W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85 63

LA GUERRA DI SUCCESSIONE SPAGNOLA E LE ORIGINI DELL’EMPORIO DI FIUME (1701 – 1779)

WILLIAM KLINGER CDU 338+94(497.5Fiume)”1701-1779” Centro di ricerche storiche Saggio scientifico originale Rovigno Dicembre 2014

Riassunto: dopo la fine della Guerra di Successione spagnola (1701 – 1714), numerosi esuli spagnoli si stabilirono nei possessi asburgici in Italia e nel Banato. La cancelleria di stato spagnola veniva alimentata dai proventi del Reame di Napoli. La perdita di Na- poli (1734) spinse il segretario di stato spagnolo Ramón de Vilana Perlas (1663 - 1741) a resuscitare il progetto di costituzione di una colonia spagnola nel Banato di Timisoara il cui sbocco al mare avrebbe dovuto essere Fiume, ma la sconfitta contro gli Ottomani del 1739 vanificò tale progetto. I possessi del Perlas situati alle spalle di Fiume furo- no ceduti al magnate ungherese Theodor Batthyány (1729 - 1812) nel 1764 il quale ingaggiò l’economista francese Accarias de Sérionne onde convogliare verso Fiume le esportazioni ungheresi. Sérionne suggerì nel 1768 di migliorare i collegamenti viari ma anche istituzionali del porto adriatico con l’Ungheria, soluzione attuata da Maria Teresa entro il 1779.

Abstract: After the War of the Spanish Succession (1701 – 1714), a large number of Spanish refugees fled to Vienna and Italy. In Vienna a Spanish State Chancery, financed by the Neapolitan Treasury, operated. The loss of and Sicily in 1734 forced the Spanish Secretary of State marquis Perlas to start a project of establishing a Spanish colony in the of Temeswar, but defeat in the war against the Turks in 1739 pre- vented the realization of the plan. Don Ramón de Vilana Perlas acquired the former Zrinski-Frankopan estates in the hinterland of Fiume. A Hungarian magnate, Count Theodor Batthyány, bought from Perlas the estates and engaged the French econo- mist Accarias de Sérionne to develop a commercial strategy. In 1768 Sérionne urged a closer administrative connection with Hungary, and by 1779 Maria Theresa ceded the jurisdiction of Fiume and the to the Hungarian Regency Council.

Parole chiave: Fiume, Banato di Timisoara, Carlo VI, Guerra di Successione spagnola (1701 – 1714), Ramón de Vilana Perlas (1663 - 1741), Theodor Batthyány (1729 - 1812)

Key words: Fiume (), Banat of Temeswar, Charles VI, Holy Roman Emperor, War of the Spanish Succession (1701 – 1714), Marquis Ramón de Vilana Perlas (1663 - 1741), Count Theodor Batthyány (1729 - 1812). 64 W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85

Le origini Fiume si trovò ai margini degli assi commerciali e viari per la mas- sima parte della sua storia. Fin dall’antichità il traffico passa per la porta di Postumia che è il passaggio più basso a sud delle Alpi tra il bacino adriatico e quello della Pannonia. Essa collega la valle della Sava, tributaria del Da- nubio, con i passi del Carso che conducono a . L’altro asse, invece, passando da Zagabria e Modrussa, finiva a Segna1. Se il piccolo centro costiero, alquanto isolato, non si prestava molto ai traffici esso, invece, apparve subito un luogo appropriato per costruirvi un avamposto difensivo. A Tharsatica inizia il limes, ovvero i Claustra Alpium Juliarum, sistema di muraglie difensive che, correndo lungo la linea delle Giulie, giunge fino ad Aidussina, nel Goriziano. A Tharsatica, posta sulla testata del vallo, si sviluppò l’insediamento militare che fu elevato al rango di municipium verso il II secolo. L’avamposto romano fu da Costantino posto a guardia del confine dell’Italia, abbandonando l’Arsa come linea di demarcazione con l’Illirico. Esso venne comunque abbandonato durante le guerre gotiche nei primi anni del V secolo2. Non sappiamo nulla della Tharsatica dei “secoli bui” che coincido- no con il dominio degli Avari. Eginardo, nella sua Vita et gesta Caroli Ma- gni, riporta dell’uccisione a tradimento presso (iuxta) Tharsaticam mariti- mam civitatem in Liburnia del duca del Friuli, Erich, genero di Carlo e da lui spedito in Pannonia a combattere gli Avari nel 799 che venne distrutta dall’esercito carolingio. Dopo quest’ultima menzione Tharsatica, il cui ter- ritorio viene a trovarsi sull’estremo lembo sud-orientale del Sacro Romano Impero, sparisce dalla storia3. Si tratta comunque di un’area a scarso po- polamento, di “montagne continue e deserte lande”, come essa apparve al geografo arabo Idrisi, il quale, scrivendo nella prima metà del XII secolo, annota che l’ultimo porto che appartiene al patriarca di Aquileia è Laurana,

1 F. Hauptmann, Rijeka: od rimske Tarsatike do hrvatsko-ugarske nagodbe [Fiume: dalla Tarsatica romana all’accordo croato-ungherese], Zagabria, 1951, p. 7. 2 Sul periodo romano le nostre conoscenze sono aumentate negli anni recenti. Sui risultati degli scavi archeologici nell’area del principium nonché sul tratto del limes da Fiume fino a Klana cfr. N. Radić Štivić – L. Bekić (a cura di), Tarsatički principij: kasnoantičko vojno zapovjedništvo = Principia di Tarsatica: quartiere generale d’epoca tardoantica, Fiume, 2009. 3 Tutto fa supporre che la regione, disabitata, fosse ormai in stato di completo abbandono: N. Labus, “Tko je ubio vojvodu Erika” [Chi ha ucciso il duca Erich], Radovi Zavoda povijesnih znanosti HAZU u Zadru [Lavori dell’Istituto di scienze storiche dell’Accademia croata delle scienze e delle arti, Zara], 42 (2000), p. 1-16. W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85 65

mentre la Croazia ha inizio a Buccari4. Fiume che si trova esattamente a metà, è completamente omessa. L’inclusione a pieno titolo dei territori dell’Istria orientale e del golfo del Quarnero nel Sacro Romano Impero risale all’acquisto del titolo di margravi d’Istria e duchi di Merania (dal tedesco Meer) da parte della famiglia Andechs del Tirolo nel tardo XII secolo5. Il possesso passa in data ignota ai conti di Duino, sembra per intercessione dei vescovi di Pola, rap- presentanti del Patriarca di Aquileia, la cui giurisdizione ecclesiastica giun- ge, fino all’epoca moderna, alla Fiumara. Un documento del 1281 nomina per la prima volta Flumen sancti Viti e quello tedesco St. Veit am Flaum (or Pflaumb)6. I possedimenti dei Duinati, che si estendevano sul Carso, alle spalle di Trieste e Fiume, avevano due principali sbocchi al mare: uno sito presso le foci del Timavo a Duino, dove risiedeva la famiglia, e il secondo presso le foci dell’Eneo dove si sviluppò Fiume. Fiume divenne il feudo più importante della famiglia dopo che i veneziani, erigendo la fortificazio- ne del Belforte allo sbocco del Timavo, neutralizzarono l’accesso al mare di Duino 7. I due sbocchi erano collegati dalla vecchia strada romana che col- legava il Timavo a Tharsatica lungo la quale i Duinati tenevano castelli e guarnigioni a Primano (Prem), Senosecchia (Senožeče) e Guettenegg (Got- nik). La strada romana proseguiva verso la Dalmazia e il tratto successivo da Fiume a Segna (Senia) passava per Bribir (Varvaria) sede dei comites o principes Breberienses il cui possesso passò sotto il controllo dei Fran- gipani, conti di Veglia. I due possedimenti si fronteggiavano sulle sponde opposte della Fiumara: una col castello di “S. Vito sul Fiume” dei Duinati, vassalli del Sacro Romano Impero e l’altra con la possente rocca di Tersat-

4 Giuseppe Furlani, “La Giulia e la Dalmazia nel ‘Libro di Ruggero’ di al-Idrisi”, Aegyptus, vol. 6, (1925), n. 1, p. 57-58. 5 Per cui poi il Litorale (Küstenland) con ogni probabilità comprendeva Castua, Apriano e Moschiena sulla costa, nonché gli avamposti di Primano (Prem), Senosecchia (Senožeče) e Guettenegg (Gotnik) posti a guardia della vecchia strada romana che da Tharsatica conduce a Tergeste. Alla famiglia Andechs che già si distinse per la sua fedeltà nel guardare i passi alpini nel Tirolo venne affidato anche il controllo dei passi alpini orientali in un contesto di indebolimento del potere imperiale in Italia e della crescente influenza di Bisanzio in Ungheria. Cfr. A. Komac, “Utrditev grofov Andeških na jugovzhodu cesarstva v 12. stoletju: Cesar Friderik Barbarossa, velika shizma (1161-1177) in pridobitev naslovov mejnih grofov Istre in vojvod Meranije s strani Andeških” [Il rafforzamento dei conti Andechs a sud-ovest dell’impero nel secolo XII: l’imperatore Federico Barbarossa, il grande scisma (1161-1177) e l’assegnazione agli Andechs del titoli di conti confinari dell’Istria e di duchi di Merania agli Andechs], Annales 2 (2003), p. 283-294. 6 D. Klen (a cura di), Povijest Rijeke [Storia di Fiume], Fiume, 1988, p. 72-75. 7 R. Pichler, Il castello di Duino: memorie, Trento, 1882, p. 173. 66 W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85

to dei Frangipani, sudditi del re di Ungheria8. È da notare che la strutturazione politica del territorio di Tharsatica e Fiume corrisponde ad una funzione principalmente difensiva nei con- fronti di invasioni provenienti dall’Asia centrale – unni (III secolo), avari (sec. VI – VII), ungari (secc. X - XI), tartari (XIII) e, infine, turchi ottomani (secc. XV - XVI). Fino alla stabilizzazione raggiunta appena nel Settecento da Fiume non dipartono vie commerciali ma strade militari, valli e linee di- fensive. La vocazione strategica dell’avamposto sarà ripresa nell’Ottocen- to in chiave antirussa. Lo sviluppo dei commerci serve semmai a rendere autosufficiente un avamposto posto su un confine naturale ben difendibile che altrimenti sarebbe stato troppo oneroso mantenere.

