GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ Guida tra paesaggi e varietà antiche nei parchi leccesi

Parco Naturale Regionale Costa - e Bosco di

GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ Guida tra paesaggi e varietà antiche nei parchi leccesi

1 Centro di Ricerca Sperimentazione e Formazione in Agricoltura "BASILE CARAMIA"

GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ Guida tra paesaggi e varietà antiche nei Parchi leccesi

DATI EDITORIALI

Progetto “Biodiversità in Rete” ACPR15T4_00432 - Legge 113/91 modificata con legge 6/2000 – Bando DD 1524 dell’8 luglio 2015.

Soggetti attuatori: C.R.S.F.A. “Basile Caramia” (CAPOFILA), Centro di Ricerca per l’Olivicoltura, la Frutticoltura e l’Agrumicoltura (C.R.E.A.-O.F.A.), Fondazione I.T.S. Agroalimentare Puglia, I.I.S.S. “Basile Caramia – F. Gigante”, Parco Naturale Regionale “Costa Otranto S.M. di Leuca e Bosco di Tricase”, Riserve naturali regionali orientate del litorale tarantino orientale, SINAGRI srl Spin Off, Vivai Capitanio Stefano

Guida realizzata da Soc. Coop. Meditfilm per conto di Parco Naturale Regionale Costa Otranto - S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase

Edizioni Parco Naturale Regionale Costa Otranto - S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase

Progetto editoriale a cura di Francesco Minonne, Francesca Casaluci, Tommaso

Testi e foto: a cura di Francesco Minonne, Tommaso Faggiano, Giuseppe Bene, Giorgio Serino, Francesca Casaluci

Progetto grafico: Giorgio Serino

ISBN 9788894483802 Parco Naturale Regionale Costa Otranto – S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase Piazza Castello (LE) Tel. 0836/926028, Fax 0836/926830 http://www.parcootrantoleuca.it

Stampato presso: Editrice Salentina, (LE) - Giugno 2019 2 Introduzione

Questa Guida, a cura del Parco Costa l’erosione che in questi ultimi decenni Otranto - S. Maria di Leuca e Bosco di sta minacciando gravemente la soprav- Tricase, nasce nell’ambito del Progetto vivenza delle cultivar locali. “Biodiversità in rete”, finanziato dal MIUR, Per scongiurare questo scenario, la per valorizzare l’agro-biodiversità custo- Regione Puglia ha messo in atto una dita nelle aree protette e nei territori serie di strumenti di tutela, come la legge limitrofi della Provincia di . n.39 del 2013, che ha istituito il ruolo di Le risorse genetiche locali sono il risul- agricoltore “custode” che conserva in tato di secoli di selezione, da parte degli situ le varietà locali. Grazie poi al PSR, agricoltori, per fissare le caratteristiche Piano di Sviluppo Rurale, sono stati atti- che meglio rispondono alla conformazio- vati dei programmi integrati per la biodi- ne climatica e geomorfologica del terri- versità in particolare con i progetti torio e, quindi, assicurare la buona riu- Re.Ge.Fru.P, Re.Ge.Vi.P. e Re.Ger.O.P., scita delle colture e la sopravvivenza BiodiverSO, SaVeGraINPug.liaia. Il Parco delle comunità. Otranto Leuca è stato protagonista attivo La Puglia è tra le regioni più ricche di di queste azioni di tutela, grazie alla col- biodiversità: un vero e proprio scrigno di laborazione in veste di partner ai progetti prodotti con forte identità locale, diffusi BiodiverSO e Re.Ge.Fru.P, ruolo che ha su tutto il territorio, che delineano un permesso all’Area protetta di ricercare patrimonio genetico da proteggere contro prima e valorizzare poi, varietà orticole 3 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - e frutticole che con molta probabilità vuole contribuire alla conoscenza di tale sarebbero scomparse. patrimonio e, contestualmente, alla valo- Anche grazie a questi progetti e rizzazione delle aree protette che, alla forte spinta di associazioni oltre a custodire importanti ed appassionati locali i frutti specie animali e vegetali minori, come fico, cotogno, selvatiche possono rap- melograno, hanno ripreso presentare nodi territoriali un certo interesse e si da cui può essere irra- sono realizzati nuovi diata una componente impianti che fanno ben della biodiversità agraria sperare in una concreta che in altri luoghi ha ripresa e diversificazione avuto vita difficile. I parchi della frutticultura salentina. e le riserve naturali, infatti, Grazie a questo lavoro isti- oltre al ruolo primario di tuzionale e al supporto di nu- conservazione della natura, merose associazioni e aziende locali, il hanno lo specifico compito di promo- ha dimostrato negli ultimi anni, zione di modelli di sviluppo sostenibile; una grande capacità di proteggere l’agro- il recupero delle specie e varietà antiche biodiversità locale e ha saputo farne un è un passaggio fondamentale per una volano per attività lavorative legate al agricoltura più in sintonia con l’ambiente, settore agroalimentare. Questa Guida con il clima, con il territorio.

Vigneto tradizionale allevato ad alberello 4 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

La Guida non ha lo scopo di fornire un modo, possono essere rappresentative atlante delle varietà note sui territori; nei o come entità comuni o come rarità ec- vari progetti citati sono stati redatti spe- cezionali di quell’area. In questo non si cifici volumi che assolvono a questo. La è tenuto conto dei confini amministrativi Guida, invece, offre elementi conoscitivi dei singoli parchi o riserve naturali ma utili a sollecitare ulteriori approfondimen- delle aree geografiche sulle quali essi ti nelle aree protette, in tema di conser- gravitano esaltando in questo modo il vazione della biodiversità agraria. loro ruolo strategico nella promozione e Per ogni area protetta sono state scelte valorizzazione della biodiversità in tutto varietà orticole e fruttifere che, in qualche il territorio provinciale e regionale. 5 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - 1. PARCO NATURALE REGIONALE "BOSCO E PALUDI DI RAUCCIO"

Squinzano San Cataldo

Campi Salentina Lecce

Vernole

Porto Cesareo

Galatina Nardò Otranto

Gallipoli S. Cesarea Terme Andrano Castro

Taurisano Tricase

Ugento Acquarica Morciano Salve Bosco e Paludi di Rauccio di Leuca Costa Otranto Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase Patù Isola di Sant'Andrea - Litorale di Punta Pizzo Le Cesine Litorale di Santa Maria Palude del Conte e Duna Costiera - di Léuca Porto Cesareo Porto Selvaggio e Palude del Capitano San Cataldo 6 1. PARCO NATURALE REGIONALE "BOSCO E PALUDI DI RAUCCIO"

Tipologia: Parco Naturale Regionale Estensione: 1.596 ha

Il Parco Naturale Regionale ''Bosco e confluiscono i canali Rauccio, Gelsi, e Paludi di Rauccio" si estende a nord di Fetida. Queste zone umide si estendono Lecce, lungo il litorale adriatico, su una per circa 90 ha e rappresentano ambienti superficie di 1.596 ettari. Comprende di grande pregio per la tutela e la conser- habitat come: il bosco di lecci, la costa vazione della biodiversità, essendo col- sabbiosa, aree umide e paludose, aree locate sulle rotte migratorie dell'avifauna di pascolo e campi coltivati. Il Bosco di acquatica. Qui è possibile osservare il Rauccio è sicuramente l’area più cono- cigno reale, le garzette e gli aironi cene- sciuta del Parco. Si tratta di una lecceta rini. Tra gli anfibi sono presenti rana cadua di circa 18 ha, che rappresenta un verde, rospo smeraldino e raganella, lembo relittuale delle antiche foreste mentre tra i rettili degli ambienti umidi costiere che una volta ricoprivano la pro- troviamo la biscia dal collare e l’impor- vincia. Nell'area del Parco è presente il tante presenza della testuggine acquati- complesso masserizio della metà del XVI ca. Gli acquitrini stagionali permettono sec. denominato Masseria di Rauccio. Il la presenza di specie come il giunco nero mare dista dal bosco circa 3 km e, in (Schoenus nigricans), la statice autun- questa fascia, si possono ammirare aree nale (Limonium serotinum) e la rara or- umide alimentate da acque sorgive car- chidea di palude (Orchis palustris). Si siche, da canali e da acque piovane: la trovano esemplari della campanella pa- “ della Milogna” (che nel gergo lustre (Ipomoea sagittata), ormai rarissi- locale indica il tasso) e il Bacino Idume, ma. La cannuccia di palude (Phragmites di grande valore faunistico, nel quale australis) è diffusa più all’interno e, nel 7 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - bosco, la specie protagonista è la rara negli ultimi decenni, fenomeni di erosio- periploca maggiore (Periploca greca), ne, dovuti ad abusivismo edilizio a carat- una liana caducifoglia che si avvolge tere balneare, ma è ancora possibile os- intorno ai fusti delle canne. servare e preservare la vegetazione tipica Il censimento della flora ha evidenziato degli ambienti sabbiosi grazie ad un la presenza di quasi 600 specie, mentre, continuo lavoro di consolidamento delle tra anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, dune. sono circa 180 le specie presenti nel L’area ad uso agricolo è per lo più Parco, di cui alcune minacciate o in pe- destinata alla coltivazione dell’olivo, ma ricolo di estinzione. sono presenti anche piccoli vigneti, frut- Il litorale sabbioso ha purtroppo subito, teti, seminativi e pascoli.

LECCE E IL SUO CIRCONDARIO

Il Parco di Rauccio ha come centro gonisti di un bel percorso oltre che nel- urbano di riferimento la città di Lecce l’arte anche nella biodiversità del passa- che, proprio in questi anni, non ha biso- to. È davvero un viaggio di scoperta cam- gno di presentazioni; la sua identità di minare e volgere lo sguardo attento alla città del Barocco ha visto l’aggiunta di diversità vegetale scolpita nella pietra nuove connotazioni in concomitanza del leccese: si possono così scoprire non vero e proprio boom turistico salentino. generici frutti, non generici ortaggi, ma Sede universitaria, città culturale, del i frutti e gli ortaggi di quel tempo. cinema, dei locali enogastronomici, delle Lo straordinario patrimonio scultoreo strade e dei palazzi storici, oggi gode di appare ricco non solo di elementi simbo- fama più che nazionale. lici ma anche di riproduzioni concrete Il barocco, rimane elemento cardine che possono essere spesso ascritte a della cornice architettonica dei luoghi e precise varietà. le rappresentazioni scultoree di chiese, Questo vero e proprio “pomario balconi, portali e cornicioni sono i prota- barocco” abbonda di ortaggi e di frutti 8 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

autoctoni come cotogne, melagrane, pe- brica pasticciera che a Lecce era fiorente. re, uva da tavola e da vino, mandorle, Famosi sono i dolci di pasta di mandorla limoni, susine. Non forme ripetute e ste- confezionati nella città barocca, così reotipate ma diversità nell’ambito della come la “Perata” e “Cotognata”, che da stessa specie. Un esempio per tutte la qui prendevano le rotte del commercio susina “Pappacolu” conosciuta anche anche internazionale. La Cintura leccese con il nome di “Cuore di donna” racchiude ancora oggi questi tesori compare in bella evidenza sul di biodiversità custodendo nei festone scultoreo della fac- suoi giardini varietà antiche ciata del Duomo di Lecce. e diversi “frutti minori”. “Pappacolu”, deriva- Ma altrettanto storiche zione dialettale di Pap- sono le produzioni orti- pacoda, il vescovo della cole del territorio, come rinascita barocca lec- attestano numerose cese? fonti storiche. Lecce è circondata da Queste hanno trovato un territorio votato stori- ottime condizioni di dif- camente alla produzione fusione ad esempio nella frutticola. zona della Valle della Cupa, Il circondario di Lecce si con- dove si sono consolidate particolari traddistingue per le campagne ubertose, colture. in cui i nobili del capoluogo edificarono La Valle della Cupa è un antico bacino ricchi casini e ville per la residenza estiva. alluvionale, dove le acque pluviali hanno In questi luoghi veniva coltivata una co- costituito un’ampia area fertile, denomi- piosa quantità di frutta, per il gusto delle nata anticamente, non a caso, “Giardino famiglie signorili e per alimentare la fab- della Cupa”. Un esempio su tutti è il 9 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

"Cucummaro di San Donato", un partico- conserva in parte le antiche caratteristi- lare ecotipo di melone immaturo selezio- che paludose proprie del litorale salenti- nato e riprodotto unicamente in questo no. Si tratta del circondario di Frigole, . L’attività preva- paese a circa 8 km dal lente del territorio, d’al- centro di Lecce, il cui l’abi- tronde, è stata da sempre tato è nel cuore di uno dei quella agricola che ha la- territori emblema della ri- sciato, insieme all’immenso forma fondiaria. Dove sor- patrimonio architettonico gevano zone paludose e rurale, anche una grande malariche, oggi insistono ricchezza di varietà colti- ampi spazi pianeggianti. vate. I cavoli “Mugnoli”, le Qui, la regimentazione delle “Spureddhre”, le Cime di acque è testimoniata da rapa, sono solo alcuni canali e bacini e la vecchia esempi di ortaggi prodotti e idrovora è oggi un esempio consumati quasi esclusi- di archeologia agraria ed vamente nella provincia di Lecce. industriale. A nord-est di Lecce, nelle immediate Tra le colture che si sono affermate vicinanze dell’area protetta del Parco di nella zona è certamente centrale quella Rauccio, insiste un’area costiera che della Patata zuccherina.

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FICO ABATE

Tra le varietà di fichi che caratteriz- belli e gustosi della specie. La forma zano gli ambienti rurali più autentici molto compressa lungo l’asse pedun- della zona, come le antiche masserie colo-ostiolo è quella tipica di trottola. che circondano La polpa color il Parco, i Casini crema ed i fiori e le dimore pe- sonno immersi riurbane intorno in un liquido alla città di bianco rosato. Lecce, ve ne Sapore deli- sono alcune di cato dolce ma particolare va- non mieloso e lore storico co- ottima per il me il fico “Aba- consumo fresco te”. Varietà unì- e resistente alle fera, di grande manipolazioni. vigoria, piutto- Sporadicamente sto tardiva, con si incontra an- maturazione nella terza decade di che in altri comuni della provincia ma agosto. con nomi diversi quali “Albachiara” I siconi che produce sono tra i più nel Capo di Leuca e sulla costa jonica.

