SEZIONE 9 – ARIOSTO E IL POEMA DEL MOVIMENTO Capitolo 3 – L’ furioso

Orlando furioso , XXVIII, 85-102; XXIX, 1-27 W4 e Isabella

Le ultime ottave del XXVIII canto e le prime del XXIX sono occupate da uno degli episodi più celebri del Furioso . Rodomonte, allontanatosi dal campo dei saraceni dopo aver subìto il rifiuto da parte di Doralice (che a lui preferisce ), de - cide di prendere dimora in una chiesa abbandonata nei pressi di Montpellier; qui giunge casualmente Isabella, che pur di non infrangere il voto di castità fatto per onorare la memoria del suo amato Zerbino, si sottrae ai desideri erotici di Rodomonte procurandosi la morte con un espediente.

85 Posto ch’ebbe alle liti e alle contese termine il re pagan, lasciò la mensa; indi nel letto per dormir si stese fin al partir de l’aria scura e densa: ma de la notte, a sospirar l’offese più della donna ch’a dormir, dispensa. Quindi parte all’uscir del nuovo raggio, e far disegna in nave il suo vïaggio.

86 Però ch’avendo tutto quel rispetto ch’a buon cavallo dee buon cavalliero, a quel suo bello e buono, ch’a dispetto tenea di e di ; vedendo per duo giorni averlo stretto più che non si dovria sì buon destriero, lo pon, per riposarlo, e lo rassetta in una barca, e per andar più in fretta.

87 Senza indugio al nocchier varar la barca, e dar fa i remi all’acqua da la sponda.

85 1-2. Posto … la mensa: donna amata che a dormire . sciuto in esso il suo cavallo Frontalatte, nelle ottave immediatamente prece - 7. Quindi … raggio: Da qui ( quindi ), di cui era stato a sua volta derubato denti (83-84), l’oste presso il quale Ro - allo spuntare del giorno ( del nuovo (XXVII, 71 e sgg.). Da notare l’insisti - domonte si era fermato (XXVII, 130 e raggio ). ta iterazione, nello spazio di pochi ver - sgg.) aveva cercato di difendere le don - 8. far disegna: decide di fare . si, dell’aggettivo buono , in riferimento ne dall’accusa di infedeltà e di inaffida - sia a Rodomonte sia al suo destriero. bilità a loro tradizionalmente imputa - 86 1-4. Però … Ruggiero: 5-6. vedendo … destriero: rendendo - ta, suscitando in tal modo l’ira del «re Poiché aveva nei confronti del suo ca - si conto di aver forzato il suo destrie - pagan», sdegnato dal rifiuto di Dorali - vallo, che possedeva a dispetto di Sa - ro più di quanto avrebbe dovuto ( più ce (da qui, appunto, le liti e le contese cripante e di Ruggiero, quel rispetto e che si dovria ). del v. 1). quella cura che ogni buon cavaliere de - 7. lo rassetta: lo sistema . 4-6. fin al partir … dispensa: fino a ve a un buon cavallo . Rodomonte ave - che non si dissipasse il buio fitto della va infatti sottratto il cavallo Frontino a 87 1. varar la barca: mettere notte ( aria scura e densa ); ma trascor - Ruggiero (XXIII, 32 e sgg.); successiva - la barca in acqua . re la notte ( de la notte… dispensa ) più mente anche Sacripante ne aveva ri - 2. e dar… la sponda: e fa mettere i re - a sospirare per le offese subite dalla vendicato la proprietà, avendo ricono - mi in acqua, dal fianco della barca .

C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino 1 Quella, non molto grande e poco carca, se ne va per la Sonna giù a seconda. Non fugge il suo pensier né se ne scarca Rodomonte per terra né per onda: lo trova in su la proda e in su la poppa; e se cavalca, il porta dietro in groppa.

88 Anzi nel capo, o sia nel cor gli siede, La guerra dei pensieri

Per descrivere lo stato d’animo di Ò

e di fuor caccia ogni conforto e serra. L Rodomonte, Ariosto ricorre alla Di ripararsi il misero non vede, B metafora bellica ( nemici ; guerra ; O da poi che gli nimici ha ne la terra. è combattuto , aiuto ), ricorrente Non sa da chi sperar possa mercede, nella poesia stilnovista e se gli fanno i domestici suoi guerra : petrarchesca per descrivere il conflitto interno di chi soffre la notte e ’l giorno e sempre è combattuto d’amore. da quel crudel che dovria dargli aiuto .

89 Naviga il giorno e la notte seguente Rodomonte col cor d’affanni grave; e non si può l’ingiuria tor di mente, che da la donna e dal suo re avuto have; e la pena e il dolor medesmo sente, che sentiva a cavallo, ancora in nave: né spegner può, per star ne l’acqua, il fuoco, né può stato mutar, per mutar loco.

3. poco carca: con poco carico, leg - 88 1-2. Anzi … serra: Anzi il na ), aveva infatti preferito Mandricar - gera . pensiero della donna gli occupa la do a Rodomonte; e Agramante (il suo 4. la Sonna: la Saona (Saône), fiume mente e il cuore, e caccia e chiude fuo - re ) aveva respinto la richiesta di Rodo - affluente del Rodano. ri ( serra ) ogni consolazione . monte di battersi in duello con il riva - 4-8. Non fugge … groppa: Rodo - 3-6. Di ripararsi … guerra: Il misero le per ottenere l’amata (XXVII, 104 e monte non si libera del pensiero della Rodomonte non trova il modo di ri - sgg.). donna amata, né viaggiando in terra pararsi, dal momento che ha dentro di 7-8. né spegner … mutar loco: né rie - né viaggiando in acqua: lo ritrova sul - sé ( ne la terra ) i suoi nemici. Non sa sce a spegnere il fuoco per il fatto di la prua ( in su la proda ) e a poppa e, se da chi sperare conforto ( mercede ), da - stare in acqua ( per star ne l’acqua ), né cavalca, lo porta con sé in groppa . No - to che sono proprio i suoi intimi sen - cambiare la sua condizione pur cam - biando luogo . Osserva il ben calibrato ta la metonimia di onda per “acqua”. timenti e pensieri ( i domestici suoi ) a muovergli guerra . Nota l’uso, altret - innesto tra il registro metaforico (il fuo - Degna di rilievo, inoltre, la costruzione tanto ricorrente nella poesia stilnovista co della rabbia e dell’amore) e quello re - a chiasmo sapientemente conferita dal e petrarchesca, della metafora della ferenziale ( l’acqua , che invece non è poeta ai versi finali: la successione ter - guerra per descrivere lo stato conflit - metaforica, ma reale), cui corrisponde ra-acqua del v. 6 («per terra … per on - tuale di chi soffre d’amore. una selezione e distribuzione delle tes - da») viene esplicitata e al contempo ro - 8. quel crudel … aiuto: quel crudele sere lessicali quanto mai attenta agli esi - vesciata nei due versi di chiusura del - pensiero che invece dovrebbe recargli ti fonico-ritmici: oltre all’anafora «né l’ottava (per cui si trova prima il riferi - aiuto . … né» (cui si aggiunge il ne del v. 7), si mento al viaggio in barca: «in su la pro - osservi la rima interna «star … mutar» da e in su la poppa»; e in seconda bat - 89 2. d’affanni grave: appe - e il gioco multiplo del chiasmo («né tuta al viaggio via terra: «e se cavalca santito dagli affanni. spegner può» / «né può […] mutar»; […]»). 3-4. e non … have: Doralice ( la don - «stato mutar» / «mutar loco»).

