UFFICIO COMPATIBILITA' AMBIENTALE DIPARTIMENTO AMBIENTE E ENERGIA 23AB

23AB.2020/D.00966 2/10/2020

D. Lgs. n. 152 del 3/4/2006 - Parte II (e s.m.i.) Parere di non assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale, ai sensi dell'art. 19 del D. Lgs. n. 152/2006 per la variante all' “Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica denominato “Castelgrande”, costituito da n. 10 aerogeneratori, ciascuno di pari a 3 MW, per una potenza nominale complessiva di 30 MW, da ubicarsi principalmente nei Comuni di , , , Castelgrande, Atella, Ruvo del Monte (PZ)”. Proponente: WKN Development PE1 s.r.l.

Num. Preimpegno Bilancio Missione.Programma Capitolo Importo Euro

Num. Bilancio Missione. Capitolo Importo Atto Num. Anno Num. Impegno Impegno Programma Euro Prenotazione Perente

Num. Bilancio Missione. Capitolo Importo Num. Atto Num. Data Liquidazione Programma Euro Impegno Atto Atto

Num. Bilancio Missione. Capitolo Importo Num. Atto Num. Data Registrazione Programma Euro Impegno Atto Atto

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IL DIRIGENTE

VISTA la Legge Regionale n. 12 del 2 marzo 1996, recante “Riforma dell’organizzazione amministrativa regionale” e le successive modifiche ed integrazioni; VISTA la D.G.R. n. 11 del 13 gennaio 1998, recante “Individuazione degli atti di competenza della Giunta regionale”; VISTO il Decreto Legislativo n. 165 del 30 marzo 2001, recante “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche” e le successive modifiche ed integrazioni; VISTA la D.G.R. n. 539 del 23 aprile 2008, recante “Iter procedurale delle Determinazioni e Disposizioni, Avvio del Sistema Informativo di Gestione dei Provvedimenti Amministrativi”; VISTA la D.G.R. n. 693 del 10 giugno 2014, recante “Ridefinizione numero e configurazione dei Dipartimenti regionali relativi alle Aree istituzionali “Presidenza della Giunta” e “Giunta regionale”. Modifica parziale DGR n. 227/14”; VISTA la D.G.R. n. 1314 del 7 novembre 2014, recante “Stazione Unica Appaltante della Regione Basilicata. Provvedimenti Organizzativi. Modifica parziale DGR n. 693/14”; VISTA la D.G.R. n. 689 del 22 maggio 2015 recante “Dimensionamento ed articolazione delle strutture e delle posizioni dirigenziali delle Aree istituzionali della Presidenza della Giunta e della Giunta regionali. Modifiche alla DGR n. 694/14”; VISTA la D.G.R. n. 691 del 26 maggio 2015 recante “DGR n. 689/2015 di Ridefinizione dell’assetto organizzativo dei Dipartimenti delle Aree istituzionali Presidenza della Giunta e Giunta Regionale. Affidamento incarichi dirigenziali”; VISTA la D.G.R. n. 771 del 9 giugno 2015 recante “DGR n. 691/2015. Rettifica”; VISTA la D.G.R. n. 624 del 7 giugno 2016 recante “Dimensionamento ed articolazione delle strutture e delle funzioni dirigenziali delle aree istituzionali della Presidenza di Giunta e della Giunta Regionale. Modifiche alla D.G.R. n. 689/2015”; VISTA la Legge n. 167 del 20 novembre 2017, recante “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea – Legge Europea 2017”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 277 del 27 novembre 2017, che introduce significative modifiche ed integrazioni al Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152; VISTA la D.G.R. n. 1340 dell’11 dicembre 2017 avente ad oggetto “Modifica della D.G.R. n. 539 del 23 aprile 2008 – disciplina dell’iter procedurale delle determinazioni e disposizioni dirigenziali della giunta regionale”; VISTO il Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 54 del 10 maggio 2019 di nomina dell’Assessore al Dipartimento Ambiente ed Energia; VISTA la D.G.R. n. 524 del 5 agosto 2019, avente ad oggetto: “Conferimento incarichi di dirigente generale delle aree istituzionali della presidenza e dei dipartimenti della giunta regionale e approvazione schema di contratto individuale di lavoro”; VISTA la D.G.R. n. 179 del 12 marzo 2020, ad oggetto: “Uffici vacanti presso i Dipartimenti Regionali. Affidamento incarichi ad interim” con la quale, per la temporanea copertura di posti Dirigenziali vacanti presso i Dipartimenti della Giunta, sono stati affidati incarichi ad interim ed in particolare per l’ufficio “Compatibilità Ambientale” del "Dipartimento Ambiente e Energia” è stato nominato l’Ing. Giuseppe Galante; VISTA la L. R. 20 marzo 2020, n. 10, avente ad oggetto “Legge di stabilità regionale 2020”; VISTA la L. R. 20 marzo 2020, n. 11, avente ad oggetto “Bilancio di previsione pluriennale per il triennio 2020 - 2022”;

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VISTA la D.G.R. n. 188 del 20 marzo 2020 avente ad oggetto “Approvazione del Documento Tecnico di Accompagnamento al Bilancio di previsione per il triennio 2020 - 2022, ai sensi dell'art. 39, comma 10, del D. L. vo del 23 giugno 2011, n. 118 (e s.m.i.); VISTA la D.G.R. n. 189 del 20 marzo 2020 “Approvazione del Bilancio finanziario gestionale per il triennio 2020 - 2022, ai sensi dell'art. 39, comma 10, del D. L. vo del 23 giugno 2011, n. 118, (e s.m.i.); VISTO il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 (e ss.mm.ii.), recante “Norme in materia ambientale”, con particolare riferimento alla Parte Seconda recante “Procedure per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per la Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) e per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (IPPC)”; VISTO il Decreto Legislativo 16 giugno 2017 n. 104 di modifica del D Lgs 152/2006 alla Parte Seconda recante “Procedure per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per la Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) e per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (IPPC)” in relazione alla valutazione di impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati; VISTA la L.R. 22 novembre 2018 n.38 avente ad oggetto “Seconda Variazione al Bilancio di Previsione Pluriennale 2018/2020 e Disposizioni in Materia di Scadenza di Termini Legislativi e nei Vari Settori di Intervento della Regione Basilicata” recante modifiche alle LL.RR. 1/2010, 8/2012, 54/2015, 21/2017; VISTA la D.G.R. n.46 del 22 gennaio 2019 avente ad oggetto “Approvazione Linee Guida per la Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale a seguito delle modifiche al Decreto Legislativo 3 Aprile 2006, N. 152 introdotte dal Decreto Legislativo 16 Giugno 2017, N. 104.”; VISTA la D.G.R. n. 147 del 25 febbraio 2019 recante “D. L.vo n. 152/2006 Parte II (e ss.mm.ii.); Determinazione delle tariffe da applicare ai proponenti per la copertura dei costi sopportati dall’autorità competente per l’organizzazione e lo svolgimento delle attività istruttorie, di monitoraggio e controllo nelle procedure di V.I.A., V.A.S. e V.Inc.A”. VISTA la L.R. 13 marzo 2019 n. 4 avente ad oggetto “Ulteriori disposizioni urgenti in vari settori d’intervento della Regione Basilicata”; VISTA l’istanza prodotta dalla WKN Basilicata Development PE1 s.r.l. con sede legale in Via Regina Margherita n. 125 – 00198 ROMA (RM), acquisita il 15 aprile 2019 e registrata in pari data al protocollo dipartimentale al n. 0065815/23AB, con la quale è stata chiesta la pronuncia di Verifica (Screening), ai sensi del D. L.vo n. 152/2006 (e s.m.i.) - Parte II, per l’ “Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica denominato “Castelgrande”, costituito da n. 10 aerogeneratori, ciascuno di potenza pari a 3 MW, per una potenza nominale complessiva di 30 MW, da ubicarsi principalmente nei Comuni di Rapone, Muro Lucano, San Fele, Castelgrande, Atella, Ruvo del Monte (PZ)”. L’istanza sopra riportata risulta essere una variante progettuale rispetto al progetto che ha ottenuto il Giudizio favorevole di Compatibilità Ambientale reso con D.R.G. n. 462/2014. PRESO ATTO dell’istruttoria svolta dall’Ufficio Compatibilità Ambientale, resa nella predisposizione del presente provvedimento, con il supporto tecnico del consulente FORMEZ PA Ing. Mariano Vaccaro, agli atti dell’Ufficio, da cui risulta quanto segue:

Istanza di screening L’istanza di screening è stata presentata il 15 aprile 2019 dalla WKN Basilicata Development PE1 s.r.l. e registrata in pari data al protocollo dipartimentale al n. 0065815/23AB, successivamente all’istanza di proroga del Giudizio Favorevole di Compatibilità Ambientale reso con D.G.R. n. 462 del 17 aprile 2014, presentata dalla Società in data 20 febbraio 2019, e comunque nei termini di validità della predetta Delibera di Giunta Regionale. In data 07 maggio 2019 con nota n. 0076074/23AB l’Ufficio Compatibilità Ambientale ha comunicato i motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza ex art. 10 bis 241/90, atteso che l’istanza