L’affermazione degli Asburgo

La famiglia dei Duinati si estinse nel 1399 e secondo il testamen- to di Ugone, suo ultimo rappresentante, i possessi passarono alla famiglia sveva dei Walsee9. A differenza di Trieste, civitas romana, sede vescovile e comune autonomo medievale dove la sottomissione fu patteggiata, gli Asburgo, semplicemente subentrando nel 1466 come signori feudali ai Walsee, non dovettero faticare per imporsi come dominus nella Terra di Fiume. Essi comunque non infeudarono il possesso al quale concessero uno statuto civico nel 1530 col quale riconfermarono al municipio tutte le franchigie e i privilegi finora goduti10. Avendo l’Austria già a disposi- zione il porto di Trieste, iniziò per Fiume un periodo di frequenti carestie, anche a causa della crescente pressione ottomana11. La storia di Trieste e

8 Questi erano inizialmente sudditi veneziani ma poi passarono al servizio del re di Ungheria Bela IV, impegnato nelle lotte contro i Tartari, verso il 1240. N. Klaić, Vinodol od antičkih vremena do knezova krčkih i Vinodolskog zakona [Il Vinodol dai tempi antichi a quelli dei principi di Veglia ed della legge del Vinodol], Fiume, 1988, p. 95-99. 9 Valvasor riporta di una lapide, ormai perduta, che aveva trovato a Duino: “Anno MCCCC male extinctis D. D. de Tybein, seu de Duino, investitur Reinpertus de Walsee de bonis eorum Duino, Senoseza, Gueteneg, Flumine, Castum, Vaprinitz & Moscheniza, de quibus ultimis, olim spectantibus ad Polensem Episcopum investitus fuit ab Episcopo ea lege, ut quemquis novum Praesulem nova donatione honoraret duorum canum venaticorum unius Asturis & pulli eleganter ornati“, VALVASOR, Die Ehre des Herzogtums Krain, libro XI, p. 470-9. 10 La cessione di franchigie ai municipi venne anche adottata dagli Asburgo in Spagna onde assicurare la sostenibilità economica dei loro domini. H. NADER, Liberty in absolutist Spain: the Habsburg sale of towns, 1516-1700, Baltimora, 1990. 11 Frequenti interruzioni delle comunicazioni sia per mare che via terra da dove giungevano le derrate alimentari costrinse i fiumani all’inizio del ‘500 a corseggiare nel Quarnero, malgrado le minacce venete, allo scopo di procurarsi i mezzi di prima necessità. Vittorio Sablich, “Storia di Fiume nel secolo XVI”, Fiume. Rivista di studi fiumani, 3-4 (1959), p. 108-109. W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85 67

Fiume nell’epoca moderna è in fondo la storia degli infruttuosi tentativi degli Asburgo di intercettare almeno parte dei commerci tra i loro domini e l’associato Regno d’Ungheria con la penisola italica che restarono però saldamente in mano veneziana12. La congiura Wesselényi13 si concluse a fine aprile 1671 con l’ese- cuzione capitale del conte Nádasdy a Vienna. I magnati di Croazia, conti Pietro Zrinyi e Francesco Cristoforo Frangipani furono decapitati a Wiener Neustadt14. La confisca dei loro possessi, comprendenti gran parte della Croazia civile, permise agli arciducali di impossessarsi dei feudi di Tersatto e Grobnico nonché dei porti di Buccari, Bucarizza, Portorè e Cirquenizza15. Restava la minaccia ottomana: una vittoria sui turchi fu raggiunta solo dopo l’insuccesso della loro ultima spedizione contro Vienna nel 1683. Con la pace di Karlovitz (1699) l’impero, dopo la spallata di Eugenio di Sa- voia, acquisì il controllo delle vaste pianure coltivabili del Banato16, pron- tamente sottoposte al controllo della Camera aulica imperiale (Kaiserliche Hofkammer) dell’Austria Interiore di Graz17. Tali sviluppi coincisero con l’affermazione del pensiero mercantilista presso la corte imperiale a Vien- na dove, sotto Leopoldo I nel 1666, venne fondato il Commerzcollegium18. Fu in quella sede che si decise la fondazione di un Distretto commerciale

12 Nel Trecento tale commercio era quasi tutto nelle mani di negozianti veneti che a Segna, porto più importante dell’area grazie alla diretta via d’accesso per l’Ungheria, erano i soli a tenere un console, responsabile per tutto il litorale. G. Kobler, Memorie per la storia della liburnica città di Fiume, vol. I, Fiume, 1896, p. 252. 13 Ferenc Wesselényi de Hadad et Murány (Teplice, 1605 – Zvolen, 1667), si distinse nelle lotte contro i Turchi; fu (1647) capitano dell’Ungheria Superiore e (1655) conte palatino. La congiura contro Vienna, da lui capeggiata, fu scoperta dopo la sua morte. Al piano avevano aderito numerosi rappresentanti della nobiltà magiara capeggiati dal conte Ferenc Nádasdy (1622-1671) e Nicolò Zrinyi che morì in un incidente di caccia nel 1664. 14 R. Gigante, “L’esecuzione capitale dei conti Nádasdy, Zrinyi e Frangipani nella lettera di uno spettatore”, Fiume, cit., VII (1929), p. 31-44. 15 Buccari in particolare, sotto il controllo degli Zrinyi (dai veneziani detti conti Serini) nel Seicento aveva, grazie ad un’alleanza con i veneziani, superato per traffici il porto di Fiume a cui faceva concorrenza spietata. Il possedimento di Čabar confinava con la Carniola, mentre la Kulpa da Ozalj e Brod, sempre possessi degli Zrinyi, era navigabile e collegata con la Sava, tributaria del Danubio. I. Erceg, “Konfiskacija zrinsko-frankopanskih imanja. Postanak i ukinuće Severinske županije u Hrvatskom primorju i Gorskom kotaru” [La confisca dei possedimenti degli Zrinski-Framkopani. Origine e soppressione della Zuppania di Severin nel Litorale croato e nel Distretto montano], Jadranski zbornik [Miscellanea adriatica] (=JZ), V (1961-62), p. 36- 81 (37-39). 16 Già appartenente alla provincia romana della Dacia, nel 12° sec. i Magiari lo inserirono in modo stabile nel loro dominio. Dal 1552 al 1718 il Banato rimase sotto il dominio turco dal quale fu liberato da Eugenio di Savoia. Divenuto provincia di frontiera, vi affluirono coloni di numerose nazionalità. 17 D. Klen, cit., p. 133. 18 Vi lavorarono il medico bavarese Johann Joachim Becher (1625-85) autore di un Politischer Discurs (1688) e suo cognato Philipp von Hörnigk che espose le sua teoria del mercantilismo nell’opera sul primato dell’Austria Österreich Über Alles, Wenn Sie Nur Will (1684). Le loro teorie comparavano lo Stato ad un organismo vivente che doveva potenziarsi dal punto di vista demografico ed economico. 68 W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85

del Litorale, finalizzato ad un apertura ai traffici dell’impero il quale fino a quel momento rimaneva essenzialmente una potenza continentale. Già nel 1705 in tutte le province austriache furono fondate delle “deputazioni commerciali” finalizzate all’aumento dei traffici. Le vie commerciali pas- savano a nord di Vienna, verso la Boemia e Amburgo che rimase sempre il porto principale. Quando la crescente forza dello Stato prussiano iniziò a ostacolare il movimento commerciale verso il Baltico, gli Asburgo inizia- rono da una parte a rivolgere maggiore attenzione verso il porto di Anversa e gli avamposti nell’Adriatico che andavano da Aquileia in Friuli fino ai confini con la Dalmazia veneta. Vista la vicinanza di Trieste, principale sbocco marittimo imperiale, sorprende che Fiume si sia sviluppata affat- to19. Nel corso del Settecento il piccolo borgo di 5.000 abitanti divenne un emporio commerciale, ma le cause di questa trasformazione restano ancora in gran parte da ricostruire20.

Fig. 1: Fiume agli inizi dell’Ottocento.

19 Il Tamaro, riporta una lamentatio fluminensis, probabilmente del 1705, in cui si descrive una Fiume economicamente e moralmente prostrata dalle contribuzioni belliche che l’imperatore esigeva per le sue campagne in Spagna e Italia. A. Tamaro, “Episodi di storia fiumana”,Fiume , cit., XI-XII (1933-1934), p. 3-60 (42-46). 20 Del resto anche Pietro Kandler notava uno strano contrasto nel modo con cui Trieste conservò e coltivò le memorie della propria storia. Fino al 1700, finché non era che un piccolo comune, essa poneva ogni suo studio nel raccogliere e serbare le testimonianze del passato – ed abbondano di quest’epoca lapidi e monumenti, diplomi e codici. L’emporio mercantile del secolo XVIII invece non si curò neanche di raccogliere le leggi che l’avevano costituito. La città vuol mostrare la propria sapienza, l’emporio mercantile nascondere il modo con cui s’arricchì, sentenziò il Kandler. I. Iacchia, “I primordi di Trieste moderna all’epoca di Carlo VI, (Da documenti inediti degli archivi viennesi)”, Archeografo Triestino (=AT), vol. XXXVI (1919), p. 61-180 (63). W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85 69

Il Porto franco (1719)

