SCIATORI D’EPOCA STORIA DELLA VALANGA AZZURRA 1970: Esplode Gustavo Thoeni

VOLUME 3, NUMERO 14-15 Tragedia a Megeve: il giovane francese esce di pista sul «Mur de Bornet» Muore in gara Michel Bozon

a tragedia ha scosso il guardia delle liste Fis (102° «circo bianco». Con in speciale, 62° in gigante, L Michel Bozon, ucciso 130° in libera). Adesso stava in corsa a scii vent'anni. la risalendo con successo verso Francia ha perduto una delle posizioni più accettabili, tali sue migliori speranze e lo sci da fargli bene sperare in vista alpino una delle sue future dei Campionati dei Mondo. . vedette. Nonostante alcuni Il destino, purtroppo. non recenti infortuni, Michel glielo ha permesso. Sui terri- Bozon era riuscito ad ottene- bile muro di Borné, il punto re il «gallo» tricolore (che più difficile della pista Emile vuol dire ingresso in prima Allais di Megeve, Bozon squadra) l'ultimo giorno del aveva un appuntamento con 1969. dopo il match Francia- la morte. Dopo aver affronta- USA di slalom parallelo. to bene i due terzi di questo Non lo rivedremo più questo canalone vertiginosamente ragazzo di Chamonix, dallo ripido, Michel ha perso la sguardo duro e scrutatore, linea nell'ultima curva. Porta- dal sorriso sempre un po to fuori dalla velocità, è an- triste. La montagna piange dato a sbattere violentemente oggi uno dei suoi. Al mo- contro la barriera di protezio- mento in cui, durante le va- ne, che in quei punto è alta canze di Pasqua del '68 per più di due metri, l'ha perfora- evitare una sciatrice che gli ta andando a cozzare con il tagliava la pista, Bozon fece capo contro uno dei pali di una terribile caduta che gli sostegno. Con il femore costò la frattura di una gam- fratturato e il naso sangui- nante, Michel Bozon è rima- ba, il suo albo d'oro lo piaz- nica, la velocità tenuta in riconosciuto il perfetto stato sto inanimato sulla pista. zava già alla testa della sua gara dagli atleti. Ecco allora della discesa. Solo la fatalità, Prontamente trasportato in generazione. Quella genera- che dei lutti hanno scosso dunque, e una carenza tecnica elicottero all'ospedale di Sal- zione dalla quale uscirono ancora il mondo tanto affa- o muscolare sono alla base lanches, è stato subito porta- pure Jean Noel Augert ed scinante dello sci: Ross Mi- della tragedia dl Megève. A to in sala-rianimazione. Tut- Henri Duvlllard. Due volte lne, fratello di Macolm, du- Chamonix. intanto si piange to, purtroppo, è stato vano. vincitore dei campionato rante gli allenamenti in vista Michel Bozon... Michel ha cessato di vivere nazionale cadetti, non si era delle Olimpiadi di Inn- alle 14.30, due ore dopo il lasciato scappare nemmeno sbruck; l'italiano Walter Articolo non firmato - Nevesport 29 suo tragico volo, senza che gennaio 1970 il Criterium internazionale Mussner al « kilometro lan- nulla si sia potuto tentare. dei giovani (che vinse insie- ciato» di Cervinia del '65, la me alla giovanissima Fran- li incidenti mortali in svizzera Sylvia Sutter a Sommario coise Macchi). Dopo questo corsa sono ormai, Sportinia lo scorso anno. Si Schranz Domina a Megeve 2 incidente si pensava che fortunatamente, mol- comprenderà come, in tali G 3 Michel fosse perduto per lo to rari. All'inizio degli anni condizioni, i responsabili Schranz sempre in testa sci. Ma il coraggio leggenda- Sessanta, la Federazione delle squadre possano giu- I giovani contestano la libera 4 rio dei Bozon (suo zio, guida internazionale aveva, molto stamente impedire ai propri Sbaglia chi parla di abolire la libera 5 alpina, morì sotto una valan- saggiamente, imposto delle atleti di prendere parte a una Reti di protezione in 9 ga, come pure il cugino severe regole di sicurezza: discesa quando le caratteri- Charles, campione dei mon- obbligo del casco, elimina- stiche del percorso e le con- Giustina Demetz si è fratturata 9 do nei 1962) gli aveva per- zione di gobbe particolar- dizioni di neve e di visibilità Torneo dei Doganieri 9 messo di ritornare in primo mente accentuato, allarga- non offrano sufficienti ga- Libera a rischio estinzione? 9 piano, prima in Francia, poi mento delle piste, barriere di ranzie di sicurezza. Questo 10 all'estero, nonostante la lun- Giallo a Megeve protezione. Però, per contro, non è stato il caso di Protagonisti 11 ga interruzione agonistica lo Megève, dove tutti, delegato è nel frattempo cresciuta, Terza vittoria per Russel 12/13 avesse proiettato nelle retro- grazie ai progressi della tec- detta FIS compreso, hanno VOLUME 3, NUMERO 14-15 PAGINA 2

I veterani austriaci dominano sulla «Emil Allais» di Megeve Karl Schranz (1°) e Heini Messner (2°) nella libera

