Capitolo Quinto L'unità Italiana 1. L'italia Tra

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Capitolo Quinto L'unità Italiana 1. L'italia Tra CAPITOLO QUINTO L’UNITÀ ITALIANA Sommario: 1. L’Italia tra reazione e liberalismo. - 2. Cavour. - 3. La guerra di Crimea. - 4. La ripresa dei moti mazziniani e l’alleanza con Napoleone III. - 5. La seconda guerra d’indipendenza. - 6. La spedizione dei Mille e la nascita del Regno d’Italia. - 7. Aspetti sociali, economici e politici del nuovo regno. 1. L’ITALIA TRA REAZIONE E LIBERALISMO Come si è visto, la fine dei moti del 1848-49 coincide con la ripresa della politica reazionaria nella maggior parte degli Stati europei che mira a cancellare ogni traccia dell’ondata rivoluzionaria. Anche se i moti si risol- vono nel fallimento della rivoluzione popolare e democratica, ciò nondime- no comportano anche la definitiva affermazione della classe borghese- moderata. Negli anni successivi la borghesia sarebbe riuscita ad esercitare un ruolo di primo piano nella gestione del potere economico e politico, fino a farsi garante dell’ordine costituito contro ogni tentativo, interno o esterno, di sovvertimento. Ad eccezione del Regno di Sardegna, negli Stati italiani l’Austria ap- poggia una dura politica reazionaria. Soprattutto nel Lombardo-Veneto vie- ne ripristinato un rigido regime poliziesco ed è severamente repressa qualsiasi attività anche lontanamente suscettibile di aprire la strada a nuovi tentativi rivoluzionari. Uno dei più drammatici episodi di repressione si verifica nel 1852 sugli spalti della fortezza di Belfiore, a Mantova, dove vengono impiccati alcuni patrioti italiani (tra cui il sacerdote Enrico Tazzoli) colpevoli di aver raccol- to denaro per il «prestito nazionale» con cui Mazzini intendeva finanziare ulteriori azioni di lotta armata contro gli austriaci. Questo episodio (cono- sciuto come la vicenda dei «martiri di Belfiore») provoca lo scoppio di un tentativo rivoluzionario a Milano (6 febbraio 1853) che è stroncato con una dura repressione. Una violenta reazione è attuata anche nei ducati, nello Stato Pontificio e nel Granducato di Toscana. La durezza dei regimi viene parzialmente ridi- 44 Capitolo Quinto mensionata quando, nel 1857, l’arciduca Massimiliano d’Asburgo (fratello dell’imperatore) sostituisce il reazionario Radetzky. La reazione più spietata si ha nel Regno delle due Sicilie, dove Ferdi- nando II imbastisce una serie di processi che conducono nelle carceri bor- boniche anche prestigiosi intellettuali come Luigi Settembrini, Silvio Spa- venta e Carlo Poerio. Il Regno di Sardegna è l’unico Stato italiano a conservare la Costituzione concessa nel corso dei moti del 1848. Il nuovo sovrano, Vittorio Emanuele II, mantiene in vigore lo Statuto concesso da suo padre Carlo Alberto e ciò gli vale l’appellativo di «re galantuomo». Il re di Sardegna è, in realtà, una personalità fortemente autoritaria e la sua decisione di mantenere lo Statuto è dettata dal desiderio di accattivarsi l’opinione pubblica liberale anche degli altri Stati ita- liani. La politica di Vittorio Emanuele ha comunque successo e sia i liberali che, successivamente, i democratici moderati guardano al Piemonte come al centro propulsore della lotta patriottica italiana contro l’Austria. La ratifica del trattato di pace con gli austriaci, nonostante le moderate condizioni imposte al Piemonte (che l’Austria crede di poter nuovamente attirare nell’orbita degli Stati reazionari), provoca una crisi nelle istituzioni sabaude in quanto i deputati democratici del parlamento di Torino si rifiuta- no di ratificare la Pace di Milano. Vittorio Emanuele II decide allora di sciogliere le camere e indice nuove elezioni invitando gli elettori a votare, con il Proclama di Moncalieri, per i deputati disponibili a firmare la pace. Si tratta di un gesto chiaramente anticostituzionale, in