I Polacchi Nel Risorgimento Italiano
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
I polacchi nel Risorgimento italiano ISBN 978-88-903780-4-1 Mostra storica, Torino 2011 Illustrazione in copertina: Ludwik Mierosławski da Giuseppe Garibaldi a Caprera, dicembre 1860. Stampa, Muzeum Wojska Polskiego, Varsavia. Ognisko Polskie w Turynie Consolato Generale di Polonia in Milano Comunità Polacca di Torino Consolato Onorario di Polonia in Torino I polacchi nel Risorgimento italiano Krystyna Jaworska Seconda edizione Torino 2012 Mostra promossa da Comunità Polacca di Torino Consolato Generale di Polonia in Milano Ognisko Polskie w Turynie Consolato Onorario di Polonia in Torino nell’ambito di con il patrocinio di: Con il contributo di: Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Polonia Consolato Onorario di Polonia in Genova Consolato Onorario di Polonia in Venezia Le immagini in mostra sono state riprodotte per gentile concessione di: Archiginnasio di Bologna - Archivio di Comunione e Liberazione, Milano - Associazione Archivio e biblioteca Dall’Ovo, Dalmine (Bergamo) Biblioteca del Dipartimento di Scienze del Linguaggio e Letterature moderne e comparate, Università degli Studi di Torino Biblioteca Reale, Torino - Biblioteka Uniwersytetu Warszawskiego, Varsavia - Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, Milano Fondazione Bergamo nella storia - Museo storico di Bergamo - Fondazione Luigi Firpo, Torino - Fondazione Vera Nocentini, Torino Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, Torino - Istituto Polacco di Roma - Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, Torino Museo Civico di Marsala - Museo Centrale del Risorgimento Italiano, Roma - Muzeum Historyczne m. st. Warszawy (Museo storico della città di Varsavia), Varsavia - Muzeum Wojska Polskiego (Museo dell’Esercito Polacco), Varsavia Mostra a cura di: Krystyna Jaworska Testi: Krystyna Jaworska Gra\ca: LL’Design Il percorso espositivo dal 1918 al 1945 è tratto dalla mostra: Da prigioni a uomini liberi. La formazione dell’Armata polacca al campo della Mandria di Chivasso. 1918-1919 , curata da Krystyna Jaworska, Fabrizio Spegis, Alberto Turinetti di Priero, Chivasso 2008, promossa dal sindaco Bruno Ma - tola e dall’assessore alla cultura Alessandro Germani della Città di Chivasso, progetto gra`co di Diego Bionda, che qui si ringraziano vivamente. Un ringraziamento particolare a Guido Franzinetti e a Cristina Vernizzi per la preziosa consulenza storica Si ringraziano sentitamente per la collaborazione nelle ricerche iconogra\che e nell’organizzazione della mostra: Alina Ajurkiewicz-Zejdowska, Fortunata Armocida, Valerio Barello, Adriana Bortolotti, Marco Brunazzi, Edoardo Cattaneo, Sandro Chierici, An - drzej Cichal, Antonietta De Felice, Daniela Fioranti, Maria Gratkowska Scarlini, Elżbieta Kamińska, Aleksandra Kruszyńska, Leszek Kuk, Ulri - co Leiss de Leimburg, Halina Lorenc, Jarosław Mikołajewski, Marco Pizzo, Wanda Romer, Roberto Sandri Giachino, Donatella Sasso, Raffaella Scalisi, Caterina Simiand, Krzysztof Strzałka, Monika Szemberg, Agnieszka Szol, Alberto Turinetti di Priero, Massimo Vitali, Clara Vitulo. “Considerando che per patimenti, energie di sacri\ci e immortalità di speranze, la Polonia è sorella all’Italia e sacra fra tutte le nazioni…” Roma 29 maggio 1849 I triumviri della Repubblica Romana C. Armellini G. Mazzini A. Saffi 2011, Centocinquantenario dell’Unità d’Italia: tali e tanti furono i contatti tra i patrioti polacchi e italiani nel XIX secolo che la Polonia non poteva non partecipare. Abbiamo convenuto con il Comune di Torino che le Officine Grandi Riparazioni sarebbero state il luogo più adat - to per una mostra storica illustrante l’apporto polacco all’Unità d’Italia. E a chi meglio affidare questo compito se non alla professoressa Krystyna Jaworska, docente di Letteratura Polacca all’Università di Torino? Ella è stata aiutata, nelle ricerche storiche, dalla professoressa Cristina Vernizzi, presidente del - l’Associazione Mazziniana di Torino e già direttore del Museo Nazionale del Risorgimento di Torino e dal professor Gui - do Franzinetti dell’Univeristà del Piemonte Orientale. Collaborazione che ricorda, per lo spirito civico che l’anima, i rapporti ottocenteschi tra Mazzini e Joachim Lelewel (storico polacco, repubblicano) o, ancora, tra lo stesso Mazzini e Adam Mickiewicz nel 1849 nella Repubblica Roma - na quando venne formata una “Legione polacca”. Per una non prevista coincidenza, proprio quando la Polonia assume per la prima volta la presidenza dell'Unione Eu - rope, si svolgono in Italia le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, Unità alla quale i polacchi hanno dato il loro contributo, come del resto anche altre nazioni del nostro continente. Infatti il Risorgimento si colloca in un ampio fe - nomeno europeo, non soltanto italiano. Esso