tinuava ad erodere quote di mer- cato alla che, con la vecchia 850, non riusciva più a difendersi A112: adeguatamente. Strano destino, quello dell’Auto- : nata con lo scopo di realiz- zare vetture più eleganti su base LA VERA “” TRICOLORE meccanica Fiat (esemplare il caso della Bianchina, sorella lussuosa della 500, ma anche quello Prima utilitaria a trazione anteriore concepita in Italia, si contrapponeva alla Mini per dell’A112 nei confronti della 127 o della Y10 verso la Uno) diventò modernità e filosofia: brillante e funzionale, surclassava le rivali in prestazioni e una sorta di laboratorio in cui spe- maneggevolezza. Pregevoli le versioni “”, caratterizzate da performances rimentare innovazioni tecniche di cui la Fiat non aveva il coraggio di da sportiva purosangue. Storia di un piccolo grande capolavoro italiano. assumersi la paternità. In partico-

di Marco Chiari

A lato, ggi il mercato of- il modello fre vetture com- prima serie patte e trendy che, nella versione O salvo lo spazio, non han- normale. no nulla da invidiare ad auto di categoria supe- riore: la Mini può esserne un esempio concreto, ma non si tratta di una novità assoluta visto che, già qualche decina di anni fa, la vecchia Mini d’Oltre- lare, la trazione an- A centro manica, prodotta su li- teriore che debut- pagina, in cenza dalla Innocenti ne- tò sulla Primula cui basso, gli stabilimenti di Lam- seguirono l’A111 3 modelli della brate per aggirare i dazi prima serie, e l’A112 in veste sull’importazione, rivesti- di apripista per le l'Abarth va lo stesso ruolo pur es- contraddistinta auto di Mira ori. dal cofano sendo assai più semplice Successivamen- nero, la della sua discendente te, dopo la can- normale e la E odierna. cellazione dai (tetto bianco) Ma la vera “mini” italiana, milanese sulla sua calandra non campeggia- purosangue, non va la “i” della Innocenti ma una “a” era di Lambrate stilizzata: stiamo parlando della bensì nasceva a A112, lanciata nel 1969 dall’Auto- Desio, sempre a bianchi al Salone di Torino non sol- un tiro di schiop- tanto per sostituire la simpatica po dalla metro- Bianchina ma per fronteggiare lo poli lombarda; e strapotere della Innocenti che con-

La vecchia Abarth della prima serie ed un particolare con il doppio scarico e lo scorpione

10 - N. 11 - 2009 A sinistra la A112 Elegant seconda serie, si distingue per i paraurti in plastica, i pro li laterali in gomma ed i cerchi di nuovo disegno.

A destra la versione normale della seconda serie conserva i paraurti in lamiera sua loso a: l’immagine di utilita- chio tempo fa, è ancora di forte at- ria di classe, tipica dell’A112, è sta- tualità come dimostra la IQ, la nuo- listini dell’A111, la produzione si Thema - Fiat Croma - Saab ta ripresa ed ampli cata dalla va scommessa su cui la Toyota ha imperniò su di un unico modello, 9000 che condividevano la parte “Y10”, proponendosi più come vet- investito cifre stratosferiche e che se si eccettua l’assemblaggio della centrale della scocca. tura d’élite in un panorama di city- promette di trasportare comoda- 500 giardiniera con marchio Auto- cars votate all’economia e alla ra- mente quattro persone in un abi- bianchi no al 1978. Si trattava zionalità (ricordate il celebre spot tacolo lungo poche spanne più di appunto della A112 che in- “piace alla gente che piace” inter- una Smart. carnò alla perfezione en- pretato da personaggi dello spet- E’ chiaro che i due posti posteriori Anche per trambi i ruoli tipici del tacolo?); ed il copione è stato re- erano tutt’altro che confortevoli l'Abarth marchio, ovvero fare da plicato con le successive Lan- per degli adulti di taglia medio- seconda serie battistrada all’esordio cia Y, la più recente Ypsi- grande e che il bagagliaio era ri- vengono della 127 e rivestirne il lon e la sua deriva- dotto ai minimi termini, ma l’A112 adottati i ruolo di “sorella snob”. ta Musa, tutte non nasceva come “macchina da paraurti in E occorre anche ri- caratterizzate famiglia”, per la quale la Fiat stava plastica marcare che la A112 è da un’aura fa- mettendo in canna uno dei suoi stata l’ultima Auto- scinosa e da colpi più micidiali, la 