quanto il sovrano ha influenzato direttamente l’elettorato e, nel proclama, fa anche intendere che se le sue indicazioni non fossero state seguite avrebbe provveduto personal- mente a firmare il trattato senza rispettare le garanzie costituzionali. Sta di fatto che la nuova camera appena eletta ratifica la Pace di Milano e il ministero d’Azeglio può realizzare una serie di riforme liberali. La più importante di queste è rappresentata dalle cosiddette leggi Siccardi (dal nome del ministro che le propone nel 1850), che limitano notevolmente i privilegi dei quali beneficiava il clero piemontese, tra cui il diritto degli ecclesiastici ad essere giudicati da un tribunale speciale. 2. CAVOUR Nel novembre del 1852 la Presidenza del Consiglio piemontese è assun- ta da Camillo Benso, conte di Cavour. Figura di primo piano della destra L’unità italiana 45 liberale, Cavour si accorda con l’esponente più importante della sinistra moderata, Urbano Rattazzi, per realizzare una politica di riforme moderate. Questo avvicinamento sarebbe poi stato ricordato come il connubio. Camillo Benso nasce nel 1810 da una nobile famiglia torinese e viene avviato alla carriera militare. A causa delle simpatie liberali manifestate nel corso dei moti del 1830-31 si trova in una situazione difficile nei confronti delle gerarchie militari e decide, quindi, di abbandonare l’esercito per dedi- carsi alla cura dei propri affari. Compie numerosi viaggi in Italia e all’estero (Inghilterra, Francia, Bel- gio, Svizzera) per approfondire le proprie conoscenze economiche e politi- che, dopodiché, tornato in patria, si dedica soprattutto a introdurre miglio- ramenti sensibili nella conduzione della tenuta agricola familiare di Lesi, trasformandola in un’azienda moderna. Contemporaneamente, scrive opere di carattere economico e legislativo. Per quanto riguarda le teorie economiche, abbandona ben presto le idee giacobine coltivate in gioventù e, dopo essere venuto a contatto con le espe- rienze politiche e sociali di altri paesi europei, si orienta definitivamente verso un liberalismo di tipo inglese, basato sulla convinzione che solo la libertà dell’individuo può permettere la creazione di una società moderna. Inoltre ritiene necessario spingere la borghesia più illuminata sulla via di quelle riforme che, migliorando le condizioni di vita dei ceti meno abbienti, avrebbero scongiurato la minaccia delle rivoluzioni. Messosi in luce già durante il ministero d’Azeglio (all’interno del quale, nel 1850, era stato Ministro dell’agricoltura e delle finanze), nel 1852 Cavour è nominato Capo del Governo. Il suo primo intento è quello di trasformare il Piemonte in uno Stato moderno e progredito, impostato su un regime costitu- zionale in grado di porsi sullo stesso piano dei più avanzati Stati europei, primo su tutti l’Inghilterra. A tale scopo continua l’opera di modernizzazione dell’agri- coltura, sottoscrive importanti trattati commerciali con Francia, Belgio e Inghil- terra e avvia la costruzione della linea ferroviaria Torino-Genova che, oltre ad essere una grandiosa opera di ingegneria, permette di incrementare i traffici commerciali, finanche transoceanici, in partenza dal porto ligure. Cavour attua anche una riforma del sistema fiscale, colpendo maggior- mente le classi più ricche che, conseguentemente, cominciano ad avversare la sua politica. Nel 1855, con l’intento di limitare ulteriormente i privilegi di cui godo- no le gerarchie ecclesiastiche, si fa promotore di una serie di riforme tra le 46 Capitolo Quinto quali la più importante è quella che prevede la riduzione del numero degli ordini religiosi e l’incameramento da parte dello Stato dei beni immobili da essi posseduti. Queste riforme scatenano l’opposizione della destra clericale, al punto che il re Vittorio Emanuele II (sollecitato dal vescovo di Casale, Luigi Na- zari di Calabiana) costringe Cavour a presentare le dimissioni. La «crisi calabiana» dura comunque solo pochi giorni perché il malcontento del- l’opinione pubblica spinge il sovrano a riaffidare il governo a Cavour. 