COMUNE DI OSPEDALETTO D’ALPINOLO PROVINCIA DI

PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN OPIFICIO DESTINATO AD IMPIANTO DI PRODUZIONE E VENDITA DI RICAMBI AUTO NONCHE’ IMPIANTO DI DEMOLIZIONE CON RIVENDITA PEZZI DI RICAMBIO USATI COMPRESO LE OPERAZIONI AMMINISTRATIVE DI RILASCIO DEL CERTIFICATO DI DEMOLIZIONE E DI CANCELLAZIONE DEL VEICOLO DAL PRA

DITTA : VITALE MARIA.

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RELAZIONE PAESAGGISTICA

Premessa L’intervento oggetto della presente relazione è la nuova costruzione di un opificio destinato ad impianto di produzione e vendita di ricambi auto nonché impianto di demolizione con rivendita di pezzi di ricambio usati compreso le operazioni amministrative di rilascio del certificato di demolizione e di cancellazione del veicolo dal PRA con annessa zona vendita degli stessi, uffici, e locali a servizio delle maestranze da realizzarsi in agro del di Ospedaletto d’Alpinolo (AV) alla località PIP Tuoro sui lotti n. 1 e 2. Tale relazione è prevista per la verifica della compatibilità paesaggistica della struttura in cui si andrà a svolgere l’attività di cui sopra, ai sensi del Dlgs n°42/2004.

Inquadramento Territoriale, Risorse Ambientali e Attività Produttive

Il Comune di Ospedaletto d’Alpinolo rientra nel territorio della Comunità Montana del Partenio, del Parco Regionale del Partenio e del Bacino montano ”Falde Orientali del Partenio”. Confina a nord con il Comune di , ad est con quello di Avellino, a sud e a ovest con quello di . Il territorio comunale si estende su una superficie di circa ha.562.00.00 della quale la parte montana rappresenta circa la metà (ha.276.00.00).

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Il centro abitato è sito a m.725 circa s.l.m. ed attraversato dalla strada statale n°374 Avellino-; lo scalo ferroviario più vicino è quello di Avellino, a circa km.11, mentre l’aeroporto più vicino è quello napoletano di Capodichino a circa km.50 e al quale si arriva facilmente grazie alla vicinanza con l’autostrada Napoli-Canosa (A16) passante per Mercogliano. Dal punto di vista orografico la superficie territoriale si divide in due grandi blocchi: la prima prettamente montana, molto ripida e con forti pendenze, situata a monte del nucleo abitato e nella quale la quota massima di altitudine è di m.1565 in località “Cupitelle o Toppa Cesine” che rappresenta uno dei punti più alti dell’intero massiccio del Partenio. E’ questa la zona compresa tra il vallone “Acque di Carraio” ed il vallone “Rustichiello”, un particolare microclima che influisce sulla vegetazione presente rendendola rigogliosa e lussureggiante. Nella zona sono presenti numerose grotte e cavità naturali, mentre il suolo ed il sottosuolo sono particolarmente ricchi di corsi d’acqua. L’intero territorio comunale è ricoperto da una lussureggiante vegetazione arborea fatta di castagneti da frutto, poi castagneto ceduo ed infine ampie e folte faggete, che in passato hanno fornito legname e ricchezza al paese. La seconda zona, invece, è prevalentemente collinare, i cui terreni degradano dolcemente verso la valle avellinese e verso la città capoluogo; qui si trova una ampia zona agricola destinata prevalentemente alla coltivazione della nocciola, degli ulivi e di uva per la produzione di vini pregiati come il Fiano. Oggi la popolazione trae la fonte di maggiore impiego dalle industrie dolciarie (torrone, biscotti, cioccolato), che hanno da tempo creato una tradizione specifica, che non cede il passo per qualità e bontà dei prodotti alle aziende più reclamizzate sia del meridione che del settentrione d’Italia. Questa attività è in forte crescita sia per la riscoperta da parte della gente di luoghi salubri e ameni come può essere il vicino torrone Santuario di Montevergine, ma soprattutto grazie alla rivalutazione, voluta dal Comune e dalla Comunità Montana del Partenio, dell’antico percorso pedonale che partendo proprio dal centro cittadino, attraversando i boschi del Partenio, giunge fino al Santuario. Chi villeggia ad Ospedaletto può svolgere escursioni a piedi nei lussureggianti boschi di

3 castagno e faggio, che ci presentano uno tra i più bei paesaggi irpini, ove la comunità montana ha realizzato nel rispetto della natura bivacchi utili al viandante. Molti gli itinerari naturalistici apprezzati dagli amanti del trekking e ancora più numerosi i percorsi enogastronomici che fruttano prodotti tipici come i funghi, che crescono abbondanti e volentieri sulle radici dei castagni, e i formaggi ottenuti con il latte delle pecore e delle capre che si nutrono delle erbe dei boschi del Monte Partenio.

sentiero per Montevergine

produzione tipica - formaggi

Tracciati insediativi storici, Musei, siti archeologici e monumenti La Guida Turistica d’Italia ci presenta Ospedaletto d’Alpinolo come:”località di villeggiatura in posizione panoramica”, mentre il Dizionario enciclopedico dei Comuni d’Italia si esprime in questi termini: “Magnifico paese tra castagni cedui e una lussureggiante vegetazione, lontano dalle contese feudali e dedito ai prodotti dei boschi, alla legna e al carbone”. In un raro testo del settecento vi si può leggere:”Ospedaletto, Hospitaletum, Terra nel regno di Napoli nella provincia di Principato Ultra. Essa giace alle radici di Montevergine su d’un falso piano; ed è così ben fabbricata, che fa meraviglia a chiunque vi capita. Vi sono de’ bei palazzi e delle Famiglie civili assai, e comode. Ha molti Valentuomini, e tra gli altri il celebre D.Gian Paolo Torti…….”. Le origini di Ospedaletto, prima Casale, sono strettamente legate all’Abbazia di Montevergine. Infatti nel 1178 venne rogato un documento ufficiale, ancora oggi conservato, in cui si costituiva il già citato Casale nel quale si stabilirono ventisette

4 vassalli. Essi avevano l’obbligo di corrispondere” due braccia di cera di giusta misura nel giorno di Natale” al monastero, ricevendo in cambio la protezione, la difesa e la benedizione dell’ Abate. Nel 1197, Casale Fontanelle possedeva, oltre alle sorgenti di acqua purissima (da cui il nome), un ospedale e una chiesa, un “gentile omaggio” al Monastero del re normanno Guglielmo II detto il Buono con l’assenso di Papa Alessandro III. Inoltre venne riconfermato il possesso del casale da parte del Monastero di Montevergine con la nomina a feudatario dell’allora Abate Giovanni I di Morcone col titolo di barone. Il nome attuale il paese lo deve a Carlo II d’Angiò che in atto ufficiale del 1304 lo chiama per la prima volta “Hospitalis Montis Virgini” , ciò dovuto al fatto che nei pressi del centro abitato sorgeva un ospedale, nel senso proprio del termine, per la sosta e il ricovero dei pellegrini costruito e gestito dai monaci ed intitolato a San Tommaso. In questo, che doveva essere un grandioso edificio, conosciuto anche dai pontefici Alessandro IV ed Urbano IV, dimorarono gli stessi abati e vi furono ospitati personaggi come Carlo II d’Angiò, l’Imperatore Filippo di Taranto e Federico II di Svevia. Intorno all’ospedale sorsero numerose abitazioni che dagli inizi del XV secolo costituirono il nucleo principale del Borgo, citato appunto come “Casale dell’Ospedale di Montevergine” (1463). Dopo l’unità d’Italia lungo l’intera catena dei monti del Partenio si stabilirono le bande dei briganti guidate da Caruso, Taddeo, Palombo,che fra il 1860 e il 1865 provocarono non pochi lutti e distruzioni nelle campagne di Ospedeletto. L’essere sulla strada per il Santuario di Montevergine, ha permesso al paese, sin dai tempi più antichi, il commercio e lo scambio dei prodotti del luogo, soprattutto nocciole e castagne, mentre verso la fine del 1800 si cominciò a diffondere la produzione della “cupeta ” (dal latino “cupidia”, cioè la cupidigia….del palato) il torrone, divenuto, oggi, punta di diamante dell’industria dolciaria artigianale del luogo. Altra golosità, che è solo di Ospedaletto, sono le castagne del prete, “’e castagne ro’ prevete”, gustose e morbidissime ottenute mediante una particolare lavorazione (si dice ideata da un prete appunto) che prevede un lungo bagno in acqua e l’essiccazione, con l’impiego di fumo, in particolari camere dette “gratai”.

Chiesa Patronale e Torre Civica 5 Nel centro storico è possibile ammirare la Chiesa Patronale dei Santi protettori SS. Filippo e Giacomo con l’annessa cappella del Santissimo Rosario in cui sono custodite pitture del ‘700, l’altare marmoreo in stile barocco ed il coro ligneo finemente intagliato del ‘600.

Il campanile a due campane grandi ed una piccola con orologio provenienti dalla chiesa di San Sebastiano, si adagia al fianco della chiesa con la sua struttura in pietra viva. Bellezza e spirito serafico emanano la piazza del Pellegrino con le sue imponenti statue dei viandanti scolpite nella pietra di , da qui si snodano vicoli caratteristici e piazzette che invitano il turista ad ammirare le bellezze architettoniche dei vecchi portaedelle vecchie costruzioni che riportano alla mente l’antico sapore del passato.

Monumento al Pellegrino

Suggestiva è la villa comunale ricca del verde tipico del paesaggio del Partenio, ove tra le piante si può intravedere la famosa fontana del Tritone, realizzata dagli scalpellini locali, nonché la vecchia mulattiera che ancora oggi tra canti e tamburiate testimonia la tradizionale “juta a Montevergine”. Lungo il sentiero per il Santuario di “Mamma Schiavona” il pellegrino può riposarsi e trovare conforto soffermandosi dapprima nel luogo denominato “Cappella”, poi, sempre lungo l’erta salita, allo “Scalzatoio” ove sono presenti i resti della Sedia della Madonna: qui passato e presente si intrecciano in questo millenario cammino di fede e speranza. Altro luogo interessante da visitare è in Contrada Curti dove vi sono i resti di tombe di epoca preromana e dove è in allestimento un museo dedicato alla civiltà contadina e all’artigianato locale, riferito in modo particolare alla lavorazione del torrone e delle castagne.

