2. A ben guardare, osserva Piras, non si tere politico romano o le divinità pagane; perde comunque quell’accezione di separa- la trasformazione dell’uomo in Dio avviene zione connessa all’etimologia del termine, attraverso il dolore, la tortura e la morte. È una separazione tra individui superiori e la morte a generare la vita. inferiori o ordinari, tra civitas Dei e civi- Occidente e Oriente si dividono poco per tas terrena, secondo l’immagine coniata da volta sia storicamente sia religiosamente: sant’Agostino. È con il passare del tempo questa diversa teologia comporta una di- che il concetto di santità assume tratti versa consapevolezza e dunque determina sempre più individualistici. diversi tipi di santità e anche diversi modi Claudio Leonardi definisce il santo come di realizzare concretamente la vita storica colui «che riesce a raggiungere la pienez- cristiana5. Per l’Oriente, secondo l’impo- za della sua personalità, una volta detto stazione di pensiero di Origene e dei Cap- che il suo modello è Gesù Cristo. […] Non padoci, il centro di attenzione e di costru- importa che nel santo rimangano limiti di zione teologica è il momento che in Cristo si carattere, dolori fisici ed angosce psicologi- realizza con la sua resurrezione dei morti. che, debolezze e cattiverie: la santità non Per questo l’Oriente avverte più fortemen- è una condizione statica od immobile da te quella dimensione del cristiano che si ipotetico superuomo preventivamente con- sente liberato in Cristo da ogni male, e in fezionato; è piuttosto la condizione di ogni ogni caso è preso da un desiderio di unità uomo portata […] alla sua pienezza»3. con Dio, da una possibilità della propria Con il tempo si assiste alla tipologizza- divinizzazione come possibile e reale. Ti- zione della santità: nascono cioè «diverse pica tipologia orientale di santità è allora

52 Turismo culturale e religioso in Sardegna Da qui le tipologie di santità più diffuse in Occidente, come quello di profeta, di peni- tente e di predicatore. Tutto questo lungo e complesso processo evolutivo è stato documentato e accompa- gnato da una ricca e varia letteratura che con un termine generale viene denominata appunto “agiografia”. In realtà nella lette- ratura agiografica rientrano diversi generi che presentano caratteristiche e finalità as- sai eterogenee: Acta martyrum, Passiones, Vitae sanctorum, Translactiones, Libri mi- raculorum e la stessa innografia6. Questo materiale testuale venne indivi- duato come particolarmente importante per la trasmissione della fede, specie nel momento in cui il latino classico cominciò a risultare sempre più incomprensibile al popolo. Dopo il concilio di Tours dell’813 all’agiografia, intesa in senso largo come letteratura edificante, venne assegnato dai vertici della Chiesa e dello stato carolingio quella del monaco: una condizione di perfe- il compito di rafforzare, insieme all’attività zione che assolutizza un aspetto della vita predicatoria, la coscienza religiosa popola- di Cristo, quello per cui egli dialoga con il re, in un linguaggio a tutti comprensibile. Padre, si isola in preghiera e manifesta col La doppia natura dei testi edificanti, che suo stesso vivere la divinità che lo pervade. mentre vogliono insegnare sono capaci an- L’Occidente, in linea con la teologia agosti- che di intrattenere piacevolmente il pubbli- niana, pone invece il suo centro d’attenzio- co, si può documentare attraverso l’anali- ne nella morte in Croce. Per questo avverte si di alcune opere agiografiche in volgare, più fortemente la dimensione che nel cri- in cui il carattere dei protagonisti appare stiano significa il peccato, e la liberazione, meno monolitico rispetto al passato e più salvezza e redenzione che costituisce Cristo.

Mauro Badas . Agiografia e francescanesimo 53 vicino alla mentalità del tempo di stesura cui il clericus medievale utilizza le due com- dei testi. ponenti culturali ‘forti’ che costituiscono il Questa novità tuttavia non si traduce in suo universo di riferimento: la scrittura bi- inedite strutture narrative; le modalità di blica e gli auctores pagani. L’abilità dell’a- costruzione dei testi biografici e agiografici giografo sta nel saper dare spazio alla mol- non subiscono cioè un radicale capovolgi- teplicità di queste istanze culturali presenti mento. Del resto le esperienze precedenti nel suo pubblico, salvaguardando la perso- delle vite scritte in latino offrono genero- nalità del santo e il messaggio originale di samente in eredità secoli di motivazioni salvezza che la testimonianza cristiana del- ideali e una grande varietà di spunti nar- la sua vita porta con sé. L’uso del volgare rativi e temi letterari. Le finalità dei testi innesta poi nella narrazione un’altra serie rimangono le stesse rintracciabili anche di possibilità. La funzione logica è spesso nella tradizione latina, ben declinate da affidata alle maniere dell’enunciazione, ai padre Réginald Grégoire: intensificare il gesti che accompagnano la parola, al corpo senso religioso, spingere all’imitazione del che la pronuncia. santo e provocare il suo culto7. Lo stesso La molteplicità delle fonti, l’utilizzo del studioso parla dell’agiografia come di una volgare, con l’attivazione di forme metri- «letteratura sconcertante e paradossale», che inedite, la mediazione giullaresca, il evidenziandone l’originalità come incontro cambiamento delle modalità di trasmissio- di un nucleo storico primitivo con l’elemen- ne e del tipo di pubblico di tali opere co- to fantastico e favoloso della rappresenta- stituiscono i motivi del carattere complesso zione popolare8. L’agiografo trasforma e che le vite di santi mostrano nell’ultima reimpianta i modelli precedenti, riadattan- parte del medioevo, con un accento sem- doli profondamente all’originalità del fatto pre crescente per il gusto della narrazione e cristiano nella percezione a lui contempo- per il godimento artistico, accanto a prete- ranea. L’autore si trova cioè a rispondere a se didattiche mai obliterate, e anzi sempre una serie di sollecitazioni provenienti dalla più presenti. Ciò rende lo studio del genere tradizione e dalla mentalità del tempo, e particolarmente stimolante. Ci troviamo sulla base di ciò modula la vita del santo, davvero dinanzi a un «variegato mosaico di non stravolgendola, ma trasgredendo al- devozione, visionarietà, gusto dell’intreccio cune norme precedentemente fissate, che e dell’avventura, interessi di parte, eroismo diventano perciò limiti da oltrepassare. Si religioso e mondano»9, nel quale risulta in- può rintracciare quanto detto nel modo in teressante individuare le varie componen-

54 Turismo culturale e religioso in Sardegna ti, con la consapevolezza che queste non si e nella continua riscrittura delle vite dei potranno mai recuperare nella loro purezza santi di mostrare le esigenze della società asettica, perché già in origine profonda- in cui gli stessi testi sono nati e verso cui mente mescolate ad altre esperienze cultu- sono principalmente diretti. Nella costante rali più o meno distanti10. mediazione tra esigenze di tipo didattico e capacità di intrattenimento espressa attra- L’agiografia come specchio della società: verso il fascino della narrazione, la figura l’esempio delle vite di San Francesco del santo viene costantemente attualizza- È ormai fatto acquisito che la letteratu- ta e resa viva per l’immaginario religioso ra agiografica si ponga nel variegato pano- dei destinatari12. Per questo non stupisce rama romanzo del basso Medioevo come l’attualità, ininterrottamente verificabile un osservatorio privilegiato non soltanto lungo i secoli, di una figura come quella per comprendere le dinamiche religiose, ma di Francesco d’Assisi, tenuta viva anche anche per avere un disegno preciso della so- dalla continua rimodulazione del racconto cietà e della cultura del tempo. della sua vicenda terrena. Si tratta di un Specie a partire dal XII secolo e in gene- percorso lungo ottocento anni, scandito da rale con l’avvento degli idiomi romanzi, le un insieme di testi che Claudio Leonardi vite dei santi non risultano essere soltanto ha definito «un’agiografia stupenda, senza il resoconto di un’esistenza esemplare de- precedenti e senza confronti»13. stinato magari alla cerchia ristretta di un È noto come la prima fase della storia monastero per la meditazione dei monaci, dell’agiografia francescana sia stata se- ma vanno a disegnare quella che Andrè gnata dalla decisione da parte dei vertici Vauchez chiama religion civique11: si tratta francescani riuniti a Parigi nel 1266, pochi di quel fenomeno per cui i laici esprimono decenni dopo la morte del santo fondato- per la prima volta nella società medievale re, di autorizzare la circolazione di una sola con forza i valori della vita religiosa appro- biografia di san Francesco, quella scritta priandosene in prima persona e utilizzando pochi anni prima dal generale dell’Ordine proprio tale istanza per autodefinirsi come Bonaventura da Bagnoregio (1263), ordi- gruppo ben preciso all’interno della comu- nando nel contempo la distruzione di tutte nità, in maniera non più subalterna rispet- le altre. to ai chierici. Alla linea voluta dalla dirigenza dell’Or- Il genere agiografico si rivela dunque par- dine si contrappose quella dei “frati Spiri- ticolarmente capace nelle sue formulazioni tuali” che predicavano un ritorno alle origi-

Mauro Badas . Agiografia e francescanesimo 55 ni del francescanesimo, basato sulla povertà rintracciabili come fonte diretta dei versi radicale, e che condannavano l’inserimento danteschi sono proprio quelli della Legenda dell’Ordine nelle università e nella società maior. Tuttavia la consueta straordinaria in genere. Tale disposizione non fu però in capacità inventiva dell’Alighieri si confer- grado di bloccare del tutto la circolazione ma anche in questo ritratto che risulta as- di altri testi come le due biografie di Tom- solutamente originale e di grande fascino maso da Celano, la Compilatio Assisiensis ancora oggi. Grande parte della grandezza e i più tardi Speculum perfectionis e Actus della figura del santo dipinta dalla Com- beati Francisci et sociorum eius14. media è data dalla profonda consonanza Agli stessi anni risale anche il mirabi- della visione religiosa del poeta fiorentino le ritratto di Francesco d’Assisi offerto da e quella del poverello d’Assisi. Il France- Dante Alighieri nell’undicesimo canto del sco di Dante si pone dunque come la prima Paradiso. Com’è noto, l’invenzione dante- vera riscrittura agiografica in volgare del- sca muove dal contrasto esistente tra l’ordi- la sua figura, attualizzata e fatta propria ne domenicano e quello francescano, che il dal poeta fiorentino senza però stravolgere poeta fiorentino risolve mettendo in bocca i suoi tratti, proprio per la profonda cor- l’elogio di Francesco al grande santo dome- rispondenza tra la concezione della Chiesa nicano Tommaso d’Aquino, prima che la secondo Dante e la scelta radicale per la figura di san Domenico venga esaltata nel povertà del santo d’Assisi, evidentemente canto successivo dalle parole del santo mi- identificativa di se stesso e dell’Ordine da norita Bonaventura. Una soluzione di que- lui fondato. sto tipo fa presagire una scelta di campo da Se Dante Alighieri può essere considera- parte di Dante che, riconoscendo a Bona- to il precursore dell’agiografia francescana ventura un posto di tale importanza all’in- in volgare, sarà il grande successo dei tre- terno dell’Ordine, in qualche modo si schie- centeschi Fioretti di San Francesco a fissare ra a favore della linea da lui rappresentata in qualche modo per diversi secoli la visione nel contrasto tra le due anime dei frati mi- del santo d’Assisi: si tratta, secondo Ales- nori, di cui non vengono taciuti i discutibili sandro Barbero dell’opera «che più di tutte estremismi. Bonaventura rappresenterebbe avrebbe contribuito a fissare nell’immagi- dunque il compromesso, colui che avrebbe nario collettivo degli italiani il Francesco saputo salvaguardare il messaggio del fon- voluto dai biografi ufficiali, il santo umi- datore, offrendo di lui un ritratto veritiero. le, paziente e sereno, imperturbabile nella Non a caso la maggior parte dei riferimenti sua perfetta letizia perché conscio di essere

56 Turismo culturale e religioso in Sardegna no essere i già citati Actus beati Francisci et sociorum eius, esercitò nei secoli successivi. Alcuni componimenti dedicati al santo da parte di poeti come Torquato Tasso o Gian Battista Marino, o l’ulteriore trasforma- zione che si registra nella visione del santo in epoca fascista testimoniano ancora una volta la straordinaria capacità della figura di Francesco d’Assisi di rendersi attuale per le società di ogni secolo lungo la storia16. I valori della spiritualità francescana sono sempre gli stessi ma vengono riproposti in maniera nuova o con una diversa accentua- zione al fine di fare breccia nel cuore dei fedeli, andando incontro alla loro cultura, o influenzando la loro mentalità a seconda delle emergenze storiche del periodo o delle esigenze del potere di turno: nella stesura e nella diffusione dei testi agiografici sempre si tiene conto di un progetto, che può essere “quasi un altro Cristo”, ma al tempo stes- di tipo didattico o spirituale, ma che a vol- so impegnato a far espandere nel mondo te rivela maggiormente il suo legame alla l’ordine minorita, di cui una visione profe- contingenza del presente con legami di na- tica gli ha rivelato la futura grandezza»15. tura sociale, politica e perfino di propagan- Secondo molti studiosi, si arriverebbe nel da (fig. riproduzione del Manoscritto della testo a stravolgere alcune caratteristiche Legenda maior di Bonaventura da Bagno- della personalità del santo, addolcite in di- regio, Galleria dell’Accademia di Firenze, rezione di una gentilezza e una benignità particolare). fin troppo esagerate nella loro persistente sottolineatura. Alcuni esempi di testi agiografici sardi: i Quanto è certo è l’innegabile influenza ‘gosos’ e il francescanesimo che l’opera di questo anonimo volgarizza- All’interno della testualità agiografica e tore toscano, la cui fonte principale risulta- devozionale della Sardegna emerge, come

Mauro Badas . Agiografia e francescanesimo 57 fenomeno tra i più caratteristici, la presen- zejel arabo-andaluso, la dansa provenzale, za di canti religiosi, composti in lode della la canciòn medieval spagnola, il più tardo Vergine, di Cristo, dei santi o in occasione villancico, sempre in Spagna, e la ballata di altri avvenimenti o necessità, noti con il italiana)17. I gosos sono attestati nelle tre nome di gosos (secondo la variante dialet- lingue maggiormente diffuse in Sardegna tale della parte centro-settentrionale dell’i- in questi secoli, ovvero il sardo, il catalano sola, proveniente dal castigliano gozos), o e il castigliano. goccius (denominazione prevalente nelle Si registra un interesse crescente della zone meridionali, la cui etimologia è da comunità scientifica su tale materiale, in ricondurre al catalano goigs); entrambe le quanto capace di offrire importanti e signi- forme derivano a loro volta dal latino gau- ficativi dati riguardo alla storia della reli- dium. Si tratta di componimenti in versi di giosità del popolo sardo e alle dinamiche natura paraliturgica, per lo più anonimi e culturali e sociali connesse con la produzio- di datazione incerta, destinati ancora oggi ne ed esecuzione di questi testi. alla recita cantata in occasione delle festi- I francescani utilizzarono presto questo vità religiose. Ci troviamo di fronte a un tipo di componimenti, impiantando su tali fenomeno variegato e stratificato lungo i schemi metrici anche le narrazioni riguar- secoli, con un materiale testuale ricchissi- danti i santi del proprio Ordine, e inseren- mo e frastagliato e difficilmente ordinabile do in esse le tematiche ormai tradizionali e catalogabile in modo definitivo. della spiritualità francescana. Si veda ad La maggior parte dei componimenti esempio il posto centrale che il mistero adotta l’ottonario come metro-base e ha della Trinità occupa all’interno dell’ordine lo schema della sesta torrada, ovvero una serafico18; si parla in questo senso di cristo- strofa introduttiva, denominata pesada, in centrismo trinitario: con Cristo e attraver- genere di quattro versi, un variabile nume- so Cristo Francesco scopre il Padre e può ro di strofe di sei versi, l’ultimo dei quali effondere all’Altissimo delle lodi di grande ripropone una rima della pesada, e la tor- valore lirico, così come l’unione sponsale rada che riprende un numero variabile di con la persona del Figlio è resa possibile versi e le rime della pesada e viene ripetuta dallo Spirito Santo, grazie alla cui guida al termine di ogni strofa. Si tratta dunque si può conoscere il volere di Dio e scorge- di componimenti à refrain, diretti eredi di re la sua presenza nella vita dell’uomo. Da quelli diffusi a partire dalla seconda metà qui nasce anche l’attenzione francescana, del Duecento in tutta l’area romanza (lo ben presente già in Bonaventura, verso il

