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OTTOBRE 2011 OTTOBRE AR CH pagina 26 T reportage / I auditorium niemeyer – ET ravello 46 architettura / TA museo di sauerbruch & hutton – E mestre R 52 paesaggio / arte sella a borgo valsugana – trentino 66 intervista / dialogo con massimiliano fuksas architettura /

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arte ARTE/ARCHITETTURA 10 95

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5 RIVISTA DELLA FONDAZIONE DEGLI ARCHITETTI PIANIFICATORI PAESAGGISTI CONSERVATORI 0 DELLA PROVINCIA DI ARCHITETTA ARCHITETTARE 10 OTTOBRE 2011 Direttore Andrea Rinaldi

ART DIRECTOR ar Elena Farnè comitato scientifico Andrea Boeri, Pietromaria Davoli, Emilia Lampanti, Luigi Pietro Montanari, ch Andrea Oliva, Giorgio Teggi, Sergio Zanichelli

redazione Laura Credidio, Chiara it Lanzoni, Maria Chiara Masini, Sebastiano Schenetti

impaginazione grafica et digital imagING Alberto Mion per IntecityLAB

Hanno collaborato a questo numero t 2A+P, Francesca Acerboni, a Giovanni Avosani, Giacomo Bianchi, Rosanna Chiessi, Laura Credidio, Pietromaria Davoli, Paola De Pietri, Marina Diacci, Studio Elastico, Elena Rivista della Fondazione Farnè, Massimiliano degli Architetti, Fuksas, Elena Macchioni, Emanuele Montibeller, Pianificatori, Paesaggisti Mauro Nasi, Gloria Negri, e Conservatori della Elisa Poli, Andrea Rinaldi, Provincia di Reggio Emilia Giorgio Teggi, Sergio Zanichelli. Via Franchi, 1 42100 Reggio Emilia Scritti, foto e disegni impe- Copertina di Simone Missano, vincitore gnano solo la responsabilità del concorso indetto in occasione del Tel. e Fax 0522/454744 decimo numero della rivista www.fondazionearchitetti.it dell’autore di ogni articolo. [email protected]

Consiglio dellA FONDAZIONE Avviso ai lettori ri, Paesaggisti e Conser- E dell’ordine degli architetti Questa pubblicazione è vatori della Provincia di Walter Baricchi, presidente stata inviata a tutti gli Reggio Emilia. Sara Gilioli, segretario Andrea Rinaldi, tesoriere iscritti all’Ordine degli Chiunque volesse Andrea Boeri Architetti Pianificatori, ricevere una copia della Daniele Bondavalli, architetto junior Paesaggisti e Conservatori rivista è pregato di farne Silvia Costetti della Provincia di Reggio richiesta presso la Se- Luca Ghiaroni Mauro Iotti Emilia, oltre ad Enti Locali greteria dell’Ordine degli Silvia Manenti e Ordini Nazionali. L’indi- Architetti, Pianificatori, Gloria Negri rizzo fa parte della Banca Paesaggisti e Conser- Andrea Salvarani Dati dell’Ordine degli vatori della Provincia di Architetti della Provincia di Reggio Emilia: la rivista Stampa Reggio Emilia e potrà es- verrà inviata a seguito del Maggioli Editore sere utilizzato per comuni- versamento di € 10,00 Via del Carpino 8/11 cati tecnici o promozionali. come contributo spese. 47822 Santarcangelo Ai sensi della Lg.675/96, La rivista è aperta a di Romagna (RN) il destinatario potrà richie- tutti gli iscritti all’Ordine. Ottobre 2011 dere la cessazione dell’in- Tutti coloro che volessero Supplem. alla rivista “Ar- vio e la cancellazione dei collaborare ai prossimi chitetti” registrata presso il Tribunale di Rimini al dati, con comunicazione numeri di Architettare n. 19 del 11/09/2002 alla Segreteria dell’Ordine sono pregati di segnalarlo Maggioli Editore degli Architetti, Pianificato- alla segreteria. ARTE/ARCHITETTURA ottobre 2011 10

editoriale ciò che non ti aspetti 6 Andrea Rinaldi osservatorio parco di sculture a villa celle 8 PAOLA DE PIETRI interviste Reggio Emilia1.2.3.4.5.6.7.8.9.10.11.12 16 intervista a Rosanna Chiessi, Capri, aprile 2011 GIORgio teggi reportage 1/fabbrica solimene a vietri sul mare 22 giorgio teggi reportage 2/auditorium niemeyer a ravello 26 giorgio teggi doppio solido smaterializzato 30 banca di credito cooperativo di casalgrasso e sant’albano stura francesca acerboni piazza mercatale di budoia 36 studio elastico round blur 42 un sogno al confine tra il paesaggio urbano e quello naturale 2a+p M9, a new museum for a new city 46 sauerbruch & hutton giovanni avosani museo nel bosco 52 arte-natura-comunità ad arte sella elena farné la collezione maramotti a reggio emilia 60 da spazio di produzione tessile a spazio di produzione artistica mauro nasi, marina dacci un poeta tra arte e architettura 66 dialogo con Massimiliano Fuksas sergio zanichelli arte-architettura: relazioni, iterazioni, interferenze 74 sergio zanichelli poesia costruita, formazione itinerante tra arte e architettura 82 pietromaria davoli, elena macchioni conversazione con gianfranco varini su arte e architettura 88 gloria negri l’innovazione progettuale ha trovato il suo spazio 90 laura credidio architetture di legno: XfafX alla scoperta del mondo dell’arte 92 elisa poli post-it 94 concorso di idee per la copertina del 10° architettare prossimo marzo 2012 numero 96 sostenibile emilia-romagna editoriale ciò che non ti aspetti

ANDREA RINALDI*

“L’Architetto, l’Artista, quando costruisce un’abi- inteso nella sua componente stilistica, un po’ di tazione non ne cerchi lodi per valori formali, este- modernità comunicativa, un tocco di “artisticità” tici, o stilistici, o di gusto: questi valori dopo qual- della forma senza un fine in nome di una presun- che anno sono superati. La massima lode alla ta libertà compositiva, un concetto privo di sen- quale deve aspirare è che gli abitatori gli dicano: so e di fondamento. In sintesi “nessuna forma Architetto in questa casa che lei ha fatto per noi, definita, assoluta plasmabilità e intercambiabilità noi viviamo (o abbiamo vissuto) felici: essa ci è delle soluzioni dentro a questo ambito: cioè nes- cara. Essa è un episodio felice della nostra vita. suna architettura.”2 Ma perchè ciò avvenga occorre che l’Architetto L’arte è ciò che non ti aspetti, l’estetica è ciò che badi più agli abitatori che all’estetica e raggiun- viene artificialmente ricercato, e, in tal modo, un gerà solo così un’estetica di valori sicuri, espressi risultato superato. L’arte è il risultato di un pro- da forme giuste, un’estetica di forme giuste, di cesso e non il suo presupposto. forme indiscutibili, vere: umane.”1 Il rapporto tra arte e architettura si può sintetizza- Così Giò Ponti nel 1957 liberava definitivamente re oggi nel concetto di immagine. Comunemen- l’architettura (e l’arte) dal condizionamento della te oggi per immagine intendiamo ciò che di una forma e dell’estetica, e definiva la componente cosa (o di una persona) appare agli altri. Possia- artistica dell’architettura. mo invece pensare all’immagine come scenario In architettura, la contemporanea ricerca spa- che tale cosa (o persona) suggerisce o comuni- smodica di un’originalità senza contenuti per cre- ca al suo apparire sulla scena del mondo. So- are una diversità artificiale (ormai sponsorizzata lamente quando l’immagine assume il carattere anche dalle maggiori riviste di architettura nazio- costitutivo della cosa architettonica, l’architettura nali) origina, paradossalmente, una quotidianità diventa pratica artistica. E il carattere costitutivo sempre più omologata e povera, uno spazio ur- dell’immagine architettonica corrisponde alla ri- bano senza identità e riconoscibilità. Una ricet- spondenza delle esigenze umane. Che non è da ta progettuale composta da un po’ di contesto, confondere con la funzionalità, perché la funzionalità

*architetto, professore aggregato in Composizione Architettonica e Urbana, Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara

6 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura in architettura è un fatto implicito e non un fine. eterogenei tra loro (e non poteva essere altrimen- Ogni progetto di architettura è composto da una ti), alcuni eccellenti, altri un po’ meno (è così è componente analitica, dove la complessità del il mondo dell’architettura e dell’arte), tutti però progetto viene scomposta e affrontata nei suoi lontani da quell’idea di estetica che condiziona elementi più semplici, e da una componente in- la produzione architettonica contemporanea. An- duttiva, libera da vincoli e regole, che tenta di che la copertina (che non mi attendevo in questo arrivare alla soluzione direttamente. Quando si modo), nata da un concorso tra studenti dell’Isti- affronta il progetto di un’architettura non si ha tuto d’Arte Chierici a Reggio Emilia, rispecchia idea del risultato finito: le variazioni, i vincoli, le questa idea. intuizioni, conducono a risultati spesso inaspet- Quello che conta non è l’architettura come forma, tati, che si modificano nel corso del processo bensì come la vivono e la abitano le persone. E progettuale. Penso a questo quando parlo della qui che trovi ciò che non ti aspetti, la componente pratica artistica dell’architettura. artistica dell’architettura. Gli architetti traggono ispirazione dall’arte, non PS: Un ringraziamento particolare a Giorgio e solo dalla sua presenza tattile, fisica e dal tratta- Sergio, che con dedizione e competenza hanno mento dei materiali, ma anche dall’influenza che saputo gestire e arricchire questo numero di con- opera sulla società. Arte e architettura possono tenuti eccellenti, e aver arricchito la mia cono- pertanto ritrovarsi in un dialogo reciprocamente scenza su questo tema. fruttifero. L’architettura spesso propone soluzio- note ni che incorporano strategie artistiche mentre il 1 Giò Ponti, “Amate l’Architettura” Seconda ristampa, RCS Libri Spa, Milano, 2008, pagg. 113-114. contenuto di molta arte si può spesso mettere in 2 Vittorio Gregotti, “Dentro l’architettura”, Bollati Boringhieri, relazione a dati architettonici. Torino, 1991, pag. 20. Questo numero della rivista vuole provare a in- trodurre questo rapporto tra arte e architettura con saggi, progetti, immagini, esperienze. Esempi

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 7 parco di sculture a villa celle fotografie di Paola De Pietri*

* fotografa, lavora ed espone in Italia e all’estero, ha esposto sue fotografie a Londra, Parigi, Shangai, St. Louis, . È apprezzata fotografa di architet- tura grazie alle sue collabora- zioni con riviste specializzate quali Domus, Lotus, Casabella

8 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 9 Nella pagina precedente Nella pagina a fianco Michel Gérard Beverly Pepper

In questa pagina Beverly Pepper

10 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 11 Magdalena Abakanowicz

12 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura Magdalena Abakanowicz

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 13 Robert Morris

14 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura Robert Morris

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 15 Reggio Emilia1.2.3.4. 5.6.7.8.9.10.11.12. Intervista a Rosanna Chiessi, Capri, aprile 2011

di GIORGIO TEGGI*

12. Lo hanno fatto in tanti fra artisti, architetti, intellet- pubblicato nel volume “Le Ipotesi del Soggetto & tuali di recarsi a Casa Malaparte a Capri ed abitar- la Scienza”, 3/4, Edizioni Biblioteca dell’Immagi- ci per un pò come per attuare un lavacro interiore ne, 1995, Padova, pp. 227-228. verso l’assoluto e la bellezza, che è paura e terrore oltre che poesia. In questa architettura di padre “Dal mio incontro a Capri, con Niccolò Ro- indefinito al punto che sembra plasmata dal luogo sitani, nipote di Curzio Malaparte, e Ales- o riemersa da esso a dispetto dei miopi che vole- sia Melynn nacque l’idea di animare Casa vano abbatterla come oltraggio alla natura. Nella Malaparte tutto l’anno, invitando artisti, nostra memoria, sul tetto vicino alla vela-camino, poeti, letterati e musicisti che avrebbero, c’è anche Brigitte Bardot stesa a prendere il sole, per un certo periodo, vissuto lì lavorando disprezzando tutto e incurante di tutti: bellezza e creando. Iniziai, così, nel 1992, ad abi- estranea anche questa. tare e vivere nella casa. Da parte mia ciò Rosanna ha abitato e a vissuto qui, organizzando voleva dire sfidare, cinquant’anni dopo, un incontri con artisti di tutto il mondo. Questo è il concetto che Malaparte scrisse nel 1943 tratto originale del suo esserci stata. in Capri, o la scuola degli uomini: “Capri Rosanna ora abita a Reggio Emilia e a Capri in è un’isola triste e dura dove la vita è diffi- una tipica casa con giardino, pergole e vista mare, cile e dolorosa. È un’isola per persone in- ospite di amici capresi, continuando ad invitare telligenti e colte, un’isola per uomini non artisti e ad operare con eventi sull’isola, infatti lei per donne. E le donne celebri o no che si dice: “Capri è la mia galleria”. illudono di fare di Capri il teatro delle loro Organizza eventi artistici a Capri lungo la Via Krupp gesta, delle loro sensualità e romantiche- e altrove nell’isola, l’ultimo dei quali consiste in rie, non sono riuscite e non riescono che a una grande esposizione di bandiere d’artista col- dar prova della loro stupidità, formano una locate in vari luoghi dell’isola ispirate al 150° della stonatura, una disarmonia”. nascita dello Stato Italiano1. Per prima cosa decisi di vincere tutte le Riportiamo di seguito un breve diario intimo, scrit- paure “di donna” che si possono avere in to nel 1994, sulla vita e l’esperienza a Casa Mala- una casa come questa. I rumori notturni parte dove Rosanna ci impartisce una vera lezione sono i più inquietanti, soprattutto quando di “architettura attraverso i sensi”. si è soli nei mesi invernali. Cominciai a in- Il testo, della cui pubblicazione ringraziamo l’Edi- formarmi sui venti, i loro nomi, e le loro *architetto, professore di Progettazione Architettonica tore, è stato scritto come nota introduttiva a “Ca- direzioni e capii, che, quando si alzava, il presso l’ISA “G. Chierici” di Reggio Emilia pri, o la scuola degli uomini” di Curzio Malaparte, grecale batteva ad est, e i rumori che io

16 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura Reggio Emilia1.2.3.4. 5.6.7.8.9.10.11.12.

12.

Rosanna Chiessi

Gallerista, ricercatri- perfermance, mostre, “Pari&Dispari” attiva ce, organizzatrice di letture pubbliche, con- fino al 2002. Nel 2005 eventi artistici, Rosanna certi in spazi pubblici e fonda insieme a Giusep- Chiessi è attiva dal ’60 case private. Successi- pe Morra l’Associazione nel mondo dell’arte. vamente la Chiessi ha Shozo Shimamoto con Animata da un specifico organizzato una serie di la quale si occupa di interesse per la Perfor- altri importanti eventi diffondere e promuovere mance, la Body Art, la artistici di cui ricordia- l’opera dell’artista giap- Poesia Visiva, nel 1971 mo: “Festa dell’aria”, ponese, fondatore del ha fondato a Reggio 1983; “Il fascino della gruppo Gutai insieme a Emilia la casa editrice carta”, 1984; “Era il Jizo Yoshihara. L’ultimo “Pari&Dispari edizioni”, maggio odoroso”; evento organizzato da divenuta subito punto di “Giochi d’arte”, 1987; Rosanna: “Via Krupp riferimento e di incontro Mostra di Nam June Capri 2011” - Sban- per artisti concettuali Paik “; “La presenza di dierare l’arte nei 150 italiani ed internazionali Fluxus”, 1990; “Cene anni dell’Unità d’Italia, fra Napoli e Vienna. Nel Colorate” dal 1990 al installazione sulla pare- 1977 organizza a Ca- 1995; Attività presso te rocciosa di bandiere, vriago il primo Festival Casa Malaparte a Capri firmate da grandi nomi, Tendenze d’Arte Inter- dal 1991 al 1999. che nei tratti pittorici vo- nazionale, poi replicato Nel 2000 ha aperto gliono rendere omaggio l’anno successivo, con a Berlino la galleria al Tricolore.