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presentata non era corredata da tutta la documentazione prevista dall’art. 19 comma 1 del D. Lvo n. 152/2006 (e s.m.i.); In data 16 maggio 2019 con nota acquisita al protocollo al n. 0082356, la Società WKN Basilicata Development PE1 s.r.l. ha trasmesso le proprie osservazioni alla succitata nota, allegando alla stesa la dichiarazione del professionista estensore dello Studio Preliminare Ambientale in merito alle competenze professionali specifiche nelle materie afferenti il progetto e la ricevuta del versamento degli oneri dovuti per il procedimento di Verifica di Assoggettabilità a V.I.A., giusta D.G.R. n. 147 del 25 febbraio 2019. Con nota n. 0101415/23AB del 14 giugno 2019, l’Ufficio Compatibilità Ambientale ha comunicato l’accoglimento delle osservazioni e ha precisato che occorreva un ulteriore documentazione integrativa per poter dare avvio al procedimento di screening. Con nota n. 0122392/23AB del 18 luglio 2019 la Società WKN Basilicata Development PE1 s.r.l. ha trasmesso la documentazione integrativa richiesta. Con nota giusta nota, il procedimento istruttorio è stato avviato con la pubblicazione della documentazione progettuale di cui all’art. 19 comma 3 del D. L.vo n. 152/2006 (e s.m.i.) sul sito web regionale in data 06 agosto 2019 nota n. 00131972/23AB. L’Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura con nota del 20 settembre 2019 prot. n. 0153180/23AE ha trasmesso il parere di competenza favorevole subordinandolo alle integrazioni: integrare gli studi-identificare e valutare mei termini dei loro probabili impatti, tutte le possibili soluzioni progettuali e di percorso/tracciato alternativo in particolare per il cavidotto Esterno MT e le altre opere a servizio e di connessione, che in particolare risultino più distanti e meno impattanti su IBA209 “Fiumara di Atella e sul torrente Bradano; per i tratti di Parco interessati dall’attraversamento del cavidotto esterno MT si evince la necessità di acquisire il parere e le prescrizioni dell’Ente Parco del . L’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale sede Puglia in data del 25 settembre 2019 ha fatto pervenire propria comunicazione prot. n. 0010878, registrata in pari data al protocollo dipartimentale al n. 0156219/23AB, con la quale ha specificato che il proprio parere definitivo di compatibilità debba essere subordinato alla acquisizione e valutazione di una modifica progettuale al tracciato del cavidotto di media tensione (MT) di collegamento dell’impianto eolico “Castelgrande” alla Cabina Primaria denominata “Atella”, ovvero alla previsione di diverse modalità realizzative dello stesso, tali da assicurare la compatibilità dello stesso con la presenza di aree classificate a “Pericolosità geomorfologica molto elevata (P.G.3)” nel P.A.I.. Con nota n. 0194220/23AB-AE del 21 novembre 2019 la Società WKN Basilicata Development PE1 s.r.l. ha trasmesso la richiesta di coinvolgimento dell’Ente Parco Naturale Regionale del Vulture. Con nota n. 0204789/23AB-AE del 06 dicembre 2019 la Società WKN Basilicata Development PE1 s.r.l. ha trasmesso la documentazione integrativa richiesta dall’Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura. Con nota n. 0204794/23AB-AF del 06 dicembre 2019 la Società WKN Basilicata Development PE1 s.r.l. ha riscontrato la richiesta di integrazione dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale sede Puglia. Con nota n. 0204799/23AB-AA-AF del 06 dicembre 2019 la Società WKN Basilicata Development PE1 s.r.l. ha riscontrato la richiesta di integrazione dell’Ufficio Urbanistica e Pianificazione Territoriale.

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L’Ufficio Urbanistica e Pianificazione Territoriale con nota del 20 gennaio 2020 prot. n. 0009249/23AD ha trasmesso, per conoscenza all’Ufficio Compatibilità Ambientale, il parere favorevole della Commissione Regionale per la Tutela del Paesaggio del 15 gennaio 2020. L’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale sede Puglia in data del 02 marzo 2020 ha fatto pervenire la nota registrata in pari data al protocollo dipartimentale al n. 0004553/23AB, con la quale ha ribadito che il proprio parere finale sull’intervento in progetto potrà essere formulato solo a seguito dell’acquisizione di ulteriore documentazione integrativa. L’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale ha fatto pervenire la nota n. 16534/2020 del 04 settembre 2020, acquisita e registrata al protocollo dipartimentale in pari data al n. 0167679/23AB con la quale trasmesso il proprio parere favorevole all’intervento proposto.

Proposta progettuale Il progetto riguarda la Variante sostanziale del progetto già autorizzato di un parco eolico denominato “Castelgrande” per la produzione di energia elettrica, costituito da 10 aerogeneratori dalla potenza nominale di 3.0 MW ciascuno, per un totale di 30 MW ubicati nei Comuni di Rapone e Muro Lucano oltre che dalle opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione ed all’esercizio dell’impianto stesso che interessano i territori dei Comuni di San Fele, Atella, Castelgrande, Ruvo del Monte, , e Potenza. Il progetto ha ottenuto il Giudizio favorevole di Compatibilità Ambientale reso con D.R.G. n. 462/2014 e l’Autorizzazione Unica con Determinazione Dirigenziale n. 150C.2014/D.00579 del 19 giugno 2014 e successivamente per effetto delle Determinazioni Dirigenziali nn. 15AC.2015/D.00516 del 10 aprile 2015, 15AC.2016/D.00644 dell’11 maggio 2016, 23AF.2017/D.00690 del 5 luglio 2017 e, da ultimo, della Determinazione Dirigenziale 23AF.2018/D.00245 del 21 marzo 2018, la Regione Basilicata concedeva alla Società la proroga dei termini di inizio e di ultimazione dei lavori di costruzione dell’Impianto e delle relative opere connesse, stabilendo al 17 aprile 2019 il termine entro il quale dare concreto avvio ed ultimazione dei lavori. La variante proposta è inerente la parte del progetto relativa alle opere di connessione alla rete elettrica, prevedendo l’allaccio mediante cavo interrato su strada alla esistente cabina primaria di trasformazione 150/20 kV denominata “Atella”, di proprietà e-distribuzione S.p.A, inserita in entra- esce sull’elettrodotto esistente della RTN semplice Terna a 150 kV “ - Atella - Avigliano - Potenza” e lascia del tutto immutata la parte relativa al layout dell’impianto già autorizzato, in termini di localizzazione e tipologia dei relativi aerogeneratori. Il parco eolico “Castelgrande” autorizzato si sviluppa nel territorio dei comuni di Rapone, San Fele, Castelgrande e Muro Lucano, l’area coinvolta dal parco eolico si trova a 4,5 km a Nordest del centro abitato di Castelgrande, a 4 km a Nord del centro abitato di Muro Lucano, a 4 km ad Ovest del centro abitato di San Fele e a 2,5 km a Sudovest del centro abitato di Rapone, nelle vicinanze dei monti "Toppa di Castelgrande" e "Monte dei Morti", Località Pisterola. Esso prevede l’installazione di 10 aerogeneratori aventi ciascuno una potenza nominale pari a 3 MW, della Nordex N117, avente diametro rotore pari a 117 m, altezza al mozzo di 91 m ed altezza massima di 149,5 m, per una potenza complessiva dell’intero impianto pari a 30 MW. La soluzione di connessione autorizzata prevede un cavidotto interrato e una connessione in antenna ad una nuova stazione RTN a 150 kV individuata a nord di Rapone (“Stazione Rapone”), da collegare mediante due nuovi elettrodotti aerei aventi lunghezza pari a 31 km ciascuno alla stazione RTN a 380/150 kV (“S.E. Melfi”), da collegare in entra-esce alla linea RTN 380 kV “Matera – Santa Sofia”. Nello specifico sono previsti:

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un cavidotto di collegamento fra la stazione di utenza e la cabina di condivisione nel Comune di Rapone di circa 8,5 km che segue prevalentemente la viabilità locale, e solamente nell’ultimo tratto, all’interno di aree di proprietà privata. un cavidotto di collegamento tra la stazione di condivisione e la stazione di smistamento RTN a 150 kV a singola terna a 150 kV in cavo interrato, ad isolamento rigido, il cui tracciato è previsto prevalentemente lungo la viabilità perimetrale in area di proprietà di Terna. una stazione elettrica di utenza serve principalmente a raccogliere l’energia prodotta dagli aerogeneratori in MT e ad innalzarla alla tensione del punto di connessione (150 kV). una stazione di condivisione dello stallo utente costituita da tre aree dedicate allo stallo comune, di proprietà di TERNA, e due dedicate ai due stalli utente,

la Stazione elettrica RTN a 150 kV ricadente nel comune di Rapone (PZ), nei pressi dell’area industriale del comune di Rapone, in un’area di circa 17.230 m². Elettrodotti aerei 150 kV “Melfi – Rapone” di collegamento tra la S.E. RTN di Melfi (PZ) e la nuova S.E. RTN di di Rapone (PZ) nei Comuni di Melfi, , Atella, Ruvo del Monte e Rapone. Sono previsti 2 elettrodotti sostenuti da 76 sostegni per l’elettrodotto “Melfi 1 - Rapone 1” e di 77 per l’elettrodotto “Melfi 2 - Rapone 2”, inclusi i sostegni portale. La lunghezza totale dei due nuovi elettrodotti in semplice terna risulta essere pari a circa 31 km ciascuno. Gli attraversamenti sono 98. La variante proposta lascia del tutto immutata la parte relativa al layout dell’impianto già autorizzato, in termini di localizzazione e tipologia dei relativi aerogeneratori, e apporta alla parte del progetto relativa alle solo opere di connessione alla rete elettrica, prevedendo l’allaccio mediante cavo

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interrato di circa 21 chilometri su strada alla esistente cabina primaria di trasformazione 150/20 kV denominata “Atella”, di proprietà e-distribuzione S.p.A, e il potenziamento/rifacimento dell’elettrodotto in Alta Tensione (AT) esistente a 150kV della CP Atella alla nuova stazione elettrica a 150kV denominata SE Avigliano. Dalla Cartografia tecnica allegata al progetto si rilevano anche delle modifiche della viabilità interna al parco, modifiche che non vengono menzionate nelle relazioni ma possono essere valutate come lievi e non sostanziali.

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Opere di Utenza Ciascun aerogeneratore comprende un generatore asincrono trifase (V=660V, Pmax=3000 kW) collegato al rispettivo trasformatore MT/BT di macchina (30/0.66kV, Sn=3300 kVA). Le 10 turbine sono state suddivise in due sottocampi aventi entrambi potenza di 15 MW, in modo da ridurre la sezione, e quindi la dimensione dei cavi di interconnessione fra i vari generatori, e le perdite di produttività in caso di disservizio di un sottocampo. Gli aerogeneratori sono tra loro connessi attraverso una linea in media tensione a 30 kV, realizzata in cavo con collegamento di tipo “entra- esci”. La circuitazione proposta è quella riportata nella figura seguente, che rappresenta il collegamento tra gli aerogeneratori con le lunghezze dei cavi e le sezioni previste.

L’energia prodotta dai due sottocampi viene convogliata direttamente alla stazione d’utenza (30/150 kV) la quale, tramite un trasformatore MT/AT ed un cavidotto in AT, la convoglia successivamente alla esistente Cabina Primaria di Atella. I cavidotti tra gli aerogeneratori si estendono per una lunghezza complessiva di circa 34,5 km, nei Comuni di Muro Lucano, San Fele, Rapone, Ruvo del Monte e Atella (PZ), e sono suddivisi in quattro diverse tipologie di posa di cui tre per strade sterrate e una per strade asfaltate. Le tre tipologie utilizzate per le strade sterrate sono le seguenti: circa 9 km sono costituiti da cavidotti con sezione di tipo “A” (1 cavo per scavo), circa 4,5 km da cavidotti con sezione di tipo “B” (2 cavi per scavo), e circa 50 m da cavidotti con sezione di tipo “C” (3 cavi per scavo). La tipologia utilizzata per le strade asfaltate prevede circa 21 km sono costituiti da cavidotti con sezione di tipo “BA” (2 cavi per scavo). Data la potenza ed il numero di sottocampi, si è scelto di non inserire cabine di impianto da interporre tra il parco e la stazione di trasformazione, in partenza dalla linea di connessione verso quest’ultima. L’Aerogeneratore denominato WTG 11New verrà collegato alla stazione di trasformazione prevista nel territorio del Comune di Atella, nei pressi della esistente stazione elettrica CP Atella di proprietà di e-distribuzione, tramite due cavidotti in Media Tensione interrati aventi una lunghezza complessiva di 20,86 chilometri. Le strade interessate saranno le seguenti: - Strada Comunale da Castelgrande a Rapone; - Strada Comunale Pietragrossa (Rapone);

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- Strada Comunale Sanatrella (Rapone); - Strada Comunale Piccillato per Ruvo (Rapone); - Strada Comunale Molara (Ruvo del Monte); - Strada Comunale della Montagna (San Fele); - Strada Provinciale n. 2 Campana (Ruvo del Monte); - Strada Provinciale n. 219 (Ruvo del Monte); - Strada Comunale Selice (Ruvo del Monte); - Strada Comunale dei Molini del Bradano (Ruvo del Monte); - Strada Comunale del Bradano (Ruvo del Monte); - Tratto strada senza nome ricadente nel Comune di San Fele; - Strada Vicinale della Spineta (Atella); - Strada Provinciale n. 98 Atella – Monteserico (Atella); - Strada Provinciale n. 381 (ex SS Passo Crocelle di Valle Cupa - Atella); - Strada Provinciale n. 93 Appulo Lucana (ex SS – Atella); - Strada Vicinale Trimolizzi (Atella); - Strada Vicinale Iorio (Atella). La lunghezza complessiva di 20,86 chilometri dei tratti stradali interessati dalla posa del cavidotto in Media Tensione è così ripartita: - Rapone: 4.642 m; - Ruvo del Monte: 6.184 m; - San Fele: 3.238 m; - Atella: 6.796 m.