Fontana del Tritone 6

Sistemi Tipologici Ricorrenti Dall’analisi del tessuto urbano, appare evidente che la tipologia edilizia locale è dominata dalla presenza di cortine di edifici in linea che si sviluppano su due, massimo tre piani, con copertura a doppia falda, ricoperte da embrici (coppi e contro coppi), evidente la linearità e la semplicità dell’architettura che presenta facciate semplicemente intonacate, impreziosite da qualche portale in pietra calcarea bianca locale, finemente bocciardata a mano, i vuoti nelle facciate sono spesso simmetrici ed i balconi mai eccessivamente ampi ne interrompono la monotonia, evitando quasi sempre la soluzione d’angolo. Caratteristici e ricorrenti anche canali e discese in rame, utilizzato anche frequentemente il ferro battuto soprattutto per la realizzazione di ringhiere e cancelli.

Stradina caratteristica del Centro Storico

Lo studio cromatico del tessuto edilizio esistente, evidenzia la presenza insistente di colori chiari tenui nel centro storico e colori terra più frequenti in periferia per case isolate, piccoli complessi e nuovi insediamenti.

Tipologia fabbricati ricorrenti di nuova costruzione

7 Caratteristiche geomoforlogiche , geolitologiche, idrologiche e simiche dell’area Il sito in oggetto è parte integrante di un territorio a prevalente morfologia collinare pedemontana che mostra di aver raggiunto una condizione di discreto equilibrio con l’attuale sistema morfogenetico. Il sito oggetto dell’opera è inserito in una zona priva di dissesti. Litologicamente, la zona in esame è caratterizzata da terreni dell’unità irpina nella quale sono inglobati blocchi della serie carbonatica e masse dell’unità sifilide di età compresa tra Il Lias e Quaternario. La struttura d’insieme si presenta caotica a causa dell’intensa tettonizzazione che ha interessato tali sedimenti. Nell’area in esame è presente quindi, una potente placca FLYSCIOIDE sostanzialmente arenitica ed argillosa. Nella massa argillosa sono inglobati i livelli litoidi di varia natura: calcari – calcari marnosi ed arenarie. A copertura di tale strato vi è la presenza di una coltre di terra quaternaria di origine piroclastica costituita da limi sabbiosi o sabbie limose frammisti a livelli lenticolari di pomice. Molto spesso questi terreni si presentano profondamente alterati da parte degli agenti esterni per cui sono argillificati e/o humificati. I materiali piroclastici sono legati al vulcanismo esplosivo flegreo e vesuviano che si sono depositati per trasporto aereo. La potenza di tale formazione è scarsa nell’area in esame. Il comportamento idrogeologico delle due formazioni va distinto in due parti: 1. una coltre di copertura piroclastica discretamente permeabile a causa della composizione granulometrica nettamente spostata nel campo dei limi e delle sabbie fini; 2. la formazione flyscioide data l’anisotropia dovuta alla caoticità dell’ammasso e alle diverse caratteristiche dei materiali che la compongono presentano una circolazione idrica difficilmente definibile; la massa pelitica possiede una permeabilità praticamente nulla. Le arenarie, i calcari e i calcari marnosi costituenti la parte litoide della formazione sono caratterizzate da una permeabilità medio alta per fratturazione e/o porosità. Dal punto di vista idrogeologico nella zona esiste una percolazione stagionale: infatti durante la stagione piovosa nei terreni permeabili si riscontra l’accumulo di modesti adunamenti idrici, ma l’inclinazione naturale della zona e le caratteristiche dei terreni ne favoriscono un rapido deflusso sia verso valle sia verso i terreni limitrofi senza che si

8 creino le condizioni adatte al ristagno ed alla formazione di falde acquifere di entità significativa.

Assetto del paesaggio attuale e area di progetto

L’area oggetto dell’intervento fa parte

Area del piano per gli insediamenti produttivi del Comune di Ospedaletto d’Alpinolo (AV) sito alla località Tuoro ed è riportata in catasto terreni al foglio 4 particelle 1285 e 1288 per una superficie complessiva di mq 2.504 ed è posta ad una quota di circa m 620,00 sul livello del mare, presenta un andamento praticamente pianeggiante nel suo interno e nel

area d'intervento corso degli anni detta zona non è stata interessata da frane.

Area intervento

9 I lotti hanno accesso diretto sulla strada di servizio dell’area PIP in località Tuoro, ove sono ubicati i vari servizi tecnologici quali la rete idrica, la linea elettrica, la linea fognaria nonché quella del gas. I lotti in oggetto confinano a nord e a sud con proprietà comunale , ad ovest con la particella 1283, ad est con la particella 171. Allo stato attuale l’area è libera da ogni insediamento edilizio e non presenta alcuna vegetazione significativa, anzi ne è priva.

Accesso al lotto oggetto d’intervento All’interno del PIP di cui fann parte i lotti n. 1 e 2 allo stato attuale vi sono numerosi opifici industriali. Il contesto paesaggistico adiacente all’area di progetto, cosi precedentemente riportato si può riscontrare la presenza di: - in direzione Nord, Est ed Ovest sono presenti opifici industriali già realizzati; - in direzione Sud terreno di proprietà comunale a ridosso del vallone Mulinello.

PIP Tuoro visto dall’interno del lotto

10 L’area occupata dai lotti 1 e 2 non è interessata da alcuna zonizzazione di rischio individuata nel Piano per l’Assetto Idrogeologico redatto dall’Autorità di Bacino del Liri - Garigliano – Volturno, competente territorialmente.

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ANALISI

DELLE

CARATTERISTICHE

PROGETTUALI

12 ANALISI DELLE CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE E DEGLI STANDARD URBANISTICI

Caratteri tipologici del progetto

La ditta Vitale Maria, è assegnataria dei lotti n. 1 e 2 ricadenti nell’area destinata ad attività industriale individuata nel Piano per Insediamenti Produttivi del Comune di Ospedaletto d’Alpinolo. E’ intenzione della Sig.ra Vitale Maria, nei lotti n.1 e 2, realizzare un opificio destinato ad impianto di produzione e vendita di ricambi auto nonché impianto di demolizione con rivendita pezzi di ricambio usati compreso le operazioni amministrative per il rilascio del certificato di demolizione e di cancellazione del veicolo dal PRA con annessi uffici e locali a servizio delle maestranze. La scrivente prima di procedere alla progettazione del suddetto fabbricato ha provveduto all’accertamento dei luoghi dove deve sorgere l’opera al fine di acquisire tutte quelle informazioni necessarie per la progettazione. Da detti accertamenti si è potuto rilevare: - l’ubicazione del lotto; - i collegamenti viari; - la presenza di reti tecnologiche (luce, acqua, fogne); - la morfologia dei luoghi sia dal punto di vista del suolo e sia rispetto al contesto ambientale; - l’azzonamento del lotto rispetto agli strumenti urbanistici; - quota sul livello del mare; Acquisite le suddette informazioni si è passati alla seconda fase, idea del progetto, redigendo primi schizzi e stabilendo il posizionamento del fabbricato sull’area oggetto dell’intervento in considerazione dei seguenti fattori: a) asse eliotermico in modo da consentire un utilizzo razionale della fonte energetica solare; b) pendenza del terreno; c) facilità di accesso rispetto alle strade esistenti o quelle di progetto; d) piantagioni arboree esistenti al fine di non deturpare l’ambiente;

13 e) rispetto delle distanze dai confini e dalle strade; f) tipo di struttura che si vuole realizzare; g) impiantistica; h) struttura; i) funzione o destinazione d’uso; j) forma. Esaurite le fasi preliminari si è proceduto alla redazione del progetto vero e proprio e si è cercato quanto più possibile di rendere il progetto di facile lettura per la committenza. Le fasi progettuali si sono articolate a diversi livelli: a) definizione delle caratteristiche più significative sia qualitative che funzionali dell’intervento. In questa fase progettuale sono state messe in evidenza le soluzioni di progettazione in base alla valutazione ambientale, all’utilizzo dell’opera, del lotto a disposizione, ai costi, nonché alle caratteristiche dimensionali, volumetriche, tipologiche, funzionali e tecnologiche in via generale; b) evidenza dei criteri di scelta progettuale, caratteristiche dell’opera (superfici, volumi da realizzare, scelta del tipo delle strutture), caratteristiche dei materiali utilizzati, inserimento dell’opera nel contesto ambientale, studio ed indagini geologiche, idrologiche, sismiche, rilievi e sondaggi al fine di consentire i calcoli preliminari delle strutture, degli impianti e lo sviluppo del costo dell’opera. Il progetto è stato redatto tenendo presente tutti i riferimenti legislativi necessari ai fini del rilascio del permesso a costruire ai sensi del D.P.R. n. 380 del 6 giugno 2001 cosi come modificato ed aggiornato ai sensi del D. Lgs n. 301 del 2002 , della Legge Regionale n. 19 del 28 novembre 2001 e ai sensi del D.Lgs. n. 42 del 22/01/2004 (ex Legge 1089/39 e 1497/39).