«Solo» terzo il favorito di casa Henry Duvillard

Il maggiordomo [vedi articolo a samento della temperatura verifica- pag. x], comunque, o chi per lui, tosi la notte rima della gara. Il non è riuscito a impedire all’aquila grande battuto della prova è stato di St. Anton di far sua la gara di Duvillard. Il simpatico Dudù attri- apertura: quella discesa libera che il buisce la sua cattiva prova (cattiva «vecchio» Karl da anni inseguiva. E mica tanto: dopotutto è pur sempre la inseguiva con un impegno. e un arrivato terzo alle spalle di due astio tutto particolare, visto che vecchie volpi) a un cattivo scorri- sull'Emilia Allais (questo il nome mento. « Non è stata questione di della pista di Megève) non era mai sciolina - ha spiegato Henri - che andato troppo bene: settimo nel '65, su questa neve poco contava, e sedicesimo nel '67, addirittura for- nemmeno di peso. Ho avuto l'im- fettario la scorsa edizione per via di pressione che la spatola dei miei una influenza che i francesi ritenne- sci tenesse troppo il terreno». Jean ro « diplomatica», ma dovettero Luc Pinel, sesto all'arrivo, confer- ricredersi dopo che il medico, da ma con ampi cenni della testa, di loro inviato a visitare Schranz in aver avuto la stessa impressione. albergo, confermò l’effettività della Le caratteristiche della pista, dalle febbre. Un neo, dunque, questa gobbe assai pronunciate e dagli discesa di Megeve nello splendido ampi avvallamenti, hanno provato curriculum del trentunenne campio- duramente i corridori, mettendone ne austriaco. Un neo da cancellare continuamente a repentaglio l'equi- su una pista che lo affascinava: librio e compromettendone la linea «Una pista assai bella, difficile, di corsa a lungo studiata. Il proble- tecnica come le amo io». E poi c’e- ma era tutto di «dosaggio »: una ra da prendere la rivincita su Duvil- posizione di "ricerca della velocità lard, il ragazzino terribile che l'an- troppo accentuata ha compromesso no scorso è venuto a guastargli la irrimediabilmente la gara di molti. vita e che non era ancora nato quan- Le ventuno squalifiche, su un totale do Karl infilava già i primi « corto di ottanta partenti, testimoniano da raggio» sulle piste dell’Arlberg. La sole della difficoltà della prova. Karl Schranz in azione nella vittoriosa discesa di rivincita che Schranz aveva prepa- Adesso, dopo la prima vera discesa Megeve rato, era condita di sottile vendetta: della stagione, si tratta di fare dei battere il Dudù su una pista dove consuntivi in vista dei prossimi aveva fatto le ossa, voleva dire mol- Mondiali. Per quanto riguarda delusi e deludenti qui a una scarsa dimestichez- to di più che battere semplicemente Schranz, che ha dato una ennesima Megève. Il loro capofi- za con la discesa e il il Dudù in una discesa « qualunque dimostrazione della sua longevità la, Jean Daniel Daetwy- pettorale numero 32. ». La voce della classe. Beh, a farla sportiva, il discorso è uno solo: ler, vincitore della libera Potrebbero inserirsi breve, Karl Schranz è riuscito a troverà sulla «tranquilla» pista del premondiale, per la pri- nelle piazze d'onore in realizzare in pieno tutti i suoi pro- Sasslonch le condizioni ideali per ma volta in due anni Valgardena. Più spe- getti, coadiuvato in questo dal com- esprimere appieno la sua grande non è riuscito ad iscrive- ranze, chissà, forse il pagno Heini Messner, che sulla sua esperienza? Forse la pista designata re il suo nome tra i pri- tanto atteso grosso suc- scia, si è posto pure lui davanti a per la libera della Valgardena non è mi dieci di una discesa, cesso le ha il sempre Henri Duvillard. Schranz, che con delle più congeniali per l'austriaco, lui che la scorsa stagio- regolare Heini Mes- questo successo ripropone prepo- ma non bisogna troppo sottovaluta- ne non era mai arrivato sner. Se diventasse tentemente il suo nome nel discorso re le doti di adattamento di questo meno che quarto. Qui ha iridato non ci sarebbe medaglie mondiali, ha corso senza grande campione che, adesso che sbagliato tutto. Proba- molto da stupirsi. ll commettere il minimo errore. Lo ha ritrovato un gran morale dopo lo bilmente non si è tratta- nome di Messner ci hanno riconosciuto pure i francesi, stentato avvio di stagione, darà to altro che di una gara porta alla seconda pro- leggermente contrariati. E’ stata la certamente l'anima pur di salire sul imbroccata male. Un va del cartellone di- voce della classe che ha parlato: la più alto gradino del podio. Il suo episodio che non fa te- Megève, lo slalom spe- classe sostenuta da una lunga e pre- rivale prestabilito, il vincitore del sto. Per quanto riguar- ciale, dove, classifican- ziosa esperienza che, unita alla for- mini-Lauberhorn Henri Duvillard, da gli altri, sempre su dosi al decimo posto, il ma fisica sempre eccezionale, ha avrà dalla sua una maggior fre- uno standard di eccel- simpatico Heini ha con- permesso a Karl Schranz di brillare schezza e le più accentuata doti di lenza il tedesco Vogler e quistato la sua ennesi- (più di un secondo gli tiene lontano «glisseur», ma dovrà per contro - gradite sorprese - il ma combinata. Messner su quella pista difficilissi- fare i conti coll’emozione che il canadese Shepherd e lo ma). Oltretutto rapida come non ruolo di favorito certamente gli statunitense Bob Co- mai, a causa dell’improvviso abbas- procurerà. Poi ci sono gli svizzeri, chran, ottavo nonostante Nevesport 29 gennaio 1970 PAGINA 3 STORIA DELLA VALANGA AZZURRA

Libera di Megeve: il film della gara Schranz sempre in testa In grande recupero Messner e Vogler - Anzi, secondo all’intermedio, cade poco prima dell’arrivo

