Dott. Luca Cappelli Progettazione e consulenza Geologica, Tecnica, Ambientale GEOLOGO

COMUNE DI (L’AQUILA)

RELAZIONE GEOLOGICA

“INTERVENTI DI ADEGUAMENTO E POTENZIAMENTO DEL DEPURATORE A SERVIZIO DEI COMUNI DI BARREA E

ELABORATO PRODOTTO AI SENSI DEL DECRETO N° 3/REG DEL 30/12/2016 E CONTENENTE ANCHE LA RELAZIONE SULLE INDAGINI, CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE DEL VOLUME SIGNIFICATIVO DI TERRENO

Committenti: Amm.ne Comunale di Barrea – Amm.ne Comunale di Villetta Barrea

Geologo: dott. Luca Cappelli (Aq), marzo 2018

Cell. 347.9386180

Largo Stazione FFS, snc - 67030 Alfedena (AQ) e-mail: [email protected]

Sommario

Premessa ...... 3 1. ASSETTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO DELL’AREA ...... 5 1.1 Aspetti geologici ...... 5 1.2 Aspetti geomorfologici ...... 11 1.3 Aspetti idrogeologici ed idrologici ...... 13 2. DATI GEOTECNICI E GEOFISICI ...... 14 2.1 Indagini svolte in sito ed assetto stratigrafico ...... 14 2.2 Caratteri geotecnici ...... 15 2.3 Caratterizzazione sismica: pericolosità sismica di base ...... 17 2.4 Definizione del profilo di sottosuolo ...... 20 3. CONCLUSIONI ...... 21

Allegati

TAVOLA 1 - Carta geologica Tecnica dell'area in studio. Elaborato tratto dalla "carta geologico tecnica" - studio di microzonazione sismica di I livello del Comune di Barrea (dott. geol. Luca Cappelli - 2015)

TAVOLA 2 – Carta geomorfologica - Stralcio della Carta geomorfologica PAI - Regione

TAVOLA 3 - Carta della pericolosità geomorfologica dell'area (stralcio PAI)

TAVOLA 4 - Ubicazione dell'area di intervento su CTRN Regione Abruzzo - scala originale 1:5.000. Elem. n. 391042

TAVOLA 5 - Carta delle Microzone Omogene in Prospettiva Sismica Elaborato tratto dalla "carta delle MOPS" - studio di microzonazione sismica di I livello del Comune di Barrea ( dott. geol. Luca Cappelli - 2015 )

TAVOLA 6 – Carta delle MOPS

RELAZIONE SULLE INDAGINI IN SITO (contiene stratigrafie e foto delle cassette dei sondaggi, elaborazione prove MASW, elaborazione prova penetrometrica di tipo DPSH)

SCHEDE FOTOGRAFICHE

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Premessa

La presente relazione, commissionata allo scrivente dall’Amministrazione Comunale di Barrea1 e dalla Amministrazione Comunale di Villetta Barrea2, ha avuto come oggetto la caratterizzazione geologico – tecnica del terreno oggetto dei lavori previsti nell'ambito del progetto denominato “Interventi di adeguamento e potenziamento del depuratore a servizio dei comuni di Barrea e Villetta Barrea”. L’area di intervento è ben inquadrato nelle planimetrie allegate alla presente relazione.

Naturalmente, lo studio contiene tutti gli elementi che consentiranno al progettista di effettuare la scelta delle opere fondazionali ed il loro dimensionamento, di valutare l’entità dell’interazione del complesso terreno-struttura, nonché per effettuare le verifiche atte a garantire la stabilità e la sicurezza delle opere da realizzare.

L' elaborato è stato, inoltre, redatto in conformità a quanto prescritto nella L.R. Regione Abruzzo n. 28 del 11.08.2011 e succ.vi Decreti o Circolari applicativi nonché, ovviamente, delle Norme Tecniche vigenti ( DM 17.01.2018 e succ.ve Circolari applicative); in particolare, la relazione approfondirà i seguenti aspetti:

• determinazione dell’assetto geologico, geomorfologico e stratigrafico dell’area studiata;

• definizione delle caratteristiche sismiche della zona in esame (“pericolosità sismica di base e locale”);

• individuazione di eventuali combinazioni di fattori geologici, geotecnici e topografici che possano determinare una amplificazione del fenomeno sismico (effetti di sito).

Il lavoro si è articolato nelle seguenti fasi:

- reperimento di materiale cartografico e bibliografico relativo a studi ed indagini eseguiti in aree limitrofe e/o geologicamente simili;

- rilevamento geologico-geomorfologico e geomeccanico di un’area sufficientemente ampia (comprensiva del sito in oggetto) e su porzioni in affioramento del substrato carbonatico tali da permettere di definire i rapporti strutturali in loco;

1 Determinazione del Responsabile del Servizio n.R.G. 18 - n. reg. di settore 10 del 14.02.2018 2 Determinazione del Responsabile del Servizio n. 15 del 01.03.2018

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- valutazione dei parametri geotecnici da adottarsi nei calcoli, desunti dai dati acquisiti in test appositamente svolti in corrispondenza dell’area in studio ;

- elaborazione della pericolosità sismica di base e di quella sito-specifica mediante esecuzione di una specifica campagna di indagini sismiche;

- redazione della presente relazione geologica.

Nell'elaborazione del seguente studio si è anche tenuto conto della D.G.R. n° 103/5 del 27.05.2008 (B.U.R.A. n° 49 Speciale del 18.06.2008 - Piano di Assetto Idrogeologico “fenomeni franosi ed erosivi” – Bacino Interregionale del Fiume Sangro); dall'esame delle carte allegate al suddetto piano, l’area di stretto interesse, risulta interessata da fenomeni di pericolosità geomorfologica tali da giustificarne l'inserimento in classe P1- moderata (vedi Tavole 2 e 3).

Figura n. 1 – Panoramica dell’area in studio (nel cerchio rosso è individuata l’area di intervento)

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Comunque, a tal riguardo, si riporta un estratto del art. 18 delle “Norme di attuazione” del PAI:

“1. Nelle aree a pericolosità moderata sono ammessi tutti gli interventi di carattere edilizio e infrastrutturale, in accordo con quanto previsto dagli Strumenti Urbanistici e Piani di Settore vigenti, conformemente alle prescrizioni generali di cui all’articolo 9.

2. I Comuni possono valutare la necessità di redazione dello Studio di compatibilità idrogeologica all’interno delle aree perimetrate quali aree a pericolosità moderata (P1).”

Dunque, l'intervento in esame non contrasta con le norme di attuazione del PAI, anche se demanda al Comune l’opportunità di una redazione dello studio di compatibilità idrogeologica.

Infine, si precisa che il presente studio è strettamente finalizzato al progetto di cui sopra; esso, pertanto, assume validità solo in tale ambito progettuale.

1. ASSETTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO DELL’AREA

L’area in studio si colloca nel settore sud-orientale della regione marsicana, in prossimità del limite amministrativo Abruzzo-Molise, ed è ubicata a cavallo dei Fogli IGM 152-II Sora e 153-III-IV Agnone.

La porzione di territorio esaminata si inserisce, quindi nei settori circa assiali, o domini interni, della catena appenninica centrale, nel suo estremo margine meridionale, a ridosso del dominio proprio dell’Appennino Meridionale.

1.1 Aspetti geologici

Si cercherà di fornire di seguito, in maniera il più succinta e schematica possibile, un inquadramento geologico generale sulla strutturazione di detta porzione di orogeno, sino a giungere ad una ricostruzione del modello geologico proprio della porzione di territorio direttamente interessata dal presente studio, meglio sviluppato in un apposito e successivo paragrafo.

L’Appennino Centrale, notoriamente, sotto l’aspetto geologico-regionale, viene ricompreso tra due importanti lineamenti di “svincolo cinematico” meglio noti in letteratura

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come Linea Ancona-Anzio (Migliorini, 1950, Castellarin et al., 1978) o Olevano-Antrodoco (Parotto&Praturlon, 1975, Salvini& Vittori 1982) ad Ovest e Linea Ortona-Roccamonfina (Locardi, 1982) o Volturno-Sangro (Patacca &Scandone, 1989) a Est, che “separano” appunto l’Appennino Centrale da due imponenti strutture arcuate, rappresentate dall’Appennino Settentrionale ed Appennino Meridionale-Arco Calabro-Peloritano.

Nell’Appennino Centrale, le strutture della catena coinvolgono la successione carbonatica della Piattaforma Laziale-Abruzzese triassico-miocenica con una particolare geometria arcuata che “mima” l’architettura del paleomargine di Adria, articolata, a partire dal Lias medio, in piattaforme carbonatiche persistenti e bacini pelagici. Di particolare importanza quindi questa fase di lacerazione ed estensione crostale operatasi attraverso sistemi di faglie listriche che hanno modellato la fisiografia dell’area in Horst e Graben, poiché la strutturazione neogenico-quaternaria della catena risulterà nettamente controllata da detti processi geodinamici e lineamenti tettonici. La piattaforma carbonatica rimane per un lunghissimo lasso di tempo, grazie all’azione di svincolo cinematico (non sempre coeva) della Ancona-Anzio ed Ortona-Roccamonfina, non coinvolta nelle deformazioni compressive adria-vergenti ma in condizione di mare sottile o, periodicamente, in parziale emersione: da ciò, ne deriva una successione stratigrafica piuttosto “tranquilla” sino al Miocene medio, con totale assenza di depositi sintettonici.