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 17 1 1-2. Casa Rosanna Chiessi, Capri, aprile 2011, veduta dal terrazzo

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18 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura “La casa è una presenza forte che intimidisce, ed ho visto persone visitarla per poi fuggire quando calava la notte. Erano sempre uomini.”

ritenevo sospetti provenivano dagli alberi rezza di linee, avventato in mare come un che urtavano la casa. Il rimbombo delle artiglio di roccia. Nessun luogo in Italia, ha onde contro la scogliera, in questi casi, è tale ampiezza di orizzonte, tale profondità di talmente forte che sembra di udire boati sentimento. È un luogo, certo, solo adatto di terra e non di mare. Un forte lamento, per uomini forti, e liberi spiriti”. quasi umano, era provocato dallo scirocco, che batteva su di un vetro nel salone, leg- La casa è una presenza forte che intimi- germente incrinato, il quale, con il passag- disce, ed ho visto persone visitarla per poi gio del vento, produceva fortissimi sibili. fuggire quando calava la notte. Erano sem- Stavo sveglia notti intere cercando di capi- pre uomini. re gli umori della natura. Quando scoppia- L’estate, i profumi, la luna piena, il mare, vano i temporali mi nascondevo nella stan- le albe sono altrettante presenze forti e za da pranzo vicino alla cucina e, al lume violente, come l’inverno. Ma il mare calmo di candela, aspettavo che tutto passasse. e la luna piena portano un altro genere di Una notte mi feci coraggio e, con il cuore in paura: vivendo a Casa Malaparte, anche gola, andai nel salone, dove vidi una gran- con gli ospiti, per l’uomo i contatti con il de performance della natura: ogni cinque mondo esterno diventano incomprensibili. secondi centinaia di lampi illuminavano la Non si fa vita mondana, le persone resta- costa, la casa, il mare, i faraglioni; la bel- no stregate dal posto e difficilmente viene lezza di tale spettacolo era così forte che la voglia di uscire da questa “prigione”. Si mi aiutò a vincere la paura. Dopo questa parla, si discute, si progetta, si scolpisce, si esperienza ricordai cosa scrisse Malaparte dipinge, si scrive e ci si confronta. Gli umori a proposito della casa quando lui e il capo delle persone cambiano, esse sono più di- mastro Amitrano, seduti sullo scoglio di sponibili alla creatività, allo scambio, viene Capo Massullo, la progettavano (“una casa dato uno spazio così ampio agli argomenti tra greco e scirocco”): “E prima fu la scelta che si può discutere di un nulla per ore, e del luogo dove costruire la casa. V’era a poi, alla fine, ecco l’idea vincente. No, non Capri, nella parte più selvaggia, più solita- è possibile tutto ciò in un altro posto. ria, più drammatica, in quella parte tutta Qui il tempo non si conta, la notte si me- volta a mezzogiorno e ad oriente, dove l’iso- scola con il giorno, l’alba con il tramonto e la da umana diventa feroce, dove la natura anche le coscienze fra loro, ma resta sem- si esprime con una forza incomparabile, e pre il rispetto per l’essere umano e la sua crudele, un promontorio di straordinaria pu- libertà creativa. Vivere questa atmosfera è

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 19 “Qui il tempo non si conta, la notte si mescola con il giorno, l’alba con il tramonto e anche le coscienze fra loro”

3 un privilegio, e il merito è di questa magica Casa e di tutto quello che la circonda. La paura che incute la natura sparisce e l’uni- ca paura che resta è quella di doversene andare da Capri, da Casa Malaparte”.

note 1 L’Arte a Capri festeggia i 150 anni dell’Unità d’Italia. Nella se- conda metà di giugno 2011, 30 bandiere italiane interpretate da 30 artisti saranno esposte in diversi punti d’interesse dell’isola. Il progetto Sbandierare l’arte, organizzato da Archivio Pari&Dispari di Rosanna Chiessi e da Antemussa di Anna Maria Boriello, si inseri- sce nel programma Gran Tour del Comune di Capri per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

4 3-4. Casa Rosanna Chiessi, Capri, aprile 2011, interni con opere di Shimamoto ed altri

Nella pagina a fianco 5. Casa Rosanna Chiessi, Capri, aprile 2011, fotografie di Rosanna sulla scalinata di Casa Malaparte

20 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 5

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 21 reportage1 la fabbrica solimene a vietri sul mare

giorgio teggi*

La fabbrica Solimene a Vietri sul Mare, comple- tata nel 1954 da Paolo Soleri, è un raro esempio di edificio industriale che, in oltre cinquant’anni di vita, ha mantenuto inalterate forma e funzione. È un’architettura viva che alimenta la sua vitalità nel lavoro quotidiano degli addetti alla fabbrica- zione delle ceramiche, nell’esposizione delle stes- se e nella loro vendita al pubblico. Tutte queste azioni sono “esposte” insieme, senza separazioni, in questi corpi tondeggianti rivestiti di vasellame grezzo e colorato che ricordano essi stessi forme vascolari, appoggiati su di uno splen- dido basamento cementizio, doppiamente inclina- to, dal cui bordo avanzato spuntano fiori e piante della costiera Amalfitana, forato da finestre-disco che ritagliano dall’interno tondi di mare. La struttura si basa su di una teoria di pilastri ramificati che si assottigliano verso l’alto a cui sono ancorati i piani-rampa liberi; l’atrio centrale a tutta altezza è illuminato dall’alto attraverso le feritoie quadrate in copertura.

*architetto, professore di Progettazione Architettonica presso l’ISA “G. Chierici” di Reggio Emilia

22 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 23 24 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 25 reportage2 l’auditorium di niemeyer a ravello

giorgio teggi*

L’Auditorium di Ravello, completato nel 2009 su progetto di Oscar Niemeyer, è un’architettura nuova non ancora vissuta. Dopo le polemiche che ne hanno accompagnato la costruzione, l’arretra- tezza culturale, l’inefficienza, l’inadeguatezza di chi ha gestito la cosa pubblica in quei luoghi dopo il suo completamento, ha prodotto l’abbandono di un capolavoro di architettura che poteva e può costituire riscatto, rinascita, valore aggiunto ad un territorio e non solo. Ora le cose dovrebbero cambiare perché al go- verno del Comune sono ritornati coloro che ne hanno promosso la realizzazione; la prima seduta del nuovo Consiglio Comunale è stata convocata proprio nell’auditorium. Nel momento del reportage il luogo era deserto, inaccessibile all’interno salvo che nel parcheg- gio interrato, inutilizzato; una pura scultura, una conchiglia bianca; ma la conchiglia ora dovrebbe riprendere a risuonare e a vivere.

*architetto, professore di Progettazione Architettonica presso l’ISA “G. Chierici” di Reggio Emilia

26 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 27 28 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 29 doppio solido smaterializzato banca di credito cooperativo di casalgrasso e sant’albano stura

francesca acerboni*

L’edificio si sviluppa su due piani fuoriterra ed un tale ed al punto di vista, assumendo funzione di piano interrato. Nel piano interrato trovano posto frangisole e fornendo privacy all’interno. Nelle ore il caveau ed i locali tecnici. Al piano terreno sono serali e notturne, la retro-illuminazione dei locali ubicati gli sportelli con la hall di ingresso ed un interni, fa emergere il solido interno. La hall di ufficio. Al primo piano ci sono due uffici, una sala ingresso oltre agli sportelli comprende anche uno riunioni, un locale mensa e i servizi. La linea ester- spazio attesa-gioco bimbi attrezzato ed una porzio- na dell’edificio, secondo le richieste della commit- ne a tutt’altezza (due piani) prospiciente il soppal- tenza, doveva rendere un senso di innovazione, co al primo piano. In questa area, sono posizionati tecnologia, durevolezza, sicurezza e raffinatezza. due uffici operativi sovrapposti, con una parete di Da questi concetti si è arrivati ad un edificio dalle circa 7 metri, interamente vetrata e parzialmen- linee esterne “pulite”, evocante un “doppio soli- te schermata con lo stesso sistema di catene, già do” che gioca a smaterializzarsi dall’interno verso utilizzato per l’esterno. Il bancone degli sportelli è l’esterno. L’effetto è stato ottenuto con una maglia stato eseguito con rivestimento in legno a vista di metallica sospesa, costituta da 11 chilometri di tipo ”industriale” normalmente usato per le pa- catene in acciaio inox. Nelle ore diurne il tessuto vimentazioni. La scala interna presenta struttura metallico si “solidifica” in base alla luce ambien- portante metallica, pedate in legno con la stessa * giornalista, architetto

BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI CASALGRASSO E SANT’ALBANO STURA

LOCALIZZAZIONE PROGETTISTA IMPRESE pietra e asfalto; pavimenta- DATI DIMENSIONALI Fossano (CN), Italia E DIREZIONE LAVORI Pettiti Angelo (lavori edili) zioni interne e rivestimenti superficie lotto 731 mq; Andrea Grottaroli, architetto Alessandria snc (serramenti in gres porcellanato superficie intervento (cal- PROGETTO esterni) pestabile interna) 350 mq; Studio KUADRA STRUTTURE Habitat srl (arredi interni) COMMITTENTE cubatura edificio 1100 mc Andrea Grottaroli, architetto Martino Gavatorta, Banca di Credito Roberto Operti, designer ingegnere MATERIALI Cooperativo di Casalgrasso FOTOGRAFIE Struttura portante in e Sant’Albano Stura Alberto Piovano COLLABORATORI IMPIANTI A/C C.A. e acciaio; chiusure Manuel Giuliano, architetto Gazzera Impianti srl perimetrali opache in mu- CRONOLOGIA Claudio Bertolotti, ratura intonacata; chiusure 2004-05 progetto architetto IMPIANTO ELETTRICO perimetrali trasparenti in 2005 realizzazione Giorgia Angonova Menardi, Alpitec snc – Impianti vetro-camera isolante blin- architetto elettrici data; rivestimento esterno frangisole realizzato con LIGHT DESIGN catene di acciao inox; Studio KUADRA pavimentazioni esterne in

30 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 1. Vista notturna 1 dell’ingresso

ARCHITETTAREARCHITETTARE 10 10 | ARTE| arte E/ architettARCHITETTuUraRA 31 2 3 2. Particolari dell’attacco/ appoggio delle catene 3. Particolare notturno della “cascata di catene” 4. Pianta piano terra 5. Pianta piano primo

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32 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 6

6. Veduta serale del fianco finitura del bancone e parapetti in vetro. Le pa- e istituzionale, per offrire un’inedita immagine di dell’edificio vimentazioni interne, in unica soluzione per tutti sé: sorprendente e innovativa, fuori; intima e ac- i locali sono in gres porcellanato color antracite. cogliente, dentro. L’illuminazione interna dei locali è incassata, di Gli architetti dello studio KUADRA, pur giovanis- tipo tecnico e scenografico (anelli circolari e ta- simi, sanno attingere il meglio dai materiali che gli luminosi nei controsoffitti). Le facciate esterne utilizzano in modo rigoroso e raffinato: vetro, me- sono prevalentemente vetrate sulla parte anteriore tallo, acciaio inossidabile sono combinati in una con serramenti aventi profili occultati. Le pareti sapiente alchimia che ne esalta consistenza, for- opache sono state intonacate e tinteggiate. Il tetto ma, peculiarità. Senza mai dimenticare la compo- è del tipo “piano“ con sottili cornicioni aggettan- sizione, precisa e pulita, dell’insieme. Con l’atten- ti in lamiera traforata. La superificie esterna non zione costante a chi lavorerà in questo luogo, a chi pavimentata è stata destinata a verde con aree – come utente – ci passerà attraverso. Attraverso ricoperte da ciottoli di fiume. tagli di luce, scale trasparenti, scorci da differenti livelli. I clienti di questa agenzia non si limiteranno 11 KM DI CATENE a fare la fila allo sportello: avranno l’opportunità Una cascata di catene in facciata: spazio dina- di esperire un’architettura di qualità, attuando una mico, mobile, mutante. Inconsueto per una ban- promenade architecturale, secondo le note parole ca, tanto più in una provincia pedemontana. La di Le Corbusier. Sembra, questa architettura, un sede di un’agenzia di credito – progettata dallo inno alla chiarezza, alla trasparenza, all’essenziali- studio KUADRA a Fossano (CN), - incarna la leg- tà. Astratta e concettuale, non perde mai di vista gerezza e la levità che ci si potrebbe attendere da la relazione diretta e privilegiata con il pubblico: un’architettura con funzioni molto differenti (uno che non è un mero utente da manuale, ma una spazio espositivo, per esempio, o un luogo per persona reale - un anziano, un genitore, un bam- lo spettacolo o il divertimento). La banca viene bino - con bisogni ed esigenze diverse. Per questo, qui spogliata dal vetero carattere rappresentativo oltre a comodi divani preposti all’attesa, è previsto

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 33 7

8 7. Vista interna del anche uno spazio ludico e informale di intratteni- bancone principale 8. Saletta d’attesa mento per i bambini – assoluta innovazione in una banca. Ovunque, dagli sportelli per il pubblico alle sale riunioni, si respira un’atmosfera di domestica quotidianità. Senza mai scendere, tuttavia, a com- promessi banali o ordinari. L’espediente delle catene in facciata – ben undici chilometri lineari - non sono un pretesto estetico o stilistico, il facile gioco di una seconda pelle. L’idea è più articolata. L’edificio si smaterializza, modifica la sua consistenza fisica. La cortina di catene, appese in alto, fluttua originando un lieve tintinnio; e cattura la luce. La convoglia – come un diaframma – all’interno. Alleggerisce il volu- me pieno della banca. Trasforma l’edificio, con l’oscurità, in una grande lampada semitrasparen- te. Di giorno, per contrasto, le catene fungono da frangisole protettivo. Funzionalità e poesia si sovrappongono con na- turalezza, senza virtuosismi, sortendo un risultato sorprendente. Si segnala, inoltre, che il progetto ha vinto il pre- mio del concorso «Vuoto a colmare», indetto dalla Società Ingegneri Architetti Torino, quale ricono- scimento qualitativo per giovani architetti.

34 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 9-10. Prospetti: fronte, retro 11. Trasparenze interne 12. Luci, riflessi, trasparenze 13. Veduta laterale del fronte principale

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ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 35 piazza mercatale di budoia jardin de la tortue, museé du quai branly

STUDIO ELASTICO*

Commento degli abitanti: “tutto da rifare”. tazione: il prato, le siepi (masaron), le trappole L’area di progetto è collocata ai margini del centro per gli uccelli (tramathuol), la connessione del di Budoia, dieci chilometri a nord di Pordenone, centro con via Cialata tramite quelli che una volta ai piedi delle Alpi Friulane, compressa tra l’espan- erano prati. sione residenziale e quello che oggi è il polo am- Il prato multifunzionale di forma regolare, oggi ministrativo comunale. definito dall’edificio del magazzino e della cucina- Prima delle trasformazioni, avvenute a partire da- chiosco, torna ad essere luogo di svago, di gioco gli anni settanta, l’area di progetto era occupata non canonizzato, dove è possibile tirare un calcio da prati e masarons: cumuli di sassi raccolti lun- al pallone e dove è possibile imparare a pattinare. go i confini dei campi, bordi di proprietà che con Il masaron è la spina dorsale del progetto che gli anni si ricoprivano di vegetazione spontanea. sottolinea un antico confine e, sormontando con La vicinanza con l’Inacasa e la scuola elementare continuità un salto di quota di mezzo metro, divie- sono da sempre le condizioni ideali per un libero ne nel contempo struttura di svago e di relax: un utilizzo di quest’area da parte dei più giovani. dosso articolato ed artificiale trattato con cementi I segni del passato ancora recente che sono stati lavorati in modo diverso. Dai tagli sul cemento * Elastico SPA, Chieri (Torino) offuscati nel tempo sono divenuti temi di proget- spuntano alberi che rendono evidente lo strato www.elasticospa.com

piazza mercatale di budoia

LOCALIZZAZIONE GRUPPO COMMITTENTE COSTRUTTORE Budoia (PN), Italia DI PROGETTAZIONE Comune di Budoia (PN) Carlet Costruzioni Stefano Pujatti, Alberto PROGETTO Del Maschio, Marco Bruno, RESPONSABILE RESPONSABILE ELASTICO (Stefano Pujatti, Davide Musmeci, Cristina PROCEDIMENTO DI CANTIERE Simone Carena, Alberto del Negri, Roberto Marcuzzo geom. Vanni Carlon geom. Bottega Maschio) con Marco Bruno DIREZIONE LAVORI SUPERFICIE FOTOGRAFIE RESPONSABILI Stefano Pujatti, Alberto Del né grande, né piccola Betta Crovato DEL PROGETTO Maschio Stefano Pujatti, Alberto Del CRONOLOGIA Maschio 2001-2003

36 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 1

1. Veduta generale della piazza 2. Schizzo di studio

2

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 37 3 3. Il “masaron”

38 ARCHITETTARE 10 | arteARTE/ architettE ARCHITETTuraURA 4

5 4-5. Fotomontaggi: stato 6 attuale e progetto 6. Schizzo di studio 7. Vista generale verso monte

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ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 39 8 8. Planimetria generale dell’intervento. 1) Uffici comunali; 2) Monumento ai caduti; 3) Masaron; 4) Monumento all’uccello caduto; 5) Magazzini comunali; 6) Zona ballo; 7) Deposito comunale per mezzi; 8) Parcheggio

8A

8A. Sezione A-A 8B. Sezione B-B 8C. Sezione C-C 8D. Sezione D-D

Nella pagina a fianco 9. Vista generale 10. Schizzo di studio

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10 naturale profondo che dà forma a questa struttura. Il piazzale mantiene l’immagine di grande ariosità che gli era propria sin da prima dell’intervento, la pavimentazione definisce spazi specifici per le fun- zioni, un muro composto da traversine ferroviarie riciclate scherma la brutta facciata dei magazzini comunali, liberando così l’area dal passaggio degli automezzi. Tutto ciò che è progettato segue linee fluide che si contrappongono all’irregolare rigidità di quanto già presente. Al centro della piazza, una struttura che assomi- glia a quelle utilizzate per catturare gli uccelli funge da monumento (come in ogni piazza che si rispet- ti)…..all’uccello caduto.