127; e in più bianchi al 100%; infatti un’immagine non dimentichiamoci che nel la successiva Y10, nelle “femminile”, 1969, quando fu presentata, molte versioni destinate ai se ci è consen- famiglie italiane, benché numero- mercati esteri, era già tito usare que- se, dovevano ancora accontentarsi marchiata Lancia e con l’av- sto aggettivo della 500 facendo di necessità vir- vento della rinnovata Y il logo per una vet- tù. Autobianchi fu de nitivamente tura. Posto quindi che l’obiettivo non sacri cato sull’altare di quella che i Certo è che la for- era quello di mettersi in luce per manager de niscono “razionaliz- C’è da dire che, mula dell’A112, ossia quella capacità di trasporto, la piccola di zazione”. Con buona pace dei no- se il nome Autobianchi è scompar- di stivare 4 persone in 3 metri, no- Desio anche in questo fece centro stalgici del marchio. In un solo ca- so, non altrettanto si può dire della nostante sia stata concepita parec- giocando un vero asso nella mani- so l’A112 tradì il suo stemma: infat- ca: il portellone con sedile poste- ti, in virtù di un accordo fra Lancia riore ribaltabile che, all’occorren- e Saab, per il mercato svedese, la za, dava alla fascinosa utilitaria la piccola italiana era venduta con il capacità di un camioncino, mentre nome Saab Lancia A112. Tale ac- la concorrenza, (a parte la Renault cordo prevedeva anche la com- 4 e la Citroen Dyane che però na- mercializzazione della Lancia Del- scevano con una loso a opposta, ta con marchio Saab e portò poco ovvero molto spaziose ma sparta- dopo allo sviluppo di una piatta- ne no a rasentare l’indecenza) forma comune per una nuova vet- stava a guardare. La Mini Innocenti tura, da cui trasse origine il trio aveva un bagagliaio piccolo e po- co accessibile e la versione station wagon a quei tempi non venne ca- pita, perlomeno in Italia. Anche le grandi Case tedesche non aveva- no nulla di simile a listino; quella con maggior vocazione alla co- struzione di auto piccole, la Volk- swagen, sopravviveva con conti- nui aggiornamenti al Maggiolino Abarth seconda d’anteguerra. E possiamo dire che serie, nuovi tutte le moderne utilitarie a trazio- gruppi ottici ne anteriore del decennio succes- posteriori con sivo (dalla 127 alla , dalla luce retromarcia Innocenti Mini 90 alla Ford Fiesta) incorporati.

N. 11 - 2009 - 11 A112 Abarth quarta serie , si noti il particolare della presa d'aria sul cofano.

A destra almeno in parte trassero ispirazio- successiva quinta serie, il modello e al centro, ne dalla piccola e simpatica Auto- esteticamente più riuscito della la normale e la bianchi. La quale non si limitava ad fortunata famiglia A112. L’aspetto Elegante della essere elegante e funzionale, ma esterno viene “svecchiato” con l’eli- quarta serie, la plastica nera già nella versione d’esordio, moto- minazione di tutte le cromature a sostituisce le rizzata da un 903 cc ad aste e bilan- vantaggio della plastica nera; an- cromature. cieri erogante 44 CV, si distingueva che i nuovi paraurti e le cornici dei per le sue notevoli qualità. Presta- fari anteriori sono realizzate con il zioni brillanti, consistenti in una medesimo materiale, mentre i fari velocità massima di 137 Km/h, ac- posteriori vengono allungati verso celerazione in grado di far “man- il centro vettura e assumono una giare la polvere” a molte berline forma trapezoidale andandosi a medie, facilità di parcheggio, non- raccordare con la targa. Solo la ver- ché maneggevolezza degna di un sione base mantiene i paraurti me- go-kart e formidabile tenuta di stituite con quelle studiate dalla re nero al posto di quelle cromate tallici verniciati in nero e non adot- strada permettevano di a rontare Casa di Corso Marche, mentre l’im- e perdono la fascia nera al poste- ta il pro lo protettivo in plastica in sicurezza anche percorsi tortuo- pianto frenante bene ciò dell’ado- riore. L’unica novità meccanica de- lungo il corso della  ancata; per si, esaltando la guida dei piloti zione del servofreno. Nuovo anche gna di nota è l’incremento di po- tutte, la forma della mascherina esperti e perdonando gli errori di lo scarico con un terminale con