Ranieri De' Calzabigi Orfeo Ed Euridice
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Ranieri de' Calzabigi Orfeo ed Euridice Azione teatrale per musica in tre atti Orfeo ed Euridice 679 1775, e servi' ancora a Ferdinando Bertoni per la rappresen• tazione al teatro San Benedetto di Venezia nel 1776.) La recita di un dramma per musica in pieno Settecento prevedeva che gli intervalli tra gli atti ospitassero non più intermezzi comici ma ballt; che d'abitudine non avevano nulla a che vedere con l'argomento del dramma: nell'Or• Presente a Vienna come segretario del cancelliere Kau• feo e Euridice questa componente spettacolare viene or• nitz, illivornese Ranieri Calzabigi (1714-1795) scrisse ganicamente inglobata nella sceneggiatura di Calzabigi• questa "azione teatrale", inscenata al Burgtheater il 5 otto• Gluck e realizzata da Angiolim; già collaboratore di bre 1762, per festeggiare l'onomastico dell' imperatore Gluck per il Don Juan e probabilmente autore delle mi• Francesco 1. Autore della musica Christoph Willibalà nuziose didascalie coreografiche, secondo i dettami del Gluck (1714-1787), dei movimenti di danza Gasparo An• balletto pantomimico teorizzato proprio in quegli anni giolini (1731-1803), il giovane coreografo fiorentino de• dalle Lettres sur la danse (1760) di Jean-George Noverre. stinato a grande successo. Il castrato Gaetano Guadagni Propiziata dall'intendente dei teatri viennesi conte Gia• (contralto), al vertice della sua carriera internazionale di como Durazzo, la collaborazione tra Calzabigi, Gluck e An• grande attore-cantante e coinvolto personalmente nell' ela• giolini mirava alla realizzazione di un ideale drammatico borazione del ruolo del mitico eroe del canto poetico, im• diverso da quello allora egemone, rappresentato per l'opera personava Orfeo; Marianna Bianchi Euridice, Lucia Cla• seria italiana da Metastasio e dai suoi collaboratori musicali varau Amore. a Vienna: tra i più assidui Caldara, Hasse, Bonno. Rispetto Replicato a Vienna l'anno successivo, venne ripreso nel al modello metastasiano il testo di Calzabigl; che appartie• 1769 a Parma con la parte del protagonista trasportata alla ne non al genere del melodramma ma a quello minore voce di soprano del castrato Giuseppe Millico, diretto dallo dell'azione teatrale, aspira al modello grecizzante del subli• stesso Gluck, il quale nel 177 4 ne curò, a Parigi; una nuova me tragico. Sceneggia un mito classico, ma con un finale lie• versione per l'Académie Royale de Musique. Pierre-Louis to -la celebrazione dell'onomastico imperiale escludeva la Moline tradusse in francese il testo di Calzabigi e redasse fine tragica dei due sposi -; si fonda sulla vicenda lineare, ex novo i testi per i pezzi aggiunti dal compositore: tra gli ancorché eccezionale, di una sola coppia senza intrecciarla altri, l'aria con coro di Euridice nel s·econdo atto, il terzetto ad episodi diversivi o ad intrighi amorosi con altri personag• di Orfeo Euridice e Amore nel terzo. Per la nuova versione gi, e attribuisce una funzione importante al coro che, oltre a Gluck ampliò anche la componente coreografica: oltre ad configurare i vari ambienti in cui si svolge l'azione, la esalta' alcuni balli nella scena dei Campi Elisi e nel/inale del terzo drammaticamente commentandone i momenti cruciali e in atto, aggiunse a chiusura della scena prima dell' atto secon• un caso - il Coro delle Furie e degli Spettri (Il, J) - si pone do la danza demoniaca delle Furie tratta dal suo celebre come vero e proprio antagonista di Orfeo. balletto Don Juan (Vienna 1763); modificò inoltre l' orche• Da parte sua Gluck, che si varrà di testi di Calzabigi an• strazione e adattò di nuovo la parte di Orfeo alla voce teno• che per l'Al ceste e per Paride ed Elena (Vienna 1767 e rile dell'haute-contre. (Il libretto italiano originale venne 1770), si ispirò al Castor et Pollux di Rameau per il tom• nuovamente rimaneggiato da Marco Coltellini per l'into• beau e per le S"Cenecoralt; e accentuò altri aspetti che ri• nazione di Antonio Tozzi allo Hoftheater di Monaco nel mandavano alla tragédie lyriquefrancese più che al dram- 680 Orfeo ed Euridice Orfeo ed Euridice 681 ma per musica italiano: il recitativo strumentato invece del /catro di società, avvertito come superato e capriccioso?Le semplice (elaboratissimo in particolare quello che saluta origini stesse del melodramma sono legate al mito di 01'• l'approdo ai Campi Elisi nella seconda scena dell'atto se• /eo che, confidando nel suo canto e nell'aiuto d'Amore condo), il rifiuto del canto virtuosistico vocalizzato infavo• .l'cendenell'Oltretomba per riavere la sposa: dall'Euridic~ re di quello sillabico e la scelta diforme poetiche e musicali diRinuccini-Peri (1600) e dal capolavoro di Striggio-Mon• affini alla romance. In piena intesa con Calzabig/~che ave• /everdi fino all' ironia dissacratoria di Malipiero, Orfeo va predisposto arie polistrofiche e arie con coro del tutto .l'ollecitail canto di poeti e compositori. Nel rispondere a estranee alla tradizione melodrammatica metastasiana, questo appello Calzabigi e Gluck, i