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 41 round blur un sogno al confine tra il paesaggio urbano e quello naturale

2A+P*

Round Blur è una sfocatura tra artificiale e natu- naturali, aiuole circolari allineate rispetto ad una rale, una rotonda colorata di giorno che brilla di griglia di 4 m, creano delle lenti fiorite, che da luce riflessa di notte, un sogno al confine tra il pa- cerchi di prato sintetico nelle parti più esterne, si esaggio urbano e quello naturale. Round Blur è la rigonfiano sempre più avvicinandosi alla parte cen- fusione tra piante di erica e fiori catarifrangenti, trale. Le essenze floreali scelte, tre tipi di erica, tra erba sintetica e asfaltobianco riflettente. Round formano una gradazione di colore che dal bianco Blur è un luogo incerto, fragile, inesplorabile che passa al viola. si può raggiungere con il tram e osservare dalla macchina percorrendo la rotonda. ARTIFICIALE/NATURALE Round Blur è una sfocatura tra naturale ed arti- SUPERFICIE ficiale. All’interno della piazza la presenza di tre * 2A+P/A è uno studio associato Il suolo della rotonda, un manto morbido di asfal- alberi crea una zona naturale incerta che senza di architettura con base a to che raccorda la zona piana interna al cordolo contorni si espande nel suolo. L’ibridazione tra il Roma fondato da Gianfranco Bombaci e Matteo Costanzo. Lo laterale rialzato, è ricoperta da una vernice bian- territorio naturale e quello urbano crea una topo- studio si occupa di architettura, urbanistica e paesaggio, ca rifrangente con perline di vetro premiscelate, grafia che emerge dal terreno artificiale. Come sviluppando progetti di edifici pubblici, abitazioni, spazi urbani la stessa utilizzata per le strisce pedonali. Le zone in un processo di stampa tipografica, l’immagine e installazioni. www.2ap.it

ROUND BLUR

LOCALIZZAZIONE COLLABORATORI COMMITTENTI COSTO Torino, Italia Valter Canuto (logistica), Associazione Artegiovane 68.000 euro Marco Galofaro (plastico), in collaborazione con Torino PROGETTISTI Nuova Dalmi Sas (prototipi Incontra, Fondazione CRT, CRONOLOGIA nicole_fvr, 2A+P architet- catafiori) Compagnia di San Paolo 2003 progetto tura (Tommaso Arcangioli, e GTT 2005 completamento Gianfranco Bombaci, REALIZZAZIONE Lorenzo Castagnoli, Città di Torino - Servizi Tec- DIMENSIONE INTERVENTO PREMI E RICONOSCIMENTI Domenico Cannistraci, nici, Settore Grandi Opere 2.000 mq 6° Premio Artegiovane “To- Pietro Chiodi, Matteo del Verde Pubblico rino Incontra... l’Arte: una Costanzo, Valerio Franzone, Porta per Torino”, primo Angelo Grasso) premio

42 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 1. Vista aerea (foto: © Paolo Rosselli)

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ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 43 2

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A B C

7 4 2. Schema superfici “catafiori” (foto: © Paolo 3. Sezione Rosselli) 4. Vista d’insieme 7. Schema artificiale- (foto: © Paolo Rosselli) naturale: A) sfocatura 5. Particolari lineare; B) sfocatura (foto: © Paolo Rosselli) topografica; C) sfocatura 6. Particolare dei tipografica

44 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 8 8. Vista particolare sfocata si definisce, il suolo naturale da elemento tonda di distribuzione stradale e tranviaria attra- (foto: © Paolo Rosselli) incerto si configura, nel suolo artificiale si visua- verso l’allestimento di un’installazione artistica. lizza una texture naturale. Lenti fiorite emergono La rotonda, distribuisce la confluenza di corso dall’asfalto, come in un passaggio di fasi da uno Unione Sovietica, Strada D.Drosso e Strada C.D. stato liquido ad uno solido, il suolo urbano si ri- Mirafiori mentre al suo interno funge da snodo configura. tranviario della linea 4 della GTT (Gruppo Torinese Trasporti). Il diametro complessivo della rotonda è CATAFIORI di 42,3 m per una superficie di 1400 mq. Mentre nel suolo naturale piante di erica cresco- L’obiettivo del progetto è quello di attuare una no nel manto erboso, elementi artificiali abitano il riqualificazione di carattere urbano attraverso suolo inerte. Come gli elementi naturali sbocciano un’operazione artistica e non di semplice arredo. dal terreno, i catafiori, fiori artificiali assemblati In accordo con il bando del concorso promosso con pellicole catadiottriche e steli metallici, sor- dall’associazione Artegiovane le tematiche tratta- gono dall’asfalto. Nelle ore notturne, la piazza vive te dal progetto riguardano la tradizione automobi- della luce riflessa del traffico intenso che la circon- listica della città di Torino, la primavera (il proget- da. Nelle stagioni rigide, in cui l’aspetto naturale to è inserito in un contesto di interventi su quattro sfiorisce, la piazza continua a presentarsi come un rotonde per le quattro stagioni), la durabilità e la lumine- scente dedalo di colori. Attraverso l’ibri- manutenzione delle opere realizzate. dazione tra artificiale e naturale, la percezione del Il progetto consiste nella ripavimentazione della tempo e dello spazio, l’alternarsi del giorno e della rotonda, comprese le sedi tranviarie senza mo- notte, il succedersi delle stagioni, diventano sfo- dificarne il tragitto, nella realizzazione di aiuole di cati, incerti, in continuo cambiamento. forma circolare allineate rispetto a una griglia di 4 m, e nell’inserimento di fiori artificiali, assem- DESCRIZIONE INTERVENTO blati con catadiottri commerciali e steli metallici L’intervento riguarda la riqualificazione di una ro- (catafiori).

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 45 M9, a new museum for a new city sauerbruch & hutton

giovanni avosani*

Il museo, nel corso degli ultimi decenni, ha sem- comunità iniziando un primo intervento verso la pre più spostato l’attenzione dei visitatori verso riqualificazione e promozione del centro cittadino. la propria essenza oggettuale, affermando con- La sensibilità progettuale dimostrata si condensa seguentemente il ruolo prioritario dell’architetto nel sofisticato disegno degli spazi pubblici capaci nell’affermazione dell’istituzione museale. Il pro- di riconnettere, tramite la nuova piazza, un edifi- getto di Sauerbuch & Hutton apporta un nuovo cio specialistico come il museo con la città sto- contributo al tema della progettazione architetto- rica. L’edificio diventa il pretesto per configurare nica specialistica, rivolgendo l’attenzione alla fun- nuovi spazi urbani, fenditure nell’edificato storico zione del museo come elemento urbano. in grado di attrarre il visitatore restituendo, al con- Il complesso asseconda l’esigenza di considerare tempo, uno spazio intimo d’accesso al museo. l’intervento come promotore di una riqualificazio- Il Museo M9 di Mestre viene pensato come un ne urbana del centro città di Mestre; il comparto, elemento urbanisticamente e architettonicamen- reso nuovamente accessibile alla comunità, trova te inserito in un contesto urbano stratificato dal nelle nuove architetture gli elementi ordinatori del- quale coglie gli spunti contestuali per evolversi * architetto, dottore di ricerca le gerarchie urbane. Spazi inaccessibili ed abban- correttamente verso una delicato equilibrio tra in tecnologia dell’architettura collabora con la Facoltà di donati ritornano, nella visione dei progettisti alla spazi pubblici e museali. Architettura di Ferrara

M9 - MUSEO DEL ‘900 VENEZIA-MESTRE

localizzazione COLLABORATORI CONSULENTI ENTE PROMOTORE Mestre (VE), Italia Jörg Albeke S.C.E. project srl, progetto Fondazione di Venezia Cristina Haumann strutturale PROGETTISTI Stephanie Hesse Tomaselli Engineering, ANNO Sauerbruch & Hutton Tarek Ibrahim progetto impiantistico e 2010 Lina Lahiri antincendio GRUPPO Ilja Leda DI PROGETTAZIONE Konrad Opitz PLASTICO Matthias Sauerbruch Emma Reid Werk5 Louisa Hutton Maria Saffer Juan Lucas Young Christian Toechterle-Knuth RENDERING Bettina Magistretti Tatiana Trinidade Sauerbruch Hutton + Carlos Alarcón Allen Archimation Sybille Bornfeld Tom Geister

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1. Concepito come un nuovo spazio pubblico a disposizione della città, il museo è conformato ad accogliere ed invitare i pedoni in una piazza dalle caratteristiche urbane (foto: © Fondazione di Venezia - rendering: Sauerbruch Hutton/ Archimation)

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 47 2. Il sistema dell’edificato storico diviene il principale veicolo connessione tra città ed il nuovo progetto 3. L’edificio caratterizzato dalla pregevole corte verrà restituito alla propria funzione pubblica ospitando attività commerciali (foto: © Fondazione di Venezia)

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4-6. Il modello di studio enfatizza le scelte strategiche dei progettisti: riconnettere lo spazio del 5 progetto al sistema degli spazi aperti della città (foto: © Fondazione di Venezia)

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ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 49 7. La piazza, centro del nuovo intervento si presta a diventare un nuovo polo attrattivo per la città di Mestre restituendo luoghi e spazi abbandonati da tempo (foto: © Fondazione di Venezia - rendering Sauerbruch Hutton/ Archimation)

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50 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 8

8. L’ingresso al museo, In quest’ottica il progetto è concepito come un nella dimensione monumentale e dalla costante attraverso l’uso di trasparenze e giochi complesso condensatore di molteplici attività relazione con l’esterno, permette una fruizione volumetrici, si configura complementari, capaci di rendere il luogo fruibile ampliata dell’edificio non necessariamente lega- come una estensione dello spazio pubblico e frequentato indipendentemente dalla program- ta alla visita delle mostre. Il museo, che rimane (foto: © Fondazione mazione museale. Non si tratta solo di un museo l’elemento progettuale prioritario nella gerarchia di Venezia - rendering Sauerbruch Hutton/ ma di un frammento di città contemporanea, stra- dell’intervento, viene esaltato dalla raffinata con- Archimation) tificazione funzionale e spaziale di attività cultura- trapposizione agli edifici più piccoli che compon- li, commerciali, di intrattenimento e sociali grazie gono la quinta urbana della piazza, ospitanti servizi alla ridefinizione degli spazi aperti di connessione e negozi. Il complesso progetto si completa con tra le emergenze del centro storico. il recupero dell’ex-caserma, integrando funzioni La “sostenibilità” del progetto si caratterizza dalla commerciali permette nella dinamica di rivitalizza- spiccata predilezione per i temi di carattere socia- zione del luogo di creare una costante connessio- le, imponendo una riflessione sul ruolo del museo ne tra piazza Ferretto, ed il nuovo museo. in un’ottica proiettata alla vivibilità della città e Il museo del ‘900, che sarà ospitato nell’edificio non solo sul piano squisitamente architettonico. degli architetti Sauerbuch & Hutton, vuole con- Seguendo questa logica, il piano terra presenta densare i cambiamenti che il nostro paese ha continuità visiva e spaziale con la nuova piazza subito ampliando il concetto di opera d’arte alla ridefinendo il concetto di museo come estensio- quotidianità degli eventi che, tendenzialmente, si ne dello spazio pubblico. La configurazione degli dissolvono nella memoria personale dei protago- spazi espositivi predilige una raffinata razionalizza- nisti, rappresentando l’essenza del nostro patri- zione degli elementi di servizio per liberare le zone monio culturale. Il progetto M9 deve essere inteso espositive dalle incombenze strutturali e garantire come una buona pratica di riqualificazione urbana flessibilità d’uso ed allestimento, sia per la col- attraverso un volano culturale, pratica spendibile lezione permanente che per le mostre tempora- anche in altre realtà verso una riappropriazione nee. La scala di collegamento verticale enfatizzata dei centri urbani.

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 51 museo nel bosco arte-natura-comunità ad arte sella

ELENA FARNè*

Arte Sella è una manifestazione internazionale di Arte Sella non è mai uguale a se stessa. arte contemporanea che si svolge e sviluppa nel I principi ispiratori su cui si basa la manifestazione bosco lungo una strada forestale della Val di Sel- sono chiari: la, in provincia di . • “l’artista non è il protagonista assoluto L’idea di Arte Sella nasce nel 1986, dall’intuizione dell’opera”, ma fa i conti con una committen- di tre persone di Borgo Valsugana che decidono za1 - che ospita e domanda - e con il luogo di riunire idee e competenze, nonché la passione - per cui l’opera è concepita; per l’arte e per la montagna: Carlotta Strobele, • “la natura va difesa come scrigno della me- Emanuele Montibeller ed Enrico Ferrari. moria dell’individuo”, perciò si interviene sullo Dalla prima edizione - privata - del ’86 all’ultima spazio naturale solo quando è indispensabile2 del 2011, ad Arte Sella sono state realizzate più e non come si potrebbe fare analogamente in di duecento opere. Tutte fanno i conti con la mu- un ambiente pubblico urbano, costruito; tevolezza e con la forza della natura, molte non • “la natura non è più protetta, ma viene in- ci sono più e sono state sostituite, ad Arte Sella terpretata nella sua assenza, è una fonte di la fine di un’installazione costituisce il principio di sapere e di esperienza3”; rigenerazione di quella futura. • “le opere fanno parte di uno spazio e di un *architetto / [email protected]

ARTE sella incontri internazionali arte natura localizzazione Comitato esecutivo dimensioni apertura Val di Sella Giacomo Bianchi 3 km sviluppo complessivo tutto l’anno, tranne il 25 Borgo Valsugana (TN) Giorgio Boneccher del percorso dicembre Antonella Calliari 350 mila euro all’anno di PRESIDENTE Miriam Gianesini fatturato sito web Laura Tomaselli Emanuele Montibeller oltre 70 mila visitatori ogni www.artesella.it Laura Tomaselli anno direzione artistica fotografie Emanuele Montibeller gestione dell’area Giacomo Bianchi Associazione Arte Sella Giancarlo Dal Savio direzione artistica Aldo Fedele musicale © Arte Sella Mario Brunello

52 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 1

1. Cattedrale Vegetale, Giuliano Mauri, 2002. Vista invernale

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 53 2 2. Tana libera tutti, Patrick Dougherty, 2011 3. Foresta accatastata, Cornelia Konrads, 2006 4. Rifugio, Anton Schaller, 2011

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54 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 5. Corteccia strappata, Cameron Hockenson, 2010

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tempo specifici al luogo d’intervento. Non fanno dei suoi autori, nel tempo ha imparato ad apprez- parte di un luogo circoscritto e privilegiano l’uso zare l’iniziativa e a farne parte. Così nacque l’Asso- di materiali organici4, non artificiali. Le opere ciazione Arte Sella con l’obiettivo di gestire e pro- escono dal paesaggio, lo abitano e secondo i muovere il progetto6 sul piano culturale, gestionale, tempi della natura5 tornano a farvi parte”. economico. Dell’associazione fanno parte soggetti Secondo Emanuele Montibeller i pilastri fonda- differenti: artisti, artigiani, persone comuni, ognu- mentali della storia di Arte Sella sono tre: l’ap- no secondo i propri interessi e competenze. Tra le propriazione del luogo; le persone che l’hanno persone, ha avuto un ruolo significativo il maestro ideata; la cattedrale vegetale. Mario Brunello, grazie al quale Arte Sella ha avviato interessanti collaborazioni internazionali e dato av- L’appropriazione del luogo vio ad una fase sperimentale contaminata da altre È il tempo degli esordi, delle prime edizioni, ospitati espressioni artistiche: musica, fotografia, architet- a “Casa Strobele” e nel suo parco privato in Val tura, cinema. Con l’associazione, di fatto, ha preso di Sella. Allora, gli ideatori di Arte Sella esposero corpo un’operazione che - grazie al ruolo attivo del- alcune delle loro opere e chiamarono gli amici per la comunità - ha saputo trasformare un’idea cultu- condividere l’esperienza. L’appropriarsi di un luogo rale orientata all’amore per l’arte e per la natura in e di occuparlo per farne qualcosa di diverso rispetto un vero e proprio progetto di sviluppo. alle consuetudini è stato il primo passo - l’atto fon- dativo - verso ciò che Arte Sella è oggi. L’ambizione La costruzione della cattedrale vegetale artistica di allora consisteva nel mostrare alla co- Nel 2001, l’artista Giuliano Mauri costruì la munità locale che ciò era possibile ed interessante. Cattedrale Vegetale7. Un’opera imponente, quella che più si avvicina al concetto tradizionale di le persone architettura: definisce un luogo, uno spazio. Al La popolazione locale, piuttosto scettica nei con- contempo l’opera si misura col tempo e con la natura fronti delle prime edizioni della manifestazione e viva, ospita infatti al suo interno dei carpini8 che nel

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 55 6-10. Costruzione Ciclo Riproduttivo, Cameron Hockenson, 2010

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56 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 11

tempo cresceranno. Con la Cattedrale Vegetale e che indirizza il proprio futuro piuttosto che subirlo; 11. Ciclo Riproduttivo, Cameron Hockenson, 2010 i visitatori aumentarono da tremila a trentamila che vive usando le risorse del territorio senza l’anno: Arte Sella divenne un fenomeno. Ciò mise spreco; che non subisce i ritmi frenetici odierni e l’associazione di fronte alla necessità di gestire che ha dato vita ad un laboratorio sperimentale per gli spazi ed i flussi in forme strutturate, efficienti, l’arte contemporanea attraverso la mutevolezza sicure. Da qui la decisione - non poco discussa sul del tempo, l’appropriazione di un luogo ed i limiti piano locale - di recintare il parco pubblico della imposti dalla natura. Malga9 e di regolarne i flussi con biglietto d’ingresso, Ma Arte Sella è anche un’impresa economica con invitando i turisti a giungere a piedi, camminando capacità gestionali, promozionali, organizzative. nel bosco e lasciando le auto all’inizio del percorso. Conta 21 dipendenti, ha un fatturato di 350.000 euro l’anno, 70.000 visitatori e un indotto eco- un progetto collettivo nomico di oltre 1 milione di euro che si riflette su Quella di Arte Sella è una storia di persone, tutta la Val di Sella, sui comuni limitrofi di Borgo che nel tempo - senza un’idea precostituita Valsugana, la provincia di Trento, il Trentino. - hanno dato vita ad un progetto di sviluppo Arte Sella, una fucina creativa che facendo con del territorio e ad una rinnovata comunità. Una le proprie risorse ed investendo sulla propria co- comunità fatta di artisti e di abitanti che - non munità, mostra che una via possibile per agire e senza difficoltà e non senza incomprensioni - re-agire in questo tempo di crisi esiste. ha imparato a convivere e a confrontarsi10. Una note comunità locale/internazionale: che si riconosce 1 Gli artisti invitati ad Arte Sella sono chiamati ad un confronto costante con la direzione artistica – la committenza – per defini- ed identifica nel proprio ambiente di vita, che ha re l’opera e gli aspetti costruttivi, così come la sua collocazione saputo riconoscerne il genius loci, rispettandolo nel parco. La direzione così garantisce che l’opera sia coerente ai principi a cui Arte Sella si ispira, che venga valorizzata al meglio in ed interpretandolo in chiave contemporanea; una termini di accessibilità e fruibilità, ma anche che la frequentazione da parte degli utenti del parco avvenga in totale sicurezza. Dunque, comunità che si propone come modello possibile di la committenza offre e richiede all’artista che accetta di lavorare per Arte Sella un rapporto duale, in tutte le fasi di concezione e di società, legata all’essere piuttosto che all’apparire realizzazione dell’opera.

