CARTELLA STAMPA

2 INDICE

Introduzione e informazioni pratiche 3

Una mostra, due percorsi tematici 5 “Picasso Côte d’Azur” “Picasso dans la Collection Nahmad” 7

La famiglia Nahmad, 50 anni al servizio dell’arte 9

Presentazione dei Curatori 12

Il percorso scenografico 13

Biografia di Picasso e cronologia 16

I soggiorni di Picasso in Costa Azzurra 21

Immagini per la Stampa 27

Il Grimaldi Forum 37

I Partner 39

3 INTRODUZIONE

Quest’estate il Grimaldi Forum crea l’evento con la mostra festeggia Picasso, una produzione che rende omaggio al 40° anniversario della scomparsa di questo artista di fama internazionale.

Il Grimaldi Forum Monaco vuole offrire una panoramica della sua produzione artistica da una prospettiva insolita, rivelando non solo i suoi forti legami con la Costa Azzurra, ma anche una selezione eccezionale di grandi opere provenienti da una straordinaria collezione privata.

Due percorsi tematici modulano la mostra attraverso oltre 150 opere:

Picasso Côte d'Azur conduce i visitatori nei dintorni di Antibes-Juan-les-Pins, Golfe-Juan, Mougins, Cannes, una regione dove tanto amava soggiornare d’estate, tra il 1920 e il 1946, e dove la luce mediterranea, il mare e la costa furono per lui fonte di ispirazione diretta.

Picasso dans la Collection Nahmad mette in luce i capolavori dell’artista che occupano un posto di rilievo in questa collezione unica al mondo, in termini di quantità e qualità delle opere, costituita da Ezra e David Nahmad negli ultimi cinquant’anni.

I curatori che hanno collaborato alla realizzazione della mostra sono Jean-Louis ANDRAL, Direttore del Museo Picasso di Antibes, Marilyn McCULLY, apprezzata esperta di Picasso, e lo scrittore Michael RAEBURN, che ha collaborato con essa in diverse pubblicazioni dedicate a Pablo Picasso.

4 INFORMAZIONI PRATICHE

La mostra Monaco Fête Picasso è prodotta dal Grimaldi Forum Monaco ed è sponsorizzata da Compagnie Monégasque de Banque (CMB), d’Amico e Museo Picasso di Antibes.

Curatori : Jean-Louis Andral, Marilyn McCully e Michael Raeburn

Scenografia : Cécile Degos

Sede : Espace Ravel, Grimaldi Forum Monaco 10, avenue Princesse Grace - 98000 Monaco Sito Internet : www.grimaldiforum.com

Date : dal 12 luglio al 15 settembre 2013 Orari : Aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 Apertura serale tutti i giovedì fino alle 22.00

Biglietto di ingresso: Intero: 10 € Ridotto: Gruppi (più di 10 persone)= 8 € - Studenti (con meno di 25 anni, su presentazione di un documento di identità)= 8 € - Anziani (con più di 65 anni)= 8 € - GRATUITO per i minori di 18 anni

Biglietteria Grimaldi Forum Tel. +377 99 99 3000 - Fax +377 99 99 3001 – E-mail : [email protected] e negozi FNAC

Cataloghi della mostra A cura di Jean-Louis Andral, Marilyn McCully e Michael Raeburn Picasso Côte d’Azur Formato: 24 x 28 cm. 130 illustrazioni. 170 pagine. Edizione bilingue: francese / inglese – Prezzo al pubblico: 25 €

Picasso dans la Collection Nahmad Formato: 24 x 28 cm. 240 illustrazioni. 400 pagine. Edizione bilingue: francese / inglese – Prezzo al pubblico: 49 €

Con i contributi di: Dr. Ina Conzen (Staatsgalerie, Stoccarda), Prof. Neil Cox (Università di Edimburgo), Dr. Susan Galassi (Frick Collection, New York), Prof. Christopher Green (The Courtauld Institute of Art, Londra) e Brigitte Leal (Musée national d’art moderne-Centre Pompidou)

Coedizione: HAZAN/ GRIMALDI FORUM MONACO Uscita: luglio 2013.

Ufficio relazioni pubbliche per la mostra: Hervé Zorgniotti Tel. : 00 377 99 99 25 02 - [email protected] Nathalie Varley Tel.: 00 377 99 99 25 03 - [email protected]

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UNA MOSTRA, DUE PERCORSI TEMATICI

I) Picasso Côte d’Azur

La prima parte della mostra è dedicata alle opere realizzate da Picasso durante i mesi estivi trascorsi ad Antibes - Juan-les-Pins e dintorni, a partire dagli anni 1920, fino a tutti gli anni 1930, e poi ancora nel 1946 allorquando, finita la guerra, l’artista ritorna nel Midi della Francia. La selezione dei quadri e dei disegni realizzati in questi periodi, si propone di illustrare come questa sua esperienza si rispecchi nella sua opera e le emozioni suscitate in lui da questo contesto estivo in quegli anni.

La luce mediterranea, il mare e la costa rappresentarono per l’artista una fonte immediata di ispirazione come pure tutte le tradizioni artistiche della regione: dalla mitologia ai temi classici a cui il pennello dell’artista infuse vita nuova. Vi era giunto spinto dal desiderio di allontanarsi da Parigi con la famiglia durante l’estate, ma non tardò a rendersi conto di quanto le colline, gli alberi e il mare gli ricordassero la natia Spagna, un’identificazione con il paesaggio che ebbe certamente un ruolo importante nella sua produzione artistica.

Tra il 1920 e il 1939, Picasso soggiornò in Costa Azzurra quindici volte, compresa una breve visita a MonteCarlo nella primavera del 1925, quando insieme alla moglie, l’ex danzatrice Olga Khokhlova, furono invitati da Serge de Diaghilev ad assistere a un nuovo spettacolo prodotto dai Balletti russi. Fino al 1933 la famiglia Picasso soggiornò nelle ville che affittava per lo più nei dintorni di Juan-les-Pins. Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, dopo la separazione da Olga, tranne un breve soggiorno nel 1936 a Juan-les-Pins con la sua amante Marie-Thérèse Walter e la loro figlioletta Maya, Picasso trascorse i mesi estivi a Mougins con Dora Maar e un gruppo di amici per poi stabilirsi nell’atelier del fotografo Man Ray ad Antibes nei mesi di luglio e agosto del 1939.

Il genere di opere che Picasso realizzava durante queste vacanze, dipendeva per lo più dallo spazio disponibile per lavorare e dal materiale che poteva portare con sé, soprattutto quando, in occasione dei primi soggiorni, vi arrivava in treno. Si spiega così in parte il numero considerevole di disegni, spesso più grandi delle sue tele, eseguiti durante quei soggiorni.

Infine, a completamento del percorso espositivo che illustra gli anni 1920 e 1930, si potrà visitare il Museo Picasso di Antibes, partner della mostra, che ospita uno degli ultimi esempi della produzione dell’artista durante i soggiorni in Costa Azzurra per la villeggiatura, prima di lasciare definitivamente Parigi e aprire il proprio atelier in un primo tempo a Cannes e poi a Mougins.

Con oltre cinquanta opere provenienti da musei prestigiosi quali il MoMA e il Guggenheim di New York, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, il MNAM-Centre Pompidou di Parigi e molti altri prestiti, per lo più raramente esposti al pubblico in precedenza e provenienti dalla successione Picasso e da collezioni private nazionali e internazionali, questo insieme tematico offre un’esauriente panoramica su una produzione intimista dell’artista e su i suoi interessi personali in questo periodo.

6 Alcuni prestatori

Museo Picasso, Antibes Musée de Grenoble Musée National d’Art Moderne, Centre Georges Pompidou, Parigi Stedelijk Museum, Amsterdam Redfern gallery, Londra The Penrose Collection, Inghilterra

Solomon R. Guggenheim Museum, New York The Museum of Modern Art, New York

Nouveau Musée National de Monaco per gentile concessione Opera Gallery Monaco

Collezioni private Ludwig Stoffel Collection Richard and Mary L. Gray e The Gray Collection Trust Collection of Michael LaFetra, Los Angeles, California Collection Ezra e David Nahmad Estate Brassaï

7 II) Picasso dans la Collection Nahmad

Già rivelata in parte nel 2011 alla Kunsthaus di Zurigo in occasione della mostra Miró, Monet, Matisse - La Collection Nahmad, la passione della famiglia Nahmad per l’opera di Picasso è arcinota e ha dato vita a una collezione di 200 opere circa che documentano la maggior parte dei periodi artistici del maestro. A Monaco, i 115 capolavori esposti al pubblico per la prima volta, offrono ai visitatori una retrospettiva della sua produzione artistica, attraverso una selezione di opere mirata e di qualità rara, all’altezza dell’estro per il collezionismo che contraddistingue la famiglia Nahmad.

Fin dai primi anni 1960, Ezra e David Nahmad iniziarono a costituire una collezione alimentata sia da valori estetici che commerciali, nella tradizione dei grandi collezionisti del XX secolo. La loro collezione comprende nel complesso i grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea ma si distingue anche per un patrimonio dedicato più in particolare agli Impressionisti, a Miró e Picasso. Le loro acquisizioni sono tutte frutto di profonde riflessioni, tanto che di alcune opere sono presenti diverse variazioni sul medesimo tema. La collezione della famiglia Nahmad attesta una vera passione per l’opera di Picasso e permette, nella seconda parte della mostra, Picasso dans la collection Nahmad, di ammirare per la prima volta una selezione straordinaria delle sue opere.