Inquadramento Urbanistico del lotto: - indice di fabbricabilità fondiaria (i.f.f.): 5 mc/mq;

- rapporto max di copertura: 50% dell’area lotto;

- altezza max degli edifici: 12 ml;

- numero di piani: 2 + p.t.;

- distacchi dai confini: 5.00 ml;

14 - parcheggi: 40 mq./100 mq. coperti;

Quadro di raffronto urbanistico:

I lotti n. 1 e 2 sono riportati nel P.R.G. del comune di Ospedaletto d’ Alpinolo (AV) come area P.I.P. ed hanno una superficie complessiva di mq 2504, e precisamente il lotto n.1(p.lla 1285) copre una superficie di mq. 1287 e il lotto n.2 (p.lla 1288) ne copre una di mq.1217. secondo le prescrizioni urbanistiche su una siffatta superficie si potrebbero realizzare: - Volume max realizzabile: mq 2504 x 5,00 mc/mq = 12.520,00 mc; - Superfie max realizzabile mc 12.520,00 : 12 m = 1.043,33 mq - Superficie coperta realizzabile: mq 2504 x 50% = 1.252 mq; - Superficie min parcheggi = 0,40mq x 1mq coperto. I valori in progetto prevedono - Piani entro terra: non previsto - Piani fuori terra: 1 + soppalco uffici; - Superficie coperta o Lunghezza: m 50,00; o Larghezza: m 20,00; di cui: m 25,00 x m 20,00 = mq 500,00 coperti e chiusi m 25,00 x m 20,00 = mq 500,00 coperti e senza paramenti perimetrali. m 10,90 x m 6,40 = mq 69,76 soppalco uffici TOTALI = mq 1.069,76 < mq 1.252,00 realizzabili - Proiezione copertura o Lunghezza m 52,00; o Larghezza m 21,50; - Altezza max. capannone fuori terra: m 11,00 < m 12,00; - Altezza max. uffici m 6,40 < m 10,00 - Volume v.p.p. di progetto: a) m 50,00 x m 20,00 x m 8,50 ( considerata sottotralicciato) = Volume totale di progetto mc. 8.500,00 < mc 12.520,00 - Superficie parcheggi = mq 0,40 x mq coperti 1.069,76= mq 427,90<451,83 realizzati

15 La porzione rimanente di lotto sarà adibita a viabilità interna e verde.

Opera in progetto Il fabbricato in progetto avrà le seguenti caratteristiche: - pianta del fabbricato : forma rettangolare; - piano: n. 1 fuori terra per una superficie coperta di mq 1000, di cui mq 500,00 tompagnati da pannelli sandwich dello spessore di cm 4 e altri mq 500,00 non tompagnati. Nei mq 500 tompagnati sarà prevista un’area di mq 435,95, destinata alla lavorazione e allo stoccaggio dei pezzi di ricambio recuperati dalle auto dismesse. - Inoltre è prevista un’area adibita a vendita, uffici e locali per gli operai così suddivisa:  Zona vendita mq 19,80;  Ufficio magazzino mq 2,78 con annesso bagno di mq 1,05;  Bagno per il pubblico mq 1,80 allestito anche per l’uso da parte di persone diversamente abili;  Sala di attesa mq 4,38;  Ufficio pratiche mq 5,38 con annesso bagno di mq 1,05;  Ingresso dipendenti mq 1,50;  Spogliatoio mq 5,60 con annesse docce di mq 2,30 e wc di mq 1,80;  Deposito materiali di consumo di mq 1,35;  Accesso all’area di lavorazione mq 1.25. Alla zona vendita e alla zona uffici si accederà direttamente dall’esterno con porte separate, ma comunicanti dall’interno, mentre la zona riservata a spogliatoi avrà accesso esclusivamente dall’esterno e sarà comunicante esclusivamente con la zona lavorazione. Inoltre è stata prevista la realizzazione di un piano soppalcato, realizzato con profilati in metallo e solaio in laterocemento, collegato al piano terra da una scala in metallo, così suddiviso:  Sala mensa di mq 10,92;  Ufficio amministrazione di mq 8,98;  Ufficio dirigenza di mq 11,54;  Wc di mq 2,00;  Archivio di mq 2,89;

16  Ripostiglio di mq 2,00;  disimpegno di mq 8,32;  Ingresso di mq 3,54.  Caratteristiche costruttive e materiali: - STRUTTURA: Il fabbricato sarà un unico corpo di fabbrica disposto su un unico livello e sarà realizzato in carpenteria metallica pesante mediante la posa in opera di pilastri e travi in acciaio calcolati secondo le norme vigenti, poggianti su una platea di fondazione realizzata in c.c.a..

-LA TOMPAGNATURA: - Sarà realizzata con pannelli sandwich dello spessore di cm 4 a faccia vista lisci. La colorazione scelta per i pannelli prevede l'utilizzo del grigio alluminio satinato per la facciata principale e per quella laterale sinistra. Per evidenziare la zona uffici e gli ingressi al pubblico è stato scelto un pannello di colore verde bosco in sintonia con l'ambiente circostante. Per le facciate non a vista sarà utilizzato un pannello standard color panna. La zona uffici e il soppalco avranno come paramento esterno lo stesso tipo di pannello innanzi descritto, mentre internamente sarà realizzata una controparete in cartongesso idoneamente coibentata ed insonorizzata.

- LA COPERTURA: La copertura del fabbricato sarà realizzata con pannelli sandwich dello spessore di cm 8 con faccia esterna grecata e la realizzazione di sei lucernai fissi a spessore delle dimensioni m 2,00 x 2,00 onde permettere l’ingresso della luce ed aumentare così il comfort visivo ai dipendenti.

- INFISSI : Gli infissi esterni del fabbricato saranno realizzati in pvc mentre le porte interne delle zone uffici saranno realizzate in legno tamburato.

17 Per gli accessi agli uffici e agli spogliatoi saranno utilizzate porte con apertura verso l’esterno e maniglione antipanico. Inoltre saranno realizzate numero tre serrante delle dimensioni di m 4,00 x 5,00 onde permettere l’uscita e l’ingresso di automezzi pesanti. Gli infissi esterni sono stati progettati tenendo presente il rapporto illuminotecnico tra la superficie pavimentata e la superficie finestrata apribile.

- TRAMEZZATURE: Tutte le tramezzature interne saranno eseguite con pannelli in cartongesso e/o blocchi in cemento autoclavato, intonacate e tinteggiate.

- PAVIMENTAZIONE INTERNA: Nell’area di lavorazione sia interna che esterna saranno realizzate pavimentazioni del tipo industriale, mentre nella zona uffici, sia a pian terreno che al piano soppalcato, e negli spogliatoi saranno posti in opera pavimenti confacenti agli ambienti e al loro uso secondo la normativa igienico sanitaria vigente .

- PAVIMENTAZIONE ESTERNA Considerato l’attività che si andrà a svolgere nella struttura in progetto non è prevista alcuna pavimentazione particolare, infatti la porzione di lotto non occupata dal fabbricato sarà interamente rifinita con conglomerato bituminoso, previa posa di uno strato impermeabilizzante a ridosso del terreno, e dedicata esclusivamente a viabilità e parcheggi. Sulla strada comunale Tuoro ove sono ubicati gli ingressi sia carrabili che pedonale, sono stati già realizzati i muri di delimitazione del lotto in c.a, successivamente sarà realizzata una recinzione dell’altezza di circa m 2.00 con elementi metallici tipo orso grill. A ridosso della recinzione metallica sarà realizzata una siepe in lauro ceraso o cipresso nano. Tutte le opere in metallo saranno verniciate con colori ferromicacei.

- IMPIANTO ELETTRICO:

18 Sarà eseguito in conformità alla legge 37/2008 ed alle normative CEI ed in particolare i materiali e le apparecchiature necessarie saranno scelti in modo da poter disporre di elementi marchiati e dotati delle necessarie certificazioni di sicurezza. Si preferiranno pertanto elementi dotati del marchio IMQ il quale attesta la conformità alle prescrizioni di sicurezza delle norme CEI. Le soluzioni mireranno al raggiungimento di ottimo livello di illuminazione efficienza e confort nel rispetto delle norme antinfortunistiche.

- IMPIANTO IDRICO: Interno per alimentazione di apparecchi igienico – sanitari, sarà eseguito dall’innesto alla montante fino all’apparecchio erogatore, con tubazione in rame sanitaria completa di raccordi, pezzi speciali idoneamente incassati sotto traccia, mentre la fornitura idrica verrà assicurata mediante allacciamento alla rete idrica comunale, già esistente.

- IMPIANTO TERMICO: Sarà realizzato in conformità alle normative vigenti e sarà del tipo UTA dota, con la messa in opera di unità combinate con motore incorporato e verranno realizzate esclusivamente nelle zone uffici e spogliatoi del piano terra e del piano soppalcato.

- IMPIANTO FOGNARIO: all’interno del fabbricato, esclusivamente per la zona uffici sarà realizzato con tubazione in PVC del diametro non inferiore a Ø 110 per le discese delle acque nere e di diametro non inferiore a Ø 60 per le acque grigie che saranno convogliate in appositi pozzetti di intercettazione e successivamente convogliate a mezzo di una tubazione a tenuta in P.V.C., del diametro non inferiore di 160 mm., nella rete fognaria comunale;

-TRATTAMENTO DELLE ACQUE: Considerato l'attività che si andrà a svolgere all'interno della struttura in progetto, le acque meteoriche non saranno incanalate direttamente nella fogna bianca, ma saranno preventivamente trattate da un apposito sistema

19 di sedimentazione e purificazione. Le acque meteoriche provenienti dalla copertura e dal piazzale saranno incanalate mediante griglie e pozzetti in un sistema composto da tre vasche a scolmo e a tenuta stagna di sedimentazione e purificazione. Dopo tutti i passaggi le acque saranno incanalate nella fogna bianca.