3. LA GUERRA DI CRIMEA Dopo il fallimento dei moti del ’48 il Piemonte diventa il polo d’attra- zione ideale per tutti i liberali della penisola e Cavour, intenzionato a pro- muovere l’ingrandimento dello Stato sabaudo nell’Italia settentrionale, si impegna in una politica antiaustriaca che sottolinei la «funzione nazionale» del Regno di Sardegna. Lo statista sabaudo si propone altresì di inserire il Piemonte in un conte- sto internazionale conquistandosi l’appoggio di Napoleone III, il quale ama presentarsi come il difensore delle nazionalità oppresse. Anche per questo Cavour è favorevole alla partecipazione del Piemonte alla guerra di Crimea, a sua volta causata dal riacutizzarsi dell’annosa questione d’Oriente e dal fatto che i falliti tentativi di riforma interna dell’impero turco continuavano a tener vive le agitazioni indipendentiste delle popolazioni balcaniche di religione greco-ortodossa. Fedele alla politica espansionistica della Russia verso il Mediterraneo, nel 1853 lo zar Nicola I tenta di imporre al sultano turco il proprio protetto- rato su tutti i cristiani dell’impero ottomano. Ne riceve, però, un sostanziale rifiuto, sicché per rappresaglia le truppe zariste occupano i principati danu- biani di Moldavia e Valacchia (pressappoco corrispondenti all’attuale Ro- mania). Francia e Inghilterra, favorevoli al mantenimento dello status quo nell’area mediterranea, nel giugno del 1854 si alleano con la Turchia, en- trando in guerra contro l’imperialismo russo e sconvolgendo i piani di Ni- cola I, convinto che le potenze europee non si sarebbero opposte alle sue iniziative espansionistiche. La guerra viene combattuta in Crimea, principalmente intorno alla fortez- za russa di Sebastopoli, che resiste all’assedio degli anglo-francesi per quasi un anno (dall’ottobre del 1854 al settembre
Recommended publications
  • 'The Italians and the IWMA'
    Levy, Carl. 2018. ’The Italians and the IWMA’. In: , ed. ”Arise Ye Wretched of the Earth”. The First International in Global Perspective. 29 The Hague: Brill, pp. 207-220. ISBN 978-900-4335-455 [Book Section] https://research.gold.ac.uk/id/eprint/23423/ The version presented here may differ from the published, performed or presented work. Please go to the persistent GRO record above for more information. If you believe that any material held in the repository infringes copyright law, please contact the Repository Team at Goldsmiths, University of London via the following email address: [email protected]. The item will be removed from the repository while any claim is being investigated. For more information, please contact the GRO team: [email protected] chapter �3 The Italians and the iwma Carl Levy Introduction Italians played a significant and multi-dimensional role in the birth, evolution and death of the First International, and indeed in its multifarious afterlives: the International Working Men's Association (iwma) has also served as a milestone or foundation event for histories of Italian anarchism, syndicalism, socialism and communism.1 The Italian presence was felt simultaneously at the national, international and transnational levels from 1864 onwards. In this chapter I will first present a brief synoptic overview of the history of the iwma (in its varied forms) in Italy and abroad from 1864 to 1881. I will then exam- ine interpretations of aspects of Italian Internationalism: Mazzinian Repub- licanism and the origins of anarchism, the Italians, Bakunin and interactions with Marx and his ideas, the theory and practice of propaganda by the deed and the rise of a third-way socialism neither fully reformist nor revolutionary, neither Marxist nor anarchist.
