Muore in Gara Michel Bozon
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SCIATORI D’EPOCA STORIA DELLA VALANGA AZZURRA 1970: Esplode Gustavo Thoeni VOLUME 3, NUMERO 14-15 Tragedia a Megeve: il giovane francese esce di pista sul «Mur de Bornet» Muore in gara Michel Bozon a tragedia ha scosso il guardia delle liste Fis (102° «circo bianco». Con in speciale, 62° in gigante, L Michel Bozon, ucciso 130° in libera). Adesso stava in corsa a scii vent'anni. la risalendo con successo verso Francia ha perduto una delle posizioni più accettabili, tali sue migliori speranze e lo sci da fargli bene sperare in vista alpino una delle sue future dei Campionati dei Mondo. vedette. Nonostante alcuni Il destino, purtroppo. non recenti infortuni, Michel glielo ha permesso. Sui terri- Bozon era riuscito ad ottene- bile muro di Borné, il punto re il «gallo» tricolore (che più difficile della pista Emile vuol dire ingresso in prima Allais di Megeve, Bozon squadra) l'ultimo giorno del aveva un appuntamento con 1969. dopo il match Francia- la morte. Dopo aver affronta- USA di slalom parallelo. to bene i due terzi di questo Non lo rivedremo più questo canalone vertiginosamente ragazzo di Chamonix, dallo ripido, Michel ha perso la sguardo duro e scrutatore, linea nell'ultima curva. Porta- dal sorriso sempre un po to fuori dalla velocità, è an- triste. La montagna piange dato a sbattere violentemente oggi uno dei suoi. Al mo- contro la barriera di protezio- mento in cui, durante le va- ne, che in quei punto è alta canze di Pasqua del '68 per più di due metri, l'ha perfora- evitare una sciatrice che gli ta andando a cozzare con il tagliava la pista, Bozon fece capo contro uno dei pali di una terribile caduta che gli sostegno. Con il femore costò la frattura di una gam- fratturato e il naso sangui- nante, Michel Bozon è rima- ba, il suo albo d'oro lo piaz- nica, la velocità tenuta in riconosciuto il perfetto stato sto inanimato sulla pista. zava già alla testa della sua gara dagli atleti. Ecco allora della discesa. Solo la fatalità, Prontamente trasportato in generazione. Quella genera- che dei lutti hanno scosso dunque, e una carenza tecnica elicottero all'ospedale di Sal- zione dalla quale uscirono ancora il mondo tanto affa- o muscolare sono alla base lanches, è stato subito porta- pure Jean Noel Augert ed scinante dello sci: Ross Mi- della tragedia dl Megève. A to in sala-rianimazione. Tut- Henri Duvlllard. Due volte lne, fratello di Macolm, du- Chamonix. intanto si piange to, purtroppo, è stato vano. vincitore dei campionato rante gli allenamenti in vista Michel Bozon... Michel ha cessato di vivere nazionale cadetti, non si era delle Olimpiadi di Inn- alle 14.30, due ore dopo il lasciato scappare nemmeno sbruck; l'italiano Walter Articolo non firmato - Nevesport 29 suo tragico volo, senza che gennaio 1970 il Criterium internazionale Mussner al « kilometro lan- nulla si sia potuto tentare. dei giovani (che vinse insie- ciato» di Cervinia del '65, la me alla giovanissima Fran- li incidenti mortali in svizzera Sylvia Sutter a Sommario coise Macchi). Dopo questo corsa sono ormai, Sportinia lo scorso anno. Si Schranz Domina a Megeve 2 incidente si pensava che fortunatamente, mol- comprenderà come, in tali G 3 Michel fosse perduto per lo to rari. All'inizio degli anni condizioni, i responsabili Schranz sempre in testa sci. Ma il coraggio leggenda- Sessanta, la Federazione delle squadre possano giu- I giovani contestano la libera 4 rio dei Bozon (suo zio, guida internazionale aveva, molto stamente impedire ai propri Sbaglia chi parla di abolire la libera 5 alpina, morì sotto una valan- saggiamente, imposto delle atleti di prendere parte a una Reti di protezione in Val Gardena 9 ga, come pure il cugino severe regole di sicurezza: discesa quando le caratteri- Charles, campione dei mon- obbligo del casco, elimina- stiche del percorso e le con- Giustina Demetz si è fratturata 9 do nei 1962) gli aveva per- zione di gobbe particolar- dizioni di neve e di visibilità Torneo dei Doganieri 9 messo di ritornare in primo mente accentuato, allarga- non offrano sufficienti ga- Libera a rischio estinzione? 9 piano, prima in Francia, poi mento delle piste, barriere di ranzie di sicurezza. Questo 10 all'estero, nonostante la lun- Giallo a Megeve protezione. Però, per contro, non è stato il caso di Protagonisti 11 ga interruzione agonistica lo Megève, dove tutti, delegato è nel frattempo cresciuta, Terza vittoria per Russel 12/13 avesse proiettato nelle retro- grazie ai progressi della tec- detta FIS compreso, hanno VOLUME 3, NUMERO 14-15 PAGINA 2 I veterani austriaci dominano sulla «Emil Allais» di Megeve Karl Schranz (1°) e Heini Messner (2°) nella libera «Solo» terzo il favorito di casa Henry Duvillard Il maggiordomo [vedi articolo a samento della temperatura verifica- pag. x], comunque, o chi per lui, tosi la notte rima della gara. Il non è