DI Provincia di

Valutazione Ambientale Strategica della Variante al Piano Regolatore Generale

Direttiva 2001/42/CE; D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i.

Sintesi non Tecnica del Rapporto Ambientale

0 23 maggio 2015 Dott. Tommaso Pagliani Arch. Marcello Di Toro REV. DATA REDATTO DA: APPROVATO DA:

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SOMMARIO

1. CONTENUTI E OBIETTIVI PRINCIPALI DELLA VARIANTE AL PRG ...... 1 1.1 CONTENUTI E OBIETTIVI ...... 1 1.2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI E RAPPORTI CON ALTRI PIANI E PROGRAMMI ...... 2 2. ASPETTI PERTINENTI DELLO STATO ATTUALE DELL'AMBIENTE ...... 5 2.1 ARIA ...... 5 2.1.1 Emissioni in atmosfera ...... 5 2.1.2 Aria ambiente ...... 6 2.2 ACQUA ...... 8 2.2.1 Acque superficiali ...... 8 2.2.1 Acque lacustri...... 9 2.2.3 Acque sotterranee ...... 9 2.2.4 Fognatura e depurazione ...... 9 2.3 SUOLO ...... 10 2.3.1 Siti contaminati ...... 10 2.3.2 Rifiuti ...... 10 2.4 AGENTI FISICI ...... 11 2.4.1 Rumore ...... 11 2.4.2 Radiazioni ...... 11 2.5 AMBIENTE NATURALE ...... 13 3. CARATTERISTICHE AMBIENTALI, CULTURALI E PAESAGGISTICHE DELLE AREE POTENZIALMENTE INTERESSATE IN MODO SIGNIFICATIVO ...... 15 4. PROBLEMI AMBIENTALI ESISTENTI PERTINENTI ALLA VARIANTE ...... 15 5. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE ...... 17 6. POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI SULL'AMBIENTE ...... 19 7. MISURE PREVISTE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE EVENTUALI IMPATTI NEGATIVI ...... 20 8. SINTESI DELLE RAGIONI DELLA SCELTA DELLE ALTERNATIVE ...... 21 9. DESCRIZIONE DELLE MISURE DI MONITORAGGIO E CONTROLLO ...... 21

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1. CONTENUTI E OBIETTIVI PRINCIPALI DELLA VARIANTE AL PRG

1.1 Contenuti e obiettivi

A distanza di dieci anni dall’approvazione del vigente P.R.G., di seguito Piano, (delibera di C.C. n. 2 del 16/02/2004, pubbl. BURA n. 10 del 31/03/2004), il Comune di Casoli ha constatando che il Piano non ha fornito risposte urbanistiche soddisfacenti alle seguenti problematiche:

- Nuova perimetrazione delle aree di espansione residenziale previste nel Piano, con l’obiettivo di contenere il consumo di suolo, inteso quale bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi ecosistemici, da effettuare mediante una sistematica e notevole riduzione delle aree edificabili, rimaste inattuate ed inattuabili per le seguenti motivazioni: imposizione di vincoli sovraordinati postumi alla data di approvazione del Piano (PAI, PSDA, Microzonazione sismica, ecc.); impossibilità di edificabilità dovuti alla reale conformazione dello stato dei luoghi (presenza di reti idriche, rete alta tensione, strade non accatastate, morfologia del terreno, ecc.); espressa richiesta di riclassificazione in zona agricola da parte di proprietari di terreni individuati come edificabili.

- Riduzione della pressione fiscale prodotta dall’I.C.I./I.M.U., eliminando aree edificabili (in particolare le zone B6 di Completamento Extraurbano) che, di fatto, non possono essere attuate sia per l’orografia e la morfologia degli stessi e sia per la mancanza delle urbanizzazioni.

- Eliminazione delle aree preordinate all’esproprio previste nel vigente Piano e non attuate, alla luce della loro decadenza quinquennale e, quindi, dell’avvenuta scadenza dei termini. L’eliminazione è stata decisa avendo constatato che le attuali aree destinate al soddisfacimento degli standard di cui al DM 1444/68, sono più che sufficienti al rispetto dei minimi imposti dalla vigente normativa (v. tabella soddisfacimento degli standard nella Relazione della Variante).

- Conferma delle attuali aree produttive artigianali, commerciale ed industriali, cosi come riportate nei vigenti Piano Territoriale Attività Produttive (PTAP) e Piano Regolatore Territoriale Consortile (PRTC), affrontando in concreto le problematiche socioeconomiche legate alle piccole attività presenti sul territorio, censite singolarmente e riportate nella cartografia come attività artigianali e commerciali incompatibili esistenti ed appositamente regolamentate.

- Aderenza alle molteplici innovazioni di natura legislativa verificatesi nel decennio di vigenza del Piano, come l'approvazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI - prima adozione Deliberazione G.R. del 23.03.2005, n. 422; definitiva approvazione con D.G.R. del 14/04/2008, n. 312/C, e D.C.R. verbale del 27/05/2008), diretto a disciplinare le destinazioni d'uso del territorio nelle aree a pericolosità molto elevata (P3), elevata (P2) e moderata (P1).

Per quanto sopra il Comune ha ritenuto necessario approntare la Variante Generale al Piano, di seguito Variante, che sulla base dei predetti assunti riduce notevolmente le attuali aree edificabili ed il consumo del suolo. Con la Variante, infatti, si prevede la riduzione di mq. 863.744 delle aree edificabili, il che riduce la superficie utilizzabile per l’edificazione a circa 9.056 mq, al netto di quella già asservita per l’edificazione attuata, per circa 302 nuovi abitanti da insediare applicando il rapporto di 30 mq/ab), pari al 5,23% rispetto agli attuali 5.771 abitanti residenti al 31/12/14.

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Tale previsione è molto al di sotto di quanto stabilito dalle vigenti NTA del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (art. 56, punto 4) per il Comune di Casoli, appartenente alla struttura della Rete Urbana Intermedia.

La Variante tiene inoltre conto dell’attuale contesto di bassa domanda e scarsità di risorse, soprattutto nel campo urbanistico - edilizio, operando scelte dettate dal principio della ragionevolezza che deve guardare sia alla definizione del sistema degli obiettivi perseguibili, sia ai criteri ed ai metodi di formazione e gestione del piano, dando centralità alle effettive esigenze della comunità.

Per la formazione della Variante il Comune ha scelto di procedere secondo il processo dell’urbanistica partecipata, che valorizza ed incorpora il contributo della cittadinanza ottenuto in seguito ad incontri e inviti pubblici alla formulazione di suggerimenti, richieste e proposte. In questo modo il Comune ha creato le condizioni per la conversione in risorsa dei conflitti, altrimenti paralizzanti, promuovendo al contempo la crescita civile e rafforzando il senso di appartenenza alla cosa pubblica.

Il Comune ha registrato una risposta della cittadinanza notevole, con 128 istanze di vario genere ufficialmente presentate, oltre quelle scaturite dagli incontri svolti nel corso della redazione della Variante. Per la gran parte, i contributi raccolti erano orientati alla riduzione delle aree edificabili, il che è risultato di fondamentale importanza per l’individuazione delle scelte urbanistiche della Variante. In tal senso, il Comune ritiene di aver assunto il ruolo di “Ente locale territoriale preposto alla cura degli interessi della comunità comunale, di cui promuove lo sviluppo socio- economico”, attivando “tutti gli strumenti affinché il rapporto fra cittadino ed Ente locale sia facilitato, i diritti dei cittadini vengano pienamente tutelati e le forme di partecipazione democratica vengano concretamente attuate, per restituire al cittadino il proprio ruolo di protagonista della vita politica e istituzionale” 1.

Per una migliore comprensione delle previsioni della Variante, sono state predisposte ed inserite nell’Allegato 1 le cartografie riportanti le zone del territorio comunale interessate dalla Variante stessa unitamente ai vincoli ivi esistenti. Dal punto di vista metodologico, è stata predisposta preliminarmente la carta dei vincoli e successivamente si è provveduto a identificare le aree idonee a recepire le previsioni dello strumento urbanistico. Tale modalità operativa, utile per l’identificazione delle criticità, produce una descrizione composita dell’ambiente d’intervento del piano e mira ad evidenziare soprattutto i problemi (rischi, vulnerabilità, sensibilità) e le opportunità, relative alla realizzazione del piano stesso.