58 Turismo culturale e religioso in Sardegna Cristo sofferente, che emerge in questi te- Cristo dice che «non è venuto per farsi ser- sti con una forza particolare: così nel com- vire, ma per servire e dare la vita in riscatto ponimento Padre d’esemplu tantu si mette per molti». Così nell’ultimo componimento bene in evidenza, dopo una serie di attribu- citato il santo fondatore è definito inimigu ti facenti parti della tradizione agiografica de riquesa / amigu de pobertade / pienu de hu- classica, lo stesso cristocentrismo caratte- milidade / in su pius perfectu gradu19. ristico della spiritualità del santo d’Assisi. Quanto è più interessante però a livello Francesco, de Cristos innamoradu, è defini- generale in questo tipo di materiale è il fat- to anche pura criatura de Cristos crucifica- to che siamo dinanzi a componimenti ascri- du, con l’attenzione verso Gesù sofferente vibili a un livello intermedio tra produzio- erede dalla visione bonaventuriana e ripre- ne colta e religiosità popolare: si possono sa nel ritornello finale. Una sestina del me- cogliere infatti nel loro tessuto testuale un desimo componimento, contenuta soltanto evidente intervento dall’alto, rintracciabile nella variante trasmessa dalla raccolta Ca- nella presenza a volte di complessi concetti boni, definisce Francesco un ateru Cristus teologici, unito però allo sforzo di rendere (> alter Christus), espressione fortemen- accessibile a tutti il messaggio contenuto; te condizionata dal ritratto del fondatore non si può escludere neppure un intervento prodotto da Bonaventura. Anche in un al- diretto da parte dei fedeli di adattamento tro dei gosos dedicati a san Francesco (Cun alle dinamiche religiose e devozionali emer- quimbe piaes signadu) gli ultimi due versi genti o preesistenti20. della pesada, ripresi come refrain, recitano Lo studio di questi componimenti agio- Franziscu veru ritratu / de Christos Crucifi- grafici, legati fortemente all’aspetto del cadu. culto, fa comprendere dunque come le ce- Occorre anche osservare che la povertà, lebrazioni liturgiche e paraliturgiche siano vero e proprio emblema del francescanesi- il più delle volte il terreno privilegiato per mo, come sottolineato negli esempi prece- l’incontro tra queste istanze differenti, le- denti, nasce da questo profondo nesso con gate all’istituzione ecclesiastica, all’Ordine Gesù Cristo sul Calvario, in una continua religioso che promuove il culto dei propri e ricercata immedesimazione con il Figlio, santi, all’autorità politica di turno e all’in- che poi si riversa nell’atteggiamento di ser- sieme dei fedeli21. vizio verso gli uomini. Non a caso uno dei testi più citati da Francesco, e a seguire da- gli altri testi minoritici, è Mt 20,28 in cui

Mauro Badas . Agiografia e francescanesimo 59 Bibliografia Degl’Innocenti- Ferrari 1998 = Prefazione a Tra edificazione e piacere della lettura: le vite Badas 2011 = Mauro Badas, L’esperienza dei dei santi in età medievale, a cura di Antonel- gòsos tra istanze teologiche e cultura popolare, la Degl’Innocenti e Fulvio Ferrari, Trento in GOZOS. Componimenti religiosi raccolti 1998, Trento 1998, 7-8. nel XVIII secolo da Francesco Maria Mar- Grégoire 1996 = Reginald Grégoire, Manua- ras. Trascrizione critica e studi, a cura di Gio- le di agiologia. Introduzione alla letteratura vanni Serreli e Maurizio Virdis, ISEM-CNR, agiografica, Fabriano 1996 (prima edizione Cagliari 2011, pp. 159-172. 1987). Badas 2018 (1) = Mauro Badas, Fedeltà ed Iammarrone 1993 = Giovanni Iammarrone, La eversione nella letteratura agiografica dopo il spiritualità francescana. Anima e contenuti Mille, in Santità e salvezza nella letteratura fondamentali. Una proposta cristiana di vita medievale, PFTS University Press, Cagliari per il presente, Il Messaggero, Padova 1993. 2018, pp. 11-25. Iriarte 2006 = Lázaro Iriarte, Vocazione fran- Badas 2018 (2) = Mauro Badas, La letteratura cescana. Sintesi degli ideali di san Francesco e ‘consegnata al popolo’. Le vite dei santi nel santa Chiara, EDB, Bologna 2006. Medioevo romanzo, in Santità e salvezza nel- Leonardi 1993 = Claudio Leonardi, Agiogra- la letteratura medievale, PFTS University fia, in Lo spazio letterario del Medioevo. 1. Il Press, Cagliari 2018, pp. 27-37. Medioevo latino, a c. di G. Cavallo, C. Leo- Badas 2018 (3) = Mauro Badas, La riscrittura nardi, E. Menestò, vol. I La produzione del agiografica della figura di Francesco d’Assisi testo, tomo II, Roma 1993, pp. 421-462. lungo i secoli: alcuni esempi, in Santità e sal- Leonardi 1999 = Claudio Leonardi, La santità vezza nella letteratura medievale, PFTS Uni- in Occidente, in I Santi Patroni. Modelli di versity Press, Cagliari 2018, pp. 125-139. santità, culti e patronati in Occidente, a c. di Barbero 2010 = Alessandro Barbero, L’inven- Claudio Leonardi e Antonella Degl’Inno- zione di san Francesco, in Atlante della lette- centi, Roma 1999, pp. 9-15. ratura italiana, a cura di Sergio Luzzatto e Leonardi 2005 = Claudio Leonardi, “Le agio- Gabriele Pedullà, vol. 1, Einaudi, Torino grafie francescane”, in La letteratura france- 2010, pp. 55-60. scana, vol. II, Le vite antiche di san France- Dalarun 1996 = Jacques Dalarun, La ma- sco, a cura di Claudio Leonardi, Fondazione lavventura di Francesco d’Assisi, Biblioteca Lorenzo Valla, Milano 2005, xv-xliv. Francescana, Milano 1996. Manca 2004 = Roberto Manca, I gòsos tra fede e cultura: dai novenari ghilarzesi alla Pon-

60 Turismo culturale e religioso in Sardegna tificia Facoltà Teologica, in I Gòsos: fattore Vauchez 1995 = A. Vauchez, “Introduction”, unificante nelle tradizioni culturali e cultuali in La religion civique à l’époque médiévale et della Sardegna, a c. di Roberto Caria, PTM, moderne (Chrétienté et Islam), Actes du col- Mogoro 2004, pp. 35-50. loque organisé par le Centre de recherche Mele 2004 = Giampaolo Mele, Il canto dei “Histoire sociale et culturelle de l’Occident. Gòsos tra penisola iberica e Sardegna, in I 12-13 siècle” de l’Université de Paris 10 Nan- Gòsos: fattore unificante nelle tradizioni cultu- terre et l’Institut universitaire de France rali e cultuali della Sardegna, a c. di Roberto (Nanterre, 21-23 juin 1993), sous la direction Caria, PTM, Mogoro 2004, pp. 11-34. d’A. Vauchez, 1995, 1-5. Pinna 2010 = Antonio Pinna, I ‘gosos’ e la para- Virdis 2011 = Maurizio Virdis, Sos gosos del liturgia: incrocio fra tradizione popolare e tra- manoscritto della Biblioteca Comunale di Sin- dizione colta. Due casi di studio, in «Insula» nai. Introduzione filologico linguistica, in 8, luglio 2010, pp. 101-122. GOZOS. Componimenti religiosi raccolti nel Piras 2018 = Antonio Piras, Presentazione, in XVIII secolo da Francesco Maria Marras. Santità e salvezza nella letteratura medievale, Trascrizione critica e studi, a cura di Giovan- PFTS University Press, Cagliari 2018, pp. ni Serreli e Maurizio Virdis, ISEM-CNR, 5-10. Cagliari 2011, pp. 105-124. Porcu 2008 = Giancarlo Porcu, Régula casti- gliana. Poesia sarda e metrica spagnola dal ’500 al ’700, Il Maestrale, Nuoro 2008.

Note

1 Cfr. Piras 2018, 5. 13 Leonardi 2005, xliv. 2 Ibi, 6. 14 Per approfondimenti cfr. Iriarte 1996, Iriarte 3 Leonardi 1999, 9. 2006. 4 Piras 2018, 8. 15 Barbero 2010, 58. 5 Cfr. Leonardi 1999, 10-13; Leonardi 1993. 16 Per approfondimenti cfr. Badas 2018 (3). 6 Cfr. Piras 2018, 9. 17 Cfr. Mele 2008, 12-20; Porcu 2008, 31-35. 7 Cfr. Grégoire 1996, 12. 18 Cfr. Iriarte 2006, 107. 8 Ibi, 4-6. 19 “nemico della ricchezza, amico della povertà, 9 Degl’Innocenti-Ferrari 1998, 8. pieno di umiltà, nel suo più perfetto grado”. 10 Per approfondimenti cfr. Badas 2018 (1). 20 Cfr. Manca 2004, Pinna 2010. 11 Cfr. Vauchez 1995. 21 Per approfondimenti cfr. Badas 2011, Badas 12 Per approfondimenti cfr. Badas 2018 (2). 2018 (3), Virdis 2011.

Mauro Badas . Agiografia e francescanesimo 61 62 Turismo culturale e religioso in Sardegna Il Cammino Minerario di Santa Barbara Giampiero Pinna

Il primo e forse il più significativo pa- Nella grande varietà e ricchezza dei con- trimonio che ci hanno lasciato in eredità testi geominerari e paesaggistici che si pos- gli uomini che hanno vissuto e lavorato sono osservare camminando a passo lento nel bacino minerario del Sulcis Iglesiente sulla terra più antica d’Italia, la costan- Guspinese è rappresentato dagli antichi te presenza delle chiese dedicate a Santa cammini minerari che possiamo ora riper- Barbara rappresenta una sintesi unitaria correre con il Cammino Minerario di Santa dell’intero itinerario. Barbara (CMSB). Proprio per questa ragione gli ex mina- Percorrendo per circa 400 km questi an- tori e i volontari che hanno ideato e pro- tichi cammini, lungo i quali si sviluppa dai posto l’itinerario hanno voluto dedicare monti fino al mare il CMSB, è possibile os- alla Santa Patrona dei minatori il nome del servare e conoscere l’immenso patrimonio Cammino con l’obiettivo di conservare e storico, culturale, ambientale e religioso tramandare, assieme alla memoria storica connesso alla millenaria attività estrattiva dell’attività mineraria, il valore di unità e svoltasi nella Sardegna sud-occidentale che di coesione che nei secoli passati ha carat- ha consentito al Parco Geominerario Stori- terizzato il culto per Santa Barbara, tutto- co e Ambientale della Sardegna di ottenere ra fortemente sentito e praticato con cele- il prestigioso riconoscimento internaziona- brazioni e processioni che si svolgono lungo le dell’UNESCO. tratti rilevanti del CMSB. 64 Turismo culturale e religioso in Sardegna Giampiero Pinna . Il cammino minerario di Santa Barbara 65 Il CMSB, riconosciuto dalla Regione Il CMSB è stato percorso finora da mi- Sarda e dal Ministero dei Beni Culturali e gliaia di pellegrini/escursionisti che, anche del Turismo con l’inserimento rispettiva- su iniziativa congiunta delle due Diocesi e mente nel Registro regionale dei Cammi- della Fondazione, hanno effettuato diversi ni e nell’Atlante dei Cammini d’Italia, è pellegrinaggi con la partecipazione di cen- operativo dal 2017 grazie all’opera svolta tinaia di pellegrini. tempestivamente dalla Fondazione CMSB Particolarmente significative sono state le che in breve tempo ha potuto installare decisioni della Diocesi di Iglesias di celebrare la segnaletica provvisoria, mettere in rete lungo il CMSB le giornate Nazionali per la il sito web con le tracce GPS scaricabili, Custodia del Creato 2016 e 2017 e di scegliere pubblicare la guida dello stesso Cammino il CMSB come cammino di fede lungo il qua- e stampare la CREDENZIALE del pelle- le i giovani della Diocesi hanno compiuto il grino potendo contare sul patrimonio di pellegrinaggio di 100 km che li ha condotti a conoscenze, studio, ricerca, verifica, rilievo Roma lo scorso mese di agosto per l’incontro e progettazione apportato gratuitamente al Circo Massimo con Papa Francesco. dall’Associazione Pozzo Sella. A seguito dell’ottenimento della perso- La stessa Fondazione, inoltre, con il pre- nalità giuridica la Fondazione CMSB ha zioso supporto delle monache clarisse del acquisito la natura di soggetto di diritto Monastero del Buon Cammino di Iglesias, pubblico e, grazie alla disponibilità, all’at- ha provveduto a elaborare e stampare il tenzione e al sostegno del Consiglio e del- TESTIMONIUM che, assieme alla TOR- la Giunta Regionale, ha potuto assumere RE in ceramica, vengono offerti come pre- circa 60 dipendenti che sono ora proficua- mialità ai pellegrini/escursionisti che per- mente impiegati nella realizzazione delle corrono rispettivamente 100 e 400 km del opere di manutenzione e messa in sicurezza CMSB. del percorso e negli interventi di manuten- La nascita della Fondazione CMSB, co- zione e scavo dei principali siti archeologici stituita nel dicembre 2016 da 21 Comuni e presenti lungo il CMSB. dall’Associazione Pozzo Sella con la parte- Ma è soprattutto la presenza di numerosi cipazione delle Diocesi di Iglesias e di Ales pellegrini/escursionisti italiani e stranieri il Terralba, ha rappresentato un’esperienza segno più tangibile che consente di affer- simbolica di unità e coesione di grande va- mare che il futuro sostenibile per il quale lore territoriale, sociale e istituzionali che è stato ideato e costruito il Cammino è già comincia a portare i suoi buoni frutti. iniziato proprio grazie alla loro presenza.