Su un segmento crostale di presumibile natura continentale, disarticolato in blocchi variamente assottigliati (rifting) ed in rapido sprofondamento (subsidenza), si sono dapprima individuate e poi sviluppate alcune di quelle unità fondamentali dalla cui interazione successiva, soprattutto nelle fasi orogeniche tardo-neogeniche, è poi derivato questo settore della catena appenninica. Le principali unità, paleogeografiche coinvolte nella strutturazione della catena, procedendo dalle più interne e deformate, che ne costituiscono oggi i settori di culminazione assiale, alle più esterne (odierno avanpaese adriatico), caratterizzate da sedimenti scarsamente deformati e di ambiente pelagico, sono:

- l’estesa Piattaforma Carbonatica Laziale-Abruzzese (facies di piattaforma di tipo bahamiano dal Trias superiore al Cretacico superiore e facies di rampa fino al Miocene inferiore), con relative facies marginali individuabili nelle dorsali del Velino-Monti d’, Sirente, Montagna Grande…, con stratificazione generalmente netta, costituita da Dolomia principale (Trias), Calcare massiccio (Lias), Calcari dolomitici (Dogger-Malm), Calcari a gasteropodi (Creta inf.), Calcari a radiolariti con intercalazioni di depositi bauxitici (Creta sup.)…;

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- i bacini esterni adiacenti, con facies calcareo-silico-marnose pelagiche deposte dal Lias medio al Miocene inferiore: Bacino Umbro-Sabino ad Ovest, Bacino Umbro- Marchigiano a Nord, Bacino Molisano ad est, che ricomprendono gran parte delle sequenze deposizionali del Gran Sasso e della Maiella settentrionale;

- la Piattaforma Abruzzese Esterna, collocata tra la Piattaforma Laziale-Abruzzese e la Piattaforma Carbonatica Apula, individuata nell’Unità Morrone-Pizzalto-Rotella.

I principali passi evolutivi della costruzione della catena hanno quindi previsto: il rifting triassico-giurassico; le deformazioni transpressive-transtensive connesse alla più o meno spinta fessurazione-deformazione dell’avampaese; la strutturazione vera e propria della catena con sviluppo in sequenza di piani di sovrascorrimento e/o accavallamento a partire dal Messiniano post-evaporitico con riattivazioni nel Pliocene di preesistenti strutture tettoniche di importanza regionale (e/o di neoformazione) attraverso piani orientati prevalentemente N-S ed E-W (rampe oblique con principale direzione di trasporto tettonico a vergenza E-NE), ad attività anche sincrona, ed infine la fagliazione tettonica transtensiva e/o normale quaternaria. Detti eventi schematicamente riassunti hanno determinato l’attuale fisiografia della catena appenninica centrale, notoriamente schematizzata in una serie di dorsali carbonatiche allungate per diversi chilometri in direzione appenninica cui si interpongono depressioni e/o bacini intramontani di origine tettonica (recente e non) i cui limiti con le contigue dorsali sono stati identificati per lo più con faglie e/o sistemi di faglie.

Nel lasso di tempo considerato quindi, la compressione si è spostata via via verso Est ed ha interessato (ed interessa) i domini esterni in periodi sempre più recenti, ricostruendosi oggi uno stile tettonico denotante regime distensivo lungo la catena appenninica s.s. e compressivo (blando ed a debole sismicità) lungo la fascia periadriatica e costiera, ossia nei settori esterni orientali di avanfossa (ed avanpaese); direttrici e stili tettonici non sono stati costanti ma hanno determinato un avanzamento degli embrici in maniera disarticolata e diversa gli uni dagli altri, seguiti spesso anche attività rotazionale (Miccadei, 1993): nel complesso, l’intera catena ha subito una traslazione verso Est ed è sovrascorsa al di sopra dell’avanfossa in più fasi, coinvolgendo e deformando i domini esterni inattivi.

La deformazione compressiva inizia grosso modo col Tortoniano Sup.-Messiniano Inf. contestualmente alla deposizione del Flysch della Laga (in facies marcatamente pelitico- arenacea), primo deposito sin-tettonico e di ingente spessore (circa 3-4 km), e si concentra entro un brevissimo lasso di tempo in cui si ha una forte subsidenza delle aree più esterne (avanfossa) con formazione di scaglie tettoniche a vergenza adriatica a strutturare l’edificio

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orogenico: dal Pliocene Inf. e sino al Pliocene Medio si osserva un cambiamento degli assi di deformazione “testimoniato” dal fronte di accavallamento dell’App. Settentrionale lungo la A-A. La deformazione compressiva determina anche l’avanzamento della catena verso Est, con obliterazione delle “avanfosse mioceniche” e individuazione di nuove aree subsidenti esterne, costituenti le avanfosse del Pliocene Inferiore, Medio e del Plio- Pleistocene, che risultano appena deformate.

Sembrano però derivare dalla sovrapposizione di stress tettonici e rimodellamento in ambiente continentale (erosione-risedimentazione), cui si accompagna la non ancora esaustiva quantità di studi e/o dati, le differenti interpretazioni che i vari autori danno alla strutturazione della catena e/o sue porzioni, in termini di ricostruzione dei paleodomini, di unità strutturali e, con almeno apparentemente maggior uniformità di vedute, di direzione/orientazione, modalità ed Età di attività dei “principali” stress tettonici. Le divergenze nelle ricostruzioni della strutturazione della porzione di orogeno in esame sono spesso riportate anche dagli stessi (vari) autori negli studi e/o pubblicazioni scientifiche prodotte e vengono quindi rimarcate anche nei più recenti studi reperiti (Miccadei, 1993, Mattei e Miccadei, 1991, Pace - Di Matteo - Boncio - Lavecchia, 2001, Boncio, Brozzetti, Di Matteo, Lavecchia e Pace, 1998) cui si è fatto riferimento per la ricostruzione geodinamica e litostratigrafica della porzione di territorio presa in considerazione nel presente lavoro.

In particolare, e per il settore sud-orientale della , sotto l’aspetto litostratigrafico si è attinto principalmente agli studi condotti da Miccadei (di cui se ne riporta in allegato – tav. 1 - uno stralcio della Carta Geologica) e Mattei che hanno maggiormente approfondito gli aspetti litostratigrafici delle facies sedimentarie in affioramento in tutto questo settore marsicano; sotto l’aspetto tettonico e/o geodinamico (soprattutto recente) alle determinazioni riportate da Boncio, Pace, Lavecchia…, i cui studi, oltre che maggiormente incentrati sui caratteri sismotettonici della porzione di catena e/o territorio in esame (in parte anche specifici di una ristretta area nei dintorni del Lago di Barrea), forniscono un “nuovo” scenario di pericolosità e/o suscettibilità sismica del territorio, sulla base di deduzioni scaturite da analisi oggettiva di dati strumentali (sismici) disponibili e relativi ad eventi tellurici recenti (in primis il terremoto del 1984), da cui l’individuazione di lineamenti tettonici nei pressi dell’abitato di Barrea ad oggi non ancora ritenuti “sicuramente” attivi (Faglia di Barrea).

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Come appena esposto, uno schema strutturale dell’area e/o più in generale del settore della Marsica in oggetto, viene delineato da Miccadei (1993, con riferimenti bibliografici ivi contenuti e citati dall’autore) che riscontra in affioramento, in via generale, le successioni del margine orientale della Piattaforma carbonatica Laziale-Abruzzese (strutture di M. Mezzana-Montagna Grande-Serra della Terratta-M. Marsicano) e quelle attribuite al margine occidentale della piattaforma carbonatica, ossia la struttura del M. Morrone e della sua prosecuzione verso Sud (M. Rotella-M. Arazzecca). Tra queste, gli autori individuano le successioni di ambiente pelagico rappresentate dalla struttura di M. Genzana-M. Greco. Nel settore meridionale, invece, collocano sequenze di scarpata riconducibili alla piattaforma laziale-abruzzese e identificate nelle strutture dei Monti della Meta e delle Mainarde. Da ultimo, e per completare il quadro strutturale dell’area in oggetto, nel settore sud-orientale risultano strutturate le unità del bacino molisano, i cui terreni affiorano ad Est della congiungente -Alfedena (Clermontè, 1969; Mattei &Miccadei, 1991). In generale le strutture carbonatiche sono interessate da un duplice sistema di lineamenti tettonici riconducibili a sovrascorrimenti con andamento N-S o NNW-SSE (linea Alto- Sangro-Giovenco, linea Profluo-Tasso-Sagittario), e da tettonizzazione (faglie) ad andamento E-W (linea del Sangro, linea del M. Greco). Dette unità strutturali meso- cenozoiche risulterebbero “svincolate” da quelle appartenenti alla falda molisana (si è “a cavallo” della linea O-R o V-S) da un'importante lineamento tettonico, cui viene attribuita (Mattei &Miccadei 1991) trascorrenza destra, con orientazione NE-SW.