Considerando anche i cavi interni all’impianto eolico, il percorso dei cavidotti è in totale pari a poco meno di 39 km (inclusi i tratti di collegamento tra gli aerogeneratori) e di questi circa 26 km sono su strade asfaltate, principalmente comunali. La cabina primaria di Atella è situata poco a sud-est dell’abitato omonimo. Dato l’assetto della cabina primaria, si è ritenuto che la migliore soluzione di collocazione della stazione di trasformazione sia quella che si trova di fronte alla cabina esistente, in modo da poter consentire l’ingresso in cabina in cavo.

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I cavi per le linee MT saranno del tipo ARE4H1R(X)-Al, tripolari a spirale visibile con isolamento XLPE e guaina di PVC con tensione nominale di 30 kV. Saranno posate in cavidotti direttamente interrati o, all’occorrenza, posate all’interno di tubi. I cavi elettrici, rispetto ai piani finiti di strade o piazzali o alla quota del piano di campagna, saranno posati negli scavi alla profondità di circa 1,1m. I cavi saranno posati direttamente all’interno di uno strato di materiale sabbioso (pezzatura massima: 5 mm) di circa 30 cm, su cui saranno posati i tegoli o le lastre copricavo. Un nastro segnalatore sarà immerso nel rimanente volume dello scavo riempito con materiale arido. La posa dei conduttori si articolerà quindi essenzialmente nelle seguenti attività: - scavo a sezione obbligata della larghezza e della profondità come indicato nel documento; - posa dei conduttori e fibre ottiche. Particolare attenzione dovrà essere fatta per l'interramento della corda di rame che costituisce il dispersore di terra dell’impianto; infatti questa dovrà essere interrata in uno strato di terreno vegetale di spessore non inferiore a 20 cm nelle posizioni indicate dal documento; - rinterro parziale con sabbia vagliata; - posa dei tegoli protettivi; - rinterro con terreno di scavo; - inserimento nastro per segnalazione tracciato. Stazione utente La stazione elettrica di utenza sarà realizzata allo scopo di collegare alla cabina primaria di Atella (PZ) l’impianto eolico Castelgrande. L’area individuata per la realizzazione dell’opera è situata a circa 1,2 km a sud-est del centro abitato di Atella ed a circa 50 m a sud della CP di Atella, in un’area agricola, ed a circa 500 m dalla SS n.93 collegata mediante strada vicinale. L’accesso alla stazione avverrà tramite un breve tratto di nuova strada di accesso che si staccherà direttamente dalla viabilità locale che costeggia il sito a nord ed ovest. La stazione comprende una sezione in alta tensione a 150 kV , composta da uno stallo di trasformazione e di partenza linea in cavo, con apparati di misura e protezione (TV e TA), e una sezione in media tensione a 30 kV composta da una sbarra MT a 30 kV, n. 2 montanti arrivo linea da impianto eolico Castelgrande, n. 1 montante partenza trasformatore, un montante alimentazione trasformatore ausiliari e montanti banco rifasamento (eventuali). La stazione comprende anche un sistema di protezione, monitoraggio, comando e controllo, un sistema dei servizi ausiliari in c.a., alimentato in emergenza da un gruppo elettrogeno opportunamente dimensionato e una rete di terra Nella Stazione d’Utenza la sola apparecchiatura che rappresenta una sorgente di rumore permanente è il trasformatore AT/MT, per il quale si può considerare un livello di pressione sonora Lp(A) a vuoto alla tensione nominale che non viene percepito all’esterno del perimetro di recinzione. Inoltre, gli interruttori, durante le manovre (di brevissima durata e pochissimo frequenti), possono provocare un rumore trasmissibile all’esterno, ma contenuto nei limiti previsti. I fabbricati sono costituiti da un edificio quadri comando e controllo, composto da un locale rifasamento, un locale quadri MT, un locale per il trasformatore MT/BT, un locale quadri BT, un locale comando e controllo e telecomunicazioni, un locale gruppo elettrogeno ed un locale misure. Il pavimento potrà essere realizzato di tipo flottante con area sottostante adibita al passaggio cavi. Le piazzole per l’installazione delle apparecchiature saranno ricoperte con adeguato strato di ghiaione stabilizzato; tali finiture superficiali contribuiranno a ridurre i valori di tensione di contatto e di passo effettive in caso di guasto a terra sul sistema AT. Le fondazioni dei sostegni sbarre, delle apparecchiature e degli ingressi di linea in stazione, sono realizzate in calcestruzzo armato gettato in opera; per le sbarre e per le apparecchiature, con l’esclusione degli interruttori, potranno essere realizzate anche fondazioni di tipo prefabbricato con caratteristiche, comunque, uguali o superiori a quelle delle fondazioni gettate in opera. Il collegamento dell’impianto alla viabilità sarà garantito dalla vicina strada statale n°93, dalla viabilità locale e dalle strade interpoderali che saranno eventualmente adeguate per il transito dei mezzi pesanti e

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d’opera. Per l'ingresso alla stazione, è previsto un cancello carrabile largo m 6,00 ed un cancello pedonale, ambedue, sul lato est della stazione, inseriti fra pilastri e pannellature in conglomerato cementizio armato. Per la raccolta delle acque meteoriche sarà realizzato un sistema di drenaggio superficiale che convoglierà la totalità delle acque raccolte dalle strade e dai piazzali in appositi collettori (tubi, vasche di prima pioggia, pozzi perdenti, ecc.). L’illuminazione della stazione sarà realizzata pali tradizionali di tipo stradale, con proiettori orientabili. Il terreno dove dovrà sorgere la nuova stazione, è praticamente pianeggiante, per cui non sono da prevedere movimenti di terra, se non di trascurabile entità. Cavidotto AT Esso consiste in un tratto interrato della lunghezza di circa 160 ml che dopo aver lasciato la stazione d’utenza, prosegue in direzione nord-est fino al raggiungimento dello stallo AT della Cabina Primaria di Atella. interessando principalmente terreni ad uso agricolo e strade interpoderali. Il tracciato dell’elettrodotto in cavo interrato in oggetto non interferisce con aree soggette a vincolo. L’elettrodotto sarà costituito da una terna composta di tre cavi unipolari realizzati con conduttore in alluminio, isolante in XLPE, schermatura in alluminio e guaina esterna in polietilene, e un Sistema di telecomunicazione. Ciascun conduttore di energia a 150 kV avrà una sezione indicativa di circa 400 mm2. I cavi saranno interrati ed installati normalmente in una trincea della profondità di 1,6 m, con disposizione delle fasi a trifoglio. Nello stesso scavo, a distanza di almeno 0,3 m dai cavi di energia, sarà posato un cavo con fibre ottiche e/o telefoniche per trasmissione dati. Tutti i cavi verranno alloggiati in terreno di riporto, la cui resistività termica, se necessario, verrà corretta con una miscela di sabbia vagliata o con cemento ‘mortar’. Saranno protetti e segnalati superiormente da una rete in PVC e da un nastro segnaletico, ed ove necessario anche da lastre di protezione in cemento armato dello spessore di 6 cm. La restante parte della trincea verrà ulteriormente riempita con materiale di risulta e di riporto. Le operazioni di realizzazione prevedono la realizzazione delle infrastrutture temporanee di cantiere, l’apertura della fascia di lavoro e scavo della trincea, la posa dei cavi e la ricopertura della linea e ripristini; Al termine dei lavori civili ed elettromeccanici sarà effettuato il collaudo della linea.

Per quanto riguarda il quadro vincolistico, il proponente dichiara che il progetto in oggetto: interferisce con aree soggette a tutela paesaggistica ai sensi del D. Lgs.42/2004 e s.m.i. costituite, in particolare, dall’area protetta del parco regionale del Vulture, dalle le fasce di rispetto di alcuni corsi d’acqua e da territori coperti da foreste e da boschi, tutelati rispettivamente dall’ art.136 e dall’art.142, comma 1, alle lett.c). Si specifica che al riguardo la Società ha ottenuto il parere di favorevole della Commissione Regionale per la Tutela del Paesaggio del 15 gennaio 2020. buona parte del tracciato è situato all’interno delle aree sottoposte a vincolo idrogeologico. non interferisce direttamente con nessuno dei siti appartenenti alla Rete Natura 2000, mentre interferisce per un breve tratto con l’area del parco regionale del Vulture e per un brevissimo tratto con aree IBA. La Società ha inoltre integrato la documentazione in merito, approfondendo gli studi effettuati in precedenza e specificando di adottare la trivellazione orizzontale controllata nei tratti a rischio/pericolosità idrogeologica, ottenendo così il parere positivo con prescrizioni da parte dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale.

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Contenuti della Relazione di Screening delle opere di Utenza La relazione di Screening descrive gli interventi previsti dal progetto, le diverse componenti ambientali, analizza i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione del progetto, descrive le misure di mitigazione ed attenuazione, conclude con la sostenibilità dell’intervento proposto, non rilevandosi impatti significativi sull’ambiente ed i principali effetti compatibili con le esigenze di tutela igienico – sanitaria e di salvaguardia dell’ambiente.