PERAPera PETRUCINAPetrucina

Il pero è un albero molto diffuso nel parte esposta, che sfuma nel giallo- territorio salentino, dove ha rappre- arancio sul resto. I frutti sono di forma sentato una varietà frutticola di largo turbinata breve, con peduncolo lungo consumo. Le specie locali sono nu- in posizione asimmetrica. merosissime e grazie alla scalarità La polpa, di color bianco crema, nella maturazione, permet- tende al bruno per il feno- tono un consumo pro- meno dell’ammezzimento. lungato nei mesi estivi La fioritura avviene tra e autunnali. Le pere la prima e la seconda- locali sono cono- decade di marzo sciute comunemente mentre la matura- come “perine” per zione dei frutti av- via della pezzatura viene nella prima generalmente me- decade di luglio. dio-piccola. Questa varietà era Alcune di queste prediletta per la sono diventate, oggi, preparazione della delle vere e proprie “Perata leccese”, una rarità botaniche. Tra le marmellata molto co- più diffuse e conosciute, c’è nosciuta e apprezzata, la varietà denominata prezioso ingrediente di nu- “Petrucina”, di color rosso bruno nella merosi dolci tradizionali.

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COTOGNO MALIFORME

Il termine “Maliforme” si rife- maliformi mollesche. Come risce, in realtà, ad un gruppo di per la Perata leccese, si iden- varietà che producono coto- tifica nell’area della Cintura gne tondeggianti più simili leccese con veri e propri alle mele; differiscono tra di cotogneti, o più spesso loro anche per la consistenza filari consociati alla vite. della polpa che può essere Si ricorda per questa zona più dura e allappante o più la produzione della tradi- tenera e più dolce come nelle zionale “Cotognata leccese”.

SPUREDDHA LECCESE

La Spureddha leccese fa parte della dicherebbe quindi un “melone spurio”, grande famiglia delle meloncelle, ov- non puro. vero particolari meloni che si consu- Si distinguono in “Spureddhe nere” mano immaturi, appar- e “Spuredde bianche”, a tenenti alla specie seconda della colora- Cucumis melo L. La zione dell’epidermide, Spureddha deve il suo che è comunque uni- nome all’aggettivo forme e liscia, coperta “spurio”, che si usa, nel da una leggera peluria. leccese, per indicare La Spureddha è un in- quei frutti che, a causa grediente immancabile dell’impollinazione della pianta ma- di piatti estivi, veloci e freschi come dre, risultano difformi da questa. In- le ricche insalate e le friselle.

MUGNOLO

Il Mugnolo è un raro ortaggio ante- vera. Il consumo del Mugnolo nel Sa- nato del broccolo, appartenente alla lento è antico e attestato dalla biblio- famiglia dei cavoli (Brassicacee o grafia e dalla tradizione, che lo vede Cruciferee), che si produce e protagonista di un arcaico piatto consuma esclusivamente nel rituale consumato in alcuni Salento. La pianta presenta paesi del Salento orientale e fusto alto e larghe foglie di settentrionale: la massa di un verde scuro, il fiore è San Giuseppe, un’antica ri- bianco. Si consumano i ca- cetta di pasta con ceci e polini, non ancora giunti a mugnoli. Questa pasta è tra fioritura, raccogliendoli in le 13 pietanze cerimoniali maniera scalare. L’esistenza di preparate il 19 marzo, per le diversi ecotipi di Brassica oleracea celebri Tavole di San Giuseppe. A (praecox, major e serotino) permette Lecce è conosciuto anche con il nome di gustarlo fino alle porte della prima- di “Spuntatura leccese”.

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PATATA ZUCCHERINA

La Patata zuccherina, detta anche “bianca” tradizionali (che godono di Patata dolce, Batata, Batana, Patàna, una grande serbevolezza) e nuove Taratùfulu, etc, appartiene alla fami- introduzioni provenienti da Egitto e glia delle Convolvulaceae, non è dun- Israele. I tuberi hanno forma irregola- que una patata vera e propria, anche re, ovale o allungata, di colore rosso, se è comunemente chiamata così. ocra o porpora a seconda della varie- Utilizzata anche a tà; la polpa va dal scopo ornamenta- bianco al giallo. La le, in Salento è si può trovare nei storicamente col- mercati da set- tivata per uso ali- tembre fino a no- mentare. Predilige vembre-dicem-bre, terre umide e resi- anche per questo è ste alla salinità dei il classico dolce suoli. “povero” del peri- È ampiamente odo natalizio. coltivata nel terri- Tradizionalmente torio di Frigole, la si consuma fritta nelle ex aree palu- e cosparsa di zuc- dose bonificate negli anni ’50. Le cul- chero, oppure al forno o cotta sotto tivar diffuse sono la “rossa” e la la brace.

CUCUMMARO DI SAN DONATO

Il Cucummaro di San Donato è una una florida economia. Gli anziani del varietà locale di Cucumis melo, pro- paese ricordano come, nel mese di dotta storicamente a San Donato di maggio, le strade fossero tutte in Lecce, dove il terreno fertile fermento per la raccolta del conferisce a questo or- Cucummaro, che veniva taggio una particolare venduto all’alba a com- sapidità. Già Giacomo pratori che si spinge- Arditi, nella “Corografia vano sin qui da tutta la storica di Terra provincia. Una varietà d’Otranto” data alle precoce dunque, e per stampe nel 1879, ri- questo ancora più ri- ferendosi a questo cercata. Il Cucummaro comune scriveva: «la presenta forma allun- sua specialità, l’industria gata e colore verde più simpatica e lucrativa chiaro con screziature degli agricoltori, sono le irregolari più scure e una granate e i cocomeri», indi- leggera peluria sull’epicarpo. cando dunque la specialità di questa Lo si consuma fresco, crudo, in in- coltura. San Donato era detto il “paese salata. La tradizione lo vede accom- dei Cucummari”, perché qui, solo fino pagnato anche a piccoli pezzi nella a pochi decenni fa, la coltivazione di pasta al sugo, a cui conferisce fre- queste cucurbitaceae rappresentava schezza e croccantezza.

13 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - 2. RISERVA NATURALE STATALE "LE CESINE"

Squinzano San Cataldo

Campi Salentina Novoli Lecce

Vernole Melendugno Copertino

Porto Cesareo Martano

Galatina Cannole Melpignano Nardò Otranto Galatone Maglie Cutrofiano

Gallipoli Nociglia S. Cesarea Terme Casarano Andrano Castro

Taurisano Racale Tricase

Ugento Presicce Acquarica Alessano Corsano Morciano Salve Bosco e Paludi di Rauccio di Leuca Costa Otranto Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase Patù Isola di Sant'Andrea - Litorale di Punta Pizzo Castrignano del Capo Le Cesine Litorale di Ugento Santa Maria Palude del Conte e Duna Costiera - Porto Cesareo di Léuca Porto Cesareo Porto Selvaggio e Palude del Capitano San Cataldo 14 2. RISERVA NATURALE STATALE "LE CESINE"

Tipologia: Riserva Naturale Statale Estensione: 620 ha sono “zona umida di valore internazionale”; di questi, 348 ha sono affidati al WWF come “Riserva naturale di ripopolamento animale”

Le Cesine (by A. Laporta)

La vasta area denominata Le Cesine, di ambienti sabbiosi e con elevata sali- situata nel territorio comunale di Vernole, nità: lo sparto pungente (Ammophila si estende per circa 350 ettari. Le Cesine arenaria), la gramigna delle spiagge rappresentano ciò che resta di un’antica (Agropyron junceum) la soldanella di e vasta palude che si estendeva da nord mare (Calystegia soldanella), il gilgio di Brindisi fino ad Otranto, bonificata a marino (Pancratium maritimum), la san- partire dall’800 attraverso interventi di tolina delle spiagge (Othantus mariti- canalizzazione e piantumazioni ad hoc. mus), la violacciocca (Matthiola sinuata). Il nome Cesine deriva probabilmente dal Il ginepro coccolone (Juniperus oxyce- termine Sages che, in latino, signi- drus L. ssp. macrocarpa) è ancora pre- fica area incolta, abbandonata. sente nonostante l’erosione del litorale. L’importanza di quest’area protetta, Dove la sabbia incontra ciottoli e scogli, risiede soprattutto nel suo ruolo di habi- si trovano il finocchio marino (Crithmum tat idoneo ad una grande quantità di maritimus) e l’inula babicci (Inula crith- uccelli. Le Cesine si trovano sulle rotte moides), specie alofile entrambe con migratorie e sono frequentate da nume- foglie succulente. rosi esemplari di avifauna acquatica. Gli L’habitat più importante della Riserva ambienti più rappresentativo sono. Il è rappresentato dalla zona umida, che è litorale, l’area umida, la pineta, la macchia anche il più esteso. Gli stagni retrodunali mediterranea, la zona coltivata. sono due: Salapi e Pantano Grande, ali- Il litorale è popolato da specie vegetali mentati da acque meteoriche e carsiche. e animali. Le prime sono quelle tipiche Qui dimorano molte specie di uccelli, 15 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - tra cui saltuariamente, anche il fenicot- sono caratterizzati dalla presenza del tero. Numerosi sono gli anatidi e rallidi. falasco (Cladium mariscus) e accolgono Notevole la presenza di rapaci come il il giaggiolo di palude (Iris pseudacorus). falco di palude, il falco pescatore, il gufo I canali di bonifica, inoltre, ospitano uc- di palude. In inverno, non mancano il celli, anfibi come la rana, la raganella, il cormorano e il martin pescatore, l’airone rospo comune e il rospo smeraldino e cenerino, la garzetta, la sgarza ciuffetto. rettili come la testuggine d’acqua e la Più rari la spatola, il pellicano e l’aquila biscia dal collare. In alcuni ambienti umi- minore. di sopravvive il tritone italiano (Triturus Negli acquitrini stagionali si possono italicus). ammirare numerose specie vegetali, tra L’area pinetata ospita in prevalenza cui alcune inserite nella Lista Rossa Na- pino d’Aleppo (Pinus halepensis) e, dove zionale come l’orchidea palustre (Orchis si fa più rada, emergono le specie tipiche palustris) e la campanella di palude (Ipo- della macchia mediterranea, come il len- moea sagittata), a seconda del grado di tisco, il mirto, la fillirea, la quercia spino- salinità delle acque e, nei periodi di mi- sa, i cisti, i lecci. Proprio in questi am- grazione, anche uccelli come il piro piro, bienti troviamo mammiferi come topo la ballerina gialla, l’avocetta, il cavaliere comune e selvatico, riccio, volpe e i mu- d’Italia. Gli acquitrini di acqua dolce, stelidi donnola, faina e tasso.

Le Cesine (by DShm) 16 Acaya (by Sarabrag) VERNOLE, ACAYA E LA GRECÌA SALENTINA

Vernole è sita a sud-est di Lecce e niente dai vasti oliveti che circondano il comprende le frazioni di Acaya, Acquari- centro abitato. ca di Lecce, Pisignano, Strudà, Di notevole interesse è la città Vanze e parte delle marine di fortificata di Acaya, frazione San Cataldo e Torre Spec- di Vernole. Di origine me- chia. Fa parte del suo dievale, venne ricostruita comprensorio anche la e fortificata dall’architetto Riserva Naturale delle militare Gian Giacomo Cesine. Vernole sorge in dell’Acaya. Ancora oggi un territorio abitato già è possibile ammirare la in epoca preistorica, come struttura dell’insedia- testimoniano i monumenti mento, la cinta muraria, i megalitici presenti nel cir- bastioni e il poderoso ca- condario. Ricca di monumenti stello. La cittadina è divenuta e luoghi d’interesse culturale, la cit- famosa anche per il grande consumo tadina custodisce al di sotto di Piazza di un particolare tipo di cipollotto selva- Vittorio Veneto, il frantoio ipogeo “Caffa”, tico consumato nel Salento, che qui cre- risalente al XVI° sec. Il frantoio, scavato sce in abbondanza: il Lampascione o nella roccia, testimonia la florida econo- Pampascione (Leopoldia comosa). Ad mia legata alla produzione di olio, prove- Acaya, sopravvive un singolare culto: 17 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - il primo venerdì di marzo, si celebra la vour, , e . Ricchi di Madonna Addolorata, detta anche un patrimonio culturale unico, essi custo- “Madonna te li Pampasciuni”. In questo discono anche particolari cultivar che giorno, che coincide con il periodo di hanno finito per identificare fortemente maturazione del cipollotto, un’antica tra- le comunità locali. Si tratta soprattutto dizione prevedeva che gli abitanti prepa- di legumi, come il Pisello nano, la Fava rassero grandi quantità di lampascioni cuccìa di Zollino e la Lenticchia di Soleto, da offrire ai devoti e ai frequentatori della selezionati in loco e che, grazie alla con- festa. formazione geologica del terreno nel qua- A sud-est della Riserva delle Cesine, si le crescono, riescono ad essere “cottoi” trova un territorio conosciuto come Gre- come si dice nel Salento, ovvero sono di cia Salentina. Con questo nome si iden- buona cottura, riuscendo morbidi e vellu- tifica un’area ellenofona dove sopravvive tati. I legumi, infatti, se non trovano un una minoranza linguistica parlante Griko, terreno ottimale, rischiano di risultare duri un dialetto di tipo neo-greco. I comuni e di difficile o impossibile consumazione. della Grecìa sono 12: , Carpigna- Altri comuni della Grecìa, custodiscono no Salentino, Castrignano dei Greci, Co- invece ottime e singolari orticole, come rigliano d’Otranto, Cutrofiano, Martano, la Meloncella nera di Corigliano d’Otranto , Melpignano, Sogliano Ca- o la Patata zuccarina di Calimera.

Castello di Acaya (by Art Anderson) 18 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

LAMPASCIONE

Il Lampascione, o Pampascione, è un il bulbo si trova alla profondità di 20- cipollotto selvatico che si consuma 30 cm e viene estratto con l’ausilio nel Salento. Il suo nome scien- di una particolare zappa lunga e tifico è Leopoldia comosa e stretta. Il Lampascione fa identifica una pianta erba- parte delle pietanze prepa- cea perenne, della famiglia rate in alcuni paesi del delle Liliaceae. dalle lun- Salento per le “Tavole di ghe foglie sottili e allun- San Giuseppe”: complessi gate, che emette un fiore pasti rituali che vengono azzurro-viola particolaris- espletati in onore del Santo. simo e inconfondibile; il Nel Salento si venerano bulbo, la parte edule, è di color inoltre due “Madonne de li rosa-violaceo. Il Lampascione è di Pampasciuni”, una a Galugnano antico consumo: tra le fonti, lo trovia- (frazione di San Donato) e una ad mo citato già Marziale e Apicio, che Acaya (frazione di Vernole). In en- ne esaltano le presunte virtù afrodisi- trambi i casi si tratta della celebrazio- ache. La sua raccolta, che avviene in ne della Madonna Addolorata che, in marzo – aprile, ovvero prima della questi paesi, viene comunemente as- fioritura, non è semplicissima, poiché sociata al cipollaccio selvatico.