egeve 23 gennaio 1970 - I stenere il beniamino di casa, Hen- veterani austriaci Karl ry Duvillard. La pista, lunga 3328 M Schranz e Heini Messner metri con 843 di dislivello, ben si sono presi una eclatante rivinci- preparata, ha tenuto bene fino ta sui giovani rivali conquistando i alla fine permettendo la disputa primi due posti della discesa della di una gara regolare. Schranz è Coppa Emile Allais di Megeve. Il stato in testa dall’inizio alla fine e trentunenne Karl Schranz ha per- ha ben interpretato il difficile corso il difficile percorso della pi- «Mur de Bornet» sul quale nume- sta Emile Allais in 2’12’’80, Mes- rosi discesisti hanno commesso sner, stessa età di Schranz, è giun- errori irreparabili. to secondo con il tempo di 2’13’’83 davanti al francese Henry Duvil- rima dell’attacco del muro, lard che ha fatto segnare il tempo dove era posto un crono- di 2’14’’35. Il doppio successo au- P metraggio intermedio, striaco porta una boccata di ossige- Schranz era in testa con 1’09’’90 no al professor Hopplicher, DT davanti all’italiano Stefano Anzi della nazionale austriaca. In effetti, già distanziato di 1’’10, poi l’au- i recenti «rovesci» dei portacolori striaco Gerhard Nenning a 1’’20, austriaci avevano provocato una Duvillard a 1’’50, gli austriaci Pe- bufera nelle alte sfere dirigenziali ter Paul Etschmann e Joseph dello sci austriaco. Tuttavia la vit- Loidl ripettivamente a 1’’70 e toria di Schranz non risolve che in 1’’80, lo svizzero Daetwyler a 2’’, parte i noti problemi che attana- l’australiano Malcolm Milne a gliano la nazionale austriaca. Gra- 2’’30, Messner a 2’’40, il canadese zie a questo primo posto, il secon- Dan Irwine a 2’’50, il tedesco Ru- do della stagione dopo il gigante di di Schalber a 2’’70, i francesi Ro- Adelboden, Schranz si avvicina ger Rossat-Mignod e Jean Luc anche alla testa della classifica di Pinel a 2’’80 e 3’’. Rispetto a que- Coppa del Mondo. Pur mantenen- sti intertempi la classifica finale una volta il terribile muro chi consistenti nei tratti do la terza posizione avanza a 16 ne risulta sconvolta. Ad eccezione di Bornè, punto-chiave di «scivolamento». In punti contro i 135 di Patrick Russel di Karl Schranz, primo sia all’in- della libera di Megeve, ha questa occasione i e i 107 di Gustavo Thoeni. termedio che all’arrivo, molti no- fatto la differenza. Chi lo «maghi» della sciolina mi nei primi dieci prima del muro ha passato indenne da non hanno azzeccato a discesa si è disputata con di Bornè, all’arrivo non giungono errori e senza «frenare», quella giusta. tempo soleggiato ma freddo oppure giungono nelle retrovie ha potuto recuperare elusione del L ( -6 gradi) ed in presenza di con distacchi abissali. Non è diffi- molte posizioni sfruttan- numeroso pubblico accorso a so- cile immaginare il perché: ancora do la velocità acquisita numeroso pub- sul muro per far correre D blico per la pro- gli sci nei successivi tratti va di Henry Duvillard, l’«enfant du pays», vin- di scivolamento. citore anno scorso su nzi, Etschmann, questa pista e che aveva Irwine sono stati illuso nelle prove libere A vittima di cadute, con il miglior tempo. Daetwyler e Rossat- Sorprendente invece Mignod sono usciti di l’ottavo posto del giova- pista sul muro e sono ne americano Bob Co- dovuti ripartire quasi da chran, all’esordio sulle fermi, Milne ha saltato difficili piste europee di una porta sul muro ed è libera. Sfortunato Stefa- stato squalificato. Al con- no Anzi, che giunto in trario, Vogler che era seconda posizione al stato rallentato perché muro di Bornè, è caduto aveva lambito neve fresca in prossimità del tra- a bordo pista prima del guardo quando aveva muro ha chiuso in cre- superato le maggiori scendo così come Heini insidie della pista. Alla Messner, l’unico a recu- fine il miglior piazza- perare sensibilmente su mento italiano è quello Schranz. Delusione sviz- di Marcello Varallo zera con il solo Kurt Hug- giunto 13° seguito a gler terminato nei dieci al ruota da Helmuth Sch- 5° posto. Gli svizzeri han- malzl al 14° posto. no accusato tutti distac- VOLUME 3, NUMERO 14-15 PAGINA 4

