Raffaele De Cesare La Fine Di Un Regno: Napoli E Sicilia
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Raffaele De Cesare La fine di un regno: Napoli e Sicilia. Parte I: Regno di Ferdinando II www.liberliber.it Questo e-bcok è stato realizzato anche grazie al sostegno di: E-text Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) http://www. e-text. it/ TITOLO: La fine di un regno: Napoli e Sicilia. Parte I: Regno di Ferdinando II AUTORE: De Cesare, Raffaele TRADUTTORE: CURATORE: NOTE: testo presente in formato immagine sul sito “The Internet Archive” (http://www.archive.org/). CODICE ISBN E-BOOK: n. d. DIRITTI D'AUTORE: no LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze/ TRATTO DA: La fine di un regno: Napoli e Sicilia / 1: Regno di Ferdinando 2. / R. De Cesare (Memor). — Città di Castello: Lapi, 1900. — 451 p.; 26 cm. CODICE ISBN FONTE: n. d. 1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 16 settembre 2015 INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilità bassa 1: affidabilità media 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima DIGITALIZZAZIONE: Ferdinando Chiodo, [email protected] REVISIONE: Erminio Arioli, [email protected] IMPAGINAZIONE: Claudio Paganelli, [email protected]. PUBBLICAZIONE: Claudio Paganelli, [email protected]. Informazioni sul "progetto Manuzio" Il "progetto Manuzio" è una iniziativa dell'associazione culturale Liber Liber. Aperto a chiunque voglia collaborare, si pone come scopo la pubblicazione e la diffusione gratuita di opere letterarie in formato elettronico. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Internet: http://www. liberliber. it/ Aiuta anche tu il "progetto Manuzio" Se questo "libro elettronico" è stato di tuo gradimento, o se condividi le finalità del "progetto Manuzio", invia una donazione a Liber Liber. Il tuo sostegno ci aiuterà a far crescere ulteriormente la nostra biblioteca. Qui le istruzioni: http://www. liberliber. it/online/aiuta/ R. DE CESARE (MEMOR) LA FINE DI UN REGNO (NAPOLI E SICILIA) PARTE I REGNO DI FERDINANDO II 945.7.8 CITTA' DI CASTELLO S. LAPI — TIPOGRAFO EDITORE 1900 Alla duchessa Teresa Ravaschieri Fieschi NATA FILANGIERI Mia nobile e cara amica, Dedico a Lei questi due volumi della Fine di un Regno, per attestarle la mia profonda gratitudine. Senza il Suo concorso, io non avrei potuto condurre a termine un'opera, ch'è il resultato di pazienti ricerche fatte in molti archivi privati, ma soprattutto in quello del palazzo Como, che fu della Sua famiglia, e che Suo fratello Gaetano, con regale munificenza, donò alla città di Napoli. È in questo archivio, che io ho consultati i documenti dell'impresa di Sicilia del 1848 e 1849, e della successiva luogotenenza, e i pochi ricordi del principe di Satriano sui casi di Napoli, nei primi mesi del Regno di Francesco II. Se non è questa tutta la vita di Suo padre, che Ella, così benevola, desidera che io scriva, n'è l'ultimo periodo, il più vivo e interessante per la nostra storia politica. Il primo periodo, compreso nell'epoca napoleonica e murattista, sarà da me narrato sulla scorta delle Memorie di lui, le quali, come Ella sa, terminano al 1848. Il generale Filangieri, come tutti gli uomini che lasciano un'orma incancellabile del loro passaggio nel mondo, fu vittima di appassionati e severi giudizi per l'impresa di Sicilia, e per il suo breve governo, come primo ministro di Francesco II. Ma non si fu giusti con lui. L'impresa di Sicilia non era simpatica, anzi fu odiosa per la parte liberale; ma risulta dai documenti, pubblicati per la prima volta in questi volumi, che egli la compì come un dovere militare e civile: dovere che intese altamente e gli costò non poche amarezze, obbligandolo a dimettersi e dandogli la coscienza chiarissima che, col sistema dei Borboni, la Sicilia presto o tardi sarebbe perduta per la Monarchia. La sua opera nei quattro mesi che fu al Governo, dopo la morte di Ferdinando II, mirò all'alleanza col Piemonte, al concorso delle armi napoletane nella guerra dell'indipendenza e alla formazione di due grandi Stati al nord e al sud d'Italia, confederati a comune difesa e senza stranieri. Ideò una Costituzione assai diversa da quella del 1848, e l'interessante disegno del nuovo Statuto, redatto da Giovanni Manna, si pubblica qui per la prima volta, ad onore di entrambi. Io Le devo inoltre, mia nobile amica, non poche notizie sulla vita di Napoli negli ultimi anni dell'antico regime. Veda, che a nessuno, meglio che a Lei, può appartenere questo libro, nel quale con la più sincera obiettività è narrata la vita del Regno nell'ultimo decennio, e di tutto il Regno, mentre invece, come Ella ricorda, il volume, che detti alle stampe nel 1895, era limitato alle provincie del Continente. Oggi l'opera, ricca di documenti, rivelazioni e confessioni nuove, abbraccia