PISELLO NANO E FAVA CUCCÌA

Zollino è un piccolo comune della l’Immacolata Concezione, l’otto di Grecìa salentina, molto conosciuto dicembre. Lo si consuma secco, cotto per i suoi prodotti agroalimentari e, in “pignata” con cipolla, olive e un filo in particolare, per i suoi legumi: il d’olio. La Fava di Zollino è chiamata Pisello nano e la Fava cuccìa. La pro- anche “cuccìa”, dal suo nome greco. duzione di leguminose in questo Presenta una forma più territorio è antica, favorita schiacciata rispetto alle va- dalle particolari condizioni rietà comuni dello stesso pedologiche del terreno legume, non produce più che lo rendono partico- di cinque semi per bac- larmente votato a queste cello e presenta una re- colture. Il Pisello di Zol- sistenza maggiore alla lino è chiamato “nano” cottura, per cui nel cuo- per via del portamento cerla si mantiene integra. della pianta, che cresce in La raccolta e la selezione cespuglietti bassi e non ha dei legumi di Zollino viene bisogno di sostegni per svi- tutt’ora effettuata a mano, dopo lupparsi in altezza. La granella è di la battitura in aia per separare i semi media pezzatura, sferica, di colore dalla pianta secca. uniforme giallo paglierino. I contadini A Zollino, in occasione di San Gio- di Zollino lo seminano, come altre vanni, si celebra una festa che vede- leguminose, non oltre il giorno del- protagonisti la Fava e il Pisello nano.

19 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

MELONCELLA NERA DI CORIGLIANO

La Meloncella di Corigliano è cono- Il contadino, allora, esclamò “Franca sciuta come “nera” per via della colo- st’anguria!” e, da allora, la coltivazione razione verde scuro dell’epidermide. di meloni e meloncelle a Corigliano Questo genere di melone immaturo fu esente dai dazi, portando ricchezza è storicamente legato al comune di al paese e una particolare specializ- Corigliano d’Otranto, anch’esso fa- zazione in questa produzione. La Me- cente parte dell’area loncella di Corigliano, ellenofona della Grecìa tra gli innumerevoli salentina. Si tramanda ecotipi locali di me- una leggenda: ai tempi loncella, è una delle più della dominazione diffuse e apprezzate. Aragonese, un conta- Può raggiungere no- dino del posto, coinvolto in una dispu- tevoli dimensioni mantenendo co- ta, la ebbe vinta, e il signorotto locale, munque croccantezza e sapidità. Si impressionato da questo fatto, gli consuma cruda in insalata e rappre- concesse di esprimere un desiderio. senta un dissetante ortaggio estivo.

PATATA ZUCCHERINA DI CALIMERA

La Patata zuccherina di Calimera, qui venne sperimentata per la prima o Batata, appartiene alla famiglia delle volta la coltura di questo nutriente e Convolvulaceaee non a quella delle dolce tubero, prima che si diffondesse Solanaceae a cui appartiene la in tutto il Salento. Le Batate di patata propriamente detta. Calimera era vendute in tutta La pianta, originaria delle la provincia e ricercate aree tropicali del- per la loro bontà. Ve- l’America, sin dalla nivano coltivate per- sua introduzione nel lopiù presso le aree Vecchio continente è semi-paludose della stata utilizzata a vicina San Foca, ad scopo ornamentale, opera soprattutto ma nel Salento è stata delle donne. coltivata anche per uso Nel paese griko, da alimentare. Alcune fonti qualche anno si assiste bibliografiche datate tra ad una valorizzazione di l’800 e i primi del ‘900, confer- questo prodotto, inserito anche mano in maniera inconfutabile la pri- nei PAT della Regione Puglia. L’ultima mogenitura della coltivazione della domenica di settembre, si celebra la Batata presso il paese di Calimera: sagra della Patata zuccarina.

20 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

LENTICCHIA DI SOLETO

La Lenticchia di Soleto è un parti- sentano piccole screziature brune su colare tipo di Veccia diffuso nel una base di color marrone scuro. territorio del piccolo paese I baccelli di questa pianta griko. Storicamente la Veccia possiedono un numero più è stata utilizzata quasi elevato di semi, contraddi- sempre come foraggio per stinguendo questa cultivar gli animali, raramente per per la sua buona produtti- l'ali-mentazione umana, ma vità. La Lenticchia di Soleto a Soleto è stata selezionata è oggi quasi scomparsa: se ne per essere cotta e mangiata al trovano ancora piccole quantità pari di altri legumi.Le lenticelle pre- solo presso alcuni agricoltori-custodi.

SUSINA MERAVIGLIA OLIVA "PASOLA TONDA" È certamente una delle più Entità certamente molto rara, buone varietà di susino diffuso rinvenuta proprio nel comune nel territorio ma con almeno tre nomi di Vernole nei campi olivetati che cir- diversi tra l’area della Grecìa con il condano boschi e paludi della Riserva nome di Meraviglia, a Nord di Lecce Naturale “Le Cesine”. I caratteri morfo- dove è conosciuto come “Cuore di logici sembrano corrispondere a quelli donna” ed in quella a Sud dove viene dell’entità identificata dal Presta (1871) chiamato “Pappacolu” forse con ri- con questo nome. Biasco (1907), la ferimento al vescovo del barocco riporta come una varietà precoce e mol- leccese Monsignor. Pappagoda”. to rustica. La sostanziale omogeneità L’inconfondibile forma a cuore con- varietale dell’olivo nel Salento rende traddistingue un frutto dalla polpa di oggi più eccezionali le varietà che si color giallo carico, succosa, dolce , distinguono dalle due più comuni “Cel- leggermente acidula, gradevolissima. lina di Nardò” e “Ogliarola salentina”.

FICO SANTA SILI

Si tratta certamente della varietà di riserva naturale delle Cesine. Varietà fico che identifica la Riserva; il nome bìfera, bianca, appartiene al gruppo deriva dalla località di San delle Cullummare bianche Basilio o dal Santo stesso con fiorone piriforme e come spesso si ritrova nella fòrniti tondeggianti con nomenclatura popolare dei peduncolo corto; polpa frutti e delle piante. Piut- densa, mielosa, di colore tosto diffusa nelle cam- rosso chiaro. pagne che dai centri di La maturazione dei fichi Acaya, Strudà, Vanze, Me- veri va dalla prima decade lendugno e Vernole si dirigono alla di agosto alla fine dello stesso mese.

21 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - 3. PARCO NATURALE REGIONALE "COSTA OTRANTO SANTA MARIA DI LEUCA E BOSCO DI TRICASE"

Squinzano San Cataldo

Campi Salentina Novoli Lecce

Vernole Melendugno Copertino

Porto Cesareo Martano

Galatina Cannole Melpignano Nardò Otranto Galatone Maglie Cutrofiano

Gallipoli Nociglia S. Cesarea Terme Casarano Andrano Castro

Taurisano Racale Tricase

Ugento Presicce Acquarica Alessano Corsano Morciano Salve Bosco e Paludi di Rauccio di Leuca Costa Otranto Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase Patù Isola di Sant'Andrea - Litorale di Punta Pizzo Castrignano del Capo Le Cesine Litorale di Ugento Santa Maria Palude del Conte e Duna Costiera - Porto Cesareo di Léuca Porto Cesareo Porto Selvaggio e Palude del Capitano San Cataldo 22 3. PARCO NATURALE REGIONALE "COSTA OTRANTO SANTA MARIA DI LEUCA E BOSCO DI TRICASE"

Tipologia: Parco Naturale Regionale Estensione: 3.227 ha

Con oltre cinquanta chilometri di costa stiero, custodisce ricchezze geomorfo- e 3200 ettari di territorio è il più grande logiche, rarità botaniche e faunistiche, dei parchi regionali istituiti nella provincia gran parte delle quali già messe in luce di Lecce. Una strada dai mille tornanti è dagli studiosi del passato ed altre rinve- la spina dorsale storica di un paesaggio nute e descritte da ricercatori contempo- mozzafiato; dagli oliveti terrazzati alle ranei; dalle loro peregrinazioni, da impor- falesie a picco sul mare uno spettacolo tanti viaggi di studio e di scoperta sono naturale tutto da conoscere e conserva- state segnalate e conosciute specie rare re, anche nei suoi angoli più segreti. o del tutto assenti in altre parti del Mon- La costa rocciosa orientale che da do. Otranto si estende fino a Santa Maria di Si pensi soltanto che qui trovano rifugio Leuca si presenta con un paesaggio ben la maggior parte degli endemismi salen- definito, a tratti aspro e selvaggio, tra i tini sia floristici che faunistici; specie più belli ed interessanti di Puglia. esclusive del Salento come il Garofanino Una lunga striscia di terra compresa salentino (Dianthus japigicum), il Fiorda- tra due baluardi storici della costa: Torre liso di Leuca (Centaurea leucadea), il del Serpe, un vecchio faro di origine ro- Fiordaliso nobile (Centaurea nobilis), la mana che apre la porta del Parco, nel Veccia di Giacomini (Vicia giacominiana) punto più ad est d’Italia (Palascìa) ed il tra le spettacolari falesie costiere condi- possente faro di Leuca, che definisce il vidono lo spazio con altre specie rare punto più a sud d’Italia. come l’Alisso di Leuca (Aurinia leucadea), Un perimetro amministrativo tutto co- Campanula pugliese (Campanula versi- 23 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

Scorcio panoramico sulla costa tra S. Cesarea ed Otranto (by Patrick Nouhailler's) color) e l’ Efedra orientale (Ephedra cam- erosivi trova la sua massima espressione pylopoda) che trova qui l'unica stazione proprio in questa miriade di grotte co- italiana. stiere, spesso, semisommerse che rap- Un nutrito gruppo di orchidee, dei generi presentano veri e propri santuari di va- Serapias, Ophris, Orchis, Spiranthes, lenze geomorfologiche e rarità Anacamptis, Epipactis, arric- animali. Ricordiamo come in chisce la componente flori- quest'area vi sia stata l'ulti- stica del Parco di rarità e ma presenza regionale del forme di straordinaria mammifero più raro bellezza. d'Europa, la Foca monaca Tra le specie arboree la (Monachus monachus). Quercia vallonea (Quer- Sempre in questi am- cus ithaburensis subsp. bienti la fauna troglobia macrolepis) ha proprio qui, annovera diverse specie ed in particolare nel terri- di rari invertebrati; endemiti torio di Tricase, il suo avam- pugliesi come Typhlocaris posto più occidentale d’Europa. salentina ed altri organismi che Quercia delle foreste balcaniche co- trovano nelle grotte sommerse e semi- struisce in quest’area un paesaggio ar- sommerse condizioni di rifugio e soprav- boreo fatto da esemplari monumentali vivenza, come Higginsia ciccaresei, una come la famosa “Vallonea dei Cento spugna nota esclusivamente per le acque Cavalieri”, spartitraffico di eccellenza di Grotta Zinzulusa. sulla strada che da Tricase conduce al Ma il Parco custodisce anche alcuni porto e alla suggestiva panoramica verso degli esempi più rilevanti di complessi il Capo di Leuca; percor-rendola si incon- preistorici d’Italia come quelli indagati trano in successione la regale Torre Na- nelle grotte dei Cervi, Romanelli, Zinzulu- spare, il porticciolo rupestre di Novaglie, sa e ancora Leuca. Aspetti storici legati il Canalone del Ciolo con le sue grotte alle incursioni saracene si esprimono, spettacolari che da qui si infittiscono in invece, nel sistema di torri di avvistamen- un incredibile labirinto sotterraneo che to e fortificazione che insieme ad impor- si apre poi ripetutamente nel mitico mare tanti masserie dell’entroterra compon- di Leuca. gono un quadro storico-culturale tra i La ricchezza dei fenomeni carsici ed più ricchi ed interessanti della Puglia. 24 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - LA COSTA ADRIATICA E IL SALENTO ORIENTALE: UN FORZIERE DI BIODIVERSITÀ

Il tratto di costa orientale del Salento salmastri sparute piante di olivi, fichi, che va da Otranto e Santa Maria di Leuca, peri ed altre antiche specie da frutto. si caratterizza per una bellezza autentica Alcune delle varietà agrarie presenti sono e, ancora in parte, incontaminata. Il Parco ancora custodite nei piccoli orti e frutteti svolge un’importante ruolo di conserva- tradizionali. È il caso della “Pestanaca zione e valorizzazione del paesaggio, de Santu Pati” a , del Pisello degli habitat e della biodiversità. L’archi- secco di Vitigliano, del Cavolo mugnolo tettura rupestre e le colture agrarie tra- salentino, della Cicoria otrantina e di dizionali, delineano un paesaggio antro- quella tricasina, e tante altre colture, che pico arcaico; gli oliveti terrazzati coprono oggi si stanno rilanciando in un circuito gran parte della superficie agricola inter- virtuoso in cui produttori e consumatori na al perimetro dell’area protetta e labi- rinti di muretti a secco definiscono il consapevoli costruiscano una nuova cul- trionfo della pietra nei terreni poveri da tura del cibo. coltivare. Non mancano al riguardo opere Allo stesso modo si cerca di fare per i straordinarie per la mole e per la perfe- cereali e i formaggi tipici, come quelli zione dei manufatti: è possibile, ad esem- ottenuti dai vecchi pascoli mediterranei, pio, imbattersi in imponenti muraglie di ambienti rari su scala europea, ma qui pietre a secco (le cosiddette “manta- ben rappresentati ed oggetto di partico- gnate”) costruite per proteggere dai venti lare tutela.