La morte di Bozon pone interrogativi su questo tipo di gara

a recente scomparsa di Michel gnato da insidiosi passaggi tra la rocce può conquistare uno slalom solo per mi- Bozon, diciannovenne atleta nella parte alta. Un percorso dove lo scia- racolo. L della Equipe de », cadu- tore può toccare l'incredibile velocità di to mortalmente dopo aver superato il 130 chilometri orari. Siamo d'accordo, il Le condizioni atmosferiche ne- muro de Burnet , nella «libera» di Lauberhorn rappresenta il tetto dell’ardi- gative influiscono sulla sicurez- Mégève, propone un discorso che non mento e i giovani lo affrontano con entu- za della libera va trascurato. Lo sci alpino. confortato siasmo, anche se con inesperienza. Ma oi c'è un'altra difficoltà sulla stra- dagli enormi progressi tecnici dei ma- fino a quando? Si, è il caso di chiedere da della discesa: la neve. Uno sla- teriali realizzati negli ultimi anni, è in fino a quando, perché i diciottenni di lom si mette a posto abbastanza piena evoluzione. La domanda più oggi si accostano a una libera col batti- P facilmente con i mezzi che oggi sono a attuale, più scottante è questa: resisterà cuore e quando riescono ad inserirsi nei disposizione degli organizzatori. La neve- la discesa libera, cosi come e struttura- concorsi internazionali. Una delle tante cemento e i cannoni sono in grado. di ta oggi, all'usura del tempo? Saprà la verità è che i «liberisti» puri sono in via ovviare alla scarsità di innevamento. Per libera adeguarsi alle esigenze dello sci di estinzione. Prendiamo le gare in Italia. la libera questo non è più possibile. La moderno legato anima e corpo alle Poche gare a livello giovanile. «libera» impone neve abbondante, non spietate leggi imposte dalla propagan- tanto sulla pista quanto fuori pista. Le da industriale? Come si potrà difendere Per due motivi: sicurezza e dif- velocità sono elevatissime e perciò biso- la libera dagli orientamenti sempre più ficoltà di reperimento di per- gna badare a salvaguardare il concorren- diffusi intorno alla necessità di offrire corsi omologabili te in caso dì caduta. Il Lauberhorn è stato la massima garanzia di sicurezza al uante «libere» sono programmate accorciato quest'anno di 1400 metri non concorrente impegnato in questo tipo nel calendario nazionale? Si conta- perché non vi fosse neve sulla pista ma di gara che esalta in primo luogo il Q no sulle dita di una mano. Qualifi- perché nelle zone più alte spuntavano i brivido e l’ebbrezza della velocità paz- cazioni zonali e «cittadine» praticamente sassi ai margini del tracciato. Una caduta zesca? La morte di un ragazzo non non allestiscono più libere. Per due moti- in quel tratto avrebbe potuto avere conse- può lasciare insensibili, anche se è vi: sicurezza e difficoltà di reperimento guenze tremende. Lo stesso Hahnen- molto comodo tirare in ballo la fatalità. di percorsi omologabili. Guardiamo Gu- kamm che si corre a Kitzbuhel, altra glo- Bozon è caduto in trincea, come prima stavo Thoeni. E’ un esempio luminoso riosa classica della discesa, è stato sop- di lui era capitato a Sertorelli, a Colli, della nuova situazione: ha fatto si e no presso non più tardi di una settimana fa. a Ross Milne, il fratello di Malcom, a quattro libere in vita sua. Quest'anno ha La neve non era sufficiente. E‘ stato so- Walter Mussner, a Sutter. Lo sport corso a Val d’Isere e a Wengen. 71° e stituito da uno slalom gigante, che, come comporta un minimo di rischio. E si 50° se non andiamo errati. Eppure Thoeni lo speciale, si può realizzare anche con può anche tranquillamente sostenere è uno dei campioni più splendidi che lo innevamenti precari. La neve è un altro che lo sci non è davvero il più rischio- sci mondiale possa vantare. Ma da dei motivi che minano la resistenza delle so tra gli sport. Gli incidenti mortali «cuccioli» a «juniores» non c'è una libera «libere». Forse è prematuro parlare di sono rarissimi. D'altra parte è legittima che sia una. Il timore di grossi infortuni rarefazione delle discese internazionali, la preoccupazione degli organi supe- ha rallentato certe passioni. ma col tempo ci arriveremo perché l'indi- riori che governano la disciplina. La rizzo odierno è sufficientemente chiaro. cautela non è mai troppa. Un giovane In discesa libera non c’è ricam- Le «libere» sono diventate animali rari. che muore determina una reazione di bio generazionale: vince ancora Basta una stagione di neve mediocre, sgomento. Ma il nocciolo della que- il «vecchio» Schranz come questa ed ecco rovinati i due con- stione non è la morte di un concorren- corsi più antichi e prestigiosi: Laube- te, che pure costituisce un fatto doloro- iamo un'occhiata agli ordini di rhorn e Hahnenkamm. Questo significa sissimo. L'episodio funesto è soltanto arrivo delle libere classiche. Ci che per le «libere» non esiste più una il punto di partenza di una contestazio- sono dei giovani, è vero, come D garanzia in assoluto. ne che con l'andar del tempo assumerà Duvillard e Cordin ma nei primi dieci forme più gravide. La «libera» è mi- troviamo sempre gli stessi, le vecchie Libera in estinzione? nacciata da nuovi e sensati fermenti. A volpi come Schranz, Messner, gente sui pensarci bene, pur tenendo conto che trent'anni se non di più e altri al di sopra cco perché non è avventato parla- la discesa è tuttora considerata la regi- dei venticinque. L'ultima libera, ad esem- re di estinzione di questo tipo di na dello sci, non sta diventando assur- pio, quella di Mégève l'ha vinta Schranz, E gara. I giovani. poi, tenuto conto da una gara come quella del Laube- che ha 32 anni. Il quale Schranz può an- delle caratteristiche della loro attività rhorn, che si corre a Wengen tutti gli cora imporsi in una discesa ma con i Rus- agonistica si attaccano sempre più allo anni? Un tracciato di 4260 metri, se- sel, i Thoeni, gli Augert e altri giovani speciale e al gigante, due competizioni di PAGINA 5 STORIA DELLA VALANGA AZZURRA alto valore spettacolare, pur essendo prive dalla partenza all'arrivo è un grande van- sformazione radicale. La libera del dell’affascinante suspense di una discesa taggio per il mezzo televisivo. L'indu- futuro è lunga mille metri o poco coi contro-fiocchi. stria, che cura amorevolmente lo svilup- più, ma piena di ostacoli, acciden- po dello sci agonistico non può non igno- tata, irta di gobbe, salti e fossi, una La TV predilige gli slalom rare la priorità dello slalom sulla discesa autentica palestra di bravura, di come veicolo pubblicitario televisivo. tecnica uno spettacolo incandescen- te a riprendersi tutto o quasi con la c'è un'altra ragione per la quale gli telecamera. Proprio per questo slalom in avvenire saranno preferi- resterà sempre la regina dello sci.» ti: la TV. Una gara di slalom spe- Vuarnet: la discesa è destinata E a cambiare profondamente Tratteniamo il discorso che potrà ciale viene ripresa interamente dal mezzo essere approfondito più in là, magari televisivo, quando funziona il collegamen- con altri autorevoli pareri, e conclu- to. Una manche va in medie dai quaranta ean Vuarnet, commissario tecnico diamo con osservazioni in merito alla ai cinquanta secondi. partenze vengono della squadra azzurra di sci alpino è libera dei mondiali della Val Garde- date generalmente a intervalli di un minu- d'accordo con noi quando afferma J na. quella pista del Sasslonch che lo to. Perciò la telecamera può seguire tutta che «la discesa libera cosi come è con- scorso anno Schranz definì polemi- la gara di un atleta: nello slalom gigante si cepita oggi è destinata a mutare pro- camente un'autostrada. Questa auto- vede più della metà del percorso. Nella fondamente. Non si può più andare strada ha raccolto consensi da parte «libera» sempre tenendo presente gli inter- avanti così, con gare che incontrano di tutti i dirigenti della federazione valli di un minuto fra un via e l'altro, sul spesso difficoltà organizzative insor- internazionale. E‘ piaciuta soprattutto televisore appare non più di un quarto di montabili. Lo sci sta diventando uno per la sicurezza che, in teoria, offre gara. La televisione ha assunto importan- spettacolo, un grande spettacolo, cui va al concorrente. La morte di Bozon za rilevante nelle gare di sci. Lo spettacolo abbinato il mezzo televisivo. Dobbiamo rafforza la tesi delle autostrade. Non dello slalom speciale risulta interessante guardare al domani. La "libera" del c'è più «brivido», dice Schranz, ma anche allo sguardo del profano. All'estero. quattro chilometri, fatta di velocità c'è sicurezza. E allora per forza do- lo spettacolo è ancora maggiore perché temerarie e qualche volta pericolosissi- vremo arrivare alle «mille» mozzafia- quasi ovunque c'è la televisione a colori. me è superata dal tempo. Io sono con- to di Vuarnet. E’ una prova di alta destrezza quella in cui vinto che la "libera” non scomparirà, è impegnato lo sciatore. Poterlo seguire ma questo tipo di gara subirà una tra- A. Pacor - Corriere dello Sport 27 gennaio 1970 Sbaglia chi parla di abolire la «discesa»

