SLAVIA Rivista Trimestrale Di Cultura Ottobre Dicembre 1992

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SLAVIA Rivista Trimestrale Di Cultura Ottobre Dicembre 1992 SLAVIA rivista trimestrale di cultura ottobre dicembre 1992 spedizione trimestrale in abbonamento postale gruppo IV - 70% prezzo L. 15.000 slavia Consiglio di redazione: Mauro Aglietto, Zgnazio Ambrogio, Eridano Bazza- relli, Bernardino Bernardini (direttore responsabile), Sergio Bertolissi, Jolan- l da Bufalini, Piero Cazzola, Carlo Fredduzzi, Adriano Guerra, Claudia La- sorsa, Flavia Lattanzi, Vieri Quilici, Carlo Riccio, Nicola Siciliani de Cumis. Redazione e Amministrazione: 00185 Roma - Piazza della Repubblica, 47 - , Telefoni: (06) 48.81.41 1/48.84.570 - Tx. 62.11.12 - Fax 48.81.106. Abbonamenti: Annuo L. 30.000 - Estero il doppio - Una copia L. 15.000 - Numeri arretrati il doppio - L'abbonamento decorre da qualsiasi numero - ccp 75997007 Edita dall'Istituto di Cultura e Lingua Russa Associata all'USPI - Unione Stampa Periodica Italiana Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 38/92 del 17 gennaio 1992 Litografia «Nuova Impronta)) - Via dei Rutoli, 12 - Tel. 44.51.962 Roma Stampato il 30-10-1992 SLAVIA Rivista trimestrale di cultura Anno I .Ottobre-Dicembre 1992 Sommario LETTERATURA E LINGUISTICA Claudia Scandura. La letteratura ritrovata .................... I . Grekova. Padroni della vita .................................... Emanuele Fornasiero. Quattro racconti di Charms .......... Daniil Charms. ««Autobiografia»................................ Daniil Charms. Il destino della moglie del pro fessore ....... Daniil Charms. Cinque racconti incompiuti ................... Daniil Charms. Dei fenomeni e delle esistenze N . 2 .......... Piero Cazzola. Note all'«Apocalisse» di Rozanov ........... Carola Malgarini. Il «Gogol .a Roma» di Annenkov ........ P.V. Annenkov. Gogol' a Roma nell'estate del 1841 ........ Anna Achmatova. Supplica ....................................... Giulia Siedina. Il lessico internazionale nella lingua russa contemporanea ............................................ PASSATO E PRESENTE Nicola Siciliani de Cumis. Note su Trockij, Gramsci e il futurismo .................................................... p . 159 Luciano Antonetti. Il PCI e la «Primavera di Praga» ....... p . 181 A.V. Antonov.Ovseenko. Stalin e il suo tempo (V).......... p . 187 Gli ambasciatori dell'URSS in Italia dal 1922 al 1991 ....... p . 215 RUBRICHE Schede ................................................................. p . 218 Nella stampa italiana ............................................... p . 223 Novità librarie in lingua russa ..................................: . p . 231 Novità editoriali in lingua italiana ............................... p . 233 Sommario Premi letterari ........................................................ p . 236 Libri ricevuti ......................................................... p . 238 Indice generale dell'annata 1992 ................................. p . 239 Claudia Scandura LA LETTERATURA RITROVATA: LA SCRITTRICE I. GREKOVA La letteratura russa di questi ultimi anni si caratterizza per la presenza dei cosidetti ((tasselli mancanti)). Vale a dire di opere che, scritte dieci, venti, trenta anni prima, solo ora sono riuscite ad essere pubblicate. Tenute nascoste dal terrore staliniano prima, dalle titu- banze chrus'zeviane e dall'ibernazione brezneviana poi, con il loro apparire riscrivono la storia della letteratura contemporanea, impon- gono, seppure con ritardo, di prendere atto della loro esistenza, e co- stringono la letteratura a tornare indietro, ad interrogare se stessa pri- ma di poter proseguire in una linea organica di sviluppo. Vengono su- bito in mente i casi macroscopici del Dottor &vago di Pasternak, di Vita e destino di Grossman, dei romanzi di Andrej Platonov, di Ar- cipelago Gulag di Sol'ienicyn, opere senza le quali non è possibile tracciare la storia della letteratura russa di questi ultimi anni. Anche il breve racconto qui proposto è uno dei tanti che non furono accettati al momento in cui furono scritti. Ecco cosa raccon- ta l'autrice in proposito: ((All'inizio degli anni '60 portai Padroni della vita a varie rivi- ste. Ma persino Tvardovskij disse che era impossibile pubblicarlo, nonostante gli piacesse molto. Poi il racconto girò per molte altre ri- viste. La risposta era sempre la stessa: "...Distinti saluti. Le resti- tuiamo il manoscritto")). Quando fu annunciata la glasnost', Padroni della vita rico- minciò a viaggiare. Nelle redazioni ora rispondevano diversamente: «Di questo argomento si occupano già altri per la nostra rivista...)). In modo esemplare la scrittrice I. Grekova racconta le vicissi- tudini del suo racconto, pubblicato sul n. 9 del 1988 della rivista 4 Claudia Scandura «Oktjabr'». Ma chi è I. Grekova? Dal suo pseudonimo la potremmo chiamare signora «Y», visto che è derivato