COMUNE DI SIAMANNA ()

PIANO URBANISTICO COMUNALE

RELAZIONE GEOLOGICO-AMBIENTALE E GEOTECNICA

Dr. Geologo Fausto A. Pani Dott. Geol. Roberta M. Sanna

Collaboratore Dott. Geol. Giovanni Mele

Dicembre 2002 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

1. PREMESSA...... 4

2. INTRODUZIONE ...... 4 2.1.1 Immagine – Ripresa dal satellite Landsat dell’agoto del 1999 con l’incendio sul Grighine e la vasta piana asciutta 4

3. METODOLOGIA...... 5

4. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO...... 7 4.1.1 Tav. - Inquadramento amministrativo...... 7 4.1.2 Tav. - Inquadramento C.T.R.N. 1997 e IGM 1994 ...... 7

5. INQUADRAMENTO OROGRAFICO...... 8 5.1.1 Una vista simulata del rilievo del territorio comunale colorato per acclività ...... 9

6. INQUADRAMENTO CLIMATICO...... 10 6.1.1 Tav. La distribuzione delle stazioni meteo nell’area circostante Siamanna...... 10 6.1.2 L’andamento delle piogge per la stazione di dal 1922 al 1992 ...... 12 6.1.3 L’andamento delle piogge per la stazione di dal 1922 al 1992 ...... 12 6.1.4 L’andamento annuo della piovosità per Simaxis...... 13 6.1.5 L’andamento annuo della piovosità per Mogorella ...... 13 6.1.6 Il diagramma umbrotermico per la stazione di Simaxis ...... 14 6.1.7 Il diagramma umbrotermico per la stazione di Mogorella ...... 14 6.2 TEMPERATURA...... 15 6.2.1.1 Tabella 1 - Temperature medie mensili, media annua (AN) ed escursione diurna (Esc)...... 15 6.2.1.2 Tabella 2 - Temperature mensili massime (M) e minime (m) medie ed escursione diurna (E) ...... 16 6.3 PRECIPITAZIONI ...... 17 6.3.1 Tabella 3 - Elenco Stazioni Pluviometriche considerate ...... 17 6.4 VENTOSITÀ...... 19 6.4.1 Tabella 4 - Dati anemometrici della stazione di Monte Arci...... 19 6.5 ALTRI PARAMETRI CLIMATOLOGICI ...... 20 6.5.1 Tabella 5 – Igrometria ...... 20 6.6 CLIMATOLOGIA...... 20

7. INQUADRAMENTO GEOLOGICO-STRUTTURALE...... 22 7.1.1 Tav. - Il sistema del Campidano di Oristano e dei massicci dell’Arci e del Grighine...... 22 7.2 CARATTERI GEOLOGICI E STRATIGRAFICI DEL TERRITORIO COMUNALE ...... 29

8. INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO...... 34

8.1 IDROGRAFIA SUPERFICIALE ...... 34 8.1.1 Il pattern dell’idrografia evidenziato sull’immagine Landsat del 1999 ...... 34 8.2 CARATTERI IDRAULICI DELLE FORMAZIONI GEOLOGICHE...... 35 8.2.1 Tav. - L’idrogeologia del territorio costituente l’area vasta incentrata sul territorio di Siamanna ...... 36 8.3 CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE ...... 38

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 2 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica 9. VULNERABILITÀ IDROGEOLOGICA E PROBLEMATICHE DEL TERRITORIO COMUNALE...... 41 9.1.1 1) Settore montano nord-est ...... 42 9.1.2 Tav. – Distribuzione del rischio di evoluzione da erosione (in rosa) e frana (in viola) nell’area di del Grighine di Siamanna...... 43 9.1.3 2) Settore centrale;...... 43 9.1.4 3) Settore sud-ovest ...... 44 9.1.5 Tav. – Distribuzione del rischio di evoluzione da erosione (in rosa) e frana (in viola) nell’area di del pianoro basaltico di Siamanna...... 44

10. Caratteristiche geotecniche delle aree interessate da trasformazione ...... 45 10.1.1 Tav. – Carta Geotecnica delle aree suscettibili di trasformazione...... 45

11. CONCLUSIONI...... 48

12. BIBLIOGRAFIA ...... 49

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 3 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

1. PREMESSA

Nell’ambito della redazione del Piano Urbanistico del Comune di Siamanna, i progettisti incaricati, Ing. Pietro Paolo Porcu ed Ing. Gianni Porcu, al fine di ottemperare alle disposizioni di legge vigenti in materia di geotecnica e di pianificazione paesaggistica ed urbanistica, D.L. n. 11 del Marzo 1988 e L. Regionale n.45 del 22.12.1989, hanno affidato agli scriventi professionisti geologi l’incarico di redigere l’inquadramento geologico, geomorfologico, idrogeologico e geotecnico del territorio comunale e la relativa cartografia, nonché quello di delineare i caratteri geo-ambientali peculiari del territorio del comune suddetto.

2. INTRODUZIONE

Negli ultimi anni nell’ambito della pianificazione territoriale ed urbanistica si è reso necessario introdurre, nell’ambito della strutturazione del background informativo di supporto alla pianificazione, una stratificazione di conoscenze geologico-tecniche, morfologiche, idrogeologiche e pedologiche di base, funzionali ad una impostazione razionale della pianificazione territoriale.

2.1.1 Immagine – Ripresa dal satellite Landsat dell’agoto del 1999 con l’incendio sul Grighine e la vasta piana asciutta Il risultato di questo approccio alla pianificazione, che si basa sulle esperienze già da tempo elaborate negli USA, ha portato e porta a fare delle scelte pianificatore basate sulle caratteristiche intrinseche del territorio in esame, e non come un tempo solo ed esclusivamente sulle base di convenienze progettuali e Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 4 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica convenienze politiche. In questo modo, su basi tecnico-scientifiche è possibile individuare le aree che necessitano di particolari attenzioni per il loro valore potenziale o l’elevata suscettività a certi usi ed altre che invece mostrano caratteri più idonei allo sviluppo urbanistico ed economico.

Le indagini geologico ambientali devono pertanto contenere le seguenti informazioni ed orientamenti da fornire al progettista del P.U.C.: 1) le basi per pianificare la destinazione d’uso del territorio, tenendo conto delle caratteristiche dei terreni nei quali tali interventi possono essere localizzati; 2) orientare le scelte urbanistiche in funzione della “vocazione del territorio”, dopo aver individuato la suscettività d’uso per vari scopi ed aver verificato che l’espansione dei centri abitati e l’uso del territorio seguano i criteri dello sviluppo sostenibile, e che le variazioni indotte sul sistema ambientale non creino situazioni di pericolo per gli insediamenti e non provochino danni irreversibili alle risorse territoriali non rinnovabili ed all’attività agricola; 3) identificazione delle aree da sottoporre a particolari vincoli ambientali; 4) evidenziare le zone a maggior pericolosità geologica o a forte rischio ambientale per le quali è necessario escludere del tutto certi tipi di uso; 5) proporre norme e regolamenti di attuazione per l’esecuzione di indagini di maggior dettaglio da eseguirsi in aree soggette a profonde modificazioni dell’attuale assetto ambientale per la realizzazione di programmati interventi urbanistici; 6) fornire tutte le indicazioni metodologiche necessarie per la verifica di compatibilità ambientale dei progetti di trasformazione urbanistica e territoriale in attuazione dello strumento urbanistico generale.

Il presente studio ha quindi lo scopo di fornire al progettista del P.U.C. tutte le informazioni e le indicazioni relative all’ambiente geologico, includendo sotto questa voce tutti gli aspetti che concorrono a caratterizzare questo ambito di ricerca, per poter perseguire un uso corretto delle risorse naturali e culturali e per poter ridurre al minimo il rischio di degrado delle stesse.

3. METODOLOGIA

Allo scopo di ottimizzare le risorse disponibili e di razionalizzare il lavoro, lo studio è stato suddiviso in tre fasi operative:

1) Fase preliminare

- Ricerca ed acquisizione dei supporti cartografici topografici e tematici esistenti; - Ricerca dei supporti fotografici e/p di immagini da satellite esistenti; - Ricerca bibliografica ed acquisizione del materiale bibliografico di interesse; - Analisi critica del materiale cartografico e bibliografico censito; - Inquadramento geografico generale; - Inquadramento climatico generale; - Inquadramento geologico generale; - Inquadramento geomorfologico generale; - Inquadramento idrogeologico generale;

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 5 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica - Inquadramento pedologico generale; - Individuazione delle problematiche presenti nel territorio in studio.

2) Fase di approfondimento

- Rilevamento geologico di dettaglio (scala 1:10.000); - Analisi e descrizione dei caratteri geologici ; - Rilevamento geomorfologico di dettaglio - Analisi dell’assetto geomorfologico dell’area; - Rilevamento idrogeologico di dettaglio; - Analisi dell’assetto idrogeologico dell’area; - Rilevamento geopedologico e di Uso del Suolo; - Analisi dei caratteri pedologici e di uso del suolo del territorio comunale; - Descrizione dei caratteri geotecnici e geomeccanici dei litotipi presenti nel territorio comunale;

3) Fase di analisi e valutazione delle problematiche

- Analisi e descrizione delle problematiche geologico e geologico-tecniche del territorio comunale; - Analisi delle pericolosità geoambientale; - Analisi della suscettività d’uso del territorio per scopi edificatori e agricoli. - Conclusioni ed indicazioni operative.

La presente relazione è la summa del lavoro svolto nelle tre fasi dell’indagine e comprende le conclusioni e le direttive per il governo del territorio sulla base delle sue peculiarità geologiche e geotecniche.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 6 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

4. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

Il comune di Siamanna si trova nella Sardegna Sud-Occidentale a breve distanza dal capoluogo provinciale.

Il territorio in esame, costituito dall’area amministrata dal comune di Siamanna si sviluppa tra le regioni geografiche denominate Alto Oristanese a nord, Mandrolisai ad est, Marmilla a sud est, a sud e Campidano di Oristano ad ovest, occupando il versante sud-occidentale del Monte Grighini e le propaggini pedemontane dello stesso.

L’area amministrata dal comune di Siamanna è posta nella provincia di Oristano e confina con i comuni di , , Allai, , Simaxis ed Oristano.

4.1.1 Tav. - Inquadramento amministrativo

Il territorio interessato dall’indagine si trova nel Campidano di Oristano, tra la piana ed il crinale del Monte Grighini.

L’area è compresa nelle sezioni alla scala 1:25.000 della Carta Topografica d’Italia dell’IGMI Serie 25 edita nel 1994 F° 529 Sez. I, III e IV.

4.1.2 Tav. - Inquadramento C.T.R.N. 1997 e IGM 1994

Nella nuova carta tecnica regionale numerica il comune di Sciamanna è contenuto nelle sezioni 529 050, 060, 070, 090, e 100.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 7 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

5. INQUADRAMENTO OROGRAFICO

L’area interessata dall’indagine occupa il settore sud-occidentale del Monte Grighini, sviluppandosi dal crinale dello stesso fin verso l’abitato di Siamanna.

Il Monte Grighini, una dorsale che raggiunge i 673 m di quota slmm e che si allunga per circa 10 km in direzione circa NO-SE, è disposto si rinviene fra la valle del Rio Flumineddu ad est ed il Campidano di Oristano ad ovest.

Questa dorsale, costituita da terreni prevalentemente paleozoici, presenta una conformazione orografica che va dalla bassa montagna alla collina.

Il territorio comunale è altimetricamente compreso tra l’isoipsa dei 673 m slmm e quella dei 24 m slmm.

I terreni più elevati si rinvengono nel settore orientale del territorio comunale dove, lungo la linea di confine che separa il comune di Siamanna da quelli adiacenti, si raggiunge la quota massima in corrispondenza del crinale del Monte Grighini.

La quota altimetrica più bassa di 24 m slmm la si incontra invece nei terreni al confine con il Comune di Simaxis, sul Riu Sant’Elena, a valle della confluenza del Rio Mannu con il Rio Cuccu.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 8 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica 5.1.1 Una vista simulata del rilievo del territorio comunale colorato per acclività L’altimetria tende a degradare da nord-est verso sud-ovest, con pendenze elevate nella parte sommitale e media del versante, che si addolciscono nella parte basale dello stesso.

Il paesaggio del settore alto del versante, dominato dalle litologie paleozoiche, è caratterizzato dall’alternarsi di creste rocciose dalle forme aspre.

La morfologia è movimentata dall’alternarsi di profondi canaloni di erosione a creste rocciose, tra le quali spicca quella costituita dall’imponente filone di quarzo che si sviluppa dalla cima di Monte Grighini e discende verso l’abitato, con spessori compresi tra i 10 ed 30, ben visibile dal Campidano di Oristano.

Nel settore medio e basale del versante le forme aspre lasciano il posto alle morfologie sub-tabulari, ondulate ed inclinate verso sud-ovest, dei depositi eocenici ed oligo-miocenici, incise dalle vallecole sub-rettilinee, che scendono dalla cresta della dorsale con direzione prevalente circa est-ovest.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 9 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

6. INQUADRAMENTO CLIMATICO

Nel territorio comunale non sono presenti stazioni meteorologiche e conseguentemente la caratterizzazione del clima e dei regimi dei principali parametri meteoclimatici è stata basata sulle osservazioni effettuate nelle stazioni di misura più vicine e con caratteri altimetrici e di esposizione più simili a quelli dell’area in oggetto.

6.1.1 Tav. La distribuzione delle stazioni meteo nell’area circostante Siamanna

Sono state acquisite le serie storiche dei parametri meteorologici, in particolare i dati pluvio-termometrici, anemometrici, di umidità dell’aria, dell’insolazione, della pressione atmosferica, della nuvolosità e del regime idrico dei suoli, rilevati nelle stazioni meteorologiche ubicate nell’intorno del territorio in esame.

I dati utilizzati provengono dalla sezione del Genio Civile dell'Assessorato Regionale ai Lavori Pubblici, dagli Uffici Regionali dell'ENEL, dall'EAF, dalla Marina Militare, dall’Atlante della Sardegna (Pracchi et alii) e dai dati raccolti Susmel et alii (1975) nell’ambito della ricerca svolta dalla Società Legno e Derivati spa di per l’impianto del pino radiato nel Grighini.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 10 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica Il regime pluviometrico è stato definito elaborando ed analizzando le osservazioni giornaliere rilevate dal 1922 al 1980 nelle stazioni meteorologiche di Allai, , , Diga, Ex Busachi, , , Mogorella, diga, Oristano, , Santa Chiara d’Ula, , Santa Vittoria Diga, e Villaverde.