Gli impatti Il proponente afferma che le potenziali interferenze indotte dalla realizzazione, simili a quelle in fase di dismissione, e dall’esercizio delle opere in progetto sono emissioni polverulente e dei mezzi d’opera in fase di cantiere, emissioni sonore in fase di cantiere, interessamento ed occupazione di suolo internamente all’area protetta ed emissioni elettromagnetiche in fase di esercizio. Atmosfera Gli impatti sulla qualità dell’aria connessi alla realizzazione del progetto sono del tutto analoghi a quelli relativi a cantieri di opere civili e sono relativi principalmente alle emissioni: di polveri durante la fase di preparazione dell’area di intervento di costruzione del cavo AT e di demolizione dei sostegni e fondazioni esistenti, di polveri durante la fase di scavo delle trincee per i cavi AT e la fase di demolizione delle fondazioni della linea esistente, di gas di scarico dai mezzi coinvolti nelle fasi di cui ai punti precedenti e nella demolizione dei sostegni esistenti. Data l’entità delle attività di cantiere necessarie alla preparazione delle aree ed allo scavo delle trincee, si ritiene che gli impatti causati dalle emissioni di polveri generate dalle suddette attività siano trascurabili, così come il traffico indotto durante la fase di costruzione del progetto sarà di pochi mezzi al giorno e non è pertanto in grado di alterare lo stato attuale della qualità dell’aria. Per il contenimento delle emissioni di polveri nel trasporto degli inerti opportuno prevedere l'adozione di opportuna copertura dei mezzi adibiti al trasporto. Al fine di evitare il sollevamento delle polveri, inoltre, i mezzi di cantiere dovranno viaggiare a velocità‚ ridotta; per ciò che riguarda la viabilità‚ al contorno dell'area di cantiere, si provvederà‚ a mantenere puliti i tratti viari interessati dal passaggio dei mezzi Durante la fase di esercizio del progetto non si prevede nessuna emissione in atmosfera, in quanto interrato. Gli interventi di manutenzione ordinaria/straordinaria potranno comportare l’utilizzo di autoveicoli a motore diesel ed attrezzature a motore a benzina ma essi saranno effettuati raramente ed avranno una durata limitata del tempo; di conseguenza si ritiene che essi non comporteranno un impatto significativo sulla componente aria. Suolo e sottosuolo Durante la fase di cantiere la superficie interessata dalle lavorazioni lungo il tracciato sarà pari complessivamente a 15.000 m2, con una quantità di terreno scavato pari a circa 16.500 m3 complessivi. Per la viabilità di accesso alle aree di cantiere non si prevedono apertura di nuove piste dato che esso si svolgerà quasi interamente sulla sede stradale esistente. Date le quantità minime di terreno movimentato e le caratteristiche dimensionali e temporali limitate del cantiere si ritiene che le interferenze con la componente suolo siano non significative. Non sono, infine, prevedibili fenomeni di contaminazione di suolo per effetto di spillamenti e/o spandimenti in fase di cantiere, che potrebbero verificarsi solo in conseguenza di eventi accidentali da macchinari e mezzi usati. Durante la fase di esercizio l’occupazione di suolo è nulla, in quanto si tratta di un cavidotto interrato

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Rumore Durante la fase di realizzazione dell’impianto, i potenziali impatti sulla componente rumore si riferiscono essenzialmente alle emissioni sonore generate dalle macchine operatrici utilizzate per la sistemazione delle aree (livellamento del terreno), per gli scavi delle trincee di posa dei cavi e dai mezzi di trasporto coinvolti equiparabile a quello di un normale cantiere edile o ai macchinari agricoli, che per entità e durata si può ritenere trascurabile. La produzione di rumore da parte di un elettrodotto in cavo interrato in fase di esercizio è naturalmente nulla. Scarichi idrici In fase di cantiere, così come in fase di esercizio, non saranno prodotti scarichi idrici. Campi elettrici e magnetici e salute pubblica L’esposizione ai campi magnetici risulta al di sotto dei limiti normativi pertanto non si prevedono impatti significativi su questa componente.

Opere di Rete Le opere in oggetto sarebbero soggette a procedura di via di competenza statale, ma trattandosi di opere di connessione dell’impianto eolico in variante, esse sono attratte nella sfera del procedimento regionale. CP Atella La Cabina di trasformazione 150/20 kV di Atella è ubicata nel Comune omonimo, in un’area di forma rettangolare di larghezza pari a circa 90 m e lunghezza pari a 101 m interamente recintata e accessibile tramite un cancello carrabile largo 6,00 m di tipo a doppia anta comprensivo di cancello pedonale posto sul lato est della Cabina stessa e in collegamento con la strada vicinale Iorio. La Cabina elettrica di trasformazione 150/20 kV di Atella è collegata in entra-esce sull’esistente elettrodotto semplice terna a 150 kV “Melfi – Atella- Avigliano - Potenza” ed è ubicata a circa 3,6 km a est di esso. Lo stato di fatto della Cabina di trasformazione 150/20 kV “Atella” è composto da una sezione AT a 150 kV con isolamento in aria e da una sezione in media tensione. La sezione AT della Cabina è costituita da: n° 1 sistema a semplice sbarra; n° 2 stalli linea (verso Melfi e verso Avigliano); n° 2 stalli primario trasformatore; Ogni montante (stallo) “linea” è equipaggiato con sezionatori di sbarra orizzontali, interruttore SF6, sezionatore di linea orizzontale con lame di terra, TV e TA per protezioni e misure. Il progetto di ampliamento della Cabina Primaria di Atella consiste nella costruzione di un nuovo stallo a 150 kV in prossimità del confine nord della stessa e richiederà eventualmente il riposizionamento dei cavi MT sottostanti l’area oggetto di intervento, mentre non sono previste modifiche sulle apparecchiature appartenenti agli altri due stalli a 150 kV. In particolare il presente progetto di ampliamento prevede che il terzo stallo a 150 kV, del tipo unificato Enel con isolamento in aria, sia costituita da: n° 1 prolungamento sbarra sezionato; n° 1 stallo linea completo equipaggiato con: Sezionatore orizzontale Interruttore AT con TA accorpato TV Terminale arrivo cavo e scaricatore

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Servizi Ausiliari Rete di terra, collegata alla rete di terra esistente. Tutte le nuove opere citate ricadono all’interno della attuale area di Cabina e i terreni interessati dalle aree impegnate sono attualmente già intestati alla società E- Distribuzione. Non ci sarà alcuna modifica ai fabbricati previsti nel progetto originario, in quanto il nuovo telaio di protezione andrà ad occupare una porzione libera nella sala protezioni dell’edificio quadri della cabina, non si prevedono movimenti di terra rilevanti, così come le fonti di rumore saranno esclusivamente previste in fase di manovra. Il Sistema di Automazione, che integra le funzioni di Protezione, Controllo, Automazione, Supervisione e Monitoraggio di Cabina, esso non subirà variazioni, mentre le principali apparecchiature costituenti il nuovo impianto sono terminali cavo, interruttori, sezionatori per connessione delle sbarre AT, sezionatori sulla partenza linee con lame di terra, scaricatori di sovratensione ad ossido metallico a protezione del cavo AT proveniente dalla Stazione di Utenza WKN, trasformatori di tensione e di corrente per misure e protezioni. La durata prevista per la realizzazione dell’ampliamento della Cabina è stimata in circa 4 mesi.

Elettrodotto AT Si fa presente che la nuova SE di Avigliano è stata autorizzata con DD della Regione Basilicata, Ufficio Energia, del 14.01.2014, con i relativi raccordi aerei alle linee esistenti ad essa afferenti, e pertanto non è oggetto del presente progetto. L’intervento di potenziamento riguarda dunque solo la porzione di elettrodotto esistente “CP Atella-CU Avigliano-CP Avigliano” che si origina dalla CP Atella, collega in entra-esce la CU Avigliano e infine arriva alla nuova SE di Avigliano, che al momento non risulta essere ancora costruita. Si evidenza, inoltre, che il progetto delle opere di rete benestariato dal Gestore di rete (TERNA) riporta delle variazioni rispetto a quello presentato inizialmente dalla società. Le modifiche apportate riguardano uno spostamento planimetrico della linea area a 150 kV in prossimità della nuova stazione di Avigliano, con la conseguente variazione delle posizioni dei sostegni. Tali variazioni sono di modesta entità rispetto al progetto presentato, lasciando inalterati tutti gli aspetti architettonici, dimensionali, spaziali e geografici del progetto delle opere di rete. L’ elettrodotto esistente a 150 kV, della lunghezza di circa 23 km, interessa i Comuni di Atella, Filiano, Avigliano, Potenza. Il progetto del potenziamento dell’elettrodotto in oggetto prevede la rimozione dei conduttori attuali, l’installazione dei sostegni lungo il nuovo tracciato e quindi l’armamento di nuovi conduttori di diametro praticamente equivalente, mantenendo inalterato il tracciato. I tempi per la realizzazione di tutte le azioni previste è stimato in circa 8 mesi + 1 mese/km. Il tratto da potenziare riguarda tre tronchi principali: Il tratto “CP Atella- derivazione CP Atella” (dal sostegno 73B1 al sostegno 73B8), datato 1985; Il tratto derivazione CP-Atella-Derivazione CP Avigliano (dal sostegno 73 al sostegno 32A), datato 1971 Il tratto derivazione CP Avigliano-NUOVA SE AVIGLIANO (dal sostegno 32A al sostegno 31A/2), datato 1991. Il tracciato dell'elettrodotto ha origine dalla Cabina Primaria di Atella e si sviluppa verso est fino a raggiungere il percorso esistente della linea AT a 150 kV Melfi – Potenza, entrando nel comune di Filiano. Da qui il tracciato prosegue verso sud-est occupando porzioni di terreno agricolo del territorio

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comunale di Filiano e di Avigliano, fino alla derivazione verso la Cabina Primaria di Avigliano. Da questo punto la linea devia decisamente verso est, entrando nel comune di Potenza e arriva in corrispondenza della posizione della Nuova SE Avigliano, in Comune di Potenza. La linea si sviluppa per una lunghezza complessiva di circa 23 km, coinvolgendo prevalentemente zone agricole. Si compone di 70 sostegni (esclusi i portali) a traliccio tronco piramidale in configurazione semplice terna con mensole a triangolo, e dopo l’intervento di potenziamento ed ottimizzazione dei sostegni, non ci saranno modifiche sostanziali. I sostegni interessati dall’intervento sono però 68, poiché la nuova SE AVIGLIANO si colloca tra i sostegni 31A/3 e 31A/2. Nello specifico, il progetto prevede il potenziamento della linea dell’elettrodotto attraverso la sostituzione dei conduttori esistenti con conduttori ad alta temperatura, il riutilizzo di 36 sostegni, la demolizione di 32 sostegni e la realizzazione di 31 sul medesimo tracciato. La posizione dei nuovi sostegni, in linea generale, è prossima a quella dei sostegni esistenti di cui essi assolveranno la funzione, che saranno demoliti. L’opera in oggetto è costituita in particolare da una palificazione a semplice terna armata con tre conduttori di energia ZTAL-INVAR Ø 22,75 mm in luogo degli attuali All.-Acc. Ø 22,8 mm, ed una fune di guardia, per tutto il tracciato, le cui caratteristiche rimangono invece invariate. I conduttori avranno un’altezza da terra non inferiore a metri 6,4 m secondo quanto prescritto dall’art. 2.1.05 del D.M. 16/01/1991, con riferimento alla temperatura del conduttore di 180°. L’elettrodotto sarà equipaggiato con una corda di guardia in acciaio, avente un diametro di 11,5 mm e costituita 19 fili di acciaio di sezione pari a 78,94 mm2. In alternativa, sarà possibile utilizzare una fune di guardia equipaggiata con fibre ottiche. Le caratteristiche elettriche dell’elettrodotto in seguito al potenziamento sono le seguenti: - Frequenza nominale 50 Hz - Tensione nominale 150 kV - Corrente nominale 541 A - Potenza nominale 140 MVA - Corrente massima in servizio normale (Conduttore a 180°C) 1135 A La portata in corrente in servizio normale del conduttore sarà conforme a quanto prescritto dalla norma CEI 11-60, per elettrodotti a 150 kV in zona B. La distanza tra due sostegni consecutivi dipende dall’orografia del terreno e dall’altezza utile dei sostegni impiegati; nel caso particolare essa è dell’ordine dei 350 m. In casi eccezionali, per l’attraversamento di corsi d’acqua essa raggiunge i 500 m. I sostegni utilizzati rimarranno gli stessi della soluzione attuale. Essi, in configurazione semplice terna, hanno le fasi disposte a triangolo (tavola