tenza del motore 903 che passa da anteriore viene modi cata confe- quelli più indecisi, senza peraltro doppio tubo cromato, mentre altri 44 a 47 CV. Anche la terza serie, rendo un look più aggressivo e la avere un assetto rigido come quel- interventi riguardarono la carroz- prodotta dal 1974 al 1977, non griglia dell’espulsione aria dall’abi- lo della Innocenti, la quale, nono- zeria che si presentava in un’inedi- propone grossi stravolgimenti: la tacolo (già ingrandita a partire dal- stante fosse sempre un punto di ri- ta livrea bicolore con il cofano an- base adotta paraurti in metallo ne- la terza serie) è riposizionata ed ferimento, era stata tuttavia con- teriore e la zona targa posteriore ro, gli altri allestimenti vengono ora avvolge il montante posteriore cepita oltre dieci anni addietro. verniciati di nero. Anche gli allesti- dotati di luci di retromarcia incor-  no al bordo del portellone. Viene A partire dal 1971, la versione menti dell’abitacolo sfoggiavano porate nei nuovi gruppi ottici po- ampliata la gamma colori con l’in- d’esordio fu a ancata dalla “E”, ca- sedili sportivi dotati di appoggia- steriori, la gamma colori include serimento di svariate tinte metal- ratterizzata da un allestimento più testa e una strumentazione arric- anche qualche tinta metallizzata; lizzate, sempre più di use anche completo in cui spiccava la verni- chita. Il trattamento Abarth esalta- tutte le versioni sono ora omolo- sulle utilitarie e disponibili anche ciatura bicolore (il padiglione ave- va le già buone qualità stradali del- gate per il trasporto di cinque pas- per l’Abarth, che nel frattempo ha va una tinta diversa rispetto al re- la vettura e si può certamente af- seggeri e la potenza del 903 viene adottato un nuovo cofano caratte- sto del corpo vettura), e da un mo- fermare che la piccola A112 fu ridotta a 42 CV. Riguardo alle rizzato da una protuberanza con dello sportivo che ha fatto storia e un’ottima palestra per aspiranti Abarth della terza serie, il propul- presa d’aria dedicata al radiatore che proprio in questo periodo sta rallysti e piloti in genere. sore 982 cc fu dapprima a ancato dell’olio. Per il resto, meccanica- vivendo una nuova giovinezza, Nel 1973 debutta la seconda serie, poi sostituito da un 1049 cc da 70 mente le Abarth e la base sono in- grazie al rilancio in grande stile del ma le modi che sono veramente HP derivato dall’unità che muove- variate mentre la Elegant bene cia marchio dello Scorpione. Stiamo ridotte a qualche piccolo detta- va le Fiat 127 prodotte in Brasile. di un motore speci co da 965 cc e ovviamente parlando dell’Abarth, glio, fra cui un diverso disegno del- Questa versione aveva nel frattem- 48 CV derivato dal 903 di origine. che modi cò la meccanica della la mascherina, i paraurti in plastica po abbandonato il cofano nero, in Questo propulsore fu esclusivo ap- A112 portando la cilindrata a 982 con una fascia satinata (non per la favore di uno in tinta vettura a tut- pannaggio delle varie versioni cc, la potenza a 58 CV e la velocità base che mantiene i vecchi para- to vantaggio dell’eleganza. A112 che si succedettero nel corso massima a oltre 150 Km/h; il carbu- colpi cromati) e la comparsa di una Per assistere ad un restyling degno degli anni, salvo poi andare ad ratore originale fu rimpiazzato da pro latura in gomma sulla  anca- di tal nome, bisogna attendere il equipaggiare la prima versione un doppio corpo e tutte le parti ta della Elegant, mentre le Abarth 1977, anno del debutto della quar- della 4x4, su cui occor- “mobili” del propulsore furono so- adottano le cornici dei fari di colo- ta serie; sarà questo, assieme alla reva maggiore riserva di potenza per potersi trarre d’impaccio nelle situazioni più impegnative. Siamo all’estate del 1979, quando debutta la quinta serie che, nono-