Le temperature medie annue oscillano intorno ai 14 ed i 17 gradi, la media massima è di 28 gradi la diurna e di 18 gradi la notturna nel mese di luglio, la media minima è di 12 gradi la diurna e 4 gradi la notturna nel mese di gennaio.

Le variazioni giornaliere della temperatura mostrano un andamento sinusoidale con un picco di minima nel primo mattino (temperatura minima diurna) ed uno di massima (temperatura massima diurna) che si registra poco dopo il mezzogiorno locale.

La pluviometria varia tra i ed i 560 e gli 900 mm/anno, mentre la piovosità massima giornaliera è di 110 mm, con media annua di giorni piovosi tra i 61 ed i 70 gg. Le precipitazioni sono concentrate nel periodo metà autunno-inverno, mentre il periodo fine primavera-estate è caratterizzato da un'accentuata aridità. L’analisi dei dati pluviometrici indica che l’area in esame è compresa tra l’isoieta dei 400 mm/a della zona pedemontana e l’isoieta dei 900 mm/a delle zone più elevate della dorsale.

Il regime pluviometrico risulta irregolare con forti variazioni tra anno ed anno. Per tutte le stazioni considerate le precipitazioni sono generalmente concentrate nel periodo autunno-invernale e, come risulta dall’elaborazione delle medie mensili, il maggior quantitativo di pioggia cade nel mese di dicembre.

Il periodo estivo è caratterizzato per tutte le stazioni da una accentuata aridità, con anni nei quali il periodo secco si prolunga anche per otto mesi. Nel periodo invernale, nel mese di gennaio e talvolta di febbraio, si possono verificare alcune settimane di tempo secco, le cosiddette secche di gennaio.

All’andamento tipico mediterraneo ogni tanto si alterna quello mediterraneo di transizione caratterizzato da due periodi piovosi, uno in inverno ed l’altro in primavera. I valori medi annui delle precipitazioni aumentano man mano che si passa da stazioni ubicate in pianura, a quote altimetriche basse, a quelle ubicate in collina e sui rilievi, altimetricamente più elevate, e man mano che aumenta la distanza dal mare.

Nell’arco di tempo coperto da osservazioni si notano alcune serie di anni particolarmente siccitosi, così come non sono infrequenti eventi pluviometrici di portata straordinaria.

Per alcune stazioni non sono rari gli eventi meteorici che registrano valori 80-100 mm nell’arco delle 24 ore. Questi eventi straordinari si verificano anche nel periodo secco e non come viene naturale pensare nel periodo autunno-inverno, nel quale sono concentrate le piogge.

Tra gli eventi straordinari quelli del febbraio 1923, del marzo 1936, dell'ottobre 1951, del giugno 1953, del gennaio 1971 e del giugno 1977 particolarmente intensi, sono degni di nota.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 11 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

Piogge totali annue dal 1922 al 1992 SIMAXIS

mm 2200 2100 2000 1900 1800 1700 1600 1500 1400 1300 1200 1156.0

1100 1058.1 1032.0 1000 981.0 953.0936.9 900 877.1 830.0 800 783.5 770.0 765.0 761.6 759.0 753.4 745.6733.0 730.0 704.0 700 679.0 682.3 689.0 697.2 649.9651.0647.7 638.2 604.0617.5610.0 603.0 603.7 608.0 611.4 600 602.5 580.0 601.6 595.0 594.0 564.5554.5 561.0 552.5 572.0 527.0 541.8 529.0 544.5 537.0 536.5 540.5 498.0517.5 493.2 517.6 507.6 500 482.5 472.5 489.0 485.8 447.0 467.0 457.0 438.0 418.0 400 408.7 396.6 404.7 395.4 343.4 300 325.2 200 100 0 0.0

anni

6.1.2 L’andamento delle piogge per la stazione di Simaxis dal 1922 al 1992

Piogge totali annue dal 1922 al 1992MOGORELLA

mm 2200 2100 2000 1900 1800 1700 1600 1500 1400 1300 1200

1100 1064.0 1037.0 1005.0 1027.0 1018.0 1000 987.2 980.7 958.0 946.2 900 880.0 851.0865.0 855.2 849.4 858.0 864.4 818.0 830.4 825.3 800 799.0 802.0 796.8809.0 758.7 732.0 742.0 733.0 745.7 749.3 751.8 734.4 711.0 707.8 707.7 710.7 700 680.2 685.0 690.0 693.6 675.5 657.8 633.5 647.0 639.0 630.0 649.1 629.3 600 602.0 606.0 589.9 601.6 571.3 565.8562.0 554.2 521.6519.6 500 488.4 466.2 448.5 400 300 200 100 0 0.00.00.0 0.00.0 0.00.00.0 0.00.0 0.0

anni

6.1.3 L’andamento delle piogge per la stazione di Mogorella dal 1922 al 1992

Nel complesso l'area esaminata mostra un regime pluviometrico con una piovosità di media entità, concentrata nel periodo invernale, con estati rigorosamente asciutte, solo qualche volta interessate da eventi temporaleschi anche eccezionali.

La primavera è generalmente scarsa di apporti mentre l'autunno è sovente più ricco dell'inverno. Buona parte degli eventi meteorici di rilievo ha avuto luogo in periodo autunnale e precisamente tra ottobre e dicembre, con episodi notevoli anche nei primi 2 mesi dell'anno. Le precipitazioni nevose non sono frequenti.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 12 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

Piogge mensili 1985-92 e media 1922-921985 1986 mm 1987 300.0 290.0 1988 280.0 270.0 1989 260.0 250.0 1990 240.0 230.0 1991 220.0 210.0 1992 200.0 190.0 media 1922-1992 180.0 170.0 Poli. IV° ord. 22-92 160.0 150.0 140.0 135.8 130.0 131.0 120.0 110.0 109.6 100.0 100.8 99.9 90.0 87.8 80.0 70.0 72.4 60.0 54.7 50.0 53.3 40.0 30.0 20.0 21.3 12.6 10.0 7.7 0.0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic mesi

6.1.4 L’andamento annuo della piovosità per Simaxis

Piogge mensili 1985-92 e media 1922-921985 1986 mm 1987 300.0 290.0 1988 280.0 270.0 1989 260.0 250.0 1990 240.0 230.0 1991 220.0 210.0 1992 200.0 190.0 media 1922-1992 180.0 170.0 Poli. IV° ord. 22-92 160.0 150.0 140.0 135.8 130.0 131.0 120.0 110.0 109.6 100.0 100.8 99.9 90.0 87.8 80.0 70.0 72.4 60.0 53.3 54.7 50.0 40.0 30.0 20.0 21.3 12.6 10.0 7.7 0.0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic mesi

6.1.5L’andamento annuo della piovosità per Mogorella

Il bilancio idrico secondo Thorntwaite produce un deficit idrico fra i mesi di maggio ed ottobre.

I dati idrometrici indicano che l’umidità relativa media annua si aggira intorno al 71%.

In media si hanno 133 giorni sereni, 117 nuvolosi e 115 coperti, con nuvolosità minore ai 3/10 di cielo aperto.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 13 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

Temperature medie mensili e piogge medie mensili 1922-92

gradi e mm 200 190 180 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

media 1922-1992 9.7 10.4 12.7 13.5 17.6 21.4 25.2 25.3 23.0 19.4 13.7 10.2 media 1922-1992 109.6 100.8 87.8 72.4 53.3 21.3 7.7 12.6 54.7 99.9 131.0 135.8 mesi

6.1.6 Il diagramma umbrotermico per la stazione di Simaxis

Temperature medie mensili e piogge medie mensili 1922-92

gradi e mm 200 190 180 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

media 1922-1992 5.9 9.5 11.3 10.0 13.9 19.8 27.1 25.4 22.1 18.8 11.7 7.7 media 1922-1992 109.6 100.8 87.8 72.4 53.3 21.3 7.7 12.6 54.7 99.9 131.0 135.8 mesi

6.1.7 Il diagramma umbrotermico per la stazione di Mogorella

La pressione atmosferica media annua, ridotta al livello del mare, relativa alla stazione di Oristano, è di 1052,5 mb, con un massimo di 1015,7 mb nel mese di luglio ed un minimo di 1014,5 mb nei mesi di gennaio e aprile.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 14 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

Sulla base dei dati provenienti dalle stazioni di misura dell'Aeronautica Militare e dell'ENEL, i venti dominanti sono quelli provenienti dal IV quadrante (ponente e maestrale) e dal II e III quadrante (scirocco e libeccio). Nel periodo invernale risultano nettamente prevalenti i venti del I e IV quadrante con particolare frequenza per il ponente, il maestrale, ed il grecale. Nel periodo estivo prevale nettamente il ponente con il maestrale con subordinato libeccio.

L'area esaminata, oltre che essere esposta geograficamente ad occidente, risulta anche battuta intensamente da venti provenienti da questa direzione che spesso raggiungono velocità elevate, superando anche i 25 m/s. I mesi più ventosi sono quelli invernali.

L'area in esame ricade nella fascia climatica del clima temperato da sub-umido a sub-arido, tipicamente mediterraneo, con estati asciutte ed inverni miti e debolmente piovosi. Secondo la classificazione climatica di Thornthwaite, si tratta di un clima mesotermico, B2, da sub-umido a sub-arido, con eccedenza idrica invernale da moderata e scarsa.

Per delineare i caratteri climatici del territorio comunale sono stati analizzati i regimi dei principali parametri meteoclimatici. A tal fine sono state acquisite le serie storiche dei parametri meteorologici, in particolare i dati pluvio-termometrici, anemometrici, di umidità dell’aria, dell’insolazione, della pressione atmosferica, della nuvolosità e del regime idrico dei suoli, rilevati nelle stazioni meteorologiche ricadenti nel territorio in esame ed in quelle ubicate nel suo intorno. I dati utilizzati provengono dalla sezione del Genio Civile di Cagliari dell'Assessorato Regionale ai Lavori Pubblici, dagli Uffici Regionali dell'ENEL, dall'EAF, dalla Marina Militare e dall’Atlante della Sardegna (Pracchi et alii).

In assenza di stazioni di rilevamento ubicate nell’area di pertinenza sono stati utilizzati i dati relativi alle principali stazioni meteo della Sardegna, con caratteri orografici e di esposizione il più possibile vicini a quelli dell’area in esame.

6.2 Temperatura

Il regime termometrico dell’area di Siamanna è stato valutato, vista la mancanza di stazioni di misura di questo parametro nel territorio comunale, analizzando ed elaborando le osservazioni giornaliere rilevate dal 1951 al 1980 rilevate nelle stazioni termometriche di, Busachi, Mogoro diga, Sant’Anna e Santa Giusta in quanto non sono disponibili dati relativi a stazioni di misura ubicate nel territorio comunale.

Le temperature medie diurne variano tra i 17°C della stazione di Busachi diga ed i 15°C della stazione di Busachi, con medie massime diurne comprese tra i 24.8°C della stazione di Mogoro Diga e le minime diurne di 11,3°C di Santa Giusta. Le escursioni termiche annue variano tra i 14,3°C ed i 15,2°C mentre le escursioni termiche diurne sono comprese tra i 6,1°C ed i 12°C.

6.2.1.1 Tabella 1 - Temperature medie mensili, media annua (AN) ed escursione diurna (Esc)

“EX” BUSACHI (50 m slmm) Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 15 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

G F M A M G L A S O N D AN ESC 9.6 10.3 12.4 14.4 18.1 21.7 24.8 24.8 22.8 19.4 14.2 11.4 17.0 15.2

BUSACHI (379 m slmm) G F M A M G L A S O N D AN ESC 8.3 8.8 10.1 12.1 16.8 21.0 23.6 23.6 19.6 15.7 11.3 9.0 15.0 15.3

MOGORO DIGA (50m slmm) G F M A M G L A S O N D AN ESC 9.0 9.5 11.8 14.2 17.9 22.3 24.7 24.8 22.7 17.9 13.5 10.6 16.6 15.8

SANTA GIUSTA (10 m slmm) G F M A M G L A S O N D AN ESC 10.1 10.5 12.3 14.3 17.6 21.6 23.8 24.4 22.3 18.4 14.0 11.1 16.7 14.3

Dall'osservazione ed elaborazione statistica dei dati termometrici giornalieri delle serie storiche è stato possibile ottenere i valori di temperatura medi che variano tra i 14,3 e 15,3 e l’escursione termica annua e sono stati calcolate le temperature massime e minime medie e l’escursione termica diurna. Le medie mensili ed annue e l’escursione termica annua sono riportate nella Tabella 1, mentre le temperature massime e minime medie e l’escursione diurna sono riportate nella Tabella 2.

Dall’osservazione le variazioni giornaliere della temperatura mostrano un andamento sinusoidale con un picco di minima nel primo mattino (temperatura minima diurna) ed uno di massima (temperatura massima diurna) che si registra poco dopo il mezzogiorno locale.

In condizioni di cielo sereno il minimo si verifica intorno all'alba, mentre il massimo circa due ore dopo il passaggio del sole sullo zenit del luogo.

Per quanto riguarda Busachi esistono i dati relativi a due stazioni, una ubicata presso la diga di S. Chiara a 50 m slmm, della quale si hanno i rilevamenti dal 1951 al 1969, l’altra ubicata a 379 m slmm, con osservazioni dal 1970 al 1980. Entrambe le stazioni mostrano un andamento omogeneo delle temperature.

Per la prima il valore medio annuo è di 17°C, con media minima diurna di 9,6°C nel mese di gennaio e media massima di 24,8°C nel mese di luglio ed agosto, con escursione tra i mesi estremi di 15.2°C. La temperatura media annua più bassa, di 15.5°C, si registrò nel 1969, mentre l’anno caratterizzato da temperatura media più elevata, con valore di 17, 9°C, fu il 1955.