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allegata). I sostegni, di varie altezze secondo le caratteristiche altimetriche del terreno, sono in angolari di acciaio ad elementi zincati a caldo e bullonati. Gli angolari di acciaio sono raggruppati in elementi strutturali. Essi hanno un’altezza tale da garantire, anche in caso di massima freccia del conduttore, il franco minimo prescritto dalle vigenti norme; l’altezza totale fuori terra sarà per quanto possibile inferiore a 40 m. Nei casi in cui ci sia l’esigenza tecnica di superare tale limite, si provvederà, in conformità alla normativa sulla segnalazione degli ostacoli per il volo a bassa quota, alla verniciatura del terzo superiore dei sostegni e all’installazione delle sfere di segnalazione sulle corde di guardia. I sostegni sono tutti provvisti di difese parasalita. Ciascun sostegno si può, in generale, considerare composto dai piedi, dalla base, dal tronco e dalla testa, della quale fanno parte le mensole. Ad esse sono applicati gli armamenti (cioè l’insieme di elementi che consente di ancorare meccanicamente i conduttori al sostegno pur mantenendoli elettricamente isolati da esso) che possono essere di sospensione o di amarro. Vi sono infine i cimini, atti a sorreggere le corde di guardia. I piedi del sostegno possono essere di lunghezza diversa, consentendo un migliore adattamento, in caso di terreni acclivi. L’elettrodotto è realizzato utilizzando una serie unificata di tipi di sostegno, diversi tra loro (a seconda delle sollecitazioni meccaniche per le quali sono progettati) e disponibili in varie altezze (H), denominate “altezze utili” (di norma variabili da 15 a 42 m ma che, eccezionalmente, possono raggiungere il valore di 48 m). La distanza tra due sostegni consecutivi dipende dall’orografia del terreno e dall’altezza utile dei sostegni impiegati; nel caso in esame essa è dell’ordine dei 300 m. Ciascun sostegno è dotato di quattro piedi e delle relative fondazioni. Ciascun piedino di fondazione è composto di tre parti: un blocco di calcestruzzo armato costituito da una base, un colonnino a sezione circolare, inclinato secondo la pendenza del montante del sostegno, e un “moncone” annegato nel calcestruzzo al momento del getto, collegato al montante del “piede” del sostegno. A seconda delle caratteristiche geologiche delle aree interessate dall’infissione dei sostegni e dei rilievi geotecnici specifici che saranno svolti in sito nell’ambito della progettazione esecutiva, saranno utilizzate fondazioni delle seguenti tipologie: - fondazioni, normalizzate TERNA, in calcestruzzo armato a piedini separati, a plinto con riseghe di base: saranno infissi su terreni normali (sabbie ghiaiose, argilla asciutta compatta, terreno vegetale consistente); - fondazioni speciali, profonde, del tipo “palo trivellato” gettato in opera: sono adatte per sostegni infissi in prossimità dell’alveo di fiumi o torrenti; - fondazioni speciali, profonde, del tipo “micropalo”: sono adatte per i sostegni infissi su roccia degradata e/o ghiaioni; - fondazioni speciali, su tiranti: sono adatte per i sostegni infissi su roccia degradata e/o ghiaioni. Per ogni sostegno, in funzione della resistività del terreno misurata in sito, viene scelto, in base alle indicazioni riportate nel Progetto, anche il tipo di messa a terra da utilizzare. L’isolamento degli elettrodotti, previsto per una tensione massima di esercizio di 150 kV, sarà realizzato con isolatori a cappa e perno in vetro temprato, con carico di rottura di 70, 120 e 160 kN, connessi tra loro a formare catene di almeno 9 elementi negli amarri e nelle sospensioni. Le catene di sospensione saranno del tipo a I (semplici o doppie per ciascuno dei rami). Si fa notare che, limitatamente alla tratta 69N-70N e 53N-57N i sostegni (sia esistenti sia nuovi) saranno dotati di isolatori con catene a V isolanti in luogo delle catene tradizionali ad “I”, per

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consentire il rispetto delle norme relative ai cem indotti dalla linea, grazie all’avvicinamento dei conduttori di fase.

Per quanto riguarda il quadro vincolistico, il proponente dichiara che il progetto in oggetto: ricade per lo più in zona agricola dei Piani Urbanistici dei Comuni interessati o comunque in zone in cui le Norme di piano non dispongono particolari prescrizioni inerenti le infrastrutture tecnologiche. interferisce con aree soggette a tutela paesaggistica ai sensi del D. Lgs.42/2004 e s.m.i. costituite, in particolare, dall’area di notevole interesse pubblico denominata “Zona di Castel Lagopesole nei comuni di Avigliano e Filiano”, dalle fasce di rispetto di alcuni corsi d’acqua e da territori coperti da foreste e da boschi, tutelati rispettivamente dall’ art.136 e dall’art.142, comma 1, alle lett.c). Si specifica che al riguardo la Società ha ottenuto il parere di favorevole della Commissione Regionale per la Tutela del Paesaggio del 15 gennaio 2020. solo alcuni sostegni esistenti non soggetti ad interventi e solo alcuni tratti dell’elettrodotto ricadono all’interno delle aree sottoposte a vincolo idrogeologico. il tratto di linea interessata dagli interventi non interferirà direttamente con nessuno dei siti appartenenti alla Rete Natura 2000, né con aree EUAP o con aree IBA. L’area protetta più prossima è la Riserva Naturale Coste Castello ubicata a circa 70 m in direzione ovest rispetto alla linea esistente, mentre l’area appartenente alla Rete Natura 2000 più prossima è la SIC-ZSC IT9210010 “Abetina di ” ubicata a circa 2,4 km in direzione sud ovest rispetto alla linea aerea esistente oggetto di intervento. interferisce con il tratto aereo con aree a Rischio individuate dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), ma che i sostegni sono al di fuori di tali aeree. L’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale ha preso atto di quanto attestato nella Relazione geologica.

Fase di Cantiere La realizzazione degli elettrodotti è suddivisibile in quattro fasi principali: - la prima operazione consiste nella realizzazione dell’accesso alle piazzole per le attività di trasporto e loro predisposizione per l'edificazione dei sostegni; - la seconda nella costruzione delle fondazioni (esecuzione degli scavi, montaggio delle basi dei sostegni, posizionamento delle armature, getto del calcestruzzo e rinterro); - la terza operazione prevede il montaggio della parte superiore dei sostegni; - la quarta prevede la messa in opera dei conduttori e delle corde di guardia. Preventivamente, vengono definiti i servizi di cantiere, costituiti essenzialmente da un deposito di cantiere per il ricevimento e lo smistamento dei materiali ed attrezzature e dagli uffici di direzione e sorveglianza annessi. Il cantiere base occuperà circa 5.000 m2 per piazzali, deposito materiali e carpenterie, un eventuale capannone della superficie di circa 200 m2 per lo stoccaggio di conduttori, terminali cavo, corsetterie, ecc. e altri spazi coperti per circa 20 m2, per la sistemazione di uffici, servizi igienici, ecc. La costruzione dell’opera sarà organizzata per squadre specializzate nelle varie fasi di attività (scavo delle fondazioni, getto dei blocchi di fondazione, montaggio dei tralicci, posa e tesatura dei conduttori), che svolgeranno il loro lavoro in successione sulle piazzole di realizzazione dei sostegni. In ogni piazzola è prevedibile un'attività continuativa di 20 giorni, che, tenendo conto dei tempi di