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 57 12

2 Arte Sella si svolge in un luogo naturale, nel bosco e nei prati dell’auto-sostenibilità economico-lavorativa dell’associazione. 12. Teatro naturale, della Malga. L’approccio che ha sempre guidato la direzione artistica 6 L’associazione si occupa di promuovere il progetto e di gestir- Roberto Conte, 2006. nell’intervenire con le proprie opere e nel guidare gli utenti alla loro ne gli spazi, dalla fruizione pubblica alla manutenzione ordinaria e Immagine durante lo fruizione è estremamente delicato, silenzioso, volutamente “sotto straordinaria. L’associazione ha un’organizzazione con ruoli chiari tono”. Per esempio ad Arte Sella non ci sono insegne e tabelle al e definiti. Ogni persona ha un compito specifico, ma le decisioni spettacolo Miti di stelle, di sopra della quota dei 70 cm dal terreno, cosicché la vista delle generali sono prese collegialmente durante le riunioni associative. O Thiasos TeatroNatura, persone sia sempre orientata sulla natura o l’opera d’arte; non ci 7 La Cattedrale Vegetale ha le dimensioni di una vera cattedrale 2011 sono nemmeno cestini per la spazzatura, come potrebbe essere in gotica composta da tre navate formate da ottanta colonne di rami una qualunque area verde urbana, perseguendo l’idea che i beni di intrecciati, alte 12 m. e del diametro di 1 m.; all’interno di ogni consumo portati nel bosco dal visitatore per la sua sussistenza (ac- colonna è stato messo a dimora un giovane carpino. La struttura qua, vivande,…) possano uscire dal bosco come sono venuti (nello ha un rettangolo di base di 82 X 15 m, un’altezza di 12 m. e copre zaino). Anche le informazioni sulle opere d’arte sono minime, piccoli un’area di 1230 mq. cubetti di legno di 10X10 cm, infissi nel terreno con un tondino d’ac- 8 Le piante crescono di circa 50 cm all’anno: con i tagli e le po- ciaio, riportano a terra il nome dell’autore, dell’intervento, l’anno. tature saranno adattate a formare nel tempo una vera e propria 3 La natura ed i suoi fenomeni sono la materia prima di Arte Sella, “Cattedrale Vegetale”. Nel corso degli anni, gli artifici costruiti per il luogo in cui le opere d’arte convivono, in cui sono messe in scena. accompagnare la crescita delle piante marciranno e lasceranno Spesso è lo stesso luogo o un fenomeno naturale a determinarne completamente il posto ai carpini: allora la natura avrà preso il il senso, le forme dell’opera e le relazioni con l’utente finale. Come sopravvento. Rimarrà però indelebile la traccia del dialogo con l’uo- nel caso di “come la pioggia” (2000), di Yves Rousguisto, che ha mo che la natura non dimenticherà. La Cattedrale è stata realizzata dato vita ad un’installazione ludica musicale in legno di nocciolo grazie all’apporto fondamentale del Servizio Ripristino e Valorizza- – una specie di grande xilofono – con cui l’utente può interagire zione Ambientale della Provincia Autonoma di Trento. suonando il misterioso strumento – con un bastone di legno, siamo 9 L’area di Malga Costa è classificata sugli strumenti urbanistici come nel bosco – per udire le melodie dei ceppi posati al suolo. Oppu- parco pubblico. I grandi flussi imposero all’amministrazione di recin- re come nei “nidi d’acqua” (2008), di Giuliano Orsingher, pietre tare l’area per garantirne la gestione e la fruizione in totale sicurezza bianche scavate e posizionate in cerchio ad un metro e mezzo da durante tutto l’arco dell’anno. Gli abitanti di Borgo Valsugana entrano terra, che raccolgono l’acqua; con l’evaporazione l’acqua lascia sul- liberamente, senza pagare biglietto. Della manutenzione delle opere le pareti dei sassi tracce calcaree verdi e rossastre, indelebili segni e delle strutture, invece, così come della gestione degli ingressi, si di un fenomeno quotidiano, del trascorrere del tempo; ma quando occupa l’associazione Arte Sella attraverso un’apposita convenzione. l’acqua rimane nei sassi è occasione per gli uccellini del bosco di 10 La comunità di Arte Sella di oggi è formata da un lato da per- accedere a dei punti d’acqua e per lo spettatore di godere di un sone radicate a Borgo e legate alla cultura - per sua natura chiusa altro spettacolo, la danza elegante del volo. - della montagna, dall’altro dagli artisti - aperti, apolidi, abituati allo 4 La maggior parte delle opere di Arte Sella sono realizzate in le- scambio, al confronto e alla ricerca. gno, ramaglie, fogliame; ovvero in materiali naturali del bosco, ad altissima deperibilità e reperibili in loco. Ci sono poi opere che uti- lizzano anche la pietra o i sassi del bosco, cordami o il filo di ferro riferimenti bibliografici o chiodami per armare alcune strutture, o addirittura la carta e Associazione Arte Sella (a cura di), Arte Sella, guida alle opere, 2011. le essenze vegetali – ovvero materie vive. In ogni caso si tratta di Montibeller E., Tomaselli L. (a cura di), Arte Sella - The Contempo- opere la cui materia fa i conti, con l’alternanza delle stagioni, le rary Mountain, Cinisello Balsamo (MI), Silvana Editoriale, 2009. intemperie ed il clima. Cremonesi C., Giovannini W., Tomaselli L. (a cura di), Arte Sella 5 Il processo di invenzione e di costruzione (e ri-costruzione) è dun- 2006, Trento, 2007. que costante e mutevole e fa sì che Arte Sella si rigeneri sempre, costantemente, di anno in anno. Infatti il livello di manutenzione che la gestione del parco fa alle opere è davvero minima e atta a ringraziamenti garantire da un lato l’incolumità dell’utente, dall’altro – ma solo nel caso delle opere più rappresentative – l’identità del luogo, contri- Un particolare ringraziamento a Emanuele Montibeller e Giacomo buendo alla costruzione sia di una memoria storica del parco sia Bianchi per la disponibilità.

58 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 13

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16 13. Teatro naturale, Roberto Conte, 2006. Immagine durante lo spettacolo Miti di stelle, O Thiasos TeatroNatura, 2011 14. Le soleil, Francois Lelong, 2008 15. Presentazione opere - 2010 16. Recinzione di Malga Costa

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 59 la collezione maramotti a reggio emilia da spazio di produzione tessile a spazio di produzione artistica

MAURO NASI* MARINA DACCI**

In via Fratelli Cervi 66 era originariamente situato cortina perimetrale in mattoni facciavista dotata di lo stabilimento della casa di moda Max Mara, che grandi finestrature a nastro per assicurare il mas- aveva iniziato la sua attività nel 1951. L’edificio, fu simo sfruttamento di ventilazione e illuminazione commissionato nel 1957 agli architetti Pastorini naturali. Lo stabilimento venne ampliato nei die- e Salvarani da Achille Maramotti con una precisa ci anni successivi per tre volte dalla Cooperativa idea: “la costruzione di un’opera essenziale ma Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia che este- elegante, rigorosa ma accogliente, semplice ma se l’unità di produzione creando un nuovo corpo funzionale e soprattutto “attenta più all’insieme architettonico speculare e posteriore a quello già che al dettaglio, tutta tesa alla definizione com- esistente senza alterarne la conformazione ma patta dell’organismo” (V. GREGOTTI, Fabbrica di enfatizzandone il punto di sutura e collegamento. confezioni a Reggio Emilia 1958-59, in Casabella I prospetti dell’edificio, originariamente esposti, tra Continuità, 1960, n.239). Si trattava di un dise- il 1978 e il 1980 sono stati in gran parte protetti gno radicalmente innovativo per la sua epoca, una dall’ irraggiamento solare con frangisole verticali di maglia strutturale modulare in cemento armato a alluminio su ogni piano per limitare l’accumulo di * architetto, direttore dei lavori dell’intervento di restauro, vista con passo di ml 10,00 x 3,90, di matrice ra- calore all’interno degli ambienti. CAIREPRO - Reggio Emilia ** direttrice della Collezione zionalista per massimizzarne la flessibilità ed una L’edificio, di circa 9.650 mq, consiste di tre piani, Maramotti

COLLEZIONE MARAMOTTI

localizzazione Prfogettazione PROGETTO E DIREZIONE ESECUZIONE IMPIANTI SuP.Cie LORDA INTERVENTO Reggio Emilia paesaggistica OPERATIVA IMP. MECCANICI MECCANICI 9650 mq arch. Lucy Jenkins - London Studio Termotecnici Stanzani Impianti tecnologici COMMITTENTE Associati - Reggio Emilia Bologna SuP.Cie DEL LOTTO Max Mara srl Reggio Emilia Direzione lavori 9650 mq arch. Mauro Nasi PROGETTO E DIREZIONE ESECUZIONE IMPIANTI COORDINATORE CAIREPRO - Reggio Emilia OPERATIVA IMP. ELETTRICI ELETTRICI Periodo esecuzione DI PROGETTO Cavazzoni Associati Milani Giovanni e C. Impianti lavori ing. Giovanni Pignagnoli PROGETTo e direzione Reggio Emilia elettrici - Lecco aprile 2006 - maggio 2007 Max Mara srl operativa strutture ing. Alberto Calza ESECUZIONE OPERE EDILI, ESECUZIONE OPERE data di apertura al PROGETTAZIONE GENERA- CAIREPRO - Reggio Emilia STRUTTURALI E FINITURE SERRAMENTISTICHE pubblico LE E DIREZIONE ARTISTICA Ricci Costruzioni - Roma D.T.FER- Reggio Emilia 29 settembre 2007 arch. Andrew Hapgood coord.to sicurezza London arch. Aniello Tafuro CAIREPRO - Reggio Emilia

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1. Ingresso lato est (foto: © Cesare Di Liborio)

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compreso il pianoterra, più un attico nell’angolo originale vennero allora destinati a ospitare dal- 2. La fabbrica Max Mara, primi anni Sessanta sud-ovest della pianta. Il fabbricato in origine è la fine del 2007, dopo un accurato restauro, la stato progettato in modo da avere una pianta dei collezione d’arte contemporanea del fondatore di piani completamente flessibile e non occupata da Max Mara, Achille Maramotti. elementi di servizio; questi sono contenuti in tre Per la conversione della struttura in spazio espo- torri di laterizio pieno poste all’esterno dall’edifi- sitivo è stato scelto un approccio trasparente e ri- cio, due lungo il prospetto orientale e una terza spettoso, conservando la cruda essenzialità della sul prospetto settentrionale del terzo lato, che costruzione e conformandosi alla logica del pro- comprende le scale, l’ascensore e i servizi igie- getto originale che la concepiva come struttura nici. L’ingresso principale al n°66 è sempre stato adattabile a diversi scopi e capace di trasformarsi posizionato a nord (Via Fratelli Cervi), con ingressi secondo mutevoli necessità. Oltre a ritrovare il di- secondari sul prospetto orientale e occidentale e segno distributivo originario, eliminando tutte le dalle torri di servizio. stratificazioni prodotte in oltre 40 anni di attività Nell’area di Via F.lli Cervi 66, i progetti del verde industriale, l’idea era di mantenere intatta e visi- (opera dell’architetto paesaggista Pietro Porcinai) bile la struttura architettonica portante originaria, e dell’architettura, sono sempre stati sviluppati in riducendo le operazioni di modifica a quelle stret- modo integrato. tamente necessarie e, in questi casi, introducen- Per la sua elevata qualità architettonica e per la do solamente elementi aggiuntivi e non propria- sua innovativa concezione spaziale e funzionale, mente strutturali. lo stabilimento si pone come uno dei primi e più Il progetto della conversione è dall’architetto ingle- significativi esempi italiani di un nuovo modo di se Andrew Hapgood, che si è avvalso per gli aspetti fare architettura industriale. di ingegnerizzazione strutturale e di direzione lavo- Nel 2003 l’azienda, nel frattempo fortemente ri, di CAIREPRO (Cooperativa Architetti e Ingegneri ampliatasi, si trasferì in una nuova sede edificata Progettazione di Reggio Emilia). Un primo interven- alla periferia di Reggio Emilia. Gli spazi dell’edificio to chiave modifica la percezione dell’edificio nel

62 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 3. Pianta 3

suo contesto, attraverso un nuovo orientamento zioni. Per questo motivo è stata articolata in modo del suo ingresso principale e un ripensamento del modulare con pareti in cartongesso e struttura a suo aspetto fondamentalmente industriale, evi- doppia croce con accessi da una stanza all’altra. denziato dall’entrata principale: un nuovo “taglio”, Le singole stanze sono così utilizzabili in modo parallelo a via Fratelli Cervi, che apre ampie en- flessibile rendendo lo spazio assai versatile e ido- trate sulle facciate est e ovest accompagnando il neo a contenere differenti progetti allestitivi. Adia- visitatore al centro della nuova galleria. cente a questo ambiente si trova la Pattern Room, Entrando dall’ingresso principale, l’intera superfi- un’ampia sala rettangolare, caratterizzata da un cie al pianterreno si può suddividere in due zone facciata con ingresso completamente vetrato. principali: una a destra e l’altra a sinistra di una Questo spazio è un luogo affidato agli artisti che sorta di “cannocchiale” pavimentato in porfido. sono invitati a produrre progetti site specific per La prima area (corrispondente al corpo di fabbrica la Collezione e per questa sua destinazione si in- originario) comprende la reception dotata di bo- serisce in una linea di continuità con la storia e okshop, gli uffici, la biblioteca-archivio e la Sala l’originaria funzione di questo ambiente, ovvero il espositiva Nord. A fianco dell’ingresso sono loca- luogo in cui venivano realizzati i prototipi di abbi- lizzate le scale di accesso ai piani superiori dell’edi- gliamento realizzati da Max Mara. ficio che ospitano la Collezione permanente. Altro intervento degno di nota è la creazione di La seconda area (corrispondente all’ampliamento due nuovi volumi all’interno del corpo di fabbrica, dell’edificio) è composta da due ambienti adia- grazie ad un’ estensione sul tetto e alla demolizio- centi, la Sala espositiva Sud e la Pattern Room. ne interna di una porzione di solaio, che lasciano La Sala espositiva Sud è definita da una lunga boi- filtrare la luce naturale nel cuore del pianterreno. serie in legno che fiancheggia il camminamento Uno spazio alto tre piani è stato collocato sopra in porfido e che richiama la reception e gli uffici. l’ingresso principale al centro della collezione per- E’ destinata ad accogliere mostre temporanee e manente enfatizzando la forte connessione inter- progetti riferiti alle nuove commissioni e acquisi- no/esterno quale vocazione essenziale dell’edificio.

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Tale spazio, insieme a un altro ambiente alto due necessari per garantire adeguate condizioni mi- 4. Ristrutturazione dell’edificio (foto: © Cesare piani che ospita i dipinti di maggiori dimensioni, croclimatiche e illuminotecniche. La tecnologia Di Liborio) viene illuminato da tre nuovi lucernari lineari, na- è una presenza discreta, a volte impercepibile a scosti sopra la struttura primaria in calcestruzzo. volte dichiarata, ma sempre equilibrata. La ne- La distribuzione della luce solare avviene qui at- cessità di assicurare condizioni climatiche inter- traverso riflettori interni ai lucernari verticali; viene ne controllate e la protezione contro oscillazioni mantenuto in tal modo un contatto con l’ambiente significative di temperatura e umidità, hanno esterno e con la natura mutevole della luce. richiesto che l’edificio fosse riscaldato e raffred- I primi due piani dell’edificio sono dedicati alla dato utilizzando pannelli radianti collocati sul sof- collezione permanente distribuita in 43 sale. Le fitto, con un sistema di aria primaria trattata. Altri gallerie sono ampiamente illuminate a giorno interventi importanti sono stati realizzati sull’in- dalla vetrata perimetrale originale, attraverso il volucro dell’edificio, prevedendo che tutti i serra- filtro, la regolazione e il controllo del sistema di menti esistenti in acciaio venissero sostituiti per frangisole esterno. creare una protezione ad alta prestazione in ter- Internamente l’edificio ha mantenuto le stesse mini di isolamento e impermeabilità all’aria, pur finiture dell’impianto originario e dei successivi mantenendo il carattere della facciata originale. Il ampliamenti: pavimenti in marmette di graniglia di sistema dei frangisole in alluminio a pale verticali cemento opportunamente recuperati, pareti into- e i supporti esistenti sono stati rimossi, rimessi a nacate o in cartongesso tinteggiate come i soffitti nuovo e reinstallati per garantire un alto livello di di bianco, struttura in cemento armato a vista, protezione dalla luce diretta solare, mentre il tetto solamente ripulita. Anche i parapetti delle scale esistente è stato sostituito completamente con sono rimasti quelli originali. l’inserimento di un nuovo isolamento. Pur mantenendo la fortissima caratterizzazione Di fondamentale importanza, considerata la at- dell’impianto originario, si è dovuto dotare l’edi- tuale vocazione del contenitore, è il sistema di ficio di sofisticati sistemi e impianti tecnologici illuminazione. I nuovi impianti rispettano lo sche-

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6 ma distributivo originario costituito da tubi fluore- lazioni e sculture, è dedicato alla conservazione 5. Veduta dell’open space del 2° piano, opere di: Erick scenti lineari posizionati a soffitto al centro di ogni delle opere d’arte contemporanea non esposte. Swenson, Barry X Ball, Tom campata strutturale, garantendo una omogenea Adiacente a questo deposito si trova una sala re- Sachs, Mark Manders, Kiki Smith, Vito Acconci (foto: © illuminazione degli spazi e delle pareti in cui sono stauro (con zona di carico-scarico a cui si accede Carlo Vannini) esposte le opere. La temperatura luminosa simu- dall’ingresso posteriore di servizio all’edificio), 6. Pattern room. Mostra “Il fiume e le sue fonti” di la la luce solare e la potenza è stata definita in dotata di tutte le attrezzature di lavoro per il con- Thomas Scheibitz (foto: © Dario Lasagni) base alla tipologia delle opere esposte e in re- trollo e la manutenzione periodica delle opere. lazione e osmosi con la luce naturale che viene Il contesto paesaggistico circostante è stato pro- filtrata da appositi frangisole. L’impianto di base gettato da Lucy Jenkins secondo gli stessi princi- è poi integrato con sistemi diversi, come wall wa- pi della conversione dell’edificio, utilizzando cioè sher o spot finalizzati a valorizzare l’impatto visivo specie vegetali e soluzioni ornamentali tipiche di alcune opere. della zona, allo scopo di rafforzare l’idea di una Altrettanto complessi pur nella loro discrezione ricolonizzazione del luogo come paesaggio post- sono tutti gli impianti speciali, (antintrusione, vi- industriale. Il nuovo sistema del verde è stato deosorveglianza, rilevazione dei fumi). creato con colture autoctone, piantate nella loro Questo complesso architettonico non comprende forma naturale, e con tipologie classiche della soltanto luoghi di esposizione e accoglienza, ma pianura padana. include naturalmente anche ambienti di lavoro Così facendo, il parco risulta integrato nel conte- finalizzati alla gestione, al restauro e alla conser- sto, soddisfacendo le esigenze degli usi richiesti vazione delle opere. L’area destinata agli spazi di dal nuovo insediamento. Il nuovo uso dell’edificio deposito e servizio è collocata al piano terra della ha richiesto che lo stesso fosse inserito in un con- zona sud ovest dell’edificio. Un ampio e attrez- testo di verde più discreto e strutturato, per en- zato storage, organizzato con una serie di griglie fatizzare e rendere piacevole l’accesso pedonale a scorrimento su binari per accogliere le opere a piuttosto che quello veicolare che prevaleva nel parete e a compartimenti per accogliere instal- precedente utilizzo.