A seguito dell’incidente mortale al gio- modo che i discesisti prendano con- se si frattura la prima vertebra cer- vane francese Michel Bozon nella di- fidenza con la tracciatura, il tipo di vicale. E’ quanto è accaduto allo scesa di Megeve, gli animi si sono sur- neve e la velocità che la pista con- sfortunato Michel Bozon, stando riscaldati e i critici più accesi sono ar- sente. Inoltre non potranno più es- alle prime notizie cliniche dirama- rivati a invocare la soppressione della sere omologate piste da discesa che te. La frattura della prima vertebra discesa libera o almeno di quelle molto non abbiano larghezza sufficiente ai cervicale ha provocato la morte tecniche e altrettanto veloci simili a bordi per permettere vie di fuga in istantanea del corridore che era Megeve. Viene citata a sostegno della caso di caduta e barriere di protezio- già «clinicamente morto» quando tesi la serie di incidenti mortali susse- ne nei punti critici. La pista Emile ha divelto le protezioni ed è andato guitisi in questi anni: l’austriaco Toni Allais è stata ispezionata dal Comita- a cozzare contro un palo. In con- Mark, il canadese John Semmelink, il to di Corsa composto dall’austriaco clusione, la FIS dovrebbe imporre francese Paul Prince, l’australiano Norbert Knobloch, delegato tecnico l’adozione di reti di protezione in Ross Milne, la svizzera Sylvia Sutter e della FIS, dai francesi Maullet- tutti i punti ritenuti pericolosi af- gli italiani Giacinto Sertorelli, Ilio Colli Contoz, Georges Gaiddon e Henry finchè i corridori che escono di e Walter Mussner ( anche se quest’ul- Perinet, dallo svizzero Urd Weber , pista siano trattenuti e vietare pro- timo deceduto nel corso di una prova dal canadese Al Raine e dall’italiano tezioni sorrette da pali di legno. speciale come il Kilometro lanciato). Mario Cotelli ed è stata dichiarata Inoltre, se la pista risulta troppo Tuttavia, il numero degli infortuni perfettamente regolare. Riguardo ai veloce, possono essere utilizzate, mortali se rapportato al numero di 20 abbandoni (fra cadute, squalifi- se il caso, porte direzionali supple- gare disputate e al totale delle discese che e ritiri per uscita di pista) su 82 mentari al fine di ridurre la veloci- effettuate, non risulta più pericoloso di partenti, è una percentuale normale tà. Solo così si eviteranno ulteriori altri sport, automobilismo o ciclismo che si osserva nella maggior parte tragici incidenti ma è impossibile per esempio. Dopo gli incidenti di delle libere. Una di queste cadute è evitare che certi discesisti corrano Mark e Semmelink la FIS ha reso ob- stata purtroppo fatale s Michel al di sopra delle loro possibilità bligatorie un certo numero di misure Bozon senza che la pericolosità della tecniche. C’è da precisare che que- di sicurezza fra cui le principali sono pista abbia una parte rilevante come sto non è stato il caso di Michel l’obbligo di disputare discese di prova causa della morte. L’incidente acca- Bozon che è stata una grande spe- (cosiddetta no-stop) nelle stesse con- duto a Bozon, volato in aria e ricadu- ranza dello sci francese e che , tec- dizioni di tracciato della gara to pesantemente al suolo battendo il nicamente e fisicamente, era uno (tracciatura, orario di partenza, mede- capo, non è infrequente anche a bas- dei migliori giovani. sima lunghezza, casco obbligatorio) in se velocità con conseguenze mortali La Libertè - 26 gennaio 1970 VOLUME 3, NUMERO 14-15 PAGINA 6 PAGINA 7 STORIA DELLA VALANGA AZZURRA

Designer Renè Michaux ( Svizzera) - 1933 VOLUME 3, NUMERO 14-15 PAGINA 8

Pubblicità della ditta Heckel che mostra la funivia di Rochebrune a Megeve inaugurata nel 1933 PAGINA 9 STORIA DELLA VALANGA AZZURRA Il dibattito sulla sicurezza Libera a rischio estinzione?

Nuove norme di sicurezza nello a Mégève. Il popolare campio- Come era ampiamente pre- contribuendo a modificare sci Le reti di protezione appli- ne austriaco, vincitore della vedibile, data la gravità del il «profilo» tecnico delle cate in Val Gardena Un «parco discesa libera, aveva qualche fatto, dopo la morte del di- leve agonistiche più giova- chiuso» alla partenza delle gare probabilità di successo anche scesista francese Michel ni ma soprattutto la Bozon sono riemerse, peral- «mentalità». Negli anni per evitare sabotaggi agli atleti nello slalom e nella combina- tro sempre latenti, critiche e precedenti la Coppa del La tragica morte del non ancora ta. Qualcuno pochi minuti considerazioni sulla sicurez- Mondo il «top» dei risul- ventenne francese Michel prima della partenza gli ha za nelle gare di discesa libe- tati di un atleta, salvo gli Bozon, durante la discesa libera segato quasi completamente ra. Diverse opinioni hanno anni olimpici e mondiali, di venerdì scorso a Mégève, un bastoncino, di fabbricazio- tenuto banco, da quelle era la conquista della vit- probabilmente causata dall'urto ne italiana. Schranz se n'è ac- estreme che chiedono addi- toria o di posizioni di pre- contro un palo di sostegno della corto ed ha sostituito il paio rittura l’abolizione della di- stigio nei grandi concorsi barriera che delimitava la pista, con un altro datogli in prestito: scesa libera a quelle che han- internazionali - Hahnen- no «minimizzato» l’accaduto kamm, Lauberhorn, Kan- ha rilanciato tutto il problema poi forse influenzato dallo riferendolo ad un incidente dahar e poco altro - il cui delle garanzie di sicurezza of- sgradevole episodio, a un ter- «di percorso», sostanzial- fulcro era la combinata e ferte agli sciatori. La Federa- zo della prima prova, ha com- mente una fatalità inelimina- conseguentemente la di- zione internazionale di sci ha messo un errore per lui non bile anche con predisponen- sputa della discesa libera chiesto alla Rai-tv di provvede- abituale ed è stato squalificato. do le migliori misure di sicu- ad alto livello. I campioni re all'immediata verifica delle Oltre alle diverse misure di rezza. Il lungo e articolato che si sono formati nel installazioni predisposte in Val sicurezza come le reti disposte pezzo di Aldo Pacor (pag. 4), periodo antecedente la Gardena per le riprese del cam- all'esterno delle curve più dif- oltre alla sicurezza «tecnica» Coppa del Mondo erano delle piste da libera prende «necessariamente» disce- pionati mondiali. A protezione ficili e veloci, bisognerà isti- in esame anche lo «stato di sisti se volevano emergere di alcuni passaggi verranno tuire un parco chiuso alla par- salute» della discesa libera in un calendario di gare, installate le reti elastiche di tenza delle maggiori gare in- come disciplina tecnica por- allora molto ristretto. Oggi protezione. Un nuovo problema ternazionali, recinti sorvegliati tando diversi argomenti a con la Coppa tutto è cam- nasce anche dal piccolo « giallo e accessibili solo ai concorren- sostegno della tesi che si biato. Il giovane che vuole » di cui è stato protagonista ti e ai tecnici. M.G. Marchelli - La tratti di una disciplina in mergere rapidamente ha a Karl Schranz, domenica scorsa, Stampa 26/1/1970 «via di estinzione». Non c’è disposizione molte più dubbio che la libera odierna, gare di slalom e gigante di a leggere le classifiche, sia quante ne abbia in libera, Giustina Demetz gamba fratturata ormai rimasta terra di con- dove oltretutto il quista dei «veterani», disce- «tirocinio» prima di arri- Bolzano 23 gennaio 1970 - La mente provocandosi la frattu- sisti con carriera ormai de- vare ai vertici è più lungo e capitana della squadra femmi- ra. Giustina Demetz, che sarà cennale e che le ultime leve incerto. Sulla base di que- nile di sci, Giustina Demetz, si ingessata domani mattina, non dello sci moderno, Russel, ste considerazioni vengo- è fratturata oggi il perone de- potrà partecipare ai campiona- Augert, Thoeni per fare alcu- no fatte previsione su una ni nomi che vanno per la possibile «estinzione» stro in allenamento lungo la ti mondiali di sci in quanto la maggiore, prediligano am- della libera come viene discesa libera femminile del Cir prognosi è di 30 giorni ed è piamente i «pali stretti» ri- oggi interpretata. Le a Selva di val Gardena. L’atleta verosimile che questo disgra- nunciando a battersi in libe- «suggestioni» di Vuarnet azzurra stava percorrendo la ziato infortunio rappresenti la ra. Secondo l’articolista, le fortunatamente non ver- pista di allenamento e sull’ulti- fine della carriera della disce- giovani leve rinunciano alla ranno prese in considera- mo canalone è caduta rovinosa- sista gardenese. libera anche per motivi con- zione ( se non, in parte, tingenti. In Italia, ma il di- molti anni dopo con l’in- scorso può essere esteso al venzione del superG) e la Trofeo dei Doganieri dei Paesi Alpini resto d’Europa, mancano discesa libera manterrà Bad Kleinkircheim 22 gennaio Penz batte Russel nello sla- piste e gare adatte alla cre- intatto fascino e tecnica 1970 - Sorpresa ai 19esimi lom gigante per «finanzieri» scita tecnica dei giovani che del passato con le oppor- Campionati per doganieri dove non possono essere gettati tune «correzioni» dettate Klagenfurt () 23 gen- il tedesco Max Rieger ha battu- ad inizio carriera nella dall’evoluzione tecnica di naio 1970 - Il francese Alain to i favoriti francesi nello sla- «mischia» di discese lunghe, materiali e uomini. La Penz si è aggiudicato la prova lom speciale. Su un percorso di difficili e pericolose come discesa dei Mondiali in di slalom gigante valevole per 450 metri con dislivello di 155 Wengen, Kitzbuhel o Mege- Valgardena, definita spre- il trofeo dei doganieri dei metri e 58 e 67 porte, il tedesco ve. La scarsità di piste e gare giativamente «autostrada» cinque paesi alpini. Penz ha ha battuto il favoritissimo Pa- di discesa libera è conse- sarà il prototipo delle nuo- fatto segnare sui 1750 metri trick Russel con il tempo di guente alle difficoltà tecni- ve discese che la FIS inten- del tracciato disseminato di 100’’93 rifilando tre secondi al che , economiche ed anche de incentivare, anche per 70 porte il tempo complessi- francese che ha chiuso in metereologiche di preparare motivi di sicurezza, da vo di 2’12’’85 e ha preceduto 103’’90 piste adeguate, laddove è affiancare alle grandi clas- il favorito Patrick Russel, molto più semplice ed econo- siche che non tramonte- secondo in 2’12’’87, il tedesco mico preparare un tracciato ranno mai. Il momento del Max Rieger, terzo in 2.13’’42. di slalom. L’introduzione «de profundis» per la di- Al quarto posto si è classifica- della Coppa del Mondo, pur scesa libera è tutt’altro che to l’italiano Franco Griot in se attiva da quattro anni, sta arrivato (M.G.) 2’13’’89. VOLUME 3, NUMERO 14-15 PAGINA 10

