L'antico Tracciato Urbano Di Venafro Ed Il Solstizio D'estate

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L'antico Tracciato Urbano Di Venafro Ed Il Solstizio D'estate L’antico tracciato urbano di Venafro ed il solstizio d’estate Amelia Carolina Sparavigna To cite this version: Amelia Carolina Sparavigna. L’antico tracciato urbano di Venafro ed il solstizio d’estate. 2017. hal-01538368 HAL Id: hal-01538368 https://hal.archives-ouvertes.fr/hal-01538368 Preprint submitted on 13 Jun 2017 HAL is a multi-disciplinary open access L’archive ouverte pluridisciplinaire HAL, est archive for the deposit and dissemination of sci- destinée au dépôt et à la diffusion de documents entific research documents, whether they are pub- scientifiques de niveau recherche, publiés ou non, lished or not. The documents may come from émanant des établissements d’enseignement et de teaching and research institutions in France or recherche français ou étrangers, des laboratoires abroad, or from public or private research centers. publics ou privés. L’antico tracciato urbano di Venafro ed il solstizio d’estate Amelia Carolina Sparavigna Politecnico di Torino L’articolo discute il tracciato urbano della Venafro romana e l’orientamento del decumano con la direzione del sorgere del sole al solstizio d’estate. Venafro è un centro di origine sannitica situato nella valle del Volturno. Il centro si trova lungo una naturale via di transito tra il Sannio e la Campania, via che era servita ai Sanniti nella loro espansione territoriale [1]. Non si hanno notizie sicure sull'epoca dell’ingresso di Venafro nell'orbita romana [1]; la colonia è ritenuta di età augustea, con il nome di Colonia Augusta Iulia Venafrum, oppure di Colonia Iulia Venafrana. Come detto in [1], nel territorio di Venafro sono state ritrovate tracce di centuriazione, ossia di suddivisione del territorio secondo il metodo romano basato sullo schema adottato anche per gli accampamenti militari, i castra, e per le colonie, schema caratterizzato da un reticolo ortogonale di strade, canali e appezzamenti agricoli. A Venafro sono stati anche accertati gli antichi tracciati stradali, con due raccordi con la via Latina a Sud-Ovest e Sud-Est della città. La strada per Isernia invece usciva dal lato Nord-Est della città [1]. L’impianto urbanistico della città romana si ritrova nel borgo e nella zona adiacente; esso sopravvive nel reticolato stradale e nei confini poderali che mostrano ancora il tipico schema planimetrico romano (Figura 1) [2]. Si può riconoscere facilmente il piano urbanistico a pianta rettangolare, attraversato da sette assi stradali (i decumani) in direzione Nord-Est Sud-Ovest, intersecati perpendicolarmente da nove strade (i cardi) [1]. Queste direzioni delimitano degli isolati quasi quadrati di m 70 × 75 [1]. La città aveva due porte, che si aprivano sulle vie verso Roma e Isernia, poste sui lati più corti del perimetro; una terza porta si apriva sulla via verso Teano. Il quarto lato della città si addossava direttamente alla montagna [1]. Figura 1: Venafro in una immagine di Google Earth. L'anfiteatro era posto all'esterno della città antica, a Sud-Est. L’edificio romano si è conservato sotto un allineamento ellittico di edifici del XVII secolo [1] (altri esempi di un allineamento ellittico di edifici costruiti su un anfiteatro romano si trovano a Lucca, Assisi, Firenze, ed in Piemonte, a Pollenzo [3]). A Venafro, un monumento particolarmente interessante si trova a Ovest del borgo antico, nei pressi della chiesetta della Madonna della Libera. È un complesso di terrazzamenti con mura ciclopiche, “databili in epoca non posteriore all'età sillana, pertinenti forse ad una villa o ad un santuario” [1]. La città era anche servita da un acquedotto [4] (altri riferimenti su Venafro si trovano in [5-12]). In [12] troviamo una illustrazione che rappresenta una ricostruzione del tracciato urbano della Venafro romana. La mappa che si trova in [12] è orientata come nella Figura 2, per meglio mostrare la pianta rettangolare e la griglia della limitazione romana fatta da isolati quasi quadrati, creati dal reticolato di vie parallele e perpendicolari. Nella Figura 2, si è solo parzialmente riprodotta la mappa [12] su un’immagine di Google Earth, mostrando solo il perimetro e i due assi principali (Decumano e Cardo maggiore). Figura 2: La Venafro “quadrata” romana. Sotto il perimetro della città si vede l’ellisse dell’anfiteatro. Figura 3: Effettiva orientazione dei decumani (verso Nord-Est). Per dare un’idea della mappa mostrata in [12], l’immagine di Google Earth ha dovuto essere ruotata. La Figura 2, ed anche la mappa in [12], perdono però un’informazione importante del tracciato urbanistico, quella della sua