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 65 un poeta tra arte e architettura

SERGIO ZANICHELLI*

1 Il titolo della Lectio Magistralis di Massimiliano Fu- ksas “Orient Express n°1”, al Salone d’Onore di Palazzo Tassoni Estense all’Università di Ferrara nell’ambito dell’iniziativa XFAFX del ventennale del- la fondazione della Facoltà di Architettura (Maggio 2011) sembra essere il riflesso, come la sua ar- chitettura, di un fantastico e affascinante viaggio che il Maestro ci ha fatto attraversare tra architet- ture, luoghi, luci, trasparenze, colori e suoni che sono quel “filo rosso” come lo definisce Elisa Poli nella presentazione dell’evento, che identifica e unisce le tematiche espressive del suo lavoro (1). Le architetture di Fuksas sono il riflesso dell’in- teresse del Maestro per la città e per gli spazi dell’uomo. Un’architettura di stratificazione e contrasto che genera felicità, finalizzata ad identi- ficare un luogo e non ad esserne parte. Il progetto è inteso come formazione dello spa- essere insieme luogo e evento; memoria e oblio zio e non di semplici masse architettoniche per lasciando alle persone la possibilità di partecipare realizzare il “proprio immaginario architettonico”. e quindi di essere quella “presenza” in osmosi La sua “filosofia del progetto” sembra definirsi at- all’opera architettonica. Il disegno è il mezzo prin- traverso la negazione di “cancellare” e privilegiare cipale dell’espressione architettonica di Fuksas. il verbo “riutilizzare”. Nelle sue opere si percepi- Una gestualità diretta, forte, lirica, che è ricerca sce un’attenzione a rendere l’architettura un “fat- tra intuito e realizzazione (2). to urbano”, ovvero la capacità dell’architettura di Questo personale percorso di avvicinamento

* architetto, critico d’arte moderna e contemporanea, professore a contratto in Progettazione Architettonica presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara

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4 al progetto architettonico si sviluppa nella fase Nella pagina a fianco 1. Lectio Magistralis Orient iniziale attraverso schizzi e rappresentazioni pit- Express n°1, 26 Maggio toriche con forte valenza cromatica, quasi poli- 2011, Palazzo Tassoni Estense, Ferrara materica con una calligrafia segnica e astratta (foto: Alfonso Acocella) che è la “prima visione” della futura immagine In questa pagina architettonica (3). 2. Idea progettuale del “Centro Congressi Roma Fuksas trasforma il piano cartaceo attraverso l’uso EUR”, 1998-2012, Roma. di una esclusiva gestualità pittorica e di disegno Progetto Massimiliano e Doriana Fuksas (fonte: sito in una diretta e immediata visualizzazione spaziale ufficiale www.fuksas.it) delle specifiche tematiche architettoniche. 3. Render del progetto “Centro Congressi Roma “Lavorare in sezione per il progetto” e non un EUR”, 1998-2012, Roma. Progetto Massimiliano e semplice disegno di facciate (4). Doriana Fuksas (fonte: sito E’ come il lavoro di uno scultore; tagliare dei pezzi ufficiale www.fuksas.it) 4. Progetto dell’“Hermitage di materiale per la definizione dell’opera. Guggenheim Vilnius Questa “invasione” nel campo delle arti plastiche Museum”, 2008, Vilnius, Lituania (concorso). e pittoriche sembra essere il “leit-motiv” del suo Progetto Massimiliano e Doriana Fuksas (fonte: sito metodo compositivo e progettuale e del suo per- ufficiale www.fuksas.it) sonale modo per costruire nuove “geografie”. attraverso l’impacchettamento di architetture, 5. “Wrapped Trees”, Poliestere e corda acrilica, La possibile attenzione per la ricerca espressiva elementi naturali e oggetti con teli di poliestere 1997-1998 degli artisti del “nouveau realisme” come Arman (trasparente) e corde acriliche (5) per “catturare (fonte: Christo and Jeanne Claude, 2001, Taschen) e César, che hanno nella frantumazione delle uno spazio che non appartiene alla scultura per forme/masse oggettuali e di un successivo as- riceverne una scultura”. Questo sottile legame tra semblaggio dei frammenti della scomposizione la ricerca pittorica e plastica e quella architetto- la determinazione di un nuovo oggetto o di una nica porta Fuksas alla definizione di un personale nuova forma o come per Christo che si esprime linguaggio architettonico.

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Questo affondare nel “border-line” tra architettura plicazione della complessità”, sono codici di un 6. Manifesto tecnico dello spazialismo (fonte: Lucio e le altre arti sembra attraversare temi espres- linguaggio “senza tempo” (7). Fontana, 1959, Tipografia si nelle opere dell’arte povera e in particolare in Se pensiamo all’architettura come gesto di uno Giani) 7. Is Molas Golf Resort, artisti come Kounellis e Merz, le cui opere sono stato interiore che rimane al governo di mezzi pla- dal 2006, Pula (Cagliari). espressione di un rapporto tra sospensione con- stici e tecnici allo scopo di realizzare interamente Progetto Massimiliano e Doriana Fuksas (fonte: sito cettuale e apparato materico che Fuksas sembra la necessità di espressione, per Fuksas questa ufficiale www.fuksas.it) tradurre nella sua architettura attraverso la defi- intenzione è una necessità interiore che si rea- Nella pagina a fianco nizione di uno “spazio reale” come lo definisce lizza attraverso la costruzione di forme tratte da 8. Armani Fifth Avenue, 2007-2009, New A.B. Oliva. Quindi un’architettura come ci ricorda un poetico vocabolario degli “stati affettivi” che la York, USA. Progetto Fuksas che è “realizzazione del proprio immagi- semplicità del maestro trasferisce in ogni opera Massimiliano e Doriana Fuksas (fonte: sito ufficiale nario e non l’idea che si può fare partendo dal architettonica. Così come per le opere pittoriche www.fuksas.it) 9. Complesso Parrocchiale naturale”. Lucio Fontana nel suo trattato del Ma- di Gèrard Schneider, pittore astrattista della se- San Paolo, 2001-2009, nifesto Tecnico dello Spazialismo del 1951 (6) ci conda metà del novecento, che Marcel Brion de- Foligno (). Progetto Massimiliano e ricorda che “le trasformazioni dei mezzi materiali scrive in Art Abstract del 1956 anche per Fuksas Doriana Fuksas (fonte: sito della vita determinano gli stati d’animo dell’uomo “l’istinto costruttivo appare dominato dalla forma, ufficiale www.fuksas.it) attraverso la storia. Un’arte integrale concepi- messo in forma per così dire, dal sentimento pla- ta come sintesi di una somma di elementi fisi- stico portato all’architettura di volumi armoniosi, ci: colore, suono, movimento, spazio, integranti spesso agitate da intense correnti dinamiche, un’unità ideale e materiale”. Un’architettura che senza tuttavia che l’equilibrio statico perda questa per Fuksas ha nella materia e non nel materiale il sua forza ordinatrice.” Questa continua ricerca di suo tema espressivo, nella ricerca di superfici che una dinamicità, ma in un’apparente staticità, dello producono riflessioni in un contesto inteso come spazio architettonico sembra ritrovarsi in tutte le ambito geografico e non solo fisico. Il contrasto opere di Fuksas. Un’architettura che mette l’uomo tra le differenti parti costitutive delle architetture, come protagonista dell’uso fisico dello spazio; uno ed infine il paesaggio come scoperta per un’”im- spazio da percorrere, da avvolgere e non uno spa-

68 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 9 dialogo con Massimiliano Fuksas**

zio statico e rappresentativo per un’architettura SERGIO ZANICHELLI: La prima immagine proiet- anticlassica” che ha sicuramente nello stile gotico tata nella conferenza alla Facoltà di Architettura un possibile diretto riferimento (8). Un attraversa- di Ferrara è stata la grande scultura in ferro ar- mento dello spazio architettonico che rimanda alle rugginito di Niaux in Francia: il Museo dei Graf- rappresentazioni cinematografiche di Kubrick per fiti. Un “uccello preistorico” che unisce il ventre il montaggio delle sequenze e delle immagini e a della montagna con la vallata; una “scheggia” di Hitchcock per la diversità dei temi e per la loro paesaggio che sembra fondere l’azzurro del cielo “sospensione temporale”. Un viaggio fantastico con il grigio/rosso della roccia. Come mai sceglie che solo attraverso la grande capacità espressiva questo progetto per raccontare l’inizio del suo af- contenuta nelle stupende architetture si riesce a fascinante viaggio architettonico? (10) cogliere e ad esserne avvolti. MASSIMILIANO FUKSAS: Il progetto del Museo Se per Susanna Tamaro l’amore è attenzione, io dei Graffiti è per me un’opera simbolica, un ogget- credo che per Massimiliano Fuksas l’architettura to scultoreo che dà il senso dell’installazione. La è amore per la costruzione di un futuro che non mia idea di partenza fu quella di un grande anima- sia espressione solo di risposte a bisogni, anche le preistorico che, sorgendo dalle grotte, dispie- primari, ma sia avvolto da relazioni per offrirci gasse le sua ali per accogliere i visitatori al museo infinite emozioni che vanno al di là di un sem- naturale dei graffiti. La porta d’ingresso alla grotta plice valore estetico. Abhy Naya Darphana nel ha l’aspetto di un “relitto”, o frammento, simbolo suo trattato sull’arte indiana scrive che dove va della poetica della transizione. la mano, lo seguono gli occhi; dove guardano gli S.Z.: La sua espressione architettonica si esplica occhi, là si dirige la mente; dove posa la mente, attraverso una fase iniziale nei dipinti, poi attraver- là nasce l’emozione; dove palpita l’emozione, là so i modelli, e infine con gli strumenti informatici, si realizza l’essenza dell’arte e per Massimiliano quindi una visione plastica del progetto al fine di Fuksas anche sicuramente l’essenza dell’archi- “migliorare la qualità della vita delle persone of- tettura (9). frendo emozioni”. Come avviene nel suo iter pro-

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** architetto, studio professio- nale a Roma, Parigi, Shenzen (Cina). Visiting professor presso importanti istituzioni universitarie internazionali. Dal 1985 collabora con l’arch. Doriana O. Mandrelli

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 69 10. Musée des Graffiti, 10 1988-1993, Niaux, Francia (fonte: Massimiliano Fuksas con Paolo Conti, Caos sublime, 2001, Rizzoli) 11. Concert Hall, 2008, Astana, Kazakhstan (fonte: sito ufficiale www.fuksas.it)

gettuale questa “ricerca di emozioni”? (11) far crescere la tensione. Perché non si potrà mai M.F.: All’inizio c’erano solo i miei dipinti. E anche arrivare all’emozione se non cresce la tensione. oggi penso che il miglior modo di progettare sia Oggi l’obiettivo di un architetto – credo, almeno dipingere su una materia plastica. Poi s’è aggiun- nel mio caso – non è quello di rispondere solo alle to un secondo momento, la creazione dei modelli. funzioni. Ma bisogna pensare anche all’emozione. Adesso, a questi due momenti del mio persona- L’architettura deve creare emozioni. Ovviamente, le processo di lavoro, se n’è aggiunto un terzo: il emozioni positive. mondo della virtualità. Anche l’innovazione tecno- S.Z.: Hugo Häring esponente dell’architettura logica è uno degli elementi che contribuiscono alla espressionista tedesca della prima metà del ‘900 rappresentazione del nostro “sogno”. La tecnologia nel suo testo Wege zur Form (La Forma delle virtuale è molto utile. Permette di avere più con- cose) dichiara che le “forme sono determinate trollo sul progetto e di immaginarlo meglio prima dal compimento di uno scopo mentre le forme che venga ultimato e prenda una forma definitiva. dell’espressione sono legate al sangue e alla co- Questi tre “pezzi” del lavoro devono poi risultare noscenza, e quindi al tempo e al luogo. La storia completamente amalgamati fra loro. La pittu- del divenire delle cose è in realtà solo una sto- ra, il modello, la maquette sono tutti stimoli per ria delle richieste rivolte ad esprimere le cose”. arrivare all’architettura, sono tutti strumenti per Le sue forme sembrano essere espressione (e

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non solo architettonica) di una nuova vita, di una ha niente in testa, si fa solo una forma. È un po’ nuova società. Che importanza ha per la sua ar- come scrivere: prima bisogna pensare, il progetto chitettura il rapporto tra persona e la collettività, è in testa, legato a un concetto che si costruisce, e pensa sia possibile fare un architettura senza che si sviluppa, che si articola. Si costruisce pri- forma? (12) ma, senza ancora aver mai disegnato niente. M.F.: L’architettura è qualcosa che appartiene alla S.Z.: Perché ritiene non ci possa essere oggi la città, alla gente… a tutti. Non c’è architettura necessità di “ordinare il disordine” ma il rafforza- senza un interesse nei confronti dell’etica e di un mento di un caos contemporaneo che lei defini- intenso impegno nella società. È la democrazia sce come “bisogno”; un bisogno di aggregazione la cosa più importante di cui si deve occupare e di relazioni? l’architettura oggi. Dovendo far vivere insieme mi- M.F.: L’ansia di “fare ordine” è tipica. Se penso lioni di persone, dovrà mirare a sviluppare forme a una città contemporanea, invece, a me viene di democrazia sempre più avanzate. Dobbiamo in mente un arcipelago incontrollato di costruzioni prendere atto di questo e cominciare a inventare irregolari. Inserire qualcosa di geometrico e rigido nuove cose. significherebbe spezzare quel ritmo spontaneo. Per quanto riguarda la forma… io odio la parola L’unico risultato allora non sarebbe l’ordine, ma “forma”. La forma non serve a nulla. Se non si un nuovo e ulteriore disordine di quel disordine.

12. Vilnius Baltic Center, 13 2005, Vilnius, Lituania (concorso). Progetto Massimiliano e Doriana Fuksas (fonte: sito ufficiale www.fuksas.it) 13. La casa per tutti, 2008, Milano, Italia (fonte: sito ufficiale www.fuksas.it)

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Quindi un doppio disordine, nel nome di un mo- passato. I padri storici sono Brunelleschi, Miche- 14. Centro espositivo e auditorium, 2002- dello ideale. È il caos, invece, ad essere il vero langelo e Borromini. Le radici della modernità. 2004, Bassano del ordine. Non è disordine, ma un ordine sublime. Brunelleschi è il primo professionista nel senso Grappa, Vicenza, Italia (fonte: Andrea Cavani, Da questa realtà nascono degli elementi forti, che contemporaneo del termine: inventa le macchine Massimiliano Fuksas, diventano elementi di accumulazione, di organiz- per innalzare la sua cupola, non si occupa solo del 2007, Motta Architettura, Milano) zazione. (13) progetto. Poi c’è Michelangelo, perché architettu- 15. Euromed Center, S.Z.: Trovo nel suo lavoro di architetto un feeling ra e scultura coincidono. Il vestibolo della Lauren- 2005-2013 (fonte: www. archiportale.com/progetti/ con l’architettura espressionista di Bruno Taut nel ziana a Firenze, con una scala oltre le dimensioni marsiglia/massimiliano - fuksas /euromed-center progetto di un masterplan dal titolo “comunità e di ciò che lo spazio avrebbe potuto accogliere, è 1222.html) individualismo”, dalle opere degli anni ’20 di Her- un atto di autentica modernità. man Einsterlin, casa di vetro, e fino al maestro E Borromini. Qualsiasi cosa abbia costruito è il frutto Hans Scharoun dal ciclo dei disegni 1939-45 del- di un approccio complesso, drammatico. Sant’Ivo la Resistenza dove piani sospesi diventano cavea alla Sapienza: una macchina infernale, la manife- per gli spettatori di un “teatro paesaggio”. È una stazione esteriore di uno spazio interiore prossimo corretta osservazione o ci sono altri architetti a cui alla follia. Scrutandola sembra davvero il frutto di lei rivolge il proprio interesse? un’elaborazione virtuale al computer. (14-15) M.F.: Io guardo soprattutto ai grandi maestri del S.Z.: Questa ricerca di “energia, flussi, tensioni”

