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Rossini, e

Cenni storici (Pesaro 29 febbraio 1792 – Passy (Parigi) 13 novembre 1868) esordisce nel teatro d’ a Venezia con la farsa La cambiale di matrimonio, rappresentata al teatro di San Moisè nel 1810. Il suo rapporto con la città è però destinato a crescere e a rafforzarsi: per il medesimo teatro scriverà poi altre quattro farse, per il teatro di San Benedetto scriverà L’italiana in Algeri e per la Fenice – massimo teatro cittadino – altri tre lavori: , e Semiramide. Quest’ultima opera, rappresentata il 3 febbraio 1823 nell’ambito della Stagione di Carnevale e Quaresima 1822-1823, è di particolare importanza anche per motivi strettamente biografici: dopo questo evento infatti Rossini si trasferirà a Parigi, dove trascorrerà tutta la rimanente vita. Anche gli aspetti musicali sono però rilevanti: Rossini era reduce dalla sua esperienza napoletana e la stesura di Semiramide risente di questo periodo e costituisce un ponte tra il periodo napoletano e quello francese. In particolare in Semiramide spariscono i recitativi secchi caratteristici del periodo precedente, tanto che tutti i compositori si adeguarono a questa nuova tradizione. Tradizionalmente il compositore d’opera provvedeva alla realizzazione della partitura manoscritta: in tempi assai stretti l’impresario teatrale provvedeva a farne compilare una copia in bella, dalla quale venivano ricavate ulteriori copie per la gestione dello spettacolo e ne venivano tratte le parti, queste ultime affidate poi ai professori d’orchestra per la esecuzione. A quel punto il compositore ritirava generalmente il proprio scritto, che restava a sua disposizione e di sua proprietà, mentre la possibilità di eseguirlo – mancando ancora una legge sui diritti d’autore – restava a disposizione dell’impresario, salvo eventuali e diversi accordi. La originalità della Fenice, la sua struttura amministrativa (era una società di nobili palchettisti) e le vicende stesse che avevano portato alla nascita del teatro convinsero però il teatro a conservare tutti i documenti prodotti nel corso della sua gestione e a dar vita – primo tra tutti – ad un vero e proprio archivio storico nel quale gli impresari dovevano versare la documentazione amministrativa ed artistica e dove dovevano essere conservate almeno le prime copie delle prime teatrali. Così andò anche per Semiramide: scritta e confezionata nei soliti tempi rapidissimi che contraddistinguevano Rossini e la tradizione teatrale del tempo, la partitura venne consegnata al teatro, quindi inviata a Vienna all’editore Artaria per ricavarne lo spartito per canto e pianoforte. La trattativa con il grande editore viennese fu lunga e complessa, anche per i numerosi fenomeni di pirateria editoriale dei quali era stato protagonista l’editore Ricordi, all’epoca agli inizi della propria prestigiosa carriera; addirittura si dovette giungere alle vie legali per risolvere una questione che si andava trascinando e che coinvolse anche la dirigenza veneziana. Dal canto suo l’editore Artaria tentò anche, invano, a restituire non l’autografo di Rossini, bensì una sua copia... Successivamente al suo ritorno a Venezia venne inviata a Parigi perché Rossini la potesse autografare. Profondamente grato alla nobile istituzione (unico vero teatro stabile della città), alla sua dirigenza e alla città stessa che ne aveva prima tenuto a battesimo le opere e che poi aveva contribuito a diffonderle e a farle amare, a ridosso della sua scomparsa accolse volentieri questa richiesta e appose sulla prima carta del primo tomo la seguente frase: «Attesto io sottoscritto essere questo l’Autografo Originale della mia Opera Semiramide. G.Rossini Parigi 5 marzo 1864». Ma non basta: l’archivio storico conserva altri autografi sempre inerenti Semiramide: esistono due spartitini (particelle) limitati a dei numeri dell’opera e, aspetto di straordinaria importanza, praticamente tutte le parti predisposte per la prima rappresentazione e per le riprese successive. Questa particolarità è sensazionale, perché rappresenta l’unico caso tuttora noto prima del trasferimento a Parigi del compositore. E sulle parti affiorano numerose correzioni di mano dello stesso Rossini. E anche questo non basta: sono stati reperiti nel nostro Archivio anche numerosi documenti autografi che riguardano Rossini e l’allora moglie, la cantante Colbran, ingaggiata con il marito. Oltre al contratto per la stagione (firmato sia dalla cantante sia da Rossini), sono emersi anche altri documenti di vario genere, tra gli altri anche il contratto di affitto dell’appartamento nel quale abitarono per la stagione, comprensivo dell’accurato elenco della mobilia consegnata ai locatari per rendere più agevole la residenza a Venezia.

Dettaglio della partitura autografa di Semiramide depositata presso la Cassa di Risparmio di Venezia

Partitura dell’opera Semiramide, autografo di Gioachino Rossini 2 tomi (I tomo: cc. II,1-158,III,159-250,II, numerate in origine; II tomo: cc. II,252- 452,II); in origine la carta 158 del primo tomo era cucita alle tre seguenti (si ravvisano ancora i fori attraverso i quali passava il filo); detta cucitura venne eliminata probabilmente per la ripresa fotografica che portò alla edizione anastatica della partitura (cfr. oltre); non esiste la carta 251, che comunque non viene riportata nemmeno nella edizione anastatica. Le carte di guardia alle estremità di ciascun volume sono solidali con i piatti della legatura, realizzata interamente in pelle rossa con scritta impressa in oro SEMIRAMIDE / ATTO I. [II.] sul piatto superiore esterno dei due tomi, e scritta impressa in oro ROSSINI / SEMIRAMIDE / 1 [2] sulla costola di ciascun tomo; la legatura si è staccata dal corpo del volume (sia nel I sia nel II tomo), così come la II carta di guardia iniziale del I tomo si è staccata sia dalla legatura sia dal volume. La misura delle carte (non della legatura) è di mm 278 x 365 (I tomo) e mm 300 x 348 (II tomo); nel primo tomo alcune carte (attorno al 200) sono state malamente rifilate al lato esterno. A c. 1 è riportata la dichiarazione di autografia della partitura attestata dallo stesso Rossini: Attesto io sottoscritto essere questo L’Autografo / Originale della mia Opera Semiramide / G. Rossini / Parigi 5 marzo 1864. Della partitura è stata realizzata copia anastatica (New York e London, Garland Publishing, 1978, 2 voll. obl. 22 x 30 cm), interamente rispettosa dell’originale (ad eccezione delle misure) e con un corredo di alcune appendici che riportano parti di edizioni a stampa della Semiramide. A questa copia quindi si potrà fare interamente riferimento, ovviamente con l’esclusione delle appendici che non appartengono e non sono mai appartenute all’archivio del Teatro.