Orizzontecina VOL
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
orizzonteVOL. 8, N. 2 | MARZO_APRILE 2017 Cina grafica e impaginazione: www.glamlab.it Nel suo discorso di apertura al Belt and Road “Belt and Road Initiative” Forum, il Presidente Xi Jinping ha precisato l’entità dell’impegno finanziario del governo e “China 2025”: verso cinese per dare sostanza alle nuove Vie della seta: oltre 13 miliardi di euro aggiuntivi una Grand Strategy cinese? per gli investimenti del Silk Road Fund, 40 miliardi di euro per operazioni internazionali China 2025 e politiche commerciali: asimmetrie di potere denominate in valuta cinese (yuan renminbi), e difficoltà nella cooperazione sino-europea | Giuseppe Gabusi e Giorgio Prodi e linee di credito da 50 miliardi di euro affidate a China Development Bank e Export-Import La Belt & Road Initiative: oltre gli ostacoli alla cooperazione fra Cina ed Europa? | Yuan Li Bank of China per sostenere progetti in ambito Controlli e regolamentazione dei capitali: infrastrutturale, industriale e finanziario nei | un vincolo alla crescita degli investimenti diretti esteri? Xavier Richet paesi interessati dall’iniziativa di Pechino. Pechino, tra ordine economico liberale e governance con “Chinese characteristics” | Anna Caffarena Europa&Cina | Il rilancio economico della Cina passa per la nuova Via della seta in Europa | Nicola Casarini e Lorenzo Bardia Cinesitaliani | Milano e Prato rappresentano davvero due diversi modelli di integrazione tra cinesi ed italiani? | Daniele Brigadoi Cologna China Media Observatory | Il manhua contemporaneo e la satira politica. Il “caso australiano” di Ba Diucao | Martina Caschera Recensione | Ciaj Rocchi e Matteo Demonte, Chinamen: un secolo di cinesi a Milano | Giuseppe Gabusi Registrato presso del con 26/5/2011 la il Sezione n.177 Stampa e Informazione del Tribunale di Roma - ISSN 2280-8035 Rivista bimestrale di politica, relazioni internazionali e dinamiche socio-economiche della Cina contemporanea orizzonteCina VOL. 8, N. 2 | MARZO_APRILE 2017 DireTTore RESponSabile China 2025 e politiche Gianni Bonvicini, IAI DireTTore Giovanni Andornino, Università di Torino e T.wai commerciali: asimmetrie COMITATO DI REDAZIONE Simone Dossi (coordinatore), Università degli Studi di Milano e T.wai Daniele Brigadoi Cologna, Università degli Studi dell’Insubria e T.wai di potere e difficoltà Daniele Brombal, Università Ca’ Foscari di Venezia e T.wai Nicola Casarini, Istituto Affari Internazionali (IAI) Carlotta Clivio, LSE-PKU graduate student e T.wai nella cooperazione Enrico Fardella, Peking University e T.wai Giuseppe Gabusi, Università di Torino e T.wai Andrea Ghiselli, Fudan University e T.wai sino-europea Emma Lupano, Università degli Studi di Milano Giorgio Prodi, Università di Ferrara e T.wai Flora Sapio, Australian National University e T.wai di Giuseppe Gabusi e Giorgio Prodi AUTori Lorenzo Bardia, assistente alla ricerca dell’area Asia, Istituto Affari Internazionali (IAI) nche la Cina, come tutti i paesi industrializzati, si trova a Daniele Brigadoi Cologna, Ricercatore e docente di lingua e cultura cinese, Adover affrontare le sfide poste dalla cosiddetta “Industry Università degli Studi dell’Insubria; Research Fellow, T.wai; socio fondatore, 4.0” che include lo sviluppo e integrazione di nuovi materiali e agenzia di ricerca e intervento Codici Anna Caffarena, Professore associato di Relazioni internazionali, Università di tecnologie come la robotica, l’Internet delle cose, l’added ma- di Torino; Presidente, T.wai nufacturing, la cybersecurity. Anzi, per la Cina si tratta di una sfida Nicola Casarini, responsabile di ricerca Asia, Istituto Affari Internazionali (IAI) Martina Caschera, docente di Letteratura cinese, Università di Chieti- forse ancora più complessa. Pescara “G. d’Annunzio” Giuseppe Gabusi, docente di International political economy e political In primo luogo, il prodotto interno lordo (Pil) cinese dipende economy dell’Asia orientale, Università di Torino; Research Fellow e responsabile del programma “Changing World Politics”, T.wai ancora moltissimo dal settore manifatturiero e l’accelerazione del- Yuan Li, Professore di East-Asian Business and Economic Studies, Institute la transizione tecnologica che ha investito questo settore avviene of East Asian Studies e Mercator School of Management, University of Duisburg-Essen proprio in un momento in cui la crescita del paese va rallentando. In Giorgio Prodi, Professore associato di Economia applicata, Università di un recente rapporto pubblicato dalla European Chamber of Com- Ferrara; Research Fellow, T.wai merce in China (Ccec), si ricorda come il 25% del valore aggiunto Xavier Richet, Professore emerito, University of the New Sorbonne; Co- direttore del BRIC Seminar, Fondation Maison des Sciences de l’Homme, Paris prodotto