20 ANALISI DEL CICLO PRODUTTIVO Quadro generale Il capannone da realizzarsi e le aree scoperte saranno dotate di tutti gli accorgimenti previsti dalle attuali disposizioni legislative per ciò che attiene alla tutela ambientale e di sicurezza, saranno inoltre nettamente separate le aree di conferimento dei mezzi da bonificare da quelli bonificati e quelle di deposito temporaneo dei rifiuti prodotti. Infatti, lo stabilimento sarà dotato di un idoneo sistema di captazione delle acque meteoriche che verranno allontanate verso l’impianto di trattamento, così come le acque nere dei servizi igienici. Dal punto di vista tipologico e dimensionale l’attività viene esercita secondo una soluzione indoor all’interno del capannone al cui interno saranno presenti le varie aree, delimitate e ben distinte, per la messa in riserva nonché per il deposito preliminare. Gli spazi esterni al corpo di fabbrica innanzi descritto saranno destinati alla viabilità di accesso degli automezzi in ingresso/uscita dalla piattaforma impiantistica ed allo stoccaggio degli autoveicoli da bonificare. La soluzione progettuale oggetto del presente intervento prevede l’adozione di tutte le misure di sicurezza e protezione ambientale in conformità a quanto richiesto nel corpo dell’allegato alla Deliberazione della Giunta Regionale della – Area Generale di Coordinamento Ecologia, Tutela dell’Ambiente, Disinquinamento e Protezione Civile n 81 del 2015, con specifico riferimento ai sistemi di raccolta ed allontanamento delle acque meteoriche e protezione delle acque esterne, ai sistemi di abbattimento degli odori nonché alla presenza di una recinzione perimetrale deputata ad ospitare l’impianto di autodemolizione. Le operazioni sono effettuate nel pieno rispetto dei principi generali fissati dalle norme tecniche di cui al succitato Decreto, con specifico riferimento a quanto fissato all’art. 178, commi 2 e 3, in quanto sono condotte senza costituire pericolo per la salute dell’uomo, nel rispetto delle norme di igiene e sicurezza sul lavoro e con metodi o procedimenti che non recheranno pregiudizio all’ambiente ed in particolare:  senza creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo nonché per la fauna e la flora;  senza causare inconvenienti da rumori ed odori;  senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse, tutelati in base alla normativa vigente.

21 Il materiale così ottenuto potrà, quindi, essere utilizzato come prodotto recuperato e venduto sul mercato. Mentre i rifiuti prodotti saranno conferiti presso impianti all’uopo autorizzati per il recupero finale.

Descrizione delle principali caratteristiche di processo e di funzionamento Le operazioni che saranno svolte presso l’insediamento in parola, riguarderanno la tipologia di rifiuto individuata dai codici CER di cui all’Allegato D alla Parte IV del D.Lgs 152/06 e s.m.i. come elencati di seguito. Gli autoveicoli e/o i rifiuti in ingresso giungeranno rispettivamente su autocarri, se non funzionanti, e all’interno di cassoni o altro, gli stessi saranno posizionato nella zona riservata prima al conferimento posta su pavimento impermeabilizzato al coperto, in attesa del successivo avvio delle operazioni di preparazione bonifica. Infatti, il Centro di Raccolta e di Trattamento dei veicoli fuori uso avrà un :  Area adeguata di stoccaggio del veicolo prima del trattamento e di sistemi di raccolta dello spillaggio, di decantazione e di sgrassaggio  Adeguata viabilità interna per un’agevole movimentazione  Sistemi di convogliamento delle acque meteoriche dotati di pozzetti per il drenaggio, vasche di raccolta e di decantazione, muniti di separatori per oli adeguatamente dimensionati  Adeguato sistema di raccolta e trattamento dei reflui, conformemente a quanto previsto dalla normativa vigente in materia ambientale e sanitaria;  Deposito per le sostanze da utilizzare per l’assorbimento dei liquidi in caso di sversamenti accidentali e per la neutralizzazione di soluzioni acide fuoriuscite dagli accumulatori  Idonea recinzione lungo tutto il perimetro  Area di stoccaggio dei pezzi smontati  Area di stoccaggio degli accumulatori in appositi contenitori  Area di stoccaggio dei liquidi e dei fluidi derivanti dal veicolo fuori uso, in appositi serbatoi (carburante, oli, liquido di raffreddamento, antigelo, liquido freni, acidi degli accumulatori, e fluidi dei sistemi di condizionamento e altri fluidi o liquidi contenuti nel veicolo fuori uso  Adeguato stoccaggio di pneumatici fuori uso

22 Le risorse utilizzate per lo svolgimento dell’attività sono essenzialmente le seguenti:  Energia elettrica per il funzionamento degli impianti;  Acqua prelevata dall’acquedotto comunale;  Gasolio per i mezzi; I rifiuti che si produrranno durante l’attività di operazioni preliminari al recupero saranno gestiti in conformità al D.Lgs 152/06 e quindi conferiti a ditte autorizzate al trasporto e al successivo recupero e/o smaltimento. Dallo scarico dei rifiuti ritenuti ammissibili fino alla fase terminale di conferimento presso gli impianti di recupero all’uopo autorizzati, i rifiuti sono costantemente assoggettati a procedure di controllo e verifica di tipo visivo. Nell’ipotesi in cui si dovesse rilevare la presenza di rifiuti giudicati non ammissibili alla forma di recupero autorizzata si provvederà, immediatamente, alla verifica ed al successivo smaltimento in sicurezza degli stessi presso impianti all’uopo autorizzati provvedendo, ove possibile, all’individuazione del carico e del relativo responsabile. In ogni caso l’allontanamento dei materiali ritenuti incompatibili avverrà assicurando l’assenza di qualsiasi rischio di contaminazione della restante parte di rifiuti ed avendo cura di avviare a smaltimento anche quelle frazioni di rifiuto ammissibili a recupero che risultino inficiate a causa di contaminazione per semplice contatto con la partita giudicata inidonea. L’area di conferimento, individuata in planimetria, risulterà munita di specifica pavimentazione in conglomerato cementizio impermeabilizzato al fine di evitare qualsivoglia forma di contaminazione.

Descrizione del ciclo di trattamento Le operazioni per la messa in sicurezza del veicolo fuori uso saranno effettuate secondo le seguenti modalità e prescrizioni:  Rimozione degli accumulatori, neutralizzazione delle soluzioni acide eventualmente fuoriuscite e stoccaggio in appositi contenitori stagni dotati di sistemi di raccolta di eventuali liquidi che possono fuoriuscire dalle batterie stesse; la neutralizzazione elettrolitica se non possibile in loco potrà essere effettuata in altro luogo;

23  Rimozione dei serbatoi di gas compresso ed estrazione, stoccaggio e combustione dei gas ivi contenuti nel rispetto della normativa vigente per gli stessi combustibili;  Rimozione o neutralizzazione dei componenti che possono esplodere, quali airbag;  Prelievo del carburante e avvio a riuso;  Rimozione con raccolta e deposito separati in appositi contenitori, secondo le modalità e le prescrizioni fissate per lo stoccaggio dei rifiuti pericolosi di oli di tutti i tipi, di antigelo, di liquidi refrigerante,di liquidi freni,di fluidi refrigeranti dei sistemi di condizionamento e di altri liquidie fluidi contenuti nel veicolo fuori uso, a meno che non siano necessari per il reimpiego delle parti interessate. Durante l’asportazione saranno evitati sversamenti e adottati opportuni accorgimenti e utilizzate idonee attrezzature al fine di evitare rischi per gli operatori addetti al prelievo;  Rimozione del filtro olio che sarà privato dell’olio, previa scolatura; l’olio prelevato sarà stoccato con gli oli lubrificanti ; il filtro sarà depositato in apposito contenitore, salvo che il filtro stesso non faccia parte di un motore destinato al reimpiego;  Rimozione e stoccaggio dei condensatori contenenti PCB;  Rimozione per quanto fattibile, di tutti i componenti identificati come contenenti mercurio;  La gestione dei CFC e degli HFC avverrà e in conformità a quanto previsto dal decreto ministeriale 20.9.2002, pubblicato sulla G.U. n. 231 del 02/10/2002.;  Per i rifiuti pericolosi saranno altresì rispettate le norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essi contenute;  Lo stoccaggio degli oli usati sarà realizzato nel rispetto delle disposizioni di cui al decreto legislativo 95/92 e al D.M. 392;

Verifica rispetto normativa tecnica Al fine di poter verificare la conformità normativa dell’impianto rispetto ai basilari requisiti di sicurezza operativa e gestionale come richiesti dalla normativa tecnica di riferimento peraltro pedissequamente ripresi nel corpo della DGRC si precisa quanto segue:  L’area di conferimento risulta ben distinta dall’area dei veicoli da bonificare e quella per la bonifca, nonchè quella del deposito temporaneo e dei rifiuti provenienti dalle officine, come risulta dagli allegati grafici di dettaglio;

24  Non sono possibili miscelazioni tra i rifiuti in quanto gli stessi sono sistemati in maniera tale da evitarne la commistione. Infatti ogni area o cassone è contraddistinto con una tabella su cui è riportato il codice CER e lo stato fisico del rifiuto contenuto;  I recipienti utilizzati all’interno dell’area saranno sempre ed esclusivamente impiegati per le stesse tipologie di rifiuti, prevedendosi la bonifica degli stessi qualora particolari esigenze gestionali dovessero richiedere differenti forme di impiego.

Analisi dell’attività di demolizione L’attività di demolizione si compone delle seguenti fasi:  Smontaggio dei componenti del veicolo fuori uso o altre operazioni equivalenti volte a ridurre gli eventuali effetti nocivi sull’ambiente;  Rimozione, separazione e deposito dei materiali e dei componenti pericolosi in modo selettivo, così da non contaminare i successivi residui della frantumazione provenienti dal veicolo fuori uso;  Eventuale smontaggio e deposito dei pezzi di ricambi commerciabilizzabili, nonché dei materiali e dei componenti recuperabili, in modo da non compromettere le successive possibilità di reimpiego, di riciclaggio e di recupero. I punti di commercializzazione non ricadranno nelle aree di lavorazione.

Trattamento e stoccaggio Una volta bonificato il veicolo di tutti i liquidi presenti è la volta di motore, assali e trasmissione. Il motore, se di valore e in buone condizioni, potrà eventualmente essere venduto come ricambio. Assali e trasmissione, che non potranno essere, per ragioni di sicurezza, gestiti come ricambi, e che rappresentano la parte più robusta e pesante del veicolo saranno destinati al recupero di metallo. L’attività di separazione di queste parti pesanti potrà essere effettuata con un ponte.

