Peace Building Management -Per Costruire La Pace Nel Mondo- Relazioni Internazionali-Diplomazia-Mediazione E Gestione Delle Crisi”

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Peace Building Management -Per Costruire La Pace Nel Mondo- Relazioni Internazionali-Diplomazia-Mediazione E Gestione Delle Crisi” P PONTIFICIA FACOLTA’ TEOLOGICA “SAN BONAVENTURA” Members of United Nations Academic Impact in NY Master Universitario di II livello in “Peace Building Management -per costruire la pace nel mondo- Relazioni Internazionali-Diplomazia-Mediazione e Gestione delle Crisi” Anno Accademico 2013/2014 Il personale sanitario in occasione dei conflitti armati: compiti, diritti e doveri. ----------------------------------------------------------------------------------------- Candidato: Relatore: Dott. Giancarlo Corsano Avv. Gerardo Di Ruocco Ai miei genitori Andrea e Maria per gli innumerevoli sacrifici compiuti alle mie sorelle Laura e Sonia a mia moglie Marina per il continuo sostegno. “Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l’amore, per il cuore umano, è più naturale dell’odio”. Nelson Mandela “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo.” Luciano Ligabue. Si ringraziano l’Ispettorato Nazionale del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana il Sig. Generale Gabriele Lupini il relatore, il Maggiore Avv. Gerardo Di Ruocco il Colonnello Alessandro Maria Polverisi il Maresciallo Maggiore Franco Minucci il Ten. Col. Antonino Mancuso il Maggiore Antonio Pezzi il Capitano Salvatore Manfredi il Tenente Giorgio Alagna il Sottotenente Francesco Stagni il Capitano Giuseppe Cosentino il Capitano Pasquale Basile il Maresciallo Marco Barocci il Sergente Maggiore Daniele Michelini il Sergente Riccardo Padula la volontaria Cri Cristiana Masone Indice Introduzione 1 Capitolo 1 Le origini storiche del soccorritore 1.1 Dal periodo romano; le origini 4 1.2 Dal medioevo alle due Guerre di Indipendenza 6 1.3 L’Ottocento e la Grande Guerra 13 1.4 La Prima Guerra Mondiale 16 1.4.1 Madre Eugenia Maria Ravasco 24 1.4.2 Le sorelle Marinaz 29 1.4.3 Il diario di Virginia Marinaz crocerossina volontaria sul 29 fronte dell’Isonzo (1915-1916) 1.5 La Seconda Guerra Mondiale 33 Capitolo 2 Il Personale Sanitario: Compiti, Diritti e Doveri 2.1 Le origini 35 2.2 Attività del personale sanitario in caso di conflitto armato 36 2.3 Il Personale Sanitario 37 2.4 Definizione di personale sanitario 39 2.5 Doveri del Personale Sanitario 41 2.5.1 Trasporto Sanitario 48 2.5.2 Unità Sanitarie 50 2.5.3 Territori occupati 51 2.6 Diritti del Personale Sanitario 53 2.6.1 Territori occupati 56 Capitolo 3 Il Corpo Militare della Croce Rossa 3.1 La nascita del Corpo: le origini 57 3.2 Il Corpo Militare durante la Seconda Guerra mondiale 58 3.3 Il Corpo Militare oggi 64 Capitolo 4 Il Corpo delle Infermiere Volontarie 71 Capitolo 5 Il Corpo Militare dell'ACISMOM 5.1 Le origini 77 5.2 Organizzazione 80 Capitolo 6 Esperienze sul campo del Personale Sanitario Col. Alessandro Maria Polverisi 81 Ten. Col. Antonino Mancuso 90 Ten. Giorgio Alagna 92 Serg. Magg. Daniele Michelini 98 Magg. Antonio Pezzi 105 Cap. Salvatore Manfredi 129 S.Ten. Francesco Stagni 133 Cap. Giuseppe Cosentino 139 Cap. Pasquale Basile 145 M.llo Lgt. Marco Barocci 150 Serg. Riccardo Padula 152 Conclusioni 156 Bibliografia 159 Introduzione. Con la fine della guerra fredda e lo smantellamento dei blocchi, la natura dei conflitti armati è profondamente cambiata. I confini nazionali non sono più una sufficiente barriera di difesa. Suscita notevole interesse l'analisi dell'Ambasciatore Maurizio Moreno, Presidente Onorario dell'Istituto Internazionale di Diritto Umanitario, sull'evoluzione del Diritto Internazionale Umanitario nell'epoca attuale. La guerra, molto di rado, è combattuta secondo le regole classiche da parte degli Stati attraverso le proprie forze armate. Gli attori sul campo di battaglia si moltiplicano rapidamente. Le compagnie di sicurezza private sempre più affiancano gli eserciti in compiti ed operazioni militari. Le ostilità sono spesso innescate da un nemico dai contorni indefinibili: non soltanto i ribelli e gli insorti delle guerre civili di un tempo, ma una miriade di gruppi armati organizzati e cellule terroristiche operanti in contesti transfrontalieri ormai globalizzati. La fondamentale linea di demarcazione tra civili e combattenti, su cui poggia l'intero impianto del diritto internazionale umanitario, si fa fluida, anche perché le ostilità tendono a spostarsi nel cuore delle aree urbane, con un diretto coinvolgimento della popolazione civile. Di qui l'esigenza di tornare a porre al centro dell'attenzione la questione della diffusione della cultura del diritto internazionale umanitario, della conoscenza dei princìpi e delle regole che costituiscono l'ossatura delle “leggi dell'umanità”. La conoscenza è la premessa per una corretta applicazione ed il rispetto, da parte di tutti coloro che partecipano a diverso titolo ad un conflitto armato, di un minimo standard umanitario. Il diritto internazionale umanitario va promosso non soltanto nelle accademie e negli istituti militari, ma nelle università, nelle scuole, negli ambienti del volontariato. Un maggiore sforzo di promozione si impone non soltanto nell'ambito delle forze armate (e di polizia), ma altresì in seno alla società civile, anche nell'ottica della prevenzione di ricorrenti violazioni ed abusi di cui continuano ad essere principali vittime, negli odierni conflitti, le popolazioni civili. 