6.2.1.2 Tabella 2 - Temperature mensili massime (M) e minime (m) medie ed escursione diurna (E)

BUSACHI DIGA G F M A M G L A S O N D ANN M 14.4 15.5 18.3 20.6 24.3 28.9 32.4 32.2 29.3 24.4 19.6 16.7 23.0 m 4.7 5.0 7.1 8.7 11.2 15.1 17.9 17.2 16.1 13.3 9.4 6.8 11.0 E 9.7 10.5 11.2 11.9 13.1 13.8 14.7 15.0 13.2 11.1 10.5 9.9 12.0

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 16 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica MOGORO DIGA G F M A M G L A S O N D ANN M 12.3 12.9 15.5 18.2 22.7 27.1 29.7 29.4 26.7 21.5 16.6 13. 20.5 7 m 5.7 6.1 8.2 10.2 13.1 17.4 19.8 20.2 18.7 14.3 10.4 7.5 12.6 E 6.6 6.8 7.3 8.0 9.6 9.7 9.9 9.2 8.0 7.2 6.2 6.2 7.9

SANTA GIUSTA

G F M A M G L A S O N D ANN M 14.6 14.7 17.3 19.7 22.9 27.4 30.0 30.6 28.5 24.0 19.3 15.6 22.0 m 5.3 5.6 7.2 9.2 12.2 15.5 17.2 17.7 16.6 13.2 9.5 6.5 11.3 E 9.3 9.1 10.1 10.5 10.7 11.9 12.8 12.9 11.9 10.8 9.8 9.1 10.7

Sebbene le temperature diminuiscano regolarmente in funzione dell’altimetria, dalle indagini eseguite l’area è caratterizzata interamente da un regime termico di tipo termico per l’influenza diretta dell’effetto mitigante del mare e secondariamente per l’effetto dell’esposizione.

L’area in esame ricade in una regione caratterizzata da un clima di tipo subtropicale, con estate asciutta ed inverno piovoso, denominato anche clima mediterraneo.

Le temperature medie annue oscillano intorno ai 15.8 (Mogoro diga) ed i 14.3 (Santa Giusta) gradi, la media massima è di 28 gradi la diurna e di 18 gradi la notturna nel mese di luglio, la media minima è di 12 gradi la diurna e 4 gradi la notturna nel mese di gennaio.

6.3 Precipitazioni

Per l’analisi dei caratteri pluviometrici del territorio di Siamanna sono stati utilizzati i dati relativi a numerose stazioni pluviometriche del Servizio Idrologico del Genio Civile, con registrazioni continue in un arco di tempo sufficientemente lungo.

Le stazioni pluviometriche considerate ricadono in parte nel territorio in studio ed in parte nei territori confinanti. L’uso di stazioni esterne all’area è dettato dalla necessità di ricostruire l’andamento delle piovosità lungo le fasce di confine.

6.3.1 Tabella 3 - Elenco Stazioni Pluviometriche considerate

Denominazione Qpc Anno N. Fogl X Gauss- y Gauss- Media Tipo anni io Boaga Boaga stazione m s.l.m.m. inizio IGM (mm/anno) Strum.to

ABBASANTA 317 1922 22 193 1484600 4441710 899.6 TP

ALLAI 50 1928 42 217 1488480 4423060 659.8 PR

BAULADU 29 1922 47 206 1472060 4430010 707.5 P

BUSACHI EX DIGA 50 1964 8 206 1488400 4429850 601.4

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 17 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

FORDONGIANUS 32 1922 20 217 1483900 4427300 769.5 P

GHILARZA 290 1922 51 206 1486140 4441290 799.7 P

MOGORELLA 299 1922 44 217 1487930 4412870 736.6 P

MOGORO 134 1922 54 217 1481050 4392620 591.8 PR

ORISTANO 12 1922 48 217 1466090 4417020 581.8 P

PAULILATINO 280 1922 54 206 1482150 4448330 751.6 P

SANTA CHIARA D’ULA 200 1922 49 206 1488890 4433520 812.4 P

SANTA GIUSTA 10 1922 53 217 1466560 4413930 570.1 P

SANTA VITTORIA 22 1952 24 217 1477600 4424100 628.6 P

VILLA VERDE 204 1922 53 204 1484710 4405080 982.3 PR

dove: - Qpc = quota piano campagna espressa in metri; - na = numero di anni disponibili; - P= piovosità annuale media - x; y = coordinate della stazione in Gauss-Boaga. - IGM = N° Foglio topografico in scala 1:100.000 nel quale ricade la stazione;

Il settore del monte Arci esposto ad Est mostra una piovosità leggermente più alta a causa dell'effetto sbarramento creato dal massiccio montuoso.

Il regime pluviometrico risulta invece irregolare con forti variazioni tra anno ed anno. Per tutte le stazioni considerate le precipitazioni sono generalmente concentrate nel periodo autunno-invernale e, come risulta dall’elaborazione delle medie mensili, il maggior quantitativo di pioggia cade nel mese di dicembre. Il periodo estivo è caratterizzato per tutte le stazioni da una accentuata aridità, con anni nei quali il periodo secco si prolunga anche per otto mesi.

Nel periodo invernale, nel mese di gennaio e talvolta di febbraio, si possono verificare alcune settimane di tempo secco, le cosiddette secche di gennaio. All’andamento tipico mediterraneo ogni tanto si alterna quello mediterraneo di transizione caratterizzato da due periodi piovosi, uno in inverno ed l’altro in primavera. I valori medi annuali delle precipitazioni tipici mostrano una alternanza di anni decisamente più piovosi ed altri decisamente aridi.

I valori medi annui delle precipitazioni aumentano man mano che si passa da stazioni ubicate in pianura, a quote altimetriche basse, a quelle ubicate in collina e sui rilievi, altimetricamente più elevate, e man mano che aumenta la distanza dal mare. Nell’arco di tempo coperto da osservazioni si notano alcune serie di anni particolarmente siccitosi, così come non sono infrequenti eventi pluviometrici di portata straordinaria. Per alcune stazioni non sono rari gli eventi meteorici che registrano valori 80-100 mm nell’arco delle 24 ore (vedi tabelle massimi giornalieri allegate).

Questi eventi straordinari si verificano anche nel periodo secco e non come viene naturale pensare nel periodo autunno-inverno, nel quale sono concentrate le piogge. Tra gli eventi straordinari quelli del febbraio 1923, del marzo 1936, dell'ottobre 1951, del giugno 1953, del gennaio 1971 e del giugno 1977 particolarmente intensi, sono degni di nota. L'evento del giugno 1953 scaricò sulla stazione di , sul Montiferru, 214 mm d'acqua in 24 ore con tutte le conseguenze che si possono immaginare.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 18 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica Nel complesso l'area esaminata mostra un regime pluviometrico con una piovosità di media entità, concentrata nel periodo invernale, con estati rigorosamente asciutte, solo qualche volta interessate da eventi temporaleschi anche eccezionali. La primavera è generalmente scarsa di apporti mentre l'autunno è sovente più ricco dell'inverno.

6.4 Ventosità

Nell’area in esame non ricadono stazioni anemometriche, per cui anche in questo caso per la descrizione del regime anemometrico sono stati utilizzati i dati rilevati nelle stazioni più prossime. In particolare sono stati utilizzati, dopo averne verificato la rappresentatività, i dati relativi alle stazioni dell’Aeronautica Militare di Alghero, Oristano e Macomer ed i dati relativi alle stazioni anemometriche di Campeda, Cirras, Sant'Anna e Monte Arci, ubicate dall'ENEL per la verifica dei siti per l’installazione di aerogeneratori.

Il vento è causato dallo spostamento di masse d'aria, che si originano in seguito alle differenze di pressione tra aree geografiche adiacenti. Esso è definito da direzione ed intensità. La direzione, espressa utilizzando la "rosa dei venti", ossia i punti cardinali e infracardinali, o utilizzando il valore angolare espresso in gradi partendo in senso orario dal Nord geografico, definisce la provenienza del vento. L'intensità, espressa in m/s o in nodi (1 miglio nautico all'ora ossia 1850 m/h), indica la velocità.

La direzione e la velocità del vento sono soggette a rapide oscillazioni intorno al valore medio, originate dall'attrito con gli ostacoli al suolo e con i moti convettivi. Queste oscillazioni sono conosciute come turbolenze, che si manifestano come vortici o mulinelli che si sovrappongono al flusso aereo medio. In corrispondenza dei rilievi e del mare si formano le "brezze", venti caratteristici dovuti alle differenze orizzontali di temperatura, che mostrano una tipica variazione periodica diurna in direzione ed intensità. Il vento raggiunge l'intensità massima nelle ore più calde e la minima nelle ore notturne.L'intensità tende ad aumentare con la quota.

I dati delle stazioni anemometriche dell’Aeronautica Militare, rilevati con anemografi del tipo SIAP, forniscono informazioni sulle direzioni e velocità del vento al suolo, ogni tre ore.

I dati sono stati elaborati per fornire le frequenze in percentuali e sono stati rappresentati sotto la forma di diagrammi azimutali tipo “rosa dei venti”, in cui le frequenze percentuali sono rappresentate da barre lungo le otto direzioni principali dell’orizzonte, con lunghezze proporzionali alle entità delle frequenze. Nei diagrammi azimutali sono inoltre presenti una serie di circonferenze concentriche, che a partire da quella più interna mostrano gli incrementi del 10% della frequenza dei venti. Queste circonferenze rappresentano i limiti fra gli intervalli di velocità del vento (0-5; 5-15; 15-25 e 25 m/s). Nella circonferenza più interna è riportato il numero percentuale delle calme.

6.4.1 Tabella 4 - Dati anemometrici della stazione di Monte Arci

N NE E SE S SO O NO CALMA no dir. V?0.5 m/s 4.1 4.8 5.9 7.8 5.1 4.5 5.6 6.0 6.4.1.1.1.1.1V media Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 19 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

V massima 23.4 22.2 25.4 25.2 24.3 16.4 25.9 25.7 frequenza % 7.6 4.3 4.5 18.1 2.6 10.1 21.5 28.6 2.6

6.5 Altri parametri climatologici

Il valore medio delle radiazione solare è di circa 165 W/mq, con i massimi di circa 180 W/mq nelle zone di montagna ed i minimi di 150-170 W/mq nelle basse aree di pianura.

In media si hanno 133 giorni sereni, 117 nuvolosi e 115 coperti, con nuvolosita' minore ai 3/10 di cielo aperto.

Sono stati raccolti dati igrometrici stagionali relativi alla fascia pianeggiante in fronte alla costa:

6.5.1 Tabella 5 – Igrometria

Gennaio Aprile Luglio Ottobre

Umidità 84% 82% 77% 80%

Relativa

I dati sono riferiti agli ultimi 10 anni.

L'umidita' relativa media annua per il settore montano si aggira intorno al 71%.

La pressione atmosferica media annua, ridotta al livello del mare, relativa alla stazione di Oristano, è di 1052,5 mb, con un massimo di 1015,7 mb nel mese di luglio ed un minimo di 1014,5 mb nei mesi di gennaio e aprile.

Le nevi compaiono solo raramente e per pochi giorni l’anno solo nelle aree sommitali del Grighine e dell’Arci e tendono a sciogliersi velocemente nelle aree altimetricamente più basse, mentre si conservano anche per diversi giorni nel settore sommitale del massiccio.

6.6 Climatologia

L'area in esame ricade nella fascia climatica del clima temperato da sub-umido a sub-arido, tipicamente mediterraneo, con estati asciutte ed inverni miti e debolmente piovosi.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 20 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

Secondo la classificazione climatica di Thornthwaite, si tratta di un clima mesotermico, B2, da sub-umido a sub-arido, con eccedenza idrica invernale da moderata e scarsa.

I caratteri essenziali del clima di tipo mediterraneo sono: - mitezza degli inverni; - insolazione effettiva che raggiunge una percentuale molto alta rispetto all’insolazione possibile, soprattutto nella stagione estiva; - concentrazione delle precipitazioni, solitamente assai contenute, nei mesi più freddi; - estate calda e arida. Sulla base della temperatura che si registra nel mese più caldo questo tipo di clima viene suddiviso in due sottotipi: - uno caratterizzato da temperature medie del mese più caldo superiori ai 22°C; l’altro caratterizzato da temperature medie del mese più caldo inferiori ai 22°C.

Il territorio comunale ricade nel primo sottotipo di clima mediterraneo, denominato anche temperato caldo con estati asciutte in quanto i valori di temperatura media del mese più caldo sono sempre superiori ai 22°C, anche nelle aree altimetricamente più elevate.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 21 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

7. INQUADRAMENTO GEOLOGICO-STRUTTURALE

Il territorio interessato dall’indagine occupa il settore che va dal crinale del Monte Grighini fino alla sottostante piana.

Il Monte Grighini è costituito da formazioni geologiche di età molto antica, appartenenti al basamento cristallino paleozoico, che si giustappongono a terreni relativamente recenti rappresentati da vulcaniti e sedimenti eocenici ed oligo-miocenici, vulcaniti plio-quaternarie e depositi detritici plio-quaternari.

7.1.1 Tav. - Il sistema del Campidano di Oristano e dei massicci dell’Arci e del Grighine

Il rilievo del Grighini, trovandosi al centro di in un’area che è stata oggetto di importanti deformazioni e dislocazioni, come risultato delle diverse fasi tettoniche che hanno interessato la Sardegna dal Paleozoico fino a i giorni nostri, è caratterizzato da una geologia assai complessa.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 22 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica Il Monte costituisce una culminazione tettonica paleozoica, che si rinviene lungo il bordo del Campidano di Oristano, totalmente circondata da terreni terziari e quaternari, e che strutturalmente è parte integrante della Zona a Falde della catena ercinica.

La Zona a Falde del basamento ercinico, secondo il modello strutturale proposto da Carmignani et alii (1987), comprende tutti i terreni metamorfici della Sardegna centrale che si rinvengono tra il complesso migmatitico della Sardegna settentrionale, Zona Assiale della catena ercinica, ed il complesso metamorfico del Sulcis- Iglesiente, Zona Esterna della Catena ercinica.

Il basamento ercinico della Zona a Falde è composto dalla sovrapposizione di diverse unità tettoniche, messe in posto durante le fasi compressive dell’orogenesi ercinica e deformate dalla tettonica tardo ercinica. Le deformazioni sono accompagnate da metamorfismo regionale in facies di scisti verdi, generalmente zona a clorite, che raggiunge, nelle unità tettoniche più profonde dell’edificio a falde la zona a biotite e che, solo nell’Unità del Monte del Grighini, raggiunge la facies anfibolitica.

Le successioni stratigrafiche della Zona a Falde sono costituite da sequenze di metarenarie, metaconglomerati e metavulcaniti di età compresa tra il Cambriano medio ed il Carbonifero inferiore. Ogni unità si diversifica dalle altre sia nella successione stratigrafica sia nell’evoluzione strutturale delle unità alloctone, tanto che Carosi et alii (1992) hanno suddiviso le stesse in Falde Interne, comprendenti Nurra meridionale, Goceano, Monti del Gennargentu, ed in Falde Esterne comprendenti Sarrabus, Arburese, Gerrei, Castello di Medusa, Sarcidano, Barbagia.