Operazioni di trattamento per la promozione del riciclaggio Le operazioni di trattamento per la promozione del riciclaggio consisteranno:

25  Nella rimozione del catalizzatore e nel deposito del medesimo in apposito contenitore, adottando i necessari provvedimenti per evitare la fuoriuscita di materiali e per garantire la sicurezza degli operatori;  Nella rimozione dei componenti metallici contenenti rame, alluminio e magnesio;  Nella rimozione dei pneumatici, in modo tale da poter essere effettivamente riciclati come materiali;  Nella rimozione dei grandi componenti in plastica, quali paraurti, cruscotto e serbatoi contenitori di liquidi;  Nella rimozione dei componenti in vetro.

Criteri di gestione  Nell’area di conferimento non sarà consentito l’accatastamento di veicoli;  Le parti di ricambio destinate alla commercializzazione saranno stoccate prendendo gli opportuni accorgimenti, per evitare il loro deterioramento ai fini del successivo reimpiego;  Lo stoccaggio dei rifiuti recuperabili sarà realizzato in modo tale da non modificare le caratteristiche del rifiuto e da non comprometterne il successivo recupero;  Le operazioni di stoccaggio saranno effettuate evitando danni ai componenti che contengono liquidi e fluidi;  Il deposito preliminare dei rifiuti non recuperabili sarà effettuato in idonei contenitori;

La bonifica La bonifica del veicolo avverrà nell’isola “area di bonifica” che è una stazione attrezzata per l’estrazione dei liquidi potenzialmente inquinanti presenti all’interno del veicolo. La “isola” è dotata di vasche trasportabili poste sotto il veicolo e riempite per caduta libera grazie a imbuti per i veicoli più piccoli, mentre le altre sono dotate di sistema di aspirazione e stoccaggio integrati. Il grigliato presente sotto il veicolo permetterà la raccolta di eventuali sversamenti e renderà più sicuro (meno scivoloso) il pavimento per l’operatore; La struttura dell’isola sarà composta da: 1. un ponte sollevatore; 2. un impianto di aspirazione e pompaggio dei liquidi: permette l’aspirazione del liquido antigelo, liquido tergicristallo, olio motore e olio freno (che sarà tenuto

26 separato dagli altri oli). Inoltre l’olio motore sarà tenuto separato dagli altri oli (olio cambio, trasmissione, idraulico) che sarà invece miscelato. I liquidi bonificati saranno quindi, minimo, 4: oppure 5 in quanto si terranno separati l’olio motore (che può essere degradato a causa delle temperature elevate che può raggiungere e dunque non utilizzabile per determinate forme di recupero) con gli altri oli minerali. 3. l’impianto di aspirazione e pompaggio dei carburanti: sarà a due vie, rispettivamente a benzina e gasolio; 4. una stazione di stoccaggio connessa al sistema di aspirazione e pompaggio dotata di bacino di contenimento per i liquidi: è direttamente collegata al sistema di aspirazione e pompaggio e formata da 4 o 5 contenitori posti su bacino di contenimento. I contenitori sono dotati di sistema visivo e sonoro di troppo pieno. La stazione di stoccaggio è all’internoe e dotata di un sistema di evacuazione dei vapori.

Deposito Temporaneo L’attività di bonifica eseguita comporta la produzione di rifiuti ( rif. Paragrafo 13) che saranno depositati in:  serbatoi per i rifiuti liquidi;  ceste o cassoni per i rifiuti solidi. Tali rifiuti resteranno in deposito temporaneo prima dell’avvio a recupero o smaltimento presso impianti all’uopo autorizzati. Il deposito temporaneo sarà gestito in conformità al D.Lgs. 152/06 e cioè:  tale da garantire la separazione tra i rifiuti;  gestione dello svuotamento del deposito con cadenza trimestrale o in alternativa fino a 12 mesi se non si supereranno i 30 mc di cui 10 pericolosi.

Quantita’ massima stoccabile di rifiuti

La quantità di veicoli accettabili in impianto, così come previsto dalla DGRC 386/2016 è calcolata in funzione delle aree disponibili e destinate a tali operazioni. All’interno dell’impianto sono state individuate delle aree da destinare alla stoccaggio in ingresso dei veicoli da bonificare e delle altre per i veicoli già bonificati.

27 Nello specifico avremo:  Area veicoli da bonificare: o Area 1) mq 170,00 o Area 2) mq 250,00 Totale mq 420

 Area veicoli bonificati o Area 1) mq 162,00 Totale mq 162,00

Sulla scorta dei mq disponibili si è proceduto a suddividere le aree per i vari veicoli stoccabili.

Veicoli da bonificare

AREA 1 (M1,N1=1MG) = superficie 240 mq / 8 mq = n° 30

AREA 2 (M2,N2,O2 = 0.75

AREA 3 (M3,N3,O3=3.5

AREA 4 (veicoli a 3 ruote) = superficie 10 mq / 2 mq = n° 5

AREA 5 (veicoli a 2 ruote) = superficie 10 mq / 1 mq = n° 10 Area necessaria mq 420,00 area disponibile mq 420,00

Veicoli Bonificati

AREA 1 (M1,N1=1MG) = superficie 72 mq / 8 mq = n° 9

AREA 2 (M2,N2,O2 = 0.75

AREA 3 (M3,N3,O3=3.5

AREA 4 (veicoli a 3 ruote) = superficie 4 mq / 2 mq = n° 2

AREA 5 (veicoli a 2 ruote) = superficie 5 mq / 1 mq = n° 5

Area necessaria mq 161,00 area disponibile mq 162,00 Si precisa che non saranno utilizzati cantilever in quanto la suddetta organizzazione dell’impianto consente la possibilità di stoccare il numero di veicoli desiderati.

28

Emissioni in atmosfera Le attività svolte sono tali da non risultare potenzialmente emissive, infatti trattandosi di attività di autodemolizione, le fasi lavorative che si susseguono non generano emissioni significative. Si precisa che non è eseguita l’attività di saldatura, né di frantumazione né di accartocciamento Per quanto riguarda l’impianto di trattamento e depurazione acque meteoriche, invece, è stimato e valutato come punto di emissione diffusa in quanto potenzialmente emissivo.

Caratteristiche Qualitative E Quantitative Delle Emissioni Prodotte Ai fini del contenimento delle emissioni di polveri diffuse, non tecnicamente convogliabili e di scarsa entità saranno adottati i seguenti sistemi di contenimento e abbattimento:  la viabilità interna e le aree pavimentate dovranno essere costantemente mantenute in piena efficienza e pulite;  durante la movimentazione ed il trasporto del materiale polverulento dovranno essere impiegati dispositivi chiusi, con la copertura del carico dei camion in entrata ed in uscita dall’impianto  dovrà essere imposto l’obbligo di riduzione della velocità di transito da parte dei mezzi in ingresso ed in uscita dall’impianto;  i sistemi di mitigazione e di contenimento delle missioni diffuse dovranno essere mantenuti in continua efficienza. Dall’esame dei dati stimati si evince che le emissioni in atmosfera del suddetto impianto sono scarsamente rilevanti e rientreranno nei valori limite imposti dalla normativa vigente

Inquinamento acustico Il D.P.C.M. del 01/03/91 e successivamente la Legge Quadro n. 447 del 1995, prevedono all’art. 6, comma 1, lettera (a), l’inquadramento del territorio comunale in classi acustiche secondo la tabella A (Allegata) del D.P.C.M. del 14/11/1997 e poiché il Comune di Ospedaletto D’Alpinolo (AV), è dotato di un piano di zonizzazione acustica la cui classe è la V. Dall’analisi e stima dei dati acquisiti nel corso della valutazione dell’attività che la ditta intende svolgere, si desume che la rumorosità che potenzialmente sarà prodotta nel corso

29 dell’attività e quindi il relativo impatto sia CONFORME alla normativa vigente in materia di inquinamento acustico. Infatti, RISPETTERA’ il limite assoluto di zona (V - Aree prevalentemente industriali) di Leq(A) 70dB(A) diurno, in quanto i valori ipotizzati, con le condizioni di max rumorosità, lungo la recinzione del piazzale dello stabilimento sono pari a max 60 dB(A) in luoghi frequentati da persone e comunità.

Il ciclo delle acque Il ciclo idrico dell’impianto prevede: 1. Scarico servizi igienici in fogna acque nere 2. Scarico acque meteoriche provenienti dal dilavamento piazzali in fogna acque bianche 3. Scarico acque derivanti dalla copertura del capannone in fogna acque bianche 4. Rete di raccolta interna acque percolaticce in vasca a tenuta.

Acque per servizi igienici Le acque derivanti dai servizi igienici saranno collettate direttamente verso il collettore fognario acque nere.

