385 Mario Comba
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Bollettino dell’Associazione Romana di Entomologia, 65 (1-4) (2010): 385-434. Mario CoMba (*) e Livio CoMba GLi aPoiDEi aPiForMi DEL ParCo NaZioNaLE DEL CirCEo (Hymenoptera, Apoidea) iNtroDuZioNE Con ben oltre 1000 specie presenti, gli Apoidei Apiformi costitutiscono un gruppo ben diversificato sul territorio nazionale. Molte specie soffrono og- gi la frammentazione degli habitat e il progressivo impoverimento floristico degli ambienti naturali e seminaturali conseguenti alle attività antropiche (ad es.: Williams, 1982; Osborne et al., 1991; Westrich, 1996). Ciascuna specie è in maggiore o minore misura limitata nella sua distribuzione dalla presenza di flora adatta all’approvvigionamento di nettare e polline, componenti esclusi- vi della dieta. La “funzione” pronuba rende la conoscenza e la conservazione del gruppo essenziali in ogni progetto di tutela ambientale. L’importanza de- gli Apoidei è infatti largamente riconosciuta non solo per il miglioramento e il successo di diverse coltivazioni (ad es.: Corbet, 1987; Free, 1993; Michener, 2000) ma anche per il mantenimento dello stesso ambiente naturale (ad es.: Cor bet et al. 1991). Nonostante siano oggi disponibili numerosi compendi faunistici locali o re- gionali dedicati agli Apoidei Apiformi, sono pochi quelli che abbiano abbrac- ciato con una certa completezza tutto il gruppo (Alfken, 1938; Nobile, 1987- 1995; Nobile & Turrisi, 1996 e 1999; Nobile & Tomarchio, 1998a e 1998b; Comba, 2007; Comba & Comba, 1991-2005; Pagliano, 1988-1995; Piatti & Ricciardelli D’Albore, 2006). In passato, le ricerche nel Parco Nazionale del Circeo non hanno prodotto che isolate citazioni di reperti nell’ambito di inda- gini estese anche ad altri territori (Tkalců, 1960; Warncke, 1972; Lieftinck, 1980; Pagliano, 1988, 1992, 1994; Comba & Comba, 1991). Lo scopo di que- sta ricerca è un inquadramento il più possibile esauriente del popolamento api- dico di un’area di grande interesse naturalistico e ambientale. (*) Via Olanda, 18 - 00041 Albano Laziale (RM). E-mail: [email protected] 385 MatEriaLi E MEtoDi Il parco: geomorfologia e aspetti vegetazionali Il territorio ha subito negli anni passati estese trasformazioni legate alla bonifica delle paludi pontine, la cui estensione originaria raggiungeva i 30.000 ha. L’area fu profondamente modificata dai prosciugamenti, dalla distruzione di oltre 20.000 ha di bosco e macchia mediterranea, dalla costruzione di canali collettori, vie di comunicazione e interi centri abitati. Il Parco Nazionale del Circeo (provincia di Latina) fu istituito nel 1934 e comprendeva inizialmente la Foresta Demaniale (la Selva di Circe), il pro- montorio del Monte Circeo, una porzione di area dunale e il lago di Paola (o di Sabaudia). Solo 40 anni più tardi i confini furono ampliati con l’annessione, nel 1975, dei laghi di Fogliano, dei Monaci e di Caprolace e, nel 1979, dell’Iso- la di Zannone. Anche se piuttosto limitato per estensione (8.650 ha), il Parco include ancora oggi ambienti piuttosto diversi (fig. 1). Il massiccio calcareo-dolomitico del promontorio (541 m) presenta nume- rose grotte e cavità legate al carsismo. Sul monte si distinguono i due settori del Quarto freddo (il versante interno a Nord) e del Quarto caldo (lato a ma- re). La foresta termofila (leccio, orniello, sorbo, acero minore) caratterizza il versante interno dove comune è anche il corbezzolo, mentre