2 C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino 90 Come l’infermo, che dirotto e stanco di febbre ardente, va cangiando lato; o sia su l’uno o sia su l’altro fianco spera aver, se si volge, miglior stato; né sul destro riposa né sul manco, e per tutto ugualmente è travagliato: così il pagano al male ond’era infermo mal trova in terra e male in acqua schermo.

91 Non puote in nave aver più pazïenza, e si fa porre in terra Rodomonte. Lion passa e Vïenna, indi Valenza, e vede in Avignone il ricco ponte; che queste terre et altre ubidïenza, che son tra il fiume e ’l celtibero monte, rendean al re Agramante e al re di Spagna dal dì che fur signor de la campagna.

92 Verso Acquamorta a man dritta si tenne con animo in Algier passare in fretta; e sopra un fiume ad una villa venne e da Bacco e da Cerere diletta, che per le spesse ingiurie, che sostenne dai soldati, a votarsi fu constretta. Quinci il gran mare, e quindi ne l’apriche valli vede ondeggiar le bionde spiche.

90 1-8. Come l’infermo … la quale Ariosto ricorda il «ricco pon - Bacco è infatti, nella mitologia classica, schermo: Come il malato, che affran - te», che in realtà fu costruito solo nel XII il dio del vino; Cerere invece la dea del - to ( dirotto ) e stanco per la febbre ar - secolo). l’agricoltura. dente, cambia lato, e spera, girandosi 5-8. che queste … campagna: queste 5-6. che … constretta: che a causa (se si volge ) ora su un fianco ora sul - città, e altre che si trovano tra il Roda - delle frequenti incursioni ( spesse in - l’altro, di migliorare la sua condizione, no ( il fiume ) e i monti Pirenei ( ‘l celti - giurie ) dei soldati è rimasto abbando - ma non trova riposo né sul lato destro bero monte ), obbedivano ad Agraman - nato . né sul sinistro, e ugualmente prova te e al re di Spagna [Marsilio] da quan - 7-8. Quinci … spiche: Da una parte dappertutto dolore; così Rodomonte do ( dal dì che ) questi ultimi se ne im - (Quinci ) vide ondeggiare il mare, dal - non trova riparo ( schermo ) al male di padronirono . I Pirenei sono detti da l’altra ( quindi ) vide ondeggiare le Ariosto «celtibero monte» perché essi cui era infermo, né in terra né in ac - bionde spighe di grano nelle assolate qua . Per questa similitudine, un proba - separano la Francia dalla Spagna set - (apriche ) valli . Il distico finale dell’ot - bile antecedente è da trovarsi in Dante, tentrionale, che i Romani chiamavano Purg ., VI, vv. 148-151: «vedrai te so - appunto Celtibera . tava, come spesso avviene nel poema migliante a quella inferma / che non ariostesco, è accuratamente lavorato sul può trovar posa in su le piume, / ma 92 1. Acquamorta: Aigues- piano retorico e formale: all’ enjambe - con dar volta suo dolore scherma». Mortes, località sita anch’essa nei pres - ment «apriche / valli» si salda infatti si del Rodano. l’immagine dell’«ondeggiar» delle spi - 91 3-4. Lion … ponte: si 2. con animo … fretta: con l’inten - ghe, che riprende e prolunga – sebbene tratta di città francesi: Lione, Vienne, zione di arrivare presto ad Algeri . non più in riferimento all’elemento Valence (sulla sponda del fiume Roda - 3-4. ad una villa … diletta: un villag - marino – l’idea della vastità e della mo - no) e infine Avignone (a proposito del - gio che abbondava di viti e di raccolti . bilità delle onde del mare.

C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino 3 93 Quivi ritrova una piccola chiesa di nuovo sopra un monticel murata, che poi ch’intorno era la guerra accesa, i sacerdoti vòta avean lasciata. Per stanza fu da Rodomonte presa; che pel sito, e perch’era sequestrata dai campi, onde avea in odio udir novella, gli piacque sì, che mutò Algieri in quella.

94 Mutò d’andare in Africa pensiero, sì commodo gli parve il luogo e bello. Famigli e carrïaggi e il suo destriero seco alloggiar fe’ nel medesmo ostello. Vicino a poche leghe a Mompoliero e ad alcun altro ricco e buon castello siede il villaggio allato alla riviera; sì che d’avervi ogn’agio il modo v’era.

95 Standovi un giorno il Saracin pensoso (come pur era il più del tempo usato), vide venir per mezzo un prato erboso, che d’un piccol sentiero era segnato, una donzella di viso amoroso in compagnia d’un monaco barbato; e si traeano dietro un gran destriero sotto una soma coperta di nero.