1.2 Riferimenti legislativi e rapporti con altri piani e programmi

La redazione della Variante è stata effettuata a seguito di numerose innovazioni di natura legislativa quali:

- D.lgs. 30 maggio 2008, n. 115 “Attuazione direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e abrogazione direttiva 93/76/CEE”; - D.lgs. 26 marzo 2008, n. 62 e 63 ”Disposizioni correttive ed integrative al d.lgs. n. 42 del 2004”; - D.M. (svil. econ.) 11 marzo 2008 ”Attuazione dell'art. 1, comma 24, lettera a), legge n. 244 del 2007, per la definizione dei valori limite di fabbisogno di energia primaria annuo e di trasmittanza termica ai fini dell'applicazione dei commi 344 e 345 dell'art. 1 della legge n. 296 del 2006”;

1 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale 2

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- D.M. (svil. econ.) 22 gennaio 2008, n. 37 “Regolamento recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici in attuazione della legge n. 133 del 2008”; - D.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 ”Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale come aggiornata dalla L. 210/2008”; - D.M. (infrastr.) 14 gennaio 2008 ”Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni”; - Legge 19 dicembre 2007, n. 243 “Conversione in legge del D.L. n. 180 del 2007: Differimento di termini in materia di autorizzazione integrata ambientale e norme transitorie come aggiornata dalla legge n. 31 del 2008”; - D.M. (lavoro) 24 ottobre 2007 ”Documento unico di regolarità contributiva”; - D.lgs. 29 dicembre 2006, n. 311 ”Disposizioni correttive ed integrative al D.lgs. n. 192 del 2005, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia” (con Allegati); - D.M. (bb.cc.aa.) 27 settembre 2006 ”Criteri e modalità per la verifica dell'interesse culturale dei beni mobili appartenenti a Stato, regioni, enti pubblici territoriali, ogni altro ente e istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro”; - D.lgs. 25 luglio 2006 n. 257 ”Attuazione della direttiva 2003/18/CE relativa alla protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dall'esposizione all'amianto durante il lavoro”; - D.P.R. 14 aprile 2006, n. 214 ”Regolamento semplificazione delle procedure di prevenzione di incendi relative ai depositi di g.p.l. in serbatoi fissi di capacità complessiva non superiore a 5 metri cubi”; - D.M. (agric.) 7 aprile 2006 ”Criteri e norme tecniche per utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, art. 38 D.lgs. n. 152 del 1999”; - D.lgs. 24 marzo 2006, n. 156 e 157 ”Disposizioni correttive ed integrative al D.lgs. n. 42 del 2004”; - D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 ”Norme in materia ambientale come modificata dalla legge n. 14 del 2009”; - Legge 8 marzo 2006, n. 139 ”Riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco”; - Legge 20 febbraio 2006, n. 96 ”Disciplina dell'agriturismo”; - D.P.C.M. 12 dicembre 2005 ”Individuazione documentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica ai sensi dell'articolo 146, comma 3, D.lgs. n. 42 del 2004”; - D.M. (infrastr.) 14 settembre 2005 ”Norme tecniche per le costruzioni”; - D.lgs. 19 agosto 2005, n. 194 ”Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale”; - D.lgs. 19 agosto 2005, n. 192 ”Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia”; 3

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- Legge n. 133 del 2008 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”; - D.lgs. 18 febbraio 2005, n. 59 ”Attuazione direttiva 96/61/CE…prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento”.

La Variante trae inoltre origine:

- dalle molteplici richieste di revisione del vigente P.R.G., fatte pervenire dai cittadini residenti; - dall’aggiornamento della cartografia del vigente P.R.G., dovuto alle variazioni intercorse fino ad oggi (aree destinate ad ospitare gli impianti di telecomunicazione, individuazione delle aree gravate dagli usi civici, distributori dei carburanti, Piano Commerciale); - dal recepimento dei vincoli istituiti nelle more di vigenza dell’attuale P.R.G. (Idrogeologico PAI, ecc.); - dall’adempimento dettato dalla L.R. 28/2011 per la redazione, adozione e validazione dello studio di microzonazione sismica del territorio comunale; - dall’adozione ed approvazione del Piano di Classificazione acustica come imposto dalla Legge regionale 17 luglio 2007, n. 23 “Disposizioni per il contenimento e la riduzione dell’inquinamento acustico nell’ambiente esterno e nell’ambiente abitativo” e D.G.R. n. 770/P, pubblicato sul BURA n. 16 del 28/03/2012, avente ad oggetto “Approvazione criteri e disposizioni regionali”, recante “Disposizioni per il contenimento e la riduzione dell’inquinamento acustico nell’ambiente esterno e nell’ambiente abitativo”, con cui si dispone l’obbligo per i Comuni di dotarsi, entro il 28/03/2013, del Piano di Classificazione Acustica; - L.R. 28 aprile 2014, n. 24, Legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo.

Per quanto riguarda i piani e programmi, la Variante ha recepito i vincoli dalla seguente pianificazione sovraordinata:

- Rete Natura2000 della Commissione Europea; - Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico (PAI) dei bacini idrografici di rilievo regionale abruzzesi e del bacino interregionale del fiume Sangro "Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi"; - Piano Stralcio Difesa Alluvioni (PSDA); - Piano Regionale Paesistico (PRP); - Piano Territoriale Coordinamento Provinciale (PTCP); - Piano Territoriale Attività Produttive (PTAP); - Piano Regolatore Territoriale (P.R.T.) dell'Area di Sviluppo Industriale (A.S.I.) del Sangro, oggi ARAP.

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2. ASPETTI PERTINENTI DELLO STATO ATTUALE DELL'AMBIENTE

2.1 Aria

2.1.1 Emissioni in atmosfera 2.1.1.1 Attività produttive

Le zone industriali dell’Azienda Regionale delle Attività Produttive (ARAP) Casoli Est e Casoli Ovest ospitavano nel 2013 n 41 attività produttive. A queste se ne aggiungono due, entrambe in c.da Vicenne. Le aziende insediate nelle zone industriali occupano una superficie di 325.848 mq ed occupavano 603 addetti. Il 78% delle aziende opera nel settore manifatturiero industriale, la rimanente parte nel terziario / servizi.

Non sono disponibili studi o rapporti sulle emissioni in atmosfera derivanti dalle aziende insediate né sulla qualità dell’aria nelle zone industriali, come peraltro in tutto il territorio comunale. Non sono comunque noti episodi di inquinamento dell’aria dovuti alle attività produttive.

Le previsioni della Variante lasciano inalterata l’estensione delle zone industriali esistenti, in aderenza al PTP e al PTAP vigenti. Non è dato prevedere l’evoluzione del numero e della tipologia delle nuove aziende né eventuali variazioni e/o ampliamenti dei cicli produttivi esistenti.

2.1.1.2 Traffico veicolare

Il traffico nel territorio di Casoli è dato da quello interno, che si sviluppa principalmente nelle strade comunali nei centri abitati, e da quello esterno, da/verso la Val di Sangro (S.S. Frentana, S.P. Casoli ), da/verso Palena (Ex S.S. 84) e da/verso Chieti (S.S. 81).

Il parco auto circolante, nel 2013 pari a 5.299 mezzi di varia tipologia (quasi un mezzo per abitante), ha subito un lieve decremento rispetto al 2011 (5.335) e al 2012 (5.355).

Come per le attività produttive, non sono disponibili studi o rapporti sulle emissioni in atmosfera derivanti dal traffico veicolare né sulla qualità dell’aria nelle zone di maggiore traffico.

Poiché le previsioni della Variante contemplano un aumento minimo degli abitanti insediati, si ritiene che il traffico non debba subire incrementi significativi. Per quanto riguarda quello legato ai trasporti da/verso le zone industriali non è dato formulare previsioni. In ogni caso, la leggera riduzione del parco auto circolante e le migliori prestazioni ambientali dei nuovi mezzi immessi in commercio lascia prevedere una riduzione delle pressioni derivanti dal settore dei trasporti.

2.1.1.3 Impianti termici

Il riscaldamento delle abitazioni e degli insediamenti produttivi può giocare in generale un ruolo significativo nei confronti della qualità dell’aria nei periodi più freddi dell’anno. In esito all’evoluzione delle normative di settore 2, la Provincia e il Comune di Chieti hanno costituito la società Organizzazione Progetti Servizi (O.P.S.), incaricata di

2 D.P.R. 15 novembre 1996 n°660 5

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attuare il progetto V.I.T. (Verifica Impianti Termici), finalizzato all’espletamento delle attività di controllo e verifica degli impianti termici per il contenimento dei consumi energetici e per la tutela ambientale. Il progetto VIT è tuttora attivo, ma non sono disponibili elaborazioni dei risultati dei controlli nel territorio di Casoli.