in manifattura a livello globale è “made in China”. La Cina Gli ISTITUTI produce il 28% delle automobili, il 41% delle navi, più dell’80% dei Ente senza scopo di lucro, l’Istituto Affari Internazionali (IAI), fu fondato computer, più del 90% dei telefoni cellulari, il 60% delle tv a colori nel 1965 su iniziativa di Altiero Spinelli. Svolge studi nel campo della politica e metà dell’acciaio globale. Per la Cina si tratta, inoltre, di affrontare estera, dell’economia e della sicurezza internazionale. L’Istituto è parte di alcune delle più importanti reti di ricerca internazionali e pubblica due un salto d’innovazione molto più complesso rispetto a quello che riviste: The International Spectator e Affarinternazionali. stanno sperimentando i paesi più avanzati, poiché ha ancora in at- Costituito nel 2009, il Torino World Affairs Institute (T.wai) conduce attività tività molte filiere produttive strutturate per sfruttare il basso co- di ricerca, policy analysis, alta formazione e dialogo track-1.5 nell’ambito di tre programmi: Global China, Violence & Security, Changing World Politics. sto della manodopera cinese. Si tratta quindi spesso di passare da Pubblica il trimestrale RISE Relazioni internazionali e International political un’industria 2.0, efficiente nella minimizzazione dei costi ma poco economy del Sud-est asiatico, e Human Security. innovativa, direttamente all’industria 4.0. Redazione: c/o Torino World Affairs Institute, Via Ponza 4/e, 10121 Torino; [email protected] D’altra parte non vi sono alternative. Il costo del lavoro in Cina è aumentato negli ultimi anni al ritmo del 10% annuo e l’invec- chiamento della popolazione proiettato nei prossimi decenni non potrà che aumentare la tendenza all’esaurimento del bacino mettendo in atto per diventare nel 2049, a cent’anni dalla presa di manodopera a basso costo il cui sfruttamento ha permesso il del potere da parte del Partito comunista cinese, un vero leader decollo economico cinese. manifatturiero globale. La Cina deve quindi cambiare modello di sviluppo per rimane- Cm2025 non può essere e non è una semplice riproposizio- re competitiva e anche per riuscire a intercettare una quota mag- ne dei progetti di Industry 4.0 sviluppati in Europa o negli Stati giore del valore aggiunto creato dalle sue imprese manifatturiere. Uniti. Se le tecnologie prese in considerazione sono invero le Questo è possibile solo se queste ultime controllano gli snodi cru- medesime, diversa è la politica industriale che le sostiene, le ciali delle catene del valore, entrando a valle nella distribuzione, sviluppa e le applica. Così come accade per tutte le politiche ma anche diventando a monte più innovative. economiche cinesi, anche China 2025 ha un approccio prevalen- temente top down. Il governo indica nel dettaglio non solo le China manufacturing 2025 (Cm2025) è parte delle risposte a tecnologie, ma anche i settori principali d’intervento: l’informa- questi problemi. Ed è una parte delle strategie che il paese sta tion technology di prossima generazione, macchine di controllo numerico ad alta tecnologia, robotica, aerospazio e aviazione, attrezzature avanzate per l’ingegneria marittima e ferroviaria, produzione di navi hi-tech, veicoli a basso consumo energetico ed elettrici, macchinari e attrezzature agricole, nuovi materia- li, biofarmaceutica e strumenti medicali ad alta performance. Il piano definisce anche quali siano gli obiettivi: dalla riduzione dei costi, all’aumento di qualità e affidabilità, all’istituzione di nuovi centri d’innovazione, alle percentuali di componenti che devono essere prodotti nel paese. Infine, definisce gli strumenti necessari al raggiungimento degli obiettivi indicati. Il già citato rapporto della Ccec ne indica dieci: trasferimenti forzati di tec- nologia in cambio di accesso al mercato, restrizioni all’accesso al mercato e agli appalti pubblici per le imprese con capitale China manufacturing 2025 fa parte delle strategie che Pechino sta metten- straniero, adozione di standard specifici, elargizione di sussidi, do in atto per far sì che la Cina diventi nel 2049 – a cent’anni dalla procla- politica finanziaria, fondi di investimento garantiti dal gover- mazione della Repubblica popolare cinese – un vero leader manifatturiero globale. (Immagine: governo cinese) no, sostegno dai governi locali, investimenti all’estero in cerca di tecnologia, fusione e politicizzazione delle imprese di Stato, partnership pubblico-privato. ne internazionale della Cina su cui più si è esposto il Presidente Xi Cm2025 non vuol quindi solo promuovere l’adozione di nuo- (OrizzonteCina vi ha dedicato il numero 6 del 2016). ve tecnologie ma anche e soprattutto la capacità di sviluppo del- le stesse. In una prima versione dei documenti relativi a Cm2025 Vi sono spazi per collaborazione, ma anche per acquisizioni.