96 Chi la donzella, chi ’l monaco sia, chi portin seco, vi debbe esser chiaro. Conoscere Issabella si dovria,

93 2. di nuovo … murata: cedente. solito fare . da poco costruita . 3. Famigli e carrïaggi: Servitori e ba - 4. che … segnato: confronta Dante, 5. Per stanza: come residenza . gagli . Inf ., XIII, v. 3: «che da nessun sentiero 6-7. perch’era … novella: perché si 4. seco … fe’: fece allogiare con sé ( se - era segnato». trovava lontana ( sequestrata ) dai cam - co ). 5. di viso amoroso: dal viso amabile, pi di battaglia, dai quali ( onde ) non 5. Mompoliero: Montpellier, città che fa innamorare . voleva ricevere notizie . Rodomonte, francese . 6. barbato: con una lunga barba . infatti, dopo il rifiuto di Doralice e il 7. siede: si trova , è situato . 8. coperta di nero: il dettaglio croma - mancato sostegno di Agramante, si era tico, oltre che richiamare alla memoria allontanato volontariamente, in preda 95 1-8. Standovi un giorno del lettore la triste vicenda di Zerbino alla «amorosa rabbia» (XXVII, 111). … di nero: in questa ottava Ariosto in - (XXIV, 90, 7: «sul mesto suo destrier 8. mutò Algieri in quella: decise di ri - troduce – quasi a rimarcare la rottura Zerbin posaro»), lascia anche presagire, manere lì, anziché recarsi ad Algeri. dell’equilibrio raggiunto da Rodomon - quasi stendendo la sua ombra sulle ot - te nel suo isolamento – il personaggio tave successive, la morte di Isabella. 94 1. Mutò… pensiero: di Isabella, che dopo aver assistito alla Cambiò il suo progetto di andare in morte dell’amato Zerbino, ucciso da 96 3. Conoscere … si do - Africa . Nota l’uso di mutò , che ripren - Mandricardo, si era posta in viaggio vria: Si dovrebbe riconoscere Isabella . de il v. 8 dell’ottava precedente («mutò con un vecchio frate verso la Provenza, Ariosto si rivolge in questa ottava di - Algieri in quella») e che, ricalcando la decisa a dedicarsi alla vita religiosa rettamente ai lettori, ricapitolando sin - struttura delle coblas capfinidas , segna (XXIV, 60-93). teticamente gli eventi già narrati relati - una forte continuità con la strofa ante - 2. come pur era … usato: come era vi a Isabella e Zerbino.

4 C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino che ’l corpo avea del suo Zerbino caro. Lasciai che vêr Provenza ne venìa sotto la scorta del vecchio preclaro, che le avea persuaso tutto il resto dicare a Dio del suo vivere onesto.

97 Come ch’in viso pallida e smarrita sia la donzella, et abbia i crini inconti; e facciano i sospir continua uscita del petto acceso, e gli occhi sien duo fonti; et altri testimoni d’una vita misera e grave in lei si veggan pronti; tanto però di bello anco le avanza, che con le Grazie Amor vi può aver stanza.

98 Tosto che ’l Saracin vide la bella donna apparir, messe il pensiero al fondo, ch’avea di biasmar sempre e d’odiar quella schiera gentil che pur adorna il mondo. E ben gli par degnissima Issabella, in cui locar debba il suo amor secondo, e spenger totalmente il primo, a modo che da l’asse si trae chiodo con chiodo.

99 Incontra se le fece, e col più molle parlar che seppe, e col miglior sembiante, L’empietà di Rodomonte

Una delle caratteristiche Ò

di sua condizïone domandolle: L principali del personaggio di et ella ogni pensier gli spiegò inante; B Rodomonte è la sua irrisione di O come era per lasciare il mondo folle, qualsiasi legge morale: egli è e farsi amica a Dio con opre sante. dunque «altier» (superbo), Ride il pagano altier ch’in Dio non crede, perché sprezzante della fede e dei precetti religiosi. d’ogni legge nimico e d’ogni fede.

5. vêr Provenza: verso la Provenza . 7-8. tanto però … stanza: ancora pos - suo secondo amore . Nota la non ca - 6-8. vecchio … viver onesto: il vene - siede così tanta bellezza che Amore e suale corrispondenza rimica «bella : Is - rando vecchio, che l’aveva convinta a le Grazie possono risiedere in lei ( vi sabella», vv. 1 e 5. dedicare a Dio ciò che le rimaneva del - può aver stanza ), e quindi ella può fa - 7. il primo: come si è detto, l’amore la sua onesta vita . L’aggettivo preclaro è re innamorare . Nota il costrutto lati - per Doralice. un latinismo ( praeclarus : “illustre”); co - neggiante del complemento partitivo 8. si trae … chiodo: chiodo scaccia il sì come un latinismo è il verbo dicare «tanto … di bello». chiodo . per “dedicare”. 98 1-4. Tosto che … il mon - 99 1-3. Incontra … doman - 97 1-2. Come ch’in viso … do: Non appena Rodomonte vide dolle: Le andò incontro, e con le pa - sia: intendi in senso concessivo: Sebbe - comparire la bella donna, abbandonò role più gentili e dolci che poté, e con ne la fanciulla fosse . (mise … al fondo ) l’intenzione di bia - il miglior aspetto che poté assumere, 2. inconti: scomposti , spettinati . simare e odiare sempre la schiera delle le chiese ( domandolle ) quale fosse la 3-4. e facciano … fonti: e le escano donne . Nota l’elegante perifrasi con cui sua condizione . continuamente sospiri dal petto, e dai Ariosto designa il genere femminile: 4. gli spiegò inante: gli manifestò . suoi occhi scendano lacrime . «quella / schiera gentil che pur adorna 7-8. Ride … fede: ride il superbo ( al - 5-6. et altri… pronti: e si scorgano il mondo». tier ) pagano, che non crede in Dio e palesi ( pronti ) altri segni ( testimoni ) di 5-6. E ben … secondo: E Isabella gli che è nemico di ogni legge morale e di una vita infelice . parve degnissima donna cui affidare il ogni fede .

C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino 5 100 E chiama intenzïone erronea e lieve, e dice che per certo ella troppo erra; né men biasmar che l’avaro si deve, che ’l suo ricco tesor metta sotterra: alcuno util per sé non ne riceve, e da l’uso degli altri uomini il serra. Chiuder leon si denno, orsi e serpenti, e non le cose belle et innocenti.

101 Il monaco, ch’ a questo avea l’orecchia, e per soccorrer la giovane incauta, che ritratta non sia per la via vecchia, sedea al governo qual pratico nauta, quivi di spiritual cibo apparecchia tosto una mensa sontuosa e lauta. Ma il Saracin, che con mal gusto nacque, non pur la saporò, che gli dispiacque:

102 e poi ch’invano il monaco interroppe, e non poté mai far sì che tacesse, e che di pazïenza il freno roppe, le mani addosso con furor gli messe. Ma le parole mie parervi troppe potriano omai, se più se ne dicesse: sì che finirò il canto; e mi fia specchio quel che per troppo dire accade al vecchio.

