Periodico Di Cultura Arte E Letteratura Libreria Dante & Descartes € 7,00 2 Sud 4/5
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RIVISTA EUROPEA REVUE EUROPÉENNE EUROPEAN REVIEW EUROPÄISCHE ZEITSCHRIFT sudREVISTA EUROPEA 4/5. > Testi Yvonne Baby Elisabeth Barillé Frédérich Beigbeder Piero Berengo Gardin Emmanuel Bonetti Gherardo Bortolotti Alessandro Broggi Esteban Buch Angelo Castrovilli Maria Grazia Calandrone Ennio Cavalli Gianni Celati Biagio Cepollaro Stanko Cerovic Fiammetta Cirilli Thierry Crifo Cesare Cuscianna Dominique Delcourt Paola De Luca Luis De Miranda Jean Philippe Domecq Francesco Forlani Gabriella Fuschini Antonio Ghirelli Marco Giovenale Paolo Graziano Benoît Gréan Domenico Grifoni Andrea Inglese Petr Král > Immagini Olivier Maillart Giorgio Mascitelli Frédéric Pajak Walter Nardon Marie B.Cros Marino Niola Archivio Fiat Michel Odoul Fulvio Caporso Jean-Pierre Ohl Davide Sala Matteo Palumbo Roger Salloch Alexandra Petrova Fulvio Caporso Felice Piemontese Emmanuel Bonetti Philippe Pogam Guy Debord Lakis Proguidis Philippe Schlienger Renata Prunas Mimmo Jodice Laura Pugno * Luca Anzani Eleonora Puntillo Philippe Schlienger Davide Racca Francis Amiand Raiz Roger Salloch Margherita Remotti Bruno Bressolin François Ricard > Traduzioni Marc Garcia Massimo Rizzante Frédérique Francesco Rosi Cris Altan Giacomazzi Daniéle Rousselier Paola De Luca Luigi Esposito Roger Salloch Federica Di Lella Roger Salloch Lucio Saviani Francesco Forlani Romain Slocombe Roberto Saviano Martina Mazzacurati Roberta della Volpe Domenico Scarpa Paola Micalizzi Luca Dalisi Carmelo Seminara Paolo Nusco Andréas Lang Romain Slocombe Valentina Parisi Patrick Chevaleyre Michele Sovente Alesandra Rivazio Archivio Nunziatella Michael Sullivan Laura Toppan Carlo Levi (archivio François Taillandier questo numero è Francesca Spinelli Prunas) Jean-Charles dedicato Irene Stelli Archivio Storico Vegliante a Pasquale Prunas e Maria Laura Vanorio Chantal Nau Ornela Vorpsi Giancarlo Mazzacurati Lidia Verde Rafaele Ide Stefano Zangrando periodico di cultura arte e letteratura Libreria Dante & Descartes € 7,00 2 sud 4/5. PORCA PARIGI Thierry Crifo traduzione di Francesca Spinelli Se ne sta al volante della sua gerato, proprio come la scollatu- che aspetta il cliente, fumando Noleggiare la Mercedes non è Mercedes coupé, parcheggiata in ra, il vestito aderente e il rosset- gauloise senza filtro e facendo mica complicato, sono trecento rue de Seze, dietro la Madeleine, to chiassoso che si rimette dopo le parole crociate, mentre su Ra- euro al giorno. Ginette se la divi- sono le tre di notte ed è gennaio ogni giro, e la gomma da masti- dio Nostalgie trasmettono Mike de con Dany, un’amica di Sarcel- inoltrato. La Madeleine, come care Hollywood per dimenticare. Brandt e i Beach Boys. les che invece lavora di giorno. È quella di Proust e della sua me- No, non si può dimenticare, ma Florilegio: dei provinciali un matematico, centocinquanta euro moria sepolta e dispersa, Proust cancellare per un attimo, prima po’ alticci, che prima passano per a testa, significa almeno due giri che abitava qui vicino, tra l’al- del prossimo pompino, il gusto rue St-Denis, si eccitano a distan- per pagare il noleggio, più un al- tro, la Madeleine dell’Olympia insopportabile del preservativo, za, e poi si spaccano i denti da tro giro, almeno, per le spese di dove Mistinguett era di casa, an- anche quando è al limone o alla vicino su una povera africana fa- trasporto, perché Ginette a not- che se quello era solo un cinema menta. sciata di rosa shock e data in pa- te finita, alle sei, parcheggia la tra tanti altri, la Madeleine del- Sessantacinque anni, il mo- sto. Stranieri in seminario, vec- Mercedes nel posteggio sotto la la piazza, della chiesa e di fron- mento della pensione per alcune, chi oppure giovani di periferia, o Madeleine e torna a casa in taxi. te, in lontananza, dopo la Senna, quasi tutte, ma a lei tocca ancora di campagna, oppure il contrario, Per campare, insomma, servono l’Assemblée, che le fa da gemel- sgobbare. I clienti sono sempre sbarcati a Parigi per un tirocinio, cinque giri a notte. la, da trompe l’œil ufficiale; la meno, ma ce ne sono alcuni che un colloquio di lavoro, un salone Cinque giri, un tempo, non era- Madeleine del teatro, di rue de la continuano a credere al mito del- qualunque a Porte de Versailles, no nulla, anzi, erano un insulto Paix e del suo caffè, dell’Opéra la città delle lucciole, Parigi intra o un funerale. A scelta. alla sua femminilità e alla sua e del suo fantasma; e poi, dal- muros, da Pigalle al Bois de Bou- perizia, ma adesso, col freddo di l’altro lato, la Madeleine di rue logne, da Porte Dauphine a Saint Ma la macchina, questa sì che gennaio, i tempi che corrono e gli Royale, se si getta uno sguardo Lazare, dai