Una delle particolarità di questa collezione infatti, consiste nel coprire quasi tutti i periodi della produzione del maestro, attraverso degli straordinari insiemi di opere, delle serie particolarmente emblematiche, come per esempio quelle degli Ateliers o dei Peintres et son modèle.

Conversando amichevolmente a ruota libera, , figlio di e Jean-Louis Andral, esprimono le rispettive opinioni sull’opera di Picasso, l’uno dal punto di vista del collezionista e l’altro del curatore della mostra.

Racconta Helly Nahmad:

A proposito dello spirito della collezione: “Nel periodo in cui mio padre e lo zio David vendevano in Italia i primi Picasso, andava maturando in essi anche il loro approccio commerciale, di pari passo con il sempre crescente rispetto e amore che entrambi nutrivano per l’artista e le sue opere… Quando si ha il privilegio di tenere in mano un Picasso, si vedono le cose in modo ben diverso…. Lo stesso dicasi del modo di confrontarsi con i grandi artisti, primo fra tutti Picasso… Perché allora si afferma con forza l’idea che se si vende, è bene, ma se non si vende, è meglio… Con il passare del tempo essi si resero conto che la vendita di un quadro di un grande artista li gratificava sempre meno, proprio perché nel frattempo si erano affezionati all’opera… Il desiderio di vendere riaffiorava solo quando si trattava di acquistare un’opera ancora più importante…. Nacque così la loro vocazione a diventare collezionisti e ad arricchire la Collezione”.

Qualche considerazione sull’artista: Il fondo Picasso dei Nahmad, ricco di opere inedite, offre un insieme esauriente che illustra l’approccio artistico di Picasso su diversi temi: soggetto o personaggio, natura morta, paesaggio, oltre alle opere che si richiamano alla storia dell’arte e 8

consentono di cogliere vari aspetti della sua sperimentazione e tutta la sua padronanza delle tecniche del disegno e della pittura.

Precisa Helly: “Secondo molti, Picasso è la capitale del mondo dell’arte, la capitale della storia dell’arte, il cuore stesso del mondo dell’arte. E’ un artista che per noi è stato quasi un educatore. La sua freschezza e la sua forza sono paragonabili a un uragano di potenza e creazione, è l’apogeo dell’arte e quindi l’apogeo per noi”.

Jean-Louis Andral: “Quindi è un riferimento costante al vostro rapporto con l’arte?”

Helly «Sì, ci ha addestrato con l'idea della creatività e del lavoro duro: il suo modo di vivere, di pensare e la sua grande intelligenza erano un esempio per noi come la sua semplicità e, soprattutto verso la fine della sua vita.

Sul tema della variazione:

Il tema della variazione è fondamentale per l'organizzazione della mostra. Alcuni gruppi di opere incluendo i versioni da Picasso delle “Donne d’Algeri’ di Delacroix e tutta la serie dedicata al “Pittore e il suo modello” rappresentano le sequenze delle proprie variazioni dell'artista su un tema particolare. Queste tematiche notevoli, con 4, 6 e 12 quadri che mescolano diversi periodi dell'artista, sono costruite come una composizione musicale con le sue variazioni e il suo preludio. Essi mostrano come l'artista ha fatto cambiare nel corso del tempo il suo approccio e il trattamento di questi problemi ", spiega Jean-Louis Andral, sostenuto da Helly Nahmad entusiasto:" Penso che invece di avere una tabella che rappresenta ogni periodo, è anche interessante vedere venti dipinti della stessa settimana, perché a quel tempo, ammirando tale serie, si capisce meglio lo sviluppo artistico ; cosi siamo riusciti ad andare nella testa dell'artista, ci inserisciamo nella sua mente come se stessimo guardando lui a dipingere nel suo studio”.

In quest’ottica, l’esempio più clamoroso è costituito dalla serie di quadri ispirati al Manet del Déjeuner sur l’herbe acquistati praticamente non appena Picasso aveva finito di dipingerli, e da allora sempre rimasti nella collezione Nahmad. Si possono ammirare nella mostra del Grimaldi Forum.

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La famiglia Nahmad, 50 anni al servizio dell’arte

La famiglia Nahmad è originaria di Aleppo in Siria dove avevano una piccola banca. Dopo la seconda guerra mondialela situazione politica scuote Aleppo, si fa tanto tesa da costringere la famiglia a trasferirsi a Beirut dove nascono Ezra e David, nel 1945 e nel 1947 rispettivamente. La capitale libanese è una città molto vivace, molto cosmopolita, aperta alla mescolanza delle culture e delle religioni. I piccoli Nahmad vi trascorrono un’infanzia felice. Il padre Hillel è il tipico patriarca conosciuto, amato e rispettato, del quale si apprezzano il senso dell’umorismo e la sua rispettabilità in seno a tutte le comunità. La moglie, Mathilde, è una mamma a tempo pieno che si dedica anima e corpo ai figli con una mentalità e un modo di fare estremamente europei. I genitori creano un ambiente stabile per la famiglia, improntato al valore del lavoro e della sicurezza di sé, una vita con i piedi per terra ma spiritualmente ricchissima. La famiglia rimane in Libano per diversi anni, fino al 1960.

E’ allora che la tragedia si abbatte sulla famiglia: il figlio maggiore, Albert, che aveva già lasciato la famiglia da adolescente e aveva intrapreso una promettente carriera in banca, muore in un incidente aereo in America Latina. Questa drammatica vicenda, aggravata dall’incertezza del clima politico nel paese, induce i Nahmad a partire per Milano, dove si era già stabilito il figlio Joseph, destinato a diventare collezionista d’arte.

Ezra e David all’epoca sono ancora adolescenti, tutti presi dalla scoperta di una città in pieno fermento culturale che si manifesta attraverso il cinema, il glamour e un panorama artistico molto dinamico. Joseph dal canto suo inizia ad avere successo nel mondo degli affari, effervescente per la ripresa del dopo guerra e l’emergere di un mondo moderno che inizia a prendere forma. Adora le automobili italiane così eleganti, le belle case e l’arte; soggiorna regolarmente a Portofino e Venezia. Grande lavoratore, è pronto a rischiare, contrariamente al padre che era più conservatore in famiglia. E’ in questo periodo che si lancia nel collezionismo d’arte, nonostante il padre disapprovi tanto che quando al figlio viene rubato un piccolo capolavoro di Gauguin, esclama: “Mio figlio non si è fatto derubare a casa propria durante quel ricevimento, ma nel momento stesso in cui ha acquistato quel quadro!”.

Ma l’amore di Joseph per l’arte è veramente immenso. Nel suo appartamento di Milano possiede delle opere espressamente commissionate a Lucio Fontana e Wifredo Lam, l’artista cubano residente in Italia e Arnaldo Pomodoro. Commissiona delle opere anche a Giorgio de Chirico al quale in seguito sarà legato da un contratto. Conosce tutti e tutto di Milano. E’ molto socievole, esce spesso e conduce una vita a modo suo bohèmienne. Frequenta delle star come Rita Hayworth ed è noto per il suo buon gusto.

Ezra e David sempre hanno dimostrato di essere animati da spirito imprenditoriale. A scuola comprano e vendono torte e caramelle, e in seguito romanzi inglesi ai marinai americani di stanza al porto di Beirut. A Milano vanno fuori dallo stadio di San Siro la domenica al termine delle partite di calcio e vendono t-shirt e badge della squadra vittoriosa. Sanno bene come solo i tifosi della squadra vincitrice possano volerne comprare. La loro tattica consiste nel seguire la partita al bar fino

10 alla fine del primo tempo per poi azzardare delle congetture sulla squadra vincitrice per stampare in tutta fretta le t-shirt da vendere. Il lavoro fa parte del loro DNA. E’ il gioco che li diverte più di tutti. Appena quindicenni si fanno prestare del denaro per investirlo in borsa in Italia. Passano talvolta giornate intere a giocare in borsa invece di andare a scuola. Il loro carattere trova così piena espressione. Viene quasi naturale che con le loro doti commerciali unite alla passione per l’arte del fratello maggiore, Joseph, in una capitale della cultura come Milano, finiscano per affermarsi nel mercato dell’arte.

Milano contava all’epoca diverse gallerie importanti, nessuna delle quali però aveva contatti con gli artisti internazionali che risiedevano per lo più a Parigi. Anche fare affari tra una città e l’altra era difficile. Nessun mercante d’arte aveva ancora pensato di recarsi all’estero. I fratelli Nahmad capiscono che è un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Parlano perfettamente diverse lingue e non chiedono altro che di correre qualche rischio. Sono i primi in assoluto a possedere in Italia opere di Picasso, Miro, Kandinsky e Léger. In quest’epoca a Milano gli affari si conducevano in stile prettamente italiano! Era tutto un “Vi darò uno di questi in cambio di uno di quelli e la metà con assegno, e pagavano sei mesi dopo”. Era un luogo incredibile per imparare I Nahmad ce l’hanno fatto, lavorando sodo, assumendosi rischi enormi e con pochissimo capitale. In quel periodo lavorare era appassionante, erano tempi eroici.

In occasione della mostra a Roma del pittore cubista Juan Gris organizzata da Daniel-Henri Kahnweiler, leggendario mercante d’arte parigino, acquistano due dipinti dell’artista e un anno dopo, recatisi alla galleria Louise Leiris di Parigi, incontrano finalmente Kahnweiler in persona. Quando quest’ultimo scopre che sono questi due giovani ad aver acquistato i dipinti del suo pittore cubista preferito, i loro rapporti prendono una piega idilliaca. Kahnweiler si congratula per la loro energia, la loro gioventù, il loro coraggio e, ovviamente, il loro amore per Gris! Un amore autentico.