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che ogni sua opera sembra esprimere è ricondu- sformare in altro. cibile non solo agli aspetti di un quotidiano globa- La diversità dei generi e la specificità hanno im- lizzato ma sembra riprendere anche la gestualità poverito l’universo della creazione. Ma adesso la dell’arte: da Paolo Uccello nella Battaglia di San scultura ha ricominciato ad andare verso l’archi- Romano a Giacomo Balla nella Automobili in Cor- tettura e, allo stesso modo, una parte dell’archi- sa. Qual è oggi il suo rapporto con l’arte? (16) tettura ad andare in direzione di un’espressione M.F.: Io non volevo fare l’architetto, volevo fare il scultorea. (17) pittore. Non mi sono mai visto come un architet- S.Z.: “Quando si lavora in architettura si agisce to nel senso proprio del termine. E il processo di sempre per il futuro”. In un quotidiano “deserto di pensiero che sta dietro al mio lavoro è più simile a incertezze” quali sono le sue “certezze” per un’ar- quello di un artista visuale. chitettura del futuro? Ad esempio, io dico sempre che l’architettura, M.F.: Il futuro non è mai come lo si immagina. Le quando ha successo, si trasforma in scultura. Ri- nostre certezze, i nostri modi di rappresentare la uscire a scavare un oggetto, cosa che è molto di- società, la comunità, non sono più gli stessi. Le versa, come atteggiamento, rispetto a quello che certezze sono scomparse e lasciano il campo ai si usa sempre: svuotarlo e trasformare un oggetto dubbi. Ma, dai dubbi, si arriva sempre a qualcosa banale in una scultura. L’architettura si deve tra- di meglio. (18-19)

Nella pagina a fianco 16. Vaso Zouhria, 2010. Progetto Massimiliano e Doriana Fuksas (fonte: sito ufficiale www.fuksas.it) 17. Scenografie di Medea ed Edipo a Colono, 2009, Siracusa. Progetto Massimiliano e Doriana Fuksas (fonte: sito ufficiale www.fuksas.it) in questa pagina 18. Bao’An International Airport, 2007, Shenzen, Cina. Progetto Massimiliano e Doriana Fuksas (fonte: sito ufficiale www.fuksas.it) 19. Lectio Magistralis Orient Express n°1, 26 Maggio 2011, Palazzo Tassoni Estense, Ferrara (foto: Alfonso Acocella) 19

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 73 arte-architettura: relazioni, iterazioni, interferenze

SERGIO ZANICHELLI*

…Un primato dell’arte pittorica e scultorea rispet- Questa “simbiosi di ricerca” tra arte e architettura to all’arte architettonica... come produzione di specifiche opere espressive Questo breve viaggio tra immagini di opere d’ar- era stata affermata nella storia contemporanea, te moderna e contemporanea (pittura e scultura) nella lezione del Bauhaus di Weimar fino al primo e immagini di architettura moderna e contem- Dessau. Un laboratorio didattico nel quale l’ap- poranea (edifici), è finalizzato all’assunzione del porto di importanti architetti: Gropius, Mies, Oud, principio che l’attuale produzione architettonica è Meyer, Hilberseimer e quello di importanti artisti: in gran parte espressione significativa, quasi tra- Klee, Mondrian, Kandinsky, Hölzel, Alberz, porterà slativa, di “codici linguistici, formali ed estetici”, alla definizione linguistica di un’Architettura-Arte derivati dalla ricerca e dalle opere delle arti pitto- “internazionale” che doveva essere espressione riche e plastiche moderne e contemporanee. di nuove forme di organizzazione sociale. L’architettura che sembra abbandonare in modo In verità nel manifesto fondativo della scuola del lacerante, in particolare nell’ultimo decennio, un Bauhaus, Gropius affermava che “il fine ultimo iter progettuale costituito da regole compositive di ogni attività figurativa è l’architettura”, dando che avevano come loro cardini fondativi, la tipo- quindi all’interno degli assunti teorici del manife- logia, la morfologia, la geometria cartesiana e il sto, una priorità agli aspetti figurativi intesi in sen- rapporto tra funzione e forma quali i principi costi- so plastico e volumetrico e non semplicemente tutivi dell’opera architettonica. sul piano bidimensionale (espressione pittorica). Queste regole compositive hanno determina- Agostino Bonalumi in un suo saggio critico sulla to un linguaggio espressivo denominato “stile relazione tra arte e architettura, afferma che “i architettonico” che era generalmente la rap- concetti che stanno alla base dell’architettura e presentazione di un “ismo” temporale come ad cioè spazio e ordine, costruzione e tecnica, scien- esempio per l’architettura del razional-ismo, del za e forma, funzione e aggregazione, esprimono funzional-ismo, del decostruttiv-ismo, come spe- un’opera che è già arte e la questione dell’Ar- cifica classificazione di un determinato periodo chitettura-Arte essenzialmente culturale piuttosto storico quasi ad avere la necessità di una produ- che specialistica. Quindi la questione del rapporto zione architettonica simbolo e appartenenza ad tra Architettura-Arte rimarrà insuperata nella sua un linguaggio manierista atto alla classificazione intera natura e problematicità”1. e come tale rappresentativo. Se col modernismo il rapporto Architettura-Arte Forse perché come dice Philipe Daverio che “ab- diventa esplicito basti citare la relazione tra pittu- * architetto, critico d’arte moderna e contemporanea, biamo sempre bisogno di un ismo per continua- ra cubista di Picasso e la ricerca di Le Corbusier professore a contratto in Progettazione Architettonica re la specie” per avere un futuro come possibile sulla scomposizione della geometria e del volu- presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara continuità logica del presente. me architettonico (1); tra la pittura astratta di

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2A 2B Kandisky, il suprematismo linguistico di Malevic e l’espressione architettonica di Ritveld (2) e di El Lisitsky; tra la pittura surrealista di Mirò e la pla- sticità scultorea dell’architettura di Niemeyer (3); con l’architettura contemporanea (fine degli anni 2000 ad oggi) questa relazione pure esistente, sembra esprimersi solo per apparati figurativi, iconici, texture, superfici e non come risultato di un attento lavoro di ricerca architettonica per la costruzione di un linguaggio architettonico con- 3B 3A temporaneo. Questa “ri-presa diretta” di immagini da opere pittoriche nell’ambito del progetto e quindi della successiva produzione architettonica, nasce dalla necessità di produrre un oggetto architettonico in base ai contenuti e ai messaggi da veicolare. Architettura come involucro e visone di una esclu- siva visione formale e non inclusiva di “significato”. 4 1A. Picasso, Donna con Oggi la ricerca di uno stile è fondamento non poltrona rossa, 1931-32, da Museo per essere espressione come nel passato di Picasso, Catalogo delle una “grammatica” di proporzioni linguistiche ma Collezioni, Electa, 1986, p.79 come decodificazione di un linguaggio e quindi di 1B. Le Corbusier, Unitè un “copyright architettonico” che possa essere di d’Abitation, Marsilia 2A. C. Malevich, immediata individuazione dell’autore dell’opera. Suprematismo dinamico, 1924 Un’architettura come prodotto dell’assemblaggio 2B. T.G. Rietveld, Casa e della dilatazione formale di schegge mediatiche Schroder, 1924 3A. Mirò, Le Hibou di un consumismo contemporaneo, attraverso ri- blasphemateur, 1975 3B. Oscar Niemeyer ferimenti architettonici che stanno nel vocabolario Museum, Curitiba brasile di forme, icone, oggetti che Robert Venturi chiama 2002 4. Scott Brown, Robert “non luoghi”: si ha una riproposizione di immagini Venturi, Maniera del della strada in questo caso, di un contesto ameri- Moderno, Laterza 2000, p. 54 cano definito come “decorated shed” (4), ovvero l’involucro anonimo come decorazione da appli-

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care all’architettura. zarsi in modo asettico quasi ad escludere i princi- 5. Basquiat e Andy Warhol, E.Bertoglio, Foto, 1981 Una sorta di operazione Dadaista che attraverso pi fondativi del progetto architettonico. 6A. F. Gehry, Guggenheim l’uso di simboli e di forme, identifica questa archi- Non c’è quindi più differenza tra l’immagine di un Museum Bilbao, esterni, 1997 tettura del “frammento” e del “collage”. oggetto domestico o quello di un edificio, e l’ap- 6B. F. Gehry, Guggenheim Museum Bilbao, interni, Il globalismo architettonico come caratterizzazio- plicazione di questo “manifesto architettonico” 1997 ne dell’architettura contemporanea è la nuova trasforma l’immagine delle nostre città in raffigu- definizione della relazione tra architettura e luogo. razioni mediatiche e in allestimenti figurativi. Una sorta di materializzazione di forme che pos- Il terzo millennio è caratterizzato dal passaggio tra sono apparire in dualismo o contrapposizione ap- la città come luogo delle stratificazioni fisiche e parente con il luogo ma che invece producono un della memoria storica a laboratorio delle proiezio- rafforzamento del concetto stesso di contesto di ni di immagini pittoriche plastiche. anonima periferia urbana. Rauschenberg, Warhol, Pollock, Mathieu, Hartung, L’espressività e la dinamicità della forma come Vasarely e Kandinsky sono alcuni artisti di riferimen- valorizzazione della storicità e dalla capacità di to per il progetto di architetture contemporanee. trasformazione dei luoghi urbani. L’opera architettonica che è il simbolo di questa L’approccio al progetto di architettura che coniuga nuova strategia del progetto è il museo d’arte sia le immagini e le icone della cultura popolare moderna e contemporanea Guggenheim a Bilbao come nella pop-art di Andy Warhol, sia le conflit- di Frank Gehry (6), che con questa architettura- tualità urbane e sociali di un caos architettonico scultura, sia per l’esterno che per l’interno, ri- come nella street art di M. Basquiat attraverso il prende l’immagine e la forma scomposta di una gesto, il segno e il graffito; diventando riferimen- grande balena. Questa evocazione di particolare ti di una morfologia spaziale costituita da pezzi, “genius loci”, in quanto il luogo era stato per tan- frammenti, sovrapposizioni, come nuova ideolo- tissimo tempo un mattatoio dei cetacei catturati gia pianificatrice (5). sul prospiciente Oceano Atlantico, sembra esclu- Non è come sottolinea Andrea Branzi che viviamo dere un tradizionale rapporto di tipo-morfologico in un mondo privo di confine o di spessore; ma con il contesto. la contemporaneità è espressione di relazione e Questa operazione progettuale che ha come di un certo nomadismo sia fisico sia intellettuale prodotto questa interessante opera iper-realista che mescola come in uno shaker la memoria, il trova nella cultura americana ed in particolare luogo, il mediatico e il globale. nell’artista Close Oldenburg di cui Frank Gehry è La perdita per il progetto d’architettura del ruo- stato assistente per un lungo periodo, un diretto lo centrale del contesto può farla diventare una riferimento. semplice espressione virtuale tesa a materializ- Forse potremmo pensare ad un’architettura con-

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temporanea che si avvicina più al Design che economiche, funzionali, di durata, di regole e di 7. Calder, Cascading Flowers, 1949 all’architettura? normative sembra essere più condizionata come 8. Mario Colombo, Pittura Marianne Goebl direttrice Art-Design Miami, defi- modificazione dei modelli spaziali e quindi neces- Naif, anni’60 9. Gaetano Pesce: Divano nisce “il design come impegno alla risoluzione di sariamente funzionali. tramonto a New York 1980, Cassina - Meda problemi concreti rispondendo alle esigenze pra- Credo questo sia il quesito che rimane aperto e la Italia, da L. Cremonini, tiche di coloro che potenzialmente o idealmente sequenza delle immagini organizzate per categorie Design &Città, Alinea Firenze 2000, p.96 fanno uso di questi oggetti sviluppando allo stes- tematiche che seguono il testo2 servono per dare so tempo una strategia creativa”. Esiste quindi, ad ognuno di noi una semplice traccia visiva per una stretta relazione tra architettura e design che una risposta individuale a questa domanda. si esprime in modo diretto nelle opere dell’archi- …. e per il futuro viaggeremo tra un mix di archi- tettura radicale italiana (9) e ha nel rapporto tra tettura aniconica (7) in simbiosi con specifiche l’oggetto e lo spazio fisico urbano e territoriale identità territoriali (8). l’aspetto tematico e fondativo per la costruzione note di nuovi modelli architettonici. 1 Carla Palù, Padova, Centro Direzionale ed Intermodale: lo spazio strutturato, Tesi di Laurea Facoltà di Architettura di Ferrara, A.A. Oggi, come sostiene lo scultore Tony Gragg “ten- 2005-2006, Relatori Sergio Zanichelli, Agostino Bonalumi, Mau- rizio Marchetti. diamo a ridurre il mondo ad un livello minimo, uti- 2 Architetture amorfe: immagini da 10A a 13B; architettura ver- litaristico, economico invece la realtà è moto più ticale: immagini da 14A a 17B; architettura dai volumi primari e colore: immagini da 18A a 21B; superfici e texture: immagini da complessa anche perché oggi non si tiene conto 22A a 25B. di miriade di forme possibili che non esistono”. L’arte ci offre questa opportunità di ricercare e riflettere su ciò che non conosciamo e quindi al di fuori di una specifica esistenza. Se per l’artista 9 cinetico Jesus Roto el Soto, l’immateriale è la re- altà sensibile dell’universo e l’arte è la conoscen- za sensibile dell’immateriale, prendere coscienza dell’immateriale allo stato di pura struttura, signi- fica varcare l’ultima tappa verso l’assoluto, .. e quando si pensa in questo modo si è proiettati in un mondo favoloso che non è mai stato esplorato. L’arte come esplorazione che può quindi antici- pare forme di ricerca, anche per l’architettura avendo questa possibilità operativa, mentre l’ar- chitettura deve rispondere a precise esigenze

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 77 10A 10A. N. Gabo, Costruzione 12A. Peter Bruegel, Torre nello spazio, 1953 di Babele, 1563 10B. Z.Hadid, installazioni, 12B. P. Soleri, progetto per 2008 Mesa City, 1959 11A. Fontana, Uomini, 13A. Moore, Due Forme, 1931 1964 11B. Renzo Piano, Museo 13B. Z. Hadid, progetto Paul Klee, 2005 Museo Mediterraneo di Reggio Calabria 10B

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16A 16B 14A. Luigi Spacal, Periferia 1957 14B. F. O. Gehry, Neue Zollhof , Dusseldorf, Germania 1999 15A. F.Sobrino, trsformazione instabile, 1963 15B. Rem Koolhaas, Campus Verticale, Tokyo 2004 16A. K. Snelson, Audrey I e II, 1966 16B. Herzog e de Meuron, installazioni, 2008 17A. Toyofuku, Sculture, 1968 17B. Haz de Torres, prima proposta per il World Trade Center, 2002

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 79 18A. Nino Perizi, Struttura 20A. E. Mari, Struttura azzurra, 1972 n.495, 1959 18B. MVRDV, Orange 20B. Ofis Arkitekti, edifici House, anni 2000 residenziali, 2005 19A. Alberto Biasi, anni 21A. G. Colombo, Stuttura ‘60 acentrica, 1962 19B. Steven Holl, 21B. Mansilla+Tunon, Cambridge, Massachusetts Auditorium Lione, 2003 2002

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80 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 22B 22A. Eileen Gray, Cloud, 1923 22B. K. Kuma, Casalgrande Ceramic Cloud, 2010 23A. Alberto Biasi, Politipo, 1970 23B. Mario Cucinella, Centro per l’energia sostenibile, 2008

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25A 25B 24A. Scarpitta, anni ’60 24B. Toyo Ito, Edificio Tod’s, 2002-04 25A. Mario Sironi, sintesi di paesaggio urbano, 1919 25B. Herzog e De Meuron, Caixaforum, Madrid, 2003-08

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 81 poesia costruita, formazione itinerante tra arte e architettura

pietromaria davoli* elena macchioni**

Escuela de Arquitectura y Diseño de la Pontificia Uni- sino alla lontana Rapa Nui. versidad Católica de Valparaíso: Cile, Sudamerica. Il senso innovativo e visionario di questa attività Per imparare il mestiere del progettista prima risiede nell’interpretazione data ad alcuni con- di ogni altra cosa è necessario capire il pro- cetti fondanti: la visione poetica del continente prio Paese. Un territorio che va oltre la striscia americano, la finalità didattica e la relazione con di quattromila chilometri affacciata sull’Oceano la realtà sociale e il territorio. Infine, il rapporto Pacifico, abbracciando una patria allargata all’in- con l’arte. tero continente americano. Per appropriarsene, per ascoltarlo realmente, l’unico modo è viverlo, VISIONE DEL CONTINENTE AMERICANO percorrerlo in lungo e in largo, farlo entrare attra- Nel luglio 1965 dieci docenti universitari, tra cui verso gli occhi e le mani, fissando tali sensazioni alcuni dei fondatori della e[ad], partirono per un con la fatica del “fare”. viaggio di due mesi attraverso il Sudamerica, dalla A Valparaíso l’Architettura è un percorso che ha Terra del Fuoco fino alla Bolivia. Il viaggio, definito come obiettivo la creazione di spazi che prima di “geo-poetico” voleva rispondere a una semplice ogni altro aggettivo possano definirsi “ospitali”. Un domanda: cosa significa essere Americani? cammino che passa attraverso il disegno: foglio e Dal taccuino a più mani nato in questi mesi scatu- matita come strumenti critici, chiavi per compren- rì un poema intitolato “Amereida”, l’Eneide ameri- dere la realtà; un processo contraddistinto da una cana. Alludendo con questo nome all’eroe di Virgi- forte carica umanistica, che fa perno sulla relazio- lio, si voleva sottolineare il desiderio di dare forma ne tra vita collettiva, spazio pubblico e paesaggio. a una nuova patria e di scriverne la storia. Come Soprattutto che ha origine nella poesia, tanto che Enea che lascia Troia portando sulle spalle il padre i professori della e[ad]1 potrebbero essere definiti Anchise, l’America deve accogliere l’eredità di una poeti più che tecnici del costruire. tradizione millenaria che viene da est (dall’Euro- Dal 1984 la e[ad] ha inserito nel suo piano di stu- pa). Non solo. Essa è infatti necessariamente pro- di le travesías2. Docenti e studenti, assieme per iettata verso l’ignoto, la scoperta è connaturata alcune settimane nel corso del terzo trimestre al suo destino: verso l’Oceano Pacifico a ovest e *professore associato di Tecno- logia dell’Architettura presso la dell’anno accademico, affrontano un viaggio la cui contemporaneamente verso il vastissimo e pres- Facoltà di Architettura dell’Uni- versità di Ferrara e responsabi- meta nasce dalle riflessioni di mesi di attività di soché inabitato “mare” interno continentale. le della sezione Architettura del Centro Architettura>Energia del laboratorio e che trova compimento nella realiz- Secondo la visione proclamata dai fondatori della Dipartimento di Architettura zazione concreta di un manufatto, traccia del loro e[ad] l’America ha un futuro solo tenendo presen- **architetto libero professioni- sta a Reggio Emilia, specializ- passaggio. Ad oggi sono state effettuate più di te la sua irruzione nella storia in quanto “dono”. zanda presso la Scuola in Beni Architettonici e del Paesaggio 180 travesías alla scoperta di altrettanti luoghi del Occorre considerare che la sua scoperta fu un dell’Università degli studi di Genova continente, da Puerto Williams a Belém do Parà, caso, quasi un ostacolo affiorante nella ricerca