66 Turismo culturale e religioso in Sardegna Il fine della ricerca sulla pietà popolare o religione naturale in Sardegna Roberto Caria

1. La religiosità naturale e le sue mani- lica su Pietà popolare e liturgia – come nel- festazioni la cultura di ogni popolo e nelle sue mani- Quando si fa l’esperienza diretta con ce- festazioni collettive, è sempre presente una lebrazioni religiose, feste e manifestazioni dimensione religiosa. Ogni popolo infatti popolari legate alla venerazione di un San- tende ad esprimere la sua visione totaliz- to o della Madonna o di Cristo (soprattut- zante della trascendenza e la sua concezio- to durante la Settimana Santa), ci si trova ne della natura, della società e della sto- coinvolti in vari modi nella pietà o religio- ria attraverso mediazioni cultuali, in una sità popolare. sintesi caratteristica di grande significato Il concetto teologico di religiosità o pietà umano e spirituale». popolare si riferisce prima di tutto alla re- Di conseguenza, studiare e indagare ligiosità naturale, vale a dire a quella predi- sulla pietà popolare non è solo un lavoro sposizione morale che vi è in ogni uomo a asettico, statistico, o una semplice sovrap- riconoscere immediatamente, senza la me- posizione di dati sulla storia del culto, tan- diazione di schemi intellettuali e culturali, tomeno si tratta di un’indagine sulle rovine che la sua libertà è praticabile solo davanti di un passato sepolto come fosse una mera a un “legislatore santo, governatore buono, “storia del folklore”. È chiaro, può essere giudice giusto”. anche questo; ma prima di tutto la ricerca «Nel cuore di ogni persona – afferma un stessa “pretende” un coinvolgimento esi- importante documento della Chiesa Catto- stenziale, pena non cogliere lo spirito e la vera finalità che anima la religiosità natu- che chiede di essere accolta a partire dalla rale. Che è una finalità morale e spirituale. personale e sociale esperienza storica, al- Due studiosi internazionali in particola- lora esso agisce come lievito all’interno di re hanno messo in evidenza nei loro studi ogni cultura. Ciò non esclude errori storici antropologici sulla religione che l’homo sa- o personali di credenti che hanno scambia- piens è essenzialmente un homo religiosus, to o scambiano la fede in Cristo come una che si esprime attraverso simboli, i quali “militanza” volta unicamente alla trasfor- costituiscono “il linguaggio del sacro”. E il mazione politica della società, ma nel DNA Sacro che si manifesta fin dagli inizi nelle della fede cristiana dimora prima di tutto pratiche individuali e comunitarie attra- la valorizzazione del bene già infuso nella verso simboli, miti e riti. Si tratta di Mir- creazione e nella creatura. Una valorizza- cea Eliade (1907-1986) e Julien Ries (1920- zione che comporta anche l’aspetto sacra- 2013): i loro studi non sono trascurabili da mentale, ma non come se fosse una conti- parte di chi intenda seriamente approfon- nuazione dell’agire magico pagano (che è dire tutti gli aspetti della religione natura- sempre uno scavalcare le forze naturali per le, comparando le varie forme in cui essa si ottenere certi effetti da cause improbabili), esplicita nella storia delle religioni. bensì come grazia che perfeziona e porta In estrema sintesi, possiamo affermare a compimento la natura umana. Uno dei che studiare, praticare e portare avanti le principî fondamentali della fede cristiana tradizioni legate alla pietas religiosa popo- è che la grazia divina perfeziona la natura lare è un compito e un dovere morale verso (gratia perficit naturam). Ma il vertice del- se stessi e verso la comunità. Perché qua- la natura da perfezionare sta nella libertà lunque risposta ognuno dia alla domanda dell’uomo creato e redento, che pratica riti religiosa che origina dal proprio cuore, non e tradizioni religiose non come folklore, può comunque sfuggire alla sua costante tantomeno come ricerca di atti magico/su- presenza e attraente “invadenza”. perstiziosi, bensì come continua pedagogia Dal momento che il Cristianesimo fin a praticare le virtù morali di Cristo, della dagli inizi non si propone come una “nuo- Madonna, dei Santi venerati. va cultura” che deve cancellare/sostituire Un concetto fondamentale per parlare le altre, dunque non si offre come un pro- dell’incontro tra il cristianesimo e le cultu- getto politico o di riforma sociale, ma uni- re locali diventa allora l’inculturazione della camente come fede nel Cristo, uomo-Dio, fede. Vale a dire, la fede cristiana porta (o morto-risorto per la salvezza dell’uomo, dovrebbe portare) ad un risveglio delle for-

68 Turismo culturale e religioso in Sardegna ze morali di una comunità e di ogni singola persona, per praticare il bene in ogni situa- zione della vita personale e sociale. Lo ri- corda anche Papa Francesco quando affer- ma che «non possiamo ignorare che sempre c’è un appello alla crescita. Ogni cultura e ogni gruppo sociale necessita di purifica- zione e maturazione» (Evangelii Gaudium n. 64). La pietà popolare dunque rimane una delle principali espressioni di una vera in- culturazione della fede, poiché in essa si ar- monizzano la fede e la liturgia, il sentimen- to e le arti, mentre si afferma la coscienza della propria identità nelle tradizioni loca- li. La pietà popolare consente ad un popolo di esprimere la sua fede, i suoi rapporti con Dio e la sua Provvidenza, con la Vergine e i Santi, col prossimo, con i defunti, con la creazione, e rafforza la sua appartenenza alla Chiesa. Pertanto, possiamo anche riconosce- re che se le tradizioni (quelle autentiche e buone) muoiono è segno che qualcosa an- che nella comunità è moralmente degrada- to, dal momento che l’ambiente naturale e l’ambiente umano si degradano insieme.

2. Alcune caratteristiche della religiosi- tà popolare in Sardegna: gòsos, Settimana Santa, feste campestri Il popolo sardo – afferma il Concilio Ple- nario Sardo – è sempre stato un popolo con

Roberto Caria . Pietà popolare e religione naturale in Sardegna 69 una religiosità innata, intimamente e quasi guiti nei seguenti modi, secondo l’etnomu- pudicamente vissuta a livello personale, sicologo Ignazio Macchiarella: eppure manifestata ed espressa in forme A voce sola (monodia) senza accompa- artistiche e corali di grande e fervente cele- gnamento brazione. Esso custodisce un suo millenario A due o più cantori all’unisono (polivo- patrimonio di tradizioni religiose cristiane, calità) armonizzando, secondo un proprio timbro Da due o più cantori organizzati in più inconfondibile, apporti provenienti nei se- parti vocali (polifonia) coli dal Nordafrica e dall’Oriente bizantino, Da uno o più cantori, in forme polivoca- dalla penisola italiana e da quella ispana. li o polifoniche con accompagnamento di La pietà popolare si manifesta nel canto, strumenti monofonici o polifonici nelle novene, nelle processioni, nei pellegri- Per lo studio sistematico del canto legato naggi e nelle pratiche religiose varie. Tra i alla liturgia e alla paraliturgia in Sardegna canti che la tradizione sarda conserva viva è nata anche una rete di Comuni denomina- fino ad oggi hanno un posto di primo pia- ta Hymnos, che intende realizzare appun- no i gòsos (o goccius, gotzos, laudes, crubbas). to “una rete territoriale della polivocalità Essi sono «lezionari agiografici in pillole popolare liturgica e paraliturgica”. Santu (…), una sorta di “bibbia” dei semplici, a Lussurgiu è il Comune capofila dell’iniziati- cui attingere per alimentare la fede in Sar- va e del lavoro di ricerca, nata dalla consa- degna attraverso racconti di santi, le virtù pevolezza che la Sardegna rappresenta uno della Madonna, le sue gioie e i suoi dolori, dei territori più significativi della tradizio- nonché i principi della dottrina» (Giampa- ne dei canti liturgici e paraliturgici di tra- olo Mele). dizione orale nel bacino del Mediterraneo. L’aspetto principale nella maggior par- Il canto dei gòsos, insieme a tutto il re- te delle pratiche musicali dei gòsos è cer- pertorio religioso del canto a Cuncordu (o tamente l’immediata cantabilità in grado Cuntrattu o a Traggiu), che soprattutto le di favorire la più larga partecipazione di Confraternite portano avanti nei diversi fedeli. Il canto dei gòsos presenta degli inte- Paesi dell’isola, vengono ogni anno ripro- ressanti elementi di incontro tra scrittura e posti e rivissuti in occasione della Settima- oralità. Nel fare musica trasmesso oralmen- na Santa (sa Chida Santa), in cui si concen- te e soprattutto in forme partecipative, gli trano le più intense e partecipare iniziative schemi melodici sono semplici e facilmente liturgiche e paraliturgiche, della religione memorizzabili. Possiamo trovare gòsos ese- ufficiale e delle pratiche popolari. Accanto

70 Turismo culturale e religioso in Sardegna Roberto Caria . Pietà popolare e religione naturale in Sardegna 71 alla Settimana Santa anche le feste lunghe di Sassari, datato 3 maggio 1650, abbiamo presso i novenari campestri (circa 40 at- il racconto scritto più antico de s’Iscrava- tualmente attivi in Sardegna) sono un tem- mentu, come si svolgeva nella Cattedrale di po di coinvolgenti e sentimentalmente vive Sassari con l’apporto della confraternita iniziative di pietà popolare. dei Disciplinati (poi diventati della Santa La Settimana Santa continua a essere Croce). È databile tra il 1712 e il 1729 invece vissuta nell’isola come un tempo in cui si il testo manoscritto, intercalato da illustra- respira un’atmosfera religiosa particolare. zioni, di una Passión de Nuestro Señor Iesu Persino chi durante l’anno non frequenta le Christo in versi sardo-logudoresi, rinvenuto celebrazioni liturgiche, si sente richiamato e pubblicato dallo studioso Giampaolo Mele interiormente dalla sacralità di quei giorni nell’archivio del Monastero di Santa Chiara e dai misteri di fede che vengono celebrati e di Oristano. Negli stessi anni del Settecento riattualizzati. Sa Chida Santa è identificata Maurizio Carrus, un sarto di San Vero Milis dai sardi soprattutto in tre elementi specifi- (OR), scrive il dramma sacro Sa passione e ci: la Domenica delle Palme, s’Iscravamen- morte de Nostru Signore Jesu Cristo segundu tu (il venerdì santo) e s’Incontru (la mattina sos battor Evangelistas, come risulta dai due della domenica di Pasqua). manoscritti datati 1718 e 1726-1727. Que- Il Venerdì Santo ha il suo centro nella li- sti dati storici mostrano come le pratiche turgia di adorazione della Croce e nella De- religiose di oggi attingono e portano avan- posizione del Cristo morto (s’Iscravamen- ti una tradizione ben assestata e radicata tu), che deriva dal dramma liturgico (non nell’isola, di culto e di cultura. dalla Sacra Rappresentazione), special- Il Venerdì Santo è soprattutto un tempo mente nella configurazione ancora viva in di meditazione e astinenza. È il dies ama- Sardegna di dramma silenzioso. In alcuni ritudinis, giorno del silenzio (non suonano paesi vi è anche s’Incravamentu, il rito per nemmeno le campane), un tempo interrot- inchiodare il Cristo alla croce, la mattina to solo dallo strepito di matraccas e raga- del Venerdì Santo. nelle, quasi a voler allontanare quel male Durante il rito serale, s’Iscravamentu, il che sembra prevalere nella vita di Cristo e Cristo viene schiodato dalla croce da due nel mondo. Ma è un silenzio che prelude al confratelli (o da altri personaggi secondo canto e alla luce della notte pasquale del l’uso locale) e deposto sulla lettiga poi por- sabato santo, quando al fuoco nuovo vie- tata silenziosamente per le strade del paese. ne acceso il cero, simbolo del Cristo risorto In un documento dell’Archivio Capitolare luce del mondo, e viene cantato l’Exultet,

72 Turismo culturale e religioso in Sardegna Roberto Caria . Pietà popolare e religione naturale in Sardegna 73 antichissimo inno che ripercorre tutte le tina non nel buio del sepolcro ma nella luce tappe della storia dell’incontro (che spesso sfolgorante della resurrezione. è scontro!) tra Dio e l’uomo, dalla Creazio- La religiosità popolare viene vissuta con ne alla Redenzione. I riti liturgici pasquali, grande intensità e forte spirito identitario infatti, intendono ricondurre l’attenzione anche nei Novenari e nelle chiese campe- dei credenti al fatto reale dell’umanità re- stri, disseminate in tutta l’isola da nord a denta dall’amore divino: anche se il male sud. Esse costituiscono una vera partico- sembra prevalere, l’intervento di Dio nella larità della religiosità dei sardi, spesso ri- storia attraverso l’incarnazione è giunto al sultata incomprensibile ai vescovi arrivati suo compimento nel sacrificio del Figlio che dalla penisola, in particolare durante il do- redime l’umanità decaduta. minio sabaudo. La domenica mattina, giorno d Pasqua, Le chiese campestri, soprattutto quelle due statue si incontrano nella piazza cen- circondate dalle cumbessìas (le modeste ca- trale del paese, provenienti da percorsi di- sette che fanno da corona alle chiese cam- versi: è s’Incontru tra la madre del Cristo, pestri più “vissute”), sono luoghi in cui che porta ancora i segni del lutto, e il fi- vivere e celebrare in pochi giorni durante glio risorto e vivo, che porta ancora i segni l’anno la religione, la socialità, il lavoro e della passione. Si può riconoscere che tale l’economia, come dovrebbero essere ma rito è come il momento conclusivo della non possono essere tali nella quotidianità. Via Crucis, praticata durante i venerdì di Possiamo definirli come luoghi in cui viene Quaresima. Nella Via Crucis si ripercorro- “praticata” in modo festivo una speranza no in quattordici stazioni i momenti della fuori dal confine della ferialità e della ri- passione e morte del Cristo fino alla sua petitiva quotidianità. Nelle feste lunghe sepoltura. La madre perde di vista il figlio presso i novenari campestri si attualizza un che ritrova, dopo la tortura, inchiodato desiderio comunitario (rapporti sociali se- alla croce. Dopo la sua morte e la sua se- condo giustizia, rispetto del creato, abbon- poltura, secondo una tradizione popolare danza dei beni materiali) e una speranza sarda, Maria l’Addolorata va in cerca del religiosa (la vita eterna). figlio attraverso la visita alle sette chiese o Dal punto di vista architettonico, la di- attraverso la Via Crucis all’alba del Venerdì sposizione planimetrica delle cumbessìas o Santo, come è ancora usanza in numerosi muristenes ri-prende la struttura dei recinti paesi. Lo ritrova appunto la domenica mat- sacri del periodo nuragico dell’Età del Fer- ro (900-500 a. C. circa). Pensiamo, solo per

74 Turismo culturale e religioso in Sardegna Roberto Caria . Pietà popolare e religione naturale in Sardegna 75 fare qualche esempio, al complesso di Santa preghiera, in cui è manifesto l’influsso della Vittoria di Serri e all’organizza-zione dello Liturgia ufficiale. spazio nei novenari di Ghilarza, Mamoiada, Il termine confrarìa (e le varianti cun- Busachi, Oliena, Bitti e la lista potrebbe es- frarìa, corfarìa, crofarìa) viene usato fin dal sere lunghissima. medioevo in riferimento alle varie forme Il termine cumbessìa secondo gli studio- associative laicali. Esse si distinguono da si rimanda alla terminologia medievale dei subito tra confraternite “de habit” e “ de conversos, laici che frequentavano abitual- cap”, vale a dire tra confraternite religiose mente la vita monastica. «Ne seguirebbe e corporazioni di arti e mestieri (detti an- – secondo Raimondo Turtas – per la Sarde- che “gremi”). Di queste ultime esistono do- gna uno stretto legame, forse non soltanto cumenti e statuti dal XV secolo (per es. uno linguistico, tra il fenomeno monastico e la Statuto dei sarti di Cagliari risale al 1426), diffusione delle chiese campestri, un filone ma è probabile che tali corporazioni di me- tuttora molto robusto di religiosità popo- stieri esistessero già nei primi secoli dopo il lare che si troverebbe ad avere quindi radi- Mille. ci molto antiche. Addirittura pre-cristiane Le confraternite religiose si sviluppano e nella pratica religiosa». si diffondono in modo capillare soprattut- Un cenno a parte meritano le Confrater- to con il Concilio di Trento (terminato nel nite. Sorte nel Medioevo assieme ai nume- 1563). In Sardegna è nata ed esiste tuttora rosi movimenti spirituali e associazioni di una chiara distinzione tra il Nord (Logu- varia configurazione giuridica ed ecclesiale, doro) e il Sud (Campidano) sia linguistica hanno avuto fin da allora un ruolo di primo che di tradizioni religiose. Nel Nord si è dif- piano nell’impostazione dei rapporti tra Li- fusa la confraternita di ispirazione france- turgia e pietà popolare. scana dei Disciplinati (detti anche Bianchi Infatti le Confraternite religiose, nate e Battudos), mentre nel Sud è attecchita con scopi cultuali e caritativi, e le corpora- maggiormente la confraternita di ispirazio- zioni laiche, costituitesi con finalità profes- ne domenicana del Rosario. I Disciplinati sionali, danno origine ad una certa attività erano più attenti alla formazione interna liturgica a carattere popolare: erigono cap- e alle pratiche penitenziali, come voleva il pelle per le loro riunioni cultuali, scelgono fondatore Raniero Fasani, un laico che nel un Patrono e ne celebrano la festa, com- 1260 seguì l’esempio ascetico di S. France- pongono piccoli uffici e altri formulari di sco dando vita alla confraternita. Quando il fervore penitenziale si affievolì, si è con-

76 Turismo culturale e religioso in Sardegna Roberto Caria . Pietà popolare e religione naturale in Sardegna 77 servato solo il titolo di confraternita della La ricchezza delle manifestazioni lega- Santa Croce. te alla religiosità popolare in Sardegna è È soprattutto all’interno dell’attività un mondo da esplorare ancora in tutta la confraternale durante la Settimana Santa sua bellezza di culto, cultura e arte. Non che si è sviluppato un repertorio musicale semplicemente per fare musei di tradizioni tra il popolare e il colto: «un artigianato del passato, ma per continuare ad anima- delle voci che cura con attenzione metico- re la vita sociale odierna che così immersa losa ogni dettaglio e trasmette fino ai no- nella tecnica e nella tecnologia, rischia di stri giorni alcune delle più cospicue forme dimenticare che la religione non è uno dei di tradizione orale» (Pietro Sassu). tanti prodotti finalizzati al consumo priva- I diversi momenti dei riti paraliturgi- to, ma una pratica individuale e comunita- ci della Settimana Santa ed in particolare ria che ci ricorda la nostra giusta colloca- del Venerdì Santo prevedono uno specifico zione verso il creato e davanti al Creatore. canto a cuncordu (detto anche a cuntrattu o a traggiu) con versioni locali del Misere- re, dello Stabat Mater e dello Iesu. Il canto scandisce i tempi dell’azione rituale e rivela con sentimento il senso dell’azione simbo- lica rappresentata, coinvolgendo la devota partecipazione dei fedeli.