In funzione dei diversi ambienti paleogeografici ricostruiti, si rinvengono oggi “sul campo” le diverse successioni stratigrafiche, ognuna propria di ciascun specifico ambiente di sedimentazione e, più in generale, si attribuiscono, per l’area marsicana sud-orientale, le sequenze sedimentarie proprie di ambiente di piattaforma e soglia ai suoi settori più occidentali, di scarpata ai settori centrali e di transizione-bacino ai settori orientali, con l’abitato di Barrea che si inserisce nel settore centrale-orientale dell’area esaminata, nelle porzioni più meridionali della Marsica.

Le sequenze deposizionali vengono organizzate e distinte da Miccadei (1993) in cinque Successioni (Strutture) pre-mioceniche, due mioceniche (plioceniche?) e, da ultimo, si raggruppano in una facies continentale del quaternario tutte i depositi “recenti”, così come di seguito brevemente schematizzato.

Tra le Strutture pre-mioceniche della porzione di orogeno in esame si inseriscono:

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- Successione di M. Genzana-M. Greco, caratterizzata da depositi di ambiente di transizione, con sedimentazione fortemente detritica intercalata a vari livelli da litotipi di ambiente pelagico: nel settore settentrionale si rinvengono dolomie del Lias inferiore, cui seguono depositi pelagici costituiti da litotipi appartenenti alle formazioni della Corniola, del Rosso ammonitico, della Maiolica e della Scaglia, cui si intercalano torbiditi calcaree e/o brecce. Verso i settori meridionali (Serra Chiarano, M. Greco, Serra Pantanella) si rinvengono esigui spessori di peliti e di marne grigio scure cretaciche;

Tra le Strutture mioceniche si inseriscono:

- Calcari e marne mioceniche, con le principali facies distinguibili in tre membri a partire dal Miocene medio a quello superiore (Colacicchi, 1967). Le litologie principali sono riconducibili a calcari detritico-organogeni da bianchi ad avana e calcareniti organogene nocciola con sottili intercalazioni marnose, ricchi in litotamni, briozoi, ditrupe, coralli, bivalvi, resti di echinidi, macroforaminiferi (eterostegine, anfistegine) e foraminiferi planctonici. Nei settori più meridionali (M. Mattone, Piana della Corte - zona della Camosciara), invece, affiorano marne argillose grigio-avana con abbondanti foraminiferi planctonici. Questi litotipi inglobano mega-brecce di calcari liassici ricchi in alghe calcaree;

- Depositi terrigeni alto-miocenici - pliocenici (?), affiorano abbondantemente ma con rapporti in genere tettonici o non sempre proprio chiari con le altre successioni. Nella zona sud-orientale prevalgono alternanze di arenarie micacee grigiastre con argille siltose e siltiti. Nella zona meridionale (Lago della Montagna Spaccata) si rilevano argille siltose plumbee con sottili intercalazioni arenacee avana. La zona centrale dell'area, ossia quella di più stretto interesse, comprendente la Valle dell' Alto-Sangro, del Profluo, del Tasso e del Sagittario è costituita da alternanze di argille e argille siltose, laminate con sottili e rare intercalazioni arenacee. L'età di questi depositi risulta riferibile (Miccadei, 1993) all'intervallo Miocene superiore p.p. - Pliocene inferiore.

Tra i depositi quaternari e/o recenti, (Pleistocene superiore-Olocene) localmente anche molto rappresentati (non tutti in area di stretto interesse), si inseriscono:

- conoidi;

- depositi colluviali ed alluvionali;

- depositi morenici;

- depositi fluviali e/o lacustri;

- brecce di pendio.

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Su queste Unità Strutturali hanno naturalmente agito la tettonica da cui la strutturazione della catena che, come già visto, in regime compressivo-transpressivo, ha dapprima dislocato ed in parte riattivato le preesistenti strutture tettonostratigrafiche (Miocene-Pliocene), attraverso un sistema di faglie delineatosi già in fase tettogenetica. A questa prima importante “spinta” epirogenetica, che andrà a determinare un generale raccorciamento crostale di entità variabile da punto a punto dei paleodomini (e su cui non vi è uniformità di vedute da parte dei ricercatori), segue una successiva fase distensiva plio- quaternaria, che si esplica, in alcuni casi, attraverso i lineamenti tettonici sinsedimentari e che, generalmente (e comunque), ricalcano i limiti delle unità paleo-geografiche già delineatesi, lasciando presumere una probabile riattivazione di detto primario sistema di faglie. Alla tettonica recente, di regime distensivo-transtensivo, è da imputarsi la sismicità dell’area appenninica in esame e della porzione di territorio in studio.

Ricadendo l’intero centro abitato di Barrea, almeno riguardo alle porzioni di territorio oggetto di studio (che risultano impostate sulle Successioni di M. Genzana-M. Greco, Unità Terrigene Alto-Mioceniche e/o Depositi Quaternari), in contesto territoriale non direttamente interessato da tettonica recente attiva e/o certa, in questa sede e sulla base delle ricostruzioni paleogeografiche riportate in Miccadei (1993), si può solo concludere esplicitando come dei lineamenti tettonici generali brevemente su riportati, assumono importanza nel delineare l’attuale fisiografia dell’area di stretto interesse, la “Faglia di M. Greco” , con “segnali” di attività recente anche poco più a Nord del Comune di Barrea, che delimita il dominio dell’Unità M. Genzana-M. Greco dai flysch altomiocenici; la “Linea Alto Sangro”, ad andamento circa meridiano nel tratto in studio (più a Ovest del paese), di attività sismica incerta (lo studio di microzonazione sismica di I livello rimanda a più approfonditi studi di caratterizzazione a tutt’oggi ancora non eseguiti), attraverso cui l’Unità dei Monti della Meta si accavalla, verso Nord, sui flysch alto-miocenici.

1.2 Aspetti geomorfologici

I caratteri morfologici dell’area, posta all’incirca a quota 990-1.000 m s.l.m., molto schematicamente e limitatamente all’urbanizzato di Barrea e zone attigue, sembrano dettati dall’intensa attività tettonica che ha interessato la porzione di catena in esame, da cui le sequenze calcareo-cristalline competenti connotano l’area con pendici ad acclività sensibile (di rado inferiore ai 15°) e marcano il territorio con linee aspre e dai caratteri geometrici netti e ben definiti, rispetto a tutto il settore di fondovalle. Il capoluogo comunale insiste sulla

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porzione all’incirca medio-superiore di una dorsale allineata in direzione NNO-SSE; il versante è bordato ad Ovest dalla piana alluvionale della Valle del Sangro, attualmente coperta dall’invaso artificiale denominato “Lago di Barrea”, ed è caratterizzato dalla presenza di fronti di scarpata che presentano inclinazioni notevoli (spesso sub-verticali). Le linee della morfologia, a parere dello scrivente, sono essenzialmente controllate da una morfogenesi legata alla tettonica, che qui ha agito ed agisce in modo intenso, più che alla azione degli agenti esogeni, visto che i tipi litologici attraversati presentano una rilevante resistenza all’erosione. Inoltre, le scarpate sembrano seguire un andamento discontinuo con un generale tema riconducibile ad un movimento con vergenza verso ovest (in accordo con tettonica di tipo distensivo e/o trascorrente, che ha fatto seguito ad una prima fase compressiva). Comunque, va segnalato che anche i processi di disfacimento chimico-fisico e meccanico della parete lapidea hanno portato all’accumulo di coltri detritiche, sia prettamente rocciose alla base del crinale carbonatico, che rocciose e terrose nelle aree non solo di fondovalle. Ad esempio, nella zona ad Ovest dell’abitato, una più o meno spessa coltre detritica eterogenea ed eterometrica occulta il substrato lapideo in posto che, però, riemerge a quote più basse in prossimità delle sponde del lago; quindi, si ritiene che la rottura di pendio corrispondente all’accumulo detritico abbia una evidente origine strutturale, sebbene la presenza dei depositi quaternari ne abbia modificato l’originario assetto morfologico. Nei settori nord occidentali dell’area in studio, infine, si entra nel dominio delle sequenze sedimentarie alto-mioceniche, per lo più pelitico-arenacee; qui si riscontra una sensibile generale diminuzione delle acclività delle pendici, morfologie caratterizzate da lineamenti dolci ed “arrotondati”, maggior omogeneità di paesaggio consistente in un quasi monotono susseguirsi di montonature ed avvallamenti, contropendenze e spianate, locali marcate rotture di pendio…, il tutto strettamente dettato dai caratteri meccanici della sequenza pelitica, che a luoghi, marca il territorio con pendici anche molto acclivi.

In sintesi, i processi morfodinamici che interessano le sequenze sedimentarie in affioramento agiscono in funzione della competenza dei sedimenti in posto, rinvenendosi esclusivamente fenomeni di crollo e/o ribaltamento di poliedrici blocchi rocciosi eterometrici interessanti i rilievi calcareo-cristallini e prevalenza di fenomeni deformativo- gravitativi di tipo viscoso-plastico diffusamente sparsi e concentrati negli spessori più superficiali delle facies a litologia più francamente argillosa. Infine, si segnala la presenza di accumuli di terreno di origine antropica, che sono costituiti da materiale detritico e terra, i quali presentano localmente spessori superiori ai 3 m; questi depositi sono distribuiti all’incirca attorno al tracciato urbano della Sr 83 “Marsicana” (denominata “Via Sarentina”).

