DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 20 Luglio 2015
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DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 20 luglio 2015 Scioglimento del consiglio comunale di Monte Sant'Angelo e nomina della commissione straordinaria. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Considerato che nel comune di Monte Sant'Angelo (Foggia) gli organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 6-7 maggio 2012; Considerato che, dall'esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialita' dell'attivita' comunale; Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale; Ritenuto che, al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale di Monte Sant'Angelo, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l'interesse pubblico e per assicurare il risanamento dell'ente locale; Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 17 luglio 2015; Decreta: Art. 1 Il consiglio comunale di Monte Sant'Angelo (Foggia) e' sciolto. Art. 2 La gestione del comune di Monte Sant'Angelo (Foggia) e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da: dott. Andrea Cantadori, viceprefetto; dott. Alberto Monno, viceprefetto aggiunto; dott. Sebastiano Giangrande, dirigente di II fascia dell'Area I. Art. 3 La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche. Dato a Roma, addi' 20 luglio 2015 MATTARELLA Renzi, Presidente del Consiglio dei ministri Alfano, Ministro dell'interno Registrato alla Corte dei conti il 30 luglio 2015 Interno, foglio n. 1637 Allegato Al Presidente della Repubblica Nel comune di Monte Sant'Angelo (Foggia) sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 6-7 maggio 2012, nonche' il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi. Tra il luglio 2013 e il marzo 2014 sono pervenute alla prefettura di Foggia circostanziate segnalazioni anonime relative a collegamenti tra sodalizi criminali locali ed alcune ditte utilizzate dal comune, nonche' denunce di danneggiamenti e di episodi intimidatori perpetrati nei confronti di amministratori locali e di figure apicali dell'apparato burocratico. All'esito dei conseguenti accertamenti delle forze di polizia, disposti per verificare il contenuto degli esposti e per monitorare la situazione in atto, essendo state riscontrate possibili forme di ingerenza e di condizionamento del processo di formazione della volonta' dell'ente, con decreto prefettizio del 2 settembre 2014, poi prorogato, e' stato disposto l'accesso presso il comune, ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Al termine dell'indagine ispettiva, il Prefetto di Foggia - su conforme parere reso il 21 aprile 2015 dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore distrettuale antimafia di Bari e del Procuratore della Repubblica di Foggia - ha redatto l'allegata relazione in data 23 aprile 2015, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione della misura prevista dal citato art. 143. I lavori svolti dalla commissione d'indagine hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, il contesto ove si colloca l'ente locale, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le cosche locali ed hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente a gruppi malavitosi. Per una corretta valutazione degli elementi che suffragano l'adozione della misura dissolutoria assume rilievo la circostanza che sul territorio e' presente un'associazione di tipo mafioso - la cui capacita' di penetrazione nella realta' economica e politica e' riconosciuta con sentenze definitive dell'autorita' giudiziaria - caratterizzata da una pluralita' di gruppi criminali, con forte vocazione verticistica, basata sui vincoli familiari, non legati tra loro da relazioni gerarchiche o di sovraordinazione. Le elezioni che si sono tenute nel 2012 a Monte Sant'Angelo non hanno portato alcun reale rinnovamento della compagine elettiva, che ha governato l'ente con sostanziale continuita'. Il sindaco aveva rivestito una carica assessorile nella precedente consiliatura; su 16 consiglieri assegnati all'ente, oltre la meta' erano presenti nell'amministrazione eletta nel 2007 e alcuni di essi avevano svolto funzioni assessorili all'interno della giunta. Due dei predetti amministratori hanno rassegnato le dimissioni dalla carica dopo l'insediamento della commissione d'accesso. Il Prefetto di Foggia evidenzia i rapporti di alcuni amministratori e dipendenti comunali con esponenti della criminalita' organizzata locale, derivanti da vincoli familiari o da frequentazioni documentate dalle forze dell'ordine. Assumono, in tal senso, un valore indiziante i legami, documentati dalle forze di polizia, di uno degli assessori dimissionari con la locale consorteria - legami che in nessun modo possono essere ritenuti occasionali - attestati dalla partecipazione dell'amministratore ad una ricorrenza personale, celebrata da un noto esponente malavitoso, sul quale gravano pregiudizi penali per reati gravi, quali l'associazione di stampo mafioso, l'associazione per commettere omicidi, rapina, estorsione ed altro. Allo stesso esponente della criminalita' organizzata risultano collegati anche i tre titolari di alcune ditte - di cui e' nota la contiguita' alle locali consorterie - legati tra loro da stretti vincoli parentali, che hanno reiteratamente ricevuto dal comune affidamenti per portare a compimento lavori di competenza dell' amministrazione. Uno dei predetti imprenditori e' presidente del consiglio di frazione, costituito con delibera consiliare del 2010 per assolvere a funzioni consultive, propositive e d'iniziativa di comune interesse per i residenti. Secondo quanto riferisce il Prefetto, detto consiglio risulta ampiamente rappresentativo piuttosto che della comunita' locale, della famiglia dei predetti imprenditori. Il presidente del consiglio di frazione e' anche titolare di una cooperativa che ha ottenuto affidamenti da parte del comune, anche dopo la costituzione dell'organo collegiale di frazione, ed e' componente di una societa' che assicura la gestione delle attivita' di distribuzione dell'acqua per usi civici, attraverso un consorzio affidatario del servizio. In occasione dell'esecuzione di un'operazione di polizia giudiziaria finalizzata alla cattura di un latitante pluripregiudicato e' stato disvelato un complesso reticolo di rapporti e connivenze che interessano anche due dipendenti del comune ed uno di una societa' partecipata dell'ente, incaricata della riscossione dei tributi. La Corte d'Appello di Bari, con sentenza depositata il 20 gennaio 2015, ha comminato ai dipendenti comunali una pena detentiva - rispettivamente di anni 3 e mesi 4 di reclusione e 1 anno e 8 mesi di reclusione - tra l'altro per il delitto di estorsione, mentre ha riconosciuto al dipendente della partecipata - oltre ad una misura restrittiva della liberta' personale di anni 2 - l'aggravante del metodo mafioso. Emerge con concretezza, dai fatti sopra indicati, l'insieme dei rapporti interpersonali che correlano esponenti malavitosi agli organi politici, all'apparato burocratico dell'ente ed a rappresentanti del mondo imprenditoriale locale. Vale ora approfondire il modus operandi dell'amministrazione comunale, analizzando se l'azione amministrativa si sia discostata dai principi di imparzialita' e buon andamento, per coltivare interessi diversi da quelli della collettivita'. Rileva, innanzitutto, a tal proposito, l'impropria commistione di ruoli tra funzioni politiche e funzioni amministrative che non puo' essere letta solo come mala gestio. Se, infatti, e' vero, da un lato, che l'attivita' ispettiva ha rilevato una sostanziale inadeguatezza dell'apparato burocratico sul piano qualitativo e quantitativo, nonche' patologiche forme di disorganizzazione e di disordine amministrativo, e' altrimenti vero che detta situazione ha favorito la permeabilita' di illeciti condizionamenti. Ma cio' che soprattutto rileva e' la circostanza che la volonta' dell'amministrazione e' stata piegata ai voleri di soggetti controindicati che - esercitando il metodo mafioso - hanno impresso ai fatti di