CICORIA OTRANTINA E CICORIA BIANCA DI TRICASE

All’interno dell’area Parco, spiccano germogli similmente alla cicoria due varietà di cicoria: la Cicoria di puntarella di Galatina, ma più chiari Otranto e la Cicoria bianca di Tricase. e squadrati. La cicoria otrantina Mentre la prima è più diffusa e presenta caratteristiche simili alla conosciuta, la cicoria catalogna, dalla quale bianca di Tricase è si differenzia per la stata recuperata negli conformazione dello ultimi anni da due scapo fiorale, più alto agricoltori locali. La e sottile e di diametro semina viene effet- inferiore. Questi ger- tuata in coincidenza mogli vengono rac- con la celebrazione dei SS. Pietro e colti man mano che giungono a Paolo, a fine giugno, mentre la maturazione e sono consumati sia raccolta avviene da ottobre fino al crudi che cotti. La Cicoria di Otranto massimo a dicembre, poiché teme il si semina in primavera e viene gelo. Ha un aspetto che ricorda raccolta da maggio in poi per tutta vagamente la scarola, la foglia è larga l’estate. Albino Mannarini descrive alla base, candida e tenera e possiede questa cultivar già nel 1914 nel suo un cespo centrale che contiene “Orticoltura Salentina”.

25 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

CIME DI RAPA

Le rape sono tra gli ortaggi mag- ortense». Le cultivar più precoci han- giormente consumati nel sud Italia e no di norma un’infiorescenza molto particolarmente in Puglia, dove sono piccola, che giunge a fioritura con celebri accompagnate alle orec- rapidità, mentre le varietà a ciclo chiette. Se ne possono trovare più lungo, presentano boccioli dalla fine dell’estate fino a più grandi e maggiore mas- primavera, grazie alla sa fogliare. Le rape rap- grande quantità di varietà presentano colture tipiche selezionate nel corso del degli orti invernali del tempo dagli agricoltori Parco, quindi si possono locali. Esse si differen- trovare spesso associate ziano per ciclo colturale al mugnolo e alla Pesta- in precoci, medie e tardive. naca Sant’Ippazio. Per le Nel suo “Vocabolario” del rape, a differenza di altre 1950, il Selvaggi scrive: «Nel colture erbacee, si è conser- leccese son coltivate cinque vata più facilmente la trasmis- varietà di broccoli rapa, che vanno sione dei semi, in quanto vengono dalla Natalina a quella di aprile, se- coltivate con la semina diretta in guendo il succedersi dell’anno campo, che si effettua a spaglio.

CARCIOFO NERO

Il carciofo è una pianta annua, di viola al verde scuro, presenta brattee essa si consuma l’infiorescenza pri- dischiuse già nelle prime fasi vegeta- ma che si apra nel suo caratteristico tive e non in avanzato stato di matu- colore viola acceso. In Puglia esi- razione, come avviene per altre va- stono vari ecotipi locali: il rietà. Verde e il Violetto di Pu- Il nome del carciofo tignano, il Bianco di deriva dall’arabo al- , il Centofoglie char-schof, il che fa di Rutigliano, il Lo- supporre che la sua cale di Mola, il origine sia medio- Violetto di S. Fer- rientale. dinando, il Violetto Teofrasto (IV-III di Brindisi. Nel sec. a.C.) attesta Parco, nell’area di la sua coltivazione Tricase, si ri- in Sicilia. I Romani scontra la varietà conoscevano il “nero a calice”, or- carciofo e lo con- mai relitto di antiche sumavano, ma è nel coltivazioni. La ca- Medioevo che la sua ratterizzazione di que- coltivazione si diffonde sto carciofo è curata dal in tutta Europa. Il carciofo DiSSPA. La stessa varietà, è è tonico e depurativo, usato stata riscontrata anche in aree limi- anche nella medicina popolare per le trofe del Parco. Il colore va dal nero- sue proprietà.

26 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

CUCUZZA GENOVESE

Coltivata storicamente sul territorio, tura e raggiunge la lunghezza all’in- questa zucchina, chiamata anche circa di 20-25 cm: la sua polpa risulta “cucuzza”, presenta forma allungata, di un verde molto chiaro, la consisten- con rigonfiamenti alle estremità. Con za è morbida e vellutata. La troviamo la maturazione, il colore va dal verde nella “cucuzzata” di Vitigliano che è chiaro al giallo pallido un pane tradizionale per diventare infine che si prepara mi- arancione, quando schiando all’impasto viene lasciata matu- pezzi di cucuczza, rare. Questo avviene cipolla, olive nere, sia per la produzione peperoncino, origano. di seme, che per il Gli abitanti di Tricase consumo allo stato vengono sopranno- maturo; in questo minati “cucuzzari”, caso presenta una per questa coltura, notevole serbevo- ma forse anche per lezza. Si consumano anche i fiori, fritti altre varietà più antiche di zucca, di in pastella, ed i semi preventivamente cui si faceva gran produzione. La si tostati. Di fruttificazione estivo- ritrova citata in bibliografia già da fine autunnale, la si raccoglie anche quan- ‘800 (Giuseppe Costa, Vincenzo Licci do non è ancora completamente ma- ed altri).

PESTANACA DI TIGGIANO

La Pestanaca Sant’ippazio è una maschile . Tiggiano è l’unico paese cultivar locale di carota caratterizzata in Italia a celebrare questo Santo co- da un tipico colore giallo-viola, pre- me patrono. In occasione della sua sente nella polpa in forma di screzia- festa, il 19 di gennaio, in tutto il paese ture. A detta di alcuni anziani, in pas- si vendono le pestanache, insieme sato carote come alle giuggiole ca- questa erano molto rammelate, assunte a comuni in tutta la simbolo allusivo provincia, ma oggi la dell’organo che cade Pestanaca Sant’Ip- sotto la protezione pazio è coltivata del Santo. La Pesta- quasi esclusivamente naca Sant’Ippazio è nei territori di Tig- un’eccellenza del- giano e Tricase. È qui l’area Parco, un pro- infatti che persiste dotto unico. Possiede nel tipo di terreno, sciolto e povero di un alto valore nutrizionale e le sue scheletro, adatto alla sua coltura. qualità nutritive sono di molto supe- Esiste un fortissimo legame tra que- riori a quelle delle carote comuni. Il sta cultivar ed il culto per Sant’Ippa- zio, santo orientale vissuto nel 300 18 gennaio, vigilia della festività di d.C. che la tradizione vuole protettore Sant’Ippazio, la locale Pro Loco orga- dell’ernia inguinale, fertilità e virilità nizza la sagra della Pestanaca.

27 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

POMODORO DI MORCIANO

Il pomodoro di Morciano è una cul- conferma che possono esistere, sulla tivar locale che si differenzia dalle stessa pianta, esemplari sia lisci che altre soprattutto per la sua pre- costoluti. Questa cultivar è di cocità. Coltivato al riparo dai difficile reperimento, perché venti, al clima mitigato dal quasi scomparsa con la mare nei terrazzamenti diffusione di varietà costieri e nei suoi commerciali. Oggi si dintorni, era uno dei stanno avviando primi pomodori a progetti di recupero giungere a matura- e valorizzazione, zione, proprio nel sostenuti anche da momento in cui la un diffuso e rinno- scorta di pomodori vato interesse per invernali stava per questo ortaggio che, finire. Il colore è rosso a detta dei coltivatori vivo, la pezzatura me- morcianesi, conferisce dio-grande. Il percorso di alla passata di pomodoro caratterizzazione dell’Orto che si produce in famiglia, Botanico di Lecce, ha portato alla un gusto unico e inconfondibile.

PISELLO DI VITIGLIANO

Il Pisello secco di Vitigliano identifica e qualche baccello ancora chiuso. La un particolare prodotto locale coltiva- fase successiva è “U ientulare” (ven- to da tempo nel territorio di Vitigliano; tilare), l’operazione più affascinante il seme e le tecniche colturali di tutto il processo di raccolta, che vengono tramandate da ge- consiste nella ulteriore se- nerazioni. La semina viene parazione del prodotto effettuata nel mese di sfruttando l’azione del gennaio, in rotazione vento. Dopo la venti- con cereali, su suoli lazione si realizza la di medio impasto, cernita a mano uti- tradizionalmente lizzando i cosiddetti chiamati “terre “farnari occhi tunni”, duci”, terre dolci. Il dei particolari tipi di prodotto giunge a setacci in legno e maturazione a giu- metallo. Per una gno e le piante ven- migliore conserva- gono falciate e tra- zione, il prodotto viene sportate in aia. La sottoposto ad esposi- separazione del prodotto zione solare sull’aia per (piselli) dalla pianta avviene alcuni giorni.Il Pisello secco mediante la “battitura” dopo alcune di Vitigliano è stato inserito nel- ore di esposizione al sole. Terminata l’elenco dei prodotti PAT della Regione questa fase, si scarta la parte gros- Puglia, riconoscendone la tradiziona- solana e in aia rimangono il prodotto lità delle produzione.

28 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

GRANI ANTICHI

I paesi del Capo di Leuca sono pre più numerose le realtà produttive ascritti nelle fonti storiche come gran- che stanno recuperando queste anti- di produttori di grano e orzo. Anche che cultivar, che possiedono caratte- l’araldica di alcuni paesi conferma ristiche di grande rusticità e minore questa economia tradizionale, lì dove contenuto di glutine, proteina verso gli stemmi comunali riportano le spi- la quale sono sempre più diffuse in- ghe nell’arme civica. Le varietà che tolleranze e allergie. Le caratteristiche si coltivavano nella delle varietà co- provincia di Lecce, siddette antiche, le erano numerose. rendono partico- Per dare un’idea, le larmente adatte a fonti storiche ci- preparazioni da tano, tra i grani forno spesso di duri: il grano di San qualità maggiore Pasquale, il Capi- rispetto a quelle nera, il grano di ottenute con farine Lecce, il Marzuolo; più commerciali. tra i semiduri: il Alcuni esempi di Cicerella, il Biancatella; tra i teneri: il grani recuperati e messi a coltura, grano Maiorca. Nel secolo scorso si sono le varietà Cappelli, Tumilìa o coltivava anche il grano Senatore Triminìa, Russello, Maiorca, oltre al Cappelli, introdotto nel 1915 dal ge- farro e all’orzo. Ulteriore elemento di netista Nazareno Strampelli. Nell’area pregio per questi cereali, è la diffusa del Parco Otranto – Leuca, sono sem- produzione in regime organico.

FICO RIZZEDDHA

Varietà buona da essic- resistente alle manipola- care, molto utilizzata a zioni. Di consistenza questo scopo nei co- granulosa per cui non muni centrali del è molto usata per il Parco; produce consumo fresco. E’ fòrniti molto dolci, una varietà rusti- nel pieno del ca, resistente ai mese di agosto. venti salsi e Numerose fen- coltivabile anche diture irregolari in terreni mar- solcano l’epi- ginali; comune dermide ren- sulle due coste dendo il siconio del Salento. In molto corrugato quest’area ha so- (da qui il nome stituito spesso la Rizzeddha = arric- più nota “Ottata”, ciata, corrugata); an- che è più esigente sia che per questa sua ca- dal punto di vista edafico ratteristica è però poco che climatico.

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FICO MARANCIANA

È una delle varietà ma purtroppo al- di maggior pregio trettanto sensibile per il consumo alle manipolazioni. fresco, unìfera; la La sua maggiore polpa color crema, diffusione è proprio non granulosa si lungo la costa distingue per il orientale anche se sapore delicato. rinvenibile in altre Molto produttiva parti del Salento.

PERO FICATEDDHU

Varietà che deve il suo nome all’estrema facilità di ammezzimento (nficatu significa proprio ammezzito); è possibile che la varietà sia indicata da altre sinonimie ma con questo nome è certamente conosciuta nell’area costiera. Rimane, in ogni caso, un’entità assolutamente marginale e, ormai, sempre più rara; date le caratteristiche della polpa i frutti di questa varietà si prestavano meglio alla trasformazione in marmellata che al consumo diretto.

PERO "SAN GIOVANNI"

Varietà molto precoce; la polpa è biancastra, zuccherina e succosa. Certamente una delle varietà tradizio- nali più diffuse e apprezzate per la sua precocità. La sua diffusione è rimasta, tuttavia, relegata sempre ad ambiti familiari. È più diffusa rispetto alla precedente ma la sua connotazione costiera è forte trovandosi spesso sui terrazza- menti costieri con vecchi pergolati e fichi d’India.

30 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

GELSO MORO - Morus nigra "Tipica"

La denominazione “Tipica” zione del baco ed è stato fa riferimento alla varietà coltivato soprattutto per maggiormente diffusa i suoi frutti. La sua di- richiamando il siste- stribuzione lo vede ma di classifica- particolarmente zione utilizzato da diffuso nei terraz- De Candolle e ri- zamenti dei tratti chiamato da costieri rocciosi, Scortichini insieme a fico e (1990). In realtà, fico d’india. Ve- gli esemplari tusti esemplari presenti sul terri- sono presenti nei torio mostrano al- dintorni di Otranto. cune evidenti diffe- Il legno è duro, renze soprattutto nel compatto e resi- colore e quantità di stente, tanto che i succo presente nei frutti. maestri d’ascia di Marit- Il gelso nero non è più uti- tima lo utilizzavano per i dritti lizzato, da tempo, per l’alimenta- di prua delle barche.

CARRUBO

Nella tradizione popolare di dare ai Fatta salva la scorta di carrube per cittadini di un paese un parti- l’alimentazione invernale del colare soprannome co- proprio bestiame, rimane- mune, la nomea di cor- vano quelle destinate, nulari toccava agli insieme ai fichi secchi, abitanti di al mercato dei pro- piccola frazione del dotti per le distillerie. comune di . È Vetusti carrubi re- ancora forte in sistono ancora queste zone il ri- negli oliveti ter- cordo di raccolte razzati lungo la difficili e faticose, costa del Parco ed di sacchi sulle anche in questo schiene dei conta- caso non siamo di dini che, come capre, fronte ad un'unica salivano e scendevano varietà. Giacinto Donno, tra i fazzoletti di terra studioso delle piante strappati alla roccia. agrarie della Puglia, descrive L’odore dei depositi era pene- oltre dieci per la Puglia; nomi trante, con i portoni aperti sulla strada come “Amele”, “Triggianesca”, dove mercanti e intermediari stagio- “Sottile”, “Grossa” sono però, purtrop- nali facevano visita, alla fine dell’esta- po, scomparsi dal vocabolario comu- te, presso le famiglie contadine per ne anche nelle zone dove massima contrattare il prezzo e ritirare il carico. era la coltivazione.