Considerate le previsioni della Variante, si ritiene che il contributo alle emissioni in atmosfera dagli insediamenti civili permanga inalterato e, comunque, è sottoposto a controlli sistematici da parte dei manutentori locali e dall’OPS.

2.1.1.4 Agricoltura

Il contributo del settore agricolo alle emissioni in atmosfera e, più in generale, alla qualità dell’aria, deriva dall’esercizio dei mezzi agricoli, dalle polveri derivanti dalle lavorazioni del suolo e dall’uso di fitofarmaci. Dall’analisi del parco auto circolante si è osservato un sensibile calo nel numero di motocarri e quadricicli trasporto merci nonché dei trattori e motrici. Non sono disponibili studi o rapporti sulla qualità dell’aria nelle zone rurali, ma si può tuttavia ritenere che l’aspetto maggiormente critico delle lavorazioni agricole risiede nell’uso dei fitofarmaci e nella loro dispersione in atmosfera.

Le previsioni della Variante hanno tenuto conto della mancata edificazione di molte zone agricole, attualmente classificate come edificabili o di completamento, eliminandole e/o spostandole in punti del territorio ove hanno maggiori possibilità di essere attuate. Ne consegue che l’attuazione della Variante non produrrà variazioni sulle attività agricole, purtroppo in sensibile riduzione per effetto di cause esterne.

2.1.2 Aria ambiente 2.1.2.1 Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria

Il Piano è stato approvato con Delibera di Giunta Regionale n.861/c del 13.08.2007 e con Delibera del Consiglio Regionale n.79/4 del 25.09/2007, con la finalità di ottemperare a numerosi adempimenti previsti da norme nazionali (Decreto Legislativo 351 del 4 agosto 1999, Decreto Ministeriale 60 del 2 aprile 2002, ecc.) e comunitarie (Direttiva 2001/81/CE, ecc.). Lo strumento è attualmente in fase di revisione.

Il Piano ha prodotto la classificazione del territorio regionale in funzione delle conoscenze pregresse della concentrazione di ossidi di zolfo, ossidi di azoto, particelle sospese con diametro inferiore ai 10 micron, monossido di carbonio e benzene. La conseguente zonizzazione ha portato alla definizione di (fig. 1):

- IT1301 Zona di risanamento metropolitana Pescara-Chieti;

- IT1302 Zona di osservazione costiera;

- IT1303 Zona di osservazione industriale;

- IT1304 Zona di mantenimento.

Le zone di risanamento sono definite come quelle zone in cui almeno un inquinante supera il limite più il margine di tolleranza fissato dalla legislazione. Il Comune di Casoli è classificato come “Zona di Mantenimento”.

Con riferimento all’ozono, i risultati ottenuti dal monitoraggio e dalla applicazione di modelli fotochimici (per il solo anno 2006) hanno prodotto la classificazione del territorio regionale (D.Lgs n. 183 21 maggio 2004), in cui sono

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definite le zone potenzialmente soggette al superamento dei valori bersaglio e degli obiettivi a lungo termine rispetto alla protezione sia della salute umana e sia della vegetazione. Il Comune di Casoli è classificato come zona di “Superamento dell’obiettivo a lungo termine e rispetto del valore bersaglio” per entrambe le tipologie di protezione ed è comunque contiguo alla zona di “Superamento del valore bersaglio al 2010”.

In funzione della classificazione del territorio, il Piano si pone alcuni obiettivi di risanamento e tutela della qualità dell’aria a breve, medio e lungo termine, inserendo limiti differenziati di concentrazione degli inquinanti considerati e contemplando strategie e scenari per il risanamento ed il mantenimento della qualità dell’aria. A tal fine, il Piano prevede misure riguardanti le sorgenti diffuse (MD1÷10), i trasporti (MT1÷14) e le sorgenti puntuali e localizzate (MP1÷2).

2.1.2.2 Biomonitoraggio lichenico

Le informazioni disponibili sulla qualità dell’aria ambiente nel territorio di Casoli risalgono al 2010 con la pubblicazione dei risultati della prima rilevazione dell’indice di biodiversità lichenica (IBL, metodo ANPA 2001) sul territorio provinciale, svolto sul dal Centro di Scienze Ambientali del Consorzio del Consorzio Mario Negri Sud su incarico della Provincia.

Il territorio è stato preliminarmente suddiviso secondo una griglia con passo di 9x9 km, che ha portato all’individuazione di 29 stazioni di campionamento teoriche, in luogo delle 8 previste dal Manuale. I rilievi sono stati effettuati quasi esclusivamente su forofiti (alberi) appartenenti al genere Quercus e, per non introdurre elementi di disturbo, sono state escluse dalla caratterizzazione le uniche due stazioni in cui sono risultati presenti solo forofiti della specie Fagus sylvatica . Su 3 forofiti idonei, presenti in corrispondenza di ciascuna stazione di campionamento, sono state effettuate determinazioni delle specie presenti e della loro abbondanza, allo scopo di determinare il valore di IBL. Il campo di esistenza dei valori di tale indice varia da 0 a oltre 186 ed è suddiviso in 7 classi omogenee, come per molti altri indici biotici (ad es. L’IBE) a ciascuna delle quali sono associate un giudizio sintetico ed una colorazione specifica, che permette di redigere mappe della qualità biologica di un territorio utilizzando software specifici (ad es. SURFER Golden Software Inc. con algoritmo di interpolazione ‘kriging’). La scala utilizzata per l’interpretazione dei valori dell’IBL era quella proposta da Giordani (2004) per le querce caducifoglie della regione mediterranea e submediterranea. Una delle unità di campionamento prescelte, la n. 17, ricadeva nel territorio di Casoli.

In base ai risultati del biomonitoraggio, il territorio di Casoli ricadeva in classe 3, relativa ad alterazione media, distribuita parallelamente alla costa in corrispondenza della fascia collinare interna e pedemontana.

Non risultano altri studi della qualità dell’aria sul territorio di Casoli, in particolare di tipo chimico sui principali parametri descrittori della qualità dell’aria (O 3, NO 2, SO 2, CO, PM 10-2.5 ), rilevati in modo sistematico e continuo.

Considerate le previsioni della Variante, si ritiene che con la sua attuazione l’evoluzione più probabile della matrice aria sia verso il sostanziale mantenimento delle condizioni attuali, poiché il numero di nuovi abitanti stimato sia tale da non comportare peggioramenti significativi. Particolare attenzione andrà invece riservata alla tipologia di nuovi insediamenti industriali, le cui emissioni dovranno essere tali da non comportare il peggioramento dello stato ambientale attuale.

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2.2 Acqua

2.2.1 Acque superficiali La rete idrografica superficiale del territorio comunale è rappresentata essenzialmente dal fiume Aventino, principale affluente di sinistra del Sangro nonché principale immissario ed unico emissario del bacino artificiale idroelettrico di S. Angelo, comunemente noto come lago di Casoli. Lo sbarramento è stato realizzato negli anni ’50 del secolo scorso dall’ACEA allo scopo di intercettare le acque dell’Aventino e di trasferirle, mediante una condotta sotterranea, al principale bacino del sistema idroelettrico del medio Sangro, il lago di Bomba, dal quale le acque intercettate vengono inviate mediante una condotta di diversione idrica alla centrale di Altino per la produzione di energia elettrica, per poi essere restituite all’alveo naturale a monte dello sbarramento di Serranella. Il fiume Aventino riceve in sinistra idrografica l’apporto del fiume Verde, proveniente dalle omonime sorgenti di , del fiume Avello, proveniente da , e dai fossi Laio, proveniente da , e Gogna, che demarca il confine con S. Eusanio del Sangro.

Dal punto di vista quantitativo, i fiumi Aventino e Verde subiscono (dati 2010) derivazioni medie annue per complessivi 26.620 l/sec, con valori massimi per l’Aventino di 4.700 l/sec a Casoli (ACEA) e per il Verde di 2.300 l/sec a Fara S. Martino (sempre ACEA). Il valore complessivo delle derivazioni annue è pari a circa lo 0,5% della portata media annua dell’Aventino a Casoli, quindi a valle dell’apporto didrico del fiume Verde. La portata media annua teorica misurata nella stazione idrometrica a valle del lago di Casoli sarebbe di circa 5.565 mc/s.