    [Show full text]
  • Quadrilatero
    CPIA 1 FOGGIA In copertina: Eugène Delacroix, La libertà che guida il popolo ,1831 Il decennio francese La Rivoluzione francese e l’età napoleonica trasformarono profondamente l’Europa. Sul piano sociale furono eliminati in gran parte dell’Europa i privilegi della nobiltà e del clero; sul piano politico fu abbattuta la monarchia assoluta; sul piano territoriale Napoleone modificò i confini fra gli Stati; sul piano ideologico si affermarono i nuovi ideali di libertà, uguaglianza e fraternità. La marcia delle truppe francesi, guidate dal giovane Bonaparte fu inarrestabile. J. L. David, Napoleone attraversa le Alpi CPIA 1 FOGGIA L’Italia napoleonica Le vittorie di Napoleone sconvolsero l’ordine dell’ Europa ed anche degli Stati italiani. Nel marzo 1796 l’esercito valicò le Alpi e in poco tempo tutta l’Italia del Nord veniva conquistata. I sovrani dei vari stati fuggirono e sotto la protezione delle truppe napoleoniche furono create le repubbliche sorelle della Francia: nel 1797 la Repubblica Cisalpina con capitale Milano e la Repubblica Ligure con capitale Genova; nel 1798 le forze francesi cacciarono il papa da Roma e crearono la Repubblica Romana; nel 1799 il sovrano del regno di Napoli fuggì incalzato dall’esercito francese e nacque la Repubblica Partenopea. L’Italia era ormai un dominio francese, uniche eccezioni il Veneto, che col trattato di Campoformio veniva ceduto all’Austria e la Sicilia e la Sardegna ancora in mano ai Borbone. Fatta eccezione per una breve interruzione la dominazione francese durò quasi un decennio, durante cui l’Italia conobbe un’età di progresso economico e di modernizzazione amministrativa. CPIA 1 FOGGIA Il congresso di Vienna Nell’ottobre 1813 a Lipsia (nell’attuale Germania) una coalizione formata da Austria, Russia, Inghilterra e Prussia sconfisse Napoleone Bonaparte e lo costrinse a firmare la rinuncia al trono francese e ad andare in esilio nell’isola d’Elba.
    [Show full text]
  • The Original Documents Are Located in Box 16, Folder “6/3/75 - Rome” of the Sheila Weidenfeld Files at the Gerald R
    The original documents are located in Box 16, folder “6/3/75 - Rome” of the Sheila Weidenfeld Files at the Gerald R. Ford Presidential Library. Copyright Notice The copyright law of the United States (Title 17, United States Code) governs the making of photocopies or other reproductions of copyrighted material. Gerald R. Ford donated to the United States of America his copyrights in all of his unpublished writings in National Archives collections. Works prepared by U.S. Government employees as part of their official duties are in the public domain. The copyrights to materials written by other individuals or organizations are presumed to remain with them. If you think any of the information displayed in the PDF is subject to a valid copyright claim, please contact the Gerald R. Ford Presidential Library. Digitized from Box 16 of the Sheila Weidenfeld Files at the Gerald R. Ford Presidential Library 792 F TO C TATE WA HOC 1233 1 °"'I:::: N ,, I 0 II N ' I . ... ROME 7 480 PA S Ml TE HOUSE l'O, MS • · !? ENFELD E. • lt6~2: AO • E ~4SSIFY 11111~ TA, : ~ IP CFO D, GERALD R~) SJ 1 C I P E 10 NTIA~ VISIT REF& BRU SE 4532 UI INAl.E PAL.ACE U I A PA' ACE, TME FFtCIA~ RESIDENCE OF THE PR!S%D~NT !TA y, T ND 0 1 TH HIGHEST OF THE SEVEN HtL.~S OF ~OME, A CTENT OMA TtM , TH TEMPLES OF QUIRl US AND TME s E E ~oc T 0 ON THIS SITE. I THE CE TER OF THE PR!SENT QU?RINA~ IAZZA OR QUARE A~E ROMAN STATUES OF C~STOR ....
    [Show full text]
  • The Liberal Idea in 19T H Century Italy: Building A
    THE LIBERAL IDEA IN 19TH CENTURY ITALY: BUILDING A NEW SCIENCE OF POLITICS by Filippo Sabetti Department of Political Science McGill University [email protected] Paper prepared for Panel "Varieties of Liberal Thought In Nineteenth-Century Europe," American Political Science Association Meetings, San Francisco, August 30-September 2,2001. THE LIBERAL IDEA IN 19TH CENTURY ITALY: BUILDING A NEW SCIENCE OF POLITICS Filippo Sabetti Liberal ideas in France grew within a long-established state, with the result that they sought either to reconceptualize political power (Guizot) or to challenge the very entrenched view of that state (Tocqueville). By contrast, liberal ideas in Italy combined with nationalism to generate a variety of ways to achieve national as well as individual liberation. The prospect of a single political regime for the entire Italian peninsula and islands generated considerable debate as to what kind of liberal, constitutional design or model of government was best suited to a population that had lived under separate and diverse political regimes for more than thirteen hundred years. This debate gave rise to two broad currents of thought and action known as moderate liberalism and radical, or democratic, liberalism. Both were intended to realize, promote and advance what has been called "the liberal conception of European history" (Tilly 1975, 37). But the two differed on some fundamental aspects. The first derived from notions of constitutional monarchy and representative government, drawing support from the British experience and particularly the work of John Stuart Mill; the other rejected constitutional monarchy and went beyond representative government to include principles for a self-governing, as opposed to state-governed, society, drawing support from Tocqueville's analysis of democracy in America.