78 Turismo culturale e religioso in Sardegna Religione, identità e spiritualità dei Sardi Emanuele Melis

Il tema dell’identità ha appassionato e acceso, negli ultimi anni, il dibattito in e sulla Sardegna. Non tanto o soltanto dal punto di vista della ricerca e della defini- zione della nostra identità di Sardi, quale emerge in alcune opere pubblicate anche recentemente1, ma, soprattutto, in relazio- ne ad un altro aspetto, non meno impor- tante, ad esso strettamente intrecciato, che è la creazione del concetto di identità. Lo stesso termine «identità» si è ultimamente caricato di tali significati che addirittura c’è chi, come F. Remotti, ha proposto di farne a meno, vista la valenza politica che esso ha assunto2. Si tratta di un tema analizzato di recen- te, in quest’ottica, da vari autori, come U. Galimberti3, Remotti e M. Aime. Quest’ul- timo ha esaminato, dal punto di vista della nascita e della formazione di un importan- te partito politico italiano, la creazione ex della Sardegna6. Altri, dopo di lui, hanno novo di una cultura celtica funzionale al trattato il tema della religione primitiva discorso politico4. È un tema che ha anche ma il suo approccio e il suo metodo sono molteplici implicazioni religiose, in quanto stati, a mio sommesso avviso, seguiti uni- spesso si parla di identità cristiana, e della camente da altri tre studiosi7, tutti famosi sua difesa, negli stessi termini in cui si par- storici delle religioni che, come lo storico la di identità celtica o basca. Ci sono poi bolognese, in maniera copernicana, hanno notevoli implicazioni anche per l’identità esaminato le fonti letterarie sulla Sardegna “sarda” la quale, negli ultimi anni, sembra non per trovare riscontri a scoperte che aver subito un processo analogo ai fenome- avvenivano per altra via, soprattutto ar- ni norditaliani che ha inevitabilmente coin- cheologica, ma per vedere e mostrare qua- volto anche gli aspetti relativi allo studio le fosse l’idea che della Sardegna c’era nel della religiosità e alla spiritualità dei Sardi. mondo greco e romano e quindi, in ultima Su questi ultimi argomenti si è scritto analisi, come la presunta realtà culturale tanto, fin dai tempi di L. A. Milani5, che e religiosa sarda sia, a tutti gli effetti, una pubblicò le sue opere in contemporanea alle creazione nata altrove, con pochi o pochis- ricerche di Raffaele Pettazzoni, il primo simi riscontri possibili nella realtà sarda. vero storico delle religioni che si è occupato Note

1 Roberto Caria - Susanna Paulis, I simboli e l’i- Anniversary Volume, Leipzig, 1909 ; Id., “Il tem- dentità dei Sardi, PFTS, Cagliari, 2014. pio nuragico e la civiltà asiatica in Sardegna”, 2 Francesco Remotti, L’ossessione identitaria, La- in Rendiconti della Regia Accademia dei Lincei, terza, Roma-Bari, 2010; cfr. Id., Contro l’identità, Roma, 1909. Laterza, Bari, 1996. 6 Raffaele Pettazzoni, La religione primitiva in 3 Umberto Galimberti, I miti del nostro tempo, Sardegna, Piacenza, SEP, 1912. Feltrinelli, Milano, 2010. 7 Karolyi Kerényi, “Il mitologema dell’esistenza 4 Marco Aime, Verdi tribù del Nord. La Lega vista atemporale nell’antica Sardegna” in Miti e miste- da un antropologo, Laterza, Roma-Bari, 2012; cfr. ri, Einaudi, Torino, 1950; Angelo Brelich, “Sar- Id., Eccessi di culture, Einaudi, Torino, 2004. degna mitica”, in Aa.Vv. Atti del Convegno di 5 Luigi Adriano Milani, “Sardorum sacra et sa- studi religiosi sardi. Cagliari 24-26 Maggio 1962, crorum signa de l’époque des nouraghes et leurs Padova, Cedam, 1963; Ugo Bianchi, “Sardus Pa- rapports avec la religion astrale et astronomique ter”, in Aa.Vv., Atti del Convegno, cit. de l’Asie et de la Méditerranée”, in Hilprecht

80 Turismo culturale e religioso in Sardegna Itinerari dello spirito Un cammino lungo l’identità, la cultura e la devozione dei sardi Renato Tomasi

Premessa Quando gli ospiti dopo aver visitato la are può rappresentare sempre più un’espe- Sardegna durante la stagione estiva lascia- rienza nuova, intrigante e avvincente an- no l’isola, portano con sé i ricordi di una che per coloro che l’hanno già conosciuta vacanza indimenticabile, di un mare cri- e vissuta. stallino, di spiagge e paesaggi mozzafiato, Cuore del Mediterraneo, non solo per po- quasi sicuramente non sanno che la nostra sizione geografica, ma anche per cultura, terra, nasconde, un’ “Altra Sardegna” an- storia, tradizioni, grazie alla sua “insulari- cora poco conosciuta e ricca di valori iden- tà”, è riuscita nel corso dei millenni a pre- titari pronti per essere offerti nella tradi- servare la sua storia, le sue tradizioni rima- zione dell’accoglienza e ospitalità. nendo unica e incomparabile, mantenendo Questa breve premessa, ci invita a sco- intatta la sua identità. È uno scrigno di prire e conoscere una Sardegna più autenti- luoghi ancora poco conosciuti e misteriosi. ca, con la sua identità, gli stili di vita, i riti L’occasione migliore per visitare quest’ e le usanze dei suoi abitanti, un’isola meno Altra Sardegna è durante le feste religiose nota ai turisti e, probabilmente, anche ai che si svolgono tutto l’anno e scandiscono suoi abitanti, capace di generare un diverso il ritmo delle stagioni, la storia e la vita dei valore attrattivo rispetto a quello della ri- sardi. La maggior parte di esse mantengo- nomata e affermata stagione balneare. no inalterato nel tempo un particolare va- Programmare un viaggio in Sardegna lore spirituale oltre che storico-culturale e che non sia incentrato sulla vacanza balne- fortemente identitario. I Cammini religiosi, le numerose destina- strutturata, capace di attrarre importanti zioni di pellegrinaggio, itinerari spiritua- flussi soprattutto in periodi di bassa stagio- li, luoghi Francescani o ancora le secolari ne, e sostenere eventi e manifestazioni a forte tradizioni fuse nel corso dei secoli con la connotazione identitaria specie se caratteriz- cultura spagnola e bizantina come nei Riti zati da elementi di aggregazione e di coordi- della Settimana Santa danno vita, infatti, namento territoriale”. ad appuntamenti, località, riti e manife- Il Turismo religioso rappresenta un’im- stazioni che invitano e guidano il visitatore portante opportunità di crescita nonché un a scoprire una terra inaspettata e lontana potenziale fattore di sviluppo per le aree dai luoghi e dai tempi abituali. rurali e per percorsi esistenti (o in via di La Sardegna, come evidenziano gli an- definizione), legati ad aspetti storici e reli- nuari sulle tradizioni popolari, è la regio- giosi ma anche collegati idealmente alle vie ne d’Italia con il maggior numero di feste del gusto e ai percorsi dell’artigianato. religiose, caratteristica che contribuisce in L’obiettivo strategico della Regione è modo determinante a definire un’offerta dunque quello di qualificare in modo uni- straordinaria di “prodotti turistici”. Com- tario e mettere finalmente a sistema i Cam- plice la sua rinomata accoglienza, l’Isola si mini, gli Itinerari, le Destinazioni, luoghi conferma dunque la mèta ideale per quanti Francescani, i monumenti religiosi e l’in- intendano riscoprire la “bellezza” e i valori tera offerta turistica culturale e religiosa della “natura” nella loro accezione più am- dell’isola come unico prodotto espressione pia, luoghi incantati che nutrono lo spirito di una nuova filiera organizzata meritevole e rigenerano il corpo e che permettono di di promozione. riappropriarsi dello scorrere lento e grade- Sin dal 2012 il programma di attività vole del tempo. Un vero privilegio per l’uo- elaborato dalla Regione ha messo in risalto mo contemporaneo. l’importanza di una crescita congiunta fra In questo contesto si inserisce il proget- le singole proposte progettuali del territo- to “Turismo Identitario, Culturale e Reli- rio e la qualità della comunicazione, delle gioso” che nasce formalmente nel 2012 in modalità di accompagnare i turisti, i pel- piena condivisione fra le istituzioni civili legrini gli ospiti, in altre parole della for- ed ecclesiastiche regionali, con l’intento mazione. di “inserire la Sardegna nell’ambito di reti e percorsi nazionali ed internazionali in gra- do di generare un’offerta turistica religiosa

82 Turismo culturale e religioso in Sardegna Lo scenario “paniere” di specificità capaci di racconta- Il viaggiatore che arriva d’estate vie- re la Sardegna anche attraverso il turismo ne facilmente rapito dall’incantevole sce- culturale-religioso. nario balneare e questo, come si diceva in Il modo più emozionante di conoscere premessa, complice anche il clima, difficil- nuovi percorsi, suggestivi e ricchi di spiri- mente favorisce o invoglia ad addentrarsi tualità, è quello di ripercorrere i cammini nell’interno, se non occasionalmente, sot- dei Santi a piedi ma anche in bicicletta o a traendo al visitatore l’opportunità di sco- cavallo. L’Assessorato Regionale del Turi- prire la vera anima dell’isola. La Sardegna smo nel 2012 ha istituito un “Registro dei vanta infatti un patrimonio identitario spi- Cammini di Sardegna e degli itinerari dello rituale sia materiale, grazie ai tantissimi spirito” monumenti e siti ad alta valenza religiosa nel quale sono stati inseriti alcuni tra i e a un’infinità di testimonianze lasciate da principali cammini religiosi dell’isola. L’in- Santi e devoti sul territorio, sia immate- tento è quello, con l’ausilio di specifiche riale, espresso dal sentimento di devozione “Linee Guida”, di regolamentare un per- della sua popolazione. corso progettuale che altrimenti rischiereb- Con questo immenso patrimonio, capace be di promuovere la nascita di infinite ini- di favorire momenti di incontro e scambio ziative differenti senza un filo conduttore culturale tra visitatori e ospitanti, l’isola in grado di garantire un immagine chiara presenta tutte le condizioni per creare e e identitario del Turismo religioso in Sar- investire sulla filiera del turismo religioso, degna. un prodotto decisivo per destagionalizza- Tra questi, re e diversificare i flussi turistici, capace - il Cammino di San Giorgio Vescovo di di generare come avviene in molte località Suelli, un itinerario che si sviluppa dalla dell’Italia e dell’Europa (specie in Spagna) Trexenta alle Baronie nei luoghi in cui San flussi rilevanti di “pellegrini visitatori”. Giorgio Vescovo di Suelli svolgeva la sua Da queste brevi premesse possiamo opera di evangelizzatore tra l’XI e il XII “partire” per un ipotetico viaggio verso secolo. Il cammino coinvolge un territorio le principali tappe religiose capace di dare di insolita bellezza, costituito da 19 comuni spunti e contenuti a un programma proget- che hanno presentato l’itinerario nel 2014 tuale che si annuncia come un “cammino” attraverso un formale protocollo d’intesa. itinerante fra quelli che il marketing chia- Oggi il cammino si trova nella fase più com- ma “prodotti” nell’ottica di definire un plessa e strategica: perfezionamento dell’i-

Renato Tomasi . Itinerari dello spirito 83 tinerario e messa in sicurezza per la tua re- - il Cammino di Sant’Efisio, pellegrinag- golare fruibilità. gio che da più di tre secoli e mezzo si per- - il Cammino dedicato a Santa Barbara, corre ogni anno, dal 1 al 4 maggio durante così chiamato in omaggio alla patrona dei la festa dedicata a Sant’Efisio: è uno dei minatori, si sviluppa in un percorso affasci- più importanti eventi religiosi e folkloristi- nante di quasi 400 km tra chiese e luoghi di ci della Sardegna, che partendo da Caglia- culto lungo gli antichi cammini minerari nel ri arriva sino a Nora (Pula) nella chiesetta bacino dismesso del Sulcis Iglesiente. Nel romanica di Sant’Efisio, luogo del martirio 2013 il cammino è stato presentato e forma- del Santo, decapitato per mano delle mili- lizzato con un protocollo d’intesa che coin- zie romane. La grande potenzialità del per- volge 19 comuni. Nel 2017 il Cammino, an- corso è quello di viverlo tutto nell’arco di che grazie al lavoro di tutti i territorio vocati pochi giorni e soprattutto tutto l’anno. al turismo religioso, è stato inserito nell’At- C’è un ultimo cammino-pellegrinaggio lante dei Cammini gestito dal Ministero del che è stato inserito nel Registro regionale Turismo. Oggi il cammino comincia ad esse- in onore della venuta di Papa Francesco a re vissuto e testimoniato da tanti cammina- Cagliari il 22 settembre 2013. La Regione tori, sarà importante che la Fondazione che Sardegna ha infatti dedicato al Santo Pa- lo rappresenta implementi con grande cura dre un pellegrinaggio “ideale” che attra- un suo piano strategico in grado di comuni- verso i luoghi legati al culto della Madonna care con i suoi potenziali fruitori. di Bonaria, da Barcellona, passando per la - il Cammino di Santu Jacu, un percor- Sardegna e Roma, giunge sino a Buenos Ai- so di pellegrinaggio che tocca vari territori res, città natale del Papa che prende il suo e che si estende dal nord al sud dell’isola nome proprio da Nostra Signora di Bona- unendo in un itinerario i paesi sardi devoti ria. a San Giacomo Apostolo quale Sulle stesse orme l’ente Provincia dei Santo Patrono delle rispettive comunità Frati Minori Cappuccini di Sardegna, Con- di appartenenza. Il cammino è stato pre- ventuali e Frati Minori, in sintonia con i sentato e formalizzato per la prima vota principali territori isolani e del Mediter- nel 2007 con un Accordo di Programma che raneo legati al culto dei Santi francescani, coinvolge nove comuni. Il Cammino dovrà hanno inteso implementare un percorso curare con particolare attenzione percorso ideale in grado di dare visibilità e valorizza- e ricerca dei parametri che garantiscono re i più importanti luoghi legati al france- fruibilità e sicurezza.