Una ulteriore valutazione relativa allo stato idrologico e biologico dell’Aventino è stata effettuata grazie alla sperimentazione del Deflusso Minimo Vitale (DMV) sempre nell’ambito del Piano di Tutela delle Acque, in base alla quale il DMV in una data sezione risulta determinato dal prodotto della componente biologico-ambientale definita per quella particolare sezione e la componente idrologica calcolata.

La valutazione finale del DMV indica che il fiume Aventino soffre di criticità nel nodo di rilevazione di valle negli anni idrologici scarsi, mentre negli anni considerati normali non vi sarebbero criticità.

Le informazioni qualitative più aggiornate derivano dal Monitoraggio delle Acque Superficiali condotto dall’ARTA nell’anno 2013 ai sensi del D.M. 260/10 (relazione conclusiva del IV anno di monitoraggio). Le stazioni di campionamento sul fiume Aventino sono: I023VN9 S (Lama dei Peligni - ponte di ferro) e I023VN11 (Casoli loc. Guarenna - circa 150 metri a monte ponte).

La qualità delle acque viene giudicata attraverso l’indice LIMeco (Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato ecologico). Benché non rilevati i valori 2011 e 2012, l’Aventino a Lama dei Peligni denota il mantenimento dello stato ‘elevato’ nel quadriennio di osservazione, mentre a Guarenna si è passati dal giudizio ‘elevato’ del 2011 a quello ‘sufficiente’ del 2013, con una perdita di 0.21 punti di LIMeco.

Per quanto riguarda l’evoluzione probabile delle acque correnti superficiali senza l'attuazione della Variante si può ritenere che, date le previsioni della stessa e il numero esiguo di nuovi abitanti insediati, non si dovrebbe assistere a modificazioni sostanziali dello stato ambientale.

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2.2.1 Acque lacustri Le informazioni qualitative ufficiali derivano ancora dal Monitoraggio delle Acque Superficiali condotto dall’ARTA Abruzzo nell’anno 2013 ai sensi del D.M. 260/10 (relazione conclusiva del IV anno di monitoraggio).

Il lago di Casoli (volume 21 Mmc, superficie 1,15 kmq, profondità massima 14m), appartiene alla categoria ME4 relativa ai laghi mediterranei, profondi, calcarei dell’Italia Centro-Meridionale ed Insulare, aventi profondità media della cuvetta lacustre superiore o uguale a 15 m, con substrato prevalentemente calcareo.

Gli stati ecologico SEL ed ambientale SAL del lago indicano che la situazione del bacino è giudicata mediamente sufficiente.

Considerate le previsioni della stessa, il numero esiguo di nuovi abitanti insediati e la posizione del lago rispetto a possibili scarichi idrici ed altri effetti antropici, si ritiene improbabile il verificarsi di modificazioni sostanziali dello stato ambientale imputabili alla Variante.

2.2.3 Acque sotterranee Le informazioni qualitative ufficiali più aggiornate derivano sempre dal Monitoraggio delle Acque Superficiali condotto dall’ARTA Abruzzo nell’anno 2013 ai sensi del D.M. 260/10 (relazione conclusiva del IV anno di monitoraggio).

L’acquifero principale del territorio comunale, ritenuto significativo, è costituito dal subalveo del fiume Aventino. Il suo stato chimico è definito buono, come in tutta la piana del Sangro. Purtroppo non vi sono punti di prelievo nell’acquifero dell’Aventino, pertanto il giudizio rappresenta una stima.

Come per le acque superficiali e sotterranee, non si ritiene che l’attuazione della Variante costituisca elemento di modificazioni sostanziali dello stato degli acquiferi.

2.2.4 Fognatura e depurazione Il sistema fognante esistente è composto dalla rete comunale, realizzata al di sotto del manto stradale della rete viaria, che raccoglie gli scarichi del Capoluogo e dei principali insediamenti civili (Quarto da Capo Est, Piana del Mulino, Selva Piana, Vicenne, Piana delle Vigne, Colle Barone, Colle Caciappo), e dalla rete industriale. Questa ha inizio dalla z.i. Casoli Ovest con due rami che la circondano quasi completamente a Nord e a Sud, per poi congiungersi poco a monte del vivaio forestale Morticci e confluire nella condotta principale, che attraversa il territorio comunale frapposto fra le due z.i. Anche Casoli Est è fornita di due condotte che, a differenza della precedente, la attraversano in posizione centrale. I rami laterali si congiungono alla condotta principale in loc. Piano le Vacche, poco a monte di uno scolmatore di piena e infine del depuratore consortile. La sezione della condotta principale è di 600 mm, mentre quella dei rami laterali è di 400 mm.

Il depuratore consortile unificato per scarichi civili e industriali è stato realizzato dal Consorzio ASI Sangro (oggi ARAP) nel 1990 ed è posto al piede della collina del Feudo (42.121271°N, 14.326577°E). In origine erano stati previsti tre impianti separati, uno per il Capoluogo e uno per ciascuna z.i., opportunamente condensati nell’impianto esistente per ragioni costruttive e gestionali. L’impianto è costituito da uno stadio di trattamento biologico a fanghi attivi con digestione aerobica separata dei fanghi di supero e parziale nitrificazione dei composti azotati.

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L’impianto è stato progettato per ricevere e trattare scarichi per n. 8.720 abitanti civili e n. 3.500 abitanti equivalenti (A.E.) industriali, per complessivi 12.220 A.E. l’impianto può ricevere una portata giornaliera di liquami pari a 3.422 mc, con portata media pari a 143 mc/h e di punta pari a 323 mc/h. la portata di pioggia è invece di 570 mc/h. l’impianto può trattare un carico di BOD 5 pari a 60 g/d/A.E. di solidi sospesi per 90 g/d/A.E. In base ad informazioni assunte dagli uffici competenti dell’ARAP, l’impianto riceve attualmente liquami civili e industriali per circa 4.000 A.E. I reflui trattati vengono infine scaricati nel fiume Aventino nei pressi dell’impianto.

Delle industrie insediate nelle zone industriali solo due risultano non allacciate alle condotte di scarico presenti per mancanza di rete fognante. Il 75% delle industrie collegate alla rete scarica esclusivamente scarichi di tipo domestico e acque meteoriche. La rimanente parte scarica anche reflui derivanti dalle vasche di prima pioggia, di lavaggio, di raffreddamento e industriali.

Sono inoltre presenti (fonte Geoportale Regione Abruzzo) n. 3 impianti di depurazione civili minori nonché ben 29 fosse Imhoff disseminate in modo più o meno omogeneo nel territorio comunale.

Sulla base dei sistemi fognante e depurativo esistenti, si può ritenere che le previsioni della Variante rientrino abbondantemente nelle attuali capacità di raccolta e di trattamento dei liquami, soprattutto per quanto riguarda la potenza depurativa installata.

2.3 Suolo

2.3.1 Siti contaminati L’Anagrafe Regionale dei Siti a Rischio Potenziale - Discariche Dismesse (27.12.2006 n. 1529 - L.R. 19.12.2007 n. 45 e s.m.i. – DGR 11.10.2010 n. 777 - POR/FESR 2007-2013) individua sul territorio di Casoli un unico punto, n. 46 cod. CH230901 in Loc. Coste Martino (coord. 42°16'07'' N, 14°13'11'' E), cui l’ARTA nel 2012 ha attribuito un indice di pericolosità pari a 65.51 (max 100, min 51.72). Si tratta di una vecchia discarica di RSU che ormai ha verosimilmente esaurito il proprio potenziale inquinante.

Alle Anagrafi Regionali per i siti industriali dismessi e per i siti potenzialmente contaminati ex artt. 242, 244, 245, 249 D.Lgs. 152/06 non risulta alcun riferimento al territorio di Casoli.

La presenza di amianto è limitata per la gran parte a coperture di edifici, di cui non risultano censite le superfici e le ubicazioni.

Non si ritiene che l’attuazione della Variante possa costituire elemento di modificazioni sostanziali della situazione relativa ai siti contaminati.

