L'arte DEL MOSAICO TRA ROMA E L'oriente Studio Del Legame Artistico Tra Roma, Costantinopoli E L'islam Attraverso Lo Studio Dell'arte Musiva E L'estetica Aniconica
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Corso di Laurea magistrale in Storia delle arti e conservazione dei beni artistici Ordinamento D.M. 270/2004 Tesi di Laurea L'ARTE DEL MOSAICO TRA ROMA E L'ORIENTE Studio del legame artistico tra Roma, Costantinopoli e l'Islam attraverso lo studio dell'arte musiva e l'estetica aniconica Relatore Ch. Prof. Giordana Trovabene Correlatore Ch. Prof. Gabriele Canuti Laureando Nicolò Mazzucato Matricola 989127 Anno Accademico 2017 / 2018 2 INDICE Premessa …………………………………………………………………………………………..p.3 Capitolo I. La tecnica del mosaico e dell'opus sectile, alcuni cenni storici………………..…...p.5 Capitolo II. Arte e cultura islamica, gli Omayyadi e la Gran Siria……...…………...............p.16 Capitolo III. I mosaici di Siria, Palestina e Giordania, esempi di sincretismo artistico e culturale tra VI e VIII secolo 1. Mosaici dell'epoca cristiana - le chiese di Giordania……………………………..............p.22 2. Mosaici dell'epoca islamica - monumenti omayyadi……………………………..............p.43 Capitolo IV. L'eredità del mosaico nell'Islam 1. Mosaici omayyadi nella Moschea di Cordova………..…………………………..............p.61 2. Mosaici, sectile e ceramiche………..……………………………………………..............p.64 Capitolo V. L'estetica bizantina e islamica 1. L'estetica e la bellezza nelle due culture………..……………………………………........p.70 2. Il problema delle immagini nell'VIII secolo………..……………………………………..p.77 Capitolo VI. La moda Orientalista, l'idea di Bisanzio e dell'Islam dal Settecento in poi 1. La questione bizantina…..………………………………………………………………...p.83 2. L'orientalismo……………………………………………………...……………………...p.95 Conclusioni…………………………………………………...……………………....................p.105 Bibliografia…………………………...……………………........................................................p.107 Sitografia………………………………………...…………………….......................................p.117 3 PREMESSA All'interno del mio percorso di studio ho avuto modo di potermi approcciare sia all'arte bizantina che all'arte islamica trovando diversi elementi di interesse per una comprensione dei processi storico-artistici più ampli e completi, che non fossero confinati alla sola Europa. L'idea per la mia investigazione si origina inanzitutto dalla fascinazione che esercita una tecnica come quella del mosaico, che è passata dall'essere un elemento distintivo di opulenza per le civiltà antiche a un ruolo di secondo piano in epoca moderna sia in Oriente che in Occidente. In epoca tardoantica il mosaico, assieme all'architettura a cui esso si lega per ovvie ragioni, è forse l'elemento che ci permette meglio di comprendere l'evoluzione artistica di secoli molto complessi e che hanno segnato la storia del Mediterraneo e del mondo per come oggi lo conosciamo. L'utilizzo che la civiltà bizantina e quella islamica hanno fatto del mosaico le lega in modo evidente al passato romano e le connette altresì tra di loro. Inoltre ho riscontrato una scarsità di studi che cercassero di connettere in maniera sufficientemente esaustiva l'arte islamica a quella romana, e romano- bizantina, nei vari secoli specialmente per quello che riguarda il repertorio artistico aniconico, che nell'islam ha avuto un notevole sviluppo. L'indagine parte da un riassunto storico della tecnica musiva e di quella a intaglio marmoreo (opus sectile) a essa affine, quali sono le loro origini e come queste sono arrivate ad essere un tratto distintivo del mondo grecoromano. Mi sono soffermato nella descrizione di due monumenti conservati a Roma che trovo importanti ai fini della comprensione delle opere successive: il Mausoleo di Santa Costanza e la Villa di Porta Marina a Ostia (oggi al Museo dell'Alto Medioevo). I due esempi sono di notevole rilevanza non solo per la completezza e varietà del loro repertorio iconografico ma anche perché si collocano in un momento storico, il IV secolo, di maturazione artistica e di cambiamento stilistico. In particolar il modo il Mausoleo risulta di grande interesse per i suoi mosaici di tipo classico ma utilizzati in un primitivo edificio cristiano. La scelta di occuparmi poi dei territori della Gran Siria è stata in qualche modo ovvia: si tratta di un luogo dall'importante passato grecoromano e dalle profonde radici cristiane. In seguito alla conquista da parte degli Arabi è diventata per tale motivo il centro dell'Impero islamico. L'islam delle origine qui ha dovuto fare i conti con i segni di tale glorioso passato più che nella Penisola Arabica, risultando incredibilmente ricettivo e capace nella elaborazione di tale eredità storica, culturale ed artistica. Fondamentale è stato il lavoro del compianto Monsignor Piccirillo, cui ricerca nell'ambito dei pavimenti musivi cristiani in Giordania e Palestina risulta ad oggi assolutamente fondamentale