dall'y, il più comune sim- bolo matematico (i grek in russo) più la desinenza dell'aggettivo tipi- ca dei cognomi femminili. I1 suo vero nome è Elena Sergeevna Vent- sei, è nata nel 1907 a Reval (oggi Tallin), laureata in matematica, è professore di cibernetica ed autrice di varie pubblicazioni tradotte in tutto il mondo e adottate come testi di studio in varie-università so- vietiche. All'inizio degli anni '60, in pieno disgelo chruSCeviano, I. Grekova esordisce come narratrice. I suoi primi racconti (Parruc- chiere per signora, Un'estate in città) vennero pubblicati sulla presti- giosa rivista «Novyj Mir)), allora diretta dal liberale A. Tvardovskij, che ebbe fra i suoi punti di merito quello di aver pubblicato nel 1962 il breve romanzo di Sol'Zenicyn Una giornata di Ivan DenisoviZ. Non è superfluo ricordare che Tvardovskij fu figura politica oltre che culturale di rilievo: eletto al XXII Congresso membro del Comi- tato Centrale del Partito, favorì la collaborazione al suo mensile del- I I le voci più critiche, convinto dell'effetto stimolante che potevano I produrre sullo sviluppo del paese. I successivi romanzi di I. Grekova: La cattedra, La padrona dell'albergo, La nave delle vedove, resero nota l'autrice in patria e all'estero, soprattutto per la sua particolare attitudine ad analizzare l'universo femminile. Al centro delle storie di questa scrittrice c'è spesso lei stessa, vale a dire una donna che lavora e che cerca di con- ciliare la sua professione con i doveri familiari. Le sue eroine sono donne sole, alle prese con le difficoltà della vita quotidiana. Un'inte- ra generazione femminile del dopoguerra si è rispecchiata nelle storie della Grekova. Padroni della vita è invece qualcosa di diverso. Se all'inizio ci sembra che la protagonista sia la narratrice, anche in questo caso uno scienziato in missione, dopo le prime pagine ci dobbiamo ricre- dere, perché al centro della storia è un uomo, uno dei suoi due com- pagni di viaggio. I1 racconto è costruito secondo un'interessante tec- nica di capovolgimento, per cui i fatti esposti al lettore nelle prime pagine si rivelano del tutto diversi, se non opposti, alla fine della sto- ria. I due uomini, all'inizio visti con scarsa simpatia, acquistano sta- tura morale e diventano vittime della vita. E la pena, la ((grande pe- na» della donna, esiste veramente? Sembrerebbe di no, a giudicare dalla facilità con cui viene dimenticata, o perlomeno è minima ri- spetto al dramma che l'uomo narra così sobriamente. I1 racconto è scarno, ridotto all'essenziale, ma forse per questo ancora più effica- ce e coinvolgente: una coppia, esiliata da Leningrado dopo I'assas- La letteratura ritrovata 5 sinio di Kirov, vi ritorna clandestinamente. ~b donna impazzisce, l'uomo assume una falsa identità, sotto la quale viene arrestato e condannato ai lavori forzati. In seguito alla morte di Stalin sarà libe- rato e riabilitato. Non è la storia in sé, purtroppo simile a migliaia di altre negli anni del terrore staliniano, a colpire l'attenzione del letto- re, quanto l'insensatezza di ciò che viene narrato, l'assurdità di even- ti a cui non si riesce a trovare una spiegazione logica. La più assoluta noncuranza verso uomini e sentimenti domina il racconto. I1 pittore Galavan e sua moglie Nina vengono esiliati, ((nell'ambito di provvedimenti sanitari di massa)), in uno sperduto villaggio del Kazachstan dove si ritrovano insieme gli intellettuali le- ningradesi il cui cognome comincia con la lettera «G»; l'identità sot- to cui l'uomo viene poi arrestato è fittizia, inesistente; il crimine che gli viene imputato è francamente da operetta: niente ha insomma un senso in un mondo improvvisamente impazzito, dove le vittime si preoccupano di trovare esse stesse una giustificazione per i loro aguzzini. L'ossessione di legalità che hanno i protagonisti di Padroni della vita deve essere intesa come un vero e proprio riconoscimento del loro diritto di esistere. Nella società sovietica, del resto, I'identi- ficazione fra la persona e i suoi documenti è totale. Significativo, a questo proposito, il passo nel celeberrimo I1 Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, in cui Korov'ev, apparsagli fra le mani la docu- mentazione relativa alla malattia del Maestro, la getta nel fuoco di- cendo: «Net dokumenta, net i Eeloveka)). Dove non ci sono docu- menti, non c'è neppure l'uomo. L'unico personaggio veramente libero del racconto della Gre- kova è la contadina Tat'jana, donna forte e appassionata, portatrice di un buon senso esplicito e piena di umanità. Tat'jana, che vive felice, pur essendo priva di documenti, è padrona della sua vita, e risulta l'unico personaggio vincente del rac- conto. Se l'intellettuale russo si dimostra capace di sopportare qual- siasi cosa, e non riesce a spezzare la logica perversa che lo circonda, è il rappresentante delle classi popolari
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