    [Show full text]
  • Università Degli Studi S a L E R N O Biblioteca
    UNIVERSITÀ DEGLI STU DI SALERNO B IB L IO T E C A XV A A di di Magistero Salerno IN MEMORIA DI CARLO PIS/KdNE nel 51.° anniversario del 1857 COnnEttORftZIONE FATTA IN SALERNO NELLA jjJ OMONIMA DAL FR.\ VFN.'. r e g is t r a t o * SALERNO O fficina Tipografica Salernitana 1 9 0 8 SISTEMA BIBLIOTECARIO 01 ATENEO - SALERNO 00164663 Gentili signore, fr .'. carissimi, Come ad una ad una cadono le foglie di un al­ bero, ma l’albero resta, così ad uno ad uno cadono gli uomini, ma l’umanità permane: ed a quella guisa clic al vecchio ornamento dello piante se ne sosti­ tuisce uno nuovo, così agli uomini che soccombono altri uomini succedono e la vita continua, poiché la vita è moto ed il moto è perenne. Commemo­ rando quindi gli scomparsi, noi non guardiamo alla perdita delle persone, no; ma al bene, alle buone azioni, delle quali con la scomparsa di un individuo ci pare si essicchi una fonte; guardiamo al tempo che trascorrerà improduttivo Ano a quando un zampillo pazientemente ricercato e prodotto, non sorga ad annunziare una fonte cristallina novella, alla quale si possa consigliare di attingere onde salutari. * ¥ * Scomparendo un uomo, avanza, è vero, il ricordo delle sue buone doti, ma con l’uomo sparisce l’e- sempio e col ricordo resta il precetto, il quale non può avere la efficacia educativa di quello, come un’acqua imbottigliata e trasportata in luoghi lon­ tani, non può conservare, per quanto industria vi si impieghi, tutte e nel medesimo grado le virtù che ne rendono celebre la fonte.
    [Show full text]
  • Indice Dell'uso Pubblico Del Risorgimento, E Di Un'antologia Di
    inDice Dell’uso pubblico del Risorgimento, e di un’antologia di documenti di Alberto Mario Banti v 1. Il primo Risorgimento (1796-1815) 3 1.1. la scoperta della politica e della nazione, p. 5 1.1.1. affratellamenti municipal-patriottici. brescia e l’italia libera (1797), p. 6 - 1.1.2. una «vera babilonia». circoli costituzionali e caffè patriottici, p. 8 - 1.1.3. giovanni antonio Ranza. istruire nelle verità repubblicane (1798), p. 11 - 1.1.4. pietro custodi. le giornate di uno scrutatore cisalpino (1798), p. 13 - 1.1.5. ugo Foscolo. «la Francia non può sperare salute senza l’italia» (28 agosto 1799), p. 16 - 1.1.6. una famosa ribellione anti-francese: l’appello del cardinale Fabrizio Ruffo ai sanfedisti (1799), p. 18 - 1.1.7. luigi Valdrighi. lettere di un rap- presentante alla consulta di lione (dicembre 1801-gennaio 1802), p. 19 - 1.1.8. Francesco melzi d’eril. il dispotismo costituzionale (1802), p. 22 - 1.1.9. Vincenzo cuoco. Fissare la rivoluzione e rivelare la nazione (1803), p. 24 - 1.1.10. antonio canova. immaginare la nazione nell’italia napoleonica (1806-1810), p. 25 - 1.1.11. milano, 20 aprile 1814. una giornata di violenza, p. 27 - 1.1.12. pellegrino Rossi. ultima chiamata per la guerra di gioacchino l’italico (25 aprile 1815), p. 29 1.2. dal privato al puBBlico. l’altra metà della patria , p. 31 1.2.1. annetta Vadori. i diritti innegabili delle donne fra differenza e uguaglianza (1797), p. 32 - 1.2.2. l’amico delle donne: girolamo bo- calosi (1797), p.