Kahnweiler si meraviglia che i Nahmad siano tanto diversi da altri professionisti del mondo dell’arte a Parigi. Permette loro di avvalersi dei suoi eccellenti contatti con gli artisti e i musei. In segno di buona volontà ma soprattutto per dimostrare di essere persone serie, i due giovani affermano di volersi attenere al principio “paghiamo subito”, contrariamente agli usi e costumi Italiani dove ciascuno pagava quando voleva. Ma Kahnweiler risponde loro: “Prendete i quadri e pagate tra sei mesi!”. Ripartono quindi per Milano portando con sé sia i quadri che il denaro…

In Italia di opere di Picasso non se ne trovano sul mercato, il ché equivale a dire che esiste una domanda reale… e questo li spinge a non perdere tempo. Un giorno, dopo aver acquistato una tela importante di Picasso, decidono di ritornare subito a Milano guidando per tutta la notte. Visto che il dipinto è molto grande e non ci sta nel bagagliaio della loro Mini Morris, lo legano sul tetto dell’automobile. Arrivati a Milano, scoprono con orrore che il quadro non c’è più: se n’è volato via lungo la strada! Ripercorrono a ritroso l’itinerario appena percorso e per miracolo, ritrovano il dipinto indenne, appoggiato sull’erba della banchina che costeggia la carreggiata!

Si era così definitivamente delineato il corso che avrebbe avuto la loro vita negli anni a venire, tanto che molte delle opere che oggi si ammirano nella maggior parte dei musei e delle collezioni è stata acquistata e venduta proprio da loro. Da Kahnweiler acquistano i cubisti, Picasso, Braque, Léger e Gris. Dai Maeght 11 acquistano opere di Giacometti, Miro e Kandinsky. Sono questi i loro artisti

preferiti. Viaggiano in continuazione. Kahnweiler dà loro questa incredibile opportunità, perché riconosce in questi ragazzi un entusiasmo per il lavoro e dei valori sani che gli ricordano sé stesso e i tanti viaggi compiuti. Si è davvero affezionato a David e Ezra che vivono tutto questo periodo come una grande avventura. In questo periodo Picasso era impegnato a lavorare al sua celebre serie “Colazione sull'erba”, che la gente potrà vedere nella mostra, che è stata acquistata da loro non appena è stato dipinta da Picasso.

Verso la metà degli anni 1960 si recano per la prima volta a New York dove constatano che il mercato è diverso da quello europeo. Vi si trovano ottime gallerie come quella di Pierre Matisse (figlio di Henri Matisse), Klaus Perls e Sydney Janis. I fratelli Nahmad conoscono i più importanti collezionisti del XX secolo del mondo intero. Passano anni durante i quali comprano e vendono i dipinti delle collezioni di André Meyer, André Lefèvre, Henry Havemeyer, Henry Ford, Alfred Barr, Douglas Cooper, Roland Penrose, Edward James, del Barone Thyssen e di Peggy Guggenheim, solo per citarne alcuni!

All’inizio degli anni 1970 la situazione inizia a cambiare a Milano, con la crisi petrolifera e le Brigate Rosse comuniste. Inizia una fase di grande instabilità. E’ in questo periodo che pensano di trasferirsi a Monaco dove i loro genitori trascorrono molto tempo e dove si sarebbero potuti ritrovare tutti insieme. Avendo viaggiato ovunque, parlano molte lingue e hanno accumulato un’esperienza enorme, diventando a pieno titolo i protagonisti del settore, con una conoscenza globale del mondo dell’arte. Sono tra coloro che gettarono le basi della scena artistica internazionale, così come la conosciamo ora.

E’ in questo periodo che decidono di dare una svolta alla loro carriera, acquistando unicamente i quadri migliori allo scopo di costituire una collezione permanente… da condividere con il pubblico. Il successo dei due fratelli al servizio dell’arte per oltre cinquant’anni, prosegue ancora ai giorni nostri.

12 I CURATORI

JEAN-LOUIS ANDRAL Jean-Louis Andral è direttore del Museo Picasso di Antibes; dal 1990 al 2001 aveva ricoperto il ruolo di curatore del Musée d’Art Moderne di Parigi. Ad Antibes dal 2006 al 2008 ha diretto gli interventi di restauro del Museo Picasso, durante i quali ha organizzato una mostra itinerante della collezione con tappe in cinque diverse sedi espositive in Europa e Canada. Come evento per celebrare la fine dei restauri nel 2009 ha organizzato la mostra Picasso, 1945-1949 : l’ère du renouveau; nel 2011 in collaborazione con l’Art Institute di Chicago e il CICRP ha organizzato a Marsiglia il congresso Picasso Express, sul tema dell’utilizzo da parte di Picasso e di vari altri artisti, dei colori industriali. Nella primavera del 2012, ha organizzato ad Antibes la mostra Une moderne antiquité, Picasso, De Chirico, Léger, Picabia, realizzata in collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles.

MARILYN McCully Marilyn McCully vive a Londra ed è un’esperta apprezzata nell’arte di Picasso e vanta al suo attivo l’organizzazione di numerose mostre internazionali e un considerevole numero di pubblicazioni sull’artista, la sua opera e la sua formazione in Spagna. E’ stata la prima esperta a organizzare una mostra importante dedicata ai pezzi unici in ceramica creati da Picasso (Royal Academy of Arts, Londra e Metropolitan Museum, New York, 1998-1999), ed è stata anche la mente e il braccio di molte altre mostre sulle ceramiche di Picasso a Ferrara, Malaga e in Giappone (Expo 2005 Aichi). E’ stata inoltre co-curatrice di una mostra dedicata a tre decenni di disegni di Picasso, tenutasi al Frick Museum di New York nel 2011. Si occupa attualmente di una ricerca sulla corrispondenza e gli scritti di Picasso, tradotti per l’occasione per la prima volta in inglese.

MICHAEL RAEBURN Michael Raeburn è scrittore, editore, ideatore e produttore di libri e di cataloghi illustrati. Ha seguito la pubblicazione dei cataloghi per diversi musei tra cui la Hayward Gallery di Londra, il Sainsbury Centre of Visual Arts di Norwich, il Walk Museum a Leicester, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Minneapolis Museum of Art, il Denver Art Museum, il Palazzo dei Diamanti a Ferrara, il Sakip Sabanci Müzesi di Istanbul e l’Auckland City Art Gallery. E’ autore di molti testi sull’arte, l’architettura, il design e la musica, tra cui Chronicle of Opera. Si occupa attualmente di un volume sull’artista americano Joseph Glasco.

Marilyn McCully e Michael Raeburn hanno collaborato su diversi volumi, tra cui Picasso’s Picasso (Londra, 1981), Ceramics by Picasso (Parigi, 1999), Picasso: Scolpire e Dipingere la Ceramica (Ferrara, 2000) e Loving Picasso: The Private Journal of Fernande Olivier (New York, 2001).

13 LA SCENOGRAFIA

CECILE DEGOS

Scenografa e museologa, vive e lavora a Parigi. Diplomata in Scenografia all’Ecole Nationale des Arts Décoratifs – ENSAD - nel 1997, ha collaborato in seguito con Richard Peduzzi, con il quale Cécile Degos ha realizzato numerose creazioni scenografiche e museografiche.

Citiamo tra altri per la lirica: Mahagonny per il Festival di Salisburgo, con la regia di Peter Zadek, Angels in America al Théâtre du Châtelet, con la regia di Philippe Calvario con Barbara Hendricks e Julia Migenes.

Nei musei: Surrealism: 2 privates eyes al Guggenheim Museum, New York, che esponeva la collezione privata di Daniel Filipacchi, Chardin al Grand Palais con Pierre Rosenberg, Nijinsky, Arnold Böcklin al Musée d’Orsay, La Cité Idéale alle Salines Royales d’Arc-et- Senans.

Negli ultimi dieci anni Cécile Degos ha collaborato con diversi musei, quali il Louvre, il Musée d’Art Moderne, il Centre Pompidou-Metz, il Musée d’Orsay, e altri ancora, su temi sia classici che contemporanei. Per i musei ha creato tra l’altro, John Soane presso gli Archives Nationales di Parigi, L’Art Russe au XIXème siècle e l’Art du Calotypes al Musée d’Orsay, Mantegna e Antiquité Rêvée presso il Louvre, CHIRICO, DEADLINE, DYNASTY, GENERAL IDEA, VAN DONGEN e BASQUIAT che le è valso il premio Globe de cristal per la migliore mostra nel 2010 al Musée d’Art Moderne di Parigi. MICRO MANIA alla Gagosian Gallery a Parigi, SOL LEWITT al Centre Pompidou-Metz per tutto l’anno 2012 - 2013.

Sua è la firma nel 2012 di L‘ART EN GUERRE al Musée d’Art Moderne di Parigi e YUE MINJUN presso la Fondation Cartier, e nel 2013 L‘ART EN GUERRE al Guggenheim Museum di Bilbao e KEITH HARING al Musée d’Art Moderne di Parigi.

Cécile Degos ha collaborato con molti teatri di prosa e di lirica. Tra le scenografie che portano la sua firma: L’Enlèvement au Sérail avec Miquel Barcelo in occasione del Festival d’Aix-en-Provence, Moscou, Quartier des Cerises e La Veuve Joyeuse all’Opéra di Lione, Les Etourdis, L’Affaire de la rue de Lourcine e La Méchante Vie al Théâtre de Nîmes, Mozart Short Cuts al Grand Théâtre du Luxembourg e alla Cité de la Musique di Parigi, Era la Notte con Anna Caterina Antonacci al Théâtre des Champs Elysées e all’Opéra Royal di Versailles.