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stagionatura dei getti di calcestruzzo, salgono a 50 giorni complessivi. Le aree interessate dai lavori sono molto contenute, circa 200 m2 a sostegno. Per il rifornimento dei materiali di costruzione e per l'accesso dei mezzi alle piazzole si utilizzerà la viabilità esistente ed in limitati casi si realizzeranno brevi raccordi temporanei, evitando il possibile tagli di vegetazione, che saranno demoliti e verranno ripristinate le condizioni preesistenti, prevedendo, se necessario, il rimboschimento delle suddette aree. Predisposti gli accessi alle piazzole di realizzazione dei sostegni, si procederà alla pulizia del terreno ed allo scavo delle fondazioni, che saranno in generale del tipo a plinto a pianta quadrata. Eseguito lo scavo, si procede con l’inserimento dell’armatura dentro lo stesso ed al getto del calcestruzzo a partire dal fondo dello scavo stesso. Si esegue quindi il rinterro con il materiale proveniente dagli scavi, se ritenuto idoneo. Il materiale di risulta, mediamente meno del 10% di quello scavato, può essere utilizzato in loco per la successiva sistemazione del sito, mentre il calcestruzzo di demolizione sarà trasportato direttamente a discarica e smaltito secondo i disposti previsti dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.. Successivamente, si procede al montaggio dei sostegni, ove possibile sollevando con una gru elementi premontati a terra a tronchi, a fiancate o anche ad aste sciolte. Infine, ove richiesto, si procede alla verniciatura dei sostegni per la segnalazione di ostacolo al volo aereo e/o a scopo mimetico. In complesso i tempi necessari per la realizzazione di un sostegno non superano il mese e mezzo, tenuto conto anche della sosta necessaria per la stagionatura dei getti. La posa in opera dei conduttori e delle corde di guardia è realizzata con il metodo della tesatura frenata che, mantenendo i conduttori sempre sollevati dal terreno, evita il taglio della vegetazione. Agli estremi della tratta vengono posti, da una parte l'argano, per la trazione, con le bobine per il recupero delle cordine e delle traenti, dall'altra il freno, per la reazione, e le bobine delle cordine, delle traenti e dei conduttori. Montati sui sostegni gli armamenti con le carrucole, per ogni fase e per le corde di guardia si stendono le cordine. Collegando la parte terminale della cordina alla prima traente in acciaio e la testa all'argano, si procede al suo recupero e, contemporaneamente, allo stendimento della traente. L'operazione viene ripetuta per una seconda traente di diametro maggiore a cui viene attaccato il conduttore. Le corde di guardia invece sono collegate direttamente alla prima traente. Ultimata questa fase di stendimento, si procede alla regolazione dell'altezza dei conduttori sul terreno e sulle opere attraversate, mediante il controllo delle frecce e delle tensioni dei conduttori. Infine si mettono in morsetto i conduttori, si eseguono gli amarri. Le attività di demolizione di un elettrodotto comportano il recupero dei conduttori, lo smontaggio dei tralicci e la demolizione dei plinti di fondazione. Si tratta di azioni che comportano interferenze ambientali comunque modeste in quanto, anche se richiedono l’utilizzo di macchinari talvolta rumorosi e che determinano polverosità, la durata è estremamente limitata, dell’ordine di un paio di giorni per ogni sostegno. La demolizione delle fondazioni dei sostegni comporterà l’asportazione dal sito del calcestruzzo e del ferro di armatura fino ad una profondità di m 1,5 dal piano di campagna in terreni agricoli a conduzione meccanizzata e urbanizzati e 0,5 m in aree boschive, in pendio. Dove richiesto e solo nel caso di fondazioni dirette a monoblocco o a riseghe, le fondazioni possono essere rimosse fino all’imposta di base. In ogni caso la demolizione/rimozione della fondazione dovrà essere valutata in relazione alle condizioni geologiche dell’area al fine di non aggravare la stabilità dei siti. Dopo aver separato il ferro di armatura e il moncone di base del sostegno, il calcestruzzo demolito, qualificato come rifiuto, sarà trasportato in discariche autorizzate. A demolizione ultimata lo scavo sarà chiuso con il riporto di terreno, eventualmente mancante, cercando di riportare l’area d’intervento allo stato iniziale. Le superfici oggetto di smantellamenti di elettrodotti esistenti saranno interessate, al termine dello smantellamento, da interventi di riqualificazione ambientale e di ripristino

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dello stato originario dei luoghi, finalizzati a riportare lo status pedologico e le fitocenosi in una condizione il più possibile vicina a quella ante-operam.

Contenuti dello Studio di Impatto Ambientale delle Opere di rete La relazione di Studio di Impatto Ambientale presentata descrive gli interventi previsti dalle opere di rete. Nel suddetto Rapporto il “Sito” coincide con la superficie direttamente attraversata dal tracciato dell’elettrodotto, mentre l’estensione dell’Area Vasta di Studio, soggetta alle potenziali influenze derivanti dalla realizzazione del progetto, è stata definita in funzione della componente analizzata (comunque laddove non diversamente specificato si intende il territorio compreso entro una fascia di 500 m per lato dal tracciato degli elettrodotti e dalla stazione elettrica di smistamento). Le componenti analizzate sono: Aria, Ambiente Idrico, Suolo e Sottosuolo, Vegetazione Flora Fauna ed Ecosistemi, Rumore, Campi Elettromagnetici, Paesaggio. Aria Nel sito interessato dal progetto, il vento, di media intensità e dai quadranti occidentali e meridionali, raggiunge il massimo nei mesi invernali con un’intensità di circa 5,7 m/s. Le precipitazioni si concentrano nel periodo autunnale (con massimi di circa 79,8 mm nel mese di novembre) raggiungendo i 650,6 mm annui, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +4,0 °C; mentre quella dei mesi più caldi, luglio e agosto, è di +30,9 °C. La qualità dell’aria dell’area di interesse, desumibile dai dati ARPAB, è da considerarsi buona. Gli impatti sulla qualità dell’aria connessi alla fase di realizzazione del progetto sono relativi principalmente all’emissione di polveri dovuta a polverizzazione ed abrasione delle superfici, causate da mezzi durante la movimentazione di terra e materiali, trascinamento delle particelle di polvere, dovuto all’azione del vento sui cumuli di materiale incoerente, azione meccanica su materiali incoerenti e scavi con l’utilizzo escavatori, ecc. e trasporto involontario di fango attaccato alle ruote degli autocarri. Data la natura del sito e delle opere previste, si escludono effetti di rilievo sulle aree circostanti, dovuti alla dispersione delle polveri. Infatti le polveri aerodisperse durante la fase di cantiere, visti gli accorgimenti di buona pratica che saranno adottati, sono paragonabili, come ordine di grandezza, ma di entità inferiore, a quelle normalmente provocate dalle lavorazioni agricole. Oltretutto, se si considera che le attività di cantiere sono temporanee e di ridotta durata, se ne deduce che il limitato degrado della qualità dell’aria locale non è comunque in grado di modificare le condizioni preesistenti. In conclusione si può affermare che, in considerazione dei degli scarsi volumi di terra movimentati e delle brevi e temporanee durate dei cantieri, gli impatti associati alla produzione di polveri sono limitati e reversibili. Anche il numero di automezzi coinvolto nella fase di cantiere è esiguo e limitato nel tempo e determina emissioni di entità trascurabile e non rilevanti per la qualità dell’aria. In ragione di ciò, le potenziali variazioni delle caratteristiche di qualità dell'aria dovute ad emissioni di inquinanti gassosi in atmosfera dei mezzi coinvolti sono ritenute trascurabili. Saranno adottare alcune opere di mitigazione in grado di limitare la dispersione di polveri prodotte nella fase di cantiere come la bagnatura periodica delle superfici di cantiere in relazione al passaggio dei mezzi e delle operazioni di carico/scarico, con aumento della frequenza delle bagnature durante la stagione estiva, la stabilizzazione delle piste di cantiere, la bagnatura periodica delle aree destinate allo stoccaggio temporaneo dei materiali, o loro copertura al fine di evitare il sollevamento delle polveri e la bagnatura dei materiali risultanti dalle operazioni di scavo. Per quanto ridurre la dispersione di polveri nei tratti di viabilità urbana ed extraurbana utilizzati dai mezzi pesanti impiegati nel trasporto dei materiali, sarà ridotta la velocità dei mezzi pesanti, saranno

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coperti i cassoni dei mezzi con teli e si effettuerà il lavaggio giornaliero dei mezzi di cantiere e pulizia con acqua dei pneumatici dei veicoli in uscita dai cantieri. Durante la fase di esercizio del progetto non sono previsti impatti sulla componente qualità dell’aria. Ambiente Idrico Lo studio di caratterizzazione di questa componente ha preso in esame sia le risorse idriche superficiali che sotterranee. Per quanto concerne l’Ambiente Idrico Superficiale, l’elettrodotto interessa il reticolo idrografico minore ma gli attraversamenti dei corpi idrici superficiali resteranno invariati dopo il potenziamento della linea, pertanto non ci saranno impatti sulla componente né in fase di cantiere che di esercizio Per quanto concerne l’Ambiente Idrico Sotterraneo, la realizzazione e l’esercizio delle opere in progetto, non prevedendone alcun utilizzo, non comprometteranno l’attuale stato quali-quantitativo dei corpi idrici sotterranei eventualmente presenti. L’elettrodotto inoltre non interessa né zone designate per l’estrazione di acque destinate al consumo umano, né aree designate per la protezione di specie acquatiche significative. In fase di cantiere i potenziali impatti possono essere generati essenzialmente dalla potenziale interferenza con la falda idrica sotterranea. Qualora le prove in situ, rivelassero la presenza di falda freatica, durante la realizzazione degli scavi si provvederà ad abbassare il livello di falda sino al piano di posa della fondazione ed a realizzare armamenti per le pareti di scavo. In più anche il rischio legato allo sversamento di sostanze inquinanti stoccate ed utilizzate in fase di cantiere risulterà minimizzato dall’adozione, da parte delle imprese, di adeguati accorgimenti finalizzati allo stoccaggio di tali sostanze in assoluta sicurezza. Non sono previsti impatti in fase di esercizio. Suolo e Sottosuolo Dal punto di vista geologico - strutturale regionale, il territorio di interesse si presenta piuttosto complesso; in particolare si riconoscono due delle principali unità strutturali, o domini, derivanti dell'orogenesi appenninica: la zona di Catena, che si estende lungo il margine occidentale e meridionale della Regione, la zona di Avanfossa che corrisponde all'ampia depressione interposta tra la dorsale appenninica, ad ovest, e l'altopiano delle Murge e i rilievi del Gargano, ad est e la zona di Avampaese, di cui la Murgia materana è la prosecuzione occidentale. Nell’area di interesse i sostegni presenti lungo il tracciato dell’elettrodotto interessano formazioni appartenenti alla serie dei flysch terziari e del Complesso calcareo-marnoso-arenaceo. Dal un punto di vista geomorfologico, l’area si inserisce in un contesto montano-collinare, in cui i rilievi più elevati sono associabili a terreni della serie “calcareo-siliceo-marnosa“, dei flysch terziari e a prodotti vulcanici del gruppo del Monte Vulture, mentre le zone collinari sono invece formate essenzialmente da terreni delle già citate serie calcareo-siliceo-marnosa, dei flysch terziari e da depositi più recenti di età Plio-Pleistocenica. Nel complesso, l’area in esame presenta una morfologia prevalentemente collinare, solcata da incise valli fluviali. Dal punto di vista altimetrico, le quote variano procedendo da est verso ovest, da circa 860 m s.l.m. in corrispondenza della CP Avigliano, fino a 460 m s.l.m. verso la CP Atella. Dal un punto di vista sismico, il territorio ricade in parte in zona “1” (territori comunali di Atella, Avigliano e Potenza), con valori dell’accelerazione con probabilità di superamento del 10% in 50 anni ag/g > 0,25, ed in parte in zona “2” (territorio comunale di Filiano), con valori dell’accelerazione con probabilità di superamento del 10% in 50 anni 0,15 < ag/g ≤ 0,25. Per quanto concerne le aree a rischio idrogeologico, tutti i nuovi sostegni in progetto ricadono all’esterno delle aree a pericolosità e/o rischio da frana cartografate; nello specifico, si è scelto

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di riposizionare alcuni sostegni attualmente ricadenti all’esterno delle aree a rischio idrogeologico moderato (sostegno 41), medio (sostegni 34 e 38) o molto elevato (31A8), secondo la classificazione dell’AdB Basilicata, in zone esterne alle perimetrazioni. Soltanto alcuni sostegni sono posizionati al margine di aree a rischio moderato (sostegni 31A1, 31A4, 31A6, 31A9,32A, 41N, 41bisN, 43bis, 49 e 50) o medio (44bis); in sede di progettazione esecutiva sarà pertanto valutata la possibilità di eseguire approfondimenti geognostici puntuali su dette postazioni, finalizzati ad una dettagliata ricostruzione del quadro geologico- tecnico dei terreni di fondazione dei sostegni. Gli impatti in fase di costruzione sono fondamentalmente riferibili all’occupazione di suolo da parte delle aree di cantiere, che sono state specificate in precedenza. Considerato il carattere di temporaneità delle opere ed i criteri di localizzazione delle aree di cantiere che saranno utilizzati, si può ritenere che l’impatto sia trascurabile e reversibile. In fase di esercizio, per quanto riguarda l’elettrodotto ed i raccordi AT, gli impatti sulla componente si limitano all’occupazione dell’area direttamente interessata dai sostegni. Viceversa le aree percorse dai conduttori non subiranno alcuna limitazione per la elevata distanza mantenuta tra conduttori e suolo e la ridotta altezza delle colture sottostanti la linea, laddove presenti.