Le falde interne sono caratterizzate da scarsità o assenza di prodotti magmatici dell’Ordoviciano medio e dalla presenza di potenti successioni clastiche dell’Ordoviciano superiore, Quelle esterne sono invece caratterizzate da potenti sequenze di prodotti del vulcanismo dell’Ordoviciano medio, che mostrano importanti variazioni laterali, e da una progressiva riduzione dei depositi trargressvi dell’Ordoviciano superiore.

Le Falde Interne sono inoltre caratterizzate da fasce cataclastiche e grandi scaglie tettoniche prodotte dagli accavallamenti, che tagliano le pieghe formatesi durante la prima fase deformativa, e da grado metamorfico che tende ad aumentare verso le unità più profonde. Le Falde Esterne presentano invece uno stile deformativo costituito da megapieghe isoclinali con fianchi rovesci ben conservati.

Nella Sardegna centro-orientale la struttura a falde trova la miglior esposizione in corrispondenza dell'antiforme della bassa valle del Flumendosa, che prosegue con direzione N130E-N140E fino al Monte Grighini (Carmignani et alii, 1982b). L’unità più profonda è rappresentata da quella del Monte Grighini tettonicamente ricoperta dall’Unità di Castello di Medusa. Nel fianco meridionale dell’antiforme si sovrappongono le unità del Gerrei e quella di Genn’Argiolas, mentre nel fianco settentrionale si sovrappongono le Unità del Gerrei, le Unità tipo Meana Sardo ed il Complesso Metamorfico di Basso Grado della Barbagia. Tutte queste unità, spesso suddivise in unità minori e sub-unità, individuano bacini paleogeografici distinti.

Il Monte Grighini rappresenta un’importante zona di taglio duttile tardo-ercinica caratterizzata dalla messa in posto di intrusioni sin-cinematiche e da movimenti trascorrenti ed estensionali. Esso è costituito da terreni appartenenti all’Unità del Monte Grighini ricoperta tettonicamente dall’Unità di Castello di Medusa e dall’Unità del Gerrei.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 23 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica L’unità del Monte Grighini, la più profonda della Zona a Falde, costituisce il nucleo della dorsale omonima. Essa è caratterizzata da metamorfismo che passa da condizioni di basso grado (zona a biotite) a condizioni di medio grado con la facies anfibolitica fino alla zona a staurolite, raggiungendo il grado di metamorfismo più elevato della Zona a Falde.

Questa unità è stata suddivisa in due sub-unità, costituite da una successione litostratigrafica originaria analoga, ma che si differenzia per il diverso grado di metamorfismo raggiunto (Musumeci, 1991).

La sub-unità inferiore, che affiora diffusamente nella porzione centro-occidentale della dorsale del Grighini, è costituita da: paragneiss minuti e paragneiss microcchiadini con intercalati micascisti e quarziti nei quali sono inclusi livelli metrici a decametrici di paragneiss microcchiadini; micascisti a granato e staurolite con livelli di paragneiss a granato e biotite ed incluse lenti di spessore metrico di marmo. Al contatto con i paragneiss microcchiadini sono presenti livelli di quarziti grigio-chiaro.

In questa sub-unità sono intrusi granitoidi in facies da tonalitico a monzogranitico e leucograniti peralluminiferi tardo ercinici.

La sub-unità superiore, affiorante nel settore orientale della dorsale, è separata da quella inferiore da un contatto cataclastico. Essa è formata da una successione di: metavulcaniti porfiroclastiche (porfiroidi auct.) e metavulcanoclastiti a grana fine a biotite e muscovite, che rappresentano i prodotti metamorfici di vulcaniti e loro rimaneggiati; filladi a biotite e muscovite, derivanti dal metamorfismo di filladi grigie con intercalate filladi quarzitiche scure e metarenarie filladiche, che ricoprivano le vulcaniti.

Nonostante l’assenza di fossili, le caratteristiche litologiche dei protoliti, consentono di correlare questa successione con le successioni stratigrafiche delle unità tettoniche di basso grado (Carosi et alii, 1992).

L’Unità del Castello di Medusa affiora in finestra tettonica nel versante orientale del monte. Essa è costituita da: complesso, potente da una decina ad un centinaio di metri, di filladi alternate a metarenarie micacee, con livelli di quarziti chiare, con gradazione e laminazione parallele ed incrociate; metavulcaniti e metavulcanoclastiti, prodotti metamorfici di vulcaniti a chimismo da acido ad intermedio e loro rimaneggiati, a struttura porfirica con porfiroclasti di quarzo e in matrice quarzoso-micacea, finemente scistosa (porfiroidi auct.); nell’area del rio Gruppa metarenarie arcosiche ricoprono le metavulcaniti;

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 24 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica complesso di filladi e quarziti, composto da alternanza di filladi, metarenarie verdi, quarziti grigie, quarziti nere, liditi e filladi carboniose; livello di calcescisti, sottile ma costante, ricoperto da marmi (10 –100 m), bianco-grigi, massicci o stratificati, talora dolomitici, ad abbondanti articoli di crinoidi, chiudono generalmente l’unità. Solo nell’area di Mandas- Rio Gruppa su di essi poggia una potente successione silicoclastica con metaconglomerati. Nei calcescisti di sono stati segnalati probabili resti di tentaculiti (Carmignani et alii, 1982d). Le analogie con le litologie che caratterizzano l’Unità del Gerrei, i rapporti geometrici tra le diverse formazioni ed il contatto tettonico con le sovrastanti unità portano a suggerire un’età Cambro-Devoniana per questa unità.

L’Unità del Gerrei, caratterizzata dalla presenza di derivati metamorfici di vulcaniti acide porfiriche, a chimismo riolitico (Porfiroidi Auct.), affiora nel versante occidentale del Grighini, dove trova uno sviluppo areale maggiore nel settore meridionale dello stesso.

L’unità è formata da: metarenarie cambro-ordoviciane, si tratta di un complesso di metarenarie micacee più o meno quarzose alternate a filladi e metasiltiti, analoghe per litologie che per strutture sedimentarie alla Formazione delle Arenarie di San Vito ed a quella delle Arenarie di Solanas; complesso metavulcanico ordoviciano, discordante sulle sottostanti metarenarie, costituito nella parte basale da vulcanoclastiti, metarenarie vulcaniche, metaconglomerati minuti e grossolani ad elementi di vulcaniti e subordinatamente quarziti e metarenarie. Localmente sono presenti metavulcaniti andesitiche e riodacitiche con intercalazioni di metavulcanoclastiti. Il termine più recente del complesso è rappresentato dai Porfiroidi Auct. (Calvino, 1961), metavulcaniti riolitiche a struttura porfirica per fenocristalli di K-feldspato e quarzo immersi in matrice scistosa sericitico-cloritica. Il passaggio fra la parte basale della successione ed i Porfiroidi è caratterizzato da una successione da metrica a decametrica di metaconglomerati, quarziti, metarenarie arcosiche e metasiltiti nere (Carmignani, 1985); metasedimenti dell’Ordoviciano superiore, costituiti da metarenarie feldspatiche, metarcose e quarziti chiare, scarsamente stratificate con livelli di metaconglomerati generalmente a grana fine, metarenarie e metasiltiti , filladi carbonatiche siltose o arenacee, verdi o rosse, con aspetto vacuolare per la dissoluzione dei fossili, rappresentati da fauna bentonica con briozoi, crinoidi, brachiopodi ect. (Naud, 1979), con locali intercalazioni di metacalcari ad articoli di crinoidi. Nella sequenza si rinvengono intercalazioni di metavulcaniti basiche (secondo Memmi, 1982, ad affinità geochimica con basalti interplacca) grigio-verdi a grana fine assocciate a metagrovacche vulcaniche; metasedimenti del Siluriano – Devoniano e Carbonifero inferiore. Si tratta di un complesso di filladi nere carboniose a graptoliti con intercalatti livelli di quarziti nere (liditi) e rare lenti di metacalcari ad Orthoceras alla base, seguito da alternanze di filladi grigie e nere e grossi banchi di metacalcari nodudali a tentaculiti. Lo spessore apparente della successione silurico-devonica che raggiunge diverse centnaia di metri nella valle del Flumendosa è presumibilmente dovuto a diversi raddoppi tettonici alla base dell’Unità di Genn’Argiolas. Tra San Nicolo Gerrei e Monte Lora Il complesso silurico-devonico è ricoperto da sottili livelli di metarenarie alternate a metasiltiti, con lenti di metaconglomerati con clasti di quarzo, che rappresentano i primi depositi di flysch sinorogenico ercinico , che nel Carbonifero inferiore interrompe la sedimentazione nelle Unità del Gerrei (Teichmuller, 1983, Spalletta & Vai, 1982, Barca e Spalletta, 1985, Barca , 1985).

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 25 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica La presenza della culminazione paleozoica del Monte Grighini, correlabile con gli altri affioramenti paleozoici affioranti lungo il bordo orientale della “fossa sarda”, conferma gli schemi geologico-strutturali e le ricostruzioni dell’evoluzione geologica di questo settore della Sardegna, testimoniando come un tempo, prima dell’apertura della “fossa sarda”, quando ancora la Sardegna era parte integrante del Massiccio Centrale Francese, il settore oggi occupato dai sedimenti marini miocenici era costituito da rocce del basamento cristallino.

Il basamento cristallino paleozoico, strutturalmente già definito, fu in parte ricoperto dai sedimenti carbonatici mesozoici e successivamente, dopo il ritiro del mare mesozoico fu interessato da lunghi periodi di continentalità, durante i quali si sviluppò un’intensa attività erosiva che ha smantellato parte dei depositi mesozoici e del basamento cristallino paleozoico.

Nell’Eocene sulle litologie paleozoiche si formarono vasti depositi conglomeratici ed arenacei continentali, presenti con piccoli affioramenti anche nella dorsale del Grighini.

In seguito alle forti tensioni tettoniche che si ebbero per la collisione tra la placca africana e quella europea durante l’Oligocene medio (Tapponier, 1977), che determinarono oltre alla rotazione antioraria del blocco sardo-corso l’apertura del rift sardo, il basamento paleozoico venne suddiviso in due horst, uno occidentale ed uno orientale. L’horst occidentale fu smembrato in blocchi, disposti in senso meridiano, rappresentati da: la Nurra, i Monti di Flumentorgiu, l’Arburese-Iglesiente ed il Sulcis di grandi dimensioni, ed altri come il sud- Algherese e l’isola di Mal di Ventre, di dimensioni assai ridotte, mentre quello orientale, almeno apparentemente più omogeneo, è costituito dal complesso granitico del nord Sardegna, dalla zona assiale della catena ercinica della Sardegna nord-orientale, dalla zona a falde della catena ercinica della Sardegna centrale e dall’intrusione ercinica del Sarrabus.

L’apertura della fossa tettonica, che si sviluppava dal Golfo di Cagliari a quello dell’Asinara con una larghezza di circa 40 km, fu seguita da un’intensa attività vulcanica sintettonica, che portò al parziale riempimento della stessa, come testimoniano le estese coperture vulcaniche della Planargia, del Bosano, del Montiferru, quelle carotate nel Campidano e quelle presenti ad est della dorsale del Grighini.

La subsidenza all’interno della fossa fu attiva per un lungo periodo, cosicché il mare miocenico vi penetrò, come testimoniano i numerosi affioramenti di sedimenti marini miocenici nel Meilogu-Logudoro a nord e lungo i bordi della fossa campidanese a sud, nella Marmilla e nella Trexenta ad est e di Funtanazza e del Cixerri ad ovest.

Nel settore meridionale della “fossa sarda” la serie miocenica, ricostruita sulla base dei risultati di perforazioni profonde eseguite nel Campidano e delle indagini di superficie presenta uno spessore di circa 1500 m, di cui circa 300-400 m di ambiente continentale ed il restante di ambiente marino.

In relazione ai movimenti tettonici che hanno generato il bacino sedimentario oligo-miocenico i materiali che si rinvengono nella fossa sono stati suddivisi da Cherchi e Montadert (1982, 1984) in depositi pre-rift, syn-rift e post-rift, in funzione della loro posizione rispetto all’evoluzione della fossa stessa.

I depositi pre-rift, costituiti dai depositi detritici continentali eocenici della formazione del Cixerri, si rinvengono nella parte basale della fossa e costituiscono i termini più antichi carotati nel Campidano. Vengono classificati come syn-rift oltre ai prodotti del ciclo vulcanico oligo-miocenico ad affinita calco-alcalina auct., i sedimenti continentali della formazione di Ussana, i sedimenti in facies marina delle Arenarie di Gesturi, in Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 26 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica eteropia con i Calcari di Isili e con le Marne di Ales (Cattiano sup.) ed il successivo complesso vulcano- sedimentario della formazione della Marmilla (Aquitaniano) in eteropia con i Calcari di Villagreca. Questi terreni vengono considerati syn-rift in quanto la loro messa in posto è avvenuta durante l’attività tettonica, collegata all’apertura stessa della fossa. I depositi post-rift sono rappresentati dalla sequenza sedimentaria marina costituita alla base dalle Marne di Gesturi (Burdigaliano medio e sup.-Langhiano sommitale), che poggiano sulla formazione della Marmilla, di età Burdigaliano inf., dalle argille di Fangario (Langhiano sup- Serravalliano inf.), dalle arenarie di Pirri (Serravalliano) seguite dal Calcare di Cagliari suddiviso in tre subunità e datatato Serravalliano-Messiniani inf.. Questi depositi si sono formati al termine dell’attività tettonica che provocò l’apertura della fossa, quando il mare miocenico entrò stabilmente nella stessa.

Attorno al Grighini sono presenti depositi detritci correlabili con la Formazione di Ussana. Questi depositi, costituiti da alternanze di argille e conglomerati, in passato venivano attribuiti da diversi Autori (Vardabasso, Negretti) al Permo-Triass.

Le tensioni tettoniche responsabili del sistema di rift, datate Oligocene medio-Aquitaniano, hanno lasciato testimonianza degli stress sia nel sedimentario che nel vulcanico con direzione prevalente N 80° E. Questa fase è stata seguita da una fase tettonica di età burdigaliana, probabilmente dovuta alla collisione fra il blocco sardo-corso e la placca Apuliana, testimoniata dalle lineazioni N 40° E, mentre la direzioni N 140°, riconoscibile in numerosi affioramenti, testimoniano la fase tettonica compressiva messiniana, responsabile del contatto discordante fra i sedimenti marini messiniani e quelli marini pliocenici.