    [Show full text]
  • 1 I. CURRICULUM VITAE LUCY RIALL CURRENT POSITION European University Institute, Florence, Italy, Professor of Comparative Histo
    I. CURRICULUM VITAE LUCY RIALL CURRENT POSITION European University Institute, Florence, Italy, Professor of Comparative History of Europe (19th and 20th Centuries), since 2012 OTHER POSITIONS Birkbeck, University of London, UK, Professor of History, since 2007 Reader, 2002-2007 Senior Lecturer, 1999-2002 Lecturer, 1994-1999 PREVIOUS EMPLOYMENT 1990-1994 University of Essex, UK Lecturer in Modern European History 1987-1990 Cambridge University, UK, Newnham College Research Fellow in History EDUCATION 1984-1988 Cambridge University, Newnham College Ph.D. in History 1983-1984 The London School of Economics & Political Science M.Sc in Political Sociology Distinction 1980-1983 The London School of Economics & Political Science B.Sc (Econ) in Government & History First Class Honours 1 EXTERNAL POSITIONS 2010-2011 External Senior Fellow, Freiburg Institute for Advanced Studies, University of Freiburg, Germany 2010-2011 Visiting Professor in the Chair of Italian Culture University of California at Berkeley, USA 2007-2012 Laboratoire Jean-Baptiste Say, Université de Paris Est, France, Chercheur associé 2007-2008 Université de Paris Est, France Professeur invité 2003-2004 École Normale Supérieure, Paris, France Professeur invité 2003-2004 Freie Universität, Berlin, Germany Berliner Kolleg für Vergleichende Geschichte Europas Visiting Professor 2001–2002 Wofford College, SC, USA Lewis P. Jones Distinguished Visiting Professor 1992-1993 Johns Hopkins University, MD, USA Visiting Fellow RESEARCH AWARDS The British Academy, Personal Research Grant
    [Show full text]
  • Regione Provincia Comune Denominazione up Indirizzo CAP
    Regione Provincia Comune Denominazione UP Indirizzo CAP Abruzzo Chieti Chieti CHIETI STAZIONE VIA PESCARA, 221 66100 Abruzzo Chieti Chieti CHIETI CENTRO VIA BERTRANDO E SILVIO SPAVENTA, 4 66100 Abruzzo Chieti Lanciano LANCIANO VIA GUIDO ROSATO, 1 66034 Abruzzo Chieti Ortona ORTONA CORSO GIACOMO MATTEOTTI, 27 66026 Abruzzo Chieti San Giovanni Teatino SAMBUCETO CORSO ITALIA, 15 66020 Abruzzo Chieti San Salvo SAN SALVO VIA DELLO SPORT, 63 66050 Abruzzo Chieti Vasto VASTO VIA GIULIO CESARE, 20 66054 Abruzzo L'Aquila Avezzano AVEZZANO 2 VIA GUGLIELMO MARCONI, SNC 67051 Abruzzo L'Aquila Avezzano AVEZZANO VIA CAVALIERI DI VITTORIO VENETO, 50 67051 Abruzzo L'Aquila Sulmona SULMONA PIAZZA BRIGATA MAIELLA, SNC 67039 Abruzzo Pescara Montesilvano MONTESILVANO SPIAGGIA CORSO UMBERTO, 34 65015 Abruzzo Pescara