controviali dietro gli è un’idea geniale! La tedesca di anni che sono passati, cinque giri dietro la facciata impenetrabi- Champs Elysées a Place de la gran lusso fa la sua figura, fa col- rasentano l’impossibile. le di Maxim’s e del suo defunto Nation. Ma questa è tutta preisto- po sul passante, niente a che ve- cacciatore, dove tanti smoking e ria, le puttane sono invecchiate, dere con quei camioncini schifosi E così Ginette aspetta, ma non tante scollature si sono strofinati, quelle che hanno potuto o saputo e insalubri nascosti sui viali dal- si vede un’anima. Elle a discu- tra bicchieri vuotati e altri rotti, restare al passo coi tempi si dan- le parti della foresta di Melun o té le bout de gars, si l’on peut dove tanti musicisti di operetta si no a domicilio, fanno le star in della strada per Beauvais. Ce ne dire, con qualche collega dotata foto Archivio Fiat sono assopiti in piedi, morti vi- rete, complici la webcam e le luci sono ancora alcuni, come quelli di macchina tedesca o giappone- venti, sognando per notti intere studiate per nascondere le rughe che alla Coupole si fanno acca- se cromata, sul lastrico come lei, finte contesse che non si sareb- del tempo. Si mettono a nudo e lappiare dalle donne a caccia di ha insultato e cacciato via un esi- bero mai scopate, ma bisogna possono farlo da casa, con calma, ragazzotti col conto in banca im- bizionista in reggicalze con l’uc- pur campare, e allora giù serate, tra il formaggio e le pere, tra un bottito come la loro pancia, alcu- cello che sembrava un palloncino col violino in spalla che piagnu- reality e un altro, controllando la ni, quindi, ancora cascano come sgonfio, poi un ubriaco disfatto e cola da sempre, davanti a tavoli pentola sul fuoco con la coda del- pere nella trappola della creatura commovente. Ha abbassato il fi- di aristocratici di fine secolo, di l’occhio. Le altre, quelle che se che si offre (si vende); certo, non nestrino per dare seno e scollatura americani straricchi, di uomini ne stanno ancora sui marciapiedi è di primo pelo, ma in compen- in pasto a un tipo scialbo che si è politici scaduti o in erba, di don- fradici, sui viali, sotto gli ombrel- so è bionda da morire e ossigena- messo a mercanteggiare. Ha pre- ne da prendere, accompagnare o li, sotto le tettoie delle fermate ta a volontà, si abbrutisce e si fa so un cliente, un vecchio, grasso, abbandonare; la Madeleine di rue degli autobus, ragazzine dell’est, scopare nella sua macchina. Una che le ha raccontato la sua vita, Royale, quindi, ma anche quella fanciulle nel fiore degli anni, con Mercedes, scusate se è poco! lasciandole centocinquanta euro VIE della Concorde e della Camera l’anima già mutilata dagli orrori Come minimo c’è un tigre nel solo per venirle tra i seni, che dei Deputati, addormentata, per della guerra e della vita, un peu à motore, e pure una felina! Dav- sant’uomo! Il tutto è durato meno La parrucca bionda, la lascia mezzo a una folla già compatta, i una volta, e poi quella delle Tui- la peine, à la traîne, tossiche, pre- vero, sulla Mercedes coupé non di venti minuti. E così, dopo aver come ogni mattina in macchina, dannati della terra, sul treno, un leries e dei suoi appuntamenti tra se e sbattute dai più duri dei duri, c’è nulla da dire, solo da ammi- fatto un giro tra la Madeleine e il nel vano portaoggetti. treno che li porta in periferia. uomini avidi di sessi frettolosi, e che fanno fatica ad arrivare a fine rare con tanto di inchino, il mes- Palais Royal, tanto per non ave- Intanto l’ha chiamata Paul, il Si siede, appoggia la testa al fi- infine quella del Louvre, del suo mese, e allora costi quel che co- saggio è potente e implacabile. re né rimorsi né rimpianti, dopo tassista che tutti i giorni, alle sei, nestrino, contro il riflesso del suo museo e della sua piramide mit- sti, bene o male, rimangono là, a Infallibile. Pubblicità inganne- aver lanciato qualche occhiata la porta a casa a Levallois, in pe- viso. Il vagone inizia a riempirsi. terandiana, da cui la prospettiva, spiare il male che aleggia e son- vole, senza dubbio, ma una volta ai tipi fermi al semaforo accan- riferia. Si scusa, c’è stato un con- Ginette si sente subito parte di un valore a quanto pare borghese, necchia dentro di noi... Dei pove- che il consumatore è stato irreti- to a lei, senza successo, Ginette trattempo, è ancora impegnato, altro tempo, di un altro mondo, lacera a modo suo il cielo e il sel- racci qualunque in calore, a caso, to, il danno è fatto, ecco che è in- ha deciso di staccare. Sono le sei, sta andando a Roissy per beccare eppure il suo mondo è proprio ciato di Parigi, con uno squarcio con le mani in tasca, il colletto trappolato e non può più tornare inutile insistere. Nel parcheggio il volo da New York che atterra questo, e i suoi simili, quelli veri, netto e imperioso.