ABBAZIE E CASTELLI Parte 4
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‘‘liii’ Pie,vsara nel I 9—15. Pieroa un tel I 988. : IIIIIIlIIIIIIIIIIIIIIII IHllIllhI1IIl le esteso dalla pianura di Fabriano alle gole del Sentino e della Rossa, L’organizzazione distributiva degli spazi e le funzioni 1recise dei singoli organismi costruttivi esaurisc000 ben i i i\ I / (H,ii1 fI VIABILITÀ CHIESA MLRLS GERONIS i jAN[A CASTRI \1UR[S Bt’RGI 2 PORTA CERO\TS BORGO MURATO 3 PORTA BORGo GIANO La porta jbrtficata. BORGO ESTERNO 4 T( )RRE DIFESA NATi RALE ORTI PIANTA ORTOFOTOCARTA SEZIONE 3 IIIIIIIIIIIIIIIIIII’II!II presto le limitate superfici a disposizione all’interno dcl su’a periette ancora oggi una lettura storica ed urbanisti— 1111 cassero, m)n consemendone ulteriori ampliamenti. ca dell’organizzazione degli spazi che caratterizzano que anco Questo stato di tatto Comporta una evoluzione urbani sto tipico castello medioevale cli cui si mantengono stiCa del castello che rimane sempre incentrata nel cassero ra la tessitura viaria. la torre, alcuni tratti delle mura di ma si sviluppa Con la costruzione di borghi murati e, suc cinta e delle abitazioni fortificate e due dell’e porte cli cessivamente, di borghi esterni lungo Li principale via di accesso. accesso. Al contrario, i singoli manufatti presentano le tipiche Al borgo murato ( ìnurzis btiii) si accede ora attraver manomisSioni e trasformazioni che hanno interessato tutti so una sola pcrta lortilicata ( iaiìiui castri) ad arco a tutto i nuclei minori sparsi nel territorio. soprattutto negli ultimi sesto e volta interna a botte in pietra, che immette decenni a causa delle mutate esigenze di vita; (li quasi nell’unica stradina che perimetra il Sovrastante cassero nel tutte le strutture solo a tratti si riesce infatti a percepire le lato ovest da nord a sud. caratteristiche costruttive originarie. (av.) La presenza in epoca medioevale di un ulteriore accesso, ora scomparso ma anch’esso munito delle neces sarie opere di protezione, si può desumere dalla docu— BENI ARTISTICI Nella chiesa parrocchiale, sulle pare nentazione dell’epoca ccl in particolare dagli antichi ti del presbiterio, si conservano due tele entro belle corni inventari che registrano il deposito nel palazzo cli $ chiavi ci coeve cli fine ‘500. di terro: —i del palazzo stesso, una della porta della torre e Vi sono raffigurate due coppie cli .Si,it/ e di .S’a,ite, in tre per ognuna delle porte del girone e del borgo murato, cui non arduo rintracciare stilemi che riconducono al Nel lato a valle, le abitazioni del tipo a schiera su due— mondo figurativo di certa cultura marchigiana sviluppatasi tre piani e costruite in pietra locale si appoggiano o costi dalla feconda costola cli Lorenzc Lotto, tuiscono parte integrante del miirus bziiti. mentre sul lato Nel caso specifico. i legami più stretti parrebbero a monte rimane ben visibile la base delle mura difensive doversi rintracciare con l’opera tenera e devota di Vincen del cassero. Per chi arriva cia sud la strada esterna giunge zo Pagani, al quale l’ignotc autore di queste tele sembra tino al borgo murato (fin nel XIII chiamato Borgo Giano accostarsi per ampiezza di forme e per le forti accensioni clic si presenta .s)n le case a schiera disposte lungo i due della tavolozza. lati della via. Databili alla seconda meG del XV secolo. (g.cl.) Lo stato cli conservazione generale del nucleo cli Piero— .sl i I I I III I I III 111111• I•• SAN DONATO Altitudine m. 501. Posizione: poggio. Abitanti: 50(1981). TOPONI11O L a,ciotopon lino di?ril’erebhe dal Saiito bor— Ad av alorare questa tesi, accettata anche dal cronista ,(O,(ì1Oift’ Sc-’,diiciCe de la t’cc)la di S. C’olombano o da un Domenico Scevolini. ‘ iene riportato il testo latino cli una nlclrtii’e de/i a,itica Se;ilinu,n. ( lapide marmorea, anticamente inserita nelle mura, poi spostata sopra la porta di accesso alla rocca, a ricordo delle sventure del popolo sentinate e della costruzione del TERRITORIO E situato su un rilievo che si erge in una piccolo insediamento. sinclinale interna e che costituisce lo spartiacque ideale tra Posto a circa meta strada tra Sassoferrato e Fabriano 1 bacino del Giano e quello del Sentino. 1 terreni, pur se nei pressi cli un colle lambito dal torrente Marena, il iuttj lormatisi alla line del ,\liocene, Sono ari: il castello nuc’leo, sempre secondo la tradizione, deve il SLiO nome al giace su depositi torbiditico—arenacei, mentre a ESE pre— santo la cui festa si celebrava nel giorno in cuì il luogo era valgono rocce della lormazione gessoso—soltifera e ad \V stato eletto a sede della nuova edificazione. emergono marne, inarne calcaree e marne argillose (Sch— La lapide risulta gii distrutta nel Cinquecento ccl il lie r). testo trascritto dallo Scevolini appare cli autenticitl alquan 1 n base alle caratteristiche altitudinali. morfologiche e to sospetta: al contrario un’iscrizione marmorea prove climatiche, la vegetazione dovrebbe essere costituita cIa niente dalla pianura circostante bi presupporre lo sfrutta (luerceti di ro erella e da orno—ostrieti