La quarta serie si evidenzia per i fascioni paracolpi laterali ed i gruppi ottici che si raccordano con la targa. A sinistra l'Abarth, riconoscibile per la presa d'aria sul cofano. A destra la Elegant. 12 - N. 11 - 2009 La versione Abarth riormente gli indicatori di direzio- della sesta serie, ne migrano sui paraurti; posterior- Piccoli consigli per l’acquisto di una A112 già abbondano le mente le luci vengono ristilizzate, modanature in plastica. le targhette identificative tornano La ruggine è il nemico numero uno di questa sul portellone come un tempo. vettura; la corrosione attaccava pianale e scoc- All’interno, le rifiniture di maggior ca, in particolare il portellone era un formidabi- pregio sono riservate alla LX, la le focolaio per la forma della battuta che facili- quale, al pari dell’Abarth, offre an- tava il ristagno dell’acqua. Comincia ad essere che gli alzacristalli elettrici anterio- difficile reperire alcuni ricambi degli interni: ad ri e l’orologio digitale; per tutte le esempio, il coperchio del vano radio (nelle ver- versioni è ottenibile a richiesta il sioni post 1977 questa andava inserita vertical- tettuccio apribile in vetro. Nuova mente alla base del parabrezza) si rompeva anche la batteira dei colori, sia pa- spesso, così come lo sportello del cassetto por- stello che metallizzati. taoggetti; i lamierati invece si trovano ancora Nel corso del 1984 debuttò la setti- senza grandi difficoltà. ma serie con modifiche ridotte ai Tutto OK anche per la meccanica, soprattutto stante la comparsa di alcune ulte- dimensione, lasciano il portellone minimi termini; in particolare, le per la disponibilità dei ricambi, ma attenzione: riori appendici in plastica, si man- per posizionarsi alla sommità del gemme dei lampeggiatori anterio- spesso un uso sconsiderato delle Abarth può tiene ancora gradevole ed attuale fascione di coda; su questa serie ri cambiarono da arancioni a tra- avere fatto danni e in tal caso le sorprese non a dieci anni dal lancio; la gamma debuttano il tergilunotto, lo spec- sparenti, in coda una fascia rifran- mancheranno. Non c’è da allarmarsi per qual- viene rivoluzionata e prevede ora chietto regolabile dall’interno ed il gente occupava lo spazio fra i due che piccolo trafilamento d’olio, mentre il carbu- quattro livelli di allestimento: Ju- sedile posteriore sdoppiato. gruppi ottici e la targa posteriore ratore doppio corpo deve essere registrato solo nior, Elegant, Elite ed Abarth. La A prima vista, le Abarth si distin- fu spostata in un apposito allog- da mani esperte. Non mancano nemmeno le Junior costituisce la versione base, guono per la protuberanza sul co- giamento sul paraurti. Le Abarth vetture con meccanica e cambio profonda- è disponibile unicamente con il fano, i cerchi specifici ed il doppio disponevano di una coppia di fari mente modificati; accertatevi sempre della di- motore da 903 cc, è dotata del tet- terminale di scarico. fendinebbia, incorporati nel pa- sponibilità dei pezzi originali, fondamentali per to apribile in tela (che fa tanto “Fiat Le prove su strada dell’epoca certi- raurti anteriore, mentre, per sotto- un’eventuale omologazione presso i Registri 500”!) ed è venduta soltanto in tin- ficheranno una velocità massima lineare il carattere sportivo, spicca- Ufficiali. te pastello, quattro delle quali, di 130 km/h per la Junior, oltre 139 vano le cinture di sicurezza di colo- La A112 abarth è la vettura che ci sentiamo di esclusive e sbarazzine (giallo, aran- km/h per la Elite e oltre 153 km/h re rosso. consigliare a chi vuole cimentarsi nelle gare di cione, verde smeraldo e blu elettri- per la Abarth. Con qualche aggior- All’inizio del 1985 ci fu la versione regolarità senza investire un capitale, a chi vuo- co). La Elegant mantiene il motore namento di dettaglio, la quinta se- di commiato, denominata solo le divertirsi al volante di una macchina brillante da 965 cc, adottato anche dalla Eli- rie proseguirà a gonfie vele fino al A112, che di fatto corrispondeva e sincera, o più semplicemente a chi, come il te, ed un allestimento più comple- 1982, anno in cui verrà lanciata la alla vecchia Junior: un allestimen- sottoscritto, vuol tornare alll’auto dei suoi to rispetto a quello della Junior; a sesta serie. to volutamente semplificato, per vent’anni! richiesta è disponibile pure il cam- Il design ha cominciato a sentire il non disturbare la nuova Y10, pre- Non dimentichiamoci comunque delle altre bio a 5 marce, che equipaggia