L'insurrezione Di Alcara Del 17 Maggio 1860 in Un Manoscritto Coevo Inedito
Gaetano De Maria L’INSURREZIONE DI ALCARA DEL 17 MAGGIO 1860 IN UN MANOSCRITTO COEVO INEDITO Premessa Il 16 maggio 1860 in Alcara Li Fusi arrivò la notizia del vittorioso inizio dell’impresa dei Mille in Sicilia per abbattere il regno borbonico e costitui- re uno Stato italiano unitario. Nella notte, un folto gruppo di alcaresi orga- nizzò per il giorno seguente una manifestazione per levare in alto il tricolo- re. Ma il 17, al termine della manifestazione, alcuni congiurati filoborboni- ci, improvvisamente, eliminarono fisicamente tutti gli amministratori che avevano aderito al corteo: undici furono i morti ammazzati, sindaco in testa. Altri dodici, gli esecutori dell’eccidio, furono, successivamente, processati e fucilati a Patti, per sentenza del tribunale. L’amaro ricordo dell’orrendo massacro dei civili rimase tanto impresso nella memoria collettiva della comunità alcarese che nei grandi litigi, come estremo argomento, si era soliti minacciare: “Faccio succedere un ’60”, alludendo a quella strage1. La rivolta di Alcara Valdemone (così era allora chiamato il paese) ebbe luogo immediatamente dopo la prima vittoria di Garibaldi a Calatafimi e intendeva salutare la liberazione dalla schiavitù, come andava inculcando la propaganda unitaria risorgimentale2. Quanti, fino a qualche decennio addie- tro, hanno scritto su questo triste episodio, hanno messo in evidenza soprat- tutto la efferatezza della proditoria uccisione di quei galantuomini, rappre- 1 Analoga ed efferata strage avvenne poco dopo a Bronte ove fu ucciso il notaio Cannata, gettato semivivo sul rogo, B. RADICE, Memorie Storiche di Bronte, Bronte 1926, p. 135. 2 In realtà, il governo borbonico delle Due Sicilie era uno dei migliori in Italia, mentre la Lombardia e il Nord Est stavano sotto il dominio straniero dell’Austria.
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