Carlo d’Asburgo, dal 1703 re di Spagna (che resse col titolo di Carlo III), venne incoronato imperatore del Sacro Romano Impero a Francoforte nel 171121. I trattati del 1713 (Utrecht) e del 1714 (Ra- statt) avevano attribuito all’Austria i Paesi Bassi Spagnoli (più o meno l’attuale Belgio) e il regno di Napoli. Le “due gemme preziosissime” permettevano a Carlo VI l’accesso alle coste del Mare del Nord e a quel- le del Mediterraneo, unendo alle industrie del Belgio le ricchezze del mezzogiorno d’Italia22. Ai sensi dell’alleanza contro il Turco, stipulata il 13 aprile 1716, Venezia finalmente concesse la libertà di navigazione nell’Adriatico, giustificata per consentire agli imperiali di intervenire in Sicilia per combattere i soldati borbonici spagnoli che vi erano sbarca- ti23. Vienna ottiene così la Sicilia dai Savoia nel 1720. Intanto la pace di Passarowitz del 1718 porta ai domini asburgici la Transilvania, la Serbia e il Banato24. L’Austria aveva così raggiunto la maggior estensione terri- toriale della sua storia. La diretta signoria (dominium directum) dell’im- peratore si estendeva da Ostenda, sulla costa atlantica (città vissuta sem- pre all’ombra di Anversa cui furono dati privilegi simili a quelli dati a Fiume, tradizionalmente subordinata a Trieste), fino alla Serbia e alla Valacchia, dalla Sicilia alla Slesia e al bassopiano settentrionale tedesco. Quando a Vienna si pose il problema di creare un nuovo grande emporio adriatico adatto a sorreggere il disegno di fare dell’Austria una potenza marittima e commerciale, Trieste non fu il luogo designato per primo e unanimemente. Anzi, e non a caso il decreto d’istituzione del porto franco prevede la costituzione di due porti franchi - Fiume e Trieste

21 Nel 1703 i suoi sforzi furono ampiamente appoggiati dagli inglesi cfr. W. Coxe, History of the House of Austria, vol. II, Londra, 1807, p. 57 e passim. Fu Sidney Godolphin (1645-1712), Lord Gran Tesoriere, a procurare il necessario sostegno sia alle operazioni militari di Eugenio di Savoia e di Claude Florimond de Mercy nei Balcani e nelle Fiandre che all’azione politica di Carlo. Fondamentale il suo epistolario con John Churchill, duca di Marlborough, curato da H. L. SNYDER, The Marlborough– Godolphin correspondence, Oxford, 1975. 22 I. Iacchia, op. cit., p. 66. 23 Gli inglesi spedirono una squadra navale che sconfisse la flotta spagnola a Capo Passero, ma furono gli imperiali a fornire il grosso delle truppe. Nel 1720 la Sicilia fu assegnata all’Austria in cambio della Sardegna, avuta nel 1714. Sulle operazioni inglesi vedi: An account of the expedition of the British fleet to Sicily, in the years 1718, 1719 and 1720, under the Command of Sir George Byng (Collected from the Admiral’s manuscripts and other original papers), Londra, 1739. 24 Negoziatore capo a Passarowiz fu Robert Sutton, secondo barone Lexington (1662-1723), Lord of Trade (1699-1702), ambasciatore inglese alla corte imperiale (1694 - 1697) e a (1712-1713). Per un resoconto delle negoziazioni dal punto di vista veneziano si veda V. Bianchi, Istorica relazione della pace di Posaroviz, Padova, 1719. 70 W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85

- e una temporaneità dei privilegi accordati. Già nel 1717 la commissione superiore di commercio fondata lo stesso anno da Carlo VI con sede in Graz, propose la città di Fiume come sito ideale per la costruzione di un emporio. A favore di Fiume militavano considerazioni militari e difensi- ve viste le pretese di dominio che la Repubblica di Venezia continuava a vantare sul mare. A questo si aggiungeva anche il rapporto estremamente negativo che nel 1703 Edmund Halley aveva prodotto per conto dell’im- peratore Leopoldo I giudicando il piccolo porto di Trieste incapace di contenere navi mercantili anche solo mezzane per carico e grandezza25. Fiume dal canto suo aveva un ancoraggio angusto, la rada non offriva alcun riparo dall’infuriare dei venti e le isole dirimpetto alla costa erano in mano ai veneziani. Pare inoltre che i veneziani si opponessero meno ai progetti per Trieste fidando che le imperfezioni del clima subalpino, la povertà della città e l’assenza di tradizioni marinaresche dell’Adriatico ne avrebbero impedito lo sviluppo. Un rescritto imperiale del 6 novem- bre 1717 imponeva a tutte le autorità dell’Austria interna di esprimersi intorno ai vari porti dell’Adriatico. La più sollecita a mandar relazioni, a presentar istanze e istruire delegati fu la città di Trieste che vedeva giunta la propria rovina ove si concedessero a Fiume tutti i favori. Fu il principe Porzia a caldeggiare l’erezione di due porti franchi: Fiume poteva, grazie alla sua posizione geografica, diventare il porto della Croazia e dell’Un- gheria, Trieste delle province interne dell’Austria. Finalmente, il 18 marzo 1719, Carlo VI proclamava “temporane- amente porti franchi le due nostre città sull’Adriatico, Trieste e Fiume”. Nel contempo, fonda una Compagnia Orientale (Privilegierte Orientali- sche Kompanie) con sede a Vienna, ma alla quale sono assegnati i porti di Trieste, Fiume, Buccari, Porto Re e Segna (Zengg). La compagnia apre anche una filiale a Timisoara. Nel contempo, viene attivata anche una Compagnia di Ostenda per il commercio con le Indie, che richiama- va in vita una prima Orientalische Handelskompanie (1667-1683), il cui sviluppo venne impedito dalle guerre turche e uno successivo del 1698,

25 Si trattava del noto matematico ed astronomo Edmund Halley (1656-1742), scopritore della cometa già ingaggiato nel 1698 dal contrammiraglio John Benbow a raccogliere dati idrografici di importanza militare della costa spagnola in vista di un possibile intervento inglese. Successivamente fu il diplomatico George Stepney (1663-1707) ad inviare Halley ad identificare possibili basi e approdi per la flotta inglese in Adriatico. Formalmente ad ingaggiarlo fu l’imperatore Leopoldo I che però non disponeva di una flotta degna di questo nome in Adriatico. Halley individuò la sede ideale per l’emporio nel porto naturale di Buccari, ben protetto e provvisto di un buon collegamento con l’interno, ma rimase inascoltato. D. Klen, “Edmond Halley u Bakarskom zaljevu” [Edmond Halley nella baia di Buccari], Dometi, Fiume, 4 (1986). W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85 71

vanificato dalla guerra di successione spagnola. Eva Faber individua due linee di sviluppo del litorale austriaco26: quella dei sostenitori dei rapporti commerciali con l’impero turco era favorevole ad un porto croato; e non si pensava solo ai traffici per via di mare, ma anche a quelli per via di terra attraverso i Balcani e fino a Costantinopoli. La seconda linea invece al contrario, sosteneva Trie- ste come centro commerciale e porto principale della monarchia rivolto agli Stati italiani, la Spagna, il Portogallo e i Paesi Bassi austriaci. Così la Compagnia Orientale (detta di Temeswar) privilegiava lo sbocco fiu- mano, mentre la Compagnia Imperial-regia basata ad Ostenda per gli scambi con l’Oriente asiatico aveva la sua filiale principale a Trieste. In realtà, almeno per quanto concerne Fiume, entrambe le linee di pensiero facevano capo a un uomo solo, ma il mutare delle condizioni politiche costrinse a cambiare corso più volte.

La Spagna nei Balcani (1724 – 1738)

Fig. 2: Ramon de Vilana Perlas (1663 - 1741), Segretario di Stato spagnolo (1714 – 1737) in esilio a Vienna.

Don Ramon de Villana Perlas nacque nel 1683 in Catalogna27.

26 E. Faber, Litorale Austriaco. Das österreichische und kroatische Küstenland 1700–1780, Trondheim - Graz, 1995. 27 Ramon Frederic de Vilana-Perlas (Oliana, Urgell, Catalonia 1663 - Vienna 1741). Sulle sue attività in Croazia si veda M. Despot, “Staklana ‘Perlasdorf’ i njen vlasnik markiz Perlas de Rialp” [La vetreria ‘Perlasdorf’ ed il suo proprietario, il marchese Perla de Rialp], Starine JAZU [Antichità dell’Accademia jugoslava delle scienze e delle arti], 49 (1959), p. 321-348 (in particolare le p. 337-340). Per Milano: A. Alvarez-Ossorio Alvariño, “Restablecer el sistema: la Corte de Viena y el Estado de Milán (1716- 72 W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85

Figlio di un notaio, iniziò la carriera di avvocato, ma allo scoppio del- la guerra di successione spagnola (1701 - 1714) entrò in contatto col principe Giorgio d’Assia-Darmstadt, divenendo sostenitore del partito “austriacista” che si opponeva ai sostenitori di Filippo V di Borbone28. Perlas venne arrestato nel 1704 e condannato a morte per tradimento29. Dall’esecuzione lo salvò l’ingresso delle forze di Carlo III a Barcellona nell’ottobre 1705. A Barcellona nel 1710 Carlo nominò Perlas segretario di stato della Reggenza spagnola (Junta) elevandolo al rango di marche- se di Rialp. Quando Carlo, dopo la morte di suo fratello (l’imperatore Giuseppe I), nel 1711 si recò in Germania per assicurarsi l’elezione ad imperatore del Sacro Romano Impero, lasciò il governo della Catalogna in mano alla sua consorte Elisabetta Cristina30. La regina fece ritorno a Vienna nel 1713 ma Perlas si fermò a Napoli31. Da lì cercò di organizzare l’appoggio agli insorti catalani, rimasti isolati dopo che la Gran Breta- gna aveva riconosciuto Filippo come sovrano di Spagna32. Perlas giunse a Vienna nel marzo del 1713 e col tempo divenne uno delle figure più influenti della corte imperiale33. La guerra di successione spagnola ter- minava il 7 marzo 1714 con la pace di Rastatt stipulata tra l’Austria e la Francia34 che in linea di massima confermava quanto stabilito dalla pace