vede combattere per una causa comune patrioti greci, magiari, italiani e polacchi, facendo nascere le prime radici che fecero crescere in seguito il grande albero dell'Europa Unita. In questa mostra la professoressa Jaworska, oltre a ricordare pagine relativamente note dei rapporti italo-polacchi dell’ot - tocento, vi aggiunge episodi semisconosciuti illustrati da immagini inedite in Italia, frutto di ricerche svolte nei due Paesi. Affidiamo a questo catalogo della mostra il compito di trasmettere alle nuove generazioni il racconto di queste pa - gine di storia comune tra italiani e polacchi. Torino, ottobre 2011 Il Console Generale di Polonia Il Console Onorario di Polonia Il Presidente della Comunità in Milano in Torino Polacca di Torino Krzysztof Strzałka Ulrico Leiss de Leimburg Wanda Romer Sartorio 4 questa singolare predilezione? Cosa na signi`cativa nel processo di co - Tra Italia e Polonia. spingeva le persone a sacri`care la pro - struzione dell’Europa, con il supera - Due secoli di lotte per pria vita in terra straniera? mento degli interessi particolari nella la libertà Indubbiamente hanno giocato un consapevolezza dei diritti e dei desti - ruolo signi`cativo i plurisecolari nes - ni comuni dei suoi abitanti. Fratellanza d’armi: si tra i due paesi, ma soprattutto le no - La storia delle relazioni tra Italiani parole e sangue tevoli affinità della situazione otto - e Polacchi nel corso dell’Ottocento è centesca, quando entrambi i popoli scandita da episodi di forte valenza Nell’affidare a singole frasi e im - condividevano le stesse aspirazioni alla ideale, espressi in frasi che non erano magini poste su alcuni pannelli interi libertà, all’indipendenza e all’unità na - mera retorica, ma incarnavano un sen - capitoli di storia si rischia di appiatti - zionale. Vi erano anche notevoli dif - tire comune di persone disposte a re episodi che furono ben più com - ferenze. L’Italia mirava a divenire uno mettere a repentaglio la propria vita plessi e sfaccettati di quanto possa ap - stato unitario, mentre la Polonia aspi - per obiettivi ritenuti più importanti parire da una breve descrizione. Li - rava a riacquistare la sovranità nazio - della vita stessa. Prima di tutto l’aspi - mitare le informazioni a scarni cenni nale persa nel 1795. L’Italia raggiun - razione alla libertà. I motti adottati il - storici e biogra`ci non rende giustizia se il suo obiettivo nel 1861, mentre la lustravano sinteticamente gli scopi del vissuto, soprattutto se si parla di Polonia restò sotto dominazione stra - della lotta. vicende poco note e che segnarono niera ancora per oltre mezzo secolo. “Tutti gli uomini liberi sono fra - fortemente l’esistenza di persone e po - Dopo l’Unità d’Italia, gli interessi dei telli” avevano sulle spalline gli uomi - poli. D’altronde può pur sempre es - due popoli divennero talvolta diver - ni delle legioni napoleoniche formate sere un utile inizio, uno stimolo alla genti, in quanto la politica del giova - in Italia sotto il comando del genera - lettura. Non resta quindi che segnala - ne Stato nei confronti delle aspirazio - le Dąbrowski. “Dalla terra d’Italia in re che ciò che si presenta sono solo po - ni polacche dovette assumere toni più Polonia” esorta il canto allora compo - chi frammenti di una realtà ben più cauti, per non irritare Russia e Prussia, sto nel 1797 a Reggio Emilia, città del ampia e articolata, lasciando al visita - ma è a questo punto che si manifestò tricolore, e allora chiamato “Canto tore ulteriori approfondimenti e con - con maggiore slancio l’appoggio del - delle Legioni polacche in Italia”, che `dando nella sua comprensione. l’opinione pubblica italiana. fu poi scelto quale inno nazionale po - Come è stato sottolineato da Stefan Per quanto multiformi e talvolta lacco. Nel periodo napoleonico si Kieniewicz, l’Italia è, accanto all’Un - contraddittorie fossero le relazioni tra strinsero conoscenze che servirono poi gheria, il paese per il quale i polacchi i patrioti italiani e polacchi, spesso di a facilitare i contatti tra le organizza - hanno combattuto di più nel corso diversa ispirazione politica e forma - zioni dei cospiratori italiani e polacchi dell’Ottocento e l’opinione pubblica zione (moderati, monarchici, repub - già all’epoca dei moti del 1820-1825. italiana è quella che ha dimostrato blicani e rivoluzionari), esse furono I contatti aumentarono notevol - maggiore solidarietà con gli insorti caratterizzate da una forte comunan - mente dopo l’insurrezione polacca del polacchi del 186. Come spiegare za di ideali e rappresentano una pagi - 180-1, quando migliaia di insorti 5 furono costretti all’esilio e molti pre - di battaglie, di morti e di feriti, vi è vero a Milano tre mesi dopo, il 2 set - sero poi parte ai moti ottocenteschi in una storia squisitamente “umana”, fat - tembre 1859. Le fonti storiche ci sve - diversi paesi