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1.3 Aspetti idrogeologici ed idrologici

Secondo i dati bibliografici, nelle formazioni carbonatiche esiste una circolazione idrica (spesso discontinua) con direzione di flusso che varia in base all'assetto tettonico piuttosto che a quello geomorfologico; inoltre, non si conoscono i rapporti fra il Fiume Sangro, che scorre ai piedi del rilievo (e costituisce l'asse drenante delle acque meteoriche), e l'acquifero calcareo.

La circolazione, nelle rocce, è essenzialmente dovuta alla permeabilità secondaria (ossia per fratturazione) del materiale lapideo. Il fenomeno si traduce, quindi, in un posizionamento della superficie piezometrica ad una profondità che è funzione dello stato di fratturazione del calcare e della intersecazione in profondità delle fessurazioni (nonché dell'eventuale deposizione di cemento carbonatico lungo le stesse).

Nella zona in studio, si rinviene spesso la presenza di sorgenti poste direttamente sui detriti oppure nella parte alta degli affioramenti flyschoidi; questo fenomeno è la conseguenza del (parziale) tamponamento della falda dei calcari operata dai depositi terrigeni (poco permeabili).

In ogni caso, il piano fondazionale si incassa direttamente nel substrato marnoso argilloso, non direttamente interessato da circolazione idrica.

Infine, per quanto concerne il reticolo idrografico, si osserva come esso sia praticamente assente, data la litologia in esame e la morfologia dei luoghi: dunque, le acque meteoriche, se non si infiltrano (come detto precedentemente, i calcari hanno una buona permeabilità secondaria), vengono raccolte dal sistema urbano di smaltimento delle acque bianche e convogliate verso valle (ossia verso il Lago tramite i vari fossi e canali presenti nell’area).

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2. DATI GEOTECNICI E GEOFISICI

2.1 Indagini svolte in sito ed assetto stratigrafico

Nell’area di interesse la determinazione dei caratteri fisico meccanici della roccia è stata svolta mediante l’esecuzione di una rilevante campagna di indagine costituita da 1 prova penetrometrica di tipo DPSH ed un sondaggio geognostico spinto fino alla profondità di 15,3 m dal pc con esecuzione di prove SPT in foro (n. 3 prove). Dall’analisi di tutti i fattori poc’anzi elencati e colti nell’area di stretto interesse, si può affermare con certezza che il substrato del sito in studio risulta caratterizzato da una sequenza sedimentaria prettamente marnoso arenacea. La stratigrafia che caratterizza il sito, con sufficiente grado di certezza e sicuramente per primi metri di spessore del substrato, in considerazione del volume significativo di sedime di interesse nel presente studio, può quindi essere schematizzata attraverso il seguente modello geotecnico:

Sottofondo stradale e terreni di riporto: da p.c. a -50 -60 cm ca

- spessore superficiale di terreno fortemente pedogenizzato e/o eventuali riporti (antropici) e commistione di frammenti litoidi per lo più a spigoli vivi, di natura calcareo-calcarenitica ad elevato grado di alterazione in esigua matrice sabbiosa e/o limo-sabbiosa;

Substrato marnoso arenazeo: da -50/60 cm ca in profondità (ordine delle centinaia di m)

- depositi flyschoidi altomiocenici costituiti da una alternanza di termini marnoso argillosi, con livelli prettamente pelitici e, in subordine, arenacei. Terreni di colore grigio-grigio plumbeo, molto consistenti (addensati se arenacei), con passaggi a comportamento semi-litoide, asciutti (vedi in allegato le stratigrafie di sondaggio e le foto delle cassette).

Si specifica che la prova DPSH ha consentito la caratterizzazione dei soli riporti presenti nell’area esterna al parcheggio, in corrispondenza della sagoma di ingombro del nuovo fabbricato (o ampiamento dell’esistente) in progetto; ovviamente, questo spessore di terreno di riporto (realizzato al tempo della realizzazione del depuratore, su richiesta della Soprintendenza ai Beni Ambientali, ai fini dell’inserimento delle opere nel contesto paesaggistico ambientale locale), sarà asportato in sede di realizzazione di quanto in progetto.

Interventi di adeguamento e potenziamento del depuratore a servizio dei comuni di Barrea e Villetta Barrea pag 13/55

2.2 Caratteri geotecnici

Considerato che le vigenti Norme Tecniche, prevedono l’attribuzione di un valore caratteristico ai parametri geotecnici del terreno (“per valore caratteristico di un parametro geotecnico deve intendersi una stima ragionata e cautelativa del valore del parametro nello stato limite considerato”), si segue in questo elaborato un criterio cautelativo che consiste nel diminuire il valore sperimentale ottenuto mediante correlazione con il parametro Nspt.

RIPORTI (da elaborazione prova penetrometrica di tipo DPSH) Depositi a comportamento granulare

°  (gr/cmc) sat (gr/cmc) Modulo Modulo Young – Y edometrico (kg/cmq) - Eed (kg/cmq)

Strato1

Fino a circa 20° 1,6 1,8 20 30 1,6 m di profondità dal pc) Strato 2

(tra 1,6 e 2,4 m 31° 2,2 2,2 670 760 di profondità dal pc)

Interventi di adeguamento e potenziamento del depuratore a servizio dei comuni di Barrea e Villetta Barrea pag 14/55

La caratterizzazione del substrato pelitico arenaceo è basata sulla correlazione con il parametro Nspt delle 3 prove svolte durante il sondaggio: come valore caratteristico è stato considerato, in via preliminare, il minore tra i valori ottenuti mediante le varie correlazioni disponibili e, successivamente, come media tra le 3 prove. Questa operazione trae fondamento dal fatto che il substrato è costituito da una fitta alternanza tra termini marnosi, pelitici ed arenacei, con presenza di livelli a comportamento semilitoide, quindi più o meno consistenti o addensati: dunque, lo scrivente ha seguito un criterio cautelativo nello scegliere la correlazione che fornisce i valori più bassi su una popolazione di 3 dati (che sono i 3 valori Nspt).

SUBSTRATO MARNOSO ARENACEO – terreni incoerenti

°  (gr/cmc) sat (gr/cmc) Modulo Modulo Young – Y edometrico (kg/cmq) - Eed (kg/cmq)

33° 2,0 2,1 520 460

SUBSTRATO MARNOSO ARENACEO – terreni coesivi

Cu Modulo Modulo dinamico di edometrico Kg/cmq taglio – Y - Eed (tonn/mq) (kg/cmq)

5,8 45408 433

Interventi di adeguamento e potenziamento del depuratore a servizio dei comuni di Barrea e Villetta Barrea pag 15/55

2.3 Caratterizzazione sismica: pericolosità sismica di base

La classificazione sismica dell’intero territorio nazionale è stata recentemente modificata con l’entrata in vigore delle nuove Norme Tecniche emanate con Decreto del Ministro delle Infrastrutture 14 gennaio 2008 pubblicato sul supplemento ordinario n. 30 alla Gazzetta ufficiale n. 29 del 4 febbraio 2008. Ricordiamo che le nuove norme tecniche, in riferimento a quanto previsto dall’articolo unico della legge 28 febbraio 2008, n. 31 di conversione del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, sono in vigore dal 1 luglio 2009. Le nuove norme stabiliscono che le azioni sismiche di progetto derivino da un’analisi della Risposta Sismica Locale, definita come la modificazione del segnale sismico proveniente dal substrato ad opera delle condizioni geologiche locali. La valutazione della risposta sismica locale viene effettuata attraverso l’analisi della componente pericolosità del rischio sismico, che dipende dai seguenti parametri:

• caratteristiche sismiche dell’area - sorgenti sismiche, energia, tipo e frequenza dei terremoti; questi aspetti sono comunemente indicati come “pericolosità sismica di base”

• caratteristiche geologico-stratigrafiche e morfologiche di un intorno significativo del sito in esame - depositi e forme del paesaggio possono modificare le caratteristiche del moto sismico in superficie e rappresentare aspetti predisponenti al verificarsi di effetti locali (effetti di sito) quali fenomeni di amplificazione del segnale sismico o di instabilità dei terreni (cedimenti, frane, fenomeni di liquefazione); questi elementi costituiscono la “pericolosità sismica locale”.

Dunque, la “pericolosità sismica di base”, costituisce l’elemento di conoscenza primario per la determinazione dell’ azione sismica di sito che, in riferimento alle Norme Tecniche, è definita sulla base delle sue coordinate di latitudine e longitudine (allegati alle NTC - Tabella 1). In tal senso, il progetto S1 (curato dall'INGV) ha definito un griglia regolare di nodi con passo di 5 km (10751 punti del reticolo di riferimento) per ognuno dei quali sono stati calcolati circa 2200 parametri che descrivono in modo esaustivo la pericolosità sismica; a sua volta, la pericolosità sismica è definita in termini di:

Interventi di adeguamento e potenziamento del depuratore a servizio dei comuni di Barrea e Villetta Barrea pag 16/55

 ag = accelerazione orizzontale massima al sito (in condizioni di campo libero su sito di riferimento rigido con superficie topografica orizzontale di categoria A);

 Fo = valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale;

 Tc = periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale.

Di seguito vengono fornite le coordinate di sito, necessarie alla individuazione dei parametri sismici di riferimento: sarà compito del progettista definire le caratteristiche dell’opera (ossia la classe d’uso) e i parametri strutturali, mentre il paragrafo successivo riporta l’esito della campagna di indagine svolta in sito con l’assegnazione della categoria di sottosuolo ai terreni in esame.