2.3.2 Rifiuti I dati 2013 (provvisori) dell’Osservatorio Regionale Rifiuti relativi alla produzione di Rifiuti Urbani (RU) e alla raccolta differenziata (RD) collocano il Comune di Casoli fra i comuni, ormai numerosi, con RD maggiore del 65%, percentuale al di sopra di quella media provinciale del periodo (50,85%). La RD nel 2012 raggiungeva il 47,36%, di poco al disopra della media provinciale (46,51%) ma nel 2011 era pari al 60,79%, denotando un trend comunque positivo. In base al 2° Rapporto Compost (2013), nel 2011 le famiglie dotate di compostiera erano di poco oltre il 31%.

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L’incremento di 302 abitanti previsto dalla Variante comporterà a regime un aumento di rifiuti urbani di poco superiore alle 100 ton/anno, di cui circa il 30% da smaltire il discarica e la rimanente parte differenziata con il sistema porta a porta e con le compostiere domestiche. Pur rappresentando una pressione ambientale, l’aumento di RU descritto possa comportare modificazioni sostanziali allo stato dell’ambiente, in particolare a carico della matrice suolo, anche perché la discarica consortile è sita nel territorio comunale di . Si sottolinea comunque quanto già esposto nella descrizione della Variante circa l’importante contenimento del consumo di suolo in essa contemplato, grazie al ritorno all’uso agricolo delle aree originariamente destinate a edificazione, per quanto con indici urbanistici conservativi.

2.4 Agenti fisici

2.4.1 Rumore Nell’aprile 2013 il Comune di Casoli si è dotato del Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA), prevista dalla Legge Quadro d47/95, dal D.P.C.M.14/11/97, dalla Legge Regionale n.23 del 17/07/2007 e all'allegato 4 della successiva Determinazione della Giunta Regionale n.770/P del 14/11/2011.

Il PCCA, redatto sulla base delle tipologie di attività antropiche e di sensibilità particolari al rumore (scuole, ospedali, verde pubblico, parchi, ecc.), ha prodotto la zonizzazione del territorio in funzione del clima acustico più adeguato e dei relativi limiti, effettuando laddove necessario prove fonometriche in campo in tre punti, rilevando un livello acustico equivalente (L Aeq ) mediamente pari a 50 dB.

Il territorio comunale è stato diviso zone ricadenti nelle sei classi previste dal D.P.C.M.14/11/97 con relativa ripartizione delle relative estensioni e densità demografiche, da cui risulta evidente come la gran parte della popolazione residente (4531 su 5971, pari a circa il 76%) ricada in classe IV relativa alle “Aree ad intensa attività umana”.

Poiché la Variante è stata predisposta in seguito alla classificazione acustica del territorio, si ritiene che le sue previsioni non comportino modificazioni sostanziali al clima acustico del territorio.

2.4.2 Radiazioni 2.4.2.1 Stazioni Radio Base

Il 31 ottobre 2007 è stato approvato il regolamento comunale per l'installazione e l'attivazione degli impianti di telefonia mobile di cui alla L.R. 13-12-2004 n.45 come modificata dalla L.R. 03-03-2005 n.11. Il regolamento disciplina il rilascio dei titoli abilitativi e delle autorizzazioni per l’installazione di antenne per la telefonia mobile sul territorio, le forme di localizzazione e distribuzione sul territorio degli impianti, il monitoraggio ed il controllo dei livelli di esposizione ai campi elettromagnetici e gli eventuali interventi di risanamento, delocalizzazione e razionalizzazione delle installazioni, tenuto conto della pluralità delle fonti di emissione elettromagnetica.

Il regolamento è finalizzato a controllare e limitare la diffusione incontrollata degli impianti, prevedendo criteri specifici sulle distanze dalle abitazioni, sulla minimizzazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici e sull'impatto visivo a carico del paesaggio, extraurbano e urbano. I valori di emissione efficaci e di attenzione dei campi elettromagnetici e le relative distanze da siti sensibili imposti dal regolamento sono quelli previsti dal DPCM 08.07.2003 (G.U. n 199 del 28/08/2003).

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All’epoca dell’approvazione del regolamento erano presenti i seguenti impianti di telefonia mobile:

- TIM in via S. Nicola su suolo privato;

- Vodafone-Omnitel su suolo pubblico presso cimitero comunale;

- Wind su suolo pubblico presso cimitero comunale;

- Vodafone Omnitel N.V. in corso di realizzazione su suolo privato fuori dal centro abitato in zona agricola.

È stata effettuata un’indagine conoscitiva, anche mediante misurazioni di campo elettrico (E) e di campo magnetico (H) sul territorio, propedeutica all’identificazione di siti idonei e non idonei alla realizzazione di impianti di telefonia mobile. Dall’indagine sono risultati non idonei:

- Località cimitero: dei valori massimi rilevati di campo elettrico (E) e di campo magnetico (H), erano risultati sensibili solo quelli inerenti il campo magnetico in quanto vicini al valore di soglia del limite cautelare riportato in Tab. 2 del DPCM 08/07/200; pertanto l’ubicazione di nuove antenne non risultava idonea per la presenza di abitazioni all’interno di una fascia di rispetto di 1.000 m.

- Località campo sportivo: dei valori massimi rilevati di campo elettrico (E) e di campo magnetico (H), erano risultati sensibili solo quelli inerenti il campo magnetico in quanto vicini o pari al valore di soglia del limite cautelare riportato in Tab. 2 del DPCM 08/07/200; pertanto il sito non risultava idoneo per l’installazione di nuove antenne di telefonia cellulare per la presenza di abitazioni all’interno di una fascia di rispetto di 1.000 m.

- Nucleo urbano: dei valori massimi rilevati di campo elettrico (E) e di campo magnetico (H), erano risultati sensibili solo quelli inerenti il campo magnetico in quanto molto vicini o superiori al valore di soglia del limite cautelare riportato in Tab. 2 del DPCM 08/07/200; pertanto il sito non risultava idoneo per l’installazione di antenne di telefonia cellulare per la presenza di abitazioni all’interno di una fascia di rispetto di 1.000 m.

Erano stati giudicati idonei alla realizzazione di impianti di telefonia mobile i seguenti siti:

- Località Colle della Torre;

- Località Quarto da Capo, Piano Viola;

- Località Grottarimposta.

Nei predetti siti le caratteristiche morfologiche della zone e la scarsa presenza di nuclei abitativi portavano a valutare la mancanza di un volume di rispetto nelle zone limitrofe all’antenna. In tali condizioni si era ritenuto possibile adottare i livelli massimi di esposizione riportati nella tab.1 del DPCM 08/07/2003.

Agli impianti esistenti si è aggiunto nel 2012-2013 un impianto WIND nei pressi dell'area industriale Casoli Est.

Considerate le previsioni della Variante e il necessario rispetto del regolamento comunale, si ritiene che esse non comportino modificazioni sostanziali sullo stato dell’ambiente in merito alle radiazioni da stazioni radio base.

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2.4.2.2 Infrastrutture Energia Elettrica

Il territorio di Casoli è interessato dalla normale presenza di linee elettriche aeree, interrate e adese agli edifici, in larga parte di bassa tensione (BT, 50÷1.000 V in corrente alternata e 120÷1.500 V in corrente continua) e in misura minore di media tensione (MT, 1.000÷30.000 V in corrente alternata e 1.500÷30.000 V in corrente continua 1÷35 kV), la cui estensione lineare non è nota. Per quanto concerne la Determinazione dell'ambito della rete elettrica di trasmissione nazionale di cui al Decreto del 25.06.1999, risulta presente una linea di alta tensione (150 kV) di proprietà TERNA lunga 11,5 km.

Come noto, la prossimità di linee elettriche, stazioni di trasformazione ed altre infrastrutture a nuclei abitati può comportare rischi sanitari conseguenti ad esposizione a determinati campi elettromagnetici che, per caratteristiche ed intensità, possono risultare pericolosi in funzione della durata dell’esposizione e dell’età degli esposti. A tale riguardo, l’ENEL ha prodotto e diffuso le Linea Guida per l’applicazione del § 5.1.3 dell’Allegato al DM 29.05.08 “Distanza di prima approssimazione (DPA) da linee e cabine elettriche”, con specifica valenza per le tipologie standard di linee e cabine elettriche AT ed MT di proprietà Enel Distribuzione S.p.A..