orientazione. Si ha così che, nella suddetta mappa, i decumani non ci appaiono come effettivamente sono, ossia orientati verso Nord-Est (Figura 3). Osservando i decumani dell’immagine satellitare nella Figura 3, ci possiamo chiedere se essi possano avere un’orientazione astronomica legata al sorgere del sole. Questa possibilità è stata fatta notare da Francis Haverfield nel suo libro sull’impianto urbanistico delle città antiche [2]. Le città romane, in particolare le colonie della tarda età repubblicana e dell’Impero, avevano un tracciato urbano regolare costituito da un reticolo di vie parallele e perpendicolari, che ne delimitavano gli isolati più o meno rettangolari. Questa progettazione urbanistica è basata sulla suddivisione usata per i terreni agricoli, detta “limitazione” o “centuriazione”. Le vie principali della centuriazione erano i già menzionati “decumani” e “cardi”. La via principale, il Decumano Maggiore, poteva essere tracciato con la sua orientazione posta verso il sorgere del sole di un giorno particolarmente importante per la regione o la città [2]. Seguendo il suggerimento di Haverfield, e di altri studiosi [13,14], si sono trovati diversi esempi di città romane che mostrano il loro antico tracciato urbano orientato verso l’alba di due giorni particolari, quelli dei solstizi d’estate e d’inverno. Questi esempi sono stati discussi in [15-22]. Come anche riportato in [14], Venafro è una delle città che hanno l’orientazione “solare”. Di più, essa ha i decumani che sono orientati verso il sorgere del sole al solstizio d’estate. Lo possiamo vedere molto facilmente usando un software, quello che troviamo al sito SunCalc.net, che mostra la direzione di alba e tramonto su una mappa satellitare. In Figura 4, vediamo quelle del solstizio d’estate a Venafro. I decumani ci appaiono orientati verso il sorgere del sole al solstizio. E’ vero che l’orientazione del decumano potrebbe essere dovuta semplicemente alla posizione della città addossata alla montagna, invece di essere una specifica scelta legata ad un rituale concernente il solstizio d’estate. Venafro però non è l’unico caso di città romana dove la direzione del sorgere del sole al solstizio è scritta nell’antico tracciato urbano. Vi sono anche Pompei ed Ercolano, i Castra Albana, ed anche Como, Verona e Rimini; per queste città, l’orientazione dei decumani è stata verificata col software usato per Venafro. Data la presenza di diverse città che hanno il decumano legato al sorgere del sole al solstizio d’estate o d’inverno (Vienna, Norba, Alife), è plausibile supporre per esse un rito di fondazione legato al ciclo annuale del sole, rito probabilmente comune a buona parte delle popolazioni italiche [21]. Figura 4 Figura 4: Grazie al software SunCalc.net possiamo facilmente verificare se le vie di una città hanno un’orientazione “solare”. Le due immagini mostrano due rette, gialla e rossa, che rappresentano la direzione del sorgere e del tramonto del sole al solstizio d’estate. La linea arancione rappresenta l’arco che descrive il sole nel cielo durante la giornata. References [1] La Regina, A. (1973). Venafro, Enciclopedia dell’Arte Antica. [2] Haverfield, F. (1913). Ancient town-planning. The Clarendon Press. [3] Sparavigna, A. C. (2016). Alcuni siti romani in Piemonte orientati coi lunistizi. PHILICA Article number 604. (Some Roman Sites in Piedmont Oriented to Lunar Standstills) (May 22, 2016). Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=2808243 [4] Frediani, F. (1938). L’acquedotto augusteo di Venafro. Riassunto e rilievi a cura dell’Ente Volturno. Istituto di Studi Romani, Campania Romana, Studi e Materiali. Rispoli Anonima Editore, Napoli, 163- 185. [5] Pantoni, A. (1960). L’editto augusteo sull’acquedotto di Venafro e una sua replica alle fonti del Volturno. Rendiconti della Pontificia Accademia d’Archeologia, 33, 155-171. [6] Capini, S. (1990). Venafro (Isernia), il teatro romano. Bollettino di Archeologia del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, 1(2), 229-232. [7] Valente, F. (1979). Venafro: origine e crescita di una città. Enne. [8] Zambardi, M. (2007). Recinti fortificati di età sannitica su Monte Sambúcaro e su Monte Santa Croce a Venafro, in Popoli dell’Italia Antica-Le antiche città scomparse. Atti del convegno di Formia 2007, pp. 135-184. [9] Valente, F. (1988). L’impianto urbanistico della Venafro romana. Almanacco del Molise, II, 119- 151. [10] La Regina, A. (1964). Venafro. Quaderni dell'Istituto di Topografia Antica, Università degli Studi di Roma, I, 55-67. [11] Morra, G. (2000). Storia di Venafro: dalle origini alla fine del Medioevo, Volume 8. Pubblicazioni Cassinesi. [12] Valente, F. (2008). 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