Nel Messiniano in seguito alla crisi di salinità del Mediterraneo occidentale, il mare miocenico si ritirò e le aree precedentemente sommerse diventarono sede di un’intensa attività erosiva, come evidenziato da una netta superficie di erosione che tronca la sequenza stratigrafica miocenica. Durante la fase di regressione si passa gradualmente da un ambiente di mare aperto ad un ambiente di mare ristretto. Questi passaggi sono testimoniati solo nella penisola del Sinis, dove si rinvengono depositi evaporitici messiniani.

Nel nuovo ambiente continentale nelle aree più depresse vengono deposti i detriti asportati dagli atmosferili nelle aree altimetricamente più elevate. Si formano così i sedimenti continentali pliocenici della Formazione di Samassi, presenti soprattutto nel Campidano.

Nel Plio-Quaternario la ripresa dell’attività tettonica è testimoniata dalla ringiovanimento, lungo i bordi paleozoici, di una serie di faglie parallele con direzione NNO-SSE, che determinarono la formazione del graben campidanese, che si sovrappone al settore centro-meridionale della fossa sarda.

Lungo i bordi del graben questa situazione innesca un consistente regime erosivo che in parte smantella i sedimenti miocenici.

A questa fase tettonica è inoltre legata un nuova fase vulcanica, a carattere alcalino, alla quale sono legate le manifestazioni vulcaniche responsabili dei grandi edifici vulcanici della Sardegna (Montiferru e Monte Arci) e della messa in posto dei basalti di piattaforma. Questi ultimi, oggi in evidente inversione di rilievo, andarono a colmare i bassi morfologici, ricoprendo i depositi detritici post-miocenici.

La successiva ripresa dell’attività erosiva, guidata dalle discontinuità tettoniche, ha agito con maggior intensità sulle litologie più erodibili. Il materiale eroso, trasportato a valle dalle acque incanalate venne depositato nella fossa del Campidano fino a colmarla, con la formazione di potenti depositi detritici. Nel Campidano la continua subsidenza e la mancanza di pendenze adeguate, ha localmente consentito il permanere Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 27 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica di vaste zone depresse, come per esempio lo stagno di Sanluri e le l’anello “lacustre” attorno al Golfo di Oristano e quello attorno a quello di Cagliari.

In tempi geologici più recenti, e soprattutto durante le glaciazioni, l’erosione ha poi continuato il modellamento della regione ed ha portato gradualmente all’attuale configurazione morfologica del territorio comunale.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 28 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

7.2 CARATTERI GEOLOGICI E STRATIGRAFICI DEL TERRITORIO COMUNALE

Il territorio del comune di Siamanna è costituito da terreni paleozoici appartenenti alla culminazione tettonica del Monte Grighini e da terreni sedimentari e vulcanici di età terziaria e quaternaria.

La sequenza stratigrafica è dal basso in alto:

Complesso metamorfico e cristallino paleozoico del Monte Grighini; Arenarie quarzitiche e conglomerati ben cementati eocenici; Conglomerati poligenici oligocenici Areanrie e marne mioceniche; Vulcaniti plio-quaternarie; Alluvioni antiche terrazzate; Alluvioni sub-attuali ed attuali Detrito di falda.

Il complesso metamorfico e cristallino del Monte Grighini è composto da :

Metavulcaniti acide (Porfiroidi Auct.); Scisti ordoviciani (metarcose, metasiltiti , metarenarie); appartenenti all’Unità del Gerrei, di basso grado metamorfico; Paragneiss; Micascisti; Metavulcaniti; Filladi; appartenenti all’Unità del Monte Grighini, di medio grado metamorfico; Filladi appartenenti all’Unità del castello di Medusa; Cataclasiti; Granito cataclastico; Ultramiloniti e filloniti; Tonaliti; Monzograniti; Leucograniti - Filoni di quarzo

La formazione più antica è rappresentata dalle metavulcaniti acide dell’Ordoviciano, porfiroidi Auct., spesso ricoperti da metarcose, cui seguono gli scisti ordoviciani, costituiti da metasisltiti e metarenarie, appartenenti all’Unità di basso grado metamorfico del Gerrei.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 29 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

Questa formazione, che costituisce il basamento del settore medio e basale del versante occidentale del Grighini, affiora con discontinuità, in parte ricoperta dai depositi detritici terziari.

Le metavulcaniti acide affiorano nella zona di Monte Cristu e nella zona di Cuile Perda Lada, nel settore di confine con il territorio di Siamanna.

Accompagnate da livelli metarcosici e dalle metasiltiti e metarenarie ordoviciane, le metavulcaniti costituiscono l’area a nord-est di Nuraghe Don Pauli, incisa dalle acque del Rio S’Utturu Mannu.

Un altro affioramento si incontra lungo la strada provinciale per Fordongianus, nel tratto attraversato dal Rio Funtanantas, nell’area tra Canioba ad est e Madau ad ovest.

I porfiroidi sono nuovamente affioranti nel settore più settentrionale del territorio comunale, nella zona di confine con il territorio di .

Una sottile lingua di porfiroidi, orientata circa NO-SE, si rinviene nella parte media del versante, dal Rio Su Forraino, in prossimità dell’emergenza idrica di Mitza S’Ariston, fino all’alveo del Rio Sorrogana. Anche in questo settore i porfiroidi sono in parte ricoperti dagli scisti ordoviciani (metasiltiti e metarenarie) e dalle successive coperture terziarie.

I porfiroidi sono caratterizzati da struttura occhiadina più o meno accentuata. Essi sono derivati metamorfici di lave a composizione riolitica, con struttura porfirica per fenocristalli di K-feldspato e quarzo, immersi in una pasta di fondo sericitico-cloritica.

Una sottile lingua di scisti ordoviciani, orientata circa NO-SE, si segue con continuità al contatto con le cataclasiti, dalla zona di Is Coronas alla zona di Funtana Scavedus ed ancora fino a Nuraghe Majore e verso sud.

Nel settore di Nuraghe Majore, la cataclasite, affiorante sotto i depositi eocenici discordanti, segna il passaggio fra l’Unità del Gerrei, sovrascorsa sui terreni dell’Unità del Monte Grighine, della quale costituisce la base, e la zona di taglio del Monte Grighini.

La fascia cataclastica, di spessore variabile da luogo a luogo, mostra direzione media NO-SE ed immersione verso OSO di circa 30°-50°. Essa è costituita da cataclasiti; ultramiloniti e filloniti e da granito cataclastico.

La cataclasite, costituita da scisti scuri cataclastici con incluse lenti di dimensioni variabili e debolmente deformate di litologie metamorfiche e magmatiche, è localmente attraversata da filoni aplitici, che sembrano essersi messi in posto durante il movimento che ha generato la cataclasite, come evidenziato da filoni fratturati e boudinati.

Le ultramiloniti sono rocce derivanti da metamorfismo di dislocazione, che hanno subito maggiori trasformazioni rispetto alle cataclasiti, e che presentano generalmente tessitura occhiadina, con lenti di roccia

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 30 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica residue su un fondo compatto, duro, completamente macinato e ricristallizzato, a struttura da afanitica a criptocristallina.

Le filloniti sono invece prodotti di retrometamorfismo dinamico di precedenti rocce metamorfiche quali micascisti e paragneiss.

Nella valle del Rio S’Iscibi si riconoscono monzograniti milonitici ed ultramilonitici e scisti fillonitici, che costituiscono la successione delle facies deformative della zona di taglio.

I terreni appartenenti all’Unità del Monte Grighini affiorano lungo il crinale, in corrispondenza del limite orientale della zona di taglio, e nella parte sommitale del versante occidentale del Monte in regione Pedru Maggiu e nel settore subito a nord-ovest di Cuccuru Mannu.

Delle litofacies che compongono l’Unità del Monte Grighini solo i micascisti sono presenti nel territorio comunale. Le Filladi, le metavulcaniti ed i paragneiss e gli stessi micascisti affiorano diffusamente nel versante orientale della dorsale.

I micascisti, si rinvengono in limitati affioramenti allungati in senso circa NO-SE nel settore subito a nord- ovest di Cuccuru Mannu, nel settore ad ovest di Cuccuru Mannu ed ancora in regione Pedru Maggiu, sia sul crinale, a sud della cima di Monte Grighini, che immediatamente a sud-ovest della stessa.

Questa formazione è caratterizzata da micascisti a granato e staurolite, che indicano un grado medio di metamorfismo. In essa sono presenti livelli di paragneiss a biotite e granato e lenti di marmo di spessore metrico.

All’interno di questa unità sono intrusi granitoidi tardo ercinici costituiti da tonaliti, monzograniti e leucograniti peralluminosi. Le tonaliti ed i monzograniti si rinvengono lungo i bordi di tale fascia, mentre i leucograniti si trovano nel settore centrale della stessa.

I contatti fra i micascisti e le intrusioni granitiche sono di tipo concordante con giaciture sub-verticali. La scistosità dei micascisti e la foliazione delle rocce magmatiche sono sub-parallele.

Nella sella tra Cucurru Mannu e Monte Grighini affiorano in successione le litologie del complesso intrusivo . Da est ad ovest si trovano le tonaliti, la facies marginale del complesso, in contatto concordante con i micascisti, quindi i monzograniti a biotite, con locali facies granodioritiche, e successivamente d i leucograniti a muscovite, molto diffusi nella zona di Cucuru Mannu.

Nell’ultima fase tardo ercinica sono stati messi in posto potenti filoni di quarzo, che scendendo dalla cima del monte Grighini lungo il versante, in rilievo sulle litologie paleozoiche e che costituiscono una delle peculiarità del paesaggio morfologico del Monte. Tra questi particolarmente imponente è quello che dalla cima di Monte Grighine scende verso l’abitato di Siapiccia.

Nella sequenza stratigrafica seguono i depositi eocenici, costituiti da arenarie quarzitiche e conglomerati ben cementati in bancate regolari, discordanti sul basamento cristallino paleozoico.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 31 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

Questi depositi, spesso fratturati in blocchi regolari ed in parte erosi, si rinvengono nella zona di Nuraxeddu, e nella zona di Is Coronas, dove poggiano, discordanti, sui terreni dell’unità del Gerrei.

Altri affioramenti si trovano nella zona di Nuraghe Majore, dove le bancate di quarziti e conglomerati ben cementati, poggiano discordanti sulle cataclasiti e sui graniti cataclastici paleozoici.

Un altro affioramento si rinviene sotto la cima di Cuccuru Mannu, dove le quarziti eoceniche poggiano sui leucograniti. Il contatto avviene tramite una faglia diretta di età terziaria, sub-verticale orientata NO-SE. Questa struttura appartiene ad un sistema di faglie dirette terziarie che interessano tutto il versante occidentale del Grighini e che mostrano rigetti massimi dell’ordine di circa 200 m.

La presenza di altri piccoli lembi di depositi eocenici isolati, indica che in origine la formazione doveva ricoprire buona parte del versante occidentale del Grighini.

Nel settore centro settentrionale le formazioni paleozoiche ed eoceniche sono ricoperte da un deposito conglomeratico, di ambiente continentale dell’Oligocene.superiore-Miocene inf, costituito da clasti e ciottoli di basamento paleozoico e delle coperture eoceniche in matrice argillo-arenaceo-sabbiosa di colore rossastro.

Questo deposito, in facies torrentizia, viene attribuito da diversi autori alla formazione di Ussana, considerata un deposito syn-rift, in quanto la sua formazione è avvenuta contemporaneamente all’apertura della fossa sarda, per lo smantellamento dei rilievi paleozoici, ringiovaniti, durante la definizione dei margini del rift.

La base della formazione, documentata in altre località della Sardegna è costituita da brecce, megabrecce che si evolvono in e conglomerati eterometrici continentali, con clasti di dimensione variabile da qualche centimetro a ad alcuni metri, in matrice argillo-arenacea rossastra, che si depositarono alla base delle scarpate, prima della trasgressione miocenica.

Nel Grighini in affioramento si rinviene il deposito conglomeratico, del quale però non si conosce lo spessore. Alla base del versante orientale della dorsale, alcuni sondaggi hanno attraversato oltre una ventina di metri in questi depositi, senza intercettare il basamento cristallino.

Nella successione stratigrafica seguono i sedimenti marini miocenici, rappresentati da facies arenaceo-marnose e da facies più francamente marnose.

La facies arenaceo-marnosa, di colore bianco- grigiastro o giallastro, è costituita da una sequenza di livelli francamente marnosi alternati a livelli arenacei o arenaceo marnosi, maggiormente competenti, in strati regolari, con giacitura generalmente sub-orizzontale o debolmente inclinata verso ovest. Le facies marnose sono invece costituite da sequenze di marne di colore grigio-giallastro

Nella parte basale del versante nel settore meridionale dell’area in esame sono presenti le alternanze di livelli marnosi e livelli marnoso-arenacei più consistenti, che danno luogo ad una serie di piccole dossi orientati circa E-O, dalle forme morbide e dolci, che si raccordano con piccole vallecole con versanti generalmente dolci. Solo localmente sono presenti piccole rotture di pendio, in corrispondenza di livelli più francamente arenacei, messi in risalto dall’erosione selettiva. Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 32 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

I piccoli rilievi sui quali sorgono Nuraghe Piscedda, Peddizi, Predi Proccu sono tutti costituiti dalla sequenza di marnoso-arenacea miocenica, così come i piccoli dossi di is Argiobas e di sa Xea sono modellati nella sequenza arenaceo-marnosa miocenica.

Il sistema dell’abitato di Siamanna è quasi interamente edificato su queste litologie.

Procedendo verso ovest le facies arenaceo-marnose lasciano il posto alle facies francamente marnose, che costituiscono la base del rilievo dei Pianori basaltici posti ad Ovest dell’abitato. dove nella parte sommitale è presente una bancata di arenarie ben cementate.

I depositi detritici quaternari chiudono la sequenza sedimentaria del territorio comunale.

Essi sono rappresentati da depositi alluvionali antichi, da depositi alluvionali olocenici e sub-attuali e da detrito di falda.

Le alluvioni oloceniche e sub-attuali si rinvengono lungo gli alvei dei principali corsi d’acqua che attraversano l’area. Esse sono costituite da alternanze di sabbie, ghiaie e ciottoli con incluse lenti di argille e limi.

Il settore occidentale dell’abitato insiste su questi terreni.

Il detrito di falda, localizzato nel settore medio sommitale del versante del Grighini, costituito da clasti, frammenti e blochi di rocce paleozoiche e mioceniche in matrice argillo-limosa, raccorda i depositi eocenici con quelli oligocenici e ricopre parte della fascia cataclastica alla base delle intrusioni granitiche tardo- erciniche.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 33 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

8. INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO

Per definire i caratteri idrogeologici del territorio comunale sono stati analizzati gli aspetti riguardanti l’idrografia superficiale, sono stati descritti i caratteri idraulici delle formazioni rocciose presenti e sono state descritte le principali unità idrogeologiche.