100 1. E chiama … lieve: E ricondotta sulla vecchia strada . Vale a potè più sopportare . Nota l’insistita definisce la sua decisione sbagliata e dire: vegliava affinché Isabella non mu - anafora che scandisce i primi tre versi sconsiderata . tasse idea e non tornasse a interessarsi dell’ottava («e … / e… / e…») fino al - 3-4. Né … sotterra: E la si deve biasi - delle vicende amorose; nauta è latini - lo scoppio dell’ira di Rodomonte. mare tanto quanto l’avaro che nascon - smo. 6. Ma le parole: l’avversativa sancisce, de sotto terra il suo ricco tesoro . 5-8. Quivi … dispiacque: alla simili - mediante l’intervento diretto del poeta, 6. il serra: lo esclude , lo sottrae . tudine nautica segue una metafora ga - l’interruzione della narrazione, annun - stronomica: il monaco allestisce un ric - ciando la fine del canto. 101 1. avea l’orecchia: presta - co e abbondante pasto di «spiritual ci - 7. mi fia specchio: mi servirà da esem - va attenzione , ascoltava . bo» per persuadere Rodomonte; il qua - pio . 2-4. e per soccorrer … nauta: e come le tuttavia, poiché «con mal gusto nac - 8. per troppo dire: per aver troppo un esperto marinaio ( qual pratico que», non gradisce l’offerta. parlato . nauta ) stava al timone ( governo ), per aiutare l’incauta fanciulla a non essere 102 3. e che… roppe: non

6 C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino Canto XXIX La mutevolezza dell’uomo

L’ottava di apertura è centrata su Ò uno dei temi fondamentali L 1 O degli uomini inferma e instabil mente! B come siàn presti a varïar disegno! dell’intero : la O volubilità dell’animo umano Tutti i pensier mutano facilmente, quando è preda del sentimento più quei che nascon d’amoroso sdegno. amoroso. Io vidi dianzi il Saracin sì ardente contra le donne, e passar tanto il segno, che non che spegner l’odio, ma pensai che non dovesse intiepidirlo mai.

2 Donne gentil, per quel ch’a biasmo vostro parlò contra il dover, sì offeso sono, che sin che col suo mal non gli dimostro quanto abbia fatto error, non gli perdono. Io farò sì con penna e con inchiostro, ch’ognun vedrà che gli era utile e buono aver taciuto, e mordersi anco poi prima la lingua, che dir mal di voi.

3 Ma che parlò come ignorante e sciocco, ve lo dimostra chiara esperïenza. Incontra tutte trasse fuor lo stocco de l’ira, senza farvi differenzia: poi d’Issabella un sguardo sì l’ha tocco, che subito gli fa mutar sentenzia. Già in cambio di quell’altra la disia: l’ha vista a pena, e non sa ancor chi sia.

4 E come il nuovo amor lo punge e scalda, muove alcune ragion di poco frutto,

1 1. inferma: malferma , vo - solo pensai che non avrebbe mai pla - 3 3-4. trasse fuor … ira: lubile . cato il suo odio nei confronti delle sguainò la spada dell’ira . Si tratta, 2. come… disegno!: come siamo ra - donne, ma neppure lo avrebbe miti - chiaramente, di una metafora. Lo pidi ( siàn presti ) nel cambiare decisio - gato . “stocco” è un’arma bianca di dimensio - ne! ni ridotte rispetto a una spada. 3. più quei … sdegno: e ancor di più 2 1-8. L’intera ottava è oc - 5. tocco: toccato , colpito . mutano velocemente i pensieri susci - cupata da una allocuzione del poeta al - 6. sentenzia: latinismo ( sententia ) per tati da una delusione d’amore . le donne. opinione , parere . 4. Io vidi dianzi: Anche in questo ca - 1-2. per quel … sono: sono così offe - 7. in cambio di quell’altra: vale a di - so, secondo una tecnica narrativa pun - so per ciò che Rodomonte ha detto in - re, al posto di Doralice. tualmente ricorrente nelle zone di rac - giustamente. cordo del poema (all’inizio o alla fine di 3. col suo mal: a suo discapito, a suo 4 1. come: da intendere in un canto, oppure all’altezza dell’inne - danno . senso causale: e poiché . sto di un nuovo filo narrativo), il poe - 6. gli era utile e buono: sarebbe stato 2. muove … frutto: utilizza argomen - ta rinvia a luoghi precedenti del poema per lui utile e opportuno . Ariosto, in ti poco validi . Rodomonte non è per - (per la dura requisitoria di Rodomonte queste ottave di apertura del nuovo sonaggio dotato di raffinate capacità ar - contro il genere femminile, si veda in canto, lascia dunque intendere che il gomentative e persuasive: non a caso, di particolare il canto XXVII, stanze 119 comportamento di Rodomonte pro - fronte alla maggiore capacità oratoria e sgg.). durrà delle conseguenze dolorose. del frate, riuscirà ad imporre le proprie 7-8. che non … intiepidirlo: che non ragioni solo per mezzo della forza.

C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino 7 per romper quella mente intera e salda ch’ella avea fissa al Creator del tutto. Ma l’eremita che l’è scudo e falda, perché il casto pensier non sia distrutto, con argumenti più validi e fermi, quanto più può, le fa ripari e schermi.

5 Poi che l’empio pagan molto ha sofferto con lunga noia quel monaco audace, e che gli ha detto invan ch’al suo deserto senza lei può tornar quando gli piace; e che nuocer si vede a viso aperto, e che seco non vuol triegua né pace: la mano al mento con furor gli stese, e tanto ne pelò, quanto ne prese.

6 E sì crebbe la furia, che nel collo con man lo stringe a guisa di tanaglia; e poi ch’una e due volte raggirollo, da sé per l’aria e verso il mar lo scaglia. Che n’avenisse, né dico né sollo: varia fama è di lui, né si raguaglia. Dice alcun che sì rotto a un sasso resta, che ’l piè non si discerne dalla testa;

7 et altri, ch’a cadere andò nel mare, ch’era più di tre miglia indi lontano, e che morì per non saper notare, fatti assai prieghi e orazïoni invano; altri, ch’un santo lo venne aiutare, lo trasse al lito con visibil mano.