Vegetazione, Flora, Fauna ed Ecosistemi Lo stato attuale delle componenti naturalistiche è stato esaminato considerando un’Area di Studio costituita da una fascia di 2 km a cavallo dalla linea elettrica oggetto di intervento. Da un punto di vista della vegetazione e della fauna, nei territori compresi nell’area di studio del progetto si evidenzia prevalentemente la presenza delle seguenti tipologie di usi del suolo: Aree a seminativo, Mosaici agroforestali e Agro-ecosistemi complessi, Praterie, Cespuglieti, Querce mesofile e meso-termofile e Boschi igrofili. Durante la fase di cantiere i possibili impatti sulla componente vegetazione e flora sono dati dall’occupazione di suolo e dalle emissioni gassose e di polveri dei mezzi coinvolti, quest’ultime paragonabili a quelle normalmente provocate dai macchinari agricoli utilizzati per la lavorazione dei campi ed alla manutenzione e gestione delle aree boscate e, dunque, trascurabile nel breve periodo. In totale il suolo occupato per la realizzazione e la demolizione dei sostegni è pari a 25.200 m2. I movimenti di terra previsti sono di limitata entità e non interessano alcuna componente di interesse vegetazionale o naturalistico. Per la realizzazione dei nuovi sostegni si ipotizzano circa 145 m3 di materiale movimentano a sostegno, per la demolizione dei sostegni esistenti l’escavo dei primi 50 cm di fondazione e la sua demolizione e quindi il rinterro. Per quanto riguarda i tratti di elettrodotto in cui è prevista la sostituzione dei conduttori su medesimo tracciato saranno sfruttate anche in questo caso, per quanto possibile, le piste di accesso già presenti per la manutenzione dei sostegni esistenti. Inoltre, la tesatura dei conduttori sul medesimo tracciato, consente di evitare l’interessamento di ulteriori aree boscate rendendo, di fatto, nulla l’interferenza. La superficie necessaria per le apparecchiature di posa e tesatura dei nuovi conduttori, circa 800 m2 ogni 5 km, ammonterà a circa 4.000 m2, che saranno collocate in prevalenza in aree agricole. Pertanto l’impatto in fase di cantiere per tale componente è da ritenersi non significativo. In fase di esercizio, la vegetazione sarà mantenuta libera di crescere (sebbene mantenuta per motivi di sicurezza ad una altezza massima tale da non interferire con i conduttori): in questo caso quindi si può parlare di alterazione o perturbazione della copertura di suolo più che di sottrazione permanente, garantendo comunque la possibilità di dinamiche di ricolonizzazione e di seriazione vegetazionale nelle aree precedentemente sfoltite per motivi di sicurezza. Pertanto, la perturbazione alle specie della vegetazione e flora connessa alla realizzazione e all’esercizio delle opere in progetto è da considerarsi non significativa.

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Per quanto riguarda la fauna, sono presenti prevalentemente 11 specie di mammiferi, 18 le specie di anfibi e rettili e non meno di 72 specie di uccelli. Le potenziali interferenze provocate su questa componente in fase di cantiere, possono essere riconducibili essenzialmente al disturbo arrecato dalla presenza dei mezzi d’opera e del personale di cantiere che possono provocare, limitatamente ai momenti in cui hanno luogo i lavori, un allontanamento temporaneo e transitorio della fauna selvatica, eventualmente presente nelle adiacenze delle attività stesse. Tale impatto risulta poco significativo in quanto il disturbo arrecato alle specie faunistiche è paragonabile a quello normalmente provocato dai macchinari agricoli utilizzati per la lavorazione dei campi ed alla manutenzione e gestione delle aree boscate e, dunque, trascurabile e mitigabile nel breve periodo. Considerando che il progetto prevede di mantenere il medesimo tracciato attuale e di realizzare delle contenute variazioni all’ubicazione di alcuni sostegni, si può ragionevolmente ritenere che la fauna presente abbia già assorbito la presenza della linea aerea sul territorio e che l’impatto in fase di esercizio sia trascurabile. Rumore Il tracciato dell’elettrodotto interessa nel suo complesso aree a prevalente carattere rurale, prive di interferenze antropiche significative e di nuclei urbani importanti. Date le caratteristiche dell’area non si è ritenuta necessaria una caratterizzazione dello stato attuale della componente mediante misure fonometriche, in quanto il clima acustico attuale non verrà alterato rispetto al suo stato di naturalità. Durante la fase di realizzazione del progetto i potenziali impatti sulla componente rumore si riferiscono essenzialmente alle emissioni sonore generate dalle macchine operatrici utilizzate per la sistemazione delle aree (livellamento e compattazione del terreno), per gli scavi delle fondazioni e dai mezzi di trasporto coinvolti, sostanzialmente equiparabile a quello di un normale cantiere edile o ai macchinari agricoli, che per entità e durata si possono ritenere trascurabili. Si noti inoltre che il disturbo da rumore in fase di cantiere è temporaneo e reversibile poiché si verifica in un periodo di tempo limitato, oltre a non essere presente durante il periodo notturno, durante il quale gli effetti sono molto più accentuati e comunque saranno intrapresi accorgimenti finalizzati alla minimizzazione degli impatti Durante la fase di esercizio gli elettrodotti producono rumore generato dalle microscariche elettriche che si manifestano tra la superficie dei conduttori e l’aria circostante, fenomeno conosciuto come “effetto corona”. Dati sperimentali indicano che alla distanza di 15 m dal conduttore il livello sonoro indotto è pari a circa 40 dB(A) nella condizione più sfavorevole di pioggia; in condizioni meteorologiche normali “l’effetto corona” si riduce in intensità a meno di 1/10. Occorre peraltro rilevare che il rumore, per tale tipologia di sorgenti, si attenua con la distanza in ragione di 3 dB(A) al raddoppiare della distanza stessa e che, a detta attenuazione, va aggiunta quella provocata dalla vegetazione e/o dai manufatti. In queste condizioni, tenendo conto dell’attenuazione con la distanza, si riconosce che già a poche decine di metri dalla linea il livello di rumore potenzialmente indotto dall’esercizio della linea elettrica è del tutto insignificante. Per una corretta analisi dell’esposizione della popolazione al rumore prodotto dall’elettrodotto in fase di esercizio, si deve infine tenere conto del fatto che il livello del fenomeno è sempre modesto, soprattutto nel caso di elettrodotti a tensione inferiore a 220 kV, e che l’intensità massima è legata a cattive condizioni meteorologiche (vento forte e pioggia battente) alle quali corrispondono una minore propensione della popolazione alla vita all’aperto e l’aumento del naturale rumore di fondo (sibilo del vento, scroscio della pioggia, tuoni). Fattori, questi ultimi, che riducono sia la percezione del fenomeno che il numero delle persone interessate. Per quanto sopra esposto è lecito ritenere che il livello di rumore potenzialmente indotto durante l’esercizio della linea elettrica non alteri il clima acustico presente nell’area di studio e quindi non è ritenuto causa di disturbo né verso la popolazione né verso la fauna. Tuttavia, per limitare al massimo i disturbi provocati

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dall’effetto corona nelle zone più vicine a luoghi frequentati, potranno inoltre essere adottati accorgimenti atti a ridurre le emissioni di rumore quali l'impiego di morsetteria speciale oltre che di isolatori in vetro ricoperti di vernice siliconica. Effetti elettromagnetici In fase di cantiere non sono attesi impatti sulla componente. La linea elettrica durante il suo normale funzionamento genera un campo elettrico ed un campo magnetico. Il primo è proporzionale alla tensione della linea stessa, mentre il secondo è proporzionale alla corrente che vi circola. Tramite software dedicato sono state elaborate delle simulazioni per determinare il valore di induzione magnetica, e le relative curve isocampo, generate dalla linea in progetto. L’obiettivo di qualità si raggiunge ad una distanza pari a 23 m dall’asse dell’elettrodotto, mentre il valore del campo elettrico è sempre ampiamente al di sotto dei limiti. In merito al campo di induzione magnetica è stata anche calcolata la distanza di prima approssimazione (DPA), prevista dal Decreto M.A.T.T.M. 29 Maggio 2008 per la definizione della “fascia di rispetto”. Il valore di DPA ottenuto per l’obbiettivo di qualità di 3 microT è pari a circa 25 m rispetto all’asse linea. Si sottolinea che per gli elettrodotti in progetto, all’interno delle distanze ed aree di prima approssimazione ricadono edifici o luoghi destinati a permanenza non inferiore alle 4 ore. Per essi è stato predisposto il calcolo puntuale del campo magnetico dal quale risulta che i valori rispettano la normativa vigente. Paesaggio Come riportato precedentemente, il progetto di variante presentato interferisce con alcune aree vincolate paesaggisticamente. L’Ufficio Urbanistica e Pianificazione del Paesaggio ha trasmesso il parere favorevole della Commissione Regionale per la Tutela del Paesaggio del 15 gennaio 2020 in merito alla realizzazione e all’esercizio del progetto, comprensivo dell’Elettrodotto AT.