Ha creato inoltre le scene in collaborazione con Dante Ferretti per l’opera The Fly con la regia di David Cronenberg, e Placido Domingo come direttore al Théâtre du Châtelet e all’Opéra di Los Angeles; Magdalena con Kate Whoriskey e Derek McLane al Théâtre du Châtelet e Rêve d’Automne con R. Peduzzi, regia di Patrice Chéreau al Théâtre de la Ville.

Lo stile essenziale di Cécile Degos si distingue per la sua eleganza, per la purezza delle prospettive e delle linee che consentono una lettura su più livelli e un’architettura sempre ariosa. Lavora spesso con i pieni e i vuoti realizzati attraverso un’architettura a sé state, visibilmente discosta dalle pareti.

14 IL PERCORSO SCENOGRAFICO

Il concept scenografico della mostra riprende la tessitura architettonica dell’edificio pur distaccandosene totalmente. La composizione delle quinte è concepita in modo da creare delle prospettive per permettere raffronti e confronti tra le opere, privilegiando sempre però un percorso essenziale e arioso.

La scenografia è concepita in modo che ognuna delle mostre segua un suo percorso autonomo, assolutamente fluido, con delle aperture e delle prospettive che consentono di affacciarsi sull’altra esposizione.

Lungo tutto il percorso, l’architettura dello spazio è ritmata dalla collocazione delle quinte decisamente distaccate dalle pareti, per delimitare le distinte sezioni della mostra. La scelta di non creare una parete continua consente di godere di visuali, confronti e prospettive sull’altra sezione, mentre è invece senza soluzione di continuità la sporgenza alla base delle quinte che assicura la distanza di rispetto dei visitatori.

Il ritmo dei rimandi e delle prospettive è costante lungo tutto il percorso, e la scelta delle opere da mettere a confronto o in parallelo è stata effettuata in stretta collaborazione con i curatori.

In questa scenografia il gioco di pieni e vuoti definisce il ritmo e il respiro del percorso scenografico costellato da elementi curvi. Un’ampia sala ovale accoglie il visitatore e dà accesso a entrambe le sezioni della mostra.

15 QUALCHE SCORCIO DELLA SCENOGRAFIA

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BIOGRAFIA DI PABLO PICASSO

Pablo Ruiz Picasso nasce nel 1881 nel porto andaluso di Malaga, nella Spagna meridionale. Il padre, José Ruiz Blasco, era un pittore e il curatore del museo locale, mentre da parte della famiglia materna, i Picasso vantavano ascendenze italiane. A diciannove anni Picasso adotta il cognome della madre. Fin dall’infanzia, Pablo manifesta un talento eccezionale in campo artistico, tanto che la famiglia lo indirizza verso lo studio dell’arte presso diversi istituti, prima a La Coruña dove il padre insegna disegno dal 1891 a l 1895, poi a Barcellona dove la famiglia si stabilisce nel 1895, e infine dal 1897 al 1898 a Madrid dove frequenta la rinomata Academia de San Fernando. In conseguenza di un periodo di malattia, abbandona gli studi artistici per intraprendere la carriera di grafico a Barcellona. La prima mostra personale dove espone i disegni a colori raffiguranti dei pittori e degli scrittori amici suoi, si tiene all’inizio del 1900 presso Els Quatre Gats, un cabarè frequentato da artisti bohèmien.

Picasso giunge a Parigi per la prima volta nell’ottobre del 1900 per visitare l’Esposizione Universale alla quale era esposta una delle sue tele, Science et Charité (Museo Picasso, Barcellona) nella sezione spagnola dell’esposizione. Durante il suo breve soggiorno nella capitale francese, alcuni amici spagnoli lo introducono nell’ambiente artistico di Montmartre, offrendogli così l’occasione di vendere alcuni quadri e disegni a diversi collezionisti. Rientra in Spagna per trascorrervi l’inverno ma è nuovamente a Parigi per la sua prima importante mostra alla galleria Ambroise Vollard nel giugno del 1901. Alterna soggiorni in Spagna e in Francia per alcuni anni durante i quali i temi della sua pittura si focalizzano sulla povertà e l’alienazione sociale; questa fase della sua carriera artistica è conosciuta come il periodo blu. Non tarda a rendersi conto che il suo futuro d’artista lo attende a Parigi.

Nel 1904 Picasso si stabilisce al Bateau-Lavoir, una casa fatiscente nella parte alta di Montmartre dove il suo atelier diventa luogo di incontro per altri giovani artisti o scrittori emergenti. Inizia una relazione con la modella Fernande Olivier con la quale convive fino al 1912. La palette dei suoi dipinti passa dalla prevalenza dei blu a una prevalenza dei rosa che danno risalto sia alla rappresentazione poetica di arlecchini e acrobati che alla qualità scultorea dei suoi nudi. Il suo stile si evolve rapidamente e nel 1907 dipinge il suo primo straordinario capolavoro, Les Demoiselles d’Avignon (The Museum of Modern Art, New York), opera per la quale fu riconosciuto come leader assoluto dell’avanguardia pittorica.

Solo raramente Picasso lavorava insieme ad altri pittori, salvo qualche eccezione come dimostra la sua collaborazione con l’artista francese Georges Braque. Dal 1908 fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, trascorrono molto tempo insieme, concependo un nuovo approccio radicale e cubista della rappresentazione pittorica degli oggetti nello spazio. Nel 1912, applicano sui propri disegni dei fogli di carta stampati, creando così dei collage. Inizia una nuova fase dello sviluppo del loro cubismo.

Sebbene risieda a Parigi durante gran parte del primo conflitto mondiale, Picasso viene invitato a collaborare con i Balletti Russi di Diaghilev per la produzione di Parade e all’inizio del 1917 si reca in Italia per disegnare le scenografie e i costumi del balletto. Nella troupe di ballerini russi, conosce Olga Khokhlova che sposa 17 l’anno successivo. Si stabiliscono in un appartamento in Rue de la Boétie a Parigi, una via elegante della Rive Droite, accanto a dove abita Paul Rosenberg che sarebbe diventato il mercante d’arte di Picasso negli anni 1920 e 1930. Nel 1921 nasce il figlio Paulo.

Nelle opere del dopoguerra Picasso sviluppa ulteriormente le idee e i formati cubisti concentrandosi essenzialmente sulla rappresentazione di nature morte e sui ritratti della moglie. Insieme a Olga inizia a trascorrere l’estate al mare, dove ritorna anno dopo anno. Sono anni di svolta nella sua produzione artistica in cui appaiono anche soggetti inediti e in modo particolare quello dei bagnanti sulla spiaggia. Un ritorno al classicismo tramite le forme monumentali e alcune tecniche pittoriche adottate, come l’uso dei pastelli e la sanguigna, costituisce un aspetto importante dell’evoluzione del maestro nei primi anni 1920.

Dalla metà degli anni 1920, l’opera di Picasso che ora suscita l’ammirazione sconfinata dei surrealisti, affronta temi molto violenti ed erotici, con modalità anch’esse conturbanti e cariche di aggressività. Cambia, per esempio, il tema dei bagnanti. Nel quadro del 1925 intitolato Le Baiser (Museo Picasso, Parigi), l’uso di colori vibranti, di distorsioni e di un accentuato intrecciarsi delle membra degli amanti, esprime tutta la violenza e l’aggressività del rapporto.

Il 1927 è l’anno dell’incontro tra l’artista e la diciassettenne Marie-Thérèse Walter che diventerà la sua amante. La figlia della coppia, Maya, nasce nel 1935. Picasso acquista nel 1930 il castello di Boisgeloup, a nord ovest di Parigi, che ospita anche, nelle parti esterne dell’edificio, il suo nuovo atelier di scultura. Da allora in poi realizza monumentali sculture di gesso, ispirate dal voluttuoso corpo di Marie- Thérèse. I quadri raffiguranti la sua amante vengono esposti al pubblico in una retrospettiva della sua opera, tenutasi nell’estate del 1932 presso la galleria Georges Petit di Parigi e poi in autunno, alla Kunsthaus di Zurigo.

Sempre in questo periodo Picasso si dedica con passione alla tecnica dell’incisione e realizza alcune serie litografiche importanti, come le illustrazioni per Le Chef d’œuvre inconnu de Balzac (1931), le Métamorphoses di Ovidio (1931) e le cento incisioni per la Suite Vollard (1930-1937). Molte di queste opere hanno come soggetto la modella e l’artista rappresentati nell’atelier. Dopo i viaggi in Spagna con la moglie e il figlio nel 1933 e 1934 (ultimo suo viaggio nel paese natale), Picasso si concentra sul tema della corrida che estende a quello del Minotauro (il mostro composto da una testa di toro su di un corpo umano). Il Minotauro e Marie- Thérèse assumono un ruolo sempre crescente nel suo corpus di opere grafiche per l’immaginario personale dell’artista.

Dopo la separazione da Olga nel 1935, l’artista dedica la maggior parte del tempo alla scrittura di poesie libere da schemi metrici, una pratica che continuerà soprattutto nei trent’anni successivi con diverse opere teatrali. Nel 1936 conosce la fotografa Dora Maar che diventa la sua compagna di vita. La cerchia delle sue conoscenze annovera poeti, scrittori e un certo numero di fotografi tra cui, in particolare, il mentore di Dora Maar, Man Ray. Nell’estate del 1939 risiedono entrambi nello studio di Man Ray ad Antibes dove Picasso dipinge Pêche de Nuit à Antibes (The Museum of Modern Art, New York).