3-4. per romper … del tutto: per far 102 v. 1 («e poi ch’invano») sia nell’ in - 5. Che n’avenisse … sollo: Cosa gli sia desistere Isabella dal proposito fermo cipit (« Poi che l’empio pagan […]»), sia accaduto ( n’avenisse ), né lo dico, né lo e saldo di consacrarsi a Dio . la v. 3 («e che gli ha detto invan […]»). so . 5. Ma … falda: Ma il monaco, che le 1. molto ha sofferto: ha sopportato a 6. varia fama … raguaglia: ci sono di - fa da scudo e da armatura ( falda ). Do - lungo . versi racconti sul suo conto ( varia fa - po le metafore della navigazione e del - 2. noia: fastidio . ma… di lui ), ma non coincidono tra la mensa, il poeta ricorre ora a immagi - 5. a viso aperto: apertamente , scoper - loro ( né si raguaglia ). ni e tessere lessicali afferenti alla sfera tamente. Confronta con Dante, Inf. , 7-8. sì rotto … testa: è caduto tanto semantica della guerra per descrivere la X, 93: «Ma fu’ io solo […] / colui che rovinosamente contro una roccia, che difesa operata dal monaco in favore di la difese a viso aperto». non è più possibile distinguere i piedi Isabella. 6. e che seco: e che con lui . dalla testa . 8. le fa ripari e schermi: la protegge e 8. tanto … ne prese: gli tirò via tanta la tutela dalle insidiose proposte di barba quanta ne prese . 7 2. indi lontano: lontano Rodomonte . da lì , vale a dire dal luogo da cui Ro - 6 2. a guisa di tanaglia: co - domonte lo ha lanciato. 5 1-8. Poi che … ne prese. me una tenaglia . 3. per non saper notare: perché non Da questa ottava si riprende il filo nar - 3. e poi che … raggirollo: e dopo sapeva nuotare . rativo lasciato in sospeso nelle ultime averlo fatto girare . 4. fatti … invano: dopo aver inutil - ottave del canto precedente e nelle pri - 4. da sé … lo scaglia: lo allontana for - mente fatto molte preghiere e orazioni . me del XXIX, come mostra anche il temente da sé, scagliandolo in aria ver - 6. lo trasse al lito: lo condusse in sal - preciso calco e la ripresa di XXVIII, so il mare. vo sulla sponda .

8 C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino Di queste, qual si vuol, la vera sia: di lui non parla più l’istoria mia.

8 Rodomonte crudel, poi che levato s’ebbe da canto il garrulo eremita, si ritornò con viso men turbato verso la donna mesta e sbigottita; e col parlar ch’è fra gli amanti usato, dicea ch’era il suo core e la sua vita e ’l suo conforto e la sua cara speme, et altri nomi tai che vanno insieme.

9 E si mostrò sì costumato allora, che non le fece alcun segno di forza. Il sembiante gentil che l’innamora, l’usato orgoglio in lui spegne et ammorza: e ben che ’l frutto trar ne possa fuora, passar non però vuole oltre la scorza; che non gli par che potesse esser buono, quando da lei non lo accettasse in dono.

10 E così di disporre a poco a poco a’ suoi piaceri Issabella credea. Ella, che in sì solingo e strano loco, qual topo in piede al gatto si vedea, vorria trovarsi inanzi in mezzo il fuoco; e seco tuttavia rivolgea s’alcun partito, alcuna via fosse atta a trarla quindi immaculata e intatta.

11 Fa ne l’animo suo proponimento di darsi con sua man prima la morte, che ’l barbaro crudel n’abbia il suo intento,

8 1-2. Rodomonte … ere - per il momento andare oltre la scorza, go così solitario e a lei sconosciuto . mita: il feroce Rodomonte, dopo es - pur potendo ricavarne il frutto . Vale a 4. qual topo … vedea: si sentiva come sersi liberato ( levato … da canto ) del dire: pur essendo conscio di poter sod - un topo tra gli artigli ( in piede al ) del loquace monaco ( garrulo eremita ). disfare i propri desideri anche con la for - gatto . 5. e col parlar … usato: e con le paro - za, per il momento intende fermarsi al - 5. vorria … il fuoco: avrebbe preferi - le solitamente usate dagli innamorati . la sola ammirazione del «sembiante gen - to trovarsi nel mezzo di un incendio . 8. e altri nomi tai: e altri simili appel - til» di Isabella (che è appunto la scorza ). 6. seco … rivolgea: pensava tra sé ( se - lativi . 7-8. che non gli par … dono: perché co … rivolgea ). ritiene che tale frutto non possa esse - 7. alcun partito: alcuna soluzione . 9 1. sì costumato: così ri - re buono, qualora non lo ricevesse in 8. trarla quindi: farla uscire da quella spettoso . dono da lei . Prosegue e conclude la me - situazione. 3. Il sembiante gentil: Il nobile aspet - tafora della scorza e del frutto dei due to di Isabella . versi precedenti. 11 3. che ’l barbaro … in - 4. ammorza: smorza , placa . tento: che Rodomonte raggiunga 5-6. e ben che … scorza: e non vuole 10 3. in sì … loco: in un luo - quanto desidera.

C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino 9 e che le sia cagion d’errar sì forte contra quel cavallier ch’in braccio spento l’avea crudele e dispietata sorte; a cui fatto have col pensier devoto de la sua castità perpetuo voto.

12 Crescer sempre più l’appetito cieco vede del re pagan, né sa che farsi. Ben sa che vuol venire all’atto bieco, ove i contrasti suoi tutti fien scarsi. Pur discorrendo molte cose seco, il modo trovò al fin di ripararsi, Il desiderio di Rodomonte Al progressivo aumento del Ò e di salvar la castità sua, come desiderio di Rodomonte L B

io vi dirò, con lungo e chiaro nome. corrisponde, da parte del re O pagano, una sempre minore Al brutto Saracin, che le venìa capacità di controllo e di 13 dissimulazione linguistica: egli già contra con parole e con effetti abbandona perciò la cortesia privi di tutta quella cortesia artificiosamente esibita nei primi che mostrata le avea ne’ primi detti: momenti. – Se fate che con voi sicura io sia del mio onor (disse), e ch’io non ne sospetti, cosa all’incontro vi darò, che molto più vi varrà, ch’avermi l’onor tolto.

14 Per un piacer di sì poco momento, di che n’ha sì abondanza tutto ’l mondo, non disprezzate un perpetuo contento, un vero gaudio a nullo altro secondo. Potrete tuttavia ritrovar cento e mille donne di viso giocondo; ma chi vi possa dar questo mio dono, nessuno al mondo, o pochi altri ci sono.