Ai fini della protezione della popolazione dall’esposizione ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50Hz) generati da linee e cabine elettriche, il DPCM 8 luglio 2003 (artt. 3 e 4) fissa, in conformità alla Legge 36/2001 (art. 4, c. 2):

- i limiti di esposizione del campo elettrico (5 kV/m) e del campo magnetico (100 µT) come valori efficaci, per la protezione da possibili effetti a breve termine;

- il valore di attenzione (10 µT) e l’obiettivo di qualità (3 µT) del campo magnetico da intendersi come mediana nelle 24 ore in normali condizioni di esercizio, per la protezione da possibili effetti a lungo termine connessi all’esposizione nelle aree di gioco per l’infanzia, in ambienti abitativi, in ambienti scolastici e nei luoghi adibiti a permanenza non inferiore a 4 ore giornaliere (luoghi tutelati).

Il valore di attenzione si riferisce ai luoghi tutelati esistenti nei pressi di elettrodotti esistenti; l’obiettivo di qualità si riferisce, invece, alla progettazione di nuovi elettrodotti in prossimità di luoghi tutelati esistenti o alla progettazione di nuovi luoghi tutelati nei pressi di elettrodotti esistenti.

Poiché la realizzazione di nuovi insediamenti secondo le previsioni della Variante dovranno rispettare le distanze da elettrodotti esistenti e, viceversa, nuovi elettrodotti dovranno rispettare le distanza da insediamenti esistenti, si ritiene che la Variante non comporti modificazioni sostanziali sulla salute relativamente all’esposizione a campi elettromagnetici.

2.5 Ambiente naturale

Nella predisposizione della Variante, il Comune ha tenuto conto anche dei Siti della Rete Natura2000, oltre che delle altre aree protette presenti sul suo territorio, in ordine cronologico di istituzione:

- EUAP0247 Riserva Naturale Regionale “Lago di Serranella” Oasi WWF (L.R. 09/05/1990 n. 68), istituz. maggio 1990;

- SIC IT7140117 “Ginepreti a Juniperus macrocarpa e Gole del Torrente Rio Secco”, istituz. dic. 1995;

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- SIC IT7140118 “Lecceta di Casoli e Bosco di Colleforeste”, istituz. dicembre 1995;

- SIC IT7140215 “Lago di Serranella e Colline di Guarenna”, istituz. settembre 2003.

La presenza delle citate aree protette, soprattutto dei Siti d’Importanza Comunitaria (SIC di seguito), è stata posta sin dall’inizio in massimo rilievo nella formazione della Variante, procedendo alla predisposizione di una Valutazione d’Incidenza Preliminare (04/02/2012), nella quale sono stati esaminati tutti i SIC presenti suggerendo possibili previsioni dello strumento urbanistico.

In ossequio al principio di urbanistica partecipata, in data 19 settembre 2011 l’Assessorato all’Urbanistica del Comune ha promosso un incontro preliminare con la popolazione, finalizzato ad informare sulla ripresa dell’iter della Variante. In quella sede, d’intesa con il Responsabile Unico del Procedimento (RUP di seguito) e con lo scrivente, sono state esposte le seguenti iniziative inerenti le aree protette esistenti, raccogliendo l’assenso dei presenti:

- Zona 1 - Connessione dei SIC IT7140118 e IT7140215: i due SIC sono divisi da una fascia, la cui ampiezza è di circa 400m, occupata per lo più da vegetazione ripariale del fiume Aventino, da coltivi e da zone antropizzate, queste ultime due categorie quantitativamente minoritarie rispetto alla prima; le caratteristiche ambientali e naturalistiche della fascia descritta sono del tutto analoghe a quelle dei due SIC limitrofi e, pertanto, la prima iniziativa di carattere naturalistico che potrebbe essere opportunamente inserita nella Variante è la connessione dei due SIC IT7140118 e IT7140215 apponendo un adeguato vincolo sull’area. - Zona 2 - Riduzione del SIC IT7140215: nell’ambito della perimetrazione del SIC IT7140215, è stata prevista l’inclusione nel sito della Zona 2, rappresentata in parte da boscaglia e in parte da capannoni industriali e relativa rete viaria; pur con i dovuti approfondimenti documentali e di campo, la Variante potrebbe contemplare l’estrapolazione della Zona 2 dal perimetro del SIC, la cui superficie risulterebbe comunque incrementata grazie all’intervento descritto nel precedente paragrafo. - Zona 3 - Connessione dei SIC IT7140118 e IT7140117: il principale ponte di collegamento ecologico fra i due siti è rappresentato dal crinale e dalle pendici della collina in loc, Costa Finocchio, il cui colmo raggiunge circa 460 m slm; il crinale è solcato da una strada bianca di ampiezza modesta; in analogia con quanto ipotizzato per la Zona 1, anche quest’area, denominata Zona 3, potrebbe essere oggetto di particolare tutela finalizzata al collegamento permanente dei due SIC limitrofi, eventualmente ed opportunamente da estendere in direzione della loc. Mandramancina. Nel corso dell’iter di predisposizione della Variante, il Comune di Casoli aveva già proceduto all’approntamento dei Piani di Gestione dei SIC IT7140118 “Lecceta di Casoli e Bosco di Colleforeste” e IT7140215 “Lago di Serranella e Colline di Guarenna”, quest’ultimo interessato in parte dalla presenza della Riserva Naturale Regionale “Lago di Serranella”, Oasi WWF.

Le previsioni di modifica dei perimetri dei relativi SIC sono state prese in esame dal gruppo di lavoro e considerate nei Piani, come riportato nella Valutazione d’Incidenza Preliminare (04/02/2012).

Alla luce della presenza dei numerosi siti a notevole valenza naturalistica e paesaggistica decritti nei precedenti paragrafi, pur avendo conferito loro massimo rilievo nella predisposizione della Variante il Comune ha stabilito la necessità di predisporre una Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA) della Variante, cui si rimanda per la verifica delle possibili interferenze a carico dell’ambiente naturale.

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3. CARATTERISTICHE AMBIENTALI, CULTURALI E PAESAGGISTICHE DELLE AREE POTENZIALMENTE INTERESSATE IN MODO SIGNIFICATIVO

Il territorio di Casoli interessato dalla maggior parte degli insediamenti insediativi, rappresentato dall’agglomerato urbano del Capoluogo e da quelli di Selva Piana e di Guarenna, è caratterizzato dalla presenza dei seguenti elementi ambientali, culturali e paesaggistici:

- emergenze floristico-vegetazionali quali i boschi residuali della fascia collinare ricadenti nelle zone C1 di particolare complessità del PRP;

- rete idrografica superficiale principale (fiume Aventino) e secondaria (fiume Avello);

- interruzione della continuità fra Siti d’Importanza Comunitaria in corrispondenza fascia ripariale del fiume Aventino oggetto di proposta di ricongiungimento descritta in precedenza.

Esternamente alla porzione di territorio più densamente antropizzata si ricorda il lago di S. Angelo.

Dal punto di vista delle emergenze culturali, l’area ospita:

- area urbana di valore storico (centro storico del Capoluogo);

- torre di interesse storico (castello Ricci);

- n. 6 edifici storici di architettura religiosa;

- n. 5 edifici storici di architettura civile.

Per quanto riguarda, infine, le caratteristiche paesaggistiche dell’area, si segnala la presenza della zona A1 del PRP a conservazione integrale, posizionata in larga parte lungo la rete idrografica superficiale e all’interno dei siti Natura 2000, ad eccezione della già accennata discontinuità fra SIC. La zona A1 è altresì presente in loc. Colle Caciappo, sul fianco orientale del nucleo abitato del Capoluogo.

4. PROBLEMI AMBIENTALI ESISTENTI PERTINENTI ALLA VARIANTE

Come riportato in precedenza, l’Aventino a Lama dei Peligni denota il mantenimento dello stato ‘elevato’ nel quadriennio di osservazione, mentre a Guarenna si è passati dal giudizio ‘elevato’ del 2011 a quello ‘sufficiente’ del 2013, con una perdita di 0.21 punti di LIMeco. Tale fenomeno è probabilmente dovuto anche alla presenza di numerose fosse Imhoff, la cui efficienza depurativa non è paragonabile a quella del depuratore consortile, e alla riduzione delle portate idriche a valle dello sbarramento del lago di S. Angelo.