18 Nel 1937 Picasso dipinge Guernica (Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid) nel nuovo atelier di Parigi in Rue des Grands-Augustins dove lo assiste Dora Maar che fotografa le varie fasi della realizzazione di questo dipinto di dimensioni colossali. Guernica, che ricorda il bombardamento della città, capitale storica della nazione basca, è esposto nell’estate dello stesso anno nel Padiglione della Repubblica spagnola all’Esposizione Universale di Parigi. Nei dipinti, nei disegni e nelle incisioni preparatorie di Guernica, Dora Maar è raffigurata da Picasso con le sembianze di una donna in lacrime.

Dopo la dichiarazione di guerra del 1939, Picasso e Dora Maar si trasferiscono a Royan, sulla costa atlantica, dove già si trovano Marie-Thérèse e Maya. Picasso e Dora Maar ritornano a Parigi l’anno seguente dove rimangono per tutta la durata della guerra. Le privazioni del tempo di guerra riecheggiano nelle nature morte e nei molti angosciosi ritratti di Dora che, qualche anno più tardi, cadrà in depressione.

Nel 1943, Picasso riceve nel suo atelier parigino la visita di una giovane pittrice, Françoise Gilot che farà la sua comparsa nei quadri del maestro già alla fine dello stesso anno. Diventerà la sua compagna di vita per i dieci anni successivi e gli darà due figli, Claude (nato nel 1947) e Paloma (nata nel 1949). Dopo la fine della guerra, Picasso e Françoise Gilot partono per il Midi della Francia. Soggiornano per parte dell’anno 1946 ad Antibes, dove Picasso dipinge il Castello Grimaldi (Museo Picasso, Antibes). Françoise Gilot appare nel quadro di grandi dimensioni La Joie de Vivre (Museo Picasso, Antibes) dipinto da Picasso durante il soggiorno ad Antibes, con le sembianze di una ninfa che danza tra fauni e centauri. L’anno seguente Picasso inizia a lavorare per la fabbrica di ceramica Madoura di Vallauris, dove acquista nel 1948 la villa La Galloise che domina la città. Picasso e Françoise Gilot per qualche anno vivranno tra Parigi e Vallauris.

Nel dopoguerra e in particolare a Vallauris, Picasso rende ufficiale la sua adesione al Mouvement de la Paix di ispirazione comunista. La fusione in bronzo della sua scultura Homme avec un mouton (1943) viene collocata in centro a Vallauris. La cerimonia di inaugurazione è presieduta dai rappresentanti locali del partito comunista. In seguito la cappella medievale che Picasso decora a Vallauris, verrà considerata il tempio della pace.

Nel 1953, Françoise Gilot abbandona Picasso e porta con sé i figli. L’artista inizia quindi una relazione con Jacqueline Roque Hutin, conosciuta alla fabbrica Madoura che diventerà la sua seconda moglie. Lasciano il Midi della Francia per stabilirsi nell’autunno del 1954 nell’atelier di Rue des Grands-Augustins, dove si dedica a una serie di variazioni sul tema delle Femmes d’Alger, ispirate in parte dalla somiglianza di Jacqueline con una delle donne del quadro, ma spinto anche dalla morte del pittore Henri Matisse occorsa nello stesso anno. Picasso dirà, “Matisse mi ha lasciato le sue odalische”.

Jacqueline e Picasso si stabiliscono definitivamente in Costa Azzurra nel 1955. A Villa Californie, sopra Cannes, l’artista organizza i diversi atelier necessari per dedicarsi alla pittura, alla scultura, all’incisione e alla ceramica. L’edificio risalente alla Belle Epoque e il lussureggiante giardino di fronte all’atelier principale al piano terra, gli ispirano la serie che l’artista definisce “i paesaggi interiori”. Durante l’estate i figli di Picasso e la figlia di Jacqueline vengono a stare nella villa e la loro presenza trova eco nella sua arte. 19 Picasso raggiunge l’apice della celebrità durante i soggiorni a Cannes, dove viene spesso fotografato a Villa La Californie o alle corride di Arles cui Picasso assiste in compagnia di Jacqueline e della sua cerchia di amici. E’ in questo periodo che il tema della corrida ricompare nelle sue opere e in particolare nelle incisioni e nelle ceramiche. Alla fine del 1958, Picasso acquista il Castello di Vauvenargues, ai piedi della montagna di Sainte Victoire, dove lui e Jacqueline si rifugiano per sfuggire alla frenetica vita di Cannes. E’ lì che Picasso ospita la sua personale collezione d’arte che comprende dipinti di Cézanne, Matisse, Derain e Rousseau.

Negli ultimi anni di vita, Picasso si cimenta in molti e diversi ambiti artistici. Insieme all’incisore di Vallauris, Hidalgo Arnera, con il quale collabora per creare i manifesti delle corride per la città di Vallauris e delle ceramiche, mette a punto un processo sofisticato di linoincisione. Peraltro Picasso e Lionel Prejger, proprietario di una piccola impresa di ferrivecchi e tubi metallici a Vallauris, collaborano per la realizzazione di sculture in latta ritagliata sulla base dei modellini originali realizzati da Picasso in carta. L’artista collabora anche con il norvegese Carl Nesjar per realizzare delle sculture in cemento sulle quali sono incisi con la tecnica della sabbiatura i disegni di Picasso. Verso la metà degli anni 1960 infine, Picasso avvia una feconda collaborazione con i maestri incisori Piero e Aldo Crommelynck per la realizzazione di incisioni all’acquaforte e delle acquatinte.

Picasso e Jacqueline si sposano nel 1961 e si trasferiscono Notre-Dame-de-Vie a Mougins dove il maestro apre il suo ultimo atelier. Nei suoi ultimi dieci anni di vita si muove poco e solo per recarsi di quando in quando a Vauvenargues. In questo periodo crea prevalentemente delle serie di tele che sono variazioni di opere degli antichi maestri, soprattutto Cranach, Poussin, David, Rembrandt, Vélasquez e Manet. Alcuni dei suoi soggetti preferiti sono il moschettiere e spesso le donne per le quali si ispira alla costante presenza di Jacqueline. Anche in queste sue opere tarde (fino al 1972), ricorrono ancora numerosi i riferimenti alla sua giovinezza in Spagna oppure il tema della vecchiaia e della morte. Le ultime retrospettive sulle opere di questi anni si tennero al Palais des Papes di Avignone (1970 e 1973). Commentando la mostra di Avignone, il suo biografo Pierre Daix scrive: “E’ tipico di lui, penso, che la sua ultima mostra sia tanto sconcertante e scioccante e che dimostri tanta avversione per qualsivoglia convenzione, persino quelle più attuali. E’ anche una testimonianza della continuità della sua vita di pittore. Tutte le diverse fasi della sua evoluzione artistica finiscono per essere coinvolte nel perenne conflitto che combatte con tutti i materiali. Sia a due che a tre dimensioni, permane l’impronta della forma imposta dall’atto creativo (Pierre Daix, L’arrière-saison de Picasso ou l’art de rester à l’avant-garde. XXe Siècle (dicembre 1973).

L’artista si spegne a Notre-Dame-de-Vie l’8 aprile 1973 all’età di novantun anni. Viene sepolto nel giardino di fronte al castello. La tomba è decorata con un bronzo di una sua scultura, Femme avec un vase (1933) che inizialmente era stata esposta (in gesso o in cemento) di fronte al padiglione della Repubblica Spagnola all’Esposizione Universale di Parigi nel 1937.

Marilyn McCully

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Cronologia

1881 nasce a Malaga, Spagna.

1900 Prima esposizione di 150 ritratti a Barcellona. Parte per Parigi e l’anno successivo inizia il periodo blu.

1904 Periodo rosa.

1907 Les Demoiselles d’Avignon segna la nascita del cubismo.

1917 Conosce Olga Kokhlova. Inizia il periodo neoclassico.

1921 Nasce il figlio Paul, avuto da Olga.

1927 Conosce Marie-Thérèse Walter. Nel 1935 nasce la figlia Maya.

1936 Conosce Dora Maar.

1937 Dipinge Guernica. Les Demoiselles d’Avignon è acquistato da The Museum of Modern Art di New York.

1939 e 1946 Retrospettive al MoMA.

1943 Conosce Françoise Gilot.

1947 Nasce Claude, figlio di Françoise Gilot. Si trasferisce a Vallauris dove si dedica alla ceramica.

1949 Nasce Paloma, figlia di Françoise Gilot.

1954 Conosce Jacqueline Roque, con la quale si stabilisce a Mougins nelle Alpi Marittime.

1963 Si inaugura il Museu Picasso di Barcellona,

1973 Muore a Mougins.

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I soggiorni in Costa Azzurra dal 1920 al 1939

1920 Villa Les Sables, Chemin des Sables, Juan-les-Pins

Il 26 giugno 1920 Picasso e la moglie Olga arrivano all’Hôtel Continental et des Bains a Saint-Raphaël, dove erano già stati l’estate prima. Decidono di affittare in zona la Villa Les Sables a Juan-les-Pins, situata sulla collina che domina la baia. Vi si trasferiscono tre giorni più tardi per restarvi sino a settembre. Saranno loro ospiti, tra altri, il compositore Darius Milhaud e il diplomatico Paul Morand.

