2) Frontespizio
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
STUDIA HISTORICA ADRIATICA AC DANUBIANA PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE SODALITAS ADRIATICO-DANUBIANA Anno I, n. 2 – 2008 ATTI DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI «MATTIA CORVINO E L’ITALIA: RELAZIONI POLITICHE, ECONOMICHE E CULTURALI», TRIESTE, 19 SETTEMBRE 2008 a cura di GIZELLA NEMETH e ADRIANO PAPO DUINO AURISINA STUDIA HISTORICA ADRIATICA AC DANUBIANA Rivista delle relazioni storico-culturali tra i paesi dell’area adriatico- danubiana, fondata da Gizella Nemeth e Adriano Papo Direttore responsabile: Silvano Bertossi Direttore editoriale: Gizella Nemeth Direttori scientifici e curatori del fascicolo: Gizella Nemeth e Adriano Papo Comitato scientifico: Kristjan Knez, Gizella Nemeth, Adriano Papo Comitato di redazione: Gizella Nemeth, Adriano Papo, Georgina Kusinszky Redazione: Visogliano 10/H-2, I-34011 Duino Aurisina (Trieste) Posta elettronica: [email protected] Si ringraziano per il sostegno finanziario dato alla pubblicazione di questo fascicolo il Prof. Dott. Alfredo Németh e la Banca Popolare FriulAdria di Pordenone Periodico semestrale edito dall’associazione culturale Sodalitas adriatico- danubiana, Duino Aurisina (Trieste) col patrocinio del Comune di Duino Aurisina – Občina Devin Nabrežina Stampa: Balogh & Társa Kft., Huszt u. 19, 9700 Szombathely, Ungheria Finito di stampare nel mese di dicembre dell’anno 2008 © Sodalitas adriatico-danubiana, 34011 Duino Aurisina (Trieste), 2008 ISSN 1974-9228 Iscritto in data 4 giugno 2008 nel Registro della Stampa e dei Periodici del Tribunale di Trieste col n. 1176 Sommario 5 Presentazione 7 GIZELLA NEMETH & ADRIANO PAPO, Mattia Corvino, stratega militare e mecenate (1458-1490) 21 JÓZSEF BESSENYEI, Il culto di Mattia Corvino nella storiografia magiara del XVI secolo 31 ANTONIO SCIACOVELLI, Mattia Corvino tra cronica coeva e storiografia moderna. Mito e/o culto di Mattia Corvino? 37 GYÖRGY DOMOKOS, Codici e libri a stampa nel regno di Mattia Corvino 45 GIZELLA NEMETH, Mattia Corvino e Venezia: gli anni della collaborazione nella lotta antitottomana 59 ADRIANO PAPO, Mattia Corvino e la politica ungherese al confine orientale d’Italia 73 ZSUZSA TEKE, Firenze e Mattia Corvino: relazioni politiche ed economiche 87 AGNIESZKA KUS, La propaganda reale di Mattia Corvino e il suo influsso sull’ideologia dinastica degli Jagelloni 99 MICHELE SITÀ, Marsilio Ficino e Mattia Corvino: tra teologia, filosofia ed esoterismo 107 GABRIELLA SZVOBODA DOMÁNSZKY, L’immagine di Mattia Corvino nell’arte ungherese del XIX secolo 119 ALESSANDRO ROSSELLI, L’età corviniana al cinema Vita della Sodalitas 125 Attività culturale 2007-2008 3 Presentazione ella complessa e variegata storia d’Ungheria, l’età dell’ultimo grande re nazionale magiaro Mattia Corvino ne costituisce senzaN dubbio uno dei momenti più alti e significativi. Uomo di spiccata personalità, valido condottiero, fine politico e diplomatico, Mattia Corvino volle fare nuovamente dell’Ungheria uno dei regni più potenti e colti d’Europa. A tale scopo, rinnovò gli antichi legami con l’Italia, grazie anche al matrimonio con la figlia del re di Napoli, Beatrice d’Aragona, donna colta e raffinata che portò con sé da Napoli i segni che preannunciavano il Rinascimento italiano, lasciandone un’impronta indelebile alla corte di Buda. Mattia stesso divenne un accorto mecenate e diede vita a una delle più belle e ricche collezioni librarie dell’epoca: la Biblioteca Corviniana. Gli stretti rapporti con le corti rinascimentali italiane plasmarono non solo la sensibilità di intellettuale del Corvino ma anche le sue doti di capace politico che intendeva realizzare un ben preciso progetto di politica internazionale: la costituzione d’un forte regno centroeuropeo in grado di contrastare da solo la dirompente avanzata degli ottomani. La Sodalitas adriatico-danubiana, in stretta collaborazione con l’Associazione Culturale Italoungherese del Friuli Venezia Giulia «Pier Paolo Vergerio», ha promosso una serie di manifestazioni per celebrare il 550° anniversario dell’ascesa di Mattia Corvino al trono d’Ungheria, tra cui il Convegno Internazionale di Studi «Mattia Corvino e l’Italia: relazioni politiche, economiche e culturali», che ha avuto luogo presso la Biblioteca Statale di Trieste il 19 settembre 2008. Al Convegno triestino sono intervenuti studiosi provenienti da varie università ungheresi (Debrecen, Miskolc, Szombathely, Szeged), dall’Università di Varsavia, dall’Università degli Studi di Udine, dall’Accademia Ungherese delle Scienze, dall’Accademia d’Ungheria in Roma, dall’Associazione «Vergerio» e dalla Sodalitas adriatico- danubiana; ha presenziato al Convegno il dott. Márk A. Érszegi, che ha trasmesso l’indirizzo di saluto dell’ambasciatore della Repubblica d’Ungheria presso il Quirinale, S.E. dott. Miklós Merényi. Le relazioni hanno toccato i seguenti temi: 1) rapporti politici, economici e culturali tra Mattia Corvino e gli stati italiani, con particolare riferimento alle regioni dell’Alto Adriatico; 2) mito e culto di Mattia Corvino nella storiografia; 3) riflessi dell’età corviniana nell’arte e nel cinema. Hanno collaborato all’organizzazione del convegno la Società di studi storici e geografici di Pirano e il Consolato Onorario d’Ungheria per il Friuli Venezia Giulia. 