Pescara PESCARA 5 VIA PASSOLANCIANO, 70 65124 Abruzzo Pescara Pescara PESCARA CENTRO CORSO VITTORIO EMANUELE II, 106 65122 Abruzzo Pescara Pescara PESCARA 1 VIA ATTILIO MONTI, 1 65127 Abruzzo Teramo Giulianova GIULIANOVA VIA ANTONIO GRAMSCI, 1 64021 Abruzzo Teramo Roseto Degli Abruzzi ROSETO DEGLI ABRUZZI VIA PUGLIE, SNC 64026 Abruzzo Teramo Teramo TERAMO CENTRO VIA GIACOMO PALADINI, 42 64100 Basilicata Matera Matera MATERA CITTA' VIA ANTONIO PASSARELLI, 13/B 75100 Basilicata Potenza Lavello LAVELLO VIA FEDERICO DI SVEVIA, SNC 85024 Basilicata Potenza Melfi MELFI LARGO ABELE MANCINI, 1 85025 Basilicata Potenza Potenza POTENZA CITTA' VIA PRETORIA, 253/B 85100 Basilicata Potenza Venosa VENOSA VIA BATTAGLINI, 10 85029 Calabria Catanzaro Catanzaro
    [Show full text]
  • Dalla Restaurazione All'unità D'italia
    ISTITUTO COMPRENSIVO ‘DANTE ALIGHIERI’ Dalla Restaurazione alla UNITA’ d’ITALIA VIAGGIO nella STORIA, nella LETTERATURA e nell’ARTE CLASSE TERZA ‘A’ A.S. 2010/ 2011 1 INTRODUZIONE E’ sull’onda della commozione del sentirci italiani che, ricorrendo il centocinquantenario dell’unità d’Italia, noi ragazzi della TERZA ‘A’ abbiamo voluto rivivere i valori, le speranze, la straordinaria avventura di uomini e donne protagonisti del nostro Risorgimento. Suddivisi in piccoli gruppi, siamo anandatidati alla scopertascoperta di fatti, idee, sentimenti e sogni dei nostri predecessori che, veri ‘eroi’, hanno contribuito, anche con il sacrificio della propria vita, al riscatto della nostra amata Italia, “a vincere nata, nella fausta sorte e nella ria” (1), oggi libera, unita e repubblicana o, per dirla con il Manzoni, “una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue, di cor “ (2). Roma, 17 marzo 2011 Classe TERZA ‘A’ (1)(1)(1) Leopardi: “A“All’ll’ll’ll’ Italia” (2)(2)(2) Manzoni: “Marzo 1821” . 2 La libertà che guida il popolo ( De Lacroix) 1820/21 : Otto staterelli senza LibertàLibertà,,,,costituivano la penisola italiana sotto la cappa della RESTAURAZIONERESTAURAZIONE. Congresso di Vienna (1815) 3 L’ Italia dopo il congresso di Vienna • Regno di Sardegna, sotto i Savoia ; • il Regno Lombardo - Veneto, sotto l’ Impero Austriaco; • il Granducato di Toscana; • il Ducato di Modena e Reggio; • il Ducato di Parma e Piacenza; • lo Stato Pontificio; • Il Regno delle Due Sicilie; Sconfitto Napoleone, che aveva favorito la diffusione di sentimento di libertà e uguaglianza in strati sempre più ampi della popolazione, era morta la speranza degli Italiani di essere un unico popolo : nessuno avrebbe pensato che sarebbe nata, sia pur dopo diverse traversie, la nostra ITALIA .