DETERMINAZIONE DEI PARAMETRI SISMICI

(coordinate sempre in ED50 se non diversamente specificato)

Sito in esame

latitudine: 41,763377 – 41,762396 (WGS84) longitudine: 13,987809 – 13,986918 (WGS84) Classe: 4 Vita nominale: 50

Siti di riferimento Sito 1 ID: 28978 Lat: 41,7840 Lon: 13,9596 Distanza: 3279,516 Sito 2 ID: 28979 Lat: 41,7837 Lon: 14,0267 Distanza: 3937,207 Sito 3 ID: 29201 Lat: 41,7338 Lon: 14,0262 Distanza: 4584,501 Sito 4 ID: 29200 Lat: 41,7340 Lon: 13,9592 Distanza: 4032,207

Categoria sottosuolo: B (vedi successivo paragrafo) - Categoria topografica: T2 Periodo di riferimento: 100anni - Coefficiente cu: 2

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Interventi di adeguamento e potenziamento del depuratore a servizio dei comuni di Barrea e Villetta Barrea pag 18/55

2.4 DEFINIZIONE DEL PROFILO DI SOTTOSUOLO

A partire dal profilo velocità delle onde di taglio Vs e dalle relative velocità dei sismostrati del modello sismico monodimensionale riportato nell’allegato “Relazione sulle indagini”, è possibile calcolare il valore della Vs30, che rappresenta la “velocità equivalente” di propagazione entro 30 m di profondità delle onde di taglio (Vs). Difatti, le NTC 2018 hanno modificato parzialmente le vecchie categorie di sottosuolo introducendo il concetto di velocità equivalente delle onde di taglio (concetto peraltro già introdotto nelle NTC 2008 con vincolo a 30 m).

Il D.M. 17 gennaio 2018 specifica che la classificazione del sottosuolo si effettua in base alle condizioni stratigrafiche ed ai valori della velocità equivalente di propagazione delle onde di taglio, VS,eq (in m/s), definita dall’espressione

Dove: H è la profondità del substrato, definito come quella formazione costituita da roccia o terreno molto rigido, caratterizzata da VS non inferiore a 800 m/s, Hi e Vi indicano lo spessore (in m) e la velocità delle onde di taglio dello strato i-esimo, per un totale di N strati presenti nei X m superiori (30 nella formula contenuta nelle NTC 2008). Le NTC 2018 stabiliscono anche che, per depositi con profondità H del substrato superiore a 30 m, la velocità equivalente delle onde di taglio VS,eq è definita dal parametro VS,30, ottenuto ponendo H=30 m nella precedente espressione e considerando le proprietà degli strati di terreno fino a tale profondità.

Di fatto, per quanto concerne il caso in studio, si ritorna alla formula contenuta nel D.M. 14 gennaio 2008 che è

30 Vs30 = hi V i=1, N i

Utilizzando la formula sopra riportata si ottengono i seguenti valori (la quota iniziale corrisponde al piano campagna attuale), di velocità media di propagazione delle Onde di taglio entro i 30 metri di profondità:

Masw1 (Vs30) = 628 m/s.

Interventi di adeguamento e potenziamento del depuratore a servizio dei comuni di Barrea e Villetta Barrea pag 19/55

Ai fini della definizione delle azioni sismiche, il profilo stratigrafico dei terreni indagati e le relative

Vs30 stimate permette di attribuire, ai sensi delle NTC 2018 (diverse rispetto alle NTC 2008) il sito alla Categoria di sottosuolo “B”: “Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente compresi tra 360 m/s e 800 m/s”

3. CONCLUSIONI

La presente relazione, commissionata allo scrivente dai Soggetti di cui in premessa, , ha avuto come oggetto la caratterizzazione geologico – tecnica del terreno oggetto dei lavori previsti nell'ambito del progetto denominato “Interventi di adeguamento e potenziamento del depuratore a servizio dei comuni di Barrea e Villetta Barrea”. L’area di intervento è situata in territorio del comune di Barrea (AQ), esternamente rispetto ai margini del tessuto urbano cittadino (vedi planimetrie allegate).

Come detto in premessa, questo studio costituisce uno strumento destinato a fornire al Progettista tutti gli elementi relativi ai terreni in esame, allo scopo di:

o dimensionare le opere fondazionali da realizzarsi “ex novo”;

o valutare l’interazione del complesso terreno-struttura;

o Individuare eventuali combinazioni di fattori geologici, geotecnici e topografici che possano determinare una amplificazione del fenomeno sismico (effetti di sito);

o effettuare le verifiche necessarie affinché sia garantita la stabilità e la sicurezza delle opere da realizzare ex-novo.

Dall’insieme delle caratteristiche geologiche, geomorfologiche e geotecniche dell’area in esame fin qui analizzate, si possono trarre le seguenti conclusioni:

• la zona di intervento si colloca in classe P1 – pericolosità moderata - rispetto al Piano per l’Assetto Idrogeologico della Regione Abruzzo e del Bacino Interr.le del Fiume Sangro ma le condizioni di stabilità generale dell’area in esame sono buone e non si ravvisano fenomeni di dissesto gravitativo in atto oppure quiescente. Ovviamente, riguardo ai vincoli derivanti dalla inclusione in classe P1, vale quanto specificato nelle Norme di Attuazione al PAI (riportate in premessa)

Interventi di adeguamento e potenziamento del depuratore a servizio dei comuni di Barrea e Villetta Barrea pag 20/55

• per quanto affermato nel paragrafo 2.2, il sedime risulta essere costituito da un substrato marnoso arenaceo (substrato sismico di tipo “non rigido”) . La caratterizzazione geomeccanica del sedime è stata effettuata mediante esecuzione di una campagna di indagini che permette la caratterizzazione dei riporti (vedi elaborazione dei dati DPSH) nonché del substrato (SPT in foro durante la fase di perforazione del sondaggio). In sintesi, possiamo affermare che la fondazione sarà sicuramente poggiata sul substrato marnoso arenaceo, che presenta buone caratteristiche fisico meccaniche (vedi capitolo

• i caratteri idrogeologici dell’area sono dettati dalla presenza di lineamenti tettonici che costituiscono i limiti tra i vari sistemi idrogeologici. In prossimità della zona di intervento (o, per meglio dire, “in corrispondenza”) si rinviene la presenza di una faglia (faglia di Barrea, ad attività sismica incerta) che sicuramente interrompe la continuità idraulica tra il complesso carbonatico posto a monte del sito e d i depositi flyschoidi che costituiscono il sedime delle opere in progetto od esistenti. Ovviamente, la faglia rappresenta un limite a flusso quasi nullo, considerato che i calcari sono permeabili per fratturazione del litotipo carbonatico (permeabilità secondaria) mentre i depositi flyschoidi sono un classico “aquiclude” (ossia non sono interessati da circolazione idrica profonda). Dunque, considerato quanto appena affermato (assenza di falda), si dovrà porre attenzione solamente alle acque di infiltrazione superficiali che ruscellano da monte, che dovranno essere allontanate dalle opere in progetto (soprattutto dalle fondazioni);

• non essendo stata rinvenuta la falda, ai sensi delle Norme Tecniche, si è in condizione di omettere la verifica a liquefazione;

• considerato il contesto geologico (substrato marnoso arenaceo con presenza di coperture quaternarie aventi spessori sub-metrici), l’assenza di segnalazioni storiche, il reperimento di materiale fotografico riguardante lo scavo di sbancamento relativo alla costruzione del depuratore, si esclude la presenza di cavità sotterranee;

• dal punto di vista sismico, nell’ipotesi di approccio semplificato, si considera in questa sede la presenza di possibili fenomeni di amplificazione sismica locale legati alla presenza di un sottosuolo di categoria B (così come individuata mediante esecuzione di una campagna di indagini geofisiche) e di una classe topografica T2. E’ opportuno rimarcare come il sito si collochi in prossimità di una faglia (faglia di Barrea) indicata come potenziale nello Studio di Microzonazione sismica di I livello del Comune di Barrea (redatto dallo scrivente nel 2015). La caratterizzazione sismica della Faglia, riguardo la quale esistono dati di letteratura molto discordanti tra loro, è necessariamente subordinata alla esecuzione

Interventi di adeguamento e potenziamento del depuratore a servizio dei comuni di Barrea e Villetta Barrea pag 21/55

di studi più approfonditi da svolgersi a cura della Regione Abruzzo o, in subordine, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Si ribadisce che nello studio di MZS, l’individuazione di una faglia di tipo “potenziale” non implica allo stato attuale la definizione di una fascia di rispetto avente particolari vincoli; se, a seguito dei sopra citati studi, si individuerà una attività sismica recente della faglia di Barrea, si apporranno i relativi vincoli (fascia di rispetto) e/o fattori di amplificazione specifici (che a tutt’oggi non esistono);

Infine, per quanto attiene la MZS del territorio comunale, si attesta come la stessa sia stata approvata dalla regione Abruzzo: si riporta in allegato uno stralcio della carta delle MOPS (area ricadente in zone caratterizzate da parziale amplificazione sismica di sito causata dall’affioramento sul pc di “substrato sismico di tipo non rigido” – in attesa, come precedentemente detto, della definizione dell’attività sismica della faglia di Barrea).