1 Il diritto internazionale umanitario è una branca del diritto internazionale pubblico. Il DIU propriamente detto si riferisce solo allo ius in bello (diritto applicato in un conflitto armato) e non allo ius ad bellum (legittimità del ricorso alla forza armata), aspetto disciplinato invece dal diritto internazionale pubblico. Il DIU è anche denominato diritto internazionale dei conflitti armati. Il DIU è finalizzato a: proteggere le parti deboli di un conflitto armato, ossia i non combattenti (popolazione civile) e coloro che non possono più combattere perché malati, feriti, naufraghi, prigionieri di guerra; ridurre mali superflui e sofferenze inutili; facilitare il processo di pace e riconciliazione. Il fondamento del DIU, pertanto, può essere individuato nella necessità di assicurare, anche in situazioni di conflitto armato, il rispetto e la sopravvivenza di quei diritti fondamentali della persona che sono alla base della coscienza giuridica della comunità internazionale. Le norme del DIU, in origine, si sono evolute attraverso due distinte branche del diritto: il diritto di Ginevra, relativo alla protezione delle parti deboli del conflitto; il diritto dell'Aja, che disciplina diritti e doveri dei combattenti nella condotta delle ostilità e limita la scelta dei mezzi e metodi di combattimento La bipartizione tra diritto dell'Aja e diritto di Ginevra è richiamata solo per comodità espositiva, ma oggi non ha più alcun valore sostanziale. Infatti, con i 2 Protocolli Aggiuntivi del 1977 (rispettivamente sulla “Protezione delle vittime di conflitti armati internazionali” e “Protezione delle vittime di conflitti armati non internazionali”) i due sistemi si sono fusi in un'unica branca del diritto, come sottolineato dalla Corte Internazionale di Giustizia nel 1996 in occasione del parere espresso sulla liceità delle armi nucleari. Tali Protocolli, in particolare, disciplinano in un unico strumento normativo sia la tutela delle parti deboli del conflitto che la condotta delle ostilità. Il DIU deve essere applicato tanto dall'aggressore quanto dall'aggredito; essi, infatti, sono considerati uguali davanti alla legge sui conflitti armati. In altri termini, lo ius ad bellum (diritto a fare la guerra) non ha nessuna influenza sullo ius in bello (diritto applicato in guerra). In caso contrario, qualora regole diverse dovessero valere per 2 l'aggressore e l'aggredito, il DIU perderebbe la sua solidità. La Parte aggredita, infatti, potrebbe essere portata a violare più facilmente le norme sui conflitti armati giustificandolo con l'attacco subito; nello stesso tempo l'aggressore, sfavorito da questo diritto, non avrebbe più interesse alcuno a rispettarlo Il DIU vieta i mezzi e i metodi di combattimento che possono arrecare mali superflui o sofferenze inutili. Vieta anche l'uso di armi e mezzi di per sé leciti, ma il cui impiego, in determinate circostanze, può arrecare sofferenze inutili. Nel corso della trattazione della tesi, affronterò il ruolo del soccorritore sanitario, il suo inquadramento giuridico evidenziandone i diritti e i doveri connessi alla sua figura. Introdurrò l’argomento con un excursus storico del soccorritore, dalla sua nascita fino al periodo attuale con le Convenzioni di Ginevra del 1949 ed i relativi protocolli aggiuntivi del 1977. Darò una particolare attenzione al Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, di cui faccio parte con il grado di Sottotenente commissario in congedo, con un capitolo ad esso dedicato senza tralasciare le Infermiere Volontarie e lo Smom. Ho ritenuto opportuno far conoscere da vicino cosa significa “essere” un soccorritore sanitario; pertanto ho raccolto delle testimonianze dirette di alcuni soccorritori che hanno prestato la loro opera in missioni umanitarie in giro per il mondo. Testimonianze spesso molto toccanti! A loro va il mio più sincero ringraziamento. 3 Capitolo 1. Le origini storiche del soccorritore. 1.1 Dal periodo romano; le origini. Alla fine degli anni ‘30 Sigmund Freud discutendo con Albert Einstein intorno alla natura umana, asseriva che gli uomini vivono in una condizione assai più miserrima di tutte le creature viventi del mondo, vegetali o animali che fossero, a causa della stoltezza e della miopia che troppo spesso guida le
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