Rientrati a Parigi nell’autunno del 1920, Picasso fa vedere le fotografie scattate durante l’estate all’amico inglese Clive Bell che commenta: “Essenzialmente ad Antibes c’erano Picasso e la bella Olga, il più delle volte mezzi nudi, Picasso nero come l’ebano e molto bello. Aveva imparato a nuotare e non è difficile immaginare quanto ne fosse fiero e soddisfatto”.

1923 Hôtel du Cap, Cap d’Antibes

A fine luglio, Picasso, Olga e il figlioletto di due anni, Paulo, partono per Royan, sull’Atlantico, dove scendono al Grand Hôtel du Parc. Dopo una settimana, decidono di raggiungere la Costa Azzurra. Lungo la strada si fermano a Tolosa, dove alloggiano al Grand Hôtel Tivollier. Giunti a destinazione ritrovano all’Hôtel du Cap gli amici americani Gerald e Sara Murphy in compagnia dei figli. I Murphy, che i Picasso avevano già conosciuto a Parigi, convincono il proprietario dell’albergo, Antoine Sella, a mettere a loro disposizione durante l’estate alcune camere (di solito l’albergo era chiuso da maggio a settembre), cosa che contribuisce a lanciare la moda della villeggiatura estiva in Riviera.

22 1924 Villa La Vigie, Route du Cap (oggi, Boulevard Edouard Baudoin), Juan- les-Pins

Verso il 20 luglio, la famiglia Picasso arriva all’Hôtel du Parc, dove soggiorna qualche giorno prima di stabilirsi a Villa La Vigie, che domina la baia di Juan-les- Pins. Il pittore trasforma in atelier un garage che si trova di fronte alla villa. Durante quell’estate frequentano tra altri gli Stravinsky che alloggiano a Nizza e la pianista Marcelle Meyer (che a Parigi, qualche tempo dopo, darà lezioni di piano a Paulo). I Murphy alloggiano nuovamente all’Hôtel du Cap e presentano a Picasso altri loro amici americani, tra cui Gilbert Seldes, che commissionerà in seguito a Picasso le illustrazioni per un’edizione di Lysistrata (1934).

Picasso e famiglia lasciano La Vigie verso la fine di settembre, ma prima di partire l’artista deve pagare i danni arrecati al garage trasformato in atelier, perché, a quanto pare, aveva dipinto sul muro.

1925 Hôtel de Paris, Place du Casino, MonteCarlo

Serge Diaghilev invita Picasso, Olga e Paulo a MonteCarlo per assistere alla replica di una nuova produzione dei Balletti Russi, Zéphyre et Flore, con la coreografia di Léonide Massine, e le scene e i costumi di Georges Braque. Partono in treno da Parigi con Boris Kochno che assiste Diaghilev nell’organizzazione dei balletti. Si trattengono all’Hôtel de Paris fino a metà maggio.

Villa Belle Rose, Rue St. Honorat, Juan-les-Pins

L’11 giugno i Picasso viaggiano da Parigi al Midi nella Panhard di Olga guidata da un autista. Si fermano a Marsiglia per una notte all’Hôtel de Noailles e arrivano il giorno successivo a Juan-les-Pins. La Villa Belle Rose che hanno affittato per l’estate, si trova in città, mentre la villa dell’anno precedente si affacciava sulla baia.

Il pittore Francis Picabia, con Germaine Everling e il figlio della stessa età di Paulo, alloggia a Mougins al Château de Mai di sua proprietà. Le famiglie si frequentano e Germaine Everling ricorderà in seguito che le conversazioni tra i due pittori rispecchiavano non solo un sentimento di rispetto reciproco, ma anche una certa diffidenza sul piano professionale. “Le parole che si scambiavano durante le loro conversazioni, erano dello stesso tenore; una cattiveria, leggera – per lo meno in apparenza – si ravvisava altresì nei confronti dei loro contemporanei. E’ probabile che nell’animo provassero gli stessi sentimenti anche l’uno nei confronti dell’altro”. E, a proposito di Olga, Germaine Everling aggiunge che, diversamente dal carattere bohèmien dei due pittori, “Olga Picasso era raffinata e deliziosa, e molto portata per la mondanità”.

1926 Villa La Haie Blanche, Route du Littoral, Antibes

L’estate successiva, i Picasso partono da Parigi il 10 luglio, nell’automobile di Picasso, una Hispano- Suiza, guidata dal suo autista. Si fermano per qualche giorno all’Hôtel Majestic di Cannes prima di trasferirsi a Villa La Haie Blanche, alle spalle della Route du Littoral all’altezza di Antibes. Pare che la villa si chiamasse La Haie 23 Blanche, dal nome della proprietaria, Mademoiselle Blanche Hay.

Le corride di Nîmes rappresentano uno degli eventi più memorabili di quest’estate del 1926. Tra gli amici che accompagnano Picasso, c’è Michel Leiris che assiste a una corrida per la prima volta. Ne è appassionato anche Manolo Angeles Ortiz, uno degli amici più cari di Picasso che alloggia anch’egli quest’estate nei pressi di Antibes.

In seguito i Picasso lasciano Antibes per recarsi, in automobile, a Céret (per andare a trovare lo scultore Manolo), proseguendo poi per Barcellona, per una visita alla famiglia di Picasso. Sulla via del ritorno verso Parigi, pare siano stati rubati i quadri del maestro dipinti alla Haie Blanche che aveva messo sul tetto della Hispano- Suiza.

1927 Villa Madrid (Chalet Chapron), Boulevard Alexandre III Cannes

Picasso ritorna nuovamente in automobile nel Midi a metà luglio con la famiglia. Alloggiano in un primo tempo all’Hôtel Majestic di Cannes, per poi trasferirsi a Villa Madrid (Chalet Chapron), in Boulevard Alexandre III (non lontano da Villa Californie a Cannes dove Picasso si trasferirà nel 1955). Il mercante di Picasso, Rosenberg, faceva notare come il fatto che l’artista cambiasse luogo di villeggiatura, influisse anche sui frequentatori che affollavano d’estate le località della costa: “Juan-les-Pins sarà disperata di aver perso la sua maggior attrazione, sarà la fortuna di Cannes… Ma si organizzano treni speciali per i vacanzieri diretti a Juan-les-Pins per vedere il famoso pittore cubista!”

1930 Villa Bachlyk, Avenue de l’Esterel, Juan-les-Pins

I Picasso arrivano in Costa Azzurra in automobile ai primi di agosto, facendo tappa a Belley (più precisamente nei pressi di Bilignin) per andare a trovare Gertrude Stein e Alice Toklas. Proseguono poi fino a Juan-les-Pins, dove affittano Villa Bachlyk, una dimora imponente con una spettacolare gradinata esterna e un balcone con balaustra al piano terreno.

Durante la permanenza a Villa Bachlyk, Picasso realizza una straordinaria serie di “rilievi di sabbia”. Inizia col raccogliere oggetti di ogni genere, come per esempio delle barchette giocattolo, pezzi di corda, stracci e frammenti di legno, che poi dispone sui quadri, applicandoli per lo più al rovescio cosicché il telaio costituisce la struttura di una specie di scatola. Ciò fatto, immerge la composizione nella colla e poi nella sabbia.

1931 Villa Chêne Roc, Route du Cap (oggi Boulevard Edouard-Baudoin), Juan-les-Pins

La famiglia Picasso ritorna in Costa Azzurra per le vacanze durante l’estate del 1931, anche quest’anno in automobile, fermandosi a trovare Gertrude Stein e Alice Toklas, e facendo poi una seconda tappa a Losanna per incontrare uno dei suoi collezionisti, il Docteur G.F. Reber, nel castello di Béthusy. Giunti a Juan-les-Pins affittano Villa Chêne Roc, in una località che conoscono bene visto che si trova esattamente di fronte alla Villa la Vigie dove avevano alloggiato nel 1924. Per 24 l’estate del 1931 però, Picasso non ha più a disposizione il suo garage - atelier.

A Chêne Roc, Picasso realizza una serie di tele raffiguranti la villa, con la sua maestosa gradinata che conduce alla porta di ingresso. Nelle varie versioni appaiono la facciata della casa e la vista sulla baia di Juan-les-Pins contornate dalle colline circostanti, e nella maggior parte di queste composizioni Picasso non dimentica gli incendi che scoppiarono in pieno mese di agosto e che poteva vedere sulle colline nei dintorni di Mougins e di Vallauris.

1933 Hôtel Majestic, Cannes (Boulevard de la Croisette)

Picasso, Olga e Paulo, allora dodicenne, ritornano a Cannes dove scendono ancora una volta all’Hôtel Majestic. E’ l’ultima volta che la famiglia trascorrerà le vacanze estive insieme sulla Costa Azzurra.

1936 Villa Sainte-Geneviève, Avenue du Docteur Hochet, Juan-les-Pins

Il 25 marzo, Picasso, Marie-Thérèse Walter e la figlia neonata Maya, giungono in treno a Juan-les-Pins dove si fermano per sei settimane a Villa Sainte- Geneviève sull’Avenue du Docteur Hochet. Al suo amico e segretario Jaime Sabartés, Picasso descrive il posto come “una casetta con un giardino assolutamente delizioso, a due passi dal mare” e sempre a Sabartés dichiara inoltre che intende abbandonare la pittura e dedicarsi invece al canto! In realtà era una battuta e continua a dipingere e a disegnare a Juan-les-Pins, dove realizza tra l’altro una serie di grande effetto prendendo spunto dall’immagine di un annegamento. Nel frattempo continua a dedicare sempre più tempo a scrivere poesie.