due riformatori del Gluck le intonò evitando lo schema col "da capo" o la sua teatro melodrammatico del Settecento, non hanno tradito variante abbreviata "dalsegno" e optando per una tipologia la loro ricercadi «semplicità, verità e naturalezza»: il terzo che va dall'aria strofica al rondò, o al rifiuto della stessa atto della breve e intensa azione teatrale, rinunciando alla stroficità. In questo modo il libretto di Orfeo ed Euridice wlennità del confronto con le forze ultraterrene, si ripiega si configura come un'alternanza di versi sciolti e rimatI; in sul dolore tutto umano di un affetto ricuperato e subito cui il «tagliente divario» fra il recitativo secco e l'aria bel• perduto, di una prova cosi crudele da negare la stessa pas• cantistica che Gluck riprovava nell'opera metastasiana la• .rione amorosa che l'ha originata. Euridice e Orfeo non scia luogo a un movimento musicale che investe sia i recita• reggono al divieto che li diVIde e li estranea, e sacrificano tivl; liricizzandoli, sia leforme chiuse, scompaginandone la lilla violenza della passione il bene della vita appena ri• struttura strofica e drammatizzandone l'espressione degli conquistata. Debolezza, disubbidienza, eccesso d'amore: l'ultimo cedimento è punito nella tradizione del mito dal• affetti. Il processo è promosso da una lingua teatrale studia• ta in vista di una declamazione in cui ogni parola acquista la morte di entrambi gli sposi. Calzabigi e Gluck hanno optato per un'altra soluzione: quella che riconosce nel vol• una sua perspicua valenza fonica e semantica. Viene cosi costituendosi una nuova drammaturgia tea• gersi dello sguardo di Orfeo la vittoria della fedeltà coniu• trale fondata sull'abbandono dell' intreccio storico afavore gale, il «trionfo dell' amore»; come suggerisce un interpre• te recente (Paduano) hanno, con sensibilità del tutto di temi e figure mitiche, le cui vicende emblematiche ed moderna, riconosciuto nella contravvenzione al divieto la esemplari sono ben note e consentono una linearità d'azio• «maggiorprova» della «costanza» amorosa (vv. 323-24). ne che si articola in grandi quadri - il sepolcro di Euridice, l'orrida cavernosa illuminata dalle fiamme degli InferI; la G.G. deliziosa verdeggiante dei Campi Elis/~ l'oscura spelonca labirintica del ritorno alla luce, il magnifico tempio dedica• to ad Amore - scenari monumentalz~ lontani dagli interni cortigiani e miniaturistici dei drammi d'intrigo. E quale figura più del mitico cantore Orfeo, simbolo della potenza irresistibile della poesia e del canto, e con• giunto, da una tradizione che risale all'antichità grecae la• tina, al tema della fedeltà amorosa oltre la morte, poteva meglio ispirare la ricercadi un librettista e di un composi• tore concordi nel condannare gli artlfizi e gli abusi di un Orfeo ed Euridice 683 d'Imeneo spenge la sua face simbolo dell'unione coniu• gale separata dalla morte. Secondo: di Spettri nell'Inferno che procurano di spa• Te, dulcis eoniux, te solo in litore seeum, ventare Orfeo. Te veniente die, te deeedente eanebat. Virgilio Terzo; d'Ombre fortunate negli Elisi. L'idea di que• sto ballo è presa da Virgilio al libro VI dell'Eneide. ARGOMENTO Quarto: di Eroi ed Eroine con Amore Orfeo ed Euri• È noto Orfeo, e celebre il suo lungo dolore nell'immatura dice. Si festeggia il ritorno di Euridi~e si celebra il morte della sua sposa Euridice. Morì ella nella Tracia; io trionfo d'Amore. La face coniugale, che' fu spenta da per comodo dell'unità del luogo la suppongo morta nella [meneo nel primo ballo, in quest'ultimo è riaccesa da Campagna felice presso al lago d'Averno, in vicinanza del Amore colla fiamma della sua. Amore ed Imeneo si quale finsero i poeti trovarsi una spelonca, che apriva il scambiano vicendevolmente le loro faci, e termina la fe• cammino all'Inferno. L'infelice amante mosse a pietà gli sta con allegro ballo. dei, che gli concessero di penetrar negli Elisi per ripi• gliarsi la sua diletta, col patto però di non guardarla fin• ché non fosse tornato sulla terra. Non seppe il tenero sposo frenar tanto gli affetti, ed avendo contravvenuto al divieto perdé per sempre Euridice. Per adattar la favola alle nostre scene ho dovuto cambiar la catastrofe. Leggasi Virgilio al libro IV delle Georgiche, al 6° dell' Eneide. BALLI Primo: di Pastori e Ninfe seguaci d'Orfeo. Si rappresen• tano in questo ballo le feste funebri che celebravano gli antichi intorno a' sepolcri de' morti. Consistevano in sa• grifizi, in profumi, in sparger odori e circondarne Il! tomba, in versar latte e vino sulla medesima, in ballar all'intorno con atti di dolore e in cantar le lodi d I defonto. S'introducevano nelle più solenni de' giovaneG• ti in abito di Genii dando 101;0 e attributi ed azioni con• venienti alla persona e alla qualità del sepolcro. CosÌ jl) questo ballo intorno all'urna di Euridice piangono d " Genii che rappresentano degli Amorini, ed uno in figuril ATTO PRIMO [I SCENA! Personaggi Ameno, ma solitario boschetto di allori e cipressi ORFEO che ad arte diradato racchiude in un piccolo piano la tomba EURIDICE di Euridice.