8.1 Idrografia superficiale

Il territorio del Comune di Siamanna è costituito da una parte montana , da una valliva e da una collinare.

L’idrografia superficiale del settore contano, è costituita da alcuni torrenti che drenano le acque del versante occidentale del Monte Grighini che confluiscono in parte nel Rio Cuccu, da NE, e Mannu, da SE, fino al confine comunale con Simaxis.

I torrenti che scendono lungo il versante del Grighini sono tutti caratterizzati da bacini imbriferi di limitata estensione e da regimi di tipo torrentizio, strettamente legati all’andamento delle precipitazioni.

8.1.1 Il pattern dell’idrografia evidenziato sull’immagine Landsat del 1999

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 34 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica Il pattern subdendritico del reticolo idrografico del versante indica un certo controllo strutturale della rete idrografica.

I bacini principali sono costiuiti dal Rio Capo d’Acqua, dal Rio Gora Soccedda, dal Rio Gora de is Ortus e dal Rio Genna Pruna. Tutti questi corsi d’acqua sono caratterizzati da un tratto fortemente pendente e da una parte più declive che si svolge nella fascia pedemontana.

Esistono alcuni altri corsi d’acqua caratterizzati da un solo tratto declive e da un tratto vallivo e sono il Rio ‘e Uas, il Gora Mogoritzì, il Gora Costa, ed il Gora Alana/Niu Crobu.

La parte montana degli impluvi è generalmente orientata NE-SO, mentre nella parte pedemontana l’orientazione dominante ruota in varie direzioni.

La parte valliva del territorio comunale è percorsa dal Mannu che proveniente dal vicino comune di Villaurbana ne drena una gran parte.

La parte sud-occidentale del territorio comunale è costituita dal piccolo tavolato basaltico di sa Pranedda che drenato da alcuni piccoli impluvi si erge sulla piana quaternaria.

8.2 Caratteri idraulici delle formazioni geologiche.

La descrizione delle caratteristiche idrauliche dei materiali presenti nell’area in studio è stata basata sulle osservazioni dirette e su quanto riportato in letteratura.

Le rocce, in funzione della loro natura, origine e storia geologica, possono presentare caratteri tali da consentire l’assorbimento, l’immagazzinamento, il deflusso e la restituzione di acque sotterranee in quantità apprezzabili, o possono non presentare tali caratteri. Le rocce che hanno la capacità di permettere il deflusso e la restituzione delle acque sotterranee vengono dette rocce serbatoio o acquiferi.

Le rocce serbatoio unitamente alle altre, che non presentano tali caratteri, hanno diverse proprietà idrauliche derivanti dai caratteri fisico-chimici e meccanici. Alcune di queste proprietà, come la porosità, la capacità di assorbimento, la capacità di percolazione e la permeabilità, condizionando quantitativamente l’assorbimento, l’immagazzinamento ed il movimento delle acque che possono essere captate, sono molto importanti dal punto di vista idrogeologico.

In idrogeologia si parla di rocce permeabili e rocce impermeabili, in relazione alla facilità con cui l’acqua sotterranea penetra, circola e si distribuisce nel sottosuolo. Sono definite permeabili le rocce nelle quali le acque si muovono con una velocità tale da permetterne la captazione, sono invece “impermeabili”, quelle nelle quali, in condizioni di pressione naturali, per mancanza di meati comunicanti e/o sufficientemente ampi, non è possibile rilevare movimenti percettibili delle acque.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 35 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

8.2.1 Tav. - L’idrogeologia del territorio costituente l’area vasta incentrata sul territorio di Siamanna

La permeabilità viene distinta in due tipi fondamentali: primaria e secondaria, a seconda che sia una caratteristica congenita o acquisita. La permeabilità primaria, o in piccolo, è tipica delle rocce porose, caratterizzate da vuoti intercomunicanti fra i granuli, ed è una proprietà intrinseca del litotipo, poiché la formazione dei meati è singenetica alla formazione della roccia. Solo in alcuni casi, come nei prodotti di alterazione dei graniti e delle arenarie la permeabilità per porosità è secondaria.

La permeabilità secondaria, detta anche per fratturazione, o in grande, è invece tipica delle rocce, sia coerenti che compatte, fessurate. Questa è generalmente una proprietà acquisita, dovuta principalmente a sforzi tettonici o da decompressione, che hanno determinato l’apertura di fessure, spesso successivamente allargate da processi chimico-fisici. Si può parlare di proprietà intrinseca solo nel caso in cui la permeabilità è dovuta a fessure singenetiche, ossia che si sono formate contemporaneamente alla formazione della roccia come giunti di raffreddamento, nelle rocce laviche, giunti di stratificazione e piani di scistosità nelle rocce sedimentarie e metamorfiche.

Esiste anche un altro tipo di permeabilità, quello per carsismo.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 36 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica Le rocce oltre che per il tipo di permeabilità possono essere distinte anche per il grado di permeabilità, che può essere espresso in termini relativi, quindi in modo qualitativo, alta, media e bassa, o in termini assoluti, quindi in modo quantitativo con il coefficiente di permeabilità k in cm/s.

Per quanto riguarda i caratteri idraulici le formazioni geologiche, che costituiscono il territorio comunale, possono essere suddivise in due gruppi: rocce compatte lapidee e rocce sciolte.

Ricadono nel primo gruppo le formazioni paleozoiche, le quarziti ed i conglomerati eocenici, le litofacies marnoso-arenacee e marnose mioceniche e le vulcaniti basaltiche.

Le rocce ignee e metamorfiche, che compongono la serie paleozoica, presentano porosità inferiore all1% ed inoltre i pori non sono comunicanti. Conseguentemente la permeabilità per porosità può essere considerata pressocchè nulla. Tuttavia queste rocce possono essere permeabili per la presenza di giunti, fratture e zone areate. La morfologia, spesso tormentata non favorisce sempre un’ottimale infiltrazione dell’acqua.

Nelle rocce intrusive la permeabilità è dovuta principalmente allo stato di fratturazione ed alterazione degli ammassi rocciosi. Nel Grighini, dove queste rocce, rappresentate da tonaliti, monzograniti e leucograniti, talvolta cataclasici, hanno subito una forte tettonizzazione, queste rocce presentano un grado di permeabilità da basso a medio, funzione dello stato di fratturazione. Le fasce di granitoidi cataclastici, sono pertanto le aree dove è possibile intercettare falde sotterranee di una certa potenzialità.

Nelle rocce metamorfiche la permeabilità per porosità è irrilevante. Solo nelle zone di alterazione e lungo le superfici di scistosità può avvenire una certa circolazione idrica. Nel Grighini, i diversi eventi deformativi paleozoici, hanno determinato la fratturazione, talvolta accentuatata degli ammassi rocciosi metamorfici, che presentano inoltre un elevato grado di scistosità. La presenza di queste discontinuità portano a ritenere che gli ammassi rocciosi siano interessati da una certa circolazione idrica. La permeabilità di queste rocce, generalmente bassa, risulta in queste condizioni media e, nelle aree più intensamente fratturate o cataclastiche, può raggiungere localmente livelli anche alti. Questo fatto è testimoniato dalla presenza di un certo numero di manifestazioni sorgentizie, che si rinvengono ubicate lungo i contatti degli affioramenti paleozoici e lungo le principali lineazioni tettoniche.

I conglomerati e le quarziti eoceniche, per quanto estremamente cementati, interessati da una fitta rete di giunti di fratturazione e localmente, soprattutto al contatto con le formazioni paleozoiche, da un certo grado di alterazione, presentano permeabilità media per fratturazione. L’acqua si infiltra lungo i piani di frattura e percola lentamente all’interno delle bancate, fino a raggiungere le fasce alterate alla base della formazione e può quindi alimentare le rocce metamorfiche sottostanti, caratterizzate da elevata scistosità e fratturazione.

Le litofacies mioceniche marnoso-arenacee, possono ospitare corpi idrici limitati. La sequenza sedimentaria è infatti caratterizzata dall’alternarsi di bancate arenacee, bancate arenaceo-marnose e livelli francamente marnosi. I livelli arenacei mostrano permeabilità media per porosità e fratturazione, quelli marnoso-arenacei permeabilità da bassa a media, mentre quelli francamente marnosi, se non fratturati, mostrano permeabilità quasi nulla. La circolazione idrica sotterranea è pertanto disturbata dalla presenza dei livelli marnosi, che costituiscono dei setti impermeabili, all’interno dell’ammasso roccioso, che limitano i movimenti dell’acqua. Solo i livelli arenacei ed arenaceo-marnosi sono pertanto interessati da una certa circolazione idrica.

In queste litologie sono spesso presenti acquiferi confinati, talvolta con un certo grado di salienza, come riscontrato in alcuni pozzi in esse trivellati. Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 37 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

Le facies marnose mioceniche, caratterizzate da permeabilità da bassa a molto bassa, non sono interessanti come rocce serbatoio.

Le lave basaltiche, generalmente caratterizzate da una fitta rete di giunti di raffreddamento, costituiscono invece delle buone rocce serbatoio. Nel territorio comunale i basalti, poco diffusi, e poco potenti, sono nel complesso acquiferi poco interessanti.

Nel resto del territorio comunale, costituito dai complessi detritici oligocenici e quaternari, la circolazione idrica sotterranea è invece per porosità.

I sedimenti a grana da fine a molto fine, presentano una porosità relativamente elevata ed una permeabilità molto bassa, in quanto gli interstizi fra i granuli che compongono la roccia hanno diametri assai piccoli che non permettono il deflusso delle acque. Esse pertanto agiscono come barriera al movimento dell’acqua, anche se hanno la capacità di immagazzinare grandi quantità d’acqua, che può defluire molto lentamente.

I sedimenti a granulometria maggiore, composti cioè da sabbie, ghiaie e ciottoli di ambiente fluviale, con porosità comprese tra il 20%, nei depositi grossolani scarsamente selezionati, ed il 40%, nei materiali uniformemente selezionati, costituiscono dei buoni acquiferi

La maggior parte degli acquiferi in tali depositi presentano permeabilità variabile tra 1x10^-4 e 1x10^-3 cm/s, anche se non è infrequente trovare valori superiori a 5x10^-3 cm/s. Pozzi scavati in tali depositi possono mostrare rendimenti moderati, anche se si possono riscontrate rendimenti maggiori se lo strato permeabile è potente, come nel caso di canali sepolti.

Le sabbie e le ghiaie sono quindi i depositi detritici più importanti per quel che riguarda le riserve d’acqua sotterranee.

Naturalmente i valori riportati non tengono conto delle facies intermedie, spesso le più frequenti, che contengono una frazione grossolana immersa in una matrice da sabbiosa ad argillosa o limosa e del grado di cementazione dei depositi, fatti questi che influiscono negativamente sulla permeabilità.

I depositi alluvionali olocenici e subattuali, che si rinvengono lungo gli alvei dei corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale, ciottoloso-ghiaioso-sabbiosi, sciolti, presentano invece una porosità efficace maggiore dei conglomerati oligocenici e delle alluvioni antiche, conseguentemente la loro permeabilità è generalmente medio-alta, anche se si possono avere, in funzione della percentuale di materiali fini presenti, situazioni in cui la permeabilità decresce ed altre in cui invece aumenta consistentemente.

I depositi detritici, che si rinvengono alla base dei versanti, composti da clasti di varie dimensioni e blocchi di rocce paleozoiche ed eoceniche, immersi in matrice argillosa, presentano permeabilità da scarsa a media. Il grado permeabilità è funzione della maggior o minor quantità di materiali fini presenti.

8.3 Caratteristiche Idrogeologiche

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 38 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica Dopo aver analizzato e descritto la circolazione idrica superficiale e le proprietà idrauliche delle diverse formazioni presenti sono state identificate le principali unità idrogeologiche.

Nell’identificazione delle unita idrogeologiche, una prima discriminazione è stata fatta suddividendo le formazioni permeabili per porosità da quelle permeabili per fratturazione. Successivamente, all’interno dei due singoli gruppi sono state definite, qualitativamente, le diverse classi di permeabilità, e ad esse sono state associate le litologie che, sulla base dei caratteri idraulici, ricadono generalmente in una determinata classe di permeabilità. Le litofacies, caratterizzate dallo stesso tipo di permeabilità e ricadenti nella stessa classe di permeabilità sono state aggregate per formare le unità idrogeologiche.

Le unità idrogeologiche identificate sono le seguenti unità:

- Rocce metamorfiche e granitiche paleozoiche a permeabilità da bassa a media; - Quarziti e conglomerati eocenici a permebilità media; - Depositi eterometrici oligenici a permeabilità medio-bassa; - Complesso arenaceo marnoso miocenico a permeabilità medio bassa; - Complesso marnoso miocenico a permeabilità bassa-molto bassa; - Alluvioni oloceniche e sub-attuali a permeabilità media, localmente alta; - Depositi detritici di versante a permeabilità medio-bassa.

La distribuzione areale delle diverse unità idrogeologiche può essere dedotta dalla carta geologica allegata.

La parte sommitale del versante del Monte Grighini ricade nell’unità idrogeologica 1; a mezza costa si rinvengono lembi di terreni eocenici e detriti di falda ricadenti rispettivamente nelle unità 2 ed 8.

Nel settore settentrionale il tratto medio basale del versante è caratterizzato dall’affioramento dei terreni conglomeratico-arenacei eocenici, apparteneti all’unità 2, dei terreni conglomeratici oligocenici, appartenenti all’unità 3 e da lembi del basamento paleozoico, appartenenti all’unità 1.

I caratteri idraulici delle formazioni presenti in questo settore, con valori di permeabilità da bassa a media, indicano una certa circolazione idrica in queste rocce. In esse pertanto è possibile rinvenire acquiferi che possono garantire i prelievi necessari per l’approvvigionamento idrico di un abbeveratoio comunale.

Confermano la presenza di risorse idriche sotterranee le sorgenti che si rinvengono al raccordo del versante del Grighine al passaggio tra le litologie paleozoiche e quelle posteriori. La più importante di esse è costituita dalla emergenza di S’Acqua Callente, che affiora in territorio comunale di Siapiccia, non lontano dalla provinciale per Fordongianus, vicino all’imbocco della galleria della costruenda Siapiccia - Allai.