1720)”, in Politica, vita religiosa, carità: Milano nel primo Settecento, a cura di M. Bona Castellotti – E. Bressan - Paola Vismara, Milano, 1997, p. 43-80. 28 Per un inquadramento generale si veda M. Virginia León Sanz, Entre Austrias y Borbones: el Archiduque Carlos y la monarquía de España, 1700-1714, Madrid, 1993, e A. Alcoberro, L’exili austriacista (1713-1747), 2 voll., Barcelona, 2002. 29 J. Matasović, “Grofovska diploma don Joannes Felixa Munoz de Avalos iz god. 1734.” [Il diploma di conte di don Joannes Felix Munoz de Avalos del 1734], Narodna starina [Antichità popolare], 19 (1929), p. 77-84 (77). 30 Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbuttel (Braunschweig, 28 agosto 1691 – Vienna, 21 dicembre 1750), consorte di Carlo VI, Sacro Romano Imperatore e madre di Maria Teresa d’Austria. Molto importante il suo epistolario con Perlas: F. Wolf, “Vierundzwanzig eigenhändige Briefe der Kaiserin Elisabeth, Gemalin K. Karl’s VI., an den Staatssecretär Marques de Rialp”, Sitzungsberichte der philosophisch-historischen Classe der kaiserlichen Akademie der Wissenschaften, XII (1854), p. 111 – 141. 31 M. Virginia León Sanz, “La Secretaría de Estado y del Despacho Universal del Consejo de España (1713-1734)”, Cuadernos de Historia Moderna, 16 (1995): p. 239-258 (242). Il Matasović, nel testo citato riporta gravi episodi di corruzione di cui Perlas venne accusato assieme ad un suo socio, probabilmente il Verneda. Per la León Sanz egli fu invece vittima di una congiura di palazzo. Le reciproche accuse tra funzionari imperiali e spagnoli erano la norma alla corte di Carlo VI. 32 Dopo che i Brazos Generales nel luglio del 1713 avevano deciso di continuare la resistenza contro i borbonici, Carlo d’Austria incaricò Juan Francisco Verneda di organizzare a Milano l’aiuto agli insorti catalani, nominandolo commissario segreto a Barcellona, che raggiunse il 2 ottobre 1713. I finanziamenti che venivano inviati da Perlas a Vienna giungevano in Catalogna attraverso la Repubblica di Genova che era rimasta neutrale durante la Guerra di Successione Spagnola e i rifornimenti raggiungevano Barcellona dai porti di Napoli, Sardegna e Livorno. Sull’insurrezione vedi H. P. Stanhope, History of the War of the Succession in Spain, Londra, 1832, p. 366-376. 33 M. V. León Sanz, “La Secretaría” cit., p. 242. 34 L’Austria ottenne i Paesi Bassi spagnoli, il regno di Napoli e quello della Sardegna, il Ducato di W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85 73

di Utrecht35. Per amministrare gli ex possedimenti spagnoli che erano stati riconosciuti all’Austria, Carlo VI istituì a Vienna un Supremo consi- glio di Spagna (Consejo de España, Spanischer Rat) con una Segreteria di Stato (Secretaría de Estado, Spanische Staatssekretariat) e lo Spac- cio universale (Despacho Universal, Universalexpedition)36. Gli uffici, situati nel moderno e sontuoso palazzo Caprara nella Wallnerstrasse di Vienna37, venivano finanziati dalle casse dei possedimenti spagnoli cedu- ti all’Austria38. Perlas fu nominato Segretario generale di Stato (Staats- secretär) e elevato al titolo di conte del S.R.I. per aver preso parte alle negoziazioni che portarono alla pace di Vienna del 172539. Nel 1726 lo stipendio annuo del marchese fu portato a 8.000 fio- rini, finanziati dal Real Patrimonio di Napoli. Nel 1736 divenne segre- tario dello Spaccio universale, organo che assicurava la comunicazione diretta del sovrano spagnolo con tutti i suoi possedimenti40, divenendo in pratica responsabile della politica estera dell’imperatore che gli aveva affidato la gestione di fondi neri41. Rialp lavorava in stretta associazione con l’esperto di materie amministrative e finanziarie conte Juan Amor de Soria42 e con Juan Francisco Verneda y Sauleda43.

Milano e Mantova e lo Stato dei Presidii in Toscana. Nel 1720 la Sardegna venne scambiata per la Sicilia. 35 La pace fu stipulata tra la Francia e la Gran Bretagna, la Prussia, Savoia, il Portogallo e i Paesi Bassi. Carlo rinunciò alla Spagna appena nel 1718, in cambio del sostegno inglese alle negoziazioni con gli ottomani a Passarowiz. 36 Il primo presidente (1714-1724) del Supremo consiglio di Spagna fu il vescovo di Valencia Antonio Francesco Folco de Cardona. Dopo la perdita di Napoli e la Sicilia (1735) l’organo venne dissolto. 37 J. W. Stoye, “Emperor Charles VI: The Early Years of the Reign”, Transactions of the Royal Historical Society, 12 (1962), p. 63-84 (78-79). 38 Principalmente da Napoli e le Fiandre fino al 1717 quando venne fondato un Consiglio delle Fiandre (Consejo de Flandes), indipendente dal Consiglio di Spagna. M. V. León Sanz, “La Secretaría” cit., p. 244. 39 O. SCHMID, “Marques de Rialp und das Spanische Staatssekretariat in Wien”, Historische Blätter, 7 (1937) p. 52-60. 40 J. A. Escudero, Los secretarios de Estado y del Despacho (1474-1724), 4 voll., Madrid, 1976. 41 Rialp divenne anche responsabile del Real Bolsillo Secreto, portafoglio di fondi neri destinati alla diplomazia imperiale. M. V. LEÓN SANZ, “Patronazgo político en la Corte de Viena: los españoles y el Real Bolsillo Secreto de Carlos VI”, Revista d’historia moderna, 2 (1998), p. 577-594; M. Foscarini, “Storia arcana”, Archivio storico italiano, V (1843), p. 1 – 208. 42 Juan Amor de Soria era stato segretario di Stato del dipartimento del Nord, alle dipendenze di Ramón Vilana Perlas che a Barcellona era Segretario di Stato e del Dispaccio. R. Ma Alabrús, “El pensamiento político, social y económico del austracismo: Juan Amor de Soria”, Historia Social, 59 (2007), p. 3-20. 43 Juan Francisco Verneda nel 1689 sposò Hoplita de Vilana-Perlas, sorella di Ramón Federico de Vilana-Perlas. Nel 1704 è segretario del brazo militar, organismo che raggruppava l’aristocrazia militare catalana e dal 1706 è nominato protonotario della Catalogna al Consiglio d’Aragona. Nel marzo 1713 abbandona Barcellona nel corteo ministeriale della regina Elisabetta. Nominato commissario segreto per Barcellona dell’imperatore Carlo d’Austria e in questa veste responsabile dell’approvvigionamento della resistenza catalana. Dopo la capitolazione di Barcellona (11 settembre 1714) Verneda riuscì a fuggire e 74 W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85

Fig. 3: Il palazzo Caprara-Geymüller di Vienna, sede del Supremo consiglio di Spagna (1714 - 1735).

Dopo il 1714 a Fiume giunsero diversi notabili spagnoli. Nel 1727 Mauricio González de Rivera (y Ratto), figlio di Andrés Salva- dor González che Carlo d’Asburgo aveva nominato Conte de Rivera nel 1717, acquista il titolo di cavaliere del SRI a Fiume nel 1727. Stesso titolo lo ricevette il lombardo Giulio de Benzoni, nel 172044. A Fiume si stabilì anche il marchese de la Carabina, emigrato qualche anno dopo in Sicilia e i Perete de la Cruz, divenuti poi i Peretti45. In Croazia intanto, verso il 1720, iniziarono le trattative per la cessione dei beni confiscati agli Zrinyi e Frangipani che erano stati sot- toposti a sequestro da parte della Camera aulica dell’Austria interna di raggiunse Vienna nel gennaio 1715 dove venne nominato segretario di Stato imperiale e membro del Consejo de España di Vienna. Dopo la pace di Vienna del 1725 i Verneda mantenevano i rapporti con la Catalogna attraverso la famiglia Barraquer. 44 V. Tomsich, Notizie storiche sulla città di Fiume, Fiume, 1886, p. 248. 45 Sui Verneda e Peretti Gigante non manca di notare come “hanno legato il loro nome illustre alle più belle pagine della nostra storia comunale negli anni che dal risveglio della coscienza nazionale italiana vanno alla conquista di Roma capitale”. R. Gigante, “La morte e le esequie del vescovo di Frejus a Fiume nel 1802”, Fiume, cit., VII (1929), p. 45-48 (45). Nel 1820 troviamo a Trieste un Giuseppe Perete de la Cruz, “prof. di aritmetica, di scienze del commercio e di scrittura doppia”. cfr. D. De Rosa, Piazza Lipsia n. 1015: gli studi nautici nell’Accademia reale e di nautica di Trieste, Udine, 2008, p. 74. W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85 75

Graz. I feudi della cosiddetta “Croazia transsavana” siti alle spalle di Fiume (le signorie di Brod, Grobnico e Ozalj) saranno ottenuti proprio da Perlas nel 172546 in cambio di alcuni feudi napoletani47 e siciliani48 dove furono esiliati i figli di Francesco Rákóczy49. Perlas risiede a Vienna e incarica il fiumano Giovanni Stefano Benzoni di amministrare i suoi nuovi possedimenti di Ozalj, Brod e Grobnico50. Benzoni aveva dato la figlia in sposa a Don Antonio Verneda il cui padre Felice de Verneda era fratello di don Juan Francisco Verneda y Sauleda51. Perlas impiantò a Brod una manifattura di vetro dalla quale, via Fiume, esportava lastre di vetro nel regno di Napoli52. La vetreria cessò ogni attività dopo la perdita di Napoli nel 173553.