84 Turismo culturale e religioso in Sardegna Renato Tomasi . Itinerari dello spirito 85 scanesimo attraverso il riconoscimento del ato nel 1999 da papa Giovanni Paolo II, è “Percorso Francescano in Sardegna”. ancora molto amato da tutti i sardi e vivo Seguendo la devozione dei sardi per le nel cuore dei molti fedeli, soprattutto ca- principali figure spirituali dell’isola possia- gliaritani, che ne ricordano la bontà e le mo tracciare un itinerario lungo le più im- capacità taumaturgiche. Viaggiando verso portanti mete di pellegrinaggio, luoghi di la costa orientale, in pochi sanno che Dor- culto di straordinaria bellezza, devozione e gali, importante centro turistico, ha dato i spiritualità. natali alla Beata Suor Maria Gabriella Sa- Viaggiando verso l’interno, sull’altopia- gheddu, straordinaria figura di riferimento no del Sarcidano, si incontra il borgo di La- per il mondo cattolico in quanto testimo- coni, paese natìo di Sant’ Ignazio, il Santo ne dell’ecumenismo e del dialogo interreli- più venerato della Sardegna, dove si può gioso avendo “speso la vita per l’unità dei visitare il santuario e la sua casa, meta di cristiani”. Sempre nel nuorese troviamo importanti pellegrinaggi. Il borgo offre al Orgosolo, altro piccolo centro dell’interno, visitatore uno scenario storico-culturale e noto per i murales, che nel 1919 ha dato i ambientale unico: dal Castello degli Ayme- natali alla giovane martire Beata Antonia rich (marchesi di Laconi dal XVII secolo) Mesina, importante figura religiosa, vergi- immerso in un parco annoverato tra i più ne e martire che, impegnata nella vita della belli e importanti “giardini” della Sarde- Chiesa, all’età di sedici anni difese fino alla gna, al Museo Civico delle statue menhir morte la propria castità. presso il palazzo comunale con le sue mo- Spostandoci invece verso sud troviamo numentali stele di pietra ritrovate nella un altro importante centro turistico e cul- località di Perda Iddocca. Nelle vicinanze, turale dove l’elemento religioso è profonda- tappa obbligata è il complesso nuragico Su mente radicato. Si tratta di Pula, nota so- Nuraxi di Barumini, patrimonio dell’Une- prattutto per la zona archeologica di Nora sco, imponente esempio della civiltà mega- e per essere la tappa principale (in quanto litica preistorica sarda. luogo del martirio del Santo) del Cammino A pochi chilometri da Laconi si trova di Sant’Efisio e diventata, più di recente, Gesturi, comune della Marmilla situato ai meta di pellegrinaggio per aver dato i na- piedi dell’altopiano della Giara: è il paese tali al Servo di Dio Fra Nazareno. Nato nel che ha dato i natali al Beato Fra Nicola da 1911, su indicazione del suo padre spiritua- Gesturi. Il frate, umile figura di questuan- le San Pio da Pietralcina, decise di entra- te, vissuto dal 1882 al 1958 e dichiarato be- re nel convento dei Cappuccini di Cagliari.

86 Turismo culturale e religioso in Sardegna Nel 1950, dopo la morte di Fra Nicola, fu Ma ci sono anche altre mete di pellegri- incaricato di sostituirlo nella questua a Ca- naggio, che traendo ispirazione da fatti o gliari. Uomo di preghiera e di doni spiritua- storie mistiche, arricchiscono ulteriormen- li fu amatissimo e ricercato dalla gente. Dal te il panorama degli “Itinerari dello Spiri- 1986 fino alla morte avvenuta a Cagliari il to”. Nel 2012 con le celebrazioni per il 400° 29 febbraio del 1992, fece parte della frater- anniversario de “Los milagros del Cristo di nità del convento di Cagliari, anche se vive- Galtellì”, la Sardegna e i suoi ospiti hanno va a Pula in una casa di campagna, dove ri- avuto modo di approfondire la conoscenza ceveva numerosissimi fedeli; si adoperò per del borgo Galtellì. Al centro della Baronia la costruzione di una chiesa, oggi diventata reso noto da Grazia Deledda nel suo roman- importante santuario, dove giacciono le sue zo “Canne al vento”, Galtellì è da annove- spoglie, meta di preghiera ed intensa devo- rare tra i borghi più belli d’Italia e tra le zione. principali mete di pellegrinaggio e di incon- Il viaggio nei territori in cui è possibile tro tra fedeli, grazie alla “sudorazione del riscontrare vere testimonianze di fede e spi- sangue” del Crocifisso Ligneo, conservato ritualità si arricchisce ulteriormente par- nella sua chiesa parrocchiale e ai miracoli, lando dei Santi e Beati dell’isola... . Papa certificati dai notai, avvenuti a partire dal Francesco, durante l’incontro con i giovani 1612. in occasione della visita pastorale a Caglia- Spostandoci a nord dell’isola, tappa im- ri, nel settembre 2013 affermò: “La vostra prescindibile è Luogosanto, piccolo paese terra ha dato tante testimonianze, anche re- situato nel cuore della Gallura. Meta di pel- centi: legrinaggio per la presenza della Porta San- le Beate Antonia Mesina, Gabriella Sa- ta (aperta ogni 7 anni), Luogosanto trova gheddu, Giuseppina Nicoli; le sue particolarità nell’origine medioevale i Servi di Dio Edvige Carboni, Simonetta e nelle venticinque chiese campestri che Tronci e Don Antonio Loi. costellano la campagna e dominano punti Sono persone comuni... imitate il loro di osservazione di particolare bellezza (fig. esempio, affidatevi alla loro intercessione …” p. 89). I piccoli edifici sacri sempre aperti, Il viaggio lungo le località che hanno secondo la tradizione antica delle “cussor- dato i natali o l’ospitalità a figure spiritua- gie”, possono diventare le tappe di un itine- li e venerabili ci porta a scoprire un’isola rario che ci porta alla scoperta del paese e caratterizzata da infinite altre storie sem- dei suoi paesaggi. plici, umili ma di intensa valenza religiosa.

Renato Tomasi . Itinerari dello spirito 87 Altro Martire venerato da migliaia di Cappuccine (Oristano), Convento dei Cap- fedeli, nonché patrono della Sardegna, è puccini a Sanluri, Santo Bambino di Praga Sant’Antioco, le cui spoglie sono conserva- (Ozieri - SS), Basilica della Madonna della te all’interno della Basilica situata nel pa- Neve (Cuglieri - OR) solo per evidenziar- ese omonimo. ne quelli maggiormente noti e meritevoli Il Santo viene celebrato il 15mo giorno di essere inseriti tra le tappe di un viaggio dopo la Domenica di Pasqua e le origini di nell’isola. questa Festa risalgono al 1359, anno in cui Anche il patrimonio artistico cultura- furono rinvenute le sue spoglie. La Festa di le-religioso del “romanico” si inserisce in Sant’Antioco è una delle più antiche e sug- questo contesto. Introdotto inizialmente gestive dell’isola: ogni anno costumi prove- dagli ordini monastici, rappresenta lo sti- nienti da tutta la Sardegna sfilano lungo le le architettonico di maggiore espressività strade del paese per onorare il loro Santo e diffusione nell’isola. Dal nord Sardegna protettore rendendo l’isola e il paese una passando per il centro sino al sud si con- meta privilegiata per turisti e i pellegrini. tano un numero elevatissimo di chiese di grande interesse e bellezza. Una presenza I luoghi di culto: le architetture religiose sconfinata di monumenti, spesso di natura L’elenco delle località di culto o mete spi- campestre, in grado di caratterizzare o ar- rituali di riferimento nella costruzione di un ricchire itinerari di grande fascino religio- ipotetico itinerario di viaggio si arricchisce so e storico-culturale. La Basilica di San notevolmente anche grazie alla presenza di Gavino (Porto Torres - SS), San Pietro di importanti santuari, monasteri, conventi, Sorres (Borutta - SS), Basilica della Santis- siti e luoghi di culto. Solo per ricordarne sima Trinità di Saccargia (Codrongianos - alcuni, il Santuario e Basilica di Nostra SS), Cattedrale di Sant’Antioco di Bisarcio Signora di Bonaria (fig. p. 95), Patrona (Ozieri - SS), San Giovanni Battista (Oro- Massima della Sardegna. Nostra Signora di telli - NU), San Nicola (Ottana - NU), Basi- Gonare (Orani-Sarule NU), Nostra Signora lica Santa Maria di Bonarcado (OR), Catte- di Valverde (Alghero - SS), Nostra Signo- drale di Santa Giusta (Santa Giusta - OR), ra del Rimedio (Oristano), Nostra Signora San Pantaleo (Dolianova - CA), Cattedrale delle Grazie (Nuoro), Madonna delle Gra- Santa Maria di Tratalias (CI), solo per ci- zie (Sassari), Nostra Signora di Bonacatu tare alcune fra quelle di maggiore interesse (Bonarcado - OR), Nostra Signora dei Mar- storico-culturale e meglio conservate. tiri (Fonni - NU), Monastero delle Clarisse

88 Turismo culturale e religioso in Sardegna Renato Tomasi . Itinerari dello spirito 89 Complice la sua economia a vocazione ai visitatori di vivere fino alle porte della agro-pastorale, l’isola vanta anche un nu- primavera, l’esperienza del susseguirsi di mero elevatissimo di chiese campestri: sono eventi fortemente identitari come i Fuochi circa un migliaio gli edifici sacri rurali in di Sant’Antonio, il Carnevale e, in partico- attività sparsi in ogni angolo dell’isola a lare, i Riti della Settimana Santa. Atmo- rappresentare un patrimonio identitario e sfere ricche di intensa devozione sono quel- religioso ancora da scoprire. le che si vivono durante i Riti del Triduo Nella direzione di rendere fruibile e ospi- Pasquale, dove nel corso di celebrazioni e tale l’offerta turistica nei luoghi di culto liturgie si condensano profumi, luci e colo- e di pellegrinaggio, un cenno particolare ri, abiti tradizionali e preziosi oggetti sacri, va fatto sulle cosiddette “cumbessias” o tessuti ricercati e splendidi ricami, e gli im- “muristenes”. Un bene straordinario che la mancabili canti liturgici di accompagna- Sardegna detiene, in alcuni casi da riqua- mento dei riti sacri. La Settimana Santa in lificare e rilanciare, fatto di piccole abita- Sardegna rappresenta uno dei momenti di zioni private o di proprietà ecclesiastiche più alta religiosità popolare caratterizzata costruite intorno o in prossimità di un san- da rituali suggestivi e solenni, radicati nel tuario o una chiesa campestre, utilizzate tempo, che vengono vissuti dall’intera co- per il pellegrinaggio durante le novene per munità. facilitare la partecipazione alle funzioni re- ligiose. Solo per evidenziare alcuni siti dove Gli itinerari religiosi è possibile ritrovare le tipiche strutture di Nell’ambito del turismo religioso la Sar- accoglienza ricordiamo: San Francesco di degna non può concorrere con le più ri- Lula, Nostra Signora del Rimedio di Oro- nomate mete di culto come San Giovanni sei, Nostra Signora di Monserrato di Olie- Rotondo o Lourdes, ma l’isola è comunque na, Martiri di Fonni, San Costantino di Se- ricca di luoghi e percorsi religiosi che per- dilo, Santa Cristina di Paulilatino ecc. mettono al visitatore di immergersi e vivere non da “spettatore” ma in prima persona le Riti e manifestazioni religiose emozioni e la profonda spiritualità che da La peculiarità dell’offerta del turismo sempre accompagna il lento scorrere della culturale-religioso prosegue e si arricchisce vita dei sardi. In questa direzione il proget- inoltre con le suggestive ed emozionanti to “Cultura Religiosa e Turismo” candida manifestazioni popolari e religiose, che sin la Sardegna come meta ideale di viaggio dall’inizio dell’anno offrono l’opportunità per coloro che desiderano scoprire e diven-

90 Turismo culturale e religioso in Sardegna Renato Tomasi . Itinerari dello spirito 91 tare “autentici testimoni” della vita e della eventi si posiziona al quarto posto dopo il fede di un popolo. Veneto la Campania e il Lazio rispettiva- mente con un numero di 1740, 1680 e 1520 I Grandi Eventi religiosi (circa) tradizioni popolari. Il Progetto offre Fra le motivazioni di vacanza in Sar- evidentemente l’opportunità di promuove- degna è noto che oltre al mare e alle altre re i grandi eventi e le feste “di natura reli- specificità (patrimonio naturale, cultura- giosa” non solo come importanti prodotti le ed enogastronomico) rivestono un ruo- “turistici” ma anche di realizzare una “fi- lo strategico i cosiddetti “Grandi Eventi” liera” specializzata utile a destagionalizza- oggi valorizzati e promossi come importan- re e intercettare nuovi flussi turistici attra- ti ma “singole” manifestazioni turistiche: verso un’offerta unitaria e coordinata del Sant’Efisio a Cagliari (fig. p. 91), la discesa turismo culturale-religioso. dei Candelieri a Sassari, San Francesco a Lula, la Corsa degli Scalzi a San Salvatore Il Culto Mariano - Cabras, l’Ardia a Sedilo, la festa di San A completamento del discorso che ci ha Simplicio a Olbia, il Redentore a Nuoro, la portato ad avere un’idea su quanto la Sar- Sartiglia a Oristano e i Riti della Settimana degna possa offrire sul fronte del turismo Santa a Iglesias. culturale e religioso, proviamo infine a im- Come anticipato in premessa le “feste e maginare di compiere un viaggio differen- sagre popolari” rappresentano un impor- te da quanto solitamente ci propongono le tante attrattore di ospitalità consegnando guide turistiche. Ipotizziamo di scoprire il alla Sardegna, come evidenziano gli annua- volto della Sardegna “spirituale” passan- ri sulle tradizioni popolari, il primato della do per le singole parrocchie, volgendo lo regione d’Italia con il maggior numero di sguardo alla storia e alla devozione di co- “feste religiose”. munità, paesi e centri urbani rispetto al Con oltre 940 feste religiose, la Sardegna proprio Santo Patrono o circoscrizione ec- primeggia rispetto a regioni come la Cam- clesiastica. pania, il Lazio e la Calabria rispettivamen- Si tratta di un viaggio conoscitivo sicu- te con 530, 520 e 450 (circa) feste religiose, ramente da approfondire, magari con le seguono le altre regioni con numeri decisa- stesse guide turistiche, soprattutto da un mente inferiori. Se alle feste religiose si ag- punto di vista storico-culturale, che può giungono le “sagre e rassegne popolari” la sorprendere e incuriosire, ma soprattutto Sardegna con un patrimonio di oltre 1400

92 Turismo culturale e religioso in Sardegna fornire nuovi elementi funzionali alla pro- di cappelle, chiese e santuari nelle svariate mozione della filiera. iconografie. Esaminando ed elaborando i dati ufficia- A conclusione di una proposta di viag- li della Chiesa Cattolica Italiana (sito www. gio fondata su un percorso di spiritualità e chiesacattolica.it) emerge che su 622 parroc- devozione evidenziamo quanto il progetto chie presenti nel territorio della Sardegna e degli “Itinerari dello Spirito” possa contare all’interno delle dieci diocesi, il 25% (153) su una pluralità di “ingredienti” di natura sono dedicate al culto della Madonna, vene- identitaria capaci di rendere l’isola ancora rata sotto diversi titoli. Proseguendo l’ana- più intrigante ed attrattiva: lisi, l’11% delle parrocchie (71) sono intito- - i “gosos”, tradizionali canti devozionali late a uno degli Apostoli, che diventa il 16% dedicati ai Santi o alla Madonna; (101) se si comprendono anche le chiese - la presenza e il ruolo delle confraternite; parrocchiali dedicate a Giovanni Battista. - l’arte sacra (retabli, pitture, sculture...); In questa graduatoria seguono le 33 parroc- - una ricca produzione editoriale specializ- chie intitolate al Cristo (Re, Redentore, Sal- zata; vatore, Maestro...), 16 agli Angeli e 12 a San - l’artigianato artistico; Giuseppe, sposo di Maria. Soltanto 7 sono - l’immenso patrimonio eno-gastronomico le parrocchie intitolate a Santi e beati sardi legato alle feste e ai riti religiosi rappre- (S.Ignazio da Laconi, San Giorgio Vescovo sentano un ulteriore testimonianza di di Suelli e Suor Maria Gabriella). un’immensa ricchezza che può accompa- Infine, un dato che merita probabilmen- gnare i processi di valorizzazione e promo- te un approfondimento è rappresentato zione del Turismo Religioso in Sardegna. dal resto delle 300 parrocchie che presen- tano una testimonianza di devozione ver- Le prospettive del Turismo Religioso in so un’interessante e variegata pluralità di Sardegna Santi. La ricchezza dei fattori sopra riportati La breve analisi sopra riportata fa emer- ci consente di affermare che il progetto sul gere un dato sicuramente interessante Turismo Culturale-Religioso può contare che si rileva visitando anche i santuari: la su una terra ideale per una promozione tu- Sardegna, attraverso la storia delle singo- ristica in sintonia con gli orientamenti del le diocesi, si conferma una regione profon- Consiglio d’Europa fortemente interessa- damente devota a Maria, madre di Gesù: a to, attraverso la promozione degli itinerari Lei sono stati dedicati un numero infinito culturali europei, a far conoscere e vivere ai