Così Megève 1970 si è colorata di nero centrazione), quando improvvisamente - un atleta pochi attimi prima del suo e di giallo. Il nero del lutto e il giallo trak (la riproduzione grafica del rumore momento della verità non è dei più del... giallo. Ma cosa è successo in defi- non è proprio fedele alla realtà del suo- stabili e ci vuole poco per fare saltare i nitiva? Questo. Si era di domenica, in no - gli resta in mano un troncone del nervi anche al più incallito dei veterani. una mattina appena appena illuminata bastoncino. Apriti cielo! « Ma con che Anni fa, ricorda qualcuno, capitò un da un anemico sole, alla partenza della materiale mi fanno correre?!» esclama incidente analogo alla austriaca Haas, prima tornata dello slalom. Gli atleti stizzito Schranz. Poi subito si dà ad cui furono sabotati gli sci da discesa. iniziano le discese. Tutti stiamo con gli osservare i resti del bastoncino e subito L’autore, né allora, ne’ adesso, fu sco- occhi puntati alla pista e gli orecchi tesi si ricrede. sabotaggio! La canna è stata perto. Ci vorrebbe Nero Wolf, o analo- ai responsi dell’altoparlante. Improvvi- tagliata quasi di netto: una sega irrive- go investigatore dalle grandi capacità. samente un discutere animato distoglie rente è andata a fondo nell’alluminio Al povero redattore, digiuno di vicende l'attenzione. E' Schranz che strepita furi- fino a oltre metà circonferenza. Fosse poliziesche, non resta da registrare che bondo, in un tedesco di montagna che capitato in gara! KarI ci pensa e si in- nell'albergo .ove risiedevano gli atleti sembra l’abbaiare di un cane. Che cosa nervosisce. Si vede benissimo che è austriaci c'erano solo, oltre ad alcuni è successo? Werner Bleiner, che caden- nervoso, anche perché non fa nulla per giornalisti loro connazionali, Italo Pe- za bene l'italiano avendo sposato una nascondere il suo stato d'animo. Anzi, droncelli con Teodorico Fabi e un altro ragazza di Limone, ci illustra la situa- pare che lo accentui esageratamente. corridore brasiliano. sospettare di que- zione. Karl stava facendo le sue solite Che il vecchio marpione abbia colto al sti sarebbe per lo meno assurdo. Così il «buffonate » prima della partenza volo l'occasione per un possibile alibi mistero di Megève resta e resterà inso- (buffonate si fa per dire: si tratta di vir- morale? Può darsi. Certo che « scher- luto. Magari l'autore dell’efferato cri- tuosismi con gli sci e i bastoncini; un zetti » del genere non sono molto facili mine che è costato a Schranz la combi- modo come un altro per trovare la con- a mandar giù: l'equilibrio psicologico di nata, sarà stato il... maggiordomo. [1]