31 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - 4. PARCO NATURALE REGIONALE "LITORALE DI UGENTO"

Squinzano San Cataldo

Campi Salentina Novoli Lecce

Vernole Melendugno Copertino

Porto Cesareo Martano

Galatina Cannole Melpignano Nardò Otranto Galatone Maglie Cutrofiano

Gallipoli Nociglia S. Cesarea Terme Casarano Andrano Castro

Taurisano Racale Tricase

Ugento Presicce Acquarica Alessano Corsano Morciano Salve Bosco e Paludi di Rauccio di Leuca Costa Otranto Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase Patù Isola di Sant'Andrea - Litorale di Punta Pizzo Castrignano del Capo Le Cesine Litorale di Ugento Santa Maria Palude del Conte e Duna Costiera - Porto Cesareo di Léuca Porto Cesareo Porto Selvaggio e Palude del Capitano San Cataldo 32 4. PARCO NATURALE REGIONALE "LITORALE DI UGENTO"

Tipologia: Parco Naturale Regionale Estensione: 808 ha di area protetta e 827 ha di fascia di protezione

Parco Ugento (by Mario Pancella)

Il Parco Naturale Regionale “Litorale di lare interesse. Le specie tipiche della Ugento” conserva e custodisce habitat macchia mediterranea si diradano poi di grande pregio, espressione della con- sino a diventare gariga e pseudosteppa, formazione più antica del territorio: aree ospitando una vasta biodiversità vegetale umide, boschi relittuali, la macchia me- e animale. L’area in cui si sviluppa il diterranea. È un importante sito di stan- Parco Naturale di Ugento, era ricoperta ziamento annuale e stagionale per un da paludi. Dopo le bonifiche, restano i gran numero di volatili. Il Parco si svilup- bacini che caratterizzano l’area protetta, pa tra la Serra salentina e la costa ionica. denominati Suddenna, Bianca, Ulmo, Al cune formazioni carsiche dette Rottacapozza, Spunderati. “Canaloni”, scavate dall’acqua nel suo Immancabili sono specie tipiche delle percorso verso il mare, caratterizzano il aree umide come la cannuccia di palude paesaggio. Qui trovano un habitat favo- (Phragmites australis) e la rara campa- revole arbusti come il lentisco (Pistacia nula palustre (Ipomea sagittata). Nelle lentiscus), il mirto (Myrtus communis), acque salmastre trovano dimora la Rup- il rosmarino (Rosmarinus officinalis), i pia maritima, la lenticchia d’acqua (Lem- cisti (Cistus creticus, C. salvifolius e C. na minor) e la macro alga Ulva rigida. monspelliensis), il corbezzolo (Arbutus Numerosi gli uccelli acquatici che po- unedo), la ginestra (Calicotome infesta), polano i bacini di Ugento: le folaghe, i lecci (Quecus ilex). Le macchie di eufor- tuffetti, le gallinelle d’acqua e, in inverno, bia arborea (Euphorbia dendroides) rap- le anatre svernanti. Presenti poi la biscia presentano una popolazione di partico- dal collare, la rara tartaruga palustre e 33 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - la raganella. radici la preserva dall’erosione. Proprio Da località “Pazze” a Torre San Giovan- contro l’erosione, è importante la presen- ni, il paesaggio si caratterizza per i litorale za della Posidonia oceanica, una pianta basso e roccioso. Qui si sviluppano le acquatica vero polmone del mare, le cui specie alofile, che prosperano su terreni foglie nastriformi trattengono la sabbia salini e alcalini: Salsola kali, Finocchio e rafforzano il sistema dunale. di mare, Salicornie e altre. A ridosso di Di notevole interesse è la presenza di questo ambiente si sviluppa una gariga una specie particolarissima: il fiordaliso bassa con piante dalle foglie piccole e di Creta (Aegialophila pumila), una pianta strette, come la rara Anthillis hermanniae psammoalofita che cresce sulla sabbia o il timo arbustivo. pura, finora segnalata solo sulle coste Da Torre San Giovanni a Lido Marini, dell’Africa nord-orientale e dell’Asia Mi- la costa diventa sabbiosa, popolata dalla nore e presente in Europa solo a Creta e flora psammofila che con le sue lunghe sul litorale di Ugento.

Spiaggia e dune con vegetazione psammofila (by Tino) IL SALENTO SUD-OCCIDENTALE UGENTO E IL SUO LITORALE

A sud di Gallipoli e prima del Capo di siva dell’olivo, ed è facile ammirare esem- Leuca, la città più importante è Ugento, plari anche secolari nel paesaggio trac- che si erge su un colle non distante dalla ciato da bassi muretti a secco, pajare, costa e sul quale svetta imponente. La furneddri e masserie. Già in tempi antichi, città di Ugento sorge sull’antico centro l’olio si produceva in grande quantità, messapico di Ozan e, come testimoniato andando ad alimentare i traffici delle da importanti rinvenimenti archeologici, centinaia di navi che partivano dal porto ha visto il succedersi di diverse civiltà di Gallipoli e offrendo così impulso ad come quella greca e romana. un commercio floridissimo fino al XIX° L’areale ugentino, grazie alla funzione sec. di riparo offerto dalla Serra salentina, Altre colture di rilievo, sono quelle gode di un clima caldo e mite. Il territorio viticole e orticole. Tra queste ultime, le è caratterizzato dalla coltivazione inten- coltivazioni più importanti sono quelle 34 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

Torre fortificata (by Marco Spina) di patate e pomodori, che crescono nella in una delle zone più calde del Salento, caratteristica terra rossa della campagna adatta alla coltura di ortaggi, cereali, vite che circonda Ugento e i paesi limitrofi. e olivi. È qui che troviamo preziose col- Spostandoci verso l’interno, incontriamo ture come quella del pomodoro e del i borghi di e Felline, caratterizzati cappero racalino, cultivar un tempo im- da case basse, piazze assolate e pittore- portanti, sopravvissute all’erosione ge- schi centri storici. È in questi comuni netica grazie alla custodia di pochi agri- che, negli anni, si è via via affermata la coltori. coltura della Patata Sieglinde di Galatina, Gravita intorno all’areale ugentino an- grazie alla conformazione pedologica che il piccolo centro di Torrepaduli, fra- particolarmente adatta allo sviluppo di zione di , conosciuto ai più per questa tuberosa. La Patata Sieglinde è la Festa di San Rocco. Si tratta di uno un prodotto eccellente, dal sapore unico, degli eventi di punta nel panorama cul- adatto alle preparazioni più disparate e, turale salentino: un’antica festa in cui si da qualche anno, riconosciuto come DOP. pratica ancora la caratteristica Danza Racale sorge a poca distanza, in una vasta depressione del terreno alla base delle Spade all’interno di “ronde” di tam- di quella che viene chiamata “Collina de burellisti. È una delle manifestazioni li Specchi” o “Monte li Specchi”. Il topo- folklorico-musicali più autentiche, che nimo deriva dalla presenza di una Spec- ha conservato elementi di spontaneità. chia, nome con cui vengono identificati Torrepaduli è un piccolo centro in cui antichi ed imponenti ammassi litici dalla l’economia agricola su piccola scala è funzione tuttora incerta. Il territorio di rimasta ancora molto presente e, grazie Racale è ricco di testimonianze megali- alla conformazione del territorio, ha per- tiche, come dolmen e menhir, che ne messo anche qui la sopravvivenza di un attestano l’atavica frequentazione. Siamo ecotipo locale di sedano. 35 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

POMODORO RACALINO

Il paesaggio della costa jonica me- ridionale, tendente ai toni terragni e rossastri del carparo e delle terre ros- se, sembra accordarsi naturalmente alle colture tradizionali che hanno caratterizzato l’agricoltura locale. Tra i prodotti di spicco, c’è il Pomodoro Racalino, un’antica varietà che qui ha avuto il suo areale di diffusione. È un pomodoro di medie dimensioni; la forma della bacca è tondeggiante e lievemente schiacciata ai poli, il colore è uniforme e di un rosso molto inten- so. Il Racalino è un pomodoro dalla Salento, ne ha analizzato la compo- buona coltivabilità, con un’ottima resa sizione morfo-biometrica e chimica, nella produzione di salsa e di lunga evidenziando come questa varietà sia serbevolezza. Il DiSTeBA - Diparti- quella con più alto contenuto di frut- mento di Scienze e Tecnologie Biolo- tosio e più basso di glucosio tra le giche e Ambientali dell’Università del varietà tradizionali del Salento.

CAPPERO DI RACALE

Il Cappero è un il bocciolo del Cap- pianta inconfondibile, che abbellisce paris spinosa, consumato per le coste del Salento, con uso alimentare e tera- maggiore diffusione in peutico da tempo presenza di roccia af- immemore. Cresce fiorante. Viene rac- spontaneamente colto da primavera in tutto il Baci- sino ad estate no del Medi- inoltrata, con- terraneo in ciato con sale e ambienti acqua e o con- prettamente servato in ace- rupicoli, dif- to. fusa da pic- A Racale esiste coli animali una Comunità che ne disper- del Cibo Terra dono i semi con Madre del cappero le proprie deizioni, di Racale, iniziativa ma può anche es- promossa dall’asso- sere coltivato in piena ciazione internazionale terra. I suoi fiori, di rara Slow Food, per tutelare le bellezza, le foglie tondeggianti e produzioni agroalimentari di nicchia il portamento ampio, ne fanno una e a rischi di estinzione.

36 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

PATATA SIEGLINDE DI GALATINA

La Patata Sieglinde di Galatina, è avviene nella terra rossa tipica del una particolare cultivar ampiamente Salento. È una varietà novella, in diffusa nel Salento, in partico- commercio sicuramente già dal lare sulle coste joniche. Qui 1939, apprezzata molto in il clima favorevole permette Germania dove viene due raccolte annue: una esportata da moltissimi con semina a gennaio- anni. febbraio ed una con se- La tradizione culinaria mina a luglio-agosto. I popolare annovera nu- tuberi sono di forma piut- merosissime ricette che tosto allungata, la buccia è vedono protagonista questo gialla, come la polpa. Nella tubero. Nel 2014 è stata ri- cottura tende a restare integra, conosciuta come prodotto DOP. soda, ed è perciò indicata soprattutto Ad Alliste, le viene dedicata una sagra per le insalate. La produzione ottimale nel mese di luglio.

SEDANO DI TORREPADULI

Il Sedano è una pianta della nell’ambito del progetto re- famiglia delle Apiaceae, gionale “BiodiverSo” dal usata fin dall’antichità per DiSTeBA. il suo aroma e sapore. A differenza delle varietà Nel Salento è usato commerciali, presenta tradizionalmente per coste che non imbian- insaporire zuppe, mi- cano e con una minore nestre e sformati, ma presenza di filamenti. anche crudo, come di- Il terreno che predilige gestivo o accompagnato corrisponde alla con- al vino. Il Sedano di Tor- formazione ex-paludosa repaduli è una cultivar del circondario di Torre- tradizionale caratterizzata paduli, frazione di Ruffano.

FICO BORSAMELE

La varietà è unìfera e pre- frutto anche la caratteristica senta siconi di buona pez- di far sgorgare dall’ostiolo zatura ed ottima consi- una goccia di succo mie- stenza con polpa delicata, loso. Caratteristica del- mielosa, molto dolce. Il l’area ugentina, trova ter- nome, simile ad altre va- reni favorevoli proprio in rietà come ‘ngannamele, quelli costieri ed esposti ai indica oltre che la dolcezza del venti salsi.

37 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

I CAPRIFICHI DI UGENTO

L’area ugentina è definità da e botanico sono poi i caprifichi che G.Donno ( 1948) come baricentro Ferdinando Vallese (1909) de- della terza zona di coltivazione scrive per questo territorio; pochi del fico nel Salento, fino agli anni immaginano che anche questa cinquanta; più di 1500 ha a forma del fico possa avere avuto coltura prevalente e più di 1100 diverse varietà coltivate. Capri- a coltura promiscua distribuiti in fico grosso, Gemini I, Gemini II, maniera importante sulla fascia co- Caprifico di S. Antonio solo per citare stierà. Oltre alla varietà descritta si quelli coltivati nei primi anni del nove- annoverano entità come San Giovanni, cento, tutti ugentini, e che fino ad alcuni Sanasa, Fracazzano bianco e rosso, decenni fa hanno avuto grande impor- Maranciana e Patula, evidente riferi- tanza nella coltivazione del fico dome- mento a varietà coltivata in zone palu- stico consentendone l’impollinazione dose). Di particolare interesse storico e quindi la tenuta dei frutti sull’albero.

NEGRO AMARO. LA VARIETÀ E LA SUA GEOGRAFIA

Parlare del contesto geografico per il affronta le terre e la solarità a volte acce- Negro amaro significa parlare del territorio cante di un Salento arido; capace di avvi- salentino nel suo complesso; non vi è cinarsi al mare, come fa il Primitivo nel- infatti angolo di questa terra coltivata a l’area tarantina. vigneto in cui non sia presente il nostro Il Negro amaro è senza dubbio il vitigno vitigno. Tuttavia se proprio una distinzione tradizionale più noto e diffuso del Salento; bisogna farla allora diciamo che le la maggior parte dei vini prodotti in D.O.C. salentine, in cui il vitigno è questa area lo contemplano negli protagonista, disegnano la geo- uvaggi utilizzati. Il colore della grafia delle aree a maggiore buccia ed il sapore del vino sono, produzione e vocazione. probabilmente, all’origine del Emergono così i territori vitivi- suo nome che nel gergo popo- nicoli per eccellenza quali quelli lare salentino diventa Niuru costieri come il litorale tra Porto maru cioè nero ed amaro. In Cesareo, Gallipoli e Ugento, con realtà, alcuni autori vedono un'o- gli alberelli e le spalliere stagliati rigine greca proprio nel nome fa- sul mare e la sabbia, quelli compresi cendolo derivare dalla parola "mavro" tra la costa jonica e la parte centrale della che significa nero; unitamente alla parola penisola con le maggiori superfici lungo latina nigro, si rafforzerebbe il tutto in nero l’asse definito dai comuni di , Ga- nero dando così enfasi esclusiva al colore latina e Copertino, lungo la valle dell’Asso. degli acini. Resta il fatto che i vini del Negro amaro sono notoriamente connotati Abbiamo deciso di parlare di questo vitigno come vini robusti, corposi ed amarognoli. in questo territorio, anche perché è qui, Altri caratteri botanici distintivi sono sulla sponda ionica, che il Negro amaro relativi alla forma dell’acino che è tipica- passa il testimone all’altro vitigno salen- mente subovoide, anche più o meno allun- tino di eccellenza e grande tradizione: il gato, al grappolo che si presenta tronco- Primitivo conico, semplice e compatto alle foglie Il Negro amaro si estende tanto sui che si presentano generalmente grandi terreni rossi, bolosi e calcarei quanto su dal perimetro pentagonale e dal margine quelli grigio cenere; sia su quelli più o diviso in tre o cinque lobi. La maturazione meno profondi, sia su quelli di pochi cen- dell’uva va da fine settembre agli inizi di timetri; vitigno rustico per eccellenza che ottobre.