sul lato opposto (Quarto caldo) la copertura riflette condizioni climatiche più asciutte, con spe- cie alofile pioniere, bassa e alta macchia mediterranea con presenza di lentisco, carrubo, ginepro fenicio, palma nana e rosmarino. L’area dunale è lunga circa 22 km; l’altezza massima è di 27 m e la lar- ghezza media di 250 m. Sul versante esterno della duna litoranea predomina la vegetazione alofila pioniera, mentre il lato interno, più antico, è caratterizzato da alta e bassa macchia mediterranea, con ginepro coccolone, giglio marino, lentisco, fillirea e alaterno. Gli specchi lacustri occupano complessivamente più di 2.000 ha. La vege- tazione limitrofa è di tipo alofilo e palustre e l’area circostante include diversi tratti di pascolo. La Selva di Circe (circa 3.300 ha), situata nell’entroterra retro- stante i laghi, è un residuo dell’originaria foresta che occupava gran parte del- la pianura pontina. Il carattere della copertura è dato dalle querce caducifoglie (cerro, farnetto, farnia) mentre nel sottobosco, ben diversificato, sono comuni prugnolo, pungitopo, asparago selvatico, ciclamino. La foresta include anche alcune zone umide naturali (le “piscine”) allagate durante la stagione piovosa. L’Isola di Zannone (103 ha) è la più prossima alla costa delle isole dell’ar- cipelago pontino. È costituita da rocce ignee e sedimentarie e raggiunge 194 m di altezza. L’influenza dell’uomo è stata minima ed è quindi rimasta quasi intatta. La vegetazione è tipicamente mediterranea, con la presenza di alcuni endemismi; il lato Nord ospita un bosco di leccio. 386 Fig. 1 – Topografia del Parco Nazionale del Circeo (da Carta dei Parchi Nazionali - Cartografia: Ufficio Tecnico Cartografico ACI). (Ente Parco Nazionale del Circeo - www.parcocirceo.it; Ministero dell’Am- biente e della Tutela del Territorio - www.parchipertutti.it; AA.VV., 1999). 387 Il parco: clima Il clima dell’area è tipicamente mediterraneo, con una temperatura media annuale di 15,7°C. In questa sede è stata adottata la suddivisione in aree meteo- rologiche sviluppata per il Lazio da Catalano et al. (2004) secondo gli indici di aridità di De Martonne e i diagrammi ombrotermici di Gaussen & Bagnouls. Il Parco ricade nelle aree a clima secco-subumido con 3 o 4 mesi di aridità (tabb. 1 e 2). La disponibilità di numerosissimi reperti laziali ha suggerito l’inquadra- mento delle varie specie del Circeo su scala regionale. Nella tab. 3 sono state riportate le zone meteorologiche del Lazio nelle quali la specie è stata rinvenuta. Ciò consente una valutazione del grado di tol- leranza e adattabilità ai differenti aspetti climatici e vegetazionali presenti nella regione. Tab. 1 – Prospetto delle aree metereologiche del Lazio: piovosità media totale. Alle 4 aree (A, B, C, D) corrispondono diversi valori dell’indice di aridità (Catalano et al., 2004, modificato). Le sigle riportate compaiono anche in tab. 3. Area e Clima A B C D Secco-subumido Subumido Umido Perumido della costa della fascia della fascia dell’Appennino e tirrenica interna di pianura preappenninica dei rilievi isolati Piovosità (mm) o collinare media totale annua 663-719 intermedio intermedio 1590-1750 media totale mensile 10 intermedio intermedio 50-60 (periodo estivo) Tab. 2 – Prospetto delle aree metereologiche del Lazio: mesi di aridità (bilancio d’acqua negati- vo). Alle 5 aree (V, W, X, Y, Z) corrispondono diversi diagrammi ombrotermici (Catalano et al., 2004, modificato). Le