Karl Schranz ha aggiunto un nuovo pista di gara chiunque fa degli esercizi di ta da Killy alla vigilia delle Olimpiadi episodio a quella lunga serie di fatti riscaldamento e se ha bastoncini segati, li di Grenoble. Il campione francese, o sportivi e non, che fa di lui 11 maggior spacca subito, giusto in tempo per cam- meglio federazione attraverso di lui, personaggio dello sci alpino. Schranz, biarli come appunto Schranz ha fatto. pagarono una penale fortissima alla ha denunciato con parole accorate, e L'accaduto lo ha innervosito? Qui entria- medesima fabbrica pur di permettere al come gli è consueto nelle quattro lin- mo nel campo delle ipotesi, ma con o fuoriclasse di gareggiare e vincere con gue che conosce affinché nessuno tra- senza «giallo» Schranz quest'anno di i bastoni francesi Kerma. Ora si paria scurasse la cosa, un grave caso di sabo- slalom ne ha finiti pochi, e quei pochi di parco chiuso, di controllo a vista di taggio di cui era rimasto vittima: qual- piuttosto indietro in classifica: quindi è atleti e «suiveurs», e di tante altre nor- cuna, chissà chi, gli aveva segato un onesto pensare che la squalifica di me restrittive che appaiono per lo me- bastoncino proprio sotto la manopola e Mégéve rientri nell'ordine logico delle no eccessive. Non sarebbe più sempli- lui, scoperta la cosa, era stato costretto cose, rispetti la forma piuttosto lacunosa ce se tutti si accordassero per non bluf- a cambiar paio. Dopo lo slalom fanta- dell'atleta nelle specialità tecniche. Viene fare. [2] sma di Grenoble del '68, dopo il ritiro il sospetto che Schranz stia preparando L’ipotesi adombrata da Giorgio Vigli- da Mégève perché la pista era troppo una ritirata strategica nei confronti delle no non è priva di qualche fondamento difficile e dalla Val Gardena perché era Cober, la casa italiana che gli passa con i poiché la «guerra commerciale» fra le troppo facile nel '69, « Karli» denuncia propri bastoni anche un congruo ingag- case di attrezzi sportivi è sempre atti- ora i francesi che lo battono sistemati- gio, in vista di una possibile affermazio- vissima e non meraviglierebbe se la camente quest'anno, come sabotatori. ne in Val Gardena. Le fabbriche austria- casa italiana ricevesse l’ennesima Magari è tutto vero, ma riesce tanto che non vedrebbero infatti di buon oc- «sola» dal campione straniero di tur- difficile credere che qualcuno che è nel chio un successo del campione nazionale no.(M.G.) giro (se fosse altrimenti non avrebbe con materiale straniero, e Schranz, che lo interesse a fare una azione del genere) ha capito benissimo, cercherebbe questa [1] Nevesport 29 gennaio 1970 non pensi che prima di scendere in via d'uscita, preferendola a quella adotta- [2] G. Viglino - Stampa Sera 27 gennaio 1970 PAGINA 11 STORIA DELLA VALANGA AZZURRA Protagonisti L’«eterno» Messner Gli austriaci hanno finora subito, in tutte le gare inter- nazionali della stagione una dura aggressione francese. Solo qualche volta sono riu- sciti ad inserirsi nella rosa dei migliori e quando lo hanno fatto il merito è quasi sempre stato delle vecchie volpi Karl Schranz e Heini Messner. Gli incidenti Matt e Tritscher, hanno depotenziato di molto la squadra austriaca nelle discipline tecniche. Messner (nella foto), secondo nella libera e decimo nello slalom, è risultato il migliore in com- binata, vincendo la Coppa del Presidente della Repubblica francese, coppa che sportiva- mente ha ceduto «ad hono- rem» al compianto Michel Bozon.

Duvillard: lo sconfitto di Megeve

Henry Duvillard (nella tello maggiore Adrien, foto a lato) è lo lascia l’amaro in bocca «sconfitto» di Megeve. ai tifosi francesi già Per quanto, arrivare terzi profondamente colpiti sulla Emile Allais, è una dal grave lutto. In sconfitta che non pochi proiezione «mondiale» discesisti metterebbero Duvillard resta uno dei volentieri in conto. Per favoriti, nonostante la Henry Duvillard, invece, battuta d’arresto, non il terzo posto sulla pista fosse altro per il fatto di casa, dopo la recente che la pista gardenese vittoria di Wengen gli si addice avendovi (ancorchè ottenuta su conquistato anno scor- una pista ridotta rispetto so il secondo posto. La al classico Lauberhorn) «carta» Duvillard resta con un pesante distacco comunque pressochè dai due «veterani» au- l’unica da giocare per i striaci ha il sapore di una francesi in discesa libe- amara e bruciante scon- ra. La squadra francese fitta. Nulla è pregiudica- di discesa, dopo l’ab- to per il futuro di questo bandono di Killy e La- giovane campione. Tut- croix anno scorso e tavia la parziale battuta Perillat quest’anno, d’arresto, sulla pista do- può attualmente con- ve anno scorso si era tare solo su Orcel e consacrato campione di Jean Pierre Augert, razza con il primo suc- entrambi in stato di cesso internazionale, per forma precaria e su un di più ad opera di due manipolo di giovani austriaci piuttosto non ancora di «livello» «stagionati», che corre- come Pinel e Grosfil- vano già ai tempi del fra- ley . VOLUME 3, NUMERO 14-15 PAGINA 12 Formidabili i francesi nello slalom di Megeve: trippletta! Terza vittoria per Russel egeve 25 gennaio 1970 - tacolo (il suo scendere non è solo ne della prima manche occupa va Lo speciale, a differenza efficace, ma anche molto bello a la terza posizione. Alla fine sarà M della discesa, aveva poco vedersi), c'è da segnalare, come det- quinto, handicappato dal pettorale da dire. Disertato da alcuni grossi to, il progressivo ritorno tra i primi 16 che a partenze rovesciata è calibri (Thòeni, Giovanoli, Jean Noel di uno dei protagonisti degli slalom diventato pesante da portare. Lo ha Augert, tanto per citare i maggiori), della scorsa stagione, il francese preceduto anche il suo compagno questa disciplina ha già da tempo Alain Penz, che perde però dal com- di squadra, quel Neureuther messo- indicato i nomi dei suoi protagonisti; pagno di squadra più di un secondo, si in luce, con il nostro Thòni, nella che sono i tre assenti citati più quelli quasi tutto accumula to nel corso tournée australiana della scorsa di Russel e del sempre più in forma della prima prova. estate. Alain Penz. E infatti due dei possibili na nota di merito anche per utto qui. Mancavano d'altra attori per lo speciale gardenese (gli l’ ultimo francese della parte e già lo abbiamo detto unici due presenti) hanno occupato le « tripletta», il giovane Hen- - gli uomini attualmente in posizioni migliori dell’ordine di arri- U T ri Brechu, piazzatosi spese del tede- grado di impensierire Russel che, vo. Ha vinto, come consuetudine, il sco Max Rieger (recente vincitore in piena libertà, ha infilato il suo capofila della Coppa del Mondo, su Russel in Carinzia), che al termi- terzo speciale (segue a pag. 13) Patrick Russel che, dall'alto del suo strapotere, ha contribuito in modo determinante a rendere assai monoto- na la gara. E questo nonostante il portacolori della Rossignol fosse reduce da una disagevole trasferta dalla lontana Carinzia, dove aveva partecipato, senza troppa fortuna, al Torneo dei doganieri. « Due notti in bianco e quindici ore di viaggio non sono certo l’ideale prima di uno sla- lom» ha detto Patrick prima della gara, ammettendo però di sentirsi sufficientemente sicuro e lucido. lo ha dimostrato subito, quando con il numero 5, ha E chiuso definitivamente la partita realizzando un tempo tale da porlo a1 riparo da qualsiasi sorpresa. Cosa che ha confermato anche nella seconda discesa, nella quale pure avrebbe realizzato il tempo migliore se non fosse intervenuto uno strepi- toso Bob Cochran (pettorale 44) a prendersi la soddisfazione del parzia- le successo. In definitiva, dunque, in questo ineluttabile clima di apatia che aveva un che di prestabilito, l'u- nica nota interessante è stato l'inci- dente capitato a Schranz, di cui ab- biamo parlato in apertura. E per for- tuna che Karl, innervosito, è saltato Podio tutto francese nello slalom speciale di Megeve subito fuori pista. Se fosse arrivato al Da sn: Alain Penz (2°) -Patrick Russel (1°) -Henry Brechu (3°) traguardo regolarmente anche il gial- lo del bastoncino sarebbe passato in second’ordine. A parte Russel, dun- que, che come al solito ha dato spet- Foto: Nevesport 29 gennaio 1970 PAGINA 13 STORIA DELLA VALANGA AZZURRA