Esito dell’istruttoria Sulla base della documentazione esaminata per la variante all’ "Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica denominato “Castelgrande”, costituito da n. 10 aerogeneratori, ciascuno di potenza pari a 3 MW, per una potenza nominale complessiva di 30 MW, da ubicarsi principalmente nei Comuni di Rapone, Muro Lucano, San Fele, Castelgrande, Atella, Ruvo del Monte (PZ)”, proposto dalla Società WKN Basilicata Development PE1 s.r.l. non si rinvengono impatti significativi sull’ambiente e pertanto si propone la non assoggettabilità del progetto di che trattasi alla Fase di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) ai sensi dell’art. 19 del D.L.vo n. 152/2006 con l’obbligo di osservare le seguenti prescrizioni: 1. Osservare, in fase di cantiere, tutte le “Misure di Mitigazione attenuazione e compensazione” previste dal progetto e dallo Studio di Impatto Ambientale necessarie ad evitare che vengano danneggiate, manomesse o comunque alterate le caratteristiche naturali e seminaturali dei luoghi circostanti quelli interessati dalla realizzazione degli interventi previsti nel progetto di che trattasi; 2. Osservare, le prescrizioni derivanti dagli studi geologici allegati al progetto, intendendo compresi tutti gli approfondimenti necessari ed indispensabili in fase esecutiva circa le verifiche di stabilità e l’assetto idrogeologico superficiale e di falda, e le prescrizioni di cui al parere reso dall’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale con nota n. 16534/2020 del 04 settembre 2020, acquisita e registrata al protocollo dipartimentale in pari data al n. 0167679/23AB; 3. Osservare, le disposizioni previste nel D. L.vo 152/2006 (e s.m.i.) e del D.P.R. n. 120/2017 inerenti al riutilizzo di terre e rocce da scavo nell’ambito dello stesso cantiere. Eventuali utilizzi del materiale per livellamenti dovranno essere autorizzati in conformità alle disposizioni Normative vigenti, pertanto il proponente non dovrà effettuare alcun livellamento con materiale da scavo se non debitamente autorizzato per quantità, posizione e criteri di posa in opera; 4. Osservare, le vigenti disposizioni in materia di gestione dei rifiuti solidi e liquidi;

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5. Utilizzare, per le opere di ripristino morfologico ed idraulico, idrogeologico e vegetazionale, esclusivamente tecniche di ingegneria naturalistica con impiego di specie vegetali comprese negli habitat dei luoghi di riferimento; 6. Ripristinare, a fine lavori, lo stato dei luoghi occupati dalle piazzole provvisorie e dalla viabilità di cantiere da non utilizzare come viabilità di servizio nella fase gestione dell’impianto; 7. Comunicare con frequenza annuale con relazione tecnica sottoscritta da tecnico abilitato le attività poste in essere in riferimento ai programmi di ripristino ambientale e di vigilanza ambientale. Evidenziando nella stessa documentazione tecnica (relazioni ed elaborati grafici) eventuali criticità e difformità di esecuzione o modifiche intervenute ai programmi stessi; 8. Prevedere, per la dismissione delle opere in progetto, la rimozione completa di tutti gli impianti accessori fuori terra ed il ripristino dei luoghi di sedime degli aerogeneratori, dei cavidotti e delle altre opere connesse al Parco eolico.

In analogia con quanto stabilito dall’articolo 25 comma 5 del D. L.vo 152/2006 (e s.m.i.) relativamente ai progetti sottoposti alla fase di valutazione, si rilevano condizioni e circostanze per stabilire che i lavori relativamente al progetto di che trattasi debbano essere iniziati e conclusi in 5 anni a partire dal termine di validità del Giudizio favorevole di Compatibilità Ambientale reso con D.R.G. n. 462/2014 e che, trascorso tale termine, per la realizzazione dei lavori non eseguiti dovrà essere reiterata la procedura di Screening, su istanza del proponente, salvo proroga concessa dall’Autorità Competente in materia di V.I.A. DATO ATTO della conformità del progetto di che trattasi agli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti, per quanto riportato nel progetto stesso; RICHIAMATO che il presente parere, reso ai sensi dell’art. 19 del D.L.vo n. 152/2006 è riferito alla sola valutazione della compatibilità ambientale dell’opera e che pertanto, lo stesso, non costituisce né sostituisce in alcun modo ogni altro parere o autorizzazione necessaria alla effettiva esecuzione dei lavori di che trattasi;

DETERMINA Di esprimere, per quanto riportato nelle premesse che si intendono integralmente richiamate, parere favorevole, ai sensi dell’art. 19, comma 7, del D.L.vo n. 152/2006 (e ss.mm.ii.) di non assoggettabilità alla procedura di V.I.A. per la variante all’ " Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica denominato “Castelgrande”, costituito da n. 10 aerogeneratori, ciascuno di potenza pari a 3 MW, per una potenza nominale complessiva di 30 MW, da ubicarsi principalmente nei Comuni di Rapone, Muro Lucano, San Fele, Castelgrande, Atella, Ruvo del Monte (PZ)”, proposto dalla Società WKN Basilicata Development PE1 s.r.l. con l’obbligo di osservare le seguenti prescrizioni: 1. Osservare, in fase di cantiere, tutte le “Misure di Mitigazione attenuazione e compensazione” previste dal progetto e dallo Studio di Impatto Ambientale necessarie ad evitare che vengano danneggiate, manomesse o comunque alterate le caratteristiche naturali e seminaturali dei luoghi circostanti quelli interessati dalla realizzazione degli interventi previsti nel progetto di che trattasi; 2. Osservare, le prescrizioni derivanti dagli studi geologici allegati al progetto, intendendo compresi tutti gli approfondimenti necessari ed indispensabili in fase esecutiva circa le verifiche di stabilità e l’assetto idrogeologico superficiale e di falda, e le prescrizioni di cui al parere reso dall’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale con nota n. 16534/2020 del 04 settembre 2020, acquisita e registrata al protocollo dipartimentale in pari data al n. 0167679/23AB; 3. Osservare, le disposizioni previste nel D. L.vo 152/2006 (e s.m.i.) e del D.P.R. n. 120/2017 inerenti al riutilizzo di terre e rocce da scavo nell’ambito dello stesso cantiere. Eventuali utilizzi del materiale per livellamenti dovranno essere autorizzati in conformità alle disposizioni Normative vigenti, pertanto il proponente non dovrà effettuare alcun livellamento con materiale da scavo se non debitamente autorizzato per quantità, posizione e criteri di posa in opera; 4. Osservare, le vigenti disposizioni in materia di gestione dei rifiuti solidi e liquidi;

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5. Utilizzare, per le opere di ripristino morfologico ed idraulico, idrogeologico e vegetazionale, esclusivamente tecniche di ingegneria naturalistica con impiego di specie vegetali comprese negli habitat dei luoghi di riferimento; 6. Ripristinare, a fine lavori, lo stato dei luoghi occupati dalle piazzole provvisorie e dalla viabilità di cantiere da non utilizzare come viabilità di servizio nella fase gestione dell’impianto; 7. Comunicare con frequenza annuale con relazione tecnica sottoscritta da tecnico abilitato le attività poste in essere in riferimento ai programmi di ripristino ambientale e di vigilanza ambientale. Evidenziando nella stessa documentazione tecnica (relazioni ed elaborati grafici) eventuali criticità e difformità di esecuzione o modifiche intervenute ai programmi stessi; 8. Prevedere, per la dismissione delle opere in progetto, la rimozione completa di tutti gli impianti accessori fuori terra ed il ripristino dei luoghi di sedime degli aerogeneratori, dei cavidotti e delle altre opere connesse al Parco eolico.

Di specificare espressamente che il presente parere, reso ai sensi dell’art. 19 del D.L.vo n. 152/2006 (e s.m.i.), è riferito alla sola compatibilità ambientale dell’opera e che pertanto, lo stesso, non costituisce né sostituisce in alcun modo ogni altro parere o autorizzazione necessaria alla effettiva esecuzione dei lavori di che trattasi; Di stabilire, in analogia con quanto previsto dall’articolo 25, comma 5, del D. L.vo n. 152/2006 che il presente provvedimento ha validità pari a 5 anni a partire dal termine di validità del Giudizio favorevole di Compatibilità Ambientale reso con D.R.G. n. 462/2014. Entro tale data dovranno essere avviati ed ultimati i lavori del progetto di che trattasi. Trascorso tale termine, per la realizzazione dei lavori non eseguiti dovrà essere reiterata la procedura di V.I.A., su istanza del proponente, salvo proroga concessa dall’Autorità Competente in materia di V.I.A. Di porre in capo al Proponente l’obbligo di: 1. Integrare gli oneri istruttori già versati per il presente procedimento, da determinare con le modalità previste al punto 2, lett. b, dell’Allegato A della D.G.R. n. 147/2019, considerando la procedura in esame come un procedimento di Verifica di assoggettabilità a V.I.A. (e non come una variante sostanziale di uno screening) e valutando i costi effettivi per la realizzazione del progetto comprensivi di I.V.A., entro 60 giorni dalla data di approvazione del presente provvedimento mediante bonifico bancario accreditato presso le seguenti coordinate bancarie: i. Banca Popolare di Bari; ii. Codice IBAN: IT 79 Q 05424 04297 000011700994; iii. In favore di: Regione Basilicata – Servizio Tesoreria; iv. Causale: integrazione del pagamento oneri istruttori VIA relativamente al ““Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica denominato “Castelgrande”, costituito da n. 10 aerogeneratori, ciascuno di potenza pari a 3 MW, per una potenza nominale complessiva di 30 MW, da ubicarsi principalmente nei Comuni di Rapone, Muro Lucano, San Fele, Castelgrande, Atella, Ruvo del Monte (PZ)”; 2. trasmettere all’Ufficio Compatibilià l’attestazione dell’avvenuto versamento degli oneri istruttori con allegati moduli (D.G.R. n. 147 del 25 febbraio 2019) rimodulati sulla base delle osservazioni sopracitate; 3. comunicare, per le finalità di cui al D. Lgs.152/2006 e s.m.i, all’Ufficio Regionale Compatibilità Ambientale, nei tempi dovuti, le date di inizio ed ultimazione dei lavori; 4. presentare all’Ufficio Compatibilità Ambientale, per la preventiva verifica di compatibilità ambientale, ogni eventuale Variante al progetto valutato;

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Di evidenziare che in caso di difformità nella realizzazione dell’opera, rispetto al progetto valutato, l’Ufficio Compatibilità Ambientale procederà, per quanto di propria competenza, a norma dell’art. 29 D. Lgs.152/2006 e s.m.i; Di trasmettere copia della presente Determinazione Dirigenziale: - alla Società WKN Basilicata Development PE1 s.r.l. in qualità di proponente; - all’Ufficio Energia per il seguito di competenza; - al Comune di Muro Lucano (PZ), Comune di Castelgrande (PZ), Comune di San Fele (PZ), Comune di Rapone (PZ), Comune di Ruvo del Monte (PZ), Comune di Atella (PZ), Comune di Filiano (PZ), Comune di Avigliano (PZ), Comune di Potenza per dovuta conoscenza. Di pubblicare la presente Determinazione Dirigenziale sul Bollettino Regionale della Basilicata, e sul sito web regionale, ai sensi dell’art. 19 comma 11 del D. L.vo n. 152/2006.

Gerardo Troiano Giuseppe Galante

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D. Lgs. n. 152 del 3/4/2006 - Parte II (e s.m.i.) Parere di non assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale, ai sensi dell'art. 19 del D. Lgs. n. 152/2006 per la variante all' “Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica denominato “Castelgrande”, costituito da n. 10 aerogeneratori, ciascuno di potenza pari a 3 MW, per una potenza nominale complessiva di 30 MW, da ubicarsi principalmente nei Comuni di Rapone, Muro Lucano, San Fele, Castelgrande, Atella, Ruvo del Monte (PZ)”. Proponente: WKN Basilicata Development PE1 s.r.l.

Assunta Palamone 06/10/2020

Michele Busciolano

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