15 Ho notizia d’un’erba, e l’ho veduta venendo, e so dove trovarne appresso,

4-6. e che … sorte: e prima che egli le 6. ripararsi: difendersi . pensa dal valore eterno . faccia commettere un così grave af - 8. lungo e chiaro nome: duratura e 4. a nullo altro secondo: inferiore a fronto nei riguardi di Zerbino ( quel chiara fama ( nome ). Il sostantivo «no - nessun altro . cavallier ), che una sorte crudele e spie - me» è qui da intendersi alla latina ( no - 6. di viso giocondo: dal viso piace - tata aveva fatto morire tra le sue brac - men ). vole . cia ( in braccio spento / l’avea ). 8. nessuno al mondo: da mettere a 8. a cui … voto: per il quale aveva fat - 13 1-2. che … con effetti: confronto con il v. 2, «tutto ’l mon - to eterno voto di castità . che ormai ( già ) le si rivolgeva con pa - do»: Isabella, per convincere Rodo - role e con atti . monte ad abbandonare il desiderio di 12 2. che farsi: cosa fare , co - 7. all’incontro: in cambio , come ri - sedurla, insiste dunque sulla estrema me agire . compensa . rarità del dono promesso, al contrario 3-4. all’atto bieco … scarsi: alla vio - del piacere che egli vorrebbe ottenere lenza nei suoi confronti, dinanzi alla 14 1. di sì poco momento: da lei. quale tutti i suoi sforzi per opporsi sa - così poco importante . rebbero stati vani . 3. un perpetuo contento: una ricom - 15 2. appresso: qui vicino .

10 C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino che bollita con elera e con ruta ad un fuoco di legna di cipresso, e fra mano innocenti indi premuta, manda un liquor, che, chi si bagna d’esso tre volte il corpo, in tal modo l’indura, che dal ferro e dal fuoco l’assicura.

16 Io dico, se tre volte se n’immolla, un mese invulnerabile si trova. Oprar conviensi ogni mese l’ampolla; che sua virtù più termine non giova. Io so far l’acqua, et oggi ancor farolla, et oggi ancor voi ne vedrete prova: e vi può, s’io non fallo, esser più grata, che d’aver tutta Europa oggi acquistata.

17 Da voi domando in guiderdon di questo, che su la fede vostra mi giuriate che né in detto né in opera molesto mai più sarete alla mia castitate. – Così dicendo, Rodomonte onesto fe’ ritornar; ch’in tanta voluntate venne ch’invïolabil si facesse, che più ch’ella non disse, le promesse:

18 e servaralle fin che vegga fatto de la mirabil acqua esperïenza; e sforzerasse intanto a non fare atto, a non far segno alcun di vïolenza. Ma pensa poi di non tenere il patto, perché non ha timor né riverenza di Dio o di santi; e nel mancar di fede tutta a lui bugiarda Africa cede.

3. con elera e con ruta: con l’edera e 4. che sua … non giova: poiché il suo che le promise ( promesse ) anche più di con la ruta . La ruta è un tipo di erba potere ( virtù ) non dura oltre questo li - quanto lei stessa chiese . aromatica. mite di tempo . 6-7. manda … indura: stilla ( manda ) 5. l’acqua: il liquido magico . 18 1-2. e servaralle … un liquido che rende a tal punto forte 7-8. e vi può … acquistata: e, se non esperïenza: e le disse che avrebbe (indura ) chi se ne bagna per tre volte, sbaglio ( s’io non fallo ), tale liquido vi mantenuto ( servaralle ) quanto pro - da renderlo invulnerabile ( che … l’as - può essere gradito più d’aver conqui - messo, finché non avesse sperimenta - sicura ) dalla spada e dal fuoco . stato l’intera Europa . to il portentoso liquido . 3. e sforzerasse: e che si sarebbe sfor - 16 1. se n’immolla: se ne ba - 17 1. guiderdon: ricompen - zato . Anche qui, come nei due versi gna . sa . precedenti, sottintendi: “disse”. 3. Oprar … convien: Occorre fare 5-6. Rodomonte … ritornar: rese Ro - 7-8. e nel … cede: e tutta l’Africa è a l’ampolla, occorre distillare nuova - domonte nuovamente rispettoso ( one - lui inferiore ( cede ) nel venir meno alla mente il liquido . Nota l’uso del verbo sto ). parola data . Proverbialmente, già a par - convenire nel significato di “occorre”, “è 6-8. in tanta … promesse: desiderava tire dai Romani, gli africani erano con - necessario” (calco del latino convenit ). così tanto di divenire invulnerabile, siderati infidi e inattendibili.

C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino 11 19 Ad Issabella il re d’Algier scongiuri di non la molestar fe’ più di mille, pur ch’essa lavorar l’acqua procuri, che far lo può qual fu già Cigno e Achille. Ella per balze e per valloni oscuri da le città lontana e da le ville ricoglie di molte erbe; e il Saracino non l’abandona, e l’è sempre vicino.

20 Poi ch’in più parti quant’era a bastanza colson de l’erbe e con radici e senza, tardi si ritornaro alla lor stanza; dove quel paragon di continenza tutta la notte spende, che l’avanza, a bollir erbe con molta avertenza: e a tutta l’opra e a tutti quei misteri si trova ognor presente il re d’Algieri.

21 Che producendo quella notte in giuoco con quelli pochi servi ch’eran seco, sentia, per lo calor del vicin fuoco ch’era rinchiuso in quello angusto speco, tal sete, che bevendo or molto or poco, duo barili votâr pieni di greco, ch’aveano tolto uno o duo giorni inanti i suoi scudieri a certi vïandanti.

22 Non era Rodomonte usato al vino, perché la legge sua lo vieta e danna: e poi che lo gustò, liquor divino gli par, miglior che ’l nettare o la manna;

19 1-2. Scongiuri … mille: 93, 5, e 97, 8. 4. in quello angusto speco: in quella giura moltissime volte di non mole - 4. quel … continenza: quell’esempio piccola dimora , vale a dire la chiesa di starla . (paragon ) di temperanza , vale a dire la cui si parla in XXVIII, 93 e 94. 3. lavorar … procuri: si adoperi per casta Isabella. 6. votâr: svuotarono , bevvero . Ⅲ gre - preparare il liquido . 5. tutta … l’avanza: impiega il resto co: vino greco . 4. che far … Cigno: che lo può ren - della notte. 7. ch’aveano ... inanti: che due giorni dere invulnerabile come Cigno e 6. avertenza: cura , attenzione . prima avevano rubato . Achille . Cigno era stato infatti reso in - 7-8. e a tutta … d’Algieri: e il re d’Al - vulnerabile alle armi dal padre Posei - geri [Rodomonte] assiste per tutto il 22 1. usato: avvezzo , abi - done; fu poi ucciso per strangolamen - tempo all’operazione misteriosa . tuato . to da Achille, il quale a sua volta era sta - 2. perché … danna: perché la religio - to reso immune dai colpi delle armi 21 1. Che producendo … ne islamica lo vieta e lo condanna . dalla madre Teti, in tutto il corpo tran - notte: il quale [Rodomonte] protraen - 4. nettare … manna: il nettare è la ne che nel tallone. do ( producendo ) la notte nel gioco e bevanda degli dèi, secondo la mitolo - 5. balze: rupi scoscese . nell’ozio . Questo verso ariostesco sarà gia classica; la manna è invece il cibo ripreso da Parini, Mattino , 34-35: «E il miracolosamente inviato da Dio al 20 2. colson: colsero . patetico gioco oltre più assai / produ - popolo ebraico durante l’esodo dal - 3. stanza: dimora . Vedi sopra, XXVIII, cesti la notte […]». l’Egitto.