Acque meteoriche dilavamento piazzali Per lo smaltimento delle acque meteoriche saranno realizzati due diverse reti di deflusso: una per la raccolta delle acque di copertura, l’altra per la raccolta delle acque dei piazzali e dei parcheggi. La copertura del capannone in progetto copre una superficie di circa mq 1.000,00, (dei quali metà tompagnata e metà no) l’estensione residua è pari a circa a 1.504,00 mq. Le acque provenienti dalla copertura, attraverso le pluviali ed una rete esclusiva composta da pozzetti di cm 50 x 50 e tubazione in PEAD del diametro di mm 200, saranno direttamente convogliate nella fognatura bianca comunale. Il piazzale, invece, sarà dotato di una rete di raccolta delle acque meteoriche, con caditoie e condotte, che sottoporrà le acque di dilavamento ad un trattamento di disoleazione e depurazione prima di venir recapitate nella rete delle acque bianche comunale. Per il dimensionamento dell'impianto di trattamento delle acque di prima pioggia si è fatto riferimento a quanto stabilito dal “Piano Regionale Di Tutela Delle Acque” (PRTA) della

30 Regione Campania in applicazione del Decreto Legislativo n.152/2006, ed in particolar modo si è preso come parametro la portata massima di pioggia. La stima delle portate massime al colmo defluenti è stata condotta tenendo conto delle caratteristiche geometriche e morfologiche proprie dei diversi sottobacini individuati (estensione e lunghezza della superficie scolante, pendenza media ponderata, coefficiente di deflusso). La curva di possibilità climatica adoperata è quella avente tempo di ritorno di 5 anni valida per piogge di durata inferiore o uguale a 60 minuti. Da tali ipotesi consegue che esiste un tempo di corrivazione tc, caratteristico del bacino, che rappresenta il tempo necessario perché la goccia caduta nel punto idraulicamente più lontano dell'area in esame raggiunga la sezione di chiusura. Tenuto conto che usualmente l’intensità media di pioggia diminuisce con l’aumentare della sua durata, deriva che la portata massima al colmo si ottiene quando il tempo di corrivazione eguaglia la durata dell’evento. Ne consegue che la portata al colmo della piena critica può essere definita dalla seguente relazione: Q =(φ x i(tc) x A x 1000) / 360 nella quale Q è la portata al colmo di piena (mc/s), φ il valore del coefficiente di afflusso medio del bacino, i l’intensità media di pioggia di durata pari al tempo di corrivazione (mm/h) e A la superficie del bacino (ha). La valutazione della portata di prima pioggia è stata effettuata sulla base delle indicazioni imposte dalle norme di attuazione del “Piano Regionale Di Tutela Delle Acque” (PRTA) della Regione Campania in applicazione del Decreto Legislativo n.152/2006. La superficie di calcolo considerata per la determinazione del volume di pioggia, è stata precedentemente valutata ottenendo un valore pari a circa 2004 mq (superficie del piazzale e viabilità sommata alla superficie coperta non tompagnata. L’impianto sarà dimensionato per il trattamento di una pioggia critica, riferita ad un tempo di ritorno di 5 anni e ad una durata di 15 min, dilavante la superficie dei piazzali e la viabilità del lotto. L’impianto ha comunque un funzionamento continuo e garantisce il trattamento di tutte le acque meteoriche prevedendo un margine di almeno il 10% in eccesso sulla portata massima di progetto determinata ai punti successivi della presente relazione. In particolare, il trattamento delle acque è assoggettato ai 15’ (N.T.A. del PRTA Campania) con cui i piazzali si rendono puliti per effetto della piovosità stessa. Pertanto,

31 considerando la relazione della curva di possibilità climatica per piogge aventi tempo di ritorno pari a 5 anni si ottiene una precipitazione massima oraria pari a 68 mm. Con riferimento ai primi 15 minuti si ottiene una precipitazione massima pari a 17 mm. Alla luce della formula sopra richiamata si avrà nel caso in progetto Q =0.90 x 68 x 0.2004 x 1000 = 34 l/s 360 Dove si è posto:

φ= 0.90 così come da normativa D.L. 152/2006; i(tc)= 68mm/h ricavato dalle medie delle osservazioni pluviometriche; A= 0.2004 ha essendo 2004 mq L’impianto, con funzionamento a ciclo continuo, è dimensionato per una portata di piena pari a 34 l/s. Si tenga presente che in tal modo verrà eseguito il trattamento dei primi 15 minuti e di tutta la pioggia eccedente. Considerando che i siti industriali che trattano rifiuti devono trattare i primi 5 mm di pioggia e considerando che l’area, interessata al recupero delle acque di prima e di seconda pioggia ha una superficie di 2004 mq, abbiamo una portata di prima pioggia prodotta da trattare pari a:

Nel caso in cui, invece, consideriamo che il trattamento delle acque di pioggia è assoggettato ai primi 15’ (N.T.A. del PRTA Campania) con cui i piazzali si rendono puliti per effetto dell’evento meteorico, allora dovremmo considerare come portata di acque di prima pioggia,

che incrementata del 10% diventa circa 33,66 mc. Nel caso in progetto, sarà realizzato un impianto capace di trattare fino a 35 mc di prima pioggia. L’impianto di raccolta e trattamento acque di dilavamento in progetto, infatti, sarà costituito dalle seguenti sezioni unitarie:  bacino di accumulo/dissabbiatura costituito da una vasca in c.a.p., della volumetria complessiva di accumulo pari a 35 mc;

32  bacino di disoleatura, per il trattamento delle acque derivanti dai suddetti bacini di accumulo delle acque di dilavamento;  sezione di rilancio delle acque al depuratore chimico-fisico;  monoblocco automatico chimico-fisico, costituito da una vaschetta di miscelazione e da una vasca di sedimentazione con filtro a carboni attivi;  vasca di accumulo delle acque trattate ai fini del loro riutilizzo per scopi non potabili nel ciclo produttivo;  sezione di scarico delle acque depurate in eccesso nella pubblica fognatura delle acque bianche, comprendente un pozzetto per il prelievo campioni e un pozzetto con alloggiato un sensore di consenso. Le acque provenienti dal dilavamento meteorico del piazzale vengono fatte confluire in una vasca, detta di accumulo e pre-sedimentazione, interrata avente un volume utile di accumulo di 35 mc. Il suo scopo è infatti quello di raccogliere i volumi di acqua da sottoporre a trattamento e trattenere, per quanto possibile, gli eventuali sedimenti. Le acque pre-trattate vengono prelevate automaticamente mediante elettropompa sommergibile ed inviate all’impianto vero e proprio. I primi 5 mm di acque da trattare derivanti dal dilavamento dei piazzali a seguito di eventi meteorici, defluiscono per gravità all’interno del Bacino di Accumulo interrato. Tramite pompa di sollevamento, le acque vengono inviate a portata costante nella Sezione di Disoleazione, attrezzata con idoneo Filtro a Coalescenza, prevista per ottenere la separazione delle sostanze oleose, che, per effetto del loro minor peso specifico, stratificano in superficie. I reflui, così pretrattati e raccolti nella sezione di Accumulo, vengono sollevati in automatico, tramite pompa di alimentazione, per essere inviati alla successiva sezione di trattamento chimico- fisico composta da un reattore con filtri a carboni attivi. La reazione chimica che avviene all’interno del reattore, consente la formazione di una miscela fangosa (flocculato). Quest’ultima, defluisce per troppo pieno nel Decantatore all’interno del quale avviene la netta separazione per gravità tra le acque chiarificate ed i fanghi di processo. I fanghi ottenuti saranno periodicamente estratti dal fondo del Decantatore per essere successivamente smaltiti come rifiuto, a mezzo ditte preposte ed autorizzate.

33 Le acque chiarificate in uscita dalla canalina di sfioro perimetrale, posta sulla parte superficiale del Decantatore, defluiscono invece allo scarico finale, vasca di recupero per usi non domestici e/o nella fogna bianca comunale, con caratteristiche conformi alle vigenti normative. Prima dello scarico, a valle del sistema chimico-fisico, sarà posizionato un pozzetto di ispezione e campionamento delle acque. 16.3 Acque meteoriche coperture Le acque raccolte sulla copertura del capannone, saranno raccolte a mezzo pluviali e recapitate direttamente verso il collettore fognario senza la preventiva fase di trattamento in quanto le stesse si ritengono già chiarificate.

Acque percolaticce interne Le eventuali percolazioni acque sporche all’interno saranno raccolte per mezzo di griglie all’uopo predisposte e recapitate verso una vasca a tenuta periodicamente svuotata per mezzo di ditta autorizzata a prelievo e trasporto rifiuti liquidi. La vasca in plastica predisposta all’interno del capannone avrà una capacità di 1000 litri.

Definizione delle procedure atte ad individuare ed a rispondere a potenziali situazioni di emergenza Lo studio dei potenziali impatti dell’esercizio dell’impianto è stato condotto partendo dall’analisi delle componenti ambientali direttamente coinvolte nella rete del flusso di materiale in entrata ed in uscita dall’impianto e valutando di conseguenza le modificazioni eventualmente indotte sull’ambiente. Dalla valutazione delle caratteristiche generali dell’impianto è stato determinato il potenziale impatto e le misure necessarie da adottare, in caso di eventi accidentali, per prevenirne/ridurne gli effetti, nel rispetto degli standard normativi. Dal punto di vista degli impatti derivanti dall’esercizio dell’attività e quindi delle operazioni ivi svolte si possono individuare i classici impatti derivanti da:  circolazione dei mezzi per il trasporto in ingresso ed in uscita;  funzionamento degli impianti, apparecchiature e macchinari impiegati nel ciclo, a cui sono imputabili emissioni sonore, emissioni di polveri, cov e odori nonché gestione delle acque sporche.

34 L’esame della tipologia di attività, inoltre ha permesso di identificare quelle azioni capaci di generare impatti diretti nei confronti del paesaggio circostante. Tali impatti sono comunque da ritenere poco impattanti in quanto l’attività si svolge in una zona chiusa in area industriale. Il ciclo di trattamento, infine, non comporta di per sé rischi di incidenti che possono in qualche modo produrre effetti rilevanti sull’ambiente o sulla salute e l’incolumità del personale di servizio.