l'una e l'altra Sicilia. Non oso affermare che sia tutta la storia di quel periodo, ma son convinto che, qualunque ne sia lo storico, non potrà trascurare queste pagine, per la cognizione più, precisa dei fatti e delle persone, e l'importanza dei documenti. Se considerando questi, il passato sembra meno detestabile, non è men vero che il motto di Cicerone, essere la storia maestra della vita, rivela piuttosto la necessità di scoprire e narrare fedelmente le cagioni intime dei fatti, che non l'efficacia della storia sul miglioramento morale dei popoli. Per il nostro Mezzogiorno invero, l'esaltazione momentanea e l'incorreggibile credulità furono in ogni tempo la cagione storica delle facili mutazioni di dominio e delle molte incoerenze e debolezze morali, che oggi col sistema rappresentativo hanno mutato forma soltanto. Questo libro non ha pretese, e se leggendolo si riuscirà a spiegare, come potè avvenire che un pugno di uomini, votati alla morte più che al successo, riuscisse a liberare la Sicilia in poche settimane, e in quattro mesi tutto un Regno, che contava 126 anni di esistenza, il fine sarà conseguito. Ad ogni modo io voglio che questo libro porti in fronte il nome di Lei, come augurio di fortuna, e come doveroso omaggio a una santa creatura, che scrive pagine immortali nella storia della carità umana. Natale del 1899. R. DE CESARE. PARTE I. REGNO DI FERDINANDO II Indice generale PARTE I. REGNO DI FERDINANDO II.....................................8 CAPITOLO I...........................................................................10 CAPITOLO II.........................................................................31 CAPITOLO III........................................................................75 CAPITOLO IV........................................................................97 CAPITOLO V.......................................................................115 CAPITOLO VI......................................................................147 CAPITOLO VII....................................................................183 CAPITOLO VIII...................................................................228 CAPITOLO IX......................................................................263 CAPITOLO X.......................................................................284 CAPITOLO XI......................................................................319 CAPITOLO XII....................................................................349 CAPITOLO XIII...................................................................378 CAPITOLO XIV...................................................................404 CAPITOLO XV....................................................................441 CAPITOLO XVI...................................................................472 CAPITOLO XVII..................................................................502 CAPITOLO XVIII................................................................534 CAPITOLO XIX...................................................................573 CAPITOLO XX....................................................................609 CAPITOLO XXI...................................................................633 INDICE-SOMMARIO..........................................................652 CAPITOLO I SOMMARIO: Luogotenenza in Sicilia e ministero di Sicilia a Napoli — Carlo Filangieri, luogotenente del Re — La rivoluzione del 1848 nell'Isola, sue ingenuità, errori e contradizioni — L'opera del principe di Satriano — Cassisi, ministro di Sicilia a Napoli — Il primo Consiglio di governo in Sicilia. — Ferri, Antonelli e Ventimiglia — Lo stile del Giornale di Sicilia — Il biribisso — Maniscalco, direttore di polizia — Alcuni particolari su la polizia d'allora — Le ritrattazioni degli ex Pari ed ex deputati — Diversità di sistema a Napoli e in Sicilia — Testo ufficiale della petizione per abolire lo Statuto — Come si raccoglievano le firme — La politica di Filangieri in Sicilia — Opinione posteriore di Francesco Crispi — Rimesso l'ordine, rinasce la vita sociale nell'Isola — La villa del duca di Caccamo e i versi del Meli — Il Re promette di andare in Sicilia, non a Palermo. Con decreto del 26 luglio 1849, Ferdinando II aveva ripristinato il ministero di Sicilia a Napoli, e con un altro del 27 settembre, dello stesso anno, ripristinò la luogotenenza. Questo decreto, riconfermando l'obbligo per la Sicilia di contribuire nella proporzione del quarto alle spese generali del Regno, cioè della Casa Reale, degli affari esteri, della guerra e marina, sanzionava una specie di autonomia per gli affari civili, ecclesiastici e di pubblica sicurezza, i quali vennero affidati al luogotenente, e ad un Consiglio di quattro direttori. Autonomia più di nome che di sostanza,