1936 Hôtel Vaste Horizon, Boulevard Georges Courteline, Mougins

Ai primi di agosto, Picasso parte per Mougins dove, come gli aveva suggerito il poeta Paul Eluard, scende all’Hôtel Vaste Horizon dove lo raggiunge la fotografa Dora Maar, che si trovava a Saint-Tropez. Allo stesso albergo alloggiano anche Roland e Valentine Penrose, Paul e Nusch Eluard con la figlia di Paul Cécile, il poeta René Char, Christian e Yvonne Zervos (editori dei Cahiers d’Art e del catalogue raisonné dell’opera di Picasso) e anche Man Ray. Penrose ricordava in seguito che Picasso, “Con indosso dei pantaloni corti e un gilet a righe da marinaio” disegnava sulla tovaglia dei ritratti servendosi degli oggetti più eterogenei: “fiammiferi spenti, rossetto, senape, vino o liquidi colorati estratti da fiori e foglie”.

1937 Hôtel Vaste Horizon, Boulevard Georges Courteline, Mougins

Dopo l’inaugurazione il 12 luglio del padiglione della Repubblica Spagnola all’Esposizione Internazionale, dove il pittore aveva esposto Guernica e due sue sculture, Picasso e Dora Maar lasciano Parigi. Con il levriero afgano di Picasso, Kazbek, partono con l’Hispano Suiza per Mougins, dove scendono all’Hôtel Vaste Horizon. In agosto li raggiunge Roland Penrose e la fotografa Lee Miller, gli Eluard, Man Ray con la giovane amante Ady Fidelin, la surrealista inglese Eileen Agar con il marito Joseph Bard. Vengono a trovarli anche il surrealista André Breton 25 e la moglie Jacqueline Lamba.

1938 Hôtel Vaste Horizon, Boulevard Georges Courteline, Mougins

Alla fine della prima settimana di luglio, Picasso e Dora Maar ritornano all’Hôtel Vaste Horizon dove alloggiano anche gli Eluard. Picasso dipinge molti ritratti di Nusch Eluard e di Dora Maar, i più pregevoli dei quali sono quelli in cui i tratti della sua amante sono realizzati in vimini, come la sedia su cui lei è seduta.

1939 Palais Albert 1er, Boulevard Albert 1er, Antibes

Picasso e Dora Maar prendono il Train Bleu per Antibes ai primi di luglio. Si stabiliscono nell’appartamento di Man Ray sul Boulevard Albert 1er, vicino al mare. Jacqueline Lamba va ad abitare con loro. A fine mese, Picasso inizia il quadro monumentale Pesca notturna ad Antibes (MoMA, New York), dipinto nel suo atelier del Palais Albert 1er. Nella composizione rappresenta Dora e Jacqueline, nelle sembianze delle spettatrici che dalla passeggiata in riva al mare, osservano i pescatori. Questo soggiorno del 1939 sarà l’ultimo di Picasso in Costa Azzurra fino a dopo la guerra, quando ritorna ad Antibes in compagnia della pittrice Françoise Gilot. Risiedono a Golfe-Juan, mentre Picasso lavora al Château Grimaldi di Antibes.

Marilyn McCully

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MAPPA DELLE DIVERSE VILLE

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IMMAGINI PER LA STAMPA

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I) Picasso Côte d’Azur

Pablo Picasso Villa Chêne-Roc (Juan-les-Pins, 27 août 1931) Huile sur toile, 16 x 27 cm Collection particulière Photo Maurice Aeschimann Genève © Succession Picasso 2013

Pablo Picasso Paysage vallonné et fleuri avec maison sur la gauche (Juan-les-Pins, 28 juillet 1920) Huile sur toile, 15 x 24,5 cm Collection particulière Photo Maurice Aeschimann Genève © Succession Picasso 2013

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Pablo Picasso Les Toits rouges et bleus (Juan-les-Pins, 1920) Crayon et aquarelle sur papier, 31 x 43 cm Collection particulière Photo Maurice Aeschimann Genève © Succession Picasso 2013

Pablo Picasso Femme lisant (Juan-les-Pins, été 1920) Huile sur toile, 100 x 81,2 cm MG 2132 Musée de Grenoble © Musée de Grenoble © Succession Picasso 2013

Pablo Picasso Composition (Cannes, 15 juillet 1933) Aquarelle, plume et encre sur papier marouflé sur carton, 41 x 51 cm Collection privée © Succession Picasso 2013

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Pablo Picasso Danseurs (Monte Carlo, avril 1925) Lavis d’encre brune sur papier, 63 x 47 cm Collection privée © Succession Picasso 2013

Pablo Picasso Deux danseurs (Monte Carlo, avril 1925) Encre sur papier, 35,2 x 25,2 cm Richard and Mary L. Gray and The Gray Collection Trust © Succession Picasso 2013

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Pablo Picasso Studio with Plaster Head (Juan-les-Pins, été 1925) Huile sur toile, 98 x 131 cm Acquisition, 1964 Inv. 116.1964 New York, Museum of Modern Art (MoMA) © Succession Picasso 2013 © 2012. Digital image, The Museum of Modern Art, New York / Scala, Florence.

Pablo Picasso Nature morte (Juan-les-Pins, été 1925) Huile et sable sur toile, 121 x 154 cm Dation en 1982 AM 1982-434 Paris, musée national d’Art moderne – Centre Georges Pompidou © Succession Picasso 2013 © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist. RMN-Grand Palais / Droits réservés

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Pablo Picasso Guitar, Compote Dish and Grapes (Juan-les-Pins, été 1924) Huile sur toile, 97,5 x 130 cm Acquisition, 1958 A6437 Collection Stedelijk Museum Amsterdam © Succession Picasso 2013

Pablo Picasso Deux nus (Cap d’Antibes, été 1923) Encre sur papier à lettres, 42 x 36 cm Donation de Louise et Michel Leiris en 1984 AM 1984-666 Paris, musée national d’Art moderne- Centre Georges Pompidou © Succession Picasso 2013 © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist. RMN-Grand Palais / Philippe Migeat

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Pablo Picasso Minotaure à la carriole (06 avril 1936) Huile sur toile, 45,5 x 54,5 cm Collection particulière Photo Maurice Aeschimann Genève © Succession Picasso 2013

Pablo Picasso Femme à la draperie assise. Femme nue assise (1924) Huile sur toile, 24 x 19 cm Collection particulière Photo Maurice Aeschimann Genève © Succession Picasso 2013

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Pablo Picasso Portrait of Lee Miller as L’Arlesienne (1937) Huile sur toile, 81 x 60 cm The Penrose Collection, England- www.rolandpenrose.co.uk © Courtesy Roland Penrose Estate, England 2013 The Penrose Collection. All rights reserved

Pablo Picasso La Vigie, la nuit 1924, Juan-les-Pins Oil on canvas, 12 x 22 cm Collection particulière Photo Maurice Aeschimann Genève © Succession Picasso 2013

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II) Picasso dans la Collection Nahmad

Pablo Picasso Femme couchée à la mèche blonde, (21 décembre 1932) Huile sur toile, 130 x 162 cm Collection Ezra et David Nahmad © Succession Picasso 2013

Pablo Picasso La ceinture jaune (Marie-Thérèse Walter), (6 janvier 1932) Huile sur toile, 130 x 97 cm Collection Ezra et David Nahmad © Succession Picasso 2013

Pablo Picasso Femme à l'oiseau (Dora Maar), (17 juin 1939) Huile sur toile, 92 x 73 cm Collection Ezra et David Nahmad © Succession Picasso 2013

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Pablo Picasso Les femmes d'Alger (Version H), (24 janvier 1955) Huile sur toile, 130,2 x 162,3 cm Collection Ezra et David Nahmad © Succession Picasso 2013

Pablo Picasso Le déjeuner sur l'herbe, (27 février 1960) Huile sur toile, 114 x 146 cm Collection Ezra et David Nahmad © Succession Picasso 2013

Pablo Picasso Le peintre, (10 mars 1963) Huile sur toile, 61 x 50,1 cm Collection Ezra et David Nahmad © Succession Picasso 2013

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Pablo Picasso Homme à la pipe, (1968) Huile sur toile, 130 x 97 cm Collection Ezra et David Nahmad © Succession Picasso 2013

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Il GRIMALDI FORUM Luogo di tutte le culture

Un luogo, delle mostre: Tra cielo e mare, il Grimaldi Forum Monaco è il palcoscenico d'eccezione di una programmazione culturale articolata intorno a tre assi portanti: mostre, musica e danza.

Ogni estate, il Grimaldi Forum Monaco produce una grande mostra tematica, dedicata ad un movimento artistico maggiore, ad un soggetto del patrimonio culturale o di civilizzazione, a qualsiasi soggetto nel quale si esprima il rinnovamento della creazione. Un' occasione di mettere in valore le se qualità e specificità : offrire uno spazio di 4000 m2 per creare in piena libertà, mettere al servizio della scenografia gli strumenti tecnologici più efficaci, fare ricorso ai migliori specialisti in ogni campo per garantire la qualità scientifica delle sue esposizioni.

