Carta Della Natura

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Carta Della Natura che dalla quota ed esposizione. Solitamente il faggio (Fagus sylva- riferimento geografico, l’identità di un luogo e di una popolazione, Nel Parco sono presenti sorgenti di diversa portata e tipologia: Molto belli e suggestivi sono i popolamenti galleggianti di Le cascate tica) tende a costituire boschi monofitici ma, in particolari condi- come l’antico “Olmo di Cesacastina”, sotto la cui chioma protettiva da quelle con acque che scaturiscono dalla roccia e subito for- ranuncolo d’acqua (Ranunculus trichophyllus) che ravvivano il Le steppe zioni, a esso si affiancano altre specie arboree come il tasso (Taxus l’intero paese si incontrava e si identificava. mano una piccola cascata o un ruscello che scorre con una fiume con la loro candida fioritura. baccata) o l’agrifoglio (Ilex aquifolium) nelle forre o nelle aree certa velocità (rheocrene), a quelle con acque che affiorano in Spesso i patriarchi vegetali furono muti testimoni di eventi storici o Il Tirino è conosciuto per l’abbondanza di trote nelle sue Natura e Salti e scivoli d’acqua sui Monti della Laga Natura caratterizzate da affioramenti rocciosi, oppure tigli (Tilia cordata, T. una depressione a formare un piccolo lago che defluisce in un leggendari che ebbero come protagonisti eremiti e briganti, soldati acque, da cui sembra derivi anche l’antico idronimo Tritanus. Sui pascoli aridi tra allodole e fiori rarissimi platyphyllos), aceri (Acer pseudoplatanus, A. platanoides) e olmo corso d’acqua (limnocrene) o quelle le cui acque affiorano in o pastori, e non di rado furono anche il luogo prescelto per l’appa- Il gambero autoctono (Austropotamobius italicus) è scompar- O 27 I Monti della Laga costituiscono un gruppo montuoso unico in montano (Ulmus glabra) nelle zone ove si siano verificate frane o superficie dando luogo a limitate r e rizione miracolosa di santi e madonne venerate dal popolo. so probabilmente a seguito dell’immissione in passato di gam- i n Il versante aquilano del Gran Sasso presenta un clima di tipo paesaggio Appennino per le sue caratteristiche geologiche. A differenza accumuli di detrito. formazioni paludose (elocrene). a a l beri esotici portatori di gravi patologie rivelatesi fatali per la p continentale, caratterizzato da una ridotta piovosità, con inver- e della gran parte delle altre montagne, i Monti della Laga, che s t r Particolare interesse ecologico rivestono le formazioni forestali Fra i diversi ambienti del Parco, specie. i ni molto rigidi ed estati particolarmente calde. s raggiungono la rilevante altezza di 2458 metri sul Monte Gor- 18. “Quercia Mazzucche”, una delle più grandi roverelle (Quercus pube- m 18 a miste tra faggio e abete bianco. Quest’ultima specie, un tempo, era le sorgenti, oltre a rappresentare r s scens) italiane, con oltre otto metri di circonferenza del tronco, di recen- Il corso d’acqua ospita una ricca comunità di uccelli nidifican- ic È questo il clima in cui si sviluppa la steppa, una formazione vege- zano, sono costituiti in prevalenza di arenarie e marne. Questa a n molto più diffusa sull’Appennino, ma a seguito dell’intervento del- te acquistata dall’Ente Parco. una fondamentale risorsa per a particolare litologia determina la morfologia del complesso ti, tra cui la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), il raro tale che prende il nome dalla Stipa, un genere che raggruppa pian- ale l’uomo e dei cambiamenti climatici è divenuta alquanto rara. Nel l’approvvigionamento idrico, ry montuoso, le cui cime si presentano più arrotondate, con eu porciglione (Rallus aquaticus), il martin pescatore (Alcedo te della famiglia delle graminacee, che trova il suo habitat ideale bia territorio del Parco, boschi misti con abete bianco si rinvengono costituiscono degli ecosistemi numerose valli incise e Ere atthis), la ballerina gialla e il merlo acquaiolo. D’inverno le nelle aree continentali dell’Europa orientale e dell’Asia. Purtroppo i castagneti, negli principalmente sui Monti della Laga: Bosco Martese, Abetina di ricchi di entità animali e vegetali, profonde. Il substrato geologi- 21 anse del fiume ospitano numerosi tuffetti (Tachybaptus ruficol- ultimi decenni, sono stati Cortino, alta Valle del Castellano, Valle della Corte; sul Gran Sasso, spesso di notevole interesse eco- Nelle conche del Gran Sasso, come quelle di Capestrano e Ofena, co condiziona anche la vegeta- lis), folaghe (Fulica atra), aironi cenerini (Ardea cinerea) e attaccati da parassiti partico- invece, l’unica abetina relittuale è quella che sovrasta l’abitato di logico e naturalistico. Si tratta, nelle aree circostanti Barisciano e Santo Stefano di Sessanio, le par- zione, in quanto, a differenza Il Voltigno diverse specie di anitre, mentre sui canneti si concentrano larmente virulenti tra cui due infatti, di habitat