46E I. rceg, “Društveno-gospodarsko stanje na Perlasovim imanjima” [La situazione socioeco- nomica nei possessi dei Perlas], Zbornik Historijskog instituta JAZU [Miscellanea dell’Istituto storico dell’Accademia jugoslava delle scienze e delle arti], 5 (1963), p. 125-152 (126). 47 Il fratello Pablo Vilana Perlas (Barcellona, 28 gennaio 1669 - Salerno, 6 Maggio 1729), lasciata Barcellona nel 1713, sì stabilì nel regno di Napoli. Fu nominato Arcivescovo di Brindisi (1715) e nel 1723 Arcivescovo di Salerno. 48 J. C. von Engel, Geschichte des Ungrischen Reichs und seiner Nebenländer, vol. III, Vienna 1813, p. 470-471, riporta una “Copia donationis super bonis Ozail, Brod et Grobnitz in Litorali Hung. sitis Comiti Raymundo de Villana Perlas pro convenienti recompesatione duorum ejusdem feudorum in regno Napoleos et Siciliae possesorum et per Imp. Carolum VI. filiis Rakotzianis collatorum cessis”. 49 Francesco Rákóczy (1645-1676) fu guida dei principi transilvani durante la ribellione contro Leopoldo I durata otto anni. Assieme al conte palatino Wesselènyi autore della congiura cui avevano aderito i Frangipane e gli Zrinyi. I figli rimasero nelle mani dell’Imperatore: Angelo era stato lasciato a Vienna e Francesco rinchiuso in collegio in Boemia. G. B. Romanini, “Notizie intorno alla guerra della successione spagnuola ed alla ribellione di Francesco Rakoczy”, AT, 17 (1891), p. 104-165. Francesco fu nominato Marchese di S. Carlo del Regno di Napoli e Angelo fu nominato Marchese di S. Elisabetta del Regno di Sicilia. W. COXE, History of the House of Austria: From the Foundation of the Monarchy by Rhodolph of Hapsburgh to the Death of Leopold the Second: 1218 to 1792, Volume 3, Londra, 1854, p. 79. Angelo Ràkòczy scelse come sua dimora il comune di San Giorgio La Molara, in provincia di Benevento. Il cognome Rákóczy venne mutato in Ragozzi, poi Stragozzi e infine Stragazzi. 50 La famiglia Benzoni era originaria di Cremona e si occupava di commercio di legnami. Felice de Benzoni fu ispettore forestale dei beni camerali del cessato possesso Frangipane e Zrinyi di Čabar e Ozalj, rilevato da Perlas de Rialp. 51 Antonio de Verneda y Sauleda Rovira (Genova 1693 – Fiume 1774), nobile aragonese, capitano del genio, architetto e amministratore dei beni perlasiani in Croazia e capitano del castello di Grobnico. Giunto in Austria assieme al padre don Felice de Verneda al seguito di Perlas nel 1713. Ottenne l’incarico di direzione dei lavori del lazzaretto di Fiume e del cantiere navale militare di Portorè (1722-1725). Nel 1726 sposa a Fiume la figlia di Felice de Benzoni. Per conto dei Perlas dal 1743 al 1753 dirige i lavori di restauro del castello di Ozalj. 52 Dopo la guerra di successione spagnola, Carlo VI decide di potenziare la marina da guerra, compito del quale viene incaricato l’irlandese Forbes, nel 1722. Nel 1723 furono inviati a Barletta, Manfredonia e Pescara 5.000 confinari croati e 4.000 reclute austriache attraverso il porto di Fiume. Numerosi condannati della Stiria, Carniola e Croazia militare furono spediti alle galere napoletane di Manfredonia. Cfr. Državni Arhiv Rijeka / Archivio di Stato di Fiume (= DAR) Luogotenenza capitanale – Commerzassessorium (1747- 1776): Judiciale, “Die auf die königlichen Neapolitanischen Galeeren Herurgeteilten” (1723). 53 Il maestro vetraio boemo Johan Podscheider passò un’estate in quelle terre remote trovandovi minerali e sabbia (Kissel Stein, Tufft Stein und Lamb) necessaria alla produzione di vetro di qualità pari a quello boemo. Nel 1727-28 si dà il via ai lavori facendovi giungere maestri vetrai boemi che si trasferirono con le loro famiglie a Brod, ma che ben presto fuggirono da “Perlasdorf”, terrorizzati dalla popolazione 76 W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85

Fig. 4: Il “Palazzo Barocco” di Timisoara, sede del governatorato del Banato e residenza del conte Francesco de Vilana Perlas (1754 – 1768).

La perdita di Napoli e Sicilia fu un duro colpo per gli esuli spa- gnoli: le casse del reame di Napoli servivano a finanziare i loro uffi- ci viennesi. Di spagnoli a Vienna se ne contavano circa un migliaio, corrispondenti all’1 % della popolazione cittadina. Complessivamente nell’impero circa 16.000 esuli dei quali 2.800 “pensionati” ovvero im- piegati pubblici che venivano finanziati dalle casse napoletane. Perlas decise pertanto di resuscitare il progetto “Carlogaben” ovvero la fonda- zione di una colonia di esuli spagnoli nel Banato54. Il Banato di Timisoara, governato col pugno di ferro dal condot- tiero lorenese Claudius Florimund Mercy, era un’area di colonizzazione

locale. A questo si aggiunsero difficoltà nel trovare maestri boemi affidabili, restii a passare i loro segreti di produzione, forse per impedire che vi si impiantasse una produzione concorrenziale. M. DESPOT, op. cit., p. 337-340. 54 Un primo progetto del 1725 prevede una nuova colonia Austrohispanica o Transhispanica composta dalle 4 nazioni ispaniche (aragonesi, catalani, valenciani e castigliani) la cui capitale avrebbe dovuto chiamarsi “Carlonoble” o “Carolina”. S. Steiner, Rückkehr unerwünscht: Deportationen in der Habsburgermonarchie der Frühen Neuzeit und ihr europäischer Kontext, Vienna, 2014, p. 223-225. Alcuni autori erroneamente riportano il nome di “Carlobagen”. W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85 77

intensiva55. Nel 1723 fonda una compagnia commerciale, la Temescher deutschen Kommerziensozietat, il cui ricavato serve a coprire i costi di mantenimento del presidio militare. Mercy trasforma una città che fino al 1728 era essenzialmente una guarnigione militare in un centro di nuova fondazione che doveva contare 15.000 abitanti. Nel 1733, scoppiata la guerra di successione polacca (1733 – 1739), a Mercy, nonostante l’età avanzata, fu affidato il comando delle truppe austriache in Italia e rimase vittima di un ictus che lo colpì in occasione della battaglia di Parma (29 giugno 1734). Il conte Johann Andreas von Hamilton, un militare di ori- gini scozzesi, assunse il comando militare e civile del Banato nel 173456. Il 4 ottobre 1734 si tenne a Vienna una conferenza preparato- ria per il progetto di colonizzazione spagnola del Banato. All’incontro presero parte il conte Johann Wilhelm von Sinzendorf (appartenente dal 1718 al Consiglio spagnolo), gli esperti di finanze conti Gundakar Tho- mas von Starhemberg e Alois Thomas Raymond von Harrach. Da parte spagnola erano presenti il marchese de Villasor, presidente del Consiglio spagnolo e il segretario di Stato marchese Rialp nonché il conte Hamil- ton, capo dell’amministrazione civile e militare del Banato57. Hamilton era meno ambizioso di Mercy e l’esito rovinoso della guerra del 1737- 39, accompagnata anche da un’epidemia di peste 1738-40, furono fatali per il progetto di colonizzazione58. Della “Nuova Barcellona”, città che doveva sorgere presso l’attuale non si fece nulla59. Il Perlas morirà nel 1741 da magnate ungherese dopo aver passato i suoi possessi al figlio, ma è Antonio Verneda, che si occupa dell’amministrazione dei

55 Claudius Florimund d’Argenteau, conte di Merçy (Longwy, 1666 – Parma, 29 giugno 1734). Sotto il comando di Eugenio di Savoia, partecipò alla guerra austro-turca dal 1716 al 1718, contribuendo alla vittoria di Petervaradino (5 agosto 1716) ed alla conquista di Timisoara. Nel 1719 comandò le truppe austriache nella guerra della Quadruplice alleanza (1717-1720) in Sicilia. Terminata la guerra contro la Spagna, nel 1720 Eugenio di Savoia lo nominò governatore del Banato di Timisoara spopolato dalle numerose guerre. Timisoara che nel 1720 conta già 5.000 abitanti per lo più tedeschi mentre dei sudditi ottomani rimasero solo 466 romeni e serbi, 144 ebrei e 35 armeni. S. Steiner, op. cit., p. 138 56 Johann Andreas Graf von Hamilton (Vienna 1679-1738) generale della cavalleria imperiale (1723- 1738), comandante militare e civile del Banato di Timisoara (1734-1738). Era di origini scozzesi e aveva combattuto in Spagna al fianco di Starhemberg ed Eugenio di Savoia. Fu comandante di Toledo nel 1711 all’epoca dell’avanzata di Stanhope. Successivamente prese parte alla guerra contro il Turco comandando un reggimento di dragoni spagnoli al servizio imperiale (1714-1718) con il quale partecipò all’assedio di Belgrado nel 1717. Il reggimento spagnolo rimase nel Banato. 57 S. Steiner, op. cit., p. 225-227. I costi stimati per l’insediamento di una famiglia di coloni spagnoli assomavano a circa 500 fiorini. 58 IBIDEM, p. 141 59 A. Alcoberro i Pericay, op. cit. 78 W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85

suoi beni60. Il figlio Francesco de Paula Ramond Villana-Perlas de Rialpo nel 1752 divenne governatore del Banato di Timisoara61. Il conte Ni- cholas Hamilton, parente di Johann Andreas von Hamilton, nello stesso anno si trova a capo dell’Intendenza commerciale triestina. I destini di Fiume e del Banato tornano così ad incrociarsi.