Questa alchimia ha già dimostrato la sua efficacia mediante i lusinghieri successi ottenuti presso la stampa ed il grande pubblico:  « AIR-AIR » nel 2000,  « Cina, il secolo del 1° Imperatore » nel 2001,  « Giorni di Circo » nel 2002  « SuperWarhol » nel 2003,  « Imperiale San-Pietroburgo, da Pietro il Grande a Caterina II » attraverso le collezioni del museo dell’Ermitage e dell’Accademia delle Belle-Arti nel 2004  « Arts of Africa » dalle Arti Tradizionali alla Collezione Contemporanea di Jean Pigozzi nel 2005,  « New York, New York », 50 anni d’arte, architettura, cinema, performance, fotografia e video nel 2006 ;  “Gli anni Grace Kelly, Principessa di Monaco” nel 2007  “Regine d’Egitto” nel 2008  “Mosca : Splendori dei Romanov ” nel 2009  “Kyoto-Tokyo, dai Samurai ai Manga” nel 2010  “Sfarzi e grandezza delle Corti in Europa” nel 2011  “Extra Large” opere monumentale della Collezione del Centro Georges Pompidou de Pariggi nel 2012  “Monaco Festeggia Picasso” nel 2013 38

Il Grimaldi Forum Monaco collabora con le massime istituzioni culturali del mondo – musei, fondazioni e gallerie – che riconoscono la sua riuscita prestando opere importanti.

Ricco di una doppia vocazione che ne fa la sua particolarità, il Grimaldi Forum è nello stesso centro congressuale e d’esposizione che accoglie una centinaia di eventi professionisti per anno (convegni, trade shows, convenzioni...).

Il palcoscenico della Salle des Princes, il più grande auditorium del Principato con i suoi 1800 posti, ospita regolarmente delle commedie musicali come Grease, Mamma Mia e Thriller Live, dei corpi di balli internazionali come quelli del Kirov o il Bolscioi, degli artisti pop rock del livello di Norah Jones, Mickey 3D, Rokia Traoré, Lou Reed, Black Eyed Peas. E' la cornice naturale per le entità tradizionali della cultura monegasca: i Balletti di Monte Carlo, l’Orchestra Filarmonica e l’Opera di Monte Carlo possono montare grandi produzioni sulla sua superficie scenica di 1000m², equivalente a quella dell’Opera Bastille di Parigi. L’agenda del Grimaldi Forum Monaco riflette questa diversità e questa ambizione intatta di superare le barriere per riunire tutte le forme di espressione artistica ed il mondo dell'impresa, per invtare un pubblico sempre più largo ad aprirsi sul mondo attraverso il « prisma » del Principato.

Il Grimaldi Forum Monaco, significa : 35 000 m² di spazi espositivi e di riunione : la Salle des Princes (1800 posti), la sala Prince Pierre (800 posti), e la sala Camille Blanc (400 posti). Di cui 10 000m² di spazi espositivi  Lo spazio Ravel, 4180 m² di cui 2 500 m² senza pilastri  Lo spazio Diaghilev, 3 970 m²

Dall'ottobre 2008, il Grimaldi Forum ha ricevuto la certificazione ISO 14001 :2004 (gestione ambientale).

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I PARTNER

Presentazione della Compagnie Monégasque de Banque

La CMB è la Banca Privata di riferimento nel Principato di Mondaco, fondata nel 1976. Con un personale qualificato e motivato, serve un’agiata clientela internazionale, residente e non residente.

L’ascolto e l’analisi delle esigenze dei clienti portano a formulare soluzioni di investimento e finanziamento che la CMB predispone e segue con un obiettivo di eccellenza e nel rispetto di un’etica professionale irreprensibile.

La CMB è stata fondata nel 1976 da diversi gruppi bancari di prestigio e azionari di riferimento monegaschi. Sono suoi azionari storici, tra altri, Banca Commerciale Italiana, Commerzbank e ancora Compagnie Financière Paribas. Per la sua storia e ubicazione nel cuore decisionale del Principato, ma anche grazie al suo radicamento nel tessuto economico locale, la CMB è considerata in loco come la banca di riferimento monegasca.

Il suo azionariato è costituito attualmente al 100% da Mediobanca SpA, quotata alla borsa di Milano (Ticker Bloomberg MB IM) e membro dell’indice di riferimento FTSE MIB.

In quanto attore di riferimento nel campo del Private Banking all’interno del gruppo Mediobanca, la CMB agisce in ampia autonomia, garantendo alla clientela la prossimità ai centri decisionali e una reattività incomparabile.

La missione della CMB che consiste nell’offrire un servizio di Private Banking di qualità eccellente, si basa sui valori del gruppo fondati sull’attenzione per le esigenze della clientela, lo sviluppo delle competenze, il rispetto della diversità e una reattività impeccabile.

Il gruppo CMB occupa 187 persone. Grazie a collaboratori qualificati ed esperti, dalla sua creazione la CMB ha sempre avuto un ruolo innovatore sulla piazza di Monaco.

La reattività della CMB nel campo del finanziamento immobiliare, in cui è leader nel principato, la strutturazione di un fondo immobiliare (di diritto Jersey) che investe esclusivamente nell’immobiliare nel Principato e il lancio del primo fondo di fondi alternativi sempre nel Principato (di diritto monegasco), costruito sull’universo dei Managed Accounts e a liquidità settimanale, in conformità con ciò che oggi si intende per “Best Practice” nel settore della multi gestione alternativa, si possono considerare come i numerosi successi che contraddistinguono l’offerta di servizi del gruppo, che sono al contempo sinonimo di innovazione e qualità.

Nel Private Banking, con un core business concentrato sui servizi finanziari, che vanno dall’esecuzione degli ordini sui mercati internazionali a sofisticati servizi di

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Asset Management, la CMB propone in particolare alla propria clientela un mandato di gestione secondo una politica definita dalla banca, o dei servizi di gestione individualizzati, in funzione di criteri stabiliti dal cliente. Propone inoltre una gamma completa di fondi di diritto monegasco.

Il finanziamento immobiliare rappresenta un ambito di attività strategica per il gruppo e agisce come elemento di richiamo per la clientela. La CMB offre ovviamente altri tipi di finanziamenti, come i prestiti a breve termine o i crediti lombard. La CMB propone inoltre delle soluzioni di leasing in campo nautico.

Per i gestori di patrimoni indipendenti, la CMB offre servizi di banca depositaria personalizzati a numerose società di gestione indipendenti sulla piazza di Monaco. Questa offerta di servizi rappresenta un asse di sviluppo fondamentale.

Per la clientela privata, la CMB affianca alle proprie qualità quelle di professionisti di vari settori per offrire, in sinergia con i vantaggi della piazza monegasca in materia di riservatezza, discrezione e solidità, un servizio all’altezza delle aspettative della clientela più esigente. Assicura alla clientela un servizio personalizzato, con un team addetto a tenere i rapporti con la clientela cosmopolita.

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d’Amico

Il gruppo d’Amico è leader mondiale nel trasporto marittimo e le sue origini risalgono al 1936 quando la famiglia d’Amico fondò una compagnia di navigazione specializzata in prodotti forestali. Attualmente la società opera in due settori principali: le navi cisterna e le navi portarinfuse. d’Amico trasporta materie prime liquide e solide sulle rotte intercontinentali che collegano Asia, Europa e America. Le consegne di materie prime liquide – derivati dal petrolio e oli vegetali – sono trasportate dalla flotta di d’Amico International Shipping SA, compagnia quotata sul mercato borsistico italiano, tramite le sue filiali e in particolare la d’Amico Tankers, mentre i carichi di materie prime solide (metalli, legname da costruzione, carbone, granaglie, eccetera) sono trasportate dalla d’Amico Società di Navigazione e d’Amico Dry. Impresa di tradizione familiare con sede a Roma, il Gruppo si è affermato a livello mondiale con gli uffici nelle principali “capitali marittime” quali Londra, Singapore, Monaco, Dublino, Vancouver, Casablanca, Genova e Stamford. Negli ultimi due anni, d’Amico si è focalizzata su di una strategia di sviluppo della flotta che le permetterà di disporre delle navi più moderne ed ecologiche sul mercato in entrambi i settori di attività. Inoltre, lo sviluppo costante di nuovi mercati e una particolare attenzione per le risorse umane, contribuiscono a fare della compagnia di navigazione d’Amico un’eccellenza nel suo settore di attività.

Per maggiori informazioni: www.damicoship.com

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Novotel Monte-Carlo : Una situazione unica al Principato di Monaco Idealmente localizzata al cuore del Principato, il Novotel Monte-Carlo, un hotel design, specchio del suo tempo, è stato costruito sull’area storica di Radio Monte-Carlo. A solo qualche passi della piazza del Casino e del Grimaldi Forum, a 100 metri delle insegne prestigiose della zona commerciante di Monaco, e vicino alla stazione, l’hotel dispone di 218 camere, di cui 11 Junior Suites e 40 Excutives con, per alcune, una vista inespugnabile sul Rocher e il mare. L'hotel mette a vostra disposizione la sua piscina esterna a temperatura controllata, il suo hammam, la sua sala da fitness, il suo lounge bar « le Novotelcafé » e il suo ristorante che vi propone una cucina all’accento del Sud, piena di sole, di sapori e profumi orchestrata da un grande Chef.

Novotel Monte-Carlo 16 bld Princesse Charlotte - 98000 Monaco Tél : +377 99 99 83 00 - fax : +377 99 99 83 10 www.novotel.com/5275

OFFERTA ESCLUSIVA : Package "Grimaldi Forum – Monaco fête Picasso" Mostra al Grimaldi Forum del 12 luglio al 15 settembre 2013 Questa tariffa include il vostro biglietto d’ingresso alla mostra, l'alloggio e la colazione.I vostri biglietti vi saranno rimessi fin dal vostro arrivo al hotel.

Prenotazione online www.novotel.com/5275, misfatto camere più attività.

*1 notta in una doppia camere per una persona