peculiari ad alta ticolari condizioni del clima e dei suoli hanno favorito lo sviluppo di 28 Tossicia. Si tratta di boschi che si caratterizzano per una notevole numerosi i migliarini di palude (Emberiza schoeniclus). funghi che producono “il mal dei calcari, sulle arenarie si una vegetazione che ricorda proprio quella delle steppe. Si tratta, per ricchezza floristica, e per una struttura più complessa, raggiungen- biodiversità, popolati oltre che da dell’inchiostro” e il “cancro insediano comunità vegetali La grande prateria nella foresta la precisione, di “para-steppe”, in quanto non sono formazioni pri- do l’abete altezze maggiori rispetto alle latifoglie. numerose specie di muschi e di corticale”. Sembra, però, che tipicamente acidofile, come i marie, bensì subentrate alla piante acquatiche, da insetti allo Fiume Tirino, corso d’acqua che si caratterizza per le sue acque limpide pascoli a nardo (Nardus stric- I boschi del Parco, in passato, sono stati fortemente utilizzati dalle 22 la fase più grave di queste L’area del Voltigno è costituita da un’ampia conca di origine stadio larvale, da acari acquati- e pure di esclusiva origine sorgiva. primitiva copertura boschiva 14 popolazioni locali, sia per il legname che per la produzione di car- patologie vegetali sia stata superata, mentre è subentrato un nuovo ta), i castagneti, le boscaglie carsica circondata da estese faggete, alcune delle quali ben distrutta dall’uomo. ci, anellidi, crostacei e gastero- pericolo per queste formazioni forestali impiantate dall’uomo: quel- di pioppo tremulo (Populus bone, per cui oggi numerosi conservate come nell’area del Voltignolo, Valle Caterina, Pelin- podi organizzati in una rete trofica in grado di sfruttare anche Le essenze dominanti sono lo dell’abbandono. tremula), i ginestreti a gine- sono i cedui. Nonostante la ca, ove il bosco si caratterizza per la presenza di alberi vetusti, 25 modeste risorse alimentari. alcune specie di Stipa: stra dei carbonai (Cytisus forte pressione antropica, è Infatti, a seguito dei rapidi cambiamenti avvenuti nell’economia, spesso caduti al suolo, e una struttura che ricorda le foreste L u Stipa capillata, S. dasyva- ancora possibile ammirare p L’elevata ricchezza di specie è legata al fatto che, da un punto scoparius) o le brughiere a e primordiali. r molti castagneti da frutto sono stati abbandonati e non più soggetti 16 u boschi maturi, maestosi, s di vista fisico ed ecologico, la sorgente rappresenta l’elemento ginata subsp. apenninico- mirtillo. fi I Monti Gemelli o alle necessarie cure colturali. L’Ente Parco, attraverso alcuni inter- r La piana del Voltigno, invece, è ricoperta da vaste estensioni di ii la, S. capensis e S. marti- vetusti, che per certi versi di connessione fra ambiente sotterraneo e ambiente superficia- venti mirati e finalizzati al recupero diretto dei castagneti e alla pro- Queste rocce sono fortemente pascolo con presenza di doline e inghiottitoi. La peculiarità di que- novskyi, quest’ultima esclu- evocano la natura selvaggia le; si tratta, quindi, di un ambiente di transizione, detto appun- mozione delle varietà locali di castagne e dei prodotti di trasforma- impermeabili, per cui l’acqua st’area è rappresentata dagli ambienti umidi, in particolare pozze e La “Tebaide” del Parco siva della conca aquilana. delle selve primigenie, come to “ecotono”, in cui possono coesistere organismi acquatici zione, sta tentando di recuperare questo notevole patrimonio natu- piovana non penetra nel sottosuolo, come avviene sulle monta- stagni con presenza di torba, ben evidente nell’area che i pastori sotterranei, entità altamente specializzate esclusive della sor- Tra le altre entità vegetali ralistico e culturale della montagna. gne calcaree dove sono evidenti i fenomeni carsici. Di conse- chiamano “il cespo che balla”. Lo specchio d’acqua di maggior inte- Nell’estrema propaggine nord-orientale del Parco si localizza gente e specie che si spostano fra questo habitat e il primo trat- endemiche legate a questo guenza, i Monti della Laga sono straordinariamente ricchi di resse è il Lago Sfondo, una pozza perenne molto profonda circon- un’interessante catena calcarea, proprio a ridosso degli affio- 26 to del corso d’acqua. particolare ambiente, vanno acque che scorrono impetuose in superficie, raccogliendosi in data da una fitta vegetazione acquatica. ramenti di arenaria dei Monti della Laga. Si tratta del com- annoverate il limonio aquila- 27 “Castagno di Nardò”. Vero e proprio gigante arboreo con i suoi quattor- rivoli, ruscelli, torrenti e fiumi che precipitano a valle, formando È, poi, di notevole interesse scientifico il ruolo delle sorgenti plesso montuoso noto come Monti Gemelli e costituito dici metri di circonferenza del tronco, si localizza nei pressi del piccolo La flora di queste aree umide
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