La validità delle ipotesi di progetto, secondo quanto indicato al punto B2 del D.M. LL. PP. n°47 dell'11 Marzo 1988, dovrà essere controllata durante la realizzazione dell'opera, considerando oltre ai dati raccolti in fase di progetto, anche quelli ottenuti con misure ed osservazioni nel corso dei lavori, in modo da adeguare eventualmente l'opera alle situazioni riscontrate.

Alfedena (AQ), marzo 2018 Il geologo - Luca Cappelli

Interventi di adeguamento e potenziamento del depuratore a servizio dei comuni di Barrea e Villetta Barrea pag 22/55 Scala 1:2.500

Scala 1:5.000

TAVOLA 1 - Carta geologica Tecnica dell'area in studio.

Elaborato tratto dalla "carta geologico tecnica" - studio di microzonazione sismica di I livello del Comune di Barrea (dott. geol. Luca Cappelli - 2015)

Area di intervento

pag 23/55 Area in esame

Scala 1:25.000 (originale) TAVOLA 2 - Carta geomorfologica - Stralcio della Carta geomorfologica PAI - Regione Abruzzo

pag 24/55 TAVOLA 3 - &DUWDGHOODSHULFRORVLWjJHRPRUIRORJLFD dell'area Stralcio del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) della Regione Abruzzo

Area in esame

Scala 1:25.000

pag 25/55 Scala 1:5.000

TAVOLA 4 - Ubicazione dell'area di intervento su CTRN Regione Abruzzo - scala originale 1:5.000. Elem. n. 391042

Area in esame

pag 26/55 Area in esame

Scala 1:5.000

TAVOLA 5 - Carta delle Microzone Omogene in Prospettiva Sismica

Elaborato tratto dalla "carta delle MOPS" - studio di microzonazione sismica di I livello del Comune di Barrea ( dott. geol. Luca Cappelli - 2015 ) pag 27/55 Dott. Luca Cappelli Progettazione e consulenza Geologica, Tecnica, Ambientale GEOLOGO

COMUNE DI BARREA (L’AQUILA)

RELAZIONE SULLE INDAGINI

“INTERVENTI DI ADEGUAMENTO E POTENZIAMENTO DEL DEPURATORE A SERVIZIO DEI COMUNI DI BARREA E VILLETTA BARREA”

Committenti: Amm.ne Comunale di Barrea – Amm.ne Comunale di Villetta Barrea

Geologo: dott. Luca Cappelli Alfedena (Aq), marzo 2018

Cell. 347.9386180

Largo Stazione FFS, snc - 67030 Alfedena (AQ) e-mail: [email protected] pag 28/55 STRATIGRAFIA SONDAGGIO Committenti: Interventi di adeguamento e potenziamento del LOCALIZZAZIONE SONDAGGIO depuratore a servizio di comuni di Barrea e COMUNE DI BARREA - DEPURATORE Amm.ne Comunale di Barrea Villetta Barrea LQSURVVLPLWjGHOOD65 Amm.ne Comunale di Villetta Barrea Sistema perforazione: Data inizio: 16 -03-2018 Quota boccaforo: Aste e carotiere‘ 101 mm Data fine: 19-03-2018 990-1.000 metri s.l.m. Rivestimento (4,5 m) ‘ 127 mm (circa) Perforazione: Carotaggio continuo Impresa Esecutrice: 3URIRQGLWjP GEODRILL di Caciato Pietro Sondaggio: S1 Geologo: Luca Cappelli

Piezometri % prelievo Quota Spessore Schema S.P.T. Pocket P. Battute Camp. Falda &RQGXFLELOLWj Descrizione litologica dei terreni Idraulica Tubo aperto (Prof.) (prof.)Kg/cmð (non rilevate) (sigla/prof.) (prof.) m p.c. strato m stratigr. (prof)cm/sec 2 pollici 1ƒFROSL 25 50 75 SOTTOFONDO STRADALE E RIPORTI 0,6 Livello costituito da terreno di riporto di natura estremamente 1,0 1,2 eterogenea (limi, sabbie, blocchi calcarei utilizzati come riempimento/preparazione sottofondo stradale).

2,0 1,6

2,8 4,5-5,5 Kg/cmð 3,0 ARGILLE MARNOSE E MARNE SABBIOSO-ARGILLOSE

Rif. 13 cm 4,0 Depositi flyschoidi altomiocenici costituiti da una prevalenza di marne sabbiose localmente argillose, intercalate da straterelli limo-argillosi centimetrici, di colore grigio - grigio plumbeo. 5,0 Sedimenti molto consistenti-addensati nella parte alta della 17,2 formazione (fino a circa 10,1 m) e da moderatamente 6,0 FRQVLVWHQWLDPHGLDPHQWHFRQVLVWHQWLDGGHQVDWLSLLQ SURIRQGLWj Rif. 40 cm

7,0

8,0

9,0

10,0

11,0

2,0-3,0 Kg/cm 12,0 ð

13,0

14,0

Rif. 33 cm 15,0

FINE SONDAGGIO (15,30 metri) 16,0

17,0

18,0

19,0

20,0

pag 29/55 FOTO SONDAGGIO Committenti: Interventi di adeguamento e potenziamento del LOCALIZZAZIONE SONDAGGIO Amm.ne Comunale di Barrea depuratore a servizio di comuni di Barrea e COMUNE DI BARREA - DEPURATORE Villetta Barrea LQSURVVLPLWjGHOOD65 Amm.ne Comunale di Villetta Barrea Sistema perforazione: Data inizio: 16 -03-2018 Quota boccaforo: Aste e carotiere‘ 101 mm Data fine: 19-03-2018 990-1.000 metri s.l.m. Rivestimento (4,5 m) ‘ 127 mm (circa) Perforazione: Carotaggio continuo Impresa Esecutrice: 3URIRQGLWjP GEODRILL di Caciato Pietro Sondaggio: S1 Geologo: Luca Cappelli

C1 (0,0 - 5,0 m)

C2 (5,0 - 10,0 m)

C3 (10,0 - 15,0 m)

pag 30/55 Interventi di adeguamento e potenziamento del depuratore a servizio dei comuni di Barrea e Villetta Barrea Comune di Barrea - AQ ELABORAZIONE PROVE SPT incoerenti

SPT1 SPT2 SPT3

quota dal p.c. (m) 4.00 6.40 14.80 falda No No No Nspt* 100 75 85 Angolo di attrito Metodo R.B.S. 56.2 39.4 35.9 J.N.R. 61.0 38.9 35.7 De Mello 36.2 32.9 32.7 Owasaki & Iwasaki 62.6 43.2 39.1 Sowers 59.7 39.1 36.1 Peck Hanson & Thormburn 58.9 38.3 35.3 Meyerhof 11.3 36.9 Hatanaka & Uchida 61.8 44.7 41.2 Wolff 54.2 38.2 35.4

Densità relativa (%) Metodo Gibbs & Holtz 100.00 97.07 79.46 Meyerhof 100.00 100.00 77.62 Schultze & Menzebach 100.00 98.98 83.57 Bazaraa 100.00 70.32 63.14

Modulo elastico (Mpa) Metodo Tornaghi et al 70.00 46.96 49.50 Schmertmann 78.40 35.28 39.20

Modulo di taglio (Mpa) Metodo Ohsaki & Iwasaki 383.57 209.07 226.50 Ohta & Goto 90.27 82.83 119.87

Modulo ed. (Mpa) Metodo Farrent 69.58 31.31 34.79

* valore corretto secondo il rendimento di infissione, la presenza di falda nonché secondo quanto suggerito da Jamiolkowski

pag 31/55 Interventi di adeguamento e potenziamento del depuratore a servizio dei comuni di Barrea e Villetta Barrea Comune di Barrea - AQ ELABORAZIONE PROVE SPT - terreni coesivi

Metodo parametro Formula Terzaghi Cu Cu (kg/cmq) = 0,067 Nspt Stroud & Butler Eed Eed (kg/cmq) = 5 Nspt b Ohsaki & Iwasaki G0 G0 (tonn/mq) = a * (Nspt) a = 1.400, b = 0,78

Cu Eed G0 spt 1 6.7 € 500.0 € 50 830.9 € spt 2 5.0 € 375.0 € 40 614.0 € spt 3 5.7 € 425.0 € 44 779.0 €

pag 32/55 REGIONE ABRUZZO PROVINCIA DI L'AQUILA COMUNE DI BARREA

N

AREA DI STUDIO srl

RAPPORTO INDAGINI GEOFISICHE SOIL E GEOTECNICHE DEPURATORE REV. DATA COMMITTENTE DIRETTORE TECNICO Amministrazione Comunale 0 28/02/2018 di Barrea PER PRESA VISIONE PROGETTISTA D.L. STRUTTURALE GEOLOGO

Dott. Geol. Luca Cappelli AURELI AURELI

Via Lamarmora n°77, 67055, (AQ) Tel. +39.0863.88464 - [email protected] pag 33/55

Sommario

1. PREMESSA ...... 2 2. PROVA SISMICA DI SUPERFICIE – MASW ...... 3 2.1 INTRODUZIONE ...... 3 2.2 MODALITA’ DI ACQUISIZIONE ...... 4 2.3 RISULTATI DELL’ANALISI MASW – M1 ...... 5 3. PROVA PENETROMETRICA DINAMICA SUPERPESANTE – DPSH ...... 13 3.1 ELABORAZIONE PROVA DPSH1 ...... 14 3.1.1 INTERPRETAZIONE STRATIGRAFICA PROVA DPSH1 ...... 14