(segue da pag. 12) della stagione i diretti inseguitori portandosi age- isfatta austriaca con il mi- dopo quelli di Kitzbuhel e di Wen- volmente in testa. Al terzo posto di gliore, Heini Messner, al gen. Adesso, per quanto riguarda la manche il compatriota Penz che con- D 10° che si consola con la Coppa del Mondo e lo slalom spe- serva così il secondo posto finale. conquista della combinata sul sor- ciale, ha fatto il bottino completo: 75 Terzi di manche a pari merito a 76’’ prendente americano Bob Cochran, punti. E ci è riuscito in sole tre setti- da Cochran, Henry Brechu e il tede- nei primi dieci in entrambe le gare mane, una dopo l'altra senza nessuna sco Christian Neureuther che con e il giovane austriaco Joseph Loidl, battuta di arresto. Non c'è dubbio: il questo risultato riescono a sopravan- unica vera nota positiva per gli au- grande favorito per lo speciale di zare il tedesco Max Rieger, che terzo striaci. [2] Ortisei è lui. E’ lui l'uomo da batte- a metà gara chiude poi quinto. Bre- re. E non sarà facile farlo. Per quan- chu conquista così il primo podio to riguarda gli italiani, poco da dire. della carriera e l’emergente Chri- Normale amministrazione. D'altron- stian Neurether il miglior risultato de erano presenti a Megève con la della stagione fin qui disputata. formazione di rincalzo, ad eccezione di Eberard Schmalzl, rientrante dopo la nota squalifica. [1] La cronaca dello slalom Patrick Russel ha affermato la sua superiorità già nella prima manche, disputata su un percorso di 550 metri con 175 di dislivello e tracciata dall’allenatore austriaco Hermann Gamon. Su una pista ghiacciata e tempo freddo il francese ha distan- ziato di 90 centesimi il compatriota Alain Penz, vincitore delle due pre- cedenti edizioni del Gran Prix de Megeve. Al terzo posto, a sorpresa, il tedesco Max Rieger distanziato di 96 centesimi. La classifica delle pri- me posizioni preseguiva poi con il francese Henry Brechu, quarto a 1’’08, lo svedese Olle Roelen a 1’’36 e Georges Mauduit a 1’’56. Questa prima manche è stata fartale a molti dei favoriti come Karl Schranz che ha inforcato una porta nella parte alta del percorso, il fran- Le esequie di Michel Bozon cese Jean Pierre Augert, il polacco Andrej Bacheda reduce da buone Sarebbe finita, se il dovere di crona- ministro della Gioventù e dello prove precedenti. Caduti anche i due ca non ci obbligasse a registrare un Sport, On. Comiti ha portato le americani Eric Poulsen e Mike Laf- ultimo, doloroso episodio. Il mesto condoglianze del Presidente Pom- ferty che sono sempre da temere in addio del mondo della neve alla sua pidou, Maurice Herzog deputato vista dei Mondiali. giovane vittima: lunedì ai funerali di dell’Alta Savoia ed ex ministro ella seconda manche ( stes- Michel Bozon chi poteva esserci dello Sport, assieme al presidente sa pista con percorso trac- non ha voluto mancare. La commo- della Federazione Francese Mauri- N ciato da Renè Sulpice che zione, una incredula commozione ce Martel hanno ricordato la breve ha disposto 55 porte) il miglior tem- ha preso tutti quando la bara è stata carriera dello scomparso. Oltre alla po è stato fatto registrare dall’ameri- calata nella fossa. E nella bara la squadra francese al completo, era- cano diciannovenne Bob Cochran, coppa che Messner ha ricevuto dal no presenti l’australiano Malcolm fratello di Marilyn e Barbara, già presidente della Repubblica france- Milne e gli americani Bill Kidd e messosi in luce nella discesa, che se per la sua vittoria in combinata e Kiki Cutter. nonostante il pettorale n° 44 ha stac- che ha voluto donare, come ultimo [1] Nevesport 29 gennaio 1970 cato di 39 centesimi il capoclassifica tributo, al giovane avversario scom- [2] La libertà 26 gennaio 1970 della prima manche Patrick Russel. parso.[3] A porgere l’ultimo saluto Quest’ultimo, con il secondo tempo allo sfortunato campione erano pre- [3]Nevesport 29 gennaio 1970 di manche ha staccato ulteriormente senti numerose autorità francesi. Il [4] L’Impartial 27 gennaio 1970 VOLUME 3, NUMERO 14-15 PAGINA 14

Pubblicità d’epoca - Nevesport 29 gennaio 1970 SCIATORI D’EPOCA Quelli che amano la Valanga Azzurra, quelli che amano gli sci "diritti", quelli che curvano usan- do i loro piedi, quelli che amano la montagna, S IAMO SU INTERNET QUELLI CHE AMANO LO SCI. WWW. SCIATORIDEPOCA. IT

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Fonti bibliografiche consultate

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