12 C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino e riprendendo il rito saracino, gran tazze e pieni fiaschi ne tracanna. Fece il buon vino, ch’andò spesso intorno, girare il capo a tutti come un torno.

23 La donna in questo mezzo la caldaia dal fuoco tolse, ove quell’erbe cosse; e disse a Rodomonte: – Acciò che paia che mie parole al vento non ho mosse, quella che ’l ver da la bugia dispaia, e che può dotte far le genti grosse, te ne farò l’esperïenza ancora, non ne l’altrui, ma nel mio corpo or ora.

24 Io voglio a far il saggio esser la prima del felice liquor di virtù pieno, acciò tu forse non facessi stima che ci fosse mortifero veneno. Di questo bagnerommi da la cima del capo giù pel collo e per lo seno: tu poi tua forza in me prova e tua spada, se questo abbia vigor, se quella rada. –

25 Bagnossi, come disse, e lieta porse all’incauto pagano il collo ignudo, incauto, e vinto anco dal vino forse, incontra a cui non vale elmo né scudo. Quel uom bestial le prestò fede, e scórse sì con la mano e sì col ferro crudo, che del bel capo, già d’Amore albergo, fe’ tronco rimanere il petto e il tergo.

26 Quel fe’ tre balzi; e funne udita chiara voce, ch’uscendo nominò Zerbino,

5. e riprendendo ... saracino: e, se - so e che rende dotte anche le persone è Rodomonte a essere incauto , mentre condo il costume musulmano . Ariosto ignoranti ( grosse ), provando gli effetti prima era stata così designata Isabella: allude cioè alla convinzione occidenta - del liquido sul mio stesso corpo . vedi XXVIII, 101 v. 2. le che gli islamici siano inclini all’ec - 4. incontra … scudo: ai cui colpi non cesso. 24 1. far il saggio: provare . c’è elmo o scudo [che possa resistere] . 7. ch’andò spesso intorno: che girò 2. felice liquor: che dà felicità . 5-8. e scórse … tergo: e la trapassò molte volte tra i presenti . 3. acciò … veneno: affinché tu non con la mano e con la crudele spada 8. torno: tornio . possa pensare che esso contenga un ve - (ferro crudo ), facendo rimanere il leno mortale . petto e il dorso di lei privo del suo bel 23 1. in questo mezzo: nel 7-8. tu poi … rada: tu metti alla pro - capo, in cui un tempo risiedeva frattempo, in questo frangente . va su di me la tua forza e la tua spada, Amore . 4. che mie … mosse: che non ho par - per verificare se il liquido è efficace ( se lato inutilmente . questo abbia vigor ) e se la spada taglia 26 1-2. Quel … Zerbino: Il 5-8. quella che … or ora: te ne darò (se quella rada ). suo capo ( quel ) fece tre balzi, e ne fu quella riprova ( te ne farò l’esperïenza ) udita uscire la voce invocante il nome che distingue ( dispaia ) il vero dal fal - 25 2. incauto: nota come ora di Zerbino .

C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino 13 per cui seguire ella trovò sì rara via di fuggir di man del Saracino. Alma, ch’avesti più la fede cara, e ’l nome quasi ignoto e peregrino al tempo nostro, de la castitade, che la tua vita e la tua verde etade,

27 vattene in pace, alma beata e bella! Così i miei versi avesson forza, come ben m’affaticherei con tutta quella arte che tanto il parlar orna e còme, perché mille e mill’anni e più, novella sentisse il mondo del tuo chiaro nome. Vattene in pace alla superna sede, e lascia all’altre esempio di tua fede. (L. Ariosto, Orlando Furioso , a cura di C. Segre, Milano, Mondadori, 1990)

3-4. per cui … Saracino: per seguire 27 1. vattene … bella! pro - l’innalzamento solenne del dettato il quale [Zerbino], lei escogitò un mo - babile reminiscenza petrarchesca (cfr. (sottolineato anche dal latinismo còme , do così straordinario ( sì rara via ) di Trionfo della Morte , I, v. 124: «Vattene dal verbo latino comere , “ornare”, “ab - sottrarsi a Rodomonte . in pace, o vera mortal dea!»; e RVF , XX - bellire”), corrisponda la topica dichia - 5-8. Alma … etade: O anima, che hai VIII, 1-2: «O aspectata in ciel beata et razione di modestia del poeta («Così i ritenuto più preziosa della tua vita e bella / anima […]»). Il vocativo alma ri - miei versi…»). della tua gioventù ( verde etade ) la fe - prende e ripete l’ Alma del v. 5 dell’ot - 5-6. perché … chiaro nome: affinché deltà e il nome della castità, al nostro tava precedente. il mondo potesse aver notizia ( novella ) tempo quasi ignoto e raro . Inizia, al v. 2-4. Così … còme: Se i miei versi della tua fama . 5 di questa ottava, una allocuzione del avessero un tale potere, mi sforzerei 7. alla superna sede: in paradiso . poeta all’anima di Isabella, che prose - con tutta l’arte che adorna e abbellisce 8. all’altre: alle altre donne . gue e termina nell’ottava successiva. (còme ) la parola . Da notare come al -

GUIDA ALLA LETTURA | W4

Q L’«uom bestial» e l’«alma beata e bella»: (come si può notare a proposito dell’odio indiscrimi - i personaggi di Rodomonte e Isabella nato nei confronti delle donne, repentinamente ab - L’episodio mette in scena l’incontro fra due personag - bandonato alla vista di Isabella: vedi XXVIII, 98 e gi antinomici . Rodomonte, incarnazione della vio - XXIX, 3). Privo di scrupoli etici e religiosi (per cui non lenza istintiva (si pensi all’«appetito cieco» che lo spin - solo non esita a contravvenire alla legge islamica – in ge all’«atto bieco»: XXIX, 12, vv. 1-3) e dalla scarsa ca - XXIX, 22 –, ma progetta anche di venir meno alla pa - pacità di argomentazione (vedi il trattamento riservato rola data a Isabella – in XXIX, 18 –), il saraceno è però al monaco per superare in modo spiccio le obiezioni anche ingenuamente incline alla credulità, al punto da che egli gli oppone: XXIX, 5), è uomo tanto elemen - ritenere senza alcun dubbio plausibile la promessa del tare quanto mutevole nei sentimenti e nella psicologia dono dell’invulnerabilità. L’irrazionale e grossolana