Conclusioni finali e rispetto dei requisiti di igiene e salubrità ambientale In termini del tutto generali si ritiene opportuno precisare, a conclusione del presente paragrafo dedicato alla verifica delle situazioni di disturbo e/o rischio indotte dall’attività, che l’impianto risulta conformato in modo da escludere qualsiasi forma di dispersione dei rifiuti sui terreni circostanti e/o sulla rete viaria di accesso ed in particolare:  Non dà luogo ad emissioni in aria, in acque superficiali, sul suolo e nel sottosuolo, che non siano nel rispetto delle disposizioni di legge, ne si registrano livelli di emissione odorigena molesti.  I rifiuti non ammissibili verranno perentoriamente respinti in corrispondenza della sezione di ingresso prevedendosi, ad ogni buon conto, un ulteriore controllo in fase di conferimento con la separazione di eventuali frazioni “non recuperabili” ed il successivo conferimento presso impianti di smaltimento all’uopo autorizzati; In aggiunta a quanto innanzi, si rileva in termini specifici quanto segue:  La soluzione impiantistica rispetta in pieno le vigenti prescrizioni normative in materia di gestione rifiuti di cui all’ex D.Lgs 152/06 con specifico riferimento alla delimitazione ed alla distinzione delle aree deputate ad ospitare le singole frazioni merceologiche dei rifiuti, come pure il ricorso al cumulo a terra realizzato su pavimentazione impermeabilizzata;  I tempi e le modalità di stoccaggio provvisorio dei materiali risultano compatibili con le esigenze connesse alla capacità dei sistemi di gestione rifiuti, ulteriormente, conformi ai termini normativi di riferimento, rinviandosi per maggiore dettaglio alle specifiche sezioni dedicate alla gestione ed al controllo dei rifiuti;  Le aree dedicate alle operazioni preliminari al recupero vero e proprio dei rifiuti sono munite di idonea pavimentazione a perfetta tenuta in conglomerato

35 cementizio armato impermeabile al fine di evitare qualsivoglia forma di contaminazione diretta ovvero indiretta ( per fenomeni di percolazione) del terreno sottostante per tutto il capannone ed il piazzale, evidentemente, a servizio di tutte le aree dedicate alle attività di gestione vere e proprie dei rifiuti (conferimento, movimentazione, messa in riserva e operazioni preliminari al recupero);  L’impiantistica in disponibilità e le aree pertinenziali risultano munite di tutti i presidi necessari al contenimento dell’impatto ambientale per l’intervento di progetto, rinviandosi per maggiore dettaglio alle specifiche sezioni dedicate all’analisi di compatibilità ambientale;  L’impianto è caratterizzato da un livello di emissione sonora in ambiente esterno stimabile preventivamente, anche nelle ipotesi cautelative di riferirsi a casi limite che contempli la concentrazione dei flussi di traffico in una fascia oraria molto limitata, in linea con la zonizzazione acustica dell’area.

36

ANALISI

IMPATTO

DELL’OPERA

37 Relazione in merito alla motivazione delle scelte progettuali e delle scelte operate per la conservazione e/o valorizzazione e/o riqualificazione paesaggistica.

Il progetto viene proposto dopo un’analisi ed una ricerca dell’architettura caratterizzante il tessuto edificato circostante, che essendo un’area PIP è formata da capannoni, di varia forma e materiale, ad uso opifici industriali, tutti costruiti successivamente al sisma del 1980. In merito alla tutela del paesaggio, parole chiavi sono state: a) conservare e valorizzare dove è stato possibile; b) interpretare i cambiamenti e le diversità; c) Promozione dello sviluppo sostenibile, considerando sia i processi naturali, sia le azioni dell’uomo; d) Intuire, gli elementi, i caratteri e la qualità da salvaguardare in riferimento ai valori riconosciuti dalle popolazioni, sia per motivi naturali e sia quelli culturali. In merito alla complessità del paesaggio, si è ritenuto di evitare di scindere, quindi unire, i molteplici aspetti naturali, antropico – culturali e percettivi. La ricerca del fattore ecologico è stata la correlazione nel tempo e nello spazio degli elementi caratterizzanti il paesaggio, quali quelli climatici – fisici – morfologici – biologici – formali e storici.

Effetti conseguenti alla realizzazione dell’opera A) Valutazione di compatibilità paesaggistica A.1) Simulazione delle opere progettuali in riferimento al contesto paesaggistico: L’analisi e la metodologia utilizzata per la valutazione di compatibilità paesaggistica e dell’adeguatezza delle soluzioni nei riguardi del contesto paesaggistico, cosi come prescritto, si basa anche su simulazione dettagliate dello stato dei luoghi a seguito della realizzazione del progetto rese mediante foto modellazione realistica (rendering computerizzati) comprendente un adeguato intorno dell’area d’intervento, desunto dal rapporto di intervisibilità esistente, con questo metodo è stata, inoltre, valutata l’adeguatezza delle soluzioni proposte, basandosi su criteri di congruità paesaggistica (forme, rapporti volumetrici, colori, materiali, ecc.). A.2) Previsioni degli effetti dell’intervento L’area oggetto dell’intervento finora analizzata rispetto ai livelli di tutela viene ora verificata rispetto ai parametri per la lettura delle caratteristiche paesaggistiche, utili per l’attività di verifica della compatibilità del progetto.

38 Gli indicatori utilizzati nel processo di valutazione della compatibilità paesaggistica passano attraverso i seguenti parametri di lettura:  diversità: non si riconoscono caratteri e/o elementi peculiari e distintivi antropici, culturali e simbolici.  integrità: nella zona non si riscontra la presenza e la permanenza di caratteri distintivi di sistemi naturali e/o antropici storici.  qualità visiva: la zona è collocata a valle del Santuario di Montevergine e del nucleo storico abitato di Ospedaletto d’Alpinolo;  rarità: non vi è presenza di elementi caratteristici, ovvero esistenti in numero ridotto e/o concentrati in alcuni siti o aree particolari;  degrado: Si è già detto della forte antropizzazione che ha fatto perdere il graduale passaggio tra città e territorio aperto, alla proliferazione di manufatti in forte contrasto con le qualità visive e morfologiche del paesaggio una volta esistente, la presenza di attività incompatibili con il paesaggio, la sicura perdita di testimonianze culturali e storiche; L’analisi delle caratteristiche paesaggistiche dell’area in esame e del contesto di influenza, riferita alla successiva verifica della compatibilità del progetto, fa emergere i seguenti parametri di lettura: del rischio paesaggistico, antropico e ambientale:  sensibilità: si denota la capacità dei luoghi, durante l’ultimo ventennio, di accogliere i cambiamenti, entro certi limiti, senza effetti di alterazione o diminuzione dei caratteri connotativi o degrado della qualità complessiva soprattutto lungo le sponde del corso d’acqua per il rapido ripopolamento delle specie vegetali e per la capacità di ri-acquisizione dei caratteri naturali e visivi appena si propongono interventi che prevedono tecniche maggiormente sensibili all’ambiente; le scelte operate convergono verso obiettivi di sostenibilità e riequilibrio tipologico e morfologico;  vulnerabilità - fragilità: si evidenziano, a tratti, particolari condizioni di ulteriore alterazione o potenziale distruzione dei caratteri connotativi; le scelte operate tentano di riequilibrare tali situazioni riproponendo alcuni caratteri connotativi perduti soprattutto per quanto riguarda la scelta dei colori e dei materiali;

39  capacità di assorbimento visuale: si riscontra una discreta attitudine ad assorbire visivamente le modificazioni, senza diminuzione sostanziale della qualità o con perdite tollerabili, soprattutto per la condizione del paesaggio più antropizzato; le scelte operate sono state effettuate tendendo in grande considerazione la qualità visiva e di veduta prospettica;  stabilità: si riscontra uno buona capacità di mantenimento dell’efficienza funzionale dei sistemi ecologici o situazioni di assetti antropici consolidate; le scelte operate sono tese a contribuire alla riqualificazione dei sistema naturale esistente attraverso il ripristino dei variazioni ambientali che nel tempo sono andati perduti a causa del forte inquinamento del sistema delle acque;  instabilità: si riscontrano situazioni di instabilità delle componenti fisiche e biologiche per ciò che attiene ai corsi d’acqua e per gli assetti antropici le cui attività risultano incompatibili con l’ambiente naturale; gli assetti antropici delle attività consolidate di zone, quali residenze e piccole attività di vicinato risultano stabili; le scelte operate si inseriscono in questo ultimo scenario. Gli interventi previsti, riportati nella matrice generale, sono stati valutati con l’ausilio di indicatori della sostenibilità, così come sopra elencati, in maniera da verificarne i possibili effetti significativi sull’ambiente. Gli indicatori elencati sono definiti in dettaglio nella tabella denominata “valutazione qualitativa degli indicatori” in ragione delle stime di variazione definite simbolicamente con i segni:

“ + ” quando indicative di un aumento; “ = ” quando ininfluenti, ovvero indicative di una conservazione attiva; “ - ” quando indicative di una diminuzione.

Matrice generale – Azioni previste Obiettivi dell’intervento Rif. Azioni re – interpretazione, completamento morfologico della cortina edilizia, A Nuovo manufatto nuove funzioni urbane Armonizzazione, rapporto visivo e prospettico, attrattori, creazione di spazi Aree esterne di di relazione, nuova centralità, sicurezza della zona ed innalzamento della B pertinenza qualità della vita

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Elenco degli indicatori di valutazione Parametri di lettura di qualità e criticità paesaggistica Permanenza dei caratteri distintivi di sistemi naturali e di sistemi antropici + storici 1 integrità = Non altera i sistemi naturali esistenti - Perdita dei caratteri distintivi di sistemi naturali e di sistemi antropici storici + Presenza di particolari qualità sceniche e panoramiche Qualità 2 = Non altera il sistema percettivo esistente visiva - Mancanza di particolari qualità sceniche o panoramiche Presenza di elementi caratteristici esistenti in numero ridotto e/o concentrati + in aree particolari 3 Rarità = Non altera i sistemi esistenti Mancanza di elementi caratteristici esistenti in numero ridotto e/o concentrati - in aree particolari + Aumento di risorse naturali e di caratteri culturali, storici, visivi e morfologici Indice di 4 = Non altera i sistemi esistenti degrado - Perdita di risorse naturali e di carattere culturali, storici, visivi e morfologici