38 Un bacino con le sponde colonizzate dalla cannuccia di palude (by Tino) 39 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - 5. PARCO "ISOLA DI S. ANDREA E LITORALE DI PUNTA PIZZO"

Squinzano San Cataldo

Campi Salentina Novoli Lecce

Vernole Melendugno Copertino

Porto Cesareo Martano

Galatina Cannole Melpignano Nardò Otranto Galatone Maglie Cutrofiano

Gallipoli Nociglia S. Cesarea Terme Casarano Andrano Castro

Taurisano Racale Tricase

Ugento Presicce Acquarica Alessano Corsano Morciano Salve Bosco e Paludi di Rauccio di Leuca Costa Otranto Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase Patù Isola di Sant'Andrea - Litorale di Punta Pizzo Castrignano del Capo Le Cesine Litorale di Ugento Santa Maria Palude del Conte e Duna Costiera - Porto Cesareo di Léuca Porto Cesareo Porto Selvaggio e Palude del Capitano San Cataldo 40 5. PARCO "ISOLA DI S. ANDREA E LITORALE DI PUNTA PIZZO"

Tipologia: Parco Naturale Regionale Estensione: 1.002 ha

Il Parco di Gallipoli si divide in due rino, la garzetta, la sgarza ciuffetto e il zone: l’isola di Sant’Andrea e l’area di chiurlo piccolo, il falco di palude, la po- Punta Pizzo. L’isola di Sant’Andrea è iana e il gheppio. grande circa 4,5 Km², posizionata nello Il substrato fangoso è sede di cimodo- Jonio a circa un miglio di distanza da cea (Cymodocea nodosa) e della rara Gallipoli. Qui ha sede il faro, una diruta Zostera marina, oltre che da molluschi, struttura un tempo Caserma della Guar- policheti, cnidari e crostacei. dia di Finanza e un piccolo fabbricato in L’isola presenta una elevata salinità, cui venivano custodite le barche. L’isola ragione per cui il suo interno è rappre- è soggetta a forte insolazione durante sentato da steppe salate popolate da l’estate e a vigorosi venti durante l’inver- Salicornia radicante (Arthrocnemum pe- no. È presente un’area lagunosa, colle- renne). È presente il limonio salentino gata al mare attraverso un canale scava- (Limonium japigicum) con i suoi timidi to dall’uomo. e delicati fiori color glicine. Trovano di- Questo fazzoletto di terra rappresenta mora anche il tasso-barbasso (Verba- l’unico sito regionale di nidificazione del scum thapsus), e la specie steppica il rarissimo Gabbiano corso (Larus audo- lino delle fate (Stipa capensis). nii), specie prioritaria, inserita nella Lista L’isola di Sant’Andrea è inoltre circondata Rossa delle specie in pericolo di estin- da una prateria di posidonia (Posidonia zione. L’isola ospita molti uccelli sia mi- oceanica) che la circonda per circa 12 gratori che stanziali, come il gabbiano km. A sud di Gallipoli, sorge invece il comune, il gabbiano reale, l’airone cene- secondo sito protetto dal Parco, zona 41 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

SIC e ZPS. Il sistema costiero dunare è cissima), ofride gialla (Ophrys lutea), popolato da specie vegetali che ben sop- ofride pugliese (Ophrys apulica). portano l’alta temperatura e la salinità, Gli animali che popolano il territorio dette alofile, come il ginepro coccolone sono la volpe, il tasso, il riccio europeo; (Juniperus oxycedrus subsp. Macrocar- rettili come il biacco, il cervone, il colubro pa), la calcatreppola marina (Eryngium leopardino, il ramarro, il geco. Grande è maritimum), il giglio di mare (Pancratium la presenza di uccelli, grazie alla posizio- maritimum) e la campanella delle spiag- ne di Punta Pizzo, anche migratori, che ge (Calystegia soldanella). qui trovano un luogo di sosta e riposo. Verso l’entroterra, nelle aree retrodunali, Oltre la costa e la macchia, troviamo insistono varie zone umide dove si in- una zona umida, paludosa, denominata contrano fitocenosi a giunchi e varie “Li Foggi”. Essa rappresenta un relitto specie di orchidee. Si aprono numerose delle antiche paludi costiere del versante radure che prendono la forma di prati occidentale del Salento. Qui scorre il effimeri in cui si possono ammirare le Fosso dei Samari, oggi quasi del tutto fioriture di silene (Silene colorata), fior cementato. di gallinaccio (Tuberaria guttata), pseu- La forte pressione antropica, le bonifi- dosteppe. Sono presenti anche lo spina- che e la frequentazione del territorio ad pollici (Anthyllis hermanniae), incluso uso turistico, la cementificazione, hanno nella Lista Rossa Regionale, l’erica pu- fortemente condizionato la naturalità del gliese (Erica manipuliflora) inclusa nella sito. Lista Rossa Nazionale, la ginestra spino- L’area è soggetta a prosciugamenti sa (Calicotome infesta) e le orchidee fior nella stagione estiva e allagamenti nella di bombo (Ophrys bombyflora), cimicina stagione invernale: questa caratteristica (Ophrys coriophora) e scura (Ophrys fu- la rende adatta alla presenza di specie sca). di forte interesse come la campanella In questi prati diffusi tra la macchia si palustre (Ipomoea sagittata) e l’orchidea trovano anche il vilucchio striato (Con- palustre (Orchis palustris). Si segnala la volvolus lineatus) (Lista Rossa Regiona- presenza del tritone, del rospo comune le), il fiordaliso cicalino (Centaurea tena- e smeraldino e di libellule. 42 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

Frequentano la palude anche la biscia di costa. dal collare, il martin pescatore e il falco L’area conserva testimonianze di antica di palude. frequentazione, come i siti neolitici rin- Spostandosi a sud, si riscontra una venuti nei pressi del Canale dei Samari grande presenza di Pino d’Aleppo (Pino e Punta della Suina. halepensis) e della piantaggine bianca- Da segnalare anche la chiesetta di San stra (Plantago albicans), che tappezza Pietro dei Samari, esempio eclatante di le dune fossili in prossimità della linea architettura normanna medievale.

GALLIPOLI E IL TERRITORIO INTERNO: UN GIARDINO PROTESO SUL MARE

Gallipoli, la “città bella”, sorge come fiorente in campo agricolo, anche nella corona galleggiante in mezzo all’azzurro produzione di legumi, ortaggi e frutta: qui dello Jonio. La cinta muraria che costeg- venivano coltivati i prodotti venduti poi gia la città vecchia, offre una passeggiata sulla piazza di Gallipoli. perfetta per ammirare le bellezze archi- Nei pressi di Gallipoli, a , viene tettoniche dell’antico borgo di pescatori ancora coltivata un’antica varietà di po- e le case colorate affacciate alla modoro, detto “Pappacocu”, mentre brezza di scirocco e tramon- , antica città messapica, tana. Vicino al Mercato del custodisce alberi secolari di pesce, una lapide ricorda una varietà di arancio il floridissimo commer- chiamata “Piattello”. Qui, cio di olio che, fino al- dove sorgono nobili l’800, fece di Gallipoli palazzi e storiche case uno degli scali più im- di campagna ricca- portanti d’Europa e la mente adornate, resi- fortuna della cittadina e denze di villeggiatura in del circondario. Qui le una delle aree più miti e navi provenienti da ogni gradevoli del Salento, il dove, colmavano le loro stive clima particolarmente caldo del prezioso liquido, utilizzato permette un’ottimale coltivazione nelle metropoli per illuminare le strade e di agrumi che probabilmente venivano dalle industrie come prezioso lubrificante. imbarcati dalle navi, per assicurare ai Gallipoli e il suo circondario, conservano marinai, nei lunghi viaggi per mare, un ancora grandissime estensioni olivetate, apporto di vitamine. che rappresentano la principale coltura, , piccolo paese prossimo a purtroppo sempre più colpite da Gallipoli, è invece famoso per la produ- Co.Di.R.O. Nei comuni più interni, si è zione di un particolare ecotipo di pisello: storicamente sviluppata anche la viticol- il Pisello riccio di Sannicola. tura, sebbene questa abbia subito un Spostandosi un po’ più verso l’interno, declino. Quest’areale è particolarmente incontriamo il comune di . In un 43 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - territorio carsico come quello della pro- Un’ipotesi etimologica fa risalire il suo vincia di Lecce, in cui le acque scorrono nome al greco Charadreon “luogo solcato perlopiù sotterranee, Aradeo si distingue da correnti”. per una caratteristica unica: è attraver- Qui opera una giovane cooperativa sato da ben tre canali di superficie: Asso, agricola che ha recuperato da anziani Raschione e Ruga, che conferiscono alle contadini la coltivazione del Pomodoro sue campagne un aspetto rigoglioso. d'inverno di Aradeo.

44 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

POMODORO INVERNALE

Cosa sarebbe l’Italia senza il pomo- l’ecotipo “giallo d’inverno”, con bac- doro, ed in particolare il Sud Italia? che di buona pezzatura, dal colore Un ortaggio arrivato dall’”altro giallo variabile fino all’arancione. Ca- mondo” ma che lentamente è pene- ratteristica di particolare pregio è nella trato nella nostra cultura alimentare coltivazione in arido, cioè con un ap- e gastronomica, fino a diventarne in- porto minimo di acqua solo nelle pri- discusso sovrano, ingrediente im- missime fasi di crescita. Anche que- mancabile di innu- sta, caratteristica merevoli piatti selezionata in base tradizionali. Il po- alle condizioni pe- modoro da serbo o doclimatiche locali. pomodoro inverna- Il Pomodoro d’in- le, è poi una parti- verno di Aradeo colare cultivar se- dopo la raccolta, lezionata per essere viene conservato conservata per tutta attraverso la tecnica la durata dell’in- della pendula, gra- verno. La selezione genetica ha fun- zie alla quale la sua congenita serbe- zionato perfettamente, tanto che oggi volezza viene esaltata. Sono alcuni alcune varietà di pomodoro invernale giovani del paese ad aver accettato arrivano a mantenere intatto il loro stato di maturazione per più di un la sfida di recuperarne la coltivazione anno dalla raccolta. in grande scala, partendo da pochi Tra questi pomodori serbevoli, c’è semi recuperati da anziani contadini.

PUMMIDORU A PAPPACOCU

“Ritrovato” durante le ri- sferica, di buona pezzatura cerche sul campo con- e di coloro rosso intenso dotte nell’ambito del e uniforme. progetto BiodiverSO È una cultivar estiva, (Biodiversità delle utilizzata per la Specie Orticole mensa e per la della Puglia), preparazione ca- questo tipo di salinga della sal- pomodoro è dif- sa. Grazie al la- fuso nell’area di voro di recupero Parabita, Matino effettuato dal- e Alezio. l’Orto botanico di Lo strano nome Lecce, il pomodoro deriva da un’omo- “a pappacocu” nima susina locale, viene oggi coltivato denominata appunto nuovamente sia per il “pappacocu”, che ne ri- consumo familiare che chiama la forma. Il pomo- a livello di produzione doro Pappacocu è di forma vivaistica. (foto Rita Accogli)

45 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

ARANCIA PIATTELLO DI ALEZIO

Se i Romani conoscevano soltanto Nell’entroterra Gallipolino è presente il cedro, è nel Medioevo ad opera ara- l’arancio Piattello, conosciuto anche ba che si diffusero in Europa altri tipi come “Nostrale di Alezio”; varietà di agrumi come l’arancio amaro e il antica e ormai rara, protagonista della limone. Per trovare l’arancio vecchia agrumicoltura prati- dolce, invece, dobbiamo cata nella zona tra Alezio e attendere i portoghesi, Gallipoli. che lo portarono dalla La forma schiacciata Cina in Europa occi- del frutto le conferisce dentale nella prima il nome che si pre- metà del ‘500. Suc- senta di medie di- cessivamente passò mensioni, con navel in Sicilia e da lì risalì assente e base leg- in Italia. Il nome germente incavata. “portogallo” identifica La polpa è succosa di ancora oggi l’arancio color arancio uniforme dolce in molti luoghi, e sapore dolce e aro- compresa l’Italia. Diffusi matico. dapprima con scopo orna- L’Arancia Piattello di Alezio mentale, è nel Rinascimento che è inserita nell’Atlante dei Prodotti l’utilizzo degli agrumi in cucina si Agroalimentari Tradizionali (PAT) del- afferma, grazie a ricette che fanno la Puglia ed è così chiamata per la ampio uso del sapore agrodolce. forma sferica schiacciata ai poli.

PISELLO RICCIO DI SANNICOLA

Tra i legumi del Salento, è da ricor- È adatto al consumo fresco e secco. dare il Pisello riccio di Sanni- I semi secchi hanno colora- cola, così chiamato per il zione verde-giallognola. In suo viticcio elicoidale. Un passato i legumi rap- tempo coltivato am- presentavano una parte piamente e commer- importantissima della cializzato in tutta la dieta contadina, sia nazione, a partire perché apportavano dagli anni ’50 è stato proteine e altri nu- soppiantato da va- trienti, sia perché rietà standard, ri- potevano essere schiando di andare conservati durante la perduto per sempre. La stagione fredda. pianta, che è molto ru- Oggi questa cultivar di stica e di grande adatta- pisello sta ricevendo nu- bilità, cresce bassa, a ce- merose attenzioni da enti e spuglietto, spesso sensibile a ven- agricoltori per il totale recupero e ti forti. per la valorizzazione.