L’intendenza commerciale (1750 – 1764)

Nel 1722 Carlo VI fondò la Compagnia di Ostenda per aumentare e organizzare i traffici commerciali dell’Austria nelle Indie Orientali e nelle Indie Occidentali oltre che in Africa62. La compagnia stabilì proprie filiali a Trieste e a Fiume e agenzie a Buccari e Portorè. Ma ben presto pressioni da parte inglese costrinsero l’imperatore, desideroso di assicu- rare il favore dell’Europa alla nuova legge di successione che prevedeva la possibilità della successione imperiale a favore di sua figlia Maria Teresa, ad abbandonare questi primi tentativi63. Impegnata ancora in una guerra di successione Maria Teresa, come il suo predecessore, dipendeva dal sostegno finanziario inglese64. La risoluzione sovrana 26 mag. 1731 istituì una prima intendenza commerciale in Trieste con compiti amministrativi in materia commer- ciale ma che nel 1749, fu trasformata in vera e propria rappresentanza provinciale, con ampia poteri nell’amministrazione politica generale del- la città. Come i Confini militari venivano amministrati direttamente dal Consiglio di Guerra di Graz, così l’Intendenza era sottoposta alla Camera aulica dell’Austria inferiore di Graz (Innerösterreichische Hofkammer) a capo della quale troviamo il conte Karl Kajetan Leslie (1696 - 1762) un nobile di origini scozzesi. Nel 1750 a capo della Suprema intendenza commerciale di Trieste fu posto il conte Nikolaus Graf von Hamilton che

60 M. DESPOT, op. cit., p. 348. 61 Francesco de Paula Ramond Graf Villana-Perlas de Rialpo (Franz Paul Raimund Graf Villana- Perlas de Rialpo, Vienna 1704 – 1773). 62 Il nome ufficiale era Compagnie impériale et royale établie dans les Pays-bas autrichiens. La base delle operazioni indiane era situata nel Bengala, a Coblon (anche Gabelon), presso Banquibazaar. A. Norbert Laude, La Compagnie d’Ostende et son activité coloniale au Bengale, (1725-1730), Bruxelles, 1944. 63 Col Trattato di Vienna del 1731, negoziato dal conte Philipp Ludwig Wenzel von Sinzendorf e lord Chesterfield, la Gran Bretagna riconobbe la Prammatica Sanzione, condizionandolo con lo scioglimento della Compagnia di Ostenda che faceva concorrenza alla British East India Company. Ai tempi di Maria Teresa alti funzionari di origine britannica amministravano il Litorale. 64 G. Otruba, “Die Bedeutung englischer Subsidien und Antizipationen für die Finanzen Österreichs 1701 bis 1748”, Vierteljahrschrift für Sozial- und Wirtschaftsgeschichte, 2 (1964), p. 192-234. W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85 79

la resse fino al 176665. Nel 1756, con la rivoluzione diplomatica di Maria Teresa l’im- pero si era avvicinato alla Francia e tramite questa alla Russia. Nel 1755 la compagnia Urban Arnold & comp., di Anversa rilevò l’ormai fallita Compagnia privilegiata di Fiume66. Riorganizzata come Arnoldt, Kenne- dy & Wellens, essa esportava “formento in grano”, farina, carne di man- zo “parte affumata e parte in sale”, vino rosso67 provenienti dal Banato di Temesvar68 che venivano procurati dalla Compagnia di Jánosháza, at- tiva per un ventennio tra il 1757 e il 177369. A questo seguì una grande operazione di esportazione, via porto di Trieste, di buoi dall’Ungheria, mediante appaltatori di Genova, che si impegnano a spedire verso Trieste le barche dirette in Francia70. Tali iniziative francesi insospettiscono il conte Nicholas Hamilton dell’Intendenza triestina e il Commerzasses- sorium, il suo ufficio fiumano, ispezionava con una certa assiduità le attività del locale zuccherificio71. Fiume venne assoggettata all’Intendenza nel 1752 e verso il 1754 ebbe inizio la riforma dell’amministrazione fiumana72. Il processo subì un’accelerazione nel 1760 quando a capo della commissione fu posto il conte Raimund Karl von Vilana-Perlas, figlio del governatore del Banato

65 Su Nikolaus Graf von Hamilton (1715-1769), governatore di Trieste vedi il volume di K. M. Baker, “Nicolò Hamilton 1715-1769 conte del S.R.I. Consigliere Aulico”, Atti dei Civici musei di storia ed arte, 7 (1982). Sull’impatto che ebbe Hamilton sulla riorganizzazione dell’amministrazione del Litorale, vedi F. Cusin, “Le condizioni giuridiche di Trieste e le riforme dell’amministrazione comunale nella prima metà del secolo XVIII”, AT, (46) 1932, p. 101-239. 66 U. Cova, “Uomini, capitali e iniziative dei Paesi Bassi austriaci per lo sviluppo economico di Trieste e Fiume nella seconda meta del Settecento”, in Trieste, Austria, Italia tra. Settecento e Novecento. Scritti in onore di Elio Apih, a cura di M. Cattaruzza, Udine, 1996, p. 153-180. 67 Archivio di Stato di Trieste (=AST), C.R.S. Intendenza Commerciale per il Litorale in Trieste 1748-1776, busta 363, “Compagnia Janoshazer” (1757-1773), doc. 15, promemoria da Fiume. 68 AST, C.R.S. Intendenza Commerciale per il Litorale in Trieste 1748-1776, busta 363, “Compagnia Janoshazer” (1757-1773), doc. 9, data 16 gennaio 1758. 69 Jánosháza è un comune situato nella provincia di Vas, nell’Ungheria occidentale, vicino al confine austriaco. Lo statuto senza data della Compagnia Janoshazer in AST, C.R.S. Intendenza Commerciale per il Litorale in Trieste 1748 – 1776, busta 363, “Compagnia Janoshazer” (1757-1773), doc. 46. 70 AST, C.R.S. Intendenza Commerciale per il Litorale in Trieste 1748-1776, busta 363, “Compagnia Janoshazer” (1757-1773), doc. 46. 71 Sono frequenti i richiami di Nicolò conte d’Hamilton all’assessore marittimo Terzi, di monitorare i traffici dello zuccherificio fiumano. DAR, Luogotenenza capitanale – Commerzassessorium (1747-1776) in particolare le serie “Commerciale” e “Economica”. 72 Il conte von Sinzendorff aveva istituito nel 1753 una commissione che sovrintendeva il processo di modernizzazione amministrativa dei porti di Trieste e Fiume. Hamilton impose a nome dell’Intendenza l’introduzione a Fiume di un Casino di Sanità, della Cassa Camerale volta ad incassare gli introiti delle tasse e dazi di proprietà della Camera aulica e che era sorta dal cessato Fondo di religione gesuitico. Venne introdotto un ufficio di porto il cui capitano determinava i diritti di ancoraggio e alboraggio, ecc., DAR, Luogotenenza capitanale – Commerzassessorium (1747-1776): Publicum. Fasc. 246: “Acta die von den Graf Philipp von Sinzendorff allher gehaltene Commission betreffend” (1753). 80 W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85

e nipote del marchese de Rialp73. Le disposizioni di Perlas permisero di trasformare l’arcaica amministrazione fiumana entro il 176374. Nel 1764, il conte Theodor Batthyány (1729 – 1812), un magnate ungherese assai vicino ai circoli di corte, acquisì i possedimenti della famiglia Perlas di Ozalj, Brod e Grobnico posti alle spalle di Fiume75. Per Fiume fu la svolta.

Batthyány e la cessione di Fiume all’Ungheria (1764 – 1779)

Un intelligence report inviato nel 1766 al Segretario di Stato bri- tannico Lord Shelburne, all’epoca della “Guerra dell’India” che seguì alla Guerra dei Sette anni, menzionava una proposta francese a Maria Teresa di istituire una Compagnia delle Indie con base a Fiume76. Il con- te de Châtelet77, ambasciatore francese a Vienna, propose a Kaunitz78 di istituire la Compagnia, facendo leva sull’avamposto di Goblon (Co- blon), ubicato tra Madras e Sadrass, già di proprietà della Compagnia di Ostenda, rilevata dai francesi79. Tali tentativi cozzarono contro gli inte- ressi delle potenze marittime, favorendo indirettamente lo sviluppo dei porti adriatici. In sintesi, lo sviluppo di Fiume, come quello di Salonicco e Odessa, prese piede dopo la Guerra dei Sette anni (1756 – 1763), a conclusione della quale la Francia perse le sue colonie in America e in Asia80.