ma l’intensa utiliz mento agricolo del territorio anche in eti romana e la zazione agricola della zona ne ha cancellato praticamente conseguente localizzazione di piccoli insediamenti rurali ogni traccia. ( m.r.g.) sui poggi circostanti, Nei pressi. la presenza della piccola pieve di Santa \laria resta l’unica testimonianza della organizzazione LINEAMENTI STORICI La tradizione locale \uole civile ccl economica dell’area relativamente al periodo che il primo nucleo abbia avuto origine ad opera degli altomedioevale: per il basso medioevo la documentazione abitanti della vicina Sentiniim. dopo la devastazione della più ricca consente di ricostruire le vicende che interessano (ittt compiuta nell’Vili secolo dC. dagli eserciti longobar— cIa vicino l’incasato. Questo agli inizi del Duecento fa di di l)esiderio. parte del territorio soggetto al chicato (li Spoleto ed i jflfflfl governato da due famiglie alle quali appartiene la maggior nell’area a protezione delle ville di Viacce, Chigne e Fon parte del castello, sul quale, per quote minori, vantano i tanaldo, i cui beni si estendono sulle montagne limitrofe propri diritti il vescovo di Camerino ed altri nobili del fino ai confini con Sigillo. contado. Tornata la Marca ad opera del cardinale Alhornoz Il documento più antico risale al 1203 e contiene i sotto il dominio temporale della Chiesa di Roma, nel 1367 patti stipulati tra la comunità di Fabriano ed i due maggio il Vicario generale concede ad Alberghetto ed a Giovanni ri feudatari, Bernardo e Alovisio, che si aggregano agli Chiavelli la custodia della terra di Fabriano ed in particola altri nobili locali ricevendo, in cambio del riconoscimento re dei due castelli di Genga e San Donato: è in quest’ulti della giurisdizione comunale sul territorio ad essi soggetto, mo insediamento che la potente e battagliera famiglia le consuete assegnazioni di aree fabbricabili all’interno fabrianese costruisce un presidio ben fortificato da poter della città, la promessa di non distruggere l’impianto forti usare in caso di bisogno per potervisi asserragliare nella ficato di San Donato nè di diminuirne la popolazione, e eventualità di disordini cittadini, fondando in San Donato l’assicurazione ad essere protetti da ogni possibile nemico. quella solida rocca cui accenna anche lo Scevolini. Il piccolo castello è infatti posto in posizione strategica Di fatto, da questo periodo fino agli anni immediata rispetto alle due più grandi realtà comunali, Sassoferrato e mente successivi alla strage dei Chiavelli, la storia del pic Fabriano, che si vanno velocemente consolidando ed colo castello è strettamente legata alle sorti della famiglia entrambe costituiscono una reale minaccia per la politica fabrianese che vi possiede campi, vigne, orti, e case sia espansionistica tenacemente perseguita per il dominio sul nel castrum che nella sua corte. Quando infatti il 25 mag contado. Infatti pochi anni più tardi (1209) Bernardo ed i gio 1435 viene portato a termine il disegno di sterminare suoi figli sono costretti a stipulare con Fabriano un ulterio ogni componente della Signoria, Nolfo, figlio dell’odiato re atto che assume la forma di una vera e propria sotto Tommaso, si trova a presidiare la rocca di San Donato e missione al comune più forte che ha assaltato il castello e sfugge fortunosamente all’eccidio. Viene raggiunto pronta lo ha semidistrutto, costringendo buona parte della popo mente dal fratello Guido che milita al soldo dello Sforza di lazione a rifugiarsi nella città ed a costruirvi nuove case. stanza in Umbria, e con l’aiuto dei conti della Genga, La posizione di debolezza del feudatario, al quale gli rimasti fedeli ai chiavelleschi, da qui parte il primo tentati eserciti cittadini hanno distrutto persino le abitazioni pro vo per riconquistare alla Famiglia la città ribelle, tentativo prie. risulta ancora più evidenziata dalle condizioni di che viene sventato quasi per un caso fortuito. fatto poste da Fabriano per lassoggettamento: pur rima Dopo il fallimento, Nolfo si rifugia nuovamente nella nendo di proprietà del signore il castrum e le relative per roccaforte di San Donato, in attesa di tempi migliori e per tinenze, quanto rimane di questo sarà potenziato od oltre un anno costituisce una vera e propria spina nel abbattuto secondo la volontà del Comune, senza il cui fianco del nuovo governo cittadino. assenso non verranno costruite altre fortificazioni nel terri Nè va dimenticato che l’unica strada che collega torio. Fabriano con Sassoferrato e, attraversata Pergola, giunge Nel 1213 il riconoscimento della giurisdizione della fino all’Adriatico, passa necessariamente per San Donato; città sulle terre di confine con Sassoferrato viene sancito è una via antichissima che consente sia l’ingresso nella dallo stesso Diopuldo duca di Spoleto che, in cambio città seguendo la diramazione per Torre Cecchina, Trigo e della remissione delle pene pecuniarie per le violenze ed i Camaiano, sia di raggirarla piegando verso il tratto di Coc saccheggi effettuati dai fabrianesi ai danni degli abitanti, cere.