46 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

FICO D'INDIA "GIALLA O SULFARINA"

Elemento agrario simbolico di que- sto Parco è la varietà più diffusa di fico d’India nel Salento. I frutti, sen- sibili alle manipolazioni, svettano co- piosi, stagliandosi sugli orizzonti ma- rini della fascia costiera occidentale in una delle aree più aride di Italia. Presenza immancabile dei terrazza- menti costieri a colture tradizionali. Trova in tutta la costa salentina habi- tat ideale insieme ad altre due varietà: intenso e la Bianca o Sciannarina più la Rossa o sanguigna dal succo rosso asciutta e pastosa.

SORBO DOMESTICO

Questa specie, originaria dell’Europa compatto dell’albero, si ricavavano sud-orientale, ha una notevole adat- un tempo, viti, ingranaggi ed altre tabilità a clima e terreni diversi; ciò componenti di attrezzi e utensili com- le ha consentito di diffondersi plessi come torchi, fucili ecc... in un’areale di coltiva- La sua presenza, ormai zione estremamente sporadica, nasconde ampio e la rende un passato in cui adatta a valorizzare questa pianta ha gli ambienti mar- avuto una mag- ginali. giore diffusione; È conosciuto nel allo stato spon- Salento con il taneo è possibile nome di survia. Le rinvenire la specie cultivar più diffuse inselvatichita in sono raggruppabili area di macchia e in due grandi gruppi: lecceta. le “sorbo-pera” e le Vetusti esemplari “sorbo-mela” per la so- sono spesso presenti miglianza del frutto alle pere proprio nelle ville e casini o alle mele. Alla maturazione sul- della campagna periurbana delle l’albero (maturazione fisiologica) le cittadine storiche della Provincia; sorbe risultano essere non comme- l’eleganza del portamento non lo ha stibili perché astringenti ed allappanti; lasciato certamente fuori dall’interes- un periodo di post-maturazione porta se estetico dell’aristocrazia locale. all’ammezzimento e quindi alla pos- Gallipoli non è da meno e sono dav- sibilità di consumo diretto. Dai frutti vero mirabili alcuni esemplari più vec- si ricavano anche marmellate e con- chi presenti nelle dimore storiche del- fetture, mentre dal legno durissimo e la villeggiatura estiva.

47 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - 6. PARCO PORTO SELVAGGIO E PALUDE DEL CAPITANO

Squinzano San Cataldo

Campi Salentina Novoli Lecce

Vernole Melendugno Copertino

Porto Cesareo Martano

Galatina Cannole Melpignano Nardò Otranto Galatone Maglie Cutrofiano

Gallipoli Nociglia S. Cesarea Terme Casarano Andrano Castro

Taurisano Racale Tricase

Ugento Presicce Acquarica Alessano Corsano Morciano Salve Bosco e Paludi di Rauccio di Leuca Costa Otranto Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase Patù Isola di Sant'Andrea - Litorale di Punta Pizzo Castrignano del Capo Le Cesine Litorale di Ugento Santa Maria Palude del Conte e Duna Costiera - Porto Cesareo di Léuca Porto Cesareo Porto Selvaggio e Palude del Capitano San Cataldo 48 6. PARCO "PORTO SELVAGGIO E PALUDE DEL CAPITANO"

Tipologia: Parco Naturale Regionale Estensione: 1.500 ha

Il Parco di Porto Selvaggio rappresenta cinalis), fillirea (Phillyrea latifolia), alater- un mosaico di biodiversità, natura, pae- no (Rhamnus alaternus), salsapariglia saggi mozzafiato, valenze archeologiche. (Smilax aspera) e gnidio (Daphne gni- Racchiude 300 ha di pineta e 7 chilometri dium). Si segnala inoltre la presenza del di falesia alta e incontaminata, dalla qua- fragno (Quercus trojana) e delle più co- le si può godere di paesaggi di incante- muni quercia virgiliana (Quercus virgilia- vole bellezza. Il pino d’Aleppo (Pinus na), del leccio (Quercus ilex) e del carrubo halepensis) è stato piantumato negli anni (Ceratonia siliqua). Vi sono inoltre dei ’50 per volontà dello Stato, con lo scopo rari esemplari di ginepro fenicio (Junipe- di rimboschire terreni spogli, spesso in- rus turbinata). teressati da incendi, soggetti a dilava- L’alta costa rocciosa è l’ambiente in mento. Sotto le chiome dei pini, crescono cui crescono specie di interesse biogeo- arbusti come il lentisco (Pistacia lenti- grafico, come la campanula pugliese scus), il mirto (Myrtus communis) e oli- (Campanula versicolor), l’alisso di Leuca vastri (Olea europea varoleaster), i cui (Aurinia leucadea), il kummel di Grecia semi sono disseminati da uccelli e altri (Carum multiflorum) e la scrofularia pu- piccoli animali. gliese (Scrophularia lucida). Tra gli uc- La macchia mediterranea si estende celli, sono segnalati: l’occhiocotto, la per circa 50 ha. Le essenze presenti sono capinera, l’upupa, il fanello, il merlo, la il timo (Thymus capitatus), cisti (Cistus quaglia, il cardellino, il cuculo dal ciuffo, incanus, salvifolius, monspeliensis), varie il rigogolo, l’allodola, la gazza; tra i rapaci orchiedee, rosmarino (Rosmarinus offi- il gheppio, la poiana, il grillaio, la civetta, 49 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

l’assiolo, il gufo e il barbagianni. Non ziano. mancano i rettili come il biacco, il colubro La Palude del Capitano rappresenta un leopardino, il cervone, il ramarro, la lucer- ambiente di notevole interesse, caratte- tola e la luscengola. Tra i mammiferi sono rizzato da formazioni carsiche che danno presenti la volpe, il tasso, la donnola, il luogo a specchi d’acqua in cui si mischia- riccio. Nei pressi di Torre Uluzzo è pre- no acque salmastre, provenienti dal mare, sente un importante sito archeologico, la e acque dolci che sgorgano da sorgenti Grotta del Cavallo, dove sono state sco- sotterranee. La Palude ospita numerose perte le più antiche testimonianze pugliesi specie di animali acquatici e anche raris- dell’uomo moderno. La Grotta era già sime specie vegetali come lo spinaporci frequentata 45 mila anni fa, come attesta- (Sarcopoterium spinosum) e grandi diste- to da numerosi reperti, che restituiscono se di salicornia (Arthrocnemum glaucum). dettagli preziosi sulla presenza di una In questo ambiente dimorano esemplari cultura specifica, quella dell’Uomo Uluz- di avifauna tipicamente palustri.

LE UBERTOSE TERRE DI NARDÒ E IL SUO CIRCONDARIO

Nardò è uno dei comuni più grandi della provincia di Lecce, ricco di storia e con un grande patrimonio culturale e ambientale. Il centro abitato racchiude punti di interes- se notevoli, essendo stato anche sede vescovile. Le sue marine sono tra le più ricercate e apprezzate mete turistiche. Nardò rappresenta il confine meridionale della Terra d’Arneo, una vasta area che arriva fino alla provincia di Taranto e Brin- disi. Questa era anticamente una zona paludosa che solo dopo le bonifiche è stata utilizzata per il pascolo e per l’agricoltura. 50 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

CECE DI NARDÒ

Il Cece di Nardò è un particolare ne salentina. Il sapore e la cuocibilità ecotipo diffuso nel territorio neretino di questo legume sono da attribuire e in alcuni comuni limitrofi ai terreni su cui viene pro- come , Coper- dotto: trova il suo am- tino e Galatone. Le biente ottimale nelle granelle sono sferi- terre fertili di origine che, di piccola di- alluvionale diffuse mensione, lisce. nel comprensorio La caratteristica neretino. Il Cece peculiare del di Nardò è stato Cece di Nardò è da poco inserito quella di gene- nell’elenco dei rare, in piccola PAT della re- parte, semi di gione Puglia, colore bruno, che certificandone la un tempo venivano storicità della eliminati per via produzione sul ter- della loro maggiore ritorio neretino. As- resistenza alla cottura. Lo sociazioni del territorio si semina nel periodo che stanno lavorando alla sua coincide con la celebrazione di San valorizzazione e all’istituzione di una Sebastiano, come prevede la tradizio- Comunità di produttori.

CICORIA DI GALATINA

La Cicoria di Galatina è co- la pianta continua ad emettere nosciuta anche come altri germogli che vanno “puntarella”, perché sua recisi alla base, la- prerogativa è quella di sciando intatta la emettere numerosi pianta. germogli “a punta”, È un prodotto ri- i cosiddetti ciccioli, cercatissimo dal che possono es- mercato e molto sere consumati apprezzato, anche sia crudi che cotti. su scala nazio- Si semina in tarda nale. estate e si racco- Oltre ad essere glie durante l’in- consumata cruda, verno. La prima la Cicoria di Galatina produzione è costitu- è ottima anche cotta: ita da un cespo di ger- la cucina tradizionale la mogli raccolti al centro vede protagonista di mol- della pianta; dopo il primo taglio, tissime ricette.

51 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

MELONCELLA TONDA DI GALATINA

La Meloncella tonda di glio, basse, di piccole di- Galatina è un ortaggio mensioni; generano in riscoperto grazie alle media pochi peponi. indagini svolte Le Meloncelle tonde nell’ambito del sono precoci, progetto regio- dall’aspetto vi- nale BiodiverSO vido, buccia lu- (Biodiversità cida, costolute. delle Specie Il colore è verde Orticole della brillante, con Puglia). Diffusa chiazze più esclusivamente chiare in corri- nel territorio di spondenza delle Galatina, la tonda è scanalature; il sa- una meloncella arri- pore è dolce e la vata ai giorni nostri consistenza acquosa, grazie alla riproduzione di più di altre varietà. sementi tramandate da gene- Per la sua coltivazione sono razioni di contadini. Può raggiungere totalmente assenti impianti di irriga- anche notevoli dimensioni, mante- zione: cresce in completa aridocol- nendo freschezza e croccantezza. Le tura. La meloncella tonda è un pro- piante hanno un portamento a cespu- dotto PAT.

ALBICOCCA DI GALATONE

L’Albicocco di Galatone è una cinquant’anni circa, senza ne- cultivar dalle caratteristiche cessitare di eccessivi inconfondibili: il suo trattamenti antiparas- profumo inebriante, il sitari se innestati su colore chiarissimo adeguati portainne- dell’epidermide, le sto. Nelle campa- screziature rossa- gne di Galatone stre nella parte esistono esemplari esposta al sole. La di età quasi seco- polpa è cremosa e lare, che testimo- succosa, il sapore niano la forte re- molto dolce. L’al- sistenza di questa bicocca è di piccola varietà e la sua pezzatura e di ma- tradizionale colti- turazione precoce, in vazione. Anche que- genere nella prima sto prodotto è stato quindicina di giugno. Gli riconosciuto PAT e a Ga- alberi sono molto longevi e latone sono attivi progetti per possono produrre fino all'età di la sua valorizzazione.

52 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

LIMETTA ACIDA O VERACETTO

Questa rara e particolare limetta in particolare negli Orti Botanici è un alberello con rami piut- meridionali; nel Salento, noto tosto irregolari e giovani con il nome di “Veracetto”, rametti provvisti di spine si ritrova in diversi giar- corte, rigide ed appuntite dini storici di Lecce e con frutti dalla buccia della zona Nardò, molto sottile e difficile spesso proprio nelle da togliere. Il succo ha dimore storiche della aroma penetrante, acido villeggiatura estiva. ma gradevole e profu- Viene usato nella pre- mato. Questa specie ap- parazione di rosoli ma partiene al gruppo delle potrebbe essere ulterior- limette acide coltivate anche mente valorizzato anche nel nel resto del Mezzogiorno d’Italia, campo della profumeria.

AZZERUOLO

La specie, Crataegus azarolus, è al Trattato del Fico costituiscono gli originaria dell’ Asia minore ed unici volumi interamente è conosciuto sin dal- completati della Pomona l’antichità in tutto il Italiana. bacino del Medi- Nel Salento la sua terraneo. L’azze- presenza è spes- ruolo è un albero so legata ai dal legno molto giardini delle duro che rie- dimore stori- sce a vegetare che signorili anche in zone dove la sua molto aride e funzione fortemente principale è calcaree. più di natura I frutti, pic- estetica che coli pomi sub- fruttifera. sferici, sono L’azzeruolo stati utilizzati rosso è la forma come alimento di più diffusa in alcu- sussistenza nei paesi ne dimore storiche d’origine; in Italia ha ri- della Cintura leccese e vestito un ruolo marginale ma della costa neretina dove è sempre stato presente nei frutteti vegetano vetusti esemplari. domestici (Scortichini, 1990). I frutti a maturità sono color rosso Nonostante questa marginalità, Gal- vico, granato, piccoli e tondeggianti, lesio (1820) dedica a questa specie presentano spesso fenditure dirette Il trattato del Lazzeruolo, che insieme in tutte le direzioni.