sigle riportate compaiono anche in tab. 3. Area meteorologica Mesi di aridità V. Promontori di Anzio e del Circeo (Area Sud) 4 W. Fascia costiera ed entroterra prossimo 3 X. Aree isolate nell’entroterra prossimo 2-3 Y. Aree preappenniniche 1 Z. Aree appenniniche 0 388 Elenco faunistico L’inquadramento sistematico dei taxa segue, salvo rare eccezioni, lo sche- ma indicato da Rasmont et al. (1995): questi considerano la famiglia Antho - phoridae separatamente dalla famiglia Apidae, mentre altri (ad es: Miche - ner, 2000) combinano i due taxa in un’unica famiglia (Apidae). Schwarz et al. (1996) invece considerano l’intera superfamiglia Apoidea, esclusi gli Sfe- ciformi, come famiglia Apidae. Per ogni taxon sono riportati in elenco: - La presenza nelle regioni italiane, ricavata dalla letteratura. - Il materiale studiato. Per ogni reperto vengono indicati in elenco la data di raccolta, il raccoglitore, la collezione (indicata dopo il simbolo >), l’even- tuale riferimento bibliografico. I reperti anteriori al 1991 compaiono anche in Comba & Comba (1991). Note biologiche e distribuzione L’elenco è seguito da un’ampia tabella (tab. 3) che riassume, per ogni specie rinvenuta nel Parco, diverse informazioni su biologia e distribuzione, quantit à e datazione dei reperti. In particolare, in tabella sono riportati nell’ordine: - Il corotipo, secondo i criteri indicati da Vigna Taglianti et al. (1993). - La presenza nelle diverse aree meteorologiche (tabb. 1 e 2) del Lazio. - Il range altitudinale riscontrato nel Lazio. - L’abbondanza dei reperti del Lazio. Per la regione sono noti nel comples- so circa 13.500 reperti (distribuiti tra il 1899 e il 2005) appartenenti a oltre 450 specie, incluse quelle del Parco. Tutte le specie del Lazio sono state riferite a una scala di abbondanza regionale: I) specie rappresentata da 1-3 reperti; II) 4-15 reperti; III) 16-50 reperti; IV) 51-150 reperti; V) oltre 150 reperti. - L’anno di raccolta dell’ultimo reperto del Parco del Circeo. - Il numero di generazioni annuali (univoltinismo, bivoltinismo) in Italia. Il bivoltinismo (Westrich, 1989; Nobile & Tomarchio, 1998b; Ricciardelli D’Al bore & Intoppa, 2000), ovvero la presenza di cicli di due generazioni complete nel corso dello stesso anno solare, è talora dubbio. Il fenomeno è legato a fattori climatici e ambientali ed è noto per diverse specie presen- ti nell’area in esame. Una stessa specie può essere univoltina o bivoltina a latitudini diverse. Un esempio è quello costituito da Bombus terrestris che nell’Italia peninsulare presenta due generazioni annuali in ambiente di mac- chia mediterranea (Piatti & Ricciardelli D’Albore, 2006). Le informazioni riportate in questa sede sono ricavate dai reperti e dalla letteratura (Er lan- dsson, 1979 e 1986; Warncke, 1973; Warncke, 1975-76; Lieftinck, 1980; Westrich, 1989; Priore, 1977-1998; Piatti & Ricciardelli D’Albore, 2006). - La fenologia, ovvero il periodo di volo dell’imago riferito alle latitudini 389 italiane peninsulari e insulari. La fenologia è stata ricavata dall’esame dei reperti (editi e inediti) disponibili. Sono state escluse dalla valutazione dei periodi di volo le regioni continentali dell’Italia (Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Triveneto) dove la fenologia di una data specie non è sempre sovrapponibile a quella del resto d’Italia. Catture e reperti Catture generalizzate di Apoidei sono state effettuate mediante retino en- tomologico da M.