di peso degli anni, per cui, in attesa sentata in tre versioni (Fire, Touring versioni che, sebbene prive dell’appeal sporti- serie la Elite, sulla quale viene of- del lancio della Y10 che sarebbe e Turbo), che nel 1986 la soppiantò vo, si sono guadagnate sul campo i gradi di au- ferta anche l’accensione elettroni- avvenuto nel 1985, si decide di definitivamente. La Y10 Turbo pre- to storica a tutti gli effetti. ca, interni in panno differenti ed ammodernarlo ricoprendo la vet- se il posto dell’Abarth nei listini, una dotazione di accessori più tura di plastica, operazione non ma non nel cuore dei suoi tanti fan, completa. Anche sulle Abarth so- perfettamente riuscita in quanto dove la nuova vettura non fece Di sicuro, le campagne di rottama- no disponibili di serie accensione rende un po’ goffa un’auto che mai breccia, nonostante la validità zione degli anni scorsi ne hanno elettronica e cambio a cinque mar- aveva nel DNA la pulizia delle linee delle prestazioni e la rifinitura ulte- velocizzato la scomparsa; l’Abarth, ce, mentre l’allestimento interno è e l’eleganza, Viene riconfermata la riormente migliorata; forse fu l’as- pur essendo stata una versione di molto curato e, come sempre, rivi- Junior (ma senza il tettuccio in te- senza del logo dello scorpione, nicchia, è probabilmente quella sto in chiave sportiva: sedili, come la) e depennata la Elegant; al di so- prematuramente accantonato e ri- che oggi conta il maggior numero da tradizione più avvolgenti, con pra della Elite, tuttora disponibile, scoperto soltanto oggi dopo quat- di esemplari sopravvissuti, sebbe- parte centrale in tessuto a coste e debutta la LX, mutuando la sigla tro lustri di polveroso oblio, forse il ne spesso siano stati utilizzati in laterali in skay. dai contemporanei modelli Lancia; propulsore con un rumore più competizioni, cosa che ne fa dila- Su tutte le versioni compaiono un come sempre, l’Abarth interpreta il ovattato, fatto sta che già nel 1988, tare i costi di restauro e che ne ha profilo laterale in plastica maggio- ruolo di sportiva della famiglia. Ol- a soli tre anni dal lancio, la Turbo in parte compromesso l’autentici- rato e i codolini neri ai passaruota, tre alla modifica dei paraurti ante- venne cancellata dal listino, men- tà Si tratta comunque di un model- mentre al posteriore (la parte mag- riori e posteriori, raccordati fra loro tre la progenitrice fu prodotta per lo da tenere d’occhio, in quanto, giormente interessata dal rest- da un mas- per la nutrita schiera di estimatori, La versione yling) debutta un fascione in pla- siccio profi- è ipotizzabile una buona rivaluta- Elite della stica che avvolge tutta la coda ed lo paracolpi zione delle quotazioni; inoltre, chi settima serie incorpora i nuovi grandi gruppi ot- laterale, vie- l’ha guidata almeno una volta non e, sotto, tici, che includono due luci di re- ne modifi- può averne dimenticato la straor- la Junior. tromarcia e due retronebbia. Le cata la fana- dinaria progressività, il rombo esal- targhette identificative, di piccola leria: ante- tante, lo sterzo diretto e le ruote in- collate all’asfalto. Merita pertanto un posto di rilievo nella memoria (ma anche nei garage) dei veri ap- passionati. La chiave del successo della piccola Autobianchi, una presenza fissa nel panorama urbano non solo italiano, sta soprattutto in un concetto molto ben quattordici anni in sette serie azzeccato: disporre di una vettura consecutive. pratica e di dimensioni ridotte, senza Come auto storica, la A112 non è dover rinunciare a nulla in termini di mai stata molto considerata, a par- eleganza, comfort e brillantezza; inoltre consumi contenuti e mecca- te l’Abarth che in questo specifico nica molto affidabile. contesto costituisce un modello a Oggi l’A112 è quarantenne, anzi è sé stante. Non sono molte le vettu- una di quelle splendide quarantenni re che si sono salvate, spesso a che fanno girare la testa e che si fan- causa della ruggine che le divora- no ammirare più di tante giovani!  va prematuramente, ma anche perché la meccanica robusta ed af- fidabile permetteva di sfruttarle fi- no all’ultimo. N. 11 - 2009 - 13