Allegati: • All.1 Ubicazione indagini e documentazione fotografica;

AURELI SOIL Srl – Via Lamarmora, 77 – 67055 Gioia dei Marsi (AQ) – C.F. e P.I. 01700060666 1 Tel.: 0863/88464 – [email protected] [email protected]

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1. PREMESSA

Il giorno 20 Febbraio 2018 è stata condotta una campagna di indagini geofisiche e geotecniche presso il Depuratore sito nel Comune di Barrea (AQ). Le indagini sono state condotte al fine di definire i caratteri geotecnici del terreno interessato dall'opera in progetto. Di seguito vengono elencate le indagini eseguite:

TIPOLOGIA DI OBIETTIVO DATA QUANTITA' PROVA INDAGINE / PROFONDITA'

Caratterizzazione del parametro Sismica di Vs30 per la superficie tipo 20/02/2018 N°1 M1 – 24 m categoria di MASW suolo (D.M. 14- 01-08)

Caratterizzazione geomeccanica Prove dei litotipi Penetrometriche presenti e 20/02/2018 N°1 DPSH1 – 2.40 m Dinamiche tipo individuazione DPSH (63,5 kg) contatti stratigrafici

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2. PROVA SISMICA DI SUPERFICIE – MASW 2.1 INTRODUZIONE

E’ stata eseguita una indagine sismica con metodologia MASW per l'acquisizione del profilo di velocità delle onde di taglio Vs,30 (Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni DM 14 gennaio 2008). Il parametro Vs,30 rappresenta la velocità media di propagazione delle onde S nei primi 30 metri di profondità ed è calcolato mediante la seguente espressione: Dove:

hi è lo spessore dello strato esimo Vi è la velocità dello strato iesimo

Tale parametro può essere determinato attraverso indagini indirette ed in particolar modo mediante l'analisi delle onde di Rayleigh, ossia onde di superficie generate dall'interazione tra onde di pressione (P) e le onde di taglio verticali (Sv) ogni qualvolta esiste una superficie libera in un mezzo omogeneo ed isotropo. L'analisi delle onde S mediante tecnica MASW viene eseguita mediante la trattazione spettrale del sismogramma, che, a seguito di una trasformata di Fourier, restituisce lo spettro del segnale. In questo dominio è possibile separare il segnale relativo alle onde S da altri tipi di segnale, come onde P, propagazione in aria ecc. Osservando lo spettro di frequenza è possibile evidenziare che l'onda S si propaga a velocità variabile a seconda della sua frequenza, come risultato del fenomeno della dispersione. I dati ottenuti dall’acquisizione di campagna sono stati opportunamente elaborati e interpretati così da ottenere i risultati finali. Il seguente rapporto tecnico illustra le tecniche utilizzate ed i risultati conseguiti.

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2.2 MODALITA’ DI ACQUISIZIONE

L’acquisizione dei dati in campagna è stata eseguita utilizzando un sistema composto dalle seguenti parti:

a) Sismografo Il sismografo utilizzato per l’esecuzione della linea sismica MASW è un sismografo ECHO 24/2010 SEISMIC UNIT a 24 canali (Foto 1) caratterizzato dai seguenti parametri di acquisizione: PARAMETRI DI ACQUISIZIONE: Sismografo: ECHO 24/2010SEISMIC UNIT Numero canali utilizzati: 24 Numero geofoni per canale: 1 Impedenza geofoni: 430 Ω Frequenza naturale: 4,5 Hz (verticali) Lungh. di registrazione: 1000ms

GEOMETRIA DELLO STENDIMENTO:

Offset: 1 m Foto 1: Sismografo Echo 24/2010 Distanza intergeofonica: 1 m b) Sistema energizzante Come sorgente energizzante è stato utilizzato una mazza del peso di 8 Kg, battente su una piastra di alluminio, in grado di generare onde elastiche ad alta frequenza ricche di energia con forme d’onda ripetibili e direzionali, cioè con la possibilità di ottenere prevalentemente onde di compressione. Tale metodologia ha consentito di ottenere ovunque registrazioni di buona qualità. Per questa linea sismica sono state effettuate diverse energizzazioni in modo da poter avere più possibilità di analizzare una buona registrazione. c) Trigger Il trigger utilizzato consiste in un circuito elettrico che viene chiuso mediante un geofono starter nell’istante in cui il sistema energizzante (cannoncino, maglio, mazza etc.) colpisce la base di battuta determinando l’inizio della registrazione. d) Apparecchiatura di ricezione Per la ricezione del segnale si sono utilizzati Geofoni verticali con frequenza di 4,5 Hz.

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2.3 RISULTATI DELL’ANALISI MASW – M1

Il metodo MASW adottato nella fase di elaborazione consiste in più fasi (Roma, 2002): (1) la prima fase prevede il calcolo della velocità di fase (o curva di dispersione) apparente sperimentale e la valutazione dello spettro f-k; (2) la seconda fase consiste nel calcolare la velocità di fase apparente numerica, invertendo la curva di dispersione mediante picking e successiva applicazione di algoritmi genetici; (3) la terza ed ultima fase consiste nell’individuazione del profilo di velocità delle onde di taglio verticali Vs, modificando opportunamente lo spessore h, le velocità delle onde di taglio Vs e di compressione Vp (o in maniera alternativa alle velocità Vp è possibile assegnare il coefficiente di Poisson u ), la densità di massa r degli strati che costituiscono il modello del suolo, fino a raggiungere una sovrapposizione ottimale tra la velocità di fase (o curva di dispersione) sperimentale e la velocità di fase (o curva di dispersione) numerica corrispondente al modello di suolo. La sovrapposizione delle curve teoriche e sperimentali fornisce un parametro indicativo sull’attendibilità del modello geofisico risultante.

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Fase 1 – Analisi dei dati sperimentali

Numero di ricevitori ...... 24 Numero di campioni temporali ...... 7800 Passo temporale di acquisizione ...... 0.128ms Numero di ricevitori usati per l’analisi ...... 24 L’intervallo considerato per l’analisi comincia a ...... 0ms L’intervallo considerato per l’analisi termina a ...... 1000ms

Figura 1: Tracce sperimentali

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Fase 2 - Risultati delle analisi

Frequenza finale ...... 70 Hz Frequenza iniziale ...... 20 Hz

Figura 2: Curva dispersione sperimentale

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Fase 3 - Curva di dispersione

Freq. [Hz] V. fase [m/s] V. fase min [m/s] V. fase Max [m/s]

14.2988 698.055 651.447 744.664 17.9926 659.553 610.918 708.188 24.8031 614.971 574.442 655.5 30.2862 523.781 485.278 562.283 35.423 426.511 396.114 456.908 40.7906 361.665 329.241 394.088 44.8307 337.347 315.056 359.638 56.2586 315.056 290.739 339.374 Tabella 1:Curva di dispersione

Figura 3: Curva di dispersione

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Fase 4 – Profilo sismostratigrafico del sito

Numero di strati (escluso semispazio) ...... 6 Spaziatura ricevitori [m] ...... 1 m Numero ricevitori ...... 24 Numero modi ...... 1 Numero iterazioni ...... 20 Massimo errore [%] ...... 10

Strato 1 h [m] ...... 2.0 z [m] ...... -2.0 Vs fin.[m/s] ...... 350.844 Strato 2 h [m] ...... 3.0 z [m] ...... -5.0 Vs fin.[m/s] ...... 401.766 Strato 3 h [m] ...... 3.0 z [m] ...... -8.0 Vs fin.[m/s] ...... 581.201 Strato 4 h [m] ...... 4.0 z [m] ...... -12.0 Vs fin.[m/s] ...... 683.552 Strato 5 h [m] ...... 4.0 z [m] ...... -16.0 Vs fin.[m/s] ...... 732.552 Strato 6 h [m] ...... 0 z [m] ...... -oo Vs fin.[m/s] ...... 775.113

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Figura 4: Velocità numeriche – punti sperimentali (verde), modi di Rayleigh (ciano), curva apparente(blu), curva numerica (rosso)

Figura 5: Velocità

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Figura 6: Grafico Velocità Vs finali

Fase 5 - Risultati finali

Piano di riferimento z=0 [m] ...... 0 Vs30 [m/s] ...... 628

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Appendice Tipo di suolo

Tipo A: Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs30 superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m.

Tipo B: Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSPT30 > 50nei terreni a grana grossa e cu30 > 250 kPa nei terreni a grana fina).

Tipo C: Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o di terreni a grana fina mediamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < NSPT30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu30 < 250 kPa nei terreni a grana fina).

Tipo D: Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 inferiori a 180 m/s (ovvero NSPT30 < 15 nei terreni a grana grossa e cu30 < 70 kPa nei terreni a grana fina).

Tipo E: Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di riferimento(con Vs > 800 m/s).

Tipo S1: Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs,30 inferiori a 100 m/s (ovvero 10 < cu,30 < 20 kPa), che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a grana fina di bassa consistenza, oppure che includono almeno 3 m di torba o di argille altamente organiche.

Tipo S2: Depositi di terreno liquefacibile o argille sensitive o altri profili di terreno non inclusi nei tipi A, B, C, D, E o S1. Attenzione: la nuova norma classifica come S2 una serie di siti che prima erano classificati come B, C, D, E.