per lo studio dell'evoluzione storico artistica del mondo tardoantico mediorientale, in bilico tra romanità, cristianità e islam. Il vasto repertorio iconografico di cui oggi possiamo disporre è stato ridotto a una serie di esempi significativi per completezza e varietà dei temi utilizzati, ai fini di poter creare un confronto esaustivo con i monumenti realizzati dagli Omayyadi. Obbligata è stata l'analisi dei monumenti più significativi non solo della dinastia omayyade ma di tutto l'islam: la Cupola della Roccia e la Moschea di Damasco. Il loro legame con l'arte romano- bizantina è tanto palese quanto ampiamente discusso. Meno indagata è stata invece la relazione tra un altro monumento omayyade, la grandiosa residenza di Khirbat al-Mafjar, e i pavimenti cristiani. A Khirbat al-Mafjar si conserva uno dei mosaici più completi e spettacolari della tarda antichità, cui repertorio iconografico estremamente complesso e vario si compone di una serie di elementi tutti rintracciabili nei pavimenti musivi indagati da Piccirillo nell'area e non solo. Ho cercato dunque di 4 colmare, in parte, tale lacuna mettendo a confronto i diversi pannelli a mosaico con alcuni esempi coevi e antichi, sia da un punto di vista meramente formale sia cercando di intenderne l'eventuale significato simbolico. Khirbet al-Mafjar è risultato essere un punto cruciale ai fini del discorso sull'evoluzione del mosaico e dell'arte islamica generale. Tale tecnica è stata presto accantonato da questa civiltà ma ha avuto alcuni 'revival' importanti come nella Moschea di Cordova, a cui ho voluto dedicare un certo spazio per via del suo stretto legame con i monumenti omayyadi siriani, e in Egitto. Il mosaico e l'opus sectile erano duque tecniche ben note ai musulmani e sono state fondamentali per il loro sviluppo artistico nell'ambito della decorazione architettonica aniconica. L'argomento è stato poco trattato e il legame tra quello che Curatola e Scarcia chiamano "mosaico ceramico" (zellige) ed il mosaico (o il sectile) vero e proprio scarsamente analizzato, tanto che è difficile ad oggi riuscire a reperire bibliografia in merito. L'excursus storico da me tracciato dunque serve a dare le basi di tale tipo di connessione lasciando aperta la questione per ricerche più approfondite in seguito. La seconda parte della tesi è dedicata invece ad indagare dal punto di vista filosofico estetico le relazioni che esistono tra l'arte bizantina e quella islamica, compiendo un confronto tra le due ed andando a ricercare la base comune nella filosofia grecoromana. L'analisi è fondamentale per comprendere le profonde radici di due forme artistiche che sono espressione di due civiltà all'apparenza molto diverse, ma che a una seconda analisi risultano essere due evoluzioni di pensiero che hanno origine dalla stessa base, spesso arrivando a soluzioni che non sono così distanti tra loro. Nella parte finale mi sono dedicato a riassumere dal punto di vista storico l'evoluzione degli studi sull'arte bizantina e su quella islamica, quest'ultima generalmente intesa come disciplina orientalista. La storiografia dell'opoca è estremamente divisa sia tra le due discipline sia in rapporto con l'arte europea. L'Ottocento è risultato essere un secolo da un certo punto di vista importante e fondamentale per gli studi di settore, ma anche deleterio, è infatti in questo secolo che sono stati delineati una serie di cliché e pregiudizi che si sono trascinati anche nel secolo successivo. Ho cercato dunque di far comprendere come mai ad oggi risulta così difficile riuscire ad avere una visione più ampia dell'evoluzione storico-artistica nel bacino del Mediterraneo. 5 Capitolo I. La tecnica del mosaico e dell'opus sectile, alcuni cenni storici Il mosaico è oggi inteso come una tecnica artistica che prevede l'impiego di tessere di diversa forma e colore che, collocate insieme tramite un legante, vengono a creare immagini sia di tipo astratto che figurativo a decorare tanto le superfici pavimentali quanto quelle parietali1. Storicamente il mosaico è strettamente legato alla civiltà greca e a quella romana, intimamente connesse tra loro, le quali raggiunsero difatti i più alti esempi mai realizzati fino all'epoca nel campo dell'arte musiva, oltre che il più vasto impiego tanto nelle opere pubbliche quanto in quelle private. Tale tipo di espressione artistica, per la sua complessità, necessita di artigiani capaci che possono solo essere frutto di una civiltà evoluta e opulenta com'era appunto quella grecoromana, il mosaico poi mantenne anche una connotazione identitaria di eredità artistica nell'Impero Romano d'Oriente sino al suo crollo nel XV secolo2. Ma non solo, se l'Impero d'Oriente assunse il mosaico come suo principale mezzo di espressione artistica che vuole ricordarci quanto esso affondasse profondamente le radici nella romanità, anche il neonato Impero islamico usò il mosaico come forma