Questa sorgente, che garantisce sempre portate comprese tra 0.25 l/s e 0.50 l/s, è stata captata con un’opera di presa, realizzata negli anni ‘30-40, per uso pubblico. Attualmente la struttura mostra segni d’invecchiamento, con perdite diffuse dal piccolo serbatoio di accumulo, per cui sarebbe opportuno intervenire per ripristinare le condizioni iniziali dell’opera. L’acqua che sgorga dalla sorgente di S’Acqua Callente mostra un debole ipotermalismo, che fa supporre un circuito d’alimentazione profondo. Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 39 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

Nel settore centromeridionale del territorio di Sciamanna prevale la formazioni arenaceo-marnosa miocenica, appartenenti all’unità 4, che mostra nel complesso permeabilità da bassa a media.

Questa formazione, caratterizzata dall’alternanza di livelli arenaceo-sabbiosi, a permeabilità media, e di livelli più francamente marnosi, a permeabilità da bassa a nulla, è sede di falde confinate, talora in pressione, di un certo interesse, localizzate nei livelli arenaceo-sabbiosi.

Nella fascia sud-occidentale del territorio sono distribuite le vulcaniti basaltiche, le marne ed i depositi alluvionali recenti, ricadenti rispettivamente nelle unità 5, 6 e 7.

Il complesso vulcanico basaltico, a permeabilità media, risulta poco interessante per la ricerca di risorse idriche sotterranee, per la dimensione ridotta degli affioramenti e per lo spessore contenuto degli stessi.

Nei terreni alluvionali antichi, anch’essi a permeabilità medio-bassa, costituiti da alternanze di livelli ghiaioso- ciottoloso-sabbiosi in matrice argillo-limosa e lenti di argille e limi, si possono rinvenire dei buoni acquiferi in corrispondenza di livelli francamente sabbioso-ghiaiosi.

I terreni alluvionali recenti, costituiti da sabbie, ghiaie e ciottoli, in matrice sabbioso-argillosa, mostrano una permeabilità da media ad alta. In essi si rinvengono falde freatiche, di una certa potenzialità, direttamente alimentate dal corso di subalveo dei torrenti.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 40 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

9. VULNERABILITÀ IDROGEOLOGICA E PROBLEMATICHE DEL TERRITORIO COMUNALE

Sulla base delle analisi effettuate è possibile asserire con certezza che l’assetto geologico del territorio del comune di Siamanna è caratterizzato da:

- variazioni litologiche molto frequenti nel settore settentrionale montano e poco frequenti nel settore collinare centrale. Conseguente variazione delle caratteristiche meccaniche anche all’interno della stessa formazione paleozoica, per presenza di fasce di alterazione e fratturazione, accumuli di detriti e materiale eluvio-colluviale;

- morfologia varia e non complessa: valli con corsi d'acqua conseguenti con versanti generalmente simmetrici attraversanti in genere trasversalmente le bancate rocciose, sia paleozoiche che eoceniche. Le incisioni dei corsi d’acqua conseguenti sono generalmente profondamente incise ed hanno versanti molto acclivi;

- presenza di scarse sorgenti e comunque con portate generalmente basse, che non sopperiscono se non parzialmente al fabbisogno idropotabile del settore agropastorale;

- suoli generalmente poco profondi, con elevata rocciosità e pietrosità e spesso ad alto rischio di erodibilità nel settore delle metamorfiti, ove sopravvivono lembi di copertura forestale pregiata, e nei graniti ove la oltre sia di suolo che pedologica è ridotta a elementi residuali

- diminuzione costante della copertura vegetale naturale, sia a causa degli incendi estivi sia per disboscamento per la realizzazione di pascoli, nonchè per il persistere di un eccessivo carico pascolivo;

- ricorso alla lavorazione dei suoli ed alla conseguente messa a coltura anche di suoli con bassa suscettività e capacità d'uso in settore ad elevata suscettività all’erosione.

- scarsa cura dei corsi d’acqua e delle loro ripe con ordinari problemi di inondazione nelle aree pianeggianti adiacenti i corsi d'acqua stessi (p.e. Mannu e suoi affluenti)sovente anche a causa di attraversamenti con luci inadeguate o corsi d’acqua inalveati.

- messa a rischio delle falde, già in parte compromesse,soprattutto nella fascia pedemontana di Siapiccia, e probabilmente anche in quella di Sciamanna stessa, a causa della percolazione di reflui provenienti da allevamenti tabulati o da un eccessivo pascolo brado.

- necessità di interventi sistematici di ricostituzione del manto vegetale, strettamente non a fini produttivi ma a fini idrogeologici, caratterizzati da una elevata cura nell’impianto e nella gestione, al fine di incrementare infiltrazione e tempo di corrivazione delle acque e poter invertire il processo di desertificazione attualmente in corso.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 41 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

Da questa sintesi emerge quindi che le problematiche di carattere geologico si possono tutte quante inquadrare sotto la voce rischio e vulnerabilità idrogeologica. I cosiddetti “dissesti idrogeologici” sono processi accelerati di evoluzione morfologica e sono solitamente determinati da cause naturali, anche se la trascuratezza e gli interventi errati dell’uomo sul territorio possono fungere da fattori innescanti e/o acceleranti di tali processi.

Pertanto una regolamentazione degli interventi antropici ed un adeguato sistema di regimazione delle acque superficiali possono in qualche modo contribuire alla stabilità del territorio.

Il territorio del comune può essere suddiviso in quattro settori principali caratterizzati da diverse problematiche:

1) settore montano nord-est; 2) settore centrale; 3) settore sud-ovest;

9.1.1 1) Settore montano nord-est

La fascia montana, caratterizzata da elevate pendenze, morfologia particolarmente accidentata e varia e precipitazioni elevate, necessita di un’accurata vigilanza sulla conservazione della copertura vegetale naturale che funge da protezione efficace del suolo nei terreni predisposti ad erosione accelerata.

Sono inoltre auspicabili interventi atti all’incremento della densità e dell’estensione della copertura vegetale naturale, per ripristinare le condizioni naturali di protezione dei versanti, sì da ridurre il ruscellamento superficiale e quindi il coefficiente di deflusso superficiale stesso, regolare e moderare le piene e le conseguenti possibilità di esondazione.

Gli interventi di rinfoltimento devono ovviamente essere fatti con specie vegetali autoctone e riducendo al massimo l’uso di macchinari agricoli in aree che, per pendenza eccessiva e caratteristiche pedologiche sfavorevoli, oltre che esporre il suolo alla erosione ed al ruscellamento, mal si prestano a tali pratiche.

Un altro punto di miglioramento delle condizioni di stabilità del territorio montano è quello di un’adeguata sistemazione idraulica del territorio montano, con interventi di bioingegneria, per la sistemazione degli alvei e delle ripe. Vanno inoltre previsti periodici interventi di pulizia degli alvei e delle luci libere dei ponti.

La viabilità va migliorata, nell’ambito dell’adeguamento dei tracciati esistenti, alle attuali necessità, evitando al massimo i movimenti terra e prevedendo un adeguato sistema di smaltimento delle acque, onde evitare l’instaurarsi di fenomeni di erosione localizzata lungo i tracciati stradali non stabilizzati.

Le aree dove si rinvengono quelle poche sorgenti captate per uso zootecnico vanno in generale salvaguardate anche se non di pubblico interesse dichiarato, onde evitare un impoverimento della risorsa idrica e soprattutto una alterazione delle caratteristiche chimiche e biologiche delle acque sotterranee. Si deve pertanto prevedere la protezione della vegetazione naturale e l’assenza di fattori inquinanti, compreso un elevato carico di bestiame nelle aree di pertinenza delle sorgenti suddette. Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 42 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

9.1.2 Tav. – Distribuzione del rischio di evoluzione da erosione (in rosa) e frana (in viola) nell’area di del Grighine di Siamanna.

9.1.3 2) Settore centrale;

Il settore centrale, collinare e vallivo è caratterizzato dalla ridotta acclività e dalla quasi totale assenza di vegetazione arbustiva e arborea.

Tale condizione, mantiene il livello di erodibilità dei suoli elevato anche con pendenze del 20-35%, raggiunte in alcuni punti di queste aree. Conseguentemente le colture attuate in questi settori dovrebbero utilizzare modalità di lavorazione dei suoli non lungo la massima pendenza, anche per le arature non profonde.

La non adozione di questi accorgimenti sta progressivamente conducendo alla riduzione della coltre pedologica ed alla ridotta possibilità di rinfoltimento delle coperture vegetali.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 43 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica 9.1.4 3) Settore sud-ovest

Il settore orientale è caratterizzato dalla presenza di un pianoro basaltico che si erge sul settore declive e vallivo.

I suoi versanti sono sovente spogli o vegetati solo localmente e d andrebbero rinfoltiti per proteggere gli orli delle scarpate strutturali dalla erosione per scalzamento alla base. La sua parte sommatale è caratterizzata dalla presenza di una coltre pedologica non particolarmente potente ma generalmente funzionale ad una vegetazione arbustiva. La sua attuale funzione apparente è quella di un pascolo brado al limite dell’interesse pastorale, sene auspica la riconversione in area di tutela per le acque che la superficie dei basalti può catturare e convogliare nelle sorgenti perimetrali ad esso.

9.1.5 Tav. – Distribuzione del rischio di evoluzione da erosione (in rosa) e frana (in viola) nell’area di del pianoro basaltico di Siamanna.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 44 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

10. Caratteristiche geotecniche delle aree interessate da trasformazione

Il sedime dell’abitato di Siamanna e delle sue immediate adiacenze, come si deduce dalla Carta Geotecnica in scala 1:4.000, è costruito interamente su un substrato marnoso. All’interno di questa formazione si possono però operare delle distinzioni, basate essenzialmente sullo spessore del detrito superficiale costituente la naturale copertura del substrato.

10.1.1 Tav. – Carta Geotecnica delle aree suscettibili di trasformazione In arancio le aree mioceniche a carattere marnoso e marnoso arenaceo, in giallo le formazioni detritiche alluvionali antiche ed in celeste le detritiche attuali e sub-attuali.

Un primo settore che comprende la parte più elevata del centro abitato e la fascia collinare immediatamente a Sud-Est dello stesso, presenta il substrato marnoso a tratti affiorante, con pendenze solo localmente elevate. Le marne sono suddivise in bancate con giacitura variabile, in genere sub-orizzontale. La roccia si presenta più compatta nei livelli arenaceo-calcarei, meno in quelli più argillosi.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 45 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica La roccia sana ha caratteristiche tecniche da medie a buone, che scadono notevolmente in presenza di acqua. Inoltre, le scarpate aperte in questa formazione, provocano una progressivo allentamento nelle bancate con rigonfiamento delle stesse e caduta di massi. La circolazione idrica all’interno delle bancate può inoltre favorire fenomeni di “ lubrificazione” nei livelli più argillosi facilitando dei movimenti gravitativi.

Altra zona di possibile pericolo è quella dove il Mannu proveniente dal territorio di Villaurbana, scorrendo nella piana, viene scavalcato dalla provinciale, al margine del centro abitato, con possibilità di esondazione, comunque stimate limitate alla parte strettamente valliva ed alla strada provinciale. In ogni caso l’alveo dello stesso va ripulito dai detriti onde evitare intasamento dell’imbocco del ponte che potrebbe al limite ostruirsi.

La parte centrale del centro abitato è sempre costruita su substrato marnoso-arenaceo anche se aumenta lo spessore del detrito superficiale. Le pendenze trasversali sono però ridotte per cui non si hanno fenomeni di dissesto di rilievo, anche grazie ai metodi costruttivi utilizzati.

Le caratteristiche tipiche dei terreni costituenti il sedime dell’area in oggetto possono schematicamente essere rappresentati parametricamente nella seguente tabella:

Materiale Js Ja ? C ? a ? u Depositi detritici 2.20 1.85 25° 6.0 1.50 3.00 Alluvioni terrazzate 2.50 2.35 29° - >2.00 4.00 Marne arenacee 2.65 2.40 32° - >2.00 4.00

Simbolo Significato Unità di misura

Js Peso specifico del terreno saturo = t/m? = Kg/cm? Ja Peso specifico del terreno asciutto = t/m? = Kg/cm? ? Angolo d’attrito = gradi C Coesione = t/m? = Kg/cm? ? a Carico ammissibile = t/m? = Kg/cm? ? u Carico ultimo = t/m? = Kg/cm?

Attualmente non esistono, internamente all’abitato, corsi d'acqua superficiali che percorrano l'area, ma tutte le acque risultano scorrere superficialmente per essere intercettate dal sistema di raccolta legato alla viabilità esistente.

La falda freatica, nell’area indagata, staziona ad una profondità media di 3-4 metri dal p.c. in tutti i pozzi riscontrati.

Il rischio di frane o movimenti di massa, nelle aree interessate dalle trasformazioni e comunque allo stato attuale delle conoscenze, è ridotto o nullo.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 46 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

La stratigrafia tipo, riferibile al centro urbano, nella parte rappresentata in arancio nella tavola 9, è costituita localmente da una coltre potente al massimo 40-60 cm, di suolo agrario, poggiante direttamente sulle formazioni marnoso arenacee.

I terreni agrari presenti a copertura andranno asportati completamente fino a mettere a nudo i depositi miocenici e inoltrarvisi almeno 20-30 cm all’interno.

Tale operazione ha lo scopo di poggiare direttamente sulla parte più integra di detti sedimenti dopo aver eliminato la frazione sommitale della coltre detritica, privandola della parte arricchita in fino proveniente dai suoli agrari soprastanti. In tal modo si eviterà l'effetto negativo legato alla presenza della frazione argillosa presente nei suoli, e derivante dalla pedogenesi svolta a loro carico dagli atmosferili. Così operando sarà possibile poggiare l’allettamento direttamente sul substrato, caratterizzato, peraltro, da una elevata stabilità.

Ove si presentasse la necessità di effettuare scavi, il fondo dello stesso, potrà poggiare direttamente all’interno del substrato, rendendo forse necessario l’utilizzo di mezzi meccanici appositi anche per la regolarizzazione del fondo.

La superficie ottenuta dagli andrà ricaricata con del materiale arido, di origine alluvionale, un tout-venant o misto di cava scarsamente igroscopico e con bassissima percentuale di fino (argille e limi). Il materiale andrà steso, ove l'ampiezza degli scavi lo consente, con un mezzo idoneo e livellato, per strati di circa 18-20 cm.

La superficie così creata ci consente di utilizzare un carico ammissibile di almeno 2.0 kg/cmq. Nel caso si rendesse necessario scaricare portate superiori, e comunque in ogni caso quando si tratti di opere pubbliche o comunque di rilevante incidenza sul terreno di fondazione, sarà necessario effettuare delle apposite campagne geognostiche da svolgersi propedeuticamente alla progettazione definitiva.