Parametri di lettura del rischio paesaggistica Capacità dei luoghi di accogliere cambiamenti senza effetti di alterazione + dei caratteri connotativi e della qualità complessiva 1 sensibilità = Effetti indifferenti Incapacità dei luoghi di accogliere cambiamenti senza effetti di alterazione - dei caratteri connotativi e della qualità complessiva + Condizioni di facile alterazione o distribuzione dei caratteri connotativi Vulnerabilità = Effetti indifferenti 2 – fragilità Condizioni di improbabile alterazione o distribuzione dei caratteri - connotativi Attitudine ad assorbire visivamente le modificazioni, senza diminuzione Capacità di + sostanziali della qualità 3 assorbimento = Effetti indifferenti visuale - Non attitudine ad assorbire visivamente le modificazioni, senza

41 diminuzione sostanziali della qualità

+ Capacità di mantenimento in efficienza funzionale dei sistemi ecologici o situazioni di assenti antropici consolidati 4 Stabilità = Effetti indifferenti - Non capacità di mantenimento in efficienza funzionale dei sistemi ecologici o situazioni di assenti antropici consolidati + Situazione di stabilità delle componenti fisiche e biologiche o degli assetti antropici 5 Instabilità = Effetti indifferenti - Situazione di instabilità delle componenti fisiche e biologiche o degli assetti antropici

Definiti i parametri secondo i quali valutare le pressioni prodotte dalle azioni previste dall’intervento sul paesaggio (indicatori qualitativi), si effettua la stima qualitativa degli effetti positivi o negativi di ogni azione e si propongono, per gli eventuali effetti dannosi, se derivanti, delle misure di mitigazione o compensazione al fine di ridurre o annullare tali possibili effetti negativi sull’ambiente. Si definisce una matrice delle azioni previste dall0intervento (A-j) valutate secondo ogni parametro qualitativo definito (1-n).

Stime di variazioni Valutazione delle variazioni Effetti

+ Positivo

- Negativo

= Indifferenti La valutazione prende in esame l’individuazione degli impatti potenziali azione per azione, evidenziando gli effetti positivi, negativi o indifferenti per ognuna di esse.

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Valutazione qualitativa delle azioni-legenda 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Ri Azioni ed obiettivi f. Rarità visuale fragilità fragilità Stabilità Integrità Instabilità Sensibilità Capacità di di Capacità Qualità visiva Qualità assorbimento assorbimento Vulnerabilità Vulnerabilità Indice di degrado di Indice Effetto positivo Effetto Indifferente negativo Effetto Nuovo Manufatto re-interpretazione, completamento A morfologico = + = + + = + + = 5 4 0 della cortina edilizia, nuove funzioni urbane Aree esterne di pertinenza Armonizzazione, rapporto visivo e prospettico, attrattori, creazione di spazi di relazione, nuova B = + = + + = + = + 5 4 0 centralità, sicurezza della zona ed innalzamento della qualità generale della vita

Mitigazione dell’impatto ambientale

Modificazioni, alterazione, eventuali opere di mitigazione Vengono qui di seguito indicati, i principali tipi di modificazioni e di alterazioni che incidono con maggiore rilevanza, anche se, data la natura dell’intervento progettuale, trattasi di azioni localizzate e puntuali: Modificazioni:  Modificazioni della morfologia, quali sbancamenti e movimenti terra: non sono previsti sbancamenti di terra se non limitatamente alla posa del piano fondale della struttura previsto per un'altezza di m 1.00. Infatti la maggior consistenza degli scavi è stata eseguita in fase di realizzazione delle opere di lottizzazione da parte dell'Ente Comunale;  Modificazione dello skyline antropico: la struttura in esame va ad integrarsi nello skyline di quello che è la Zona PIP;

43  Modificazione dell’assetto percettivo, scenico o panoramico: l'opera andrà a migliorare la percezione della zona nella sua completezza, andando ad inserirsi in un vuoto ottico e favorirà la veduta globale della cortina edificata;  Modificazione di caratteri tipologici, matrici, coloristici dell’insediamento: l'opera in progetto non altera i caratteri tipologici del centro abitato, ma va a completare e a fondersi con quelli già esistenti nella zona PIP, ricca di forme e finiture particolari. Alterazione:  Eliminazione di relazioni visive In tale ottica sono state previste opere di mitigazioni e compensazioni che si fondano sul principio che ogni intervento deve essere finalizzato ad un miglioramento della qualità paesaggistica complessiva dei luoghi, o, quanto meno, deve garantire che non vi sia una diminuzione delle sue qualità, pur nelle trasformazioni. Sulla base della lettura degli effetti dell’intervento sulle attuali caratteristiche dei luoghi, fra cui la loro eventuale reversibilità, sono state individuate le misure di miglioramento previste,le misure di mitigazione e di compensazione. La norma prevede che le opere di mitigazione potranno essere sia immediate che realizzate nel corso del tempo, esse potranno avere un diverso grado di capacità di contrastare gli effetti negativi dell’intervento: annullamento, riduzione, riqualificazione. Le opere di compensazione sono state individuate analizzando gli effetti dell’intervento sulle attuali caratteristiche dei luoghi; esse sono state divise in : a) opere di compensazione che potranno essere realizzate all’interno dell’area d’intervento; b) opere di compensazione che potranno essere realizzate ai margini dell’intervento ovvero lo spazio pubblico. Gli interventi previsti aventi per obiettivo principale il recupero di un’area abbandonata, in conformità di quanto stabilito dalla norma, sono finalizzati anche ad ottenere un miglioramento della qualità paesaggistica complessiva dei luoghi, o quanto meno, a garantire che non vi sia una diminuzione delle sue qualità, pur nelle trasformazioni.

44 L’intervento da realizzare si concretizza nella realizzazione di un manufatto edilizio indipendente ma messo in relazione con gli elementi fisici e visivi del contesto circostante. L’intervento proposto impegna una porzione ridotta di territorio e sarà realizzato con sistemi che assicurano la massima riduzione dell’impatto negativo sul paesaggio, proponendosi in fase di progetto di aver scelto la migliore tra: - le alternative prese in esame per tecnologie, processi e materie prime da utilizzare; - le alternative di compensazione o di mitigazione che consistono in accorgimenti vari (progettuali, costruttivi, tecnologici, ecc.) per limitare gli impatti non eliminabili. La valutazione degli interventi previsti dal progetto è sintetizzata nella tabella di valutazione qualitativa delle azioni ed evidenzia, che gli stessi, inserendosi in un contesto naturale che tuttavia risente di alterazioni che negli anni si sono sommate, non producono grandi impatti sull’ambiente e sul paesaggio in genere. Gli interventi sono proposti, nell’obiettivo di raggiungere il minore impatto possibile, anche dal punto di vista visivo, proponendo nuovi punti visuali per godere del paesaggio una volta che sarà completato l’intero intervento di lottizzazione dell’area.

Previsioni degli Effetti delle Trasformazioni dal Punto di Vista Paesaggistico

(A Breve e Medio Termine) Conclusioni Il progetto proposto va a completare quello che è un vuoto architettonico all’interno della cortina edificata dell’area PIP Tuoro; nella sua unità formale le scelte mirano, soprattutto, a dare continuità a tale cortina, oltre che a mettere in relazione fisica e visiva i manufatti previsti tra loro e tra questi ed il resto del paesaggio naturale ed antropizzato. La scelta dei caratteri tipologici e formali, così come quella dei colori e dei materiali da impiegare, resta in equilibrio tra tradizione ed innovazione in una volontà di proporre elementi di rivisitazione e di completamento dei luoghi originari senza pregiudicare lo scorcio panoramico esistente. Il progetto in argomento, che interviene su di una zona di modesta entità territoriale, è stato attentamente valutato secondo i

45 dispositivi di tutela vigenti e si rapportano gradevolmente con i luoghi, in osservanza alla conservazione ed al recupero degli equilibri con l’ambiente circostante. Il presente documento è stato redatto secondo la procedura di autorizzazione paesaggistica ai sensi del D. Lgs.vo 42/2004 e ss.mm.ii. con documentazione necessaria redatta ai sensi del D.P.C.M. del 12 dicembre 2005 - arI. 146, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Si ritiene di aver fornito tutti gli elementi per la valutazione di compatibilità paesaggistica.

Riferimenti legislativi e normativi: In fase di redazione del progetto si è tenuto conto delle seguenti norme legislative e regolamenti: 1. Legge 5 novembre 1971 n. 1086; 2. Legge 2 febbraio 1974 n. 64; 3. Legge 28 gennaio 1977 n. 10; 4. Legge 28 febbraio 1985 n. 47; 5. D.P.R. 384/78 e dalla legge 13/89; 6. Decreto Ministeriale Sanità 5 luglio 1975; 7. Decreto Ministero dei LL.PP. 11 marzo 1988 (Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazioni); 8. D.M. Min. LL.PP. 16 Gennaio 1996 (Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche) – Circolare Min. LL.PP. 10 Aprile 1997 n. 65; 9. D.P.R. n. 380 del 6 giugno 2001 cosi come modificato ed aggiornato ai sensi del D. Lgs n. 301 del 2002 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamenti in materia edilizia); 10. Legge Regionale n. 19 del 28 novembre 2001 (Procedure per il rilascio delle concessioni e delle autorizzazioni edilizie e per l’esercizio di interventi sostituitivi – Individuazione degli interventi edilizi subordinati a denuncia di inizio attività); 11. D. Lgs. N. 490 del 29/140/1999 (Disposizioni legislative in materia di beni culturali ed ambientali ); 12. D.Lgs. n. 42 del 22/01/2004 (ex Legge 1089/39 e 1497/39); 13. Nuovo codice della strada; 14. Normativa di attuazione del Piano Regolatore Generale del Comune di Ospedaletto d’Alpinolo; 15. D.M. del 14/09/2005 norme tecniche per costruzioni e successive ordinanze; 16. DPR. 303/56 art. 48 ; 17. Testo Unico per le norme tecniche di costruzioni approvato con D.M. del 14/01/2008;

46 18. Legge 192/95 ex legge 10/91; 19. Legge 37/2008 ex legge 46/90;

Il Tecnico Progettista

Arch. Flora Pescatore

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