73 DAR, Luogotenenza capitanale – Commerzassessorium (1747-1776): Publicum. Fasc. 204: “Commission von Villana Perlas” (1760-62), Fasc. 269: “Die Abordnung und verhalt Befehle Commission Villana Perlas” (1760-61). Il conte Raimund Karl von Vilana-Perlas morì nel 1810. 74 DAR, Luogotenenza capitanale – Commerzassessorium (1747-1776): Publicum. Fasc. 250: Die Reformierung der Stadtfiumanischer Statuten (1757-1760). 75 La famiglia Batthyány acquisì influenza dal matrimonio di Joseph Georg Batthyány con Franziska de Paula nata contessa von Illeshazy il cui padre nato a Nemetujvar (Burgenland) nel 1738 era camerario e coppiere del regno ungarico nonché consigliere intimo del gubernium dell’Austria interiore. A. HELMEDACH, “Die Reiseberichte des Grafen Vincenz Batthyány. Quellen zur Sozial und Wirtschaftsgeschichte Südosteuropas und zur ersten Reformergeneration in Ungarn”, Südost Forschungen, 49 (1990) p. 131 e passim. Teodoro Batthyány divenne anche azionista della Compagnia di Temeswar. F. HAUPTMANN, Rijeka, cit., p. 85. 76 National Archives - Londra, Shelburne Papers: SP 78/271 (1766). 77 Louis Marie Florent de Lomont d’Haraucourt, duc du Châtelet (1727-1793). Nel 1761 ministro plenipotenziario di Luigi XV a Vienna e inviato speciale presso l’imperatore Francesco, consorte di Maria Teresa. Nel 1768 ambasciatore a Londra. 78 Kaunitz era molto legato alla Francia. Cfr. H. WALPOLE, Memoirs of the reign of King George the Third, Volume 1, Londra, 1845, p. 424. Era massone, iscritto alla loggia di Bruxelles. 79 Coblon (anche Gabelon) era l’unico avamposto della Compagnia delle Indie orientali di Ostenda. Cfr. T. SALMON, Modern history or the present state of all nations, Londra, 1744, Volume 1, p. 231. 80 Il primo governatore della regione di Odessa della Nuova Russia da poco strappata agli ottomani sarà Armand Emmanuel de Vignerot du Plessis, duca di Richelieu (1766 –1822) nominato nel 1803. Cfr. P. W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85 81

Batthyány che ora controllava gli accessi a Fiume, aveva ingag- giato il noto economista francese Jacques Accarias de Sérionne81 per studiare le possibilità di sviluppare il commercio ungherese che egli in- tendeva convogliare a Fiume. Particolarmente interessante è l’elaborato intitolato Memoire sur le commerce des ports de Trieste et Fiume, at ou royaume d’Hongrie, databile al 1768. Sérionne vi affermava che da parte francese ormai da molto tempo si cercava di attirare dall’Ungheria per via dei porti di Trieste e Fiume la somma pari a 12 milioni di lire torinesi che annualmente la Francia pagava a Inghilterra e Olanda per i rifornimenti di tabacco e carne salata (salaisons de bœuf)82. Elemento de- cisivo sono le comunicazioni con l’entroterra. Per trasportare in maniera vantaggiosa i prodotti ungheresi era necessario rendere navigabili i fiumi Sava, Kupa e Drava verso i porti di Fiume e Trieste. La rotta principale passava per il fiume Sava, tributario del Danubio, per Sissak da dove poi i carichi venivano trasbordati su naviglio più piccolo verso Laibach (Lubiana) da dove prendevano la Strada Commerciale per Trieste. In alternativa, da Sissak si potevano trasbordare i carichi su piccole barche sul fiume Culpa (Kupa) il quale era navigabile fino a Carlstadt e da li prendevano la strada Carolina fino a Fiume, oppure la Giuseppina fino a Segna. La Kupa in realtà era navigabile fino al castello d’Ozalj, e secon- do i francesi (all’epoca impegnati nella costruzione di canali sia in ma- drepatria ma anche in Italia settentrionale, Olanda e Germania) si poteva scavare un canale dalla Kupa fino al mare in modo di aprire ai commerci d’Europa un flusso valutabile in 15 – 20 milioni di fiorini annui. I france- si proponevano altresì l’apertura del porto di Segna posto ai confini della Dalmazia. I porti del Litorale dovevano attrezzarsi con manifatture ca- paci di produrre attrezzature per le navi: corde, candele, grassi, vele ecc. Che tutto ciò fosse effettivamente possibile lo dimostravano le manifat-

Herlihy, Odessa, a History, 1794-1914, Cambridge, MA, 1986. Durante le guerre napoleoniche gli inglesi spediscono due agenti ufficialmente per trattare le forniture di legname per la Royal Navy uno a Fiume e l’altro ad Odessa, ma in realtà per monitorare eventuali iniziative da parte francese. M. Scott Hardy, The British Navy, Rijeka and A.L. Adamic: War and Trade in the Adriatic 1800-25, Oxford, 2005. 81 Accarias de Sérionne (Châtillon-en-Diois 1706 – Vienna 1792). La sua prima moglie, Anne Catherine Balmpain, era la protetta di Elisabetta Teresa di Lorena, principessa d’Epinay (1664-1748). H. HASQUIN, “Jacques Accarias de Sérionne, économiste et publiciste français au service des Pays Bas autrichiens”, Etudes sur le XVIIIe siecle, 1 (1974), p. 159-170. Tra le sue opere: Les Intérêts des nations de l’Europe développés relativement au commerce, 4 volumi dedicati a Caterina II, Leyda, 1766; Le commerce de la Hollande, Amsterdam, 1768; La Richesse de l’Angleterre, Vienna, 1771; La vraie Richesse de l’Etat, Vienna, 1774; La Richesse de la Hollande, Londra, 1778. 82 AST, C.R.S. Intendenza Commerciale per il Litorale in Trieste 1748-1776, busta 361: “Hungarisches Commercium” (1768-1771), doc. 451-470. 82 W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85

ture zuccheri e tabacchi di Fiume i cui prodotti, secondo il documento francese, erano di pari qualità di quelli di Dunquerque. Sérionne scrisse un Second Memoire sur le commerce des ports de Trieste et Fiume, et de la Hongrie83 che dava istruzioni precise: Trieste doveva abbandonare le rotte commerciali da Amburgo e Francoforte e rimpiazzarle con quelle di Ostenda, mentre l’Ungheria doveva rendere navigabile la Kupa fino a Brod. Effettivamente la compagnia si specializzò nella raffinazione di zuccheri provenienti dalla colonia francese di Haiti e nell’esportazione di granaglie, potasse e lane ungheresi verso la Francia, la Spagna e l’I- talia84. Giuseppe II, dopo una visita ai porti del Litorale croato nel 1775, decise di renderli autonomi dall’accentramento del commercio maritti- mo in Trieste85. Poco dopo l’ormai anziana imperatrice dichiarò che Fiu- me per l’Ungheria sarebbe stata ciò che era Trieste per l’Austria. Due pa- trizi fiumani, Giulio Benzoni e Giuseppe Marotti, si recarono a Vienna, invitati dal conte Theodor Batthyány, per esprimere alla sovrana la loro piena adesione a tale progetto86. Maria Teresa, con rescritto del 14 feb- braio 1776, sciolse la Provincia mercantile del Litorale, reincorporando la costa da Buccari a Carlopago alla Croazia. Parimenti, sottoponeva la città di Fiume all’amministrazione del Consiglio luogotenenziale cro- ato87. Nel 1779, appena fu completata la strada «Josefina» che doveva collegare la Croazia con l’Ungheria, Maria Teresa il 23 aprile, modi- ficò l’ordinanza del 1776, sottraendo Fiume dalla Croazia che veniva annessa direttamente all’Ungheria quale corpo separato88. Stando al testo

83 AST, C.R.S. Intendenza Commerciale per il Litorale in Trieste 1748-1776, busta 361: “Hungarisches Commercium” (1768-1771), doc. 471-473 84 Una fonte francese del 1788 illustra il rapporto commerciale che legava Fiume al Banato: “La compagnie de Fiume, qui devoit échanger des marchandises du pays contre des sucres. La compagnie de Temeswar, qui devoit exporter des grains, de la potasse et de la laine de Hongrie , en Italie, en Espagne et en France”. H. G. Riqueti Mirabeau, De la Monarchie prussienne sous Frédéric le Grand avec un appendice contenant des recherches sur la situation actuelle des principales contrées de l’Allemagne, Parigi, 1788, p. 404. 85 I. ERCEG, “Dnevnik Josipa II o prilikama u Hrvatskoj i na jadranskoj obali god. 1775.” [Il diario di Giuseppe II sulla situazione in Croazia e lungo la costa adriatica nel 1775], Starine JAZU, 53 (1966), p. 223-262. La stessa tesi veniva sostenuta da Sérionne da quasi un decennio. 86 S. Gigante, Storia del comune di Fiume, Firenze, 1928, p. 78-79. 87 Il Consiglio luogotenenziale croato, supremo organo di governo della Croazia, fu istituito da Maria Teresa, su insistenza di Giuseppe II, nel 1767 con sede a Vienna, ebbe vita breve e fu sciolto nel 1779. Fino al 1848, la Croazia dipese per tutti gli affari dalla Cancelleria aulica ungherese. Cfr. M. PANDŽIĆ, Arhivi i pismohrane u doba Hrvatskog kraljevskog vijeća - (1767-1779) [Gli archivi all’epoca del Consiglio reale croato, 1767-1779], Zagabria, 2005. 88 I. VAN ERCEG, “Konfiskacija zrinsko-frankopanskih imanja”,cit ., p. 37-39. W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85 83

del rescritto Fiume di San Vito, col suo distretto, era come corpo sepa- rato, annesso alla Sacra corona del Regno d’Ungheria a differenza del distretto di Buccari, col quale non andava confuso, appartenente “fin dai suoi primordi” al Regno di Croazia89. Essendo l’assetto politico della Croazia in piena riorganizzazione dopo lo scioglimento del Consiglio luogotenenziale croato, gli Stati ed Ordini della Croazia furono informa- ti solo tardivamente ma il 23 ottobre 1779 protestarono, rifiutandosi di accettarne l’interpretazione. Tutta la storia politica di Fiume dal 1779 al 1918 può pertanto essere interpretata come una lunga disputa giuridica sull’interpretazione dei due atti sovrani del 1776 e 177990, tanto più che l’appartenenza della città rimase ambigua fino al crollo della monarchia asburgica del 1918.