All’interno di tale formazione sono ridotti i problemi dovuti alla presenza di falde sotterranee e comunque la loro presenza è sensibile solo nella stagione invernale.

In ogni caso non sono presenti problemi o controindicazioni ed in generale le condizioni morfologiche, quelle geologiche e geotecniche non evidenziano problemi di natura alcuna, che possano ostare alla attuazione del Piano così come proposto.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 47 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

11. CONCLUSIONI

Il territorio comunale di Siamanna è caratterizzato da peculiarità geologiche di rilievo e tuttavia mostra una scarsa gestione conservativa e naturalistica, non finalizzata ad aspetti fini a se stessi ma alla conservazione delle potenzialità del territorio ed salvaguardia della presenza umana.

In ogni caso, sulla base delle analisi di settore, è possibile asserire che non sono presenti problemi o controindicazioni ed in generale le condizioni morfologiche, quelle geologiche e geotecniche non evidenziano problemi di natura alcuna, che possano ostare alla attuazione del Piano Urbanistico Comunale così come proposto.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 48 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

12. BIBLIOGRAFIA

ARTHAUD F. (1963) - Un exemple de tectoniques superposeés dans le Paléozoique de l'Iglesiente (Sardaigne).C.R. Somm. Soc. Géol. Fr., 9, 303-304.

ARTHAUD F. (1970) - Etude tectonique et microtectonique comparè de deux domains hercyniens: les nappes de la Montagne Noire (Franrce) et l'anticlinorium de l'Iglesiente (Sardaigne). Publ. USTELA, Sér. Géol. Struct., 1, 175 pp. .

BARCA S. & MASCIA M. (1982) - Assetto stratigrafico e tettonico del Paleozoico del Sarrabus occidentale. In: Guida alla Geologia del Paleozoico sardo. Guide Geologiche Regionali: Soc. Geol. It., 87-93.

BARCA S., COCOZZA T., DEL RIO M. & PITTAU DEMELIA P. (1981b) - Discovery of Lower Ordovician Acritarchs in the "Postgotlandiano" sequence of southwestern Sardnia (): age and Tectonic implications. Boll. Soc. Geol. It., 100, 377-392.

BECCALUVA L., LEONE F., MACCIONI L. & MACCIOTTA G. (1981) -Petrology and tectonic setting of The Paleozoic basic rock from Iglesiente-Sulcis (, Italy). N. Jb. Miner. Abh., 140 (2), 184-201.

BONI M. & COCOZZA T. (1978) - Depositi mineralizzati di canale di marea nella Formazione di Gonnesa del Cambrico inferiore della Sardegna. Giorn. di Geol., 43 (1), 1-20.

BONI M. & GANDIN A. (1979) - Analisi sedimentologica e giacimentologica del passaggio Formazione di Gonnesa-Formazione di Cabitza del Cambriano sardo. Mem. Soc. Geol. It., 2O, 453-459.

BONI M., MALAFRONTE A. & PINTUS E. (1980) - Le mineralizzazioni a solfuri nella miniera di Mont'Ega (Narcao - Sulcis). Ind. Mineraria 3, 59-65.

BONI M., GANDIN A., MARINACCI P. & STANZIONE D. (1981a) - A palaeoenvironmental sedimentological and geochemical approach to the Gonnesa Formation (Lower Cambrian; Buggerru area SW Sardinia). I.A.S. 2nd Eur. MTG., Bologna. Abstract. 14- 16.

BONI M., COCOZZA T., GANDIN A. & PERNA G. (1981b) - Tettonica, sedimentazione e mineralizzazioni delle brecce al bordo sud-orientale della piattaforma carbonatica cambrica (Sulcis, Sardegna). Mem. Soc. Geol. It., 22 (in stampa).

BROUWER H. (1966) - Ricerche tettoniche sul Paleozoico dell'Iglesiente e del Sulcis (Sardegna sud- occidentale). Atti Acc. Lincei, Rend. Cl. Sc. Fis. Mat. e Nat., 40 (ser. 8), 1066- 1072.

CARANNANTE G., COCOZZA T. & D'ARGENIO B. (1981) - Tectono-sedimentary trends and paleogeography of Sardinia. During late Pre-Cambrian and Cambrian. IAS, 2nd Eur. MTG:, Bologna, 227-230.

CARMIGNANI L., COCOZZA T., MINZONI N. & PERTUSATI P.C. (1981) - Structural and paleogeographic lineaments of the Variscan cycle in Sardinia. In: ZWART & DORNIEPEN Eds., Geologie en Mijnbown, 60, 171-181.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 49 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

CARMIGNANI L., COCOZZA T., GHEZZO C., PERTUSATI P.C. & RICCI C.A. (1986) - Guide-book to the excursion on the paleozoic basement of Sardinia. IGCP Project n.5

CIVITA M., COCOZZA T., FORTI P., PERNA G. & TURI B. - (1983) Idrogeologia del bacino minerario dell'Iglesiente (Sardegna sud-occidentale). Mem. Ist. It. Spel. Ser. II 2, 137 pp, 15 tavv, 1 Carta geol., 1 Carta idrogeol., Roma

COCOZZA T. (1979) - The Cambrian of Sardinia. Mem. Soc. Geol.It., 20, 163- 187.

COCOZZA T.& VALERA R. (1966) - Nuove osservazioni sulla "discordanza cambro-ordoviciana" nella zona di Nebida (Sardegna sud-occidentale), Res. Ass. Min. Sarda, 71, (7), 58-71.

COCOZZA T.& GANDIN A.(1975) - Depositional environments of Lower Cambrian Archaeocyathid calcareous lenses of Sant'Angelo (Southwestern Sardinia, Italy). Boll. Soc. Geol. It., 94, 2047-2072.

COCOZZA T.& LEONE F. (1977) - Sintesi della successione stratigrafica paleozoica della Sardegna sud-occidentale. Escursione in Sardegna 1977: risultati e commenti (a c. di G.B. VAI). GLP, 2-1977, Suppl.; 15-23.

COCOZZA T., CONTI L., LOMBARDI G. & TRAVERSA G.(1972) - Le Precambrien en Sardaigne. 24x Congr. Géol. Intern. Montréal. Résumés, p. 7.

COCOZZA T., JACOBACCI A., NARDI R. & SALVADORI I. (1974) - Schema stratigrafico-strutturAle del massiccio sardo-corso e minerogenés della Sardegna. Mem. Soc. Geol. It., 13, 85-186.

COCOZZA T., CONTI L., COZZUPOLI D., LOMBARDI G., SCHARBERT S. & TRAVERSA G. (1977). - Rb/Sr age and geopetrologic evolution of crystalline rocks in the Southern Sulcis (Sardinia). N. Jb. Geol. Paléont. Mh., 1977, H. 2, 95-102.

CONTI L., COZZUPOLI D., LOMBARDI G. & TRAVERSA G. (1970) Contributo alla conoscenza del Cambriano metamorfico della Sardegna meridionale. I: Siu alcune contattiti nei pressi di Telulada. Per. Min., 39, 415-451

CONTI L., COZZUPOLI D. & TRAVERSA G. (1972) - Contributo alla conoscenza del Cambriano metamorfico della Sardegna meridionale. II: Le contattiti andalusitico-cordieritiche nell'aureola di Domus de Maria. Per. Min., 41, 463-479.

DEBRENNE F., GANDIN A. & SIMONE L. (1979) - Studio sedimentologico comparato di tre "lenti" calcaree ad Archeociati nell'Iglesente e Sulcis (Sardegna sud-occidentale). Mem. Soc. Geol, It., 20, 379-393.

DEL BONO (1965) : Relazione generale su una nuova possibile interpretazione della serie cambrico- ordoviciana dell'Iglesiente. Res. Ass. Min. Sarda, 70, 5-134.

DUNNET D. (1969) - Deformation in the Paleozoic rocks of Iglesiente, S.W. Sardinia. Thesis Ph. D. University of London, 412 pp. -

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 50 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica

DUNNET D. & MOORE J. Mc. M. (1969) - Inhomogeneous strain and the remobilizaton of ores and minerals. Meeting on remobilization of ores and minerals, Cagliari, August 1969, 81-100.

FANNI S., GANDIN A., GRILLO S.M., LIPPI F., MARRAS G., SALVADORI A. & TOCCO S. (1981) La piattaforma carbonatica della Sardegna sud-occidentale: sedimentazione e deposizione metallifera. Mem. Soc. Geol. It., 22,

FERRARA G., RICCI C.A. & RITA F. (1978) - Isotopic ages and tectono-metamorphic history of the metamorphic basement of north-eastern Sardinia. Contrib. Mineral. Petrol., 68, 99-106.

GANDIN A. (1979) - Analisi sedimentologica preliminare della parte superore della Formazione di Gonnesa e della parte inferiore della Formazione di Cabitza (Cambriano inferiore o medio della Sardegna). Mem. Soc. Geol. It., 20, 395-404.

GANDIN A., PADALINO G. & VIOLO M. (1974a) - Correlation between sedimentary environment and ore prospecting. Sedimentological and ore-genesis studies of Cambrian "arenarie" and "dolomie rigate" formations (Sardinia, Italy): deposition and concentration of barite in an evaporitic environment. Rend. Soc. It. Mineral. e Petrol., 30, 251-303.

GANDIN A., PADALINO G. & TOCCO S. (1974b) - Correlation between sedimentation environment and ore prospecting. In: "Problems of Ore deposition". IV IAGOD Symposium, Varna, 2, 377-383.

GANDIN A., PADALINO G. TOCCO S. & VIOLO M. (1973) - Un esempio di deposizione stratiforme di barite nella "dolomia rigata" del Cambrico della Sardegna occidentale. Tentativo di correlazione tra l'ambiente di sedimentazione e la precipitazione del solfato di bario. Boll. Soc. Geol. It., 92, 329-354.

GIOVANNONI M.A. & ZANFRA' S. (1979) - Studio di brachiopodi ordoviciani della Sardegna meridionale. Boll. Serv. Geol. d'It., 94, (1978), 85-232. '

GNOLI M., PAREA G.C., RUSSO F. & SERPAGLI E. (1979) - Paleoecological remarks on the "Orthoceras limestone" of southwestern Sardinia (Mddle-Upper Silurian). Mem. Soc. Geol. It., 20, 405- 423.

GNOLI M., JAANUSSON V., LEONE F. & SERPAGLI E. (1981) – A lower Devonian bearing carbonate mound from southern Sardinia. N. Jb. Geol. Paléont., Mh., 1981,H.6, 339-345.

JUNKER B. & SCHNEIDER H.H. (1979) - L'Infracambriano della Sardegna sud-occdentale. Mem. Soc. Geol. It., 20, p. 461.

JUNKER B. & SCHOERSCHER H.D. (1979) - L'età delle cataclasiti del Sulcis meridionale (Sardegna). Mem. Soc. Geol. It., 2O, p. 462.

MACCAGNO A.M., (1965) - Contributo alla conoscenza della fauna ordoviciana della Sardegna. Gli Echinodermi di Portixeddu. Nota I. Atti Acc. Sc. Fis. e Mat. di Napoli, 5 (5), 149-195.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 51 COMUNE DI SIAMANNA Provincia di Oristano PIANO URBANISTICO COMUNALE Relazione Geologico-ambientale e geotecnica MEMMI I., BARCA S., CARMIGNANI L., COCOZZA T., FRANCESCHELLI M., GATTIGLIO M., GHEZZO C., MINZONI N., NAUD G., PERTUSATI P.C. & RICCI C.A. (1982) - Il magmatismo pre- ercinico della Sardegna. In: Guida alla Geologia del Paleozoico sardo. Guide Geologiche Regionali. Soc. Geol. It., 157-164.

MINZONI N. (1981) - Precambriano nel Sulcis meridionale (Sardegna). Miner. Petrogr. Acta, 24, 51-56.

PALMERINI V., SITZIA PALMERINI R. & PILO L. (1979) - Le facies pelitiche degli. Argilloscisti di Cabitza"(Cambriano medio della Sardegna. Mem. Soc. Geol. It., 20, 365-377.

PITTAU DEMELIA P. & DEL RIO M. (1982) - Acritarchi e loro significato stratigrafico nelle successioni paleozoiche della Sardegna. In: Guida alla Geologia del Paleozoico Sardo. Guide Geologiche Regionali. Soc. Geol. It., 33-35.

POOL J.J.K. (1966) - The geology of the Rosas-Terraseo area, Sulcis, South Sardinia. Leidse Geol. Med., 35, 117-208.

POOL J.J.K. & ZWART H.J.(1964) - On the tectonics of the Sulcis area, S.Sardinia. Geol. en Mijnbouw, 43 (4), 144-146

RASETTI F. (1972) - Cambrian Trilobite Faunas of Sardinia. Mem. Acc. Naz. Lincei, 11 (1), 1-100.

SCHARBERT S. (1978) - Supplementary remarcks on "Rb/Sr age and geopetrologic evolution of crystalline rocks in southern Sulcis (Sardinia)" by T. COCOZZA et al. (1977). N. Jb. Geol. Palont. Mh., 1978, H. 1, 59- 64.

SERPAGLI E. (1970) - Uppermost Weenlockian-Upper Ludlovian (Silurian) Conodonts from Western Sardinia. Boll. Soc. Paleont. Ital., 9, (1), 76-96.

SERPAGLI E. & MASTANDREA A. (1980) - Conodont assemblages from the Silurian-Devonian boundary beds of south western Sardinia (Italy). N. Jb. Geol. Paleont. Mh., 1980, H. 1, 37-42.

VAI G.B. & COCOZZA T.(1974) - Il "Postgotlandiano" sardo, unità sinorogenica ercinica. Boll. Soc. Geol. IT., 93, 61-72.

VALERA R. (1967) - Contributo alla conoscenza dell'evoluzione tettonica della Sardegna. Res. Ass. Min. Sarda, 72 (6), 3-95.

VARDABASSO S. (1940) - Qual'é il profilo normale del Cambrico sardo? Resoc. Ass. Sarda, 45, 100-110.

VARDABASSO S. (1956) - La fase sarda dell'orogenesi caledonica in Sardegna. Geotektonisches Symp. z. Ehren von H. Stille, Deutsc. Geol. Ges., Stuttgart, 120-127.

ZUFFARDI P. (1965) - Conoscenza e ipotesi attuali sulla minerogenesi sarda. Boll. Ass. Min. Subalpina, 2, 197- 238.

Geol. Fausto Alessandro Pani - Geol. Roberta Maria Sanna 52