5 Questo secondo numero degli «Studia historica...» raccoglie pertanto gli atti del convegno triestino: dieci contributi, arricchiti di una suggestiva iconografia del re Mattia nell’arte ungherese dell’Ottocento, che abbiamo ritenuto opportuno far precedere da un breve articolo sull’attività politico-militare e sul mecenatismo del grande sovrano magiaro. Le manifestazioni corviniane promosse dalla Sodalitas, e dalla «Vergerio», sono proseguite il 6 ottobre 2008 a Szeged, in Ungheria, con un secondo convegno, intitolato «Italia e Ungheria nel contesto dell’umanesimo corviniano». Hanno partecipato all’organizzazione di questo nuovo incontro corviniano la Fondazione Cassamarca di Treviso, l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest, il Centro Italiano di Cultura di Szeged e il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Szeged. I contributi usciranno in un volume di atti che sarà pubblicato a cura della Fondazione Cassamarca, che ha tra l’altro sponsorizzato l’importante simposio. I Curatori 6 Mattia Corvino, stratega militare e mecenate (1458- 1490) a morte prematura di Ladislao V il Postumo (27 novembre 1457) lasciò vacanti i troni di Ungheria e Boemia, per i quali c’eranoL due legittimi eredi: il re di Polonia, Casimiro IV Jagellone, e il duca Guglielmo di Sassonia. Si fece invece avanti l’imperatore Federico III, zio del defunto re magiaro, che prese immediato possesso dell’Austria e trattenne la corona di Santo Stefano. Per contro, il 24 gennaio 1458 la Dieta di Rákos elesse re d’Ungheria l’allora quindicenne Mattia Hunyadi, che all’epoca si trovava in prigionia a Praga1; la sua scelta, tra l’altro appoggiata dal papa e dallo stesso palatino László Garai, fu influenzata soprattutto dal carisma del suo nome, essendo egli figlio di Giovanni Hunyadi, colui che nel 1456 aveva difeso la fortezza di Belgrado dall’assalto dei turchi ottomani. Mattia Hunyadi (1458-90), detto Corvino dall’animale araldico della sua insegna, fu l’ultimo grande re nazionale d’Ungheria. Sotto il suo regno lo stato magiaro attraversò l’ultimo periodo di floridezza della sua storia, raggiungendo la massima estensione territoriale dai tempi di Luigi I il Grande (1342-82). L’Ungheria riassunse il ruolo di grande potenza europea, prima di avviarsi al rapido declino che l’avrebbe portata in poco meno di quarant’anni alla catastrofica sconfitta di Mohács (29 agosto 1526), che segnò anche la fine della sua indipendenza. Mattia Hunyadi era nato a Kolozsvár (oggi Cluj-Napoca, in Romania) il 23 febbraio 1443. Conosceva il greco e il latino, e aveva appreso dal padre l’arte della guerra e della diplomazia. Mattia scelse i propri collaboratori in campo politico tra la media nobiltà, la borghesia, gl’intellettuali, ma anche tra i ceti più bassi. In campo militare organizzò, in aggiunta ai banderia nobiliari e alle militia portalis, un proprio esercito permanente di mercenari, per lo più cechi, tedeschi e ungheresi, la cosiddetta ‘Armata Nera’, che, in base al colore nero-opaco delle uniformi dei suoi soldati, incuteva soggezione e terrore tra i nemici alla sua sola vista. Questo esercito, costituito da una fanteria, da una cavalleria leggera e soprattutto da una cavalleria pesante, fu il segreto delle molteplici e vittoriose campagne militari di Mattia sui vari fronti austriaco, boemo, polacco e balcanico. 1 Mattia era stato condotto a Praga e tenuto in prigionia dal re Ladislao dopo la decapitazione del fratello, Ladislao Hunyadi, ch’era stato condannato a morte per l’uccisione del conte Ulrico di Cilli, avvenuta a Belgrado il 9 novembre 1456. 7 Mattia fu anche studioso di strategie militari: fu un grande condottiero ma anche un abile diplomatico. Fu un sovrano accentratore del potere, autoritario ma non tirannico: limitò i privilegi dei nobili, modernizzò l’amministrazione della giustizia, limitò altresì il potere della Dieta, investendo, per contro, di maggiori poteri il palatino, che in caso di assenza o minore età del re avrebbe esercitato le funzioni di reggente e capitano generale. Per mantenere l’esercito, Mattia, continuamente impegnato in più di trent’anni di guerre, dovette riformare il sistema fiscale con l’introduzione di nuovi tributi e diritti doganali permanenti e straordinari, che gravarono soprattutto sul ceto contadino. Le entrate regie assommavano a circa 650.000 fiorini d’oro