La potenza depurativa installata, le caratteristiche tecniche e le modalità gestionali del depuratore consortile, unitamente alle caratteristiche della rete fognante di adduzione dei reflui civili e industriali, consentono di prevedere che le previsioni della Variante, anche ipotizzando il pieno sviluppo delle zone industriali infrastrutturate, non comporteranno particolari rischi per la qualità delle acque superficiali.

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Anzi, l’eventuale incremento della portata dello scarico potrebbe risultare positivo in termini di recupero, anche se incompleto, del regime idrologico dell’Aventino.

Si segnala comunque la necessità di porre in essere opportuni interventi affinché la gestione delle fosse Imhoff presenti sia migliorata, ad esempio mediante la realizzazione di fitodepuratori dei reflui in uscita, il che ridurrebbe in modo significativo l’apporto di inquinanti (soprattutto composti dell’azoto e del fosforo) alla rete idrografica superficiale.

Se l’attuazione delle previsioni della Variante in termini di incremento della popolazione non rappresenta di per sé un rischio di significativo peggioramento della qualità dell’aria, lo sviluppo industriale deve essere attentamente valutato.

Il Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria vigente ha classificato il Comune di Casoli come Zona di Mantenimento, ove alla realizzazione di nuovi insediamenti produttivi si applicano le seguenti misure:

- MD3 : Divieto di insediamento di nuove attività industriali e artigianali con emissioni in atmosfera in aree esterne alle aree industriali infrastrutturate ad eccezione degli impianti e delle attività di cui all’art.272 comma 1 e 2 (emissioni scarsamente rilevanti e ridotte);

- MD4 : Divieto dell’utilizzo di combustibili liquidi con tenore di zolfo superiore allo 0,3% negli impianti di combustione con potenza termica non superiore a 3 MW delle zone “di risanamento”;

- MD7 : Prescrizione di opportuni sistemi di recupero del calore ai fini dell’aumento dell’efficienza energetica ferma restando la salvaguardia di opportune condizioni di dispersione degli inquinanti emessi;

- MD8 : Prescrizione di opportuni sistemi di abbattimento di ossidi di azoto, ossidi di zolfo e particelle sospese con diametro superiore a 10 micron con efficienza superiore al 90% in tutti gli eventuali impianti di combustione con potenza superiore a 3 MW nuovi o modificati che utilizzano olio combustibile ed altri distillati pesanti di petrolio, emulsioni acqua-olio combustibile ed altri distillati pesanti di petrolio, carbone da vapore, coke metallurgico, coke da gas, antracite;

- MD9 : Incentivazione delle migliori tecnologie (precipitatore elettrostatico o tecnologia equivalente) di abbattimento delle emissioni di PM10 agli impianti di cogenerazione e teleriscaldamento alimentati da biomasse vegetali di origine forestale, agricola e agroindustriale.

L’attuazione delle misure previste, nelle more della pubblicazione del nuovo Piano di Risanamento, fornisce la necessaria tutela nei confronti del mantenimento dello stato di qualità dell’aria attuale rispetto agli inquinanti SO x, NO x, CO 2 e PM 10 . Tuttavia, la situazione relativa alla protezione della salute e della vegetazione dall’ozono necessita di valutazioni più attente di eventuali nuovi insediamenti, poiché il Comune di Casoli è classificato come zona di “Superamento dell’obiettivo a lungo termine e rispetto del valore bersaglio” per entrambe le tipologie di protezione ed è comunque contiguo alla zona di “Superamento del valore bersaglio al 2010”.

Per quanto riguarda gli elementi di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica individuati nelle aree maggiormente rilevanti per la Variante, nessuna delle emergenze citate risulta interessata dalle previsioni della stessa, ad eccezione dell’area per la quale si è proposta l’inclusione nel perimetro dei SIC esistenti.

Anche per i siti Natura 2000 presenti si ritiene che le previsioni della Variante non comportino interferenza, come peraltro indicato nella Valutazione d’Incidenza Ambientale.

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Dal punto di vista delle produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all'art. 21 del Decreto Legislativo 18 maggio 2001 n. 228, l’intero territorio comunale è classificato come Indicazione Geografica Tipica (IGT) “Terre di Chieti” e “Colline Frentane”. Considerata la eliminazione della gran parte delle zone B6 di edificazione nelle zone rurali previste dal vigente PRG con restituzione alla destinazione urbanistica originaria, quella agricola, si ritiene che le previsioni della Variante risultino vantaggiose per la preservazione di tutte le produzioni agricole.

5. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE

Nella predisposizione della Variante si è tenuto conto, oltre che dell’impianto normativo, regolamentare e pianificatorio, anche degli obiettivi di protezione ambientali stabiliti a livello comunitario, nazionale e regionale e dei relativi piani, regolamenti e linee guida (tab. 1).

Tabella 1 - Obiettivi di protezione ambientale, norme di riferimento e modalità di valutazione e Obiettivo di protezione Valutazione nella predisposizione Norme di riferimento ambientale della Variante D.Lgs. n° 155 del 13/8/2010 e ss. mm. ii. (D.Lgs. n° 250/2012) di attuazione della Direttiva 2008/50/Ce del Disamina del vigente Piano di Parlamento europeo e del Consiglio del 21/5/2008, Risanamento della Qualità dell’Aria relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più della Regione Abruzzo e delle Qualità dell’aria pulita in Europa, e delle nuove disposizioni di informazioni disponibili sull’argomento attuazione nazionale della Direttiva 2004/107/CE del e presa d’atto della classificazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 15/12/2004, territorio e delle relative misure concernente l’arsenico, il cadmio, il mercurio, il nickel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell’aria ambiente D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152, recante "Norme in materia ambientale", come modificato dal D.Lgs 16 gennaio 2008, n. 4 – Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale DM 131/2008 "Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni) per la modifica delle norme tecniche del decreto Disamina del vigente Piano di Tutela legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante: "Norme in delle Acque della Regione Abruzzo e materia ambientale", predisposto ai sensi dell'articolo delle informazioni disponibili Qualità dell’acqua 75, comma 4, dello stesso decreto" sull’argomento e presa d’atto della DM 56/2009 Regolamento recante "Criteri tecnici per il classificazione dei corpi idrici e delle monitoraggio dei corpi idrici e l'identificazione delle relative misure condizioni di riferimento per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante "Norme in materia ambientale", predisposto ai sensi dell'articolo 75, comma 3, del decreto legislativo medesimo" D.Lgs. 30/2009 "Attuazione della direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento"

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D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152, recante "Norme in materia ambientale", come modificato dal D.Lgs 16 gennaio 2008, n. 4 – Ulteriori disposizioni correttive ed Disamina del Piano Regionale Rifiuti, integrative del D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152, recante dei rapporti dell’Osservatorio Qualità del suolo norme in materia ambientale Regionale Rifiuti e dell’Anagrafe Siti Legge Regionale 19.12.2007 n. 45 e s.m.i.; Contaminati, relative prese d’atto Deliberazione Giunta Regione Abruzzo 11.10.2010 n. 777 Legge Quadro 47/95 Rispetto del Piano Comunale di D.P.C.M.14/11/97 Classificazione Acustica (PCCA) DM 29.05.08 “Distanza di prima approssimazione Applicazione del Regolamento Agenti fisici (clima acustico (DPA) da linee e cabine elettriche” Comunale per l’installazione delle e radiazioni) L.R. n.23 del 17/07/2007 stazioni radio base L.R. N. 11 DEL 03/03/2005 Disamina delle Linea Guida per l’applicazione del DM 29.05.08 (ENEL All. 4 Determinazione della Giunta Regionale n.770/P SpA) del 14/11/2011 Direttiva 92/43/CEE “Habitat”. Disamina dei formulari ufficiali dei SIC DPR 12 marzo 2003, n.120 “Regolamento recante presenti, rispetto delle previsioni e modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente delle misure dei relativi Piani di della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, Gestione e dello screening per la Aree protette concernente attuazione della direttiva 92/43/CEE VIncA. relativa alla conservazione degli habitat naturali e Rispetto del piano di assetto seminaturali, nonché' della flora e della fauna naturalistico della riserva regionale selvatiche”. Lago di Serranella. Legge Regionale n. 38/96.

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6. POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI SULL'AMBIENTE

In base a quanto stabilito dalla Variante, in tab. 2 si formulano le previsioni circa i possibili impatti ambientali e sanitari per i vari ambiti di influenza.