SAŽETAK: ŠPANJOLSKI NASLJEDNI RAT I POSTANAK RIJEČKOG EMPORIJA (1701.-1779.) - Rijeka se u svojoj povijesti oduvijek nalazila na marginama glavnih trgovačkih pravaca. Prekretnica je nastupila nakon rata za španjolsku baštinu 1701. - 1714. Engleska je odlučno podržala habsburške vojne kampanje protiv Osmanlija, saveznika Francuske. Pobjede u Bečkom ratu i u kasnijim kampanjama omogućile su posredovanjem Engleske i Nizozemske povratak velikog dijela Ugarske utanačenog Karlovačkim mirom 1699. godine. Pohod Eugena Savojskog omogućio je Beču da s mirom u Požarevcu 1718. pripoji i Temišvarski Banat i dio Srbije. Car Karlo VI se mirom u Rastattu odrekao španjolskog prijestolja, ali je stekao španjolske posjede (Mi- lano, Napulj, Sardiniju, španjolsku Nizozemsku). Britanski su diplomate prisilili Vene- ciju da odustane od monopola nad Jadranom, pa je car Jadran proglasio slobodnim za plovidbu 1717. godine, kako bi mogao uspješno djelovati na Siciliji gdje su se iskrcale burbonske jedinice iz Španjolske. Nakon poraza 1714. veliki broj španjolskih izbjeglica doselio se u Italiju, a nekoliko je španjolskih pukovnija sudjelovalo u ratnim kampanjama protiv Turaka u Banatu. U Beču je djelovalo i Španjolsko državno vijeće koje je financirala Napuljska državna blagajna. Gubitak Napulja i Sicilije 1735. prisilio je španjolskog državnog sekretara markiza Perlasa da ozbiljno proradi na projektu osnivanja kolonije španjolskih izbje- glica u Banatu. “Nova Barcelona” trebala je biti izgrađena kraj današnjeg Zrenjanina ali su porazi u ratu 1739. onemogućili ostvarenje plana.

89 S. Gigante, op. cit., p. 79-80. A capo dell’amministrazione del Litorale Ungarico, comprendente il corpus separatum di Fiume e il distretto di Buccari, stava un governatore, nominato dalla luogotenenza ungherese. Governatori furono: conte József Majláth Székhélyi (1776-1783), conte Pál Almásy Zsadányi (1783 to 1788), conte János Pétar gróf Szápáry (1788-1791), Sándor Pászthory (1791-1801), József Klobusiczky (1801-1809). 90 L’argomentazione del diritto storico croato su Fiume venne redatta da Franjo Rački, Rijeka prema Hrvatskoj [Fiume verso la Croazia], Zagabria, 1867. Successivamente uscì anche una traduzione in lingua tedesca, curata da Petar Preradović: Franz Rački, Fiume gegenüber von Croatien, Zagabria, 1869. 84 W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85

Don Ramón de Vilana Perlas Marqués de Rialp (1663. - 1741.) je već 1724. postao vlasnik bivših zrinsko-frankopanskih imanja u Hrvatskom primorju i Gorskom kota- ru, zamijenivši ih za dva posjeda u Napulju i na Siciliji gdje je car Karlo VI prognao Rákóczyijeve sinove. Upravu nad imanjima vršio je španjolski plemić aragonskog po- drijetla Antonio de Verneda (1693. – 1774.) koji se stalno nastanio u Rijeci. Nakon Ra- mónove smrti 1741. posjede je naslijedio sin Francesco de Paula Ramon Vilana Perlas (1704. – 1773.) koji će 1752. postati guverner Temišvarskog Banata. Iste je godine 1752. šef Tršćanske trgovačke Intendence, grof Nicholas Hamilton (1715. – 1769.) i formalno preuzeo vlast nad Rijekom i započeo proces modernizacije njene uprave pod nadzorom Dvorske komore iz Graca kojom je upravljao još jedan Škot, grof Leopold von Leslie. U tu je svrhu osnovana posebna komisija na čelu koje je 1760. postavljen Ramonov unuk i sin Temišvarskog guvernera dvorski komesar Raimund Karl Graf von Vilana-Perlas. Perlasova komisija uspjela je da do 1763. upravu luke i grada Rijeke ustroji po uzoru na Trst a već je slijedeće godine 1764., uz Vernedino posredovanje, ugarski grof Theodor Batthyány (1729. – 1812.) otkupio Perlasova imanja u riječkom zaleđu: Ozalj, Brod i Grobnik. Batthyány je angažirao francuskog ekonomistu Jacquesa Accariasa de Sérionne (1706. – 1792.) da mu razradi prikladnu razvojnu ekonomsku strategiju: Francuska je iz Ugar- ske počela uvoziti proizvode koje je prije dobavljala iz svojih američkih kolonija koje je izgubila u sedmogodišnjem ratu (1756. – 1763.). Sérionne je 1768. savjetovao da se Rijeka što bolje poveže sa Ugarskom i u upravnom smislu. Nakon proputovanja god. 1775. Josipa II po jadranskoj obali i Hrvatskoj, Rijeka je 1776. uključena u novoo- snovanu Severinsku županiju, koja je bila u sastavu banske Hrvatske pa prema tome i Ugarske. Marija Terezija ukida Hrvatsko kraljevsko vijeće 16. kolovoza 1779. ali nje- gove nadležnosti nije prenijela na Sabor, već na Ugarsko namjesničko vijeće, u kojem je ban dobio mjesto savjetnika. Iste je godine pripojen Ugarskoj i Temišvarski Banat kao naknada za ugarske kontribucije u ratu za bavarsku baštinu 1778. – 1779. Rijeka se tako afirmirala kao izvozna luka za ugarske i banatske proizvode prema Francuskoj, Španjolskoj i južnoj Italiji, trgovini koje je već u prethodnom desetljeću razvila riječka Privilegirana trgovačka kompanija i njena rafinerija šećera a koju je sada nadziralo Ugarsko namjesničko vijeće preko svojeg guvernera.

POVZETEK: VOJNA ZA ŠPANSKO DEDIŠČINO. ZAČETKI REŠKEGA EMPORIJA (1701-1779) - Reka je bila v svoji zgodovini od nekdaj na marginah glavnih trgovskih smeri. Prekretnica je nastopila po vojni za špansko dediščino 1701-1714. Anglija je od- ločno podprla habsburške vojaške akcije proti Osmanom, ki so bili zavezniki Francije. Zmage v dunajski vojni in v poznejših akcijah so omogočile povrnitev velikega dela Madžarske, kar je bilo, s posredovanjem Anglije in Nizozemske, potrjeno s karlovš- kim mirom 1699. leta. Pohod Eugena Savojskega je omogočil Dunaju, da z mirom v Požarevcu 1718. pripoji tako Temišvarski Banat kot del Srbije. Cesar Karl VI. se je z mirom v Rastattu odrekel španskemu prestolu, a je dobil španske posesti (Milano, Ne- apelj, Sardinijo, Špansko Nizozemsko). Britanski diplomati so prisilili Benetke, da so odstopile od monopola nad Jadranom, zato ga je cesar 1717. leta razglasil za svobodno W. KLINGER, La guerra di successione spagnola..., Atti, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno, vol. XLIV, 2014, p. 63-85 85

plovno območje, da bi lahko uspešno deloval na Siciliji, kjer so se izkrcale burbonske enote iz Španije. Po porazu 1714. se je veliko španskih beguncev priselilo v Italijo, nekaj španskih pol- kov pa je sodelovalo v vojaških akcijah proti Turkom. Na Dunaju je deloval tudi špan- ski državni svet, financirala ga je neapeljska državna blagajna. Izguba Neaplja in Sici- lije 1734. je španskega državnega sekretarja markiza Perlasa prisilila, da je začel resno delo pri projektu španske kolonije v Banatu. “Nova Barcelona” bi bila morala zgrajena biti pri Zrenjaninu, a porazi v vojni 1739. so udejanjenje načrta onemogočili. Don Ramón de Vilana Perlas Marqués de Rialp (1663-1741) je že 1724. postal lastnik bivših posesti Zrinskih Frankopanov v hrvaškem primorju in v Gorskem Kotorju. Me- njal jih je za dvoje v Neaplju in na Siciliji, odkoder je cesar Karl VI. izgnal Rákóczyje- ve sinove. Imetje je upravljal Antonio de Verneda (1693–1774), španski plemič aragon- skega porekla, ki se je za stalno nastanil na Reki. Po Ramónovi smrti 1741. je posesti nasledil sin Francesco de Paula Ramón de Vilana Perlas (1704–1773), ki 1752. postane guverner Temišvarskega Banata. Istega leta, 1752, šef Tržaške trgovinske intendence, grof Nicholas Hamilton (1715–1769), tudi formalno prevzame oblast nad Reko in za- čne proces modernizacije njene uprave pod nadzorom Dvorne zbornice iz Gradca, ki jo je upravljal še en Škot, grof Leopold von Leslie. Zato je ustanovljena posebna komisija, na čelo katere je 1760. postavljen dvorni komisar grof Raimund (Ramón) Karl von Vilana Perlas, sin guvernerja Temišvarskega Banata in Ramónov vnuk. Perlasovi komisiji je do 1763. uspelo upravo luke in mesta Reke ustrojiti po tržaš- kem vzorcu, že naslednje leto, 1764., pa je, ob posredovanju Vernede, madžarski grof Theodor Batthyány (1729–1812) odkupil Perlasovo imovino v reškem zaledju: Ozalj, Brod in Grobnik. Batthyány je angažiral francoskega ekonomista Jacquesa Accariasa de Sérionneja (1706-1792), da mu razvije prikladno razvojno ekonomsko strategijo: Francija je iz Madžarske začela uvažati proizvode, ki jih je prej dobavljala iz svojih ameriških kolonij, a jih je izgubila v sedemletni vojni (1756-1763). Sérionne je 1768. svetoval, da se Reka čimbolj poveže z Madžarsko tudi v upravnem smislu. Po popotovanju Jožefa II. po Hrvaški in po jadranski obali leta 1775 je Reka 1776. vključena v novoustanovljeno severinsko županijo v banski Hrvaški. Marija Terezija hrvaški kraljevi svet ukine 16. avgusta 1779, njegovih pristojnosti pa ni prenesla na Sabor, temveč na madžarski namestniški svet. Istega leta je Madžarski pripojen tudi Temišvarski Banat, kot nadomestilo za madžarsko kontribucijo v vojni za bavarsko dediščino 1778–1779. Reka se je tako afirmirala kot izvozno pristanišče za madžarske in banatske proizvode proti Franciji, Španiji in južni Italiji, v trgovini, ki sta jo že v predhodnem desetletju razvili reška Privilegirana trgovska družba in njena rafinerija sladkorja, zdaj pa jo je nadziral madžarski namestniški svet prek svojega guvernerja.