    [Show full text]
  • Donne Che Hanno Fatto L'italia
    Corso di Laurea Magistrale in Filologia e letteratura italiana ordinamento ex D. M. 270/2004 Tesi di Laurea Donne che hanno fatto l’Italia Figure femminili di potere nella letteratura e nella riflessione intellettuale e politica del Risorgimento Relatore Ch. Prof. Ricciarda Ricorda Laureando Valentina Calderan Matricola 835398 Anno Accademico 2017 / 2018 INDICE INTRODUZIONE .............................................................................................................................I CAPITOLO I: BREVE STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO: PREMESSE ED ESITI. 1 I.1 SITUAZIONE POLITICA ITALIANA TRA XVIII E XIX SECOLO ..........................1 I.2 IL CANONE RISORGIMENTALE............................................................................... 2 I.3 PROSEGUONO I MOTI RIVOLUZIONARI ...............................................................4 I.4 LE TENDENZE MODERATE ......................................................................................4 I.5 1848: L’INIZIATIVA SICILIANA E LA PRIMA GUERRA D’INDIPENDENZA ......6 I.6 CAVOUR E LA SECONDA GUERRA D’INDIPENDENZA ......................................8 I.7 I MILLE E LA NASCITA DEL REGNO D’ITALIA ...................................................11 I.8 L’ULTIMA FASE: ROMA E VENEZIA .....................................................................14 I.9 L’ITALIA DOPO L’UNITÀ .........................................................................................17 CAPITOLO II: DONNE E POTERE: TRA XVIII E XX SECOLO ............................................21
    [Show full text]
  • Carlo Cattaneo: the Religiosity of a Relunctant Revolutionary
    Brigham Young University BYU ScholarsArchive Theses and Dissertations 2007-06-06 Carlo Cattaneo: The Religiosity of a Relunctant Revolutionary Carolyn Bennett Ugolini Brigham Young University - Provo Follow this and additional works at: https://scholarsarchive.byu.edu/etd Part of the History Commons BYU ScholarsArchive Citation Ugolini, Carolyn Bennett, "Carlo Cattaneo: The Religiosity of a Relunctant Revolutionary" (2007). Theses and Dissertations. 1004. https://scholarsarchive.byu.edu/etd/1004 This Thesis is brought to you for free and open access by BYU ScholarsArchive. It has been accepted for inclusion in Theses and Dissertations by an authorized administrator of BYU ScholarsArchive. For more information, please contact [email protected], [email protected]. CARLO CATTANEO: THE RELIGIOSITY OF A RELUCTANT REVOLUTIONARY b y Carolyn Bennett Ugolini A thesis submitted to the faculty of Brigham Young University in partial fulfillment of Master of Arts Department of History Brigham Young University April 2007 BRIGHAM YOUNG UNIVERSITY GRADUATE COMMITTEE APPROVAL of a Master’s Thesis submitted by Carolyn Bennett Ugolini This thesis has been read by each member of the following graduate committee and by majority vote has been found satisfactory. Date Mark I. Choate, Chair Date Rodney Bohac Donald Harreld BRIGHAM YOUNG UNIVERSITY As chair of the candidate’s graduate committee, I have read the MA thesis of Carolyn Bennett Ugolini in its final form and have found that (1) its format, citations, and bibliographical style are consistent and acceptable and fulfill university and department style requirements; and (2) the final manuscript is satisfactory to the graduate committee and is ready for submission to the university library.
    [Show full text]
  • INTRODUZIONE L'opera Di Benedetto Musolino Che Qui Per La Prima Volta
    INTRODUZIONE L'opera di Benedetto Musolino che qui per la prima volta si pubblica era pron- ta per la stampa nel 1962 a cura di Giuseppe Berti, che del patriota calabrese aveva riordinato le carte nell'archivio di famiglia a Pizzo Calabro e a lui aveva dedicato due importanti saggi, comparsi nella rivista "Società" nel 1960 e 1961', e parti con- sistenti del suo volume su I democratici e l'iniziativa meridionale nel Risorgimento 2 . Vicende editoriali che ora non è il caso di rievocare, e che del resto non sono neppure del tutto chiare, impedirono la pubblicazione di Giuseppe Mazzini o i rivo- luzionari italiani ; ma il dattiloscritto dell'opera, in quella occasione approntato e ri- masto in possesso di Berti, è stato da lui con generosa liberalità ceduto al curatore della presente edizione, insieme con appunti e materiali inediti vari, suoi e di Musoli- no, quando il sottoscritto, su invito dell'editore Pellegrini e di Saverio Di Bella, di- rettore della presente collana, si accingeva a ristampare il solo saggio di Benedetto Musolino su La rivoluzione del 1848 nelle Calabrie, già pubblicato dal pronipote Sa- verio Musolino nel 1903 3 . Alla memoria di Giuseppe Berti, nel frattempo scompar- so, rivolgo il mio grato riverente pensiero Si è potuto allora confermare ciò che già quest'ultimo aveva indicato, e cioè che il saggio sulla rivoluzione calabrese non era opera a sé, bensí apparteneva alla ben piú vasta opera su Giuseppe Mazzini o i rivoluzionari italiani, anzi, per la precisio- ne, ne costituiva una delle appendici a uno dei capitoli, e si è potuto inoltre stabilire che, malgrado l'affermazione di Saverio Musolino°, vi erano stati apportati tagli, modificazioni í, - nelle note - interpolazioni.
    [Show full text]