Tabella 2 – Possibili impatti derivanti dalle previsioni della Variante nei vari ambiti

n. Ambito Possibile impatto Impatto Durata Permanente

Medio Incremento demografico Trascurabile No termine Popolazione e 1 salute umana Incremento di patologie c.d. ambientali (esenzioni ticket, malattie cardiocircolatorie e Nessuno - - respiratorie; neoplasie; mortalità)

Incremento della concentrazione di SO x, NO x, CO, COV, CO 2, PM 10 a causa del traffico Nessuno - - veicolare

Incremento della concentrazione di SO x, NO x, CO, COV, CO 2, PM 10 a causa del Nessuno - - riscaldamento degli edifici

Nessuno *LIMITAZIONI 2 Aria Incremento della concentrazione di SO x, NO x, NELL’USO DI CO, COV, CO 2, PM 10 , fitofarmaci* a causa FITOFARMACI - - dell’agricoltura PREVISTE DAI PIANI DI GESTIONE DEI SIC Attualmente trascurabile, Incremento della concentrazione di SO x, NO x, Lungo non No CO, COV, CO 2, PM 10 da fonti industriali termine prevedibile nel futuro

Inquinamento delle acque superficiali e 3 Acqua Nessuno - - sotterranee

Trascurabile Breve Incremento dei rifiuti urbani e industriali* (*non No termine 4 Suolo prevedibile)

Siti contaminati Nessuno - -

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5 Flora e fauna Perdita di habitat e di specie floro-faunistiche Nessuno - -

Produzione di gas climalteranti da fonti Non 6 Fattori climatici - - industriali prevedibile

Patrimonio culturale, 7 Perdita del patrimonio culturale e storico Nessuno - - architettonico e archeologico

8 Paesaggio Perdita del patrimonio paesaggistico Nessuno - -

Interrelazione Ambiti 1 e 2 relativamente alle emissioni da Non - tra i suddetti fonti industriali e da dispersione di - - prevedibile fattori fitofarmaci

7. MISURE PREVISTE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE EVENTUALI IMPATTI NEGATIVI

Sebbene non si prevede che l’attuazione della Variante comporti significativi impatti negativi sugli ambiti considerati, è opportuno prendere in considerazione misure atte ad evitare che lo stato complessivo dell’ambiente possa subire in futuro significativi peggioramenti.

Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera e, di conseguenza, la qualità dell’aria, si raccomanda l’osservanza delle misure previste nel Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria da parte delle Autorità compenti al rilascio delle autorizzazioni alle emissioni. In particolare, considerata la presenza di zone industriali infrastrutturate e delle attività produttive ivi insediate, si ritiene opportuno prevedere attività periodiche di monitoraggio della qualità dell’aria in dette zone nonché in quelle ove è più alta la densità abitativa, rilevando la concentrazione dei principali parametri descrittori (SO x, NO x, CO, COV, CO 2, PM 10 ). Nelle zone rurali esterne ai SIC interessati dai Piani di Gestione, che già prevedono misure di contenimento ed eliminazione dell’uso dei fitofarmaci, sarebbe auspicabile prevedere attività di sensibilizzazione nei confronti delle aziende agricole 3 e delle comunità interessate ad un uso responsabile dei fitofarmaci, attesa la pericolosità di tali sostanze in considerazione delle interferenze che taluni principi attivi possono produrre sui meccanismi di regolazione endocrina e in altri ambiti sanitari.

Sebbene l’inquinamento da traffico non rappresenti nel territorio comunale interessato un determinante significativo, si ritiene auspicabile prevedere la predisposizione di un piano urbano del traffico (PUT).

Per quanto riguarda la qualità delle acque, si suggerisce di intervenire presso l’ATO Abruzzo e la Direzione Regionale competente affinché vengano posti in essere interventi di miglioramento degli effluenti delle fosse Imhoff presenti sul territorio.

L’ambito della produzione di rifiuti urbani è già oggetto di un efficiente servizio di raccolta porta a porta, con conferimento finale delle varie frazioni raccolte ai vari impianti autorizzati.

3 T. Pagliani. I rischi connessi all’uso della chimica in agricoltura. Cantina Frentana, (CH), 13 maggio 2015. 20

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8. SINTESI DELLE RAGIONI DELLA SCELTA DELLE ALTERNATIVE

Considerate le motivazioni che hanno spinto il Comune di Casoli a variare lo strumento urbanistico vigente e le modalità con le quali tale variazione è stata progettata, condivisa con le comunità interessate e adeguata alle circostanze nel frattempo manifestatesi (ad es. Piani di Gestione dei SIC), l’Autorità Procedente non ha individuato alternative alla Variante.

Vi sono stati tuttavia interventi sull’impianto generale della Variante nel corso della sua predisposizione, tutti però volti alla ulteriore riduzione delle zone edificabili, come è accaduto ad esempio per la zona B6 “Completamento Extraurbano” originariamente prevista il località Selva Piana, successivamente eliminata.

Poiché l’iter di predisposizione della Variante ha richiesto un periodo piuttosto lungo di confronto politico e di consultazione con la popolazione, l’Autorità Procedente ha potuto disporre di tempi adeguati ad effettuare tutte le valutazioni necessarie, descritte in tab. 1, e ad affrontare e risolvere le difficoltà nel frattempo incontrate (ad esempio l’obbligo di predisporre la microzonazione sismica del territorio e la necessità di recepire pe misure previste dai Piani di Gestione dei SIC, urbanisticamente sovraordinati alla Variante stessa). Non sono state quindi riscontrate carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle modalità tecniche per risolverli.

9. DESCRIZIONE DELLE MISURE DI MONITORAGGIO E CONTROLLO

Sebbene non siano stati riscontrati impatti ambientali significativi derivanti dall'attuazione della Variante, è opportuno prevedere attività di monitoraggio, in parte già accennate, finalizzate al controllo del mantenimento ed auspicabilmente al miglioramento dello stato ambientale attuale in riferimento agli ambiti considerati (tab. 3).

Le informazioni raccolte dovranno essere sistematizzate in un rapporto annuale, che rappresenterà peraltro una relazione periodica sullo stato dell’ambiente, contenente i valori degli indicatori previsti e loro elaborazioni, come grafici e cartografie dell’andamento dei valori nello spazio (carte di isoconcentrazione dei parametri misurati sovrapposte al territorio comunale) e nel tempo (grafici dell’andamento dei parametri considerati).

Laddove il rapporto dovesse indicare anomalie dei parametri e indicatori considerati dovranno essere messi in atto opportuni correttivi, come l’immediata segnalazione alle Autorità competenti ed eventualmente l’adozione di misure di carattere amministrativo (ordinanze sindacali).

Tabella 3 - Sintesi delle misure di monitoraggio

Frequenza di Ambito Indicatori Fonti aggiornamento

Concentrazione di SO x, NO x, CO, COV, CO 2, PM 10 nelle zone urbane e industriali nonché in aree prive o povere di ARTA Abruzzo, enti pubblici fonti emissive (“bianco”, ad es. nel SIC IT7140117 privati, specialisti/consulenti, Aria “Ginepreti a Juniperus macrocarpa e Gole del Torrente Rio Almeno annuale tecnici manutentori, registri di Secco” in loc. Grotta Imposta al confine con i comuni di autocontrollo delle aziende e di

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Parametri di controllo dell’efficienza degli impianti termici (CO, NO x, opacità Bacharach e sostanze oleose nei fumi)

Composti di cui ai riassuntivi delle emissioni delle aziende insediate

Parametri fisici e chimici di cui all’autorizzazione allo ARAP, Provincia di Chieti Almeno scarico del depuratore consortile semestrale Acqua ARTA Abruzzo Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato ecologico (LIMeco) del fiume Aventino Regione Abruzzo, enti pubblici e Almeno annuale privati, specialisti/consulenti Portate idriche (mc/sec) nelle stazioni idrometriche Flussi delle varie tipologie di rifiuto raccolte sul territorio Almeno Comune di Casoli, Osservatorio Rifiuti (kg/ab/anno) trimestrale Regionale Rifiuti, Ecolan SpA

Intensità (dB) e frequenza (Hz) del clima acustico nei centri abitati, nelle zone industriali e nelle aree protette ARTA Abruzzo, Agenti Almeno annuale enti pubblici e privati, fisici Intensità (V/m) e frequenza (50 MHz ÷ 3.5 GHz) specialisti/consulenti, dell’elettrosmog nelle zone nei centri abitati, nelle zone industriali e nelle aree protette

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