14 C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino dabbenaggine di Rodomonte trova un suo preciso ro - canto XXIX , in cui le considerazioni di carattere ge - vesciamento nella tragica figura di Isabella : l’infeli - nerale sulla «inferma e instabil mente» degli uomini (1, ce fanciulla persegue con eroica coerenza il proposito vv. 1-4) e la difesa delle donne dalle accuse di Rodo - di conservare la propria castità in memoria dell’amato monte (2, vv. 1 e sgg.: «Donne gentil, per quel ch’a bia - Zerbino, tessendo la trama di un ingegnoso stratagem - smo vostro…») lasciano presagire le nefaste conse - ma, in virtù del quale induce l’incauto e inconsapevo - guenze dell’atteggiamento del re di Algeri («[…] sin che le Rodomonte a darle la morte. col suo mal non gli dimostro / quanto abbia fatto er - Q Varietà dei toni e strategie narrative ror, non gli perdono», 2, vv. 3-4). Le ottave prese in considerazione sono rappresentative Q La memoria letteraria della varietà dei registri tonali di cui Ariosto si avva - L’episodio è costellato di allusioni e citazioni lettera - le nel Furioso . Il divertito distacco nei confronti del - rie , a partire dagli stessi protagonisti e dagli eventi nar - la materia narrata (esemplari, da questo punto di vi - rati: se da una parte Rodomonte compare già come per - sta, le ottave 6 e 7 del canto XXIX, nelle quali si elen - sonaggio importante nell’ di cano le possibili sorti del monaco scagliato in mare da Boiardo, dall’altra la critica ha stabilito che l’espedien - Rodomonte), si alterna e infine lascia il posto all’ acco - te escogitato da Isabella in tutta probabilità Ariosto l’ha rata partecipazione al sacrificio di Isabella . Ecco desunto dal trattato quattrocentesco De re uxoria di dunque che, da una parte, attorno a Rodomonte sem - Francesco Barbaro (1416). Ma a prescindere da tali ri - brano gravitare e concentrarsi le soluzioni del co - ferimenti, particolarmente visibili sono soprattutto le mico , in tutto l’ampio spettro delle loro possibili de - reminiscenze dantesche (per le quali si rinvia alle note clinazioni: si pensi alla condanna della volubilità del sa - al testo), così come l’impiego di tessere lessicali e di sin - raceno, cui il poeta attribuisce ironicamente il medesi - tagmi palesemente riconducibili al linguaggio codifi - mo atteggiamento imputato a sua volta da Rodomon - cato della lirica amorosa , dallo stilnovismo a Petrar - te al genere femminile (confronta XXIX, 1-3 con XX - ca: si pensi al tormentato pensiero d’amore di cui è pre - VII, 117, vv. 5-8: «Oh feminile ingegno (egli dicea), / da Rodomonte, che, in omaggio alla tradizione poeti - come ti volgi e muti facilmente, / contrario oggetto ca, «nel cor gli siede» (XXVIII, 88, v. 1), e che non può proprio della fede! / Oh infelice, oh miser chi ti cre - essere lenito né per terra né per mare (vedi XXVIII, 89- de!»), oppure si pensi al ricorso al linguaggio basso e 90); e si pensi anche alla descrizione della fenomeno - realistico nella descrizione degli ozi notturni («gran taz - logia amorosa (ad es. vedi XXIX, 4, v. 1: «il novo amor ze e pieni fiaschi ne tracanna», XXIX, 22, v. 6). D’altra lo punge e scalda», e XXIX, 9, vv. 3-4: «Il sembiante parte, invece, al personaggio di Isabella si associa, gentil che l’innamora, / l’usato orgoglio in lui spegne quasi a fare da contrappunto, l’adozione di un timbro et ammorza»). efficacemente ispirato alla compartecipazione , in Il tributo al linguaggio poetico amoroso si tinge an - una sorta di climax ascendente che dalla descrizione che di venature parodiche nei versi in cui il corteggia - della fanciulla con le insegne del lutto in XXVIII, 97 mento di Rodomonte nei confronti di Isabella diviene («Come ch’in viso pallida e smarrita» ecc.) approda al più insistente: la simulata cortesia del saraceno trova in - finale tragico e patetico , coronato dalla solenne e al - fatti una sua diretta traduzione verbale in un elenco di ta allocuzione delle ottave 26-27. triti luoghi comuni in XXIX, 8, vv. 5-8 («e col parlar Una simile eterogeneità di toni riesce a coesistere in ch’è fra gli amanti usato, / dicea ch’era il suo core e la modo armonico nel testo grazie al sapiente intervento sua vita / e ’l suo conforto e la sua cara speme, / et altri diretto della voce del poeta, come si può osservare nomi tai che vanno insieme»), in maniera da rimarca - chiaramente sia nei versi conclusivi del canto XX - re con maggiore evidenza l’artefatta e grossolana ade - VIII (in cui la narrazione si interrompe per far posto sione da parte del personaggio di Rodomonte a un co - all’esempio negativo del vecchio monaco: «Ma le paro - dice comportamentale e linguistico a lui estraneo (ve - le mie parervi troppe / potriano omai, se più se ne di - di ancora XXVIII, 99, vv. 1-3: «Incontra se le fece, e col cesse: / sì che finirò il canto; e mi fia specchio / quel che più molle / parlar che seppe, e col miglior sembiante, / per troppo dire accade al vecchio»), sia nell’esordio del di sua condizïone domandolle»).

C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino 15 LABORATORIO SULTESTO | W4

Comprensione 1 Per quale motivo Rodomonte si è allontanato dal campo dei saraceni? 2 Come reagisce Rodomonte ai discorsi del monaco che accompagna Isabella? 3 A quale espediente ricorre Isabella per mantenere fede al voto di castità?

Analisi e interpretazione 4 Individua e commenta gli aggettivi attribuiti da Ariosto a Rodomonte e a Isabella. 5 Il poeta fa ampio uso di metafore e di similitudini: individuale, spiegando brevemente la funzione che esse svolgono nel contesto in cui compaiono. 6 Trova e commenta le ottave nelle quali il poeta interrompe la narrazione per intervenire in prima persona.

Approfondimento 7 Illustra analogie e differenze tra la vicenda di Isabella e Zerbino e quella di un’altra coppia di innamorati dell’ Orlando Furioso a tua scelta.

16 C. Bologna, P. Rocchi, Rosa fresca aulentissima © Loescher Editore - Torino