Renato Tomasi . Itinerari dello spirito 93 cittadini dell’intero continente la loro co- la comunicazione può diventare uno stru- mune identità culturale. mento strategico basilare per generare una Il Turismo Religioso offre alla Sardegna proposta turistica che trasmetta l’identità una grande occasione per favorire ed incen- locale nelle sue svariate accezioni. tivare lo sviluppo di un turismo sostenibile L’attrattività del segmento in questione e responsabile. Come afferma l’Organizza- dovrà far leva sia sugli aspetti più esclusi- zione Mondiale del Turismo WTO “lo svi- vi e identitari dell’isola sia sugli elementi luppo del turismo sostenibile soddisfa i biso- emotivi e suggestivi, indotti e valorizzati gni dei turisti e delle regioni ospitanti e allo da una efficace ed attenta comunicazione. stesso tempo protegge e migliora le opportuni- Sotto questo profilo occorre valutare l’op- tà per il futuro”. portunità di ripensare ai modi di comunica- Con il Turismo Religioso la Sardegna re l’identità e l’immagine senza modificare dovrà imparare ad interagire con un viag- il valore dei contenuti o le finalità. Ripen- giatore che manifesta esigenze differenti da sare ad esempio all’utilizzo del termine “sa- quello notoriamente conosciuto durante la gra” spesso sbrigativo sinonimo di qualsi- stagione balneare. Il pellegrino spesso è un asi momento di promozione del territorio, viaggiatore riflessivo, consapevole, attento grazie ai suoi prodotti tipici. Ripensare a allo stile da vivere nei suoi viaggi: respon- un corretto utilizzo di questo termine signi- sabile nei confronti dell’ambiente, delle fica verificare che il suo significato di “festa culture tradizionali delle popolazioni locali profana”, più ludico e folcloristico, benché e interessato a scoprire prodotti che siano importante, non pregiudichi, appiattisca, o espressione autentica della cultura locale. addirittura annulli i contenuti più profon- Un turismo lento finalizzato all’incontro di di un evento legati a una celebrazione, tra persone e culture differenti, all’ospi- un rito o solennità o, più in generale, a mo- talità, alla convivialità, alla gentilezza e menti di profonda devozione. Non è infatti sobrietà e consapevole di contribuire a va- raro sentir parlare di Sagra del Redentore, lorizzare lo sviluppo sociale, culturale ed Sagra di Sant’Efisio, Sagra di Sant’Antio- economico dei territori attraversati. co, importanti eventi religiosi intrisi di for- Come testimoniano le tendenze statisti- te spiritualità ma molto spesso promossi e che degli ultimi anni in Italia e nel Mondo, conosciuti più per la loro natura “profana”. il Turismo religioso rappresenta un’impor- I processi di strutturazione dell’offerta tante opportunità di crescita economica richiedono, al pari di una mirata politica di e sociale da cogliere e, in questo contesto, comunicazione, un’attenzione particolare

94 Turismo culturale e religioso in Sardegna Renato Tomasi . Itinerari dello spirito 95 alla formazione e qualificazione degli ope- L’importanza del riconoscimento, da ratori economici destinati a posizionarsi parte delle istituzioni regionali della valen- nella filiera. za turistica dei “Cammini della Sardegna” La filiera del Turismo Religioso richie- e dell’istituzione del Registro dei “Cammi- de pertanto precise competenze e figure ni e degli Itinerari Turistici Religiosi e dello professionali in grado di rispondere a una Spirito”, rappresenta un punto fondamen- domanda sempre più attenta ed esigente, tale per favorire la definizione di un’offerta guide capaci non solo di “raccontare” e “il- aggregata e qualificata. lustrare” beni artistici, culturali, liturgici o Gli Itinerari dello Spirito presenti in Sar- paesaggistici ma di far vivere le emozioni di degna raccontano la storia e disegnano la un viaggio in modo partecipato. geografia del sacro che hanno contrasse- La Pontificia Facoltà Teologica della gnato lo sviluppo della vita e dell’esperien- Sardegna, gli Istituti di Scienze Religio- za cristiana nell’isola. se e le due Università potranno e dovran- La cultura religiosa e la devozione popo- no favorire lo sviluppo di una formazione lare ci assicurano uno straordinario valore specializzata oltre a promuovere iniziative identitario e spirituale capace di conqui- che contribuiscano a veicolare il messaggio stare e riaccendere nuove motivazioni per cristiano, dal quale i beni culturali eccle- la Sardegna, porto ideale per un viaggio siastici e, più in generale, gli itinerari dello all’insegna della contemplazione, della spirito hanno tratto ispirazione. spiritualità e della riscoperta di una terra Il percorso progettuale ormai in piena accattivante e misteriosa, affascinante e in- fase di consolidamento prevede, con il sup- contaminata, custode di ancor inesplorati porto di specifiche linee guida, la realizza- cammini lungo le vie della fede e della na- zione di una rete integrata, aperta a tutti tura. i centri ‘vocati’, che attraverso la formula del partenariato tra gli operatori consen- tirà di presentare l’immagine della Sarde- gna in modo coordinato ed unitario.

96 Turismo culturale e religioso in Sardegna Il turismo responsabile: rapporti tra turismo lento e cultura religiosa L’importanza del ruolo e della qualità della guida Isabella Pavan

Il Turismo culturale e religioso in Sarde- facciano rete e siano collegati da un filo gna: è importante inquadrare in quale con- rosso; e che vogliono e credono di aver per testo si inserisce il tema del corso. È fonda- le mani qualcosa di estremamente prezio- mentale considerare chi oggi è qui e perché, so, da custodire, proteggere e condividere. per poter dire, e bene, quale è l’importanza Come responsabile del settore Percorsi – per lo sviluppo del turismo culturale e re- e della collana di guide di Terre di mezzo ligioso in Sardegna – del ruolo della guida Editore, posso dire che la narrazione di (libro), in grado di promuove un territorio quanto sopra passa anche dai libri e dalle e la storia che vi appartiene. guide (in questo caso non ambientali ma A chi ci stiamo rivolgendo? A guide am- cartacee). bientali e alpine, a ricercatori, storici, a Ma prima di sviscerare qual è l’anima responsabili e dipendenti o volontari pres- della guida è fondamentale farci un’idea su so musei, monumenti storici e religiosi, e turismo responsabile e turismo lento, e sui punti informativi, a laureati in teologia e cammini storici e spirituali. non solo, appassionati di cammini religiosi. Aitr (Associazione italiana turismo re- Sopra tutto abbiamo di fronte persone che sponsabile), che promuove la cultura e la credono e vogliono che questa terra venga pratica di viaggi di turismo responsabile e sempre più scoperta nella sua interezza, che racchiude sotto di sé circa 100 realtà, valorizzata e promossa; che quei luoghi, utilizza ufficialmente la seguente defini- abitati o meno, magari piccoli e solitari, zione: Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed econo- mica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello svilup- po turistico sostenibile e socialmente respon- sabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turi- smo, comunità locali e viaggiatori. Questo significa che tutti gli “attori” di un’esperienza di turismo responsabile, e quindi “il turista”, l’“organizzatore” e la comunità locale ospitante devono essere consapevoli di essere coinvolti, ciascuno, per ciò che lo riguarda, in un rapporto che non deve essere “focalizzato” sulle esigenze solamente dell’uno o dell’altro, o nel qua- le le esigenze dell’uno prevalgono su quello dell’altro… bensì in una dinamica comples- sa in cui tutti devono rispettare, preserva- re (e a volte ideare ex novo) gli equilibri funzionali a una sana, sostenibile e reddi- tizia sopravvivenza degli altri protagonisti dell’esperienza turistica. (www.aitr.org) In Europa e in Italia il turismo a piedi o turismo lento è un fenomeno in costante crescita. Mentre il Cammino di Santiago, esem- Sul tratto italiano della Via Francigena pio per tutti, nel 2017 ha registrato oltre sono oltre 40.000 i viandanti in cammino: 300.000 presenze, con una crescita del 60% pellegrini, escursionisti, turisti e cicloturisti: in 10 anni. Gli italiani sono la seconda na- camminatori… che percorrono l’antico trac- zionalità di camminatori, dopo gli spagno- ciato per alcuni giorni o per un mese intero. li, con 27.000 persone che hanno attraver-

98 Turismo culturale e religioso in Sardegna sato le 4 regioni spagnole (nel 2004 erano Una guida di un cammino religioso cosa meno di 8.000). È chiaro quanto questa sia deve raccontare? Oltre agli aspetti tecnici una realtà nuova anche per l’Italia; 10-15 e logistici, oltre a delle buone mappe e tut- anni fa inimmaginabile. te le informazioni utili. Facciamoci aiutare Turismo responsabile, turismo lento, da qualche suggestione di don Paolo Giu- cultura religiosa e turismo religioso: parole lietti e don Paolo Asolan mentre dialogano importanti, perché rispondono a un’identi- tra loro sui grandi pellegrinaggi, nel libro tà (italiana sicuramente legata al turismo, Cammini d’Europa (Terre di mezzo Edito- ma anche alla cultura religiosa - san Fran- re). Suggestioni che è utile ricordare quan- cesco, patrono d’Italia e san Benedetto, do abbiamo davanti a noi, un pellegrino ad patrono d’Europa, e poi tutti i santi legati esempio, ma forse non solo. Utili nella ste- alla cultura popolare e locale...). E rispon- sura di una guida su un cammino religioso, dono a una tendenza, qualcuno dice moda, ma utili anche a una guida museale. e va bene, ma diciamo anche passione, inte- Ci sta a cuore non solo spiegare come si resse e attenzione. Una scoperta. fa a raggiungere le mete di pellegrinaggio, È importante capire come si coniugano ma anche perché lo si fa. Non soltanto il turismo responsabile e cultura religiosa: corpo, la materia, ma anche l’anima, lo spi- cosa ha a che vedere il turismo con la cul- rito. Non solo i mezzi, ma anche i fini. tura religiosa? Alzi la mano chi da turista, Quando due pellegrini si incontrano e anche non credente, non ha mai visitato cominciano a chiacchierare tra di loro, spe- una chiesa, fermandosi a leggere o ascol- rimentano una familiarità e un’apertura tare la storia di quel monumento o di una d’animo eccezionali, che si giustificano solo singola opera. Inutile dire cosa è una chiesa per il fatto che si è lì per strada, alle pre- per un credente, e questo nelle guide non se con le stesse difficoltà e rimuginando le si trova, e forse invece si dovrebbe comin- stesse domande. ciare a fare. Importanza della capacità di Muoversi in un tempo sacro, diverso dal- narrare. Andate a visitare San Luigi dei la quotidianità. francesi a Roma, e soffermatevi a guardare Perché si va in pellegrinaggio: antica- le opere del Caravaggio guidati dai pannel- mente per voto e per chiedere perdono, per li esplicativi. Imparerete molto su come si molte ragioni, per curiosità, per sfida… può narrare una storia, un’opera; di cosa si Le tappe sono quasi sempre indicate dal può sottolineare e come farlo. nome dei santi che vi si venerano e che i pellegrini non debbono tralasciare di visi-

Isabella Pavan . Il turismo responsabile: rapporti tra turismo lento e cultura religiosa 99 tare: senza dubbio un’ulteriore indicazione pellegrinaggi “minori”, quelli legati a un del carattere di via sacra del cammino. territorio locale hanno un esempio e spunti Al pellegrinaggio è legata una carità da cogliere. E possono crescere e far cresce- molto concreta, dovuta al fatto che c’è chi re il territorio, l’economia, la partecipazio- pellegrina a piedi e chi accoglie i pellegrini. ne, l’interesse, l’indotto. La stagione dei pellegrinaggi iniziava Leggiamo alcuni eventi legati allo svi- con la primavera e finiva con l’autunno, luppo del Cammino di Santiago. non solo o non tanto per il clima, ma perché Santiago de Compostela è diventata ca- lungo la strada si trovava più cibo “spon- pitale della Galizia grazie a san Giacomo: taneo”. non era una città, né grande né abitata né La Chiesa come accoglieva i pellegrini significativa. Era “un cimitero”, dove era che varcavano il portale d’ingresso. Cosa sepolto il santo. Oggi è una città che è de- avveniva alla fine del cammino? Qual era terminata in tutti i sensi, anche urbanisti- il senso del pellegrinaggio che la Chiesa tra- camente, dalla tomba dell’apostolo. smetteva una volta giunti alla meta? Nell’anno santo (compostellano) del Terre di mezzo Editore nel 1999 ha avuto 1965, il cardinale Fernando Quiroga Pala- un’intuizione, prevedendo in qualche modo cios rilanciò pastoralmente il cammino e quella crescita di cui abbiamo parlato: ha in contemporanea il ministro del turismo pubblicato la prima guida al Cammino di Fraga Iribarne si preoccupò di promuover- Santiago. Come dicevamo, allora erano lo come itinerario culturale, novità per l’e- pochi gli italiani in cammino; non solo ma poca. sicuramente, la guida, come strumento, ha Restaurarono i paradores (alberghi), il potuto fare da volàno. E nel tempo questo cammino venne promosso e comunicato in volàno si è rivolto a favore di tanti altri forme diverse. cammini, in particolare in Italia. Bisogna La convergenza dei due interessi (religio- essere in grado di guardare avanti, sempre, so e istituzionale) dette notevole impulso e osare. alla ripresa dei pellegrinaggi. Non si può dunque non partire dal Nacquero poi la confraternite (religiose) “caso” Santiago, che non è moda, come e le associazioni degli amici dei cammini tanti dicono, ma è una storia e in fondo (amici/sostegno): l’importanza di fare rete. anche un modello. I pellegrinaggi storici – Non si può infine non citare chi, più “dal peregrinationes maiores –, Santiago, Roma, basso”, e forse più di ogni altro, si è adope- Gerusalemme, fanno storia e insegnano; i rato perché i pellegrini potessero avere una