82 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 1. Travesía Puerto Guadal La festa inaugurale, II, lago General Carrera, definita propriamente Cile, 2007. Docenti agape, precede la fine della responsabili: Iván Ivélic, travesía e l’abbandono Mauricio Puentes, Jaime dell’opera al suo destino. Reyes. La travesía implica infatti Questa esperienza di studio la definizione di due archi e lavoro, durata 18 giorni, temporali ben precisi, con ha coinvolto 75 studenti del caratteri architettonici laboratorio di Architettura e attori diversi: il primo del primo anno di corso è il momento limitato dell’e[ad]. dell’accampamento e della È stata realizzata la piazza costruzione; una volta che San Francisco de Aysen studenti e docenti se ne sulla punta del cimitero vanno, inizia per l’opera de Puerto Guadal. Le un secondo periodo, la cui istallazioni in legno che la durata sarà determinata completano comprendono, dalla comprensione tra le altre, una passerella da parte degli abitanti con sedute e tavoli, una della nuova dimensione scultura e una scala di proposta. accesso al cimitero. (da: archivio Iván Ivélic)

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ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 83 2. Travesía Punta do Seixas, 3-4. Ciudad Abierta. Nel il Laboratorio Amereida, 2 João Pessoa, Paraíba, 1969, dopo la riforma un corso annuale che mira Brasil, 2001. Versi scritti dal universitaria, alcuni docenti innanzitutto allo sviluppo sole. In questa istallazione e studenti dell’Escuela dello spirito critico nonché è possibile leggere il brano de Arquitectura de la all’apprendimento del solamente attraverso Universidad Católica de disegno come modalità l’ombra proiettata dai raggi Valparaíso formarono la per osservare la realtà e solari. Ogni travesía parte Cooperativa Amereida con appropriarsene. accompagnata da una l’obiettivo di integrare vita, (da: Archivo Histórico José serie di poesie scelte dal studio e lavoro. Vial, Escuela de Arquitectura gruppo organizzatore, chiavi Nel 1971 acquistarono y Diseño e[ad], Pontificia per scatenare il dibattito, alcuni ettari di terreno a Universidad Católica de elementi per arricchire nord di Valparaíso, nei Valparaíso, PUCV) il lavoro: veri “materiali pressi di Ritoque. Tra le da costruzione”. Docenti dune e il Pacifico, iniziarono coinvolti: Patricio Cáraves, a costruire la Ciudad David Jolly, Juan Carlos Abierta. Una città di dune Jeldes, Andrés Garcés, e di mare, di spazi all’aria Herbert Spencer, Manuel aperta che diventano agorà Sanfuentes e Michèle per incontri, dibattiti e Wilkomirsky. atti poetici. Vi si tengono (da: Archivo Histórico José lezioni e workshop (spesso Vial, Escuela de Arquitectura a contatto con l’ambiente y Diseño e[ad], Pontificia esterno come nel caso Universidad Católica de mostrato in figura) per gli Valparaíso, PUCV) studenti della e[ad], tra cui 3 4

5 5. Ciudad Abierta. ciò che viene da dentro, Si tratta di un la disponibilità della insediamento realizzato natura che invece si trova in autocostruzione, ad all’esterno” (Purcell F. opera degli stessi fruitori. J., L’architettura a zero Nell’immagine, un grande cubatura nella Città involucro per mostre ed Aperta, in Aymonino A., incontri collettivi sino a 500 Mosco V.P., Spazi pubblici persone. L’opera si fonda sul contemporanei: Architettura presupposto di esplicitare a volume zero, Milano, al medesimo tempo un Skira, 2006, p. 248). luogo e un atto: le dune (da: Archivo Histórico José della spiaggia di Ritoque Vial, Escuela de Arquitectura e il gesto di camminarvi y Diseño e[ad], Pontificia sopra a fatica, arrancando Universidad Católica de sotto la luce cruda dal sole. Valparaíso, PUCV) La Ciudad Abierta nasce seguendo una prassi di apprendimento applicato dell’architettura; nessuno è proprietario, nessuno è affittuario, chi vi costruisce lo fa per lasciare un regalo. “Un tipo di esperienza che congiunge alla leggerezza propria della poesia, di

84 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 6. Travesía Puerto Guadal, 6 8 Cile, 2004. Ha coinvolto per 24 giorni 120 partecipanti del Laboratorio di Architettura del primo anno di corso della Scuola, sotto la guida dei professori Mauricio Puentes, Iván Ivélic, Rodrigo Saavedra e Jaime Reyes. Il luogo prescelto è stata la suggestiva cornice del Lago General Carrera, 300 km a sud di Coyhaique. 7 La costruzione principale è sovente accompagnata dalla realizzazione di sculture ed istallazioni di docenti-artisti. (da: archivio Iván Ivélic)

7. Travesía Puerto Guadal, della via per le Indie3. Non si tratta di turismo, ma di un “gesto epico” Cile, 2004. La realizzazione dell’opera passa attraverso A Valparaiso si dice che architetti e poeti abbiano materializzato nella realizzazione di un’opera d’ar- un’attenta organizzazione, in un certo senso la missione dei profeti: saper te, architettura o design che viene regalata agli dal momento che solitamente sono coinvolte vedere ciò che gli altri non possono vedere. Per abitanti in cambio della loro ospitalità: una piazza, da cinquanta a cento persone o più. Professori questo a loro spetta un importante compito: “in- un belvedere, un sentiero, un parco giochi, un si- e studenti vengono perciò ventare il paesaggio” ovvero trasformare la mate- stema di segnaletica, ma anche una scultura o un suddivisi in vari gruppi operativi, con responsabilità ria grezza del territorio in “luogo”. murale. I manufatti, pur differenti, hanno tutti il di logistica, cucina, medesimo obiettivo: svelare, nel tempo effimero accampamento, cantiere, registrazione sistematica FONDAMENTO ACCADEMICO-DIDATTICO del viaggio, l’identità del luogo, nascosta dal sipa- degli eventi e via dicendo. (da: archivio Iván Ivélic) “Mi è caduto il mondo addosso” è un’espressione rio della fruizione quotidiana. 8. Travesía a Iruya, cara ai docenti della Scuola per spiegare come il Altrettanto importanti sono quindi i paesi attraver- Salta, Argentina, 2004. Docenti responsabili: processo della conoscenza non sia solo qualco- sati e le persone incontrate. Nella maggior parte José Balcells, Juan Carlos Jeldes, Marcelo Araya, sa di lento e graduale, ma spesso passi attraver- dei casi gli organizzatori mirano a trovare nella de- Herbert Spencer, Manuel so esperienze forti. Questi viaggi dunque hanno stinazione un valido interlocutore per fondere in Sanfuentes e Alejandro Garretón. Studenti del un’importante valenza all’interno del processo di maniera produttiva la visione della e[ad] con le Laboratorio del primo anno formazione integrale degli studenti in quanto indi- esigenze del territorio, la sua storia e le sue ric- di Disegno e del secondo anno di Disegno Grafico. vidui. Come in un pellegrinaggio sono importanti i chezze naturali. All’interno dell’esperienza di Iruya è stata realizzata chilometri: anche in questo caso i passi e la polve- una scultura basata re nascondono un percorso di crescita spirituale e TRAVESÍAS E ARTE sull’impiego di profili e moduli in lastra di maturazione4. E’ decisivo il “fare”: l’attività annua- Queste esperienze si inseriscono in un clima di alluminio, collocata accanto al fiume Iruya nell’Altopiano le del laboratorio prevede l’acquisizione di cono- interesse per lo spazio pubblico che dagli anni Argentino. L’ideazione scenze ed esperienze che vanno oltre il disegno e Sessanta caratterizza il panorama artistico. Nel- dell’opera è del docente- scultore José Balcells, arrivano alla costruzione di una prima architettura, la gran parte di tali lavori è difficile stabilire se ma più correttamente che viene inaugurata con una cerimonia al termi- l’opera consista nel risultato finito o nel processo essa è definibile come un lavoro a più mani: ne della travesía. di progettazione6. durante la travesía, infatti, il succedersi di avvenimenti In quanto opere corali eseguite in maniera colle- particolari può modificarne FONDAMENTO SOCIALE E RELAZIONE CON IL giale da svariati studenti e docenti, le composizio- o determinarne la forma. LUOGO La paternità dell’autore ni delle travesías si possono avvicinare per certi consiste dunque nel fare “Le travesías iniziano con la ricerca del luogo, in- versi alle produzioni di artisti come Jeff Koons, Sol convergere questi elementi nella costruzione del gesto teso come spazio che permette l’incontro, con la LeWitt o Anish Kapoor, nelle quali chi esegue ma- scultoreo in oggetto. Si tratta perciò di un’opera volontà di fare parte della costruzione di un nuo- terialmente l’opera non ne è il primo ideatore. corale di cui l’artista è il vo continente tracciando segni, definendo la sua “Abbiamo dunque un’opera nuova quando avver- “direttore”. (da: archivio José Balcells) stessa eredità.”5 tiamo in essa un diverso modo di percepire la re-

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 85 9 altà.(…) L’estetica non è forma, e si muove come 5 Trad. it.: Elena Macchioni. Testo originale: “Se inician las trave- 9. Travesía Queilen, Isla sías en busqueda del lugar, definido el espacio donde hay grande Chiloé, Cile, 2008. si muove il tempo (…): e noi quindi dobbiamo encuentro y con la volutad de hacerce parte de la construcción de Opera di Plaza del Fuego. un nuevo continente trazando signos, conformando su propria he- essere in grado di sentire il tempo, giacché l’ope- redad”, Escuela de Arquitectura Universidad Católica de Valparaíso, Docenti responsabili: Nuestra Latitud Patagonia, in “Ca”, n.40, 1985, p. 38. Mauricio Puentes, Iván ra d’arte vuol dire appunto, sentire il tempo”7. In 6 Come esempio si pensi ai notissimi “Wrapped Public Building” Ivélic, Dolores Yañez e di Christo e Jeanne-Claude, che miravano a dare una nuova inter- Edison Segura. Hanno questo senso le opere lasciate dalle travesías non pretazione a luoghi vissuti nella quotidianità, rendendo il contenuto partecipato al viaggio, impacchettato improvvisamente valorizzato ed aperto a molteplici durato dal 27 ottobre solo nascono dalla poesia, ma sono esse stesse interpretazioni. 7 Sgarbi V., Lezioni private, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, all’11 novembre, 70 opere d’arte, calamite che addensano intorno a sé 1995, p. 19. studenti per lo più del un senso nuovo dei luoghi, specchi di un’esperien- 8 Aymonino A., Più Spazio, meno volume: un racconto in movi- primo anno di Architettura. mento, in Aymonino A., Mosco V.P., Spazi pubblici contemporanei: (da: Archivo Histórico za regalata alla comunità attraverso un manufatto. Architettura a volume zero, Milano, Skira, 2006, p. 16. José Vial, Escuela de Arquitectura y Diseño Un gesto nel paesaggio come punto di arrivo del BIBLIOGRAFIA e[ad], Pontificia dialogo tra poesia e architettura. E anche, secon- Alfieri M., La Ciudad Abierta: una comunità di architetti un’architettu- Universidad Católica de ra fatta in comune, Roma, Dedalo, 2000. Valparaíso, PUCV) do una definizione di Aymonino, “Landmark a zero Aymonino A., Mosco V. P., Spazi pubblici contemporanei: architettura a volume zero, Milano, Skira, 2006. cubatura” con caratteristiche di “inutilità” funzio- Escuela de Arquitectura Universidad Católica de Valparaíso, Nuestra Latitud Patagonia. Proposición poética para una visión de América: nale, attitudine all’ibridazione, all’uso plurimo e Amereida, in “Ca”, n. 40, 1985, pp. 11-17. Cruz Covarrubias A., Barla B., Amereida-Palladio: carta a los arquitec- alla capacità di generare autonomamente spazio8. tos europeos, Valparaiso, Ediciones Universitarias de Valparaiso, 2004. Gutierrez R., Dieste E., Vinuales G. M., Architettura e società: l’Ame- In questo caso l’uso è determinato dalla necessità rica Latina nel XX Secolo, Milano, Jaka Book, 1996. Iommi G., Escuela de Arquitectura de la Universidad Católica de Valpa- di riscoprire un luogo: l’opera è allora un modo raíso, Amereida, vol. 1, Editorial Cooperativa Lambda, Santiago, 1967. Iommi G., Escuela de Arquitectura de la Universidad Católica de Valpa- per spostare più in là il limite della frontiera delle raíso, Amereida, vol. 2, Editorial Cooperativa Lambda, Santiago, 1983. Ivelic B., Baixas J., Dos travesías en los Andes: Curimavida y Salar de terre conosciute. Coipasa, in “ARQ”, n. 71, 2009, pp.62-67. Zahr S., Eyquem M., Absomolovic M., Montaño F., Travesías de la La finalità più importante di queste esperienze U.C.V.: Viajes de estudio, in “Ca”, n. 109, 2001, pp. 38-45. itineranti sta nel senso del regalo. Instaurare un SITOGRAFIA dialogo tra l’università e la gente proponendo un www.ead.pucv.cl senso nuovo all’estensione americana. Creare un www.amereida.cl http://wiki.ead.pucv.cl/index.php/Traves%C3%ADas enorme museo all’aperto, una grande rete che http://travesias.ead.pucv.cl/

srotolandosi di anno in anno definisca le traietto- RINGRAZIAMENTI rie di crescita dei futuri progettisti cileni. Per il prezioso aiuto nel reperimento delle informazioni e delle immagi- ni si ringraziano i docenti José Balcells, Alberto Dittborn ed Iván Ivélic dell’Escuela de Arquitectura y Diseño de la Pontificia Universidad Ca- note tólica de Valparaíso. 1 Escuela de Arquitectura y Diseño de la Pontificia Universidad Ca- tólica de Valparaíso. 2 Trad. it.: “traversate”. 3 Nel poema Amereida infatti si legge: “Colón/ nunca vino a Amèri- ca/ buscaba las Indias/ en medio de su afán/ esta tierra/ irrumpe en regalo” (Trad. it.: Elena Macchioni, “Colombo/ non arrivò mai in America/ cercava le Indie/ nel suo anelare/ questa terra/ irrompe in regalo”). 4 Sul tema del viaggio come pellegrinaggio e forma d’arte si vedano alcune opere di artisti come Hamish Fulton e Richard Long.

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11 10. Travesía Barreal, San Juan, Argentina, 2003. Docenti responsabili: Salvador Zahr e Fabio Cruz. L’opera quasi ultimata. Le parti principali del “ponte” sono state assemblate fuori opera e trasportate in loco. (da: Archivo Histórico José Vial, Escuela de Arquitectura y Diseño e[ad], Pontificia Universidad Católica de Valparaíso, PUCV) 11. Travesía Puerto Guadal II, lago General Carrera, Cile, 2007. Scultura “clave”, da un’idea di José Balcells. (da: archivio Iván Ivélic) 12. Travesía Puerto Guadal II, lago General Carrera, Cile, 2007. Passerella. (da: archivio Iván Ivélic) 12

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 87 conversazione con gianfranco varini su arte e architettura

gloria negri*

Il 27 luglio 2010 incontrai Gianfranco Varini nel saria al luogo, perché sia connaturata alla situa- suo studio e nacque questo scambio d’idee di cui zione. Devi avere la sensazione che quella cosa riporto uno stralcio in forma di intervista. sia indispensabile proprio lì, che completi quella situazione mentre togliendola avvertiresti il senso GLORIA NEGRI: Tu sei uno degli architetti reg- di un vuoto. Le mie architetture sarebbero risultate giani che ha maggiormente cercato il dialogo povere senza questi interventi; tutta questa luce tra arte e architettura, da cosa nasce questo per illuminare che cosa? Ogni presenza deve ave- bisogno? re un suo ruolo nell’architettura e dire qualcosa. GIANFRANCO VARINI: Credo che la passione sia Naturalmente c’è sempre il problema del rap- stata alimentata dalla mia formazione. Dopo gli porto tra decorazione e ornamento: un capitello studi da geometra mi sono iscritto al liceo arti- per esempio è ornamento ma è anche elemento stico per avere il titolo che mi consentisse di fare strutturale; se cominci a dipingerlo fai della de- architettura a Firenze. Dal punto di vista artistico corazione, cosa che poteva aver senso nel me- mi sono formato con pittori locali come Tamagnini dioevo, quando l’architettura aveva una funzione e soprattutto Manfredi che era amico di Maccari didattica, ma oggi no. Al massimo ti è consentito e insegnava all’Accademia di Firenze, ma la mia fare degli ornamenti alla maniera di Quaroni che cultura era limitata. Negli anni 50 e 60 conside- spesso ha usato il cemento armato come mate- ravamo ancora moderni gli impressionisti, ci man- riale da scultura, diversamente da Manfredini che cava la frequentazione di tutta la cultura del 900, ha sempre perseguito il concetto della pura sta- grazie ai maestri come Manfredi avevamo appena tica, facendo leggere dove fossero il taglio e la riconosciuto la modernità di Morandi. Non c’era flessione. Due modi diversi di dare espressività ai ancora in me, ad esempio, l’idea dell’informale. materiali. In ogni caso c’è sempre bisogno di pro- Poi la sintonia col Dott. Maramotti mi ha permes- porzioni, di rapporti, di non appesantire… e qual- so di vedere da vicino le cose che Mario Diacono che volta bisogna togliere tutto. Con l’opera d’arte gli aveva suggerito, così mi sono avvicinato a cose il discorso diventa ancora più profondo. di livello internazionale e più attuali. G.N.: Quando lavori con un artista gli dai car- Comunque il passo dall’architettura all’arte è stato ta bianca o concordate insieme un risultato piuttosto naturale, non ho dovuto rinnegare nulla. finale? G.N.: Cosa significa inserire un’opera d’arte G.V.: In genere, quando interviene l’artista l’archi- nell’architettura? tettura è già fatta, io ho già definito gli spazi, ho G.V.: Inserire un’opera d’arte nell’architettura non preparato la luce, ho già deciso da dove arriva e significa certo attaccare un quadro al muro; biso- quale punto illumina, è come se si trovasse una *architetto in Guastalla di Reggio Emilia gna creare le condizioni perché l’opera sia neces- tela grezza su cui lavorare, poi è lui a decidere