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3. PROVA PENETROMETRICA DINAMICA SUPERPESANTE – DPSH

Committente: Cantiere: Depuratore Località: Barrea (AQ)

Caratteristiche Tecniche-Strumentali Sonda: DPSH TG 63-200 PAGANI Rif. Norme DIN 4094 Peso Massa battente 63.5 Kg Altezza di caduta libera 0.75 m Peso sistema di battuta 0.63 Kg Diametro punta conica 51.00 mm Area di base punta 20.43 cm² Lunghezza delle aste 1 m Peso aste a metro 6.31 Kg/m Profondità giunzione prima asta 0.40 m Avanzamento punta 0.20 m Numero colpi per punta N(20) Coeff. Correlazione 1.472 Rivestimento/fanghi No Angolo di apertura punta 90 °

Il Direttore Tecnico Geol. Michele Aureli

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3.1 ELABORAZIONE PROVA DPSH1

Strumento utilizzato... DPSH TG 63-200 PAGANI Prova eseguita in data 20/02/2018 Profondità prova 2.40 mt Falda non rilevata

Tipo elaborazione Nr. Colpi: Medio

Profondità (m) Nr. Colpi Calcolo coeff. Res. dinamica Res. dinamica Pres. ammissibile Pres. ammissibile riduzione sonda ridotta (Kg/cm²) con riduzione Herminier - Chi (Kg/cm²) Herminier - Olandesi Olandesi (Kg/cm²) (Kg/cm²) 0.20 1 0.855 8.98 10.51 0.45 0.53 0.40 2 0.851 17.88 21.01 0.89 1.05 0.60 3 0.847 24.50 28.93 1.23 1.45 0.80 3 0.843 24.40 28.93 1.22 1.45 1.00 3 0.840 24.29 28.93 1.21 1.45 1.20 2 0.836 16.13 19.29 0.81 0.96 1.40 1 0.833 8.03 9.64 0.40 0.48 1.60 4 0.830 29.57 35.64 1.48 1.78 1.80 27 0.726 174.75 240.59 8.74 12.03 2.00 28 0.723 180.44 249.50 9.02 12.48 2.20 47 0.620 259.71 418.81 12.99 20.94 2.40 100 0.617 549.93 891.08 27.50 44.55

Prof. Strato NPDM Rd Tipo Peso unità Peso unità Tensione Coeff. di Nspt Descrizione (m) (Kg/cm²) di volume di volume efficace correlaz. (t/m³) saturo (Kg/cm²) con Nspt (t/m³) 1.6 2.38 22.86 Incoerente - 1.67 1.87 0.13 1.47 3.5 Unità geotecnica 1 coesivo 2.4 50.5 449.99 Incoerente - 2.5 2.5 0.37 1.47 74.24 Unità geotecnica 2 coesivo

STIMA PARAMETRI GEOTECNICI PROVA DPSH1

TERRENI COESIVI Coesione non drenata Descrizione Nspt Prof. Strato Correlazione Cu (m) (Kg/cm²) Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 Shioi - Fukui (1982) 0.18 Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 Shioi - Fukui (1982) 0.07

Modulo Edometrico Descrizione Nspt Prof. Strato Correlazione Eed (m) (Kg/cm²) Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 Stroud e Butler (1975) 21.41 Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 Stroud e Butler (1975) 454.20

Modulo di Young Descrizione Nspt Prof. Strato Correlazione Ey (m) (Kg/cm²) Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 -- 13.00 Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 -- 408.40

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Classificazione AGI Descrizione Nspt Prof. Strato Correlazione Classificazione (m) Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 A.G.I. (1977) POCO CONSISTENTE Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 A.G.I. (1977) ESTREM. CONSISTENTE

Peso unità di volume Descrizione Nspt Prof. Strato Correlazione Peso unità di volume (m) (t/m³) Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 Meyerhof ed altri 1.67 Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 Meyerhof ed altri 2.43

Peso unità di volume saturo Descrizione Nspt Prof. Strato Correlazione Peso unità di volume (m) saturo (t/m³) Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 Meyerhof ed altri 1.87 Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 Meyerhof ed altri 2.50

TERRENI INCOERENTI Densità relativa Descrizione Nspt Prof. Strato Nspt corretto per Correlazione Densità relativa (m) presenza falda (%) Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 3.5 Gibbs & Holtz 17.81 (1957) Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 74.24 Gibbs & Holtz 85.99 (1957)

Angolo di resistenza al taglio Descrizione Nspt Prof. Strato Nspt corretto per Correlazione Angolo d'attrito (m) presenza falda (°) Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 3.5 Malcev (1964) 20.4 Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 74.24 Malcev (1964) 32.15

Modulo di Young Descrizione Nspt Prof. Strato Nspt corretto per Correlazione Modulo di Young (m) presenza falda (Kg/cm²) Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 3.5 -- 21.18 Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 74.24 -- 691.73

Modulo Edometrico Descrizione Nspt Prof. Strato Nspt corretto per Correlazione Modulo Edometrico (m) presenza falda (Kg/cm²) Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 3.5 Begemann (1974) 34.65 Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 74.24 Begemann (1974) 768.58

Classificazione AGI Descrizione Nspt Prof. Strato Nspt corretto per Correlazione Classificazione AGI (m) presenza falda Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 3.5 Classificazione SCIOLTO A.G.I Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 74.24 Classificazione MOLTO A.G.I ADDENSATO

Peso unità di volume Descrizione Nspt Prof. Strato Nspt corretto per Correlazione Gamma (m) presenza falda (t/m³) Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 3.5 Meyerhof ed altri 1.47 Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 74.24 Meyerhof ed altri 2.48 AURELI SOIL Srl – Via Lamarmora, 77 – 67055 Gioia dei Marsi (AQ) – C.F. e P.I. 01700060666 15 Tel.: 0863/88464 – [email protected] [email protected]

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Peso unità di volume saturo Descrizione Nspt Prof. Strato Nspt corretto per Correlazione Gamma Saturo (m) presenza falda (t/m³) Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 3.5 Terzaghi-Peck 1.88 1948-1967 Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 74.24 Terzaghi-Peck 2.50 1948-1967

Modulo di Poisson Descrizione Nspt Prof. Strato Nspt corretto per Correlazione Poisson (m) presenza falda Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 3.5 (A.G.I.) 0.35 Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 74.24 (A.G.I.) 0.2

Modulo di deformazione a taglio statico Descrizione Nspt Prof. Strato Nspt corretto per Correlazione G (m) presenza falda (Kg/cm²) Unità geotecnica 1 3.5 0.00-1.60 3.5 -- 7.74 Unità geotecnica 2 74.24 1.60-2.40 74.24 -- 288.28

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3.1.1 INTERPRETAZIONE STRATIGRAFICA PROVA DPSH1

www.aurelisoil.it AURELI SOIL snc Via Lamarmora.77 67055 Gioia dei Marsi (AQ)

PROVA PENETROMETRICA DINAMICA DPSH1 Strumento utilizzato... DPSH TG 63-200 PAGANI

Committente: Data: 20/02/2018 Cantiere: Località: Scala 1:12

Numero di colpi penetrazione punta Rpd (Kg/cm²) Interpretazione Stratigrafica 0510 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 0100.0200.0 300.0 400.0

0.00 Unità geotecnica 1

1 160 cm160

1 1

160.0 Unità geotecnica 2

2 2 2 80 cm80

240.0

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Gioia dei Marsi, Febbraio 2018 Il Direttore Tecnico Geol. Michele Aureli

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pag 51/55 DPSH N UBICAZIONE DELLE INDAGINI CON DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA REGIONE ABRUZZO PROVINCIA DI L'AQUILA DPSH COMUNE DI BARREA M Depuratore

Coordinate medie del sito d'indagine WGS84 gradi decimali N 41.762449° E 13.986832° M

LEGENDA DPSH Prova penetrometrica dinamica di tipo DPSH M Prova sismica di superficie di tipo MASW Immagine satellitare

pag 52/55 Schede fotografiche

Foto n° 1 – Esecuzione del sondaggio geognostico nel sito in studio

Foto n° 2 “storica” – foto relativa all’epoca di realizzazione del depuratore: si noti lo scavo eseguito completamente nel substrato marnoso arenaceo

Area di sedime del presente intervento intervento (anno 2018)

pag 53/55 Schede fotografiche

Foto n. 3 “storica”– esecuzione della struttura esistente in cls: si osservi la distanza tra il fabbricato ed il ciglio dello scavo, che corrisponde alla dimensione massima “in pianta” del riempimento

Foto n. 4 “storica”: Inquadratura dall’altro lato Della zona di intervento. Il fotografo è “fisicamente” ubicato in corrispondenza della nuova area di intervento

pag 54/55 Schede fotografiche

Foto n. 5 “storica” – Particolare dello scavo svolto in prossimità della faglia di Barrea, affiorante appena a tergo del depuratore (ossia dell’area di intervento). L’attività sismica della faglia è tuttora incerta/dibattuta (vedi relazione) ed è indicata come “potenzialmente attiva” nello studio di MZS di I livello

CALCARI

DETRITO

FLYSCH ALTOMIOCENICO (MARNOSO ARENACEO)

Foto n. 6 : panoramica dall’alto del centro abitato di Barrea, con individuazione dell’area del depuratore

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