100 Turismo culturale e religioso in Sardegna “guida” lungo il cammino: don Elías, par- Camminare nella Storia dunque; il Cam- roco di Cebreiro, che per primo segnò tutto mino minerario di santa Barbara ne è esem- il cammino con la famosa flecha amarilla – pio: il legame con la tradizione religiosa la freccia gialla –, fondamentale (anche se popolare e l’intima connessione tra cultura oggi rischia di essere utilizzata anche per e storia comune, quella delle miniere e dei interessi personali, istituzionali/ammini- minatori. strativi e commerciali). Perché è importante questo legame? Importante dunque tenere conto di San- Lo abbiamo detto, perché il territorio si tiago quando pensiamo ai “nostri” cammi- trasforma: vedi Santiago, vedi gli esempi ni. Da Santiago alla Via Francigena, che italiani, vedi la storia, quando nascevano spesso consideriamo cammino italiano ma ospitali (per pellegrini, ma poi soprattut- in realtà è anche una via internazionale. to e tanto, per poveri e malati); la topono- Allargando lo sguardo, senza andare lonta- mastica, il commercio locale, ospitalità. È no, ecco allora che prendiamo in conside- indotto. Il turismo porta economia, anche razione quei cammini che escono dalla tra- il turismo lento. Allarga la prospettiva e le dizione popolare; pensiamo ai pellegrinag- possibilità. gi “minori”: sant’Antonio, santa Barbara, Santiago è stata la prima meta che ai no- sant’Efisio, santa Rosalia in Sicilia, Loreto stri giorni ha ripreso vigore e attratto pel- e la Via Lauretana, per citarne alcuni. legrini. Ma anche cammini odierni legati alla Santiago ha dato il tono, il segno e il ca- nostra religiosità, ma che non hanno (non rattere al pellegrinaggio della nostra epoca, avevano!) una tradizione di pellegrinaggio ne ha stabilito le modalità. e oggi lo stanno diventando: san Francesco, E ora cosa sta accadendo sul nostro ter- san Benedetto. Non pellegrinaggio verso ritorio? una meta, ma lungo una storia! Lungo una Noi come editore tendiamo le orecchie, e narrazione che ci appartiene. E qui, l’ave- spesso il cuore, perché sappiamo, lo vedia- re fornito uno strumento per mettersi in mo ogni giorno, che ciascuna persona che si cammino, una guida, è stato fondamentale mette in cammino e ciascuna persona che per la diffusione del cammino stesso. Oggi vive lungo il cammino è moltiplicatore di lungo queste due vie è nato molto: realtà opportunità per il territorio coinvolto. commerciali, ricettive, aggregazione socia- le, recupero di beni architettonici, storici… Per questo è fondamentale sapere a chi stiamo parlando e come “usare” al meglio

Isabella Pavan . Il turismo responsabile: rapporti tra turismo lento e cultura religiosa 101 102 Turismo culturale e religioso in Sardegna Isabella Pavan . Il turismo responsabile: rapporti tra turismo lento e cultura religiosa 103 la guida. Di quale turista stiamo parlando? tradurre quanto espresso finora, sapendo Pellegrino, “turigrino” (turista-pellegrino), leggere la realtà e guardando oltre. camminatore, fedele, turista… Una guida risponde a delle domande: è Un tema molto importante è quello strumento, intimamente legato al cammi- dell’accoglienza (accoglienza appunto e no stesso. La guida ha il significato nel suo non pura ricettività). Al pellegrinaggio è nome: guidare, accompagnare, portare lun- legata una carità molto concreta, dovuta al go un percorso. fatto che c’è chi è pellegrina e chi i pellegri- Per descrivere cosa è fondamentale non ni li accoglie. Ma l’accoglienza non è prero- dimenticare in una guida, prendo a riferi- gativa per si mette in cammino per motivi mento gli 11 criteri individuati nella crea- religiosi, per i pellegrini. I turisti in gene- zione dell’Atlante dei cammini, lo strumen- rale e sempre (anche non in cammino) van- to di raccolta digitale di alcuni dei cammini no accolti, e accogliere è cosa grande e non italiani, voluta dal Mibact (Ministero dei semplice, ma fondamentale. Quando entro beni, delle attività culturali e del turismo) in un ufficio turistico e non trovo quello nel 2016, dall’allora ministro Dario France- che cerco, mi inquieto perché ritengo sia schini. Ministro che ha proclamato il 2016 estremamente prezioso saper dare le infor- Anno nazionale dei Cammini (il 2017 Anno mazioni che da turista sto cercando; quindi dei borghi, poi del cibo) e quindi il 2019 trovare chi sa ascoltare e dare la risposta. Anno del turismo lento, dando un segnale Questo è fondamentale! Fondamentale e fa chiaro sull’importanza del tema e di quan- la differenza, e crea il legame tra queste due to sia importante quel che sta accadendo anime. sotto i nostri occhi. E questo che ogni giorno cerchiamo di “Il concetto di turismo lento … tutti hanno inserire nel nostro lavoro editoriale. Cer- capito la differenza tra fast food e slow food. cando ovviamente di fare sintesi; perché Il 2019 Anno del turismo lento sarà un ulte- poi a chi cammina per più giorni con zaino riore modo per valorizzare i territori italiani in spalla, pesa ogni etto che si porta dietro, meno conosciuti, e rilanciarli in chiave soste- quindi dobbiamo scegliere cosa raccontare nibile con esperienze di viaggio innovative, e cosa rimandare in altra sede. dai treni storici ad alta panoramicità agli Qual è dunque il ruolo della guida? In itinerari culturali, i cammini, le ciclovie, i parte lo abbiamo già detto, in parte è sem- viaggi a cavallo”. (Dario Franceschini) plicemente trovare il modo di raccogliere e

104 Turismo culturale e religioso in Sardegna Quelli che seguono sono solo alcuni cri- bisogna saper lavorare perché si possa cam- teri da considerare quando si pensa a un minare in sicurezza. Tema interessante e cammino, alcuni sono migliorabili, altri coinvolgente. Il tema aperto è legato al chi meriterebbero approfondimenti, e a questi se ne deve e può occupare. Una guida deve 11 dovrebbero e potrebbero aggiungerse di- tenere conto anche di questo aspetto. versi altri. Questo è un punto di partenza. Percentuale di strade asfaltate non supe- Percorsi fisici lineari e fruibili : percorsi riore al 40: chi ha camminato per anche solo lineari vuol dire che un cammino per chia- un giorno intero sa che non si può cammi- marsi tale non deve essere unicamente un nare prevalentemente su asfalto; ai piedi insieme di luoghi tra cui spostarsi senza un non serve l’asfalto, ma un terreno solido, senso e una meta, ma un percorso ‘fisico’, non fangoso, ma non duro. Il lavoro dell’e- percorribile, che unisce un tema, una sto- ditore con l’autore della guida e il promoto- ria, una linea rossa lungo la quale metter- re o creatore del cammino è anche quello di si in cammino. Il ruolo della guida è dare vigilare in tal senso. informazioni pratiche ma anche accompa- gnare lungo questa storia, raccontandola. Tappe dotate di tutti i servizi di supporto al camminatore: primo su tutti l’ospitalità. Presenza di segnaletica orizzontale e/o ver- Il camminatore che si accinge a percorre- ticale per ogni tappa: i camminatori, ciclisti, re una strada per diversi giorni, deve avere cavalieri, turisti che si mettono in cammino tutti i servizi di supporto necessari. In pri- lungo i percorsi, devono avere gli strumenti mis l’accoglienza, poi dei percorsi manute- essenziali e necessari per seguire il traccia- nuti e puliti; oltre che segnalati, come da to e avere dei riferimenti precisi e durevoli. punto precedente. Questo è un dato molto Per questo, come per ogni sentiero monta- importante per chi si accinge a partire ed no, è fondamentale avere una segnaletica, è un aspetto che cambia velocissimamen- possibilmente omogenea ma comunque co- te nel tempo, per cui è doveroso fornire stante, del percorso. In ogni guida è impor- dati aggiornati e aggiornare le guide stesse tante farne riferimento. quanto più possibile.

Percorso fruibile in sicurezza: importan- Descrizione online sul sito di riferimento te per le amministrazioni e per le persone; di ogni tappa: una volta che esiste il cam- non importa tracciare una linea retta, ma mino, è importante che il camminatore,

Isabella Pavan . Il turismo responsabile: rapporti tra turismo lento e cultura religiosa 105 cicloturista, cavaliere, possa avere degli Senza dimenticare però l’importanza di strumenti di approfondimento; quindi un fare rete. sito di riferimento, una guida cartacea o digitale sono strumenti fondamentali per Garantire la vigilanza e la manutenzione tutte quelle informazioni che servono: una del percorso: imprescindibile! chi può farlo? descrizione del percorso, giorno per giorno, istituzioni, associazioni, privati… tutti, delle mappe dettagliate, gli indirizzi dove ciascuno per il proprio. Se un percorso non potere fermarsi a dormire, approfontimen- viene manutenuto quel percorso muore. ti storico culturali e artistici, i racconti e le Vedi punto precedente. Vedi l’importanza storie. della rete.

Servizi di alloggio e ristorazione entro 5 km Georeferenziazione del percorso: tra gli dal Cammino: ecco, per chi cammina 5 km strumenti utili sia per chi si mette in cam- sono troppi, 1 km in più è la distanza massi- mino sia per chi promuove il percorso, sia ma che si può prendere in considerazione in per chi si occupa della manutenzione è una cammino, per questo, anche se non è ideale, precisa georeferenziazione del percorso. Sì molte ospitalità lungo il cammino offrono che sia strumento per i camminatori, e per servizi di navetta, dal percorso all’alloggio. chi custodisce il cammino stesso. Ovvia- Non è l’ideale, perché interrompe un anda- mente questo serve alla guida per fornire re, ma sicuramente è un aiuto là dove non delle buone mappe; è complementare a tut- ci sono alternative. te le altre informazioni.

Presenza di un “organo di governo” del Sito del Cammino costantemente aggior- Cammino: il termine più corretto forse sa- nato: il tema dell’aggiornamento è pure un rebbe “custode”; è infatti fondamentale la tema fondamentale. Come i sentieri e la se- presenza di qualcuno che custodisce e pro- gnalitica necessitano di costante aggiorna- muove il cammino. Qualcuno che sul cam- mento anche le informazioni sulle ospitali- po, sia innamorato della storia, di qualcuno tà e la descrizione di improvvise variazioni. che coordini le risorse e tiri le fila, di qual- Altrimenti, anche qui, il cammino muore. cuno, che dal vivo possa davvero promuo- E, come già detto, il tema dell’aggiorna- vere e farsi portavoce, verso chi poi ha le mento è un tema che teniamo altamente in risorse, a seconda del campo che si tocca. considerazione in casa editrice.

106 Turismo culturale e religioso in Sardegna La guida dunque deve sempre risponde- Ogni guida comprende: mappe detta- re alla domanda: cosa serve a chi sta cam- gliate del percorso; altimetria: distanze, minando, cosa cerca. Una guida può essere altitudini, località; dati tecnici: terreno, pratica o spirituale, o entrambe le cose. La lunghezza, tempo di percorrenza, dislivelli, guida accompagna lungo un filo rosso, lun- difficoltà; segnaletica, indicazioni per i ci- go una storia. clisti, dove dormire e rifornirsi di cibo e ac- qua; descrizione del percorso: con waypoint

Isabella Pavan . Il turismo responsabile: rapporti tra turismo lento e cultura religiosa 107 e chilometraggio parziale; luoghi significa- Per chiudere osiamo dire che le guide tivi e monumenti da visitare; approfondi- dunque fanno la storia dei cammini: ne menti culturali, spirituali e paesaggistici. raccontano le origini e il senso; forniscono tutte le informazioni utili per chi cammina; Non meno importante è l’editore: Ter- e sono strumenti concreti e strategici per re di mezzo Editore, oggi l’editore di rife- favorirne lo sviluppo futuro. rimento, in Italia, per le guide ai percorsi storici e religiosi, ai grandi cammini. Per ruolo e qualità. Nasce nel 1994, pubblica oltre alla collana Percorsi, con le guide a piedi e in bicicletta, anche titoli legati al turismo responsabile, e poi albi illustrati (e non) per bambini, libri sugli stili di vita e il consumo critico, su sapori e cucina, e poi le autobiografie dell’archivio diaristico di Pieve Santo Stafano. Oggi conta un catalogo di circa 370 titoli attivi. Nel settore Percorsi, in particolare, 40 guide + 11 altri titoli. Terre di mezzo inoltre dal 2004 organiz- za Fa’ la cosa giusta! La più importante fie- ra nazionale sul consumo critico e gli stili di vita sostenibili. Con 90.000 visitatori e 700 espositori. E da alcuni anni è appuntamen- to fisso anche i temi dei Cammini e luogo d’incontro tra istituzioni, camminatori, as- sociazioni.

108 Turismo culturale e religioso in Sardegna La rete dei cammini in Italia: la Sardegna e i Cammini di Santa Barbara e di San Giorgio Vescovo Mobilità lenta, cammini e turismo sostenibile. Realtà, esperienze, nuove opportunità

Ambra Garancini

Cammini comprendendola e condividendola con gli al- Vengono ormai chiamati comunemente tri...”(David Le Breton, Il mondo a piedi. cammini, implicando con questo termine Elogio della marcia, 2001) un lungo percorso, riconoscibile, legato ad Noi, qui, parliamo di cammini, ovvero di una storia o ad una tradizione, ad una meta percorsi di lunga percorrenza dove la scelta “forte” comune, ad una modalità “lenta”, è quella del muoversi a piedi, in libertà, e a piedi, ad una mobilità “povera”, dove dove la dimensione del cammino e la sua per “povero” si intende semplicemente low lentezza ci danno una percezione nuova di cost, ma anche il rimando al senso più pro- noi stessi e del mondo. E ci aprono ad una fondo di “essenzialità”, “leggerezza”. Il qualità di vita migliore. Camminare per noi cammino è scelta di un modo di muoversi, vuol dire riscoprire il mondo con modalità di essere, di rapportarsi con se stessi e con lenta: vuol dire fare un’esperienza straordi- il mondo: naria, di rimessa in gioco di sé e del mondo. “Camminare significa aprirsi al mondo. Vuol dire fare prova di un nuovo modello L’atto del camminare riporta l’uomo alla co- di vita... scienza felice della propria esistenza... Im- Ma camminare è anche “gustare”, assi- merge in una forma attiva di meditazione milare e farsi assimilare, lentamente, senza che sollecita la piena partecipazione di tutti recar danni, scoprendosi alla fine un tutt’u- i sensi... Riprendere fiato, affinare i sensi, no con i luoghi in cui si sta camminando. ravvivare la curiosità, muoversi nella realtà Nulla come il cammino genera questa stra- ordinaria esperienza. Ed è proprio per que- attrattività sto che le esperienze di cammino, soprat- motivazione tutto se protratte o ripetute, lasciano un Nessun percorso escursionistico è capace segno indelebile, un desiderio incancellabi- di tanto... le di essere rinnovate e ripetute, ma anche raccontate, documentate, forse nell’illusio- L’Europa per i cammini ne di potere in tal modo “fermare” mo- Diamo uno sguardo all’Europa. Con menti così belli... l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona Ma tutto questo diventa ancora più vero (2007/C 306/01) il 13.12.2007, l’Unione eu- e profondo se il nostro movimento si snoda ropea ha assunto, per la prima volta, com- su cammini speciali, dove bellezza, fede e petenze specifiche in materia di turismo. Il storia si intrecciano. Cammini storici, cam- Trattato di Lisbona sancisce, in particola- mini di fede, cammini di tradizione che sap- re, come la promozione dello sviluppo so- piano parlare anche al cuore, e su cui vivere stenibile delle attività economiche rientri l’intensa emozione di sapersi sui passi delle tra i compiti della Comunità. E chiarisce generazioni che ci hanno preceduto e sulle che il turismo può grandemente contribu- tracce delle loro fatiche, dei loro sogni... e ire al raggiungimento degli obiettivi dello su cui vivere un moto di elevazione spiri- sviluppo sostenibile. In altri termini, san- tuale, un itinerario interiore verso l’Alto. cisce il ruolo chiave dello “slow tourism”, Sono questi i Cammini che svolgono il ovvero del turismo lento e sostenibile. ruolo speciale di patrimonio identitario del “L’Europa deve proporre un’offerta turistica proprio territorio, e che proprio per questo sostenibile e di qualità puntando sui propri sono riconosciuti essi stessi, al pari del pa- vantaggi comparativi, in particolare sulla esaggio di cui fanno parte, come Beni cul- diversità dei suoi paesaggi e sul suo straor- turali. E proprio per questo, sono /possono dinario patrimonio culturale”. Con que- diventare, strumenti efficacissimi di risco- ste parole la “Proposta di risoluzione del perta e valorizzazione turistica. parlamento europeo” sull’Europa, prima destinazione turistica mondiale – un nuo- I cammini di storia, di fede, di tradizione vo quadro politico per il turismo europeo” sono quindi «cammini» (2010/2206(Ini), avanzata dalla Commis- con uno speciale valore aggiunto sione per i Trasporti e il Turismo , ripren- perché generano dendo il Trattato di Lisbona, conferma sia inclusione/appartenenza il ruolo fondamentale del turismo culturale