53 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - 7. RISERVA NATURALE ORIENTATA REGIONALE "PALUDE DEL CONTE E DUNA COSTIERA - PORTO CESAREO"

Squinzano San Cataldo

Campi Salentina Novoli Lecce

Vernole Melendugno Copertino

Porto Cesareo Martano

Galatina Cannole Melpignano Nardò Otranto Galatone Maglie Cutrofiano

Gallipoli Nociglia S. Cesarea Terme Casarano Andrano Castro

Taurisano Racale Tricase

Ugento Presicce Acquarica Alessano Corsano Morciano Salve Bosco e Paludi di Rauccio di Leuca Costa Otranto Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase Patù Isola di Sant'Andrea - Litorale di Punta Pizzo Castrignano del Capo Le Cesine Litorale di Ugento Santa Maria Palude del Conte e Duna Costiera - Porto Cesareo di Léuca Porto Cesareo Porto Selvaggio e Palude del Capitano San Cataldo 54 7. RISERVA "PALUDE DEL CONTE E DUNA COSTIERA - PORTO CESAREO"

Tipologia: Riserva Naturale Orientata Regionale Estensione: 670,62 ha di zona centrale e 277,54 ha di fascia di protezione

Palude del Conte (by Andrea Fistetto)

La Riserva Naturale Orientata compren- pescatore. È possibile rinvenire anche il de un’area umida molto vasta, estesa raro tritone italiano, in via di estinzione. lungo la costa di Porto Cesareo, e un La Palude ospita anche rettili come il importante sistema dunare con pregevoli colubro leopardino e la testuggine d’ac- formazioni di sclerofille e ginepri di età qua, oltre a numerosi invertebrati. Nei plurisecolare. tratti più salinizzati, è presente la flora La palude del Conte è tra le più vaste alofita. L’area umida conserva alcune del Salento. Qui, dolci acque sorgive specie inserite nella Lista Rossa, tra cui sgorgano verso il mare, e sono state ricordiamo l'orchidea di palude (Orchis oggetto di bonifiche già dai tempi dei palustris) e la campanella palustre (Ipo- Romani con il fine di ridurne la capacità moea sagittata). invasiva. Grazie a questo ambiente umi- A monte del canale, si estende il bosco do, l’area è frequentata da una variegata misto con il suo pregiato sottobosco. avifauna, sia migratoria che stanziale. È possibile osservare porciglioni, gallinelle Oltre quest’area, sopravvivono la gariga, d’acqua, tuffetti, garzette, aironi cenerini alternata a pratelli e pseudosteppa. e , in primavera, è possibile ammirare il Una caratteristica peculiare della Riserva, passaggio di marzaiole e di cavalieri è la presenza delle cosiddette Spunnula- d’Italia. Nei numerosi canneti trovano te, ovvero sprofondamenti causati dimora il migliarino di palude, il pendoli- dall'azione erosiva di acque dolci e salate. no, la cannaiola, il forapaglie, il canna- Queste danno luogo ad un ambiente del reccione, l’usignolo di fiume, il martin tutto particolare, sia dal punto di vista 55 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - paesaggistico che da quello ecologico, presenti gariga e macchia bassa ed è determinando la presenza di specie eu- importante la presenza del raro ranun- rialine come il nono (Aphanius fasciatus) colo di Baudot (Ranunculus baudotii) e e di specie alofite quali lo spinaporci della piantaggine biancastra (Plantago (Sarcopoterium spinosum). albicans). Sullo scoglio Mojuso si segna- La laguna di Porto Cesareo è delimitata la la presenza del giaggiolo salentino dalla Penisola della Strea a sud e, a nord, (Iris revoluta), specie puntiforme ende- dalla cortina di isolotti chiamati Isola mica del Salento. Grande o dei Conigli, Scoglio Mojuso, di Procedendo verso Taranto ci avvicinia- Terra e della Malva. Queste formazioni mo ad un’altra Area Protetta, la Riserva sono dovute a fenomeni di sprofonda- naturale regionale orientata del Litorale mento simili a quelli che hanno dato tarantino orientale, entrando nel pieno luogo alle Spunnulate. Queste formazioni dela paesaggio agrario del Primitivo di hanno struttura simile, con scoglio bas- . so, e ospitano l’endemismo salentino Le dune del litorale sabbioso, come i statice pugliese (Limonium japigicum), ripari di pietre a secco ed i terrazzamenti la salicornia e la porcellana marina (Ha- di quello roccioso, hanno custodito per limione portulacoides). I fondali sono anni le terre della vite, dell’olivo, del fico; ricchi di posidonia e Cymodocea, in cui hanno permesso di esaltare qualità in- si riproducono un gran numero di pesci trinseche nelle specie e varietà agrarie e organismi marini. Importante anche la tradizionali, di sfruttarne la precocità di presenza di una ricca avifauna. maturazione mediante una “forzatura” Nell’area centrale della Strea sono naturale dei loro cicli.

56 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

POMODORINO DI MANDURIA

Il Pomodorino di Manduria è un campo e successivamente di- ecotipo diffuso in area taran- radato, fruttifica fino ad ago- tina e brindisina. La forma è sto-settembre. Caratteristica ovoidale, i frutti sono spesso del Pomodorino di Manduria di dimensioni differenti ma è il basso fabbisogno di comunque di piccola pez- acqua, il che lo rende adatto zatura. Il colore è rosso bril- all’aridocoltura. Dal 2018 lante, uniforme. Viene semi- questo pomodoro è Presidio nato nel mese di marzo in pieno Slow Food.

FICO "ARNEO"

È verosimile che il nome faccia rife- rimento ad una vecchia coltivazione in territorio d’Arneo. Si tratta, in ogni caso, della varietà più identificativa del Parco, nota ai più anziani per il sapore parti- colare che la distingue dalle varietà più comuni. La polpa, non granulosa nei fioroni, è nettamente più pastosa e rossa nei fòrniti che sono piccoli dalla caratteristica forma sub sferica con costolature più o meno parallele. Ve- tusti esemplari puntellano il litorale in terreni ormai incolti e acquitrinosi.

CAROSELLO DI MANDURIA

Il Carosello di Manduria è conosciuto aridocoltura. Se un tempo questo gu- anche come Cummarazzu o stoso ortaggio risultava più Carusella nell’areale di col- diffuso, oggi la sua coltiva- tivazione, che coincide con zione comprende all’in- i comuni di , circa 10-15 are, deter- , Manduria, minando il pericolo di Sava, Oria e Torre Santa totale scomparsa. Il Di- Susanna. Ha forma STeBA dell’Università di sferica, colore verde Bari, durante le attività di chiaro, con costolature e caratterizzazione, ne ha striature più scure in cor- comprovato le eccellenti rispondenza dei solchi. La qualità nutrizionali e le pro- pianta, dal portamento a ce- prietà riequilibranti, detossifi- spuglietto basso, viene coltivata in canti e cardio-protettive.

57 PRIMITIVO DI MANDURIA

Il nome Primitivo ha a che fare con croato. Si tratta di casi frequenti in il periodo di maturazione dell’uva; in cui il grande patrimonio di biodiversità effetti, nell’ambito delle varietà da che le specie agrarie offrono all’uma- vino, è una delle più precoci consen- nità, viene meglio definito attraverso tendone la raccolta già alla fine indagini comparative che evi- di agosto. denziano le molte sinonimie La descrizione morfolo- ed omonimie presenti. gica, tuttavia, può non Qui però la sinonimia essere sufficiente a de- riscontrata non toglie finire con esattezza un nulla all’identità speci- vitigno e distinguerlo fica di ognuno dei vitigni nettamente da altri; studi coinvolti; ognuno pro- di caratterizzazione ge- duce il vino che produce netica hanno permesso di nel contesto agrario ed confermare i rapporti di ecologico di riferimento. parentela tra il Primitivo ed Possono essere identici i altri vitigni, con caratteristiche geni ma non sono identici i vini. simili e diffusi in altre parti del mondo. Forse in nessun altro caso, come nella Proprio nell’ambito di questi studi, vite, ogni singola variabile che si so- conclusi alla fine degli anni ‘90, è vrappone al corredo genico, come il stata riscontrata la sostanziale iden- terreno, il clima, il sistema di alleva- tità genetica tra il nostro vitigno, lo mento, la vinificazione ha un effetto Zinfandel californiano e lo Crljenak così forte nel prodotto finale.

Costa rocciosa bassa con elementi agrari diffusi (by Art Anderson) 58 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

I PAESAGGI RURALI RELITTI I paesaggi agrari più arcaici ed il recupero della biodiversità

Si tratta di ambienti fortemente con- le varietà domestiche di un tempo per servativi nei quali si rinvengono ormai averne frutti buoni; è il caso del perastro, poche piante coltivate ma, tra queste, è del prugnolo, dell’amarena, del mandorlo possibile imbattersi in varietà antiche amaro. scomparse altrove. Elemento di un pae- saggio relittuale che oggi diventa testi- . MASSERIE monianza storica e inaspettato giaci- Unità autosufficienti (XV- XIX sec) mento di biodiversità. legate ad attività agricole estensive. I La presenza di maggiore biodiversità terreni erano impegnati, prevalentemen- frutticola è fortemente connessa a questi te, a seminativo, pascolo e uliveto; pochi paesaggi più conservativi del Salento. I gli alberi da frutto, legati spesso al solo giardini delle dimore storiche, i frutteti consumo degli abitanti. In alcune entità familiari, le “chiusure”, le vecchie cave e storiche di rilievo sono presenti, tuttavia, gli appezzamenti fortemente parcelliz- corti interne con frutteti relitti in cui è zati come i terrazzamenti costieri sia possibile rinvenire ancora entità fruttifere della costa occidentale che di quella antiche. Tutti i parchi leccesi sono, in orientale rappresentano ancora veri gia- diverso modo, interessati dalle Masserie cimenti di germoplasma fruttifero intro- con esempi di particolare interesse. vabile altrove. È ancora frequente trovare biodiversità . TERRAZZAMENTI COSTIERI rifugiata al “margine” come filari di giug- gioli lungo le stradine rurali o nel cuore Questa caratteristica forma di sistema- de muretti a secco dove spesso i proge- zione dei terreni in forte pendio è presen- nitori selvatici sono stati innestati con te nel Parco “Costa Otranto Leuca e Bo- 59 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

Enorme mantagnata sulla costa di Marittima sco di Tricase” ed, in parte nel Parco di ramente peggiorato la situazione. Porto selvaggio. In tutti i casi l’elemento rurale dominante è rappresentato da ro- . “MANTAGNATE” busti muretti a secco per il contenimento Nel dialetto salentino “mantagnu” si- del terreno. gnifica riparo e “mantagnata” è luogo Oltre all’olivo i distinguono presenze riparato dal vento, immerso nel tepore arboree come il fico, con varietà più adat- dei raggi del sole. tate all’ambiente di costa, il carrubo, Così si chiamano delle muraglie di l’olivo, fico d’India e specie come il cap- pietre a secco costruite per proteggere pero. le piante (olivi, vite, fichi ecc ) dal vento È qui tuttavia che si concentrano la salso lungo la costa o dai venti freddi maggior parte degli oliveti tradizionali nell’entroterra. che ne costituiscono lo scenario princi- La loro esistenza quasi inosservata, pale. l’estrema semplicità delle forme hanno A causa della scarsa convenienza contribuito, forse, a tenerle in ombra nella produzione dell’olio, questi oliveti, rispetto ad altri elementi del paesaggio specie quelli piccoli o di difficile colti- rurale. vazione, sono oggi sempre più a rischio Ve ne sono di imponenti, alte circa sei di abbandono con gravi conseguenze metri; un enorme mosaico di pietre cal- all’economia, al paesaggio e alla cultura caree, grigie, eretto al cielo a dispetto agricola che contraddistingue l’intero dello scirocco, dell’acqua e di tutto ciò territorio. L'arrivo del Co.Di.R.O. ha chia- che il tempo ha fatto passare da queste 60 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ - parti. Un mosaico senza alcuna traccia fabbricazione dei cannizzi. di collanti, senza alcun accenno di crol- . “CURTALI” O “NCURTATURI” lo, immobile nella sua stabilità. Una serie di opere ciclopiche a difesa Sono piccoli fortini, quasi sempre di di fichi, qualche olivo, filari di vite, fichi forma rettangolare, con muri, alti fino a d’India. Una porta le attraversa per pas- quattro metri. sare da un appezzamento all’altro su Si rinvengono principalmente nelle aree scalini della stessa roccia; l’ultima porta periurbane ma ve ne sono alcuni di stra- si apre spesso sul mare. ordinaria bellezza nei paesaggi Proprio in questi ambiti sono state più interni di alcuni parchi leccesi. rinvenute le varietà più rare di alcuni dei All’interno oltre a ricoveri per le bestie fruttiferi censiti in questi anni in specifici vi trovavano dimora gli alberi da frutto progetti di ricerca. anticamente più ricercati come agrumi e noci ma anche melograni, peri, coto- . IL PAESAGGIO DEL FICO, gni, giuggioli, nespoli europei. IL RETAGGIO DEL “BENIFICATU” Alcuni di questi manufatti mostrano ancora i segni di una architettura conta- Nel passato, la terra sassosa, macchio- dina più sofisticata con la presenza dei sa ed incolta fu “concessa” ai contadini cosiddetti muri paralupi dalla caratteri- per essere bonificata, nasce così il stica forma a prua di nave con inclina- “beneficatu” nel quale veniva seminato zione verso l’esterno del perimetro in l’orzo, il grano, le leguminose da granella. modo da crollare addosso al ladro di La coltura principale era però costituito turno o all’animale incauto che si accin- da alberi giovani piantati dopo la bonifica gesse ad entrare. che, nell’attesa dell’entrata in produzione erano accompagnati dal più precoce fico. . I PERCORSI DEI PASCOLI Un tipico “beneficatu” aveva: la “pajara”, le “spase”, le “littere” e il “furneddhu”. Lungo le vie di spostamento delle greggi La pajara serviva ad ospitare il conta- è frequente incontrare frutti domestici dino nei periodi di massima raccolta; nei nuclei di macchia arbustiva e selvag- spase e littere erano piattaforme di pietre gia. Peraglie e susine sono le entità più usate per l’essiccazione dei fichi; il frequenti in questo paesaggio di transi- furneddhu per infornare gli stessi. zione tra il selvatico ed il coltivato. I Forme assolutamente relitte si osser- “cugini” selvatici di questi frutti come il vano ancora nelle campagne più impervie perastro (Pyrus amygdaliformis) ed il e nascoste. Non è raro trovarvi nei pressi prugnolo (Prunus spinosa) hanno offerto, nuclei di Canna comune (Arundo donax) nel tempo, la possibilità di rendere frutti tenuta in grande considerazione per la buoni e succosi mediante l’innesto; in questo casi i pastori-contadini pratica- vano questa pratica lungo il loro percor- so e si garantivano, in questo modo, presenze fruttifere frugali e rustiche, utili soprattutto all’approssimarsi della stagione secca. 61 - GIACIMENTI DI BIODIVERSITÀ -

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APPENDICE DIDATTICA

A conclusione della guida proponiamo una semplice esperienza didattica che può essere effettuata nelle scuole o in tutte le occasioni ed eventi in cui si possono coinvolgere i bambini in percorsi di avvicinamento all’agrobiodiversità.

LABORATORIO DI POMOLOGIA

Il laboratorio consiste nell’eseguire un vero e proprio Panel test di varietà fruttifere o di ortaggi che possono essere consumati freschi; al panel segue la descrizione dei campioni e la loro rappresentazione grafica. La scheda allegata offre un esempio possibile in cui oltre alla osservazione viene proposta la compilazione di campi relativi al gusto, olfatto, tatto dei campioni proposti. La scheda può essere quindi persona- lizzata sulla base dei contenuti specifici che si vuole affrontare, frutti antichi, ortaggi, confronto tra campioni commerciali e campioni tradizionali.

Finito di stampare GIUGNO 2019

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Parco Naturale Regionale Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase

Centro di Ricerca Sperimentazione e Formazione in Agricoltura "BASILE CARAMIA"

ISBN 9788894483802