riuscito a impedire all’aquila grande battuto della prova è stato di St. Anton di far sua la gara di Duvillard. Il simpatico Dudù attri- apertura: quella discesa libera che il buisce la sua cattiva prova (cattiva «vecchio» Karl da anni inseguiva. E mica tanto: dopotutto è pur sempre la inseguiva con un impegno. e un arrivato terzo alle spalle di due astio tutto particolare, visto che vecchie volpi) a un cattivo scorri- sull'Emilia Allais (questo il nome mento. « Non è stata questione di della pista di Megève) non era mai sciolina - ha spiegato Henri - che andato troppo bene: settimo nel '65, su questa neve poco contava, e sedicesimo nel '67, addirittura for- nemmeno di peso. Ho avuto l'im- fettario la scorsa edizione per via di pressione che la spatola dei miei una influenza che i francesi ritenne- sci tenesse troppo il terreno». Jean ro « diplomatica», ma dovettero Luc Pinel, sesto all'arrivo, confer- ricredersi dopo che il medico, da ma con ampi cenni della testa, di loro inviato a visitare Schranz in aver avuto la stessa impressione. albergo, confermò l’effettività della Le caratteristiche della pista, dalle febbre. Un neo, dunque, questa gobbe assai pronunciate e dagli discesa di Megeve nello splendido ampi avvallamenti, hanno provato curriculum del trentunenne campio- duramente i corridori, mettendone ne austriaco. Un neo da cancellare continuamente a repentaglio l'equi- su una pista che lo affascinava: librio e compromettendone la linea «Una pista assai bella, difficile, di corsa a lungo studiata. Il proble- tecnica come le amo io». E poi c’e- ma era tutto di «dosaggio »: una ra da prendere la rivincita su Duvil- posizione di "ricerca della velocità lard, il ragazzino terribile che l'an- troppo accentuata ha compromesso no scorso è venuto a guastargli la irrimediabilmente la gara di molti. vita e che non era ancora nato quan- Le ventuno squalifiche, su un totale do Karl infilava già i primi « corto di ottanta partenti, testimoniano da raggio» sulle piste dell’Arlberg. La sole della difficoltà della prova. Karl Schranz in azione nella vittoriosa discesa di rivincita che Schranz aveva prepa- Adesso, dopo la prima vera discesa Megeve rato, era condita di sottile vendetta: della stagione, si tratta di fare dei battere il Dudù su una pista dove consuntivi in vista dei prossimi aveva fatto le ossa, voleva dire mol- Mondiali. Per quanto riguarda delusi e deludenti qui a una scarsa dimestichez- to di più che battere semplicemente Schranz, che ha dato una ennesima Megève. Il loro capofi- za con la discesa e il il Dudù in una discesa « qualunque dimostrazione della sua longevità la, Jean Daniel Daetwy- pettorale numero 32. ». La voce della classe. Beh, a farla sportiva, il discorso è uno solo: ler, vincitore della libera Potrebbero inserirsi breve, Karl Schranz è riuscito a troverà sulla «tranquilla» pista del premondiale, per la pri- nelle piazze d'onore in realizzare in pieno tutti i suoi pro- Sasslonch le condizioni ideali per ma volta in due anni Valgardena. Più spe- getti, coadiuvato in questo dal com- esprimere appieno la sua grande non è riuscito ad iscrive- ranze, chissà, forse il pagno Heini Messner, che sulla sua esperienza? Forse la pista designata re il suo nome tra i pri- tanto atteso grosso suc- scia, si è posto pure lui davanti a per la libera della Valgardena non è mi dieci di una discesa, cesso le ha il sempre Henri Duvillard. Schranz, che con delle più congeniali per l'austriaco, lui che la scorsa stagio- regolare Heini Mes- questo successo ripropone prepo- ma non bisogna troppo sottovaluta- ne non era mai arrivato sner. Se diventasse tentemente il suo nome nel discorso re le doti di adattamento di questo meno che quarto. Qui ha iridato non ci sarebbe medaglie mondiali, ha corso senza grande campione che, adesso che sbagliato tutto. Proba- molto da stupirsi. ll commettere il minimo errore. Lo ha ritrovato un gran morale dopo lo bilmente non si è tratta- nome di Messner ci hanno riconosciuto pure i francesi, stentato avvio di stagione, darà to altro che di una gara porta alla seconda pro- leggermente contrariati. E’ stata la certamente l'anima pur di salire sul imbroccata male. Un va del cartellone di- voce della classe che ha parlato: la più alto gradino del podio. Il suo episodio che non fa te- Megève, lo slalom spe- classe sostenuta da una lunga e pre- rivale prestabilito, il vincitore del sto. Per quanto riguar- ciale, dove, classifican- ziosa esperienza che, unita alla for- mini-Lauberhorn Henri Duvillard, da gli altri, sempre su dosi al decimo posto, il ma fisica sempre eccezionale, ha avrà dalla sua una maggior fre- uno standard di eccel- simpatico Heini ha con- permesso a Karl Schranz di brillare schezza e le più accentuata doti di lenza il tedesco Vogler e quistato la sua ennesi- (più di un secondo gli tiene lontano «glisseur», ma dovrà per contro - gradite sorprese - il ma combinata.