110 Turismo culturale e religioso in Sardegna sia l’importanza di affidare la promozione le più grandi “sfide per un turismo sosteni- del patrimonio culturale ai principi della bile”, prima fra tutte la tutela delle risorse sostenibilità ambientale. naturali e culturali, seguita dalla sostenibi- Chiariamo: per turismo sostenibile si in- lità energetica, dalla riduzione dell’impat- tende, per usare parole “europee”, un turi- to ambientale, dalla destagionalizzazione, smo che regge dal punto di vista economico dall’accessibilità, dal miglioramento della e sociale senza depauperare l’ambiente e la qualità delle condizioni di lavoro. cultura locale. Significa successo imprendi- Alla luce di questi principi fondamentali toriale ed economico, tutela dell’ambiente, è proprio al particolare e peculiare ruolo del conservazione e sviluppo, e responsabilità camminare e dei Cammini storico/ambien- nei confronti della società e dei valori cul- tali, come patrimonio della collettività, che turali. Questi tre aspetti sono interdipen- l’Europa rivolge crescenti attenzione ed in- denti. teresse. Il Consiglio d’Europa, Organizza- La sostenibilità del turismo tocca aspet- zione internazionale, con sede a Strasbur- ti particolarmente importanti come le at- go, che riunisce gli Stati democratici d’Eu- tività turistiche competitive e socialmente ropa, e che ha come mission quella di pro- responsabili, la possibilità per tutti i cit- muovere la democrazia, proteggere i diritti tadini di partecipare al turismo, le buone dell’uomo e lo stato di diritto, difendere e opportunità di impiego nel settore e i van- promuovere l’identità culturale europea, taggi per le comunità locali derivanti dalle ha istituito la certificazione di “Itinerario attività turistiche. La sostenibilità esige culturale del Consiglio d’Europa”. Le indi- la conservazione dell’integrità culturale e cazioni del Parlamento UE in tal senso sono l’inserimento delle tematiche ambientali e chiare e costanti. Nella già citata “Propo- della tutela del patrimonio culturale nelle sta di risoluzione del parlamento europeo” misure rivolte al turismo. si ribadisce infatti che “la Commissione e il Non basta. Per l’Europa, la sostenibilità Consiglio d’Europa, in stretta cooperazione ambientale è la chiave della competitività con gli Stati membri e le autorità regionali e dell’industria turistica europea proprio per- locali, dovrebbero continuare a sostenere, an- ché la qualità delle destinazioni turistiche che attraverso mezzi finanziari, la creazione dipende in misura considerevole dal loro di nuovi “itinerari europei” e il mantenimen- ambiente naturale e culturale e dalla loro to di quelli esistenti, anche sulle isole e nelle integrazione nella comunità locale. L’Euro- regioni costiere, montane e ultraperiferiche”; pa – unica, forse – si è già fatta promotrice si ritiene che “questi circuiti debbano valo-

Ambra Garancini . La rete dei cammini in Italia 111 rizzare l’identità europea attraverso la pro- Non tutti gli “Itinerari culturali del Con- mozione e il collegamento di luoghi simbolo, siglio di Europa” sono cammini, ma i più quali le cattedrali, i castelli, le università, i prestigiosi e celebri (Cammino di Santiago, siti archeologici e gli insediamenti industria- Vie Francigene, solo per ricordarne alcuni) li, come pure personaggi simbolo e promotori sì. Ed è dunque evidente che sempre di più i dell’Europa; esorta la Commissione europea Cammini sono visti dall’Europa come stru- e gli Stati membri ad adottare tutte le misure menti permanenti di riscoperta e rilettura opportune per salvaguardare il patrimonio e i sostenibile del territorio, di valorizzazione beni europei per le future generazioni” ecoturistica del territorio stesso, di incuba- L’attenzione è tale che nel corso degli zione di nuova imprenditoria e nuova pro- anni il Parlamento Europeo e il Consiglio fessionalità, di coinvolgimento giovanile: il d’Europa hanno sancito e costantemente tutto, naturalmente, per un turismo nuovo, ribadito il ruolo degli “Itinerari Culturali”, lento, attento, consapevole, come lenta, at- come strumento e veicolo a lungo termine tenta e senza fretta deve essere la pratica di programmi di cooperazione nei settori del camminare... Turismo sostenibile, ap- della ricerca, della valorizzazione del patri- punto. monio, della cultura e delle arti, degli scam- bi culturali ed educativi della gioventù, del E in Italia? turismo culturale in Europa, dello sviluppo L’attenzione per i cammini si è avviata culturale e sostenibile, e ha decretato nuovi con fatica, soprattutto a partire dal gran- e sempre più articolati criteri per la con- de Giubileo del 2000. Si è subito focalizzata cessione della certificazione di ”Itinerario soprattutto sul grande asse della Via Fran- Culturale del Consiglio d’Europa”, quali ad cigena, rapidamente inserita nel novero dei esempio la creazione di occasioni costanti grandi itinerari culturali europei, ma in que- di scambio fra i giovani europei, lo sviluppo sto importante progetto non si è posta la delle aree rurali, il coinvolgimento di ope- dovuta attenzione alla tutela delle risorse ratori turistici e enti non profit, la forma- naturali e culturali, alla sostenibilità ener- zione di nuove figure professionali “dedi- getica, alla riduzione dell’impatto ambien- cate”, ma anche la prescrizione di attività tale, alla destagionalizzazione, all’accessi- di restauro, di valorizzazione permanente, bilità, al miglioramento della qualità delle di tutela del paesaggi, di buone pratiche di condizioni di lavoro, come invece vuole sot- gestione del territorio. tolineare l’Europa. Il processo di sviluppo dei Cammini in Italia ha preso davvero

112 Turismo culturale e religioso in Sardegna nuovo impulso nel 2015, quando, su istanza vicine a casa.. Per l’Italia ciò ha comporta- della nostra Associazione, Rete dei Cammi- to la scelta di mete diverse e di forme di tu- ni, l’allora Ministro dei Beni e delle Attività rismo low cost, e più “esperienziale”, quali Culturali e del Turismo Dario Franceschini sono indubbiamente i cammini. ha dichiarato il 2016 come anno naziona- La Rete dei Cammini, di cui la scrivente le dei Cammini destinando anche – per la è cofondatrice e presidente, è un significa- prima volta – significative risorse ai cam- tivo emblema di tale evoluzione. Dalla sua mini. Anche se , purtroppo, solo a quattro fondazione (2009) ad oggi è passata da 6 a grandi assi di cammini: La Via Francigena, 30 associazioni consociate, e le Associazioni il Cammino di San Benedetto, i Cammini di consociate tutelano/valorizzano complessi- San Francesco, la Via Appia. vamente ben 33 cammini, grandi e piccoli, Nel complesso, dal 2000 ad oggi, la rete noti o ritrovati, di importanza storica e/o dei cammini italiani si è notevolmente storico-devozionale, e punteggiati da una sviluppata, avvalendosi soprattutto delle serie fittissima di beni culturali ed ambien- forze del terzo settore. Su questo sviluppo tali di grande pregio. Un patrimonio ster- hanno certamente inciso anche situazioni minato, che non può e non deve essere tra- generali, quali il rallentamento della cre- scurato. scita economica mondiale, le recenti crisi Anzi, è ormai evidente ciò che la Rete sul fronte della sicurezza e il terrore delle ha sempre sostenuto, ovvero che la cresci- epidemie. A scoraggiare i viaggi sono la di- ta culturale, sociale ed economica del no- soccupazione, le preoccupazioni per la sicu- stro Paese passerà certamente anche dai rezza personale, le misure di sicurezza più cammini. Il tutto in linea con gli obiettivi severe che rendono il viaggiare meno facile, di sviluppo che l’Europa si è prefissata per oltre all’aumento delle tariffe. Per ragioni la programmazione 2020 – crescita “intel- politiche e di sicurezza vi è anche una certa ligente, sostenibile, inclusiva” – e con i temi riluttanza a visitare determinate località. dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo So- Come conseguenza, i turisti si rivolgono stenibile e dei suoi 17 Sustainable Develop- ai propri mercati interni e alle destinazio- ment Goals (SDGs). ni a breve distanza, e riducono le spese per le vacanze. Per l’Europa, ciò significa una L’impegno di Associazioni come la no- diminuzione del turismo esterno da oltreo- stra è appunto quello di contribuire il più ceano, e per gli europei meno viaggi verso possibile alla conoscenza promozione dei altre zone del mondo e la scelta di mete più Cammini e alla creazione e, più ampia-

Ambra Garancini . La rete dei cammini in Italia 113 114 Turismo culturale e religioso in Sardegna Ambra Garancini . La rete dei cammini in Italia 115 mente, al potenziamento di infrastrutture cammini come modo più autentico di metter- di mobilità lenta e “dolce”, frequentate e si in contatto con il patrimonio ambientale e quindi “vive”, attive, davvero per tutti, culturale, Iubilantes contribuisce fortemente pensate come infrastrutture di qualità, ca- alla sua tutela e valorizzazione». paci di dare segni forti della loro presenza, e grazie ai quali sia possibile (ri)scoprire In Sardegna – adeguatamente tutelati e valorizzati – In terra sarda la Rete dei Cammini ha fa- anche paesaggi, territori e monumenti di vorito il nascere di due importanti cammi- un’Italia rurale e “minore”. ni storico/devozionali: il Cammino di San La nostra esperienza ci dice che la tutela Giorgio vescovo di Suelli e il Cammino mi- dei cammini è uno strumento importante , nerario di Santa Barbara, entrambi iscritti “di base”, per la tutela del patrimonio cul- nel Registro Regionale dei Cammini di Sar- turale locale , ed anche, più ampiamente, degna istituito con Decreto Assessoriale n. del patrimonio culturale europeo. Una pro- 22 del 19.09.2013. va lampante ci è stata data dalla vicenda Il Cammino di San Giorgio Vescovo espri- della nostra Consociata Iubilantes , vinci- me, per così dire, la Sardegna ancestrale. trice nel 2014 del prestigioso premio Euro- Chi lo percorre si muove nella Sardegna pa Nostra – voluto dalla Commissione Eu- più autentica, per coglierne gli umori della ropea – per le azioni svolte a tutela del pa- natura e i segni dell’attività umana che ha trimonio culturale europeo, ovvero, nel caso prodotto i paesaggi attuali, lungo un itine- di Iubilantes, per la tutela dei cammini. rario che, partendo da Cagliari, attraversa La motivazione del premio a Iubilantes, le colline del Parteolla e della Trexenta ed espressa da una giuria specialistica interna- entra nelle aree montane interne dell’O- zionale di esperti indipendenti, è stata elo- gliastra, della Barbagia orientale e dei quente: «“Ispirazione” è il termine usato Supramontes, dove i tanti piccoli Comuni per descrivere l’effetto delle varie iniziative sono uno scrigno che custodisce l’antica innovative di Iubilantes nel riutilizzo e pro- sapienza e le intramontabili tradizioni. “ll mozione di percorsi storici all’interno del pa- Cammino di San Giorgio Vescovo – leggiamo esaggio culturale europeo, che interessa non sul sito istituzionale del Cammino cammi- solo l’Italia ma una cerchia straordinaria- nodisangiorgiovescovo.it – si ispira ad un mente ampia di popolazione. Le vie storiche personaggio storico, nato a Cagliari intorno sono forse l’elemento più vulnerabile nel pa- all’anno Mille e vissuto sempre in Sardegna, esaggio culturale europeo, e promuovendo i dove ha svolto interamente la sua missione

116 Turismo culturale e religioso in Sardegna apostolica. Il Cammino ripercorre quindi gli più recenti, presenti negli ambiti attraversati, itinerari di evangelizzazione di colui che fu il consentono di definire quello di San Giorgio primo vescovo dell’ Ecclesia Barbariensis che Vescovo un vero Cammino identitario della aveva sede a Suelli, ma la cui giurisdizione nostra Isola”. era dislocata nelle curatorie del Sarrabus, di “ll Cammino di san Giorgio Vescovo – leg- Quirra, dell’Ogliastra e della Barbagia orien- giamo ancora sul sito – si affaccia a buon ti- tale confinando a nord con la Diocesi di Gal- tolo nel panorama dei grandi itinerari di pel- tellì. I numerosi toponimi riferiti al vescovo legrinaggio e merita di essere sviluppato nelle Giorgio di Suelli, insieme alle chiese a lui de- sue molteplici vocazioni culturali e turistiche. dicate, che sono diffuse un po’ dappertutto, Infatti, durante le escursioni-pellegrinaggio hanno fornito l’ancoraggio oggettivo dell’iti- effettuate in questi anni, abbiamo constatato nerario, che è stato tracciato e strutturato in l’interesse non solo della Chiesa e dei fedeli, distinte tappe giornaliere facenti capo ciascu- potenziali pellegrini, ma di un più vasto nu- na ad uno dei piccoli paesi attraversati. mero di persone che vogliono poter coniugare Il lavoro di ricerca e sperimentazione svolto il concetto di turismo con i concetti di natura, sul campo da Franco Saba, socio di Legam- cultura e storia. Da questo punto di vista, i biente Sardegna e della Associazione Iubi- territori interessati d’Ogliastra, Trexenta, lantes di Como, ha consentito di individuare Barbagia e zone contigue, sono una miniera e tracciare un itinerario di oltre 300 km che, inesauribile di risorse meritevoli di essere co- partendo da Cagliari, luogo natale del Santo, nosciute, conservate e valorizzate.” arriva sino ad Orgosolo e Oliena, attraver- Il Cammino minerario di Santa Barbara sando le aree geografiche del Parteolla, del- – camminominerariodisantabarbara.org – la Trexenta, dell’Ogliastra e della Barbagia è un itinerario pedonale storico, culturale, orientale. ambientale e religioso nel Parco Geomine- I Tacchi e Toneri d’Ogliastra, riconosciuti rario Storico Ambientale della Sardegna come Geositi d’Interesse Mediterraneo, sono lungo gli antichi cammini minerari del fra i luoghi più emblematici di questo Cam- Sulcis Iglesiente Guspinese. Ideato e forte- mino, sia sotto il profilo ambientale che dal mente voluto dalla Associazione Pozzo Sel- punto di vista storico religioso, per la quanti- la onlus di Iglesias, consociata della Rete tà di testimonianze e tracce inerenti il primo dei Cammini, è ora gestito dalla Fondazio- vescovo di Suelli. ne Cammino Minerario di Santa Barbara, La dovizia di paesaggi che si incontrano presieduta dalla stessa Associazione Pozzo lungo l’itinerario tracciato, insieme alle te- Sella. stimonianze delle opere umane più antiche e

Ambra Garancini . La rete dei cammini in Italia 117

Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna

Corso di specializzazione sul Turismo culturale e religioso in Sardegna (21 giugno - 6 luglio 2018)

Educational tour: Monte Rasu, Mores, Galtellì

Indice

5 Introduzione Fabrizio Congiu 9 Itinerari dello Spirito - Cammini di Fede Bozza, tematiche e contenuti per un progetto di comunicazione Paolo Matta 17 I santuari: finestre sull’infinito e sulla storia delle genti sarde Tonino Cabizzosu 31 Architettura e liturgia Fabio Trudu 41 Francescanesimo in Sardegna: tra storia arte e tradizioni Fabrizio Congiu 51 Agiografia e francescanesimo Mauro Badas 63 Il Cammino Minerario di Santa Barbara Giampiero Pinna 67 Il fine della ricerca sulla pietà popolare o religione naturale in Sardegna Roberto Caria 79 Religione, identità e spiritualità dei Sardi Emanuele Melis 81 Itinerari dello spirito Un cammino lungo l’identità, la cultura e la devozione dei sardi Renato Tomasi 97 Il turismo responsabile: rapporti tra turismo lento e cultura religiosa L’importanza del ruolo e della qualità della guida Isabella Pavan 109 La rete dei cammini in Italia: la Sardegna e i Cammini di Santa Barbara e di San Giorgio Vescovo Ambra Garancini 119 Corso di specializzazione sul Turismo culturale e religioso in Sardegna (21 giugno - 6 luglio 2018)

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