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tecniche e soggetto; magari mi chiede una pre- ha lavorato in totale autonomia. Quando ho scelto 1. Gianfranco Varini: “Tempus fugit”. Disegno parazione della superficie, ma poi si muove au- Galliani aveva già esposto alla biennale dell’84 e tecnica mista, 2009 tonomamente. Ad esempio nella cappella jemale fatto parte della transavanguardia; aveva già un della Chiesa dell’Annunciazione di Montecavolo si passato artistico consolidato e trovavo una certa era già definito che lo spazio dedicato alla Ma- sintonia col suo linguaggio. donna sarebbe stato rosso, poi Galliani ha propo- G.N.: Che rapporto vedi tra scultura e archi- sto il rapporto con la parete trasversale blu, che tettura? funzionava sia cromaticamente sia liturgicamente, G.V.: Io sono convinto che l’architettura sia molto quindi vi ha inciso i fiori, come doni alla Madonna, più difficile della scultura. Nella scultura c’è riu- che ha riempito d’oro zecchino. nita e condensata un’idea artistica alla quale va G.N.: Ti è mai capitato, a lavoro finito, di pen- aggiunto molto mestiere, ma lo scultore lavora sare che l’interpretazione dell’artista non fos- isolato; nell’architettura ci sono problemi di spa- se coerente con la tua? zi, di natura costruttiva e devi gestire un team di G.V.: No, perché quando un pittore è bravo devi persone diverse che lavorano, c’è una moltitudine accettare il suo linguaggio e sicuramente non sba- di rapporti in ballo e questo rende molto più com- glia. Se non ti convince il suo modo di lavorare plesse le cose. Un artista può permettersi di es- non devi coinvolgerlo. sere nervoso, isolato, poco espansivo, l’architetto G.N.: Nei tuoi lavori in genere è la committen- bisogna che sia un uomo di società, che sappia za che propone gli artisti con cui collaborare mediare, che riesca a gestire anche questioni di oppure sei tu a scegliere? tipo economico e poi deve dare indicazioni a pa- G.V.: Sono sempre io a proporre l’intervento di recchie persone. La scultura l’ho scoperta tardi, un artista e poi lo discuto con la committenza. non era nella mia formazione. La lunga frequenta- In genere la mia proposta viene accettata perché zione di Scorticati mi ha insegnato molto. Ci sono è sempre motivata da una necessità che vedo e molti che il marmo “al biasèn” non lo sanno trat- so di non poter risolvere da solo. Ad esempio per tare, oppure ne affidano la realizzazione ad altri, la tomba Landi ho chiamato Galliani per il dipinto lui invece disegnava sul macigno di marmo col sulla parete di fondo e un bravissimo mosaicista pantografo e poi scolpiva direttamente, questo mi per ribaltare lo stesso motivo a terra. L’idea di spi- fece capire tutta la forza e la difficoltà di questa la- ritualità che io volevo esprimere con l’architettura vorazione e anche l’essenza del materiale stesso. è completata da questo motivo dell’angelo che Io non mi sono mai misurato con la scultura per- mette in dialogo parete e pavimento in un gioco ché mi mancava il mestiere. Invece in questo è speculare. In ogni caso io non sono intervenuto bravo Pastorini che ha fatto dei bozzetti che sono sulle loro scelte, stabiliti i caratteri iniziali, ognuno stupefacenti.

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 89 l’innovazione progettuale ha trovato il suo spazio

laura credidio*

Spazio Progetto: un luogo di incontro, di confron- sign industriale, al food-design, alla tecnologia e to, di crescita. al risparmio energetico. Un laboratorio di idee, pensato per creare relazio- Le oltre 1.000 presenze nei primi mesi, hanno ni tra progettisti e aziende, dove il “nuovo” trova confermato un format vincente: chi desidera am- finalmente uno Spazio per nascere, crescere e pliare i propri orizzonti professionali, trova qui uno svilupparsi. Ma anche un campo neutro e stimo- spazio ricco di momenti formativi, di incontro con lante, su cui si confrontano persone, idee, propo- le aziende e di eventi, ideati per sperimentare e ste e prodotti, per dare vita a nuove applicazioni e creare collaborazioni. Spazio Progetto è un con- soluzioni progettuali. tenitore culturale e una calamita di spunti, ispira- Già dai primi mesi di attività, Spazio Progetto ha zioni e interazioni tra professionisti, che guardano saputo consolidare la propria mission: diventare in un’unica direzione: il futuro. un punto di riferimento culturale, per avvicinare le distanze fra chi progetta, realizza e vive gli edi- LA CULTURA PROGETTUALE IN UNA fici, puntando sulla formazione e sui contenuti STRUTTURA CREATIVA divulgativi, in linea con le nuove esigenze profes- La sede di Spazio Progetto accoglie in un unico sionali. Valori pienamente condivisi dalla Fonda- luogo attività di formazione, momenti d’incontro zione Architetti di Reggio Emilia, che partecipa fra aziende e professionisti (seminari, convegni, alla gestione dello spazio, confermando così uno workshop ed eventi) e ambientazioni creative. dei suoi obiettivi strategici: promuovere la figura Ogni progettista può così affacciarsi a una fine- dell’Architetto e dell’Architettura, offrendo ai pro- stra di novità e toccare con mano inedite applica- pri iscritti opportunità formative qualificanti. zioni presenti sul mercato, partecipando ad uno stimolante confronto tra le parti. LO SPAZIO DOVE IL PROGETTO INCONTRA La programmazione culturale di Spazio Progetto L’INNOVAZIONE è supportata da ambienti funzionali allo sviluppo Spazio Progetto va oltre l’esposizione: ricerca e di un intenso tessuto di contenuti: una sala cine- sperimentazione, formazione e orientamento, ma e una sala formazione, un centro documen- eventi e mostre rappresentano una vetrina versa- tazione dotato di catalogoteca, emeroteca e area tile e dinamica sulla moderna cultura dell’abitare. WiFi, e una “zona kitchen” per gli eventi di food Le attività, studiate nel dettaglio per i professio- design. Non mancano poi spazi per esposizioni nisti, avvengono in collaborazione con aziende di dinamiche – come la riproduzione di una casa riferimento nei settori in cui l’architettura trova le domotica completa – con l’obiettivo di favorire la proprie applicazioni, dalla progettazione alla rea- contestualizzazione di proposte di design, archi- *architetto, esperta di marketing e comunicazione lizzazione edile, con particolare attenzione al de- tettura d’interni e d’esterni, materiali e superfici,

90 ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 1 1. Arch. Walter Baricchi, Presidente OAPPCRE, durante un meeting a Spazio Progetto 2. Sede di Spazio Progetto, vista esterna

2 tecnologie e sistemi per il risparmio energetico, provenienti dalle migliori aziende del settore.

IDEE IN MOVIMENTO I progetti futuri di Spazio Progetto seguono la li- nea tracciata nel primo periodo di attività, carat- terizzato da ottimi riscontri: un denso program- ma di appuntamenti, orientato all’aggiornamento professionale, toccherà le tematiche più attuali e quotidianamente affrontate nella progettazione, coprendo una vasta gamma di interessi. Dall’organizzazione di corsi di orientamento alla professione e qualificazione, una seconda rasse- gna di CinemArchitettura, workshop di presenta- zione di nuovi software per la progettazione e di aggiornamento sui sistemi di efficienza energeti- ca, alla gestione di macro eventi legati all’appro- fondimento del FOOD+DESIGN con performance live cooking, “lectio” e workshop con importanti designer, un concorso di idee per giovani designer e un vivace percorso di iniziative correlate per pro- gettisti e aziende. Tutte le attività di Spazio Progetto sono consultabili online, attraverso il website www.spazio-progetto. com e il sito dell’Ordine Architetti di Reggio Emilia (www.architetti.re.it), da cui è possibile scaricare anche la versione digitale della rivista Architettare, oltre alla presenza su Social Network, come Face- book e Linkedin. L’aggiornamento in tempo reale di questi strumenti contribuisce a creare una com- munity virtuale, a cui tutti i professionisti possono accedere per confrontarsi su progetti passati, in corso e futuri.

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 91 architetture di legno: XfafX alla scoperta del mondo dell’arte

elisa poli*

“La Facoltà di Architettura di Ferrara compie nel Francisco Mangado sono stati i primi illustri ospiti 2011 vent’anni. Quattro lustri di vita istituzionale della nuova sede in occasione delle lectio magi- intensa lungo i quali si sono succedute, ma anche stralis promosse all’interno del ventennale. Molti sovrapposte nel tempo, varie fasi: atto costituti- altri nomi di rilievo internazionale sono già pre- vo e fondazione della Scuola, avvio delle attività senti nel programma per l’autunno venturo e tra formative e di ricerca, creazione di una comuni- loro è giusto sottolineare la presenza di numerosi tà scientifica, sessioni di tesi con giovani laureati artisti. Ciò che infatti caratterizza maggiormen- ferraresi che si sono progressivamente inseriti nel te l’XfafX è la scelta – congiunta all’apertura nel tessuto professionale del Paese, affermazione 2009 del Corso di laurea in Design del prodotto della Facoltà a livello nazionale (otto volte prima, industriale – di allargare il campo d’indagine cul- negli ultimi dieci anni, nelle graduatorie di qualità turale anche a discipline strettamente connesse CENSIS), celebrazione culturale del Decennale di all’architettura ma non direttamente praticate fondazione, ampliamento degli spazi con il recu- all’interno della scuola. Per promuovere la cono- pero di Palazzo Tassoni, varo del Corso di laurea scenza delle pratiche artistiche come possibile in Disegno industriale”. veicolo di conoscenza dei processi creativi carat- Con queste parole Alfonso Acocella, responsabile teristici anche del design la FAF ha selezionato scientifico XfafX, introduce i festeggiamenti per il alcune importanti figure del mondo dell’arte tra Ventennale di fondazione della facoltà iniziati nel cui la prima ad essere presentata sarà quella di maggio 2011 e destinati a durare sino al giugno Giuseppe Rivadossi. 2013. Le ragioni che vedono la FAF impegnata in tale attività supplementare sono fortemente Maestro del legno, scultore, designer, poeta, Giu- connesse alla qualità dell’offerta formativa che seppe Rivadossi è un artista a tutto tondo che da ormai vent’anni caratterizza la scuola ferrarese ha eletto ormai più di quarant’anni fa il legno a e alla capacità di utilizzare l’occasione istituziona- campo di ricerca privilegiato del suo lavoro. “Rico- le per promuovere una serie d’incontri, convegni, struire lo spazio dell’uomo attraverso un recupero * critica e storica conferenze, workshop, dibattiti, pubblicazioni e costante e certosino di una dimensione pratica e dell’architettura indaga nel suo percorso di studi le complesse comunicazioni di alto profilo. Studenti e docenti poetica del vivere”. Con questa filosofia egli diri- relazioni tra arte contemporanea, architettura e urbanistica. sono attivamente partecipi all’operazione di valo- ge il proprio cantiere-studio elaborando progetti e Insegna Storia dell’architettura contemporanea presso lo IUAV di rizzazione di un patrimonio non solo intellettuale realizzando strutture, mobili e ambienti di grande Venezia e svolge attività didattica ma anche fisico come dimostra la riapertura del prestigio. La qualità a tutto tondo delle creazioni alla Facoltà di Architettura di Ferrara e all’Accademia di Belle restaurato Palazzo Tassoni Estense, oggi presti- di Giuseppe Rivadossi oltre ad avere ottenuto ap- arti di Bologna. Collabora con diverse riviste di architettura tra giosa sede della facoltà. prezzamenti da parte d’importanti voci della criti- cui Domus-web, Arch’it, AND e Abitare. Massimiliano Fuksas, Hermann Kaufmann e ca tra cui Giovanni Testori, Vittorio Sgarbi, Erman-

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1. Scrivania Reims no Olmi, Philippe Daverio e Mario Botta ha potuto degli studenti. In bilico tra elementi unici e oggetti 2. Madietta Nova contare nella sua lunga e prestigiosa vicenda di di design gli elementi lignei presentati a Ferra- una clientela affezionata e attenta. ra racconteranno di questo sortilegio che lega la funzione degli oggetti alle necessità del materiale: La mostra e i workshop che avranno luogo a Pa- il design e il legno. lazzo Tassoni in occasione dell’XfafX si propongo- no di mettere in luce l’opera di un maestro che alla rappresentazione di sé ha sempre preferito la faticosa costruzione degli oggetti, lo sperimentato utilizzo dei legni e l’artigiana pratica di bottega. Un caso, il suo, che richiede un’attenzione par- ticolare: artigiano-artista, cultore di tecniche di lavorazione raffinate ma anche ardito sperimen- tatore di un materiale che rappresenta spesso l’idea di tradizione. Le sue opere si pongo alla vista del pubblico più attento come veri e pro- pri manifesti di anti-standardizzazione. Appelli per una ri-definizione del design secondo principi artigiani – se con questo termine intendiamo il complesso lavoro dell’artifex – capaci di rendere operativi quei canoni, non solo estetici ma eti- ci, ormai dimenticati nell’epoca della civiltà dello spettacolo e della spettacolarizzazione.

Nei numerosi mobili che Rivadossi ha creato du- rante gli ultimi quarant’anni la materia respira una libertà misconosciuta; rivelata ed esaltata dal lavoro di un uomo che ancora oggi la studia e da essa impara. Non opere dedicate alla vista ma rivolte a tutti e cinque i sensi sono quelle che l’artista-artigiano propone in questa mostra anto- logica dedicata appunto alla conoscenza del suo lavoro anche in un pubblico giovane come quello

ARCHITETTARE 10 | arte/architettura 93 post-it concorso di idee per la copertina del numero 10 di architettare

In copertina Il concorso per ideare la copertina del numero 10 • Giorgio Teggi, professore LISA Chierici, con Bozzetto di Simone Missano, 1° classificato di ARCHITETTARE aperto agli studenti del Liceo funnzione di segretario del concorso. Artistico “G.Chierici” di Reggio Emilia, bandito Nella pagina a fianco 1. Bozzetto di Giulia dalla Fondazione Architetti Reggio Emilia ha forni- VINCITORI E MOTIVAZIONI DELLA GIURIA Ferrari, 2° classificato 2. Bozzetto di Valentina to idee interessanti che ben hanno interpretato il 1° classificato: bozzetto di Simone Missano Schianchi e Nicole tema della rivista. “È un’opera delicata, immaginifica, che rimanda Casolari, 3° classificato Nelle immagini proposte gli studenti dimostrano ad un’idea leggera ed insieme complessa del fare 3. Bozzetto di Giulia Ferrari di aver imparato che l’esercizio artistico scaturi- e del costruire. Particolarmente apprezzato il pro- 4-6. Bozzetti di Valentina Benvenuto sce da un’ideazione meditata che si basa su ri- cesso costruttivo e la qualità materica.” 7. Bozzetto di Luca Pugnaghi cerca, documentazione, riflessione e non nasce 8-9. Bozzetti di Monika per caso o per ispirazione. Contemporaneamen- 2° classificato: bozzetto di Giulia Ferrari Ekar 10. Bozzetto di Alessandro te essi hanno compreso che l’Architettura resta “L’idea è forte e semplice - Lei con i capelli orna- Bigi 11. Bozzetto di Federico esperienza creativa e la dimensione fisico-tecnica ti dal compasso-spilla che guarda una superficie Carretti è condizione necessaria ma non sufficiente alla bianca - l’Architettura? L’Arte? La composizione 12. Bozzetto di Alessandro Rovatti sua riuscita. è equilibrata e raffinata e denota una particolare 13-14. Bozzetti di Matteo Il concorso ha permesso di approfondire la tema- cura nel casting. L’immagine, tuttavia, non ha la Marchini 15-16. Bozzetti di Giulia tica proposta dimostrandosi valido strumento per medesima qualità per resa fotografica, incisione, Zagni 17. Bozzetto di Alice la diffusione in una scuola con Indirizzi in Architet- nitidezza. Apprezzabile la soluzione compositiva Pupazzoni tura-Ambiente, Design, Arti Visive delle tematiche del sommario a piè pagina.” dell’architettura contemporanea. Hanno partecipato al concorso: Valentina Benve- 3° classificato: bozzetto di Valentina Schian- nuto, Alessandro Bigi, Federico Carretti, Monika chi e Nicole Casolari Ekar, Giulia Ferrari, Matteo Marchini, Simone Mis- “L’idea di partire da un’icona della musica pop sano, Alice Papazzoni, Luca Pugnaghi, Alessandro degli anni ’70 sovrapponendovi una lingua che ri- Rovatti, Valentina Schianchi e Nicole Casolari, getta/fagocita sagome storiche dell’architettura è Giulia Zagni. stata apprezzata per la carica ironica e dirompen- La giuria del concorso era composta da: te che contiene: la comunicazione sarebbe stata • Andrea Rinaldi, direttore di Architettare; più efficace e coraggiosa se l’immagine citata, • Elena Farnè, art director di Architettare; impaginata su fronte e retro, fosse stata inserita • Alberto Artioli, professore LISA Chierici. nel retro, mettendo in copertina la parte “autoria- Hanno partecipato ai lavori della giuria: le” del nuovo progetto.” • Maria Grazia Diana, direttrice scolastica LISA Chierici;

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PROSSIMO NUMERO> MARZo 2012 SOSTENIBILE EMILIA- ROMAGNA

Osservatorio sulle opere di architettura sostenibile nella regione Emilia-Romagna.